Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Orme di Sangue, {Teschi nella neve}

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Aspid
view post Posted on 13/3/2012, 14:09




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

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Tum Tum Tum.
I passi frettolosi che marcavano la roccia echeggiavano nel buio cunicolo, la luce azzurra delle torce caratterizzava la situazione surreale nella quale si sentiva risucchiare. Quanto era scesa? Difficile rispondere, il viaggio sino a quel momento si era rivelato foriero di sorprese in negativo, ad ogni curva l'inquietudine aumentava di intensità mentre il pensiero di Krong diveniva sempre più sfocato. Era ancora viva, lei.
Finalmente si sentì inondata da una luce più forte, l'ampia stanza nella quale era sbucata offriva un macabro spettacolo intriso di ossa e sangue raggrumato e - buona notizia - il nero ed il rosso si trovavano lì, a pochi passi da lei, in perfetta salute. Ma non erano soli. La voce di Lazarus le arrivò ovattata, non seppe neanche riconoscerne il tono. Era contento? Sorpreso? Sollevato? Infastidito? La sua attenzione venne totalmente catalizzata da un'ombra nera che troneggiava in mezzo alla stanza.
Era coperta da un mantello ma, anche così celata, sprigionava una forza ipnotica e distruttiva senza pari. Rimase immobile, inchiodata sul posto, la figura mostrò una mano bianca come un cadavere, l'idea che ne ebbe fu quella di una sentenza di morte. Avrebbe voluto gridare, sentiva un gorgoglio in fondo alla gola che scalpitava e la paura farsi strada come uno schiacciasassi. E poi una scarica di proiettili si abbattè su strani soldatini, non li aveva notati sino a quel momento. Erano semplici giocattoli - almeno così le pareva - presi a trasportare una grossa falce, ma vennero spazzati via come piume al vento. Il preludio di quello che sarebbe accaduto a loro di lì a poco, evidentemente l'ombra stava terminando una sorta di prova generale. Per una frazione di secondo incrociò il suo sguardo ed un brivido freddo le attraversò la schiena lasciando un solco impossibile da cancellare. La figura parlò, la sua voce roca si spanse nell'aria, rimbalzando fra teschi che calavano dal soffitto e mucchi di ossa ficcati nei pertugi delle pareti.
Dunque la resa dei conti era arrivata, il loro tormentato viaggio fra caverne e cunicoli sembrava volto al termine, era quello l'uomo che stavano cercando. Il tono della voce non mutò mentre egli spiegava come erano stati gabbati, compiaciuto di aver tirato le fila sin dall'inizio. Si sentiva un pupazzo in balia di una corrente inarrestabile, in tre erano accorsi, in tre avevano seguito le indicazioni di un druido accecato da manie più grandi di lui, in tre avevano affrontato il labirinto che si inerpicava nelle viscere delle montagne, senza rendersi conto che tutto era già stato scritto, la direzione si dipanava univoca, fra le braccia di quell'ombra minacciosa. Era tutto calcolato.

Naturalmente lo sapevo.

Taci.

Un comando rabbioso, non aveva tempo per i farneticamenti del suo subconscio, le tessere del puzzle vorticavano e fluttuavano davanti ai suoi occhi come api furibonde. Seguì con lo sguardo la figura dirigersi verso l'altare sacrificale e ricongiungersi alla falce. Quale diamine era il suo scopo? Bellezza, saggezza, forza. Erano quelle le tre virtù - se di virtù si poteva parlare - cui aspirava il folle burattinaio? Si rese conto, con orrore, di quanta forza persuasiva avessero le sue parole, non riusciva a muovere un muscolo, sarebbe davvero terminato così il suo viaggio in quella vita? Il rumore sordo della falce che penetrava nel pavimento la risvegliò da uno stato di torpore rassegnato. Si trovò ad osservare un cavaliere scheletrico mentre si ridestava dal suo sonno di morte, l'armatura, per quanto arrugginita, brillava di luce propria. Lo zombie si scagliò contro il rosso, roteando la spada sopra la testa ossuta. Istintivamente portò la mano al fodero ma non ebbe il tempo di compiere un passo che la visuale le venne coperta da un enorme demone che si materializzò di fronte a lei, le bende coprivano parte della sua carne putrefatta ed il fetore che emanava avrebbe scandalizzato un maiale al trogolo. Sentì lo stomaco rivoltarsi e dovette far leva su tutta la sua forza di volontà per non piegarsi da una parte e vomitare. Immediatamente tutto ciò che si trovava oltre l'orripilante creatura perse ogni interesse, di nuovo si trovava a dover fronteggiare qualcosa che non comprendeva fino in fondo ma, questa volta, non poteva contare sull'aiuto di nessun orco. L'occhio bianco del demone la inchiodò al pavimento, dall'iride si staccò qualcosa di indefinito - non riuscì a scorgere cosa - che schizzò verso di lei. Sentì il suo corpo fremere di orrore e ribrezzo, non aveva idea dell'entità del pericolo ma reputò saggio non scoprirlo. Schiuse le labbra e soffiò con quanto fiato aveva in corpo. Soffiò così tanto che le vennero le lacrime agli occhi. Poteva sentire il gelo trapassarle la gola, solleticarle la lingua, bruciarle la pelle già ustionata del collo. Davanti a lei si formò una spessa lastra di ghiaccio, simbolo del freddo glaciale che le albergava dentro, vanto di un'inquilina crudele quanto potente. Fu contro tale barriera che il grumo di sangue si schiantò. In un primo momento credette di non avere scampo, la lastra di ghiaccio si incrinò paurosamente, piccole crepe presero a dipanarsi rapidamente, venne investita da un'ondata di caldo che la costrinse a girare la testa, segno che la forza distruttiva del colpo si stava insinuando fra le ferite inferte alla barriera. Poi, più niente. La "linea maginot" aveva retto e la montagna di putridume aveva fatto ritorno nel suo mondo terrificante.

E ora l'assassino.

Si prese qualche secondo per studiare la situazione, evitando di lasciarsi andare ad ammalianti rilassamenti. Il nero era occupato a combattere contro una lancia oscura priva del proprietario mentre il rosso era riuscito a sopravvivere al cavaliere scheletrico ma non mostrava una bella cera.
Bellezza, Saggezza, Forza.
Quelle parole continuavano a ronzarle nella mente, già ridondante della presenza della "Regina". La tecnica difensiva appena messa a segno non poteva sviluppare tutta la sua forza senza l'ausilio della Snow Queen. Del resto era conscia che sarebbe stato difficile uscire da una situazione disperata come quella in cui si trovava, se doveva morire voleva farlo da Regina e non da ragazzina pazza che cantava filastrocche stupide. Buttò a terra lo zaino e tirò fuori la corona di ghiaccio. Ne osservò la bellezza rilucente rigirandosela delicatamente fra le mani. Era quella che l'assassino voleva? Avrebbe dovuto decapitarla per prendersela! Fremente di impazienza la portò all'altezza della testa, sorreggendola con entrambe le mani, per poi appoggiarla sopra la massa di capelli argentei. Chiuse gli occhi un istante, assaporando avidamente l'idea che quell'oggetto aveva generato nella sua mente ormai dilaniata dalla presenza ingombrante di una titolata donna priva di scrupoli, stava vivendo uno dei rari casi in cui una delle sue personalità riusciva a prendere il sopravvento sul suo traballante subconscio. Quando li riaprì i tratti del volto manifestavano una forte determinazione. Sfoderò la Snow Queen, le ustioni che martoriavano il collo ed il braccio, nutrite dal freddo glaciale prima generato, le davano una tregua insperata. Si mosse verso destra, lentamente, come ammaliata da uno stato di trance, fissando strani marchingegni volanti che sferzavano l'aria in direzione dell'assassino. Lo avrebbe avvicinato lateralmente, intenzionata a colpirlo su un fianco. Percorse il perimetro destro della stanza, la Snow Queen impugnata a due mani. Camminava, invasa da una calma mortale. Era forse quella la sensazione che investiva i condannati a morte mentre percorrevano il miglio verde? Compì un semicerchio, tornando verso il centro della sala, in direzione dell'assassino. Non la stava guardando, forse non ne aveva bisogno. O forse era intento a fissare l'orda di strani oggetti volanti che volavano verso di lui. Giunse vicinissima, poteva captare la forza negativa che sprigionava il corpo avvolto dal mantello, la falce piantata nel terreno emanava potenza mortale, avrebbe voluto trappargliela di mano ma si impose di non commettere idiozie. Caricò il colpo, entrambe le braccia si spostarono verso destra, il busto si torse nella stessa direzione, mirando al fianco sinistro dell'assassino. Il fendente sarebbe partito leggermente obliquo, da destra verso sinistra, con un po' di fortuna lo avrebbe aperto da parte a parte e la lama, uscendo all'altezza dell'ombelico, si sarebbe scontrata con l'impugnatura della falce.



Status fisico: forte ustione al collo con danno pari ad alto; ustione al braccio pari a media
Status psicologico: determinata
Energia residua: 95% - 40% (utilizzo della personale di difesa a consumo critico) - 10% (consumo medio per utilizzo oggetto) = 45%
Armi: boomerang legato alla cintola - spada Snow Queen nel fodero - ombrello scudo nascosto dalla pelliccia
Oggetti: piccola Armonica a bocca - zaino di pelle che contiene un mamba di pezza - borsello legato alla cinta contenente dei sassolini di fiume dalle diverse tonalità del bianco.
Corona del Ghiaccio: un oggetto prezioso e riccamente decorato con piccoli fiocchi di neve. Indossandola e spendendo un consumo pari a Medio, fa diventare completamente invisibili per un turno di combattimento o per un giro di post; si può mantenere attiva la tecnica muovendosi lentamente e senza produrre eccessivo rumore. da utilizzare solo una volta durante la quest.
Abilità razziale: Controllo Energetico
Passiva di II° dominio: Mente Lucida, difesa psionica che protegge da ammaliamenti psionici passivi
Attive in utilizzo:
Blowing Snow (Difensiva personale a consumo variabile, incide sulla PeRM)
La personalità della Snow Queen è molto spiccata e trattandosi di una "Regina" ella ritiene essenziale mantenersi integra, in vista del futuro (ed immaginario) riconoscimento pubblico del rango che le compete. La neve, il ghiaccio costituiscono gli elementi naturali cui ama contornarsi, per mantenere
inalterato il freddo glaciale che alberga nel suo cuore. Aspid, pertanto, è in grado di rendere vano un qualsiasi attacco fisico/magico semplicemente soffiando davanti a sè. Il soffio genera aria fredda che si solidifica all'istante, assumendo le fattezze di una lastra di ghiaccio che funge da barriera, proteggendola. I suddetti attacchi si infrangono, dunque, contro la barriera, esaurendo ogni potenziale offensivo.
Oggetto utilizzato:
Corona di Ghiaccio
Spendendo un consumo pari a Medio, fa diventare completamente invisibili per un turno di combattimento o per un giro di post; si può mantenere attiva la tecnica muovendosi lentamente e senza produrre eccessivo rumore. da utilizzare solo una volta durante la quest

Note: Utilizzo la tecnica personale Blowing Snow a consumo critico per difendermi dalla Tecnica Pupilla-Anima, indosso la Corona di Ghiaccio e divento invisibile. Mi avvicino lentamente a Rage seguendo il percorso specificato e cerco di colpirlo sul fianco sinistro con la spada, menando un fendente in obliquo da destra verso sinistra.


ReC 350 - AeV 200 - PeRF 150 - PeRM 225 - CaeM 225
 
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view post Posted on 14/3/2012, 20:09
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Studioso
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Il muro era vischioso come solo il sangue rappreso poteva esserlo.
Numar si leccò la mano con la quale aveva appena accarezzato il muro. Un sapore dolciastro attraversò le sue papille gustative.
Poi qualcosa attirò la sua attenzione distogliendolo da quell'ondata di piacere.
Un odore. Lo stesso odore che aveva sentito poco fa. Solo che adesso era più vicino. Molto più vicino.
Si voltò. Aspid era poco più in là, oltre Lazarus. A quanto pare il bocconcino ce l'ha fatta...
Aspid uno. Legge naturale zero.
La ragazza stava ora fissando nel vuoto davanti a sè. Sembrava spaventata.

"Che c'è, bocconcino ? Sembra che tu abbia visto un fantasma !"



Voltò la testa verso il punto in cui l'albina stava guardando. Socchiuse gli occhi per poi riaprirli dalla sorpresa.
La frase che Numar aveva detto per scherzo non si allontanava poi molto dalla realtà. Dall'altro lato della sala cremisi stava ritto in piedi un uomo. Se così poteva essere definito.
Una figura imponente ricoperta completamente da vestiti neri, con l'unica eccezione della mano pallida e cadaverica.
Da quella arto furono sparati diversi proiettili neri di un materiale simile all'ombra e non meglio designabile.
L'attacco andò a schiantarsi sulle piccole creaturine di Lazarus che andarono in frantumi.
Non prestò molta attenzione all'agonia dei mostriciattoli, riportando la sua attenzione sull'uomo. Era infuriato con sè stesso per non averlo percepito prima. Ma si calmò quando capì che l'uomo, essendo stato dentro alla stanza per molto tempo, ne aveva assunto l'odore. Infatti non sentiva alcun odore differente da quelli dei suoi compagni anche ora.
L'ombra cominciò a parlare. A quanto pare li stava aspettando da un pò.

« Il libro dei morti parla chiaro: se non possiedo tutti gli elementi, la magia non avrà effetto.
Quindi mi sono dato da fare e ho trovato quello che cercavo. I sacrifici, per prima cosa.
Bellezza...saggezza...e forza. »



L'uomo passò lo sguardo sui tre mentre parlava. I suoi occhi opachi fecero scorrere un brivido lungo la schiena di Numar.

« Tre fonti di potere, una per ogni lama della falce. Così dice il libro.
Purtroppo, per completare il rituale, sono necessari anche gli oggetti che rappresentano ciascuna fonte.
Per fortuna sono riuscito a soggiogare il druido dei Nomadi Bianchi.
Quello stolto non sapeva nulla di magia, ma conosceva il Libro dei Morti. Mentre lo custodiva, aveva letto e riletto ogni istruzione per i riti -cosa proibita a un druido- e voleva metterne in pratica qualcuno.
Io gli ho proposto un'alleanza per tale scopo, anche se mi ero ripromesso di ammazzarlo una volta conclusi i preparativi.
E così è stato.
Sapevo che mi avrebbero cercato. Nomadi, Orchi e Mannari desideravano vendetta per la loro gente.
Così, prima di morire, Hyrowet consegnò ai cacciatori gli oggetti che, secondo lui, rappresentavano le tre fonti.
L'intento era quello di farmi arrivare tali oggetti in maniera sicura e insospettabile al momento giusto.
Non potevo rischiare di muovermi alla luce del sole.
Poveri sciocchi...siete stati manovrati fin dall'inizio e ora è giunto il momento di completare il rituale.
Il vostro viaggio termina qui. »


Numar strinse i denti. Dunque erano stati usati come semplici utensili. Proprio dall'uomo che dovevano uccidere.
Erano arrivati fin lì passando lungo le vie impervie di quel buco solo per scoprire che avevano aiutato la loro preda nel suo operato.
Era qualcosa che non riusciva a tollerare. Tuttavia non ci pensò molto. L'assassino aveva cominciato ad attaccare.
Con un colpo della sua falce colpì il terreno evocando uno zombie che attaccò Lazarus, la spada tesa. Dopo pochi attimi davanti a Aspid comparve una strana creatura con il volto avvolto di bende che emanava un odore fetido.
Ciò spinse Numar a coprirsi il naso con la mano. Voltandosi verso l'uomo in nero, capì che anche lui era sotto tiro.
Nel vero senso della parola. Una lancia, composta da un materiale simile a quello dei proiettili neri, galleggiava in aria e puntava dritta verso di lui.
Provò a fare un passo a destra ma la lancia ruotò in contemporanea con lui. Imprecò. Era impossibile schivarla.
Quindi non restava altra soluzione che pararla.
Fece un profondo respiro e si concentrò per domare la bestia interiore che possedeva. Ringraziò mentalmente suo padre che gli aveva insegnato a sfruttare quel demone non solo come fonte di energia ma anche come arma vera e propria.
Quando la lancia schizzò in avanti, Numar sollevò velocemente i propri guanti artigliati indirizzando la propria bestia ad essi.
Quest'ultima si unì all'aria spostata creando una barriera rosso sangue davanti al moro. La lancia ocura si scontrò con lo scudo causando delle crepe su di esso.
Fece appena in tempo a spostarsi che la lancia spezzò la barriera. Gli mancò il petto ma lo colpì comunque al fianco.
Numar ruggì dal dolore. Non era un suono umano ma un vero e proprio sfogo di dolore animale.
Si mise a carponi fissando con odio con odio l'assassino.
Lazarus aveva iniziato ad attaccarlo con strani oggetti volanti, mentre Aspid sembrava sparita nel nulla.
La mano gli corse alla cintola dove stava la Daga del lupo. Improvvisamente gli venne un'idea : poteva usarla come tramite per la sua bestia interiore.
Era un'idea rischiosa ma doveva provare.
Iniziò a correre verso sinistra per portarsi al fianco del nemico. Si avvicinò a grandi balzi. Sfoderò la daga e la mosse dal basso verso l'alto.
La vide diventare un tutt'uno con l'aura ferale che ancora gli circondava le mani. La daga la ciò un fendente cresimi di energia contro l'assassino.
Spero con tutto il cuore che quell'attacco bastasse a fermare l'uomo. Ma un brutto presentimento continuava a persistere...



ReC : 200 AeV : 250 PeRf : 300 PeRm : 75 CaeM : 200

Condizioni fisiche : ferita al fianco (danno basso)

Conidzioni mentali : infuriato

Energia : 77%-11%-22%= 44%

Passive :
-Indifferenza animale - Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.
-Olfatto(Mannaro)-Al primo stadio di unione, il Mannaro non risentirà particolarmente degli effetti della propria condizione, apparendo in tutto e per tutto simile ad un comune essere umano: la coesistenza di uomo e animale non sarà che un particolare trascurabile della sua vita quotidiana. Malgrado le apparenze, tuttavia, qualcosa sarà già mutato nel portatore e i suoi effetti, pur nascosti, non mancheranno già di renderlo una persona fuori dal comune: uno dei cinque sensi avrà infatti subito un'evoluzione tale da discostarlo dai comuni parametri umani per renderlo un super-senso. La scelta dello stesso starà alla discrezione e alla coerenza dell'utente che potrà prediligere, per esempio, l'olfatto per un uomo lupo (così da poter sempre avvertire l'odore del nemico) o la vista per una donna falco (per consentirle di vedere a grandi distanze) o, ancora, il gusto per un uomo rettile (in modo da percepire le vibrazioni dell'aria). Il super-senso del Mannaro sarà in grado di arrivare sempre laddove la natura normale non potrebbe, ma ciò non varrà per contrastare effetti magici o condizionamenti psionici. Dunque una super-vista non potrà violare una tenebra illusoria o un super-udito non potrà contrastare un silenzio magico.

Attive :
-Spirito scudo : Numar, sfruttando il potere della propria bestia interiore, genera uno scudo con un movimento della propria arma per proteggersi.
La tecnica ha natura fisica. Numar deve compiere un movimento davanti a sé con la propria arma, adatto a creare uno spostamento d'aria. Il movimento potrà essere a scelta del caster e genererà uno scudo d'aria in grado di parare colpi, dardi, proiettili, attacchi o tecniche dell'avversario provenienti da un'unica direzione scelta al momento di castare. Una volta parato il colpo, lo scudo svanirà immediatamente. Lo scudo ha una potenza pari a Medio. La tecnica si basa sulla CaeM di Numar e non sulla sua PeRm.
Consumo di energia: Medio
Oggetti ed armi :-Aegnor e Tuellov : due guanti provvisti di artigli metallici sulle dita creati durante il Rito; dentro Tuellov è presente il sangue del cacciatore ucciso durante la prova, dentro Aegnor è presente il sangue della sorella di Numar,Vitani.
-Daga del lupo : spada corta con un'incisione a forma di lupo sull'elsa. Causa danno Alto per un consumo Alto.
Utilizzabile una sola volta durante la quest.
-Abiti da viaggio : Pantaloni neri con stivali in pelle, mantello da viaggio con cappuccio.
 
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Caccia92
view post Posted on 16/3/2012, 17:24




Orme di Sangue
~
{Teschi nella neve}





———————————— Garta
{Santuario delle ossa}


I tre avventurieri combattevano per la sopravvivenza. A Garta sembrava una legge scritta: il più forte uccideva il più debole, il più furbo manovrava il più stupido. La legge delle bestie. Eppure, nel santuario, ben poche bestie erano impegnate in scontri all'ultimo respiro. Solo uno aveva qualcosa di lupesco, gli altri rappresentavano uomini e demoni. E mostri. Tra teschi grondanti di sangue e torce spettrali, creature prive di carne oscuravano la poca luce che ancora scacciava il buio. La nera falce dominava tutto al centro della stanza.
Aspid riuscì in qualche modo a proteggersi dal signore degli inferi, Lazarus era scampato alla spada maledetta del cavaliere riesumato, Numar aveva riportato solo qualche danno. Nessuno, però, voleva accontentarsi della misera difesa, desideravano anche attaccare, dilaniare e distruggere l'individuo che aveva condotto i fili di quella macabra ricerca nei meandri del sottosuolo. Inconsapevolmente stavano provando la stessa rabbia e lo stesso odio che aveva condotto Rage a sperimentare i poteri antichi; un impellente bisogno di uccidere in maniera veloce ed efficiente. Per quello era stata creata l'arma del rituale, per quello ora veniva alimentata dall'astio che correva tra l'aria stantia del santuario di ossa. E dove era lecito parlare di morte se non nella tomba più vecchia del Midgard?
Oggetti appuntiti, evocati dal nulla, sorvolarono il soffitto pieno di crani; una ragazza scomparve alla vista e aggirò lo spazio che la divideva dal bersaglio; un mannaro ispirato dal sangue levò la sua daga per infliggere dolore. Tutto accadde in un attimo: i colpi giunsero intatti e incontrastati all'assassino, il mantello fu lacerato in più punti e il corpo venne maciullato dalla serie di lame e schegge partite dalle sue stesse prede. L'offensiva era andata a buon fine e una sorta di speranza irruppe nei cuori dei tre avventurieri, convinti di aver sconfitto il nemico così presto.
Poi la risata.

« AHAHAHAH! AHAHAHAHAH! »
Una risata di scherno.

Numar e Aspid si accorsero che le loro spade non erano penetrate nel corpo giusto: dinnanzi a loro stava il cadavere del cavaliere, immobile e senza vita. Un'apparizione insensata, un errore naturale! Erano sicuri di essere andati a segno nella veste dell'assassino! Cos'avevano sbagliato? Non videro che il miasma velenoso aveva già impregnato la zona circostante finché la tosse e la nausea penetrò nelle loro gole. Forti convulsioni scossero lo stomaco e gli occhi cominciarono a lacrimare. Tuttavia, nonostante quel problema, non era il momento di tentennare sul posto.
Entrambi si accorsero troppo tardi della figura oscura apparsa davanti a Lazarus. Lui aveva potuto scorgere la magia della falce, era riuscito a percepire con la coda dell'occhio la sostituzione tra servo e padrone. Rage aveva cambiato posto con lo zombie e ora si trovava alle spalle dei suoi compagni, ma molto più vicino al negromante che stava riprendendo fiato. Lazarus sapeva di essere in pericolo, sapeva che le tre lame ricurve stavano per abbattersi con inaudita violenza sul suo petto. E, chissà, magari sarebbe diventato una creatura assoggettata al volere dell'assassino. Evocatore che diventava evocazione? Ironico e spaventosamente sbagliato.

« Il libro. Il tuo libro mi serve. »

Lo strumento della morte sollevò la sua sentenza nell'attimo successivo. Un'ombra scura che inondava il cuore di rassegnazione e terrore, un presagio talmente certo da far impallidire anche il più bianco degli uomini. Tutto quello era odio e male puro, tutto quello era il fulcro dell'esistenza di un assassino. Ogni cosa giaceva nella mente depravata di Rage e presto sarebbe giunta la prima vittima.
Il rituale si stava per compiere.






QM POINT————————————
Ragazzi siamo alla fine. Questo è il post più difficile per voi, credo. Non ci sono scelte, non ci sono opzioni, solo la consapevolezza di sopravvivere a tutto questo orrore.
CITAZIONE
Aspid e Numar: I vostri attacchi, insieme a quello di Lazarus, sono andati a segno, ma nel corpo sbagliato. Rage, infatti, si è sostituito con il suo servo tramite questa tecnica:
CITAZIONE
Surrogazione: viltà - Rage, spendendo un ammontare energetico pari a Medio, sostituisce la propria posizione sul campo di battaglia con quella del cadavere evocato. La tecnica ha valenza di spostamento elusiva qualora sia utilizzata per scopi che esulino la difesa; in quest’ultimo caso infatti, essa avrà valenza di difesa assoluta

Subite entrambi un danno Medio da veleno a causa di questa tecnica, che si espande dal cadavere colpito:
CITAZIONE
Dissezione: eresia - Rage, spendendo un consumo pari ad Alto e lasciando che il proprio schiavo si apra una ferita lungo l’addome - o più in generale nei punti in via di marcescenza - libererà nell’area circostante una nube verdognola. Tale è la rapidità con la quale essa ammorberà l’aria che sembrerà quasi deflagrare. L’odore sarà terribile e nauseante, aggredirà le vie respiratorie ostacolando la normale respirazione, irriterà gli occhi al punto da rendere difficoltosa la vista, non escludendo accessi di somatizzazione quali nausea e vomito nei soggetti più vulnerabili. I sintomi del miasma liberato colpiscono chiunque ne venga in contatto in un’area piuttosto vasta, meno che Rage. La nube permane sul campo di battaglia per due turni compreso quello di attivazione, apporta un danno Medio complessivo agli organi colpiti per turno, e sarà possibile schermarsi mediante un’opportuna difesa psionica di livello Medio. La tecnica, escludendo qualsiasi interazione ad opera di Rage, non ha parametri statistici di riferimento.

Arriva il momento di salvare il vostro compagno, in pericolo di vita. Dovete impedire in qualsiasi modo che la falce cali sul corpo inerme di Lazarus. In qualsiasi modo, mi raccomando. Non è uno scherzo.

Odin: Il tuo post è prettamente introspettivo. Puoi descrivere a piacere qualsiasi impressione o fatto, salvo quello finale: Rage appare davanti a te e sta per ucciderti con la falce. Se i tuoi compagni faranno un buon lavoro, dovresti riuscire a salvarti. Emozioni e stati d'animo saranno il fulcro del tuo scritto.

Forza ragazzi, siamo alle battute finali. Per domande e dubbi vi rimando sempre al confronto. Avete quattro giorni, buona fortuna!
 
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view post Posted on 19/3/2012, 14:41
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L'energia cremisi scaturita dalla daga si staccò da essa per andare ad infrangersi contro il nemico.
Le creature volanti di Lazarus fecero altrettanto mentre Aspid comparve dal nulla per poi colpire l'uomo al fianco. Quello non sembrò opporre alcuna resistenza.
Un ruggito di vittoria uscì dalla bocca di Numar. I denti aguzzi si contrassero in quello che pareva un ringhio ma che in realtà era un sorriso. Sorrideva per la morte di quell'uomo che era stato la causa di quella dannatissima "scampagnata"nel ventre del mondo.
La combinazione dei loro attacchi aveva formato una gran nuvola di polvere che copriva l'assassino alla vista dei compagni.
Tuttavia si poteva scorgere una figura ancora in piedi ma immobile.
Che il suo cadavere resti nelle profondità come monito a chi si mette contro i mannari...Ah sì...anche contro la razza di quei due...
Con la coda dell'occhio notò Lazarus visibilmente provato. Dopo le ferite che aveva riportato e le energie che aveva speso, quell'attacco doveva averlo consumato.
Numar riportò l'attenzione sul cadavere del nemico,ancora coperto dalla nube di polvere.
Iniziò ad annusare il nemico per assaporare il profumo del sangue. Ciò che sentì però non fu esattamente quello che si era aspettato. Solitamente il sangue possiede un profumo dolciastro con una punta di amarezza, proprio come il suo sapore.
Il sangue che scorreva da quel corpo invece puzzava di fogna e di decomposizione. Chi diavolo era quell'uomo ?


"Ragazzi...a meno che questo qui non abbia il liquame nelle vene, temo che qualcosa non quadri...".




Come conferma alla sua affermazione, una risata agghiacciante proruppe nella stanza. Voltò lo sguardo e riconobbe l'uomo che credeva fosse morto. No, è impossibile!
La polvere attorno al cadavere si diradò. Numar trattenne un grido di rabbia e frustrazione.
I colpi dei tre erano andati a segno ma nel corpo sbagliato. L'assassino in qualche modo aveva scambiato la sua postazione con lo zombie che aveva evocato prima.
Non riusciva a capacitarsi di ciò. Era sicuro di aver visto il mantello del nemico lacerarsi e il corpo venire colpito dal suo attacco.
Iniziò a ringhiare profondamente contro il nemico. Ma il ringhio feroce fu presto sostituito da un altro suono.
Colpi di tosse. Davvero inappropriati quando si minaccia qualcuno.
Si sforzò di smetterla ma, nonostante la sua forza di volontà, tossì ancora più forte. Qualche goccia di sangue uscì dalla bocca.
Alla fine capì di cosa si trattava : veleno. L'arma più ignobile mai creata. La stessa arma che aveva ucciso sua sorella.
Tuttavia non riusciva a capire da dove provenisse finchè non posò lo sguardo sul cadavere. Quale subdola maniera aveva utilizzato per avvelenarli ?!
Dalle ferite aperte sul corpo del morto vivente stava uscendo uno strano gas che tendeva al verdastro. Appena se ne accorse, Numar sentì un forte bruciore agli occhi seguito da un forte odore di nausea.
Sentì il mondo girare attorno a sè e rischiò di cadere sulle ginocchia quando diverse fitte raggiunsero il suo petto.
Ancora dolorante, alzò lo sguardo verso Lazarus che, a quanto pare, non era stato infettato da quella nube malefica di putrefazione e morte.
Tuttavia si trovava in una situazione ancora più pericolosa della loro.
L'assassino si era mosso fino ad arrivare davanti a lui. La falce, stretta nelle mani, pronta colpire.
Sembrava interessato a qualcosa che Lazarus possedeva. Non ci mise molto a capire di cosa si trattasse : il libro.
Uno dei tre oggetti che servivano per lo strano rituale di quell'uomo.
Numar era ancora dolorante per l'effetto del veleno ma gli avevano insegnato a soccorrere sempre un membro del branco in difficoltà. E nonostante Lazarus fosse un umano, un essere utile solo per i banchetti, ormai lo considerava come un confratello.
Si pulì gli occhi lacrimanti per il bruciore e corse verso l'assassino. Dopo pochi passi indirizzò la propria bestia interiore alle gambe per aumentare la loro forza.
Piegò le gambe per poi slanciarsi per diversi metri in aria. Atterrò alle spalle di Lazarus, la falce alzata su di lui.
Con la mano sinistra afferrò il negromante per la schiena e lo tirò indietro per mettere più distanza possibile tra lui e quello strumento di morte; allo stesso tempo la mano destra, grondante di energia, si levò davanti ai due e generò uno scudo cremisi sfruttando lo spostamento d'aria.
Numar sperò che la barriera reggesse il colpo. Non voleva dare a quell'umo la soddisfazione di ucciderli.
Lo guardò con odio. Gli occhi da predatore riflessi in quelli opachi.



ReC : 200 AeV : 250 PeRf : 300 PeRm : 75 CaeM : 200

Condizioni fisiche : ferita al fianco (danno basso),avvelenato(danno medio)

Condizioni mentali : confuso e infuriato

Energia : 44%-6%-11%= 27%

Passive :
-Indifferenza animale - Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.
-Olfatto(Mannaro)-Al primo stadio di unione, il Mannaro non risentirà particolarmente degli effetti della propria condizione, apparendo in tutto e per tutto simile ad un comune essere umano: la coesistenza di uomo e animale non sarà che un particolare trascurabile della sua vita quotidiana. Malgrado le apparenze, tuttavia, qualcosa sarà già mutato nel portatore e i suoi effetti, pur nascosti, non mancheranno già di renderlo una persona fuori dal comune: uno dei cinque sensi avrà infatti subito un'evoluzione tale da discostarlo dai comuni parametri umani per renderlo un super-senso. La scelta dello stesso starà alla discrezione e alla coerenza dell'utente che potrà prediligere, per esempio, l'olfatto per un uomo lupo (così da poter sempre avvertire l'odore del nemico) o la vista per una donna falco (per consentirle di vedere a grandi distanze) o, ancora, il gusto per un uomo rettile (in modo da percepire le vibrazioni dell'aria). Il super-senso del Mannaro sarà in grado di arrivare sempre laddove la natura normale non potrebbe, ma ciò non varrà per contrastare effetti magici o condizionamenti psionici. Dunque una super-vista non potrà violare una tenebra illusoria o un super-udito non potrà contrastare un silenzio magico.

Attive :
-Salto del lupo : Numar, concentrando la propria forza nelle gambe, riesce a compiere un balzo fuori dal comune, che può raggiungere grandi altezze.
La tecnica ha natura fisica. Consente a Numar di compiere un balzo di altezza molto superiore al normale. Il peso e l'agilità del personaggio potranno influire sull'altea del salto. La tecnica potrà servire per evitare attacchi di ampia portata, ma non sarà così rapida da poter evitare attacchi rapidi o movimenti frenetici. Potrà valere come una difesa di livello Basso. E' una tecnica istantanea, valida per il tempo di un solo salto. Si basa sulla AeV del caster e non sulla sua PeRm.
Consumo di energia: Basso

-Spirito scudo : Numar, sfruttando il potere della propria bestia interiore, genera uno scudo con un movimento della propria arma per proteggersi.
La tecnica ha natura fisica. Numar deve compiere un movimento davanti a sé con la propria arma, adatto a creare uno spostamento d'aria. Il movimento potrà essere a scelta del caster e genererà uno scudo d'aria in grado di parare colpi, dardi, proiettili, attacchi o tecniche dell'avversario provenienti da un'unica direzione scelta al momento di castare. Una volta parato il colpo, lo scudo svanirà immediatamente. Lo scudo ha una potenza pari a Medio. La tecnica si basa sulla CaeM di Numar e non sulla sua PeRm.
Consumo di energia: Medio
Oggetti ed armi :-Aegnor e Tuellov : due guanti provvisti di artigli metallici sulle dita creati durante il Rito; dentro Tuellov è presente il sangue del cacciatore ucciso durante la prova, dentro Aegnor è presente il sangue della sorella di Numar,Vitani.
-Daga del lupo : spada corta con un'incisione a forma di lupo sull'elsa. Causa danno Alto per un consumo Alto.
Utilizzabile una sola volta durante la quest.
-Abiti da viaggio : Pantaloni neri con stivali in pelle, mantello da viaggio con cappuccio.
 
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view post Posted on 19/3/2012, 19:03
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Ad Agio Nel Disagio
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I marchingegni stridenti divorarono rapidamente l'aria che li separava dal loro bersaglio, accompagnando il balzo rabbioso di Numar. Nell'arco di pochi secondi il pugnale, intriso di un aura ferina, squarciò le vesti nere e la pelle smunta; le lame arrugginite dei macchinari si conficcarono nelle carni dilaniando e lacerando; e, infine, Aspid apparve dietro il mostro, conficcandogli la spada nel fianco.
Il balzo di Numar e la rapida planata dello stormo arrugginito aveva sollevato una lieve cortina di polveri dal terreno nero. Il cadavere del loro nemico, ancora in piedi per inerzia ma visibilmente scomposto, mutilato, si ergeva come un trofeo al loro trionfo in mezzo alla sala. Avevano vinto. Era finita.
Con un sospiro ammirò lo sgretolarsi degli ultimi residui del muro che aveva eretto pochi istanti prima per proteggersi dalla sferzata del guerriero non-morto, ora ombra nera che vacillava poco distante. Incontrò lo sguardo di Numar, fiero come quello di un lupo che sovrasta il cadavere della sua preda dopo una lunga caccia; sorrise appena, congratulandosi con il suo compagno; si, in fondo era quella la parola più adatta per definire quei due. Avevano affrontato le nevi perenni del Midgard, il puzzo degli intrugli del druido nomade, il buio e l'umidità dei cunicoli come la disarmante immensità delle macabre sale. Nemici invisibili, sadiche prove, pericoli che mai si sarebbero sognati di incontrare in una ricerca all'apparenza tanto semplice. Erano finiti fatalmente tra le braccia cadaveriche del loro burattinaio, non cacciatori ma prede designate fin dal principio, ma avevano vinto! Dolore, sangue, morte, ossa, teschi. Teschi e sangue. E gli occhi vuoti del negromante.
Gli occhi! Pupille grondanti odio, cavità oculari come bocche dell'inferno. Il respiro gli si mozzò in gola. Numar si era di nuovo voltato verso il cadavere, annusando l'aria, ma questo Lazarus non riusciva a vederlo benchè stesse ancora fissando il compagno. Gli servì ogni sua fibra, ogni sinapsi non ottenebrata dalla spossatezza, ogni briciolo di energia rimasta per spostare gli occhi, sbarrati, sul corpo avvolto dal pesante mantello che lo affiancava. Un minuscolo, impercettibile scintillio cremisi che aveva infranto il suo scudo di razionalità, freddezza e logica. E per un secondo anche lui, che tanto si gloriava di aver abbandonato assieme all'anima anche gli eccessi dei sentimenti, si poté crogiolare nel semplice terrore.
Quegli occhi vuoti che lo fissavano, dal cranio dello zombie.
No, non era lo zombie. Sentì Numar ululare la sua frustrazione, sfogo infranto da tosse convulsa e rabbiosa, seguita da quella più umana di Aspid. Avrebbe potuto forse scorgere, con la coda dell'occhio, quel che rimaneva del guerriero evocato poco prima. Era li, corpo maciullato nuovamente privato della vita, in piedi come un burattino al quale sono stati tagliati i fili ma che resta in piedi qualche secondo, come a schernire gli spettatori, per la sola rigidità delle sue membra. Emanava un miasma aberrante dalle numerose ferite che le sue stesse evocazioni avevano aperto nella carne putrida, dai due grandi squarci delle lame dei suoi compagni, e appestava la cripta col suo olezzo.
Ma lui non poteva distogliere lo sguardo da quegli occhi, tutto attorno a lui v'era una cortina buia, l'unico punto visibili era li, a meno di un metro di distanza. In qualche modo il loro nemico si era scambiato di posto con lo zombie, evitando gli attacchi e portandosi davanti a lui. La falce brillava maligna.
Ora aveva tanto, tanto tempo per osservarla. Assieme agli occhi era l'unica cosa che scorgeva in quegli attimi, mentre il sangue tentava di fluire nuovamente al suo viso e di superare le barriere imposte dalla paura: le tre lame nere intrise di energia maligna, il manico rosso rubino di un colore tanto puro da accecare, si alzava lenta e fatale nelle mani cadaveriche di quel mostro.
Per un secondo pensò ai tre teschi sull'altare di pietra. Forza, saggezza, bellezza; una lama, un libro e una corona; un guerriero licantropo, uno sciamano, una vergine. Condannati per le loro qualità uniche e peculiari, scelti da quella mente malata per completare un rituale antico come la Morte stessa.
E loro? Anche loro erano parte di quel sacrificio, ingranaggi vivi e pulsanti della macchina ideata dall'assassino?

« Il libro. Il tuo libro mi serve. »

Privare il loro carnefice dei suoi giocattolini. Aveva già pensato di minacciarlo, di barattare la loro vita con quei maledetti artefatti, ma non c'era stato il tempo materiale, nessuna occasione. E lui doveva rappresentare la saggezza? Puhà! Aveva finito per esaurire le forze, non era stato in grado di scorgere per tempo quegli incantesimi che appartenevano - in fondo - alla sua stessa arte negromantica ed ora era un peso per gli altri due! Il druido doveva essere davvero stupido come affermava l'assassino, non era neppure stato capace di scegliere i suoi bersagli.
E le lame calarono, lente, tre rasoi che presagivano un agonia senza fine nelle mani del negromante dagli occhi vuoti. Un flash, decimi di secondo, un viso di donna che dimenticava ogni giorno e ogni giorno ripescava dalle profondità della mente si sovrappose alle lame fatali, sbiadito come il resto della stanza. Con indicibile rammarico si stupì di quanto fossero indefiniti i contorni del viso, vacui i colori, di quanto poco gli servisse quel pensiero alla fine della Vita. Un esistenza influenzata da un fantasma che non sapeva neppure consolarlo nella morte. Ma ora che anche quell'ultimo pensiero l'aveva tradito non poteva guardare le lame, doveva riempire quell'attimo con qualcosa di più confortante dell'acciaio che gli dilaniava il petto.
Staccò gli occhi dal metallo nero, girando la testa verso i suoi due compagni. Cosa gli rimaneva, come conforto nella morte? Non avrebbe saputo interpretare i loro volti, sembravano sbiaditi, già troppo lontani. Forse sapeva cosa poteva rimanere della sua inutile esistenza. Un piccolo, flebile ricordo. In loro.

Correte.

Inarcò appena un angolo della bocca, stranamente rilassato. La paura, la stanchezza, il frastuono dei battiti del suo stesso cuore nelle orecchie erano spariti. Ognuno di loro era una delle tre qualità del rituale, ma loro non erano come gli ex proprietari dei teschi candidi che giacevano sulla pietra: loro non potevano rientrare così facilmente nel semplice schema di quel folle! Pensò, crogiolandosi in quella speranza, che forse in uno schizzo cremisi la Saggezza poteva diventare Bellezza. Che forse, correndo per le sale nell'assordante silenzio di Garta, la Forza del licantropo sarebbe mutata in Saggezza. Che forse, con alle spalle il sangue e le ossa di quel viaggio, la Bellezza sarebbe divenuta Forza per affrontare la vita.
Si, andava bene così. Non c'era altro da aggiungere.

[Rec: 250] [AeV: 150] [Perf: 75] [Perm: 225] [Caem: 150]





Ferite Accumulate:
Ustione semicircolare al collo da danno Alto.

Status Psicologico:
Autocommiserato °L°

Energia Residua:
21%

Abilità Passive:
- Should I be Afraid? - Difesa psionica passiva [Abilità Personale 1°]

- Can the Darkness Hide you Soul? - [Passiva Razziale Mezz'elfo: Scurovisione]

- My Finger aren't Just to Please Woman - [Passiva di Dominio Lv 1]

Abilità Attive:

Oggetti Extra: Memorie del druido, un libro vecchio e consumato. Nelle sue pagine ci sono degli strani segni e delle lettere sconosciute, con affianco un'accurata descrizione delle stesse. Ti permetterà di decifrare antichi codici della Landa Ghiacciata. Puoi utilizzarlo per tutta la durata della quest.

Note: Requiescat in Pacem D: No vabbè, se deve morire muore "felice" sul momento, pensando di dare a Numar e Aspid il tempo di scappare. Se sopravvive invece ho l'opportunità di limare pesantemente il background xD



 
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Aspid
view post Posted on 20/3/2012, 12:25




CITAZIONE
Legenda:
pensato
parlato
pensato Mary
parlato Mary
pensato "Regina"
parlato "Regina"
voci esterne

jpg



"Dannazione!"

Fu l'unica parola che le salì alle labbra appena si accorse di aver sbagliato bersaglio. Non poteva dire di aver preparato coscenziosamente il proprio attacco, momenti topici come quelli che stava vivendo, di solito, non presupponevano alcuno straccio di preparazione. Istinto, puro istinto. Si era sempre fidata delle proprie sensazioni, difficile sbagliare quando si è soli e privi di affetti. Non esiste la parzialità, non c'è niente che possa, in qualche modo, influenzarti. L'assassino era lì, immobile, alla mercè delle loro rabbiose reazioni, un bersaglio perfetto. Anche il Fato aveva scelto da quale parte stare, riuscendo a sincronizzare i loro attacchi al millesimo. Si sentì scuotere da un fremito di pura soddisfazione quando la lama della Snow Queen incontrò l'attrito della carne, penetrando a fondo, squarciando il fianco del malvagio burattinaio come un panetto di burro. Una leggera polvere si alzò, mossa dalla frenetica determinazione dei loro gesti, impazienti di porre fine a quella caccia preparata dalla mente di un essere subdolo e inumano. Una preda che, alla fine, aveva ribaltato le sorti dello scontro divenendo il loro cacciatore. Eppure, il lieto fine che le loro menti avevano iniziato ad accarezzare, si sgretolò in un istante, ferito a morte da una risata agghiacciante che si spanse nell'aria, rimbombando perfidamente.

Dannazione!

Ancora un'imprecazione, questa volta inespressa. La nebbiolina di polvere si diradò, lasciandola sorpresa di fronte all'impensabile.

Una diavoleria, senza dubbio!

Aggrottò la fronte per osservare meglio, conscia che la fatica e la visuale ancora poco chiara potessero giocarle qualche brutto scherzo. Ma la brutta sensazione che stava prendendo campo dentro la sua testa, ricevette l'avallo del moro .

"Ragazzi...a meno che questo qui non abbia il liquame nelle vene, temo che qualcosa non quadri...".

Cavolo, eccome se non quadrava. Non vi era alcuna traccia dell'assassino, i loro colpi si erano abbattuti sul cavaliere scheletrico evocato poc'anzi. Avevano ucciso un essere già morto.

Quindi si può morire due volte?


Taci mocciosa, non mi sembra il momento di avanzare domande insulse.

Stava perdendo il controllo? La sua testa friggeva, alimentata dalle voci delle due che stavano nuovamente prendendo il sopravvento, impegnate in un dialogo poco edificante. Lei rimase ferma, immobile, davanti ad un corpo aggrovigliato che più morto di così non poteva essere. Per un breve istante si lasciò cullare dall'idea di lasciare cadere l'arma e buttarsi per terra, era stanca. Stanca di quel posto lugubre, stanca di combattere per uno scopo che aveva perso di significato, stanca di respirare. Fu allora che si rese conto della effettiva difficoltà che stava incontrando nel compiere quel gesto meccanico. Respirare. Si sforzò di aprire i polmoni, alzando la testa e catturando più aria possibile in un lungo respiro ma, anzichè trovare sollievo, dovette portarsi il dorso della mano alla bocca. Vi era nell'aria un odore nausabondo, si sprigiovava dal corpo inerte del cavaliere e penetrava nelle loro vie respiratorie, infettandole con il suo putrido veleno. Conati di tosse e vomito la colsero feroci, si piegò in due serrando le palpebre brucianti e sussultando ad ogni attacco. Istintivamente compì un passo indietro, nel tentativo di allontanarsi dalla fonte venefica, poteva udire la tosse convulsa del moro, segno che la nube verdognola si era ormai spanta senza possibilità di tregua. Ogni respiro stava diventando una tortura, la gola bruciava, alimentata dall'aria tossica che inalava, non sapeva se quella funzione vitale l'avrebbe uccisa. Improvvisamente si rese conto che l'idea di tirare le cuoia in quel posto non le piaceva per niente. Non aveva mai riposto grosse aspettative sul "dopo", vedeva la morte come una situazione risolutiva. Ma mai come in quel momento sentì l'esigenza di tornare a respirare aria pulita. Un ultimo sguardo al cielo era diventata una priorità assoluta. Rinfoderò la spada, portandosi il lembo del mantello sul volto, nel tentativo di mitigare l'inalazione venefica. Mosse lo sguardo alla ricerca dei suoi compagni, il fatto di trovarsi lì in compagnia non sapeva ancora se considerarlo un sollievo o una condanna. Il moro era poco distante da lei, fissava qualcosa oltre la cortina di polvere e ringhiava come un cane. Si voltò, seguendo la direzione del suo sguardo e per poco non urlò di spavento. Il rosso si intravedeva appena, coperto dalla figura che credevano di aver abbattuto. Incredibile come si notino tante cose in una manciata di secondi. Si meravigliò di quella considerazione, era come assistere ad una scena al rallentatore. Lazarus si trovava di fronte all'assassino, non riusciva a vedere la sua espressione ma poteva immaginare come si sentisse in quel fatidico momento. La falce riluceva, aveva tre lame, loro erano tre, strano scherzo del destino. Probabilmente, dopo, sarebbe toccato a lei.

Reagisci!
Reagisci!
Reagisci!

Reagire? E a quale scopo? Il loro avversario era imbattibile, aveva elaborato un piano nei minimi dettagli, tutte le loro mosse erano state preventivamente analizzate.

Niente è stato scritto, siamo noi gli artefici del nostro destino.

Non ricordava dove avesse letto quella frase ma in quel frangente le suonava banale e poco calzante. Sentiva le forze che la stavano abbandonando, risucchiate da un senso di frustrata rassegnazione.
E poi vide il moro spiccare un balzo verso Lazarus. Perchè?

Perchè è suo amico

Amico? Cosa diavolo era un amico? Lei non aveva amici. Ma il pensiero corse a Krong. Si rivide nascosta in quella nicchia, non vi era una ragione al mondo che potesse spingerla ad aiutare un orco già spacciato, eppure aveva rischiato la sua vita per liberarlo. Perchè? Anche il pelleverde si era comportato stranamente, sacrificando la sua vita per salvare lei. Sussultò ancora una volta, scossa da un ulteriore riverbero di tosse. Aria. Il cielo. Krong.

Dannazione!

Si lasciò andare ad un gesto di stizza mentre si voltava completamente verso il nutrito gruppetto. Tre parole, tre persone, tre lame, tre oggetti. Il numero tre stava iniziando a darle sui nervi. Cercò di scrollarsi di dosso il senso di frustrazione, trascinata dal gesto inconsulto ma coraggioso del moro. Era un animale, l'instinto guidava le sue azioni ma anzichè tentare la fuga, magari percorrendo a ritroso la strada fatta fino a quel momento per tentare una disperata salvezza, si era mosso in aiuto di un compagno. E lei, anche se non aveva alcun legame con i due avventurieri doveva qualcosa a Krong.
Rapidamente si mosse verso l'assassino, lo sguardo, alimentato da una nuova luce, si posò sulla sua schiena. Non la stava considerando, si era totalmente disinteressato di lei, impegnato nell'ultimo atto che avrebbe privato della vita il rosso negromante. Gli occhi rotearono, dalla schiena alla falce. Le braccia del folle burattinaio erano tese sopra la testa fasciata, la falce a tre lame pareva la spada di Damocle, si portò a ridosso della figura, solo qualche centimetro la separava da quell'ammasso di energia negativa, ma neanche il rantolo dei suoi respiri avrebbe potuto distoglierlo dalla vittima predestinata. Si allungò fino a tendere i muscoli al limite, aveva sempre fatto affidamento sulla sua agilità, il corpo esile le consentiva gesti rapidi e precisi. In quel frangente poteva sfruttare il "fattore sorpresa", il suo nemico si trovava di spalle, intento a fare altro. Con entrambe le mani allungate sopra la testa, raggiunse i polsi che stringevano la falce, colpendoli con quanta forza aveva ancora in corpo. Le dita dei piedi le si puntellarono al pavimento, oscillò paurosamente facendo leva su tutto il corpo, utilizzandolo come perno per la spinta.
Voleva disarmare l'assassino, togliergli dalle grinfie quell'arma che avrebbe squarciato il petto di Lazarus di lì a poco. Lo sguardo rimase fisso sulle lame, il torace si appoggiò alla schiena dell'uomo, sentì i piedi perdere contatto con il terreno, qualora non fosse riuscita nel suo intento, gli sarebbe rovinata addosso, facendogli perdere l'eliquibrio. In quella innaturale posizione, ai aggrappò all'unica cosa che pareva averle lanciato una cima. La speranza.



Status fisico: forte ustione al collo con danno pari ad alto; ustione al braccio pari a media; danno da avvelenamento pari a medio.
Status psicologico: speranzosa
Energia residua: 45% - 5% = 40%
Armi: boomerang legato alla cintola - spada Snow Queen nel fodero - ombrello scudo nascosto dalla pelliccia
Oggetti: piccola Armonica a bocca - zaino di pelle che contiene un mamba di pezza - borsello legato alla cinta contenente dei sassolini di fiume dalle diverse tonalità del bianco.
Corona del Ghiaccio: un oggetto prezioso e riccamente decorato con piccoli fiocchi di neve. Indossandola e spendendo un consumo pari a Medio, fa diventare completamente invisibili per un turno di combattimento o per un giro di post; si può mantenere attiva la tecnica muovendosi lentamente e senza produrre eccessivo rumore. da utilizzare solo una volta durante la quest.
Abilità razziale: Controllo Energetico
Passiva di II° dominio: Mente Lucida, difesa psionica che protegge da ammaliamenti psionici passivi
Attive in utilizzo:
Pergamena Disarmo
Il ladro compie un gesto molto rapido con la mano, colpendo l'arma del proprio avversario e scagliandola lontano, privandolo del suo equipaggiamento. La tecnica ha natura fisica. Il caster colpisce il polso dell'avversario, disarmandolo della sua arma da mischia, da tiro, da fuoco, dal suo scudo o da qualsiasi altra cosa trattenga in mano in quell'istante. L'armamento o l'oggetto così disarmato volerà lontano, cadendo a notevole distanza dai due contendenti, non permettendo un recupero rapido e sicuro. In fase difensiva, è possibile utilizzare questa tecnica per difendersi da attacchi fisici compiuti dalla distanza, deviando proiettili, frecce, pugnali da lancio o altro ancora. La tecnica ha potenza Bassa e non provoca alcun danno; basa la propria efficacia sulla rapidità del gesto e dunque sull'AeV del possessore,
piuttosto che sulla sua PeRm.
Consumo di energia: Basso
Note: Utilizzo la Pergamena Disarmo nel tentativo (disperato) di togliere la falce dalle mani di Rage, che si trova di spalle.
ReC 350 - AeV 200 - PeRF 150 - PeRM 225 - CaeM 225
 
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Caccia92
view post Posted on 22/3/2012, 13:51




Orme di Sangue
~
{Teschi nella neve}





———————————— Garta
{Santuario delle ossa}


L'odio scorreva attraverso ricordi di massacri, ricordi di cadaveri lasciati sul terreno bagnato dalla pioggia. Aveva ucciso, aveva dilaniato e lacerato tutto quello che poteva, ma non si sentiva ancora vivo. Forse perché era veramente morto da tempo e le uniche funzioni del suo corpo erano quelle di brandire armi e sgozzare persone. Da quanto non mangiava? Da quanto non dormiva? Energie inesauribili gli consentivano di portare avanti la sua visione nel mondo e di far conoscere a tutti il dolore della sua infanzia, l'orrore che era penetrato in occhi innocenti ancora inconsapevoli del futuro. Assassino. Non per scelta...per necessità. Per allontanare pensieri che, altrimenti, lo avrebbero logorato troppo velocemente. Ormai la malattia non aveva più controllo e le cicatrici si aprivano e si richiudevano con il passare delle stagioni. Un cuore avvizzito e carico di sangue nero pompava nel suo petto con la stessa forza di un terremoto distruttivo.
Cosa possedeva ora? Rage desiderava la morte come strumento per perpetrare la sua rabbia. Aveva cercato, aveva trovato e inaugurato la sua epoca con la creazione della falce maledetta, tre lame buie che estendevano un'ombra maligna sul resto dell'umanità. Il suo compito consisteva nel testare le sue effettive capacità ed era riuscito a dimostrare di poter ingannare e manipolare le proprie vittime. Era quasi completo. Sapeva di dover cercare ancora e di non limitare il potere scaturito dalla sua innata sete di vendetta. No, non era stata una perdita di tempo. I tre oggetti che ancora mancavano non rappresentavano un fallimento, non erano di rilevata importanza. In quel momento la sua attenzione si protraeva verso un futuro di omicidi e rivelazioni.
E gli avventurieri? Una seccatura. Aveva provato ad instillare nelle loro menti l'odio e il furore che lo caratterizzavano, ma gli uomini erano stupidi per natura. Si chiamavano compagni e poi tradivano; si stringevano nell'amore e poi facevano la guerra; si votavano alla giustizia e poi trasgredivano le regole. Scarti della società moderna. Non valeva la pena combattere e sprecare tempo con inutili mercenari, con individui indifferenti ai dolori patiti all'interno di Garta. Non avevano visto le tombe e il male? La miniera era stata costruita dai loro simili -dai suoi simili- ed era stata abbandonata alla mercé di un inferno di roccia e cristallo. Non capivano cosa significava? Morte, morte e odio scavato nella montagna per semplice avidità.
E Rage abbandonò la follia per la ragione. Scorse con la coda dell'occhio i soccorsi, impetuose forme indistinte che correvano verso di lui. Amicizia? No, puro interesse. Ne era più che certo. Non esistevano sentimenti tra la gente, solo un innato istinto di sopravvivenza. Ladri, truffatori, strozzini...assassini. Erano uomini e uomini sarebbero rimasti, non avrebbero mai compreso la pura sofferenza.
Osservò la sua preda.

« Non è pietà quella che provo... » la falce si ritraeva. Un sussulto.
« ...solo un innato istinto di sopravvivenza. »

Rage scomparve nel nulla del santuario. Aspid e Numar giunsero in soccorso del suo compagno, esterrefatti per ciò che era accaduto. Intossicati nel corpo e nell'anima, non si sarebbero dimenticati tanto presto di quel viaggio nelle viscere della terra. La ricompensa per quella caccia era la vita stessa e una profonda inquietudine, un misto di ribrezzo e spavento. Rage non era pazzo...aveva solo una differente visione del mondo. Una visione decadente e putrida.
Ma perché li aveva lasciati andare? Perché non li aveva uccisi? Proprio queste domande avrebbero causato i brividi e il terrore del viaggio di ritorno. Forse quell'ombra scura e minacciosa non li avrebbe abbandonati mai.
E l'assassino tramava ancora nell'oscurità della notte, un primo tassello era stato posizionato e il quadro generale iniziava a prendere forma. Il santuario era stato costruito, il rituale aveva prodotto la falce della morte. Ossa e sangue erano stati mischiati per portare avanti una vera e propria rivolta contro l'esistenza pacifica delle creature di Asgradel.






QM POINT————————————
Quest terminata! Rage si ritira dalla battaglia perché è già soddisfatto. Eravate voi il fulcro del piano e lui intendeva testare le capacità della falce per essere sicuro di aver completato il rituale. I tre oggetti che portavate servivano solo a potenziare ulteriormente l'arma, ma l'assassino ha pensato di non pretendere troppo e di non rischiare danni inutili. Sentirete ancora parlare di lui.
Passiamo ai giudizi, fatti da me e Zaide:
CITAZIONE
• Odin: Mi sei piaciuto. Il tuo stile di scrittura è interessante, coinvolgente e, in alcune parti di testo, addirittura elegante. Prendi sempre in considerazione ogni sfumatura, lasciando tuttavia trasparire la psiche del tuo personaggio. Lazarus è un uomo vissuto e realista, non lascia nulla al caso e -quando può- cerca sempre la soluzione migliore ai problemi. Riflette, confronta e poi agisce. Ultimo post davvero ben fatto. L'unico consiglio che ti posso dare è quello di portare avanti Lazarus e spingerlo ai massimi livelli di interpretazione...stai andando nella direzione giusta. Continua così e vedrai che otterrai ottimi risultati.
Anche a livello strategico utilizzi al meglio le tue abilità e le tecniche per imbastire offensive interessanti. Il fatto che, alla fine, ti senti stanco avendo raggiunto il venti per cento di energia è segno di eccezionale sportività: non tutti i giocatori mettono in chiaro questi particolari. Molto bravo davvero.
Ricompensa: 1450 gold + un buono per l'Erboristeria da 250 gold

• Aspid: Sei un'ottima scrittrice, forse non ancora matura, ma già sulla buona strada. Il tuo personaggio è presente nei tuoi post e si avverte chiaramente il suo carattere nelle decisioni che prende. Mi ha stupito molto la gestione delle tre personalità: dialoghi, confronti, discussioni e litigi. In una singola persona. Cavolo! Insomma, c'è tutto il materiale per plasmare una ragazza forte e combattiva, per plasmare Aspid e le sue due "conviventi". Ti sei adattata perfettamente al contesto di Orme di Sangue e questo è sicuramente un punto a tuo favore.
Per quanto riguarda la parte combattiva, ahimè, ho alcuni appunti da esporti. Non puoi affrontare un'energia rossa (il guardiano) con un semplice affondo di spada; ti avevo messo apposta in una situazione di vantaggio per farti utilizzare tecniche su tecniche. Usa sempre i due slot per combattere contro energie superiori alla tua, poiché il primo colpo è -di solito- quello con la maggior probabilità di successo. Qualche volta osa di più e fa emergere il carattere combattivo di Aspid. Ti sei comunque comportata bene nel resto della quest...in definitiva hai fatto un ottimo lavoro. Ottimo l'interpretazione del ricordo di Krong, ottima la puntualità.
Ricompensa: 1450 gold

• Numar: Ti dimostri un pelo sotto il livello degli altri in qualità di scrittura, anche se si nota abbastanza la natura del tuo personaggio. Numar è un licantropo e non dimentichi di farlo presente in ogni parte di post con espedienti interessanti e abbastanza macabri. Io, giocando un assassino, apprezzo molto i riferimenti che fai sul sangue e sui teschi. Nella quest in generale il tuo personaggio si è integrato benissimo. Occhio agli errori di battitura.
Passiamo ai meriti veri e propri: la parte combattiva. Il mannaro si sente soprattutto per le sue capacità, per il danno e le molte tecniche che sfrutti -bene- durante le battaglie. La voragine è stata una scelta molto azzeccata e anche le difese e le offensive sono degne delle caratteristiche di Numar. Sviluppa ancora di più questo fattore, la strategia è una parte fondamentale in quest. Stai solo attento a non compiere mosse autoconclusive se non accordate con il QM. Bel lavoro!
Ricompensa: 1300 gold

• QM Caccia92: 1700 gold
• CoQM Zaide: 250 gold e un ringraziamento speciale per la consulenza.

Enjoy con l'assassino.
 
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36 replies since 7/2/2012, 18:57   852 views
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