Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

L'inizio della crescita., Arrivo al Clan Toryu.

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view post Posted on 18/4/2012, 15:40
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TimetoWakeUp
(I)


deserto-1


-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


"Che strano... gli Orchi stanno diventando sempre più irrequieti."

Pensò il giovane Mezzodemone, accovacciato su una roccia ed osservava il gruppo di dieci Orchi che pattugliavano la zona desertica attorno a loro con severità. Uno degli Orchi alzò il suo feroce sguardo verso l'alto, esattamente nel punto dove Siraes sostava, proprio mentre il giovane Mezzodemone si appiattiva contro il suolo per evitare di essere avvistato.
A seguito del movimento brusco, il suo compagno di una vita gli scivolò dal collo e, aggrappandosi con le unghiette, miagolò con tono irritato.

«Silenzio Silly! E per l'Inferno... vuoi stare un po' fermo?!» gli sibilò seccato il giovane.

Il micetto gnaulò nuovamente frustrato, ma ricominciò ad arrampicarsi sulle profonde scanalature della sua corazza leggera per poter tornare a nascondersi dentro il cappuccio del Mezzodemone.
Siraes sospirò e sollevò di poco la testa per ricominciare a studiare la truppa di Orchi. Uno di essi stava esaminando un cumulo di macerie poco più avanti... e con esaminando Siraes intendeva percuotendo con il suo grosso maglio, spazzando via qualunque cosa, compresa la vita indifesa che vi era sotto. Altri tre Orchi, invece, disposti a triangolo, proteggevano l'Orco che stava rendendo il cumulo di macerie ancora più distrutto, guardando ognuno in una direzione diversa.

"Non è bene. Se un Orco s'innervosisce significa guai, se un'intera razza diventa paranoica vuol dire che sotto c'è qualcosa di grosso..."

Nel frattempo, il gattino aveva trovato con che distrarsi, visto che aveva cominciato a prendere a zampettate una sua fiammeggiante ciocca di capelli. Siraes alzò gli occhi al cielo, domandandosi per l'ennesima volta se non avesse fatto una grossa cazzata a prendere con sè quella bisbetica palletta di pelo. Avrebbe dovuto lasciarla dove l'aveva trovata... ma una vocina irritante nella sua testa gli disse che cento volte ancora avrebbe trovato quel gattino e mille altre volte ancora avrebbe provato il desiderio di salvarlo.
Siraes era così. Capriccioso ed imprevedibile. Libero.
Tutto ciò che gli importava era il proprio libero arbitrio, la propria sovranità. I propri desideri ed i propri istinti.
In poche parole, Siraes faceva della sua libertà ciò che lo caratterizzava... insomma, se doveva decidere se salvare un viandante da un paio di Pelleverde di cattivo umore oppure lasciarlo in pasto a tali Orchi, voleva essere lui e solo lui a deciderlo.
Libertà.
Senza Legami.
Essere libero di servire la sua divinità, il suo sovrano ed il suo papa.
Libero di servire la propria dea Libertà, il proprio Corpo sovrano e la SUA Morale a pontefice.
Siraes sospirò. Ma... era ora di crescere. Trovare un posto migliore in cui stare e smettere di fare il nomade sempre all'avventura. Anche se questo significava rinunciare alla libertà.
Goryo, Toryu e Sorya.
L'idea di andare alla Fat Whore lo aveva sfiorato più volte, ma una vita di totale anarchia non era esattamente quello che cercava. Disprezzava le regole ed il dover sottostare ad una gerarchia di comando, ma vivere in quella cella volante... non lo stimolava come avrebbe dovuto.
E il clan Sorya. Erano stati i loro bastardi e sadici inquisitori a bruciare viva sua madre, sotto i suoi stessi occhi di bambino. Avrebbe preferito morire squartato da un Orco con il mal di denti piuttosto che abbassarsi a loro e alla loro cristallina gabbia di moralità.
Questo lasciava solo il clan Toryu. Da quel che aveva udito del Clan Toryu e di Basiledra, era l'opzione più adatta a lui. Una città benestante, con un culto che rispettava le altre religioni e consuetudini ed abitanti che facevano poche domande. L'unica pecca era il dover giurare fedeltà al loro Re, ma a quello si poteva ovviare.

"E che Toryu sia..."

Siraes si riscosse dai propri pensieri nel momento stesso in cui un Orco alzava la testa ed annusava attentamente l'aria.

"Uh-oh..."

L'Orco puntò nuovamente lo sguardo verso il suo nascondiglio e, notando un lieve movimento del cappuccio nero che Siraes indossava, con la sua voce graffiante e gutturale, abbaiò:

«Sento il tanfo di un intruso! Mostrati!!»

Siraes non era stupido. Se poteva evitava scontri del genere. Così, strisciando sulle braccia e sulla pancia, iniziò ad indietreggiare. Poi si alzò e saltò giù dalla rupe, cominciando a correre a perdifiato, dileguandosi dalla zona degli Orchi.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Lontano ed in un posto sicuro, Siraes stava riprendendo fiato. Aveva dovuto usare tutta la sua velocità per sfuggire alla truppa di quattro Orchi che lo stavano inseguendo per prendersi il suo scalpo.

«Silly, si cambia casa... ce ne andiamo dal deserto.»

Il gattino si adagiò sulla sua spalla, fuori dal cappuccio, e miagolò teneramente. A quanto pareva era ben felice di andare a vivere in un posto dove non dovevi preoccuparti di trovarti sabbia in posti innominabili. E ad essere sinceri, anche Siraes lo era.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Siraes e Silly erano in viaggio ormai da giorni. Le terre desertiche non erano molto lontane dalle terre del Toryu, ma una lieve tempesta di sabbia li aveva colti nel mezzo del cammino, quindi furono costretti a trovare riparo fino all'esaurimento di essa.
I suoi abiti scuri da viandante lo coprivano dal sole e dalla sabbia e proteggevano il gattino che ora si era nascosto nella manica, aggrappato al suo Gauntlet.
Se aguzzava la vista poteva però vedere che Basiledra era vicina. Le sue imponenti mura dalle imponenti porte erano ben visibili già da quella distanza. Siraes inclinò la testa da un lato, mentre il gattino scendeva dal suo Guantlet per potersi sedere sulla mano del Mezzodemone. Siraes alzò la mano e, guardando Silly, gli disse:

«Silly, ora la nostra vita sarà diversa. Andiamo Palletta Bisbetica.» al miagolio di risposta di Silly, Siraes scattò di corsa verso le immense mura bianche come l'Avorio, pronto a varcarle appena gliele avvessero aperte.



-Riassunto-

[ReC: 150] [AeV: 200] [PeRf: 175] [PeRm: 150] [CaeM: 175]
Consumi: CRITICO 48%, ALTO 24%, MEDIO 12%, BASSO 6%


Status; Cauto, calmo ed annoiato
Danni; Illeso
Energia; 100%
Passive in utilizzo; Ermetismo ed Argento Vivo
CITAZIONE
Ermetismo

Nascere come mezzodemone ed essere denigrato da ogni dove ha i suoi vantaggi. Siraes ha la capacità di schermare la propria mente ed i propri sentimenti da ogni attacco di tipo psionico che attenti alla sua capacità di giudizio o alla sua lucidità. Inoltre, tale indifferenza, gli permette di non essere spaventato o intimidito da nemici più forti di lui o, lasciarsi distrare da eventuali elementi contestuali o fattori ambientali, mantenendo sempre la calma e non cedendo a provocazioni che lo farebbero cadere in una trappola. Attenzione però, non vuol dire che Siraes sia completamente immune... se ciò che vede o prova è qualcosa di molto intenso, può capitare che la sua resistenza e la sua indifferenza vacillino...
Abilità di razza: Resistenza Psionica; Passiva


Argento Vivo

Per poter sopravvivere alla dura vita nei deserti e, soprattutto trovare un riparo prima che un branco di orchi inferociti ti calpesti a morte, devi correre. Metterti le ali ai piedi ed essere svelto. E Siraes aveva imparato ad essere svelto. Ma molto svelto. Talmente svelto che il suo corpo aveva sviluppato una muscolatura così agile e nervosa da permettergli di fare scatti e balzi da fermo da eguagliare quelli di un felino, nonchè di sfruttare quell'agilità in battaglia.
Con il corpo leggero che si ritrovava, Siraes si muoveva con una tale rapidità ed una tale grazia da rendere difficile per il proprio avversario seguire i suoi movimenti... ma la sua agilità non serviva fino a quel punto da permettergli di schivare i colpi nemici con la stessa facilità e leggiadria con cui si muoveva...
Abilità del Dominio Libertà lv1; Agilità complessiva, Passiva

Abilità attive in uso; Nessuna

Equipaggiamento in uso; Nessuno momentaneamente

Riassunto: Siraes, mentre studia la ronda degli Orchi nel deserto, riflette su sè stesso e ridefinisce le proprie priorità. Dopo essere fuggito dagli Orchi decide di partire per unirsi al clan Toryu.


CITAZIONE
Beh... che dire, le mie doti da scrittrice sono un pò arruginite, ma farò del mio meglio! :8D: Ringrazio anticipatamente chi si prenderà il mal di pancia di accogliermi... :wow:
Ah già! ^^ Per la scheda, cliccate sulla parola "bambino" nella mia firma! :wosd:
Ps: L'edit delle 22:09 riguarda due errori di battitura che non ho visto rileggendo, chiedo venia :facepalm: .



Edited by Drowned_Ophelia - 18/4/2012, 22:10
 
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J!mmy
view post Posted on 18/4/2012, 19:21




Il sole iniettava petali di luce per l’intero perimetro delle mura. Al suo caldo incedere, il grosso serpentone di pietra era come un gigante che svettava imponente sul paesaggio stinto e sterile dell’occidente, un punto di conforto per gli occhi che – ingordi – divoravano ogni pollice dell’eterna città di Basiledra. Risorto dalle ceneri del passato che fu, il borgo era più splendente che mai, vivo e pulsante, gremito di genti varie che brulicavano per l’ampio viale principale, il medesimo che, se percorso, avrebbe condotto dritto al cuore vero della capitale. Il cancello si schiuse come un bocciolo di rosa in primavera, lasciando sfrigolare rumorosamente la grata che lenta si andò sollevandosi rivelando la via.
«Alt!» berciò una delle sentinelle ai lati del portone «E’ espressa volontà del re che ogni viandante visiti la Cattedrale prima di ottenere asilo presso il regno.»
L’uomo lanciò una severa occhiata al compagno della parte opposta, ferendolo in pieno volto con una tale durezza che il messaggio sarebbe parso assai chiaro finanche al peggiore degli osservatori. Erano tempi duri per il Mondo Umano, tempi in cui il male poteva ben celarsi fra le grinze della falsa bontà, tempi in grado di rievocare il fervido miasma della ribellione; tempi di rinascita, scoperta, conversione, ma anche di inciviltà, minaccia e anarchia. Era oltremodo necessario, pertanto, che l’occhio del corpo di guardia fosse sempre vigile e capace di discernere ciò che era sicuro da ciò che non lo era. La sentinella annuì seccamente di risposta, riacquistando la posizione di attenti perduta all’arrivo del pellegrino. Fu a quest’ultimo che la prima delle guardie si rivolse nuovamente.
«Prego, seguitemi. Vi indicherò la strada.»

[...]

Come un terso bagliore che, infrangendosi su di un rubino, rifulge di vita propria dilagando nell’aria circostante, così la Cattedrale di Basiledra, principio e fine ultimo del culto del Sovrano, si ergeva rischiarando i dintorni. L’altezza dell’edificio era inimmaginabile, tanto estrema e straordinaria che persino nei più ruvidi degl’uomini, nell’osservarla, si sarebbe ridestato quell’incombente senso d’impotenza e ingenuità che da sempre li aveva accompagnati e corrotti dalla creazione. La consapevolezza di appartenere a qualcosa di più grande, infinito… sconosciuto.
E la cruda verità era che, tanto più ci si inoltrava nella chiesa quanto più tale sensazione sarebbe cresciuta, come un feto nel grembo caldo dell'oscuro dio. Non per una guardia del popolo, però; non per costoro i quali coabitavano giorno e notte con simili percezioni.

«Il guardiano vi attende all'interno.»
L’uomo guardò l'ospite con circospezione.
«Che il Sovrano vi assista.»
Poi svanì.


Benvenuto al Clan Toryu. Sarò io ad occuparmi del tuo arrivo. Al termine di questo ti verrà assegnata un'energia tra bianca, galla e verde, a seconda di come ti sarai comportato. Non badare ai miei post, spesso scarni e brevi per garantirti maggiore rapidità di risposta, ma pensa a dare il massimo e a divertirti. Per ogni dubbio sei liberissimo di contattarmi privatamente.
Per questo turno, una guardia ti ha fermato e guidato fino alla Cattedrale percorrendo l'ampia via principale di Basiledra. Chiedo venia se ho anticipato leggermente i tempi, ma è nella struttura in cui la sentinella ti ha condotto che troverà attuazione l'arrivo vero e proprio: specifico che, dopo averti riparlato, l'uomo si ritira nello stesso modo con cui siete giunti. Ti invito pertanto a seguire le sue disposizioni e ad addentrarti nella chiesa. Rinnovo l'augurio di un buon divertimento e una buona fortuna.^^

 
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view post Posted on 18/4/2012, 20:59
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TimetoWakeUp
(II)


Siraes giunse alle mastodontiche candide mura di Basiledra. Sembravano inespugnabili, tanto che dubitava che un qualunque avversario avrebbe potuto brecciarle facilmente.
Il giovane Mezzodemone avanzò determinato verso il portone di tali mura, aspettandosi di essere fermato dai soldati a guardia di esso e non fu sorpreso quando ciò accadde.

«Alt! E’ espressa volontà del re che ogni viandante visiti la Cattedrale prima di ottenere asilo presso il regno.»

Siraes sollevò un perfetto sopracciglio cremisi, la sua espressione che esprimeva pura perplessità.

"Sono obbligato ad entrare in una chiesa? Questa mi mancava..."

Il giovane sorrise appena, ancora nascosto sotto i suoi abiti da viaggio che gli servivano anche come camuffamento.

"Beh... il massimo che può succedere è che il mio corpo prenda fuoco, ma in ogni caso..."

Siraes mosse la testa e, con lo sguardo puntanto sulla sentinella, annuì.

«E' mio desiderio entrare. Perciò vi seguirò.» disse con la voce monocorde che riservava per gli umani. Li rispettava, ma non voleva dire che doveva essere cordiale. Loro lo erano stati con lui? No.

Al suo tono freddo e spiccio vide la sentinella sussultare, ma ella fu subito pronta a riprendere il proprio autocontrollo e a fargli strada.

«Prego, seguitemi. Vi indicherò la strada.»

Siraes si accodò alla sentinella, seguendola per le strade della città finchè non giunsero in vista della Cattedrale. Il Mezzodemone si sorprendeva per poche cose, ma questa era una di esse.
La Cattedrale era enorme. Di un'imponenza da mettere i brividi e così innalzata che sembrava volesse sfondare il cielo, gettando la sua scura ombra su ogni edificio che la circondava.
Siraes osservò l'immensa costruzione a bocca aperta, cosa che stava facendo anche Silly dal suo posto di osservazione sulla sua spalla. Metteva... soggezione? Era quello il termine? Il suo Ermetismo gli rendeva difficile provare timore di qualcuno o qualcosa, ma questa chiesa era così... dannazione! Siraes non era neppure certo di conoscere la parola adatta! Era qualcosa di subdolo, che ti attanagliava lo stomaco in una viscida morsa fastidiosa e te lo rodeva lentamente.
Improvvisamente, la sentinella arrestò il suo incedere e Siraes fece altrettanto.

«Il guardiano vi attende all'interno.»
La sentinella fissò Siraes con attenzione e sospetto, poi aggiunse prima di andarsene:
«Che il Sovrano vi assista.»

Siraes non commentò. Tipico degli Umani augurare la benedizione ed il supporto del loro Dio... era così pericoloso questo Guardiano? Il soldato sembrava temerlo alquanto.

"La speranza muore nelle mani dei credenti che cercano la verità negli occhi dei bugiardi... quale Dio?"

Il giovane Mezzodemone scosse la testa, poi entrò cautamente nella Chiesa. Era buia... e un qualcosa nel suo profondo gli sussurrava che non poteva crogiolarsi in questa oscurità. Aveva un brutto presentimento. Questa calma piatta e tetra nascondeva un'insidia, ne era certo. O era lo stesso Guardiano a causargli tale senso di inquietudine?



-Riassunto-

[ReC: 150] [AeV: 200] [PeRf: 175] [PeRm: 150] [CaeM: 175]
Consumi: CRITICO 48%, ALTO 24%, MEDIO 12%, BASSO 6%


Status; Perplesso, cauto, sospettoso
Danni; Illeso
Energia; 100%
Passive in utilizzo; Ermetismo ed Argento Vivo
CITAZIONE
Ermetismo

Nascere come mezzodemone ed essere denigrato da ogni dove ha i suoi vantaggi. Siraes ha la capacità di schermare la propria mente ed i propri sentimenti da ogni attacco di tipo psionico che attenti alla sua capacità di giudizio o alla sua lucidità. Inoltre, tale indifferenza, gli permette di non essere spaventato o intimidito da nemici più forti di lui o, lasciarsi distrare da eventuali elementi contestuali o fattori ambientali, mantenendo sempre la calma e non cedendo a provocazioni che lo farebbero cadere in una trappola. Attenzione però, non vuol dire che Siraes sia completamente immune... se ciò che vede o prova è qualcosa di molto intenso, può capitare che la sua resistenza e la sua indifferenza vacillino...
Abilità di razza: Resistenza Psionica; Passiva


Argento Vivo

Per poter sopravvivere alla dura vita nei deserti e, soprattutto trovare un riparo prima che un branco di orchi inferociti ti calpesti a morte, devi correre. Metterti le ali ai piedi ed essere svelto. E Siraes aveva imparato ad essere svelto. Ma molto svelto. Talmente svelto che il suo corpo aveva sviluppato una muscolatura così agile e nervosa da permettergli di fare scatti e balzi da fermo da eguagliare quelli di un felino, nonchè di sfruttare quell'agilità in battaglia.
Con il corpo leggero che si ritrovava, Siraes si muoveva con una tale rapidità ed una tale grazia da rendere difficile per il proprio avversario seguire i suoi movimenti... ma la sua agilità non serviva fino a quel punto da permettergli di schivare i colpi nemici con la stessa facilità e leggiadria con cui si muoveva...
Abilità del Dominio Libertà lv1; Agilità complessiva, Passiva

Abilità attive in uso; Nessuna

Equipaggiamento in uso; Nessuno momentaneamente

Riassunto: Siraes segue la sentinella fino alla Cattedrale dove viene lasciato da solo ad affrontare il Guardiano. Con un crescente senso di disagio, Siraes s'inoltra nella Cattedrale.


CITAZIONE
Ti ringrazio di tutto. ^^ Accetto volentieri consigli. Con questo spero di riuscire a farti divertire a mia volta... quindi, a te la tastiera! :8D:

 
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J!mmy
view post Posted on 19/4/2012, 10:08




Tra i solidi colonnati di marmo della Cattedrale, il sole filtrava in un abbacinante andirivieni di luci e ombre, gettando per l’intero perimetro una semi-oscurità che avrebbe offuscato la vista e ottenebrato la mente. Mentre il giovane ospite tastava il terreno col suo passo incerto, tra le panche dell’ala di ovest una sagoma prese vita, una figura fino ad allora per nulla dissimile da una qualunque delle numerose effigi del Sovrano, o da una gargolla. Fu come una statua che, prendendo ad essere, assaporava il godimento della pura esistenza, di un battito di cuore nel petto.
Invero, altro non si trattava che di un ragazzo, aitante e snello, placcato di tutto punto della migliore delle proprie armature, un coacervo d’oro e ottone finemente decorato di simboli arcani ed immagini belliche. Era la seconda pelle di un cavaliere che troppo aveva trascorso e troppo altro avrebbe ancora patito: le sue mani erano sporche di un sangue che non riusciva tutt’ora a lavare via, neppure in un luogo sacro e misericordioso come la casa del Sovrano.

«Benvenuto, straniero.»
Medoro non si mosse. Scolpito in quella sua meditabonda postura, il capo della guardia fissava angosciato il nulla innanzi a sé, le dita incrociate poc’oltre il mento, i gomiti posati sulle ginocchia e le natiche adagiate sul liscio legno del panchetto. Non si alzò, dunque, né dissolse l’attimo di intensa preghiera; ma si limitò a voltare distrattamente lo sguardo all’indietro, come a brancolare nel buio alla ricerca di qualcosa – o qualcuno.
«Ti trovi nella capitale del Regno del Clan Toryu ed io sono Medoro, comandante della guardia cittadina nonché primo incaricato al battesimo.»
Sospirò. Certi giorni, persino sulle spalle di un fiero condottiero come lui era, le responsabilità per simili – essenziali – cerimonie gravavano come macigni nel petto, piombando ripetutamente ad ogni sillaba. Si massaggiò la mandibola inzaccherando i polpastrelli nell’ispida barba incolta che macchiava gli zigomi. Quindi aggiunse:
«Dimmi: cosa ti porta in questo posto?»


CITAZIONE
Nulla da segnalare. Medoro, seduto in una delle panche, chiede il motivo della tua venuta.
Trovi la scheda del guardiano in spoiler. Come sempre, per dubbi o domande mp. :sisi:

μ . ε . δ . ο . r . ø
Le donne, i cavalieri, l’arme, gli amori
le cortesie, l’audaci imprese io canto..

{rεс - 250} • {αεν - 150} • {ρεгƒ - 200} • {ρεгμ - 250} • {сαεμ - 350}

Medoro ~ Nome
LB ~ Allineamento
E (595) ~ Pericolosità

Umano ~ Razza
Cavaliere ~ Classe
Verde ~ Energia

Medoro avea la guancia colorita
e bianca e grata ne la età novella;
e fra la gente a quella impresa uscita
non era faccia più gioconda e bella;
occhi avea neri, e chioma crespa d'oro:
angel parea di quel del sommo coro.


Descrizione Generale ~

Da che si abbia memoria di lui, non era che un fanciulletto con le guance rosse e lisce quando Medoro decise che il suo futuro sarebbe stato quello di diventare un Cavaliere. All'inizio, in realtà, neppure lui sapeva bene di cosa si trattasse, ma comprendeva l'importanza di quel ruolo. In fondo, in ogni leggenda che si rispetti vi è un cavaliere che per le sue audaci imprese viene glorificato.
Prima con bastoni di legno, che univano il sogno al gioco, passava il tempo tirando di una scherma inventata, senza nessun controllo o regola. Menava all'aria fendenti su fendenti, non di rado spaccando la testa - non letteralmente, sia chiaro - ai compaesani del piccolo Borgo non ancora sotto il dominio del Re. Poi arrivarono le daghe, gli spadini e i fioretti e l'abilità cresceva, insieme alla consapevolezza di ciò che una lama, anche fine, poteva fare; del significato sottile del maneggiare un'arma, di ciò che poteva anche solo voler dire schierarsi armati in difesa di qualcuno, in difesa di qualcosa.

Medoro quivi in tutti i suoi parlari
non può far che 'l signor suo non rammenti,
e che non pianga
che resti senza onor ne la campagna.
Disse: - io non ti posso dir quanto m'incresca
del mio signor, che sia rimasto al piano,
per lupi e corbi, ohimè! troppo degna esca.
Pensando come sempre mi fu umano,
mi par che quando ancor questa anima esca
in onor di sua fama, io non compensi
né sciolga verso lui gli obblighi immensi. -

Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era il bimbo più bello che avessero mai avuto la fortuna di vedere. E più cresceva, più quella bellezza diventata addirittura sfacciata. "Bello quanto un angelo del cielo", dicevano. Aveva capelli biondi come il grano d'estate, ciocche mosse come le onde del mare sotto la brezza; gli occhi, profondi ed imperscrutabili, sembravano lo sfondo perfetto per una notte stellata. Di costituzione magra, aveva scolpito come un giovane ed appassionato scultore il proprio corpo con la scherma, che diventava anno dopo anno la sua filosofia di vita. Meditare sulla figura del Cavaliere impegnava le sue notti, rendeva vivi i suoi sogni.
Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era il bimbo più vivace che avessero mai avuto la gioia di vedere. Non stava un attimo fermo, sembrava volesse godere di ogni singolo momento della vita. Amava il sole, i prati, correre. Era un bambino buono come il pane e sempre gentile, aveva il seme della cortesia piantato nel fondo del cuore. Crescendo, però, quella vivacità, quella felicità vennero indirizzate al conseguimento del sogno di sempre. Sguinzagliava l'animo di adolescente solo quand'era lontano dagli impegni, lontano dalla spada. Vicino ad essa, cambiava completamente, divenendo il soldato scelto più disciplinato che il Borgo avesse mai potuto vedere.
E Medoro comprese, infine, cosa mai volesse dire seguire la via di un Cavaliere. E' come il Paladino, che innalza il nome del suo Dio e ne sfrutta gli immensi poteri, come un Cavaliere è nome del suo Signore e lo serve fino alla morte. Lo lega a lui un obbligo morale che pochi capirebbero e anche uccidere diventa un dovere, se a ordinarlo è il Signore. Medoro capì che la spada non è che uno simbolo e un tramite verso la gloria, e che la gloria non è che la ricompensa ultima e che si combatte per ottenerla.
Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era un bambino bello come il sole e dolce come il miele. Ma le donne sanno che Medoro ora presiede i cancelli del Bianco Maniero, e prende la luce del Signore per servirlo e proteggerlo. E ne sono orgogliose.


Equipaggiamento ~

{} Angelica
Il simbolo della sua appartenenza alla casta dei Cavalieri, ciò che lo contraddistingue: la sua spada. Così come non c'è Paladino senza luce, non c'è Cavaliere senza spada e questa è una grande verità.
Impugnatura confortevole in puro cuoio nero lavorato a mano dai fabbri delle terre dell'ovest, guardia crociata in lega di ferro celeste, lama decorata con motivi gotici, uno splendore in lega d'acciaio e titanio come solo i nani ferrai di Garmurath sanno fare. Una vera opera d'arte sotto forma di spada: così come per un panserbjørne l'armatura ha la stessa importanza dell'anima, così per Medoro è la spada il suo bene più prezioso. E il fatto che l'abbia messa a disposizione di Ray fa intendere quanta fedeltà ponga nei cancelli del Bianco Maniero.
L'arma, ricevuta in dono come completamento degli studi, ha un nome: Angelica. No, non è una simpatica ironia, non si scherza su una cosa così importante. Questo nome ha segnato nel profondo l'animo del ragazzo. Perché pare che il nome derivi da quello di una bella principessa giunta in visita molto tempo addietro nelle terre del Clan. Forse pochi ricorderanno la breve visita della principessa del Catai, ma tra questi senza dubbio v'è Medoro, perdutamente innamoratasi di lei. Una storia fugace, ma importante. Un ricordo che rende l'arma infinitamente più preziosa. Il cuore di un giovane nelle trame metalliche di una divoratrice di sangue.

Le sei vie del Cavalierato ~

M
ORALE
Aspetto fondamentale nella vita di un cavaliere è dettato dalla Morale, l'Etica, i principi che lo muovono e lo inducono a comportarsi come si comporta. Un Cavaliere è allo stesso tempo un servo nobile, un esecutore con libero arbitrio. Scontrarsi con un Cavaliere significa scontrarsi col suo signore.
La Morale del Cavaliere gli impone di seguire i precisi ordini che il Signore ha disposto. Nel caso specifico, il Re ha ordinato a Medoro, suo fedele condottiero, di prestare servizio come guardiano dei cancelli del clan e di testare le abilità di ogni singolo aspirante al titolo di "membro del clan". Per questo il paladino del Re ha messo a disposizione del Toryu una tecnica segreta di antica derivazione: la Pioggia di Spade. Innalzando al cielo la lama Angelica ed infondendo in essa un quantitativo Alto di energia, Medoro può far sì che la lega di acciaio e titanio possa disperdere l'energia spirituale in tutta l'area e così facendo scatenare una tecnica evocativa. Cento e più lame appariranno nel cielo e caleranno sul terreno come gocce di pioggia. E' una tecnica potenzialmente devastante, che Medoro usa raramente al di fuori del giardino del Clan; allo stesso tempo la Pioggia è un potere utile per vedere come i "nuovi" si destreggiano in situazioni di estremo pericolo. Eppure vi è una seconda tecnica segreta che Medoro utilizza quando le proprie energie non possono sostenere un attacco che adopera un gran quantitativo di mana; con un consumo pari a Medio, infatti, e puntando la lama di Angelica di fronte al nemico e non più verso l'alto, il cavaliere potrà evocare una ventina di soldati spirituali, emanazioni di elemento luminoso, che si scaglieranno sull'avversario seguendo traiettorie del tutto disordinate. Gli uomini evocati saranno silenziosi, rapidi e imprevedibili cosi com'erano in vita quando prendevano ordini da Medoro, lo sono ora che raffigurano nient'altro che un antico legame di fratellanza tra loro e il comandante stesso.

E
SPERIENZA
Anche le reclute appena entrate in una gerarchia di tipo militare sanno che è l'Esperienza la chiave per poter essere qualcuno. Di fatto sono i guerrieri di vecchia data a diventare generali, e sono sempre loro ad avere più chance di vittoria in battaglia. Questo perché, com'è ovvio, la loro anzianità ha mostrato loro cose che molti si sognerebbero. Questo succede nei comuni eserciti; ma ora si parla di Cavalierato, e un Cavaliere si trova di fronte a grandiosi pericoli anche in giovane età. Per questo motivo Medoro può vantare un'esperienza pari a quella di un comandante d'esercito. Certo, forse nei giardini del Clan, contro novellini, tutta quest'esperienza non servirà a granché ma chi può dirlo? L'addestramento intensivo ha sviluppato nettamente le sue capacità nell'arte della guerra e della spada, arrivando in età adolescenziale alle conoscenze di un maestro di scherma vent'anni più grande. Solo i più grandi conoscono ciò che anche lui conosce, e questo è fondamentale. Le stesse conoscenze hanno affinato i suoi "sensi bellici", fornendogli quasi una sorta di sesto senso in battaglia. Di fatto i normali parametri contano poco, i riflessi di Medoro saranno sempre fini e acuti, in offesa, e non si troverà mai sfavorito. L'Esperienza è uno dei vantaggi più grandi.

D
ISCIPLINA
In ogni ambito della vita la Disciplina è essenziale, che si tratti di studi o di attività sportiva, specie agonistica. Se poi si pensa alla scherma, alla guerra e ancor di più alla via del Cavaliere, ci si rende conto che la Disciplina sia più che un semplice pre-requisito: è una necessità. Nessuna insubordinazione, nessuna possibilità di caos; e anche a spada sguainata, mente lucida e braccio fermo. Questo significa avere Disciplina: non lasciare che nulla possa interferire con gli ordini ricevuti e con ciò che si deve fare per rispettarli. La Disciplina fa si che anche i parametri fisici si potenzino; rigidi allenamenti sono solo la base per qualcosa di più. Tra tutti, è il controllo delle armi e la mira ciò che risente maggiormente: con un ferreo autocontrollo si possono fare miracoli. Ma non di miracoli si tratta. E' solo sangue freddo, turgida concentrazione e fermezza assoluta. Questo è il vero potere di un Cavaliere: che egli sia, di fatto, una persona buona o cattiva, simpatica o antipatica, quando sfodera la spada e mette piede sul campo di battaglia, innalza un muro pressochè impenetrabile. Non è solo una professione ma una vocazione, e come tale non vi sono eccezioni.

O
FFESA
Le qualità interiori e psicologiche sono di vitale importanza per un Cavaliere, niente dev'essere in grado di intaccare lo spirito, votato al Signore. Ma è innegabile che, se si impugna una spada, sia necessario anche saperla usare. Ecco dunque che tutte le lezioni di teoria e che tutto ciò che si è appreso in anni e anni di addestramento tornano all'auge. Si deve mettere in pratica ciò che si è imparato sui libri, per proteggere il proprio Re, per portare a termine i compiti bellici assegnati. Le conoscenze di spada di Medoro sono formidabili, tant'è che ogni suo colpo di scherma è tanto potente da fendere un qualsiasi materiale esistente, per quanto apparantemente inscalfibile. Se poi si computa che il Cavaliere stesso abbia a sua disposizione tecniche micidiali, se ne comprende il reale potere. E' maestro, infatti, nel caricare fino a due fendenti simultanei di potenza superiore al normale e difficilmente parabili se non con opportune difese, usando un quantitativo Medio di energia. Se poi ha bisogno di ulteriore potere, sa sguinzagliare forze prima sopite, scaricando sulla lama un Alto quantitativo di volontà, cosicchè il successivo colpo di spada ne risulti proporzionalmente potenziato, nonché addirittura capace di sbaragliare le difese più comuni. Ecco come la spada di un Cavaliere può diventare più forte di molte altre normali lame. Tutti questi poteri basano la loro potenza sulla CaeM dell'utilizzatore, e non sulla sua PeRm.

R
ESISTENZA
Certo, l'attacco è importante e la conoscenza delle spada e dei molti modi per portare a segno un colpo per assestato è fondamentale. Ma sono necessari anche altri fattori, che potrebbero sembrare "di contorno" ma che non vanno sottovalutati. Questi fattori sono dati dai doni che la natura ha fatto a ciascun individuo. Per seguire la via del Cavalierato non basta la buona volontà o un animo puro e diligente, come si potrebbe pensare, ma si deve superare una rigida selezione, fisica e psicologica. Gli umani, per natura, sono tra le razze più avvantaggiate di tutta Asgradel nella strada per diventare Cavalieri. Infatti nascono con uno speciale dono che nessuna razza possiede innato: l'instancabilità. La razza umana ha vissuto per secoli e secoli lavorando la terra con le proprie mani, sopravvivendo a stento. Faticando giorno dopo giorno, hanno sviluppato una vastissima soglia della fatica che permette loro di non cedere anche quando l'energia spirituale sta scemando. Ecco perché, al contrario di molte razze, gli umani non cadono quando oramai non rimane che un barlume di spirito nei loro corpi. Ecco perché Medoro ha potuto proseguire per la sua strada.

O
BBLIGO
Ultima ma non per importanza è la via dell'Obbligo, che per un Cavaliere segna la strada di tutta una vita. Il Cavaliere, per sua stessa natura, è obbligato e non rispettare quelli che sono gli obblighi significa andare contro lo stesso spirito del Cavalierato. Un Cavaliere che non rispetta gli obblighi è un Cavaliere che non vale nulla, uno che presto o tardi farà una brutta fine. In primis vi è l'obbligo verso il Signore, che rappresenta il Dio per i Paladini. Il Re è la somma autorità, l'unica voce cui si può e si deve dare ascolto. Insubordinazione significa Morte. Vi è poi l'obbligo verso i cittadini del mondo. Ogni Cavaliere ha l'intrinseco dovere a proteggere l'umanità, che il Signore lo voglia o no. Per questo ogni membro del Cavalierato ha le facoltà per curare i deboli e i feriti, congiungendo le mani per poi posarne una su una ferita leggera o su un foro di freccia o pistola, infondendo nelle carni un quantitativo Medio di energia. Proteggere i deboli è l'aspirazione di ogni Cavaliere, ed è nella sua natura farlo. Ad ultimo, nonostante possa apparire oltremodo scontato, ogni Cavaliere ha l'obbligo e il dovere di proteggere se stesso, sebbene non sia una priorità: salvarsi è possibile se non va contro gli ordini del Signore. La difesa è comunque sacrosanta e, a tal proposito, ai Cavalieri s'insegna l'evocazione di un piccolo scudo a potere difensivo Medio/Alto, del diametro di soli 50 cm, che apparirà a protezione di una parte del braccio. Le piccole dimensioni sono il punto debole di questa difesa, evocabile con un consumo Medio. In alternativa, qualora ciò non bastasse, il Cavaliere potrà poi meramente applicarsi per il sol fine di far scivolare l'offesa nemica sulla propria lama, a patto d'un dispendio Basso di mana. Tuttavia, come detto, la vita di un Cavaliere non è una priorità, ma la fermezza psichica è sinonimo di obbligo; mai infatti cadere in tentazioni e pensieri malsani; mai essere soggetti a distorsioni della realtà in cui il Cavaliere stesso vive; mai cedere con la mente; mai perdere il senno di fronte a chi può soggiogare la ragione e l’intelletto. Medoro, dunque, con un consumo pari a Medio è capace di liberarsi da attacchi psichici di pari o inferiore entità. Questo potere gli permette di essere sempre lucido e di combattere le avversità con perfetta risolutezza interiore. I Cavalieri sono quindi obbligati a non indietreggiare mai, né con il corpo né con la mente, affinché il proprio ego possa essere sempre intatto innanzi a chi ha il piacere di sfidare il Comandante Guardiano del maniero.

ZgYp7

CITAZIONE

Lεξεηδα


M
ORALE
Pioggia di Spade (1/5) + Pergamena "Apostoli"

E
SPERIENZA
Cristallo della Conoscenza (level-up Dominio) + Attacchi sempre letali indipendentemente dalle caratteristiche fisiche (Dominio III passiva)

D
ISCIPLINA
Sangue freddo sempre (2/5) + Indifferenza alle disparità di caratteristiche nel combattimento fisico (Dominio I passiva) + Concentrazione altissima sempre (3/5)

O
FFESA
Capacità di fendere qualsiasi materiale (Dominio II passiva) + Doppia offesa contemporanea, consumo medio (Dominio II, attiva) + Attacco basato sulla CaeM. Consumo alto. (Dominio III, attiva)
R
ESISTENZA
Razziale Umana

O
BBLIGO
Pergamene "Guarigione" + "Buckler" + Difesa livello basso (Dominio I, attiva) + Difesa psionica di livello Medio (4/5)


MedoroUmanoCavaliereBonusWarrior StyleEn. VerdeAbilitàTotale
ReC -175-+25-+50-250
AeV -125-25--+50-150
PeRf -100+25+25-+50-200
PeRm -150+25+50-25+50-250
CaeM -150--+150+50-350

 
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view post Posted on 19/4/2012, 13:04
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TimetoWakeUp
(III)


Siraes si guardò attorno a disagio. Quell'oscurità gli offuscava i sensi, come se una cappa fitta di tenebra gli fosse caduta addosso appena varcata la soglia della Cattedrale.
Mosse qualche passo attraverso le navate, studiando ogni singola panca in caso di minaccia, ogni figura di pietra e pilastro, ma nulla accadde... almeno finchè una voce non risuonò nel penetrante nulla.

«Benvenuto, straniero.»

Siraes girò la testa di scatto tentando di individuare la fonte del suono, la mano dentro il suo Gauntlet rinforzato che si contrasse e distese in un riflesso istintivo.

«Ti trovi nella capitale del Regno del Clan Toryu ed io sono Medoro, comandante della guardia cittadina nonché primo incaricato al battesimo.»

Vi era una figura avvolta nell'oscurità, seduta su una delle panche per preghiera che sembrava in piena meditazione. Siraes cominciò ad avanzare cautamente verso di essa e, quando fu abbastanza vicino, riuscì a distinguerne le forme. Sembrava un cavaliere dall'armatura lucente, il classico paladino senza macchia e senza paura, quello che ucciderebbe un drago per salvare una damigella in pericolo... ed allo stesso tempo, riflessivo e tormentato a giudicare dalla sua postura tesa e dalla sua espressione cupa.

"Classico stereotipo umano..."

Quindi, questo Medoro era il guardiano così tanto temuto. Ora ne capiva il motivo. Siraes non aveva paura di lui, ma capiva che era pericoloso, ancora non sapeva in che ambito, ma ERA pericoloso senza ombra di dubbio.

«Dimmi: cosa ti porta in questo posto?»

Siraes si mosse di nuovo, portandosi leggermente più vicino, poi con cautela rispose:

«Io sono Siraes. Vorrei entrare nel clan.»

Il giovane Mezzodemone sentì il gattino sulla sua spalla tremare. A quanto pareva, la creaturina avvertiva la tensione più di lui... alzò una mano e gli accarezzò il manto morbido per rassicurarlo.



-Riassunto-

[ReC: 150] [AeV: 200] [PeRf: 175] [PeRm: 150] [CaeM: 175]
Consumi: CRITICO 48%, ALTO 24%, MEDIO 12%, BASSO 6%


Status; Inquieto, cauto
Danni; Illeso
Energia; 100%
Passive in utilizzo; Ermetismo ed Argento Vivo
Già descritte.

Abilità attive in uso; Nessuna

Equipaggiamento in uso; Gauntlet
Il Gauntlet non è altro che un guanto rinforzato in acciaio che Siraes utilizza per nascondere i propri artigli della mano sinistra. Il demone la utilizza anche come arma offensiva a lungo e corto raggio, in quanto nella parte superiore della corazzatura è nascosto un dispositivo che permette di lanciare dei sottili dardi di acciaio, mentre gli artigli di acciaio sono utili ad infliggere un ulteriore danno in un corpo a corpo.
Essendo un'arma da lancio estremamente debole, il numero di dardi richiesto per indebolire un nemico è molto elevato e per causare seri danni i dardi devono colpire sempre lo stesso punto (ad esempio serve più di un dardo per ferire mortalmente qualcuno a livello del cuore, ma ne basta uno solo dalla giusta distanza mirato alla gola o alla fronte per uccidere istantaneamente).
Numero di dardi: 20

Riassunto: Siraes studia la cattedrale, poi incontra il Guardiano. Lo osserva e risponde alle sue domande.
 
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J!mmy
view post Posted on 19/4/2012, 15:24




«Io sono Siraes. Vorrei entrare nel clan.»
Nell’udire quelle parole, Medoro non resistette e si alzò in piedi, abbandonando la panca che scricchiolando lo congedò. Si concesse qualche attimo di severa inquisizione, studiando la figura che aveva dinanzi come se ne stesse saggiando il potenziale, per decidere infine le sorti di quel colloquio. Ma il cavaliere sapeva, meglio di chiunque altro, quanto fosse inverosimile che un tale arbitrio risiedesse in un umile guardiano quale lui era. Il cavaliere sapeva essere suo inviolabile dovere assicurarsi che il Toryu avesse i braccianti che meritava, soldati validi e leali.

«Magari fosse così semplice» disse, iniziando a camminare in direzione del pulpito centrale.
Si fermò, dunque, rivolgendosi nuovamente all’ospite «Sono tempi duri, questi, persino per un Regno dominante come il nostro. I crimini abbondano e le teste armate scarseggiano.»
Procedette di soli pochi piedi oltre l’altare, lasciando intendere la volontà d’essere seguito. Incavata nella roccia, proprio all’estremità più remota della navata est del santuario, v’era una robusta porta di ferro decorato di stemmi e simboli mistici. Dato lo spessore dell’uscio, era fin troppo chiaro che esso contenesse antichità o manufatti assai preziosi.
«Per esempio: vedi quella porta, straniero?» incalzò rivolgendovisi con indice alzato «E’ il divino reliquiario del Sovrano, un luogo ancora più sacro della Cattedrale in cui ti trovi. Tuttavia, giusto ieri notte è stato trafugato un importantissimo cimelio, il frammento della maschera appartenente al Sovrano in persona.»
Ruotò il collo e lo guardò ancora: stavolta era tutto intenzionato ad assicurarsi che l’interlocutore capisse ogni singola parola di quell’interminabile monologo.
«Voci di corridoio bisbigliano di un certo Yorel, un mezz'elfo assistente del fornaio all’altro capo della chiesa; un bastardo che ha fatto del furto la sua unica fede.»
Lo sguardo vitreo e gelido del guardiano sviò repentino un’ultima volta in direzione del reliquiario, quindi tornò indietro trafiggendo l’espressione corrotta dal dubbio del ragazzo antistante.
«Mio rammarico non ho guardie che possano occuparsene» Si sedette, dedicandogli ancora un’ennesima volta le proprie spalle, e aggiunse «E’ probabile che tu sia fortunato, quest’oggi. Chiunque riporti a casa quel manufatto sarà senz’altro ben accetto tra le fila del Toryu...»
Infine, tacque.


CITAZIONE
Bene, giungiamo all'arrivo in sé. Come si può intuire dalle parole di Medoro, in città stanno avendo luogo svariati crimini, uno dei quali pare essere proprio la sparizione di un'importante reliquia dal santuario del Sovrano. Trattasi semplicemente di un coccio di ceramica appartenente alla maschera indossata da Ray quando ancora era Re. Girano voci che il responsabile sia un certo Yorel, un recidivo del furto, che puoi trovare direttamente al banco del fornaio proprio dietro la Cattedrale (sei libero di descriverlo fisicamente e storicamente come desideri). Ti anticipo che il ragazzo sarà però tutt'altro che propenso a darti il bottino di sua spontanea volontà, il che si tradurrà in uno scontro autoconclusivo col suddetto. Tuo compito è recuperare l'artefatto e riportarlo a Medoro (in alternativa puoi sempre rifiutarti e affrontare direttamente il guardiano, conscio della sua superiorità).
Per le regole ti invito a leggere questo topic (paragrafo "Combattimenti contro i mostri"), mentre riporto di seguito la descrizione dell'avversario:

CITAZIONE
energia Bianca; pericolosità F

I ladri: Comuni quanto gli scarafaggi che abitano ogni area di Asgradel, questi criminali sono assimilabili agli insetti anche per la maniera in cui infestano le città di tutto il continente -e non solo. Il loro numero, già enorme, è in rapida crescita e coi tempi che corrono non accenna a fermare la sua ascesa: sono sempre di più coloro costretti a rubare per vivere, che vanno ad aggiungersi ai molti -moltissimi- cleptomani e ladruncoli sparsi per il mondo. Ciascuno ha la sua tecnica, la sua razza, il suo stile e le proprie personalissime motivazioni; tuttavia, è bene specificare che avere a che fare con questo genere di feccia può rappresentare un pericolo non soltanto per la borsa delle monete. Coloro che possono essere inseriti in questa categoria di nemici pubblici sono per lo più individui addestrati nell'arte della furtività, nel combattimento corpo a corpo rapido e nell'aggressione alle spalle degli avversari. Utilizzano armi da taglio corte e da lancio, oltre a piccole balestre e lame nascoste tra i vestiti. Infidi e pericolosi, quando entrano a far parte della grande "famiglia" dei carcerati della Fat Whore sono alloggiati nel Settore 5, che è situato nella zona più bassa della nave, poco sopra il Settore 6. Rientra nelle aree predisposte al distacco in caso di rivolta, nonché tra le più ampie e "popolate" dell'intera Purgatory. Per loro il prezzo di mantenimento all'interno della struttura richiesto è molto basso, perciò non è raro che vengano utilizzati come vittime sacrificali per i capricci dei membri del Clan.

Tieni bene in conto grado energetico e pericolosità del mostro. In bocca al lupo.^^

μ . ε . δ . ο . r . ø
Le donne, i cavalieri, l’arme, gli amori
le cortesie, l’audaci imprese io canto..

{rεс - 250} • {αεν - 150} • {ρεгƒ - 200} • {ρεгμ - 250} • {сαεμ - 350}

Medoro ~ Nome
LB ~ Allineamento
E (595) ~ Pericolosità

Umano ~ Razza
Cavaliere ~ Classe
Verde ~ Energia

Medoro avea la guancia colorita
e bianca e grata ne la età novella;
e fra la gente a quella impresa uscita
non era faccia più gioconda e bella;
occhi avea neri, e chioma crespa d'oro:
angel parea di quel del sommo coro.


Descrizione Generale ~

Da che si abbia memoria di lui, non era che un fanciulletto con le guance rosse e lisce quando Medoro decise che il suo futuro sarebbe stato quello di diventare un Cavaliere. All'inizio, in realtà, neppure lui sapeva bene di cosa si trattasse, ma comprendeva l'importanza di quel ruolo. In fondo, in ogni leggenda che si rispetti vi è un cavaliere che per le sue audaci imprese viene glorificato.
Prima con bastoni di legno, che univano il sogno al gioco, passava il tempo tirando di una scherma inventata, senza nessun controllo o regola. Menava all'aria fendenti su fendenti, non di rado spaccando la testa - non letteralmente, sia chiaro - ai compaesani del piccolo Borgo non ancora sotto il dominio del Re. Poi arrivarono le daghe, gli spadini e i fioretti e l'abilità cresceva, insieme alla consapevolezza di ciò che una lama, anche fine, poteva fare; del significato sottile del maneggiare un'arma, di ciò che poteva anche solo voler dire schierarsi armati in difesa di qualcuno, in difesa di qualcosa.

Medoro quivi in tutti i suoi parlari
non può far che 'l signor suo non rammenti,
e che non pianga
che resti senza onor ne la campagna.
Disse: - io non ti posso dir quanto m'incresca
del mio signor, che sia rimasto al piano,
per lupi e corbi, ohimè! troppo degna esca.
Pensando come sempre mi fu umano,
mi par che quando ancor questa anima esca
in onor di sua fama, io non compensi
né sciolga verso lui gli obblighi immensi. -

Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era il bimbo più bello che avessero mai avuto la fortuna di vedere. E più cresceva, più quella bellezza diventata addirittura sfacciata. "Bello quanto un angelo del cielo", dicevano. Aveva capelli biondi come il grano d'estate, ciocche mosse come le onde del mare sotto la brezza; gli occhi, profondi ed imperscrutabili, sembravano lo sfondo perfetto per una notte stellata. Di costituzione magra, aveva scolpito come un giovane ed appassionato scultore il proprio corpo con la scherma, che diventava anno dopo anno la sua filosofia di vita. Meditare sulla figura del Cavaliere impegnava le sue notti, rendeva vivi i suoi sogni.
Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era il bimbo più vivace che avessero mai avuto la gioia di vedere. Non stava un attimo fermo, sembrava volesse godere di ogni singolo momento della vita. Amava il sole, i prati, correre. Era un bambino buono come il pane e sempre gentile, aveva il seme della cortesia piantato nel fondo del cuore. Crescendo, però, quella vivacità, quella felicità vennero indirizzate al conseguimento del sogno di sempre. Sguinzagliava l'animo di adolescente solo quand'era lontano dagli impegni, lontano dalla spada. Vicino ad essa, cambiava completamente, divenendo il soldato scelto più disciplinato che il Borgo avesse mai potuto vedere.
E Medoro comprese, infine, cosa mai volesse dire seguire la via di un Cavaliere. E' come il Paladino, che innalza il nome del suo Dio e ne sfrutta gli immensi poteri, come un Cavaliere è nome del suo Signore e lo serve fino alla morte. Lo lega a lui un obbligo morale che pochi capirebbero e anche uccidere diventa un dovere, se a ordinarlo è il Signore. Medoro capì che la spada non è che uno simbolo e un tramite verso la gloria, e che la gloria non è che la ricompensa ultima e che si combatte per ottenerla.
Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era un bambino bello come il sole e dolce come il miele. Ma le donne sanno che Medoro ora presiede i cancelli del Bianco Maniero, e prende la luce del Signore per servirlo e proteggerlo. E ne sono orgogliose.


Equipaggiamento ~

{} Angelica
Il simbolo della sua appartenenza alla casta dei Cavalieri, ciò che lo contraddistingue: la sua spada. Così come non c'è Paladino senza luce, non c'è Cavaliere senza spada e questa è una grande verità.
Impugnatura confortevole in puro cuoio nero lavorato a mano dai fabbri delle terre dell'ovest, guardia crociata in lega di ferro celeste, lama decorata con motivi gotici, uno splendore in lega d'acciaio e titanio come solo i nani ferrai di Garmurath sanno fare. Una vera opera d'arte sotto forma di spada: così come per un panserbjørne l'armatura ha la stessa importanza dell'anima, così per Medoro è la spada il suo bene più prezioso. E il fatto che l'abbia messa a disposizione di Ray fa intendere quanta fedeltà ponga nei cancelli del Bianco Maniero.
L'arma, ricevuta in dono come completamento degli studi, ha un nome: Angelica. No, non è una simpatica ironia, non si scherza su una cosa così importante. Questo nome ha segnato nel profondo l'animo del ragazzo. Perché pare che il nome derivi da quello di una bella principessa giunta in visita molto tempo addietro nelle terre del Clan. Forse pochi ricorderanno la breve visita della principessa del Catai, ma tra questi senza dubbio v'è Medoro, perdutamente innamoratasi di lei. Una storia fugace, ma importante. Un ricordo che rende l'arma infinitamente più preziosa. Il cuore di un giovane nelle trame metalliche di una divoratrice di sangue.

Le sei vie del Cavalierato ~

M
ORALE
Aspetto fondamentale nella vita di un cavaliere è dettato dalla Morale, l'Etica, i principi che lo muovono e lo inducono a comportarsi come si comporta. Un Cavaliere è allo stesso tempo un servo nobile, un esecutore con libero arbitrio. Scontrarsi con un Cavaliere significa scontrarsi col suo signore.
La Morale del Cavaliere gli impone di seguire i precisi ordini che il Signore ha disposto. Nel caso specifico, il Re ha ordinato a Medoro, suo fedele condottiero, di prestare servizio come guardiano dei cancelli del clan e di testare le abilità di ogni singolo aspirante al titolo di "membro del clan". Per questo il paladino del Re ha messo a disposizione del Toryu una tecnica segreta di antica derivazione: la Pioggia di Spade. Innalzando al cielo la lama Angelica ed infondendo in essa un quantitativo Alto di energia, Medoro può far sì che la lega di acciaio e titanio possa disperdere l'energia spirituale in tutta l'area e così facendo scatenare una tecnica evocativa. Cento e più lame appariranno nel cielo e caleranno sul terreno come gocce di pioggia. E' una tecnica potenzialmente devastante, che Medoro usa raramente al di fuori del giardino del Clan; allo stesso tempo la Pioggia è un potere utile per vedere come i "nuovi" si destreggiano in situazioni di estremo pericolo. Eppure vi è una seconda tecnica segreta che Medoro utilizza quando le proprie energie non possono sostenere un attacco che adopera un gran quantitativo di mana; con un consumo pari a Medio, infatti, e puntando la lama di Angelica di fronte al nemico e non più verso l'alto, il cavaliere potrà evocare una ventina di soldati spirituali, emanazioni di elemento luminoso, che si scaglieranno sull'avversario seguendo traiettorie del tutto disordinate. Gli uomini evocati saranno silenziosi, rapidi e imprevedibili cosi com'erano in vita quando prendevano ordini da Medoro, lo sono ora che raffigurano nient'altro che un antico legame di fratellanza tra loro e il comandante stesso.

E
SPERIENZA
Anche le reclute appena entrate in una gerarchia di tipo militare sanno che è l'Esperienza la chiave per poter essere qualcuno. Di fatto sono i guerrieri di vecchia data a diventare generali, e sono sempre loro ad avere più chance di vittoria in battaglia. Questo perché, com'è ovvio, la loro anzianità ha mostrato loro cose che molti si sognerebbero. Questo succede nei comuni eserciti; ma ora si parla di Cavalierato, e un Cavaliere si trova di fronte a grandiosi pericoli anche in giovane età. Per questo motivo Medoro può vantare un'esperienza pari a quella di un comandante d'esercito. Certo, forse nei giardini del Clan, contro novellini, tutta quest'esperienza non servirà a granché ma chi può dirlo? L'addestramento intensivo ha sviluppato nettamente le sue capacità nell'arte della guerra e della spada, arrivando in età adolescenziale alle conoscenze di un maestro di scherma vent'anni più grande. Solo i più grandi conoscono ciò che anche lui conosce, e questo è fondamentale. Le stesse conoscenze hanno affinato i suoi "sensi bellici", fornendogli quasi una sorta di sesto senso in battaglia. Di fatto i normali parametri contano poco, i riflessi di Medoro saranno sempre fini e acuti, in offesa, e non si troverà mai sfavorito. L'Esperienza è uno dei vantaggi più grandi.

D
ISCIPLINA
In ogni ambito della vita la Disciplina è essenziale, che si tratti di studi o di attività sportiva, specie agonistica. Se poi si pensa alla scherma, alla guerra e ancor di più alla via del Cavaliere, ci si rende conto che la Disciplina sia più che un semplice pre-requisito: è una necessità. Nessuna insubordinazione, nessuna possibilità di caos; e anche a spada sguainata, mente lucida e braccio fermo. Questo significa avere Disciplina: non lasciare che nulla possa interferire con gli ordini ricevuti e con ciò che si deve fare per rispettarli. La Disciplina fa si che anche i parametri fisici si potenzino; rigidi allenamenti sono solo la base per qualcosa di più. Tra tutti, è il controllo delle armi e la mira ciò che risente maggiormente: con un ferreo autocontrollo si possono fare miracoli. Ma non di miracoli si tratta. E' solo sangue freddo, turgida concentrazione e fermezza assoluta. Questo è il vero potere di un Cavaliere: che egli sia, di fatto, una persona buona o cattiva, simpatica o antipatica, quando sfodera la spada e mette piede sul campo di battaglia, innalza un muro pressochè impenetrabile. Non è solo una professione ma una vocazione, e come tale non vi sono eccezioni.

O
FFESA
Le qualità interiori e psicologiche sono di vitale importanza per un Cavaliere, niente dev'essere in grado di intaccare lo spirito, votato al Signore. Ma è innegabile che, se si impugna una spada, sia necessario anche saperla usare. Ecco dunque che tutte le lezioni di teoria e che tutto ciò che si è appreso in anni e anni di addestramento tornano all'auge. Si deve mettere in pratica ciò che si è imparato sui libri, per proteggere il proprio Re, per portare a termine i compiti bellici assegnati. Le conoscenze di spada di Medoro sono formidabili, tant'è che ogni suo colpo di scherma è tanto potente da fendere un qualsiasi materiale esistente, per quanto apparantemente inscalfibile. Se poi si computa che il Cavaliere stesso abbia a sua disposizione tecniche micidiali, se ne comprende il reale potere. E' maestro, infatti, nel caricare fino a due fendenti simultanei di potenza superiore al normale e difficilmente parabili se non con opportune difese, usando un quantitativo Medio di energia. Se poi ha bisogno di ulteriore potere, sa sguinzagliare forze prima sopite, scaricando sulla lama un Alto quantitativo di volontà, cosicchè il successivo colpo di spada ne risulti proporzionalmente potenziato, nonché addirittura capace di sbaragliare le difese più comuni. Ecco come la spada di un Cavaliere può diventare più forte di molte altre normali lame. Tutti questi poteri basano la loro potenza sulla CaeM dell'utilizzatore, e non sulla sua PeRm.

R
ESISTENZA
Certo, l'attacco è importante e la conoscenza delle spada e dei molti modi per portare a segno un colpo per assestato è fondamentale. Ma sono necessari anche altri fattori, che potrebbero sembrare "di contorno" ma che non vanno sottovalutati. Questi fattori sono dati dai doni che la natura ha fatto a ciascun individuo. Per seguire la via del Cavalierato non basta la buona volontà o un animo puro e diligente, come si potrebbe pensare, ma si deve superare una rigida selezione, fisica e psicologica. Gli umani, per natura, sono tra le razze più avvantaggiate di tutta Asgradel nella strada per diventare Cavalieri. Infatti nascono con uno speciale dono che nessuna razza possiede innato: l'instancabilità. La razza umana ha vissuto per secoli e secoli lavorando la terra con le proprie mani, sopravvivendo a stento. Faticando giorno dopo giorno, hanno sviluppato una vastissima soglia della fatica che permette loro di non cedere anche quando l'energia spirituale sta scemando. Ecco perché, al contrario di molte razze, gli umani non cadono quando oramai non rimane che un barlume di spirito nei loro corpi. Ecco perché Medoro ha potuto proseguire per la sua strada.

O
BBLIGO
Ultima ma non per importanza è la via dell'Obbligo, che per un Cavaliere segna la strada di tutta una vita. Il Cavaliere, per sua stessa natura, è obbligato e non rispettare quelli che sono gli obblighi significa andare contro lo stesso spirito del Cavalierato. Un Cavaliere che non rispetta gli obblighi è un Cavaliere che non vale nulla, uno che presto o tardi farà una brutta fine. In primis vi è l'obbligo verso il Signore, che rappresenta il Dio per i Paladini. Il Re è la somma autorità, l'unica voce cui si può e si deve dare ascolto. Insubordinazione significa Morte. Vi è poi l'obbligo verso i cittadini del mondo. Ogni Cavaliere ha l'intrinseco dovere a proteggere l'umanità, che il Signore lo voglia o no. Per questo ogni membro del Cavalierato ha le facoltà per curare i deboli e i feriti, congiungendo le mani per poi posarne una su una ferita leggera o su un foro di freccia o pistola, infondendo nelle carni un quantitativo Medio di energia. Proteggere i deboli è l'aspirazione di ogni Cavaliere, ed è nella sua natura farlo. Ad ultimo, nonostante possa apparire oltremodo scontato, ogni Cavaliere ha l'obbligo e il dovere di proteggere se stesso, sebbene non sia una priorità: salvarsi è possibile se non va contro gli ordini del Signore. La difesa è comunque sacrosanta e, a tal proposito, ai Cavalieri s'insegna l'evocazione di un piccolo scudo a potere difensivo Medio/Alto, del diametro di soli 50 cm, che apparirà a protezione di una parte del braccio. Le piccole dimensioni sono il punto debole di questa difesa, evocabile con un consumo Medio. In alternativa, qualora ciò non bastasse, il Cavaliere potrà poi meramente applicarsi per il sol fine di far scivolare l'offesa nemica sulla propria lama, a patto d'un dispendio Basso di mana. Tuttavia, come detto, la vita di un Cavaliere non è una priorità, ma la fermezza psichica è sinonimo di obbligo; mai infatti cadere in tentazioni e pensieri malsani; mai essere soggetti a distorsioni della realtà in cui il Cavaliere stesso vive; mai cedere con la mente; mai perdere il senno di fronte a chi può soggiogare la ragione e l’intelletto. Medoro, dunque, con un consumo pari a Medio è capace di liberarsi da attacchi psichici di pari o inferiore entità. Questo potere gli permette di essere sempre lucido e di combattere le avversità con perfetta risolutezza interiore. I Cavalieri sono quindi obbligati a non indietreggiare mai, né con il corpo né con la mente, affinché il proprio ego possa essere sempre intatto innanzi a chi ha il piacere di sfidare il Comandante Guardiano del maniero.

ZgYp7

CITAZIONE

Lεξεηδα


M
ORALE
Pioggia di Spade (1/5) + Pergamena "Apostoli"

E
SPERIENZA
Cristallo della Conoscenza (level-up Dominio) + Attacchi sempre letali indipendentemente dalle caratteristiche fisiche (Dominio III passiva)

D
ISCIPLINA
Sangue freddo sempre (2/5) + Indifferenza alle disparità di caratteristiche nel combattimento fisico (Dominio I passiva) + Concentrazione altissima sempre (3/5)

O
FFESA
Capacità di fendere qualsiasi materiale (Dominio II passiva) + Doppia offesa contemporanea, consumo medio (Dominio II, attiva) + Attacco basato sulla CaeM. Consumo alto. (Dominio III, attiva)
R
ESISTENZA
Razziale Umana

O
BBLIGO
Pergamene "Guarigione" + "Buckler" + Difesa livello basso (Dominio I, attiva) + Difesa psionica di livello Medio (4/5)


MedoroUmanoCavaliereBonusWarrior StyleEn. VerdeAbilitàTotale
ReC -175-+25-+50-250
AeV -125-25--+50-150
PeRf -100+25+25-+50-200
PeRm -150+25+50-25+50-250
CaeM -150--+150+50-350

 
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view post Posted on 19/4/2012, 19:00
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TimetoWakeUp
(IV)


Siraes osservò il cavaliere alzarsi dalla panca e, girandosi verso di lui, rimase fermo mentre Medoro lo studiava.

«Magari fosse così semplice» disse in risposta al desiderio di Siraes. «Sono tempi duri, questi, persino per un Regno dominante come il nostro. I crimini abbondano e le teste armate scarseggiano.»

Siraes ascoltava in silenzio. Non era sicuro di seguire il discorso del cavaliere. Cosa voleva? Nuovi soldati, nuovi tagliagole a nome del suo Re? Beh... non era qui per quello? Alzò uno sguardo confuso su Medoro, che con passo lento si stava dirigendo verso il pulpito della Cattedrale e che avanzava oltre verso una possente porta, colossale e in ferro... era ovvio che là dietro vi era qualcosa di molto prezioso, senza dubbio le reliquie della chiesa. Ogni chiesa aveva un reliquiario.
Si girò a guardarlo e Siraes comprese che il paladino voleva che lo seguisse.
Il Mezzodemone raggiunse Medoro ed attese che il cavaliere gli desse ulteriori delucidazioni.

«Per esempio: vedi quella porta, straniero?» Siraes annuì «E’ il divino reliquiario del Sovrano, un luogo ancora più sacro della Cattedrale in cui ti trovi. Tuttavia, giusto ieri notte è stato trafugato un importantissimo cimelio, il frammento della maschera appartenente al Sovrano in persona.»

"Ah ecco... ha bisogno di una mano..."

Ormai era chiaro cosa Medoro voleva che facesse. Recuperare l'artefatto per poter entrare nel Clan...

«Voci di corridoio bisbigliano di un certo Yorel, un mezz'elfo assistente del fornaio all’altro capo della chiesa; un bastardo che ha fatto del furto la sua unica fede.»

Aveva un nome, un bersaglio. Yorel. Se il prezzo era quello, lo avrebbe pagato, non avrebbe avuto scrupoli, si sarebbe ripreso la maschera ad ogni costo.
Medoro tornò a sedersi e finì il suo discorso:

«Mio rammarico non ho guardie che possano occuparsene. E’ probabile che tu sia fortunato, quest’oggi. Chiunque riporti a casa quel manufatto sarà senz’altro ben accetto tra le fila del Toryu...»

Siraes mosse qualche passo attraverso la navata, raggiungendo il cavaliere. Dopo qualche minuto di riflessione, chiese:

«Vediamo se ho capito bene, mi state chiedendo di recuperare il pezzo di maschera?»

Dopo qualche altro istante di silenzio, rispose con determinazione:

«Va bene, lo farò. Yorel, lo devo riportare vivo? Oppure non ho restrizioni?»



-Riassunto-

[ReC: 150] [AeV: 200] [PeRf: 175] [PeRm: 150] [CaeM: 175]
Consumi: CRITICO 48%, ALTO 24%, MEDIO 12%, BASSO 6%


Status; Inquieto, cauto
Danni; Illeso
Energia; 100%
Passive in utilizzo; Ermetismo ed Argento Vivo
Già descritte.

Abilità attive in uso; Nessuna

Equipaggiamento in uso; Gauntlet

Riassunto: Siraes ascolta le parole del Guardiano, poi decide di andare a caccia di Yorel, chiedendo a Medoro se lo deve riportare vivo o meno.
 
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J!mmy
view post Posted on 21/4/2012, 17:58




Le piastre dell’armatura cigolarono quando il guardiano torse il busto per osservare un’ultima volta il novizio, fin quasi scettico dell’effettiva volontà di questo di occuparsi dell’incarico. Di uomini tanto ossequiosi se ne ammiravano ben pochi oramai, e costui l'aveva piacevolmente sorpreso. Sorrise, compiaciuto e stizzito al contempo, un ghigno beffardo nell’udirne la domanda: uccidere era un diritto che l'uomo non avrebbe dovuto in nessun caso arrogarsi, giacchè facoltà appartenente ad un libero arbitrio tutt'altro che umano.

«E' uso che i nemici del regno sazino la fame del Sovrano marcendo in cella, nelle segrete del Cruore di Marmo» si volse ancora, stavolta osservando l’altare che fulgido svettava nel centro della Cattedrale, rischiarato quasi per bontà divina dai pochi raggi filtranti dai rosoni «Riportalo vivo.»
Alzò una mano e la sventolò, facendo intendere di lasciarlo, congedandolo e investendolo del nascituro onore di servo del regno; poichè egli avrebbe cosparso i semi al suo posto, quel dì: da essi la fede sarebbe germogliata come spighe di grano fino al momento predetto, in cui il Sovrano avrebbe mietuto il raccolto riempiendolo della saggezza e del coraggio che erano suoi.
Anche Siraes, dunque, era destinato ad asservirsi alla Sua volontà.


Giusto due righe in croce per rispondere alla tua domanda e passarti il testimone. Buon lavoro. :sisi:

 
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view post Posted on 22/4/2012, 19:02
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TimetoWakeUp
(V)

Siraes ascoltò le parole del guardiano ed annuì. Nessuna vittima. Doveva riportarlo in vita per farlo marcire in cella, come era volontà della loro divinità.
Al gesto di congedo di Medoro, il giovane Mezzodemone, con un cenno del capo, lasciò la Cattedrale.

"Da dove posso cominciare?"

Siraes si guardò attorno, la piazzetta della cattedrale era gremita di gente che badava ai propri affari e faceva le proprie compere.

"Forse potrei raccogliere qualche informazione interrogando il fornaio..."

Siraes, assicurandosi che il cappuccio gli coprisse bene il viso e che Silly fosse di nuovo al sicuro dentro la propria manica, s'inoltrò nella folla di gente, seguendo il flusso verso sud.
Il profumo di pane appena sfornato e di dolci gli accarezzò le narici. Proveniva dalla sua sinistra, perciò si staccò dalla calca di gente e, vedendo quello che pareva un negozio, entrò nell'edificio che gli si stagliò proprio di fronte.

«Buongiorno messere! Siete qui per fare rifornimento prima di mettervi in viaggio?»

Il fornaio era un uomo solare, abbastanza corpulento e basso, dal viso pulito e dai capelli ricci color sale e pepe. I suoi occhi erano chiari.

«Hm... ecco in realtà era semplice curiosità. L'ultima volta che sono passato di qui, non avevate quell'assistente scavezzacollo ad aiutarvi? Oggi non c'è?»

Alla sua "innocente" domanda, dal fornaio scaturirono una sequela d'epiteti degni di un portuale.

«Quel dannato mezzo Orecchie a Punta! Non lo vedo da alcuni giorni... quel piccolo bastardello, se me lo ritrovo fra le mani gli torcerò il collo!»

Così mancava da qualche tempo? Non era fuggito il giorno del furto, ma addirittura da prima...

«Quindi manca da tempo? Ma non avete un'idea di dove possa essere? Amici? Genitori?»

«Yorel non ha nessuno. Aveva solo me... ma ultimamente era cambiato. Non veniva più al lavoro e frequentava tipi poco raccomandabili. Molto spesso, i soldati me lo hanno riportato a seguito di furti minori... è come se... se avesse perso la strada.»

«Capisco. Sapete nulla dei ragazzi con cui usciva?»

Il fornaio smise d'impastare il panetto di composto per la pagnotta e posò le mani sul banco infarinato, alzando lo sguardo sulla figura incappucciata dinanzi a lui.

«Tre ragazzacci. Un elfo attaccabrighe e due umani. Da quando Yorel ha cominciato a frequentarli, sono iniziati i guai. Ma... ho visto che sono stati arrestati dal corpo di guardia quattro giorni fa. Avevano una specie di covo nel territorio esterno a Basiledra, vicino al deserto.»

Le sopracciglia del Mezzodemone si alzarono in un arco perfetto, mentre guardava il fornaio, il cuoi sguardo si perse nella folla oltre il negozio. Conosceva la posizione del loro covo? Com'era conveniente!

«E voi sapete ciò...?»

Il fornaio girò la testa e alzando le mani, si strinse nelle spalle.

«Ehi, ero preoccupato!»

«E lo avete seguito? E lui non se n'è accorto?»

«Non l'ho seguito io! Ho assoldato un mercenario!»

Siraes sorrise lievemente. Se questa non era fortuna... se tutto andava bene, entro sera avrebbe riportato la maschera a Medoro...

«Grazie per aver parlato con me...»

Il giovane Mezzodemone chinò la testa e fece per lascire il panificio, ma la voce del fornaio lo raggiunse di nuovo:

«Voi... fate parte del corpo di guardia? Cercherete Yorel finalmente?»

Mentre usciva, il giovane rispose:
«Chissà...»

«In ogni caso, non fategli male! Cioè... non troppo...» gli urlò dietro.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Mentre seguiva il flusso di gente verso l'entrata di Basiledra, Siraes fece mente locale e ricapitolò tutto quello che sapeva.
Yorel, se l'avesse trovato nel suo covo, sarebbe stato da solo e non coperto dai suoi amici. Inoltre, nel suo covo avrebbe sicuramente trovato la refurtiva.
Yorel era un ladro, perciò se, come aveva detto Medoro, non fosse stato propenso a costituirsi e a lasciargli il frammento di maschera, avrebbe dovuto difendersi da attacchi veloci ed illusioni...
Raggiunti i cancelli di Basiledra, li attraversò per gettarsi alla ricerca di Yorel.
-.-.-.-.-.-.-.-

Secondo giorno di ricerca:

"Sì, ma il fornaio non mi ha detto dove cercare!"

Siraes, con le mani posate sui fianchi, studiava i suoi dintorni con crescente frustrazione. Terra, rocce, altra terra... ed ancora rocce.
Il tenero miagolio di Silly gli fece girare la testa verso il mucchio di tela che erano i suoi vestiti da viaggio, mentre la luce del sole del secondo giorno di ricerca si rifletteva sull'acciaio della sua corazza superleggera.

«Abbiamo cercato in lungo ed in largo Silly... cerchiamo un altro poco, poi ci fermeremo. Ma giuro che troverò quel ratto! Dovessi metterci settimane!!»
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Terzo giorno di ricerca:

Fu nel terzo giorno di ricerca che Siraes trovò una pista.
Attorno a mezzogiorno, una figura avvolta in abiti neri sfrecciava attraverso il brullo e secco deserto. Dalla rapidità con cui si muoveva, il Mezzodemone dedusse che si doveva trattare del suo bersaglio. Così, senza perdere alcun momento, Siraes si lasciò cadere dalla roccia su cui sostava e si gettò all'inseguimento, tenendo però una distanza di sicurezza.
Siraes riuscì a vedere le sue fattezze quando gli fu vicino. Capelli lunghi neri e lisci, pelle candida, le orecchie leggermente a punta... era alto ed esile, ma visto che gli dava le spalle, Siraes non ne potè distinguere i lineamenti del viso.
Continuando a tenere una distanza che gli permetteva di non essere rilevato, Siraes si preparò all'inevitabile scontro. Slacciò i ganci che gli assicuravano la spada al fianco in modo da poterla estrarre in fretta e rilasciò la sicura del lanciadardi nel suo Gauntlet, poi, rallentando la propria corsa...

«Yorel!»

Sentendo il suo nome urlato, il fuggitivo si fermò e lentamente si voltò.
I suoi grandi occhi verdi si spalancarono enormi vedendo la figura ammantata dietro di lui.
Dal canto suo, Siraes addocchiò subito il piccolo pugnale dalla lama ricurva infoderato alla sua coscia e, con sua immensa gioia nonchè sorpresa, il pezzettino di quella che sembrava una maschera che sbucava da un fagottino legato al suo fianco.

«E tu chi cazzo sei?»

Siraes mosse qualche passo in avanti e inclinando la testa da un lato, rispose:

«Siraes. Restituisci ciò che hai preso dalla Cattedrale e costituisciti. Non voglio combatterti, ma se mi costringerai non esiterò.»

«Ah... da quando il corpo di guardia delega ai vecchi viandanti la caccia ai ladri?»

"Vecchio...?"

Un sopracciglio cremisi di Siraes ebbe un tic di stizza.

«Non neghi di aver preso tale maschera, allora?»

Il Mezzoelfo scoppiò a ridere e, dopo che ebbe finito di guaire la sua risata, rispose:

«E perchè dovrei? Diciamo che farla in barba a quei guardiani è motivo di orgoglio fra i miei colleghi...»

L'elfo si mosse, cominciando a liberarsi dei vestiti da viaggio superflui.

«Ad ogni modo... se vuoi la mia maschera... dovrai venire a prendertela!»

Siraes sospirò e, imitando Yorel, si liberò dei suoi vestiti da viaggio, rimanendo solo con i suoi larghi pantaloni rossi e la sua corazza superleggera.
Scosse i suoi capelli fiammeggianti e, con un sorrisetto divertito che lasciava in mostra i suoi denti affilati, disse mentre estraeva la sua Hell's Wings dal fodero:

«Non mi hai lasciato scelta... pagane le conseguenze.»

Il primo a lanciarsi all'attacco fu il mezzoelfo, che estrasse fulmineamente la daga ricurva e caricò a piena velocità.

«Fermami se ci riesci!!»

Siraes non si lasciò sorprendere dalla rapidità di movimento di Yorel. Era un ladro, si aspettava che lo scontro fra loro sarebbe stato di quel genere.
Yorel era veloce. Incredibilmente svelto, sicuramente più rapido di Siraes.

"Dannazione!"

Sotto lo sguardo di Siraes, il Mezzoelfo scattava da un lato all'altro della sua visuale; un istante era a destra, quello successivo era a sinistra.
In ogni caso, il Mezzodemone rinforzò la presa sull'elsa della sua spada ed attese.
Il ladro era troppo agile per affrontarlo alla distanza. La sua unica occasione era coinvolgerlo in uno scontro fisico ravvicinato.

«Ti farò a pezzi, Testarossa!!»

Yorel spiccò un balzo e tentò di portare a segno una pugnalata.
Siraes sollevò rapidamente la spada e parò l'affondo con il piatto della lama, poi contrattaccò con un pugno portato a segno con il Gauntlet. Lo colpì al viso di striscio, graffiandolo alla guancia, ma il suo contrattacco non finì lì: Siraes gli afferrò il braccio destro e tirandolo lo proiettò dietro di sè lontano... quando Yorel fu alla distanza giusta, accarezzò il suolo arido con la punta della spada e sussurrò:

«Apriti... Voragine.»

Dalla punta dal colore indefinito della sua lama, una crepa a forma di V iniziò ad aprire il terreno allargandosi e affossandosi sempre più, in direzione di Yorel.
Il Mezzelfo, che ancora stava tentando di riacquistare l'equilibrio, non si accorse della Voragine che si stava formando sotto i suoi piedi e non riuscì a scansarla in tempo, cadendoci dentro senza oppurtunità di schivarla. Yorel scivolò nella voragine, sbattendo contro i vari detriti e rotolando sempre più in profondità, colpendo e picchiando da ogni parte.
La voce di Yorel giunse furiosa da dentro la crepa:

«Bastardo... la pagherai per questo!»

Siraes si avvicinò alla Voragine e lo apostrofò:

«Possiamo chiuderla qui Yorel. Arrenditi e restituisci la maschera.»
«Fottiti puttana! Neanche morto!»

Siraes sospirò all'insulto, ma non lasciò che esso affondasse e minasse la sua concentrazione. Osservò Yorel rialzarsi e, con un ringhio, rinsaldò la presa sul proprio pugnale. Con un movimento così svelto che Siraes non lo notò neppure, Yorel estrasse un coltello da lancio e lo tirò. l coltello, così veloce, tagliò l'aria e sibilando, fece contatto con la guancia di Siraes, lacerandola leggermente... il sangue cominciò a colare caldo, nello stesso istante in cui il Mezzelfo svaniva dalla vista.

"Cosa...? Dov'è andato?!"

Siraes si girò di scatto quando sentì il fiato caldo di Yorel alle sue spalle.

«Sei veloce, ma io lo sono ancora di più!»

Con un gemito, Siraes sentì qualcosa di solido e penetrante, freddo ed appuntito forargli l'addome. Abbassò lo sguardo e vide il pugnale di Yorel affondato nelle sue carni.
Il Mezzoelfo estrasse rapidamente il pugnale e cominciò ad arretrare, con un sorriso di scherno sulle labbra.
Siraes si posò la mano sulla ferita perfettamente circolare e profonda, mentre il sangue gli imbrattava il guanto.

"Maledetto..."

Siraes represse un ruggito di rabbia. Ora era troppo, il giovane Mezzodemone aveva intenzione di fare sul serio.
Agì in puro istinto. Alzò il suo Gauntlet ed attivò il suo lanciadardi. Cinque grossi d'acciaio partirono dal suo Gauntlet e, fulminei, si conficcarono in profondità nelle carni di Yorel, uno sulla spalla sinistra, uno in prossimità delle costole, uno vicino al rene, uno sulla coscia ed uno nel polpaccio.

«Argh bastardo!!»

Siraes non lo fece attendere. Sfruttando l'intera potenza dei suoi muscoli, si riportò di fronte a lui. Yorel si riprese in fretta dal dolore e si ricompose.
La sua mano sinistra scattò a pugno contro il suo viso lasciandogli una contusione, mentre quella destra si chiuse nella forma di una testa di serpente e tentò l'affondo. Siraes non si fece prendere alla sprovvista... muovendo la spada, mulinandola di fronte a sè, il giovane creò uno scudo d'aria che bloccò l'affondo del ladro sbalzando indietro il suo braccio.
Siraes volteggiò sulle braccia e si allontanò da Yorel. Ora... era il momento di chiudere il combattimento. Il Mezzodemone avrebbe distratto il ladro utilizzando nuovamente la Voragine, poi l'avrebbe intrappolato nella Prigione Infernale...
Nello stesso momento, Yorel scattò nuovamente sparendo dalla vista, per poi riapparire alle spalle di Siraes.

Il mezzodemone non si fece sorprendere.

«Due volte non funziona!!...»

Prima ancora che il ladro potesse affondare il pugnale nelle sue carni, Siraes mirò il lanciadardi al piede del ladro e in cui conficcò tre dardi.
Distratto, Yorel si accinse a portare a termine l'affondo, ma Siraes afferrò il braccio dell'elfo con il proprio Gauntlet e lo lanciò lontano.

«Pronto per un'altra Voragine?» senza perdere altro tempo, il demone piantò la spada al suolo, creando una nuova voragine che andò ad unirsi con la precedente.

«Idiota! Neppure con me le stesse tecniche funzionano!!»

Sorridendo, Siraes vide Yorel saltare in alto per evitare la voragine.

"Ci è cascato!"

Nel momento in cui la spada rimase conficcata al suolo a creare la voragine, Siraes aveva convogliato la propria energia demoniaca nelle dita. Un alone rossastro avvolse i suoi artigli e, penetrando tutte e dieci le dita nel terreno, istantaneamente dieci alte colonne di fuoco intrappolarono Yorel.

«No! Cosa cazzo...!?»

Siraes lasciò che le colonne di fuoco serpeggiassero attorno a Yorel, congiungendosi in una sfera infuocata... lentamente, contraendo le dita, cominciò a restringere la gabbia di fuoco.
Yorel urlava e strivalla, mentre le fiamme gli bruciavano la pelle lasciandogli gravi ustioni, ma che non l'avrebbero ucciso.

«Basta!! BASTA!!! BRUCIAAAA!!!! Mi arrendo... mi arrendo!!!»

Siraes dissolse la gabbia ed osservò Yorel crollare al suolo, il suo corpo coperto di ustioni. Era svenuto.
Il giovane Mezzodemone si piegò in due, la mano che tentava di tamponare la ferita all'addome. S'inginocchiò al suolo, ansimando dalla fatica. Alzò la testa e guardò il corpo svenuto dell'elfo. Gattonò verso Yorel e prese la bisaccia, l'aprì e vide il frammento della maschera...

«Eccoti qui, Maschera del Sovrano...»

Siraes si legò la bisaccia al fianco, poi barcollò verso i propri abiti da viandante, raccogliendo la propria spada nel contempo, che usò per tagliare delle strisce dalla sua cappa.
Con tali strisce legò piedi, gambe e polsi del ladro. Lo avvolse poi nel suo mantello e lo trascinò, con tutta la fatica verso le porte di Basiledra. Lo lasciò lì, ai soldati.

«Eccovi Yorel, il ladro della Maschera del Sovrano... è vivo.»

I soldati si affrettarono attorno al ladro, portandolo in barella dal guaritore per poi rinchiuderlo.
Siraes raggiunse faticosamente la Cattedrale... era esausto ed il sangue che aveva perso lo aveva indebolito così tanto... gli mancava poco per svenire...
Ma raggiunse la cattedrale. Riuscì ad entrare e, incapace di fare un solo altro movimento, si abbandonò sulla quarta panca, poi, sperando che il guardiano Medoro fosse ancora lì, disse semplicemente:

«Ho la Maschera...» e la posò al proprio fianco.



-Riassunto-

[ReC: 150] [AeV: 200] [PeRf: 175] [PeRm: 150] [CaeM: 175]
Consumi: CRITICO 48%, ALTO 24%, MEDIO 12%, BASSO 6%


Status; Esausto
Danni; Danni bassi al viso con sanguinamento, Danno alto al ventre con sanguinamento continuo, Contusione al viso.
Energia; 22% (100%-6-12-12-6-48= 22%)
Passive in utilizzo; Ermetismo ed Argento Vivo
Già descritte.

Attive in utilizzo;
Voragine:
CITAZIONE
Siraes pianta nel terreno la lama della sua spada o gli artigli del suo Gauntlet creando il fulcro da cui si dirama una voragine a forma di V. La lunghezza è variabile e la profondità aumenta con la distanza dell'affossamento rispetto al fulcro da cui è partito il colpo.
Il nemico che si ritroverà inghiottito dalla Voragine non subirà altro che danni a carattere fisico e danni da impatto e caduta.
La Voragine non ha un tempo di scadenza, perciò rimarrà sul campo di battaglia o sulla scena anche successivamente al cast. L'uso di questa pergamena si basa sulla PeRf di Siraes.
Pergamena della Classe Guerriero; Energia bianca, CONSUMO: Basso

Parata
CITAZIONE
Siraes, con uno scatto del polso può fare mulinare la lama della spada di fronte a sè e, spendendo un consumo medio, tale movimento rotatorio può creare uno scudo d'aria di fronte a se, che gli permetterà di parare un colpo di livello medio proveniente da una sola determinata direzione.
Lo scudo ha una durata molto limitata e svanirà appena parato il colpo. Questa pergamena si basa sulla CaeM di Siraes.
Pergamena della Classe Guerriero; Energia bianca, CONSUMO: Medio

Ologramma
CITAZIONE
La straordinaria agilità di Siraes, gli permette, in un combattimento di fare un breve scatto a piena potenza muscolare, uno scatto così svelto da lasciare solo una lieve ombra dietro di sè, in modo da poter portare a termine un solo attacco o una mossa difensiva. Il costo di questo scatto bruciante è medio, ma potenzia l'AeV di Siraes di 100.
Abilità del Dominio Libertà lv1; Potenziamento, CONSUMO: Medio, Attiva

Prigioniero dell'Inferno
CITAZIONE
Essendo per metà demone, parte dell'energia demoniaca del suo genitore Avatar scorre dentro Siraes, permettendogli di usufruire in modo limitato dei poteri derivati da tale discendenza. Tale capacità è la manipolazione dell'elemento fuoco.
Attingendo dall'energia oscura e demoniaca che gli circola nelle vene attraverso il sangue, Siraes può incanalare il proprio potere nelle proprie mani, da cui poi, piantando gli artigli al suolo può scatenare un potentissimo attacco magico di elemento fuoco contro l'avversario.
Mentre la casta, Siraes indirizza la propria energia nelle mani, i cui artigli cominciano ad emanare una flebile luce rossastra. Successivamente, piantando al suolo gli artigli, delle alte colonne di fuoco istantaneamente intrappolano l'avversario in una gabbia fiammeggiante che si restringe secondo per secondo fino a diventare una sfera incandescente.
E' una tecnica a consumo variabile, in quanto Siraes può controllare l'intensità del fuoco ed il numero delle colonne in base al numero di dita che utilizza per castare il colpo (fino ad un massimo di dieci colonne).
Effetto: Costrizione spaziale e scottature fisiche di varia entità (media o alta in base al consumo). Durata istantanea nel primo turno di cast.
La tecnica ha natura magica e si basa sulla PeRm di Siraes.
Tecnica Personale (1/10); Offensiva attiva, CONSUMO: Variabile (alta o critica in base all'utilizzo)

Equipaggiamento in uso;
Hell's Wings
CITAZIONE
E' l'arma base di Siraes. Questa magnifica spada fu forgiata direttamente dall'Orafa Rosamarie per difendere Siraes e se stessa, presa e custodite da Siraes alla morte della madre. Pare che, ironicamente, Rosamarie si sia ispirata ad un'antica spada bastarda di fattura angelica per realizzare la Hell's Wing.
Questa sua lama dal colore indefinito fra il bianco e nero, che però non pare grigio, è di 75 cm (esclusa l'impugnatura), con un complessivo di 90 cm con elsa compresa. Molto leggera e maneggevole, ma anche resistente, è la compagna perfetta per sferrare attacchi veloci, ma letali. Le ali che compongono parte della struttura sotto l'elsa non furono incorporate per bellezza; con una buona maestria nell'arte della spada, Siraes è in grado di incastrare l'arma bianca del nemico nello stretto spazio fra la lama e l'ala, disarmando il nemico.

Corazza superleggera
CITAZIONE
La corazza leggera d'acciaio di Siraes è davvero ridotta all'osso. Il demone fa soprattutto affidamento alla sua destrezza nello schivare i colpi, piuttosto che pararli e rischiare di essere sbilanciato. L'armatura consiste in un pezzo posteriore che gli protegge tutta la schiena, collo e spalle, in una cintura metallica che gli protegge relativamente i fianchi e l'addome, un antibraccio per la protezione del braccio destro e ad un paio di schinieri. La parte anteriore del corpo è piuttosto vulnerabile, con la corazzatura del torace rimovibile, ma Siraes ha progettato questo tipo di corazza per una massima libertà di movimento.

Gauntlet
Numero di dardi: 12

Riassunto: Siraes indaga su Yorel, interrogando il fornaio. Dopo due giorni di ricerca, vi è lo scontro. Yorel si arrende, ma Siraes vince subendo grosse ferite e spendendo una grande quantità d'energia.

Lo scontro si svolge così:
1)Yorel attacca per primo, ma Siraes contrattacca con due attacchi fisici e l'uso della pergamena Voragine.
2)Yorel subisce danni bassi da impatto e caduta e contrattacca con l'abilità di dominio Passaggio apparendo alle spalle di Siraes e ferendolo gravemente con la pergamena Affondo.
3)Siraes reagisce sparando cinque dardi alle spalle, al dorso, ai lombi, alla coscia ed al polpaccio di Yorel, poi scatta con Ologramma.
4)Yorel tenta di contrattaccare con la pergamena Tocco della Vipera.
5)Siraes si difende con Parata.
6)Siraes si ritrae e tenta di distrarlo, ma Yorel usa di nuovo Passaggio e Affondo.
7)Per difendersi da Affondo, Siraes spara tre dardi nel piede di Yorel e bloccandogli il braccio, lo allontana fisicamente.
8)Siraes attacca ancora con Voragine per mascherare il castaggio di Prigioniero dell'Inferno.
9)Yorel schiva Voragine, ma non riesce a difendersi dal Prigioniero dell'Inferno. 10)Yorel sviene e Siraes è esausto.
 
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J!mmy
view post Posted on 24/4/2012, 16:43




Guardando il giovane viandante, che soli pochi giorni addietro aveva chiesto asilo, arrancare per la navata centrale della Cattedrale, Medoro quasi non si trattenne dal concedersi una sonora risata, tanto era lo stupore di quel frangente. Invero, si era reso conto di aver riposto una magra fiducia in quel ragazzo troppo acerbo e ingenuo per poter anelare a una tale bramosia, l’utopia di servire il Sovrano.

«… e pare che i miei uomini abbiano Yorel» concluse la frase di Siraes, abbozzando un esile sorriso sulle labbra smilze «Hai fatto un ottimo lavoro, ragazzo.» Il guardiano si sollevò dalla terza fila di panche che adornava l’ala est, l'armatura dorata che riflesse come di luce propria rischiarando debolmente la sala, e guardò l’interlocutore con compiacimento.
«E’ un piacere, per me, darti il benvenuto al Clan Toryu.»
Un rito, una formalità, nuda e cruda come sapeva di dover essere.
Accennò un inchino di capo, quindi sedette nuovamente e aggiunse:
«E ora va'. Le guardie si occuperanno delle tue ferite.»


CITAZIONE
• Scrittura •
Questo campo è senza dubbio il tuo punto forte. Hai uno stile avvolgente, vero, ma ancora un po' scialbo e acerbo. In effetti, come hai preventivamente affermato, ciò potrebbe anche essere dato da un certo arrugginirsi delle tue doti, ma non ti nascondo di essermi comunque sentito piacevolmente coinvolto in quasi ogni parte dell'arrivo. I post non sono mai banali o scontati, e la lettura riesce fluida e intelligente. Per quest'ultimo aggettivo mi riferisco soprattutto al modo in cui hai indagato sull'assistente, ovverosia creando un dialogo coerente, corposo e che prendesse vita pian piano grazie anche ad una definita psiche dell'interlocutore-fornaio, la quale trapela dal modo di fare, di parlare, persino di muoversi. Insomma, la descrittività non ti manca di certo, ma ti consiglierei di ponderare più attentamente le parole che usi: spesso, infatti, anche i termini di cui si usufruisce sanno rievocare sensazioni, suoni, profumi e percezioni. A titolo di esempio potrei prendere la parola da te usata "superleggera" piuttosto che "leggerissima", termine che - in quel frangente - ha fatto decisamente calare il livello del testo e il pathos ricreato. Per il resto non ho nulla da obiettare, anzi. Complimenti vivissimi e continua così.

• Sportività •
Anche in questo campo, nulla da eccepire. Conosci il regolamento abbastanza bene, direi, e lo dimostri nell'imbastire un combat perlopiù regolare, ove ricevi una giusta dose di danni con un'altrettanta giusta dose di tecniche. Forse hai sconfitto un tantino troppo facilmente il tuo avversario, facendo calare leggermente la valutazione, ma sommariamente ti trovi con la sufficienza piena. Azzarderei un'unica critica, che andrebbe ad innestarsi anche nel campo di cui sopra: avresti, infatti, agito meglio nel trovare Yorel in maniera un tantino meno "casuale" e un po' più "intelligente", così com'era iniziata la promettente ricerca. Pongo questa considerazione in sportività per il semplice fatto che credo tu ti sia, forse involontariamente, facilitato troppo la vita per "tagliare corto e giungere al punto". Sommariamente, però, posso ritenermi quanto mai soddisfatto. Ottima anche la rapidità di risposta.

• Strategia •
Bene, arriviamo al tuo tallone d'Achille, benché anch'esso sufficiente. Il combat si snoda in maniera pressoché corretta, seppur leggermente impari in taluni punti. Prendiamo il primo turno, in cui Yorel attacca Siraes con mero attacco fisico, attacco parato altrettanto fisicamente da questo e contrattaccato con tanto di slot tecnica. Da lodare certamente l'uso stategioco che fai delle abilità in tuo possesso, ma decisamente meno il fatto che già al primo turno inferisci al tuo avversario un'ingente mole di danni spiazzandolo totalmente. Da quel che ho capito, infatti, Yorel era un mezz'elfo agile, il cui punto forte suppongo fosse l'AeV. Per tale ragione, sono rimasto un po' stupito dal suo non accorgersi della voragine: sia perché fresco giacchè ad inizio combattimento, sia perché agile -per l'appunto- sarebbe stato leggermente più credibile una difesa nemica alla tua offensiva, tattica che avrebbe altresì fomentato ulteriormente la scena, contrariamente al subire attacchi senza remore. Altro punto debole è il tramutarsi del combattimento in un semplice botta e risposta dei due: attacco, difesa, danno; e ancora attacco, ancora difesa, ancora danno. Ciò lascia decisamente sgonfiare il tuo voto in originalità, che ti consiglio di inserire e curare meticolosamente in ogni combattimento da te narrato. Nessun danno, tuttavia, alla la fluidità e la piacevolezza dell'autoconclusivo, che rimane comunque approssimativamente sufficiente.

Premesso ciò, quindi, ti conferisco l'energia gialla e 500 gold di premio.
Rinnovo il mio benvenuto al Clan Toryu, sperando che sia stato tutto di tuo gradimento ed augurandoti un appagante soggiorno. ^^

 
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9 replies since 18/4/2012, 15:40   216 views
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