Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Orme di Sangue, {Teschi nella neve}

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view post Posted on 22/2/2012, 18:22
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Studioso
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Farkos sta facendo girare lo spiedo. La carne sta arrostendo lentamente.
Gli altri fratelli intorno a lui scalpitano, si sente l'ululato di una sorella che non sa resistere alla fame.
Numar fissa bramoso quel pezzo di carne. I suoi occhi scorrono lungo il corpo che viene lambito dalle fiamme.
Lo sguardo va a soffermarsi sugli occhi.
Fino a perdersi negli occhi carbonizzati della donna...




Numar scosse la testa. Aveva iniziato a pensare al passato. Un'altra volta...
Tuttavia gli era impossibile non pensare ai banchetti che faceva con la sua famiglia dato che dal collo dei suoi compagni partiva un delizioso profumo di carne arrostita.
Immaginò il sapore che dovevano avere : croccante e tenero al tempo stesso...
Venne distolto dai suoi pensieri quando la bava rischiò di strozzarlo. Tossì per poi sputare a terra. La saliva andò ad espandersi vicino ad Aspid.
La ragazza sembrava provare disgusto per lui. Ma al moro questo non importava granchè. Era abituato fin dalla nascita ad essere considerato uno scherzo della natura dagli umani. Alcuni esprimevano il loro disprezzo attraverso i forconi...stranamente erano quelli che vivevano di meno.
Un urlo alle sue spalle fa capire a lui e ai suoi compagni.



La galleria sembrava estendersi fino al centro della terra. Probabilmente si sarebbero ritrovati in un inferno di fiamme e lava. Lo stesso inferno che Roberto, guardiano dei Goryo, non mancava mai di preannunciargli.
Anche l'inferno sarebbe un cambiamento preferibile a queste gallerie.
Mi sembra di soffocare qua dentro !

Per uno come lui, abituato agli spazi aperti e alle foreste, quel luogo era straziante.
Vero, aveva vissuto in una caverna ma non così profonda quanto questa...
I suoi compagni si bloccarono. Numar alzò lo sguardo incuriosito e ne capì il motivo.
La via si divideva in tre corridoi.
Tirò un pugno al muro. "Un'altro dannatissimo ostacolo...".
Non fece in tempo a finire la frase che un urlo squarciò il silenzio dei corridoi.

« Chi essere? Aiutare Krong, imploro! »



Evidentemente non erano gli unici ad essersi avventurati in quell'inferno buio e umido...
Le urla provenivano dal corridoio di sinistra. Numar voleva andare a scoprire chi fosse quel tipo ma qualcosa lo bloccò.
L'aria aveva qualcosa di strano. Non era presente solo l'odore di carne arrostita proveniente dai suoi compagni...
In mezzo alla puzza di muffa che riempiva quel luogo c'era odore di...
Lupo ! pensò sbalordito.
Si mise ad annusare l'aria in una maniera che gli altri dovevano ritenere strana.
Preferì non dire niente per non perdere la concentrazione.
L'odore sembrava più forte nel cunicolo a destra.
La ragazza era intenzionata ad avventurarsi nel cunicolo a sinistra, mentre Lazarus aveva finto di decifrare un'iscrizione sul corridoio centrale. Catacombe dell'Oltremondo...perfetto, giusto quello che ci mancava !
Un nuovo urlo dal corridoio a sinistra. Aspid si rivolse a loro. "Vi rifiutate di aiutare qualcuno in difficoltà?"
Numar voltò la testa verso la ragazza. "Sento un odore familiare... deve essere un mio fratello infernale !".
Suo padre gli aveva insegnato che i lupi mannari come loro facevano parte di un unico grande branco. E i membri di un branco si aiutano a vicenda. O si sbranano, a seconda dei casi...
Così, intenzionato a trovare quel suo "fratello" di sventura, si incamminò nel buio del corridoio a destra.
Fatti una decina di passi, sentì che qualcuno lo stava seguendo. Non ebbe bisogno di voltarsi, lo riconobbe dall'odore : era Lazarus.
Aspid, a quanto pare, sembrava essere intenzionata a fare l'eroina.
Ognuno di noi decide il proprio destino... spero solo che il nostro non porti dritti ad una morte violenta...





ReC : 200 AeV : 250 PeRf : 300 PeRm : 75 CaeM : 200

Condizioni fisiche : illeso
Conidzioni mentali : incuriosito ma allerta
Energia : 100%
Passive :
-Indifferenza animale - Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.
-Olfatto(Mannaro)-Al primo stadio di unione, il Mannaro non risentirà particolarmente degli effetti della propria condizione, apparendo in tutto e per tutto simile ad un comune essere umano: la coesistenza di uomo e animale non sarà che un particolare trascurabile della sua vita quotidiana. Malgrado le apparenze, tuttavia, qualcosa sarà già mutato nel portatore e i suoi effetti, pur nascosti, non mancheranno già di renderlo una persona fuori dal comune: uno dei cinque sensi avrà infatti subito un'evoluzione tale da discostarlo dai comuni parametri umani per renderlo un super-senso. La scelta dello stesso starà alla discrezione e alla coerenza dell'utente che potrà prediligere, per esempio, l'olfatto per un uomo lupo (così da poter sempre avvertire l'odore del nemico) o la vista per una donna falco (per consentirle di vedere a grandi distanze) o, ancora, il gusto per un uomo rettile (in modo da percepire le vibrazioni dell'aria). Il super-senso del Mannaro sarà in grado di arrivare sempre laddove la natura normale non potrebbe, ma ciò non varrà per contrastare effetti magici o condizionamenti psionici. Dunque una super-vista non potrà violare una tenebra illusoria o un super-udito non potrà contrastare un silenzio magico.
Oggetti ed armi :-Aegnor e Tuellov : due guanti provvisti di artigli metallici sulle dita creati durante il Rito; dentro Tuellov è presente il sangue del cacciatore ucciso durante la prova, dentro Aegnor è presente il sangue della sorella di Numar,Vitani.
-Corazza di ferro leggera : Un'armatura appartenuta a suo padre, non è pesante ma riesce a proteggere in modo ottimale il suo possessore.
Su di essa sono delineati simboli sconosciuti, probabilmente demoniaci.
-Daga del lupo : spada corta con un'incisione a forma di lupo sull'elsa. Causa danno Alto per un consumo Alto.
Utilizzabile una sola volta durante la quest.
-Abiti da viaggio : Pantaloni neri con stivali in pelle, mantello da viaggio con cappuccio.
 
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Caccia92
view post Posted on 23/2/2012, 02:18




Orme di Sangue
~
{Teschi nella neve}



L'uomo posiziona il secondo teschio.
La pietra emette uno strano luccichio, poi torna immobile come sempre. Il rituale prosegue.
Il secondo cranio è più grande del precedente.
L'uomo si chiede quale cacciatore lo raggiungerà per primo. Alla fine ci saranno tutti.
E la fonte del potere sarà risvegliata.




———————————— Garta
{Galleria della solitudine}


Quella mattina aveva sacrificato tre lucertole per un viaggio favorevole. Si era allontanato dal villaggio senza dipingere lo scudo di guerra e senza scuoiare la capra dello sciamano, perché il periodo del Bara-Kan era iniziato e non si potevano portare simboli o rune. Aveva anche sperato che il dio Broghon non lo colpisse con un fulmine. La sua era una caccia difficile e poco adatta alle qualità di combattente, ma l'affronto subito dalla sua tribù non poteva essere ignorato tanto facilmente. Uno degli Huurk era stato ammazzato e la sua testa asportata...un'onta inimmaginabile per un clan.
Così aveva attraversato la grande distesa del ghiaccio perenne, aveva scavalcato i passi di montagna e si era inoltrato nella Miniera-che-non-dorme. Gli faceva paura quella miniera. Era entrato con la sicurezza e la forza di un capo, aveva camminato in mezzo alla roccia e urlato al buio finché il passaggio lo permetteva. All'improvviso si era bloccato davanti alla grossa lastra di pietra. Poi aveva percepito i ruggiti, aveva capito come passare e si era dato alla fuga -vergognosamente- dentro il cunicolo senza fondo. Dopo una corsa a perdifiato, era giunto alla diramazione delle tre vie in mezzo al nulla. Si era buttato nell'apertura più vicina.

...

« Chi essere? Aiutare Krong, imploro! »

Krong, protettore degli Huuruk, chiedeva aiuto dall'interno della sua cella magica. Non aveva mai fallito così miseramente una missione e il timore di dover morire in quel posto continuava a tormentarlo, come il corvo che gracchiava sui cadaveri. Se solo avesse conosciuto meglio la negromanzia, avrebbe capito subito che il suo nemico non era una creatura normale. Invece, come uno sciocco, aveva ingaggiato la lotta ed era stato catturato come una lepre selvatica.
Sfortuna o incapacità...
Aveva però capito una cosa: l'ammasso di latta e ombra era sordo. Ne era convinto perché tutti i suoi tentativi di evadere erano passati inosservati e le sue urla non avevano suscitato rabbia o malcontento nel suo carceriere. Forse, se qualcuno fosse passato dentro la miniera, sarebbero corsi in suo aiuto. Infatti, appena il suono dei passi lo aveva raggiunto oltre la curva della roccia, le sue grida avevano assunto una nuova intensità. Sperava di trovare qualche buon guerriero.
Tentò di mettere in guardia chi stava arrivando.

« Lui no sente nulla! In schiena forse punto debole! »
Tu capire, io prego!

L'armatura di acciaio scuro cigolò appena nel silenzio.
Il guardiano nero fissava con occhi cremisi l'entrata della nicchia.




———————————— Garta
{Galleria del dolore}


Numar e Lazarus si erano inoltrati dentro l'apertura di destra, forse per curiosità o forse per istinto. Il cunicolo -buio come il resto della miniera- si gettava a capofitto verso il basso e i due avventurieri dovettero stare attenti a non scivolare. Chissà cosa li aspettava oltre l'oscurità. C'era sempre quell'odore di lupo bagnato ad accompagnarli e, ben presto, riuscirono a percepire anche un rantolo canino. Una creatura sbavava e ringhiava dentro Garta con la stessa intensità di un branco intero.
Numar rimase perplesso quando scorse la figura massiccia di uno dei suoi fratelli, una bestia anziana dal folto pelo grigio, chino sul pasto di mezzodì. Quell'ibrido mannaro aveva qualcosa di strano negli occhi assetati di sangue e nella bocca grondante di saliva; era intento a rosicchiare un osso recuperato da terra con una frenesia mostruosa.
« Sbrana...sì...sbrana... »
Il mannaro si voltò di scatto quando sentì il profumo fresco di Lazarus. Mostrò i denti aguzzi e spiccò un balzo fuori dal comune per raggiungere la nuova preda o chiunque si parasse davanti al suo naso nero. Gli artigli si erano protesi per dilaniare, mentre rivoli bianchi e schiumosi si disperdevano nello slancio. Un mostro. Numar sapeva che i suoi fratelli non attaccavano mai senza prima aver studiato il bersaglio...e solo in quel momento, dopo un lampo di comprensione, realizzò la pericolosità della situazione : il vecchio lupo era malato di Rabbia.






QM POINT————————————
Bene, avete scelto la vostra strada. Ora vi faccio il punto delle varie scene.
CITAZIONE
Aspid: arrivi ad una piccola nicchia, ti sporgi ad osservare da un punto sicuro e vedi che c'è un orco malridotto chiuso dentro una gabbia di pura energia oscura. Davanti a lui, imperioso, si erge un guardiano composto da materia nera e corazzato dalla testa ai piedi; stringe una mazza ferrata nella mano destra. Ora, dalle informazioni dell'orco, sai che il tuo nemico non ci sente e che forse il suo punto debole sta nella schiena. Attenta, il guardiano è un'energia Rossa. Attaccalo come puoi, ma non essere autoconclusiva.
Odin e Numar: vi inoltrate in una galleria che pende verso il basso. Ad un certo punto incontrate un lupo mannaro dal pelo grigio e dalla bava facile. Non sapete da dove proviene. Il mannaro attacca Lazarus con un'unghiata di potenza Alta, mentre Numar si accorge che quel suo fratello di sangue ha la Rabbia.
Odin, devi difenderti e eventualmente provare a ribattere la bestia. Numar, fai quello che vuoi...tieni conto che la malattia può contagiare anche te. Non dovete essere autoconclusivi. Il mannaro è energia Verde.

Avete quattro giorni. Per domande o altro, sempre il topic di confronto.
Buon divertimento!
 
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Aspid
view post Posted on 24/2/2012, 14:47




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

jpg



I muscoli del corpo erano tesi come corde di violino mentre percorreva silenziosamente il cunicolo. Aveva preso la direzione da cui erano giunte le implorazioni di aiuto, lasciandosi alle spalle i suoi compagni di sventura. Non era dispiaciuta per la scelta operata, le cose si erano ristabilite nella loro normalità, riportandola alla condizione di "solitaria". Era quello lo status che prediligeva poichè in quel modo aveva trascorso praticamente tutta la sua giovane vita. La compagnia le era avversa, due era un numero sufficiente per non farle sentire la solitudine, Mary e la "Regina" colmavano i suoi vuoti ma non avevano abbastanza ascendente per costringerla a compiere scelte diverse da quelle desiderate. Non sempre almeno. Aveva slacciato il mantello, lasciando libera la ferita da ustione. L'odore di pelle bruciacchiata si era piantato dentro le narici ma, fortunatamente, il dolore si stava attenuando. Maledì silenziosamente i due uomini che avevano scelto il cunicolo di destra.

Vigliacchi! Gentaglia! Inutili omuncoli paurosi!

La "Regina" le sbraitava nel cervello e ad ogni imprecazione aumentava il fastidioso martellare delle tempie causato dalla lunga mancanza di aria pura. Odiava quel posto dimenticato da dio, si sentiva intrappolata nelle viscere della terra e più avanzava, più la sensazione di oppressione si faceva dannatamente insistente.

Anche io ho paura.

Tu sei una mocciosa piagnucolosa, è comprensibile.

La voce ignota tornò a farsi sentire, riportando il silenzio nella sua mente.

« Lui no sente nulla! In schiena forse punto debole! »
Tu capire, io prego!»


A dire il vero non capiva affatto. O almeno non fino a quando la scena che la stava aspettando non le esplose davanti agli occhi. Il cunicolo compiva una curva e, oltre questa, si ritrovò in una piccola nicchia e dovette sporgersi per osservare meglio. Dentro una strana gabbia si trovava un orco, Krong presumeva. Non doveva spassarsela granchè bene, le pareva piuttosto malridotto per quanto potesse vedere. Davanti a lui sostava un essere coperto da una spessa corazza che brandiva una mazza ferrata nella mano destra.

Se la matematica non è un'opinione salvare l'orco significa abbattere l'energumeno con la mazza, comprendi?

Una vera scoperta, a volte le sarebbe piaciuto prendere a due mani la testa della "Regina" e sbatterla contro il muro per vedere se ne usciva fuori qualcosa di diverso dall'acqua. Si tenne la rispostaccia per sè sforzandosi di tornare a concentrarsi sulla situazione che la vedeva galleggiare in un liquido
torbido e nauseabondo. Per usare un termine educato. L'orco aveva cercato di aiutarla ponendo l'accento sulla possibile sordità del guardiano. In effetti l'essere non aveva mostrato il minimo sentore di un possibile pericolo, rimanendo immobile come se niente potesse scalfirlo.

In schiena forse il punto debole!

Era quel "forse" a preoccuparla. Cosa aveva voluto comunicarle Krong, che avrebbe dovuto attaccare il guardiano alla schiena? Più facile a dirsi che a farsi, considerato che l'essere era girato dalla sua parte e scrutava la nicchia con occhi fiammeggianti. Doveva trovare qualcosa che lo spingesse a voltarsi, sfruttando la posizione, seppur minima, di vantaggio che aveva acquisito. Dopotutto lei sapeva di lui ma lui non si era ancora accorto di lei.

L'idea di rischiare la vita per salvare quel mostriciattolo è semplicemente assurda, così assurda che non riesco nemmeno a concepirla!

Era certa che alle sue inquiline la situazione non piacesse granchè ma se avesse scelto un altro cunicolo sarebbe cambiato qualcosa? Lazarus e il nero se la stavano passando meglio? Non sentiva rumori e si augurava di non sentirne. Sospirò spallandosi contro la parete, la testa girata verso sinistra, dove le rimanevano la gabbia ed il guardiano. di fronte poteva osservare lo spesso muro che delimitava la grotta, cui l'energumeno corazzato dava la schiena. Non era facile elaborare uno straccio di strategia offensiva lì, nonostante il freddo si sentiva accaldata. Si portò la mano alla fronte, scoprendo di averla matida di sudore mentre un'idea folle stava prendendo lentamente forma nella sua mente, l'unica che le avrebbe garantito una possibilità di attacco senza dover combattere a viso aperto. Lentamente lasciò la fronte per tastare il boomerang, che teneva fissato alla cintola, Lo sgancio. Sapeva maneggiarlo molto bene e la sua mira l'aveva aiutata in più di un'occasione, consentendole di colpire il proprio avversario senza doversi palesare. Scrutò oltre il guardiano per valutare mentalmente la grandezza della caverna, aveva solo quel colpo e non voleva sprecarlo agendo in maniera imprudente ed istintiva. Evitò anche di comunicare con l'orco, non voleva correre rischi inutili. L'eventualità di girare i tacchi e tornarsene sulla via principale non la sfiorò neanche per un istante, sebbene percepisse una certa agitazione dentro la sua testa. Sbattè le palpebre per richiamare la concentrazione, si sistemò di fianco, spiaccicandosi il più possibile contro la parete e portò il polso nella cui mano si trovava l'arma verso l'interno, il gomito destro piegato all'altezza del torace, i muscoli tesi e in fase di spinta. Misurò la posizione del guardiano e la distanza di quello dalla parete cui lui dava la schiena, facendo attenzione a rimanere ben nascosta. Infine tese il braccio destro, compiendo il movimento di lancio in maniera rapida ed il boomerang partì nell'oscurità, sferzando l'aria umida. Confidava che il rumore provocato dal passaggio dell'arma volante non venisse udito dal guardiano. La luce era poca e difficilmente l'oggetto sarebbe stato captato. Il boomerang avrebbe compiuto una curva verso sinistra, rasentanto la parete di fondo e sarebbe finito contro la schiena dell'energumeno. O almeno era quello il suo scopo. L'impatto non sarebbe stato potente ma sarebbe servito a farlo meccanicamente voltare verso la direzione da cui era giunto il boomerang. In quel caso lei sarebbe piombata fuori dalla nicchia brandendo la spada a due mani e, forte della sordità del suo avversario, lo avrebbe raggiunto da dietro per piantargli la lama nella colonna vertebrale.



Status fisico: forte ustione al collo
Status psicologico: tesa e concentrata
Energia: 100%
Armi: boomerang legato alla cintola - spada Snow Queen nel fodero - ombrello
scudo nascosto dalla pelliccia
Oggetti: piccola Armonica a bocca - zaino di pelle che contiene un mamba di pezza - borsello legato alla cinta contenente dei sassolini di fiume dalle diverse tonalità del bianco
Corona del Ghiaccio: un oggetto prezioso e riccamente decorato con piccoli fiocchi di neve. Indossandola e spendendo un consumo pari a Medio, fa diventare completamente invisibili per un turno di combattimento o per un giro di post; si può mantenere attiva la tecnica muovendosi lentamente e senza produrre eccessivo rumore. da utilizzare solo una volta durante la quest.
Abilità razziale: Controllo Energetico
Passiva di II° dominio: Mente Lucida, difesa psionica che protegge da ammaliamenti psionici passivi
ReC 350 - AeV 200 - PeRF 150 - PeRM 225 - CaeM 225
Note: Spero che l'azione di Aspid sia comprensibile, Mi hai lasciato un certo margine per costruire le varie posizioni ed ho immaginato che la nicchia si trovasse al termine del cunicolo, sulla parete di sinistra. Potendo sporgermi senza essere vista, come hai scritto, avrei gabbia e guardiano sulla sinistra e di fronte la parete della caverna, cui il guardiano darebbe le spalle, essendo
voltato verso la nicchia. Il boomerang lanciato frontalmente compirebbe l'abituale curva verso sinistra, percorrendo il perimetro della caverna, per finire contro la schiena del guardiano. Ovviamente sta a te stabilire se questo sia possibile o no.
 
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view post Posted on 25/2/2012, 14:21
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Ad Agio Nel Disagio
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Era ancora in coda al gruppo, davanti a lui c'era nuovamente Numar. Ma per qualche strana ragione, l'uomo sentiva che mancava qualcosa. Che si stesse affezionando alla compagnia silenziosa di quei due avventurieri? O forse, più probabile, inconsciamente si rammaricava della temporanea perdita di uno dei membri della comitiva; in fondo più erano, meno possibilità aveva di finire male. Fantastico opportunismo.
Percorsero la galleria per pochi minuti, giusto quanto bastava per allontanarsi dall'entrata e perdere la speranza che Aspid potesse venire ad aiutarli. La roccia umida non gli era mai parsa tanto repellente; finalmente anche lui sentiva quel puzzo nell'aria, un sentore selvatico e decadente. Non era acre come gli intrugli del vecchiaccio che li aveva spediti in quel posto ma il tanfo di decomposto, di organico, attanagliava il cervello e le viscere in una morsa ben più ferrea e mostruosa delle erbette del druido.

Ringhia, guaiti, rantoli sommessi, nevrotici. Lazarus non se ne intendeva certo di animali, ma già nella sua mente prendeva forma l'immagine di un animale peloso e deforme intenzionato a sbranarli entrambi. Anzi, probabilmente a sbranare solo lui. Finalmente superarono l'ultima curvatura della pietra, trovandosi inaspettatamente di fonte all'animale.
Numar l'aveva intuito, ne era certo, per questo aveva imboccato con tanta convinzione l'ingresso della galleria: un essere metà uomo e metà lupo dal pelo grigio e irto, mancante in macchie sparse, chino su quello che sembrava una delle ossa dell'ultima sfortunata creatura che era finita in quel luogo. Lazarus si fermò per un istante, disorientato da quell'apparizione; già la sua mente si addentrava in pensieri poco piacevoli e dolci paranoie, ripescando dalla memoria gli ululati di Numar e il modo con cui poco prima sgranocchiava un osso. L'aveva chiamato scherzosamente ragazzo-lupo e in quel frangente, osservando la grottesca caricatura ibrida che gli sbarrava il cammino, pensò che in fondo doveva esser andato piuttosto vicino alla vera natura del ragazzo.
Accantonò i pensieri negativi; erano in due contro quell'affare,punto. A meno che il suo compagno di disavventure non fosse riuscito a instaurare una qualche forma di dialogo con il licantropo.
Possibilmente un colto discorso che non si incentrasse sul banchetto ambulante che il negromante rappresentava.
Il mostro alzò lo sguardo, fissando i suoi occhietti iniettati di sangue sul duo. Lazarus ebbe l'impressione che quello stesse fissando con bramosia lui, ma doveva essere solo un impressione, il frutto delle paranoie precedenti.
No. Invece era davvero lui il bersaglio. Scoprendo i denti gialli, schiumante, il mostro spiccò un balzo verso di lui allungando gli arti superiori intenzionato a dilaniarlo con gli artigli affilati come rasoi. Ripresosi dallo stupore iniziale l'uomo accennò appena ad indietreggiare, preparando una difesa adeguata. Con un fragore metallico, dalle pieghe del mantello sgualcito di Lazarus eruppe una quantità abnorme di materia: legno, metallo, frammenti di vetro e ceramiche scolorite, pupazzi di forme astruse, qualche brandello di tessuto. Un cacciavite, che galleggiava allegro in quel mare. In un secondo la massa informe si innalzò, accumulandosi verticalmente come le onde del mare che si infrangono spumanti contro gli scogli durante una tempesta. Un muro di medie dimensioni, abbastanza grande da difendere il negromante e fungere da riparo per Numar, si concretizzò prima che il mostro si abbattesse sulle carni di Lazarus.
L'uomo espirò, il corpo percorso dall'adrenalina. Quel mostro sbavante sembrava indemoniato!

Che ne dici Numar, questo è uno del tuo branco? Di solito nelle riunioni di famiglia non si salta sbavando addosso alla gente cercando di staccargli la testa!

Il muro li aveva protetti, ma di certo il negromante non era in grado di sostenere da solo uno scontro con un mezzolupo simile. Avrebbero dovuto collaborare e sperare di mettere in fuga il bestione. Un secondo di concentrazione e il muro crollò in avanti, riversandosi sull'animale un secondo dopo che questi aveva terminato il suo tentativo di tranciare la carotide del pover'uomo. L'informe ondata era guidata da strani pupazzi festosi, simili a folletti a molla. Troppo allegri e chiassosi per la situazione in cui si trovavano, portandosi dietro l'ondata-corteo di robaccia affilata e rugginosa assortita, i pupazzi si avventarono sul lupo cercando di ferirlo e spaventarlo. Non era un offensiva imponente,ma avrebbe tenuto occupato il lupo; Lazarus aveva affidato il resto a Numar, fiducioso.


[Rec: 250] [AeV: 150] [Perf: 75] [Perm: 225] [Caem: 150]





Ferite Accumulate:
Ustione semicircolare al collo da danno Alto.

Status Psicologico:
Concentrato, leggermente restio ad entrare in contatto con il mannaro D:

Energia Residua:
100% - 22% - 6% = 72%

Abilità Passive:
- Should I be Afraid? - Difesa psionica passiva [Abilità Personale 1°]

- Can the Darkness Hide you Soul? - [Passiva Razziale Mezz'elfo: Scurovisione]

- My Finger aren't Just to Please Woman - [Passiva di Dominio Lv 1]

Abilità Attive:

- Wall of Rust - [Muro d'Ossa - Gialla Negromante] Muro difensivo, consumo Alto, difesa Alta.

- Burns Like Rust of Soul - [Servitori Infernali - Bianca Negromante] Offensiva sotto forma di ondata di "pupazzi". Danno Basso, consumo Basso.

Oggetti Extra: Memorie del druido, un libro vecchio e consumato. Nelle sue pagine ci sono degli strani segni e delle lettere sconosciute, con affianco un'accurata descrizione delle stesse. Ti permetterà di decifrare antichi codici della Landa Ghiacciata. Puoi utilizzarlo per tutta la durata della quest.


Note: Ho fatto paranoiare Lazarus su Numar ma ovviamente è solo scenico, io ho piena fiducia :8D: L'azione credo sia abbastanza semplice: un muro a consumo Alto per difendersi dall'unghiata di egual potenza, poi lo stesso muro lo sfrutto - a livello scenico - per la tecnica offensiva Bassa. End xD



 
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view post Posted on 27/2/2012, 18:24
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Alcuni sassolini caddero lungo la discesa. Numar si abbassò e si aggrappò al terreno sfruttando i guanti artigliati.
Imprecò. Questo corridoio è fin troppo scosceso per i miei gusti.
Tornò a concentrarsi sul forte odore di lupo che aleggiava nell'aria. Dietro di lui, Lazarus teneva il passo; invece della ragazza, Aspid, non c'era alcuna traccia.
Quando arrivarono sul fondo della discesa, un tremendo fetore di marciume costrinse Numar a trattenere il respiro portandosi una mano davanti alla bocca.
Quel luogo puzzava di carogna.
Lui apprezzava anche le ossa di gente morta da un pezzo, come aveva dimostrato al portone di Garta. Tuttavia la carne in decomposizione era per lui qualcosa di disgustoso e trovava inconcepibile mangiarla.
In mezzo a quel fetore infernale si fa strada l'odore che lo aveva condotto fino a lì.
Fece qualche passo. Si bloccò di colpo. L'aveva visto.



Perplessità. Delusione. Disgusto. Infine tristezza.
Questi sono i sentimenti che provò Numar alla vista dell'altro licantropo.
Un lupo dal pelo grigio, probabilmente un anziano, ringhiava e allo stesso tempo rosicchiava un osso con una frenesia fuori dal normale. Una frenesia paragonabile solo a quella dei cani randagi.

« Sbrana...sì...sbrana... »

Neppure Numar, che amava il sangue e la carne più di ogni altra cosa, si sarebbe comportato in un modo così patetico per un solo osso.
Avrebbe voluto dargli una lezione ma qualcosa lo trattenne. Negli occhi dell'anziano c'era una strana luce.
C'è qualcosa che non va...
La bestia alzò lo sguardo famelico su di loro. Più precisamente su Lazarus che arretrò.
Numar vide il licantropo mostrare i denti e iniziare a correre verso il suo compagno. La distanza stava velocemente diminuendo. Si mise al fianco di Lazarus, pronto a intervenire. Tuttavia non ce ne fu bisogno.
L'attacco dell'ibrido andò ad infrangersi contro la barriera creata dal negromante.
Quello si rivolse a Numar.

Che ne dici Numar, questo è uno del tuo branco? Di solito nelle riunioni di famiglia non si salta sbavando addosso alla gente cercando di staccargli la testa!

Nella sua mente andò a concretizzarsi un timore che possedeva già da un pò.

"Non è del mio branco se è questo che vuoi sapere, ma è comunque un licantropo e questo lo rende un mio confratello.
Tuttavia c'è qualcosa di strano in lui : noi di solito studiamo il bersaglio prima di attaccare.
Lui invece ha agito di impulso e continua a comportarsi come un animale famelico.
Deve per forza avere... la Rabbia...".

La malattia più temuta dai licantropi. Il Flagello della fame eterna.

"Devo stare attento o anche io ne sarò contagiato !".

Il negromante utilizza un nuovo incantesimo per attaccare la bestia. Numar decide di attaccare ma da una distanza di sicurezza.
Concentrandosi sposta tutta la forza presente in lui nelle gambe. Si piega sulle ginocchia per poi lanciarsi in un balzo di una decina di metri in avanti.
Ora si trovava a qualche metro dal nemico, che gli dava le spalle.
Si concentrò nuovamente ma questa volta trasferì tutta la sua forza alle mani. Fatto ciò colpì violentemente il terreno con la punta delle dita. Gli artigli meccanici cozzarono contro il terreno finchè non si infilarono al suo interno.
Con un ultimo sforzo, accompagnato da un ruggito sovrumano, allontanò le mani creando una piccola voragine che andò ad allargarsi in larghezza e profondità via via che procedeva. E per puro caso procedeva proprio contro il licantropo dal pelo grigio...




ReC : 200 AeV : 250 PeRf : 300 PeRm : 75 CaeM : 200

Condizioni fisiche : illeso
Conidzioni mentali : irato ma anche preoccupato per la Rabbia
Energia : 100%-6%-6%= 88%
Passive :
-Indifferenza animale - Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.
-Olfatto(Mannaro)-Al primo stadio di unione, il Mannaro non risentirà particolarmente degli effetti della propria condizione, apparendo in tutto e per tutto simile ad un comune essere umano: la coesistenza di uomo e animale non sarà che un particolare trascurabile della sua vita quotidiana. Malgrado le apparenze, tuttavia, qualcosa sarà già mutato nel portatore e i suoi effetti, pur nascosti, non mancheranno già di renderlo una persona fuori dal comune: uno dei cinque sensi avrà infatti subito un'evoluzione tale da discostarlo dai comuni parametri umani per renderlo un super-senso. La scelta dello stesso starà alla discrezione e alla coerenza dell'utente che potrà prediligere, per esempio, l'olfatto per un uomo lupo (così da poter sempre avvertire l'odore del nemico) o la vista per una donna falco (per consentirle di vedere a grandi distanze) o, ancora, il gusto per un uomo rettile (in modo da percepire le vibrazioni dell'aria). Il super-senso del Mannaro sarà in grado di arrivare sempre laddove la natura normale non potrebbe, ma ciò non varrà per contrastare effetti magici o condizionamenti psionici. Dunque una super-vista non potrà violare una tenebra illusoria o un super-udito non potrà contrastare un silenzio magico.

Attive :

-Salto del lupo : Numar, concentrando la propria forza nelle gambe, riesce a compiere un balzo fuori dal comune, che può raggiungere grandi altezze.
La tecnica ha natura fisica. Consente a Numar di compiere un balzo di altezza molto superiore al normale. Il peso e l'agilità del personaggio potranno influire sull'altea del salto. La tecnica potrà servire per evitare attacchi di ampia portata, ma non sarà così rapida da poter evitare attacchi rapidi o movimenti frenetici. Potrà valere come una difesa di livello Basso. E' una tecnica istantanea, valida per il tempo di un solo salto. Si basa sulla AeV del caster e non sulla sua PeRm.
Consumo di energia: Basso

-Bocca della Bestia : Numar, colpendo il terreno, apre davanti a sè una voragine.
La tecnica ha natura fisica. Il licantropo colpisce il terreno o con la propria arma o con le mani e davanti a lui si apre una voragine a forma di V che ha come vertice il punto colpito. La lunghezza sarà variabile e la profondità aumenterà all'aumentare della lunghezza stessa. Cadendovi all'interno, una persona subirebbe soltanto danni fisici e lesioni da caduta ma nessun danno magico. La voragine rimarrà aperta per il resto della scena o del combattimento. La tecnica si basa sulla PeRf del guerriero e non sulla sua PeRm.
Consumo di energia: Basso

Oggetti ed armi :-Aegnor e Tuellov : due guanti provvisti di artigli metallici sulle dita creati durante il Rito; dentro Tuellov è presente il sangue del cacciatore ucciso durante la prova, dentro Aegnor è presente il sangue della sorella di Numar, Vitani.
-Daga del lupo : spada corta con un'incisione a forma di lupo sull'elsa. Causa danno Alto per un consumo Alto.
Utilizzabile una sola volta durante la quest.
-Abiti da viaggio : Pantaloni neri con stivali in pelle, mantello da viaggio con cappuccio.

Note : penso che la mia azione sia abbastanza comprensibile : Numar compie un balzo per arrivare alle spalle del licantropo e allontanarsi allo stesso tempo.
Infine crea una voragine nel terreno per farcelo cadere dentro.


Edited by Numar - 27/2/2012, 23:12
 
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Caccia92
view post Posted on 29/2/2012, 15:45




Orme di Sangue
~
{Teschi nella neve}



Attende, paziente, che l'energia fluisca dallo spirito dell'orco sciamano. Un riverbero appena accennato fa risplendere il cranio allungato e aguzzo, mentre la lama della falce pulsa di luce nera. Il rituale sta procedendo al meglio, ma mancano ancora diversi elementi all'appello.
L'uomo si alza e scruta dall'ombra del santuario. Davanti a lui, come scheletri di bestie antiche, si estendono le catacombe e i cunicoli della miniera maledetta. Lui conosce Garta, sa che la roccia e il cristallo vibrano di malvagità e che le gallerie sono colme di esseri mostruosi. Gli uomini, gli orchi, i lupi...quali sono già morti e quali si affannano a raggiungerlo?
Quanti si sono mossi per vendicare i cadaveri della loro gente?
Nessuno, sicuramente, si è ancora reso conto di quello che sta succedendo e di ciò che avverrà. Non gli uomini, almeno. Tre dei cacciatori portano dettagli fondamentali per il completamento del rituale.
L'uomo rilegge l'ultima parte della nona pagina del libro. Forza, per massacrare. Bellezza, per stupire. Saggezza, per comprendere. E l'arma perfetta, la falce della nera signora, avrebbe preso forma nelle sue mani.
Lasciando orme di sangue sulla pietra dura.




———————————— Garta
{Galleria della solitudine}


Krong, all'ombra delle sbarre di acciaio buio, osservò lo strano oggetto piroettare nell'aria stantia della nicchia. Lo vide roteare furiosamente e sorpassare con un sibilo il corpo massiccio e metallico del guardiano. Se l'intento del suo alleato era quello di colpire il colosso, quel qualcuno aveva sbagliato di grosso il lancio. Poi, con sua sorpresa, l'arma dalle ali di legno deviò la traiettoria -per magia?- e allungò il suo percorso puntando direttamente alla schiena del guardiano. Krong non aveva mai visto una cosa del genere: forse aveva una possibilità di fuga. Se solo fosse riuscito a liberarsi dalla prigione maledetta...
Avvertì il tonfo dell'oggetto che colpiva il retro dell'armatura. Centro, un tiro perfetto. Il gigante buio e grigio grugnì qualcosa con tono grottesco e si piegò in avanti goffamente. All'improvviso un umano femmina sbucò dalla parete di roccia appena più avanti e affiancò il nemico brandendo una spada. Un affondo rapido e sicuro, la lama che penetrò nelle viscere orribili del guardiano. Proprio in quel momento le sbarre della gabbia si dissolsero come fumo e Krong urlò la vittoria.
Troppo presto, probabilmente.
Il guardiano allungò una mano enorme e afferrò la spada dell'umana...piccole scosse scure percorsero il ferro come serpenti. Poi, con uno strattone, cavò fuori l'elsa dalla colonna vertebrale e dalle mani della sua precedente proprietaria; gettò l'arma lontano e voltò il capo coperto di elmo per squadrare Krong e la donna. I suoi occhi baluginavano di un cremisi intenso e la sua rabbia era palpabile nel respiro simile allo sbuffo di un drago. Erano finiti. Il carceriere sollevò la mazza ferrata oltre le loro teste e un nuovo ruggito rimbombò contro le pareti della miniera. L'orco non sapeva cosa fare, ma voleva aiutare a tutti i costi colei che lo aveva salvato. Si sarebbe opposto con tenacia all'affronto della creatura oscura, avrebbe sacrificato le proprie carni per onorare il suo debito di vita.
Il pelleverde sfoderò l'ascia da guerra e scoprì i denti gialli.


———————————— Garta
{Galleria del dolore}


Gli artigli d'acciaio e furore cozzarono violentemente contro il muro magico creato da Lazarus. Un guaito acuto accompagnò la caduta del vecchio licantropo dal pelo grigio e una nuvola di sabbia si sollevò dalla terra arida. Poi, come tanti frammenti vivi, i pezzi del muro si disgregarono dalla loro sensata posizione e affondarono schegge acuminate nella pelliccia e nella carne del lupo. Altri guaiti nell'oscurità di Garta. E Numar aveva colpito il pavimento della galleria, cosicché una crepa sottile e affilata si era fatta strada fino al suo confratello. La fessura si ingrandì improvvisamente con un rombo e la voragine lasciò cadere il mannaro grigio nelle viscere dell'inferno sotto il Midgard. Forse era morto, forse era soltanto ferito, ma i due viaggiatori non attesero un verdetto definito: presero a correre a perdifiato attraverso i bui cunicoli di Garta, inoltrandosi sempre di più nel cuore pulsante della miniera.
Ad un certo punto si bloccarono. Il tragitto terminava con un'apertura circolare da cui si intravedeva un'ampia sala, simile ad una cattedrale, sorretta da immense colonne di pietra; strane statue scheletriche sbucavano dal terreno come spaventapasseri in mezzo ad un campo di grano bruno, sarcofaghi scolpiti nella roccia erano disposti lungo tutto il perimetro della stanza e mucchi di teschi erano stati stipati in innumerevoli fessure ricavate nelle pareti squadrate. Catacombe. Forse le stesse catacombe di cui parlava l'iscrizione sopra la porta, l'iscrizione che aveva decifrato Lazarus. Davanti a loro -nella zona più lontana- si indovinavano i profili levigati di portoni illuminati da torce dalla fiamma blu. Parevano sigillati. Sopra ogni stipite si poteva intravedere un'incisione dall'aria sbiadita e consumata.
Giungeva un'altra decisione da prendere, un altro passo verso l'assassino. Intuito o fiuto, strumenti o naso? Cosa avrebbero scelto Numar e Lazarus, intrepidi cacciatori di sussurri di morte, inseguitori di orme di sangue?






QM POINT————————————
Come sempre vi aggiorno sulle casistiche assegnate a ciascun utente:
CITAZIONE
Aspid: la tua offensive è riuscita solo parzialmente. Sei riuscita a liberare l'orco, ma non hai ferito a morte il guardiano. La spada ti viene strappata di mano e subisci una scarica elettrica di potenza Media che ti ustiona il braccio che brandiva l'arma. Attenta ora: il guardiano si è accorto della tua presenza e ti vuole attaccare con un colpo di mazza ferrata, che equivale ad una tecnica di potenza Critica. Però, come aiuto, hai dalla tua parte Krong. Puoi manovrarlo come vuoi, decidere le sue azioni, farti difendere o combinare un attacco con lui. Krong muore dopo un complessivo di danni pari a Mortale, come un normale PG. Decidi cosa fare, ma non essere autoconclusiva con il guardiano.
Numar e Odin: siete riusciti, in qualche modo, a scamparla. Correte attraverso i cunicoli e raggiungete un'ampia sala quadrata che ha tutta l'aria di essere una catacomba. Ora dovete prendere una decisione: ci sono quattro porte dinnanzi a voi e ogni porta ha un'iscrizione incisa sopra.
- Odin, puoi scegliere di decifrare una delle incisioni. Mandami un MP con il numero della porta e io ti darò la corrispettiva traduzione. Una volta decifrata una delle frasi, le altre svaniranno.
- Numar, puoi decidere quello che vuoi, attendere la scelta di Lazarus o sparare a caso una porta.
Ogni accesso, per essere oltrepassato, deve subire un quantitativo di danni pari ad Alto. Mi raccomando, sono energie importanti da spendere.

Per domande e dubbi vi rimando sempre al confronto. Avete quattro giorni, buona fortuna!
 
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Aspid
view post Posted on 1/3/2012, 23:23




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

jpg



L'attesa antecedente un attacco è sempre avida di speranza.
Dalla sua postazione Aspid seguiva con lo sguardo il volo guidato del fido boomerang, questo compì la curva che si era idealmente immaginata ed impattò contro la corazza dell'energumeno. Il tonfo ferruginoso rimbombò nella caverna, stridendo come un cavallo imbizzarrito.
Bingo!
Il guardiano si piegò goffamente in avanti, evidentemente la spessa coltre di ferro che lo proteggeva risultava pesante e poco agevole, doveva annotarsi la circostanza. Sentiva i muscoli fremere di impazienza, la posizione dell'emergumeno era un invito a nozze, la schiena si apriva in tutta la sua possente ampiezza e la lunga colonna vertebrale, così curva, costituiva un obbiettivo allettante.
Rapida, sgusciò fuori dalla nicchia brandendo la spada con la mano destra, il braccio teso sopra la sua testa per caricare il colpo. Ed affondò con quanta forza aveva nella corazza del guardiano, la lama si fece strada nelle sue ossute viscere incagliandosi fra le ossa. L'orco esultò, le sbarre della gabbia che lo tenevano prigioniero si dissolsero come neve al sole, rendendogli la libertà che gli era stata forzatamente strappata.
Un grido di giubilo le salì alla gola ma si appiattì, agonizzante, riuscendo appena a sfiorare le corde vocali, per poi ricadere da dove era sorto. Il colosso corazzato agguantò la Snow Queen, Aspid non si rese conto del pericolo fino a quando il suo braccio non avvampò, preda involontaria di scariche elettriche che la scossero fino alla punta dei piedi. Avrebbe voluto mollare la presa ma la mano si era artigliata all'elsa della spada come fosse il prolungamento naturale del suo braccio, aprì la bocca per gridare ma ne uscì solo un suono gutturale che le graffiò la gola. Il dolore al collo riprese a pulsare, estendendosi anche all'arto colpito. Si sentì strattonare, finalmente la mano mollò la presa e la sua spada roteò in aria finendo contro la parete della caverna, per poi adagiarsi a terra. Per una frazione di secondo che parve un'eternità si staccò la spina nella sua mente, lo sguardo annebbiato e confuso si fece vacuo e privo di espressione, il braccio destro le ricadde pesantemente sul fianco e il busto prese ad oscillare, paventando una pesante caduta.

Apri gli occhi.
Mary, apri gli occhi.
Dannata mocciosa, guardami!


Un flashback violento la riportò alla realtà, sempre e dannatamente lo stesso. Le scariche elettriche avevano risvegliato in lei ricordi sopiti, dimenticati da qualche parte nel suo subconscio, abbandonati volutamente a marcire in un mare di oblio.

Apri gli occhi.

Non capiva. Non aveva mai capito il senso di quegli improvvisi attacchi mentali. E avrebbe continuato a non capire. Almeno in quel momento. Ma si impose di seguire la voce ed aprì gli occhi.
Lo sguardo si riaccese e tutto tornò limpido davanti a sè. In quei pochi attimi di assenza il dolore si era assopito, come un animale assonnato in procinto di cadere in letargo. Ma l'inverno era agli sgoccioli, l'aria primaverile iniziava a farsi sentire e l'animale si risvegliò restituendogli il dolore ma anche la certezza di essere ancora lì. Viva.
Pochi attimi per analizzare la situazione. Il guardiano non aveva minimamente sofferto il colpo, la stava guardando con gli occhi cremisi mentre sollevava la mazza ferrata, ruggendo e sbuffando come la locomotiva di un treno. L'orco le stava stranamente accanto, non era fuggito come si era aspettata. Aveva sfoderato l'ascia di guerra e il ghigno dipinto sul volto le forniva un'inequivocabile spiegazione: avrebbe combattuto con lei. La constatazione non le sollevò il morale ma si sentì scossa da un riverbero di speranza. Non c'era tempo per elaborare una strategia a due, decise di agire rapidamente. Racimolando la dovuta concentrazione, gli occhi lievemente socchiusi per lo sforzo, prese a modellare l'aria circostante con la mente fino a quando una nuvola compatta di energia non si materializzò davanti a lei, assumendo le fattezze della testa di un enorme serpente, alto quasi il doppio di lei. La creatura, tanto cara a Mary, l'avrebbe protetta dalla mazza ferrata? Non ebbe il tempo di constatarlo, Krong la spostò lateralmente, verso destra, con una spallata che le fece quasi perdere l'equilibrio. Il colpo del guardiano incontrò la barriera di protezione appositamente creata ma la potenza dell'attacco era di gran lunga superiore e, pur mitigato dall'attrito della forza che spingeva verso l'alto, penetrò nella nuvola, la forma assunta si dissolse e la mazza impattò contro la parte esterna del piede dell'orco, frantumandogli tutte le dita. Krong urlò con quanto fiato aveva in corpo, schiumando bava dalla bocca.

"Noooo!"

Urlò anche lei, colpita dalla mossa dell'orco. Non capiva il perchè di quel gesto, già la sua persistente presenza nonostante la liberazione dalla prigione l'aveva stupita, ricordava ancora le parole del druido schizzato sulla presunta inospitalità dei pelleverde. O il vecchio aveva davvero bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lui, oppure Krong aveva deciso di superare l'innata scostanza. Del resto aveva rischiato la sua vita per liberarlo, un minimo di riconoscenza doveva aspettarselo.
L'orco, forse impazzito per il dolore o forse in preda ad una rabbia incontrollata, si scagliò contro il guardiano. Aveva posizionato l'ascia di guerra davanti a sè, con la lama rivolta verso l'esterno e caricò a testa bassa, gettandosi contro gli arti inferiori del colosso come un ariete intento a buttare giù il portale di un castello. L'idea, se di idea si trattava, non era male, con le gambe menomate o addirittura squarciate il guardiano non avrebbe potuto muoversi. Inoltre, la bassezza dell'orco avrebbe sortito lo stesso effetto del boomerang e l'antagonista, caricato in quel modo, si sarebbe piegato in avanti, lasciando scoperta la schiena. Si, poteva funzionare. Avrebbe volentieri incitato Krong ma aveva un compito da svolgere. Prese a guardarsi intorno febbrilmente, fino a che non inquadrò la fida Snow Queen. Era abbandonata sul pavimento, in prossimità della parete destra della caverna rispetto alla sua posizione. La lama luccicava al tenue chiarore delle torce, pareva voler palesare la sua presenza, in attesa che qualcuno la scorgesse. Balzò sulla spada cingendone l'elsa con entrambe le mani. Il braccio destro era danneggiato ma non del tutto, muoverlo le provocava dolore ma avrebbe stretto i denti. Per Krong. La motivazione la stupì di nuovo. Aveva mai fatto qualcosa per qualcuno prima di allora? La domanda era retorica, sapeva già la risposta. Perchè avrebbe dovuto prodigarsi per un altro quando nessuno lo aveva fatto con lei? Era quella la motivazione che aveva, da sempre, anteposto a qualsiasi richiesta di aiuto che aveva incrociato lungo il suo lungo peregrinare. Un eccesso di egoismo giustificato dalla pellaccia dura che un'infanzia strappata le aveva formato. Ma ricordava la sua infanzia?

Krong.

Nè Mary, nè la "Regina" si erano fatte sentire in quel frangente, probabilmente consce che anche una minima influenza destabilizzante avrebbe minato la lotta per la salvezza. Ma la sua mente, in vena di straordinari, lavorava per mantenersi vigile, impedendo di abbandonarsi a domande esistenziali poco utili. Senza attendere altro tempo prese a correre verso le spalle del guardiano, l'elsa della spada stretta nella mano sinistra. Giunta quasi sotto di lui spiccò un salto verso la schiena dell'energumeno, dandosi la spinta con entrambe le braccia. La mano destra seguì la sinistra, stringendosi anch'essa intorno all'elsa della spada, entrambe scomparvero quasi dietro la testa, in fase di carica mentre la schiena si incarcava come la corda di un arco. Avrebbe affondato la lama appena sotto il collo e spinto verso il basso con tutta la forza che le restava in corpo, urlando, se del caso, per il dolore al braccio. Voleva squarciare la schiena del colosso come se dovesse aprire una grossa anguria.



Status fisico: forte ustione al collo con danno pari ad alto; ustione al braccio pari a media
Status psicologico: rabbiosa e speranzosa
Energia: 100% - 5% = 95%
Armi: boomerang legato alla cintola - spada Snow Queen nel fodero - ombrello
scudo nascosto dalla pelliccia
Oggetti: piccola Armonica a bocca - zaino di pelle che contiene un mamba di pezza - borsello legato alla cinta contenente dei sassolini di fiume dalle diverse tonalità del bianco
Corona del Ghiaccio: un oggetto prezioso e riccamente decorato con piccoli fiocchi di neve. Indossandola e spendendo un consumo pari a Medio, fa diventare completamente invisibili per un turno di combattimento o per un giro di post; si può mantenere attiva la tecnica muovendosi lentamente e senza produrre eccessivo rumore. da utilizzare solo una volta durante la quest.
Abilità razziale: Controllo Energetico
Passiva di II° dominio: Mente Lucida, difesa psionica che protegge da ammaliamenti psionici passivi
Attive in utilizzo: Pergamena Sgambetto: Il ladro genererà una forza
invisibile innanzi a sé che manderà a gambe all'aria tutti i suoi avversari, facendoli cadere in terra.
La tecnica ha natura magica. Il caster genera una forza invisibile che fa cadere in terra il proprio nemico, facendogli perdere l'equilibrio. Il bersaglio si vedrà sbalzato verso l'alto prima di ricadere in terra con forza. A seconda della personalizzazione è possibile dare alla forza una forma e un aspetto definiti, come quello di una creatura, quello di un'emanazione energetica, di un'arma simile ad una frusta o altro ancora. In fase difensiva questa tecnica può essere utilizzata per generare la stessa forza in modo che le tecniche fisiche dell'avversario si scontrino su di essa, bloccate come da un muro invisibile. La tecnica ha potenza Bassa e non provoca alcun danno.
Consumo di energia: Basso
ReC 350 - AeV 200 - PeRF 150 - PeRM 225 - CaeM 225
Note: Innanzitutto cerco di mitigare il colpo del guardiano utilizzando la pergamena Sgambetto che, in fase difensiva, può generare una forza di barriera cui si può attribuire una forma definita, come, nel caso di specie, la testa di un grosso serpente. Interviene Krong che getta Aspid di lato con una spallata, proteggendola dal colpo ma prendendosi la mazza ferrata sulle dita del piede.
Il contrattacco: l'orco carica il guardiano gettandosi letteralmente contro le sue gambe, brandendo l'ascia di guerra a due mani, con la lama rivolta verso l'esterno. Aspid cerca e trova la sua spada, finita contro la parete oltre la schiena del guardiano e prende la rincorsa spiccando un balzo contro la sua schiena, brandendo l'arma con entrambe le mani. Mira appena sotto il collo e si appresta a spingere verso il basso, qualora il colpo vada a segno, in modo da squarciare la schiena del guardiano.
 
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view post Posted on 3/3/2012, 23:13
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Ad Agio Nel Disagio
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La mostruosità uggiolò mentre le unghie raschiavano contro il robusto muro, guaendo sofferente mentre i frammenti di metallo riversatisi da esso laceravano la pelle smunta. Numar dal canto suo si portò in un istante alle spalle del nemico, affondando gli artigli con cui era equipaggiato nel terreno; il tremendo impatto aprì la roccia in due, come una piaga sulla superficie della terra, facendo sprofondare il mannaro con un urlo di rabbia e sgomento.
Poi il silenzio.
Lazarus guardò il compagno; un secondo appena ed entrambi sfrecciavano lungo il corridoio, mettendo più spazio possibile tra loro e il mostro. Che fosse ferito, svenuto o morto poco importava. Desideravano solo superare quell'ennesimo ostacolo.
E scesero, scesero rapidamente nelle viscere di Garta, scappando, inseguendo, correndo, semplicemente; non degnarono più di uno sguardo i cristalli di quarzo, la viscida umidità dei muri, incuranti della scarsa luce e della destinazione, avanzarono per minuti - o forse ore? - e infine, di colpo, si fermarono.

Il negromante si sentì come quando, spinto dalla curiosità e da una certa deformazione professionale, aveva raccolto il teschio nella neve e per tanto tempo l'aveva esaminato, commentato, apprezzandone i tratti e il bianco dell'osso, la perfezione dei denti.
Davanti ai due si apriva una sala di grottesca e macabro splendore. Pilastri di roccia di ciclopiche dimensioni sostenevano la volta infinita che si perdeva nella più buia oscurità; dal pavimento, splendide ai suoi occhi, spuntavano statue dai tratti scheletrici e consunti. Il perimetro dell'intera sala era coperto da bare di pietra, intervallate da nicchie ricolme di teschi.

Splendido.

Si accorse troppo tardi di ciò che aveva appena sussurrato con sguardo trasognato, ma non ci fece caso più di tanto. In fondo Numar spolpava ossa vecchie di decenni: considerando ciò che era - apparentemente - Aspid, il secondo posto per il più strano della compagnia toccava certamente a lui.
Mossero i primi passi in quel nuovo ambiente, oltrepassando l'ingresso circolare. Quel posto era estremamente inquietante.
Si avvicinò ad una delle statue, osservandone i tratti con interesse, tenendosi a debita distanza. Curioso sì, ma non certo stupido! Se la loro preda era un negromante, quello stanzone pieno di bare e sculture poco rassicuranti poteva rivelarsi un immensa, scenografica trappola.
Come tutte le altre stanze che avevano superato, in fondo.
Spostò la sua attenzione sul fondo della sala. Illuminati da torce che emanavano una inquietante luce bluastra, quattro porte attendevano i viaggiatori. Sopra di esse, nuovamente, spiccavano i glifi che ormai si era abituato a tradurre.
Posò gli occhi sull'iscrizione più vicina, traducendone il contenuto con relativa facilità, muovendo le labbra nel formare le sillabe di quella lingua dimenticata.
Non fece in tempo a rallegrarsi per la padronanza che ormai aveva di quell'idioma, che apprese con orrore come le altre tre iscrizioni fossero scomparse. Erano di nuovo con le mani legate.

"Di ossa è il sentiero, bianco e putrido il maniero. Sangue e carne nulla sono, il calar del sole non è il perdono. Questo è il tempo del dolore, qui giace la morte e il suo fetore."
...
Io li dentro non ci vado di certo.

Con una punta di disappunto per non esser riuscito a tradurre gli altri tre indizi - presumibilmente macabri e criptici come quello - Lazarus si avvicinò alla quarta e ultima porta. Poggiò la mano sulla pietra fredda, in cerca di un qualche meccanismo che permettesse di aprirla o di far spuntare un altra sadica serratura come quelle già incontrate, ma non trovò nulla: l'unico modo per passare sembrava essere distruggere i portali.
Si concesse qualche secondo per riflettere. Forse non era quello l'unico accesso possibile. Sarebbe stato meglio tornare indietro o aspettare Aspid - poteva aver bisogno d'aiuto - ma qualcosa lo spinse ad accantonare entrambe le ipotesi. Non sarebbe rimasto tra quelle statue un secondo più del necessario.

Spacchiamola.

Scandì con convinzione quella semplice parola, determinato a finire quel viaggio. Si stavano lentamente debilitando e se il loro nemico era stato in grado di soggiogare il nero potere della miniera, non doveva certo essere uno sprovveduto.
Alzò entrambe le mani, i palmi aperti posti a meno di mezzo metro dalla roccia. Incanalò l'energia, mentre il corpo perdeva forza e vigore poco a poco, infiacchendosi. Un nuovo, chiassoso getto di rottami eruppe da entrambe le mani del negromante, evocato da chissà quale dimensione. La porta sarebbe stata danneggiata da quella spinta, scheggiata, incrinata e infine infranta. O almeno, così sperava.

[Rec: 250] [AeV: 150] [Perf: 75] [Perm: 225] [Caem: 150]





Ferite Accumulate:
Ustione semicircolare al collo da danno Alto.

Status Psicologico:
Determinato.

Energia Residua:
72% - 6% - 6% = 60%

Abilità Passive:
- Should I be Afraid? - Difesa psionica passiva [Abilità Personale 1°]

- Can the Darkness Hide you Soul? - [Passiva Razziale Mezz'elfo: Scurovisione]

- My Finger aren't Just to Please Woman - [Passiva di Dominio Lv 1]

Abilità Attive:

- Burns Like Rust of Soul - [Servitori Infernali - Bianca Negromante] Offensiva sotto forma di ondata di "pupazzi". Danno Basso, consumo Basso.

- Burns Like Rust of Soul - [Servitori Infernali - Bianca Negromante] Offensiva sotto forma di ondata di "pupazzi". Danno Basso, consumo Basso.

Oggetti Extra: Memorie del druido, un libro vecchio e consumato. Nelle sue pagine ci sono degli strani segni e delle lettere sconosciute, con affianco un'accurata descrizione delle stesse. Ti permetterà di decifrare antichi codici della Landa Ghiacciata. Puoi utilizzarlo per tutta la durata della quest.


Note: Doppia tecnica a basso= tecnica a medio, mi pare di ricordare :mumble:



 
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view post Posted on 4/3/2012, 02:27
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Il licantropo sovrastava Lazarus, il quale contrattaccava coraggiosamente con uno dei suoi incantesimi.
Ciò costrinse il lupo ad indietreggiare. Il terreno scricchiolò sotto le zampe di quello. Le crepa, causata dal colpo che Numar aveva inflitto al terreno, si allargò vistosamente generando un pozzo apparentemente senza fondo.
La bestia non ebbe scampo. Provò a trattenersi con gli artigli ma i detriti, staccatisi dalle pareti del crepaccio, lo trascinarono giù con loro.
Numar si passò una mano sui capelli ispidi. Era quasi certo che nessuno, seppur un licantropo, sarebbe sopravvissuto ad una caduta del genere. Ma si sa : con quelli della sua razza tutto è possibile...
Tuttavia non restò a controllare che fosse morto davvero. Preferì andarsene insieme al suo compagno dopo avergli gettato un breve sguardo. Non fuggiva per paura del suo confratello ma per il timore di essere contagiato dalla Rabbia. Il solo pensiero di cosa diventerebbe gli da disgusto. Una bestia che non sente più il sapore della carne e del sangue, condannato ad una ricerca eterna mosso da una fame insaziabile.



Stavolta era Lazarus a stare davanti. Probabilmente temeva che il licantropo tornasse e li attaccasse da dietro.
In quel caso il fiuto di Numar sarebbe tornato utile poichè avrebbe permesso loro di non farsi cogliere di sorpresa.
Anche se il compito di sentinella risultava abbastanza difficoltoso a causa dell'aria umida e marcia che permeava quel luogo.
Improvvisamente si fermarono.
La stanza in cui si ritrovarono pareva quasi una cattedrale per la sua grandezza. Il luogo era riempito da numerose colonne e statue scheletriche, mentre nelle fessure presenti sui muri era presente un gran numero di teschi.
Numar si sentì come un bambino davanti ad un gran assortimento di dolciumi. Guardò le orbite vuote con occhi estasiati.
Sotto al tremendo odore di marcio si poteva sentire distintamente i profumi che ancora erano presenti nei teschi, nonostante la loro età.

"Di ossa è il sentiero, bianco e putrido il maniero. Sangue e carne nulla sono, il calar del sole non è il perdono. Questo è il tempo del dolore, qui giace la morte e il suo fetore."



Si voltò verso Lazarus.
Il negromante aveva appena decifrato una scritta presente su una porta. Solo allora notò la presenza delle quattro porte. Tutte sbarrate e tutte con strane scritte sopra.
Il compagno sembrava alquanto intimorito dalla traduzione che aveva fatto lui stesso.

Io li dentro non ci vado di certo.



Numar sbuffò. A lui quel messaggio più che una minaccia pareva un invito ad un banchetto ma si limitò a tacere.
Lazarus si diresse la porta più a destra. La esaminò e poi propose al moro di sfondarla. Subito dopo eseguì sulla porta lo stesso incantesimo che aveva utilizzato contro il licantropo con entrambe le mani.
Attese che il compagno terminasse l'attacco, poi si mosse verso la porta.
Chiuse gli occhi ed entrò in contatto con la propria bestia interiore. La sentì recalcitrare come al solito, ma alla fine la domò in pochi secondi e la indirizzò verso la propria bocca.
I denti, già affilati, cominciarono a crescere fino ad assomigliare a dei coltelli. Emise un grugnito. Gli era difficile parlare con quelle zanne in bocca.
Si gettò sui resti della porta e iniziò a strapparne diversi pezzi per far crollare definitivamente quell'ostacolo...



ReC : 200 AeV : 250 PeRf : 300 PeRm : 75 CaeM : 200

Condizioni fisiche : illeso

Conidzioni mentali : calmo ma attento

Energia : 88% - 11% = 77%

Passive :
-Indifferenza animale - Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.
-Olfatto(Mannaro)-Al primo stadio di unione, il Mannaro non risentirà particolarmente degli effetti della propria condizione, apparendo in tutto e per tutto simile ad un comune essere umano: la coesistenza di uomo e animale non sarà che un particolare trascurabile della sua vita quotidiana. Malgrado le apparenze, tuttavia, qualcosa sarà già mutato nel portatore e i suoi effetti, pur nascosti, non mancheranno già di renderlo una persona fuori dal comune: uno dei cinque sensi avrà infatti subito un'evoluzione tale da discostarlo dai comuni parametri umani per renderlo un super-senso. La scelta dello stesso starà alla discrezione e alla coerenza dell'utente che potrà prediligere, per esempio, l'olfatto per un uomo lupo (così da poter sempre avvertire l'odore del nemico) o la vista per una donna falco (per consentirle di vedere a grandi distanze) o, ancora, il gusto per un uomo rettile (in modo da percepire le vibrazioni dell'aria). Il super-senso del Mannaro sarà in grado di arrivare sempre laddove la natura normale non potrebbe, ma ciò non varrà per contrastare effetti magici o condizionamenti psionici. Dunque una super-vista non potrà violare una tenebra illusoria o un super-udito non potrà contrastare un silenzio magico.

Abilità attive :

Zanne della bestia - Numar sfrutta la furia della sua bestia interiore per potenziare i suoi denti, già appuntiti, in modo da infliggere danni con un solo morso.
Vale come danno Medio
Consumo energia : Medio

Oggetti ed armi :-Aegnor e Tuellov : due guanti provvisti di artigli metallici sulle dita creati durante il Rito; dentro Tuellov è presente il sangue del cacciatore ucciso durante la prova, dentro Aegnor è presente il sangue della sorella di Numar,Vitani.
-Daga del lupo : spada corta con un'incisione a forma di lupo sull'elsa. Causa danno Alto per un consumo Alto.
Utilizzabile una sola volta durante la quest.
-Abiti da viaggio : Pantaloni neri con stivali in pelle, mantello da viaggio con cappuccio.

 
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Caccia92
view post Posted on 5/3/2012, 21:23




Orme di Sangue
~
{Teschi nella neve}



Rumori all'esterno. Si avvicinano.
L'uomo sorride dietro la sua maschera di odio. Sente che presto, molto presto, il rito potrà concludersi nel migliore dei modi. Loro sono deboli e non possono fermarlo, non dopo gli orrori di Garta. La miniera è un ottimo nascondiglio.
L'uomo guarda i cunicoli davanti all'entrata. I cacciatori arriveranno e lui parlerà, spiegherà tutto quello si è perso nel vento. Il druido è stato molto utile...quel pazzo crede negli dei oscuri.
Ma non ci sono dei malvagi al di fuori della morte e della sua falce.




———————————— Garta
{Galleria della solitudine}


Finalmente poteva dimostrare le proprie capacità, poteva far valere le sue doti di feroce guerriero. Non gli importava di combattere con un'umana -lei aveva spezzato le sbarre- e, forse, di morire nell'affrontare le creature oscure. Avrebbe gridato il nome del dio Broghon e lottato con tutte le sue forze. Lo doveva agli sciamani in pena per il fratello morto, lo doveva alla sua tribù del Midgard.
Krong non esitò a scaraventare lontano la donna quando vide la mazza calare su di lei. Un debito di vita era da onorare, così diede una spallata alla sua salvatrice e si posizionò dinnanzi al corpo del guardiano. L'arma, nera come la notte, squarciò il petto ruvido e andò a frantumarsi contro il piede sporco dell'orco. Un dolore pazzesco si impadronì per un istante del cervello, scuotendolo al pari di un forte terremoto.
Ma solo per un istante.
Krong sapeva di essere spacciato, sapeva che la mazza era cosparsa di qualche sorta di veleno oscuro. Poteva percepire le tossine che intorpidivano i muscoli, annebbiavano la vista e infettavano gli organi interni. Eppure, come volevano le usanze dei pelleverde, in punto di morte bisognava mostrare tutto il coraggio e tutta la potenza disponibile. Una fine gloriosa, una fine da ricordare. Krong non ci pensò due volte: si scaraventò ululando verso le gambe massicce del guardiano, l'ascia ben sollevata da terra. Affondò nella carne -se di carne si trattava- la lama ricurva con il furore tipico dell'ultimo giorno e dell'ultimo respiro. Poi attese il colpo finale, la sentenza del suo carceriere.
Osservò con occhi vacui la spada trapassare il petto corazzato, sorrise nel constatare che l'umana non aveva perso tempo in riflessioni inutili. Non si accorse neanche che gli spuntoni acuminati dell'armatura buia lo avevano lacerato sulle spalle. Non gli importava. Si lasciò cadere come un sacco di patate, cogliendo l'ultimo riflesso dell'enorme colosso che svaniva nell'ombra della grotta. Cozzò contro il pavimento ruvido e irregolare, il respiro che si trasformava in un rantolo di sangue e bile.
Krong, protettore degli Huurk, si contorse appena nel dolore. Allungò, invece, la grossa mano verso Aspid...non per chiedere aiuto, ma per sussurrare i suoi ultimi voleri.

« Più avanti...ugh...più avanti apertura. Io visto qualcosa...trova assassino per me! »
Tossì...lei avrebbe capito?
« Trova assassino...apertura, più avanti...prego te... »

E, dopo un sospiro, Krong rimase immobile.

Poco più avanti, oltre la curva della roccia piena di cristalli, si poteva intravedere un'apertura irregolare. Oltre quell'ingresso Aspid si sarebbe ritrovata davanti agli occhi una catacomba piena di teschi, una nube di polvere e quattro portoni enormi. Uno di quest'ultimi frantumato recentemente.


———————————— Garta
{Catacombe dell'oltremondo}


Il lastrone di pietra si spezzò subito, pressato dagli attacchi delle creature e dell'artiglio metallico. Una folata di vento imbastì la sala simile ad una cattedrale, sollevando la polvere millenaria che si era depositata sui sepolcri. Un nero profondo attendeva Lazarus e Numar dentro la gola più profonda della miniera Garta. Nessun rumore, nessun movimento.
I due avventurieri si lasciarono alle spalle le catacombe per inoltrarsi nel nuovo cunicolo. Man mano che avanzavano, torce azzurre segnalavano loro il cammino e illuminavano pareti cosparse di simboli runici. Non c'era tempo per decifrarli, la fine della galleria sembrava sempre più vicina. E, oltre il silenzio denso di aspettative, una nuova stanza enorme aspettava gli esploratori, una stanza che non aveva nulla a che fare con la struttura della miniera. La luce dava ampio spazio allo sguardo: muri alti e fatti di ossa incrostate di sangue, pavimento scuro e arido come il deserto, occhi neri di teschi appesi al soffitto. Il santuario metteva in bella mostra i propri orrori.
Al centro di quel macabro spettacolo c'era una pietra nera circolare, una specie di altare per riti antichi. Sopra di essa stava un oggetto lungo e baluginante: una falce, una falce con tre lame buie come la notte e un manico rosso come il rubino. Tre crani spolpati sembravano osservare l'arma sopra la pietra, da tre angolature diverse; la prima testa era umana, la seconda era di un orco e l'ultima di un lupo. A parte il tremolio delle fiamme delle torce incastrate nelle pareti, nulla si muoveva nel santuario.
Ora, cosa avrebbero fatto?






QM POINT————————————
Come sempre vi aggiorno sulle casistiche assegnate a ciascun utente:
CITAZIONE
Aspid: sei riuscita ad uccidere il guardiano, ma Krong è morto. Prima di spirare, l'orco ti ha detto di trovare l'assassino -evidentemente anche lui lo stava cercando- e che c'è un'apertura più avanti. Interpreta come vuoi questa parte. Il tuo punto di arrivo sono le catacombe dove poco prima sostavano Lazarus e Numar. Decidi se attraversare il portone distrutto (non sai nulla dei tuoi compagni) o scegliere un'altra porta. Ricordati che i portoni cedono dopo un danno Alto.
Numar e Odin: spaccata la porta, vi inoltrate in un nuovo cunicolo. Giungete in una stanza molto grande, costellata di ossa e dal pavimento scuro. Al centro della sala c'è una pietra nera rialzata che sostiene una falce e tre teschi. Decidete cosa fare: aspettare, prendere l'arma, esplorare il santuario in cerca di nicchie o altro, mettervi ad urlare o quello che volete. Le vostre azioni comporteranno diversi sviluppi della storia.

Per domande e dubbi vi rimando sempre al confronto. Avete quattro giorni, buon divertimento!
 
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Aspid
view post Posted on 6/3/2012, 22:19




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

jpg




La lama della Snow Queen aveva incontrato tante corazze e carni, ossa e muscoli. I nemici più disparati erano caduti sotto i colpi di quell'arma così maneggevole ma anche - e soprattutto - così letale. La storia che si dipanava era sempre la medesima: nessuno sembrava dar credito alle sue doti di guerriera, pareva più facile fermarsi alle apparenze, quelle che la mostravano come una giovane ed esile ragazza un po' tocca, circondata da amici immaginari. Krong, al contrario, aveva riposto in lei la sua fiducia, sin dal momento in cui era uscita dalla nicchia per scagliarsi contro il colosso.
Davide contro Golia.
Ulisse contro Polifemo.
Combattere spalla contro spalla si era rivelata una circostanza ricca di soddisfazioni ma con un esito drammatico. Mentre squarciava la schiena del guardiano non si rese conto di quello che stava accadendo lì davanti, la sua unica preoccupazione era quella di spingere con quanta forza aveva in corpo, contro il dolore, contro la bruciatura, premere verso il basso, l'elsa della spada così stretta fra le mani che le unghie le si conficcarono nella carne. Urlò per infodersi coraggio, sentì la sua voce rabbiosa che si spandeva, sviluppandosi con varie eco fra i cunicoli, chissà se il rosso ed il nero l'avrebbero udita. E poi, circostanza del tutto improvvisa, l'energumeno si dissolse, mostrando la vera essenza di evocazione malvagia. In quel posto dimenticato da Dio era estremamente difficile scindere la realtà dall'illusione, se la sua mente non fosse già stata deviata, probabilmente sarebbe impazzita. La spinta la fece cadere in ginocchio, la lama impattò contro il terreno in un assordante rumore ferruginoso.

E il mostro cattivo non c'è più, più, più.

La risata argentina di Mary le inondò il cervello, un suggello che le rilassò le membra. Tutti i muscoli parvero afflosciarsi, una naturale risposta di fronte all' evidente calo di adrenalina determinato dalla sconfitta del nemico.

Hai salvato la tua sovrana, tutto il Regno ti è debitore. Riceverai un titolo appropriato, mi ritiro per organizzare la cerimonia!

Anche la "Regina" manifestò la propria soddisfazione. Una scena che si ripeteva ad ogni vittoria, aveva ormai ricevuto così tanti titoli da non sapere dove scriverli. Ma se lei era viva, non poteva dire altrettanto di Krong. L'orco se ne stava riverso sul pavimento, aveva un piede ridotto in poltiglia e ferite profonde sul petto e sulle spalle. Aspid dovette chinarsi su di lui per riuscire ad udire le sue parole.

«Più avanti...ugh...più avanti apertura. Io visto qualcosa...trova assassino per me! »
« Trova assassino...apertura, più avanti...prego te... »


Un breve sospiro e poi l'immobilità tranquilla della morte. I capelli argentei solleticavano il viso squadrato del pelleverde ma lui non si mosse più. Visibilmente dispiaciuta, si sedette a gambe incrociate sul pavimento, in un breve istante di riposo e riflessione. Tutto si era rivelato inutile, aveva rischiato la sua vita per salvare l'orco e l'unica cosa che ne aveva ricavato era un cadavere martoriato.

Volerà in cielo?

Disarmante l'ingenuità di Mary, sorrise con indulgenza.

"Si, volerà in cielo e diverrà una stella"

Tirò su con il naso, evitando di guardare dalla parte di Krong. Anche lui si era avventurato in quelle grotte per scovare l'assassino. La motivazione che lo aveva spinto ad affrontare la morte era il denaro o c'era dell'altro? Scartò la prima ipotesi, se si trattava di soldi l'orco non sarebbe certo rimasto a farsi ammazzare, si doveva trattare di qualcosa di più profondo. Stancamente si sollevò da terra, facendo leva sul braccio sinistro, ripose la spada nel fodero e recuperò il boomerang, fissandolo alla cintola. L'orco aveva parlato di un'apertura, si avvicinò alla parete opposta a quella dalla quale era arrivata e notò un pertugio che prima non aveva visto. Era difficile scorgerlo da lontano, la grotta non aveva molta luce, se Krong non le avesse parlato probabilmente lo avrebbe trovato dopo ore di ricerca. Un ultimo sguardo al corpo esanime e senza vita del pelleverde, la lama dell'ascia brilluccicava, aveva soppesato l'idea di prenderla con sè ma poi decise di soprassedere, lasciandola al fianco dell'orco. Si infilò nel pertugio, percorse pochi metri nel buio più totale, aiutandosi con le mani per non finire contro la roccia.

Stella stellina,
la notte si avvicina,
la fiamma traballa,
la mucca è nella stalla


Mary prese a canticchiare, una vocina melodiosa sommessa e titubante, le parve una buona idea e si unì iniziando a fischiettare il medesimo motivetto. Non si udivano altri rumori, tutto pareva avvolto in una calma surreale, la tipica quiete dopo la tempesta. O prima della catastrofe?
Il cunicolo terminava con un'apertura circolare, Aspid si zittì fermandosi appena dopo averla oltrepassata. Constatò di trovarsi in una grande sala sorretta da colonne di pietra, vi erano statue raffiguranti scheletri dislocate senza un' apparente logica ed innumerevoli sarcofaghi posizionati lungo il perimetro dell'ampia stanza. Teschi di ogni forma e dimensione candivano le fessure che si aprivano sulle pareti, ognuno di questi mostrava un ghigno che pareva deriderla, come a volerle ricordare lo squarcio ancora vivido che aveva lungo il collo.

"Eccole le catacombe. Evidentemente tutti i cunicoli portano qui"

Una riflessione ad alta voce, memore della incisione runica tradotta dal rosso all'apice del cunicolo centrale, quello che nessuno di loro aveva seguito. In fondo alla parete si intravedevano delle porte, si avvicinò zigzagando fra colonne e scheletri, un po' intimorita, quel posto metteva i brividi. Di nuovo sfoderò la Snow Queen, vorticando su se stessa per garantirsi una visuale a 360 gradi. Giunta in prossimità dei portali si accorse che uno di questi, il primo da destra, era distrutto. Ne osservò uno per volta, quello più a sinistra aveva un'incisione sulla sommità, era indecifrabile per lei, gli altri, compreso quello distrutto, non riportavano alcun messaggio runico. Si chiese se il portale disintegrato non fosse opera dei suoi compagni di sventura, non aveva idea del criterio utilizzato per la scelta, le parevano del tutto identici. Ma Lazarus aveva il libro e l'incisione sulla prima porta poteva significare che l'avesse utilizzato. Un'ipotesi del tutto azzardata la sua, non sapeva dove fossero loro, potevano essere morti o feriti, o dispersi in qualche cunicolo, o fuori dal labirinto. Ma potevano anche aver oltrepassato quel portale. Le altre tre porte parevano fissarla, muti, celandole la visuale su quello che nascondevano. Decise di seguire il proprio istinto e si infilò dentro l'apertura della quarta porta ritrovandosi di nuovo al buio.



Status fisico: forte ustione al collo con danno pari ad alto; ustione al braccio pari a media
Status psicologico: attenta
Energia: 100% - 5% = 95%
Armi: boomerang legato alla cintola - spada Snow Queen nel fodero - ombrello
scudo nascosto dalla pelliccia
Oggetti: piccola Armonica a bocca - zaino di pelle che contiene un mamba di pezza - borsello legato alla cinta contenente dei sassolini di fiume dalle diverse tonalità del bianco
Corona del Ghiaccio: un oggetto prezioso e riccamente decorato con piccoli fiocchi di neve. Indossandola e spendendo un consumo pari a Medio, fa diventare completamente invisibili per un turno di combattimento o per un giro di post; si può mantenere attiva la tecnica muovendosi lentamente e senza produrre eccessivo rumore. da utilizzare solo una volta durante la quest.
Abilità razziale: Controllo Energetico
Passiva di II° dominio: Mente Lucida, difesa psionica che protegge da ammaliamenti psionici passivi
Attive in utilizzo: nessuna
ReC 350 - AeV 200 - PeRF 150 - PeRM 225 - CaeM 225
 
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view post Posted on 7/3/2012, 14:48
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Ad Agio Nel Disagio
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Quando la piccola orda di cianfrusaglie ebbe incrinato e scheggiato la lastra di pietra posta all'ingresso del quarto cunicolo, Numar balzò in avanti affondando le zanne nel portale quasi fosse di carne e sangue. Pochi furiosi colpi e la pietra si spaccò, rovinando sul pavimento con fragore assordante. Una ventata di aria gelida risalì il buio cunicolo, investendo i due e insinuandosi nella sala, zigzagando tra le statue, sollevando polvere vecchia di secoli.
L'ingresso era ora aperto. Anche stavolta, oltre la fenditura nella roccia che li invitava ad avanzare, v'era solo il buio.
Determinati ad arrivare alla fine di quel maledetto viaggio Lazarus e Numar imboccarono il sentiero scavato nella montagna consci, questa volta, di esser quasi arrivati alla fine del loro peregrinare nel sottosuolo del Midgar.
Rimasero immersi nell'oscurità per poco: com'era già accaduto in precedenza, funeree torce emananti una luce azzurrina illuminavano il loro percorso, gettando ombre invitanti e rendendo il cammino ancora più inquietante di quanto già non fosse. L'uomo non poté non notare i glifi incisi lungo le pareti; chissà quali segreti, quali riti mistici illustravano quei simboli dimenticati dagli uomini! Forse avrebbe potuto saziare la sua curiosità scoprendo finalmente qualcosa riguardo alla civiltà che li aveva utilizzati, o forse erano avvertimenti, indizi, formule. Avrebbe voluto aspettare Aspid, fermarsi per qualche minuto davanti a quei libri scolpiti nella montagna ma ancora una volta l'imperativo era avanzare, scendere giù fino al cuore del mondo, lasciarsi alle spalle gli orrori delle catacombe per scoprirne di nuovi, forse ancor più terribili.
Aspid. Chissà cos'aveva trovato in quel corridoio laterale. Chissà se era sopravvissuta e li avrebbe raggiunti.
Chissà se la ricompensa di German era da spartire tra di loro...
L'eccellente vista del negromante gli permise di scorgere quell'infinitesimale fonte di luce molto prima di incontrare l'uscita. Affrettò sensibilmente il passo, superando ora le incisioni senza degnarle di uno sguardo, finchè la luce non fu abbastanza forte da rendere superfluo il tremolante chiarore delle torce, finchè il corridoio non terminò, fnchè davanti a loro non si mostrò quella che era, indiscutibilmente, la parte più interna di quell'immenso santuario alla Morte stessa.
Estasi.
Il pavimento d'ebano rifletteva l'intensa luce delle torce, così diversa da quella tremula dei cunicoli. I muri della sala, d'indicibile altezza rispetto all'ampiezza dello spiazzo, erano ricoperti da ossa di ogni genere, foggia, specie, razza, un ossario bellamente imbastito per dare ad ogni pezzo un nuovo, splendido ruolo, riuniti tutti in quel mausoleo con una nuova veste avorio e cremisi.
Incrostate di sangue, impilate con perizia, appese e accatastate, le ossa di migliaia di morti tornavano alla vita non attraverso la magia nera, ma con l'arte macabra di mani sapienti. Teschi ghignanti li salutavano goliardici, al centro della sala un altare di pietra custodiva un arma e tre crani.
E Lazarus si lasciò ipnotizzare da quell'immenso spettacolo.
Si riscosse quando, inclinando il collo all'indietro per ammirare il soffitto, la ferita gli ricordò con una fitta l'obbiettivo del loro viaggio; e, prima di soffermarsi sull'altare, si chiese che effetto doveva fare al licantropo quella distesa di dolci.
Mosse un paio di passi sul pavimento nero, guardingo, per osservare meglio la falce. Un arma non proprio convenzionale, forgiata da qualche armaiolo un pò troppo estroso. Tre lame di metallo nero lucente, poste una sotto l'altra lungo il manico scarlatto, rosso come il sangue; sembrava brillare malevola, protetta da tre teschi: uno umano, uno di lupo e uno d'orco.
Era un arma affascinante, attrattiva. Lazarus desiderò averla tra le mani, soppesarla...ma capì che la situazione era abbastanza sospetta da esigere la massima attenzione e cautela. Schioccò le dita, un suono secco, imperativo; al suo fianco comparvero una decina di ometti alti appena una trentina di centimetri, soldatini arrugginiti, marionette scheggiate, uno strano giocattolo senza gambe che si trascinava facendo leva sulle braccia tozze. Ad un cenno del capo del negromante l'allegra - e grottesca - compagnia si diresse trotterellando verso il ripiano di pietra dove giaceva la falce, scalandola aiutandosi tra di loro come piccoli goffi acrobati.
Intanto, Lazarus riprese ad osservare l'ambiente che li circondava. Era certo che, nascoste da qualche parte, avrebbe ritrovato le incisioni in quella lingua arcana. Magari erano proprio sull'altare che pareva aver un significato mistico molto forte. O forse c'era una nicchia, una porta - già da un pò si chiedeva se le catacombe avessero un altro accesso, o meglio, un altra uscita - se non addirittura il libro rubato al druido e lasciato li dal loro uomo.
Intanto i balocchi evocati dal negromante erano riusciti a salire sul tavolo e, con cautela, tentavano di trasportare la falce giù dall'altare e poi lontano da esso, verso il loro padrone.




[Rec: 250] [AeV: 150] [Perf: 75] [Perm: 225] [Caem: 150]





Ferite Accumulate:
Ustione semicircolare al collo da danno Alto.

Status Psicologico:
Guardingo, stranamente a suo agio.

Energia Residua:
60% - 6% = 54%

Abilità Passive:
- Should I be Afraid? - Difesa psionica passiva [Abilità Personale 1°]

- Can the Darkness Hide you Soul? - [Passiva Razziale Mezz'elfo: Scurovisione]

- My Finger aren't Just to Please Woman - [Passiva di Dominio Lv 1]

Abilità Attive:

- Burns Like Rust of Soul - [Servitori Infernali - Bianca Negromante] Offensiva sotto forma di ondata di "pupazzi". Danno Basso, consumo Basso. Utilizzabili per compiere piccoli compiti.

Oggetti Extra: Memorie del druido, un libro vecchio e consumato. Nelle sue pagine ci sono degli strani segni e delle lettere sconosciute, con affianco un'accurata descrizione delle stesse. Ti permetterà di decifrare antichi codici della Landa Ghiacciata. Puoi utilizzarlo per tutta la durata della quest.


Note:



 
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view post Posted on 9/3/2012, 00:41
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Solitamente quando mangiava, si fermava spesso per sentire meglio i diversi sapori della carne e del sangue.
Tuttavia in quel frangente non vi era nulla sa assaporare. Solo la nuda roccia che iniziava a frantumarsi sotto i morsi di Numar.
Improvvisamente sentì la barriera di pietra cedere e cadere su sé stessa.
Sputò fuori dalla bocca un pezzo di roccia. Il sapore polveroso di quella barriera gli era rimasto in bocca.
Rabbrividì leggermente quando un aria gelida come il ghiaccio salì dal passaggio che avevano appena liberato. La polvere alzatasi vorticò intorno a Numar e Lazarus finché i due si incamminarono nel buio.
Le tenebre opprimevano i loro corpi e le loro menti. Si sentì soffocare. Per un cacciatore da campo aperto come lui, quel luogo era una vera e propria tortura.
Il negromante invece sembrava apprezzare quel cunicolo. In particolar modo era attirato da alcuni strani segni sui muri, resi visibili dalla luce innaturalmente azzurra di alcune torce.
Per trascorrere il tempo e per non pensare alla probabile mancanza di ossigeno, Numar iniziò a riflettere sui propri compagni. Cosa che non aveva ancora fatto seriamente.
La ragazza, Aspid, era persa chissà dove in quelle gallerie. Gli era sembrata stranamente assente in più di un'occasione : quindi o era un pò tonta o nascondeva qualcosa. Chissà cosa, però...
Si ripromise di chiederglielo se l'avesse mai rivista.
Se era partita per quell'avventura con loro, sicuramente era ben più di una semplice ragazza. Tuttavia era abbastanza ingenua : lo dimostrava il fatto che fosse corsa in aiuto di quella voce implorante.
Scosse la testa. Prima o poi anche lei avrebbe capito la verità : i deboli soccombono, i più forti sopravvivono e uccidono. Era una legge naturale che governava il mondo dall'inizio dei tempi. Non si poteva fare nulla al riguardo.
La sua attenzione si spostò sul compagno che lo precedeva in quel tunnel dannatamente stretto.
Lazarus. Non aveva mai pensato di trovarsi a collaborare con un mago. Erano esseri infimi e codardi, bravi solo a nascondersi dietro ad una barriera luccicante. Non avevano il coraggio di gettarsi contro il nemico con le armi spianate. O ancor meglio con gli artigli...
Tuttavia quello gli pareva un tipo a posto. Aveva dimostrato di saper combattere e di non fuggire davanti al pericolo.
Forse leggermente vigliacco, ma ci poteva stare. Il fatto che lo avesse seguito, poi, gli faceva guadagnare dei punti a suo favore.
Il duo si ritrovò improvvisamente in una sala molto più ampia rispetto al corridoio. Pareva una piccola cattedrale.
Numar fece un profondo respiro. Non è come l'aria aperta, ma me la faccio bastare !
Il pavimento scuro come l'ombra stessa si espandeva per tutta la stanza. Gli ricordava il panorama che si poteva avere dalla torre dei Goryo in piena notte.
I muri, con sua grande gioia, erano formati da ossa e sangue incrostato. Inoltre dal soffitto pendevano numerosi teschi, le cui orbite vuote fissavano inespressive i due.
Mentre fissava quel paesaggio paradisiaco, si pulì con il dorso della mano la bava che aveva iniziato a scendere dalla sua bocca.
Non gli sfuggì l'espressione di Lazarus. Quella era un'altra qualità di quel tipo : sapeva apprezzare le ossa come Numar anche se per motivi differenti.
Con la coda dell'occhio notò qualcosa in mezzo alla sala. Una falce a tre lame era posizionata su uno strano altare nero come il pavimento.
Insieme ad essa erano presenti anche tre teschi, dei quali uno era appartenuto ad un lupo. Questo non mi infonde molta sicurezza...
Lazarus era intenzionato a prenderla ma non era così stupido da farlo in prima persona. Evocò alcuni stranii e piccoli esseri.
Mentre quelli svolgevano il loro dovere, il negromante si mise ad esplorare la stanza.
Buona idea !
Numar decise di imitarlo a prese a girare per la stanza aguzzando gli occhi e il naso. In lontananza gli pareva di percepire un odore familiare. Un odore che aveva sentito fino a poco fa prima della catacombe.
Vuoi vedere che la ragazza ce l'ha fatta...




ReC : 200 AeV : 250 PeRf : 300 PeRm : 75 CaeM : 200

Condizioni fisiche : illeso

Conidzioni mentali : pronto ad ogni evenienza

Energia : 77%

Passive :
-Indifferenza animale - Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.
-Olfatto(Mannaro)-Al primo stadio di unione, il Mannaro non risentirà particolarmente degli effetti della propria condizione, apparendo in tutto e per tutto simile ad un comune essere umano: la coesistenza di uomo e animale non sarà che un particolare trascurabile della sua vita quotidiana. Malgrado le apparenze, tuttavia, qualcosa sarà già mutato nel portatore e i suoi effetti, pur nascosti, non mancheranno già di renderlo una persona fuori dal comune: uno dei cinque sensi avrà infatti subito un'evoluzione tale da discostarlo dai comuni parametri umani per renderlo un super-senso. La scelta dello stesso starà alla discrezione e alla coerenza dell'utente che potrà prediligere, per esempio, l'olfatto per un uomo lupo (così da poter sempre avvertire l'odore del nemico) o la vista per una donna falco (per consentirle di vedere a grandi distanze) o, ancora, il gusto per un uomo rettile (in modo da percepire le vibrazioni dell'aria). Il super-senso del Mannaro sarà in grado di arrivare sempre laddove la natura normale non potrebbe, ma ciò non varrà per contrastare effetti magici o condizionamenti psionici. Dunque una super-vista non potrà violare una tenebra illusoria o un super-udito non potrà contrastare un silenzio magico.

Oggetti ed armi :-Aegnor e Tuellov : due guanti provvisti di artigli metallici sulle dita creati durante il Rito; dentro Tuellov è presente il sangue del cacciatore ucciso durante la prova, dentro Aegnor è presente il sangue della sorella di Numar,Vitani.
-Daga del lupo : spada corta con un'incisione a forma di lupo sull'elsa. Causa danno Alto per un consumo Alto.
Utilizzabile una sola volta durante la quest.
-Abiti da viaggio : Pantaloni neri con stivali in pelle, mantello da viaggio con cappuccio.
 
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Caccia92
view post Posted on 11/3/2012, 15:48




Orme di Sangue
~
{Teschi nella neve}





———————————— Garta
{Santuario delle ossa}


Aspid raggiunse la sala di corsa, fuoriuscendo dal cunicolo con il fiato corto e l'espressione preoccupata. Lo stesso scenario che aveva impressionato i suoi compagni la investì come un tornado di orrore e ghiaccio. Oltre agli elementi immobili, oltre alle torce dalla fiamma azzurra, ai teschi, alla falce e alle ossa incastonate nelle pareti, qualcosa di nuovo e innaturale era apparso nel santuario. Un'ombra oscura e minacciosa si stagliava al centro di tutto, inflessibile come roccia e ardente come l'inferno. Aspid si bloccò a contemplare quella visione di morte e distruzione, troppo spaventata per reagire o lanciare un grido.
La mano bianca e sudicia balenò dalla manica del mantello e una scarica di proiettili neri si scagliò contro i servitori di Lazarus; la falce che stavano trasportando le creature si afflosciò nuovamente sulla pietra dei sacrifici. Occhi traslucidi sondarono la zona per inchiodare sul posto i tre avventurieri. Ragazza, mannaro e negromante si erano fermati per sentire e per guardare, per constatare che l'uomo che stavano cercando era lì, in attesa del loro arrivo.
Rage sorrise, un sorriso invisibile dietro al lembo di stoffa che copriva la bocca.

« Finalmente. »
La voce era un sussurro roco.
« Stava diventando seccante quest'attesa. Il rituale è quasi terminato. »

Rage indicò la falce a tre lame e i teschi.

« Il libro dei morti parla chiaro: se non possiedo tutti gli elementi, la magia non avrà effetto.
Quindi mi sono dato da fare e ho trovato quello che cercavo. I sacrifici, per prima cosa.
Bellezza...
»
Mosse il capo verso il cranio della vergine nomade.
« ...saggezza... »
Posò lo sguardo sul cranio dell'orco sciamano.
« ...e forza. »
Osservò il cranio del guerriero mannaro.
« Tre fonti di potere, una per ogni lama della falce. Così dice il libro.
Purtroppo, per completare il rituale, sono necessari anche gli oggetti che rappresentano ciascuna fonte.
Per fortuna sono riuscito a soggiogare il druido dei Nomadi Bianchi.
»
Una pausa sottile.
« Quello stolto non sapeva nulla di magia, ma conosceva il Libro dei Morti. Mentre lo custodiva, aveva letto e riletto ogni istruzione per i riti -cosa proibita a un druido- e voleva metterne in pratica qualcuno.
Io gli ho proposto un'alleanza per tale scopo, anche se mi ero ripromesso di ammazzarlo una volta conclusi i preparativi.
E così è stato.
»

Rage mosse alcuni passi verso la pietra dei sacrifici. Sembrò contemplarla per un attimo, poi allungò una mano per afferrare il manico rosso della falce. Rubino, la spolpa cadaveri, era già vibrante di potere oscuro.

« Sapevo che mi avrebbero cercato. Nomadi, Orchi e Mannari desideravano vendetta per la loro gente.
Così, prima di morire, Hyrowet consegnò ai cacciatori gli oggetti che, secondo lui, rappresentavano le tre fonti.
L'intento era quello di farmi arrivare tali oggetti in maniera sicura e insospettabile al momento giusto.
Non potevo rischiare di muovermi alla luce del sole.
»
Rage scoppiò in una risata isterica, pazza. Poi tornò serio.
« Una corona, una daga e un libro. Corretto?
Poveri sciocchi...siete stati manovrati fin dall'inizio e ora è giunto il momento di completare il rituale.
»

Un'aura buia circondò il profilo di Rage, avvolgendolo come un bozzolo d'ombra.

« Il vostro viaggio termina qui. »

Rage impiantò la falce nel pavimento lucido. La terra tremò e un braccio cadaverico sbucò dalle mattonelle, putrida carne riesumata dalle catacombe di Garta. Un cavaliere scheletrico e dall'armatura arrugginita si sollevò a fatica dal buco marcio, ruggendo il volere del suo evocatore; portava un elmo antico e dalla pregiata fattura, una spada incisa con simboli runici e uno scudo di ferro e cuoio. Lo zombie barcollò per un paio di secondi, poi si scagliò a tutta velocità contro Lazarus, il bersaglio più vicino e più appetibile. La lama sollevata roteava nell'aria stantia del santuario, il metallo era incrostato di sangue e potere.
Poi Rage strinse le palpebre e dalla sua pupilla esplose l'orrore. Un demone enorme e dalla fattezze umanoidi comparve dinnanzi ad Aspid, un signore degli inferi che portava bende sul volto e perdeva pezzi di carne sanguinolenta. Il fetore emanato si diffondeva come veleno. L'occhio della creatura -bianco come le ossa- si soffermò sulla piccola ragazza che stava al suo cospetto; un grumo di sangue scuro si staccò dall'iride del mostro e si scagliò come un proiettile verso Aspid.
E Numar riuscì a scorgere la punta della lancia nera che era apparsa all'improvviso nel santuario. L'arma magica riluceva di malvagità, composta da un liquido indefinito che vorticava verso l'esterno. Un secondo di riflessione non era permesso: la lancia sibilò veloce e violenta contro il suo petto, pronta ad affondare tra le costole e colpire il cuore.

Forse si stavano chiedendo chi era preda e chi cacciatore.
Chi aveva vinto e chi aveva perso...

...chi sarebbe morto quel giorno a Garta.






QM POINT————————————
Ta-dan! Rage è l'uomo che stavate cercando ed è lui stesso a spiegarvi come vi ha manovrato fin dal principio. Eravate dei burattini, solo dei semplici involucri per gli oggetti che gli servivano per completare il rito. E ora dovete morire.
Illustro le situazioni.
CITAZIONE
Odin: i tuoi servitori sono stati spazzati via dai proiettili di Rage, ma non è affatto il momento di perdere la concentrazione. Il tuo nemico è un cavaliere riesumato dal terreno antico della miniera, uno zombie che vuole massacrarti con la sua spada centenaria. Ecco le tecniche che ti vengono scagliate contro:
Profanazione: anatema - Imprimendo nell’arma un quantitativo di energia pari a Basso e colpendo al petto un cadavere presente sul campo di battaglia - approssimativamente in direzione del cuore – Rage lo asservisce a sé fino a che sarà sua intenzione. Il prezzo del legame instaurato equivale a un consumo Basso per ogni turno che segue a quello di attivazione, e non richiede l’utilizzo di slot tecnica aggiuntivi. Il cadavere sarà gestito dal negromante e non andrà trattato autoconclusivamente. L’evocazione perde ogni funzione una volta che avrà incassato un danno totale pari a Mortale, e la sua potenza è pari a Basso e di un grado energetico inferiore a quello posseduto. Se nel campo di battaglia non v’è alcun cadavere disponibile, mediante un fendente discendente nel terreno, Rage può eviscerare dalla superficie un corpo a proprio piacere purché consono all’ambientazione nella quale si trova.
Speculazione: sacrilegio - Spendendo un quantitativo energetico Alto e incanalandolo nella falce, Rage sarà in grado di trasmetterla a sua volta nel corpo resuscitato. Fatto ciò quest’ultimo potrà permettersi un’unica e singola offensiva dal potenziale distruttivo. L’attacco sarà di natura magica e di potenza Alta, e si baserà sulla PeRm del negromante.

Aspid: sei nella situazione peggiore. Il tuo nemico è il demone della pupilla di Rage, un mostro orribile e molto potente. Ecco la tecnica dalla quale devi difenderti:
Pupilla ~ Anima: Con un consumo Critico, Rage richiama il dio degli inferi dal sottosuolo; la creatura, alta diversi metri, si manifesta con sembianze umanoidi, il volto orrendo coperto da bende sanguinanti, denti aguzzi che fuoriescono dalla bocca e lunghe cicatrici sulla pelle bruna. L'occhio del dio, l'unico visibile sotto il bendaggio, è uguale a quello di Rage. L'evocazione attacca il bersaglio con un proiettile di sangue nero che parte direttamente dall'occhio, poi ritorna nel suo mondo infernale; l'attacco causa un danno Critico da ustione. La tecnica ha natura magica, offensiva, basata sulla potenza magica di Rage.

Numar: cerca di proteggerti dalla lancia che ti viene scagliata contro. Ecco la tecnica:
Distruzione ~ Oscurità della Mente: A consumo Alto, Rage può utilizzare l'elemento per condensare una lancia nera e appuntita, piuttosto lunga, che punterà ad infilzare il nemico. Ogni manifestazione causa danni da ustione in base al consumo speso. La tecnica ha origine magica e si basa sulla potenza magica di Rage. Gli angeli subiranno danni di un livello superiore al consumo, mentre i demoni subiranno danni di un livello inferiore.

Dovete difendervi e provare a colpire Rage. Tralasciamo per questo turno le passive, quindi concentratevi solo sul vostro avversario (zombie, demone e arma). Per domande e dubbi vi rimando sempre al confronto. Avete quattro giorni, buona fortuna!
 
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view post Posted on 12/3/2012, 02:18
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Ad Agio Nel Disagio
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Oh, Eccoti qua. Allora ce l'hai fatta.

Lazarus aveva finito di esaminare una parte della stanza sfiorando con le dita affusolate le ossa e il sangue rappreso cercando tra le fessure di femori e vertebre un qualche meccanismo o feritoia e, voltatosi quasi per caso verso l'apertura dalla quale erano entrati lui e Numar, aveva scorto la ragazza.
Aspid stava la, ferma, il volto più bianco che mai. Dal primo momento in cui l'aveva vista aveva notato - e apprezzato - il colorito smunto della sua pelle, dei suoi capelli, che richiamava l'immobile, freddo, bianco mondo in cui erano precipitati. Un mondo di ghiaccio, neve e ossa, soprattutto d'ossa, ossa bianche e brillanti, i resti di uomini e animali, i resti quasi immortali della finitudine di quell'illusione che veniva chiamata Esistenza.
Sembrava scossa. Anzi, spaventata. Cos'aveva trovato in quella galleria? Che cosa l'aveva trattenuta?
Fissava qualcosa, poc'oltre la visuale del negromante. Che fossero i teschi, o l'arma, a intimidirla? E in fondo lei non aveva ancora visto le evocazioni di Lazarus, anche quelli - seppur così simpatici e allegri! - potevano averla sconvolta.
Un rumore alle sue spalle, di legno in frantumi, metallo incrinato, e il clangore della falce che ricadeva sulla pietra fredda. Si voltò. La sagoma nera troneggiava vicino all'altare, ma gli occhi dell'uomo erano, per qualche secondo, solo per i resti dei pupazzi. Trapassati da proiettili eterei ma distruttivi più dell'acciaio stesso, i fragili corpicini erano andati in pezzi; una testa di ceramica era spaccata in due, mentre l'occhio che decorava il viso scrostato si chiudeva e si riapriva in cerca dell'arma che doveva trasportare, non capendo, non sapendo. Un paio di braccia muovevano le ditine scheggiate, strusciando per terra, un altro non voleva saperne di lasciare il manico scarlatto. Un pupazzo simile ad un soldatino, scampato miracolosamente al massacro, dimenava braccia e gambe inutilmente,schiacciato dal peso della falce finchè la semplice vita infusagli dal negromante non lo abbandonò, facendolo accasciare con le braccine distese in una vana e silenziosa richiesta d'aiuto.
Finalmente Lazarus si concesse di guardare il loro nemico. E se il suo stato di senz'anima gli donava la facoltà di affidare la sua sopravvivenza non alla paura ma alla ragione, non seppe dire quale delle due liberò il brivido freddo che gli percorse la schiena.
Davanti alla compagnia si stagliava un ombra nera, un uomo possente ammantato da vestiti che lasciavan scoperto solo la mano cadaverica - ancora mezza alzata, macchiata dell'atroce colpa di aver rotto i suoi giocattoli! - e gli occhi. Occhi opachi, occhi assurdi. Occhi, in un certo senso, malati.
La pistola premeva sulla cintola di Lazarus. Aveva già sperimentato come, contro nemici di un certo calibro, quell'affare valesse meno che le sue rugginose opere. Accantonò l'idea di agire per primo, lasciando che gli eventi facessero il suo corso.
E infatti l'uomo parlò. Si avvicinò alla falce, incurante dei resti dei poveri manichini dilaniati.
Come un fin troppo stereotipato "cattivo" - che parola inutile e senza significato - l'apparizione iniziò a raccontare il proprio piano, il motivo per cui aveva ucciso la giovane figlia del capo dei nomadi e, a quanto pareva, anche uno stregone orco e un guerriero licantropo.

« Il libro dei morti parla chiaro: se non possiedo tutti gli elementi, la magia non avrà effetto.
Quindi mi sono dato da fare e ho trovato quello che cercavo. I sacrifici, per prima cosa.
»

Lazarus scrutò nuovamente i tre teschi. Vite spezzate per i progetti di un folle, corpi profanati e privati di ogni dignità, ossa trascinate lontano e lasciate sulla pietra grezza di quel luogo. E il carnefice aveva attirato la giovane nomade, ingannato l'orco e soverchiato il licantropo per poi penetrare nelle profondità della miniera, eluderne i pericoli, allestito quel perverso rituale. Ormai era chiaro che davanti a loro non v'era certo uno sprovveduto, anzi

« Tre fonti di potere, una per ogni lama della falce. Così dice il libro.
Purtroppo, per completare il rituale, sono necessari anche gli oggetti che rappresentano ciascuna fonte.
Per fortuna sono riuscito a soggiogare il druido dei Nomadi Bianchi. »

E così ecco svelato il motivo della loro presenza. Era stato il druido a consegnargli quei tre oggetti, anche lui - a detta dell'uomo - in combutta per la creazione di un arma mistica e maligna, vittima del folle negromante come loro tre, in fondo. Erano dei galoppini. Null'altro.
Ma il cervello di Lazarus elaborava quelle frasi, si poneva domande e, infine, una teoria emerse dal mare di pensieri. Loro erano i portatori di tre oggetti. Tre oggetti necessari per il rituale di quel folle. Nella sacca di Aspid c'era la corna di cristallo, Numar conservava la Daga del Lupo e Lazarus portava, avvolto nel telo sporco, il libro necessario a tradurre le rune della miniera. E, almeno in quel momento, ne erano ancora in possesso.
Ma non poté neppur aprir bocca. Le lame della falce si piantarono nel terreno mentre, dal pavimento nero, una crepa si allargava lasciando fuoriuscire il braccio lattiginoso di un cadavere. Lentamente ad esso seguì un elmo finemente decorato, il torso, il reso del corpo e un braccio impugnante una spada arrugginita, le gambe. Un secondo di titubanza, quasi stesse per crollare a terra, e lo zombie si riscosse correndo a spada tratta verso Lazarus, roteando la lama.
Il negromante non si fece intimidire; il licantropo schiumante di poco prima era una visione ben più selvaggia e alla quale era meno avvezzo rispetto al guerriero non-morto che lo assaliva ora. Ricordava ancora i primi esperimenti che aveva condotto avvicinandosi alla negromanzia: zombie barcollanti e ben poco utili negli sconti avevano invaso casa sua per giorni prima che trovasse sui libri dell'immensa biblioteca qualcosa per eliminarli senza dover raccattare per casa cadaveri decomposti. Aveva fatto il callo verso quegli esseri cacciandone innocui gruppi grugnanti da poltrone e divani per poter finire di consultare i tomi.
In ogni caso, questo non era certo uno dei bonari cadaveri con cui aveva avuto a che fare.
Per l'ennesima volta Lazarus alzò le mani quasi a voler fermare l'impeto di quella corsa con la sola volontà, invocando una nuova colata di scarti che si impilarono ordinatamente tra lui e la lama del mostro. Il colpo non lo raggiunse, ma la potenza magica infusa in esso era palpabile, tanto possente da penetrare parzialmente la difesa eretta dall'uomo e far comparire appena la punta della lama arrugginita oltre la barriera.
Fu tentato di danneggiare quell'affare, ma non potè fare a meno di notare la situazione in cui versavano i suoi compagni. Numar era minacciato da una lancia oscura che fluttuava a mezz'aria minacciosa, mentre davanti alla povera Aspid si ergeva un essere mostruoso e Lazarus non potè che rallegrarsi nel suo freddo opportunismo di trovarsi nella situazione più "semplice". Non senza, in vero, una punta di preoccupazione per gli altri due. In fondo avevano bisogno tutti dell'aiuto degli altri.
Schioccò le dita, liberando da quella massa informe che l'aveva protetto una schiera di marchingegni volanti. Questi fluttuarono in maniera scoordinata, minacciando di schiantarsi al suolo, ma finalmente trovarono il loro equilibrio e si fiondarono contro l'uomo con la falce, uno sciame ronzante e affilato dove gli ingranaggi arrugginiti delle informi evocazioni tentavano di raggiungere il nemico.
Oltre il muro, la sagoma oscura si offuscò per un secondo. Un velo che scendeva sugli occhi di Lazarus a tratti, ineguale, a distanza di qualche secondo mentre il tempo perdeva significato.
Forse aveva sbagliato qualcosa.
Forse aveva fatto male i calcoli, quella volta.
Aveva esagerato.
Desiderava solo ritirarsi in un angolo e recuperare le forze, dormire per un pò, tra le ossa...ma doveva terminare il suo lavoro, combattere finchè non avesse perso i sensi.



[Rec: 250] [AeV: 150] [Perf: 75] [Perm: 225] [Caem: 150]





Ferite Accumulate:
Ustione semicircolare al collo da danno Alto.

Status Psicologico:
Stanco, concentrato.

Energia Residua:
54% - 22% - 11%= 21%

Abilità Passive:
- Should I be Afraid? - Difesa psionica passiva [Abilità Personale 1°]

- Can the Darkness Hide you Soul? - [Passiva Razziale Mezz'elfo: Scurovisione]

- My Finger aren't Just to Please Woman - [Passiva di Dominio Lv 1]

Abilità Attive:

- Wall of Rust - [Muro d'Ossa - Gialla Negromante] Muro difensivo, consumo Alto, difesa Alta.

- Just a Swarm of Wastes - [Attiva Evocatore] Evocazione, consumo Medio. Permanenza due turni.

Oggetti Extra: Memorie del druido, un libro vecchio e consumato. Nelle sue pagine ci sono degli strani segni e delle lettere sconosciute, con affianco un'accurata descrizione delle stesse. Ti permetterà di decifrare antichi codici della Landa Ghiacciata. Puoi utilizzarlo per tutta la durata della quest.

Note: Oh cribbio. Maledetto consumo abnorme di energia .___.



 
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36 replies since 7/2/2012, 18:57   852 views
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