Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

La sete che non conosce fine

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Algot
view post Posted on 18/6/2012, 16:31




« Nemmeno questo Inferno riuscirà a bruciarti, vero? »

Con chi stava parlando quell'uomo?
Era forse il calore a governare la sottile democrazia che sussiste fra ragione e follia?
Eppure, quando Algot
-il cui nome all'udito richiamava lontane terre gelide-
si fermò per asciugare la fronte madida, nemmeno per un attimo dubitò della propria lucidità.
Le estati o le fiamme dei falò potevano rappresentare un ottimo metro di paragone per tentare di misurare l'arsura del Plakard, ma il Cavaliere possedeva ricordi che più intimamente legavano quella cappa di afa
(prodotta dalla lava diramatasi nelle rughe della roccia)
alla sua vita passata.
C'era il sangue e le budella fresche,
(si fa per dire...)
il puzzo penetrante di tutti i liquidi che abbandonano un corpo in punto di morte; le scintille del metallo su metallo, le grida delle madri e poi dei padri ed il pianto dei figli verso i genitori.
Ogni ricordo doloroso era una spina conficcata nel suo cuore da guerriero e la Rosa Nera, la sua bellissima condanna, non mancava mai di farlo affiorare anche laddove le superfici nelle quali specchiarsi
-che fossero ruscelli, laghi, un bacino di ceramica-
scarseggiavano notevolmente.

Se avesse dato ascolto a ciò che il corpo pativa, colui che si portava appresso una scure inquietante ed una frusta alla cinta, avrebbe asserito che "sissignore, doveva essere mezzogiorno": ma l'inganno di quella prigione bollente poteva far vacillare anche il più saldo dei predicatori e la più convinta delle prostitute.
Non certo il peso di Fragaria era per lui un aggravio così insostenibile poichè fra tutti i doni del Fiore del Male, la forza non gli mancava affatto: era un grave diverso quello che intaccava l'andatura dell'uomo lungo il percorso che lo separava dalla sommità dell'Attracco alla Nave.

Cosa gli rimaneva da tentare, qualora fosse fallita anche questa opportunità?

Ci sono domande che non andrebbero poste nemmeno alla più remota delle coscienze perchè nell'interrogare sè stessi c'è l'implicito bisogno di una risposta già conosciuta e approvata: la giustificazione al fallimento
-agli occhi di Algot-
era al pari di una condanna a morte eterna.
Nè più, nè meno.


Se possibile, lo specchietto tecnico lo metto nel prossimo turno.
Grazie. :iena:
Sono rimasto un po' sul vago e non mi sono dilungato perchè vorrei giocarmelo un po' la scena prima di dover menare le mani.
 
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view post Posted on 19/6/2012, 03:02
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Se è vero che partire è un po' morire,
ogni arrivo dovrebbe essere l'occasione di una rinascita, un sommesso pungolare il proprio animo alla ricerca di qualcosa pur sapendo che difficilmente riusciremo ad incontrarla. Pure, quasi mai l'arrivo viene visto come una nuova occasione, tutti troppo intenti a commiserare la fine di qualcosa per rendersi conto che ogni principio ha inizio da una fine. Il fallimento era solo una delle tante vie che potevano essere percorse, in un senso o nell'altro, per alterare la vanagloria con un il Fato reggeva i destini di tutti loro,
nonostante a Laurens riuscisse difficile credere che qualcuno -fosse anche una divinità- potesse voler reggere i destini di quegli infimi personaggi che erano -proprio lui, che era fin troppo stanco di dover reggere la propria storia.
Del fallimento che era stata l'invasione della Purgatory non rimaneva granché, se non i crateri nelle paratie e il martellante rumore metallico che proveniva dal ventre della Grassa Puttana, quasi stesse rimettendosi in sesto dopo una lunga notte di piaceri e gozzoviglie. Per parte sua, il Flagello era ben felice di aver preso parte a quell'impresa sotto spoglie che nessuno avrebbe potuto ricondurre a lui ancora per lungo tempo, dunque poteva ancora presentare il suo volto martoriato da cicatrici e dall'ispida barbetta a bordo della Nave-Carcere senza temere per la propria incolumità. Ufficialmente, in fondo, era stato proprio lui ad avvertire Iena dell'ammutinamento.

Il suo ritorno non era stato particolarmente funestato, eppure era costretto da tutta una serie di impegni a fare la spola fra la Purgatory e metà del continente, cercando sempre di tenere fede agli impegni presi, benché tutto questo iniziasse a divenire logorante per la sua pazienza -virtù di cui, per sua natura, era assai poco dotato.
Proprio quel giorno tornava da un viaggio nei territori dell'Eden che l'aveva trattenuto ben oltre i suoi desideri, eppure con la quieta consapevolezza che quanto gli era stato ordinato di compiere era sempre più a portata di mano, qualcosa di talmente grande che avrebbe lasciato il segno sulla storia di Asgradel. Solo, si augurava di non dover apporre il proprio nome in calce alla carneficina che sarebbe seguita.
Proprio a causa di quel viaggio -e del suo ritorno-, prima ancora che qualcuno potesse venire fuori dalla Torre d'Attracco, fu lui il primo a notare il nuovo giunto. E più che andargli incontro, una volta sbucato dall'ombra come ormai era solito fare, gli si fece accanto, sebbene fosse rimasto indietro di qualche passo.

Per qualche istante rimase a contemplare il mesto spettacolo che la Purgatory offriva: una galera dentro una nave spiaggiata sull'immensa distesa del Plakard. Desolazione tutto intorno.
« Davvero deprimente » commentò, tirando un sospiro.
E non si aspettava che l'altro capisse a cosa si riferiva.


CITAZIONE
Benvenuto al tuo ingresso nel Clan Goryo.
Questa scena sarà composta da un numero di post d'interazione a tua scelta, più un numero di post di combattimento a mia discrezione. Nel corso della giocata provvederò a segnalarti eventuali errori e imperfezioni che andranno a pesare sul giudizio finale che verterà su tre campi di valutazione: Scrittura & Interpretazione, Strategia, Sportività. Al termine della giocata, se ti sarai distinto, potrai essere promosso ad energia Gialla o Verde -in caso contrario manterrai l'energia Bianca. Non fare caso ai miei post non particolarmente lunghi.
E' un esame, dai il meglio.

Note: Per il presente esame non utilizzerò uno dei guardiani ma il mio personaggio, la cui scheda puoi trovare a QUESTO link. Nel seguente spoiler troverai tutte le informazioni di cui necessiti in merito al personaggio in oggetto.
Per eventuali dubbi, non esitare a contattarmi via mp prova a contattarmi su msn e ti sventro.

Scourge of the West
----------------------------------

Forma Umana: ReC (225) ; AeV (325) ; PeRf (75) ; PeRm (275) ; CaeM (175)

Stato Fisico: Illeso.
Stato Psicologico: Ottimale.
Riserva Energetica: 100%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: ---
----------------------------------

EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Riposta.
Pride: Riposta. (Colpi Utilizzati: 0/5).
Corte de Los Agujeros: Riposto.
Epoch: Riposta.
Scaglie del Kraken: Non indossata.
Mantellemer: Indossato / Nessuna forma.
----------------------------------

ABILITA' PASSIVE IN USO

Anthem of the Evil
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore. Possibilità di passare alla forma demoniaca in qualsiasi momento.

Over the Radiant Glory
Capacità di camminare in aria come su un pavimento solido.

Battlefield's Phantom Overlord
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo.

Fear of the Dark
Auspex fisico su area limitata intorno al personaggio.

Rebound the Pain
Il personaggio riesce a colpire i punti nevralgici, paralizzando i muscoli intorno alle zone colpite.

Abilità passive del Mantellemer
1) Capacità di intuire l'allineamento degli altri presenti.
2) Chi si trova accanto a Laurens nota che il Mantellemer si muove da sé e avverte una violenta sensazione di freddo.
 
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Algot
view post Posted on 19/6/2012, 12:14




« Davvero deprimente »

Non era mai stato quel tipo di persona che afferra la propria arma non appena viene colto di sorpresa: che si trattasse di un istinto sopito per la protezione offerta da Agrimonia
-la sua armatura-
o semplicemente perchè pochissime persone s'erano mai spinte così in là da tendergli un'imboscata, non sciolse il dubbio nè smosse il braccio destro di Algot, il quale si limità semplicemente a voltarsi in direzione della fonte da cui proveniva quel rammarico appena espresso.
Accusò la presenza dell'individuo come mai gli era capitato di fare: percepì l'irrazionale bisogno di allontanarsi e nel contempo di non muovere un passo, poichè se l'uomo appariva predatore allora il cavaliere si sentiva altrettanto preda; sforzandosi per non lasciar trapelare l'irrequietezza scatenata, il guerriero osservò i dintorni delle loro posizioni e non riuscì a cogliere nemmeno un'orma o i segni del percorso che l'altro poteva aver seguito tanto meticolosamente da non venire nè udito nè notato.
Sentì l'urgenza di dover dire qualcosa e la fitta di dolore al cuore, probabilmente i primi segni che l'appettito della Rosa Nera si stava destando, costrinsero Algot ad arrestare il passo e voltarsi verso il nuovo interlocutore.

« Siete diretto anche voi alla Nave? »

L'abitudine di tenere una confidenza minima, accentuata dal formale tono vestito nella voce misurata del guerriero, serviva ad Algot per apparire statuario ed invitare chiunque scambiasse parola con lui ad allontanarsi il prima possibile, annoiato dalla conversazione oppure intimorito dal distacco esebito.
Come il suo destino imponeva, sacrificare il rispetto degli altri e l'opinione altrui per salvaguardare l'intera specie: se solo un essere maledetto finisse per cedere agli istinti della Rosa, senza saziarne la fame, allora la loro maledizione
-quel virus indebellabile-
inizierebbe a trasmettersi in un contagio letale e disastroso, facendo marcire i soggetti più deboli.
Ma questo, a coloro i quali vivevano fuori dall'Ordine del Fiore Nero, non era dato saperlo.
E mai sarebbe stato concesso.

Statistiche & Consumi

basso ⋅ 6% medio ⋅ 11% alto ⋅ 22% critico ⋅ 44%
ReC ⋅ 175 AeV ⋅ 125 PeRf ⋅ 225 PeRm ⋅ 150 CaeM ⋅ 175


Status fisico » Ottimale;
Riserva d'energia » 100%;
Poteri, bonus e abilità di natura passiva » la linfa nera (Lv.1 Dominio: Forza del Toro)
Equip » Fragaria (non impugnata), Rubus (non impugnata), Agrimonia (indossata)
Slot »
1. //
2. //

Note, commenti, varie ed eventuali »
Ok, ok, ti contatto per PM.
:8):
 
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view post Posted on 20/6/2012, 02:41
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Fece un risolino sarcastico, che dal suo punto di vista voleva solo sottolineare
che in fin dei conti sì, era diretto alla nave, ma con nel cuore ben altri sentimenti rispetto a quelli che probabilmente stavano attraversando il cuore e l'animo di quello sconosciuto. I trascorsi erano importanti, checché se ne dicesse, e quelli di Laurens non erano poi troppo differenti da quelli di molti altri che fino al punto erano giunti solo per fissare con un sorriso storto chiunque gli si fosse parato di fronte per accoglierli nella nuova dimora che mai nessuno di loro avrebbe mai chiamato casa.
Ricordava ancora bene il suo primo giorno a bordo della Purgatory e tutto ciò che l'aveva preceduto. Senza troppi problemi era riuscito ad acclimatarsi in un ambiente che non differiva poi molto da quello del Le Hardi governato da du Grammont. A dirla tutta, che Iena l'avesse notato era stato un colpo di fortuna per la sua reputazione a bordo della Grassa Puttana, ma allo stesso tempo gli aveva imposto di scoprirsi -almeno in parte- dal velo di anonimato che sempre aveva cercato di buttarsi addosso -se non per modestia, sicuramente per convenienza. Eppure, nonostante i recenti avvenimenti, non gli riusciva di guardare né con affetto né con odio a quella nave sventrata. I ricordi, a suo parere, erano come la morte: fin troppo inevitabili per poter ricadere nella comune definizione di buono e cattivo. I ricordi erano ricordi.
E la Purgatory ne conteneva più di quanto gli piacesse ammettere.

« In un certo senso sì » replicò ammiccando,
« Sono di ritorno da un viaggio che mi ha tenuto lontano per qualche tempo. »
Piegò le labbra in un sorriso modesto, scrollandosi distrattamente la polvere la pastrano bordeaux che indossava -e quello, così come gli altri suoi indumenti, recava addosso tutta la storia del viaggio appena compiuto.
La cazoleta che gli pendeva dal fianco tintinnò, sbattendo contro l'impugnatura del pistolese.
Un suono argentino che parve graffiare l'aria con il tono definitivo di una premonizione.
« E voi? » domandò, « E' la prima volta che giungete qui, scommetto. »
Quasi ad arginare i sospetti dell'interlocutore, porse le mani avanti, discolpandosi:
« Chiunque fissi a quel modo la Purgatory » spiegò, « deve vederla per la prima o per l'ennesima volta. »
Il che -per esperienza diretta- era vero.

« E so di non avervi incontrato prima d'ora. »
Fece qualche passo in avanti, sollevando il querulo pulviscolo del Plakard.
« Quindi? »

 
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Algot
view post Posted on 20/6/2012, 10:01




« In un certo senso sì »
« Sono di ritorno da un viaggio che mi ha tenuto lontano per qualche tempo. »

L'assenza di un vento abbastanza consistente da definirsi tale rendeva i bollori del Plankard restii ad abbandonare le carni e i sensi degli uomini che marciavano
-anime in pena-
verso il nirvana mortale rappresentato dalla Nave.
Algot la conosceva principalmente sotto il nome di "Purgatorio", ma le poche informazioni racimolate prima di incamminarsi verso la meta indicavano anche nomi più coloriti come "Grassa Puttana" e "Prigione dell'Inferno"; per quanto le dicerie posassero radicamento su terricci di verità, il cavaliere aveva imparato a fidarsi delle sue esperienze e di ciò che le proprie armi riuscivano a sconfiggere, appendici metalliche del suo corpo maledetto.
Faticava ad osservare con curiosità l'aspetto del suo interlocutore poichè il timore che da esso promanava spingeva la mente a focalizzare tutta l'attenzione sulle parole adoperate, quasi il monito riguardasse uno sforzo a non risvegliare la bestia, laddove invece un guerriero avrebbe semplicemente sfruttato il tempo del dialogo per prendere tempo ed analizzare la situazione.
Le spine della Rosa Nera si strinsero attorniando l'anima nei soliti, semplici, dolori del Fiore Maledetto.

« E voi? E' la prima volta che giungete qui, scommetto. »
« Chiunque fissi a quel modo la Purgatory, deve vederla per la prima o per l'ennesima volta. »
-il tintinnare dell'armamentario era ipnotico come i richiami dell'oltretomba-
« E so di non avervi incontrato prima d'ora. Quindi? »

Di certo lo spirito d'osservazione non mancava a quel figuro che, nel bel mezzo del nulla più afoso che Algot avesse mai percorso in vita sua, sciorinava congetture e dimostrazioni quasi ci tenesse sul serio a conoscere le ragioni che spingevano un cavaliere in armatura scura, con al seguito un'ascia di dimensioni preoccupanti, ad imbarcarsi su di una nave-prigione.

« Si, è la prima volta che la vedo. E spero non sia anche l'ultima. »

A voler considerare la tavolozza di colori che il suo creatore aveva usato per dipingere il Plakard, gli occhi di Algot erano un'anomalia di rara bellezza
-come lo era il fiore che ne dannava l'esistenza-
ed essi apparvero vispi e assetati di possibilità mentre scrutavano l'orizzonte, il cielo, l'arsura fatta polvere e la sagoma mastodontica della nave.
Oramai voltato di fronte al suo interlocutore, il guerriero dell'ordine teneva alla sua sinistra la direzione per la Purgatory e alla destra il sentiero appena percorso, ritrovandosi forse al metaforico bivio che avrebbe sancito la scelta del suo nuovo destino.

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Stuprami :qwo:
 
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view post Posted on 21/6/2012, 00:26
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E così aveva ragione, aveva visto giusto fra le pieghe di quel volto,
riconoscendo le abitudini e i modi di fare che aveva visto su molti altri occhi -occhi che, a differenza di quelli del Cavaliere in Nero, erano quasi sempre avidi di qualcosa per il solo gusto di ottenerla. E quel qualcosa non era mai nulla di buono, né per loro né per gli altri. Invece la Purgatory riusciva sempre a cavare qualcosa di buono da ogni situazione, da ognuno dei piccoli cancri che le si annidavano nel ventre, pericolose metastasi pronte a diffondersi nell'Akerat ad uno schiocco di dita. Il Clan Goryo era questo e null'altro che questo.
« Oh » replico, fingendosi sorpreso, «sono sicuro che non lo sarà.»
Fece alcuni passi in avanti, avvicinandosi e poi superando lo sconosciuto, che ad ogni istante lo incuriosiva maggiormente. C'era nel suo incedere e nel suo parlare una nota di dolente incertezza, la stessa che anche lui aveva posseduto fino a che aveva considerato Apocryphe, il demone che albergava dentro di lui, una condanna più che un valore aggiunto. Era il tipo di sensazione che solo chi aveva subito poteva riconoscere,
una riservata disponibilità interrogativa nei confronti del mondo che non era possibile dissimulare, né falsificare con l'autocommiserazione. Solo una vera spada di Damocle poteva sortire quell'effetto.
Laurens lo sapeva, e voleva scoprire quale fosse il segreto dell'uomo che gli stava innanzi.

Si voltò, tornando a fissare il Cavaliere dalla sua nuova posizione, che si frapponeva fra questi e la Purgatory.
« Mi chiedo piuttosto cosa vi abbia condotto fin qui » riprese, incrociando le braccia al petto, in una posa più pensierosa che marziale.
« Perché salire a bordo della Purgatory, se fatto di propria volontà, è una scelta che non ammette mezzi termini » spiegò, nonostante qualcosa gli dicesse che se la controparte non era già bene al corrente di tutto ciò, sicuramente lo sospettava.
« In compenso richiede numerose rinunce. »

Senza privarsi del sorriso condiscendente che gli spiegazzava le labbra, aggiunse:
« A cominciare dal motivo stesso che vi ha portato qui:
chi entra nel Goryo deve rinnegare la propria vita passata per abbracciare una nuova esistenza.
»
Sebbene la frase in sé potesse apparire ridicola, rappresentava una realtà effettiva.
E il Flagello voleva che la controparte ne fosse a conoscenza.
« Ma se davvero siete convinto di voler salire a bordo » proseguì, privandosi agilmente dello scapolare che teneva al collo,
« dovrete rinunciare al vostro passato e dimostrare il vostro valore. »


A te la prima mossa. Puoi ovviamente decidere di fare ancora qualche giro di puro GdR, oppure attaccarmi dando inizio alla vera e propria fase di valutazione.
 
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Algot
view post Posted on 21/6/2012, 12:04




Lo sconosciuto sorpassò Algot, passandogli vicino abbastanza da rincarare la dose di timore che irrazionalmente scatenava fra le torbide acque stagnanti del suo animo, una palude avvizzita e contaminata dai nefasti poteri della Rosa Nera.

« Mi chiedo piuttosto cosa vi abbia condotto fin qui »
« Perché salire a bordo della Purgatory, se fatto di propria volontà, è una scelta che non ammette mezzi termini...In compenso richiede numerose rinunce. »

Quanto avrebbe voluto, il Cavaliere, ridere per l'ironia di quella constatazione: se mai nella mente dell'altro fosse venuta a nascere l'idea che il guerriero dell'ordine potesse anche solo soffrire
-più di quanto già non soffrisse?-
per delle rinunce sul passato, Algot si sarebbe premurato di dissentire e confutare tale nebulosa intuizione.
Egli era schiavo per l'eternità di sè stesso, dei suoi vizi e altrettanto delle sue (poche) virtù, ma il Fiore Maledetto teneva in serbo destini amari e al sapore di fiele per chi, come gli appartenenti a tutte le fioriture, riusciva fin dalla nascita a sopravvivere a quella condanna.
Era una legge del più forte che non conosceva sconfitta nè vittoria.

« A cominciare dal motivo stesso che vi ha portato qui: »
« chi entra nel Goryo deve rinnegare la propria vita passata per abbracciare una nuova esistenza. »
-la polvere rossastra bruciò nell'aria attorno a loro, esaurendosi in uno sbuffo di calore-
« Ma se davvero siete convinto di voler salire a bordo »
-il primo impedimento venne tolto-
« dovrete rinunciare al vostro passato e dimostrare il vostro valore. »

Il Sesto Petalo conosceva con profondità il valore delle parole, soprattutto di quelle che venivano pronunciate in concomitanza a dei gesti ben chiari da parte dell'interlocutore: come sigilli rimossi per dare liberà alla cosa confinata, lo sconosciuto si privò dello scapolare e, con una calma difficilmente riscontrabile in un Cavaliere dal suo aspetto, anche Algot levò il braccio destro impugnado l'enorme ascia ancorata alle sue spalle, portandolo al fianco
-in un movimento fluido e privo di sforzo-
fino a farle toccare la terra riarsa all'ombra della Purgatory.
Tolta dal suo alloggio, Fragaria appariva più tetra e minacciosa, livida nelle forme e nelle intenzioni.

« Avevo in parte fatto i conti con ciò che poteva significare salire a bordo di quella nave. »

In un apparente gesto di follìa e sconsideratezza, Algot fece qualche passo verso la direzione da cui proveniva, dando le spalle all'altro uomo; erano movimenti misurati seppure barcollanti, alla vista, per via del calore e della conformazione del terreno. Ma nell'inganno che il Cavaliere trovasse difficile recuperare un equilibrio in quella distesa, il volto pallido del Petalo trasudava la tipica concentrazione di chi è impegnato a districare le parole dai ricordi.

« Potrà sembrarti banale, uomo, ma per rinunciare a qualcosa c'è bisogno di possederla in partenza. »

Arrestò la camminata, lasciando ancora la schiena come visione del suo intero corpo, ma voltando stavolta leggermente il capo di lato affinchè lo sguardo gelido
-due iridi di ghiaccio in quell'inferno di bollori-
incontrasse quello del suo futuro avversario.

« E io non ho nulla da perdere, se non una maledizione di cui farei volentieri a meno. »

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Vediamo che ne esce. :iena:
 
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view post Posted on 22/6/2012, 14:36
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Dunque non si era ingannato, qualcosa c'era.
Una maledizione. Qualcosa che chiunque rientrasse nella schiera dei Custodi dell'Ombra conosceva fin troppo bene, sebbene la maggior parte di loro riuscisse ad instaurare un rapporto di mutua assistenza con il frammento che era stato posto nei loro corpi, sigilli viventi sacrificati sull'altare di un potere superiore.
Tuttavia, l'uomo in nero che aveva di fronte non sembrava di quella risma, anzi: gli ricordava vagamente du Grammont, con quel suo sguardo triste e determinato. Un uomo propenso a lasciare che la propria maledizione si sfogasse solo sui realmente lo merita, come un male necessario ed inevitabile. Laurens, tuttavia, era di ben altro avviso: se la vita produceva patimenti e delusioni per tutti, perché lui avrebbe dovuto comportarsi diversamente?
Piove sui giusti e sugli ingiusti, che il loro sangue scorra allo stesso modo.

« Una maledizione è una maledizione » chiosò, per nulla turbato,
giustapponendo a quella sua pleonastica affermazione un sorriso scialbo, meno sincero dei precedenti.
« Se tutta una vita è stata costruita su quella maledizione, privarsene renderebbe il proseguo di quella stessa vita un esercizio assolutamente vano. »
Fece schioccare la lingua contro il palato, quasi gustasse un sapore unico.
« Non amo gli sprechi » spiegò.
« Dunque, amico mio » riprese, dopo una brevissima pausa,
« siete libero di scegliere: mostrare il vostro reale valore e accogliere un nuovo impiego per la vostra maledizione, oppure tornare da dove siete venuto e continuare a pascervi nell'autocommiserazione. »

Allargò le braccia, facendo volutamente tintinnare, ancora una volta, le sue armi.
« Ma prima che facciate la vostra scelta » aggiunse, precedendo qualsiasi risposta, « datemi ciò che mi spetta. »

« Il vostro nome. »
E lo fissò con uno sguardo indagatore.

 
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Algot
view post Posted on 22/6/2012, 15:29




Assaporava i contorni sfocati dello sconosciuto catturandoli negli occhi, due vibranti anime di ghiaccio liquido; l'aria afosa separava i due per una distanza di cinque metri, forse sette, abbastanza da permettere ad entrambi di leggere gli indizi del corpo
-quei movimenti che precedono le intenzioni-
e soprattutto sufficiente a tenere viva la sensazione di irrequietezza scatenata dall'individuo che Algot aveva di fronte.

« Una maledizione è una maledizione »
« Se tutta una vita è stata costruita su quella maledizione, privarsene renderebbe il proseguo di quella stessa vita un esercizio assolutamente vano. »

Il Cavaliere issò Fragaria, portandola davanti a sè, fino a che la sua punta non venne rivolta all'uomo che si stagliava a metà strada fra lui e la Purgatory; nelle mani del maledetto dalla rosa nera, quell'arma -scura e terribile- appariva meno vittima della gravità di quanto in realtà non dovesse essere se impugnata da qualcun'altro.

« Non amo gli sprechi »
« Dunque, amico mio »
-Algot rinsaldò la presa sulla scure, calandola nuovamente al suo fianco-
« siete libero di scegliere: mostrare il vostro reale valore e accogliere un nuovo impiego per la vostra maledizione, oppure tornare da dove siete venuto e continuare a pascervi nell'autocommiserazione. »
-come le campane che annunciano la funzione religiosa, il tintinnare del metallo avversario richiamò la marcia del Petalo-
« Ma prima che facciate la vostra scelta, datemi ciò che mi spetta:
il vostro nome.
»

Il Sesto della sua fiortura non rallentò nè incalzò il suo incedere: erano passi di modeste distanze ma rilassati e mai incerti seppure il terreno richiedesse abilità nel controllo motorio; Algot procedeva verso lo sconosciuto senza mai distogliere lo sguardo dal suo fisico, tenendo nella gola l'inquietudine percepita e spingedola a forza fino allo stomaco, come una verità che non si vuole digerire nè accettare.

« Algot, Cavaliere della Rosa Nera.
Con chi ho il piacere di mescolare le mie armi?
»

Mentre con la stessa cadenza accorciava le loro distanze, egli liberò i limiti della sua coscienza sul potere del Fiore Maledetto, attingendo
-senza ritegno-
ai doni oscuri che esso elargiva ai suoi figli maledetti: trascendendo il senso comune del potere e della grazie della Rosa Nera, un potere oscuro incalzò nelle vene del cavaliere, trasmettendo un riverbo mortale che vibrò insinuandosi nella materia stessa che componeva l'arma. Quando oramai mancavano un paio di metri, forse qualche decimetro in più, il guerriero fece roteare l'arma, la quale danzò in una mezzaluna discendente che avrebbe colpito il terreno davanti all'avversario, scaricando su di esso il complesso di scosse sismiche generate dalle vibrazioni di tenebra che il Fiore aveva sprigionato.
Con l'obiettivo di saggiare la rapidità di movimento e i riflessi altrui, Algot aveva scelto quella manovra conoscitiva poichè abbisognava di una preliminare valutazione su quanto
-ma soprattutto se-
la sua frusta si sarebbe potuta dimostrare utile nello scontro.
E per catturare una preda, c'era l'indispensabile requisito di conoscerne la velocità e l'abilità nella fuga.

Senza indugiare aoltre, a quella distanza che la sua arma poteva coprire agilmente, il Cavaliere avrebbe ritratto la scure, incalzando l'offensiva con un altro fendente stavolta privo della riverbero tenebrosa, indirizzato alla spalla destra dell'uomo che egli supponeva essere destroso.
Intanto, in un presagio denso di teatralità, il maledetto avvicinava la mancina al fianco, laddove riposava
-in stato di pronta vigilanza-
la Rubus, il traliccio di cuoio che in molte occasioni aveva sancito il concludersi dei suoi scontri.

Statistiche & Consumi

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Status fisico » Ottimale;
Riserva d'energia » 100-6=94%;
Poteri, bonus e abilità di natura passiva » la linfa nera (Lv.1 Dominio: Forza del Toro)
Equip » Fragaria (impugnata), Rubus (non impugnata), Agrimonia (indossata)
Slot »
1. tremori dell'oblio, consumo basso;
2. //
Riassuntino »
Mi avvicino a te in linea retta, camminando e una volta raggiunta una distanza di circa due metri utilizzo (a livello basso) la mia abilità personale, facendo in modo che il punto d'impatto sia davanti ai tuoi piedi: l'obiettivo è crepare il terreno -il più possibile- e farlo tremare, spingendoti a schivare e a cercare l'equilibrio (così che il personaggio possa capire approssimativamente quanto sei veloce e agile). Fatto ciò, Algot rialza l'arma e fa calare un altro fendente, diretto alla spalla destra.


Note, commenti, varie ed eventuali »
Iniziamo!
Ho editato perchè il 'div' mi dava problemi col tag spoiler, oltre ad aver corretto un errore di battitura.
E si, sono consapevole di aver sprecato uno slot. :iena:
CITAZIONE
(tremori dell'oblio)

Ogni Cavaliere, nel corso del tempo, sviluppa indipendentemente delle capacità e delle tecniche che -sebbene basate sui poteri della rosa famelica- gli sono uniche e caratterizzanti. Algot ha individuato il canale più rapido per richiamare la linfa del fiore maledetto in maniera talmente violenta da indurre degli spasmi nella materia stessa; poichè padrone di ciò che brandisce e governa, nonchè del suo corpo, tali tremori -vere e proprie onde sismiche- utilizzeranno la carne del guerriero o l'arma stessa per propagarsi a partire dal punto d'impatto, generanno vibrazioni e danni di una magnitudo proporzionale all'energia impiegata. Se a bassi consumi corrisponderanno scosse telluriche lievi e sussultamenti minori sull'oggetto -o il corpo- dell'impatto, all'aumentare della forza impiegata salirà anche il danno inferto, arrivando a ledere seriamente organi interni oppure edifici di modeste dimensioni. {variabile - istantanea}



Edited by Algot - 23/6/2012, 11:50
 
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view post Posted on 23/6/2012, 13:54
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Alla fine, la sua nuova conoscenza sembra aver risolto il proprio dilemma,
optando per la soluzione che a suo modo di vedere si confaceva di più alla situazione: combattere.
Senza tradire alcuna emozione che andasse oltre la coscienza di sé, Laurens fece un accenno di inchino -non un gesto di puro dileggio come accadeva di solito ma un breve cerimoniale di presentazione. Non stava combattendo contro un nemico, ma solo mettendo alla prova un possibile alleato.
Quell'uomo -se ne rendeva conto- poteva rivelarsi pericolosamente utile. Meglio tenerselo buono.
Tuttavia, perché fosse accertato il suo diritto a guidarlo, doveva necessariamente dimostrare a sua volta di cosa era capace. Con un rapido gesto snudò la Lagrima che gli pendeva al fianco, sorridendo.
« Laurens de Graaff, Flagello dell'Ovest. »

Vedendo sopraggiungere la controparte, non fece null'altro se non attendere che sferrasse il suo attacco,
tenendosi pronto a replicare; il primo fendente lo mancò, impattando al suolo e crepando il terreno -sebbene Laurens non fece l'errore di credere che il nemico avesse sbagliato. E difatti, non fu sorpreso nell'avvertire la scossa che si dipanò dal punto d'impatto della pesante arma che l'avversario brandiva con una facilità inquietante.
Capace di mantenere l'equilibrio in ogni situazione, come ogni marinaio che si rispetti, Laurens stavolta sentì il terreno vibrare intensamente sotto i suoi piedi, e pur tentando di ritrovare l'equilibrio si ritrovò costretto a inginocchiarsi al suolo per non cadere in pose davvero poco epiche. Al contempo, uno strale argentato -apparso dal nulla come manifestazione della spada ubiqua- si oppose al secondo fendente, neutralizzandolo in uno scoppio di scintille.
Con consumata abilità, il filibustiere estrasse la pistola dalla bandoliera, puntandola al petto del nemico, rimasto scoperto nell'atto di vibrare il colpo, e sparò. Subito dopo, lasciò cadere la pistola e posò la mano sinistra al suolo. Prima ancora che l'arma toccasse il terreno polveroso del Plakard, il corsaro non era più lì: letteralmente scomparso, sembrava essere stato inghiottito dalle crepe che il Cavaliere in nero aveva generato nel terreno.

Quando riapparve era di nuovo in piedi alle spalle di Algot,
e senza produrre alcun rumore, senza che nulla facesse presagire la sua presenza, affondò con violenza la lama della cazoleta, cercando di cogliere la schiena del nemico all'altezza dei reni,
mettendo così fine a quell'alterco. Per quanto, in realtà, sperasse che la controparte fosse in grado di replicare.
Gli servivano uomini capaci e possibilmente vivi.


Scourge of the West
----------------------------------

Forma Umana: ReC (225) ; AeV (325) ; PeRf (75) ; PeRm (275) ; CaeM (175)

Stato Fisico: Illeso.
Stato Psicologico: Ottimale.
Riserva Energetica: 96%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: 2xBasso
----------------------------------

EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Estratta, mano dx.
Pride: Abbandonata. (Colpi Utilizzati: 1/5).
Corte de Los Agujeros: Riposto.
Epoch: Riposta.
Scaglie del Kraken: Non indossata.
Mantellemer: Indossato / Nessuna forma.
----------------------------------

ABILITA' PASSIVE IN USO

Anthem of the Evil
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore. Possibilità di passare alla forma demoniaca in qualsiasi momento.

Over the Radiant Glory
Capacità di camminare in aria come su un pavimento solido.

Battlefield's Phantom Overlord
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo.

Fear of the Dark
Auspex fisico su area limitata intorno al personaggio.

Rebound the Pain
Il personaggio riesce a colpire i punti nevralgici, paralizzando i muscoli intorno alle zone colpite.

Abilità passive del Mantellemer
1) Capacità di intuire l'allineamento degli altri presenti.
2) Chi si trova accanto a Laurens nota che il Mantellemer si muove da sé e avverte una violenta sensazione di freddo.

El Navegador Astuto (Abilità della Spada)
Il personaggio non perde l'equilibrio in nessuna situazione.
----------------------------------

ABILITA' PASSIVE IN USO

Perfect Sword: Furono proprio gli Oblivion a tramandare alla famiglia de Graaff -nel loro ruolo di studiosi e custodi della Trama Nera- la maniera di scoprire, evocare ed imbrigliare i poteri della spada ubiqua. Saraxis Unicum.
Richiamando a sé l'essenza stessa della Spada Ubiqua, il Corsaro ne richiama la presenza sul suo piano d'azione. Essendo tuttavia l'arma sigillata all'interno di Lord Chaon, e non potendo intervenire direttamente come controparte fisica, l'evocazione mantiene come tramite quell'ombra di Saraxis Unicum relegata nel limbo insieme allo spettro della Belva delle Spade d'Argento. L'evocazione si manifesta in un raggio di luce bianca, purissima, che squarcia il vuoto con fragore estremo, che diradandosi lascia spazio all'apparizione di uno strale formato dall'energia primordiale dell'Artefatto, le cui dimensioni e forma mutano secondo i desideri dell'utilizzatore. Pur rimanendo in campo per il solo turno in cui viene evocata, lo Spettro di Saraxis -questo il reale nome dell'evocazione- può essere utilizzato in fase difensiva secondo la poliedrica inventiva del Corsaro.

No Hold Back and Never Back Down - Attiva Primo Livello del Dominio
La presenza dell'Ombra all'interno del corpo del Flagello dell'Ovest ha dato vita ad una capacità singolare, che gli permette -semplicemente poggiandovi sopra il palmo della mano- di attraversare una qualunque superficie come fosse incorporeo. Per utilizzare questa abilità sono necessari alcuni secondi di ferma concentrazione ed il pagamento di un obolo energetico pari ad un consumo Basso. Questa abilità ha solo due nei -volendo, anche trascurabili-: anzitutto, non può essere utilizzata in fase difensiva; secondariamente, il suo utilizzo può perdurare per un brevissimo lasso di tempo, costringendo quindi colui che la utilizza ad entrare ed uscire da una superficie nel corso del medesimo turno; ovviamente, una volta che si sarà usciti completamente dalla superficie in oggetto non sarà possibile attraversarla di nuovo se non tramite un secondo utilizzo dell'abilità.


Note: Nulla da segnalare al momento, proseguiamo pure :wow:
 
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Algot
view post Posted on 23/6/2012, 14:41




I fumi intensi del Plakard assistevano allo scontro con la loro arcuata silohuette, danzando all'ombra del Purgatorio e sognando la libertà dall'Inferno che li generava; le luci del giorno pugnalavano qualsiasi cosa gettando tetre penombre anche laddove minuscoli rettili ed insetti avevano sperato di fuggire al riparo dai predatori.
Erano gli anfratti della sopravvivenza a tremare sotto i loro colpi.

« Laurens de Graaff, Flagello dell'Ovest. »

Annunciò sè stesso pronunciado il nome che aveva serbato nei pensieri, riscaldato dall'aria e dall'idea di sfruttarlo al momento opportuno,
-o nel più dignitoso dei modi-
perchè poche cose trovavano posto nei cuori dei guerrieri: l'orgoglio, le armi, il proprio nome e l'amore.
Avrebbe voluto abbandonarsi, Algot, alla miserie dei suoi ricordi, l'unico posto dove egli trovava l'eterna felicità di raggiungere il successo e sorpassare chiunque osasse contraddirlo; la Fioritura alla quale egli apparteneva era stata molto generosa, tanto da aver prodotto dieci dei migliori combattenti che l'Ordine avesse mai avuto.
Lui, il Sesto in ordino di comparsa, deteneva però il più orribile degli epiteti, quello di "Prescelto dal Dolore Nero".
Tutti erano restii a spiegarne il motivo e nessuna informazione era mai trapelata dalle sfere più alte: un interrogativo senza risposta s'era insinuato, fin da quel giorno, sul perchè la precedente generazione di maledetti tenesse tanto al sicuro quel segreto che sembrava fondarsi solo su di uno sfortunato gioco di parole.

L'impatto del secondo fendente si ripercosse anche sul suo braccio, ricambiando il gesto d'offessa con un leggero sussulto: la lama di Fragaria era andata ad incrinare e spezzare una saetta di argento, comparsa a baluardo di difesa verso colui che il Cavaliere aveva designato come avversario.
Senza indugi nè rimorsi, egli aveva estratto la pistola per poi puntarla al petto del guerriero: la sensazione di pericolo, mescolatasi con quel perenne stato di timore ed ansia nei confronti di colui che soffriva lo sguardo greve di Algot, destarono gli istinti primordiali dell'uomo e della rosa nera, scuotendo la selva di tenebra che era l'anima del Petalo.
Occultata dalla difesa di Agrimonia, la pelle dell'intero busto -e con essa, la materia sottostante- si temprò a tal punto da raggiungere una resistenza tale da vanificare il potere letale del colpo esploso; a testimonianza della linfa richiamata, se Laurens avesse potuto scorgere il derma nascosto dal cuoio e dal metallo, avrebbe notato un intricato chiostro vascolare di venature scure, alimentate da pece fluida ramificata lungo tutto il corpo del Cavaliere.

Mentre l'uomo dagli occhi di ghiaccio riprendeva comunque contatto con la realtà, dopo l'imprevisto del proiettile, già l'altro s'era dileguato, inghiottito dalla fluidità surreale del pavimento roccioso che poco prima egli stesso aveva frantumato con successo; pur continuando a percepire l'influsso di timore che l'altro promanava, Algot raggiunse da solo il ragionamento adatto alla situazione.
Laddove la sua forza cessava di produrre vantaggio
-e dove oramai, sguainata, l'ascia a due mani non rappresentava più un'ulteriore difesa-
era proprio il retro della guardia, la schiena lasciata scoperta e in direzione del sentiero percorso, del suo doloroso passato.
Non ebbe modo, poichè scarso nella velocità necessaria a farlo, di voltarsi su sè stesso con precisione e agilità, perciò la spazzata che eseguì con la scure fece guadagnare solo una deviazione su una traiettoria che scoprì finire comunque nelle sue carni, sopra il rene sinistro. La fitta di dolore investì con prepotenza tutti gli apparati coinvolti, riducendo subito il respiro e incastrando il sistema muscolatorio proprio nel punto interessato dall'affondo.
Terminò la rotazione su sè stesso, spingendo ancora con Fragaria tanto da cercare di aprire quanto più possibile la guardia di Laurens, facendo leva sull'arma che ora poggiava contro la propria.

Algot non trattenne l'ira del Fiore Maledetto: lo sentì agitarsi fra i rovi di sangue dei quali aumentava la bellezza, percepì nella sua testa quello strisciare etereo di bestie che non esistevano perchè la selva non accettava nessun essere vivente oltre alla Rosa e al suo Cavaliere. Probabilmente, il danno subito, era stato visto come un affronto imperdonabile ed il guerriero
-stringendo prima le palpebre-
liberò tutta la furia della sua Maledizione in un grido in pieno volto all'avversario.

« SCIOCCO! »

"Come osi farlo?"
"Perchè non ti allontani?"
Il boato psichico prodotto da Algot lasciava intendere numerose continuazioni per quell'esclamazione: ma fra le tante, ne seguì solo una che aveva più del fisico poichè in realtà si trattava di un attacco a seguire di quell'espediente strategico.
Mordendo l'impugnatura della frusta con le proprie dita, il Sesto afferrò Rubus ed iniziò una manovra di polso che nelle sue speranze avrebbe fatto schioccare l'oggetto attorno al polso di Laurens che al momento reggeva l'arma.
Guadagnata, nel caso, la presa sull'arto, Algot avrebbe proseguito strattonandolo verso di sè, con l'intento di disarmarlo
-prima-
e di colpirlo in pieno petto
-poi-
con le nocche della stessa mano che aveva fatto animare la frusta al pari di un serpente.

Statistiche & Consumi

basso ⋅ 6% medio ⋅ 11% alto ⋅ 22% critico ⋅ 44%
ReC ⋅ 175 AeV ⋅ 125 PeRf ⋅ 225 PeRm ⋅ 150 CaeM ⋅ 175


Status fisico » Ferita sopra il rene sinistro, zona parzialmente paralizzata; leggerissimo segno sotto l'armatura dell'impatto con il proiettile, trascurabile;
Riserva d'energia » 94-12-6=76%;
Poteri, bonus e abilità di natura passiva » la linfa nera (Lv.1 Dominio: Forza del Toro)
Equip » Fragaria (impugnata), Rubus (impugnata), Agrimonia (indossata)
Slot »
1. chiostro della selva, consumo medio;
2. boato della fiortura, consumo basso;
Riassuntino »
Richiamo la pergamena "Tempra di ferro" per difendermi dal proiettile -prima- e attutire l'affondo -poi- ricevuto al fianco sinistro (ero parzialmente in torsione, quindi non è proprio profondo, ma comunque innesca l'effetto della tua passiva sui punti nevralgici); voltandomi, mentre devio il colpo che comunque mi raggiunge, insisto con l'arma per aprire la tua guardia. Dopodichè, uso la pergena "Urlo di guerra" per disorientarti, far saettare la frusta con l'intento di annodarla attorno al polso che regge l'arma, strattonarti verso di me e colpirti in pieno petto -altezza sterno- con le nocche della stessa mano -sinistra- che uso per la frusta.


Note, commenti, varie ed eventuali »
Mi trovi su MSN o per MP.
CITAZIONE
(boato della fioritura)

Come la Prima Fioritura insegnò loro ai tempi dell'addestramento, un avversario disorientato è un avversario morto per metà. Unitamente al fatto che Algot consideri la consapevolezza di sè stessi e della situazione una delle armi più temibile che un uomo può brandire, ecco che il guerriero ha sviluppato e affinato negli anni un espediente semplice ma sorprendentemente efficace. Lasciando andare per un istante l'animo ai dolori che costantemente la Rosa Nera produce su di esso, il Cavaliere griderò le sue più profonde frustrazioni, un urlo che invaderà il campo di battaglia confondendo i nemici aggredendo le loro menti, dandogli un senso di stordimento e smarrimento che non durerà più di qualche secondo...che potrebbe rivelarsi un tempo sufficiente per sfruttare il vantaggio appena guadagnato. {basso - 1 turno}



(chiostro della selva)

Come la bellezza del fiore trae in inganno sulla sua pericolosità, anche la forza dei guerrieri spesso tradisce la loro coriacea resistenza; non solo votati alla brutalità dell'offensiva, i Cavalieri sono capaci di far ricorso a tecniche e poteri che fanno appello alla protezione offerta dalla Rosa Nera. Simile al fiore che si chiude su sè stesso per resistere alle intemperie, Algot concentrerà la linfa corvina della maledizione su una zona del suo corpo -più o meno estesa- temprandola fino a raggiungere la consistenza tale da reggere un attacco di portata discreta. Sulla parte interessata, a testimonianza dell'afflusso aumentato, un intricata vascolarizzazione color pece macchierà la pelle del Cavaliere. {medio - 1 turno}

 
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view post Posted on 23/6/2012, 15:08
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Vedere il proprio colpo non centrare pienamente il bersaglio
generò nel Corsaro una sorta di compiaciuta soddisfazione nel constatare che non si era sbagliato su quell'uomo. Quella stessa soddisfazione gli morì in gola quando l'urlo della controparte lo travolse con un impeto che prima d'allora aveva percepito solo una volta -una volta che non amava ricordare. Confuso da quella vera e propria bordata sonora non ebbe il tempo d'accorgersi del movimento della frusta e prima che potesse porre rimedio quella era già avviluppata intorno al suo polso. Sebbene ancora stordito, fu con il sorriso sulle labbra che accolse lo strattone dato dall'avversario, assecondando il movimento e arrivandogli addosso a buona velocità: il contatto con le nocche di quella mano che sembrava di marmo fece scricchiolare le sue ossa, facendogli sputare tutta l'aria che aveva nei polmoni, privandolo della possibilità di parlare o di lamentarsi per il dolore violento.

Strabuzzò gli occhi, boccheggiando e compiendo uno sforzo titanico per rimanere in piedi e non accasciarsi.
Ogni respiro sembrava costargli enorme fatica, sentiva la testa attraversata da decine di spilli e il torace colpito da ripetute stilettate ogni volta che provava a gonfiare i polmoni.
Sollevò lo sguardo sul nemico, deciso comunque ad approfittare di quella vicinanza; cercò lo sguardo di Algot, per costringerlo ad osservare ogni cosa che non fossero le azioni della sua mano sinistra, l'unica libera. Tratto il pistolese dalla bandoliera, non impiegò molto ad indirizzarlo lateralmente al busto del nemico: la semplice corazza d cuoio rinforzato non avrebbe resistito alla forza perforante dell'arma, che avrebbe violato il corpo incuneandosi fra le costole, aprendosi la strada fino al cuore del nemico.
Chi fosse lo sciocco, in quell'alterco, era ancora da dimostrare.


Scourge of the West
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Forma Umana: ReC (225) ; AeV (325) ; PeRf (75) ; PeRm (275) ; CaeM (175)

Stato Fisico: Due costole incrinate, una rotta (danno medio da impatto al torace).
Stato Psicologico: Ottimale.
Riserva Energetica: 90%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: 2xMedio (1 Gratuito - Occhio del Mago)
----------------------------------

EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Estratta, mano dx.
Pride: Abbandonata. (Colpi Utilizzati: 1/5).
Corte de Los Agujeros: Estratto, mano sx.
Epoch: Riposta.
Scaglie del Kraken: Non indossata.
Mantellemer: Indossato / Nessuna forma.
----------------------------------

ABILITA' PASSIVE IN USO

Anthem of the Evil
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore. Possibilità di passare alla forma demoniaca in qualsiasi momento.

Over the Radiant Glory
Capacità di camminare in aria come su un pavimento solido.

Battlefield's Phantom Overlord
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo.

Fear of the Dark
Auspex fisico su area limitata intorno al personaggio.

Rebound the Pain
Il personaggio riesce a colpire i punti nevralgici, paralizzando i muscoli intorno alle zone colpite.

Abilità passive del Mantellemer
1) Capacità di intuire l'allineamento degli altri presenti.
2) Chi si trova accanto a Laurens nota che il Mantellemer si muove da sé e avverte una violenta sensazione di freddo.

El Navegador Astuto (Abilità della Spada)
Il personaggio non perde l'equilibrio in nessuna situazione.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

Another Illusion Behind those eyes
Come detto, uno degli effetti della Comunione con la Trama Nera è la furtività dei movimenti; questa, tuttavia, a volte può non bastare, e pertanto è bene che possa disporre di un sostanzioso aiuto che permetta al Corsaro di riguadagnare un basso profilo in situazioni altamente pericolose. Spendendo un consumo Medio ed incrociando lo sguardo con l'avversario (o semplicemente tramite un rilascio di energia) si indurrà artificialmente in esso lo stimolo di volgere la propria attenzione altrove, ignorando deliberatamente l'utilizzatore di questa abilità. Il suddetto stimolo sarà tanto più violento e pressante quanto più larga sarà la forbice tra la PeRm dell'utilizzatore e la ReC del bersaglio. Va considerato e affrontato come un vero e proprio attacco psionico.

Twilight Eyeshield Legion - Occhio del Mago
Incastonato nel pugnale, un piccolo cristallo azzurro rivela la sua luce in riverberi di opalescenze acquamarina; un cristallo azzurro sì, ma venato d'oro, proprio come l'occhio destro del Corsaro. Difatti è stato proprio Laurens a volere che il suo occhio sinistro, tragicamente perduto in combattimento, venisse cristallizzato ed impiantato nell'arma, donandole una minima parte di quel potere che il Flagello detiene grazie al legame con Apocryphe. L'effetto principe donato dall'occhio al pugnale è la possibilità di potenziare un colpo fisico, donandogli una potenza pari a Medio. L'utilizzo dell'abilità non richiede costi energetici, bensì il solo utilizzo di uno slot.


Note: Idem come sopra. Fai il tuo ultimo turno di combattimento.
 
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Algot
view post Posted on 23/6/2012, 15:52




Percepire l'impatto
-ossa contro osso-
riportò la coscienza del Cavaliere ai giorni della gioventù oramai sfiorita, persa nei meandri della selva che lentamente aveva prosciugato qualsiasi speranza sbocciata nei suoi occhi cristallini come il mare che non aveva più visto.
Di sfuggita, gli stessi occhi si erano riflessi in quelli di Laurens, ed Algot aveva ripreso a vagare nella concentrazione riposta sulla sua mano, segnata dalla fatica e dalle guerre, macchiate e lavata (nel e) col sangue pari numero di volte; quella stessa mano che liberava la spire del Rubus, dando linfa alla famelica frusta di cuoio nero.
Ricordò, mentre la presa sulla Fragaria cedeva facendo cadere l'arma a terra, quando venne strappato ai pochi attimi di normalità; c'erano le lacrime di molte persone e il vero dispiacere, però, di pochissimi individui. Le grida si mescolavano alle preghiere e la gioia andava e veniva come una bimba dimenticata sull'altalena.

(La mano dell'avversario aveva già trovato il conforto dell'arma, proiettandola al fianco del Cavaliere laddove poco prima la carne era stata violata; mentre il timore istillato dall'autore dell'inganno lasciava spazio all'illusione stessa, lo sguardo assente di Algot assumeva una consistenza vitrea, quasi simile ad una lacrima in procinto di scappare via)

I colpi del Quinto Petalo, Terza Fioritura, suonavano a festa nel suo petto; erano i rintocchi della punizione per essere quello a farsi degli scrupoli, il giusto tributo perchè il sangue non andava giustificato ma esatto. Un obolo solo veniva sussurrato dalla rosa nera: e quello andava soddisfatto. Altrimenti...

« ALTRIMENTI MORIRAI PER MANO DELLA ROSA! MORIRA- »

La punta dell'arma perforò Agrimonia, rompendone la verginità: già solo quello bastò per strappare il risveglio alla coscienza del guerriero, ma non fu sufficiente a riconsegnare lui il comando del proprio corpo; la linfa nera del Fiore Maledetto inquinava indistintamente il suo corpo, percorrendolo con il piacere tipico di chi non può essere messo in riga nè frenato. E proprio per convenienza di entrambi, la selva tuonò blasfema quando il metallo di Laurens ferì la carne, oltrepassandola, fino a ledere la muscolatura, scheggiare un paio di costole e proseguire dritta al cuore.
Fu un afflusso anomalo e violento che temprò ciò che poteva rimanere, nel fisico del Petalo, a difesa dell'organo vitale: la supremazia sul cuore, definita da un reale abbraccio di spine oscure e mortali, apparteneva alla Rosa e nessuno
-senza che essa ne derivasse diletto personale-
poteva reclamarla.
Una corazza grezza ed instabile arrestò la corsa dell'arma, impedendo alla ferita di venir chiamata mortale: ma il dolore, che il Prescelto conosceva in molte sfumature, lo avampò in ognidove, mandando letteralmente in allarme l'intera fisicità.
Destatosi dall'inganno, Algot fissò nuovamente il Flagello dell'Ovest, transitando da un'orbita all'altra per rendere più profondo e chiaro il tacito discorso che i due stavano affrontando. Il sangue aveva già iniziato a risalire dallo stomaco, oltre che a fiottare dal foro aperto sul costato; la bocca impastava lingua e saliva in un mutuo scambio di fluidi, facendo gorgheggiare il respiro del guerriero e intimandogli di terminare i suoi piani nel minor tempo possibile.
Piegando indietro la testa,
-per un attimo, annusò il suo stesso odore di plasma fra i denti-
il Cavaliere dell'Ottava Fioritura proiettò rapidamente la fronte in avanti con l'intento di colpire il naso altrui e frantumarlo; privato dell'ascia ma ancora aggrappato alla frusta
-quasi la presa su di essa fosse anche la presa sulla sua stessa vita-
Algot avrebbe fatto scorrere la rabbia, mista alla superbia della maledizione, lungo tutta la Rubus, scaricando una cospicua e dannosa quantità di scosse telluriche proprio nell'arto nemico; difficilmente confinabile alla sola parte interessata, con probabilità le onde si sarebbero espanse in tutta la solidità di Laurens, provocandogli ferite di natura non trascurabile.

Statistiche & Consumi

basso ⋅ 6% medio ⋅ 11% alto ⋅ 22% critico ⋅ 44%
ReC ⋅ 175 AeV ⋅ 125 PeRf ⋅ 225 PeRm ⋅ 150 CaeM ⋅ 175


Status fisico » Ferita sopra il rene sinistro, zona parzialmente paralizzata; leggerissimo segno sotto l'armatura dell'impatto con il proiettile, trascurabile; Ferita di entità media ma con complicanze gravi al lato sinistro, quasi vicina al cuore; rigetto di sangue dovuto alla ferita.
Riserva d'energia » 76-33=43%;
Poteri, bonus e abilità di natura passiva » la linfa nera (Lv.1 Dominio: Forza del Toro)
Equip » Fragaria (a terra), Rubus (impugnata), Agrimonia (indossata)
Slot »
1. chiostro della selva, consumo medio;
2. tremori dell'oblio, consumo alto;
Riassuntino »
Cado vittima dell'inganno e solamente il dolore e il pericolo di morte, mescolati alla sensazioni di paura, spezzano l'inganno giusto in tempo per richimare la pergamena "Tempra di ferro" in prossimità dell'organo, bloccando solamente il corso dell'arma -ma non estraendola, di fatto-. Nuovamente padrone di me, carico una testata diretta al setto nasale e poi utilizzo il contatto con la frusta per attaccare con l'abilità personale "tremori dell'oblio" a potenza alta.


Note, commenti, varie ed eventuali »
:sconfitt: .
CITAZIONE
(tremori dell'oblio)

Ogni Cavaliere, nel corso del tempo, sviluppa indipendentemente delle capacità e delle tecniche che -sebbene basate sui poteri della rosa famelica- gli sono uniche e caratterizzanti. Algot ha individuato il canale più rapido per richiamare la linfa del fiore maledetto in maniera talmente violenta da indurre degli spasmi nella materia stessa; poichè padrone di ciò che brandisce e governa, nonchè del suo corpo, tali tremori -vere e proprie onde sismiche- utilizzeranno la carne del guerriero o l'arma stessa per propagarsi a partire dal punto d'impatto, generanno vibrazioni e danni di una magnitudo proporzionale all'energia impiegata. Se a bassi consumi corrisponderanno scosse telluriche lievi e sussultamenti minori sull'oggetto -o il corpo- dell'impatto, all'aumentare della forza impiegata salirà anche il danno inferto, arrivando a ledere seriamente organi interni oppure edifici di modeste dimensioni. {variabile - istantanea}



(chiostro della selva)

Come la bellezza del fiore trae in inganno sulla sua pericolosità, anche la forza dei guerrieri spesso tradisce la loro coriacea resistenza; non solo votati alla brutalità dell'offensiva, i Cavalieri sono capaci di far ricorso a tecniche e poteri che fanno appello alla protezione offerta dalla Rosa Nera. Simile al fiore che si chiude su sè stesso per resistere alle intemperie, Algot concentrerà la linfa corvina della maledizione su una zona del suo corpo -più o meno estesa- temprandola fino a raggiungere la consistenza tale da reggere un attacco di portata discreta. Sulla parte interessata, a testimonianza dell'afflusso aumentato, un intricata vascolarizzazione color pece macchierà la pelle del Cavaliere. {medio - 1 turno}

 
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Quando non lo vide crollare sotto la violenza del corpo infertogli,
capì che era il tipo d'uomo che stava cercando; inoltre -ma su questo si soffermò solo molto tempo dopo- possedeva quel tipo di atteggiamento verso la propria maledizione che lo rendeva facilmente manipolabile. Oh, certamente non aveva un carattere per cui si potesse buttagli in faccia la propria superiorità, bisognava invece fargli intravedere uno spiraglio di redenzione, magnificando le sue capacità e possibilità di raggiungerlo -facendogli credere di essere tutt'altro che una pedina nelle mani di chi cercava di costruire non un gioco votato al potere -ché quello non era mai interessato a Laurens- ma alla pura e semplice sopravvivenza.
La reazione di Algot fu violenta, ma non sufficientemente rapida, campo sul quale il Corsaro aveva una netta supremazia: il mantello che indossava si gonfiò, rendendosi solido quanto una lastra di ferro, e andò a intercettare la testata scagliata dal cavaliere, mentre con una velocità e un'agilità incredibili, il Flagello dell'Ovest si sollevava da terra, rimanendo in piedi nel vuoto quasi ci fosse una lastra di vetro invisibile pronta a sostenerlo mentre ruotava freneticamente il polso per liberarsi dalla stretta nemica.

Ci riuscì, ma non in fretta come avrebbe voluto, tanto che parte delle vibrazioni scagliate dall'avversario arrivarono a colpirlo; non riuscirono a frantumargli le ossa, ma un gridò di dolore, smorzato dal digrignarsi dei denti, si levò ugualmente nel cielo del Plakard, allorché la mossa del Cavaliere della Rosa Nera aveva violentemente percosso i tendini del braccio destro e i muscoli, intorpidendoli. La cazoleta cadde di mano, ma prima che l'altro potesse anche solo sperare di vederla a terra questa venne raccolta dal filibustiere con la mano libera -una velocità tale che l'altro non sarebbe nemmeno riuscito a vedere il braccio muoversi.
« Molto bene » articolò, respirando a fatica, e rivolgendo al suolo la punta della spada.
« Concluse le formalità, direi che il Goryo ha fatto un ottimo nuovo acquisto. »
Rinfoderò l'arma con tutta la tranquillità che gli riuscì di ostentare, quindi gettò un'occhiata svagata alla ferita della controparte, prima di chinarsi faticosamente a raccogliere lo scapolare.
« Seguimi » aggiunse da dietro le spalle, « andiamo a far controllare quella ferita. »
E si incamminò.


CITAZIONE
Arrivo terminato. Bando alle ciance, passo alle valutazioni.

Scrittura e Interpretazione: Lo stile è di buonissimo livello, anche se non sembri sforzarti più di tanto. I tuoi post non sono inutilmente prolissi e grazie ad una buona sintesi riesci sempre a dare un'idea abbastanza precisa tanto delle azioni di Algot quanto dello scenario in cui il Cavaliere si trova a muoversi, intercalandoli con brevi ma sempre presenti riferimenti al suo stato d'animo, al suo modo di vivere le situazioni. Non c'è granché da eccepire.

Strategia: Comincio col dire che l'utilizzo di un solo slot nel primo turno, per quanto possa apparire poco convincente dal punto di vista strategico, viene ampiamente spiegato da valide ragioni di ragionamento del pg, che ha il pregio di non agire in un certo modo 'perché-mi-va' ma seguendo una logica ben precisa. Inoltre, l'utilizzo di un solo slot tecnica per un turno è una scelta opinabile, ma non necessariamente sbagliata, dunque non un errore che debba necessariamente pesare in maniera negativa sul giudizio. Per il resto la strategia è ben strutturata come una concatenazione di mosse che tendono a mettere in difficoltà un avversario ben più forte di te -e proprio perché mi è molto piaciuto il modo in cui hai giocato ho concesso delle ferite abbastanza pesanti.

Sportività: Subisci quello che c'è da subire, prendi i danni in maniera corretta e soprattutto logica. Vagamente borderline il tuo ultimo attacco: essendo la tua frusta già in contatto con il nemico, era parecchio difficile non venirne fuori senza lamerare, il che se da una parte ti concede un bonus strategico dall'altra pesa leggermente sulla sportività. Ad ogni modo, non c'è nulla di realmente grave da ravvisare.

In conclusione, ti assegno l'Energia Verde e un bonus di 1000 Gold.
A me ne andranno 400 per la gestione dell'arrivo, da ritirare a fine mese.
Benvenuto al Goryo.

 
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13 replies since 18/6/2012, 16:31   277 views
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