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Faustus' Dream ~ La mano del destino

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Lenny.
view post Posted on 2/2/2012, 12:04




Faustus' Dream ~ la mano del destino
VII - Nel profondo


Cadaveri a tumuli.
Fanti della Legione Nera levavano teste mozzate dei loro vecchi compagni sulle picche. Reiter di Viktor von Falkenberg trascinavano carcasse macellate ai lati del cortile, tagliavano orecchie, strappavano lingue, sradicavano testicoli.
Fecero scempio dei vivi, divorarono i morti.
Uccideteli.
Solo due umani erano così ostinati da voler sfuggire all'incubo di quella notte. Un uomo che si credeva un eroe. E una donna che cercava a tutti i costi il suo, di eroe.
Uccideteli tutti.

Hilsa arrancava verso le porte della Torre Nera, il braccio sinistro che le penzolava inerte, grondando sangue. Quanti ne aveva uccisi? Quanti compagni della Falange di Villers? Non importava, non aveva alcun senso. La Falange aveva cessato di esistere, i suoi uomini erano stati divorati dall'Inferno di nome RotteNhaz. Tranne uno, forse.
L'unico per cui valeva la pena continuare a lottare.
« Montag.. »
Biascicò, senza più avere la forza di reprimere le lacrime. Le sentì ruscellare sulle gote sozze del sangue nero dei soldati che le avevano intralciato il passo. Le sentì cadere al suolo in uno stillicidio oscuro.
Amava Montag. L'aveva sempre amato.
Salvargli la vita era l'unico obiettivo che riusciva a farla andare avanti nel Moloch di sangue. Si, lo avrebbe salvato. nelle sue vene scorreva anche il sangue degli elfi, e con esso il potere magico che li avrebbe trascinati fuori dall'Inferno.
Lo amava. Ed era tempo di ricambiare il favore che lui le fece tanto tempo addietro, salvandole la vita, dandole un posto al suo fianco nella Falange.
Lo doveva salvare.
E doveva confessargli tutto questo, prima della fine.

Urla, alle spalle di Hilsa.
La cagna orba vorticò su se stessa. Il suo unico occhio scorse Sàrkan fuggire nella sua medesima direzione, diretto al torrione.
Senza perdere tempo, alzò il falcione verso il cielo nero, per poi lanciarlo contro il ragazzo. La lama roteò nell'aria, dritta contro l'Assente, ma senza l'intento di colpirlo. Passò a pochi centimetri dalla sua testa, conficcandosi nel cranio di qualcun altro.
« WAARGH! »
Uno dei demoni della Legione Nera alle calcagna di Sàrkan vomitò sangue, prima di crollare al suolo. Forse avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa, prima di morire. Ma due palmi d'acciaio gli avevano sfondato la bocca, intralciando la sua eloquenza.
« Presto, entra! »
Hilsa fece segno a Sàrkan indicando il portone spalancato, prima di varcarlo lei stessa e chiuderselo alle spalle.

Si immersero nella Sala Grande, lasciando che i loro occhi si abituassero alla penombra che gravava attorno a loro.
Montag non la aspettava, in quella sala. Solamente altre ombre aspettavano.
Le urla di Jack arrivavano incerte attraverso la pietra, il suo furore un mormorio remoto. Hilsa scorse il resto del gruppo raccattato alla Virago Nera, figure sfocate in lotta tra loro. E contro quello che doveva essere un altro dei demoni partoriti da quella fortezza assurda.
« Ascolta. » Sibilò a Sàrkan appena varcata la soglia, senza neanche tentare un sorriso diplomatico. « Io so come portarti fuori di qui. Posso salvarti dalla maledizione che grava su questo luogo, ma ad una condizione.. » Fronteggiò Sàrkan, piazzando l sue iridi viola in quelle del ragazzo. « Aiutami a trovare Montag de Villers. »

Hilsa alzò lo sguardo. Una larga scalinata composita saliva sino al piano superiore, dove una nera porta quadrangolare ammantata di tenebra era aperta, e sembrava attenderli.
E lei non aveva tempo.
La sua cerca non sarebbe stata interrotta. Non da loro.
« I tuoi amici ci farebbero comodo. »
Disse, ammiccando col capo verso i tre combattenti.
Per poi gettarsi rapida verso le scale.
Verso la porta spalancata nell'ignoto.

Da qualche parte nella tenebra,
un corvo parve gracidare di scherno.

_______

Il Beccaio rise di scherno, rilassandosi contro lo schienale dello scranno.
L'orso in armatura continuava a tenere il ginocchio inchiodato sul pavimento di pietra. Non poteva fare altrimenti, non con Viktor von Falkenberg, supremo signore di RotteNhaz, che incombeva su di lui dallo scranno di pelle rossa.
L'aria era pesante nella Sala del Trono. Sapeva di cose maledette, di putredine miasmatica.
E la tenebra di RotteNhaz gli era entrata dentro, nel profondo.

« La nobile casata Falkenberg accoglierà Montag de Villers quale suo nuovo Primo Capitano. »
Montag de Villers si irrigidì. Non era una posa marziale, la sua. Ma una sottomissione definitiva, inoppugnabile. In cuor suo sapeva che era stata la scelta migliore, arrendersi. Cambiare vessillo, ancora una volta.
Semplicemente perché non esistevano altre scelte.
Non dinanzi al demone della guerra.
« La nobile casata Falkenberg conta su di te, Capitano. »
C'era una distorsione nelle labbra colore del fegato avariato del Beccaio. La sua versione di un sogghigno. E sembrava voler dire che il Beccaio non avrebbe dispensato alcuna pietà contro i nemici della sua pace, della sua legge, del suo ordine, della sua autorità
« Non deluderla. »
« Oberkommandierende. »
Montag si rimise in piedi.
Berserk-vol07-pag165-1
« Vi renderò lo stesso onore che voi rendete a me. »



QM POINT: Hilsa Makoved e Sàrkan fanno il loro ingresso nella Sala Grande, dove gli altri tre si combattono a vicenda. Ma l'unico pensiero che passa per la testa della mezz'elfa è salvare Montag, quindi procede al piano superiore non prima di promettere a Sàrkan di salvare anche lui, in cambio dell'aiuto suo e dei suoi "compagni".

Name_Less: Tua la scelta tra seguire o meno Hilsa e se procedere da solo o tentare di convincere gli altri tre -che si stanno scannando tra loro insieme alla creatura evocata da Lorencillo- a deporre le armi e credere alle parole di un mercenario della Falange di Villers. o volendo puoi anche buttarti nella mischia ;D

Altri: Nulla da segnalare, anche voi dovete fare la vostra scelta. La psionica del turno precedente non ha più effetto, quindi non siete legati da costrizioni esterne ad attaccare gli altri. Ricordo che Yomi deve difendersi dalla creatura evocata da Laurens e dai colpi di Jack, mentre Laurens dai colpi di pistola di Jack.

La turnazione sarà Name_Less - Yomi - Apocryphe - balancer
La scadenza per ciascuno di voi sarà fissata a 4 giorni esatti dall'ultimo post mandato.


Edited by Lenny. - 3/2/2012, 21:03
 
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view post Posted on 5/2/2012, 00:45





Tic, tac.
Non ne aveva voglia.
Non ne aveva alcuna voglia.
Se avesse continuato a rifiutare così drasticamente l'idea di morire, probabilmente la sua semplice volontà l'avrebbe protetto.
E, ironia della sorte, quindici centimetri di acciaio perforarono il demone che si accingeva a raggiungere l'Assente.
Rimase quasi basito, quasi rallentò, ma sapeva perfettamente che non pteva permetterselo.

Non molto distante, vicino il portone della torre, la donna della falange di Villers, che conservava ancora un aspetto pressoché umano, gli faceva segno di entrare, prima che questa se lo chiudesse alle spalle.
Silente, obbedì, seguito altrettanto silenziosamente da Vipsinia.

Atmosfera gelida, illuminazione scarsa, urla indefinite.
In realtà, era proprio quello che si aspettava dalla Sala Grande di RotteNhaz.
Un teatro degli orrori dove gli attori muoiono per davvero, nessuna finzione teatrale, e in più l'ingresso è gratuito, e le comparse non vengono neppure retribuite.

Ascolta
Disse con tono drammatico Makoved.
Io so come portarti fuori di qui. Posso salvarti dalla maledizione che grava su questo luogo, ma ad una condizione..
Aiutami a trovare Montag de Villers.


Il suo sguardo era quasi insorreggibile. Era proprio quello di una persona che sa cosa sta facendo.
E Sàrkan, benché fosse sempre stato un tipo schivo restio a fidarsi di chiunque, sentiva chiaramente di non avere alcuna scelta.
Annuì, mormorando affermativamente, mentre tendeva l'orecchio il più possibile.
Qualcuno combatteva; come al solito.

Combattevano tutti, a RotteNhaz, i combattimenti erano quasi diventati qualcosa di scontato e monotono.

I tuoi amici ci farebbero comodo.
Disse, spostando lo sguardo dalle scale ai duellanti.
Vipsinia non gli avrebbe mai permesso di gettarsi nella mischia per provare a convincere individui potenzialmente pericolosi di unirsi a quella che sembrava una spedizione potenzialmente suicida per ottenere una potenziale salvezza, e lui, in ogni caso, non l'avrebbe mai fatto.

Coprendo il ticchettio incessante dell'orologio con una voce abbastanza ferma da rassicurarlo, prese a parlare, chiarendo la sua posizione.

Sia chiaro: io con loro, con questo posto, con tutte queste cose non c'entro niente. Non appartengo a questa serie di eventi, sono stato coinvolto casualmente, e non ho la minima voglia di farmi ammazzare.

Detta l'ultima parola, con fare sempre più incerto, prese a salire le gli scalini, ad un passo, corrispondeva immancabile un ticchettio.

Tic, tac.
Tic, tac, tic, tac.


La tensione sale, il dubbio si trasforma in agonia, cosa si trova dietro la porta?
Montag? Demoni? Una via di fuga?
Dubbi. Dubbi su dubbi. Ormai la sua vita stessa era un dubbio, un dubbio al quale non aveva voglia di trovare una risposta.
Neanche ricordava chi Montag fosse, mal'aveva sentito pronunciare spesso alla Virago.
Vipsinia interrompeva il proprio fiato sempre più frequentemente.
Anche lei si poneva domande impossibili, ma erano di natura nettamente differente.
Si chiedeva perché lei. Se lo chiedeva praticamente sin dalla sua nasciata, ma con così tanta insistenza prima di allora.
Perché? Perché? Perché?
E ora che finalmente aveva trovato qualcosa, qualcuno, per cui valeva la pena rischiare tutto per ottenere quasi nulla, vedeva lo stesso gettarsi verso le insiedie dell'ignoto.
E non poteva permettersi di perdere tutto, non in questa situazione.
Sàrkan non avrebbe mai mosso un dito per chiamare rinforzi, il solo disinteresse nei confronti della realtà sarebbe bastato a fargli preferire il suicidio anziché chiedere a qualcuno aiuto.
Lui saliva lento gli scalini, palesava la sua insicurezza in ogni movenza, pur lottando aspramente con se stesso per rimuovere ogni segno di quella che lui identificava come debolezza.

Vipsinia si voltò, mentre Sàrkan mozzava in gola un richiamo a lei diretto.
Intuì prima di pronunciare il suo nome cosa lei avesse in mente, e le era grato.
Scese gli scalini veloce e silenziosa, cercando di appropinquarsi alla lotta senza esser identificata come un nemico.
Lo spadone estratto, poggiando orizzontalmente su entrambe le mani, in segno inequivocabile di pace.
Sorretta solo dall'amore quasi materno nei confronti del Senzanome, avanzava, terrorizzata.

La voce squillò chiara, le sue parole vibrarono nell'aria come frecce.

Perché...

Disse, esitando un istante.
Lentamente, le parole che le sembravano più convincenti cominciavano a presentarsi sempre più ordinatamente.

...combattete...

Lei li conosceva; presenziavano tutti a quella che ormai era un cumulo di macerie, che sino a poco tempo prima prendeva il nome di Virago Nera.
Si salvarono tutti, e una dei tre sembrava aver portato in salvo anche l'oste della locanda.
Per quale ragione si combattevano? Lo spettacolo suscitava un disappunto raccapricciante.

... fra di voi, come bestie incoscienti, quando dovreste invece sorreggervi l'un l'altro?

Sàrkan osservava con la coda dell'occhio, Vipsinia mosse il capo in direzione di Motoko, facendo perno su quella che sembrava d'indole più pura.

Oltre quelle scale, probabilmente, si trova quella che sembra essere la vostra unica vera salvezza.

Esitando un solo istante, proseguì.

Volete davvero morire uccidendovi a vicenda?
Sentiva il proprio cuore spremersi come esasperato, la pressione attanagliarla, la paura frenarla.
Attese nascondendosi nel mantello, senza concedersi di riprendere il fiato.


Status Psicologico Sàrkan: teso, grato a Vipsinia.
Status Psicologico Vipsinia: fiduciosa ma spaventata.

Nessuna passiva rilevante, nessuna attiva utilizzata, nessun attacco mosso; francamente non credo che ci sia bisogno di uno spoiler ampio e dettagliato.
Riassunto: Fondamentalmente prima Sàrkan segue Hilsa, poi sale le scale, ma Vipsinia si allontana perché è spaventata da ciò che può succedergli, dunque tenendo lo spadone in maniera tale che sia chiaro che viene in pace, fa quel breve discorso utilizzando un tono piuttosto alto, fissando in particolare Motoko, che - l'ha già potuto constatare quando ha esorcizzato il cane ecc. ecc. - dovrebbe essere di indole buona.
 
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view post Posted on 7/2/2012, 00:13

~ A Red Soul
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« NO!!! »
Aveva sbagliato credendo che i demoni che infestavano quel luogo di dannazione avrebbero ignorato l'ultimo superstite della compagnia mercenaria, solo perché privo di sensi, concentrando su di lei i loro sforzi. Aveva sottovalutato il nemico per due volte, attribuendogli un onore che non poteva avere e difettando di umiltà nel credere di poterne abbattere uno con un singolo Hiken di "morte sicura". La prima bestia, la stessa che aveva assassinato il suo protetto, aveva partorito un orrore immane da note demoniache con un oggetto che puzzava di maledizione tanto intensamente da competere con l'infausta nebbia che avvolgeva la fortezza. Dovette sollevare il mento per fissare le fessure contorte che aveva là dove avrebbe dovuto avere gli occhi, dunque assunse una guardia alta e si preparò all'impatto, serrando la presa su Shisui con entrambe le mani per ovviare alla mancanza di forza nel braccio offeso e sanguinante.

La carica dell'entità evocata di entropia fu paragonabile a quella di un toro impazzito. L'icore che sgorgava dallo squarcio al torace era il ricordo lasciato dal Renkan Tensen Tetsukageki diretto a colui che l'aveva plasmata, ma non sembrava nemmeno considerarne l'esistenza per quanto un simile squarcio bastasse ad uccidere una persona normale. Ma gli iniziati apprendono dalle discipline Shinmei come affrontare simili belve, come confidare nell'acciaio delle proprie armi per rispedirle agli inferi da cui provengono. Anziché indietreggiare come avrebbe fatto un combattente meno preparato, Motoko avanzò intercettando il primo colpo dell'animale con la lama della nodachi, che sprizzò scintille come se avesse colpito un'incudine. La spada intercettò gli artigli di ferro dell'essere, riuscendo sorprendentemente a respingerli a dispetto della notevole differenza di stazza fra i due. Per quanto minuta ed esile, la giovane Aoyama aveva sufficiente maestria non solo per compensare a quel divario netto di potenza, ma addirittura per ribaltarlo! L'arto mostruoso fu respinto con clamore di acciaio su acciaio, ed anche il sinistro fu intercettato dalla pesante nodachi, piegata in una diagonale a formare una barriera.
Strinse i denti e attese per un interminabile attimo che tutta la violenza del colpo venisse assorbita e dissipata dall'ougi bianco che scorreva sulla lama, rendendola scintillante. Il piede di appoggio fu spostato di pochi centimetri a lato, ma quello fu tutto ciò che ottenne la bestia con la forza dei suoi artigli.

« Ritorna nell'ombra. »
Ordinò seccamente la miko all'abominio, facendo scorrere la lama sull'arto della belva in modo da portarla in posizione perpendicolare al torace già devastato per poi sferrare un unico, devastante fendente che l'avrebbe portata con il solo slancio oltre l'evocazione, lasciandola alle sue spalle letteralmente divisa in due metà. Delle esplosioni ed un impatto inatteso alla spalla la sbilanciò, portandola fuori guardia e strappandole un grido di dolore misto a sorpresa. Si toccò la spalla destra, ritraendola sporca di sangue. Una macchia rossa andava fiorendo sul kimono bianco, e sapeva anche chi o cosa l'aveva causato.

Aveva giurato che avrebbe salvato la vita al soldato, e non aveva mantenuto la parola data pertanto quella vita strappata esigeva vendetta.
Giurò ancora: di non avere pace finché non avrebbe vendicato quell'insulto. Questa volta, però, non ci sarebbe stata una seconda promessa non mantenuta.

Perché combattete fra di voi, come bestie incoscienti, quando dovreste invece sorreggervi l'un l'altro?
Oltre quelle scale, probabilmente, si trova quella che sembra essere la vostra unica vera salvezza.
Volete davvero morire uccidendovi a vicenda?


« Oltre quelle scale non c'è nessuna salvezza, piccolo spirito. »
Disse sollevando la spada e portandola di nuovo in posizione di guardia, la lama di fianco al viso la cui espressione era congelata in fredda determinazione.
« ... Solo un altro nemico da abbattere. Nient'altro. »
Socchiuse gli occhi, creando il vuoto dentro di se in preparazione di una nuova Hiken.
« Aspetta qui, non ti muovere, » le sussurrò con calma, « non ci vorrà molto. »

Scattò in avanti nella direzione di Laurens, rivelata dalla sua reishi che evidentemente era superiore al velo d'ombra che celava l'aura del demonio alla sua "seconda vista". Così facendo non solo ebbe modo di attaccarlo con tutto il repertorio di tecniche di cui disponeva, ma mostrò all'altro mostro dove fosse la posizione del suo aspirante assassino, annullando di fatto l'efficacia della sua tecnica di occultamento.
« Shinmei-ryuu... »
Caricò la spada in un fendente, ed essa si illuminò di energia bianca.

Cattura-55

« Zankūsen Kai!!! »
Il fendente successivo era abbastanza potente e pulito da decapitare di netto il pirata, troncandogli in due il cranio dal pomo d'adamo alla nuca.
Diametralmente opposto alla posizione della Shinmei, un fendente nascosto alle spalle del demone avrebbe fatto altrettanto intersecandosi con la nodachi e producendo lo stesso effetto ma con traiettorie perfettamente speculari. A quel punto Motoko avrebbe incalzato con un violento fendente di ritorno, che parallelo al suolo avrebbe squarciato il petto del nemico in un colpo mortale che ben pochi spadaccini sarebbero stati in grado di emulare.

    Status

    ReC 225 AeV 200 PeRF 125 PeRM 75 CaeM 625

    Status Fisico Buono.
    Status Psicologico Danno mentale pari a Medio.
    Riserva Energetica 55%
    Equipaggiamento Shisui (rinfoderata)
    Ferite Squarcio al braccio destro (ferita Media); danno Medio alla spalla destra da perforazione, sanguinante.


    Abilità Passive

      Discipline dell'Ougi « Immune alla spossatezza da perdita di energia
      Discipline di Infusione « Passive di dominio Warrior Style liv I, II e III
      Discipline di Vera Vista « Auspex passivo
      Discipline di Forza « Vince sempre i confronti basati sulla PeRF
      Discipline di Fedeltà « Permette di richiamare la spada
      Discipline di Fermezza « Resistenza al dolore
      Discipline di Distruzione « Capacità di raddoppiare consumo e potenza delle tecniche
      Discipline di Consapevolezza « Non può sottrarre oggetti; -200 CaeM con armi che non sono Shisui
      Magnanimo Giudizio della Spada « Capacità praticare gli esorcismi mediante le tecniche

    Abilità Attive

      Reishi: In realtà con il nome di Reishi si intende un intero gruppo di tecniche di astrazione spirituale derivate dalle Discipline di Vera Vista, non una singola tecnica in particolare. Questa in particolare è una versione potenziata della basilare "Vera Vista" che viene rivolta ad un singolo e specifico bersaglio, che può superare in potenza abilità e sigilli perpetui o di basso potenziale che nascondono l'aura spirituale ed energetica, come nel caso di certe tecniche degli shinobi. Ciò permette ad uno shinmei di percepire la presenza spirituale anche di coloro che si sono occultati, purché la tecnica di occultamento non sia troppo potente. Consumo Basso.

      Zankūsen Kai: Versione avanzata della basilare tecnica Zankūsen, ovvero "Lampo che Taglia L'Aria", con cui condivide l'esecuzione ma con effetti profondamente diversi. Appartiene al genere Hiken, "Colpo Nascosto", cioè si tratta di una tecnica-fantasma introdotta quando gli Shinmei hanno iniziato ad agire individualmente come esorcisti ed hanno sentito il bisogno di sviluppare tecniche capaci di concludere gli scontri in maniera rapida e immediata, alla maniera degli shinobi. L'esecuzione prevede un singolo fendente di spada, nulla più che un normale colpo fisico privo di potenziamenti; ad esso segue il vero fendente di energia, che però compare in un lampo di energia nella zona diametralmente opposta al fendente da cui è generato, seguendo una traiettoria speculare e opposta. Un colpo di spada dall'alto verso il basso genera quindi uno Zankūsen dal basso verso l'alto, un colpo circolare da sinistra a destra genera uno Zankūsen da destra verso sinistra e così via, proprio come ad uno specchio. Trattandosi di un colpo di spada potenziato, lo Zankūsen Kai, come peraltro il suo corrispettivo di basso livello, si basa interamente sul Controllo delle Armi di Motoko e non sulla Potenza Magica. Consumo Alto

    Note

      Motoko respinge entrambi gli attacchi dell'evocazione, opponendo ai suoi artigli d'acciaio la propria spada. La velocità di Motoko è pari all'evocazione (primo livello warrior style); la sua forza fisica è addirittura superiore per effetto della passiva Discipline di Forza, dunque il confronto di statistiche che la vedono sconfitta viene del tutto ribaltato. Forte di tale vantaggio, sferra un singolo e letale colpo di spada tentando di finire il lavoro iniziato dalla sua tecnica Hiken del turno precedente, ovvero troncare in due metà il busto dell'evocazione, per far ciò si avvale di un normale colpo fisico ma che gode delle numerose passive già citate a cui si aggiunge il terzo livello di warrior style che rende ogni attacco fisico andato a segno letale e le permette di lacerare facilmente acciaio e altri materiali molto resistenti. Motoko è certa di averla abbattuta, se tuttavia è riuscita a resistere se la ritrova, ovviamente, alle spalle.

      Subisce un danno Medio dalla tecnica Barriage di Balancer, la cui CaeM ridotta si confronta con la PeRF ugualmente bassa di Motoko. Probabilmente avrei potuto ignorare questo attacco perché l'evocazione di Apocryphe (di dimensioni notevoli) a rigor di logica si frappone fra il mio personaggio ed il colpo, tuttavia per sicurezza ho scelto comunque di prendermi il danno Medio. Ho deciso autonomamente dove posizionare tale danno per il semplice motivo che la natura stessa di "raffica" della suddetta tecnica rende a mio avviso impossibile "mirare".

      Fatto ciò Motoko utilizza la tecnica di potenza Bassa "Reishi" (pergamena Stella) per bypassare la passiva di occultamento dell'aura del personaggio di Apocryphe, dopodiché carica in corpo a corpo quest'ultimo sferrando al collo la tecnica Zankūsen Kai potenziata ad Alto con le Discipline di Distruzione, dopodiché sferra un fendente fisico che ovviamente gode del set di passive di cui sopra.
 
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view post Posted on 8/2/2012, 01:53
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Ω
with by his side
come hot from hell, shall in these confines
with a monarch's voice.
cry havoc and let slip the dogs of war!






Per affrontare la morte bisogna possedere un eroico coraggio o un enorme disprezzo per la propria vita.
Nel primo caso si tratta di veri guerrieri, avvezzi alle atrocità della guerra, che hanno ricevuto il battesimo del sangue e conoscono le proprie capacità come quelle dall'avversario; persone che hanno un loro onore -che non necessariamente deve collimare con la comune morale.
Nel secondo caso, si tratta piuttosto di uomini che credono di non avere nulla da perdere -e quasi sempre si sbagliano. Tuttavia, da morti è particolarmente difficile reclamare -è difficile anche solo rendersi conto di aver sbagliato. Che si accolga la morte come una vecchia amica o come una infida bastarda è irrilevante: il finale non cambia mai.
Ma quando in un solo animo si combinano i due casi, quando l'eroico coraggio è accompagnato dal completo disprezzo di sé, quando non è l'incoscienza a trattenere la spada fra le mani ma la piena consapevolezza e la ricerca del pericolo, allora ci si trova davanti a qualcuno che può fottere la Morte.
La Morte è una puttana che non vuole legami: si fa sempre troppi problemi ad accogliere chi la cerca.



___________ ___ _______________________ __ _____________________ ___ ____________

« Perché combattete fra di voi, come bestie incoscienti, quando dovreste invece sorreggervi l'un l'altro? »
« Perché è quello che siamo: nient'altro che bestie. »

Impiegò poco più di qualche istante a riprendersi dalla delusione del colpo mancato. In qualche maniera, il suo nemico era riuscito a difendersi, il soldatino di latta era venuto fuori con una imprevedibile parata, riuscendo a sfuggire alla morte. O a rimandarla.
Il Flagello si portò una mano all'addome, lì dove il dolore sembrava essersi concentrato in una morsa capace di attanagliarlo, farlo sentire compresso in uno spazio vitale infinitesimo. Le tempie gli martellavano, il suo respiro era affannoso. Si voltò appena, incrociando con la coda dell'occhio la falce d'argento che saettava nell'aria tetra di Rottenhaz, la scia di Shisui che affondava nelle viscere della Belva che aveva partorito, un colpo violento che con precisione chirurgica aveva reciso parte del muscolo pettorale del mostro, privandolo anche del braccio destro poco sopra il gomito. L'osceno moncherino si dimenava sprizzando una linfa vitale verdastra, più simile ad acido che a del semplice sangue, mentre l'arto inerte giaceva al suolo, irrecuperabile.
Laurens avvertì un colpo violento alla bocca dello stomaco, le tempie pulsarono racchiuse in una frenesia violenta -quasi il corpo mutilato fosse proprio il suo e non quello di una creatura che aveva richiamato per abbattere i suoi nemici, per incamminarsi lungo Picatrix lasciando dietro di sé una scia di morte e distruzione.
Vide distintamente la ragazzina iniziare a correre nella sua direzione, la Belva affannarsi a rincorrerla. Il peso della disfatta pesava come un macigno sulle sue spalle ricurve. La gamba destra cedette rapidamente, accasciandosi al suolo, quindi toccò alla sinistra. Il suo corpo era scosso da violente convulsioni, scariche di adrenalina scorrevano dentro di lui con l'agghiacciante pompare del sangue, sulle sue membra lampeggiavano come nervi infuocati le striature cremisi, il rimbombare del suo battito cardiaco incontrava l'eco disperata dei suoi sussulti.
Era la Bestia che cercava di venire fuori, l'ultimo assalto di un animale ferito e stretto all'angolo.

Laurens de Graaff avrebbe dimostrato a quell'ammasso di incapaci che si erano coalizzati contro di lui che se era una tigre chiusa in gabbia e costretta a morire, prima si sarebbe rivoltata. Ogni vita ha un prezzo. Quello della sua era appena stato raddoppiato.
« Siete stati voi a volerlo » sussurrò, pieno di bile fino a scoppiare, un rivolo di saliva che scendeva dall'angolo della bocca, oltre i denti ingialliti e il sapore di fiele incollato al palato.
« Voi avete preteso di apporre le vostre forze in questo scontro -voi siete così sciocchi da credere di poter distruggere un oggetto inamovibile. »
La bocca si deformò mentre pronunciava quelle parole, la fronte sembrò spezzarsi, piagata dall'improvvisa crescita del terzo occhio. La schiena proruppe dalle vesti che indossava, rivelando le carni nude e i muscoli pulsanti, la spada-caudale che si dimenava nel vuoto. Al boato che seguì, insieme con l'arrivo della ragazzina decisa a decapitarlo.
Tipico dei religiosi.

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« Pessima decisione » tuonò la voce distorta di Apocryphe,
la Bestia di Pirate's Bay.

Quando il suo corpo prese a scomporsi in uno stormo di demoni alati, il Flagello avvertì distintamente un acuirsi del dolore all'addome. Un istante dopo non c'era più: lo stormo demoniaco si era scostato, librandosi per aria e lasciando che il fendente della ragazzina si disperdesse nel vuoto -la stessa orientale puttanella che in qualche modo era riuscita a scovarlo nonostante fosse invisibile. A breve distanza, appena due metri dietro di lei, la Belva richiamata correva: un singolo richiamo mentale del suo infernale genitore bastò a mutare l'oggetto delle sue attenzioni: non più la giovane spadaccina, che sembrava tanto ansiosa di avere a che fare con il Demone vero e proprio, ma il soldatino di latta amante delle puttane.
Proprio a lui si rivolse Laurens, nello stesso istante in cui espandeva la propria energia per colpire Motoko, costringendola a rivolgere altrove le proprie cure, disinteressandosi di lui: magari si sarebbe convinta ad attaccare quel patetico avversario che riusciva ad essere scarsamente pungente sia con le armi che con le parole.
« Felice che almeno tu l'abbia conosciuta » sussurrò, compiacendosi della sua ritrovata invisibilità, mentre per un istante riponeva la Lagrima estraendo nuovamente la pistola.
« E' morta quando ero solo un bambino. »
Era vero. Della madre, Lorencillo conservava un'immagine sfocata, un ricordo di abbagliante lucentezza -e quello molto più oscuro di una vecchia conversazione con suo padre, proprio sulla tomba della defunta genitrice.
In un altro momento, forse, quelle rimembranze avrebbero spaccato il suo cuore, lo avrebbero costretto a ripensare a quello che aveva fatto nella sua vita -cosa che più volte era già accaduta.
Sfortunatamente per tutti i presenti, Apocryphe era davvero poco incline ai sentimentalismi,
così come era poco incline al perdono.

Tutto ciò che poteva interessare la Bestia era lì a portata di mano: sangue, morte, devastazione, ossa che scricchiolavano e bocche semiaperte nell'ansimare convulso della battaglia. Era tutto lì.
Bastava prenderlo.

Sollevò la pistola, aggirando rapidamente la colonna dietro cui si era nascosto il baro. Sparò un colpo, mirando alla testa; un attimo dopo, la Belva sua figlia apparve di fianco al nemico, pronto ad utilizzare i suoi artigli come roncole per segargli il cranio, staccare di netto la testa e cibarsi delle sue carni, per poi portare lo scalpo maciullato al suo padrone.
Quest'ultimo, lasciata cadere al suolo l'arma scarica, riprese la Lagrima deciso ad attaccare di sorpresa la giovinastra, intimamente convinto d'essere riuscito a deviare altrove la sua attenzione. Silenzioso, privo d'ogni traccia che potesse rivelare la sua posizione o i suoi intenti, coprì con calma la distanza che lo separava dalla Sacerdotessa. Quando era ormai a tre metri di distanza, il suo scatto fu repentino.
Digrignò i denti, spingendosi in avanti senza produrre anche solo la metà d'un suono, i suoi due occhi fissi sull'oscena presenza che aveva di fronte, un coacervo di purezza e buone intenzioni capace di dargli la nausea al solo posarvi sopra lo sguardo; un tale affronto alla natura stessa del male andava stroncato, divelto come un'erbaccia dal putrido campo delle messi infernali.
L'affondo della cazoleta mirato al fianco della ragazzina fu una stoccata violenta tanto quanto la contemporanea spazzata all'altezza delle caviglie effettuata con la spada caudale, mentre con solo un istante di ritardo veniva calato fra le scapole del nemico il pistolese, il pugnale intriso della malvagia e vorticante nequizia del più dolce fra i veleni, capace di stordire il nemico, lasciandolo ad una morte placida -un vacuo abbandonarsi ad un sonno senza sogni, all'ultimo riposo.
Nel peggiore dei casi, l'avrebbe intontita abbastanza da renderle impossibile sopravvivere al nuovo assalto.

La speranza migliore della Bestia di Pirate's Bay era riposta in quell'attacco, la sua rabbia era pari solo alla determinazione, una volontà adamantina incapace di accettare non tanto la Morte o la sconfitta, ma l'idea stessa di non riuscire ad ottenere il giusto tributo di sofferenza. E' questo che fanno i mostri, i demoni che albergano non solo nelle viscere di Laurens de Graaff mai nei cuori e nelle coscienze sopite di ognuno di noi: si cibano delle sofferenze, delle paure, degli inganni, delle menzogne. E cibandosi di tutto ciò non possono mai morire di fame.
Per questo prosperano, crescono, si riproducono, arrivando a divorare coloro che li hanno generati e nutriti.
I mostri sono dentro. E sarebbe meglio per tutti se dentro rimanessero.
Molto meglio.


Scourge of the West
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Forma Demoniaca: ReC (275) ; AeV (450) ; PeRf (175) ; PeRm (325) ; CaeM (100)

Stato Fisico: Escoriazioni sul braccio destro e sul torace. Sfregio sulla guancia destra. Squarcio nel ventre (Danno Alto).
Stato Psicologico: Passato in stato Caotico Malvagio.
Riserva Energetica: 32%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: 2xMedio.
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EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Mano dx.
Pride: Abbandonata (Colpi Utilizzati: 4/5).
Corte de Los Agujeros: Mano sx.
Epoch: Riposta.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

Paradise of Betrayal
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore.

Over the Radiant Glory
Capacità di camminare in aria come su un pavimento solido.

Battlefield's Phantom Overlord
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo.

Rebound the Pain
Il personaggio riesce a colpire i punti nevralgici, paralizzando i muscoli intorno alle zone colpite.

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ABILITA' ATTIVE IN USO

GuiltyGraspGrandeur :: Consumo Alto+Danni Alti :: Abilità di Epoch (turno 2 di 2)
Nella tradizione di alcune culture esotiche sono tramandate talvolta tecniche di ipnotismo praticate sugli animali. Domatori di tigri che agiscono grazie alla musica; fachiri che istigano dei pericolosi cobra a danzare per la gratifica di spettatori curiosi, affascinati. Il portatore della giara delle ere può suonare una melodia particolare, orientaleggiante e penetrante i cui effetti sono l'innaturale evoluzione di quelle stesse pratiche poc'anzi citate. Fin dalle prime note dal ventre del suonatore comincerà a sorgere violentemente qualcosa di sinuoso eppure affilato, metallico; come tentacoli di una qualche macchina assurda, partorita dalla più malata delle menti, queste propaggini si aggrapperanno leste alla terra lasciando emergere completamente dal torace dell'impassibile musicista un'aberrante bestia. Per metà viva e per l'altra d'acciaio nero, tumefatta e dall'aspetto venefico, la suddetta creatura servirà il suo evocatore per un discreto lasso di tempo, durante il quale avrà facoltà di attaccare e difendersi come fosse autonoma - eppure rispondendo agli ordini impartiti dal possessore di Epoch. I suoi due arti superiori, artigliati, permetteranno a questo golem infetto di ferire l'avversario iniettandogli anche del veleno capace di generare inaspettati dolori (senza comunque causar danno) alla vittima [Consumo Alto + danni Alti - evocazione aberrante che dura due turni e ha valore di creatura evocata Alta di un livello energetico inferiore all'evocatore].


Pale Scarecrow :: Consumo Medio
Spesso per evadere un'offensiva altrui non bastano le normali abilità difensive, né tanto meno può bastare da sola la rapidità nei movimenti. E' proprio in questi casi che devono subentrare le capacità soprannaturali, quelle più intimamente legate alla Bestia di natura demoniaca quali -ad esempio- il polimorfismo. Grazie a questa abilità, infatti, il Corsaro è in grado di scomporre il proprio corpo in uno stormo di demoni alati che si sposteranno in gruppo di qualche metro, portandolo in salvo da qualsivoglia offensiva nemica. Il Flagello -vincolato alla ricomposizione del corpo all'interno dello stesso turno in cui viene utilizza l'abilità- pagando un consumo Medio avrà quindi la possibilità di uscire illeso dagli attacchi nemici, essendo questa considerata una difesa assoluta. Nel lasso di tempo in cui sarà trasformato, il Corsaro non potrà utilizzare tecniche di sorta.


Behind those Eyes :: Consumo Medio
Come detto, uno degli effetti della Comunione con la Trama Nera è la furtività dei movimenti; questa, tuttavia, a volte può non bastare, e pertanto è bene che possa disporre di un sostanzioso aiuto che permetta al Corsaro di riguadagnare un basso profilo in situazioni altamente pericolose. Spendendo un consumo Medio ed incrociando lo sguardo con l'avversario (o semplicemente tramite un rilascio di energia) si indurrà artificialmente in esso lo stimolo di volgere la propria attenzione altrove, ignorando deliberatamente l'utilizzatore di questa abilità. Il suddetto stimolo sarà tanto più violento e pressante quanto più larga sarà la forbice tra la PeRm dell'utilizzatore e la ReC del bersaglio. Va considerato e affrontato come un vero e proprio attacco psionico.


You flooded throu' my veins :: Incastonata (Medio)
un pugnale del genere non sarebbe una vera arma d'assassinio se non avesse almeno un secondo asso nella manica, e così è: al Corsaro sarà infatti permesso utilizzare -senza occupare slot né consumare energia- attivare la peculiare abilità del pistolese. Senza che questo subisca mutamenti estetici di sorta -che davvero sarebbero poco idonei per chi vuol passare inosservato-, la lama diverrà avvelenata, grazie ad un cuore di veleno nascosto nell'anima della lama. Il rilascio di questo veleno, perfino in dosi minime, sul corpo o le ferite di un avversario, comporterebbe per quest'ultimo uno stato confusionale generato da un violento senso di nausea coadiuvato dall'annebbiamento della vista. Benché l'abilità - di potenza Media- rechi danni alla mente dell'avversario, è affrontare come una normale tecnica fisica.
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Note: Bon, eccovi il riassunto. Il fallimento del doppio attacco precedente (Motoko-Jack) frustra parecchio il povero Laurens, frustrazione accresciuta dalla grave ferita inferta da Motoko all'Evocazione. Questo getta Laurens in un marasma mentale di pochi istanti, durante i quali avviene il passaggio alla forma demoniaca. Successivamente, il Nostro utilizza la difesa assoluta Pale Scarecrow (Stormo Illusione) per evitare tutti gli assalti subiti. L'azione successiva è semplice benché articolata: Laurens ordina mentalmente alla Belva precedentemente evocata di concentrarsi su Jack, tralasciando Motoko. Lui stesso spara un colpo di pistola al ragazzo prima di tornare a concentrarsi sulla spadaccina. Al contempo (e qui Laurens dovrebbe già essere tornato invisibile a Motoko, visto che Stella dura un solo turno, se ho ben capito) il Flagello utilizza su Motoko l'attiva del Secondo Livello del Void Runner, una tecnica psionica volta a costringerla a concentrare altrove le proprie attenzioni. A quel punto Laurens l'attacca alle spalle utilizzando un doppio attacco fisico a cui va ad aggiungersi la pergamena incastonata nel Pistolese, di potenza Media. E questo credo sia tutto.


Edited by Apocryphe - 8/2/2012, 04:30
 
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balancer
view post Posted on 8/2/2012, 06:30




« Perché combattete fra di voi, come bestie incoscienti, quando dovreste invece sorreggervi l'un l'altro? »

« Oltre quelle scale non c'è nessuna salvezza, piccolo spirito.
... Solo un altro nemico da abbattere. Nient'altro.
Aspetta qui, non ti muovere, non ci vorrà molto.
»

Come era dolce e candida la puttanella, se fosse morta Crow l'avrebbe imbalsamata e portata via con sè rendendola la sua mortifera bambola dell'ammmore.

« Perché è quello che siamo: nient'altro che bestie. »

Parla per te!

Che modi! Il tizio aveva ragione e Jack se n'era reso conto prima ancora che quella reazione a catena devastante si innescasse. Semplicemente non aveva avuto abbastanza controllo, abilità e voglia per disinnescarlo...

« Siete stati voi a volerlo »

Il ragazzo aveva un Bias di attribuzione grosso quanto una balena, non c'era dubbio. E' vero che Jack aveva tentato di pungerlo ma solo per legittima difesa. Il primo ad attaccarlo era stato lo psicopatico, quindi ora che voleva? Un aspirina?
« Voi avete preteso di apporre le vostre forze in questo scontro -voi siete così sciocchi da credere di poter distruggere un oggetto inamovibile. »
Con i deliri in quella stanza si andava di male in peggio, doveva esser colpa dell'aria che si respirava. Bisognava andare via, verso l'alto dove l'aria è più pura e vi sono meno pazzi omicidi dal potere fastidiosamente elevato.

« Felice che almeno tu l'abbia conosciuta
E' morta quando ero solo un bambino.
»

Si beh, se la dai a destra e a manca prima o poi qualche merda te la becchi..

La ragazzina era riuscita a difendersi dalla belva e andava alla carica ma il suo poderoso attacco, come quelli di Jack, fu facilmente vanificato tramite un oscuro potere del demonio, che ora aveva assunto la sua reale forma. L'essere immondo subito dopo essersi difeso passò al contrattacco, circumnavigò la grossa colonna e protese la canna della sua pistola verso la testa di Jack che se ne accorse appena in tempo per spostarsi lateralmente quel tanto che basta per non fargli saltare le cervella. Il proiettile schizzò e rapidamente raggiunse la tempia destra di Crow. Prezioso fluido color crimisi tinse la colonna. Il colpo l'aveva preso di striscio ma la vicinanza dell'esplosione l'aveva reso quasi sordo da un orecchio.
Tutto era così frustrante... il desiderio di vedere quello stronzo morto era immensa ma doveva fare come al solito, da quando si era ritrovato incarnato in quell'inutile corpo, con i nuovi limiti. Lo stronzo, per quanto mal messo e sanguinante, era troppo forte.
Jack contrasse il suo volto in una smorfia di dolore e si tamponò la tempia con la mano. Si sentiva frastornato e il bruciore della ferita stava iniziando ad accendersi e propagarsi esponenzialmente. Strinse i denti.

Bastardo! Mi volevi ammazzare?... Ma se mi ammazzi poi chi ti racconterà di tua mamma?!

Senza contare il fatto che sarebbe stato decisamente poco cortese ammazzarlo.
Ad ogni modo per il demone non era ancora finita. Il piccolo cucciolo e il suo padrone si scambiarono di ruolo e così la fetida creatura stava per balzargli contro per dilaniarlo con i suoi artigliacci. Jack non si sarebbe fatto cogliere nuovamente impreparato. Con la mano sporca del suo stesso sangue afferrò la sua fedele pistola e le fece vomitare un altra raffica di colpi tutti diretti a gli artigli d'acciaio della belva per bloccarne gli attacchi. Le pallottole rimbalzarono sui suoi artigli senza spezzarli nè ferire la belva in alcun modo ma almeno erano riusciti a bloccarne la carica. Era quello il momento giusto per l'ultimo asso nella manica di Bramosia. Nonostante la gamba dolorante, la ferita alla testa e l'orecchio sordo si lancio in un rapido scatto dirigendosi verso il tizio saggio, puntò la pistola verso la testa di Laurense e fece fuoco tentando di contraccambiare il regalino precedente. Si girò di scatto guardo con complicità il saggio e con nonchalanche disse...

Lasciamoli giocare se gli va, mi sa che è un caso perso il tuo...

Poi si fiondò a salire le scale prima che la bestia si riprendesse e gli mordesse il culo o che, peggio, lo facesse il suo proprietario. Il masochismo, stranamente non faceva parte delle sue perversioni. Mentre con eleganza se la dava a gambe lasciò un ultimo messaggio nei cuori dei tre.

Mi raccomando capezzoli d'oro, infilagli quella spada su per il culo!

Ma lui non stava fuggendo dallo scontro, no.
Stava semplicemente andando a fare cose più serie, trovare quel dannato burattinaio.
Che sia stramaledetto.



Status Psicologico: Depresso
Status Fisico: Dolore muscolare da contraccolpo( BASSO+ BASSO ) Ferita da taglio leggera alla gamba sinistra, taglio profondo e sanguinolento alla tempia destra, orecchio destro temporaneamente sordo.

Energia: 39%

[ReC 250] - [AeV 100] - [PeRf 50] - [PeRm 200] - [CaeM 125]



Tecniche attive usate:

Barricate
La guerra è rapidità, fame, cupidigia. E' il veloce movimento del braccio che si muove da un bersaglio all'altro, da un cuore all'altro, premendo il grilletto tutte le volte che un colpo può portare una nuova morte, un nuovo passo avanti: una nuova speranza di vittoria. Almeno fino alla battaglia successiva. Quando è nel pieno dello scontro, Parabellum sa come far valere la propria potenza: muovendo rapidamente il braccio, infatti, il portatore potrà sparare una velocissima raffica di colpi in un arco di 180° davanti a se, causando un danno Medio a tutti coloro che vengano investiti dalla raffica. Il raggio sarà comunque molto ridotto e limitato all'area immediatamente di fronte al portatore. La scarica di proiettili può avere anche applicazioni difensive, costituendo una buona strategia elusiva e, se possibile, anche uno strumento difensivo. [Tecnica fisica a costo Medio. Causa una raffica di proiettili in un arco di 180° di fronte al portatore. Non è considerata una tecnica ad area e fa danno medio al singolo bersaglio o ai singoli bersagli colpiti dalla raffica. Basata sulla CaeM.]

HeadShot!
Fiaccare il nemico significa marcarlo nei suoi punti vitali. Significa fargli saltare un ginocchio, rallentarne la furia con un proiettile sparato dove fa più male, significa fiaccarne il fiato diluendone la potenza nel suo proprio sangue, lasciandolo morire in un angolo, ammorbato dai propri propositi e maledetto dai suoi stessi rimpianti. Per questo, quando è necessario, Parabellum sa dove colpire: sa dove può far male. E sa che la sorpresa di un'esplosione, di un fuoco che incendia le fondamenta del nemico, può far la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Per questo, spendendo un consumo pari a Medio, l'arma sparerà un proiettile che per potenza e precisione causerà al nemico un danno Basso. Il proiettile, però, rimarrà incastrato nel corpo dell'avversario e, al turno successivo, esploderà generando una potente fiammata in grado di causare un danno Medio. La grande potenza dell'arma, però, spingerà all'indietro con violenza il braccio del portatore, causando anche a lui un danno Basso. [Tecnica magica incantata con l'elemento Fuoco a costo Medio. Causa un danno Basso al nemico nel turno di lancio, consistente in un normale attacco fisico potenziato dalla magia. Nel secondo turno causa un ulteriore danno Medio, questo basato sull'elemento fuoco. L'energia e lo slot vengono consumati solo al momento dell'attacco, quindi nel primo turno. Malus: al momento dell'attacco, causa un danno Basso al braccio con cui il portatore impugna l'arma. ]



Passive:

Rage of War
Parabellum vuole combattere. Vuole causare dolore: vuole saziarsi di male. Eppure, non è sempre possibile. La guerra è tattica e strategia, ma sopratutto fuga e riorganizzazione. Non sempre il suo utilizzo è possibile in combattimento: non sempre il portatore potrà servirsi del suo servizio. Eppure questo, Parabellum, non lo accetta: non lo accetterà mai. Ogni volta che il portatore si rifiuterà di utilizzarne i poteri in combattimento, infatti, l'arma si rivolterà contro il suo padrone, trasmettendogli la propria frenesia e causandogli un danno alla mente. [Malus. Per ogni turno di combattimento che il portatore non userà le tecniche di Parabellum, questa gli causerà un danno psionico Basso alla mente, sotto forma di furia, come se questo divenisse lentamente preda di una frenesia cieca che diviene, alla fine, vera pazzia. Il danno non sarà evitabile in alcun modo.]

Scent of War
Parabellum è una macchina di guerra, caparbia nella propria gretta volontà di crescere nella battaglia, di sguazzare nel sapore del male che deriva da essa e di destreggiarsi tra le macellazioni della speranza come se fosse perfettamente a suo agio. Per questo nulla può davvero sorprenderla semmai venga affrontata su questo campo. Perché ella è in grado di avvertire il male, di scrutare nel buio e sentire l'odore della polvere da sparo, del proiettile in canna e della miccia che si prepara ad esplodere. Inoltre, l'arma trasferirà questa capacità al suo portatore, mettendolo in condizione di sapere sempre se vicino a lui c'è un'arma da fuoco, una granata o un fucile di qualsiasi tipo, ancorché nascosto, ancorché appostato in un cespuglio, pronto a tendergli un'imboscata. Incosciente di come il suo spirito sia ben più lungimirante nella guerra: nel suo ambiente naturale. [Tecnica passiva di auspex, permette al portatore di avvertire attorno a lui la presenza di armi da fuoco propriamente dette, ovvero fucili o pistole il cui utilizzo implichi l'uso di polvere da sparo, anche se nascoste o non visibili; l'abilità si estende anche alle granate e alle bombe, purché queste siano identificabili come "armi da guerra" o, per meglio dire, il loro funzionamento implichi l'utilizzo di meccanismi di innesco complessi, di materiali esplosivi anche alternativi alla semplice polvere da sparo. E' inefficace riguardo armi bianche, da mischia o da lancio che non siano assimilabili nella categoria predetta.]

Presenza demoniaca
Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate... ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

Onniscienza
Lo studio della magia, così come per qualsiasi altra disciplina, comporta una prima fase alla quale viene attribuita molta importanza, poiché consta nel punto di partenza del ciclo di acquisizione sapienziale denominata: osservazione. In grado di discernere la magia nella moltitudine delle sue manifestazioni, i portatori dell’innata saranno in grado di percepirla nell’area circostante, un sesto senso o un intuito al quale ci si potrà affidare con assoluta certezza. Si potranno individuare le trappole di origine magica sul campo di battaglia, riconoscere le illusioni ambientali come tali, avvertire la presenza di attacchi magici diretti alle proprie spalle e tanto altro ancora; ma si ricordi che non essendo un'abilità di Auspex, non potranno essere percepite le auree di altri individui nelle circostanze.



Note:

Jack riesce a vedere Laurens grazie alla passiva di Arcanismo che permette di riconoscere le illusioni ambientali e si sposta quel pò che è sufficiente per non crepare. Si difende dall'assalto della bestia con Barricate, che può essere usato anche a scopi difensivi come in questo caso, senza ledere all'animale u.u poi se la dà a gambe non prima di lanciare un ultimo attacco al demone.
 
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Lenny.
view post Posted on 8/2/2012, 19:42




Faustus' Dream ~ la mano del destino
VIII - Sancta Sanctorum


Viktor ingollò una lunga sorsata dalla fiasca d'ottone. L'acquavite gli scese giù, infiammandogli le viscere come una colata di olio bollente.
Si era stancato di osservare ogni loro parola, ogni loro gesto, ogni loro espressione. Tutto quanto attentamente scrutato, premeditamente valutato sin dal loro arrivo a RotteNhaz.
Era tempo di entrare in scena sul proscenio dell'orrore così minuziosamente allestito.
Anzi, a dire il vero mancava ancora uno degli attori principali.
Il migliore.
« Aaaack! » Grugnì, schiarendosi la gola dal sentore acre dell'acquavite. Si erse dallo scranno e impugnò il bastone d'appoggio come uno scettro del suo regale potere, per poi avanzare claudicante nel vuoto gelido della Sala del Trono
« Che cazzo di fine ha fatto il crotonese? »
_______

Hilsa, Sàrkan e Jack imboccarono un corridoio lungo e stretto, prima di giungere alla stanza successiva. Una sala circolare, debolmente messa in luce dal chiarore arancio-sanguigno delle torce ancorate ai sostegni sulle pareti, e lungo di queste erano appostate delle rastrelliere, nel numero di mezza dozzina. La luce danzante delle torce risplendeva sui metalli pregiati di armi preziose, stocchi dai pomi istoriati e altre lame brunite, tutte fregiate del blasone del teschio alato. Sotto di queste vi erano teche di cristallo ospitanti altri oggetti da collezione: pugnali, stiletti, elmi a calotta, celate, cinture, giachi di maglia, reliquie dalle forme più disparate e frammenti di un metallo scuro, forse provenienti da una spada spezzata. Una specie di sancta sanctorum a prima vista, un monumento alla sua grandezza costruito sui trofei di molti nemici sconfitti.
Hilsa percorse con lo sguardo i cimeli che li circondavano. infine si soffermò sulla porta che si affacciava dall'altra parte del reliquiario. Era una sua impressione o da lì provenivano alcuni rumori?
« Arriva qualcuno. »
Fece in tempo a sibilare ai due compagni. Nessun altra parola da parte sua, solo incroci di sguardi preoccupati.
Poi i battenti cigolarono.
E altre due ombre si affacciarono sulla stanza.



QM POINT:

Yomi & Apocryphe: Per voi nulla da segnalare, continuate il vostro scontro da soli nella sala centrale. Ricordo che oltre al portone d'entrata vi è una porta quadrangolare alla vostra sinistra e tre sopra le scale (i vostri compagni hanno imboccato quella centrale). La turnazione è Yomi-Apo e ciascuno di voi ha 4 giorni di tempo a partire da questo post.

Nameless & balancer: attraversate un lungo corridoio buio prima di giungere nella sala descritta nella seconda parte del post. Voi avrete turnazione libera, ma rima di postare dovete attendere l'intervento di un altro QM.

 
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view post Posted on 9/2/2012, 23:35

~ A Red Soul
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Affondò con la spada nello stormo di rapaci neri mandando a vuoto il colpo, un'espressione di furente sorpresa in viso. Avrebbe voluto gridare la sua frustrazione e sfogare la rabbia per quell'attacco andato completamente fuori bersaglio, ma non aveva tempo, e doveva rimanere concentrata al massimo per non farsi travolgere dalla successione di eventi. « Mi raccomando capezzoli d'oro, infilagli quella spada su per il culo! » Rimase per un attimo stordita da quell'affermazione così volgare, che incredibilmente era rivolta proprio a lei, ma si riprese immediatamente registrando che uno dei due demoni abbandonava il campo ed il combattimento.

« Vigliacco!!! »
Gli inveì contro, in quella che era la sua massima capacità quanto ad insulti.
« Torna qui e affrontami, invece di fuggire come il cane che sei!! »
Razionalmente tentò di tornare a rivolgere le sue attenzioni all'unica, vera minaccia che gravava in quel luogo. A livello conscio, scoprì con orrore di non riuscire a ricollegare la stessa concezione di "nemico" ad una fonte ben definita, sapendo intimamente di versare in una gravissima situazione di pericolo ma non riuscendo assolutamente a comprendere il perché, e tantomeno cosa provocasse quello stato di allerta totale. Come un balbuziente scagliata su di un palco davanti a centinaia di spettatori rimase ferma, paralizzata nell'atto di fare qualcosa non più capace di ricordare cosa. L'istintiva sensazione di paura scatenò in lei il panico, che a sua volta dettò la reazione più logica.

« Lampo!!! »
Fece danzare Shisui falciando l'aria attorno a se, ed immediatamente l'arma reagì come un'estensione del suo stesso corpo. La sua sola pressione della spada riverita dette vita ad una violenta corrente che divenne solida quanto un muro esteso in ogni possibile direzione. La miko rimase stupita quando udì il suono fantasma di acciaio che impattava sulla superficie eterea dello Kakusan Zankōsen, e la sorpresa divenne dolorosamente reale quando una lama le affondò crudelmente nel fianco, ferendola. Balzò all'indietro tenendosi la ferita con la mano, mentre lentamente la semplice capacità di pensare tornava al suo posto. Il kimono si tingeva di rosso per la terza volta, ma stavolta non era uno squarcio che poteva ignorare con la semplice forza di volontà. "Fino a quanto è andato a fondo??" si domandava mentre recuperava una parvenza di guardia senza osare togliere la mano dalla ferita sanguinante. Bruciava come fuoco liquido, si accorse, e non poteva andare avanti per molto. Era stata fortunata perché la sua tecnica aveva smorzato parte del colpo, ma ugualmente se aveva ferito qualche organo interno, l'aspettava una notte di agonia e poi la morte, confinata fra le fredde mura di quella fortezza.

No! Non poteva finire così, non per un errore così idiota!
Serrò di nuovo la presa sulla nodachi, dimenticò la ferita al fianco e ignorò la sensazione calda del suo stesso sangue che le colava lungo il fianco, impregnando gli abiti. Il dolore è un'illusione dei sensi ripeté disperatamente, e con quella convinzione scelse la via più breve e rischiosa per concludere in fretta lo scontro. In quel momento la testa prese a girare furiosamente, ed un senso di nausea la colse. Interpretò quei segnali come una sicura conseguenza delle ferite, o forse della perdita di sangue che stava iniziando a diventare eccessiva. Strinse ancora i denti, per quanto rischiasse seriamente di cedere da un momento all'altro.

« Non sopporterò la tua vista un istante di più! »
Ingiunse a denti stretti, quasi ringhiando in faccia al demone tutta la sua fredda determinazione.
Era tornato visibile. Probabilmente, con un avversario in fuga e l'altro ferito più volte credeva di avere la vittoria in pugno.
Motoko chiuse gli occhi, distese la spada davanti a se e disegnò un sigillo con le mani. Raggi di luce bianca disegnarono un
cerchio ai piedi del demone corsaro, sollevandosi verso l'alto mentre si materializzarono dal nulla schegge di energia
nella forma di candidi petali di ciliegio.

Senzanome-13

« Cadi negli abissi più profondi degli inferi e basta, creatura. »
Il cerchio di luce avvampò di ougi sfavillante, mentre i petali nivei si moltiplicavano, divenendo una legione. Come fiocchi di neve in una tormenta, danzarono attorno alla figura del mostro dell'Overworld, fu allora che quattro lame letali di pura energia si materializzarono dal nulla, fendendo l'aria come strali diretti al costato del mostro.

Shinmei-ryuu Hyakuretsu Ōkazan
Divina Scuola Shinmei: Colpo Dei Cento Petali Di Ciliegio

Appena un gradino sotto le tecniche Kessen, era l'ougi più potente fra quelli che Motoko era in grado di padroneggiare. Non si trattenne e lo evocò al suo massimo potenziale, con grande dispendio di ki che provava ulteriormente il suo corpo già notevolmente prossimo alla stanchezza. Era una scommessa: difficilmente avrebbe retto per più di pochi minuti, quindi non poteva permettersi tentennamenti. Una dopo l'altra, in successione, le spade di luce colpirono da destra, da sinistra, frontalmente e poi alle spalle del diavolo, tentando di trapassarlo con stoccate letali. Con un grido, Motoko tornò all'attacco sollevando Shisui sopra la testa e poi colpendo in un feroce fendente a due mani verso il basso, come una ghigliottina. Vi infuse tutta la maestria di cui era capace, e che sapeva di poter mantenere a quei livelli ancora per poco, molto poco. Con altrettanta ferocia, dopo l'attacco invertì la presa e scagliò un montante di ritorno, e la punta avrebbe affondato nel ventre dello spettro nero fin nelle viscere.
Ancora un po'. Un ultimo affondo, forse due. Ti prego, non cedere solo per un altro poco...

    Status

    ReC 225 AeV 200 PeRF 125 PeRM 75 CaeM 625

    Status Fisico Appena sufficiente a continuare a combattere.
    Status Psicologico Spossata, danno mentale complessivo pari ad Alto, nausee e senso di confusione.
    Riserva Energetica 25%
    Equipaggiamento Shisui (rinfoderata)
    Ferite Squarcio al braccio destro (ferita Media); danno Medio alla spalla destra da perforazione, sanguinante. Danno Basso al fianco, sanguinante.


    Abilità Passive

      Discipline dell'Ougi « Immune alla spossatezza da perdita di energia
      Discipline di Infusione « Passive di dominio Warrior Style liv I, II e III
      Discipline di Vera Vista « Auspex passivo
      Discipline di Forza « Vince sempre i confronti basati sulla PeRF
      Discipline di Fedeltà « Permette di richiamare la spada
      Discipline di Fermezza « Resistenza al dolore
      Discipline di Distruzione « Capacità di raddoppiare consumo e potenza delle tecniche
      Discipline di Consapevolezza « Non può sottrarre oggetti; -200 CaeM con armi che non sono Shisui
      Magnanimo Giudizio della Spada « Capacità praticare gli esorcismi mediante le tecniche

    Abilità Attive

      Kakusan Zankōsen: Letteralmente, "Diffondersi del Lampo di Luce", tecnica segreta della Divina Scuola Shinmei appartenente al genere delle Tecniche-Lampo. A livelli molto alti è una tecnica che può aprire letteralmente l'aria generando enormi zone di vuoto, potendo perfino dividere in due una cascata e mantenerla tale per un giorno e una notte con un solo fendente. Motoko purtroppo non è portata per questo genere di ougi, ed il suo Kakusan può essere emulato anche da un iniziato di basso livello, anche così però è una tecnica spesso vitale, che può fare la differenza in certi tipi di scontri. Con un singolo fendente di spada, infatti, l'esecutore può diffondere il proprio Ki in un'area di una qualsiasi estensione (un cono di novanta gradi o un'area di trecentosessanta), "spingendo" con la pressione della lama qualsiasi corpo solido si trovi al suo interno e non riesca ad opporre una resistenza sufficiente, generando fra l'altro un violento spostamento d'aria. Non ha effetto su forme di energia che non siano tangibili, inoltre se l'estensione della tecnica supera i 180° l'efficacia della stessa dimezza. Trattandosi in buona sostanza della pressione esercitata dalla propria spada, lo Kakusan Zankōsen si basa sul Controllo delle Armi, e non sulla Potenza Magica dell'esecutore. Consumo Medio.

      Hyakuretsu Ōkazan: Letteralmente, "Colpo Dei Cento Petali Di Ciliegio", tecnica del genere ougi, ovvero "Significato Profondo". La spettacolare esecuzione dello Hyakuretsu Ōkazan ha inizio con un singolo fendente di spada, che genera nel terreno, a non più di pochi metri di distanza dall'utilizzatore, una circonferenza del diametro di tre metri. Istantaneamente l'area all'interno della zona così circoscritta viene investita dal ki dello Shinmei, e sembra irradiarsi in una colonna di luce che subito si compatta in una tempesta di quelli che sembrano alla vista piccoli petali di fiore. Alla comparsa dei petali di luce, la vittima sembra investita da una fitta pioggia di lame. In realtà, l'esecuzione effettiva è ben diversa da ciò che traspare dall'esterno: il fendente di spada di apertura irradia ki nell'area prescelta, ma ad esso seguono dai due agli otto brevi movimenti di spada, tanto più brevi quanto sono numerosi. Questi colpi si imprimono nel ki, che li riproduce sotto forma di lame di energia che vanno a colpire l'avversario come se fossero eseguite direttamente da sotto suoi piedi. I "petali di ciliegio" che sembrano danzare nell'area circolare dello Hyakuretsu Ōkazan sono innocue condensazioni di energia, tanto più numerose quanto meno è perfetto il controllo del ki da parte dello Shinmei. Si dice che i grandi maestri Shinmei riescano a generare una colonna di luce talmente intensa da bruciare gli occhi, nella quale danza come trasportato dal vento un singolo petalo di ciliegio, un livello al quale Motoko tutt'oggi aspira con risultati incoraggianti ma ancora ben distanti dalla perfezione. Per la sua natura, lo Hyakuretsu Ōkazan si basa sul Controllo delle Armi di Motoko, e non sulla sua Potenza Magica. Consumo Alto

    Note

      Grazie alla pergamena Stella, la cui durata totale è di un turno completo e quindi si estende anche la turno di Laurens, Motoko riesce a seguirne i movimenti del demone, finché questi non aggredisce la sua mente con una tecnica di distrazione mentale. Dovendo forzatamente distogliere la sua attenzione dal nemico, la Shinmei è obbligata a perderlo di vista, piombando nel panico per un istante. Riesce a riprendersi con la consapevolezza di essere totalmente vulnerabile, e dunque scaglia una difesa totale completamente alla cieca. Il tempismo è corretto, ma non per un inopportuno colpo di fortuna: la finestra temporale della durata di "Behind those Eyes" -effetto attivo del livII di Void Runner- è molto ridotta, Motoko utilizza una difesa a 360° la cui efficacia corrisponde grosso modo con quest'ultima, quindi si protegge per quel lasso di tempo in cui è estremamente vulnerabile, che non a caso è lo stesso istante in cui il suo avversario sceglie di attaccarla.

      Gli attacchi fisici di Laurens sono deflessi dal Kakusan Zankōsen, il successivo attacco di potenza media tuttavia sfonda le difese erette in tutta fretta dalla shinmei infliggendole un danno Basso da lacerazione al fianco (che non provoca intorpidimento per effetto della passiva "Rebound the Pain" -che rappresenta la pergamena "Punti nevralgici"- perché portato con tecnica e non tramite normale azione fisica); a tale ferita si aggiunge un ulteriore danno Medio mentale accompagnato da nausea e confusione dovuto al veleno.

      A questo punto Laurens è visibile, poiché ha attaccato con tecnica facendo crollare il suo occultamento. Basandosi sulla passiva di insensibilità al dolore e facendo appello a tutta la sua forza di volontà, Motoko contrattacca sferrando lo "Hyakuretsu Ōkazan" a tutta potenza ed una successione di due colpi di spada al suo avversario. Lo Hyakuretsu Ōkazan circonda Laurens con quattro lame di energia ciascuna di livello Basso, che colpendo dai suoi piedi nascono sotto forma di affondi al torace, simili a frecce. Successivamente alla sua azione, Motoko sferra un fendente al cranio e poi, di rimando, un fendente dal basso verso l'alto al ventre.

      Ricordo che gli attacchi fisici di Motoko godono della passiva Discipline di Forza, per cui la sua PeRF è sempre considerata maggiore di quella dell'avversario. Ciò ha gravi conseguenze durante gli scontri con armi, specie nei riguardi del disarmo -ho scelto non a caso colpi che provocano violenti impatti fra le armi per sfruttare al massimo questa caratteristica. In ultimo, rammento che l'AeV di Motoko è considerata pari a quella di Laurens, e che durante il corpo a corpo ai fini delle schivate si confronta l'AeV con la CaeM del rivale.


Edited by Sakura Kyouko - 10/2/2012, 02:58
 
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Stray
view post Posted on 10/2/2012, 10:48




Tutto è musica, attorno a lui.
Chiude gli occhi, inclina la testa, lo zigomo appoggiato sulle nocche della mano chiusa.
Potrebbe essere una festa, il grande ballo della corte che non ha mai avuto: l’orchestra non manca, poco importa se è stregata e abita dentro un’ocarina.
Gli invitati, nemmeno: ci accontentiamo anche della feccia, non serve un abito da sera.

Seduto sul trono di pietra, cento drappi di porpora avvolgono e si dipanano dallo scranno, accogliendolo nelle loro sinuose morbidezze, fino a sparire nel buio della sala. È un intrico di arterie piatte e immobili, illuminate dai candelabri pendenti e dalle fiaccole incastrate nelle colonne squadrate. Da qualche parte a RotteNhaz, per allietare il viaggio, risuonano note allegre: le urla degli invitati, il cozzare del ferro, lo stridere delle lame, esplosioni, insulti rochi e invasati.
Dalle vetrate la luce della luna taglia il pavimento in lunghe sezioni rettangolari, illuminando via via sempre di meno verso il fondo: lunghi arazzi cremisi appesi alle finestre coprono la luce, l’assorbono, la filtrano distorta in una tonalità sempre più cupa e rossastra, annullandosi progressivamente fino all’estremità sud della sala, lì dove il buio è spezzato solo dalle torce ardenti, lì dove riposa il generale d’armata.
Primo ufficiale nominato dei Falkenberg Korps, l’esercito del demone.
{«Generalleutnant»}
Primo a salire in quel vascello di matti, fatto di pietra nera e sortilegi.
Ultimo ad entrare in scena.

Corruga leggermente la fronte, reprimendo una piccola fitta di calore pulsante, la mano libera rotea e stringe il bicchiere di vetro bombato dentro cui vortica una minuscola stilla di liquido scuro. I vini del beccaio gli hanno scaldato le budella, bevuti a stomaco vuoto, aprendosi un varco fino ai nervi della fronte. Sospira, ed è quasi un ringhio di stizza: dalle pareti trasuda un suono sempre più alto e insistente - il valzer della follia gli solletica le orecchie, le urla degli ospiti sono il miglior invito per unirsi alle danze. Ma lui aspetta, come gli è stato ordinato, di lasciare che si scannino fra di loro, per far emergere i più forti – o i più fortunati. Poggia il vetro sul bracciolo, si stende un po’, rovescia la testa dall’altro lato, fa una smorfia. Aspetta ancora, per il bene dei Korps. Chiude gli occhi, si lascia cullare dalla musica, trangugia l’ultima goccia di vino con mesta avidità, sentendo il sapore aspro sulla lingua umida. Sono rimasti in pochi, lo sa.
Ciò che non sa, invece, è quanto ancora dureranno.

« Mi sono rotto, Oberkommandierende.
…e poi, è finito il vino.
»


Rohan si alza, e dall’ombra alle sue spalle emerge un lento stormo di pugnali d’acciaio, plasmato dalla foschia stessa. Un singolo drappo rosso si muove con lui, fra i mille immobili, staccandosi dal trono.
Nello stesso istante il cristallo appoggiato si rovescia, cade a terra, la porta si spalanca, gli occhi annebbiati si illuminano, le spade scattano all'unisono.

La sagoma di Montag viene disegnata sul legno da un contorno di ferro vibrante.
Dove non sono stati fermati, i pugnali tremano a pochi centimetri dal viso dell’ospite, piccole linee affilate sospese a mezz’aria. L'uomo esita per qualche istante, le labbra carnose boccheggiano un po' prima di parlare a testa china.

« Montag. Montag De Villers. Capitano di Brigata. »

Il Generalleutnant si avvicina, i passi rimbombano secchi per la sala. Sorride acido, pregustando una risposta che darà senso all’attesa consumata fra alcool e scomodi riposi. Muove il braccio con un gesto repentino, come a scacciare una mosca, afferrando due metri d’acciaio sagomato che precipitano dal soffitto. I pugnali si dissolvono, lasciando i due a guardarsi occhi negli occhi. Benché lo superi di una spanna abbondante e abbia affrontato almeno dieci inverni in più, Montag Orso di Ferro non riesce a staccare lo sguardo da quelle iridi intense, affilate, bestiali.

« Il nuovo acquisto…
E quanti uomini abbiamo reclutato, Capitano Montag?
»


« Circa 200, signore.
Il resto morti o sottomessi.
»


Sul volto del ragazzo si allarga un sorriso: come primo reclutamento, era sufficiente.

« Allora non ce ne servono altri.
Fai strada.
»


~~~ † ~~~

« Arriva qualcuno. »

Quando le figure si fecero più nitide, Hilsa trasecolò. La prima era un ragazzo che non aveva mai visto nella falange, con una lunga chioma di capelli incolti che gli cadeva oltre le spalle e un mantello lacero a coprirgli la schiena. Due pesanti schinieri, intarsiati con fregi e lame sporgenti, gli coprivano le gambe fino alla coscia, ma non sembrava portare armi con sé né armature di ogni sorta - al contrario del suo compagno, un vero e proprio gigante d’acciaio, dal cranio pelato e decorato dalle cicatrici.

« Capitano Montag! »

Esclamò, senza sortire granché sui due.

« Hilsa… »

« Cos’è successo? Chi è lui?
Dobbiamo andarcene. La falange…
»


Le frase le si spezzò in gola, più per l’espressione di Montag che per il ricordo dei suoi commilitoni, divorati dal morbo e mutati in bestie: Orso di Ferro, dietro i lineamenti marcati e inscalfibili, era tranquillo, totalmente a suo agio, senza un cenno di rimorso o preoccupazione nonostante la carneficina ancora in corso. Pareva quasi divertito, in quel frangente, guardando gli occhi spalancati della mezz’elfa: Hilsa non aveva capito niente

« No. »

Scandì deciso.

« Non ce ne andremo da qui: RotteNhaz diverrà il nostro nuovo quartier generale.
Comanderemo la falange come abbiamo sempre fatto, e nuovi guerrieri si aggiungeranno alle nostre fila – più forti, più preparati, più determinati e crudeli. Conquisteremo terre, fama, ricchezze… sotto l’egida del Beccaio.
L’Oberkommandierende non è stupido né ipocrita, sa che questa, Hilsa, è la vera libertà, dettata dal potere.

Se non sei d’accordo, libera di prendere la tua strada.
»


Di morte.
Ora come allora, Montag non tollerava insubordinazioni da parte dei suoi inferiori.
Hilsa lo guardò. Le sue mani sottili e callose strinsero la falce con rinnovato – e disperato – vigore.
Un velo di tristezza e rassegnazione scese su entrambi, sottile come una bava di ragno.

« Vabbè, ho capito l’antifonia... »

Rohan si fece avanti, grattandosi la nuca con fare scocciato, sorpassando i due commilitoni.
Mosse il collo, e una serie di schiocchi secchi conclusero il breve riscaldamento.

« Tienti la fighetta marcia.
Io prendo gli sbandati.
»


Ci fu un lampo improvviso, e il cozzare delle lame risuonò per tutta la sala, quando Montag e Hilsa si avventarono reciprocamente l’uno contro l’altro, scontrandosi con forza tale da allargare una ragnatela di crepe nel punto d’appoggio. La donna urlò, ruotando l’asta e deviando altrove il colpo del Capitano, che sfondò il pavimento con il filo dell’alabarda. Si girò di scatto, parando un fendente alle spalle, e Hilsa fu spinta via da un repentino calcio alla bocca dello stomaco, che le mozzò il fiato e la mandò contro un muro, infrangendo una teca di vetro. Sputando sangue, si rialzò lanciandosi all’attacco, gli occhi iniettati di rabbia.

« Non c’è molto da spiegare.
Io inizio a picchiarvi e voi cercate di morire il più tardi possibile.
»


Rohan piegò la testa di lato, e la falce di Hilsa gli sibilò roteando a qualche centimetro dal collo, andando a conficcarsi nella porta da cui era entrato il gruppo. De Villers ruggì.

« Sembra facile da capire, no? »

Il Generalleutnant puntò l’indice verso il soffitto della sala, coperto da un manto di lame sospese e puntate verso il basso. Uno spadone alto quasi quanto lui piombò a terra, mancandolo per un soffio. Rohan lo impugnò, e il metallo fu avvolto interamente dalle fiamme: quando queste si spensero, non ve n’era più traccia. Menò un fendente a vuoto, senza nulla in mano, e sul pavimento comparve il taglio della lama.

« Impegnatevi. »

Ormai l’Armigero non sorrideva più, scrutando gli ospiti con cieca determinazione.
Era un ordine, non un consiglio.

I pugnali vibrarono, prima di scendere sui tre come una pioggia di vetro.
Rohan si lanciò all’attacco a testa bassa, correndo sulla superfice dell’aria come un piano solido e leggermente obliquo, divorando in pochi attimi la distanza che lo separava dal gruppo. Il mantello si allungò, schioccando dall’attrito, sfregiato dal diluvio d’acciaio. Scelse in fretta, fra i sibili delle lame, senza badare a chi dei due avrebbe colpito con le sue stesse mani. I gambali gli strinsero i muscoli, quasi fondendosi al suo stesso corpo, fremendo di eccitazione: scattò verso il tizio a destra, già sanguinante, mirando alla bocca dello stomaco con un pugno ben piazzato. La zweilhander, sfrecciandogli affianco, era occupata ad intrattenere l’altro ospite di RotteNhaz, ma non da sola: dal cielo, dopo la tempesta di pugnali, cadde roteando un gigantesco martello da guerra. Entrambe le armi era dirette allo stesso individuo - la prima per trafiggerlo, dritto alla bocca dello stomaco, la seconda per schiantarlo a terra con la sua mole. Allo stesso tempo gli SfregiaDiavoli morsero il vuoto, portando il loro padrone alle spalle della prima vittima: non bastava, un solo pugno non era abbastanza – non per Rohan. Prima ancora di toccare il suolo, scattò il calcio sinistro – dentro la sua testa l’acciaio sembrò urlare, fendendo l’aria verso il busto del giovane, sotto la spalla destra. Avrebbe tranciato qualunque cosa ci fosse stata in mezzo con violenza inaudita.

Non per rabbia.
Non per vendetta.
Non per obbedire.
Semplicemente, si annoiava, e quello era il suo passatempo preferito.




«« ReC: 225 AeV: 225 PeRf: 350 PeRm: 225 Caem: 250 »»
Basso: 02% Medio 06% Alto: 15% Immenso 33%

Stato Fisico » {0/16}
Stato Psicologico » {0/16}
Energia » 100% -6% -33% = 61%

Abilità Passive & Derivate da Artefatti •
«Appetize for Opposition / Havoc Hormones» Difesa psionica passiva. / Possibilità di impugnare armi enormi con facilità, forza fisica eccezionale. «Overwhelming Will» Immunità al dolore. «Scattering Steel» Telecinesi sulle armi possedute.
«Oko Boga nie zna barier» Auspex passivo, visione delle auree. {Stendardo di Gruumsh} «Era il loro campione e giusto il suo discernimento / La sua spada parrà incontrastabile, splendente e soverchiante.» Qualunque azione verrà commessa, gli altri la considereranno sempre giusta e necessaria. / Paura e timore di morire per chi fronteggia i colpi della spada. {Lascito dell'Alba} «Fremito» Impossibile percepire la direzione del colpo, l’arma appare incredibilmente sfocata. {Kharon} «Percuoticieli / Frangianimi » Creazione istantanea di appoggi immateriali orizzontali o in pendenza. / Ogni colpo o tecnica inferto da Rohan infligge il doppio delle sofferenze che potrebbe sortire, pur rimanendo invariato il danno in sé. / Rohan avverte dolore equivalente al danno inferto per mezzo degli schinieri. {SfregiaDiavoli}


Abilità Utilizzate •
CITAZIONE
...la grandezza del Campione venne loro preclusa, troppo radiosa per i comuni mortali.
Immerso nell'orda di sgherri agli ordini dell'Antico, il pubblico che ha assistito al miracolo perpetrato dal Campione, le gesta di Goros non sono state ammirate da nessun essere umano. Come se le Forze avessero scelto di aiutare il prescelto solo quando i mortali, non abbastanza fedeli, avessero distolto lo sguardo dal loro Tjarn, come se loro, irraggiungibili, si fossero manifestati -nel piano fisico- esclusivamente agli esseri che poi hanno spedito all'inferno e al mortale che, da solo, ce li ha mandati sul serio.
Infondendo un consumo Medio nella lama il portatore potrà quindi mimare l'irraggiungibilità della trascendenza del suo metallo, facendolo scomparire alla vista di chiunque ambisca a scorgerne la perfezione. Dopo essere stata per un breve momento dalle fiamme essa diventerà invisibile. Come lo è stato il miracolo per la tribù di Goros'thal.
E pericolosa. Proprio come la lama che ha salvato quegli stessi Envalosh.
[Abilità Media]
[La spada diventerà invisibile per due turni di gioco. Questa abilità non aumenta in alcun modo i danni causati dall'arma che, in caso non vengano usate altre tecniche, saranno sempre considerati colpi non-tecnica]

CITAZIONE
Ma quelle lame ai suoi piedi eran tutt’altro che ornamenti, la battaglia imperversava con impeto mai visto, le armi cozzavano con ardore, le urla tuonavano assordanti. Si dice che una fenice solcasse i cieli vomitando lingue di fiamme a destra e a manca seminando il panico e il disordine, che nessuno potesse arrestare la sua cavalcata attraverso il cielo, bramante quel sole nero dimora di Dio. Eppure, ciò che rimase impresso nella mente di tutti, fu la reazione di un gigante, che ebbro d’estasi combattiva l’abbatté senza pietà squartandola in due come un quarto di manzo. E tutti videro, tutti tacquero, tutti appresero che nulla paga tanto quanto la furia della belligerante contesa.
Spendendo un ammontare d’energie pari a Critico, Rohan potrà eseguire un calcio dalla furia inaudita. Il colpo basa la propria potenza sulla PeRf, e potrà essere portato a termine con le modalità che saranno ritenute più opportune o consone all’evenienza del caso. La tecnica avrà il preciso scopo di recidere arti con le conseguenze ad esse correlate. Le lame di cui sono provvisti gli schinieri non saranno perciò dissimili da bisturi affilatissimi, che recideranno qualsiasi cosa al loro passaggio come fosse burro, attraversando ogni genere di protezione fisica come armature e simili. [MozzaArti: Tecnica di potenza Critica]



Note •
Yo. Viktor mi ha detto di andarci pesante, quindi… peggio per voi :v:
Tutte le armi sono riportate nella scheda di Rohan, la gran parte manovrate con la telecinesi, che solo per quest’occasione, per coinvolgere entrambi, utilizzo sul filo della sportività. Don’t try this at home, guys.

Ecco la sequenza di attacchi, in ordine cronologico:
@Nameless: - pioggia di lame dall’alto (è un normale attacco fisico ad area tutt’altro che preciso, composto da 15 fendenti. Gestiscilo come ti pare)
- Martellata dall’alto (l’ampiezza del martello copre la tua intera figura)
- Affondo (invisibile) allo stomaco, ma sempre normale attacco fisico.

@Balancer: - pioggia di lame dall’alto (è un normale attacco fisico ad area tutt’altro che preciso, composto da 15 fendenti. Gestiscilo come ti pare)
- Pugno ravvicinato alla bocca dello stomaco.
- Attacco a consumo critico, da dietro (Rohan usa l’aria come appoggio per passarti sopra e avere sempre piani d’appoggio stabili) mirato al braccio destro, fra ascella e clavicola.

Have Fun” 8D



Edited by Stray - 10/2/2012, 15:31
 
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balancer
view post Posted on 12/2/2012, 11:52




Lasciati i due compagni ai loro giochi egualmente perversi Jack aveva ritrovato due complici. Le ferite iniziavano a guarirsi, ma proprio per questo facevano più male, anche se l'adattarsi al dolore, in quelle situazioni, risultava piuttosto spontaneo. Il sangue iniziava a coagularsi, era un bene ma anche uno schifo. I peli della coscia e la ferita stessa si attaccavano di continuo al tessuto dei pantaloni, strappandosi di tanto in tanto e rendendo snervante persino il camminare alla povera divinità.
I tre infine erano arrivati ad una strana stanza colma di "reliquie" e trofei di battaglia e anch'essa dalla forma circolare, forma che non presagiva nulla di buono e gli ricordava la precedente umiliazione.

« Arriva qualcuno. »

Probabilmente il fatto doveva rassicurarlo, del resto loro cercavano qualcuno.
Anche se non perfettamente consapevoli di chi e del perchè, anche se ognuno si era creato il proprio fantasma di quell'individuo e della giustificazione, totalmente illusoria, a quel loro cercarlo.
Hilsa sembrò trovare più di quanto cercava quando vide entrare nella sala il redivivo capitano accompagnato da uno strano ragazzo che Jack non aveva riconosciuto fra i volti visti in precedenza, ai primi atti di quella serata infame, prima del sangue. Hilsa trovò ciò in cui sperava.

« Capitano Montag! »

Candida come una bambina che rivede il suo papi, ignara che lui l'aveva appena venduta ad un pedofilo dopo aver malmenato la madre che gli si era opposta.

« Hilsa… »

« Cos’è successo? Chi è lui?
Dobbiamo andarcene. La falange…
»


« No. »
« Non ce ne andremo da qui: RotteNhaz diverrà il nostro nuovo quartier generale.
Comanderemo la falange come abbiamo sempre fatto, e nuovi guerrieri si aggiungeranno alle nostre fila – più forti, più preparati, più determinati e crudeli. Conquisteremo terre, fama, ricchezze… sotto l’egida del Beccaio.
L’Oberkommandierende non è stupido né ipocrita, sa che questa, Hilsa, è la vera libertà, dettata dal potere.

Se non sei d’accordo, libera di prendere la tua strada.
»


Jack sorrise. Comprendeva bene i cuori dei due, era chiaro la differenza ormai. Era chiaro come quello stronzo aveva premeditato tutto. Aveva fatto un patto col diavolo e invece di pagarlo con la sua anima, in quanto sprovvisto, l'aveva pagato con le anime di quelli che gli appartenevano. Povera, deforme, Hilsa sarebbe stato probabilmente meglio per lei che l'uomo che amava fosse stato realmente sbranato dai cuccioli all'inizio di quello sfacelo.
Non avrebbe avuto più quell'appiglio, quel suo dio da riverire e che l'aveva salvata, ma almeno non si sarebbe resa conto che quel dio non era mai esistito.

« Vabbè, ho capito l’antifonia... »
« Tienti la fighetta marcia.
Io prendo gli sbandati.
»


Male, molto male, malissimo.
I due amanti iniziarono il loro litigio di coppia illuminando la stanza di scintille metalliche e distruzione. I terzi incomodi ne sarebbero stati inevitabilmente travolti...

« Non c’è molto da spiegare.
Io inizio a picchiarvi e voi cercate di morire il più tardi possibile.
»

« Sembra facile da capire, no? »

Il guerriero ignoto prese uno spadone e diede mostra della propria virilità e delle bellicose intenzioni menando un colpo a vuoto, dopo aver coperto con una cortina invisibile l'arma, in un narcisistico gesto di autocompiacimento.

Si, si. Tutto chiaro, ma perchè invece non ti vai a fare una sega guardandoti allo specchio?
Magari scopri che ti piace di più. A me non mi va di trastullarmi col tuo randello...


« Impegnatevi. »

Niente da fare, la proposta non aveva attecchito probabilmente.
Era davvero una brutta sensazione per Jack, già era sfinito e sanguinante, già era stato mazziato, già era riuscito per un pelo a sottrarsi da un ballo a cui non aveva mai desiderato realmente partecipare e in cui era stato tirato dentro a forza. Un altro valzer proprio non l'avrebbe retto, aveva nettamente i piedi doloranti, ma la mano che lo tirava dentro era ancora una volta troppo forte e priva di rispetto. Fuggire da quella dinamica non era possibile, anche se dolorante doveva, necessariamente, almeno ancheggiare.
Tutte quelle giravolte le avevano fatto venire il mal di testa, vomitargli addosso sarebbe pure stato giusto, magari quel bastardo la smetteva di trascinarla.

Una pioggia di metallo si levò contro il demone e il suo simpatico Watson.
Era chiaro già da quella prima battuta che Crow non sarebbe stato nella condizione di superare il nuovo ostacolo da solo, gli serviva uno scudo, Watson era il tizio giusto, e per rendere scudo un uomo non c'è miglior modo che farsi per primo suo scudo. Proprio come magistralmente, visti i risultati, aveva fatto Montag, chissà quando, con Hilsa.

Jack fece un passo laterale collegando, con un retrogusto vagamente erotico, il suo fianco a quello di Sàrkan. Puntò la sua pistola e contrastò efficacemente il flusso metallico con le sue pallottole. Jack continuava a tenere la mira salda e spingere il grilletto per le ultime volte colpendo ripetutamente tutte le lame che piovevano dal tetto per deviarne la traiettoria lateralmente quel pò che bastava, poi un dolore rapace gli strappò via l'anima. Il suo corpo schizzò indietro come se fose stato una palla calciata da Roberto Carlos. Le sue mani riuscirono per miracolo a non mollare la presa sul ferro. Un conato di sangue gli salì alla bocca, lo trattenne. Vide lo sconosciuto schizzargli dietro, nonostante il dolore lo seguì con lo sguardo. Il bastardo si preparava ad accoglierlo di controbalzo con un poderoso calcio diretto a mozzargli un braccio, dato che dai suoi stivali sporgevano simpatiche lame. Jack in volo si contorse esponendo al colpo la schiena a cui era appesa la fedele spada, nella speranza che quella attutisse almeno parzialmente il colpo impedendo alle lame di penetrare troppo in profondità. Nell'esatto momento in cui i due ferri impattarono e una fiamma cobalto tinse il volto del giovane guerriero Crow gli sputò in voltò il sangue trattenuto. Poi la potenza del colpo penetrò in lui devastandolo. Le sue inutili membra cambiarono semplicemente traiettoria, impattarono contro il muro e poi cadde a peso morto sul freddo pavimento, versando in uno stato di semi-incoscienza.

Vide accanto a sè due belle donne entrambe ricoperte di veli semitrasparenti che lasciavano intravedere le loro dolci forme. Gli sorridevano e il loro sguardo perturbante penetravano il suo animo seducendolo prepotentemente...

Chi... s-siete?...

Vide la donna ricoperta da veli bianchi parlargli per prima.

Noi siamo insieme, non mi abbandonare...

Che minchia stava dicendo?
Jack non la riconosceva, non l'aveva mai vista e non sapeva da dove fosse venuta. La sua risposta non gli chiarì le idee, si limitò a incasinargliele ulteriormente.

Vieni con me, ti farò una sorpresa...

La nera le indicò con un impercettibile gesto della mano la pistola che gli giaceva affianco.

Non vedi come è crudele?
Lei non ti merita... seguimi e ti svelerò ciò che lei non è capace di darti...


Il demone vomitando sangue porse lo sguardo alla pistola un altra volta.
Forse era veramente il caso di fare un pompino a Parabelllum e farla finita. Da quando era precipitato nella carne non aveva conosciuto che sofferenza e negazione.
Il suo desiderio sbatteva continuamente contro l'impossibile... come quella sera: non era riuscito a infilarsi nella bella fighetta sacra, non era riuscito a ucciderle il complessato ed era stato ancora sottomesso dal nuovo coglione fuoriuscito da testadicazzolandia.
A quanto pare era evidente una cosa: Si nasce, o almeno nel suo caso, per subire.

Non abbandonarmi!!!

La sua voce era ormai un urlo disperato, vedeva nei suoi occhi un addio.
Crow fece scivolare la sua mano verso la pistola, l'afferrò.
Ormai il suo corpo era in preda all'emorragia, sia interna che esterna, anche il più piccolo movimento era uno sforzo disumano in quel momento. Anche un respiro gli causava dolori lancinanti e impiegava tutta la sua forza. Il suicidio, alla fine era più dignitoso di una simile condizione. Del resto se non si uccideva da sè l'avrebbe comunque ucciso qualcuno presto...
Forse sarebbe stato proprio quel ragazzino che non si era nemmeno degnato di presentarsi e che si era limitato a imporsi con le sue regole e la sua cecità, ennesimo burattino utile finché a una parte, poi buono solo per scaldare il camino.
La nera era compiaciuta.
Click!
...

Fottetevi, puttane!

La scintilla, seguita dall'immediata esplosione della polvere da sparo nel tamburo e il proiettile iniziò la sua corsa. Attraversò la nera che si dissolse col suo sorriso e che sarebbe esplosa a pochi centimetri dal guerriero sprigionando una piccola ma densa nube di fumo che avrebbe inghiottito solo l'arrogante ragazzo. Sufficiente a impedirgli di vedere, disorientandolo, e a dare l'occasione a Sàrkan di infliggergli il suo colpo migliore.



Status Psicologico: Devastato
Status Fisico: Dolore muscolare da contraccolpo( BASSO+ BASSO ) Ferita da taglio leggera alla gamba sinistra, taglio profondo e sanguinolento alla tempia destra, orecchio destro temporaneamente sordo; Taglio profondo e sanguinante sulla schiena, danni in tutto il corpo con emorragie interne ed esterne ( Critico ).

Energia: 22%

[ReC 250] - [AeV 100] - [PeRf 50] - [PeRm 200] - [CaeM 125]



Tecniche attive usate:

Barricate
La guerra è rapidità, fame, cupidigia. E' il veloce movimento del braccio che si muove da un bersaglio all'altro, da un cuore all'altro, premendo il grilletto tutte le volte che un colpo può portare una nuova morte, un nuovo passo avanti: una nuova speranza di vittoria. Almeno fino alla battaglia successiva. Quando è nel pieno dello scontro, Parabellum sa come far valere la propria potenza: muovendo rapidamente il braccio, infatti, il portatore potrà sparare una velocissima raffica di colpi in un arco di 180° davanti a se, causando un danno Medio a tutti coloro che vengano investiti dalla raffica. Il raggio sarà comunque molto ridotto e limitato all'area immediatamente di fronte al portatore. La scarica di proiettili può avere anche applicazioni difensive, costituendo una buona strategia elusiva e, se possibile, anche uno strumento difensivo. [Tecnica fisica a costo Medio. Causa una raffica di proiettili in un arco di 180° di fronte al portatore. Non è considerata una tecnica ad area e fa danno medio al singolo bersaglio o ai singoli bersagli colpiti dalla raffica. Basata sulla CaeM.]

Fog of War
La tattica è importante. Parabellum è un'arma tanto scaltra e potente da sapere anche quando è necessario tradire l'avversario, tendergli un trucco meschino, per aggirarlo è coglierlo di sorpresa. D'altronde la guerra non è per i deboli, o per le femminucce: la guerra è per i furbi, per chi si sazia della carne del nemico a qualunque costo e qualunque prezzo. In guerra non vince il più leale, ma il più abile. Per questo Parabellum, se necessario, potrà essere caricata con un singolo proiettile fumogeno il quale, se lanciato, creerà una coltre di fumo piuttosto spessa, ma del diametro ristretto in grado di celare la vista ad uno o massimo due avversari di media stazza. [Tecnica magica a costo Basso, crea una coltre di fumo di area ristretta, in grado di ostacolare la vista al singolo avversario (o al massimo a due avversari molto vicini) i quali non potranno normalmente scrutarvi attraverso. Il portatore non sarà ostacolato dal fumo. La tecnica dura nel solo turno di lancio ed è utile come tecnica elusiva o di supporto al singolo attacco]



Passive:

Rage of War
Parabellum vuole combattere. Vuole causare dolore: vuole saziarsi di male. Eppure, non è sempre possibile. La guerra è tattica e strategia, ma sopratutto fuga e riorganizzazione. Non sempre il suo utilizzo è possibile in combattimento: non sempre il portatore potrà servirsi del suo servizio. Eppure questo, Parabellum, non lo accetta: non lo accetterà mai. Ogni volta che il portatore si rifiuterà di utilizzarne i poteri in combattimento, infatti, l'arma si rivolterà contro il suo padrone, trasmettendogli la propria frenesia e causandogli un danno alla mente. [Malus. Per ogni turno di combattimento che il portatore non userà le tecniche di Parabellum, questa gli causerà un danno psionico Basso alla mente, sotto forma di furia, come se questo divenisse lentamente preda di una frenesia cieca che diviene, alla fine, vera pazzia. Il danno non sarà evitabile in alcun modo.]

Scent of War
Parabellum è una macchina di guerra, caparbia nella propria gretta volontà di crescere nella battaglia, di sguazzare nel sapore del male che deriva da essa e di destreggiarsi tra le macellazioni della speranza come se fosse perfettamente a suo agio. Per questo nulla può davvero sorprenderla semmai venga affrontata su questo campo. Perché ella è in grado di avvertire il male, di scrutare nel buio e sentire l'odore della polvere da sparo, del proiettile in canna e della miccia che si prepara ad esplodere. Inoltre, l'arma trasferirà questa capacità al suo portatore, mettendolo in condizione di sapere sempre se vicino a lui c'è un'arma da fuoco, una granata o un fucile di qualsiasi tipo, ancorché nascosto, ancorché appostato in un cespuglio, pronto a tendergli un'imboscata. Incosciente di come il suo spirito sia ben più lungimirante nella guerra: nel suo ambiente naturale. [Tecnica passiva di auspex, permette al portatore di avvertire attorno a lui la presenza di armi da fuoco propriamente dette, ovvero fucili o pistole il cui utilizzo implichi l'uso di polvere da sparo, anche se nascoste o non visibili; l'abilità si estende anche alle granate e alle bombe, purché queste siano identificabili come "armi da guerra" o, per meglio dire, il loro funzionamento implichi l'utilizzo di meccanismi di innesco complessi, di materiali esplosivi anche alternativi alla semplice polvere da sparo. E' inefficace riguardo armi bianche, da mischia o da lancio che non siano assimilabili nella categoria predetta.]

Presenza demoniaca
Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate... ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

Onniscienza
Lo studio della magia, così come per qualsiasi altra disciplina, comporta una prima fase alla quale viene attribuita molta importanza, poiché consta nel punto di partenza del ciclo di acquisizione sapienziale denominata: osservazione. In grado di discernere la magia nella moltitudine delle sue manifestazioni, i portatori dell’innata saranno in grado di percepirla nell’area circostante, un sesto senso o un intuito al quale ci si potrà affidare con assoluta certezza. Si potranno individuare le trappole di origine magica sul campo di battaglia, riconoscere le illusioni ambientali come tali, avvertire la presenza di attacchi magici diretti alle proprie spalle e tanto altro ancora; ma si ricordi che non essendo un'abilità di Auspex, non potranno essere percepite le auree di altri individui nelle circostanze.



Note:

Jack usa barricate per difendere se stesso e Sarkan dalla pioggia di lame meno il pugno che incassa. Incassa pure il critico, a causa delle condizioni psico-fisiche ha delle allucinazioni e alla fine spara un Fog of War per supportare l'offensiva di Sarkan. Insomma è discretamente vicino alla morte :lui:
 
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view post Posted on 12/2/2012, 13:12





Vipsinia risalì le scale a passo svelto, raggiungendo Sàrkan, pochi metri oltre la porta.
Era una sensazione d'insuccesso frustrante e invincibile.
Gente disillusa, che preferisce continuare a massacrarsi anziché tentare di sopravvivere.
Eppure lei pensava che non sarebbero necessitate molte parole per convincerli, dopotutto il concetto di sopravvivenza è alla base di ogni creatura.
La risposta dell'altro però le fece dubitare della sua stessa coerenza.
Quella frase le dava il tormento, non le concedeva un solo secondo di pace.

Perché è quello che siamo: nient'altro che bestie
Voi avete preteso di apporre le vostre forze in questo scontro -voi siete così sciocchi da credere di poter distruggere un oggetto inamovibile.


Dunque era così? Era stata lei a scegliere di gettarsi in quella follia, lei decise di seguire Sàrkan senza opporsi, lei stava alla causa dei suoi problemi.
Come poteva pretendere che la gente l'ascoltasse e le desse ragione, senza che lei stessa sapesse cosa fare?
La sensazione d'amaro cresceva lenta, scalino dopo scalino.
Sembrava realmente di aver ingerito un boccone dal pessimo sapore, e non si aveva la possibilità di risputarlo.

I passi risuonavano lenti lungo il corridoio.
Sàrkan in cuor suo sapeva che Vipsinia non li avrebbe facilmente convinti, ed in realtà era abbastanza stupito che uno di quei tre avesse deciso di seguirli; ma non sembrava un elemento di granché utilità: tagli disseminati un po' dovunque, sicuramente affaticato dal combattimento, e incredibilmente irritante, per non dire stupido, a giudicare da quanto gli sentì dire durante il corso della vicenda. In fin dei conti, non era dissimile da Sàrkan qualche tempo prima dell'incontro con il Dottore.

Il corridoio sfociava in una sala circolare dai colori che ricreavano magistralmente un'ambiente che Sàrkan fino ad allora aveva avuto l'onore solamente di leggere.
La curiosità di questo venne stuzzicata, così come la prudenza; Hilsa mormorò una frase minima che il Senzanome si perse, e mentre Vipsinia accarezzava l'elsa dello spadone, l'Assente cercava di individuare qualcuno.
Fra le tonalità ripetitive della sala comparvero due figure, e una di quelle era senz'altro il loro obiettivo: Montag.

Non ce ne andremo da qui: RotteNhaz diverrà il nostro nuovo quartier generale.
Comanderemo la falange come abbiamo sempre fatto, e nuovi guerrieri si aggiungeranno alle nostre fila – più forti, più preparati, più determinati e crudeli. Conquisteremo terre, fama, ricchezze… sotto l’egida del Beccaio.
L’Oberkommandierende non è stupido né ipocrita, sa che questa, Hilsa, è la vera libertà, dettata dal potere.

Se non sei d’accordo, libera di prendere la tua strada.


Dopo uno scambio veloce di battute, la situazione si fece chiara, e l'Assente, seppur deluso e amareggiato, si preparò ad affrontare il destino.
L'altro, ora meglio illuminato, mostrava un corpo robusto, asciutto, espressione decisa, contornata dalle tonalità scure dei lunghi capelli che ribelli precipitavano lungo la schiena.

Non c’è molto da spiegare.
Io inizio a picchiarvi e voi cercate di morire il più tardi possibile.
Sembra facile da capire, no?


Sàrkan avrebbe sbadigliato, se solo gli avesse concesso qualche istante in più: il classico individuo sicuro di sé, che – probabilmente per cercare di guadagnare autostima – impartisce ordini a cuor leggero, utilizzando espressioni che poco si addicono ad uno nella sua posizione, lui detestava la gente di quel tipo.
Sapeva il fatto suo, questo era certo, ma che motivo c'era di sottomettersi così all'Oberkommandierende?
L'Assente era solito biasimare qualunque cosa non coincidesse perfettamente con la sua concezione degli eventi, ma questa volta chiunque, probabilmente, avrebbe appoggiato la sua osservazione.

Dall'alto si profilavano saettanti le figure di una dozzina di lame, crescendo di numero come una raffica di frecce ai principi dell'assedio di un forte, queste sorgevano dal buio, pregustando sofferenza.
Mentre gli occhi vuoti di Sàrkan cercavano disperatamente una soluzione, il tizio di prima, sul quale a quanto pareva aveva formulato un giudizio errato, gli scivolò accanto, difendendolo completamente dalla raffica attraverso un uso impressionante della propria arma.
In effetti si meritava un ringraziamento, ma Sàrkan non aveva il tempo di formularlo, e certamente l'altro non aveva la forza di sentirlo.
Vipsinia scivolò lesta alla destra del Senzanome, e, una volta al sicuro, balzò indietro, estraendo lo spadone dalla guaina, palesando una sorprendente forza fisica.

Senza concedersi il tempo di tirare un sospiro di sollievo, levò gli occhi al soffitto, oscurato da una figura incerta ma sicuramente pericolosa.
Un peso imprecisato d'acciaio gli calava fremente addosso, pronto a firmare una sentenza di morte col suo sangue.
Nonostante si mostrasse sfocato e confuso, e mischiasse sinuosamente i suoi contorni con l'etere, Sàrkan ne avvertiva la presenza.

Non mosse un muscolo.
Non gli voleva dare neppure la soddisfazione di averlo spinto ad impegnarsi, come da lui ordinato.
Al suo fianco sorse da una ribollente macchia bicromatica la figura ammantata di Numero 4.

Si ergeva stanco, sorreggendosi su un bastone, le sue lunghe vesti strascicavano irrimediabilmente al suolo.
Era la prima volta, in realtà, che Sàrkan lo chiamava, dopotutto, i vecchi non vanno disturbati se non per importanti necessità.
Tornava in mente invadente il ricordo del loro singolo, confusissimo incontro.

Una coltre di nebbia bianca copriva il suo volto, lasciando intravedere solamente due occhi stanchi, bordati da una serie di rughe che conferivano un alone di saggezza ad ogni sua parola.
Disse di essere stato il quarto a giungere alla Valle, disse inoltre che non poteva uscire da quel luogo se non per aiutare qualcuno.

Ed ora presenziava perennemente affaticato al cospetto della monolitica arma, frenata da una patina sbiadita color del ferro.
L'arma non raggiunse che il suolo, dopo aver involontariamente concesso il tempo all'Assente di spostarsi senza affrettarsi.
Giungeva saettante l'ultima arma, mossa dallo stesso individuo che aveva dato origine a tutto, il quale ormai ricordava un'armeria vivente.
Sàrkan era quasi certo che l'avrebbe tagliato senza che lui potesse opporsi.
Scattò in una direzione casuale, cercando di ascoltare il sibilo della lama e attraverso questo salvarsi.
Tagliò l'aria, poi la carne, strappando di netto parte del tessuto intorno alla zona dell'anca sinistra, mentre in seguito ad un urlo mozzato in gola un liquido che un tempo sarebbe stato sangue prese a colare vischioso lungo le vesti lacere del Senzanome.

Vipsinia era quasi rimasta esterna alla faccenda; qualunque fosse la situazione, nessuno la considerava.
Vide Sàrkan soffrire stringendo i denti, sentendo una scarica di adrenalina invaderla e controllarla.
Mulinò lo spadone con tutte le forze in direzione dello sconosciuto, imprimendo tutta la sua forza nel gesto.
Sàrkan distese la mano, e dal Nulla due pareti, l'una bianca e l'altra nera, comparvero, come se si fossero sempre trovate in quel luogo, nel silenzio.
E nello stesso silenzio, si stringevano rapide verso la figura robusta – ma non abbastanza da resistere – di Rohan.
Quando chiuse il palmo, queste si schiantarono l'un l'altra, in una morsa implacabile.
Vipsinia, rimasta disarmata, spostò lo sguardo su una teca gravida d'armi a lei adiacente, e, sfondandola a mani nude, pagando un piccolo prezzo in sangue per il gesto, afferrò una coppia di spade corte gemelle.
Robuste, un metallo lucente le rivestiva, l'impugnatura si mostrava confortevole al tatto e non opprimeva la ferita alle dita.
Balzò fra le ombre, silenziosa e letale, in direzione dello sconosciuto, ovunque questo si trovasse, indirizzando alla giugulare la sinistra, all'addome la destra.
Nella nebbia inspiegabilmente nata, una pioggia orizzontale accompagnava leggiadra le lame gemelle.
Per un istante, Numero 4 sorrise.



Status Fisico: Danno da morso al braccio non grave, ferita profonda all'anca, sanguinante, osso probabilmente scheggiato.
Status Psicologico: Concentrato...?
Status Fisico Vipsinia: Taglio causato dal vetro alla mano sinistra, dolore lieve.
Status Psicologico Vipsinia: In collera.
ReC:225 AeV:275 PeRf:100 PeRm:400 CaeM:150

Energie: 74-17-17=40%
Tecniche Utilizzate:
Richiamo Nullo: Il Vuoto ovviamente potrà essere utilizzato anche nel suo stato informe e primordiale, per difendere o per attaccare.
Sàrkan potrà creare diverse forme offensive di Vuoto, le quali, con potenza e consumo Variabili, potranno attaccare uno o più bersagli, in quel caso con potenza equipartita.
Il Vuoto lascia danni da corrosione nel caso in cui si lanci un fiotto, o danni da taglio e minori da corrosione nel caso in cui si crei una spada o una lama, o ancora da perforazione, nel caso in cui si formi una lancia, un dardo oppure una freccia.
Ovviamente le forme che il Vuoto può assumere sono infinite, ed è per questo che Sàrkan è solito utilizzarlo per difedendersi.
Spesso impiega il liquido per generare spessi e sorpendentemente solidi muri di Vuoto nero e bianco, oppure rivestire la sua pelle di quest'ultimo per difese a trecentosessanta gradi, ma in quel caso il potenziale difensivo sarà abbassato di un livello.

Numero 4: La tecnica ha natura di evocazione e richiama sul campo uno scheletro mago, in grado di scagliare emanazioni energetiche e barriere di qualsiasi elemento contro il proprio avversario o a propria difesa, valenti come attacchi fisici. Sarà gestito dal caster e non andrà trattato autoconclusivamente. A seconda della personalizzazione, questo potrà essere dotato di qualsiasi incantesimo di offesa o difesa diretta, quali palle di fuoco, scariche elettriche e barriere; o potrà essere interpretato come una creatura completamente differente, quale un demone umanoide, uno mostro in grado di soffiare getti d'acido o altro ancora. La potenza dello scheletro richiamato sarà pari a Medio e di un grado energetico inferiore a quello del proprio evocatore. Resterà sul campo di battaglia per un totale di due turni, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio del caster.
Nella mia scheda non è presente in forma scritta(semplicemente non l'ho ancora inserita, ma l'ho acquistata, ovviamente), dunque ve l'ho citata così come si trova nella sezione del Saggio.
Abilità Passive Influenti:
Capacità di rilevare la magia.
Cast istantaneo.
Non sviene al 10% delle energie.
Possibilità di utilizzare Vipsinia in combattimento.

Riassunto: Aaaallora:
1) Per quanto riguarda la pioggia di lame non posso che ringraziare balancer dalla quale mia ha difeso.
2) Per quanto riguarda la martellata utilizzo un'evocazione a consumo Alto che rallenta il martello utilizzando una manifestazione del mio non-elemento (il Vuoto) per generare un muro che comunque non frena del tutto la caduta del martello.
3) Per quanto riguarda l'affondo invisibile ho poco da fare: me lo prendo quasi in pieno, Sàrkan scatta alla cieca e viene colpito all'anca.

In sede offensiva, invece:
Tutti i seguenti attacchi sono supportati dalla nebbia generata da bal.
1) Creo due pareti di Vuoto con un consumo Alto (E dunque hanno entrambe potenza Media) che si schiantano cercando di schiacciare Rohan.
2) Vipsinia lancia lo spadone e nel frattempo rompe il vetro di una teca per prendere altre armi (due spade corte gemelle), a quel punto scatta verso Rohan mirando al collo con un fendente e all'addome con un affondo.
3) Quasi contemporaneamente all'offensiva di Vipsinia, Numero 4 (che specifico fare parte del BG di Sàrkan) scaglia una pioggia di Vuoto, che così come gli attacchi portati da Vipsinia, è un normale colpo fisico.
Note: Sia chiaro, quando descrivo lo schianto delle due colonne di Vuoto, non ho in alcun modo detto di colpire Rohan.
Ok, mi auguro non ci siano errori.
 
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view post Posted on 14/2/2012, 20:33
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Cadere negli abissi più profondi degli Inferi deve certamente essere un'esperienza mirabolante,
una lenta e crudele catabasi, dolorosa come un incontro di braccio di ferro con gli Ecatonchiri. Questo è valido per gli umani. Per un figlio dell'Inferno significa solo tornare a casa come il figliol prodigo, incontrare un padre pronto a scannare per te il Peccatore Grasso.
Nonostante questo, Apocryphe sembrava ben poco ansioso di tornare alle sue origini di fuoco e fiamme: altre storie dovevano essere raccontate, molti altri veli squarciati per rivelare una verità ineluttabile. Il suono di Epoch, la giara delle Ere, doveva ancora spandersi sul continente di Asgradel portando la disperazione e il terrore più nero negli occhi e dentro i cuori degli sventurati che si sarebbero trovati ad ascoltare le pompose note dell'Armageddon.
Era solo questo. Non c'entrava la sua forza, o quella della ragazzina che aveva davanti. Non era parte di un disegno più grande, il fatalismo non era ancora riuscito a prendere il sopravvento.
Semplicemente, la sua volontà di sopravvivere a sé stesso, al suo dolore, alle sue deboli spoglie umane e mortali, era qualcosa che andava ben al di là del semplice vivere o morire.

Quando le lame apparvero, praticamente già sotto di lui, sembravano colare luce sullo sporco di Rottenhaz;
erano veloci -mortalmente veloci- tanto che tutto ciò che gli riuscì di fare fu imprecare, mentre cercava di mettere una pezza a quel buco nella sua difesa.
L'unica cosa possibile era richiamare il potere ancestrale della spada ubiqua, un flusso di energia atavica, primordiale, immobile nella fissità del limbo nascosto nel White Whorl, un flusso di energia intrappolato oltre il Portale delle 88 Belve, dentro Lord Chaon.
Energia che però poteva essere richiamata e -da pochi eletti- imbrigliata a formare una spessa coltre difensiva.
Era stato però troppo, troppo lento. Quando il fulgore della Spada Perfetta si rivelò squarciando il nulla in un sonoro strappo nel tessuto della realtà, già le prime due lame avevano superato la soglia di sbarramento, trafiggendolo al costato. La sua difesa non si era comunque rivelata del tutto inutile.
L'ululato di dolore che sprigionò in quello stesso istante fu ben più greve di quanto non si fosse concesso fino a quel punto -ma ormai il furore si era attenuato, la fuga dello spettro e e del soldatino di latta, insieme con la sparizione del suo parto, aveva trasformato quella scaramuccia in uno scontro completamente inutile.
Forse Motoko poteva essere determinata nel voler eliminare un demone, ma sfortunatamente per lei quel demone non aveva nessuna intenzione di offrirle un'opportunità. Né tanto orgoglio da non vedere quando era il momento di dileguarsi.
I colpi di spada della ragazzina erano rapidi -e maledettamente potenti.
Con gli occhi strabuzzati nel dolore, e la reattività parecchio inficiata dalle ferite riportate, tutto ciò che riuscì a fare fu reagire in maniera da renderli non mortali. Con il piatto della cazoleta e del pistolese colpì lateralmente le lame nemiche mentre calavano su di lui, senza affrontarle direttamente, limitandosi a deviarne la traiettoria.
In un susseguirsi di lampi rossi e argento, due tagli più profondi degli altri si aprirono sul suo torace.
Urlò ancora, sentendo il polso contorcersi in un nuovo spasmo. Senza più forze, prostrato dalle sofferenze, cadde in ginocchio, mostrando il collo alla giustizia formato Shinmei. Avrebbe voluto sorridere in maniera sprezzante,
prendersi gioco di lei almeno un altro po', ma le scariche di sofferenza che gli attraversavano il corpo non gli consentirono quel lusso.

Si lasciò cadere il pistolese in grembo, lasciando cadere la mano a terra.
« Scendere negli Inferi? E' esattamente quello che ho intenzione di fare. »
E scomparve.

Era immerso nel buio. Totale, opprimente.
Non riusciva a vedere nulla, nemmeno la sua stessa mano a meno di un palmo dal suo unico occhio.
Era tornato in forma umana, ma questo non serviva a rendere il suo stato meno pietoso. Anzi, il suo fisico gracile sembrava acuire il disagio ed il fetore di morte che aleggiava in quel luogo, si incrostava alla parete a cui era appoggiato.
Lì, nelle segrete di Rottenhaz.
Un passo più vicino all'Inferno.


Scourge of the West
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Forma Demoniaca: ReC (275) ; AeV (450) ; PeRf (175) ; PeRm (325) ; CaeM (100)

Stato Fisico: Escoriazioni sul braccio destro e sul torace. Sfregio sulla guancia destra. Squarcio nel ventre (Danno Alto). Danni da perforazione al costato (Medio). Due ferite discretamente profonde sul torace (Medio).
Stato Psicologico: Passato in stato Caotico Malvagio.
Riserva Energetica: 18%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: 1xMedio - 1xBasso.
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EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Mano dx.
Pride: Abbandonata (Colpi Utilizzati: 4/5).
Corte de Los Agujeros: Riposto.
Epoch: Riposta.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

Paradise of Betrayal
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore.

Over the Radiant Glory
Capacità di camminare in aria come su un pavimento solido.

Battlefield's Phantom Overlord
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo.

Rebound the Pain
Il personaggio riesce a colpire i punti nevralgici, paralizzando i muscoli intorno alle zone colpite.

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ABILITA' ATTIVE IN USO

A Perfect Sword :: Variabile Difensiva - Usato Consumo Medio
Richiamando a sé l'essenza stessa della Spada Ubiqua, il Corsaro ne richiama la presenza sul suo piano d'azione. Essendo tuttavia l'arma sigillata all'interno di Lord Chaon, e non potendo intervenire direttamente come controparte fisica, l'evocazione mantiene come tramite quell'ombra di Saraxis Unicum relegata nel limbo insieme allo spettro della Belva delle Spade d'Argento. L'evocazione si manifesta in un raggio di luce bianca, purissima, che squarcia il vuoto con fragore estremo, che diradandosi lascia spazio all'apparizione di uno strale formato dall'energia primordiale dell'Artefatto, le cui dimensioni e forma mutano secondo i desideri dell'utilizzatore. Pur rimanendo in campo per il solo turno in cui viene evocata, lo Spettro di Saraxis -questo il reale nome dell'evocazione- può essere utilizzato in fase difensiva secondo la poliedrica inventiva del Corsaro.

No hold back :: Consumo Basso
La presenza del vuoto all'interno del corpo del Flagello dell'Ovest ha dato vita ad una capacità singolare, che gli permette -semplicemente poggiandovi sopra il palmo della mano- di attraversare una qualunque superficie come fosse incorporeo. Per utilizzare questa abilità sono necessari alcuni secondi di ferma concentrazione ed il pagamento di un obolo energetico pari ad un consumo Basso. Questa abilità ha solo due nei -volendo, anche trascurabili-: anzitutto, non può essere utilizzata in fase difensiva; secondariamente, il suo utilizzo può perdurare per un brevissimo lasso di tempo, costringendo quindi colui che la utilizza ad entrare ed uscire da una superficie nel corso del medesimo turno; ovviamente, una volta che si sarà usciti completamente dalla superficie in oggetto non sarà possibile attraversarla di nuovo se non tramite un secondo utilizzo dell'abilità.

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Note: Mi difendo in parte dall'attacco di Motoko, prendendo comunque un danno complessivo pari ad Alto, quindi utilizzo l'abilità da Void Runner per attraversare il pavimento e scendere nelle segrete di Rottenhaz -fattibile, secondo le indicazioni di Lenny. Non c'è altro, credo.

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Lenny.
view post Posted on 14/2/2012, 23:52




Faustus' Dream ~ la mano del destino
IX - Il fato di Lorencillo


Fruscii, nei sotterranei di RotteNhaz. Un'ombra si muoveva lenta verso il demone che giaceva sul ventre. Polvere esile si sollevava dal pavimento di pietra nei tocchi del suo bastone d'appoggio. Polvere, e cenere. Laggiù, nelle profonde tenebre della fortezza, scendevano sorde grida della strage in corso nel cortile interno, le urla di uomini morenti, prima del viaggio terminale. Non importava. Non a lui.
Torreggiò sul corpo inerme di Laurens de Graaf, statuario.
Un'ombra più profonda della tenebra. Più ineluttabile della fine degli uomini. Più inesorabile dell'illusione di Dio.
Un'ombra con sulla spalla un corvo immane.
Finché i suoi occhi divoranti trovarono quelli dell'altro. Finché la sua mancina scattò a chiudersi sul viso dell'altro. E la mano del destino trasportò Lorencillo in un altro mondo.
Il Nuovo Mondo.
______


E la realtà si piegò attorno a loro.
Una perturbazione dello spazio, del tempo, della mente.
Adesso si trovavano lassù, all'ultimo livello della fortezza dei dannati, sulla cima della Torre Nera. Lo spazio attorno a loro era vasto, pieno d'ombre in continuo turbinare. Come una sensazione di distorsione, di spostamento continuo, eterno. E qualcosa fluttuava nel vento, qualcosa che raschiava la gola, che faceva bruciare gli occhi. Cenere.
Viktor von Falkenberg si ergeva sul tetto di RotteNhaz, di spalle a Laurens, figura in bilico tra la cima più alta e la caduta più profonda. Avvolto nel suo lungo mantello nero, le mani strette sul pomo in oro massiccio del bastone. Pareva un enorme pipistrello.
« Finalmente »
Sentenziò, con voce atona.
« Devo dire che sono deluso, speravo saresti arrivato prima. Ma noto che è stato un problema più complicato del previsto ucciderli. »
Tese la destra a lato, facendo segno al pirata di raggiungerlo.

Durante il contatto di sguardi di poco prima, il Beccaio aveva avuto modo di studiare nel glorioso passato di Laurens, e di scrutare nel suo prodigioso futuro. E ne era rimasto stupito, o meglio: ammirato. Laurens non era una delle tante pedine giunte a RotteNhaz per caso, niente affatto. E non era neanche, come espresso a lui stesso nella sala Grande, l'esponente più meritevole della razza eletta.
Viktor strinse gli occhi, attese che l'altro giungesse al suo fianco.
Laurens de Graaf era il fulcro con cui distruggere una volta per tutte il degenerato equilibrio imposto da Hyena, da Ray, dall'Asgradel stesso. Anche se non lo sapeva. Non ancora.

Continuò a parlare con voce apparentemente calma e pacata. Studiata, per meglio dire.
« L'eternità è inesorabile, Laurens. La prima volta che giunsi in questo luogo, io stesso non intuii il potere della conoscenza. Conoscere il futuro, Apocryphe, intuirne vie e flussi che si dipanano all'infinito...come uomo non avrei mai potuto assimilare tante vie proibite. Ma osserva, Flagello dell'Ovest, il mio, il nostro futuro. »
Sotto di loro, il panorama del Dothraki si stendeva sino ad una linea d'orizzonte indefinita. Il Mare di Sabbia Rossa era un oceano di sangue, del sangue delle stirpi dei deboli, delle razze degli schiavi, degli indegni. Praterie, laghi, foreste di sterminio la cui visione era linfa vitale per la sacra furia della Bestia di Pirate's bay.
Olocausto e nutrimento.
Bellezza e orrore.

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Cinse le spalle di Laurens in un abbraccio gelido come la morte stessa.
« Non lo senti nell'anima che siamo diventati come dei? E che quindi siamo indivisibili? »
Sibilò nel suo orecchio, gettandogli in faccia il lezzo fetido dello zolfo e acre dell'acquavite.
« Finché uno di noi due vivrà saremo un esercito, Apocryphe. I nostri destini sono già scritti, ed entrambi recitiamo la parte che il fato ha scritto per noi. Il libero arbitrio di cui Hyena menava vanto è un' illusione »
Il libero arbitrio.
Come quello che gli aveva lasciato Hyena. A lui, l'oberkommandierende, minacciandolo e oltraggiandolo dinanzi al Tiranno del Perwaine. E a lui, Laurens, riducendolo ad un garzone da macellaio quando l'aveva spedito verso il Torryu.
Viktor sapeva.
L'aveva letto negli occhi del giovane pirata, proveniente da un'epoca non affatto diversa da quella del generale.
E quella era l'occasione migliore che gli sarebbe mai capitata a tiro per distruggere il moccioso a capo del Goryo. E quali migliori servitori di coloro le cui passioni trascendono bene e male? Quale miglior alleato di Lorencillo, per pugnalare alle spalle il caro Espejo?

« Apri gli occhi, Laurens. La tua vita ha un enorme valore, e mi addolora vederla così sprecata. Farsi usare da un essere che rappresenta una razza degenerata...puah! » Ringhiò rauco, sputando un grumo di muco viscido color prugna nel vuoto. « L'esistenza di Hyena, il potere che esercita sul Goryo...è un cancro per questo mondo! Ammira l'epoca gloriosa che puoi costruire! Riabbraccia l'essenza della tua stirpe e la nobiltà del tuo passato, Flagello dell'Ovest! » Continuò, tendendo la mano verso il paesaggio rosso di sangue, piantando il grugno a pochi centimetri da quello dell'altro.
E finalmente, giunse al nodo della questione.
Il tradimento.
E un amaro sorriso si fece largo tra i reticoli di grinze simili a crepacci scaleni sul suo volto.
« Aiutami a uccidere Hyena. »



QM POINT: Questo turno mi dedico totalmente a Laurens, che una volta giunto nei sotterranei subisce autoconclusivamente (previo accordo con Apo) le due seguenti tecniche.
Con tanti giri di parole sulla razza eletta (ovvero i demoni) e quella degli schiavi (ovvero gli uomini), Viktor ordisce il piano che sarà alla base delle prossime quest che avranno il marchio Faustus' Dream, e che prevedono una bella rivolta nel Goryo èwé
I nostri pg si trovano in forma demoniaca (per la descrizione del mio ti rimando al primo paragrafo della scheda o a un'immagine qualsiasi di Darth Sidious xD) in cima a RotteNhaz, e il paesaggio che si stende davanti ai loro occhi è la terra sognata da Apocryphe. Sono stato volutamente vago così che tu possa descriverla come meglio ti pare nel tuo post. Ah, ovviamente Viktor grazie a Spia viene a conoscenza, oltre che del sogno di questa terra, anche del passato di Laurens, e del patto che ha stretto con Hyena =D

Yomi: come già detto in via privata, tu puoi scegliere tra riposarti un turno riprendendo parte delle energie o andare verso una porta a sinistra o salire le scale e attraversare la stessa porta varcata da Sarkàn e Jack. Ai lati di quest'ultima ve ne sono altre due, ma sono chiuse.
La passiva di auspex ti fa avvertire due aure malvagie (tra cui riconosci quella di Laurens) sotto di te, e quelle di tutti gli altri sopra, procedendo diritto per il corridoio descritto prima.

la turnazione torna libera. Apo e Yomi hanno 5 giorni di tempo a partire da questo mio post. Gli altri due, sempre 5 giorni a partire da quello di Stray.


SelfportraitwithDeath

Umano: Rec 325 ~ AeV 150 ~ PeRf 125~ PeRm 525 ~ CaeM 225
Demone: Rec 400 ~ AeV 100 ~ PeRf 100~ PeRm 850 ~ CaeM 150

~ Basso 1% ~ Medio 5% ~ Alto 13% ~ Immenso 29% ~

Energia residua: 87% -1% -5% = 81%
Status Fisico: Illeso
Status Psicologico: Deciso

Passive rilevanti in uso
Certain burden_-Aura venefica che rinsecchisce e avvizzisce gli esseri viventi che lo circondano fintanto che gli restano vicino.
Achtung_Passiva psionica di timore (se i personaggi vicini sono di energia inferiore e non sono demoni).
-Auspex passivo. / Difesa da auspex passivi.
Sakrileg_Percezione visiva al buio/mimetizzazione completa all'ombra.
Streben (Arcanismo III liv.)_-Cognizione passiva di qualsiasi magia operata in campo.
-Abilità attive magiche castate immediatamente e senza bisogno di tempi di concentrazione.
-Tecniche magiche provocano danni di un livello superiore, a fronte di una diminuzione delle tecniche fisiche di pari natura.
Corigliano (compagno animale)_Tele-empatia completa tra il pg e il suo corvo.

Attive utilizzate



~ Albtraum__ _Dicono che mentre stringeva la mano del Demonio, o mentre veniva cacato fuori assieme alle sue feci, o mentre veniva inghiottito dall'abisso delle ombre, Viktor abbia ottenuto il potere sulle tenebre non solo in quanto tali, ma anche in quelle che assediano i nostri incubi. Si tratta di illusioni, forse, o di imperativi resi più reali che mai da un innato carisma da generale che il Demone si è limitato solo ad accrescere sino all'inverosimile. Fatto sta che Viktor è in grado di rendere gli incubi realtà, o la realtà incubo, attraverso il suo esclusivo dettame. E potrà, Viktor, instaurare incubi dai catastrofici effetti psichici nelle vittime che osano ostacolargli il cammino. Grazie a tale potere il Beccaio si intromette nella mente della vittima e, al solo tocco fisico, potrà trasportarlo in un mondo a se stante che ideerà completamente lui, e che sottostarà alle sue leggi di Oberkommandierende. In questo mondo, colorato completamente di bianco e nero, l'avversario si ritroverà alla mercé del Beccaio, che potrà fargli vivere, o rivivere, qualsiasi cosa. Potrebbe mostrargli scene di un doloroso, bellico passato, oppure farlo ritrovare crocifisso e infilzato da numerose spade come il peggiore dei traditori. In questa illusione il tempo non conta, non è una entità oggettiva. Possono passare secondi, minuti, ore, persino un giorno intero, in qualsiasi situazione, per poi sciogliersi automaticamente e, nel mondo reale, trascorrerebbe un solo ed unico attimo. E' impossibile liberarsi da questa illusione tramite la concentrazione, come è molto difficile contrastarla. Il colpo non porterà comunque alcun tipo di danno al fisico dell'avversario, ma intaccherà profondamente i suoi nervi e la sua psicologia. Per attuarla è necessario un contatto visivo con il proprio avversario, e gli occhi dei due devono incrociarsi per almeno un secondo. Il colpo richiede di un breve lasso di tempo per prepararsi e concentrarsi. Va considerato un normale attacco psionico di livello critico.
In alternativa il Beccaio può insinuarsi nella mente del proprio avversario, intrappolandolo in una visione paradisiaca che lui stesso sarà restio ad abbandonare, il Beccaio può.La tecnica ha natura psionica. Per essere castata necessiterà del contatto fisico con il proprio avversario, che rivivrà in un momento l'attimo più felice della sua vita o, eventualmente, una visione paradisiaca instillata dal Beccaio. Nel primo caso, ciò a cui assisterà sarà a discrezione del bersaglio; nel secondo, a discrezione di Viktor. La visione sparirà al primo danno subito o al termine del turno. La tecnica ha potenza media e non provoca danno alla mente della vittima.
{Pergamena Illusione Suprema: consumo di energie Critico} {Pergamena Estasi: consumo di energie Medio}

~ Ablesung__ _ Oltre che far rivivere incubi di un lontano passato instillandoli nella mente dei propri nemici, Viktor può rivivere lui stesso quegli incubi, i sogni, i traumi che hanno segnato la vita dell'interlocutore. Gli basterà solo incrociare il suo sguardo, e solo quello, per venire a conoscenza in poco meno di un istante di tutto il suo passato, delle sue sofferenze delle gioie e dei dolori. Solo scrutando la verità nei suoi occhi, venendo a sapere degli eventi più importanti e sconvolgenti della sua storia. Non sono necessari particolari tempi di concentrazione o imposizioni delle mani per attuare questa tecnica, che necessita di un consumo energetico Basso. Può essere contrastata con opportune difese psioniche; anche se non provoca alcun danno alla mente della vittima.
{Pergamena Spia: consumo di energie Basso}


 
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view post Posted on 16/2/2012, 18:38

~ A Red Soul
···

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... Andato.
Mantenne lo sguardo sul punto in cui il demone era sparito, risucchiato dalla nuda roccia di RotteNhaz. L'aveva colpito più volte, eppure non era riuscita a finirlo, e questo in tutto e per tutto era da definirsi un fallimento. Di solito un solo fendente di nodachi è sufficiente a decapitare un Ko-Oni, e quel mostro era soltanto in forma umana, nemmeno uno youkai di alto rango. Rimase ancora per un istante in tensione, gli occhi socchiusi per affinare al massimo la sua percezione delle energie spirituali, ma in cuor suo già sapeva che quella attuata dal demone era una fuga, non un diversivo. Infine espirò lentamente, rendendosi infine conto di essere rimasta da sola, in quella stanza.

« Nggh... »
Fece appena in tempo a rinfoderare la spada, che si accasciò a terra stringendo la ferita sul fianco. La testa girava, i sensi non più sostenuti dalla consueta scarica di adrenalina non ne volevano proprio sapere di trasmettere qualcosa che non fosse dolore, dolore e dolore. Si sentì svuotata, e nonostante fosse riuscita a sopravvivere ad uno scontro mortale con due demoni provava un gran senso di perdita per non essere riuscita ad esorcizzarne nemmeno uno. Si trascinò fino ad una parete, dove si accasciò compostamente afferrando un lembo del kimono con i denti, per scoprire la ferita al fianco. Era meno grave di quanto sembrasse, ma doveva tamponarla. Scoprì anche la spalla destra, e il foro alla spalla non era da meno. Continuare a combattere con un proiettile in corpo non le aveva giovato...

« Shisui. »
Dalla manica fece comparire un piccolo gruppo di bambole di carta sagomate nella forma di uomini. Ne sollevò una, infondendovi un briciolo di Ki.
Il piccolo shikigami si sollevò, animato da una vita artificiale. In esso Motoko vi infuse uno spirito fittizio, e con uno sbuffo la sagoma di carta mutò
in una forma umana di ridotte dimensioni, praticamente una caricatura in piccolo di una Motoko Aoyama un po' più paffuta e buffa...

« Lady Motoko! »
Lo shiki congiunse le mani e si prodigò in un grazioso inchino a mezz'aria.
« Devo inseguire il mostro??! »
Lo spiritello prese la sua minuscola nodachi e la agitò in direzione di una delle porte, ansiosa di espletare i suoi doveri.
Mentre lacerava un pezzo di stoffa per tamponare la ferita alla spalla, Motoko la trattenne con un cenno secco del capo.

« Dammi un punto della situazione. »
Faceva male! E se stringeva, non riusciva a muovere la spalla come voleva.
Poiché la mano dominante era la destra, non era molto abile da mancina...

« Quattro... cinque... no: sei aure spirituali là sopra, già! »
Chibimotoko indicò la scala, la stessa intrapresa dall'altro demone, quello volgare e di basso grado.
« Una molto debole, già! Poi, poi, poi... »
Guardò freneticamente a destra ed a sinistra, svolazzando con aria un po' tonta, salvo poi puntare con decisione verso il basso.
« Due là sotto!! Una è quella del codardo demone pusillanime, Motokosama!! Lo finiamo??? »

Strinse i denti, incapace di condividere l'entusiasmo del piccolo shikigami. Se si concentrava, anche lei riusciva a percepire la presenza spirituale del demone. Rammentava bene il tipo di ferite che gli aveva provocato, e la loro collocazione esatta. Senza dubbio, se non fosse fuggito l'avrebbe finito al successivo scambio di colpi. Anzi: era già un miracolo che si reggesse in piedi. Ciò che la preoccupava, era l'altra presenza. Ridotta così, non era un avversario all'altezza...
Di sopra le cose stavano volgendo al peggio per il gruppo di avventurieri. Avevano incontrato il signore di quel luogo dannato?
Sospettava che ci fosse qualcuno -qualcosa- di profondamente malvagio che infestava quelle rocce umide. La sagoma del vecchio che avevano intravisto entrando non apparteneva ad un semplice spirito, era qualcosa di più antico e potente.
Il suo primo dovere era esorcizzare quella forza malefica, impedire che provochi altri danni. Ma quel giorno
aveva fatto un giuramento. E un futuro capofamiglia del nobile Clan Aoyama non può mancare ad una promessa.

« ... Ti ho detto che ti avrei portato fuori da qui. »
Sistemate le bende, si trascinò verso il cadavere del soldato. Il demone l'aveva ucciso sul colpo, un taglio pulito...
« Lady Motoko, il demone...? »
Si issò il cadavere sulla spalla e guardò la porta da cui, stando alla sua "Seconda vista", si trovavano i due mostri
dell'abisso. La ignorò e proseguì oltre, verso gli altri coraggiosi che si erano addentrati nelle viscere di RotteNhaz.

Trascinando il corpo esanime del soldato, ripercorse i passi già misurati da Hilsa, Vipsinia, Sarkàn e Jack. Tuttavia, non varcò la porta che questi ultimi hanno superato. Piuttosto, sfoderò la spada e sferrò due fendenti alle altre due porte, per spalancarle in cerca di una via di uscita.

« Shisui. »
Chiamò seccamente la miko, rivolta al suo shiki.
« Trova una via di uscita. »

    Status

    ReC 225 AeV 200 PeRF 125 PeRM 75 CaeM 625

    Status Fisico Buono.
    Status Psicologico Spossata, danno mentale complessivo pari ad Alto, nausee e senso di confusione.
    Riserva Energetica ?
    Equipaggiamento Shisui (rinfoderata)
    Ferite Squarcio al braccio destro (ferita Media); danno Medio alla spalla destra da perforazione, sanguinante. Danno Basso al fianco, sanguinante.


    Abilità Passive

      Discipline dell'Ougi « Immune alla spossatezza da perdita di energia
      Discipline di Infusione « Passive di dominio Warrior Style liv I, II e III
      Discipline di Vera Vista « Auspex passivo
      Discipline di Forza « Vince sempre i confronti basati sulla PeRF
      Discipline di Fedeltà « Permette di richiamare la spada
      Discipline di Fermezza « Resistenza al dolore
      Discipline di Distruzione « Capacità di raddoppiare consumo e potenza delle tecniche
      Discipline di Consapevolezza « Non può sottrarre oggetti; -200 CaeM con armi che non sono Shisui
      Magnanimo Giudizio della Spada « Capacità praticare gli esorcismi mediante le tecniche

    Abilità Attive

      Shikigami: Pergamena Stella, già citata.

    Note

      In cuor mio volevo fare altro, ma purtroppo come al solito quello che voglio fare io e quello che vogliono fare i miei personaggi sono su due piani paralleli destinati a non incontrarsi mai.

      Motoko non ha abilità di cura, tuttavia con un minimo di pazienza e delle bende improvvisate tampona le ferite evitandosi una morte ingloriosa per dissanguamento. A questo punto si dirige verso le due porte di fianco a quella varcata dai personaggi di Nameless e Balancer, e tenta di aprirle con due colpi di spada -forte delle abilità del warrior style che permettono di falciare facilmente anche il metallo e delle varie passive di potenziamento che non sto a ribadire. Fatto ciò, utilizza la pergamena Stella in cerca di una via di fuga. Sottolineo che l'altro utilizzo della suddetta, a scopo di GDR, è stato concordato con il QM e non è da considerarsi nell'ambito dei consumi di energia di Motoko in quest.
 
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Stray
view post Posted on 16/2/2012, 19:47




Lo scagliò via come un cencio.
Sentì la carne piegarsi sotto il peso del suo pugno, le ossa scricchiolare tiepide e l’intero corpo del pistolero, in un conato di dolore, fu gettato altrove – dove venne raggiunto, affiancato in velocità, solo per essere di nuovo straziato e sbattuto contro il muro opposto, con gran spreco di sangue. Era divertente vederlo volare come uno di quei pupazzi sballottati qua e là, stretti per una gamba fra le fauci di un cane, fino a farne uscire tutta l’imbottitura.
Troppo debole per giocare con lui – al di là che fosse un mentecatto.
Non valeva nemmeno la pena rispondergli.

L’altro, invece, portò lo scontro al quattro contro uno.
Poi l’esplosione, il fumo, l’oscurità.
Un brivido gli percorse la pelle come una scossa, facendolo ghignare.
Inserire come handicap la mancanza di vista era divertente, sì.
Ma ancora troppo poco.

« Ai lati! »

Ringhiò Montag, concedendosi un attimo di distrazione: Hilsa era a terra, supina e ansimante, il sudore della fronte si mischiava a un sottile rivolo di sangue. Un singulto di rabbia la fece alzare, lanciandosi contro l’uomo che un tempo, forse, aveva amato. Di nuovo per il sanctorum risuonò il cozzare delle lame, e le urla della donna diventarono sempre più disperate.

Rohan, ad occhi chiusi, in quel momento ridacchiava.
Allargò le braccia, dentro alla cortina acre, preparandosi all’impatto: avrebbe portato anche lui un ospite in più. « Black Lancelot » sussurrò, e attorno alla sua figura l’aria si fece di fuoco, diventando improvvisamente solida e cangiante.
In quell’istante, le barriere si schiantarono contro qualcosa di più grosso.
Un’enorme armatura di ferro scuro, avvolta da fiamme violacee, era comparsa nella stessa posizione del Generalleutnant, a braccia spalancate e gambe salde, dietro di lui. Gli occhi di brace del colosso fissavano il mago, e una spada dello stesso metallo tozzo e corroso grattò la guaina.

Qualcosa sibilò roteando, fendendo la cortina di fumo rapido come un falco in picchiata. Alla lama che schizzò fuori dal misero banco di nebbia, senza incastrarsi nella massiccia figura dell’armatura, Rohan oppose il palmo della mano destra. Acciaio contro acciaio, strinse gli artigli e bloccò il colpo senza muovere un passo, chiudendo le dita contro il filo della spada. Con un giro del polso, l’arma ruotò dalla parte del manico, lanciata alla mancina. Non avrebbe rifiutato un combattimento ravvicinato.

Strappando un velo di caligine, la ragazza gli comparve davanti. Dimostrava più animo e fegato del proprio spasimante, brandendo in quel modo due pugnali contro di lui. Parò il fendente al collo allargando il braccio, bloccandolo con la spada che gli era stata così generosamente regalata, e mosse avanti la dritta per fermare l’affondo.
Ma la lama gli trapassò il palmo.
In quell’istante, qualcuno avrebbe potuto chiamarlo imprevisto, sbadataggine, errore. Qualcuno avrebbe urlato, accasciandosi dal dolore. Rohan non fece una piega. Quando arrivò alla guardia, fermando il colpo a pochi centimetri dall’addome, serrò il polso sulla mano dello spettro - e strinse.

« Cos’avevo detto? »

Disse, senza far trasparire alcuna emozione.
Una massa scura e offuscata strappò la ragazza dal suo campo visivo, scaraventandola altrove.
C’era una persona, in quella sala, che non si stava impegnando affatto.

~~~ † ~~~

Non si ricordava nè chi fosse, nè cosa ci facesse in quel luogo.
Tutto, ormai, era secondario, di fronte a una nuova evidenza: lui, mai come prima, era forte. Strinse il pugno secco e grigio, la pelle coperta in alcuni punti da scaglie affilate. Nelle sue vene, scorreva il potere, un flusso unicamente al servizio del nome che gli era stato marchiato a fuoco nel cervello: Viktor von Falkenberg. Fiutò l’aria delle sale buie e umide, e si gettò in corsa dentro un muro, dove scomparve risucchiato.
Si ricordava di un odore preciso, un ragazzo che riaffiorava nella sua memoria assieme ad altri sporadici ricordi. Virago, Capodanno Rosso, Falange de Villers… poi, il vuoto, la morte e una nuova vita, migliore. Non si era mai sentito così bene, così pieno di sé. Tutto ciò che gli sussurrava l’istinto – e quella nuova voce gracchiante, che si era insediata al suo interno – poteva farlo senza curarsi né delle difficoltà, né delle conseguenze.
Lo straniero che prima era così sicuro, arrogante e pieno di sé, così sciocco e divertente nelle sue parole eppure così feroce e malizioso nella sua anima, tanto da metterlo quasi in soggezione, ora era a terra. La bocca del soldato si spalancò, rivelando due file di denti addizionali. Mai come ora, era stato così eccitato, di fronte ad un essenza tanto opprimente e al tempo stesso distrutta.
Puoi farlo, gli disse la voce vai e soddisfati.
I bottoni delle brache si strapparono all’unisono, e il mostro calò sopra il demone.
Da dietro.

~~~ † ~~~

Di nuovo, lame in volo. L’Idiota gli aveva sparato, quindi era ancora in vita. Ma non c’era bisogno di verificare da vicino, non adesso. Mosse una mano, e quattro daghe caddero rapide, per assicurarlo al suolo.
C’era qualcosa di più interessante da fare, in quel momento: sarebbe stato un peccato farla attendere.
La zweilhander turbinò nel vuoto, per conficcarsi a terra - ma fra il metallo e le lastre di porfido c’era il dorso del piede del ragazzo.
Non l’avrebbe fatto andar via così presto, e non aveva aspettato così a lungo per scontrarsi contro qualcuno che non voleva combattere. Lo Stendardo calò dall’alto, come la scure del boia, diretto alla nuca del giovane. Lo avrebbe costretto a farlo, in quel caso, o si sarebbe spaccata come un’anguria.
E i Falkenberg Korps si sarebbero dati alla pazza gioia con la ragazza che si portava appresso.

« Ti annoi? »
Chiese, incrociandone gli occhi.
Posso rimediare.

Scattò il gancio destro, quasi girandosi in corsa per assecondare il colpo, come un maglio diretto alla guancia, gettato in avanti. Il classico cazzotto capace di far incrinare lo zigomo e sradicare una mezza dozzina di denti gli avrebbe insegnato che, per combattere, non serve sempre una ragione.
Specialmente a Rottenhaz.




«« ReC: 225 AeV: 225 PeRf: 350 PeRm: 225 Caem: 250 »»
Basso: 02% Medio 06% Alto: 15% Immenso 33%

Stato Fisico » Danni bassi al busto {1/16}
Stato Psicologico » {0/16}
Energia » 61% -15% -6% = 40%

Abilità Passive & Derivate da Artefatti •
«Appetize for Opposition / Havoc Hormones» Difesa psionica passiva. / Possibilità di impugnare armi enormi con facilità, forza fisica eccezionale. «Overwhelming Will» Immunità al dolore. «Scattering Steel» Telecinesi sulle armi possedute.
«Oko Boga nie zna barier» Auspex passivo, visione delle auree. {Stendardo di Gruumsh} «Era il loro campione e giusto il suo discernimento / La sua spada parrà incontrastabile, splendente e soverchiante.» Qualunque azione verrà commessa, gli altri la considereranno sempre giusta e necessaria. / Paura e timore di morire per chi fronteggia i colpi della spada. {Lascito dell'Alba} «Fremito» Impossibile percepire la direzione del colpo, l’arma appare incredibilmente sfocata. {Kharon} «Percuoticieli / Frangianimi » Creazione istantanea di appoggi immateriali orizzontali o in pendenza. / Ogni colpo o tecnica inferto da Rohan infligge il doppio delle sofferenze che potrebbe sortire, pur rimanendo invariato il danno in sé. / Rohan avverte dolore equivalente al danno inferto per mezzo degli schinieri. {SfregiaDiavoli}


Abilità Utilizzate •
CITAZIONE
...immenso, si manifestò al suo stolido fedele.
Presenza divina, terrifica trascendenza, come già detto la spada è colmata dall'anima di un frammento che la Forza ha donato al proprio Campione per sorreggerlo nella sua lotta impossibile. In essa è racchiusa quindi l'essenza di un'esistenza senza tempo, immortale e oltre ogni comprensione; e al prezzo di un Alto dispendio di energie, il portatore sarà in grado di estrapolare da essa parte di questa coscienza superiore, trasmutandola dall'aria che lo circonda.
Apparirà avvolto in fiamme inestinguibili, rassomigliando un fantasma arroventato dall'ira e dal rancore, e impugnerà la stessa spada dell'Eroe. I suoi occhi saranno rossi come il sangue e il suo corpo pervaso da crepe coloro del crepuscolo, e immane sarà la sua forza.
Come nella leggenda, il Dio accompagnerà il mortale che impugna il Lascito, ambendo a raggiungere anche gli obiettivi che i comuni mortali reputano impossibili. Insieme, l'uno a fianco dell'altro.
Ed essi non avranno rivali, perchè in grado di sconfiggere persino un Antico.
[Abilità Alta + Passiva di potenziamento]
[Evocazioni Media, dura due turni - l'evocazione avrà lo stesso livello energetico del portatore]

CITAZIONE
Mój wróg ujrzy światło » Ma il guerriero non può godere solamente di poteri futili o adatti ad un fine stratega. Un guerriero è anche colui che si getta nella mischia senza fuggire o sottrarsi al proprio destino. È colui che si getta sul nemico, privandolo prima degli arti e poi della vita, senza provare alcuna pietà. È per questo che il suo Signore l'ha messo al mondo ed è questo l'unico modo onorevole in cui andarsene. Con un consumo Medio, il valoroso potrà rovesciare sul nemico un fendente che potrà essere contrastato solo con una tecnica di uguale spesa. [Si basa sulla PeRf]



Note •
Ecco che succede: Rohan si difende dall’attacco con lo stesso procedimento di nameless, evocando lo spirito dell’alba – che sotto l’influsso di Rottenhaz appare nella sua versione dark (dark version is better version) subendo un danno alto – avvertito da Montag. Nel frattempo, esce dalla cortina (che è di dimensioni e durata ridicole, leggendo la tech, bal) e para il colpo di Vipsinia: il braccio destro di Rohan è una protesi di metallo organico, e lui è un forza del toro. Successivamente, si scontra con questa senza difficoltà, parando entrambi i colpi ( non sei molto gentile a lanciare la tua ragazza all’attacco in questo modo :v: ) ma subisce il danno dello scheletro mago (che, hey, nella pergamena è detto che può attaccare in modo diretto, come lanciare frontalmente una emanazione di qualunque elemento… è un po’ scorretto creare una pioggia acida sopra all’avversario ) riportando lacerazioni di bassa entità, comunque non sensibili grazie alla passiva di immunità al dolore. Si continua! 8D

@Balancer ~ per te, fuori al primo round, ecco un regalino: quattro daghe piombano dall’alto, provando a inchiodarti al pavimento mani e piedi. Successivamente, un demone della falange di Villers sbuca dal pavimento e prova a stuprarti. Magari ci puoi fare amicizia, visto che ha i tuoi stessi gusti! 8D Occhio alle munizioni, sparalesto. Il demone, anyway, è una energia bianca con la tua stessa pericolosità e 100 punti di PerF. Non essere autoconclusivo con lui.

@Nameless ~ ho agito in maniera autoconclusiva su Vipsinia, facendole subire il colpo di Kharon, sia per la velocità di quest’ultimo e la sua passiva di sfocamento, sia per il fatto che il tuo compagno “animale” non potrà mai essere egualmente forte come Rohan (finalmente il mio dominio serve a qualcosa x’D) e non è in grado di liberarsi dal suo blocco. Decidi te i danni subiti, tieni conto che è sempre un normale colpo fisico.
Comunque, ecco in seguito che capita:
- Rohan riparte all’attacco, accorciando le distanze.
- Il Lascito dell’Alba, ancora invisibile, prova a trafiggerti un piede, conficcandosi nel pavimento.
- Che ci riesca o meno, un’alabarda scende dall’alto, roteando, per aprirti in due la testa come un melone. Il colpo ha potenza media.
- Rohan, ormai davanti a te, sferra un gancio destro al volto.
Entrambe le azioni avvengono in tempi diversi.
L’armatura, invece, non fa niente, ma tiene d’occhio la situazione, e in particolar modo Vipsinia e il Vecchio. Anche lei è di potenza media ed ha lo stesso livello energetico di Rohan, quindi conta come un’energia rossa.

Divertitevi. Io lo sto facendo 8D

 
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view post Posted on 19/2/2012, 13:02





Qualcosa si agita, frantuma persino l'aria.
Per Vipsinia è tardi. Scaraventata a diversi passi di distanza, giaceva quasi inerme al suolo, come una foglia ingiallita sospinta troppo bruscamente dal vento invernale.
Espelle un grumo di sangue denso e vischioso, rialza lo sguardo: ormai è fuori pericolo.

Quando la nebbia si diradò Sàrkan non vide che un monolitico martello insanguinato e la figura di Vipsinia proiettata ai bordi della stanza, in prossimità di una teca.
Lo sconosciuto si dimostrava di poco al di sopra delle aspettative di Sàrkan: continuando così, non sarebbe sopravvissuto di certo.
Cercava di mantenere la calma, la concentrazione, le idee ordinate, ma sentiva che era impossibile contenersi; distolse lo sguardo dall'Ombra, cercando di deconcentrarsi.
Qualcosa fendette l'aria, muovendosi verticalmente verso Sàrkan, non la vide, la sentì solamente sibilare, non appena qualcosa gli sfiorò la scarpa, grattandone via il tessuto come burro, felino ritirò l'arto, come se avesse strattonato una corda immaginaria alla quale questo era collegato.
Ma era troppo tardi per uscirne incolume.
Tagliò carne, suola e pavimento, aveva quasi reciso un paio di dita, e anche se il danno era complessivamente basso, il dolore non era mai stato così acuto.
Cercò di spostare la lama e liberare il piede prima che il guerriero si trovasse abbastanza vicino da nuocere, ma un'alabarda di proporzioni indescrivibili calava nefasta verso il collo del Senzanome.
Numero Quattro, a pochi passi da lui, si mosse preoccupato, e, in un serrare nervosamente i denti e le palpebre, accusò il colpo, senza emettere un suono.
Sàrkan vide la sua vita salvata da qualcuno che per lui era poco meno che uno sconosciuto.
Lo guardò un solo istante, trasmettendogli un ringraziamento sentito ma non articolato.
Il vecchio doveva fare i conti con un brutto taglio, ma sapeva che il suo tempo sarebbe scaduto a breve.
Troppo rapido, Rohan era ormai ad un passo, sferrante un colpo che, se solo lo avesse centrato, l'avrebbe probabilmente ucciso sul colpo, trapassandolo da parte a parte come se quel pugno fosse effettivamente un'arma.
Flesse lesto le gambe, abbassandosi notevolmente e scattando in un'acrobazia poco elegante qualche passo alla sinistra dello sconosciuto.
Voltandosi, ebbe l'occasione di scrutare per la prima volta la stanza.
Montag aveva sconfitto Hilsa, Numero Quattro cercava di sopprimere il dolore senza farlo notare, Vipsinia provava con disperazione crescente a risollevarsi.
Jack stava per essere sfondato come una porta.

Possibile che l'unico ancora in piedi fosse solo lui?
Sàrkan? L'antieroe per eccellenza rimaneva l'unico in campo?
Forse era la svolta decisiva, forse, per una volta, lui, e lui solo, sarebbe stato al centro di tutto.

Quel giorno, per vincere, avrebbe fatto qualunque cosa.
Scattò rapido, cercando di aggirare Rohan e infine menando un colpo orizzontale, che era certo avrebbe parato senza grande esitazione. A quel punto, lasciò scivolare una pedina nera e bianca in prossimità del suo unico bersaglio.
Dopo il flash, cercò di allontanarsi il più possibile, mentre dei filamenti bianchi alla base e neri alla punta si allacciavano fra loro in una tela a cupola nella quale Rohan svolgeva il ruolo di preda.
Larga pochi metri di metri ed estremamente rozza, ospitava ora il guerriero, ora Numero Quattro, ora una quantità tale di entità da far effettivamente trovare stretti gli ospiti.
Ardeva come benzina sul fuoco la rabbia.
Per una volta dopo tempo immemore, Sàrkan perse il sangue freddo e le sue movenze pacate.
Lo voleva morto, lo voleva vedere disperarsi, almeno per un istante, volevare guardare il suo panico tangibile spandersi nell'aria, ed assaporarne ogni singolo frammento.
Vipsinia vide Sàrkan acceso come poche volte in vita, e, nel dolore lancinante di almeno tre coste incrinate, accennava un sorriso sofferente.
Si chinò verso di lei, raccogliendola, cercando di ignorare il proprio dolore e prestare cura al suo.

Vipsinia, nel fumo che ora si spandeva fitto nella gabbia, volle lasciare una delle lame gemelle insieme al suo ultimo briciolo di tenacia., ormai drasticamente seprate, una viaggiava nell'aria, agli arti inferiori di Rohan.
Sàrkan si allontanava a passo svelto, tenendo Vipsinia stretta a sé, mentre Numero Quattro, con uno sforzo finale, mulinò una lancia grigia allo stomaco dell'avversario, accompagnato da una ventina di manifestazione dalla forma imprecisata, munite di artigli e denti affilati.
Si trattava di un'asta finemente lavorata, ornata da un'incessante motivo a fiori che si arrampicava dalla base, arrestandosi solo a pochi centimetri dalla punta: erano narcisi, tutti quanti.
A Volsung, questo il nome del Quarto, piacevano molto.
Fu una conversazione breve, quella del loro primo incontro, e Sàrkan rimase quasi sempre in silenzio, ascoltando le parole del vecchio come un nipote ascolta le storie del nonno.
Volsung giunse alla Valle per cogliere un fiore, che disse avere in tutto e per tutto l'aspetto di un narciso, ma era di colore bianco all'esterno, e nero all'interno.
Volsung scomparì insieme al narciso, e nessuno si ricordò più di lui.


Divertiti, tu. E impegnati.
Disse sprezzante: doveva ancora prendersi almeno una rivincita verbale.

Grazie, Volsung, non lo dimenticherò mai.
Disse, voltandosi un'ultima volta verso il Quarto, mentre questo si scioglieva rapido in una pozza grigia.

Pose lo sguardo su Vipsinia, incrociando i suoi occhi spenti; le doveva un'ammontare interminabile di scuse per la sua stoltezza, per la sua ingenuità, per la sua immotivata brama di avventura degna del più sognatore fra i fanciulli.

Perdonami.
Lei non rispose, chiudendosi in sé in una movenza dalla forma fredda, in cuor suo, l'aveva già perdonato, e quel suo gesto così insolito e umano sembrava incredibilmente incoerente con i soliti modi di fare dell'Assente. Ma quello era un giorno diverso.
Per una volta, tutto era diverso.



Hero Sàrkan is the way.
Status Fisico:Danno quantificabile come un Medio al fianco, sanguinante, dolore affievolito dall'adrenalina, danno Basso/Medio al piede destro, due o tre dita fortemente danneggiate.
Status Psicologico: Estremamente determinato.

Status Fisico Vipsinia: danno riassumibile come Critico al costato, sanguinante, varie coste incrinate.
Status Psicologico Vipsinia: Stupita dai modi di Sàrkan.

Energia: 40-17-7= 16%

Passive Influenti: Non sviene al 10%
Possibilità di usare Vipsinia in combattimento.
Cast istantaneo.
Evocazioni dello stesso livello energetico del caster.
Capacità di rilevare la magia.

Attivate:
Cella Vuota: E' buia, è fredda, è stretta.
Il terreno sputerà più filamenti simili ad ossa, che si andranno ad intrecciare l'uno con l'altro, formando una cupola nera e bianca.
La cella avrà un costo di attivazione Alto e permarrà sul campo di battaglia per due turni.
I filamenti, per quanto apparentemente fragili, sono difficilmente distruttibili, ed hanno una resistenza Media.
Le varie escrescenze fungeranno da sbarre, le intersezioni delle quali saranno sufficienti a far passare un braccio, un solo arto, supplicare per la propria sopravvivenza.

Spirito Vuoto: L'evocazione più semplice: Sàrkan ha imparato a gestire il Vuoto ormai perfettamente, ma gradualmente.
Inizialmente imparò a generare direttamente dal suo palmo od a poca distanza da lui un solo, piccolo essere alato, nero e bianco, delle dimensioni di un falco, che lo aiutava nelle battaglie.
Esso non disponde di una grande forza, ma è un ottimo distrattore, e si rivelò utile a Sàrkan più d'una volta, col tempo – sacrificando però la forza – riuscì a scindere da un solo esemplare tanti Spiriti Vuoti, con un massimo di venti.
La potenza è Bassa ed il consumo Medio.

Riassunto: In breve, data la mia ReC e la mia AeV provo a schivare la tua spada, ma mi colpisce lo stesso il piede, dopo averla spostata e aver perso un po' di tempo, Volsung mi difende dall'alabarda accusando il colpo, ed infine schivo il tuo pugno (le mie caratteristiche dovrebbero permettermelo.)
Vipsinia invece subisce un Critico in pieno, credo sia un danno ragionevole data la tua PeRf e la potenza di Vipsinia nei tuoi confronti.
In sede offensiva, invece:
Ti scatto a fianco, menando un fendente orizzontale.
Lancio verso di te una bomba accecante, castando Prigione d'Ossa attorno te e Volsung.
Infine uso Pipistrello (sono più o meno quindici.) Questi ti accerchiano e provano a morderti e graffiarti qua e là.
Tiro un fumogeno nella Prigione.
Vipsinia lancia una daga verticalmente (altrimenti non passerebbe dalle sbarre strette della Prigione)
Volsung utiliza la sua manifestazione elementale per cercare di trafiggerti con una lancia, poi il suo tempo scade e scompare.

In ultimo, mi reco dall'altro lato della stanza aiutando Vipsinia nel muoversi, cercando una via d'uscita o qualcosa che le assomigli, un altro turno di combattimento e per me è la fine.
 
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53 replies since 23/12/2011, 11:12   1915 views
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