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| « La cosa peggiore di essere un Re è che tutti vogliono qualcosa da te nello stesso momento. La cosa migliore, è che hai il diritto di rispondere a tutti nell'ordine che preferisci. »
Non seppe se essere più irritato per l'intromissione del cappellaio o per la risposta di Eitinel. Il Leviatano non si ammansisce. Dorme, fino al momento in cui qualcosa (o qualcuno) non richiama la sua attenzione con prepotenza, provocandolo con ingenuità. E quando si sveglia si tramuta in una forza indomabile ed incontrollata, che esplode provocando un boato di profondo terrore, ruggendo e artigliando l'aria. Ma come si sa, è naturale che tanto è più grande uno scoppio, tanto più attonito e prolungato è il silenzio che ne seguita. Così il Re accolse con consumata accondiscendenza Kirakisho fra le su braccia, sentendola avvinghiarsi al suo collo. Lasciando trasmigrare la propria malinconia alla volta del cappellaio, che s'era permesso di mettersi in mezzo. La risposta di Eitinel gli suonò quindi quasi estranea: come quella di una bambina ad un altro bambino che si è rifiutato di invitarla nella sua casetta sull'albero. (Una casetta stupenda, però! Con tutti i comfort del caso, che aveva costruito suo padre in una afosa giornata di sole e che ogni tanto lui doveva abbandonare perché il succitato genitore doveva utilizzarla per farci "ginnastica" con la mamma. La utilizzava per le riunioni con gli amici, e da lì riusciva a vedere tutta la città. Decideva chi poteva entrare e chi meno, e faceva giurare a tutti fedeltà nei suoi confronti: Tanto le responsabilità se le prendeva suo padre! Una volta un ragazzino s'era fatto male cadendo da un ramo, ma era stato il papà a disinfettargli la ferita, non certo lui.) Ecco, in quel momento "papà" Ray intervenne nella discussione, dopo le urla di suo figlio (il leviatano), per convincerlo a far entrare quella povera bambina nella sua casetta sull'albero.
« O forse, l'intelligenza e il buon costume di stare zitti quando si è coscienti di aver provocato un incidente di notevole portata. » Questione di punti di vista - si disse mentre le rispondeva, rimproverandola come solo papà Ray era capace di fare (e il leviatano se la rideva, mentre il padre sculacciava la bambina. Sapendo che, nonostante tutto, si sarebbe beccato una buona dose di punizioni pure lui).
« Ma non mi aspetto che tu possa ricordare le regole della buona educazione, quando dimentichi persino cos'avevi nel piatto la sera prima. » Che ironia! - Avrebbero detto alcuni, sentendolo rimproverarla dopo i due attacchi di pochi secondi prima. Ma - è difficile da spiegare - il cratere lasciato dall'esplosione del Leviatano aveva lasciato lo spazio necessario ad una seconda persona di apparire. Non era più lui ed era ancora lui. Erano in tanti, e non tutti bambini. C'erano stupidi, sapienti, studiosi, scienziati, pargoli, combattenti, guerrieri e avventati. E comunque, volendo essere pignoli, lui esternamente era stato calmo anche prima (!) Stava quindi per concedere tutta la sua attenzione a Kirakisho e al cioccolato, quando un nuovo commento attirò la sua attenzione.
Bum, e silenzio. Silenzio. Ancora silenzio. Il suo sguardo si soffermò sul cappellaio per qualche lungo istante. Era un fenomeno, quel tizio. Tutto di lui era fiabesco: dal bellissimo viso all'elegante ed atletico fisico. Occhi cremisi, colorito pallido, ribelle chioma corvina ed un rosso tatuaggio crociato sullo zigomo sinistro. Un corpetto rosso a mostrine dorate, una candida camicia con buffi e larghi polsini, la fascia d'Agente e una quantità pressocchè incredibile d'ammennicoli, gingilli e cianfrusaglie. Nere brache attillate, stivali dalla punta orientale e cinghie e cinture a non finire: il tutto, condito con orologi di ogni forma, foggia e funzionamento. Si lecco le labbra con appetito e malizia, prima di levarsi la maschera dal viso. Era da tempo che non violava la voluttuosità di un sogno, di un ideale o di una fiaba. E Hatta gli piaceva oh, se gli piaceva! Avrebbe affondato le proprie unghie nella sua carne, mentre ne dilaniava le parti più inviolabili con le zanne. L'avrebbe sentito gridare, ed esclamare qualcosa di sconclusionato con le sue affermazioni più giullaresche. L'avrebbe steso in terra con forza, costringendolo ad esalare un fugace respiro di arrendevolezza, mentre sentiva la propria pelle poggiarsi sulla sua. L'avrebbe...
Vivere o morire. Quasi come in battaglia. ... ... ...Ecco. Dalys riusciva sempre a spezzare le magie dei suoi immaginari più rosei con facilità indicibile. Prima tentando di suicidarsi, poi insinuandogli il dubbio sulle affermazioni del cappellaio. Spostò lo sguardo velocemente e si sedette sul proprio scranno, profondamente deluso dalla situazione. Oh certo, per tutti gli altri era divertente. Per lui no. Papà Ray gli aveva vietato di salire sulla casa in cima all'albero per una settimana, e le uniche cose che gli erano rimaste erano la sua migliore amica e la torta di cioccolato che lei le aveva preparato. Uff.
Con stanca condiscendenza, iniziò a farsi imboccare da Kirakisho. Lu-Lu-Lunatico!
Edited by Ray~ - 6/2/2010, 20:50
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