| Lenny™ |
| | Unfinished ~ I - Indicazioni L'uomo contro cui andò a sbattere Seraph, semplicemente, non era un uomo. Forse lo era stato, in un remoto passato. Un altro tempo, un'altra vita. Ma le spoglie erano ancora vagamente umane: avvolto in una giubba e in un mantello color della tenebra, era un vecchio asciutto come uno scheletro e duro come le ossa, dal volto che sembrava scolpito in un blocco di marmo. Anche i suoi occhi erano di pietra, neri costellati da migliaia di punti rossi, taglienti, penetranti. Il vento e la guerra avevano fatto assumere ai suoi capelli il colore grigio del mare in inverno, con ciuffi bianchi sparsi. Li portava lunghi e sciolti che andavano a ricadergli sul collo. La nodosa mancina stretta attorno ad un pomo in oro massiccio a forma di testa d'aquila. Quello del suo bastone da passeggio. Viktor von Falkenberg abbassò lo sguardo verso Seraph. E sorrise. Terribilmente, sorrise.
Era giunto a Gerico nottetempo, più che mai deciso a scrutare dentro il cuore pulsante nelle terre del Re, eppure libera dal suo giogo. Privo di alcuna scorta, o di qualsivoglia protezione armata: si era addirittura spogliato del Klarthagg, abbandonandolo in uno dei suoi forzieri nelle viscere di RotteNhaz, così da non destare troppi sospetti. Non che l'oberkommandierende avesse mai realmente avuto bisogno di protezione. Ma aveva deciso di vagare tra i labirintici anfratti di Gerico da solo, come un comune passante, come uno dei tanti pezzenti che lo circondavano. Perché? Perché maledetta miseria, aveva risposto alle pressioni di Montag, ho bisogno di pensare. In realtà era diretto a Sud, nel tanto ameno Plakard, dove una certa Grassa Puttana aspettava di essere violata da lui e dalla sua amigdala di soldati. Ma prima, perché non sostare una notte -e una sola- in quel miasmatico letamaio che era Gerico? Un giorno, avrebbe preso d'assalto le sue mura di cinta. Un giorno, avrebbe messo a ferro e fuoco le sue abitazioni, le sue statue, le sue torri. Un giorno, avrebbe fatto strage di molti di quei piccoli patetici umani, risparmiando quanto bastava per allargare le file della sua invitta armata, magari proprio l'avanguardia. E poi RotteNhaz aveva bisogno di altra servitù, altri schiavi. Lui aveva il dovere di conoscere chi e cosa avrebbe sottomesso, quel giorno. E immergersi per una sola notte in quella torbida, stagnante fogna infestata da topi umani era quanto era costretto a fare per studiare le difese fortificate della città, ma soprattutto, gli occhi dei suoi cittadini. Macellai, garzoni, tagliagole, ladri, borghesi, morti di fame, pittori, artigiani. Pochi soldati. Nessuno forte quanto l'ultimo, lercio fante demoniaco della sua legione.
« A-attenzione... » Viktor von Falkenberg abbassò lo sguardo verso Seraph. Uno dei topolini più graziosi che infestavano quell'immane fogna. Anche la sua voce era simile allo squittire di un roditore. Ma il resto, quello no: lineamenti levigati, lisci come seta, naso all'insù e capelli scompigliati color alabastro. Non riusciva a capire se era un ragazzo o una ragazza nel fiore della giovinezza. Viktor gli portò una mano scheletrica al mento, per levarlo in alto, costringerlo a guardarlo negli occhi.
« ..a te, ragazzino. » Gracchiò, sogghignando. Una piccola creatura di Gerico come quella faceva proprio al caso suo: gli avrebbe potuto indicare i punti nevralgici di quella caotica cittadina, dove si nascondevano i suoi forzieri e i suoi presidi armati, dov'era localizzato il palazzo di consiglio e dove il quartiere ricco. Il Beccaio avrebbe ricordato queste informazioni. Per un glorioso futuro. Intanto, era rimasto a dir poco deluso quando, casualmente, aveva chiesto indicazioni ad una popolana vicino a quella stessa stamberga dove si trovavano adesso lui e il ragazzino. Alla sua domanda, la donna aveva risposto con un balbettio inintelligibile, terrorizzata in viso. E Viktor aveva continuato oltre, imperterrito. Non aveva mai avuto la pretesa che le donne fossero intelligenti, dopotutto.
Questa volta, la mano si spostò sulla spalla del ragazzino. Qualcosa a metà strada tra una affabile stretta e una agghiacciante morsa. Ma il suo sorriso distorto di denti marci e labbra rigonfie, così come il suo alito al sentore d'acquavite, di certo avrebbero rassicurato il giovanotto. « Hai l'aria di essere proprio un bravo ragazzino, sai? Non rifiuteresti mai di aiutare un povero vecchio che si è perso, vero? » |
Umano: Rec 325 ~ AeV 150 ~ PeRf 125~ PeRm 525 ~ CaeM 225
Demone: Rec 400 ~ AeV 100 ~ PeRf 100~ PeRm 850 ~ CaeM 150
~ Basso 1% ~ Medio 5% ~ Alto 13% ~ Immenso 29% ~
Energia residua: 100% Status Fisico: Illeso Status Psicologico: Deciso
Passive rilevanti in uso
Certain burden_-Aura venefica che rinsecchisce e avvizzisce gli esseri viventi che lo circondano. Achtung_-Auspex passivo. / Difesa da auspex passivi. -Passiva psionica di timore (se i personaggi vicini sono di energia inferiore). Sakrileg_-Mimetizzazione perfetta all'interno dell'ombra. / Percezione visiva al buio (se naturale). Streben (Arcanismo III liv.)_-Cognizione passiva di qualsiasi magia operata in campo. -Abilità attive magiche castate immediatamente e senza bisogno di tempi di concentrazione. -Aumento di un livello per le le abilità offensive di natura magica. Abbassamento di un livello per le le abilità offensive di natura fisica. Eiserne Wache_Ammaliamento psionico passivo a chiunque venga minacciato direttamente con la canna della pistola. Netvor bez jména_Completo oblio del vero nome del Beccaio, a meno che non sia quest'ultimo a voler essere rammentato.
Corigliano (compagno animale)_Empatia completa tra il pg e il suo corvo.
Note: se non sbaglio la tua passiva razziale funziona solo su energie pari o inferiori alla tua, quindi -almeno per questo turno- mi riservo di non avvertire l'aura angelica del pg, dato che Vik è concentrato su ben altre cose. Eh insomma, gli serve una guida per la città e Seraph potrebbe fare al caso suo °-° chi non sarebbe affascinato dallo charme di un vecchio ubriacone?
Edited by Lenny™ - 5/4/2012, 14:09
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