Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Valzer al crepuscolo ~ Inno alla morte

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view post Posted on 25/10/2011, 00:14
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Valzer al crepuscolo, Inno alla Morte

Edge of Paradise Lost;


Le nocche si abbatterono sul cranio della pantera con veemenza incontrastata. Tutto il calore del Fiume venne riversato dall'arto sinistro all'animale, la cui pelle venne ricoperta da una fitta rete di fuoco e collera. Il pelo e i muscoli si irrigidirono, e immediatamente dopo questi venne scaraventato all'indietro, lontano da Seyrleen e dal musicista. Il gelo prese possesso del braccio, ora intorpidito; quindi Jevanni cadde in ginocchio.

E' finita, fu il suo primo pensiero. Non si diede nemmeno pena di controllare che la guerra si stesse realmente concludendo. Semplicemente, non possedeva il coraggio di levare lo sguardo da terra. L'animale poco lontano da lui, nel frattempo, era già svanito. Al suo posto era rimasta un'ascia consunta e rovinata, la cui testa era attraversata da una serie di solchi somiglianti al marchio dei Neiru sul petto del Guerriero. Ora sei come me, pensò, e il capo irrigidito dall'improvviso freddo si voltò all'indietro. Gli occhi stanchi scandagliarono la terra, alla ricerca del leone mostruoso che aveva fronteggiato, ma al suo posto intravide l'uomo imponente che inizialmente aveva creduto di fronteggiare. Il taglio che attraversava il suo petto scuro sembrava voler inondare il mondo di rosso. Un fiore sboccerà su questo campo, in memoria di quest'uomo. E della bestia che viveva in lui. Riportò lo sguardo davanti a sé, ma il movimento fu troppo rapido. Le vertigini lo sopraffecero, forzandolo ad accovacciarsi in una posizione quasi fetale. Eppure, non era un bambino che nasceva. Ma uno che moriva. Lo percepì inizialmente come una verità distante, ma poi con crescente intensità negli attimi successivi. Il sangue dalle ferite colava più lentamente, rispetto a quello dell'avversario morente, ma non accennava comunque a fermarsi. Il gelo e la debolezza lo stavano inghiottendo poco a poco; ciò gli sembrò, in un istante di collera precedentemente sopita, incredibilmente stupido. Stupido come un martello che non colpisce il chiodo, o un nodo che si scioglie, facendo crollare ciò che era appeso alla fune. Gli parve orribilmente stupida quella morte. Una terza morte, ancora una volta in una guerra non sua. La vita era l'oscillare di un pendolo, era solito pensare in attimi di estremo sconforto. Prima o poi, i momenti sarebbero tornati, e si sarebbero ripetuti.

Ancora una volta, aveva fallito nel governare il corso della propria vita.

Invece no.

gli ricordò una voce interiore che portava con sé la dolcezza di Visilne e, assieme, la fermezza di Asmus.

Questa guerra ti riguardava, e tu lo sai.
Nessuno ti ricorderà per chi hai combattuto, ma per cosa.
Hai combattuto per proteggere coloro che hai amato, e a cui eri affezionato.


Gli occhi calarono sul corpo quasi esanime dell'elfa, e una morsa dolorosa gli prese il cuore. Ho combattuto, pensò amareggiato, Ma ho fallito. Un'ammissione che gli costò una fitta nell'orgoglio, e che lo fece sospirare. Alle sue spalle, il suo ultimo degno avversario esalò un'ultima grassa, gracchiante risata. E poi, fu il silenzio.

divider3

La risata fece riscuotere Seyrleen, comandante di un plotone oramai distrutto, dal sonno che stava per accompagnare la sua anima sulla barca che l'avrebbe ricondotta sul Fiume. Gli occhi, prima vacui, ripresero lentamente a mettere a fuoco le nuvole nere che solcavano il cielo come cavalli selvaggi. La prima cosa che ella notò, fu Jevanni. Nel vederlo vivo si sentì sollevata, ma lo sguardo che le stava rivolgendo la fece sprofondare in un muto, cupo silenzio. Sapevano entrambi che sarebbe stato difficile vedere l'alba del giorno dopo, figuriamoci tornare a combattere non appena rialzati. Attorno a loro giacevano sangue e fango e morte, e presto anche loro sarebbero scomparsi in quella distesa desolata. Seyrleen prese dalla bisaccia schiacciata dal suo stesso peso un fascio di erbe. Le mostrò a Jevanni, il quale annuì dopo qualche attimo per tentare di capire cosa fossero, e cominciò a masticarne un paio. Il dolore pulsante attenuò, mentre il sapore terribilmente amaro gli invadeva ogni fibra del corpo. Immediatamente dopo applicò il resto sulle ferite sue e della compagna senza proferire parola. Mentre le dita irrigidite dal freddo di Jevanni le sfiorarono le strisce scarlatte sulla schiena, una fitta lancinante le infiammò il corpo facendolo irrigidire. L'altro se ne accorse, e si fermò per qualche attimo. «Perdonami» sussurrò, ma lei si limitò a scuotere la mano. «Non preoccuparti» replicò con un filo di voce non appena il dolore glielo permise.
Qualche lungo istante dopo, la donna riprese a parlare. La voce era fioca il debole, ma il guerriero non sembrò volerle dire di riposarsi. Sarebbe stato come incidere un solco sulle ultime parole di un amico sulla sua lapide.
«Sai...» esordì prima di tossire convulsamente «...questo mi ricorda uno degli antichi miti umani. Quello del primo uomo e della prima donna che il loro Dio creò.» Jevanni rimase in silenzio, continuando a fissare il vuoto con le mani che tentavano di trattare le ferite sulle proprie braccia. Gli indici stavano tremando vistosamente, mentre l'anulare e il mignolo sinistro parvero non voler obbedire ad alcun ordine. «Riuscirono a violare l'unica legge imposta, e vennero cacciati dal mondo perfetto creato per loro...»
Il Guerriero conosceva la storia, eppure inizialmente non comprese il significato della frase. Non colse l'analogia.
Eppure, nell'attimo in cui le fragili dita terminarono di medicare le ferite più gravi e si chiusero sulle spalle della donna per sollevarla e sorreggerla, questi ebbe una visione netta.
La visione di come il primo uomo cinse le spalle della prima donna, mentre con la morte negli occhi si incamminava verso quello che sarebbe divenuto il mondo umano. Lo Spirito alzò lo sguardo verso la battaglia ancora infuriante, terribilmente lontano dai soldati che continuavano a mulinare spade e mazze contro chiunque fosse nei paraggi, e avvertì un palpito di timore di fronte a ciò che stava lentamente prendendo forma nella sua mente. Il primo e la prima che camminavano nell'erba, a piedi nudi, mentre i loro stivali di cuoio e maglia rimanevano impiastricciati del fango e delle interiora. I corpi nudi dei Primi, ancora puri, a malapena potevano ora essere comparati alle corazze lerce e incrostate di cruore. Loro erano una coppia unita dall'amore, ma i due corpi di Jevanni e Seyrleen che si cingevano l'un l'altro erano uniti dalla paura. Fratelli e sorella non di sangue proprio ma di quello versato. Da un lato coloro che avevano disobbedito al proprio dio, e chi lo aveva servito fino alla vera fine.

La coscienza del Guerriero sembrò perdere di consistenza, e le forze minacciarono di abbandonarlo. Seyrleen tentò di sorreggerlo al meglio, ma il peso dell'uno e la debolezza dell'altra fecero cadere entrambi sulle ginocchia. In lontananza, i clangori e gli sfrigolii della battaglia sembrarono dar forma ad una vera e propria melodia lugubre. L'elfa udì le urla di dolore e disperazione, e il raccapriccio si impadronì di lei mentre identificava nelle voci un unico canto. Un unico testo, consacrato all'apocalisse che si svolgeva attorno a loro. Anche Jevanni lo percepì, e con un fremito si lasciò sfuggire tre ultime parole. «Inno alla Morte» .
Indi il cielo si oscurò, il Sole inglobò Asgradel, e le voci si spensero nell'oblio.

zpYxH





________________Jevanni Glacendrangh, Guerriero dell'Inverno


speedpaintbyheader
__________________________ReC 200 | AeV 200 | PeRf 325 | PeRm 125 | CaeM 450/900


______________________Nullo 0% | Basso 2% | Medio 6% | Alto 15% | Immenso 33% | Estremo 69%


______Condizioni fisiche__

Ferite accumulate
Basso da contusione sul petto
Medio da taglio su tutto il corpo
Alto da taglio su tutto il corpo
Basso da perforazione su stomaco
Basso da lacerazione su gola
Medio da tagli fra torace e braccia.
Mortale da distruzione del pianeta.


Quantitativo danni da tecnica
16/16


Stato d'animo
BLANK

___Condizioni mentali______

Influenze accumulate
<nessuna>







Quantitativo danni da tecnica
0/16

Stato d'animo
Morto.

Energia: 44%

Armi:
- Orizzonte [Estratta]
- Principe Musashi [Celato]
- Stella del Tramonto
[Rinfoderata]
- Fumogeno [x1]
- Esplosivo [x1]
- Veleno indebolente [x1]
- Veleno psionico [x1]


Armatura:
- Brina, classe media [Indossata]
- Mani dell'Atronach [Indossate]


Scemo chi legge.

Atarassia:
Passiva. Razziale.
Capacità di ignorare il dolore senza penalità.


Energeia:
Passiva. Anello del potere.
Risparmio energetico del 3% su tutte le tecniche.


Sacrificio Mu:
Passiva. Artefatto [Principe Musashi]
I poteri dell'artefatto sono risvegliati solo dal proprio sangue
versato anche in minime quantità sulla lama.


Sacrificio Mu:
Malus. Artefatto [Principe Musashi]
Danno Basso psionico ogni due turni a partire
dall'attivazione dei poteri dell'artefatto.


Tempra del drago:
Passiva. Artefatto [Tempo]
Calma costante.


Abilità passive:
Meta-Abilità:
Passiva. Primo livello del Warrior Style.
Raddoppia la CaeM in stato di calma.


Meta-Lancio:
Passiva. Pergamena Verde. Classe Guerriero.
Fa tornare al mittente un'arma lanciata.
Pergamena originale: Boomerang.


Meta-Intento:
Passiva. Secondo livello del Warrior Style.
Ogni colpo fisico passivo viene passato a Basso in stato di calma.


Meta-Universo:
Passiva. Terzo livello del Warrior Style.
Fornisce un auspex circoscritto al raggio dell'arma impugnata.


Meta-Maestria:
Passiva di Metagame. Personale.
Il Dominio è portato al livello successivo.



Scemo chi legge.

Abilità attive utilizzate (in ordine di utilizzo)







Sintesi:
"Fate i bravi, non demolite il mondo :8D:"
Era una sola richiesta. Una :sigh:
Ma cazzate a parte, eccovi il post che ho scritto
nei momenti di noia mentre ero a Dublino. Spero
sia gradevole, e che non abbia commesso errori
di alcun tipo. Descrivo come l'attacco "uccida" la
pantera e faccia ritrasformare sia l'ascia che
Rhagga nelle loro rispettive forme. Uso le erbe
medicinali di Seyrleen come mezzo per evitare
che il mio pg e l'elfa crepino immediatamente -
serve a fermare le emorragie, più che altro -
e descrivo l'attimo prima della vera e propria
morte di Jevanni. Eh si, la terza. :lui:


 
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view post Posted on 2/11/2011, 00:07

Esperto
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Se c’era una cosa che Zaide detestava da sempre, era la sensazione di sprecare il proprio tempo in qualcosa di inutile. Anche in quelle circostanze particolari nelle quali il tempo si misura a filo di spada e non contando i granelli di una clessidra.



Tutt’attorno il fragore non accennava a sminuire, anche se la foga iniziale dettata dal focoso ardore di una battaglia appena nata iniziava a sbiadire sotto il crescente sgomento alimentato dai gemiti di morte che esalavano da entrambe le parti. Anche se ormai parlare di fazioni era impossibile.

Corpi di elfi e orchi giacevano aggrovigliati in un abbraccio insanguinato sulla terra nuda, accanto a braccia mozzate di umani sconosciuti e cadaveri che nessuno si sarebbe dato mai pena di piangere, e se mai un ideale era esistito come giustificazione di quel genocidio, non era certo la sua luce che ora spingeva i superstiti a lottare strenuamente. Ognuno faceva per sé, ognuno cercava la propria personale salvezza da quell’incubo insensato, ognuno cercava di portare a casa la pelle come meglio poteva, infischiandosene di amici e nemici.

- Io Rohrgeh…

Zaide si riscosse, distratta. Si chiese fugacemente cosa diamine le passasse per la testa, per perdere di vista la bestia i cui occhi sprigionavano con cupidigia ingorda una brama smaniosa di affondare, sbranare e possedere a cui difficilmente una vittima si sarebbe potuta sottrarre. La donna strinse gli occhi in una fessura, tornando a concentrarsi sul suo avversario che non pareva particolarmente intimorito dall’attacco delle tre apparizioni scheletriche. Un osso duro, si disse.

Ma di nuovo quella fastidiosa sensazione di oppressione e insofferenza tornò a premerle la mente: cosa ci faceva lei, lì? A cosa sarebbe servito continuare a combattere un mostro dissennato apparentemente indistruttibile? Rorge pareva un toro infuriato. Che in quel momento parve voler scatenare tutta la propria furia cieca contro la ragazza che aveva osato infastidirlo, vomitando livore e follia in un attacco micidiale volto a colpire Zaide alla testa. Sembrava un animale colossale e lucente, coperto di lame e scaglie appuntite che rendevano il suo corpo una corazza e un’arma letale senza eguali su quel campo di battaglia; ma Zaide non poteva permettersi il lusso di osservarne la carica infuriata.
Alzò rapidamente il braccio davanti a lei, come se quella mano candida e sottile potesse fermare il pachiderma d’acciaio che l’avrebbe schiacciata, e tutto fu improvvisamente silenzio.

Cessarono i gemiti dei moribondi che imploravano soccorso, tacque lo stridore delle spade che si frangevano sugli scudi dei cavalieri, si immobilizzò l’alito caldo dello scirocco che flagellava di sabbia ardente i volti sudati dei combattenti. E la bestia si bloccò a un passo da lei, il ghigno malevolo e putrido congelato su quel muso orribile, il braccio irto di lame squamose che fendeva l’aria.
Addio Macellaio, mi hai annoiata.

E la donna spiccò il volo nell’aria ancora immobile del campo di battaglia sospeso in un istante immoto, assaporando la libertà del suo nuovo corpo leggero che si librava sopra le teste degli uomini ignari della strega dalle sembianze di corvo.

E poi il fragore tornò ad esplodere.
Dove poco prima si trovava Zaide, ora un uomo giaceva in una pozza di sangue, il cranio sfondato di netto dalla mazzata poderosa sferrata dalla bestia, irritata e incerta nel constatare che la propria succulenta preda sembrava svanita nel nulla.

Era volata via, le lunghe ali scheletriche sbattevano lentamente nell’aria satura di sangue, accarezzandole il nuovo corpo leggero e deforme che gustava per la prima volta la liberazione dalle pastoie umane: una donna dalle mostruose fattezze di corvo, gli occhi grandi e incavati che scrutavano il mondo da una nuova prospettiva; e ora il mondo avrebbe conosciuto la Strige.

png

Ma non era di sangue che aveva desiderio. Un antico bisogno, una brama che sapeva di aver posseduto un tempo le stava scavando con forza nella mente e nel cuore spingendola, ancora una volta, dopo quello che ormai le pareva un secolo, a cercare risposte. Doveva sapere. Comprendere.

Quella nave volante doveva significare qualcosa, e lei l’avrebbe scoperto.

Gridò. Ne uscì un suono roco e agghiacciante che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque sul campo di battaglia; nessuno avrebbe saputo quanto dolore ci fosse in quel grido animale, ma Zaide trovò consolatorio il fatto di poter incutere paura senza ragione, e continuò a gridare come un rapace.
Non smise nemmeno quando con un sussulto riconobbe, tra le braccia di un’elfa sconosciuta, un corpo che le pareva familiare; apparteneva a un’altra vita ormai, una vita in cui le persone potevano fidarsi le une delle altre, combattere fianco a fianco e tradirsi a vicenda perché lo decidevano loro.
Una vita che in quei giorni era finita per sempre, da quando un sole nero aveva scatenato la sua volontà di potenza su un esercito di marionette inermi. Si chiamava Jevanni, quell’uomo, Zaide lo ricordava.
Non era sicura che fosse pietà quella che provava, ma mentre si allontanava dal suo cadavere ancora caldo avvertì un fiotto di gratitudine inondarle l’anima. Aveva visto una persona, e l’aveva riconosciuta. Dunque il mondo non era cessato quando aveva iniziato a sprofondare in quell’abisso d’oblio che sembrava aver permeato ogni cosa.

Con un senso di leggerezza che non aveva nulla a che fare con la sua nuova forma alata, Zaide si mosse sul campo di battaglia alla ricerca disperata di altri indizi che le potessero restituire un frammento di ricordo, una tessera di un puzzle irrimediabilmente sbriciolato ma che non avrebbe rinunciato a ricomporre; il suo passato era un buco nero, ma se non altro la coscienza di averlo avuto, un passato, era una flebile luce che in quel momento brillava come una lanterna nel suo animo spezzato.
Volteggiava in tondo, stridendo il suo lamento di morte: sotto di lei la donna più bella che avesse mai visto fronteggiava uno sconosciuto dallo sguardo indecifrabilmente triste. Soffermò lo sguardo sul viso della fanciulla, indugiò un momento sull’incavo morbido del suo collo e sulla veste che scivolava con perfezione su un corpo provato dalla battaglia ma innegabilmente splendido. E una piccola fitta di rimpianto le morse il cuore: anche lei era stata bella, lo sapeva, aveva avuto gli sguardi cupidi di molti uomini sulla sua pelle bianca. Ma quella Zaide era già morta, molto prima di iniziare a combattere con disprezzo quell’ammasso di ferraglia che si faceva chiamare Macellaio.
E quella Zaide non sarebbe tornata mai più.

Gli sguardi di molti ora si posarono sull’inquietante sagoma tetra di un mostruoso corvo che tracciava un cerchio nell’aria nera della fine.




Zaide

Rec [ 225 ] AeV [ 250 ] PeRf [ 150 ] PeRm [ 625 ] CaeM [ 250 ]

[c. 29%; a. 13%; m. 5%; b. 1%]



Zaide si difende dall'attacco di Rorge bloccando il tempo per una manciata di secondi, attivando nel contempo la tecnica di trasformazione dell'artefatto che la rende una creatura mostruosa dall'aspetto di corvo e le permette di librarsi in volo. E' stanca di lottare per niente, la sua mente è stata distratta dall'arrivo della Purgatory, e pur non sapendo cosa sia, la sete di sapere si rivela più forte della sete di sangue. Sorvola il campo di battaglia e assiste alla morte di Jevanni, fatto che le suscita una commozione più forte di quanto dovrebbe: Jevanni infatti fa parte di un episodio del suo vissuto, e riconoscerlo le fa capire che il suo passato non è perso nell'oblio come le era parso che fosse, ma è ancora vivo e potenzialmente a portata di mano. Il post conclude con Zaide che vola in tondo sopra le figure di Dalys e Shivian (che non riconosce), offuscata da un velo di amarezza al pensiero che in ogni caso la "vecchia" Zaide non c'è più.
NB: Spero mi venga perdonata la mossa autoconclusiva su Rorge che addenta un'altra vittima al posto mio e vede la preda sfuggirgli; l'ho fatto supponendo che fosse l'ultimo post per permettere di dare a Zaide una mezza opportunità di recuperare un filo di speranza sul suo passato.
Energia:
53% - 5 - 13 = 35%

Stato fisico:
Ferita di lieve entità alla spalla sinistra.

Attive:
La Serenade interrompue [costo Medio, 5%]
CITAZIONE
Zaide è in grado, dopo almeno un secondo di ferma concentrazione di fermare il tempo per una decina di secondi. Mentre il tempo sarà fermo, però, non potrà né utilizzare tecniche, né attaccare il proprio avversario, ma muoversi, nascondersi, o identificare un nemico troppo veloce. Il tempo verrà fermato in un post, e deve tornare a "muoversi" al termine dello stesso. Utilizzata per difendersi va considerata una difesa assoluta.
[Pergamena verde Stop - Consumo Medio]

Tecnica di trasformazione -STREGA- [costo Alto, 13%]
CITAZIONE
Tecnica di trasformazione a consumo Alto. Zaide assumerà l'aspetto di un corvo gigantesco e deforme, con il teschio snudato e scheletrico, avvolto da continue spire di tenebra che parranno nasconderla e suggerire la sua natura più primordiale. In tale forma i suoi soli artigli saranno grandi come pugnali e, col becco, potranno essere usati come vere e proprie armi. La strega sarà in grado di parlare, ma la sua voce suonerà stridente e mostruosa, di difficile comprensione; potrà volare liberamente nei cieli e, infine, utilizzare le spire di tenebra che circondano il suo corpo come vere e proprie armi naturali: potrà allungarle e darle qualsiasi forma, facendo sì che attacchino il nemico, proprio come se dominasse le ombre - tuttavia gli attacchi delle spire andranno considerati semplici attacchi fisici. In ultimo, la sua PeRm subirà un potenziamento di 100 punti, a discapito di una sottrazione di 50 punti alla ReC. La trasformazione dura due turni, compreso quello d'attivazione

Passive:
CITAZIONE
Passiva di ammaliamento psionico; a seconda dei comportamenti di Zaide e ad interpretazione del personaggio che subisce la tecnica, può istillare in lui lussuria nei confronti della strega o terrore - sta alla vittima decidere quale delle due, coerentemente ai comportamenti e all'aspetto assunto da Zaide

Equipaggiamento:
Athame del Corvo con Trappola Annullante incastonata
Athame delle Anime (Artefatto Strega)
Set di 20 pugnali
Linfa vegetale



 
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Stray
view post Posted on 4/11/2011, 14:55





Rohan guarda la spada con la coda dell'occhio e pensa che morire sarebbe da egoisti.
Sente l'alito del giullare, i fuochi nei loro petti sono sul punto di fagocitarsi a vicenda, le ferite bruciano e spillano sangue. Rosso il primo, più nero il secondo. Io non ti voglio uccidere, è colpa tua se muori troppo in fretta & Ci tagliamo a vicenda finchè uno dei due non muore. Vedi di non crepare subito, voglio divertirmi. Strano come due strade tendano ad incrociarsi senza avere alcun contatto, pensa. Non riesce a terminare l'associazione, perchè il suo orgoglio difficilmente accetta di compararsi a qualcuno.
Sì, sarebbe davvero da egoisti morire, troppo facile e veramente da vigliacchi.
Hai sempre desiderato un palco, lasciarlo così sarebbe da stupidi - sussurra qualcuno, una voce dimenticata da tempo, risvegliatasi per associazione. Djinn e Ifriit, sempre demoni mediorientali, non cambia poi molto. E se anche quest'ultimo fosse stata una donna, come le spade del guitto? Questo avrebbe cambiato tutto. Non l'avrebbe insultata così tanto, per cominciare, magari sarebbe stata un buon placebo. Come quando si scopre che la persona scorbutica, dietro alla scorza, ha sempre avuto un debole per te. Sei nato per questo, una vampata che consuma l'anima fino alla radice, cosa ti ha fatto cambiare nel frattempo? - la voce indaga ancora, roca e calda - cosa ti spinge a cercare un senso ad ogni cosa?
Già - pensa Rohan, mentre le figure si fanno indistinte - cos'è cambiato in tutto questo tempo?
Dovremmo fare un salto indietro, rivederci la storia.
Ma il ragazzo odia indirettamente qualunque associazione che lo veda come paragone, sia quando lui è l'esempio e sia quando, inconsciamente ma non troppo, è lui a prendere. Teme il confronto, forse, affronta le cose a petto in fuori quando invece dentro è scosso da mille tremiti. Magari, oltre a questo, capiremo pure perchè questa storia si ostini ad essere scritta, nonostante non sia niente di spettacolare, nonostante sia un concentrato di sfighe apocalittiche e frustrazioni. Com'era quella canzone? Ad ogni conquista... corrisponde la stessa quantità di delusione...?

Ma non c'è tempo. N o n c' è t e m p o !
« Cantate della moglie del Dorniano, figli di puttana. »

Possiamo concedervi solo un'ultima canzone.
Musica.

_ ________ ___ ________ _

png

Qualcuno, nascosto nel buio, suonava una chitarra.
O forse un mandolino. Uno strumento a corde non identificato, che sapeva di legno e spezie piccanti. Il ragazzo mosse qualche passo in avanti, in direzione del ritmo costante, nel buio totale. In quei momenti di lucida follia il tempo di un battito si dilatava fino a comprendere interi minuti, quindi non badò troppo al fatto che, fino a pochi insulti prima, stesse danzando con un guitto particolarmente irruento ed eccitato. O forse era già morto e questi erano i pensieri della sua testa che ruotava ruotava e ruotava ancora nel vuoto, ad occhi aperti e bocca spalancata, tirandosi dietro uno schizzo di sangue come il nastro sinuoso di una ginnasta.

Di fronte a lui, con uno schiocco secco, una luce si accese.
Dentro il cono di luce, abbarbicato su una seggiola circolare, un tizio dai capelli scuri tirati indietro suonava una chitarra - lunga e panciuta, laccata di fresco - accarezzandone il manico. Fece l'ultimo accordo, curvo su di essa, poi lo guardò.
Hyena sorrideva con straordinaria faccia tosta.

« TU! »
« Ciao, pendejo. »

Poi il nero divenne colore, la luce si allargò fino a mostrare un orizzonte, il razziatore sparì e l'eroe si ritrovò solo, fra un mare d'erba brillante e un cielo azzurro su cui pascolavano grasse nuvole placide, con un'espressione particolarmente stupida in faccia.

_ ________ ___ ________ _

Per tutta la vita, Rohan era rimasto in piedi.
E ora si vedeva a gambe piantate, schiena dritta, sguardo fisso nel vuoto mentre il mondo, attorno a lui, si scioglieva e mutava, sempre più veloce, lasciando le tracce di colore che l'avevano percorso. La gente andava e veniva e non erano altro che macchie sfocate, rapidi mutamenti che plasmavano la struttura generale, mentre Lui rimaneva immobile, unico punto fermo in tutto il caos, statua d'apatia e rancore. Il paesaggio scivolava altrove come pelle morta, dal deserto alla città e poi al campo di battaglia, dalla luna al sole, dal sogno al vero, dal passato al presente, e le persone si incontravano, parlavano, gesticolavano, si baciavano e morivano a velocità raddoppiata, chi più vicine, chi più lontane. Nascevano amori, guerre, alleanze, complotti e tradimenti, e Rohan era sempre immobile, lo sguardo fisso nel vuoto, ora seminudo, ora con una maschera d'osso a coprirne il viso, ora con una folta criniera di capelli neri. Sul suo corpo comparivano e si rimarginavano a velocità sorprendente graffi e lacerazioni, i vestiti mutavano, le catene arrugginite si dissolvevano, la schiena si copriva con un mantello lacero e tutto esplodeva, lasciandolo di nuovo solo, bersaglio del fato ed eroe del caos.

Non era riuscito a cambiare niente, tranne che sè stesso.
Immobile e fiero, lacero e sarcastico, sotto un cielo immenso e sconfinato.
Continuava a combattere, senza vittoria nè sconfitta, contro tutti e contro nessuno, ululando al sole e alla luna come un cane randagio.
Non era riuscito a cambiare niente, tranne che sè stesso,
e forse pure in peggio.

« Avrei fatto meglio a morire sul serio, tempo fa.
Andarmene davvero, anzichè ritornare dietro una maschera.
»

Disse all'erba spazzata dal vento.
« Anzichè cambiare i miei colori, anzichè cambiare i miei modi.
Anzichè rincorrere sempre gli stessi fantasmi, e farmene di nuovi, anzichè mentire.
»

Io non sono ciò che dico di essere.
« Hai ragione, sei cambiato: pensi troppo, agisci poco e parli un sacco.
Meno stupido di prima, ma non sono sicuro che sia un miglioramento.
Una cosa è certa: morire è da egoisti.
»

« Non morire, stronzetto, così è troppo comodo.
Chiudi il becco e soffri in silenzio.
»

« Continua a perdere, ma non morire. »
Si voltò, girò su se stesso, non vide nessuno.
« Se non potessi tornare indietro? »
« Che importa?
Se non riesci a tornare indietro, basta che tu vada sempre avanti.
»

« Sbaglia pure, sbaglia finchè vuoi.
Ma dopo che avrai sbagliato, rialzati.
»

« E ricomincia a danzare. » « O a cantare. »
« O qualunque cosa tu voglia fare, basta che non rimani fermo. »
« Sono tutti capaci a restare fermi sotto il cielo.
Il difficile è muoversi.
»

Quella fu l'ultima cosa che gli dissero gli spettri, riaprendo il sipario.

_ ________ ___ ________ _

Sentì il vento.
Le urla, le parole, il battito del cuore.
I rumori gli tornarono alle orecchie tutti assieme, come riemergendo dall'acqua.
Scivolò all'indietro, mezzo passo in leggerezza. Veloce, come la fiamma di una candela danzante, animato dal vento caldo e orientale. Un incendio ogni respiro, da quando la battaglia era esplosa alla prima linea, Rohan seguiva un ritmo pressante che solo lui riusciva a sentire. Stava correndo - no, stava danzando, prima di piombare sul palco a luci spente, in cerca di un mantello rosso, in cerca di una regina, in cerca di un demone mascherato da fanciulla e di un beccaio, non per raggiungere ma per superare. Correva e danzava allo stesso tempo, muovendo braccia e lame con foga sorpendente, un continuo movimento unico di bagliori e sangue. Aveva il fiatone, sentiva i polmoni creparsi in tanti piccoli alveoli incandescenti, i muscoli delle gambe dilatarsi e contrarsi stretti attorno all'osso. Eppure sorrideva, stringeva il morso affilato e biancastro con un fuoco d'artificio negli occhi. Bastava solo continuare, reggere il gioco, bruciare ancora ossigeno, lasciare che il vapore caldo e l'odio uscissero assieme al sangue dalle ferite.

Sbagliava, un tempo, quando ancora aveva quella bizzarra maschera d'osso, nel suo egocentrismo: il pubblico, il palcoscenico, gli applausi... tutto questo non era necessario.
Per uno spettacolo, bastavano soltanto gli attori.

Carne contro carne, schiena contro petto, una pellicola d'aria di distanza.
Strinse le dita per afferrare con la dritta il braccio del giullare, lo stesso che aveva mosso il fendente a sua offesa pochi istanti prima. Cercò il contatto, girò gomito e polso per intrappolare ossa e muscoli in quella presa ruvida. Non doveva sfuggirgli ancora. Lo guardò sbieco, da sopra la spalla, mentre spalancava la mancina al vuoto, il braccio disteso come a sollevare un'invisibile tela da matador.

« La moglie del Dorniano? »
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« Non è troppo presto per pensare ad altro mentre danzi con me? »

Una serie di filamenti liquidi prese forma dal nulla, vorticò nel vuoto e si raggruppò in una spada cremisi, sottile e affilata, inclinata verso Shagwell. Rohan strinse l'impugnatura della bastarda e la spinse all'indietro, contro il fianco del giullare, come un violento rinfodero.
Non pensò all'amore, non pensò ai paladini, non pensò alla nera signora, non pensò al comandante, non pensò allo straniero, non pensò al ragno e non pensò a nessun'altra vendetta. Tutti i suoi sensi erano focalizzati sul presente, sul movimento, sul dolore, sulla musica e sul contatto, e tutte queste cose assieme gli sussurravano la stessa frase.
Qualunque cosa gli fosse davanti, con il tempo, l'avrebbe raggiunta.
Sbaglio per sbaglio, secondo su secondo.

« Goditelo tutto, non si fanno repliche. »




«« ReC: 225 AeV: 200 PeRf: 400 PeRm: 275 Caem: 250 »»
Basso: 02% Medio 6% Alto: 15% Immenso 33%


Stato fisico » Danni bassi ad area per ferite d'arma da taglio - Danno medio ad area per frammenti di Naylah.
Livello di Contaminazione » Alto.
Stato Psicologico » Eccitato {100%}
Energia » 40% -15% -15% = 10%
Equipaggiamento »
«Right Arm of th'demon» Innestata / Illesa.
«Lascito dell'Alba» A terra, immediate vicinanze.
«Stendardo di Gruumsh» A terra, immediate vicinanze.
«Sfregia Diavoli» Equipaggiate a entrambe le gambe.

Abilità Passive & Derivate da Artefatti •
«Appetize for Opposition» Difesa psionica passiva - Possibilità di impugnare armi enormi con facilità, forza fisica eccezionale.
«Coagulation Check / Bones Unbreakable» Ossa e pelle molto più resistenti, emorragie e perdite di sangue drasticamente diminuite.
«Orpello della Cabbalah Cremisi» Il braccio destro artificiale di Rohan è indistruttibile e non perde mai le sue proprietà offensive. {Right Arm of th'demon}
«Oko Boga nie zna barier» Auspex passivo {Stendardo di Gruumsh}
«Era il loro campione e giusto il suo discernimento - La sua spada parrà incontrastabile, splendente e soverchiante.» Qualunque azione verrà commessa, gli altri la consideranno sempre giusta e necessaria - Paura e timore di morire per chi fronteggia i colpi della spada {Lascito dell'Alba}

Riassunto Azioni •
Rohan si muove all'indietro, con la sua variabile a consumo alto, schivando il fendente semplicemente entrando in una distanza troppo ravvicinata perchè la spada possa colpirlo. Successivamente, tenta di afferrare con il braccio destro il corrispondente braccio destro di Shagwell (a cui ho assegnato la Nera, non c'è un motivo particolare in questa scelta) per poi evocare una spada di medie dimensioni grazie alla variabile non-elementale, sempre di consumo alto, e tentare di trafiggere con questa il fianco del giullare, immediatamente dietro di lui.

Note •
Alcune precisazioni: per questo ultimo post, torno a usare la combo blockquote + center.
E lo schizzo nel parlato della penultima immagine, sì, l'ho preso dall'immagine di Shagwell.
Nessuna soundtrack: ho fatto dei test con un amico, lui legge molto piano e se uno legge piano l'effetto va a puttane. Poi, i personaggi citati nel post sono sempre le stesse: Finnegan e Alexandra, vera ossessione per Rohan, rappresentano per lui l'idea del paladino che, fingendo di odiare, da sempre ammirava e che sta tentando di raggiungere. Viktor è un'idea di potere, guida e comandante, un vincolo al passato irrazionale e da mercenario del guerriero che rappresenta per lui una forza incredibile con cui è più propenso a collaborare che a combattere. Poi, anche Rekla, che ha incontrato di sfuggita nella prima free, questa è il ribaltamento delle concezioni di Rohan: una giovane apparentemente indifesa che poi si rivela essere un mostro ben al di sopra delle capacità del ragazzo, percependone l'aura. Ultimo ma non ultimo, Hyena - che a quanto han detto è morto, ma non lo sa ancora - è - o meglio, era - l'obiettivo principale del personaggio e una sorta di sua nemesi, dopo gli eventi di Collapse e l'apparizione all'arrivo di Raven.
Per chi volesse saperlo, poi, le voci in grigio in quell'ambiente che vagamente richiama broken places... beh, sono state le prime a parlare, in un topic di anni fa, l'arrivo al clan, capitanate dallo spettro di un macellaio turco con un buco nello stomaco, e con questo fanno la loro ultima apparizione. Ultimamente ci sono fin troppe seghe mentali in questi post, devo rimediare. Con questo post si può concludere il Valzer di Rohan, al 10% di energie, prossimo allo stupro a svenire.

Edit: ripetizione. Corretta.

Abilità Utilizzate •
CITAZIONE
Ambizione »» da sempre, l'ambizione è considerata un'entità immateriale, una sorgente interna di potere. Ma come si presenterebbe se qualcuno riuscisse a metarializzarla, estrarla dalle proprie viscere? Un liquido scuro e brillante, una pellicola simile a lava capace di condensarsi all'istante o rimanere più fluida dell'acqua, assumendo qualsiasi forma desiderabile, a volte nera come l'odio o chiara come l'amore, capace di uscire dalla pelle come geyser o stillando piano al pari del veleno. Aguzza, impenetrabile, inscalfibile, saettante: l'ambizione si nutre di vita stessa, e da essa è usata per raggiungere i propri obiettivi, sottoposta alla pura e immediata volontà. «Attiva Offensiva : Variabile - Alto»

Foga »» un movimento rapido, uno spostamento fulmineo, ricolmo d'ardore, anche solo un passo di lato. Foga è un'abilità molto versatile, consiste prevalentemente nel poter eseguire un movimento, balzo o scatto che sia, indipendentemente dalla superficie su cui ci si trovi, imprimendo un'immensa forza grazie ai muscoli delle gambe, che in caso scalceranno l'aria ad una velocità nettamente superiore al limite umano per consentire un'accellerazione verso una zona sicura per evitare l'attacco o avvicinarsi al proprio obiettivo. In più, grazie al principio della lattina mezza piena, per la quale un corpo riempito di un liquido grazie a questo è capace di spostarsi senza stimoli esterni, utilizzando quell'energia interiore che alcuni chiamano Ki, altri Nen, altri Chackra o più banalmente Ambizione, Rohàn sarà in grado di calibrare al massimo l'accellerazione e la frenata dello spostamento, riuscendo così a fermarsi poco prima dell'obiettivo o dopo un misero metro, spostandone ingenti quantità nella parte opposta alla direzione, frenando la foga, riuscendo a schivare qualsiasi tipo di mossa con l'abilità di un contorsionista. Una tecnica la cui potenza è uguale al consumo speso, e che basa la propria efficacia sulla PeRf. «Attiva Difensiva : Variabile - Alto»

Unofficial Notes •
Mi sono davvero divertito, cazzo.
Grazie, Andre - e compagnia cantante della free.

Shagwell è stato il motivo per cui, nell'estate del 2009, mi iscrissi ad Asgra.
Non è un segreto che la prima versione di Rohan (quando ancora non c'era nulla dietro a questo nome, e aveva ancora una maschera d'osso bianco) sia stata ispirata dal guitto... poi col tempo le cose sono cambiate. E cambiano ancora :8):

Ci sono andato pesante, so che non lo farai morire come per Rhagga.
Già è trapassato Hyena, che iniziava a starmi simpatico, se dovesse succedere cosa analoga anche per il giullare, sarò io a dare gli schiaffi.



Edited by Stray - 6/11/2011, 11:56
 
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view post Posted on 6/11/2011, 00:58

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Erano giunti all’ultima canzone di un Valzer di morte.
Mentre i protagonisti si beavano su uno scranno e decidevano delle loro sorti come ubriaconi che giocano a dadi, lì sotto, nel mondo reale, imperversava ancora la guerra nuda e cruda. Il mondo sembrava essersi fermato, come se aspettasse l’ultima carneficina, come se tutti d’improvviso stavano osservando quella disputa.
Le comparse stavano recitando l’ultima parte finale. Tutti gli occhi erano puntati su di loro.
Memento di fama poco prima che il mondo si accartocciasse su sé stesso.
Perché ancora non era il momento dell’uomo che precipitò nel vuoto.
Come qualcuno disse prima di me, c’era tempo per un’ultima canzone.
E come l’orchestra sopra il Titanic, così loro avrebbero cantato fino al collasso di quel mondo.
Quindi musica, che tanto è solo il mondo che sta finendo.
ddddjn
Una dolce nenia risuonava nell’atmosfera.
Cantilena che in passato aveva già udito in una di quelle bettole di ubriaconi nel profondo sud, si ricordava ancora oggi quel bordello in cui era finito quel giorno. Avvenenti donne al bancone mostravano la loro mercanzia, mentre Lord e Ser s’ubriacavano smaltendo i postumi di una guerra che li aveva distrutti nell’animo. Affogavano le loro preoccupazioni nel seno di qualche donna, s’eri fortunato persino di qualche vergine, ragazze che da poco avevano avuto il primo mestruo. Loro, gli uomini, lasciavano il loro seme nel ventre di quelle donne, riempiendo il mondo di bastardi che sarebbero presto stati dimenticati da Dio.
Non c’era posto in quel mondo per bambini come quelli, sarebbero diventati stupratori e ladri gli uomini, o puttane le donne, continuando un ciclo perpetuo senza fine.
Chissà perché si era illuso che in quella locanda avrebbero trovato la loro puttana, infondo mai credette di trovarla per davvero, una meretrice di tale lignaggio non avrebbe disertato per una bettola qualunque. Alla fine si era dovuto accontentare di una puttana qualunque. Si avvicinò a lui mentre era sbragato annoiato sul bancone, a ingerire vino di bassa qualità, gli chiese se avesse il desiderio di giacere con lei quella notte, e lui alla fine aveva acconsentito, così si erano ritrovati nel piano superiore a consumar il loro rapporto. Non era infondo una brutta ragazza, ramati capelli fluenti, occhi verdi come smeraldi, seno sodo e ventre piatto, e labbra da far giungere in Paradiso il più duro degli uomini, non era la puttana del maniero, ma per una notte poteva fargliela dimenticare. E in parte vi era anche riuscita, il suo corno da battaglia aveva risuonato per tutta la notte, e quando infine decisero che la donna aveva ricevuto fin abbastanza seme da garantirgli un bastardo, si accasciarono su quel letto l’uno accanto all’altra, con la mano di lui che gli cingeva la vita e il membro (per nulla sfibrato) che ancora premeva dirompente sulle sue natiche. E fu a quel punto che la sentì. Melodiosa melodia fuoriuscì dalle labbra carnose della ragazza. Per molto tempo gli era rimasto impresso quel motivetto, e ora che se ne era dimenticato, tonante era tornato a rimbombargli nelle membra.

Mentre al suolo giaceva, con le tenebre attorno,
e il sapore del sangue sulla lingua,
i suoi fratelli furono accanto a lui, e per lui pregarono,
così lui rise e sorrise e per loro cantò:
"Fratelli,oh fratelli, i miei giorni sono alla fine,
la mia vita ha preso la lama del dorniano.
Ma questo nulla importa, che tutti gli uomini devono morire,
e gustato io ho la moglie del dorniano!"


Cantava la canzone della moglie del Dorniano.
ddddjn
Aveva la cupola striata proprio alle sue spalle, pensava di essere al sicuro a quella distanza dal giullare, con i campanellini lontani sentiva a malapena il loro tintinnio assordante. La dolce voce del cantastorie, così diversa dal solito, gli perpetuava ancora nella testa, ripetendogli all’infinito quel motivetto. Avrebbe voluto ammazzare il fautore di quella ballata, mai nessuna ragazza riuscì a entrargli tanto dentro la testa (oltre alla principessa) come colei che cantò quella melodia. Avrebbe voluto ammazzarlo, ma in alternativa si sarebbe preso la vita del giullare, colpevole di avergli ricordato il suo unico momento di debolezza.
Tuttavia, non si accorse del pericolo nel quale incombeva, non si accorse di nulla fin quando non sentì la spada che gli tagliò la schiena da parte a parte con un fendente orizzontale. La lama affondava come nel burro senza incontrare nessuna resistenza.
Poi fu soltanto dolore, finì in ginocchio per terra, ansimante come un cane bastonato.
Sangue che zampillava a fiotti immergendo Lux in una pozza cremisi. Ormai ovunque poggiava le mani non trovava nient'altro che una cloache purpurea, mista di sangue e fanghiglia.
pmdead2736copia

In quel tenzone al terminar del crepuscolo, Lux stava salutando il mondo, preparandosi a un viaggio di eterno riposo.



Sentí il freddo invadere la sua pelle.
Sentí la morsa dell'acciaio stringergli il cuore.
Vide la luce bianca in fondo al tunnel.

Ma quando ormai stava finendo, ci fu dapprima un flebile sussulto. Successivamente un urlo disumano squarciò l'atmosfera.
La bestia nel suo cuore si stava ribellando al caldo abbraccio della morte. E tuonava, e si dimenava, scalciava, graffiava, masticava, scavava.
Fin quando non uscì fuori, nell'ultimo canto del cigno.
Perché ogni combattente prima di oltrepassare il viatico del non ritorno sussulta per un'ultima volta.

« Solamente la canzone di una puttana potevi cantare. »

La testa china a osservare il suolo. Con fierezza rialzò il capo osservando il giullare.
Il sorriso di un folle si dipinse su quella maschera esangue.

« Sono stanco di questa farsa da guitti. » Sorrise. « Ci sputo sul vostro grado. »
Con uno scatto imperioso si alzò in piedi.

02copia
« KAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH. »

Nei secondi che seguirono la carica osservò il suo compagno afferrare il braccio che teneva la spada nera. E decise di fare l'opposto, di assecondare quella pazzia e di rendersi partecipe di quello spettacolo recitando la propria parte.
Cercò di afferrare il braccio con il quale reggeva la rossa, per sentirne le vene pulsanti a contatto con i suoi polpastrelli, per sentire la pelle piena di cicatrici.
Cicatrici che per leggenda volevano essere fatte da lui stesso.
Il giullare poco prima parlò di stupri, e lui non volle altro che accontentare quella sua vena sadica.

« Subisci ora questa violenza, campanellino. »

E nella sua mente avrebbe visto la scena di lui che lo sodomizzava, che lo frustava, che lo penetrava, che brutalizzava quel giullare.
Mentre gli bastò solo un fendente a vuoto per generare un'orda di mostri che l'avrebbe per davvero mangiucchiato fino alle ossa.

Queste si percotean non pur con mano,
ma con la testa e col petto e coi piedi,
troncandosi cò denti a brano a brano.





E chissà se si sarebbe ripreso da quell'incubo.



CITAZIONE

Lux


ReC: 325 | AeV: 225 | PeRf: 150 | PeRm: 300 | CaeM: 200


Energia: 33%
Status Fisico: Ferita alla schiena abbastanza profonda. [danno alto]
Status mentale: n/d
Equipaggiamento: Kurikara
Abilità attive:
Il portatore, pagando un costo Alto, potrà scagliare contro l'avversario una qualsiasi sorta di illusione, rievocante un momento appena trascorso del duello, o meno. All'interno della suddetta, il quale svolgimento è a pura discrezione del caster, l'avversario rivivrà un momento atroce, o lo vivrà come se fosse vero al 100%. Per ogni dolore che proverà all'interno dell'illusione inoltre, fisico o dell'animo, all'interno del suo corpo reale si apriranno delle ferite, fino a un totale di un danno "Medio", raggiunto il quale l'illusione si scioglierà da sola. La tecnica provoca quindi sia un danno psicologico Medio che un danno fisico Medio.
Per compiere l'attacco, tuttavia, è necessario un contatto fisico con l'avversario.

Nessuno sa quante siano esattamente le anime prigioniere di Kurikara, la Soggiogatrice. Ma la leggenda vuole che in molti l’abbiano stretta e portata alla cintura, finendo poi per subire il contrappasso ed essere da essa avvolti per sempre.
Basterà un solo fendente nell’aria e un consumo pari a Medio per evocare dalla lama un’orda di anime impazzite, libere solamente per pochi secondi, e dirigerle verso il nemico, le mani tese a strappargli la pelle dal volto, le bocche urlanti di un grido muto. Esse potranno essere dissipate interamente, altrimenti scompariranno dopo aver inflitto all’avversario un danno totale pari a Medio.


Abilità passive:

La bellezza di un Diavolo
Sei la fotocopia di tuo padre.
Questa è la cosa che più gli hanno detto da quando ne ha ricordo. Infatti il giovane Lux risulta essere una fotocopia più giovane del padre, ma oltre a questo lui è molto di più. Lui è un ragazzo di diciotto anni, capelli neri sempre scomposti come quelli di suo padre, e i soliti occhi azzurri come il ghiaccio che solo osservandoli potresti innamorarti di lui. Al contrario del padre però, non apprezza molto quei vestiti che lui definisce "antichi" bensì il suo vestiario comprende un taglio molto più giovanile, una camicia e un paio di jeans, niente di più sportivo e al contempo elegante, e le scarpe, beh quelle si abbinano a seconda del Look. Il fisico lo potremmo definire magro, ma in realtà il suo corpo non è esageratamente mostruoso, ha un altezza leggermente superiore alla media, raggiunge il metro e ottantasei, il suo fisico è ben delineato e slanciato, i muscoli assomigliano più a quelli di una statua greca che ai colossi palestrati.
Come il padre risulta piacere alle ragazze, ma stranamente piace proprio a tutti, non c'è nessuno che incrociando il suo sguardo o sentendone semplicemente il profumo, non venga ammaliato.
Tutti, uomini e donne lo trovano attraente, nessuno escluso.
[Descrizione fisica + Tecnica di ammaliamento passiva.]
Le diversità di un Diavolo Lux è l'incarnazione umana del diavolo, e come tale ci sono cose che lo differenziano da un normale umano, lui non è forte fisicamente, ma è instancabile, raziona le sue energie, non le spreca e non sverra quasi mai.
In termini di gdr ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico,e per tutte le altre tecniche avrà un consumo energetico del 3%, inoltre non ha bisogno di tempo, nemmeno sfiorare l'avversario, gli basta anche solo guardarlo, la sua mente potrà attivare all'istante qualsiasi tecnica illusoria. Lux al 10% non sverrà, ma al 20% proverà comunque fatica e allo 0% morirà.
Inoltre la sua abilità magica non ha eguali, e gli permette di conoscere illusioni che altri comuni mortali normalmente non conoscerebbero. In termini di gdr Lux ha accesso a livello del dominio successivo.
l'abilità illusoria è tale che le tecniche castate saranno di una potenza inaudita. In termini di gioco, ogni sorta di tecnica illusoria o manipolatoria utilizzata, sarà di un livello superiore. Una tecnica a costo alto, varrà per esempio come una tecnica di costo critico. Tecniche di costo critico invece avranno una potenza superiore ad altre tecniche di costo critico, a parità di PeRm.
[Passiva Domino I-II-III, Raziale umana, Anello del potere]
L’abito fa il monaco
Il demonio non si presenta sotto un unico aspetto. Come potrebbe? Egli deve convincere ognuno, deve piacere a tutti. E per questo deve mostrarsi loro nelle vesti che più li rassicurerebbero, che più li convincerebbero ad avere fiducia in lui.
Non c’è quindi da stupirsi se anche suo figlio è quindi in possesso di una tale facoltà. Non lui, ovviamente, perché mai potrebbe eguagliare il padre, bensì i vestiti che furbescamente indossa. Essi, infatti, appaiono ad ogni interlocutore nella forma che sarebbe più utile a rassicurarlo e farlo sentire a proprio agio. Ognuno dei presenti vedrà Lux indossare un indumento differente e nessuno potrà dire di aver visto la reale forma di queste miracolose vesti. [Passiva_ e' una difesa psionica e come tale può essere bypassata]
L’eleganza è essenziale
Queste vesti, che appaiono così ordinarie agli occhi di tutti, sono in realtà state intessute dell’essenza stessa del Portatore di Luce. Ne costituiscono un’emanazione, un pericoloso artiglio teso verso il mondo dei mortali. Sono, come colui che le ha volute, uniche e insostituibili. Per questo motivo non è possibile che la volgare mano dei mortali possa in alcun modo danneggiarle o distruggerle.
Le vesti di Lux saranno indistruttibili per qualsiasi colpo d’arma o d’incanto, che si limiterà a passarvi attraverso senza in alcun modo macchiarle o danneggiarle. I colpi ovviamente, se non opportunamente deviati, andranno però a colpire il corpo del giovane, provocandogli normalmente dei danni. [Passiva]

Punirò il peccatore non il peccato
I vestiti blackstati concepiti per Lux e per lui solo. Il padre, signore degli inferi, ha scelto che solo suo figlio potesse indossarli e sfruttarne il vasto potere. Nessun mortale potrà mai permettersi di appropriarsi di queste vesti. Nemmeno se riuscisse a sottrarle a principe degli inganni, nemmeno se in qualche modo egli se ne privasse. Chiunque diverso da Lux indossi le vesti le sentirà divenire sempre più strette. Se non riuscisse a spogliarle prima ne finirebbe irrimediabilmente stritolato. [Passiva]
And you... I wish I didn't feel for you anymore...
Compassionevole e Kurikara. Essa ama colui che la usa per combattere e desidera salvarlo dall’ultimo, tremendo viaggio. Colui che la stringe forse non sa, o forse non si interessa, a ciò che lo aspetta. Una volta morto la sua anima sarà per sempre risucchiata nella spada e mai libera, mai capace di fluire nell’onda cosmica dell’infinito.
Per questo motivo la spada porta attorno a sé l’aura oscura del demonio pur non essendo né pia né malvagia, ma semplicemente compassionevole. Chiunque la veda proverà immediatamente un senso di angoscia e di oppressione, a cui sarà estraneo solamente colui che la possiede. [Passiva]
Malus:
Il Peccato non ha volto
Le vesti di Lux appaiono agli occhi di chi lo vede come le più adatte a convincerlo. Esse hanno lo straordinario potere di nascondere e ingannare. Ma ad una cosa non possono sfuggire: la realtà che viene dal Padre, lassù, nel Paradiso. Per questo motivo quando l’immagine del giovane si trovasse riflessa in uno specchio o in qualsiasi altra superficie, essa rimanderebbe agli occhi di tutti la visione della verità, supremo bene per gli uomini. Il Peccato, si sa, non è onnipotente. E così essi potrebbero vedere riflesso Lux con indosso stracci grondanti di sangue, di inumano peccato, laceri e consunti, ben diversi da quelli che con i propri occhi gli vedono addosso.
Questo è l’unico modo in cui Dio, dall’alto, cerca di proteggere i propri figli. [Malus]


Note:
Bene, allora prendo in pieno il tuo attacco, dopo varie pippe mentali riparto all'attacco, con violenza cerco di afferrarti il braccio e trasmetterti quell'illsuione, che ricordo grazie alla passiva diventa un critico e successivamente ritorna uno alto con la tua passiva, sinceramente non so nemmeno perché rammento a te le tecniche. :gk?:
Poi meno un fendente a vuoto e un'orda di mostri ti giunge addosso.
Credo non ci sia niente da dire.
Sono onorato di aver partecipato a questa battaglia, come Stray mi trovò a dire le stesse cose, Shagwell è di gran lunga il mio pg preferito e lo sai bene *fangirlmodeYEAH!!!!!!!!* e infondo sono contento di aver potuto avere questa possibilità.



Edited by Lud† - 6/11/2011, 16:49
 
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Andre_03
view post Posted on 13/11/2011, 10:15




Cosa resta, quando una storia finisce?
Cosa rimane nel cuore di chi l'ha vissuta e ha potuto scriverne una parte - seppure la più marginale?
È un sapore amaro tra le labbra; una ruvida sensazione come di polvere sul viso
e la consapevolezza che certe cose non le dimenticherai.
Mai.


« RRRAAAAAAARGGGHH!! »

Rorge franò al suolo imponendovi profondi solchi, in un grido disperato e rabbioso.
La nube polverosa che si levò attorno al suo corpo non gli impedì di vedere la strega, scomparsa, riapparire sotto forma di mostro alato. Troppo in alto perché il suo braccio tozzo potesse raggiungerla. Troppo lontana dalle fauci che ne bramavano il sangue caldo. E allo stridio di lei, il Macellaio rispose con un ruggito d'ira, che suonò come una maledizione a denti stretti.
Gemendo, ondeggiò su se stesso muovendo un passo distratto in avanti.
L'odore della carne morta lo cullava e attirava altrove già un attimo dopo aver perso quell'ambita preda;
e vagò a lungo, negli ultimi rintocchi dell'apocalisse, alla ricerca di altri cadaveri su cui banchettare.
Ma mai avrebbe scordato il volto della strega, né il suo profumo suadente.
Prima o poi, lo sapeva, l'avrebbe ritrovata.

[...]

Apri gli occhi, Giullare. Cosa vedi?
Uno stupro, una violenza.
Com'è viverlo da vittima?
Niente che non abbia già visto.

Gli danzavano attorno scomposti, scombinati.
Il loro agire era tutt'un riflesso delle azioni che lui, e soltanto lui - da buon padrone del palcoscenico - compiva per ravvivare quello spettacolo indecente. L'impegno c'era, sarebbe stato ingiusto negarlo: ai suoi comprimari di fortuna mancava però il talento, la scintilla che li avrebbe un giorno portati alla ribalta come buffoni quale era lui. Shagwell non avrebbe alterato il suo nome d'arte in Shaggedwell, né sarebbe cambiato dopo quella lotta a colpi di spade e ridicoli insulti.
Ma di certo avrebbe ricordato, sì; i volti, i nomi, le parole.
Ammesso che sopravvivessero entrambi.

« ...!! »

Anche la canzone intonata a mezze labbra per rallegrare un pubblico che solamente il Guitto pareva vedere, finì.
Ogni cosa era svanita in un vortice di immagini e dolore e gioia e sudore; ed era con lussuria nel cuore che il Sesto assisteva al proprio violento stupro, mani calde che gli bloccavano gli arti mentre qualcuno abusava di lui e del suo corpo. Gemiti, urla, pugni e calci. Poi fanghiglia su cui venne sbattuto, percosso, violato ancora. Visse quegli istanti lasciandosi trasportare dall'ebrezza di ricordi mai abbastanza vividi nella memoria.
E quando riaprì gli occhi, con le voci dei due Djinn che gli martoriavano il cervello decise che: sì, ne aveva avuto abbastanza.
Si era divertito - e quando un gioco ti diverte lo devi abbandonare prima che diventi noioso, pesante.

shagvalzerultimocopy

« È qui che ti sbagli, stronzo. » gli sussurrò all'orecchio
mentre quella lama gli penetrava sempre più nel fianco: « Le repliche ci saranno eccome. »

Era stata proprio la ferita a svegliarlo dal torpore dell'illusione.
Una sensazione come di calore propagatasi dall'anca fin sulle labbra; e dopo soltanto il freddo dell'acciaio imbrigliato nella carne, macchiato di sangue. Sorrise, il Guitto. Sorrise a quel duo di saltimbanchi improvvisati che probabilmente non avrebbero visto un domani - anche se, alzando lo sguardo oltre la cupola che egli stesso aveva eretto, avrebbe compreso che forse nemmeno a lui sarebbe stata concessa un'altra alba - e nell'attimo in cui il sole nero oscurava i cieli con mille e più delle sue tumorali copie, Shagwell calava il sipario anche su quello scontro.
Con un gesto secco si divincolò arretrando, visibilmente indebolito nonostante l'espressione da gradasso.
Poi bastò un gesto delle mani armate e tutto s'infranse; le cupole fuse assieme si dissolsero in migliaia di frammenti affilati come rasoi. L'aria divenne pesante, tagliata da quelle lame nere e rosse assetate di morte. Rohan letteralmente esplose: dal suo corpo così come dall'esterno fu martoriato dai graffi di Thais Naylah, e crollò in ginocchio. Era una maschera di sangue, il suo viso. Lux e i suoi demoni quasi riuscirono ad abbracciare Shag in un'orgia distorta, ma all'ultimo istante il Giullare dovette soltanto muovere la Rossa in una mezzaluna: ogni mostruosità - eccezion fatta per lui stesso - venne spazzata via come cenere in tempesta; e il demonio della lussuria ormai solo, indifeso, si vide attraversare da una lama cremisi, pulsante di rabbia ed amore. Una voce nella testa gli avrebbe detto tutto, ma proprio tutto. Eppure la lingua non si sarebbe mossa per pronunciare parola alcuna, e Iblis Naylah avrebbe vinto ancora.

Tra le risate malsane di un buffone, tra i sonagli impetuosi che cantavano - era chiaro:
intonavano l'ultimo inno alla morte di quell'epoca in fiamme.


Chiedo scusa per il ritardo immenso, ma non starò qui a dilungarmi inutilmente sulle cause dello stesso.
L'autoconclusività su alcuni PG è stata una licenza da QM che comunque non dovrebbe creare problemi: non ho ucciso nessuno.

Ci tenevo a chiudere in bellezza gli scontri cominciati in questo Inno alla Morte, e mi auguro di esserci riuscito; se la (le) scena(e) free del Valzer hanno funzionato, il merito è stato al 99% di voi utenti che avete semplicemente giocato bene, attivamente, divertendovi e divertendo. Per questo motivo vorrei concludere il Valzer giocato con un grazie, anche da parte mia. Giocare i Guitti in questo modo era una cosa che avrei voluto fare da sempre e me ne avete dato occasione, quindi beh - schiaffi di ringraziamento per tutti.
Spero anche che gli intrecci creati qui possano essere motivo di futuri sviluppi di PG, PnG e specialmente occasione di gioco.

Per ogni ulteriore domanda, riflessione, insulto, cazzata, usate pure Tango all'Alba (finché non sarà chiuso) o qualche thread a caso in Confronto.
Alla prossima! 8D


Edited by Andre_03 - 13/11/2011, 10:57
 
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