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| Ehilà! Sto studiando il mio prossimo personaggio. Posso dire che sia quasi completamente formato, ma vorrei qualche consiglio su alcuni nodi. Uno degli errori che ho sempre fatto su Asgra è stato quello di creare Pg più o meno avulsi dall'ambientazione nel loro concept, ed infilati in Asgradel solo con qualche limatura e correzione. Questo errore, giusto per chiacchierare, mi ha portato a creare quell'abominio che era Assur, se ricordate. Bene, ecco l'idea del nuovo personaggio. Improvviso un po': Van'Njorthr, figlio di Fryjhild, della casa di Van. Nativo di Noatun (città fortificata del clan Van), nel Vanaheim (che è una delle aree Talamlith, nell'Edhel). Linguistica germanico-norrena, si nota. I Van non sono ricchi, non sono numerosi, non coltivano la terra e non fanno praticamente nulla se non allevare bestiame, tagliare e vendere legname, e, soprattutto, addestrare i propri uomini come truppe di fanteria da inviare poi ad un signore del Dortan che li impiega come guardie del corpo e trupe di fanteria pesante. In sostanza, il clan dei Van sarebbe un affiliato, (si parla comunque di truppe mercenarie), ad un qualche casato nobiliare del Dortan. La situazione è simile a quella della Guardia Variaga di Bisanzio (truppe elitarie di origine scadinava e russa che difendevano e combattevano per l'imperatore bizantino), o se volete alla guardia svizzera vaticana. Chiaramente nell'Edhel se la passano male, separati dalle altre genti umane al di là dell'Erydlyss, i Van hanno rapporti saltuari con i Rahm as Aid e praticamente nessun contatto con gli Arshaid (se foste Arshaid, non odiereste un popolo di boscaioli? Come se non bastasse, vanno in guerra con le asce.) Il pericolo maggiore sono gli abomini della Corte, che i Van hanno imparato a combattere al meglio delle loro possibilità. I draghi, d'altra parte, non hanno mai degnato Noatun di alcuna attenzione. Passiamo al Pg: Njorth ha circa trenta anni, è un fante addestrato e mite, ha vissuto nel Dortan metà della sua vita. Non gli sono mancate le occasioni di combattere in linea, ma non è nemmeno mai spiccato fra i suoi commilitoni per valore militare. Fedele più al soldo del suo signore che al signore stesso (come tutti i Van), mette da parte la maggior parte della sua paga e, una volta ogni due/tre anni circa, valica in solitario l'Erydlyss verso nord. Non torna a casa, si dirige nell'Erynbaran, dove vivono i suoi figli, gemelli. Sono adolescenti, quasi. (ovviamente Freyr e Freyja, consacrati alle omonime divinità, ma forse cambierò un po' la grafia). Non sanno neppure di avercelo un padre, loro, che sono Arshaid, vissuti sotto gli alberi. Il rapporto fra il Van e la madre dei suoi figli è uno dei temi che svilupperò di più. Lui è affascinato dalla cultura elfica, e sapeva leggere e scrivere nelle lingue del popolo antico, prima di abbandonare il suo amore clandestino per rispondere alla chiamata dell'ascia e dello scudo. Qualche pergamena l'ha conservata, però, e la custodisce come un tesoro. Vecchi poemi. E poi c'è la parte profonda, che influirà di più sul futuro del personaggio: è mezzo-ombra. Nello specifico, un suo bisnonno (o trisavolo) era un Anelito di Velta, un anelito cosciente, dall'aspetto umano e dalla volontà umana, ma pur sempre un'Ombra dell'Oneiron. [si, sono troppo affezionato al vecchio Arthur per non infilarcene un pezzetto in ogni Pg che faccio su asgra chi vuol intendere intenda.]. Non è l'unico mezzombra del popolo Van, probabilmente, ma è molto difficile capire di esserlo, e non è una cosa che a Noatun hanno ancora capito. I Van non adoperano la magia, anzi, sono piuttosto diffidenti verso essa, si limitano a venerare i loro déi: un mezzombra come Njorth sarebbe etichettato come stregone, e probabilmente decapitato sul posto o abbandonato all'esilio. Utilizzerò le prime giocate per far scoprire al Pg il suo legame con l'Oneiron, piano piano. Più avanti potrebbe seguire il destino delle Ombre, qualunque esso sarà, oppure restare fedele al popolo dei suoi padri e al codice morale freddo come il ghiaccio, oppure ancora riavvicinarsi alla sua famiglia elfica, nonostante l'abisso che li ha sempre divisi. Mi sembra un topos fruttuoso. E niente, mi sto entusiasmando un poco. Ho scritto un papiro in due minuti. Il consiglio che voglio è: come lo inserisco nel Dortan? Posso utilizzare un casato nobiliare esistente, che il pg avrebbe servito negli ultimi 15 anni, o ne invento uno? Come posso incastonarlo ancora meglio nell'ambientazione, secondo voi?
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