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Oltre la Libertà, [Campagna] "I Misteri di Cagliostro", Capitolo Secondo

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Leo`
view post Posted on 29/11/2011, 23:25




L'incedere in quei corridoi bui, con la sola guida di un pirata redento, faceva uno strano effetto a Fangorn.
In quell'oscurità, stretto dalle mura di pietra, si sentiva quasi inutile: non vedeva al buio, non aveva capacità particolari che gli permettessero di avanzare con più facilità e - magari - fare strada ai compagni. Le sue uniche armi erano la saggezza e la forza bruta, la seconda del tutto inutili in un frangente come quello, dove contava il silenzio di ogni respiro.
Guardava gli altri due nella penombra, mentre percorrevano sicuri la via che Axenhoor stava seguendo: entrambi così giovani, ignari della compagnia di un vetusto come lui, e abili nello scivolare lesti in quelle situazioni. Non poterono che baluginare, gli occhi di Fangorn, rimpiangendo la sua foresta, casa e culla, dove avrebbe dovuto passare il resto della sua vita; invece, era stato spedito in una missione eterna, vecchia quanto gli Ent stessi.

Ad un tratto, il gruppo si fermò; oltre uno svincolo del corridoio, davanti alla prima cella, si intravedeva una figura intenta a parlottare: con chi, se con il prigioniero o con un compare, non era possibile saperlo se non uscendo allo scoperto.
Fu con un solo gesto che Axnehoor diede loro l'ordine di uccidere in silenzio e Balthier, il ragazzo armato di armi da fuoco, si fece avanti quatto quatto, scomparendo dalla loro vista in un soffio; l'invisibilità con la quale si era coperto gli avrebbe permesso di ottenere maggiori informazioni, avvicinandosi alla porta della segreta.
Fangorn rimase in attesa con gli altri, sentendo le mani formicolare leggermente: non era a proprio agio, anzi attendeva che sorgesse il sole con tutto il cuore. A quel punto...

Fu il momento: Zell si mosse in avanti, avvertito da un segnale che lo stesso Fagorn sembrò interpretare correttamente; due sassolini lanciati, due guardie da abbattere. Uscirono allo scoperto praticamente all'unisono, camminando veloci verso la cella e stendendo le braccia verso le guardie: vide l'altro lanciare una scarica elettrica verso la prima guardia, fulmini che sfrigolavano attorno al suo arto; l'Ent invece mosse il polso davanti a sé, incanalando l'aria di quei cunicoli in una folata estremamente violenta. Date le dimensioni della cella, il vento si sarebbe abbattuto su entrambe le guardie, rallentandole o scaraventandole indietro contro il muro con un tonfo sordo poiché i suoi compagni, senza timore, avevano agito insieme a lui.

Niente fuga, per i due uomini: sarebbe stata morte o morte.
La missione poteva dirsi seriamente iniziata.


f a n g o r n
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Forma umana: ReC (200) ; AeV (100) ; PeRf (125) ; PeRm (250) ; CaeM (100)
Ent: ReC (200) ; AeV (75) ; PeRf (325) ; PeRm (350) ; CaeM (75)

Stato fisico: Illeso.
Stato psicologico: Illeso.
Energie: 78%
Dominio: Absolute Defense (I-II)

Consumi utilizzati nel turno: 1 x Alto
Equipaggiamento: -
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ABILITA' PASSIVE IN USO

P a s t o r e d e g l i a l b e r i
La presenza degli Ent sul creato è voluta da una qualche divinità: spaventata per la sorte della natura in genere e degli alberi in particolare, Yavanna (così chiamata colei che li generò) volle porre a guardia del verde esseri tali che potessero opporsi alle asce dei boscaioli e alle creature malvagie senza rispetto. Per questo, i Pastori degli alberi possiedono una sorta di apparenza mistica, divina, che incute timore reverenziale in chiunque li osservi. A causa della loro indole placida e disinteressata, tuttavia, questa sorta di abilità si manifesta solamente su creature pari o inferiori a loro; non ha effetto su Ent o altre creature divine.

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ABILITA' ATTIVE IN USO

Blow away _ Il potere di un Pastore degli alberi non agisce solo sulla flora e sulla fauna ma anche sugli elementi. In modo particolare, il vento si pone volentieri al suo servizio, spirando brezza sui virgulti o abbattendosi sugli arbusti dannosi; se richiamata in combattimento, una semplice folata può rivelarsi utile, specialmente se ad Alto potenziale. Un uomo può essere scaraventato lontano con un semplice movimento del polso, come se l'Ent stesse scacciando una mosca fastidiosa, infliggendo danni da urto.

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Note: -
 
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Catrim Axenhoor
view post Posted on 3/12/2011, 16:30




« Ottimo. »
quasi un sussurro nella sua mente, ripetendosi sotto voce la formula utilizzata da quel tipo. Non ora, magari, ma in futuro gli sarebbe potuta tornare utile. Da quando aveva lasciato al caso la sua nave e tutto il suo equipaggio non sorvolava nulla; anche il più misero dei dettagli diventava importante, rilevante sotto qualche ideologico fine. Osservò titubante i suoi compagni di squadra, che sembravano tutto fuorché delle spie. Non che Catrim fosse specializzato in quel genere di missioni, eppure sembrava essere mille volte più adatto di tutti gli altri, rumorosi e inconsapevoli di ciò che facevano. Uno dei tre sembrò avere una buona idea, avvicinandosi e cercando di catturare più informazioni possibili dalle guardie, ignare di chi si stava avvicinando a loro, pronte per metterle fuori gioco. Partirono, uno dopo l'altro, pronti alla battaglia.

« Finiamola in fretta. »
Era sicuramente la parte che più piaceva all'ex pirata: la battaglia.
La sua sciabola destra iniziò a colorarsi di una strana luce bianca. Caricò verso la seconda guardia, attaccata dall'albero, sferrando due colpi al braccio destro di questi. Infine, avrebbe mirato alla gola.
Ciò che dovevano assolutamente impedire, era che si spargesse la voce.


CITAZIONE
Utilizzo spada di luce, incastonata nella sciabola dx per attaccare lo stesso nemico che attacca Leo', prima due fendenti al braccio destro, poi un affondo alla gola.
A voi.

 
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Worldgorger
view post Posted on 4/12/2011, 02:37




Spesso e volentieri, persone prive di fantasia si rifugiano in espressioni confezionate ad arte da terzi incomodi, pronti a levare le castagne dal fuoco a chi non ha particolare dimestichezza con l'originalità. Una di queste infelici locuzioni, espressione di cattivo proprio perché rese eccessivamente banali dall'uso, è il luogo comune per cui l'apparenza inganna. Luogo comune che tuttavia, in talune occasioni, può rivelarsi inopinabilmente fondato.
Come nel caso dei Fantasmi.

Si erano ritrovati -i quattro- contro due guardie armate fino ai denti e dall'aspetto marziale, palesemente inclini a perpetrare ogni sorta di nefandezza. Eppure, proprio perché l'apparenza inganna, erano state incapaci di reagire all'assalto mosso dal quartetto: resi innocui dall'incanto di Balthier, i due uomini rimasero immobili sotto la grandine di colpi che gli piovve addosso, tanto da subirli tutti ed in pieno, riuscendo a pronunciare solo alcune urla striminzite, che tuttavia nel notturno silenzio del Forte Rosso risuonarono possenti come latrati di animali.
Ma Fangorn e Zell, supportati dal buon vecchio Catrim fugarono le ultime resistenze. I corpi caddero a terra, senza vita, le carni straziate. A terra un lago di sangue in cui annegavano scampoli d'osso e materia cerebrale.
Fu proprio il Pirata in piena crisi mistica ad avvicinarsi al prigioniero. Gli bastarono pochi istanti per rendersi conto che per lui non ci sarebbe stato nulla da fare: il polso era debolissimo, quasi non respirava più. Quasi certamente non avrebbe superato la notte, e portarselo dietro in quelle condizioni si sarebbe potuto rivelare fatale per il proseguo della missione.
Per un istante pensò addirittura di poterlo tornare a prendere una volta recuperati gli altri, ma l'idea venne subito accantonata: se anche l'avessero trovato ancora vivo al loro ritorno, non sarebbe mai riuscito ad effettuare la scalata lungo l'altissima parete a sud.

Con il cuore gonfio di pena, si rimise in piedi, facendo cenno al gruppo di uscire rapidamente dalla cella e proseguire.
Non c'era tempo per fare i buoni samaritani, e certamente non aveva intenzione di morirci, in quel buco di culo sperduto fra le montagne.
Sperò solo che nessuno protestasse, che avessero abbastanza buon senso da capire: era una scelta obbligata.
La ragion di stato li aveva condotti lì, l'istinto di sopravvivenza doveva portarli fuori.

Nel silenzio che seguì, il rinnegato li guidò attraverso un corridoio perfettamente uguale al precedente: stesse sparute fiaccole che tristemente illuminavano le pareti, stesso funereo silenzio.
Alla fine, seppure con la tensione che divorava i guizzi muscolari, arrivarono alla lieve svolta che dava accesso alla seconda cella. E stavolta non sembravano esserci guardie di sorta, ma solo un uomo abbrutito dalla prigionia.
Li vide arrivare da dietro le sbarre e si rintuzzò fino in fondo alla cella: evidentemente, lì le guardie andavano solo per portare i pasti e picchiarlo. E di certe alle cinque del mattino nessuno si aspettava un pasto.
Tuttavia, quando il quartetto si fece più vicino, l'uomo strabuzzò gli occhi.
« Voi...voi non siete i soliti. Vi hanno mandato a uccidervi? »
I suoi occhi, di un verde pallido, che aveva perso ogni lucentezza e voglia di vivere, incontrarono quelli di Catrim, che gli rispose:
« Siamo qui per liberarti amico. Come-- »
« --sapevo che non ci avrebbero abbandonati! Però... »
« ...cosa? »

L'uomo, da che era in piedi, quasi esultante, ricadde a terra, reso esausto dai suoi stessi pensieri.
« La cella è incantata. Sembra un incanto molto potente, dovrete riuscire a spezzarlo. »


Note del Quest MasterEccoci qua. Anzitutto, i vostri attacchi combinati hanno fatto praticamente implodere le due guardie -anche se in fondo il tutto si è rivelato inutile: l'uomo è in condizioni tanto pietose che non potete assolutamente portarvelo dietro.

Procedete senza intoppi, attraversando il secondo corridoio, quello più interno alla roccia, fino a raggiungere la seconda prigione. Qui non vi sono guardie, ma una porta estremamente resistente. Si apre ad una parola d'ordine, ma al momento non avete a chi estorcerla. D'altra parte la porta è protetta da un incanto di potenza pari ad Alto, per cui servirà almeno un attacco di potenza complessiva pari ad Alto+Basso per farla cedere. Ma potete sempre proseguire e poi tornare indietro, la scelta è vostra.

Come sempre, per le domande c'è il topic in confronto.
Il limite per postare viene fissato alle ore 23:00 di giorno 7.
 
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Alist3r
view post Posted on 8/12/2011, 12:40






« Oltre La Libertà »
Closed! ... Again


Tutto molto semplice. Forse anche troppo, per i suoi gusti. Forse aveva dimenticato che quelli li non erano altro che un gruppo male assortito di ubriaconi che si spacciava per una ciurma di pirati. Qualcuno di veramente pericoloso probabilmente c'era, ma sicuramente non era di guardia e se ne stava tranquillo tranquillo nelle sue stanze.
Tanto era stato semplice che quasi certamente le due guardie non si resero nemmeno conto di ciò che era successo, abbattute dai colpi silenziosi della piccola "squadra d'assalto".
Si precipitarono di corsa all'interno della cella ma per tutti fu abbastanza chiaro sin da subito quale era la situazione: l'uomo era ridotto in condizioni veramente pessime. Picchiato e malnutrito, a malapena si sentiva il polso.
Alcuni attimi di silenzio vennero interrotti da Caitrim, che si rimise in piedi e fece cenno agli altri di andare. Già era la cosa migliore; le sue condizioni erano veramente troppo troppo gravi. Avrebbero dovuto sorreggerlo per tutto il percorso e se anche ci fossero riusciti come l'avrebbero calata dalle mura? Sarebbero stati troppo lenti.
Non fu una decisione facile ma decise di seguire l'ex pirata in silenzio, senza controbattere. Sarebbe stato inutile.
Camminarono nuovamente per molti, troppi minuti. I luoghi, gli odori e i rumori erano identici a quelli appena visti e sentiti e gli venne il dubbio che fossero tornati indietro, ma doveva ammettere che cominciava quasi a fidarsi di quel Caitrim.
Giunsero finalmente alla seconda cella. Questa volta il prigioniero era in condizioni decisamente migliori, seppur anche lui provato dalla prigionia. Era chiaro non aspettasse di essere salvato:

« Voi...voi non siete i soliti. Vi hanno mandato a uccidervi? »
« Siamo qui per liberarti amico. Come-- »
« --sapevo che non ci avrebbero abbandonati! Però... »
« ...cosa? »
« La cella è incantata. Sembra un incanto molto potente, dovrete riuscire a spezzarlo. »



Ascoltò la piccola conversazione in silenzio. Ci pensò su qualche attimo: forse andando avanti avrebbero trovato qualcuno in grado di aprire quella cella. Così sarebbero potuti tornare indietro, aprire e portarlo in salvo. Ma in realtà non avevano idea di cosa avrebbero trovato sulla loro strada, poteva accadere di tutto. Magari non avrebbero avuto la possibilità di tornare indietro. No, dovevano pensarci in quel momento, non esitare oltre.

« Incantata eh!?!? Beh allora che aspettiamo a buttarla giù? »
nonostante parlò a voce bassa, cercò di essere il più chiaro e risoluto possibile mentre si avvicinava alla serratura.
Sperava che gli altri lo seguissero.
« Sarà facile... se uno di voi mi aiuta! »



Entrò in contatto con la serratura. Il palmo della mano destra la coprì interamente. Qualche istante, un po di concentrazione, le scariche elettriche lo attraversavano nuovamente, scuotendo tutto il braccio.
Ci fu una piccola esplosione che provocò qualche scintilla e un bagliore. Era stato attento a non caricare troppa energia per non produrre troppo rumore.
Aveva fatto il suo... ora toccava agli altri.



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« REC ~ 170 AEV ~ 200 PERF ~ 335 PERM ~ 375 CAEM ~ 225 »
Basso ~ 2% Medio ~ 7% Alto ~ 17% Immenso ~ 37%




« ENERGIA » 93% - 2% = 91%
« STATUS FISICO » Illeso
« STATUS PSICOLOGICO » Concentrato.

~ ABILITA' PASSIVE

IO DOMINO L'ELETTROMAGNETISMO » Permette di maneggiare un'arma (metallica) senza impugnarla
IO DOMINO L'ELETTROSTIMOLAZIONE » Resistenza al dolore
IO DOMINO L'INTELLETTO » Consumi ridotti del 3%
PASSO DI RAME » +100 AeV / -75 ReC
IO DOMINO LA FORZA » +100 PeRF / -75 AeV


~ ABILITA' ATTIVE

IO DOMINO L'IMPATTO » Accumulando energia sul palmo della mano (indifferentemente destra o sinistra) Zell può invocare l'elemento del fulmine e poi rilasciarlo a suo piacimento. Accumulare l'energia non porta via molto tempo, stiamo parlando infatti di poco più di un secondo; inoltre non richiede grossa concentrazione quindi Zell può farlo anche mentre è in movimento. Una volta caricata l'energia (quanta è a discrezione di Zell) il palmo va appoggiato su di una superficie, che può essere il corpo di un avversario o qualsiasi altra cosa, dopodiche l'energia viene rilasciata tutta insieme creando un potente impatto sulla superficie toccata; tanta più energia è concentrata, tanto è più forte l'impatto. Colui che viene colpito avrà la sensazione che si ha quando si viene investiti da qualcosa e se non particolarmente pronto sarà facilmente scaraventato a terra e si sentirà stordito a causa della scossa. Oltre che come tecnica da combattimento, questo colpo può essere utilizzato per frantumare ad esempio dei massi o cose del genere (Variabile Offensiva [Basso]).

• /// »


~ AZIONI E NOTE

Dunque. Come accordato con Charles io sparo il basso e lui dovrebbe sparare l'alto.
Preciso che avrei postato ieri sera, ma continuava a uscirmi fuori il messaggio che il database era in manutenzione.




 
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Leo`
view post Posted on 18/12/2011, 15:51




Il loro assalto era risultato sprecato: le guardie vennero finite senza un sussulto, un grido che venne soffocato dai colpi mortali, ma il prigioniero non poteva muoversi con loro.
Il corpo, il viso, il polso erano quelli di un uomo più morto che vivo, così lo lasciarono lì nella cella, abbandonandolo ai suoi ultimi istanti.
Fangorn e gli altri seguirono Catrim per un altro corridoio, identico a quello precedente. Solo che, stavolta, la cella a cui si trovarono davanti non era custodita: al di là delle sbarre, un uomo spaventato ed emaciato, dopo un momento di terrore di fronte al quartetto, si fece avanti per parlare con loro.
Solo uno scambio di battute, tra lui e Axenhoor, poi cadde al suolo:
uno svenimento da contentezza o per i maltrattamenti subiti? A loro non restava che abbattere la porta della cella per scoprirlo.
Un problema tuttavia si poneva: un incantesimo posto a protezione della gattabuia, che andava reso inoffensivo.
Fangorn guardò Zell farsi avanti e lanciare delle scintille sulla serratura, facendola cigolare leggermente; lui non fece altro che muovere il polso, e un'altra bordata di vento si abbattè sulla porta della cella.
Scardinandola? Così sperava.



f a n g o r n
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Forma umana: ReC (200) ; AeV (100) ; PeRf (125) ; PeRm (250) ; CaeM (100)
Ent: ReC (200) ; AeV (75) ; PeRf (325) ; PeRm (350) ; CaeM (75)

Stato fisico: Illeso.
Stato psicologico: Illeso.
Energie: 56%
Dominio: Absolute Defense (I-II)

Consumi utilizzati nel turno: 1 x Alto
Equipaggiamento: -
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ABILITA' PASSIVE IN USO

P a s t o r e d e g l i a l b e r i
La presenza degli Ent sul creato è voluta da una qualche divinità: spaventata per la sorte della natura in genere e degli alberi in particolare, Yavanna (così chiamata colei che li generò) volle porre a guardia del verde esseri tali che potessero opporsi alle asce dei boscaioli e alle creature malvagie senza rispetto. Per questo, i Pastori degli alberi possiedono una sorta di apparenza mistica, divina, che incute timore reverenziale in chiunque li osservi. A causa della loro indole placida e disinteressata, tuttavia, questa sorta di abilità si manifesta solamente su creature pari o inferiori a loro; non ha effetto su Ent o altre creature divine.

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ABILITA' ATTIVE IN USO

Blow away _ Il potere di un Pastore degli alberi non agisce solo sulla flora e sulla fauna ma anche sugli elementi. In modo particolare, il vento si pone volentieri al suo servizio, spirando brezza sui virgulti o abbattendosi sugli arbusti dannosi; se richiamata in combattimento, una semplice folata può rivelarsi utile, specialmente se ad Alto potenziale. Un uomo può essere scaraventato lontano con un semplice movimento del polso, come se l'Ent stesse scacciando una mosca fastidiosa, infliggendo danni da urto.

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Note: -
 
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Catrim Axenhoor
view post Posted on 19/12/2011, 14:54




« Procediamo. »
Pur avendo perso quasi tutte le qualità necessarie ad essere un pirata, sapeva ancora combattere. Gli anni passati con il suo mentore ad allenarsi, giorno dopo giorno, avevano lasciato in lui un'impronta talmente forte che era riuscita a resistere anche al senso di colpa. Il solo pensarvi lo faceva stare male, gli faceva giudicare la sua vita un'inutile forma di sopravvivenza a quello che era il suo peccato più grande: il tradimento. Le guardie, ormai senza vita, giacevano in terra tappezzate da macchie di sangue ancora caldo; non era piacevole uccidere una persona in questo modo - quattro contro due era disonorevole anche per una persona come lui -, ma sapeva di non avere tempo, non quella volta.
Accanto a loro, l'unica fonte di notizie sembrava non riuscire più a sopportare il peso della vita.
Come avrebbe voluto essere al suo posto, Catrim.

Attraversarono velocemente il corridoio, fino a giungere ad un portone. Nemmeno lui era stato avvisato di una possibilità del genere - un'altra strada sembrava invitarli a percorrerla -. L'ultima volta che aveva aperto una porta del genere, il pirata aveva rischiato di perdere la testa: era la porta della Marina.
Il suo intuito - quello che era rimasto - gli consigliava di continuare sui loro passi, evitando quella porta; il pirata era sicuro non vi sarebbe stato nulla di buono, al suo interno, eppure gli altri tre membri della spedizione già stavano agendo, incuranti dei possibili pericoli.
Sguainò la sua fedele sciabola, pronto a qualsiasi cosa. Non si sarebbe fatto più cogliere impreparato, non più.
Doveva mantenere la testa al suo posto ancora per un po'.

« Tenetevi pronti, necios. »

 
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Worldgorger
view post Posted on 26/12/2011, 16:07




Inizialmente vi fu solo un rumore, un botto sordo che nel pericolante silenzio del Forte risuonò come un vero e proprio bombardamento. L'impatto degli attacchi sulla cella sprigionò contemporaneamente una luce verdastra dalle venature d'argento e una spessa coltre di fumo; le due cose, insieme, impedirono la vista a tutti i presenti. L'uomo all'interno della cella cominciò a gridare in maniera ossessiva, spaventato dalla vampata di fiamme verdastre che si era riversata all'interno della cella, divorando ogni cosa. Le sue urla si estinsero rapidamente appena la fiammata cessò d'esistere, ma il suo silenzio fece temere il peggio ai Fantasmi per qualche istante ancora, prima che il fumo si diradasse.
Quando la coltre fu abbastanza labile da riuscire a vedere l'interno della cella -annerito dalle fiamme- l'uomo era in piedi davanti a loro, incerto se esibire un sorriso di raggiante gratitudine per essere stato liberato o un'espressione preoccupata in vista di ciò che li attendeva. Si grattò poderosamente la nuca, assumendo un aspetto corrucciato.
« Alek Ilievich » si presentò, tastandosi il torace dove le fiammelle verdi avevano bruciacchiato i vestiti lasciando ampie chiazze.

Un istante dopo, il suo sguardo divenne acquoso, improvvisamente sconvolto -e sì che per essere un pirata doveva averne visti di spettacoli orrendi.
Balthier era contro il muro del corridoio, il cranio aperto, rivoli di sangue misto a materia cerebrale gli colavano fra i capelli e lungo il collo. Una larga chiazza di sangue copriva il mattone sul quale aveva sbattuto, sbalzato indietro dalla violenta onda d'urto scatenata dall'incantesimo protettivo spezzato. La torcia collocata poco distante era caduta dal punto d'affissione ed aveva iniziato a bruciare le vesti dell'uomo -che tuttavia sembrava respirare ancora, per quanto debolmente.
Catrim, rapidissimo, spense il principio d'incendio sul corpo di Balthier, ma ormai una lunga bruciatura si allungava sul suo torace, lungo il collo e fino all'occhio destro.
« Non va affatto bene questo » asserì il Redento.

Tutti loro sapevano a cosa si stesse riferendo: un uomo in meno era un duro prezzo da pagare per aver liberato un membro dell'equipaggio del Conqueror. Forse potevano ancora salvarlo, ma come avrebbero fatto a portarselo dietro?


Note del Quest MasterBam, me la son presa comoda visto che avevamo deciso per dei giorni di vacanza. Allora, eccoci qui: avete liberato un membro dell'equipaggio, ma visto l'abbandono di Charles, Balthier ha subito un danno superiore a Critico che andrà aggravandosi. In questo turno non ho particolari indicazioni da darvi: potete interrogare il prigioniero appena liberato, cedergli una delle vostre armi così che possa difendersi da solo, potete anche decidere di tornare indietro per provare a salvare Balthier, o proseguire portandovelo sulle spalle o abbandonarlo. Insomma, a vostra discrezione. Tenete da conto, però, che il rumore per l'esplosione c'è stato.

Come sempre, per le domande c'è il topic in confronto.
Il limite per postare viene fissato alle ore 23:00 di giorno 30.
 
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Leo`
view post Posted on 30/12/2011, 20:54




Il fragore della porta divelta, una vera e propria esplosione, era andato scemando dopo aver assordato tutti i presenti - e tutta la guarnigione del forte, con buone probabilità.
L'uomo che aveva davanti, pensò Fangorn, non sembrava nulla di speciale: avevano fatto tanta fatica per lui?
« Alek Ilievich », si presentò, ma il suo sguardo si riempì d'orrore immediatamente; seguendo la retta dai suoi occhi, Fangorn si voltò appena in tempo per vedere Balthier accasciato a terra, la testa sanguinante e sbocconcellata dove era stato colpito. Un mattone vagante a causa dello scoppio gli aveva aperto il cranio e, come se non fosse bastato, le fiamme gli avevano divorato gran parte della pelle: fortunatamente Catrim aveva spento il fuoco prima che il danno si facesse davvero irreparabile.
Fangorn si avvicinò a Balthier senza indugi e gli posò una mano sul polso, percependone la vita, seppur debole. Non si fece tanti problemi, il ragazzo: non gliene sarebbe importato granché, in altri casi, ma era suo compagno in missione e come tale sarebbe uscito assieme a loro da quel luogo; senza un fiato, se lo porto in spalla, soccombendo leggermente sotto il peso dell'uomo.

« Portaci fuori di qui, Axenhoor. »
Prima ce ne andiamo, meglio è.
E poi, sentiva che non sarebbero stati soli a lungo.
« Lei prenda le armi di Balthier e si renda utile, mrr... Andiamocene. »



f a n g o r n
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Forma umana: ReC (200) ; AeV (100) ; PeRf (125) ; PeRm (250) ; CaeM (100)
Ent: ReC (200) ; AeV (75) ; PeRf (325) ; PeRm (350) ; CaeM (75)

Stato fisico: Illeso.
Stato psicologico: Illeso.
Energie: 56%
Dominio: Absolute Defense (I-II)

Consumi utilizzati nel turno:
Equipaggiamento: -
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ABILITA' PASSIVE IN USO

P a s t o r e d e g l i a l b e r i
La presenza degli Ent sul creato è voluta da una qualche divinità: spaventata per la sorte della natura in genere e degli alberi in particolare, Yavanna (così chiamata colei che li generò) volle porre a guardia del verde esseri tali che potessero opporsi alle asce dei boscaioli e alle creature malvagie senza rispetto. Per questo, i Pastori degli alberi possiedono una sorta di apparenza mistica, divina, che incute timore reverenziale in chiunque li osservi. A causa della loro indole placida e disinteressata, tuttavia, questa sorta di abilità si manifesta solamente su creature pari o inferiori a loro; non ha effetto su Ent o altre creature divine.

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ABILITA' ATTIVE IN USO

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Note: -
 
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Alist3r
view post Posted on 2/1/2012, 16:17






« Oltre La Libertà »
One Less



Le sbarre e la serratura incantata cedettero sotto i loro possenti colpi. Se questo da una parte significava per loro una prima piccola vittoria quella notte, dall'altra significava che, probabilmente, ora buona parte della fortezza era a conoscenza del fatto che qualcosa stava accadendo in quel corridoio.
Avevano dunque poco tempo prima che qualcuno arrivasse li e, osservando, potesse accorgersi che degli intrusi stavano tentando di liberare i loro prigionieri.
Già, i prigionieri. Questo a differenza dell'altro si trovava in condizioni decisamente migliori. Lui guardò loro, loro guardavano lui in attesa di una sola parola. Si presentò come "Alek Ilievich" e la sua espressione era abbastanza indecifrabile come, pensò Zell, doveva esserlo per tutti i prigionieri di guerra portati in salvo: dovevano combattere tra la felicità di essere liberati e il pensiero ancora vivido della prigionia.
Sembrava che Alek fossi li per sorridere quando il suo viso cambiò totalmente espressività: pareva aver visto un fantasma, tanto aveva gli occhi sgranati. Si voltarono tutti nella stessa direzione e tutti osservarono un macabro spettacolo: Balthier aveva sbattuto la testa contro il muro, probabilmente sbalzato via dall'esplosione. Adesso sul suo cranio compariva un profondo spacco dal quale usciva molto sangue, mentre i suoi abiti prendevano fuoco a causa di una torcia caduta. Respirava ancora, debolmente, ma respirava. Tuttavia le sue condizioni sembravano davvero molto critiche.
In tutta fretta Caitrim spense le fiamme e osservava l'uomo a terra esprimendo la sua preoccupazione. Gli si avvicinò Fangorn a passo svelto ma deciso e con altrettanta decisione si caricò sulle spalle il peso di Balthier.
In un certo senso apprezzò quel gesto, ma lui non lo avrebbe mai fatto. Portare un peso del genere li rallentava e li rendeva più vulnerabili; decise di far valere la sua posizione assecondando però anche il punto di vista del suo compagno.

« Porta pure il suo peso se vuoi. Sono sicuro tu abbia valutato ogni conseguenza di questo gesto.
Ma sappi, che appena questo ci procurerà dei guai dovrò costringerti a lasciare indietro il nostro comagno. »



Non lo facevano sentire bene le parole che aveva appena pronunciato, anzi gli pareva di aver appena commesso qualcosa di non puro, non corretto, quasi cattivo. Eppure non voleva che la missione fallisse e soprattutto non voleva rimetterci la pelle.

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« REC ~ 170 AEV ~ 200 PERF ~ 335 PERM ~ 375 CAEM ~ 225 »
Basso ~ 2% Medio ~ 7% Alto ~ 17% Immenso ~ 37%




« ENERGIA » 91%
« STATUS FISICO » Illeso
« STATUS PSICOLOGICO » Concentrato. Deciso.

~ ABILITA' PASSIVE

IO DOMINO L'ELETTROMAGNETISMO » Permette di maneggiare un'arma (metallica) senza impugnarla
IO DOMINO L'ELETTROSTIMOLAZIONE » Resistenza al dolore
IO DOMINO L'INTELLETTO » Consumi ridotti del 3%
PASSO DI RAME » +100 AeV / -75 ReC
IO DOMINO LA FORZA » +100 PeRF / -75 AeV


~ ABILITA' ATTIVE

• /// »

• /// »


~ AZIONI E NOTE





 
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Catrim Axenhoor
view post Posted on 3/1/2012, 10:49




« E' come dice lui. »
Dopo averlo salvato, non avrebbe esitato un attimo a lasciare Balthier in quel luogo, da solo. La missione era difficile e tutti loro lo sapevano; non potevano assolutamente permettersi di aggiungere un peso a quel già enorme carico. Non li avrebbe portati da nessuna parte, essere buoni quel giorno.
« Sta affondando. Lascia che lo faccia qui. »
La parola "affondare" era sempre così difficile da pronunciare, per Catrim, ma non ne conosceva altre per fare delle similitudini e non aveva il tempo di pensarne di nuove.
« .. o affonderai anche tu, con lui. »
Disse a bruciapelo, quasi sembrava non avere un cuore. In realtà, la vita gli aveva insegnato a nasconderlo, reprimerlo con qualsiasi forza perché era la soluzione più piratesca da fare. E così aveva fatto, pur quando non era più un pirata.

« Ci avranno sicuramente sentito. Andare avanti significa affrontare altre prove come questa. Indietro si saranno già accorti di ciò che abbiamo fatto, di sicuro ci staranno cercando e avranno preparato qualche sorpresina.
La scelta mi sembra ovvia, ma vi seguirò. In fondo, da solo non riuscirei a concludere nulla.
»
Era una frase che descriveva la situazione in cui era così tante volte che ci aveva fatto l'abitudine.
A qualche metro dal gruppo iniziò a formarsi del denso fumo che di sicuro avrebbe distratto le guardie che si sarebbero apprestate a raggiungere quella cella.
« Ci darà tempo, forse. Ora andiamo! »

CITAZIONE
Analizzo la situazione, quindi lascio a voi l'ultima scelta: andare avanti o tornare indietro.
Intanto utilizzo la pergamena Fumogeno per distrarre chi verrà a prenderci.

 
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Worldgorger
view post Posted on 12/1/2012, 02:42




LD1fX

La moneta volteggiò in aria per un tempo indefinito, quasi il normale fluire si fosse interrotto per assistere a quelle piroette. Volteggiò, e cadde. Il tintinnare del rame sulla dura pietra infastidì l'uomo dai capelli scuri. Sollevò appena lo sguardo, passandosi fra l'indice ed il pollice della mano destra l'angolo alto della pagina che stava leggendo -pagina di una sorta di diario di bordo, un almanacco di piccole dimensioni.
Sollevò lo sguardo e incastrò i suoi occhi neri sulla moneta vorticante al suolo, finché non la vide adagiarsi sul fianco, mostrando una sola faccia.
« Croce » constatò con voce atona.
L'uomo dagli occhi chiari si mise immediatamente in piedi, sollevando le braccia in un gesto d'esultanza. Non ebbe nemmeno il tempo di aprir bocca, che l'altro lo fulminò con lo sguardo.
« Non ci provare » lo rimbrottò, « o ti assicuro che la croce sarà lì ad aspettarti quando usciremo di qui. »
Per tutta risposta, il suo interlocutore abbassò mestamente le braccia, trattenendo a stento un sorriso. Si chinò davanti alla moneta. La guardò come se non ne avesse mai vista una prima d'ora.
« Non dovresti essere così teso, Principino. »
L'altro non rispose. Aristotele Nemo de Focault si mise in piedi dopo aver ripreso la moneta, iniziando a giocherellarci con fare innocente.
« La moneta ha parlato, in ogni caso. »
« Quella moneta parla troppo, proprio come il suo proprietario. »

Il Cavaliere dell'Ordine di Enoch e Secondo Consigliere del Conte di Cagliostro fece un mezzo inchino, quindi si lasciò cadere a terra, lasciando che le sue spalle scivolassero lungo il muro alle sue spalle.
"Per essere un misero Primo Ufficiale si da perfino troppe arie, il ragazzino" pensò, accarezzando il bordo della moneta.
« Chiacchierona o meno, la mia stella di rame ha decretato che stavolta sarai tu a rispondere ad una mia domanda. »
Avevano iniziano quella sorta di gioco alcuni giorni prima: ognuno, in un momento qualsiasi, poteva lanciare in aria la moneta; se fosse uscito testa sarebbe toccato al Cavaliere rispondere ad una domanda del Principe. Non c'erano altre regole, si poteva porre qualsiasi quesito.
« Avanti, fa' la tua domanda prima che perda la pazienza. »
« Sei l'unico erede del Duca Cardinale » esordì « quale sarebbe la ricompensa se ti mettessi sul trono del tuo anziano zio anzitempo? »
Un tonfo sordo accompagnò quelle parole, il rumore prodotto dal libello che veniva chiuso con forza fra le mani del Principe.
« Poca corda e caduta sorda » recitò, scrutandolo con uno sguardo glaciale.
« E' questa la pena per pirati e traditori, e guarda un po': tu sei entrambe le cose. »
« Sai bene che non lo sono, Principino: ho servito meglio il Duca tuo zio da Cagliostro di quanto abbia fatto tu sulla sua ammiraglia. »

Risentito, l'altro si alzò in piedi. Nemo si disse che -a giudicare dal furore nei suoi occhi- doveva aver toccato un tasto estremamente doloroso. Sorrise bonariamente, a dimostrare che qualsiasi tentativo minatorio non sarebbe stato preso sul serio. Non dove si trovavano, non da parte di un marinaio disarmato e poco più che maggiorenne.
« Io ho sempre dimostrato il mio valore » iniziò il giovane, per venire bruscamente interrotto da un risolino. Il Secondo Consigliere fece un gesto con la mano, come a voler scacciare un insetto fastidioso che gli stesse ronzando intorno.
« Fammi il piacere » lo rimbeccò,
« L'ammiraglio Neorlay era valoroso, e a desso è morto. »
« E lo sarai anche tu, se solo oserai alzare un dito contro mio zio. »

Nemo si alzò nuovamente in piedi, ma mentre stava facendolo un rumore li distrasse. Un boato soffocato, distante, giunse alle loro orecchie, subito seguito dal parlottare sommesso degli uomini oltre la porta. Poi solo il rumore di metallo stridente e passi affrettati. Il Cavaliere sorrise al Principe.
« Pare che si siano finalmente degnati di venirci a prendere » bisbigliò in un sorriso, incontrando lo sguardo preoccupato del suo compagno di cella. Poteva comprendere quella tensione: certo, se a liberarli fossero stati gli uomini dell'Ammiraglio de Rognac tutto si sarebbe risolto per il meglio per il giovane nobile, ma e invece fossero arrivati accoliti del Primo Ordine il gioco avrebbe preso una piega estremamente violenta e imprevedibile.
« Chissà se sono i miei amici o i tuoi » chiese ad alta voce, preparandosi a lanciare nuovamente la sua moneta.
« Scommettiamo? »
_________ ___ ___________________ _ _________________ __ ____________


L'allarme. Qualcuno aveva dato l'allarme.
Non si sapeva chi di preciso: qualcuno, da qualche parte nel Forte Rosso, aveva dato l'allarme.
Sulle mura, ad ogni cinquanta passi, veniva acceso un fuoco; le sentinelle venivano svegliate a suon di calci nei bassifondi, le urla si aprivano la strada lungo tutti i corridoi. Gli accessi alla seconda cinta muraria e al mastio erano sbarrati. Gli arcieri e gli scorpioni sulla sommità della Torre di Vuelta puntavano sulle mura del forte.
Qualcuno quella notte si sarebbe fatto male. Molto male.

Catrim, Fangorn e Zell si ritrovarono a guardarsi l'un l'altro quando le voci giunsero alle loro orecchie. Il fumogeno sparato dal Rinnegato gli avrebbe dato un po' di vantaggio, ma quello che stavano per affrontare non gli avrebbe lasciato parecchie speranze, non con Balthier in quelle condizioni ed un uomo disarmato da proteggere. Dalle loro spalle sentirono arrivare un violento rumore di passi, uomini che correvano lungo i corridoi. Dovevano aver trovato la cella con dentro i due aguzzini ed il prigioniero morto. Non c'era grossa scelta.
Avanzarono per alcuni minuti, trascinandosi in avanti finché il rumore alle loro spalle non si perse nella cacofonia che improvvisamente aveva iniziato a inondare gli angusti budelli di roccia in cui si muovevano. Il debole sorriso di Catrim servì a poco quando in lontananza, verso la fine del tunnel che stavano percorrendo, sopra l'imboccatura che conduceva all'agujero ultimo, la cella nascosta sotto la Torre di Vuelta, notarono una luce.
E alla luce di quelle torce poterono individuare tre guardie.

Erano solo tre, ma si trattava di pirati veri e propri, perfetti tagliagole. Ognuno di loro era armato di una sciabola corta da arrembaggio. Li fissarono per qualche istante, prima che il più grosso dei tre iniziasse a urlare come un ossesso, cercando di farsi udire da qualcuno che chiaramente non c'era.
A quanto gli aveva detto Caitrim mancavano all'appello dei prigionieri ancora un membro dell'equipaggio più il giovane Primo Ufficiale del Conqueror. Per accedere alla più profonda tra le segrete del Forte Rosso dovevano sgominare quelle guardie e calarsi in quella cella, un posto che nemmeno il Rinnegato aveva mai avuto lo stomaco di visitare.

Eppure dovevano farcela.
In fondo, loro erano Fantasmi.


Note del Quest MasterGiovani, ci siamo. Adesso potete seriamente divertirvi. Avete di fronte a voi tre guardie poste all'imboccatura del cunicolo che scende fino alla più profonda delle segrete del forte; dovrete affrontarle in uno scontro autoconclusivo di un solo post. Considerate le guardie come tre mostri Energia Gialla di Pericolosità D. Unica peculiarità: tutte e le guardie hanno una passiva di influenza mentale che li fa sembrare terribilmente minacciosi -e che potrebbe portarvi ad avere qualche difficoltà.
Siate sportivi, o sarà il vostro personaggio a subirne le conseguenze.

Vi ricordo che come obiettivo, sia l'uomo che avete precedentemente liberato sia Caitrim devono sopravvivere a questo scontro, quindi starà a voi fare in modo che ne escano illesi -o quasi.

Il limite per postare è segnato per le ore 23:00 di giorno 16.
Per tutto il resto c'è il topic in confronto.
 
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Leo`
view post Posted on 15/1/2012, 17:23




Procedettero spediti, i Fantasmi, o quantomeno quanto più velocemente potevano con il peso di Balthier a gravare sulle spalle di Fangorn. Non che l'Ent sembrasse risentirne in un alcun modo visibile, anche se la fatica che provava nella sua forma umana cominciava ad avere qualche effetto sulle giunture.

L'intera fortezza si era risvegliata dal suo sonno, i rumori di persone in corsa e armi spostate - baliste o che altro che si muovevano sulle mura; grida e ordini impartiti che si mescolavano in un suono indistinto e assordante, che almeno poteva servire a coprire i loro passi. Li avevano comunque già scoperti e si trovavano dietro di loro, almeno all'altezza della prima cella visitata: le voci di uomini, chiare e distinte prima della cacofonia, gli erano alle calcagna.
Mhr, o facciamo la fine del topo,
o prendiamo i rimanenti e ce ne andiamo...

Fangorn sentì un colpo di pistola da qualche parte sopra di loro.
o eventualmente ci uccidono prima della fine, mhrm.

In fondo al corridoio percorso in quei corti, lunghissimi attimi, una luce di torcia.
E sotto quella luce, illuminati come diavoli di fronte all'imboccatura dell'inferno, si stagliavano tre pirati: di quelli che si immaginano nei migliori libri di avventura, armati con una sciabola corta ciascuno, brutti e cattivi come pochi esemplari di uomini sanno essere.
Al solo guardarli incutevano timore, grossi e pericolosi, non come quelle due guardie che avevano avuto la sfortuna di trovarsi davanti ai Fantasmi del forte.
Il più grosso di loro emise un grido strozzato, urla di aiuto animalesche che uscivano distorte da quella bocca sgraziata, priva di denti qua e là ma certamente assetata... di sangue.
Il nostro, pensò Fangorn mentre poggiava a terra un Balthier esangue, eppure ancora vivo.
L'Ent cercò di guardarli negli occhi per spaventarli, come era solito fare con gli esemplari più infimi che si trovava ad affrontare nei suoi lunghi spostamenti, ma vi era qualcosa di preoccupante nel fatto che non riuscisse ad alzare lo sguardo dai loro stivali lerci, al massimo arrivando all'altezza della cintola.
Più su non riusciva ad andare e sbuffava contro la sua inconsueta incapacità.

Fu il più grosso dei tre a muoversi, e gli altri due lo seguirono a ruota.
Caricò Fangorn con tutta la sua forza, menando un fendente diretto alla testa: decapitare al primo colpo l'Ent sembrava rientrare nelle sue priorità, dato che pure lo guardava con timore ma non aveva esitato al primo segno di debolezza.
Il braccio di Fangorn si frammise tra la spada e il capo, e la lama affondò fino all'osso, bloccandosi per poi sgusciarne fuori con un guizzo di fluido. L'Ent digrignò i denti e finalmente alzò gli occhi per vedere bene il pirata corpulento: aveva una faccia martoriata dai colpi ricevuti in battaglia, cicatrici un po' ovunque e - effettivamente - gli mancavano due incisivi; uno sguardo bovino che non aveva alcun significato nella vita, se non scorribande e stupri e denaro.

La spada ritratta dal braccio di Fangorn tornò presto a mulinargli contro, lasciando un altro lungo taglio all'altezza dello stomaco, non profondo ma sanguinante e fastidioso. Un altro pirata, che sembrava l'esatta antitesi di questo - magro, belloccio, e dallo sguardo assassino; a questo i denti mancavano tutti: probabilmente avevano voluto "divertirsi" con lui, poi aveva morso e per questo...
Il pensiero di Fangorn venne bloccato da un dolore lancinante alla spalla destra, dove la sciabola del Bello aveva lasciato un taglio bloccatosi sulla clavicola.
Due erano tanti, troppi.
Charles doveva essere impegnato con il terzo... ma non gli sarebbe dispiaciuto accollarsene un altro. Poi c'erano Catrim e il prigioniero - Balthier sarebbe stato utile, sfortuna della sorte: il primo si sarebbe reso utile, il secondo e Balthier andavano protetti.
E alle sue spalle ora c'erano il prigioniero e Balthier.
Il Grosso e il Bello gli si avventarono contro di nuovo ma sicuramente non si aspettavano di vedere le loro spade incastrarsi in uno spesso strato di corteccia: si guardarono inebetiti, mentre Fangorn diede un calcio all'inguine del Grosso che diede un guaito mentre si accasciava leggermente, lasciando la sciabola per proteggersi le parti intime. Il Bello non fece in tempo a togliere la lama dalla corazza che aveva ricoperto Fangorn e si vide davanti al viso il palmo aperto dell'Ent: un'attimo dopo veniva scaraventato in volo da una folata di vento, lanciato a tutta velocità verso Charles e il suo avversario. La sciabola si tolse con un sonoro crack dalla corteccia, ancora salda nella mano del Bello.

Un colpo alla testa lo fece cadere a terra boccheggiante, schiaffando la guancia sinistra al suolo di pietra.
Sopra Fangorn si ergeva di nuovo il Grosso, gli occhi infuriati e una mano ancora a stingere i suoi beni più preziosi. Diede un calcio all'Ente nello stesso punto dove era stato colpito e ghignò di piacere vedendo Fangorn accartocciarsi in preda al male.
Prese in mano la sciabola, staccatasi dal fianco di corteccia, e si avvicinò a Balthier e all'uomo liberato: il primo non lo degnò manco di un'occhiata, ma al secondo scoccò qualcosa di molto eloquente. Il prigioniero squittì e cercò di ribellarsi, mentre il Grosso lo appendeva al muro e caricava indietro il braccio per perforargli il cranio da parte a parte, forse per appenderlo seduta stante contro la parete di pietra: come si appende un quadro, solo con una spada al posto del chiodo.
Affondò il colpo ma non perforò nulla: la spada si infilzò su un piccolo scudo di legno, proprio a qualche millimetro dalla testa del prigioniero; di fianco a lui, Fangorn era in piedi e guardava il pirata come ad un qualcosa di disgustoso.
Gli indicò le sue parti basse, dove si vedeva uno strato di corteccia, là dove il Grosso aveva creduto di colpirlo così dolorosamente; poi gli poggiò sulla tempia una delle pistole di Balthier, che il pirata aveva così bellamente ignorato.
Il colpo sfondò il suo cranio come un melone maturo e il corpo cadde a terra esanime.

Fangorn lasciò cadere la pistola in grembo a Balthier e si accasciò contro il muro, stremato.
Se gli altri se la fossero cavata, lo avrebbero trovato lì, tra il prigioniero salvato e il compagno ferito, in riposo.
Altrimenti, beh,
si sarebbero incontrati di nuovo nell'aldilà.



f a n g o r n
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Forma umana: ReC (200) ; AeV (100) ; PeRf (125) ; PeRm (250) ; CaeM (100)
Ent: ReC (200) ; AeV (75) ; PeRf (325) ; PeRm (350) ; CaeM (75)

Stato fisico: Taglio all'addome, taglio alla spalla destra, taglio profondo al braccio sinistro, contusione al capo; dolorante e stanco.
Stato psicologico: Illeso.
Energie: 56% – 22% – (6+6+6)% = 16%
Dominio: Absolute Defense (I-II)

Equipaggiamento: -
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ABILITA' PASSIVE IN USO

P a s t o r e d e g l i a l b e r i
La presenza degli Ent sul creato è voluta da una qualche divinità: spaventata per la sorte della natura in genere e degli alberi in particolare, Yavanna (così chiamata colei che li generò) volle porre a guardia del verde esseri tali che potessero opporsi alle asce dei boscaioli e alle creature malvagie senza rispetto. Per questo, i Pastori degli alberi possiedono una sorta di apparenza mistica, divina, che incute timore reverenziale in chiunque li osservi. A causa della loro indole placida e disinteressata, tuttavia, questa sorta di abilità si manifesta solamente su creature pari o inferiori a loro; non ha effetto su Ent o altre creature divine.

C o r t e c c i a
Umano o no, Fangorn è difficile da scalfire sia nella mente che nel corpo. E' lento, più lento di molte alte creature, ma possiede una difesa adatta ad ogni situazione: la sua corteccia, la pelle bruna che lo avvolge. In forma di Ent, è normale che i colpi ricevuti vadano a schiantarsi contro la sua protezione naturale, resa più resistente ogniqualvolta necessario; ma persino in forma umana, con un semplice consumo, la corteccia più apparire dal nulla al di là della pelle chiara. Istantaneamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Qualsiasi colpo portato sarà adeguatamente respinto, poiché la potenza della corteccia risulterà sempre di un livello superiore rispetto al consumo spesso per richiamarla (in forma umana) o ispessirla (in forma di Ent).

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ABILITA' ATTIVE IN USO

Shields of bark _ Semplicemente volendolo, Fangorn è in grado di richiamare scudi di potenziale Basso e Medio d'innanzi a se, formati da corteccia talmente resistente da non essere scalfita. Le dimensioni degli stessi possono variare: dalla forma di un vassoio a quella di un muro o di una cupola d'innanzi all'Ente.

Blow away _ Il potere di un Pastore degli alberi non agisce solo sulla flora e sulla fauna ma anche sugli elementi. In modo particolare, il vento si pone volentieri al suo servizio, spirando brezza sui virgulti o abbattendosi sugli arbusti dannosi; se richiamata in combattimento, una semplice folata può rivelarsi utile, specialmente se ad Alto potenziale. Un uomo può essere scaraventato lontano con un semplice movimento del polso, come se l'Ent stesse scacciando una mosca fastidiosa, infliggendo danni da urto.

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Note: - Dannatamente lungo e probabilmente sconclusionato, però mi sono divertito. L'energia è quella che è: finora sparare delle folate d'aria non è stato decisamente all'insegna del risparmio; ho voluto un po' strafare ma, d'altronde, poi Alist3r se ne trova due da ammazzare e non potevo lasciarglieli entrambi in forze. Poi, meno rischi per Catrim, che dobbiamo proteggere per il proseguimento della quest.
Bon, a vous!

P.s.: La corteccia a protezione delle palle è stata una chicca che non ho saputo risparmiarmi :asd:
 
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Alist3r
view post Posted on 17/1/2012, 18:01






« Oltre La Libertà »
Fight



Non impiegarono poi troppo tempo a raggiungere finalmente all'imboccatura che portava alla parte più nascosta e di certo più protetta della fortezza. Appena pochi minuti, giusto il tempo per sentire che alla fine li stavano proprio cercando. Ma loro era proprio li che volevano arrivare, perché era sicuramente li che si trovava l'uomo che dovevano assolutamente portare in salvo, scopo della loro missione.
Non ebbero però istanti di risposo o di gioia, o semplicemente un attimo per sorridere.
No.
No, perché qualcuno aveva svegliato tutta la fortezza e ora tutta la fortezza era sulle loro tracce, forse solamente rallentato da quel singolo fumogeno lanciato da Caitrim. Ogni singolo pirata, esclusi gli ubriaconi stramazzati a terra, li stavano cercando pronti a sgozzarli non appena gli sarebbero arrivati a portata di spada. Per altro, proprio in quel momento, si ergevano davanti a loro tre di quei pirati che, da come li guardavano, non sembravano per niente avere voglia di giocare o scherzare; anzi, avevano l'aria piuttosto minacciosa, molto più minacciosa di tutti gli altri pirati con cui si erano incontrati/scontrati fino a quel momento. Non servivano ordini, non servivano parole. Zell era sicuro che nella mente di tutti i suoi compagni era passata in quel momento la stessa cosa: farli fuori.
Non avevano, per altro, nemmeno molto tempo. Dovevano essere veloci, dal momento che già si udivano in lontananza le grida e l'incedere di chissà quanti manigoldi; inoltre, come se non fosse abbastanza, dovevano proteggere Balthier, il prigioniero e Caitrim. Caitrim perché era la loro guida e senza di lui non avrebbero potuto fare due passi senza perdersi, il prigioniero perché erano li per quel motivo e Balthier perché era semplicemente un loro compagno.
Il primo a farsi avanti fu Fangorn, o meglio, il primo ad essere attaccato fu Fangorn. Infatti sembrava che il primo obiettivo di quei tre era ucciderlo. Gli si scagliarono tutti contro e riuscirono persino a portare a segno qualche colpo. Ma il suo compagno fu abbastanza abile da non farsi uccidere, ucciderne uno, ferire gli altri due e proteggere gli altri.

... non male ...



Ma lui non sarebbe stato da meno, di certo. Non sarebbe stato a guardare mentre un suo compagno si prendeva tutte le botte e tutti gli onori e la gloria. Non appena lo vide in difficoltà, proprio mentre usava le ultime forze per usare una delle pistole di Balthier uccidendo uno dei tre bestioni, lui si scagliò sugli altri due. Li avrebbe uccisi, o si, nessuna pietà. Solo sangue.
Poteva già sentire le scariche di adrenalina e ad ogni passo il cuore che accelerava, mentre violente scariche elettriche lo facevano tremare e rabbrividire ma allo stesso tempo lo esaltavano. Scariche che aumentavano, e aumentavano, sempre più forti finché non esplosero in un mix di luce e fragore permeando all'interno di Sulfureas che magicamente prese a brillare e poi a cambiare forma finché, come munita di vita propria, non si fuse al suo braccio che ora più che un arto era una vera e propria arma letale di color rame che brillava e rilasciava elettricità.
Non era più lo stesso Zell di un attimo prima. Era molto più forte, più potente e chiunque lo avrebbe visto, o perlomeno chi ci fosse riuscito, se ne sarebbe accorto.
Caricò il primo dei due con furia tale da far tremare le pareti. Un fendente dall'alto verso il basso, forte, preciso; l'altro fu lesto a spostarsi, ma non abbastanza da evitare totalmente il colpo che tuttavia andò a segno solo di striscio. Fu facile capire che quelli erano pirati ben addestrati, in quanto quello, non appena Zell abbassò la guardia, portò immediatamente un colpo di spada all'addome, penetrando di qualche centimetro sul fianco destro da dove iniziò a fuoriuscire sangue in grande quantità, e subito dopo uno dritto al suo braccio sinistro colpendolo anche li.
Ma l'eccitazione per la battaglia portò Zell a ignorare il colpo subito ma anzi lo spronò a continuare ad attaccare con sempre più foga.
Con la coda dell'occhio vide il secondo pirata ancora vivo che si spostava da destra proprio dietro il suo attuale avversario. Gli venne un'idea.
Caricò all'indietro Sulfureas fusa al suo braccio destro e con uno slancio impetuoso lasciò partire un fendente devastante da destra verso sinistra che tranciò letteralmente in due il primo pirata senza lasciargli alcuno scampo. la potenza dei suoi attacchi era tale che ad ogni colpo onde d'urto venivano rilasciate e fu proprio una di quelle che colpì il secondo pirata totalmente colto alla sprovvista.
Poi gli si lanciò contro, roteando la spada Aranrùt estratta nel frattempo dal fodero. Mossa che gli si rivelò incredibilmente utile in quanto dovette usarla per difendersi da un'inaspettato scatto in avanti del nemico che a quanto pareva era più resistente di quanto ci si poteva aspettare. Dovette consumare altre energie, ma con un rapido colpo di polso creò davanti a se uno scudo d'aria, che somigliava di più a un ventaglio, ma fu abbastanza forte da deviare totalmente la stoccata permettendogli di non subire ulteriori ferite.
Scambiarono alcuni colpi: fendenti, parate, stoccate, movimenti rapidi di gambe. In fondo si divertiva, ma non aveva tempo.
Fintò un assalto sulla destra ma con slancio, mentre la lama dell'avversario lo feriva sul quadricipite sinistro facendolo vacillare solo un istante, gli si portò sulla sinistra dove con forza e decisione penetrò la carne del suo fianco destro. Un ghigno si dipinse sul suo viso.
Con uno strattone obbligò l'avversario ad avvicinarsi. Ora erano faccia a faccia e poteva vedere la paura nei suoi occhi, la consapevolezza di avere perso e quindi la consapevolezza che quelli erano i suoi ultimi istanti di vita.
Mentre estraeva Sulfureas dal fianco, con l'altra mano toccava il petto del pirata.

« Addio »
...
...
BOOOOM



Proprio come era successo per la cella anche il suo avversario dovette cedere alla forza di tale colpo. Un colpo devastante, uno dei suoi preferiti.
Li aveva uccisi. Ci era riuscito e sperava che tutti gli altri fossero salvi.
Passarono pochi istanti e Sulfureas tornò alla sua forma originale, e con lei tornò anche normale il suo temperamento.
Era stanco, ma avevano ancora una cosa fare.



png

« REC ~ 170 AEV ~ 200 PERF ~ 335 PERM ~ 375 CAEM ~ 225 »
Basso ~ 2% Medio ~ 7% Alto ~ 17% Immenso ~ 37%




« ENERGIA » 91% - 37% - 7% - 2% = 45%
« STATUS FISICO » Ferita all'addome, ferita al quadricipite destro e al braccio sinistro.
« STATUS PSICOLOGICO » Eccitato.

~ ABILITA' PASSIVE

IO DOMINO L'ELETTROMAGNETISMO » Permette di maneggiare un'arma (metallica) senza impugnarla
IO DOMINO L'ELETTROSTIMOLAZIONE » Resistenza al dolore
IO DOMINO L'INTELLETTO » Consumi ridotti del 3%
PASSO DI RAME » +100 AeV / -75 ReC
IO DOMINO LA FORZA » +100 PeRF / -75 AeV


~ ABILITA' ATTIVE

CATARSI DI RAME » Per punire il nemico, bisogna far conoscere a questi i veri valori di un guerriero, farglieli assporare sulla propria pelle ed imboccarlo col suo stesso sangue. Dimostrargli che quei valori sono in grado di distruggere i castelli di oscurità su cui è fondato il credo del rivale, colpo dopo colpo, cicatrice dopo cicatrice. Semplicemente volendolo, Zell sarà in grado di lasciare che Sulfureas, permeata del potere di Hodir, si avvinghi per tutta la lunghezza del braccio in una letale simbiosi sfolgorante. L'arto diverrà una letale appendice affilata, composta da rame e altri metalli purissimi, una protesi di fattura finissima ed eccelsa dalla quale partiranno potentissimi fulmini e lampi dorati. Quando ciò avverrà, la spada attingerà dalla riserva del portatore un ammontare di energia pari a Critico. In cambio di ciò, Sulfureas sprigionerà un potere così devastante da distruggere e solcare la terra ad ogni passo, emanerà fulmini così intensi da bruciare l'aria stessa. In questa modalità, il glorioso guerriero potrà vantare di un potere d'attacco e velocità sovrumana, tanto da sfuggire alla vista e alla concezione umana. Scatti impercettibili, quasi come apparenti teletrasporti, costituiranno la base essenziale di ogni futura offensiva di Zell. In sintesi: per due turni, compreso quello di attivazione, la somma di ogni attacco fisico - che sia uno soltanto o cento - portato con Sulfureas sarà considerabile al pari di una tecnica di livello Alto e contrastabile come tale. Nulla rimarrà del nemico, se non un cumulo di fumanti ceneri dalle quali nascerà il fiore dell'eterna gloria. La tecnica ha natura Magica.

IO DOMINO L'IMPATTO » Accumulando energia sul palmo della mano (indifferentemente destra o sinistra) Zell può invocare l'elemento del fulmine e poi rilasciarlo a suo piacimento. Accumulare l'energia non porta via molto tempo, stiamo parlando infatti di poco più di un secondo; inoltre non richiede grossa concentrazione quindi Zell può farlo anche mentre è in movimento. Una volta caricata l'energia (quanta è a discrezione di Zell) il palmo va appoggiato su di una superficie, che può essere il corpo di un avversario o qualsiasi altra cosa, dopodiche l'energia viene rilasciata tutta insieme creando un potente impatto sulla superficie toccata; tanta più energia è concentrata, tanto è più forte l'impatto. Colui che viene colpito avrà la sensazione che si ha quando si viene investiti da qualcosa e se non particolarmente pronto sarà facilmente scaraventato a terra e si sentirà stordito a causa della scossa. Oltre che come tecnica da combattimento, questo colpo può essere utilizzato per frantumare ad esempio dei massi o cose del genere (Variabile Basso).

IO DOMINO I MOVIMENTI » In quanto padrone di grande destrezza e tecnica in combattimento, Zell, volteggiando rapidamente la propria arma innanzi a se, potrà creare una singola protezione a ventaglio, uno scudo d’aria istantaneo e rapido, da sfruttare come utile difesa. Tale protezione sarà generata, in termini sostanziali, dallo spostamento d’aria conseguente al veloce movimento dell’arma e, per questo, è basata sulla CaeM del guerriero, necessaria per un’adeguata padronanza della tecnica. La parata potrà interessare solo attacchi provenienti da una sola e singola direzione, non ad area, e avrà affetto solo nell’istante in cui questi arrivino a poca distanza dal guerriero. Risulterà utile, però, a tutti i duellanti per deviare singoli colpi, dardi, proiettili o, comunque, bloccare il sopraggiungere di attacchi avversari mirati e tecniche non troppo complesse, anche nell’ipotesi in cui non possiedano una PeRm sufficiente per contrastarli. Questa tecnica necessità un dispendio di energie pari a Medio.


~ AZIONI E NOTE





 
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Blasphemer
view post Posted on 16/2/2012, 16:34




Inizialmente non si sentì null'altro che una folata di vento, uno spiffero che contorcendosi sembrava attraversare tutti i corridoi del forte, avvicinandosi concentricamente al corpo centrale, il vero e proprio mastio.
A quel punto, quello che tutti udirono intorno a loro fu un semplice sospiro. Stanco, afflitto, depauperato di ogni possibile sogno o speranza. Carico di dolore come solo gli sconfitti sanno essere.
Un sospiro che allo stesso tempo era colmo di pazienza -ma non la pazienza futile di chi si siede in riva al fiume aspettando che passi il cadavere del nemico. No, si trattava piuttosto di quella coraggiosa pazienza, determinazione nel cercare l'autodistruzione, nello spingersi fino al limite del baratro per poi buttarcisi dentro con il sorriso sulle labbra.
Era la pazienza di chi è disperato e non ha più nulla da aspettarsi e allora si accorge di avere davanti tutto il tempo del mondo.
Fatti salvi i Fantasmi, tutti i presenti all'interno del Forte Rosso sapevano quale fosse il significato di quel gemito -e cominciarono ad aver paura.
A cominciare da Catrim, che indietreggiò, finendo col cercare di nascondersi dietro il corpo dell'uomo che avevano liberato pochi istanti prima.

Il vento tornò, ma stavolta in senso contrario: spirava dal centro della fortezza verso l'esterno, quasi volesse ricacciare indietro gli invasori.
Esattamente a venti metri di distanza da dove si trovavano gli infiltrati, appena visibile nella penombra, si ergeva il portone che permetteva l'accesso alle più tetre e profonde galere di quel posto infernale, alloggiate sotto la Torre di Vuelta.
Ci fu un vago brillio argentato, che poteva essere solo intravisto. Poi l'esplosione che scardinò il portone si trascinò via tutte le immagini nella sua esecrabile lucentezza divorata dalla malvagità che aveva all'interno. Ogni cosa in quelle mura si ridipinse di rosso sangue -anzi, sembrava proprio di vederlo e sentirlo colare, il sangue, sulla nuda pietra dei corridoi.
Catrim, il moribondo Charles, Fangorn, Alek: tutti spazzati via, come se non fossero mai esistiti. Quando Zell fu nuovamente in grado di guardarsi intorno, nessuno di loro era più al suo fianco. Era solo. O quasi.

Oltre il portone ridotto ad un rudere pericolante, ormai quasi del tutto divelto, avanzava un uomo dai capelli che un tempo dovevano essere stati rossi, ma che ormai lasciavano il posto ad un rosa pallido, totalmente stinto. Il cappellaccio piumato gli nascondeva buona parte del viso, lasciando scoperte solo due labbra sottili e taglienti.
Indossava un abito rosso cupo, in più punti lordato di grasso e sangue, ma che a suo modo riusciva a suonare elegante -e perfettamente intonato all'ambientazione.
Il rumore prodotto dai tacchi dei suoi stivali sul suolo malamente pavimentato riecheggiava ad ogni passo come altrettanti rintocchi di un invisibile pendolo che richiamava il giorno del giudizio.
Si fermò a dieci passi esatti da dove si trovava Zell.

wsnZs
« Cosa abbiamo qui? » mormorò fra sé, rivelando una voce che sembrava potesse essere amabile,
quando non veniva usata per minacciare -il che accadeva di frequente.
« Un intruso. Cosa facciamo noi con gli intrusi, mio Re? »

Una voce si dipinse dal nulla, insieme a strali di argento vivo e note di sterminio -eppure incredibilmente tristi.
« Li uccidiamo, Andreas. »
« Molto vero. Nel caso specifico però, credo che potrebbe esserci più utile da vivo. »
Si sentì una nuova nota, una nota che non poteva esistere, che non c'era mai stata prima e non ci sarebbe stata nemmeno dopo.
« Va bene, ma ricorda di onorare il Codice. »
Gli strali argentati svanirono, e con loro anche l'ultima eco di quel suono meraviglioso e inquietante.
Un vago sorriso si stagliò sulle labbra del Flagello del Sud.
« Il mio nome è Andreas Adrieszoon. »

Fece qualche passo in avanti, togliendosi elegantemente il copricapo ornato da piume variopinte,
rivelando due occhi rossi al punto da sembrare rubino liquido.
« E tu saresti...? »

 
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Alist3r
view post Posted on 13/3/2012, 16:45






« Oltre La Libertà »



Stava per accadere qualcosa di molto strano in quella fortezza.
Lo sentiva.
Lo sentiva sulla pelle, lo sentiva nelle ossa.
Gli sembrava di poterlo persino sentire dalle mura, quasi glielo sussurrassero all'orecchio.
Pure i cadaveri, delle guardie appena uccise, a terra sembravano parlarne.
Qualcosa stava per accadere. Cosa? Non lo sapeva.
Strane folate di vento e strani rumori pervadevano i corridoi dall'interno delle mura. Caitrim sembrava il più spaventato di tutti. Indietreggiava, cercando di fuggire da non si sapeva cosa, ma andava nella direzione sbagliata, perché il portone che portava alle segrete era dalla parte opposta alla sua direzione.

BOOOOOOOOOOM



Si coprì immediatamente occhi e orecchie.
Il portone era esploso.
Passò qualche secondo prima di riuscire ad aprire gli occhi e vedere nitidamente.
Non c'era più nessuno.
Era lui, da solo e le mura. Mura che sembravano essersi colorate di rosso sangue.

Il rumore di tacchi sulla pietra lo avvertì che qualcuno stava arrivando e stava uscendo direttamente dal portone appena scardinato.
Era un uomo che portava un cappello piumato, un abito rosso e dei capelli stranamente rosa. L'abito sembrava logoro e sporco ma era in tinta perfetta con le mura.
Si fermò a 10 passi da Zell.

« Cosa abbiamo qui? Un intruso. Cosa facciamo noi con gli intrusi, mio Re? »
« Li uccidiamo, Andreas. »
Questa seconda voce giungeva dal nulla.
« Molto vero. Nel caso specifico però, credo che potrebbe esserci più utile da vivo. »
« Va bene, ma ricorda di onorare il Codice. »
Quale codice? E perché gli sarebbe stato utile?
« Il mio nome è Andreas Adrieszoon. »
Fece un paio di passi in avanti togliendosi il cappello.
« E tu saresti...? »
Sembrava sin troppo gentile e la cosa non gli piaceva.
Ma del resto non gli conveniva attaccarlo, non sapeva chi aveva davanti.
Per il momento avrebbe semplicemente ascoltato cosa aveva da dire.
« Il mio nome è Zell... »
disse con fierezza, tentando di assumere una posizione imponente
« ... e tanto basta sapere. Se non é troppo... chi siete? Cosa volete da me?»



 
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30 replies since 15/10/2011, 00:13   733 views
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