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Night's Watch - The Moon and the braves, Prima Notte :: Indagini

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K i t a *
view post Posted on 26/9/2012, 10:29




Night's Watch ❞.
LA PRIMA NOTTE
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« --e credo che potremmo anche finirla! » la strega aprì del tutto la porta e scivolò all’interno della stanza, seguita dalla guerriera, che percorreva l’interno della sala con lo sguardo, colpita da una passata magnificenza che ancora aleggiava tra le mura. Sentiva un leggero fastidio, quasi si fossero modificate le proprie percezioni, che avevano una sfumatura differente, nitida e luminosa, come se cogliesse più cose. Lo sguardo si soffermò sugli uomini vicini: riconobbe Ludvic, uno dei suoi compagni con cui si era separato qualche tempo prima. Lo fissò alcuni secondi, registrando lo stato di – quantomeno apparente – benessere, per poi osservare il vecchio al suo fianco. Aveva l’aria estremamente familiare, ma non riusciva a capire dove l’avesse incontrato; era solo un pizzicore, una vaga sensazione di aver già visto quel volto.

Quello aggrottò le sopracciglia scrutando le due donne appena entrate e sbottò: « Cos'è questa storia? Perché sei qui, Kim? E chi è quella donna? ». Kim non si scompose di fronte alla sequela di domande, si limitò a camminare all’interno della sala, raggiungendone un’estremità, osservando con attenzione uno scrigno che ospitava un medaglione. Allungò la mano e sfiorò con i polpastrelli la cornice d’oro bianco del contenitore, per poi rispondere: « Per lo stesso motivo per cui hai tirato fuori questo». L’ultima parola fu pronunciata con decisione, lasciando intendere che non si trattasse di un semplice ciondolo. « Ho scoperto qualcosa di davvero interessante, Aemon » aggiunse poi. Il rapporto tra i due doveva essere sufficientemente stretto, capì Samael.
L’uomo si accigliò maggiormente, torcendo le dita intorno alla lunga catena che portava al collo. Ecco cos’ha di familiare, pensò la guerriera. Era sicurissima di aver già visto quel monile, solo non riusciva a portare alla memoria dove.
« Il Cavaliere ha avuto un contrattempo, non è riuscito a scovare la donna giusta. » proseguì lei, nel silenzio assoluto « Ho guardato nelle luci della cintura--» « Quelle visioni sono sempre incerte, poco attendibili. » s’intromise finalmente Aemon. « Aye, ma sembra che ci siano tre ombre che giocano contro il Cavaliere. » la donna spostò lo sguardo su Ludvic, sorridendogli leggermente. « Lui guiderà le forze contro l'Erede. Abbiamo ancora tempo, Aemon. » aggiunse, semplicemente.

L’uomo pareva molto combattuto di fronte alle parole della strega, come se non riuscisse a capire se fossero più positive o più negative. «...e comunque non potremmo fare molto, senza il Custode. » disse, dando voce ai suoi pensieri. « Per questo ho portato lei. » spiegò con rinnovata semplicità Kim. L’uomo si voltò verso Samael, come se la vedesse per la prima volta. « La ragazza? » chiese perplesso. « Lei ci porterà dal Custode. » disse la strega. A un tratto il volto di Aemon sbiancò, mentre fissava la donna con crescente stupore. « Le hai dato... » «...la Tremenda Maestà, aye. » concluse Kim, annuendo appena.

Samael aveva seguito lo scambio di battute in silenzio, studiando il comportamento dei due; quando il discorso si spostò su di lei e sul suo futuro operato non poté che intervenire, disorientata: « Cosa... chi è il Custode? Perché dovrei essere io a condurvi da lui?». Aemon si alzò, e fissandola rispose: « Il Custode è la nostra unica salvezza». La strega si voltò verso di lei: « Quella roba che ti ho fatto mangiare... non senti nulla di nuovo?».

Ecco cos’era. « ... sì. E' come se ci fosse qualcosa di nuovo. Estraneo» cercò di spiegare al meglio le proprie sensazioni, anche se era dannatamente difficile riuscire a far capire come realmente si sentisse, come la realtà apparisse diversa, quasi distorta, in un’ottica completamente nuova.
L’uomo ridacchiò, divertito dalle parole usate; « Curiosa scelta di parole» disse poi. La donna invece non si scompose minimamente, continuando a fissarla con intensità: « Ora sei in grado di percepire ogni variazione della Trama Nera».

Cominciava a capire perché quelle insolite sensazioni; cercando di comprendere appieno il nuovo potenziale che la strega le aveva donato seguì appena il dialogo tra i due e Ludvic, anche lui pieno di domande riguardo quegli avvenimenti tanto strani e distorti.
«La mistura che ho fatto assumere alla nostra giovane amica le permetterà di rintracciare il luogo del rituale» la frase pronunciata da Kim la distolse dai propri pensieri, costringendola a concentrarsi sulla realtà circostante. « Cosa dobbiamo fare?» chiese con decisione. La strega si voltò verso di lei, scrutandola: « Appena il Maestro sarà pronto, ci guiderai al luogo del rituale». Fissò qualche secondo la donna, per poi voltarsi verso il Maestro e annuire: era pronta.
L’uomo si voltò verso il terzo, fino a quel momento in silenzio. « Non abbiamo molto tempo. Bowen, fai radunare tutti gli uomini disponibili. » gli disse. « Aye. » rispose pronto lui, voltandosi e incamminandosi verso l’uscita della sala.
Afferrò lo scrigno e ne afferrò il contenuto, mentre il riverbero del medaglione gli illuminava parte del viso, nascondendolo alla vista; lo fissò per brevi istanti e poi lo allungò a Ludvic, aspettando che lo prendesse.

Una fitta le colpì la testa, tanto forte da farle stringere gli occhi. Si portò una mano sulla fronte, nel vano tentativo di frapporre la propria forza a quella del dolore. Poco dopo ecco di nuovo la voce dell’attendente, tornato con nuove notizie: « Astor sta radunando gli uomini. Pronti quando volete.» comunicò prontamente. Il maestro sollevò una mano, concludendo così la conversazione con Ludvic per poi rivolgersi ai tre presenti: « Siamo pronti».




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VARIE ED EVENTUALI



FORMA UMANA
× REC 175 × AEV 125 × PERF 125 × PERM 150 × CAEM 150 ×


PASSIVE


PRESENZA ANGELICA Gli Avatar di stampo angelico non possono nascondere totalmente la loro presenza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro e per le stesse vie. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che gli angeli incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano di energie pari o inferiori all'agente.
Non è importante l'allineamento dell'Avatar. Quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dal sopracitato fattore.
FOR I AM IMMORTAL Fenrir era molto più che una semplice spada per il suo primo possessore: si trattava di un trofeo, della prova tangibile che testimoniava la sua grandezza e -benché non molti ne fossero a corrente- la sua contiguità con un mondo che non era quello dei semplici umani. In Nemarchos risiedevano infatti due nature che sopravvivevano grazie ad un rapporto di perfetta simbiosi, condividendo un corpo che tuttavia era tenuto a subire delle trasformazioni; nonostante questo, quel corpo era in grado di sopravvivere a battaglie estenuanti, di sopportare ferite che avrebbero stroncato qualsiasi altra vita. Questo era dovuto al suo retaggio, a quella doppia natura selvaggia e pragmatica insieme, capace di scatenare una forza vitale ben più salda nella sua linfa di molte altre. Alla morte di Nemarchos, questa forza era ancora così vigorosa, così contraria alla prematura dipartita, che venendo cacciata dal corpo andò a nascondersi nell'oggetto che all'uomo era stato più caro, e che insieme era testimonianza di questa sua particolare natura. Pur rimanendo quiescente all'interno della lama, la forza vitale di Fenrir si trasmette al portatore, rendendolo capace di sopportare un numero virtualmente infinito di ferite, che sembreranno rimarginarsi immediatamente (nonostante i malus a queste afferenti, quali sanguinamento, perdita di forze, incapacità di movimento ecc. ecc.), rendendolo di fatto immortale. L'unica maniera per uccidere colui che possiede la Zanna dei Lupi, è decapitarlo [Abilità Passiva - Immortalità, possibile morte solo tramite decapitazione].
L'ABITO FA IL MONACO Il demonio non si presenta sotto un unico aspetto. Come potrebbe? Egli deve convincere ognuno, deve piacere a tutti. E per questo deve mostrarsi loro nelle vesti che più li rassicurerebbero, che più li convincerebbero ad avere fiducia in lui.
Non c’è quindi da stupirsi se anche suo figlio è quindi in possesso di una tale facoltà. Non lui, ovviamente, perché mai potrebbe eguagliare il padre, bensì i vestiti che furbescamente indossa. Essi, infatti, appaiono ad ogni interlocutore nella forma che sarebbe più utile a rassicurarlo e farlo sentire a proprio agio. Ognuno dei presenti vedrà il portatore indossare un indumento differente e nessuno potrà dire di aver visto la reale forma di queste miracolose vesti. [Passiva_ e' una difesa psionica e come tale può essere bypassata]
L'ELEGANZA E' ESSENZIALE Queste vesti, che appaiono così ordinarie agli occhi di tutti, sono in realtà state intessute dell’essenza stessa del Portatore di Luce. Ne costituiscono un’emanazione, un pericoloso artiglio teso verso il mondo dei mortali. Sono, come colui che le ha volute, uniche e insostituibili. Per questo motivo non è possibile che la volgare mano dei mortali possa in alcun modo danneggiarle o distruggerle.
Le vesti di Lucifero saranno indistruttibili per qualsiasi colpo d’arma o d’incanto, che si limiterà a passarvi attraverso senza in alcun modo macchiarle o danneggiarle. I colpi ovviamente, se non opportunamente deviati, andranno però a colpire il corpo del giovane, provocandogli normalmente dei danni.

ATTIVE


REX TREMENDA MAIESTATIS


Nessuno conosce il reale nome di quella misturba biancastra con venature vermiglie. La sua stessa esistenza è avvolta da un alone di mistero: molti sostengono che non esista, altri che sia un estratto di foglie d'Aconito impreziosito dal sangue di un qualche animale potente e sconosciuto. Nessuno ne conosce la ricetta, ma si mormora che solo le Tre della Cintura sappiano come prepara questo potentissimo veleno che, se accompagnato da un bicchiere di Shemie'e diventa una pozione dagli effetti sorprendenti.
Il principale è la capacità del soggetto, di iniziare a percepire i poteri negativi, riuscendo a vedere la dimensione dell'Ombra come sovrapposta alla propria reale -individuandone i vettori, coloro che a lei si sono venduti, percependo l'utilizzo di suoi poteri, anche all'interno di un'area discretamente vasta. Ai suoi occhi, le maglie della Trama Nera saranno perfettamente visibili.
Potrà addirittura indagnare la natura di queste sensazioni, ma solo concentrandosi esclusivamente su quello.
Inoltre, egli sarà in grado di servirsi indirettamente dell'Ombra, lasciandosi permeare dalla Trama Nera e rilasciando l'energia sacrilega sotto forma di una sfera nera lucente, in grado di distruggere ogni cosa al suo passaggio. Tuttavia, il contraltare di quest'ultimo potere è un dazio da pagare alla Trama, un tributo di sangue e sofferenza, perché chi utilizza il potere è nemico e non figlio dell'Ombra.
[Passiva - Auspex sull'elemento Ombra/Sacrilego, il portatore è perennemente in grado di percepire la presenza di Negromanti, Non-Morti, Av. Demoniaci e qualsiasi altra creatura legata all'elemento Ombra/Sacrilego. E' inoltre in grado di percepire distintamente l'utilizzo di una qualsiasi tecnica magica basata sul medesimo elemento, ma senza poterne indagare strettamente né la natura né la potenza.
Consumo Nullo - Una volta rintracciata la presenza di un artificio dell'Ombra, o dell'utilizzo di un potere ad esso legata, il portatore può cercare di indagarne la natura semplicemente occupando uno slot. Se utilizzata in quest, sta al QM decidere quante e quali informazioni dare.
Consumo Nullo, danni Bassi Psionici + danni Bassi Fisici, potenza Media - Il portatore può generare un attacco a bersaglio singolo di potenza media, basato sull'elemento Ombra. La sfera così evocata risulterà di un livello più potente cosntro difese di natura magica, e di un livello inferiore contro difese di natura fisica. L'utilizzo del potere provoca un doppio danno autoinflitto, mentale e fisico -entrambi di potenza pari a Basso.]

ENERGIA
17/100


STATO FISICO


Ferite di bassa entità e contusioni lungo braccia e schiena.

NOTE


Nulla da dichiarare u.u
 
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Orƒ
view post Posted on 26/9/2012, 13:33




Night's Watch - The Moon and the braves
capitolo quinto; di come scoprì i segreti di Dorham

Entra pure, Bowen.
Il maestro fece esordire in quel modo l'entrata di un quarantenne dai capelli rossicci che diede uno sguardo rapido a Ludvic prima di spiegare il motivo di quell'interruzione.
Il maestro lo rassicurò, ma non ebbe tempo di concludere la frase che una donna, seguita a sua volta da una ragazza ben nota a Ludvic, fece capolino nella stanza.
--e credo che potremmo anche finirla!

Il Maestro la riprese subito, mentre la donna si spostava sulla parte più lontana dello scrittoio.
Cos'è questa storia? Perché sei qui, Kim? E chi è quella donna?
Lo sguardo della strega andò a incorniciare il cofanetto che custodiva il medaglione, toccando la sua cornice perfetta e splendente.
Per lo stesso motivo per cui hai tirato fuori questo
Ho scoperto qualcosa di davvero interessante, Aemon.
Ludvic si accorse di quanto il Maestro si stesse irritando mentre toccava ripetutamente la catena appesa al collo.

Il Cavaliere ha avuto un contrattempo, non è riuscito a scovare la donna giusta.
Nessuno osò parlare, nemmeno il Maestro, mentre Ludvic si chiedeva chi fosse questa misteriosa figura del Cavaliere.
Ho guardato nelle luci della cintura--
Il vecchio la interruppe: “Quelle visioni sono sempre incerte, poco attendibili.
Aye, ma sembra che ci siano tre ombre che giocano contro il Cavaliere.” Aggiunse la strega a favore della sua tesi; diede un'ultima occhiata e regalò un mezzo sorriso all'indirizzo di Ludvic
Lui guiderà le forze contro l'Erede. Abbiamo ancora tempo, Aemon.
La speranza si riaccendeva, le idee della strega piacevano molto a Ludvic poiché affini alle sue: se c'era qualcuno che cercava di richiamare l'Ombra, bisogna fermarlo ad ogni costo.
...e comunque non potremmo fare molto, senza il Custode.
Per questo ho portato lei.
Ancora un problema a cui la strega Kim aveva già posto rimedio.

Nonostante la sua chiara cecità, il vecchio si girò di scatto verso la ragazza come se potesse vederci perfettamente.
La ragazza?
Lei ci porterà dal Custode.
Il maestro rimase quasi spiazzato, sembrava che la soluzione trovata dalla strega lo preoccupasse fin troppo.
Le hai dato...” “...la Tremenda Maestà, aye.

La ragazza finalmente cominciò a parlare, mentre Ludvic se ne stava in disparte ad ascoltare.
Ci fu uno scambio di battute tra Samael, Kim ed Aemon, dove venne spiegato come la ragazza avesse ottenuto la capacità di avvertire qualcosa nella Trama Nera.
Ludvic ne rimase un attimo confuso, aveva compreso solo a grandi linee il complesso svolgersi degli eventi che aveva attraversato il viaggio dei due tra le viee di Dorham.

Si rivolse al Maestro: "Quindi è lei la nostra ultima speranza? Rispondi a qualche domanda prima: chi sono queste persone? E soprattutto, chi è il Cavaliere?"
"Lei è Kim, una delle Tre Signore dalla Cintura. E tutti noi siamo l'ultima speranza, in attesa di trovare il Custode."
La donna indicata fece un mezzo inchino.
"Onorato."
Il maestro rispose: "Nessuno conosce la vera identità del Cavaliere, di lui si sa soltanto che si è insediato a Dorham subito dopo il Capodanno Rosso."
"Quindi non abbiamo tempo da perdere, se il Cavaliere si trova a Dorham dobbiamo scovarlo e sconfiggerlo. Qualche idea su dove potrebbe trovarsi? Non c'é un modo per rintracciarlo?"

La strega Kim rise sonoramente e bloccò l'entusiasmo di Ludvic con una frase: "Con calma, giovanotto!"
"Ma dove l'hai trovato questo? Gioventù irruenta."
Continuò la donna rivolgendosi al Maestro, quest'ultimo guardò il cavaliere con sguardo torvo e riprese: "Il Cavaliere durante il rituale di stanotte cercherà di benedire l'Erede Oscuro, un figlio dell'Ombra in grado di fungere da vettore. Se dovesse riuscirci, l'Ombra potrebbe attraversare il varco nonostante la presenza del Custode."
"La mistura che ho fatto assumere alla nostra giovane amica le permetterà di rintracciare il luogo del rituale."

Il dubbio di Samael era lecito: cosa dobbiamo fare? La strega rispose secca che dovevano attendere che il Maestro fosse pronto, non potevano agira prima evidentemente.
Sia Ludvic che la ragazza annuirono e osservarono il Maestro, attendendo maggiori delucidazioni.
Questo si rivolse a Bowen, l'uomo entrato per primo nella stanza, e lo inviò a radunare più uomini possibili.
Quindi prese lo scrigno e lo apri con un mezzo sorriso compiaicuto, mentre sul suo viso rugoso i riverberi oscuri facevano capire che il rituale era concluso.
Prese il medaglione e lo porse a Ludvic che lo afferrò saldamente tra le mani e ne osservò i colori oscuri.
Sorrise tra sé e sé, osservando quanto ironicamente quel medaglione si accomunasse al proprio animo.
"Questo medaglione, può fare qualcosa contro il Cavaliere?"
"Contro il Cavaliere? No, non esattamente. Quell'amuleto servirà a proteggerti dall'Ombra."

Se lo sarebbe fatto bastare.
"Quindi, cosa dobbiamo attendere ora?"
Improvvisamente rientrò Bowen, avvertì che gli uomini erano pronti a partire quando volevano.
Aemon indicò con la mano che quella era la risposta per Ludvic ed esclamò:
"Siamo pronti."
Perfetto.


Ludvic Dmitri Greymoor
275 ~ 200 ~ 200 ~ 300 ~ 225
Consumi - 55%;
Status - Danno alla schiena (Basso), danno al volto (Basso), contusioni per caduta (Medio); Deciso.

Cuore d'Ossidiana | la spada - Spada bastarda (riposta);
Bocca di Fuoco | la pistola - Pistola a pietra focaia [5/5] (riposta);
Anima d'Acciaio | l'armatura - Corazza di Piastre (indossata);
---
words can not say, words full of vile darkness - passiva razziale (immunità alle influenze psioniche passive), alzare difese istantaneamente in modo inconscio, difese 360° con potenza pari al consumo;
---

Vai vai. :zxc:
 
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view post Posted on 26/9/2012, 22:57
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Suzushikei
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Dalle Cronache
dell'Angelo dal Cuore di Tenebra



Night's Watch...
Dorham, la città dei paradossi, atto sesto...


Tutto ebbe termine così come era cominciato.
L'intero scontro non durò che una manciata di minuti, sancendo quello che poteva definirsi una “tregua Forzata”. Qualcosa aveva reso sospettosi i due lupi su cui si era avventato il monaco. In un primo momento la causa sembrò imputabile alla creatura evocata dal Dottore, un'evocazione generata dal peggiore degli incubi. La sua presenza aveva cambiato gli equilibri in gioco, lasciando il terzetto libero di agire, mentre il branco si posizionava a protezione del capobranco.
Ma le cose non erano così semplici come sembravano, soprattutto non durante quella notte infinita.
Un urlo echeggiò nell'aria, straziante, che fece gelare il sangue nelle vene al giovane Avatar.
Un grido a cui si unì un rintocco, un unico rintocco, sufficiente in quella mescolanza di suoni per rendere l'atmosfera ancora più sinistra.
Un segnale, cui seguì il rumore di metallo contro metallo che sosteneva il ponte levatoio durante la sua discesa verso il terreno, come a voler dare il benvenuto ai suoi nuovi ospiti.
Peccato che il terzetto avesse ancora qualche problema di fiducia da risolvere, nel momento in cui i lupi erano tornati a fondersi con la natura circostante.
Non ci voleva molto a capire che Raan non amasse particolarmente i “prodotti artigianali” di proprietà di De Lussan, per cui lo stesso Kirin si era ritrovato suo malgrado ad osservare l'intera scena con espressione guardinga, mentre stringeva a sé, con fare protettivo, il cucciolo di Drago.


Da quale Inferno proveniva quella creatura... Una domanda diretta quella posta dal monaco al Dottore; quesito condiviso anche dall'angelo, per quanto non fosse l'unico ad affollarsi nella sua mente.

«Interessante osservazione, Raan.» esordì subito dopo, cercando di recuperare il sangue freddo «Per quanto io sarei interessato ad avere qualche delucidazione in più su tutta la storia. E non parlo soltanto della creatura che sembrerebbe aver spaventato il branco di lupi. Si può sapere che diavolo era quell'urlo? E perché all'improvviso mi sembra di scorgere un chiaro invito ad entrare, quando fino ad un attimo prima un branco di lupi sembrava tutt'altro che intenzionato a lasciarci il passaggio libero?»

Domande che si persero nel vuoto. Il Dottore aveva il dono di glissare sugli argomenti più spinosi, che in quella particolare situazione riguardavano in definitiva l'intera faccenda, evocazioni comprese. Tra un sogghigno e una battuta che probabilmente era più da considerarsi come una minaccia non troppo velata, De Lussan aveva reso chiaro una cosa: stavano collaborando per ordine di Laurens; in un altro ambito sarebbe potuto essere il loro peggiore nemico.

Morire per un segreto rivelato, ci mancava solo quello per completare il bucolico quadro.

La replica di Raan arrivò tempestivamente.


«Tieni quella cosa lontana da me ed andremo d'amore e d'accordo, Dottore.» E al ragazzo non sfuggì lo sguardo minaccioso del compagno, che accompagnava un tono di voce fin troppo tagliente, rivolto alla loro “Guida” «Fai strada.»

E se la decisione di accettare l'invito ad entrare era stata presa, si doveva ancora lavorare per smussare quelle piccole “incomprensioni” che potevano risultare problematiche in caso di scontro. O per essere più realistici... Al loro prossimo scontro con qualunque cosa si celasse oltre il ponte levatoio.

«Sinceramente preferirei fosse il "Loro" suicidio di massa.» considerò Kirin, mettendosi per buona pace del gruppo tra Raan e De Lussan «D'accordo, andiamo, dato che si è deciso di non attendere oltre il resto del gruppo.»
Per il momento avrebbe evitato di insistere ulteriormente alla ricerca di informazioni che il Dottore si stava guardando bene dal rivelare, focalizzandosi sul tentare di sopravvivere a quella nottata.
In conclusione, nessuno dei tre aveva intenzioni di morire da lì a breve, “Signori” del maniero permettendo; i loro commenti in qualche modo servivano ad esorcizzare l'aria malsana che si respirava in quel luogo.

L'avatar rimase in silenzio durante il tragitto che li separava dal maniero, fermandosi solo un breve istante ad osservare quelle luci di un blu sbiadito che costellavano il fossato.
Una volta all'interno il sonoro schianto della grata di metallo che si chiudeva dietro di loro, mise chiaro ai tre invitati, che non si accettavano ripensamenti dell'ultimo minuto.


« Questo castello ci ama, parola mia.» Sarebbe stato quasi da sorridere a quel commento del giovane monaco, se non fosse stato per la situazione pessima in cui si trovavano.

«Giusto per essere sicuri che nessuno di noi potesse avere dei ripensamenti. Che premurosi "Padroni di Casa".» Osservò, in tono sarcastico Kirin, facendo eco alle parole del compagno. «Se De Lussan vuole farci da guida, non ho nessuna obiezione al riguardo, purché andiamo da qualche parte. Questo cucciolo comincia a pesare e non ho la più pallida idea di come fare a svegliarlo!» Aggiunse ignorando il repentino cambiamento di Raan, dal “non mi fido del Dottore” all'elevarlo a Guida del gruppo.

Ai suoi occhi il maniera sembrava il tipico castello in rovina, disabitato da tempo immemore. Tutto era stato lasciato nel più totale abbandono. L'angelo si guardò intorno alla ricerca di qualche indizio, ma non gli parve di trovarne. Stalle vuote, sterpaglia sotto i suoi piedi, la torre devastata probabilmente da un fulmine, il campo d'armi e gli alloggiamenti con porte e finestre bloccate da assi inchiodate. La più totale desolazione. A questo punto, tanto valeva dirigersi verso l'ingresso principale costituito da tre porte. Ma prima che Kirin potesse anche solo procedere di un altro passo, Raan si rivolse a lui.


«Alt, raccogliamo un attimo le idee: tu cosa sei riuscito a scoprire sul Sole Notturno e i Lupi di Dorham? Perché io ho avuto una nottata terribile - e temo andrà peggio.»

Non era così facile replicare. L'avatar si perse del tempo per riunire i pensieri, mentre il Dottore spiegava il suo “Piano d'Azione.” Per quanto fossero stanchi e l'idea di riposare tentava anche l'angelo, probabilmente era più saggio proseguire.
Per quanto anche Raan fosse d'accordo nel proseguire, aveva ancora qualche quesito da porre.

«Prima però voglio sapere a cosa andiamo incontro. Non sono propriamente pratico del genere di magie che sfoggiate da queste parti.»

«Sapere a cosa andiamo incontro non dispiacerebbe neanche a me.» considerò, riflettendo sul fatto che il monaco avesse ragione a chiedere a cosa stavano per andare incontro. «Per quanto riguarda le informazioni in mio possesso, purtroppo è stata una nottataccia infame anche per me. Non sono sicuro che quello in cui mi sono imbattuto possa essere collegato alle nostre ricerche, però mi sono trovato invischiato nei piani del Cavaliere, chiunque esso sia. So che si è insediato a Dorham circa sei mesi fa, poco dopo il Capodanno Rosso, che nessuno ne conosce l'identità, che il suo stemma, una mia supposizione in base a quanto ho avuto modo di vedere, è un blasone raffigurante un teschio sormontato da due alabarde incrociate e si dice che abiti nella parte alta della città, a villa di Rebelloise. In realtà la persona che mi ha fornito quest'ultima informazione suppongo volesse farmi finire in una qualche sorta di trappola. In quella dimora ho incontrato tre individui particolari. Mi hanno dato la sensazione che fossero come animati da qualche istinto ferale; beh di sicuro uno dei tre, quello dai capelli oro rosso... Distruzione, sempre sia il suo vero nome. Gli altri due, erano un vecchio dai capelli bianchi con i tratti orientali e un tizio dal volto simile ad un sorcio. Quello che so è che volevano bloccare i piani del Cavaliere e per farlo non si sarebbero fermati davanti a nulla. La vita di pochi in cambio della salvezza di molti... Sono andato con loro attraversando un tunnel che ci ha portato in un'altra villa, villa Monfilles. Una botola che che ci ha portato all'interno di una delle sue segrete, dove si trovavano prigionieri... Elmara e il suo cucciolo di drago... Purtroppo lei è caduta in battaglia. Non so di preciso come fosse finita in quel luogo, ma so che per il rituale per trasferire i poteri dell'Ombra all'Erede in modo da provocare uno squarcio nei cieli di Asgradel o quello che è, serviva una ragazza dai capelli rossi. E che tale rituale era per questa notte. Purtroppo ignoro l'esatta locazione...» distolse per un istante lo sguardo dai due «...Quei tre sono riusciti a raggirarmi e ho perso le loro tracce. Non sapendo dove fossero andati, mi sono diretto il più rapidamente possibile nel luogo dell'appuntamento per riferire quello che era successo e della morte di uno dei nostri compagni.»

Ovviamente, come da manuale, anche questa volta De Lussan rimase sul vago.
La morte della paladina sembrò rattristare sinceramente il giovane monaco.
In un modo o nell'altro quelle guardie l'avrebbero pagata, questo era certo...

«La vendicheremo, ma prima vediamo di uscire vivi da questo luogo.» rifletté serio l'avatar.

Superato il primo ostacolo, i suoi compagni scelsero di dividersi occupandosi di una delle tre vie d'accesso ai piani superiori.
Il giovane monaco scelse di imboccare la scalinata alla loro sinistra che faceva da ala a quella centrale, scelta dal Dottore.


E fortuna che era stato appena detto che non fosse saggio dividersi. pensò tra sé, mantenendo lo sguardo vigile.

«Raan, vengo con te. Non mi pare tu abbia un "compagno" che ti possa guardare le spalle.» commentò Kirin, cominciando a seguire il giovane monaco, guardingo.
Sapeva di aver lasciato scoperta una possibile via che andava sorvegliata, ma allo stato attuale delle cose non poteva fare molto a parte supportare i suoi compagni.

Il primo a comunicare le proprie scoperte fu proprio De Lussan, che alzò di proposito il tono della voce per farsi udire.


«Qui vedo un lungo corridoio con colonne ai lati, tante porte e due corridoi. Voi cos'avete trovato?»

«Da quanto riesco a vedere, davanti a noi c'è un corridoio lungo che termina con un ampio portone; una delle due ante sembrerebbe scardinata. Cosa ci sia oltre non saprei... Però lungo le pareti laterali ci sono delle porte chiuse con assi inchiodate.» replicò con lo stesso tono di voce «Raan, tu noti altro?» aggiunse con voce meno squillante.

Senza procedere oltre non avrebbero ottenuto altre informazioni. Una volta che il Dottore lì ebbe raggiunti perseguirono in gruppo verso il portone con l'anta fuori asse.

Mentre i suoi due compagni si sarebbero occupati di esaminare la porta, Kirin scelse per sé un ruolo di supporto.


«D'accordo, però, per ogni evenienza, io mi concentrerò maggiormente sul guardarvi le spalle. Non sappiamo cosa abbiamo lasciato dietro di noi.» esordì, mentre cercava di bilanciare al meglio il peso di Sally sulle braccia, preparandosi spiritualmente al peggio.

«Oh oh oh. Una chiesa sconsacrata? Una sala del trono? In ogni caso, avanziamo con prudenza. Ad occhio non sembrano esserci pericoli, ma in questo labirinto sappiamo che c'è qualcuno quindi non abbassiamo la guardia alla prima stanza vuota che troviamo.»

Di certo l'avatar non l'avrebbe fatto.

«Perché ho come l'impressione che entro breve si farà vivo il comitato di benvenuto? Troppo facile che sia solo una semplice sala abbandonata.» commentò, guardandosi attorno, seguendo i compagni.

Eppure come a volersi burlare dei timori dell'angelo, quello che li accolse fu solo la polvere depositata dal tempo. Nessuno sembrava aver varcato quel luogo da chissà quanto. E a giudicare dai segni di devastazione del mobilio doveva essersi scatenata all'interno un'immane potenza distruttiva... Tale da aver abbattuto anche una delle ante del portone.


«Che genere di rituale è stato eseguito, qui??» Una domanda retorica da parte di Raan, un commento a cui era quasi preferibile non provare a rispondere.

Guardandosi in giro, l'attenzione del ragazzo fu catalizzata sulla statua che si trovava dietro l'altare.
Statua che con il suo viso senza connotai, ricordò in maniera fin troppo inquietante il Cavaliere.


«Sembra quasi l'effige del Cavaliere... una persona senza identità, come... un volto senza lineamenti... Ma non è possibile...» mormorò l'avatar. «Per caso qualcuno di voi ha qualche idea di chi possa rappresentare quella statua?» chiese, rivolto ai suoi compagni.

Dubbi che non furono sfatati né confermati. Non c'era tempo per altre illazioni.
Il loro compito era proseguire e se quella era una stata senza uscita, dovevano tornare indietro.

Ma non prima che un secondo rintocco rompesse il tetro silenzio di quel maniero ed echeggiassero nell'aria due solo parole pronunciate con un tono di voce lontano, distorto.


"...al terzo rintocco!".

Poi, ancora una volta, l'edificio si chiuse nel più assoluto silenzio.

«Da dove veniva? Ovunque fosse, è quella la nostra direzione.»

...Al terzo rintocco... Ha tutta l'aria di una sentenza... di morte... rifletté tra sé, mentre il Dottore proponeva la nuova via da seguire.

«Si sono concorde a seguire questa linea d'azione.» osservò Kirin, rivolto a De Lussan «Purtroppo non sono riuscito a capire da dove provenisse quella voce; però temo che il tempo a nostra disposizione per cercare di fare qualcosa sia ormai agli sgoccioli, se le mie supposizioni si rivelassero esatte. Se abbiamo solo l'intervallo tra un rintocco e l'altro, considerando come primo quello accompagnato dall'urlo e il secondo quello appena udito,... dobbiamo cercare di ridurre i possibili luoghi dove andare a cercare, prima che scocchi il terzo. Sarebbe troppo scontato tornare indietro ad esplorare la zona che avete intravisto voi, De Lussan? Sono consapevole che potrebbe trattarsi di un tentativo a vuoto.»

Tornarono indietro verso la scalinata principale e mentre Raan si occupava di ispezionare la zona di centro, il Dottore si offrì per controllare uno dei due corridoi che facevano da ali, offrendo l'altro all'angelo.

«Tu, principessina, ti sei guadagnata l'altro corridoio. Dimmi cosa vedi, nel caso.»

Quando tutto questo fosse finito avrebbe cercato di inculcare al Dottore la differenza tra uomo e donna, nel frattempo si limitò a sorvolare sul soprannome dirigendosi dove gli era stato detto, sempre con Sally tra le braccia.

Il ragazzo risalì le scale, trovandosi in quello che sembrava un piccolo atrio da cui partiva un corridoio che costeggiava una sala che aveva tutto l'aspetto di una sala del trono. Immensa, con arazzi amaranto che ornavano le pareti, un tappeto dai colori indecifrabili e una sorta di scranno. Fin qui tutto normale se non fosse stato per un particolare per nulla trascurabile. Provenendo da tre diverse direzione, il gruppo aveva avuto il perfetto tempismo di interrompere la conversazione di due uomini, o per essere esatti due creature dall'aspetto umanoide, semitrasparenti ed argentei. E la situazione non sarebbe esattamente precitata se le suddette creature non avessero interrotto la loro conversazione, accorgendosi della loro presenza.


Porca puttana! Esclamò, mentalmente Kirin.

Riepilogo

Kirin, l'infante umano:
~ReC [250] ~AeV[100] ~PeRf[75]~PeRm[325] ~CaeM[150]

Zeross, l'avatar angelico:
~ReC [275] ~AeV[150] ~PeRf[150]~PeRm[475] ~CaeM[100]

Stato Energetico Residuo: 25%
Energie Consumate nel turno: -
Stato Fisico: Ferite di entità complessiva Media sparse su tutto il corpo; lacerazione di entità bassa al polpaccio sinistro
Stato Psichico: Tendente all'ascetico
Osservazioni: -

~Tecniche usate: -

~Passive

Carisma:
Kirin ha il dono di ispirare fiducia in chiunque incroci il suo sguardo o ascolti la sua voce. Questa abilità conferisce un'aura passiva di charme che sostituisce l'abilità passiva razziale dell'Avatar Angelico. (Abilità Personale)

Telecinesi Superiore: Liv II Esper
A questo livello di consapevolezza della propria mente, Kirin riesce ad avere un maggior controllo sulla telecinesi. Per l'angelo risulterà naturale muovere il proprio equipaggiamento con la sola forza del pensiero, senza alcun dispendio energetico, ma a distanze limitate rispetto la propria posizione.

~Equipaggiamento

Lama Oscura: Oggetto magico (Oggetto più Abilità Attiva sigillata)
Arma delle dimensioni di un coltello.

Eternal Mail: Armatura

Genbu: Buckler (Oggetto più Abilità Attiva sigillata)

Oggetto di Background, Puppet
 
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view post Posted on 27/9/2012, 11:41




Le grida terrificanti tagliarono l'aria notturna cmoe una mannaia affilata.
Erano così disumane ed inattese da lasciare senza fiato, e far tremare le membra.
Fu come ricevere un pugno dritto nello stomaco: l'ansia lo prese rapace, lasciandolo inquieto ed a disagio.
Si guardò attorno febbrile, notando la ritirata dei lupi solo con un istante di ritardo: ciò che catturò la sua attenzione fu il terribile essere putrefatto che si stagliava immediatamente alle sue spalle. Era colossale, solido, ma dal suo corpo si levava un nauseante puzzo di morte e malvagità. Era un cadavere ambulante, un abonimio della natura: Raan rimase atterrito da quell'immagine, incapace di distogliere lo sguardo dagli occhi senza vita delle bestia umanoide.

« Cosa... »

Si riprese dopo qualche attimo, balzando indietro di qualche passo e riprendendo la propria compostezza guerriera.
« E' questo l'essere che ha spaventato i lupi?? », esordì allarmato, incredulo dinanzi ad un mostro simile. Non aveva mai visto, nè udito, nulla di simile: era semplicemente spaventoso, uscito intero e vivido direttamente da un incubo.

« Da quale inferno proviene?? »

Kirin strinse a sè il cucciolo di drago che teneva tra le braccia, un famiglio che Raan precedentemente aveva visto sulle spalle di Elmara. Perchè...?
« Interessante osservazione, Raan. », esordì il giovane guardingo. « Per quanto io sarei interessato ad avere qualche delucidazione in più su tutta la storia. E non parlo soltanto della creatura che sembrerebbe aver spaventato il branco di lupi. Si può sapere che diavolo era quell'urlo? E perché all'improvviso mi sembra di scorgere un chiaro invito ad entrare, quando fino ad un attimo prima un branco di lupi sembrava tutt'altro che intenzionato a lasciarci il passaggio libero? »

Le energie del monaco, tuttavia, erano catalizzate più sul nemico dinanzi a lui che sul Sole Notturno; l'idea di un mostro risvegliato nel sonno eterno della morte per imperversare sul mondo dei vivi gli risultava semplicemente rivoltante.
E, incredibilmente, Ravenue gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla possente spalla di carne ricucita e pelle tesa.
Il non-morto immediatamente si accasciò, sfilacciandosi, come se si trattasse di una semplice bambola di pezza, una marionetta priva del suo manipolatore.
« Da dove viene? È un simpatico prodotto di natura artigianale. », rispose, il tono tranquillo e mellifluo. Un sorrisetto soddisfatto aleggiava sul volto del Dottore, come se stesse parlando di un sottoposto capace, o di un figlio meritevole. « Non posso entrare più nei dettagli, o dovrei ucciderti, dopo. O chissà, forse dovrei già cominciare a pensarci. »
De Lussan sogghignò visibilmente pronunciando quella mezza minaccia, una frase a cui Raan rispose silenziosamente con un'occhiata intimidatoria. Improvvisamente aveva perduto tutta la propria benevola ammirazione per quell'uomo, sostituita da sospetto e una buona dose di paura per ciò che aveva evocato, e legato a sè. « I lupi sono stati spaventati da qualcosa sicuramente più pericoloso di loro. Vuol dire che siamo ufficialmente invitati ad un suicidio di massa. Andiamo. Non abbiamo molta scelta, e se dobbiamo morire voglio farlo in fretta. »
« Sinceramente preferirei fosse il "Loro" suicidio di massa. », interloquì Kirin, leggendo tra le righe la tensione tra i due e dividendoli idealmente con la sua presenza. « D'accordo, andiamo, dato che si è deciso di non attendere oltre il resto del gruppo. »
Raan, per nulla convinto, guardò torvo il dottore, annuendo però alle parole dell'altro compagno di battaglia. « Tieni quella cosa lontana da me ed andremo d'amore e d'accordo, Dottore. », commentò, tagliente, ora prendendo le distanze dall'uomo. « Fai strada. »
Ravenue si avvolse stretto dentro al manto nero che indossava, un'espressione rilassata sul volto adulto.
« Tranquilli, anche io sono troppo giovane per lasciarmi morire facilmente. »

Si avvicinarono al castello in rovina, valicando quel centinaio di metri che fino a qualche minuto precedente era stato invaso da orde di lupi feroci. Ad ogni passo, le ombre del Sole Notturno svettavano sempre più prominenti e minacciose su di loro, come se la notte calata sul mondo già non fosse sufficiente a trasformare un rudere in un ricettacolo di paure e orrori silenti.
Fuochi fatui tinti dell'azzurro delle anime perdute si annidavano nel fossato della fortezza, osservandoli immobili nella loro stasi ultraterrena. Quando attraversarono il ponte levatoio calato da chissà quale mano eterna, facendo il loro ingresso nella corte interna, la pesante grata metallica che rinforzava i bastioni calò inesorabile; ogni ripensamento era loro precluso, ora.
« Questo castello ci ama, parola mia. », sospirò il monaco sconsolato. « Giusto per essere sicuri che nessuno di noi potesse avere dei ripensamenti. Che premurosi "Padroni di Casa". », rincarò la dose Kirin. Raan si rivolse quindi al Dottore, l'unico che sembrava sapesse quale fosse la loro missione: « Nuove istruzioni? »
L'amico dai capelli violacei, al suo fianco, si sentì in dovere, non a torto, di precisare. « Se De Lussan vuole farci da guida, non ho nessun'obiezione al riguardo, purché andiamo da qualche parte. Questo cucciolo comincia a pesare e non ho la più pallida idea di come fare a svegliarlo! »
« Perfetto, tanto nessuno di noi voleva tornare indietro, no? Dunque, sempre dritti. »
Ravenue non sembrò neppure pesare le parole dei suoi due compagni: proseguì infatti imperterrito, incurante di ogni altro dettaglio, come se l'atmosfera lugubre o i tanti interrogativi non lo tangessero affatto.

La corte interna del castello era disseminata di sterpaglie, erbacce e una buona dose di incuranza protratta per un paio di secoli. Gli edifici attorno a loro erano chiaramente abbandonati, e tali erano rimasti sino ad oggi: assi di legno inchiodavano porte e finestre di alloggiamenti e magazzini, e non un animale abitava le stalle, nè un soldato s'addestrava nel campo d'armi. Nonostante il buio, riuscirono a scorgere l'alta rovina di una torre tranciata a metà da quello che probabilmente era stato un fulmine - o peggio.
Prima di muoversi in direzione del portone principale al mastio, Raan si voltò verso Kirin, domandando notizie. « Alt, raccogliamo un attimo le idee: tu cosa sei riuscito a scoprire sul Sole Notturno e i Lupi di Dorham? Perchè io ho avuto una nottata terribile - e temo andrà peggio. »
Decisamente, quella non era stata tra le sue missioni più riuscite.
Come al solito, De Lussan sembrò ignorare le idee da loro formulate: « Questo sembra un posto tranquillo. Se volete possiamo riposarci qui per un po', ma con i suoni strani che provenivano dai dintorni preferirei approfittare del fatto d'avere ancora i muscoli caldi e darmi da fare, almeno per identificarli. »
Dal canto suo, Raan approvò il tentativo del Dottore di saggiare la resistenza delle massicce porte chiuse del castello, ma a quel problema sarebbe stato lui, e la sua forza, ad ovviare. « Prima però voglio sapere a cosa andiamo incontro. Non sono propriamente pratico del genere di magie che sfoggiate da queste parti. »
Kirin non fece attendere le informazioni che Raan cercava, concorde con lui sul brainstorming prima della perlustrazione interna. Gli narrò del Cavaliere, l'uomo di cui il monaco aveva sentito parlare alla locanda, e riconobbe il trio con cui per poco non aveva combattuto alla Nuova Virago dalla descrizione di Distruzione. Ciò che restava sembrava il racconto di un empio rituale per squarciare i cieli, o un'apocalisse di simile natura, che non piacque affatto allo Jellbraxi. Una cerimonia con una vittima sacrificale, celebrato quella stessa notte. Non riusciva bene a collocare i tre uomini d'arme, però: l'oste gli aveva detto che lavoravano per il Cavaliere, mentre Kirin ne parlava come se volessero ostacolarlo; che stessero facendo il doppio gioco? Difficile dirlo.
E, forse, tutto ciò non riguardava per nulla il Sole Notturno.
Oppure, tutto vi ruotava attorno, e ciò avrebbe giustificato le grida disumane e le assurde magie che stavano vivendo.
E poi, l'Ombra... Non potè fare a meno di ricordare il crogiolo d'oscurità dal quale era uscito l'uomo eterno delle sembianze di Laurens de Graaff,
"l'uomo che avrà importanza nella tua morte".

« Perfetto. Quindi è inutile stare con le mani in mano. », tagliò corto Ravenue, troncando il filo di riflessioni del monaco. « Qualsiasi cosa stia accadendo qui, non abbiamo dati a sufficienza per pianificare qualcosa. Limitiamoci ad andare avanti facendo il meno rumore possibile. »
Questa volta fu il turno di Raan di ignorare il Dottore. Era sinceramente dispiaciuto per la morte dell'elfa, giustiziata in maniera ignobile e barbara da sconosciuti senza scrupoli. Kirin sembrava aver preso a cuore la sua compagna di missione, anche se solo per qualche ora, e chi era Raan per negare quel sentimento?
« Mi dispiace per Elmara. », disse. « Avremo modo di farla pagare ai suoi assassini. »

Si avvicinò al portone, esaminando gli assi che lo inchiodavano.
« Non penso di riuscire ad aprirle silenziosamente. Chi abita queste rovine sa già che siamo qui. »
Con qualche fatica, tuttavia, riuscì a smuovere i blocchi e ad aprirne i pesanti battenti, entrando così nel castello vero e proprio.
Dinanzi a loro si stagliò un modesto atrio semicircolare, che diramava due alle proprie estremità due rampe di scale di forma convessa che si riabbracciavano su un terrazzamento qualche metro più in alto. Torce consumate costellavano le mura della sala, spente e inutilizzabili. Direttamente innanzi a loro, poi, la scalinata principale si innalzava verso il piano superiore.
« Vado a dare un'occhiata lassù. »
« Di solito è nei piani più in alto che si trova chi si cerca. E nei piani più in basso che si nasconde chi vuole attaccare. Resta visibile e non allontanarti troppo, non dividiamoci. Io salgo a vedere sopra. »
Kirin seguì lo Jellbraxi su per la rampa di scale di destra, in direzione del terrazzamento. Tutto sommato, a Raan non dispiaceva la compagnia del giovane guerriero: sapeva il fatto suo e ne aveva dato prova contro i lupi, ma non solo: non pareva d'indole malvagia, e questo al monaco importava più di ogni altra cosa.
A mezzo-piano, scorsero una lunga fila di porte sprangate; in fondo al corridoio, a malapena visibile per via del buio, un'unica, enorme porta si alzava verso il soffitto, parzialmente divelta - o squarciata - da qualcosa ben più potente di un piede di porco. Impossibile vedere oltre.
La voce di De Lussan si fece sentire dall'atrio sottostante: « Qui vedo un lungo corridoio con colonne ai lati, tante porte e due corridoi. Voi cos'avete trovato? »
« Da quanto riesco a vedere, davanti a noi c'è un corridoio lungo che termina con un ampio portone; una delle due ante sembrerebbe scardinata. Cosa ci sia oltre non saprei... Però lungo le pareti laterali ci sono delle porte chiuse con assi inchiodate. Raan, tu noti altro? »
Raan scosse la testa, riflettendo. Era improbabile che le porte sbarrate fossero state utilizzate di recente, quindi le loro uniche opzioni stavano nello scoprire dove conducevano le porte e i corridoi individuati dal dottore, oppure oltrepassare quella porta scassinata e scoprire chi ne fosse l'artefice. « Io propongo di andare là in fondo. Il Dottore è dei nostri? »
Ravenue li raggiunge, invocando prudenza e, nel caso, di fare dietrofront per controllare l'altra sala. Kirin si prese la retroguardia, mentre Raan si avvicinava alla porta, guardingo, per sbirciarvi attraverso e valicarla.
Non si udiva nulla all'interno, e ciò che si riusciva a vedere dell'interno erano panche in legno ben lontane dall'essere poste in ordine, il più delle quali mezze distrutte o carbonizzante, e ciò che sembrava essere un altare, là in fondo alla stanza.
« Oh oh oh. Una chiesa sconsacrata? Una sala del trono? In ogni caso, avanziamo con prudenza. Ad occhio non sembrano esserci pericoli, ma in questo labirinto sappiamo che c'è qualcuno quindi non abbassiamo la guardia alla prima stanza vuota che troviamo. »
« Perchè devo sempre infilarmi in situazioni inquietanti...? », mormorò lo Jellbraxi a denti stretti, avanzando circospetto. Aveva la pelle d'oca e la paura, sorda, gli stava rodendo il fegato.
« Perché ho come l'impressione che entro breve si farà vivo il comitato di benvenuto? Troppo facile che sia solo una semplice sala abbandonata. »

Contro ogni aspettativa, invece, fu proprio quella: la polvere era ferma, e sembrava che nessuno fosse stato lì da molti, molti anni. Le panche erano fissate al pavimento, per metà bruciate e per metà distrutte, in corrispondenza con lo squarcio nella porta, come se un unico colpo violentissimo avesse sfondato tutto - ma non osavano immaginare quale potenza dovesse avere quel colpo. In fondo alla sala si levava proprio un altare, rialzato di tre gradini. Sulla parte frontale v'era un'ara con un'incisione in caratteri sconosciuti, e, alle sue spalle, una statua: un uomo con un'ampia veste e il volto liscio, privo di connotati, per metà coperto da un cappuccio.
Era evidente che nessuno era transitato qui nel recente passato. I segni di distruzione nella cappella, tuttavia, erano spaventosi. « Che genere di rituale è stato eseguito qui?? », domandò Raan retorico.
L'attenzione di Kirin si focalizzò sulla statua. « Sembra quasi l'effige del Cavaliere... una persona senza identità, come... un volto senza lineamenti... Ma non è possibile... Per caso qualcuno di voi ha qualche idea di chi possa rappresentare quella statua? »
Raan scosse la testa, e anche Ravenue negò qualsiasi conoscenza sull'identità del monumento.

Improvvisamente, un nuovo, lugubre rintocco squarciò l'immobilità dell'aria viziata e stantia di quell'orrorifica cappella.
Poi, una voce lontana, distorta.
"...al terzo rintocco!"
Poi, di nuovo silenzio.

Il primo a proferir parola fu De Lussan.
« Da dove veniva? Ovunque fosse, è quella la nostra direzione. »
« Si sono concorde a seguire questa linea d'azione. Purtroppo non sono riuscito a capire da dove provenisse quella voce; però temo che il tempo a nostra disposizione per cercare di fare qualcosa sia ormai agli sgoccioli, se le mie supposizioni si rivelassero esatte. Se abbiamo solo l'intervallo tra un rintocco e l'altro, considerando come primo quello accompagnato dall'urlo e il secondo quello appena udito,... dobbiamo cercare di ridurre i possibili luoghi dove andare a cercare, prima che scocchi il terzo. Sarebbe troppo scontato tornare indietro ad esplorare la zona che avete intravisto voi, De Lussan? Sono consapevole che potrebbe trattarsi di un tentativo a vuoto. »
« O c'è un passaggio segreto in questa cappella, oppure questo è un vicolo cieco, e dobbiamo prendere un'altra strada » Raan si guardò attorno frenetico, cercando tracce di passaggio, ma la polvere, spessa ed alta, lo fece desistere. « Che facciamo? Torniamo indietro? »

Senza dire altro, si precipitarono fuori dalla cappella, tornando di gran carriera sui loro passi per ispezionare l'ala perlustrata dal Dottore. Raan si concentrò sulle fila di porte, seguendo l'ordine d'ingresso, mentre Kirin e Ravenue corsero a verificare i corridoi soprastanti.
Diviso dai compagni, cominciarono a raggiungerlo flebili voci, come molto distanti, impossibili da discernere. Incerto, lo Jellbraxi proseguì nella direzione di quei rumori, inquieto nell'animo.
Tutte le porte conducevano ad un'ampia anticamera, cui un'alta porta ad arco, priva di battenti, s'affacciava su un enorme salone drappeggiato con tendaggi color amaranto che cadevano sin dal soffitto. Ciò che tuttavia catturò l'attenzione - e l'orrore - del monaco non fu il pavimento in marmo scuro, nè il tappeto sgualcito che correva sino all'alto scranno in fondo allo spazio.

Al centro della sala, due figure umanoidi, argentate, evanescenti, stavano parlando tra loro
Ma non erano umane, nè corporee.
E, forse, non parlavano affatto.
Si fermarono improvvisamente, e li videro.


OT: perdonate il ritardo: sto avendo problemi familiari a non finire e il portatile era scarico, privo di caricabatterie appresso. Ho rimediato solo stamattina. My bad.
 
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Ravenau De Lussan
view post Posted on 2/10/2012, 23:46




Quando le bestie si allontanarono, non mi restò altro che un leggero senso di mancanza di fiato ed un cadavere privo di carica abbandonato sul campo. Nemesis aveva fatto un lavoro soddisfacente, e per questo non potevo che esserne fiero. La sua pelle era dura, ruvida, e ne tastai la consistenza appoggiandovi la mano su, paterno. Il ragazzo che aveva combattuto dalla mia parte non si aspettava la presenza di una simile bestia sul campo, più bestia di quando non fossero le altre, più bestia di quanto non potesse immaginare -o di quanto ancora non avesse avuto modo di vedere-.
«Da dove viene? È un simpatico prodotto di natura artigianale. Non posso entrare più nei dettagli, o dovrei ucciderti, dopo. O chissà, forse dovrei già cominciare a pensarci.» sogghignai. «I lupi sono stati spaventati da qualcosa sicuramente più pericoloso di loro. Vuol dire che siamo ufficialmente invitati ad un suicidio di massa. Andiamo. Non abbiamo molta scelta, e se dobbiamo morire voglio farlo in fretta.»
In un attacco del genere il tempismo è tutto, ed era esattamente quel che stavano sprecando solo davanti quell'ingresso.
La paura è reazione vivente, e quei due che mi si accompagnavano sembravano covarne anche troppo, per i miei gusti.
«Tranquilli, anche io sono troppo giovane per lasciarmi morire facilmente.» Tornai ad avvolgere il mio corpo nel mantello nero, procedendo al loro fianco. Non provavo le loro stesse paure, volevo semplicemente che quella noia finisse in fretta.

Il castello ha un suolo di terra e sterpaglie, preceduto da un ponte malmesso in legno tarlato. L'aria sa di pesante e brutte sorprese. Quella probabilmente non sarebbe stata una bella serata.
Una volta superato, il passaggio che ci univa al mondo sicuro si chiuse alle nostre spalle. Non lo definirei essere in trappola, ma è un'immagine che può andare bene per descrivere quanto stesse accadendo. Non che per me fosse un problema. Scegli la vita del pirata perchè sai che la sicurezza è un optional, nella vita. Tanto valeva andare incontro al pericolo a testa alta, senza remore, senza preoccupazioni. Avevo visto i miei posti, avuto le mie donne che avevano partorito i miei figli. Per ora volevo solo cercare di restare a divertirmi qui il più a lungo possibile.
Gli altri mi chiesero indicazioni. Ripensavo giusto alle parole del capitano De Graaf, "entra, poi improvvisa", prima che il ponte levatoio fosse superato, prima che i padroni di casa fossero sicuri di avere la nostra compagnia per più tempo possibile, quando i due tizi mi chiesero lumi. Tanto valeva, dunque, eseguire gli ordini del capitano.
È facile giocherellare con la sicurezza altrui. Guardate come si fa.
«Perfetto, tanto nessuno di noi voleva tornare indietro, no? Dunque, sempre dritti.»
Prendete le istruzioni in fretta, io non mi fermo.

Il posto sembrava sfitto e malmesso. Come se qualcuno vi avesse abitato con il preciso intento di non restarci a lungo, ben consapevole che mettere tutto in ordine non sarebbe servito a nulla. L'impressione generale era che un'intera guerra si fosse consumata in quel luogo, che ogni mattone si appoggiasse a stento al suo compagno ed insieme sostenevano tremolanti quello posto al di sopra. Insomma, quel luogo sembrava malmesso e poco confortevole. Non ci ero abituato, lo ammetto, tanto meno rientrava nelle mie intenzioni abbassare il livello del mio buongusto. Pertanto, scartai l'idea di riposarmi lì, quella notte, cercando di convincere gli altri due ad adeguarsi alle mie idee.
«Questo sembra un posto tranquillo. Se volete possiamo riposarci qui per un po', ma con i suoni strani che provenivano dai dintorni preferirei approfittare del fatto d'avere ancora i muscoli caldi e darmi da fare, almeno per identificarli.»
Mi avvicinai al portone centrale, appoggiandovi la mano su, a saggiarne la superficie. Era chiaro ora cos'intendessi per "darmi da fare". Proseguire verso il castello -e finire questa missione in cui dovevo far da balia- il prima possibile.
Ma invece no, a quanto pare la principessina si sentiva sola e, come un cattivo da trama di serie B di una qualsiasi favoletta da marinai d'acqua dolce, ci racconta la storia della sua vita. Suonava interessante, finchè non ha cominciato a parlare. Il resto era uno sciorinìo indistinto di vocaboli privi di qualsiasi significato. Preparai la mia migliore espressione e la più pratica delle risposte di conseguenza.
«Perfetto. Quindi è inutile stare con le mani in mano.» dissi, allontanandomi dal portone. Glissai volutamente sulla domanda di Raan, fingendo un pacifico sorriso.
«Qualsiasi cosa stia accadendo qui, non abbiamo dati a sufficienza per pianificare qualcosa. Limitiamoci ad andare avanti facendo il meno rumore possibile.»
Scavalcammo quindi il portone centrale, dopo che Raan ebbe la decenza di sporcarsi le mani per aprirlo. Certo, un po' di segatura, dopo tutto quel sangue, è solo grasso che cola, ma è una questione di principio, per un pirata che cerca almeno di conservare un po' di classe.
Entrati, due aperture di mostravano dinanzi a noi. Una in cima ad una scalinata, l'altra ai suoi lati, raggiungibile da dei percorsi ad arco. Il nostro usciere personale aveva già scelto la sua via, quella più in basso. Tanto valeva che anche io, da brava persona matura del gruppo, lasciassi il nido ed andassi per la mia strada.
«Di solito è nei piani più in alto che si trova chi si cerca. E nei piani più in basso che si nasconde chi vuole attaccare. Resta visibile e non allontanarti troppo, non dividiamoci. Io salgo a vedere sopra.», prendendo la scalinata centrale.
Vi trovai un secondo atrio, piuttosto inquietante. Se quello fosse stato un regno, vi avrebbe capeggiato il lugubre silenzio. Siccome era solo una stanza, la scrutai con dubbio, parto soprattutto delle molteplici vie in cui ognuna di quelle porte poteva portare. Meglio fare un rapido brainstorming. Alzai la voce, in modo che potessero sentirmi, tantopiù che ormai la nostra segretezza era per la maggior parte andata a farsi benedire.
«Qui vedo un lungo corridoio con colonne ai lati, tante porte e due corridoi. Voi cos'avete trovato
La loro zona sembrava più ambigua, misteriosa, ma soprattutto fruttifera in termini di informazioni: una porta già aperta vale più di qualsiasi atrio chiuso. Raggiunsi gli altri due, pensando che comunque non era prudente dividersi.
«Controlliamo per bene quella porta. Teniamoci pronti a qualsiasi cosa e, nel caso, a tornare indietro per l'altra strada.»
Vi scrutammo oltre, e ciò che vi trovammo era una sorpresa ambigua, curiosa. Sedie, panche, allineate di fronte un unico altare, il tutto avvolto da un velo di penombra e distruzione. Molti posti erano distrutti, devastati da chissà quale forza. Tuttavia la zona sembrava sicura: entrare era la sola via per proseguire.
«Oh oh oh. Una chiesa sconsacrata? Una sala del trono? In ogni caso, avanziamo con prudenza. Ad occhio non sembrano esserci pericoli, ma in questo labirinto sappiamo che c'è qualcuno quindi non abbassiamo la guardia alla prima stanza vuota che troviamo.»
Percorremmo guardinghi la via che ci parava davanti. Era una penombra che puzzava di morte. Era come percorrere un passo solenne, ogni metro in più sapeva di sacro, di blasfemo. Di qualcosa che non si sarebbe potuto mai cancellare.
Giungemmo all'altare, assaporando il tempo rallentare, in silenzio, liquido.
L'impressione era che un colpo secco, un misto di energia pura e fuoco avesse percorso l'ingresso e la stanza giungendo vicino all'altare con pessimi intenti. Tuttavia, quest'ultimo sembrava integro, e con una statua particolare in cima. Un volto privo di qualsiasi segno di riconoscimento. Lo Sconosciuto.
Non riconoscerlo, par mio, sarebbe stato davvero indice di un galoppante Alzheimer. Ma cosa significava?
Per ora, era meglio tener per me qualsiasi pensiero. Sarebbe stato meglio riferire tutto a De Graaf, magari insieme avremmo potuto dare un senso a questo coupe de theatre. Meglio pensare a fugare i dubbi dei compagni, lasciando scorrere questa situazione via liscia come acqua di fiume.
«Francamente no, tanto meno credo che questo ci sarà utile. Io sono più allarmato da quel che potrebbe aver distrutto tutto questo e quel che ci potrebbe attendere più avanti.»
Ma riuscii appena a terminare il mio brevissimo monologo, quando un secondo rintocco echeggiò nell'edificio.
Quanto è capace di essere solenne una voce che inneggia ad un famigerato terzo rintocco?
Scenario inquietante, decisamente.
No, il termine è sbagliato.
Interessante.
«Da dove veniva? Ovunque fosse, è quella la nostra direzione.»
Tornammo dunque indietro, alla mia prima stanza, con sei porte, due corridoi e magari più tranquillità.
Raan scelse le porte, quindi, finchè la matematica non è un'opinione, a me ed al terzo toccavano i corridoi. Scelsi quindi il primo che mi capitò, incamminandomi, lasciandomi scivolare nel suo silenzio.
«Tu, principessina, ti sei guadagnata l'altro corridoio. Dimmi cosa vedi, nel caso.»
Che volete farci, sono un tipo giocherellone.
Giunsi al termine, vedendo qualcosa che effettivamente non si vede tutti i giorni.
Due persone -persone?- che non riuscivano appieno a guadagnarsi il dono della solidità che si trastullavano al centro della sala. Per un attimo, quell'attimo mi sembrò non avere alcuna intenzione di finire, mentre il mio cervello cercava di spiegare un qualcosa che effettivamente non avrebbe mai avuto alcun senso.
Poi si voltarono, ci videro.
Non credo dimenticherò mai quegli occhi.
Occhi che non avrei mai potuto sporcare di sangue, pensai.

 
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view post Posted on 4/10/2012, 18:54
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WY6Ne

THE MOON AND THE BRAVES
NIGHT'S WATCH :: FIRST NIGHT

VII
Going down in Darkness


Don’t tell me how life is
'cause I don’t really want to know;
don’t tell me how this game ends
'cause we’ll just see how it goes.
Catch me when I fall.



Θ


{ Sole Notturno - Parco degli Dei }

Le ombre si allungavano sulle radici degli alberi-sentinella disposti lungo il perimetro del Parco degli Dei.
Le torce seguivano la processione di uomini e donne incappucciati, coperti dalle vesti tanto che non si riusciva a indovinare un singolo centimetro di pelle -perfino il volto rimaneva oscuro, coperto dall'ombra proiettata dal cappuccio e da maschere d'argento che sfavillavano in riflessi vermigli e dorati.
Quel fiume di persone era guidato da un uomo, l'unico a volto scoperto, dagli occhi di un inquietante grigio, e capelli bianchi e sottili che arrivavano fin quasi alle spalle. Indossava degli strani paramenti, dando l'idea di essere un vero e proprio sacerdote. Al suo fianco, due incappucciati con la tonaca nera -come tutti gli altri- ma che presentava un laticlavio a bande argentate e purpuree -la notte, la luna e il sangue. Uno di questi portava fra le braccia una donna nuda, dai lunghi capelli rossi, probabilmente svenuta ma ancora in vita; l'altro reggeva con facilità quasi ridicola una grossa panca di legno lavorato.
Arrivati di fronte all'Albero del Cuore, il sacerdote scrutò il volto scolpito nel legno, sfidando con i propri quegli occhi rossi e fastidiosi. Infine si decise: voltò le spalle all'albero e ordinò al primo officiante di deporre lì davanti la panca; quando questi ebbe eseguito, l'altro poggiò sulla panca il corpo della donna, scosso da alcuni sussulti.
Dalle pieghe della pianeta indossata dal sacerdote venne fuori uno stiletto scintillante, che venne posato di fianco alla donna.
I postulanti si disposero a semicerchio di fronte a quello che sembrava un vero e proprio altare,
e nelle file esterne alcuni officianti reggevano le torce, così che il centro del Parco degli Dei risultava illuminato a giorno.

«Ate-logu, fratelli!» esordì, allargando le braccia.
«Ate-logu!» ruggì la folla.
Era iniziata.

aRFwx

{ Sole Notturno - Sala Grande }

I due spettri al centro della sala si comportarono come avrebbe fatto un normale essere umano:
sollevarono lo sguardo prima verso i due sui corridoi alti, poi entrambi fissarono il giovane Raan, dritto di fronte a loro. Sembravano più scandalizzati che preoccupati.
Infine, mentre il primo dei due sibilava, l'altro cacciò un urlo -che sembrava più un latrato infernale.
A quella voce, dalla pavimentazione polverosa del castello sbucarono delle teste, poi interi corpi, che però non poggiavano a terra ma si muovevano aleggiando, e sembravano tanto rapidi ed effimeri nei movimenti da far credere che sarebbe bastato un minimo alito di vento per dissolverli. Sfortunatamente non era così.
Nove spettri apparvero, tutti in armatura ma disarmati. A gruppi di tre si gettarono sugli invasori, decisi a carpirli.

Intanto, dall'esterno del castello, alle spalle dei due spettri rimasti immobili al centro della sala, arrivavano riverberi arancioni, infuocati, e lunghe ombre danzavano e si rincorrevano sulle vetrate sporche. Non si riusciva a vedere granché, ma sembrava che il grande parco alle spalle del Castello stesse ospitando un raduno.
«Cosa facciamo, milord?» chiese il primo spettro.
«Cosa possiamo fare? Aspettiamo.»
Nel silenzio che seguì, il ruggito proveniente dal parco fu un'esplosione.
«Ate-logu, Darknight!»

aRFwx

{ Sole Notturno - Parco degli Dei }

Li avevano visti arrivare e disporsi, ma fino a quel momento non erano intervenuti.
Erano disposti alle due estremità -est ed ovest- del parco, nascosti fra gli alberi sentinella, acquattati fra arbusti e cespugli, studiando la scena. Avevano cercato di fare un computo dei nemici, ed erano più del doppio: almeno duecento incappucciati fra officianti e postulanti, più il sacerdote, che aveva tutta l'aria di non essere esattamente l'ultimo arrivato. Loro, invece, erano divisi in due gruppi: a est Ludvic e Bowen con cinquanta uomini armati in maniera dignitosa, dall'altra Samael e Kim, con lo stesso numero di effettivi.
Li aveva condotti fin lì la ragazza bionda, quella Samael che aveva imparato in fretta a percepire l'Ombra, ad avvertire il Flusso della Trama Nera e le sue variazioni, il modo particolare che aveva di modularsi intorno a determinati individui, e poteva sentire quanto fosse potente quel flusso intorno al sacerdote.
Dall'altra parte c'era Ludvic, con al collo un medaglione che avrebbe dovuto proteggerlo ma di cui sapeva poco o nulla, poteva solo fidarsi delle parole del Maestro.
Aemon, che era rimasto alla Corte, troppo vecchio per combattere, troppo lento per seguirli, troppo debole per non essere più un disturbo che altro. Avevano meno del doppio degli uomini, eppure erano l'unica possibilità rimasta.
L'unica possibilità per sconfiggere l'ombra.


Note del Quest MasterQuesto è un turno importante ma rapido, per cui non ci saranno giri di post in confronto, e mi aspetto pertanto che facciate dei post snelli ancorché accurati, e che rispettiate i tempi di consegna, perché d'ora in poi andrò spedito come un treno, visto che per necessità assoluta bisogna ultimare il tutto entro e non oltre giorno 20. Chi non arriva a postare, salta il turno. Passando alle specifiche.

Shinodari, Drag & Ace:Gli spettri che vi stanno attaccando contano complessivamente (ovvero, ogni gruppo di tre) come una tecnica di livello Alto. Se dovessero riuscire a toccarvi, vi procureranno un danno alto psionico che vi farà svenire immediatamente; potete difendervi usando una tecnica di pari consumo per evitare il contatto. Una volta che vi sarete difesi, i vostri tre spettri scompariranno. Il vostro turno, in soldoni, si riduce a questa scelta. [Tempo Rimanente: 20m]

Orf: Ti trovi all'estremità est del Parco degli Dei. Hai con te 50 uomini, che contano come semplici npc senza energia, dunque non possono utilizzare tecniche. Sono armati di spade e cotte di maglia. Hai con te Bowen, PNG di Energia Verde. Puoi muoverlo come preferisci; nel tuo prossimo spoiler a fine post dovrai scegliere un massimo di cinque pergamene della Classe 'Cacciatore' che Bowen potrà usare nello scontro -già da questo turno.

Kita: Ti trovi all'estremità ovest del Parco degli Dei. Hai con te 50 uomini, che contano come semplici npc senza energia, dunque non possono utilizzare tecniche. Sono armati di spade e cotte di maglia. Hai con te anche Kim; la strega è un PNG di Energia Verde. Puoi muoverlo come preferisci; nel tuo prossimo spoiler a fine post dovrai scegliere un massimo di cinque pergamene della Classe 'Mago' che Kim potrà usare nello scontro -già da questo turno. Inoltre, per alcuni secondi prima di lanciare l'attacco, non vedi più il parco degli dei, ma il volto di un uomo molto anziano, con strani occhi dorati, in un posto buio e chiuso -forse una cantina. E' un flash che dura pochi secondi.

Kita, Orf: Il vostro obiettivo primario è impedire il compimento del rituale; questo può essere fatto sia salvando la donna dai capelli rossi, sia uccidendo il sacerdote. Ovviamente, fra voi e l'altare c'è una piccola folla di duecento devotissimi, quindi non vi sarà facile. Non dovete assolutamente essere autoconclusivi nello scontro con i nemici: dovrete, invece, pensare nella maniera più strategica possibile. Infatti, nel vostro post, dovrete dirmi esattamente cosa fate fare ai vostri uomini e ai png al vostro comando -entro i limiti del non autoconclusivo. Io, nel mio prossimo post, vi darò il risultato delle vostre azioni e 'muoverò' i png avversari. Ah, quasi dimenticavo: entrambi recuperate il 30% delle energie. [Tempo Rimanente: 20m]

E questo è tutto.
Il tempo limite per postare è fissato alle ore 23.59 di giorno 7.
Per qualsiasi dubbio, postate in confronto.
 
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Drag.
view post Posted on 5/10/2012, 11:47




« Oh, andiamo...! »

Il grido esasperato che fuggì dalle sue labbra sapeva più di rassegnazione che di paura; esseri eterni, branchi di mostruosi lupi, un cadavere resuscitato e ora spettri?? Su Pyat si perdevano un mucchio di cose, evidentemente.

L'urlo di guerra latrato dal fantasma evocò dal pavimento arabescato del salone un'intera schiera di evanescenti cavalieri in armatura, pallidi come il padrone che li chiamava alla realtà; sembravano disarmati e effimeri, quasi un semplice refolo di brezza notturna potesse spazzarli via. Purtroppo per Raan, si trattava comunque di geist, esseri orrorifici che quella notte sembravano pullulare a dozzine la regione di Dorham.
Strinse i denti, caparbio, cercando di calmare la sensazione di terrore che tale vista suscitava nel suo incoscio. Le gambe gli pesavano come piombo, quasi il cervello imponesse loro di rimanere immobili nonostante il cuore invocasse a gran voce una fuga trafelata.

Ghignando, i soldati fluttuanti scelsero le proprie prede; quasi a non voler scontentare nessuno, si divisero perfettamente il terzetto tra loro, fiondandosi su di essi con le mani invisibili pronte a ghermirli, e decretarne l'oblio eterno.
Come corona degna di tale apparizione ectoplasmatica, l'esterno del castello esplose in un concerto assordante di canti e grida: lampi di luce arancione filtravano attraverso le grandi vetrate alle spalle del duo antagonista, come se il parco all'esterno stesse ospitando un evento, un raduno o...

... Una cerimonia.

« Ma certo! Il Cavaliere!! », esultò, riacquistando nuovo vigore nonostante l'assalto ormai prossimo delle schiere di spettri.

Tutto tornava: i discorsi ascoltati da Kirin del trio di mercenari avevano ora collocazione; il rituale che "avrebbe aperto in due il cielo di As-Grad El" si stava tenendo proprio lì ed in quel momento! Qualunque catastrofe quel pazzo stesse architettando, stava a loro fermarlo; non riusciva a comprende, ancora, come questo concernesse i Lupi di Nemarchos, Laurens e il suo alter-ego eterno, l'Ombra del capanno di Ismaele, ma vi sarebbe arrivato.

Raccolse le energie rimaste, che non erano tantissime, e proiettò la propria consapevolezza spirituale dinanzi a sè, formando a poche spanne dal suo corpo una potente barriera che potesse proteggerlo dagli artigli dei cavalieri evocati. Essi infatti si infransero senza recargli danno come un'onda che cozza contro un frangiflutti artificiale, lasciando lo Jellbraxi illeso ma tremendamente stanco.
Miracolosamente, lo scudo spirituale parve esaurire la carica spettrale dei mostri, che si dissolsero quasi istantaneamente. Ora, gli unici avversari rimanenti erano il duo originale, immobile al centro del salone.



Sospirò, poggiando le mani sulle ginocchia e piegandosi leggermente in avanti; era davvero esausto, poichè aveva viaggiato e combattuto molto, spendendo una quantità infinita di energie. Non gliene restavano molte, e razionalmente comprendeva che pure la sua mente avrebbe agito più lentamente in un simile status psico-fisico, ma non poteva far altro che avanzare ed avanzare, sorretto unicamente dalla propria determinazione.

« Dobbiamo raggiungere l'esterno e fermare il rituale!! »


«« ReC: 225 AeV: 225 PeRf: 375 PeRm: 150 Caem: 225 »»

Status.
    Illeso, mana 25% (-1xAlto).
Passive da Considerare.
    Senzo No Tsuyo-Sa, la Forza degli Antenati: già citata [Dominio Forza del Toro, passive energia Bianca, Verde e Blu]
Tecniche Utilizzate.
    Uchigawa No Ishiki, Consapevolezza Interiore: La disciplina monastica dell'ordine forgia i suoi adepti in una maniera così completa che la loro potenza fisica trascende, sconfinando persino nello spirito. Questa consapevolezza porta il guerriero a saper gestire la propria forza anche al di fuori della mera restrizione corporea, facendo sì che la propria aurea spirituale diventi, a tutti gli effetti, reale. Quest'abilità permette agli Jellbraxi la capacità di deviare (mai verso il nemico o altri) o assorbire fino allo spegnersi dell'attacco offensive fisico-magiche scagliate contro di sè, risultandone potenzialmente illeso. Spendendo un consumo d'energie Variabile, infatti, il monaco potrà così difendersi e continuare a combattere. Questa difesa protegge su un arco di novanta gradi dinanzi a sè. Consumo di energie: Variabile. [utilizzato Alto]
Equip.
    Jidō Kasa, l'Ombrello Automatico - già citato.
Note e Sunto.
    Semplicemente, si difende dall'attacco dei tre spettri con la barriera di Ki.

    EDIT: mi sono accorto ora di aver sbagliato nel digitare il numero 3 invece del 2 nel mana. Ho corretto.


Edited by Drag. - 5/10/2012, 19:38
 
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Ravenau De Lussan
view post Posted on 7/10/2012, 15:56




Buttiamola lì, come base su cui costruire un bel ragionamento, che il mio lavoro consista nello squartare cadaveri.
O meglio, non letteralmente.
Ufficialmente sarei un cordialissimo e particolarissimo medico. Un chirurgo. Dei migliori, tra l'altro.
Ma in questi casi è così difficile distinguere tra il proprio mestiere ed il proprio hobby.
Quel che sto cercando di dire è che, a causa di quel che sono e quel faccio e quel che penso è davvero difficile impressionarmi. Farmi provare un qualsiasi moto di disgusto. La vista del sangue per me ha la stessa consistenza che può avere per una ragazzina un prato fiorito. Per un uomo un veliero.
Qualcosa meno del senso di gioia di un giovane davanti ad un paio di giovani turgide tette e qualcosa più del senso di impotenza di un anziano davanti ad un paio di giovani turgide tette.
Tuttavia quanto accadde fu capace di lasciarmi interdetto. Sentivo, percepivo i neuroni emanare scariche incontrollate, cercando di dare vita alla sinapsi corretta capace di spiegare tutto quel che stava succedendo. Il risultato fu un vano spreco di energie subliminali. Lo spreco di microsecondi utili per ammirare quel panorama che, nonostante tutto, era unico nel suo genere.
Quelli erano due spettri.
Per tutti gli dei immaginabili, era qualcosa che mai nel corso della mia vita -una lunga vita, per essere quella di un pirata- avevo mai visto, tanto meno pensato che avrei avuto possibilità di osservare con tutto questo piacere.
Evidentemente "loro" la pensavano in maniera nettamente differente.
Mentre uno, con sguardo feroce, fissava torvo i nuovi arrivati -toh, chi poteva essere così fortunato da essere il nuovo arrivato?- l'altro spalancò le sue fauci, lasciando aprire un varco tra il mondo reale e l'inferno, da dove, ne ero sicuro, proveniva quell'urlo disumano che squarciò il silenzio con un vibrato di pura potenza.
Non riuscii a distinguerlo, in prima impressione. Ma quel che sembrava uno strepitio di furia, un fuoco di disperazione, in realtà altro non era che un folle tentativo d'invocazione. Eppure avrei dovuto capirlo, così affine alle mie abilità. Così in sintonia con i miei giochi sporchi.
Si sollevarono dal fuoco, teschi. Vi si costruirono sopra, scheletri. Crebbero in silenzio, come sanno fare solo le brutte storie. Circondati dal fuoco, ardenti e rossi come un impeto di rabbia.
Ripresi coscienza di dov'eravamo, cosa stavamo facendo, quanto ci stavamo divertendo. Quel curioso gioco delle parti ci faceva passare per cattivi che meritavano di essere puniti, non era qualcosa in cui mi ci ritrovavo bene, io, anima candida di passaggio per quelle stanze.
Si, sono ironico.
Tre di quelle "cose" mi saltarono contro, scivolando sul terreno come se non avessero consistenza, con intenti amichevoli quanto può averli uno squalo in mare aperto. Era tempo che anche io facessi qualcosa. Non tanto per voglia, ma almeno per sopravvivenza, sapete come funziona da queste parti.
Sollevai una mano, tendendola verso gli ospiti in arrivo, lasciandola scivolare fuori dal mantello scuro.
Quelle che all'inizio sembravano vaghe ombre divennero distorsioni nello spazio, divennero corpi lanciati all'attacco con la stessa foga degli spiriti in arrivo. Due Nemesis, esattamente identici l'uno all'altro ed al loro fratello abbandonato lungo l'esterno del castello, con braccia larghe e fauci spalancate in ghigni deformi, con l'intento di travolgere e spezzare ossa, scattarono impazziti.
«La produzione in serie. Che progresso meraviglioso!»
I primi due avversari furono storditi e distrutti dalle braccia più esterne. Il terzo, al centro, fu devastato dalla coppia di arti degli zombie che, insieme, non ne lasciarono nulla. Uno scontro rapito, basato sulla pura violenza, che poteva essere riassunto semplicemente nell'onomatopea "crack".
I Nemesis furono a loro volta investiti dalle fiamme. Consumati dal calore, la carne putrescente svaniva rapidamente, e non rimase più niente.
L'uomo, dannatamente fragile.
Presi fiato per un attimo. Per quanto la mia abilità consistesse nel delegare i miei impegni ad altri, anche io avevo le mie energie tranquillamente in calo. Ed in quel momento di raccoglimento mi accorsi di quanto stesse accadendo.
Fuori c'era una festa a cui non ero stato invitato. Era un atto di vile maleducazione che sarebbe stato punito.
Raccolsi il suggerimento di Raal, cominciando a compiere i primi passi, lenti.
«Odio arrivare tardi ad una festa, l'alcol finisce troppo in fretta. Sbrighiamoci.»



Statistiche: ReC (250) ; AeV (175) ; PeRf (125) ; PeRm (250) ; CaeM (175)

Stato Fisico: Stanchezza, muscoli leggermente indolenziti.
Stato Psicologico: Ottimale.
Riserva Energetica: 61%
Dominio: Evocatore.
Evocatore; Effetto passivo: Per via degli studi affrontati e anche per via di una certa predisposizione alla materia evocativa, ogni evocatore può vantare di un tempo di evocazione superiore a quello di un comune mago o druido. Difatti le sue evocazioni sorgeranno sul campo a tempo zero, istantaneamente, senza bisogno di concentrazione ma solo di un consumo energetico.

Dead Men Walking: Non è curioso come i cani si affezionino ai loro padroni? Come i fedeli si aggrappino insistentemente alle gambe dei loro creatori, dei loro dei, ciecamente, come a credere che diventarne l'ombra possa essere la massima aspirazione di una vita? Ho passato mesi a pensarci, mentre osservavo i miei capolavori.
Sapete, sono sempre stato particolare in quel che ho fatto, soprattutto nel mio lavoro. Ma si, quello del chirurgo. Ho sempre cercato di sperimentare e provare nuove vie, lavorando su vivi e morti di ogni tipo. Ammetto di aver sempre fatto distinzioni al riguardo, sono sempre stato di mentalità chiusa e mi sembrava offensivo per i vivi preferire a loro i defunti, qualora ne capitasse l'occasione. Il problema dei vivi è sempre stato trovarli, piuttosto. Quindi mi è spesso capitato di dover mettere mano a bei corpi già prossimi al consumo del tempo, o malati, o malconci. Questo ha offerto alla mia collezione, in ogni caso, una merce piuttosto variegata. Ed il risultato, alla fine, era lo stesso. Come ho detto prima, ancora non so perchè questo accada. Le malelingue sostengono che sia la mia anima putrida ad attrarli, il mio spirito venefico, il mio fascino dal puzzo di pece. Quando ne ho bisogno, previa apparizione di lingue d'ombra che crescono dal terreno a delinearne i fatiscenti corpi, le mie creature accorrono in mio aiuto. Deliziosi. Non riesco mai ad evocarli oltre i tre metri di distanza dal mio corpo, ma riescono sempre a fare il loro lavoro. È sempre bello ammirare come eseguano perfettamente i miei compiti e si adattino ad ogni situazione. Inoltre, pregevole caratteristica utile per dare un tono all'ambiente, una volta richiamata, ogni mia creatura sparisce solo qualora io lo voglia. Beninteso, semplicemente significa che, se distrutta, i suoi brandelli continuano a restare sul campo di battaglia, non svaniscono. Oltre una certa quantità di tempo, anzi, smettono persino di muoversi, a causa della poca energia che sono in grado di sviluppare. Solitamente non durano più di un attacco, ma posseggo tipi e tipi di esperimenti. Averli con me mi fa sentire a casa, anche se effettivamente a casa possedevo decine di modelli differenti per caratteristiche, virtù e difetti. Questo, ad esempio, è il mio catalogo.

nemesis_ Questo zombie è gradevolmente particolare. Il suo viso è una maschera di pelle e ossa esposte, segnate casualmente da cicatrici per tenerne insieme le parti. Il risultato è un orrido ritratto di crudeltà e disgusto, e personalmente tutto questo è adorabile. Il suo occhio destro è coperto da uno strato di epidermide cicatrizzata, mentre il restante, sottile ed affilato come un rasoio, è totalmente bianco, bordato da un contorno sanguinolento. Il suo sorriso è una mandibola esposta, lasciata aperta e digrignante. Ossa artificiali ripercorrono la sua struttura corporea fondando un leggero scheletro che sembra cerchi di uscire dalla sua custodia di pelle e cuciture, creando un insieme di muscoli orripilante. La massa corporea è superiore a quella di un uomo normale, avvolta in vesti di cuoio scuro. La sua forza è superiore alla norma, ed è su tale caratteristica che il Nemesis fonda la sua utilità. Ne posso evocare solo uno per volta.
Nemesis possiede un potenziamento medio al parametro corrispondente alla forza fisica nel turno in cui è evocato. L'evocazione possiede un'energia in meno rispetto a quella del suo evocatore (quindi bianca).
- Medio -

Riassunto: Evocati due Nemesis per travolgere gli scheletri.


Edited by Ravenau De Lussan - 8/10/2012, 09:38
 
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Orƒ
view post Posted on 7/10/2012, 17:43




Night's Watch - The Moon and the braves
capitolo quinto; di come scoprì i segreti di Dorham

« Sei riuscito a recuperare solo questi uomini? » Ludvic fu il primo a rompere la tensione del momento rivolgendosi a Bowen, accucciato al suo fianco, intento anch'esso ad osservare il rituale.
« Dannazione, saranno almeno il doppio di noi! »

Una rapida occhiata di Bowen all'indirizzo di Ludvic valse più di mille parole: in essa il cavaliere comprese la difficoltà nel trovare un numero consistente di persone pronte a combattere da lì a poco.
Tornò a scutare i nemici, cercando una via da cui giungere all'altare centrale, il loro vero obiettivo era proprio fermare il rituale ad ogni costo.

« Ce li faremo bastare allora. » Si voltò nuovamente verso Bowen per organizzare un piano efficace.
« Siamo in pochi e se smembrassimo ancora di più i nostri uomini lungo il perimetro verremmo sopraffatti in pochi minuti. Suggerisco quindi un attacco più mirato. »
Bowen aggrottò per un istante le sopracciglia, non comprendendo appieno l'idea del cavaliere.
Quest'ultimo si prodigò per spiegare il più dettagliatamente possibile il piano, ben consapevole che il tempo non era dalla loro parte.

« I nemici sono disposti a cerchio attorno all'altare, il nostro vero obiettivo, e a quanto vedo non sembrano granché armati. Compatteremo l'esercito in un nutrito gruppo, mentre noi due ci sposteremo a circa dieci metri sui lati per creare disordine e scompiglio nelle fila nemiche, che non si attendono il nostro arrivo. Il nostro attacco sarà il segnale per i soldati di attaccare. » Bowen non sembrava ancora convinto del piano, forse perché troppo bizzarro o perché le loro possibilità di vittoria rasentavano lo zero.
« Gli uomini, tuttavia, dovranno disporsi a cunero per penetrare più agilmente la difesa avversaria: quelli più esterni terranno a bada i nemici, mentre quelli al centro si faranno largo fino a giungere all'altare e distrarre il sacerdote. Spero vivamente che dall'altro lato riescano a sfruttare questo vantaggio per salvare la ragazza. »

« D'accordo cavaliere; se il Maestro e Kim si sono fidati tanto da assegnarti la vita di questi uomini, significa che hanno visto qualcosa in te. Anch'io voglio fidarmi, vedi di non deludermi. »
Un vago sorriso si dipinse sul viso di Ludvic, difficile dire se di compiacimento o di sfida, e annuendo diede l'ordine a Bowen di avvertire gli uomini del piano e di disporsi a destra.

[...]

I secondi passavano ed ogni ticchettio dell'orologio pesava sull'animo di Ludvic, che stringeva con forza il medaglione datogli dal maestro per difendersi dall'ombra per farsi forza.
Sgusciò fuori dal nascondiglio per dare una rapida occhiata alla sua destra, nella posizione dove Bowen si sarebbe dovuto trovare per dare inizio al piano; notò un rapido cenno, quasi invisibile non fosse per la luce delle torce che iluminava quel tetro giardino.

« Ate-logu, fratelli! » Urlò il sacerdote giunto di fronte all'altare.
I suoi seguaci risposero a tono.
« Ate-logu! »

Il cavaliere portò la destra sulla fondina, passando le dita sul calcio cesellato e perfettamente lavorato.
Aveva saputo da Bowen di quali capacità fosse in possesso, comprendendo che le loro abilità erano molto simili.
Si alzò in piedi lentamente e puntò l'arma contro il gruppo di seguaci, una rapida occhiata a destra notando un bagliore diffuso che proveniva dal nascondiglio di Bowen: aveva estratto anche lui l'arma e il luccichio proveniva dalla canna in metallo.

3..
Il pollice tirò indietro il cane, caricando il colpo in canna.
2..
L'indice si posizionò sul grilletto, pronto a tirarlo indietro con un gesto secco.
1..
Il rumore della sparo non fu che un vago frastuono, coperto dalla ben più fragorosa esplosione che lo seguì; anche il puzzo di polvere da sparo venne coperto dalle macerie fumanti a poco più di cinque metri dal cavaliere.

Lo sguardo fece appena in tempo a giungere su Bowen che la seconda esplosione arrivò tanto fragorosa quanto la prima, mentre l'urlo dei soldati che caricavano i fedeli del Cavaliere riempì l'aria più di quanto non avessero fatto Ludvic e Bowen messi assieme.
L'attacco era iniziato ma la strategia del cavaliere e del suo sottoposto non era ancora giunta al termine, poiché due cerchi di rune si formarono ai lati dei soldati così da colpire i seguaci attorno e lasciare indenni gli uomini del Maestro.

« E' tempo di agire! »


Ludvic Dmitri Greymoor
275 ~ 200 ~ 200 ~ 300 ~ 225
Consumi - 55%;
Status - Danno alla schiena (Basso), danno al volto (Basso), contusioni per caduta (Medio); Deciso.

Cuore d'Ossidiana | la spada - Spada bastarda (riposta);
Bocca di Fuoco | la pistola - Pistola a pietra focaia [4/5] (estratta);
Anima d'Acciaio | l'armatura - Corazza di Piastre (indossata);
---
words can not say, words full of vile darkness - passiva razziale (immunità alle influenze psioniche passive), alzare difese istantaneamente in modo inconscio, difese 360° con potenza pari al consumo;
---
Ok spiegazioni time!

Ci siamo disposti in questa maniera:
L'esercito è al centro, pronto a caricare, Ludvic è a sinistra e Bowen a destra.
Sia io che Bowen utilizziamo le stesse tecniche: Tiro Esplosivo e Trappola, in questo preciso ordine.
Dopo aver utilizzato Tiro Esplosivo per creare un po' di disordine (e morti si spera) da entrambi i lati, l'esercito carica nel mezzo e per aiutarli ulteriormente viene castata la pergamena Trappola ai lati (diciamo che è vicina ai soldati, ma non abbastanza da poterli coinvolgere).

Queste sono le pergamene di Bowen:
CITAZIONE
Trappola: il cacciatore crea una sagoma di luce sotto i piedi dell'avversario, rallentando notevolmente ogni movimento compiuto all'interno dello stesso da questi o da chiunque che non sia il cacciatore stesso.
La tecnica ha natura magica e permette al caster di creare sotto i piedi dell'avversario, o in un punto a scelta del campo di battaglia, una sagoma di luce di ampie dimensioni. L'effetto dura fino alla fine del seguente turno dell'avversario e consiste nel rallentare notevolmente ogni movimento compiuto da qualunque creatura che non sia lo stesso caster. La sagoma potrà essere di qualunque forma e natura, ma dovrà identificare chiaramente l'area di effetto della tecnica. Per evitare il rallentamento, l'avversario dovrà sfruttare le proprie abilità e combinarle in uno stratagemma idoneo a liberarlo dall'effetto della sagoma, non potendo sottrarsi semplicemente camminando. L'effetto, inoltre, si estende in tre dimensioni, colpendo anche le creature in volo.
Consumo di energia: Medio.
---
Tiro esplosivo: il cacciatore lancia una freccia o un proiettile carico di energia che esplode all'impatto col bersaglio, causando danni ai presenti.
La tecnica ha natura fisica e consiste nel potere del caster di donare, al suo prossimo tiro, una carica energetica di tipo esplosivo che danneggerà tutti coloro che siano nelle immediate vicinanze del punto di impatto. La tecnica è utilizzabile solo con armi da lancio, quali frecce, proiettili e simili, ma mai con armi da mischia. La sua durata è istantanea. La tecnica causa un danno Alto a tutti coloro che siano coinvolti dall'esplosione. La tecnica potrà essere accompagnata da effetti scenici che interessino il caster, le sue armi o l'ambiente circostante, purché l'effetto della tecnica non muti in quanto tale ed il caster sia sempre riconoscibile in quanto tale ed in quanto "fonte" del danno.
Consumo di energia: Alto
---
Colpo paralizzante: il cacciatore dona al suo prossimo colpo proprietà paralizzanti, rendendolo in grado di ostacolare i movimenti dell'avversario e danneggiandolo.
La tecnica ha natura magica ed ha effetto sull'attacco immediatamente successivo scagliato dal caster, potendo interessare sia armi da lancio che armi da mischia. L'arma o il corpo del caster potrà essere interessato da effetti scenici che giustifichino la "carica paralizzante" del corpo: l'importante è che tale colpo sia sempre riconoscibile come "speciale" e quindi "differente" dal suo stato normale, a patto che non venga ostacolata la comune riconoscibilità dell'attacco e del caster in quanto tali. L'effetto subito dall'avversario dovrà consistere in un ostacolo ai suoi movimenti, potendo intorpidire i muscoli, ostacolare il movimento degli arti, o dilungare i tempi di reazione - azione dell'avversario. La durata è comunque istantanea, ma l'effetto durerà per tutto il combattimento e subirà anche un danno Basso dalla tecnica.
Consumo di energia: Medio
---
Segugio: il cacciatore evoca accanto a se un enorme segugio che lo aiuta in combattimento.
La tecnica ha natura di evocazione. Il cacciatore potrà evocare una creatura simile ad un cane della razza di un pastore tedesco, ma di dimensioni e pericolosità leggermente superiori al normale. La natura ed il tipo della stessa sarà liberamente personalizzabile, ma non dovrà distanziarsi troppo dalla grandezza e dalla pericolosità del modello appena citato. Il caster potrà evocare fino a tre segugi con la tecnica, ma l'evocazione andrà complessivamente considerata di potenza Media. L'evocazione non andrà trattata autoconclusivamente e sarà il caster a decidere movimenti ed azioni nel combattimento. Se non richiamato, il Segugio rimarrà in campo per due turni, scomparendo al termine del secondo turno: sarà comunque distrutto dopo aver subito un danno complessivo Medio. La sua potenza è pari a 4 CS.
Consumo di energia: Alto
---
Mira infallibile: il cacciatore mira e colpisce con estrema precisione il bersaglio prescelto per il suo prossimo attacco.
La tecnica ha natura magica e permette al caster di acquisire la capacità di non sbagliare il suo prossimo attacco. Questi, pertanto, dovrà combinare la tecnica con un qualunque attacco, anche fisico, scelto tra quelli normalmente a sua disposizione: l'effetto, infatti, consisterà proprio nella circostanza che tale attacco raggiungerà sicuramente il bersaglio, prescindendo dalla sua posizione o dalla sua distanza, e arrecherà comunque un danno pari a Basso ove colpisca. La tecnica è istantanea e potrà essere accompagnata da effetti scenici che giustifichino il potenziamento della mira, anche legati alle armi o alle capacità del personaggio, purché non si leghi ad essi effetti che prescindano o non siano correlati alla tecnica per se stessa.
Consumo di energia: Basso

 
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view post Posted on 7/10/2012, 21:40
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Suzushikei
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Dalle nebbie del passato...

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Dalle Cronache
dell'Angelo dal Cuore di Tenebra



Night's Watch...
Dorham, la città dei paradossi, atto settimo... L'oblio...


L'imprecazione mentale si era trasformata in un'eco che stava svanendo dalla testa del ragazzo lasciando il posto a pensieri ben più preoccupanti.
Lo sguardo del giovane avatar era fisso su quello delle due creature dall'aria umanoide, che avevano volto la loro attenzione verso di loro.
Occhi appartenenti a qualcuno che non percorreva più la strada dei vivi, occhi da cui traspariva qualcosa che Kirin poteva difficilmente tradurre in timore o preoccupazione. No, se solo fossero stati umani, avrebbe potuto tradurre quelle espressioni come di scandalo, come se la loro semplice presenza avesse contaminato l'atmosfera di quel luogo.
Ma alla fine erano solo elucubrazioni che non avrebbero potuto salvarlo dall'inevitabile.
Un sibilo accompagnato da un grido che riverberò in tutto il suo essere.
L'angelo era rimasto fermo al suo posto, quasi congelato da quel richiamo infernale.
Ancora una volta una nuova minaccia si palesò alla sua vista.
Creature evanescenti, creature d'incubo si sollevarono dal terreno.
Nove in tutto...
Nove sentenze di morte...
Kirin non si mosse mentre vedeva i loro esseri fluttuare verso di loro, verso di lui.
Il ragazzino era stanco, molto stanco. Lo scontro con i lupi lo aveva privato di ogni energia. Non ci voleva molto a comprendere che non sarebbe riuscito a contrastarli, a difendersi da quegli incubi.
Non richiamò l'attenzione dei suoi compagni verso la sua persona; se il giovane non era capace di combattere non meritava la salvezza. D'altra parte non voleva essere un peso per i suoi compagni.
Bagliori arancioni si intravedevano oltre le vetrate alle spalle dei due spettri.
Qualcosa stava accadendo e qualcuno doveva scoprire cosa stesse succedendo in quell'oscura magione.
Stranamente non aveva paura.
Fissò il trio di fantasmi avvicinarsi, tagliare rapidamente le distanze, mentre lui cercava di proteggere il cucciolo dal loro tocco.
Ironico non sapere se mai si fosse trovato così vicino alla morte in vita sua a causa della Maledizione che gli rubava il suo passato, esistenza dopo esistenza.
Ironico che fosse stato quel suo assurdo gesto di altruismo nei confronti di uno sconosciuto ad avergli sottratto le forze necessarie per quell'ultima difesa.
Ironico che i suoi ultimi pensieri fossero di rammarico per non poter proseguire oltre, per non poter continuare a combattere, per non riuscire ad ostacolare i piani del Cavaliere, a non poter vendicare le morti di cui era stato testimone.
Quando i tre spettri cinsero Kirin nel loro abbraccio di non vita, l'ultimo sguardo dell'angelo andò ai suoi compagni e quel piccolo drago che, in qualche modo, lo aveva redento da un'esistenza priva di umanità.
Poi i suoi occhi si chiusero, mentre scivolava in un sonno senza sogni, mentre i suoi sensi perdevano il contatto con il mondo che lo circondava.



Riepilogo

Kirin, l'infante umano:
~ReC [250] ~AeV[100] ~PeRf[75]~PeRm[325] ~CaeM[150]

Zeross, l'avatar angelico:
~ReC [275] ~AeV[150] ~PeRf[150]~PeRm[475] ~CaeM[100]

Stato Energetico Residuo: 25%
Energie Consumate nel turno: -
Stato Fisico: Ferite di entità complessiva Media sparse su tutto il corpo; lacerazione di entità Bassa al polpaccio sinistro; danno psionico di entità pari ad un Alto
Stato Psichico: Tendente all'ascetico
Osservazioni: Kirin subisce il tocco dei fantasmi, perdendo conoscenza.

~Tecniche usate: -

~Passive

Carisma:
Kirin ha il dono di ispirare fiducia in chiunque incroci il suo sguardo o ascolti la sua voce. Questa abilità conferisce un'aura passiva di charme che sostituisce l'abilità passiva razziale dell'Avatar Angelico. (Abilità Personale)

Telecinesi Superiore: Liv II Esper
A questo livello di consapevolezza della propria mente, Kirin riesce ad avere un maggior controllo sulla telecinesi. Per l'angelo risulterà naturale muovere il proprio equipaggiamento con la sola forza del pensiero, senza alcun dispendio energetico, ma a distanze limitate rispetto la propria posizione.

~Equipaggiamento

Lama Oscura: Oggetto magico (Oggetto più Abilità Attiva sigillata)
Arma delle dimensioni di un coltello.

Eternal Mail: Armatura

Genbu: Buckler (Oggetto più Abilità Attiva sigillata)

Oggetto di Background, Puppet
 
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view post Posted on 1/2/2013, 23:12
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Comunicazione di Servizio

Lo Staff di Asgradel GdR, a fronte dell'abbandono del QM e dell'impossibilità di continuare a lasciare aperta una giocata a tempo indeterminato, ha deciso per la chiusura definitiva della quest. Ai partecipanti superstiti sarà assegnata una ricompensa di 350 gold a testa per il lavoro svolto. Lo Staff si scusa con i partecipanti per l'accaduto.

 
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40 replies since 13/6/2012, 21:06   1260 views
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