Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Valzer al crepuscolo ~ Crescendo, Scena free - Asgradel

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view post Posted on 16/8/2011, 13:49
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skOGU

Lenta, la mano si alza verso alto.
Nulla più che un gesto, nulla meno che un arto in più nella marea di corpi addensati gli uni agli altri. Stretti e avvinti in una vicinanza quasi asfissiante, quasi nociva.
Ciononostante, unico essere sussultante, unica marea gorgogliante, l'armata Neiru si arresta in un solo attimo. Un rombo sottile di piedi leggeri, di corpi tesi. Quella mano si erge ancora qualche attimo, sola, ora ben visibile nell'immobilità improvvisamente formatasi tutt'attorno. E poi si ritrae, ricade inerte al fianco di Ashlon, umile vessillo ora incapace di altro se non di serrarsi attorno all'elsa di un pugnale. E attendere.
Ormai vicina, la voce della Dama risuona tetra nell'aere. Nenia ammaliante, dolce come una poesia d'amore tessuta di ricordi e di speranze. Prodigiosa Luce in quell'oscurità immanente.
Ashlon chiude gli occhi, saggiando con la mente il gusto di quelle leggere parole, di quelle dolci frasi che egli sa per certo essere ora rivolte a lui solo, lui unico Amore di Amuril.
E non si stupisce di trovarle sempre più aspre, sempre più graffianti nel sopraggiungere di un dolore inesorabile, invincibile.
Sospira piano lungamente, un brivido in quell'aria di cenere e fuliggine mentre ogni cosa brucia, ogni cosa si consuma in Asgradel.
La fine è vicina.
Un passo dal precipizio. Un sospiro dall'abisso.

E loro li, oramai dinnanzi a ciò che resta del Bianco Maniero, dente spezzato sul ghigno diabolico del Re Che Non Perde Mai, tronfia minaccia di morte.

"Predatori di Neiru! Schierarsi!"

Pareva ormai caduta la grande capitale. Uno sgorbio annerito e semidistrutto i cui torrioni giacevano a terra come Giganti di pietra, i merli sparsi qua e la che parevano le loro tozze mani protese in avanti come a scappare dal centro, dal fulcro della distruzione. Dal luogo in cui, forse, il Grande Re aveva deciso in un solo attimo di sacrificare ogni cosa in nome della propria grandezza.
In alto, nel cielo grigio e oro, i primi baluardi della Flotta Icaro, neri corvi su uno sfondo crepuscolare.
Più avanti, il silenzioso armeggiare di corpi nerboruti, di spade pesanti e destrieri corazzati.

Ashlon ispira piano l'odore del meriggio, tentando invano di percepire l'antica purezza dell'aria di Asgradel. Vi era un tempo in cui ogni cosa sapeva di fiori. Poi volge il capo alla sua destra, in direzione dei pochi a cui era concesso sostare accanto a lui. Figure ossute, il Fiume del Fato a ricoprire di fitti arabeschi le loro mani esili.

"A breve arriveranno altri superstiti. Date loro il medesimo benvenuto concesso agli altri"

la sua voce ha un che di impellente, quasi tentasse di parlare più velocemente per risparmiare tempo prezioso.
Serra piano la mascella, i tratti elfici che si induriscono appena sotto il peso della tensione.
" Fate presto."
aggiunge riportando poi il proprio sguardo in avanti, in direzione del Maniero. Scrutando la grigia piana ora tanto deserta, tanto arida quanto la pelle di un animale morente.
Ed è un attimo, giusto il tempo di allontanarsi dei suoi fidi prima che egli schiuda le proprie labbra e cominci, alto suono monocolore, a cantare.
Poche note scarne, silenziose, capaci di imporre il silenzio in ogni animo e costringere all'unisono gli sguardi a volgersi in un'unica sola direzione.
Il campo di battaglia.
E non è la voce di Gruumsh ora a levarsi alta e compatta dall'accampamento del Maniero.
Non è lo stridio rumoroso della Flotta Icaro a stormire gracchiante nel meriggio.

Non ora. Non in questo istante.

Ora sono i predatori di Neiru ad innalzare, uniti, il proprio Canto. Un solo suono per tutti. Un'unica parola per le altre.
Spettri incarnati, corpi d'ombra, pensiero unico.
Ashlon e le sue gambe, le sue braccia, il suo corpo.
Ashlon e le anime a forza rievocate dal Bacino Corrotto.

Ed Amuril, somma eco di uno sguardo velato e confuso.

uZdT4

Dalle profondità della notte,
dallo specchio profondo della morte.
Sboccia un fiore senza petali, senza colore.
E' bianco come neve, e nero come ombra.
E nulla potrebbe se il soffio dell'invidioso Fato lo cogliesse.
Ma nel Primo Sangue, nel caldo seme della Vita che si desta, esso diventa porpora
e scopre il proprio profumo bruno, intenso.
Non vi sarà morte per lui. Non vi sarà dolore.
E mai Paura da cui fuggire, temendo gli Orrori della Fine.
Poiché eterna è la vita del Sangue
e della Morte che fugge se stessa.
Eterna è la vita dei Predatori di Neiru che il Destino possono scrutare e ingannare.


Si è giunti dunque dinnanzi al luogo dove si svolgerà la battaglia finale. In lontananza si scorge tanto il maniero quanto l'accampamento degli orchi di Gruumsh. La situazione vigente è quella descritta dal post conclusivo della quest diretta da Ray. In alto iniziano ad arrivare i primi esponenti della flotta Icaro. I nuovi giunti a cui fa riferimento Ashlon sono Shivian, Zaide e Hocrag, rilasciati dall'Asgradel dopo la conclusione del secondo turno. Tutti e tre verranno rimessi in sesto con il medesimo processo riservato agli altri partecipanti di questa scena. I diretti interessati potranno svolgere tutti i passaggi del caso. ( tatuaggio, compagni etc. nella scena free del terzo turno) La loro ricostruzione è attribuibile al potere guadagnato dell'Asgradel in seguito alla scomparsa di Lia: nel medesimo modo in cui essi sono stati fatti a pezzi, nel limbo in cui vige il potere del Dio essi verranno "ricuciti" trovandosi trasportati da alcuni Incubi di Eitinel da Velta alle truppe di Neiru. Forma e dimensione degli incubi sono a libera scelta tranne il colore, neri e le fattezze, qualcosa di molto simile a fumo condensato. Durante il tragitto i pg avranno solo il vago senso di ciò che sta accadendo. Dopo aver ripreso i sensi gli incubi sosteranno sul campo di battaglia come "compagni animali" fino alla fine della guerra.
Per i partecipanti della scena free, qualunque risposta a questo post sarà da farsi nel primo post della scena free del terzo turno. Si tratta comunque di descrivere il maniero, le truppe e Ashlon.
 
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