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Zephyr Luxen VanRubren Vs. Xain Vs. Noki, L'abiezione ~ Trentatrè trentini

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view post Posted on 29/4/2010, 17:35
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CITAZIONE
Azione da QM

« Basta così! »

Fu come un lampo; un guizzo del colore della tanta beneamata cenere di Zephyr.
Accompagnato da un sordo sciabordio rugginoso, le dita di Chevalier si strinsero su entrambi i contendenti, sollevandoli e avvicinandoli al viso muso soffiante polvere in tutte le direzioni.
La gola della creatura gracchiò di un clangore metallico, dilungandosi e dipanandosi in reazione alla rabbia del Re che - dal proprio scranno - concesse ad entrambi uno sguardo di pura stizza.
Un rimprovero, volto all'oracolo.

« ...Non ho alcun bisogno che i miei sottoposti più fidati si eliminino tra di loro, Cenerino. »
Sospirò, più corrucciato di quanto avesse desiderato.
« Hai avuto la tua vendetta, e tanto ti dovrà bastare. »


Zephyr Luxen VanRubren Cenerino

» Scrittura: Troppo. Intendiamoci: i post sono scritti in Italiano corretto, molto caratteristici, le descrizioni chiare, lo stile fluido, il layout ben utilizzato ma... è inconcepibile come tu riesca a dare prova della tua capacità di condensare così tanti elementi in un singolo duello. Non che tu abbia descritto cose eccessive, ma trovo che il tuo stile renderebbe dieci, venti, cento volte di più su post di lunghezza adeguata (e non talmente lunghi che per vederli nella loro interezza, ad esempio, io debba fare su e giù nella barra di scorrimento - nonostante la risoluzione gigantesca che utilizzo). Per intenderci, non ho molto da recriminare sul campo della scrittura e dell'interpretazione fine a se stesso: Zephyr è un personaggio definito e ben costruito, tu non fai errori, e ogni tanto ti degni anche qualche piccolo virtuosismo degno di nota quali le citazioni - che siano inglesi ha poca importanza. Tuttavia non posso esimermi dal penalizzarti per la lunghezza veramente eccessiva che hanno i tuoi post: finiscono col stancare e avviliscono uno stile che renderebbe - come già ho detto in precedenza - se concentrato in poche parole, piuttosto che dipanato lungo un testo di diversi minuti di lettura. Non sei abbastanza fluido per concedertelo: le persone introspettive come te e il tuo personaggio dovrebbero adattarsi, e accontentarsi di poche parole - tuttavia pregne di significato. Mi sono permesso di penalizzarti tanto a causa di questo per una semplice ragione: il voto basso ti ricorderà, ogni volta, di limitarti; e ti aiuterà a regolarti.
» Voto: 6.5

» Strategia: Ottima. Nonostante tu non faccia altro che difenderti-attaccare-difenderti-attaccare (e questo ti impedisce di prendere un voto ancora più alto di quanto questo già non sia), Zephyr riesce a causare a tutti gli avversari sul campo una quantità di danno incredibile. Elimina Noki, presumibilmente sarebbe riuscito ad eliminare anche Xain, ricorrendo ad una serie di tecniche standard: non si inventa nulla di strano e risulta molto più pericoloso di quanto ci si potrebbe mai immaginare. Non ho molto da eccepire, se non sull'uso esagerato delle tecniche critiche: oltre ad essere un comportamento non propriamente sportivo (prova ad immedesimarti nel povero cristo che si trova a dover affrontare una serie di attacchi di questo tipo senza difese adeguate), è anche una pecca strategia: sarebbe bastato che Xain ti avesse castato una maledizione negromantica standard perché tu ti ritrovassi completamente privo di energie e, quindi, morto. E spero non ti venga in mente di polemizzare con un "Ma tanto non ce l'ha", perché questo sarebbe Metagame, e quindi un errore sportivamente ancora più grande X'D
» Voto: 8.0

» Sportività: Buona. Non ho nulla da far denotare a parte l'uso eccessivo di tecniche critiche - che tuttavia non ti penalizza esageratamente, considerato che Noki, in qualche modo, è riuscita a cavarsela. Insomma: sei avvantaggiato dal fatto che - almeno inizialmente - i nemici erano due, e questo ha giustificato il tuo consumo esorbitante di energie durante tutto il corso del duello. Per il resto, hai affrontato con coscienza le evocazioni e hai preso i danni quando avresti dovuto prenderli. Utilizzo coerente, inoltre, della difesa assoluta. Tutto ok.
» Voto: 7.5


Noki Imotou "doki doki"

» Scrittura: Maestra. Poche volte nella mia lunga carriera da giudice mi sono ritrovato senza parole e, mio malgrado, devo ammettere che questa è una di quelle volte. Giocando Noki dimostri una capacità narrativa e una comprensione dei tuoi stessi mezzi che definire "magistrale" sarebbe uno scempio. Ottimi i dialoghi, ottimo il narrato, ottime le descrizioni, ottimissimi i neologismi fanciulleschi come "Difficilissimissimamente". Ti sei evoluta, raffinata, e hai raggiunto quello che dovrebbe essere l'obiettivo di ogni giocatore: leggendo anche solo due parole di ciò che scrivi il personaggio di Noki risulta vivo, palpabile e soprattutto evidente. Bastano due righe per inquadrarlo: non hai nemmeno bisogno di descriverne la psicologia - cosa che comunque non ti esimi dal fare.
Senza parole, sul serio. L'unica cosa che ho da recriminarti è la lunghezza forse eccessiva di alcuni dei tuoi post, tuttavia, nel qual casi, assolutamente giustificata da BG, ricordi o sensazioni particolarmente intense.
» Voto: 9.0

» Strategia: Incompleta. Penso sia evidente che a Noki manchi ancora "qualcosa". Nel particolare, la prima cosa che mi viene in mente è una difesa assoluta che, sono certo l'avrai già pensato anche tu, ti avrebbe salvato da danni massicci più di una volta nel corso del combattimento. Se il Leviathan infatti ti ha fornito di un'ottima componente offensiva e difensiva, penso che per perfezionarla sia necessario ancora un po' di lavoro: insomma, alla fine del duello Noki sviene con una somma di ferite quasi mortali e danni psicologici non indifferenti! X'D
Ho apprezzato particolarmente, tuttavia, la scelta di utilizzare i dentini invece che la pergamena "sensi sviluppati" per ottenere sommariamente lo stesso tipo di effetto: così facendo hai potuto risparmiare uno slot tecnica che hai impiegato sapientemente in una sorta di "doppia offensiva". Un piccolo virtuosismo strategico che ci tengo a premiare, considerando l'importanza intrinseca che ha avuto il poter "sentire" la presenza dei propri avversari nel corso del duello.
» Voto: 7.0

» Sportività: Anche per te ho poco da eccepire. Prendi i danni che devi - e nonostante siano tantissimi, li prendi lo stesso - svieni, soffri, sottostai alle regole del forum e non crei alcuna situazione dubbiosa, a parte una: nonostante la cecità, riesci a difenderti dal raggio critico di Zephyr, quello che l'angelo aveva diretto contro Xain. Tuttavia, considerando che il bersaglio dell'attacco avrebbe dovuto essere - appunto - Xain. Considerando che avevi i sensi potenziati e che, effettivamente, eri giustificata nel sentire "qualcosa" approssimarsi nella tua direzione. Considerando che la tua difesa è stata solo parziale e che hai preso comunque un sacco di danni, non me la sento di penalizzarti per un'inezia del genere. Anzi, voglio premiarti: ci sono stati dei momenti nel corso del duello durante i quali Noki si è ritrovata letteralmente mitragliata da una magnitudo gigantesca di attacchi e, nonostante tutto, tu li hai presi. Hai subito i danni che dovevi e non hai compiuto alcuna azione assurda pur di non subire i danni: Questo è il vero significato dell'essere sportivi.
» Voto: 8.0


Media Zephyr Luxen VanRubren: 7.33
Media Allea: 8.00

Vincitrice: Allea
E' con sommo gaudio che assegno ad Allea la promozione ad Energia Blu: benvenuta nel mondo dei capi clan. Ti ricordo che a tale livello energetico puoi aggiungere alla tua scheda un'abilità personale gratuitamente.


CITAZIONE
Noki è priva di sensi. Noki vince lo scontro in sede di giudizio: 500G a lei e 150G a Zephyr. 500G anche a me.
Zephyr è libero di fare un post conclusivo: in tal caso può reagire come preferisce alle parole del Re dopo le quali, tuttavia, sentirà un profondo fiume di energia (basso e corrotto) pervadere il suo corpo e perderà i sensi.

 
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Zephyr Luxen VanRubren
view post Posted on 20/5/2010, 15:16




Seccata e imperiosa, la voce del Re lo riportò alla realtà con fredda disillusione.
Ridisceso a terra perchè sfinito dai ripetuti e violenti attacchi lanciati contro i suoi avversari, si era soffermato qualche istante con sguardo incerto e velato di malinconia sul corpo privo di sensi del demone. Che era scampato anche al drago di cenere, massima espressione del suo potere.
L'aveva fissata con l'ambiguità di chi non sapeva se gioire o rammaricarsi di un simile risultato; perchè se da una parte v'era la vendetta compiuta, dall'altra c'era la consapevolezza che, in quel frangente, colpire Noki in quel modo non era stata la scelta migliore.
Il Re, per fortuna, scelse al posto suo.
In un palpito si ritrovò stretto tra le dita del golem cui aveva divelto il corpo poco prima, stringendo i denti per evitare di urlare dalla sofferenza causata da quella morsa metallica, che insieme al dolore fisico liberò anche la sofferenza mentale nata dal disappunto del Re, che lo lasciò incapace di ribellarsi alle grinfie di Chevalier, abile solo a fissare il muso della bestia con aria sofferente e una smorfia di agonia dipinta sul volto sfatto.
In silenzio per non seguitare a contraddire la volontà de Re -di cui Chevalier era solerte portavoce e boia- si trattenne dal mugolare o gemere il proprio fastidio (riuscendovi in gran parte) abbandonando le proprie spoglie all'indolenza, mancando di opporre resistenza a quella decisione che seppe dover accettare, attendendola a braccia aperte (in senso figurato) per accoglierla e farla sua.
...e rammaricarsene.
cosciente del fatto che il Monarca si sarebbe presto spiegato, assorbì con malcelata riluttanza gli sbuffi della marcescente trachea del golem -sempre che l'avesse- finchè le scure e profonde iridi del Re s'incatenarono presto alle sue, lasciandogli, oltre alla solita sensazione d'imminente dipartita, anche un forte sentore di delusione. Che non esitò a pervaderlo.
Solo dallo sguardo Cenere capì che il Sovrano non era affatto compiaciuto del suo comportamento.

« ...Non ho alcun bisogno che i miei sottoposti più fidati si eliminino tra di loro, Cenerino. »

Chinò il capo di lato, colpito in pieno petto dal rimprovero.
Non rispose a quelle parole, non potè farlo.
Non avrebbe saputo cosa dire per giustificarsi. In fondo, dentro di sè l'aveva sempre saputo; nell'esatto momento in cui il drago era fluito oltre i suoi palmi, aveva inteso perfettamente l'azione sbagliata che aveva compiuto. Ma non ebbe la forza di ammetterlo, finendo, suo malgrado, a deludere l'unico mortale che voleva compiacere.
Si era lasciato trasportare da quella vendetta tanto lieta quanto bramata, e il costerno che si leggeva nei suoi occhi opachi e cremisi ne era la logica conseguenza.
Non era mai un bene anteporre le proprie necessità a quelle del proprio Signore.

« Hai avuto la tua vendetta, e tanto ti dovrà bastare. »

Non aveva la forza di alzare lo sguardo, non riusciva a fissarlo negli occhi.
Il disappunto del Re l'aveva completamente prosciugato, lasciando che si crogiolasse nella confusione e nella tristezza, debole e affranto come non mai.
Volse il capo verso il Re, pur senza guardarlo negli occhi.
Fu l'incrollabile fedeltà che gli diede la forza di liberare un fioco alito dalla gola.

« Vivo per servirla, Maestà. »

Quasi una scusa, una giustificazione uscì dalle labbra appena dischiuse.
Come se bastasse davvero così poco.
Esitò, ormai incerto che le sue parole venissero apprezzate.

« Sarà fatto come desiderate. »

Un singulto improvviso e gli occhi si sgranarono nuovamente, sorpresi dall'oscura sensazione che prese a pervadergli dapprima il petto, poi il resto del corpo stanco e dolorante. Spalancata la bocca in una agitata bramosia d'aria, i palpiti accelerati gli esplodevano nel petto, provando sfacciatamente a ucciderlo senza ritegno alcuno.
Il Re lo stava forse punendo?
Con sorriso debole e laconico rilassò il viso, rassegnandosi e abbandonandosi all'espediente usato dal Regnante per obnubilare la coscienza dell'insostenibile situazione in cui l'angelo versava. E dalla quale sarebbe uscito a fatica per via del peccato che sentiva dentro di sé.
Avvolti in tenebre mai così liberatorie, i sensi presero presto a scemare, abbandonando il corpo dell'angelo uno dopo l'altro, come a volerlo sollevare dai propri obblighi, dai patimenti: svuotandolo completamente.
Lasciatosi andare a quel sentore tanto tetro quanto liberatorio, un sorriso tirato costatò come quel placido oblio sarebbe stato un riparo più che gradito.
 
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