storyteller ······ - Group:
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| "Io avea già il mio viso nel suo fitto; ed el s'ergea col petto e con la fronte com'avesse l'inferno a gran dispitto."
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~ A SONG OF ICE AND FIRE ~ . a feast for crows - guilty grasp grandeur .
A volte capita che nell'avventurarsi alla ricerca di qualcosa si divenga a un punto in cui la strada da percorrere cessa d'essere dritta come un fuso, divenendo tortuosa. In quei casi è d'obbligo una deviazione, un cammino alternativo che segua il divenire degli eventi senza che l'obiettivo prefisso perda la sua centralità. Gli attimi in cui si deve deragliare dal cammino previsto sono i peggiori, perché è necessaria una certa dose di sangue freddo per discernere la via migliore da intraprendere. Eppure, spesso e volentieri è proprio in quegli istanti che si può determinare l'esatta natura di un essere vivente: c'è chi preferisce seguire il cammino tortuoso adeguando il proprio carattere a questa nuova evenienza, sfruttandola, cercando di volgerla a proprio favore utilizzando le più gravi bassezze -ma c'è anche chi persiste nel suo cammino dritto come un fuso, anche seguendo una via disagevole. Lord Jeor Mormont -uomo tutto d'un pezzo, indomito combattente e cuore prodigo- apparteneva a quest'ultima categoria. Sfortunatamente per tutti i presenti, Jeor Mormont era solo un fantoccio costruito su ben altra nervatura. Con un sorriso sadico a rigargli le labbra, Laurens de Graaff si guardò intorno, accarezzando con le sue occhiate sbilenche ciò che accadeva intorno a lui. La ragazzina sembrava concentrata, il soldato non pareva particolarmente sveglio, e quell'altro incosciente che l'aveva seguito era poco meno che una squallida parodia di un avversario.
Le parole avevano danzato tutto intorno a lui e contemporaneamente dentro di lui, dietro i suoi occhi i pensieri si davano il cambio proponendo sempre nuove immagini, variazioni su un unico tema d'odio e assassinio. La scala per l'Inferno era incrostata di sangue rappreso e ruggine, ossa sfarinate e membra mezze decomposte, eppure lui non vedeva che il desiderio di percorrerla per arrivare in vetta, divorare il Castello capace di sfidare il cielo per essere lui stesso il solo a superare ogni maledetto limite che quel corpo semi-umano gli aveva imposto. Distruggere i deboli? Usarli come puntelli e scarni predellini per una nuova scalata? Avevano scelto l'uomo fottutamente giusto. « Ma certo, amico » rispose, senza nemmeno preoccuparsi ancora di camuffare la propria voce, certo che chiunque gli avesse parlato fosse anche in grado di ascoltarlo. « Ho ucciso, fatto a pezzi, torturato. E per cosa? Perché mi piaceva. » Mentre il suo sorriso si incarogniva, le dita della mano sinistra correvano sotto lo scapolare che pendeva dal collo, scostandolo e scivolando al di sotto, a raccogliere la piccola catena che pendeva, trattenendogli proprio sul cuore un oggetto ovale che produceva un curioso rigonfiamento sotto i vestiti. « Il numero dei bambini che ho lasciato in lacrime è pareggiato solo da quello delle madri che ho stuprato » sussurrò, come a voler dare ulteriore conferma che quello che aveva fatto fino a quell'istante non era altro che il preludio per ciò che stava per accadere. Sentì la ragazzina urlare e colpire l'armigero che le stava di fianco. « E se potessi tornare indietro, lo rifarei. Perché è questa la via, questa è la scala per l'Inferno: » Con queste parole, si portò alle labbra il piccolo oggetto che era fuoriuscito da sotto le sue vesti gualcite. « P - I - C - A - T - R - I - X » Perché quello che stava per intonare era il canto di tutti coloro che aveva distrutto, ed era anche il suo canto, il canto del Distruttore -l'orgoglioso lamento del colpevole. Perché di lì a poco tutti i più deboli sarebbero stati annichiliti. « Guilty Grasp Grandeur. »
Iniziò a suonare. Erano note non sue, un cantico orientale che andava componendosi, invisibile agli occhi ma che rapiva le menti, allietava l'udito con un crescendo esotico. Bastarono le primissime note perché al suono ipnotico di Epoch, la Giara delle Ere, si unissero decine di altri strumenti invisibili, riuniti alle pendici dell'Inferno per accompagnare il cammino di colui che possedeva la chiave e la forza, la lancia ed il sole. La musica gli impedì di avvertire in maniera distinta il vociare della ragazzina: prima che la sua mente venisse obnubilata dal richiamo del Regno Perduto riuscì soltanto a percepire la grandezza di ciò che stava creando. Poi davanti ai suoi occhi cominciarono a scorrere le immagini delle larghe praterie Dothraki, il Mare di Sabbia Rossa, il rumore prodotto dallo scalpitare degli stalloni si unì alla musica senza disturbare la melodia, fondendosi con le urla dei ragazzini. Le note della devastazione che seguirono si accompagnarono al sibilare delle frecce e al crepitare sommesso del fuoco, le urla della razzia, mentre al di sotto delle vesti un tumulto sembrava sconvolgere il ventre del Corsaro. Movimenti sinuosi e affilati, sussulti che tuttavia sembravano non sconvolgere il suonatore che continuava imperterrito nella sua performance. Quando il rosso macchiò le vesti, avvenne ciò che nessuno si sarebbe mai potuto aspettare. Il sonno della ragione partorisce mostri. Immagina cosa può fare un folle da sveglio.
Fra gli abiti stracciati e lordi di sangue, fra i brandelli di muscoli e pelle che cadevano al suolo con un suono molle e osceno, si potevano intravedere gli artigli della Belva che a fatica ma con mefistofelica pacatezza usciva dal suo antro annidato nell'addome del Demone. E quando venne fuori, il suo ruggito spezzò la musica. Con le ultime note, Lorencillo adagiò l'ocarina, lasciandola ricadere sul petto. Aveva l'occhio destro ridotto a una fessura, digrignava i denti in preda al dolore che sembrava non aver avvertito mentre suonava ma che adesso ricadeva sulle sue membra e sui suoi nervi con l'opprimente sapore del sangue sulle labbra. Fu una questione di istanti, con la Belva che era appena uscita dal suo corpo: non si accorse nemmeno dell'attacco, del movimento della giovane, fu la semplice presenza della sua mostruosa progenie a impedirgli di ritrovarsi a terra con ferite anche peggiori di quelle che aveva accusato richiamando quel piccolo coacervo di caos piegato alla malvagità estrema e alla poliedrica inventiva dello scellerato genitore. L'attacco della sacerdotessa Shinmei si abbatté sull'aberrazione partorita dal Demone, aprendo con violenza un profondo squarcio su quello che in un uomo si sarebbe chiamato torace -prolungandosi fino al braccio, e di lì fin quasi all'artiglio rostrato che colava fiele. Laurens non aveva visto -non era stato capace di individuare- chi fosse l'autore di un tale sconsiderato gesto, ma poco importava. Dal suo punto di vista, quei tre stavano tutti per essere uccisi.
« MAI INCHINATI » ringhiò, estraendo la Lagrima di Pirate's Bay e il Corte -il pugnale da combattimento corpo a corpo. Nello stesso istante, la Belva si lanciava contro la ragazzina orientale, divorando la distanza che li separava, preparandosi ad ingaggiare un combattimento che avrebbe presumibilmente lasciato un solo superstite sul campo. Una volta che fosse giunta a poco meno di due metri, avendo la preda a portata d'artiglio, avrebbe sferrato la sua offensiva, basandosi sulla netta superiorità fisica che aveva nei confronti della giovane spadaccina. Il primo colpo sarebbe stato una spazzata con il braccio destro, volta a costringere l'avversaria ad una parata per poi sorprenderla con un affondo portato con l'artiglio mancino per sorprenderne le scoperture nella guardia, presumibilmente già duramente provata dal contraccolpo. A prescindere da cosa avrebbe fatto la Belva, comunque, il Flagello dell'Ovest aveva altri piani, che andavano oltre il dolore per il ventre squarciato. L'odio instillatogli dalla voce, il cieco furore, era acuito da quella sofferenza come dal suo desiderio di rivalsa. Non vedeva nient'altro che il trionfo. E come ogni trionfo, doveva essere annegato nel sangue. E scomparve.
« MAI PIEGATI » La sua voce risuonò dove era stato un attimo prima, e fu l'ultimo rumore che produsse, perché una volta resosi invisibile grazie alla Comunione con la Trama Nera non c'era alcun modo per rintracciarlo, per capire dove fosse. Per un breve lasso di tempo non sarebbe più stato lo scintillante Kraken Dorato, né la mostruosa Bestia di Pirate's Bay: solo una presenza invisibile. Solo un un Fantasma che attraversava i campi di combattimento portando con sé una gelida brezza di morte e disperazione -la disperazione dei moribondi che imploravano l'ultimo gesto di misericordia. Sarebbe divenuto il Re Ombra. Un'Ombra mortale, ma comunque sfuggente, tanto da apparire imprendibile. Se anche i suoi sprovveduti avversari fossero riusciti a inquadrare le sue labbra non avrebbero visto più alcun sorriso divertito: c'era solo la cieca determinazione, quella stessa furia primordiale che invasa i religiosi, quell'attaccarsi a dei dogmi indimostrabili a cui si può credere -si vuole credere- per puro opportunismo. Per trionfare, tutti i deboli dovevano morire. La cosa gli piaceva. Ogni rivoluzione richiede il suo truculento tributo. La sua non faceva eccezione. Non visto, non percepito, si avvicinò al corpo esanime dell'armigero, svenuto a breve distanza dalla spadaccina. Si abbassò lentamente, cercando di non forzare eccessivamente il proprio addome. « MAI SPEZZATI » sussurrò, mentre apriva la gola del nemico da parte a parte, scostandosi appena in tempo per evitare che il violento fiotto di sangue che sgorgava dallo squarcio lo inondasse. Gli altri non avrebbero visto nulla di più che un aprirsi volontario della carotide, ed un uomo passare dallo svenimento ad uno stadio di sonno più profondo -e irreversibile.
Il breve e silenzioso cammino che seguì fu quello che Laurens apprezzò maggiormente: la sua progenie se la sarebbe cavata egregiamente con la puntaspilli del Regno d'Oriente, almeno per qualche tempo l'avrebbe tenuta a bada, permettendogli così di ottemperare alle richieste che la voce gli aveva imposto. Richieste, non ordini. Voleva solo un tributo, doveva riconoscere in lui la stessa ferocia, la stessa grandezza che gli era propria. Nessuno sceglie per caso i propri discepoli. Si fermò di colpo, davanti ai suoi occhi si assieparono le immagini dell'altro mondo, di quell'universo attraverso lo specchio che aveva osservato già tante volte, con gli occhi delle vittime e con quelli dei carnefici, fino ad arrivare all'inimmaginabile, una sensazione che forse solo un'altra persona su Asgradel aveva mai provato: mettersi in bocca il punto di vista di Dio. A lui era stato concesso, grazie all'Urna delle Ere. A risvegliare i suoi sensi, quando si trovava ormai a pochi passi da Jack, fu un altro pensiero, se possibile di maggiore sollazzo rispetto ai precedenti: lui era ancora Jeor Mormont. Non aveva ancora giocato la sua carta migliore.
Scattò in avanti, la mano destra portò rapidamente la cazoleta ad affondare nella gamba sinistra dell'uomo, deciso a tranciargli di netto il muscolo della coscia impedendogli gli spostamenti, mentre con la mano sinistra brandiva il pugnale che avrebbe cercato d'inserirsi lateralmente fra le costole all'altezza del cuore, trafiggendo il nemico ed uccidendolo, lasciandolo privo di requie. Contava soprattutto sulla sua ormai proverbiale velocità, unita al fatto che era invisibile, e assolutamente impossibile da percepire. Inoltre, se le cose si fossero messe male, poteva sempre contare su Apocryphe. La Bestia era ormai pronta per essere sciolta. I mastini di Rottenhaz non erano i soli a reclamare la guerra. Lui era il Fantasma che attraversava i campi di battaglia. Fu solo un sussurro il suo, rivolto alla persona che stava per uccidere. « Conosci tu la storia del Re Ombra? » Scourge of the West ----------------------------------
Forma Umana: ReC (175) ; AeV (325) ; PeRf (75) ; PeRm (275) ; CaeM (100)
Stato Fisico: Escoriazioni sul braccio destro e sul torace. Sfregio sulla guancia destra. Squarcio nel ventre (Danno Alto). Stato Psicologico: Sotto influenza psionica (Media). Riserva Energetica: 50% Dominio: Void Runner (I-II-III)
Consumi Utilizzati nel Turno: 2xAlto. ----------------------------------
EQUIPAGGIAMENTO
Lagrima di Pirate's Bay: Mano dx. Pride: Riposta (Colpi Utilizzati: 3/5). Corte de Los Agujeros: Mano sx. Epoch: Riposta. ----------------------------------
ABILITA' PASSIVE IN USO
Paradise of Betrayal Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore.
Over the Radiant Glory Capacità di camminare in aria come su un pavimento solido.
Battlefield's Phantom Overlord Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo.
Rebound the Pain Il personaggio riesce a colpire i punti nevralgici, paralizzando i muscoli intorno alle zone colpite.
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ABILITA' ATTIVE IN USO
GuiltyGraspGrandeur :: Consumo Alto+Danni Alti :: Abilità di Epoch Nella tradizione di alcune culture esotiche sono tramandate talvolta tecniche di ipnotismo praticate sugli animali. Domatori di tigri che agiscono grazie alla musica; fachiri che istigano dei pericolosi cobra a danzare per la gratifica di spettatori curiosi, affascinati. Il portatore della giara delle ere può suonare una melodia particolare, orientaleggiante e penetrante i cui effetti sono l'innaturale evoluzione di quelle stesse pratiche poc'anzi citate. Fin dalle prime note dal ventre del suonatore comincerà a sorgere violentemente qualcosa di sinuoso eppure affilato, metallico; come tentacoli di una qualche macchina assurda, partorita dalla più malata delle menti, queste propaggini si aggrapperanno leste alla terra lasciando emergere completamente dal torace dell'impassibile musicista un'aberrante bestia. Per metà viva e per l'altra d'acciaio nero, tumefatta e dall'aspetto venefico, la suddetta creatura servirà il suo evocatore per un discreto lasso di tempo, durante il quale avrà facoltà di attaccare e difendersi come fosse autonoma - eppure rispondendo agli ordini impartiti dal possessore di Epoch. I suoi due arti superiori, artigliati, permetteranno a questo golem infetto di ferire l'avversario iniettandogli anche del veleno capace di generare inaspettati dolori (senza comunque causar danno) alla vittima [Consumo Alto + danni Alti - evocazione aberrante che dura due turni e ha valore di creatura evocata Alta di un livello energetico inferiore all'evocatore].
Epoch :: MALUS Posare le labbra sulla cosiddetta giara delle ere è un privilegio che pochi hanno avuto nel corso dei secoli. Da quando il suo creatore è deceduto per cause sconosciute, essa è passata di mano in mano senza mai rimanere nella sacca di qualcuno troppo a lungo. Alcuni hanno iniziato a pensare che fosse un artefatto maledetto, e l'hanno semplicemente gettata via. Altri si sono innamorati della musica che produce e non se ne sono separati se non deliranti in letto di morte. Tutti, però, hanno indistintamente conosciuto il suo immenso potere. Esso risiede nella musica, nelle note che il fiato del suonatore fa scaturire dai fori sull'argilla. Suonando la giusta melodia possono aprirsi le vie del paradiso ad ogni ascoltatore; sbagliando una singola nota è possibile scatenare l'inferno sulla terra stessa. Quando se ne fa un ampio uso, Epoch si rivela per quel che è: non una semplice ocarina. Sebbene difatti alle prime intonazioni essa non appaia differente dagli strumenti musicali ordinari, dopo un prolungato utilizzo il suonatore comincia a soffrirne gli effetti collaterali. Anzitutto non potrà musicare attraverso di lei senza essere assalito dalle immagini di quel mondo lontano che, con la forza della magia, è stato rinchiuso al suo interno. Le voci delle anime imprigionate, la vista dei campi riarsi da incendi, assieme con il riso di gioia dei fanciulli e la quiete delle alte montagne innevate saranno costantemente di fronte agli occhi di colui che vi immette fiato [Malus - influenza psionica passiva non contrastabile che agisce sul portatore].
Ciò si traduce, più a lungo termine, in una problematica assai grave e terribile: essendo queste immagini vere e proprie visioni di quel mondo, il musicante avrà come l'impressione di esservi penetrato per magia. Mano a mano che egli si ostinerà a suonare la giara delle ere, questa lo trasporterà sempre più in un'illusione lontana, pericolosa. Si sentirà difatti parte della terra antica che ha dato i natali all'ocarina stessa, convincendosi che il mondo reale è quello e il resto invece soltanto mero inganno della mente [Malus - ogni turno che passa dal primo utilizzo dell'ocarina causa al personaggio l'immersione nel mondo in essa racchiuso, fino a debilitarlo irrimediabilmente con un danno permanente al terzo turno].
Just A White Noise :: Consumo Alto All'ultimo stadio, la Comunione con la Trama viene a tradursi nella capacità del Corsaro di divenire a tutti gli effetti completamente invisibile. Pagando un consumo Alto, egli sarà in grado -per due turni- di agire indisturbato, obliato al resto del mondo dalla totale invisibilità. Sarà in grado di muoversi e sferrare attacchi fisici, così come di utilizzare abilità difensive o di supporto senza per questo tornare visibile -cosa che invece accadrebbe se andasse ad utilizzare abilità offensive o se risultasse ferito da un attacco nemico. ----------------------------------
Note: Ok, qui la cosa si fa più complicata. Laurens viene totalmente soggiogato dall'influenza mentale della voce che fa tornare alla luce la sua matrice demoniaca e sanguinaria, per cui anche senza prendere la forma di Apocryphe, il Corsaro combatte da Caotico Malvagio. Come prima cosa utilizza Epoch per richiamare una Belva che prima intercetta l'attacco a sorpresa di Motoko, quindi la attacca in risposta -preciso che trattandosi di una vera e propria evocazione va trattata come un png di energia verde senza autoconclusività. Subito dopo Laurens sfrutta la Trama Nera (leggasi: il dominio void runner) per rendersi del tutto invisibile/irrintracciabile per due turni. Per prima cosa sgozza il soldatino che Motoko ha così gentilmente steso, quindi si dedica a Jack, cercando di eliminarlo subito con un attacco a sorpresa fidando nella sua invisibilità e maggiore velocità di movimento. Ovviamente, le parole finali vengono rivolte a Jack DOPO aver sferrato l'attacco. E credo sia tutto.
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