| Stray |
| | Tutto è musica, attorno a lui. Chiude gli occhi, inclina la testa, lo zigomo appoggiato sulle nocche della mano chiusa. Potrebbe essere una festa, il grande ballo della corte che non ha mai avuto: l’orchestra non manca, poco importa se è stregata e abita dentro un’ocarina. Gli invitati, nemmeno: ci accontentiamo anche della feccia, non serve un abito da sera.
Seduto sul trono di pietra, cento drappi di porpora avvolgono e si dipanano dallo scranno, accogliendolo nelle loro sinuose morbidezze, fino a sparire nel buio della sala. È un intrico di arterie piatte e immobili, illuminate dai candelabri pendenti e dalle fiaccole incastrate nelle colonne squadrate. Da qualche parte a RotteNhaz, per allietare il viaggio, risuonano note allegre: le urla degli invitati, il cozzare del ferro, lo stridere delle lame, esplosioni, insulti rochi e invasati. Dalle vetrate la luce della luna taglia il pavimento in lunghe sezioni rettangolari, illuminando via via sempre di meno verso il fondo: lunghi arazzi cremisi appesi alle finestre coprono la luce, l’assorbono, la filtrano distorta in una tonalità sempre più cupa e rossastra, annullandosi progressivamente fino all’estremità sud della sala, lì dove il buio è spezzato solo dalle torce ardenti, lì dove riposa il generale d’armata. Primo ufficiale nominato dei Falkenberg Korps, l’esercito del demone. {«Generalleutnant»} Primo a salire in quel vascello di matti, fatto di pietra nera e sortilegi. Ultimo ad entrare in scena.
Corruga leggermente la fronte, reprimendo una piccola fitta di calore pulsante, la mano libera rotea e stringe il bicchiere di vetro bombato dentro cui vortica una minuscola stilla di liquido scuro. I vini del beccaio gli hanno scaldato le budella, bevuti a stomaco vuoto, aprendosi un varco fino ai nervi della fronte. Sospira, ed è quasi un ringhio di stizza: dalle pareti trasuda un suono sempre più alto e insistente - il valzer della follia gli solletica le orecchie, le urla degli ospiti sono il miglior invito per unirsi alle danze. Ma lui aspetta, come gli è stato ordinato, di lasciare che si scannino fra di loro, per far emergere i più forti – o i più fortunati. Poggia il vetro sul bracciolo, si stende un po’, rovescia la testa dall’altro lato, fa una smorfia. Aspetta ancora, per il bene dei Korps. Chiude gli occhi, si lascia cullare dalla musica, trangugia l’ultima goccia di vino con mesta avidità, sentendo il sapore aspro sulla lingua umida. Sono rimasti in pochi, lo sa. Ciò che non sa, invece, è quanto ancora dureranno.
« Mi sono rotto, Oberkommandierende. …e poi, è finito il vino. »
Rohan si alza, e dall’ombra alle sue spalle emerge un lento stormo di pugnali d’acciaio, plasmato dalla foschia stessa. Un singolo drappo rosso si muove con lui, fra i mille immobili, staccandosi dal trono. Nello stesso istante il cristallo appoggiato si rovescia, cade a terra, la porta si spalanca, gli occhi annebbiati si illuminano, le spade scattano all'unisono.
La sagoma di Montag viene disegnata sul legno da un contorno di ferro vibrante. Dove non sono stati fermati, i pugnali tremano a pochi centimetri dal viso dell’ospite, piccole linee affilate sospese a mezz’aria. L'uomo esita per qualche istante, le labbra carnose boccheggiano un po' prima di parlare a testa china.
« Montag. Montag De Villers. Capitano di Brigata. »
Il Generalleutnant si avvicina, i passi rimbombano secchi per la sala. Sorride acido, pregustando una risposta che darà senso all’attesa consumata fra alcool e scomodi riposi. Muove il braccio con un gesto repentino, come a scacciare una mosca, afferrando due metri d’acciaio sagomato che precipitano dal soffitto. I pugnali si dissolvono, lasciando i due a guardarsi occhi negli occhi. Benché lo superi di una spanna abbondante e abbia affrontato almeno dieci inverni in più, Montag Orso di Ferro non riesce a staccare lo sguardo da quelle iridi intense, affilate, bestiali.
« Il nuovo acquisto… E quanti uomini abbiamo reclutato, Capitano Montag? »
« Circa 200, signore. Il resto morti o sottomessi. »
Sul volto del ragazzo si allarga un sorriso: come primo reclutamento, era sufficiente.
« Allora non ce ne servono altri. Fai strada. »
~~~ † ~~~
« Arriva qualcuno. »
Quando le figure si fecero più nitide, Hilsa trasecolò. La prima era un ragazzo che non aveva mai visto nella falange, con una lunga chioma di capelli incolti che gli cadeva oltre le spalle e un mantello lacero a coprirgli la schiena. Due pesanti schinieri, intarsiati con fregi e lame sporgenti, gli coprivano le gambe fino alla coscia, ma non sembrava portare armi con sé né armature di ogni sorta - al contrario del suo compagno, un vero e proprio gigante d’acciaio, dal cranio pelato e decorato dalle cicatrici.
« Capitano Montag! »
Esclamò, senza sortire granché sui due.
« Hilsa… »
« Cos’è successo? Chi è lui? Dobbiamo andarcene. La falange… »
Le frase le si spezzò in gola, più per l’espressione di Montag che per il ricordo dei suoi commilitoni, divorati dal morbo e mutati in bestie: Orso di Ferro, dietro i lineamenti marcati e inscalfibili, era tranquillo, totalmente a suo agio, senza un cenno di rimorso o preoccupazione nonostante la carneficina ancora in corso. Pareva quasi divertito, in quel frangente, guardando gli occhi spalancati della mezz’elfa: Hilsa non aveva capito niente
« No. »
Scandì deciso.
« Non ce ne andremo da qui: RotteNhaz diverrà il nostro nuovo quartier generale. Comanderemo la falange come abbiamo sempre fatto, e nuovi guerrieri si aggiungeranno alle nostre fila – più forti, più preparati, più determinati e crudeli. Conquisteremo terre, fama, ricchezze… sotto l’egida del Beccaio. L’Oberkommandierende non è stupido né ipocrita, sa che questa, Hilsa, è la vera libertà, dettata dal potere.
Se non sei d’accordo, libera di prendere la tua strada. »
Di morte. Ora come allora, Montag non tollerava insubordinazioni da parte dei suoi inferiori. Hilsa lo guardò. Le sue mani sottili e callose strinsero la falce con rinnovato – e disperato – vigore. Un velo di tristezza e rassegnazione scese su entrambi, sottile come una bava di ragno.
« Vabbè, ho capito l’antifonia... »
Rohan si fece avanti, grattandosi la nuca con fare scocciato, sorpassando i due commilitoni. Mosse il collo, e una serie di schiocchi secchi conclusero il breve riscaldamento.
« Tienti la fighetta marcia. Io prendo gli sbandati. »
Ci fu un lampo improvviso, e il cozzare delle lame risuonò per tutta la sala, quando Montag e Hilsa si avventarono reciprocamente l’uno contro l’altro, scontrandosi con forza tale da allargare una ragnatela di crepe nel punto d’appoggio. La donna urlò, ruotando l’asta e deviando altrove il colpo del Capitano, che sfondò il pavimento con il filo dell’alabarda. Si girò di scatto, parando un fendente alle spalle, e Hilsa fu spinta via da un repentino calcio alla bocca dello stomaco, che le mozzò il fiato e la mandò contro un muro, infrangendo una teca di vetro. Sputando sangue, si rialzò lanciandosi all’attacco, gli occhi iniettati di rabbia.
« Non c’è molto da spiegare. Io inizio a picchiarvi e voi cercate di morire il più tardi possibile. »
Rohan piegò la testa di lato, e la falce di Hilsa gli sibilò roteando a qualche centimetro dal collo, andando a conficcarsi nella porta da cui era entrato il gruppo. De Villers ruggì.
« Sembra facile da capire, no? »
Il Generalleutnant puntò l’indice verso il soffitto della sala, coperto da un manto di lame sospese e puntate verso il basso. Uno spadone alto quasi quanto lui piombò a terra, mancandolo per un soffio. Rohan lo impugnò, e il metallo fu avvolto interamente dalle fiamme: quando queste si spensero, non ve n’era più traccia. Menò un fendente a vuoto, senza nulla in mano, e sul pavimento comparve il taglio della lama.
« Impegnatevi. »
Ormai l’Armigero non sorrideva più, scrutando gli ospiti con cieca determinazione. Era un ordine, non un consiglio.
I pugnali vibrarono, prima di scendere sui tre come una pioggia di vetro. Rohan si lanciò all’attacco a testa bassa, correndo sulla superfice dell’aria come un piano solido e leggermente obliquo, divorando in pochi attimi la distanza che lo separava dal gruppo. Il mantello si allungò, schioccando dall’attrito, sfregiato dal diluvio d’acciaio. Scelse in fretta, fra i sibili delle lame, senza badare a chi dei due avrebbe colpito con le sue stesse mani. I gambali gli strinsero i muscoli, quasi fondendosi al suo stesso corpo, fremendo di eccitazione: scattò verso il tizio a destra, già sanguinante, mirando alla bocca dello stomaco con un pugno ben piazzato. La zweilhander, sfrecciandogli affianco, era occupata ad intrattenere l’altro ospite di RotteNhaz, ma non da sola: dal cielo, dopo la tempesta di pugnali, cadde roteando un gigantesco martello da guerra. Entrambe le armi era dirette allo stesso individuo - la prima per trafiggerlo, dritto alla bocca dello stomaco, la seconda per schiantarlo a terra con la sua mole. Allo stesso tempo gli SfregiaDiavoli morsero il vuoto, portando il loro padrone alle spalle della prima vittima: non bastava, un solo pugno non era abbastanza – non per Rohan. Prima ancora di toccare il suolo, scattò il calcio sinistro – dentro la sua testa l’acciaio sembrò urlare, fendendo l’aria verso il busto del giovane, sotto la spalla destra. Avrebbe tranciato qualunque cosa ci fosse stata in mezzo con violenza inaudita.
Non per rabbia. Non per vendetta. Non per obbedire. Semplicemente, si annoiava, e quello era il suo passatempo preferito.
«« ReC: 225 AeV: 225 PeRf: 350 PeRm: 225 Caem: 250 »» Basso: 02% • Medio 06% • Alto: 15% • Immenso 33%
Stato Fisico » {0/16} Stato Psicologico » {0/16} Energia » 100% -6% -33% = 61%
Abilità Passive & Derivate da Artefatti •
«Appetize for Opposition / Havoc Hormones» Difesa psionica passiva. / Possibilità di impugnare armi enormi con facilità, forza fisica eccezionale. «Overwhelming Will» Immunità al dolore. «Scattering Steel» Telecinesi sulle armi possedute. «Oko Boga nie zna barier» Auspex passivo, visione delle auree. {Stendardo di Gruumsh} «Era il loro campione e giusto il suo discernimento / La sua spada parrà incontrastabile, splendente e soverchiante.» Qualunque azione verrà commessa, gli altri la considereranno sempre giusta e necessaria. / Paura e timore di morire per chi fronteggia i colpi della spada. {Lascito dell'Alba} «Fremito» Impossibile percepire la direzione del colpo, l’arma appare incredibilmente sfocata. {Kharon} «Percuoticieli / Frangianimi » Creazione istantanea di appoggi immateriali orizzontali o in pendenza. / Ogni colpo o tecnica inferto da Rohan infligge il doppio delle sofferenze che potrebbe sortire, pur rimanendo invariato il danno in sé. / Rohan avverte dolore equivalente al danno inferto per mezzo degli schinieri. {SfregiaDiavoli}
Abilità Utilizzate •
CITAZIONE ...la grandezza del Campione venne loro preclusa, troppo radiosa per i comuni mortali. Immerso nell'orda di sgherri agli ordini dell'Antico, il pubblico che ha assistito al miracolo perpetrato dal Campione, le gesta di Goros non sono state ammirate da nessun essere umano. Come se le Forze avessero scelto di aiutare il prescelto solo quando i mortali, non abbastanza fedeli, avessero distolto lo sguardo dal loro Tjarn, come se loro, irraggiungibili, si fossero manifestati -nel piano fisico- esclusivamente agli esseri che poi hanno spedito all'inferno e al mortale che, da solo, ce li ha mandati sul serio. Infondendo un consumo Medio nella lama il portatore potrà quindi mimare l'irraggiungibilità della trascendenza del suo metallo, facendolo scomparire alla vista di chiunque ambisca a scorgerne la perfezione. Dopo essere stata per un breve momento dalle fiamme essa diventerà invisibile. Come lo è stato il miracolo per la tribù di Goros'thal. E pericolosa. Proprio come la lama che ha salvato quegli stessi Envalosh. [Abilità Media] [La spada diventerà invisibile per due turni di gioco. Questa abilità non aumenta in alcun modo i danni causati dall'arma che, in caso non vengano usate altre tecniche, saranno sempre considerati colpi non-tecnica]
CITAZIONE Ma quelle lame ai suoi piedi eran tutt’altro che ornamenti, la battaglia imperversava con impeto mai visto, le armi cozzavano con ardore, le urla tuonavano assordanti. Si dice che una fenice solcasse i cieli vomitando lingue di fiamme a destra e a manca seminando il panico e il disordine, che nessuno potesse arrestare la sua cavalcata attraverso il cielo, bramante quel sole nero dimora di Dio. Eppure, ciò che rimase impresso nella mente di tutti, fu la reazione di un gigante, che ebbro d’estasi combattiva l’abbatté senza pietà squartandola in due come un quarto di manzo. E tutti videro, tutti tacquero, tutti appresero che nulla paga tanto quanto la furia della belligerante contesa. Spendendo un ammontare d’energie pari a Critico, Rohan potrà eseguire un calcio dalla furia inaudita. Il colpo basa la propria potenza sulla PeRf, e potrà essere portato a termine con le modalità che saranno ritenute più opportune o consone all’evenienza del caso. La tecnica avrà il preciso scopo di recidere arti con le conseguenze ad esse correlate. Le lame di cui sono provvisti gli schinieri non saranno perciò dissimili da bisturi affilatissimi, che recideranno qualsiasi cosa al loro passaggio come fosse burro, attraversando ogni genere di protezione fisica come armature e simili. [MozzaArti: Tecnica di potenza Critica]
Note •
Yo. Viktor mi ha detto di andarci pesante, quindi… peggio per voi Tutte le armi sono riportate nella scheda di Rohan, la gran parte manovrate con la telecinesi, che solo per quest’occasione, per coinvolgere entrambi, utilizzo sul filo della sportività. Don’t try this at home, guys.
Ecco la sequenza di attacchi, in ordine cronologico: @Nameless: - pioggia di lame dall’alto (è un normale attacco fisico ad area tutt’altro che preciso, composto da 15 fendenti. Gestiscilo come ti pare) - Martellata dall’alto (l’ampiezza del martello copre la tua intera figura) - Affondo (invisibile) allo stomaco, ma sempre normale attacco fisico.
@Balancer: - pioggia di lame dall’alto (è un normale attacco fisico ad area tutt’altro che preciso, composto da 15 fendenti. Gestiscilo come ti pare) - Pugno ravvicinato alla bocca dello stomaco. - Attacco a consumo critico, da dietro (Rohan usa l’aria come appoggio per passarti sopra e avere sempre piani d’appoggio stabili) mirato al braccio destro, fra ascella e clavicola.
“Have Fun” 8D
Edited by Stray - 10/2/2012, 15:31
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