Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Sallahro m'qahor do Maqqaro, il prete rosso

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Andre_03
view post Posted on 8/7/2012, 17:33






razza umano - classe prete rosso - età 33 anni - energia blu - pericolosità D
CS 9 - allineamento legale neutrale - conto x


the night is dark and full of terrors

A meridione, dicono, gli uomini sono rozzi e le donne sono tutte laide baldracche. A meridione mangiano cani, bruciano i morti intonando canti lugubri nella notte e dormono con le daghe sotto al cuscino. Perché a meridione ci sono le vipere e gli scorpioni, le sabbie insidiose che nascondono pericoli mortali. Ed il Sud è sempre pieno di stranezze, come un ventre gravido che partorisce nuove assurdità a ogni ciclo lunare. In pochi sanno davvero cosa sia il meridione, in Asgradel. Da quella terra al confine con l'inferno giungono soltanto voci, dicerie, racconti storpiati dal vino. Per lo più si tratta di storie che riguardano la guerra, i Lord che si contendono un fazzoletto di terra e le compagnie mercenarie che assoldano affinché combattano al posto loro. Non molto si conosce delle città libere che commerciano oltre la Strada dei Mercanti, né degli uomini che vi dimorano. Sallahro M'qahor do Maqqaro è uno di quelli che laggiù chiamano preti rossi: seguaci di un dio senza nome, il Signore della Luce. Ma non è sempre stato un religioso fervente, anzi. Prima di prendere il rosso era uno schiavo e prima di essere uno schiavo è stato il figlio di una donna. Una puttana, perché nella sua città la prostituzione è mestiere redditizio e stimato così come il mercante di spezie o di tessuti pregiati. Perciò Salla ricevette un'educazione di rango elevato e gli fu insegnato a far di conto, leggere e scrivere nella lingua della sua città ed in quella comune. Crebbe forte e sano, si addestrò nell'arte della danza affilata fin dalla tenera età e - quando la madre morì in un'epidemia di vaiolo - il ragazzo si ritrovò solo, con nessuno al mondo. Venne preso in custodia da un nobile che lo rivendette come schiavo ad un altro e un altro ancora. Fino a che i preti rossi del dio di fuoco non richiesero un tributo annuale di giovani da iniziare al culto e Sallahro fu scelto personalmente dal sacerdote di nome Maqqaro. Questi riconobbe in lui grandi potenzialità e lo prese come suo discepolo, facendone un prete rosso tanto abile con le spade quanto con la mente. Gli insegnò a leggere il futuro tra le fiamme e a rispettare i precetti del Signore della Luce, rendendolo infine un uomo. Col sacramento che gli valse il titolo di prete, Salla scelse la via del pellegrinaggio; "Per diffondere la Luce nel mondo" diceva, ma la verità era che lui non era adatto alla vita del Tempio. Si sentiva più simile ai preti guerrieri che servivano i Lord di mezzo meridione come guardie o consiglieri. Così prese il suo piccolo fardello e partì.

Negli anni che seguirono, Sallahro siglò degli accordi con svariate compagnie mercenarie. Sempre brevi, mai soffermandosi a lungo all'ombra dello stesso stendardo. Combatté diverse guerre e assaporò la vittoria tanto quanto la sconfitta. Tra una battaglia e l'altra predicava ai compagni d'arme la forza del Signore della Luce, la pericolosità delle lunghe tenebre e l'impurità degli uomini malvagi. Non lo ascoltavano, ma lui mai si scoraggiò ed anzi sorrideva alle loro battute, li stuzzicava attorno al fuoco da campo ogni sera. Trascorse così un decennio, viaggiando a lungo per le terre di Asgradel e conoscendone le genti. Imparò ad apprezzare culture diverse, a temere i poteri occulti dei tre Grandi Clan eppure guardando a loro con profondo rispetto. Quando l'oscurità giunse, ed il cosiddetto Crepuscolo degli dei calò sul mondo con inesorabile veemenza, Salla rivolse le sue preghiere al dio rosso come mai aveva fatto fino ad allora. Avrebbe voluto combattere anch'egli il male che minacciava di profanare tutte le terre baciate dal mare, ma si trovava lontano dal teatro della battaglia e con gran frustrazione poté solo implorare il Signore della Luce affinché vegliasse su Asgradel e la illuminasse con una nuova alba. "Perché la notte è oscura e piena di terrori" recita al termine di ogni invocazione; ben consapevole che il sorgere del sole non è che un dono, e come tale può essere privato a chiunque.

Sallahro prosegue il suo cammino trovandosi tutt'oggi a vagare per il continente senza una meta precisa. Ovunque vada ha sempre una lunga sopraveste di cuoio rosso stinto e corroso dal tempo che quasi strascica per terra, perennemente coperta da uno strato di sabbia salmastra, e le sue spade sottili appese una per fianco pronte ad essere snudate. I suoi occhi sono cangianti, d'una tinta naturale ambrata, ai quali lui conferisce una colorazione purpurea grazie a un infuso da bere ogni mattina; ha un viso spigoloso e affascinante, emana costantemente un profumo esotico e talvolta indossa piume come decoro per gli abiti. La seta, il velluto e le fiamme gialle cucite su tuniche di feltro. Vezzi di un uomo ormai maturo e consapevole dei propri pregi, nonché dei difetti: fedele alla sua nomea di donnaiolo, suscita nel gentil sesso piacevoli palpitazioni ad ogni sguardo ammiccante, caratteristica che gli ha causato non pochi guai nel corso degli anni. Ciononostante l'ultimo comandante a cui ha prestato giuramento è stata Eleanor Trigh "la Fanciulla", alla quale non ha mancato di fornire saggi consigli e valido apporto in battaglia. Con le spade in fiamme, baciato dalla luce del suo dio e da un pizzico di sana follia tipica degli uomini del Sud.

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« Not every man on earth deserves forgiveness; some people just cannot remit their felonies.
They live in fault for an entire lifetime under the eyes of God himself
patiently waiting for His judgement and castigation.
»


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« I am among those men. »

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abilità e tecniche

Non tutti i preti rossi sono guerrieri. Alcuni cavalieri si convertono alla religione del Signore della Luce quando già mostrano i segni dell'invecchiamento, altri ricevono i sacramenti del fuoco prima di avere dei peli sul viso. Il caso di Sallahro è particolare: addestrato in giovane età, fu venduto come schiavo al Tempio e lì venne investito del titolo di prete. Contrariamente a diversi suoi confratelli ha sempre impugnato delle armi e, nel fare suoi i segreti della religione rossa, è stato in grado di coniugare le proprie capacità combattive con le conoscenze del suo ordine. Che si tratti di una fiamma scaturita dal nulla o di un trucco da guitto in grado di suscitare emozioni e sorprendere, Salla deve gran parte del suo repertorio al Grande Tempio e a Maqqaro, suo mentore e protettore. Molte delle abilità straordinarie di cui è a conoscenza non sono mai state ammirate da occhio umano, poiché in rari casi ha voluto servirsene -preferendo piuttosto custodirle gelosamente tra le maniche della sua lunga tunica purpurea. Tutta colma di tasche e scomparti nascosti, dalle maniche al torace, la sopraveste del prete rosso è un vero e proprio arsenale di polveri e unguenti di cui Sallahro fa uso centellinato, considerata la loro rarità. Essi gli permettono di compiere le sue "magie", oltre che - spesso e volentieri - sopravvivere.

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    danza dell'acciaio
    Prima che Sallahro conoscesse il fuoco, già aveva stretto amicizia con il ferro e l'acciaio. Il primo approccio avvenne in tenerissima età: ad appena sei anni - come tutti i bambini del suo medesimo rango sociale - venne condotto presso un maestro di scherma. Presso di lui si allenò mattina e sera, apprendendo pian piano la cosiddetta danza dell'acciaio, una tecnica spadaccina tipica di Braavos - città d'origine del suo precettore - fondata sulla rapidità e fluidità nei movimenti dell'esecutore. Equilibrio, concentrazione e precisione sono le chiavi per la padronanza di questo stile di combattimento raffinato eppure brutale come pochi: agli apprendisti si insegna fin da subito quale punto del corpo sia meglio colpire per provocare danni oppure dolore -o entrambe le cose. I danzatori sono temuti sul campo di battaglia poiché, sebbene spesso protetti soltanto da morbide e flessibili armature di cuoio bollito, possono uccidere senza fatica molti uomini in cotta di maglia o di piastre, in virtù della loro superiore mobilità nonché di un'accuratezza degna dei migliori cerusici.
    variabile; abilità personale

      L'abilità di un danzatore deriva non da un innato senso della battaglia o da una particolare predisposizione alla lotta; essa è frutto di molto, duro allenamento nei campi dell'equilibrio e della scherma: si affina col tempo, assieme con l'abitudine. Chi raggiunge un livello di capacità degno d'essere temuto e ricordato può vantare una flessibilità al limite dell'acrobatico quand'è richiamato al clangore delle armi. Molti guerrieri indottrinati secondo le antiche usanze di Braavos si muovono come mercurio affilato, blandendo un attimo il nemico per annientarlo l'istante successivo. E quand'anche fossero privati di spade, mazze, arnesi da battaglia ecco spiccare i frutti del loro addestramento: siccome i danzatori apprendono soltanto le movenze dell'acciaio e le debolezze del nemico, per loro non è necessario stringere una sciabola o un maglio; possono ferire con pari pericolosità pure brandendo un bastone, una cinghia e via discorrendo. In mano al danzatore dell'acciaio qualsiasi oggetto può divenire arma e qualsiasi arma è di per sé letale.
      passiva; duellante liv. I

      Nonostante la loro fama di assassini brutali privi di stile, i braavosiani sono da sempre custodi di tecniche principalmente fondate sulla precisione, e sulla rapidità d'esecuzione. Uno dei concetti basilari che gli aspiranti danzatori apprendono fin dalle prime battute di addestramento, consiste proprio nel ridurre al minimo i tempi di reazione e di estrazione delle proprie armi. Esercizio dopo esercizio, giorno dopo giorno, gli viene insegnato come sollevare una spada prima che il cuore compia tre battiti, oppure - approfittando saggiamente dell'ambiente circostante - come brandire un'arma improvvisata per difendersi in circostanze concitate; assai famosa nelle accademie di duellanti è la storia del maestro di spada che riuscì a sbaragliare una pattuglia di guardie solo grazie alla sua rapidità nel brandire una ramazza, assestando colpi implacabili con essa. Al di là delle facezie e delle dicerie, è però dato accertato che i danzatori dell'acciaio riescano a farsi beffe dei sensi altrui in virtù di una superiore agilità nel maneggiare armi di ogni tipo: ciò non si ripercuote solo nelle fasi d'ingaggio di uno scontro, ma anche e soprattutto durante la battaglia vera e propria. Un vero Danzatore, che abbia raggiunto il grado di maturità delle proprie capacità tale da definirsi senza imbarazzi un maestro, è in grado di disorientare persino gli avversari con movimenti repentini delle sue lame, che talvolta appariranno sfocate o raddoppiate o distorte da forme terribili di bestia ancestrale. Il caso di Sallahro non è certo peculiare come altri ve ne sono stati in passato, eppure sortisce effetti assai simili: a ogni volteggio delle armi del prete rosso, le lame cattureranno barlumi di luce di cui non è dato sapere la provenienza - anche in luoghi bui - apparendo come infiammate, o in procinto d'esplodere in incendi divampanti.
      passiva; duellante liv. II e III

      Scivolare come una massa liquida di fredde lame: questo è danzare con l'acciaio. Sia che si tratti di offendere con una serie di mirabolanti attacchi, sia che invece ci si debba salvaguardare da un'aggressione; in ambedue i casi è fondamentale saper diventare tutt'uno con il proprio armamentario e fluire -come acqua grigia letale. Per questo la muscolatura di chi pratica la danza viene forgiata allo scopo di essere sì robusta, ma soprattutto rapida nei movimenti e reattiva nell'immediato: assieme con l'addestramento mirato ad acuire la concentrazione, essa contribuisce a permettere il celere compimento di azioni specifiche durante lo scontro. In aggiunta a questo, vi sono le armi dei danzatori - solitamente spade sottili e ricurve a metà tra lame di foggia orientale e scimitarre più tipiche dell'Akerat - le quali permettono a chi ne fa saggio uso di lasciar scorrere sul proprio filo l'offensiva nemica, passandovi oltre con eleganza.
      variabile; macroabilità personale

      Sallahro non è un danzatore dell'acciaio qualunque: oltre alle tecniche di combattimento che gli furono insegnate dal suo precettore braavosiano ha espanso le proprie conoscenze a campi ignoti per la maggior parte degli altri guerrieri. In qualità di Prete Rosso, affine ai trucchi più disparati ed alle dottrine meno rinomate, è stato in grado di allargare il controllo sulle sue armi ben al di là dei limiti fisici imposti dal corpo mortale: previo un discreto sforzo mentale, può assumere il controllo - e mantenerlo per un certo lasso di tempo - su quattro oggetti offensivi in aggiunta a quelli da lui stretti in pugno. Per tramite di essi ha facoltà quindi di fare uso di ogni tecnica in suo possesso, attaccare o difendersi a piacimento. Gli unici limiti sono rappresentati dalla distanza massima alla quale le armi possono essere dal loro controllore e dal peso di queste ultime: non gli è possibile difatti manovrare mentalmente oggetti che non sarebbe in grado di sollevare con le proprie forze.
      media; telecinesi passiva per 4 turni

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    benedizione della luce e del fuoco
    Il Signore della Luce è l'unico Dio: egli è il Sole che sorge a oriente la mattina e tramonta ad ovest nella sera. Vive nelle fiamme e le fiamme sono Lui, ha molti figli e un solo nemico: l'oscurità. Un Prete Rosso deve vivere nella luce, perpetrando il bene dei molti senza mai mettere a repentaglio la Giustizia assoluta del Dio stesso. Così insegnano al Grande Tempio, così il Sacerdozio viene ufficiato e consolidato negli anni; con preghiere sempre identiche a se stesse in ogni liturgia mattutina o serale. I cultori del dio Rosso che si allontanano dalle luci della città subiscono però un lento mutamento. Vedono il mondo, assistono alle sue brutture. E alcuni perdono parzialmente la presa sulla spada infuocata della fede. Sallahro M'qahor do Maqqaro è un uomo virtuoso e un peccatore nel contempo. Vive le parole delle sue preghiere in maniera personale, come ogni buon sacerdote sa adattare il salmo giusto al momento più inatteso e ha rinunciato ormai da tempo all'opera di conversione che lo aveva guidato agli inizi del suo viaggio per Asgradel. Ciononostante gode di benefici che molti Preti Rossi sognano, baci della luce ai quali anelano in tanti e che lui - in parte - cela con vergogna poiché non si ritiene degno di tali doni, li considera una coincidenza e non un segno del volere divino. Salla è, invero, più resistente di un essere umano normale. Non sente il bisogno di nutrirsi o di bere anche per giorni, dorme una notte a settimana quando va bene ed in combattimento mostra una tenacia senza pari resistendo fino allo stremo delle forze. Ha una mente sveglia e vigile oltre la norma ed il suo fisico atletico gli dona agilità e rapidità inaudite. Ma la capacità più strana, e che in pochi notano, è rappresentata dalla sua resistenza alle temperature: il vento freddo del nord non ha mai scalfito la sua tempra, né le sabbie del deserto hanno accolto una sua goccia di sudore. Spesso pare quasi che nemmeno si sforzi per compiere i gesti straordinari che gli sono valsi stima e rispetto ovunque si trovasse. Impassibile, imperturbabile nonostante le condizioni avverse, il Prete Rosso si è sempre distinto per queste ed altre caratteristiche.
    passiva; macroabilità personale

      Una luce in grado di abbagliare le tenebre più fitte, che sia una guida per le anime perdute. "Poiché la notte è buia e piena di terrori" - e un Prete del dio rosso deve farsi carico di molte responsabilità. Così è nei sermoni che Sallahro recita durante i roghi sacrificali al Signore della Luce; così è nell'animo di coloro che gli stanno accanto, come pecore attorno a un pastore probo; così è in battaglia, per mezzo di sotterfugi abilmente celati nella sua veste. Tra le tante polveri nascoste nella tunica del sacerdote alcune hanno difatti la capacità di generare una luce abbagliante improvvisa se mescolate: a Salla basterà alzare una mano al cielo o compiere un gesto analogo per slegare con rapido movimento di dita le tasche che le contengono - cosicché ne fuoriesca una quantità bastante allo scopo - perché la magia abbia luogo. Spesso usato al fine di intrattenere o stupire, questo stratagemma può rivelarsi utile in uno scontro o per rischiarare luoghi immersi nella più fitta oscurità.
      bassa; pergamena "Accecare"

      Il primo compito di un officiante religioso è - da che mondo e mondo - imbrigliare le masse, come direbbero alcuni. Sallahro preferisce pensare che per diffondere il Verbo del Signore della Luce sia necessario saper scegliere con cura le parole da usare con ogni interlocutore, ascoltare e difendere i propri ideali con lucidità retorica e d'ingegno. Per fare ciò ogni accolito del Tempio rosso viene istruito sui metodi più basilari per liberare la mente dai turbamenti o dalle interferenze altrui al flusso dei pensieri: è sufficiente che il Prete rifletta sulla sua condizione perché ogni inganno - fatto salvo per quelli più invasivi - si dissipi in un istante. Così viene preservata la saggezza del sacerdozio e della verità divina. Al contrario però è possibile per Salla - così come lo è per altri Preti, talvolta più ferrati di lui nell'arte oratoria - fare breccia sulle menti più deboli con una menzogna. Sussurrare all'orecchio di un Re il consiglio sbagliato, la preghiera che lo porterebbe sull'orlo della sconfitta; far credere al cavaliere più valoroso che il suo onore è stato macchiato da un tradimento; ordire trame d'inganno per perpetrare un Bene superiore.
      media/alta; pergamene "Menzogna", "Predicare", "Incorruttibile" e "Lucidità"

      Si dice che un prete rosso sappia guardare nelle fiamme e riconoscervi il futuro, poiché il Signore della Luce in ogni fuoco racchiude la sua volontà e coloro che ne sono degni possono averne un assaggio. Spesso Sallahro M'qahor do Maqqaro è stato in grado di scrutare nei lumi danzanti, nel corso delle sue preghiere della sera o del mattino. Il suo dio Rosso però non gli ha mai rivelato verità assolute, né chiari indizi su cosa gli riservava l'immediato - o remoto - futuro. Criptiche come oracoli antichi, le fiamme sono un libro arduo da decifrare persino per un uomo di fede esperto: esse sono fonte di conoscenza infinita, divina. Eppure cercare nel fuoco una risposta può essere tanto una buona quanto pessima idea. Vedere un teschio cavalcare con le sembianze di un amico è doloroso, uno spettacolo colmo di rammarico e frustrazione; al tempo stesso conoscere in anticipo la morte o caduta di un nemico, regnante o alleato rappresenta una lama a doppio taglio affilata col dubbio dell'incertezza. Perché le fiamme mostrano il futuro, ma non sempre all'uomo è dato di saperle interpretare correttamente.
      nulla; personale di preveggenza GdR

      In tutto il meridione, i preti rossi combattenti sono famosi per le loro spade fiammeggianti, sfoderate ai tornei o nei rituali del fuoco a cui essi prendono parte. Si tratta per lo più di vecchi artifici come cospargere la lama d'olio ed incendiarla, o mescolare polveri abbaglianti al fine di dare all'arma una parvenza incandescente. Pochi prescelti hanno veramente facoltà di avvolgere la propria spada nella luce del dio rosso, e Sallahro è fra questi rari uomini. A suo piacimento e talvolta accompagnando l'incantesimo con una buona dose di teatralità, può letteralmente dare alle fiamme una o più delle sue spade per un certo tempo, permettendo loro di causare maggiori danni all'impatto, sotto forma di ustioni in aggiunta alle ferite che normalmente aprirebbero nel corpo della vittima.
      medio; pergamena "Anima elementale [Fuoco]"

      I benedetti dalle fiamme sono stati rari, nel corso dei secoli: mai sedicenti ciarlatani malintenzionati, imbonitori di folle o simili buffoni. Sempre, il Dio della Luce ha baciato col suo calore coloro i quali avevano fatto della rettitudine una filosofia di vita imprescindibile, ed essi hanno ricambiato quel favore facendo del bene, aiutando gli indifesi, perpetrando la giustizia divina. Per questo motivo Sallahro coltiva un certo imbarazzo nell'esercitare i suoi poteri: non considerandosi affatto un uomo retto, giusto e - più generalmente - buono, tende a riservare l'utilizzo di capacità al di fuori dell'ordinario in circostanze private, nascoste. Si potrebbe dire che si vergogna dell'uomo che è, nonostante la benevolenza del suo Signore. Eppure i doni che Egli gli ha offerto non sono cose da nulla, bensì grandiosi esempi dell'immenso potere del fuoco, delle fiamme. Qualora le armi del prete venissero difatti scagliate lontano, o distrutte in battaglia, Salla sarebbe in grado di riforgiarle in un impeto d'incendio: come dal nulla una fiammata scaturirà dalla sua mano, ricreando alla perfezione una spada, e rendendola inintaccabile per un breve lasso di tempo.
      alta; duellante liv. III

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« The night is dark and full of terrors, aye --
- but the fire burns them all away.
»

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oggetti ed armi

le sei spade
I lasciti di una vita passata aggrappato alle sottane di una madre premurosa e schiacciato dalla pressa impietosa di un mentore padrone sono tanti. Per lo più costituiscono un bagaglio interiore di esperienze ed emozioni, gioie e dolori che hanno fatto di Sallahro l'uomo che è. Tuttavia se esiste un retaggio che più degli altri lo contraddistingue a un primo sguardo, questo è certamente la danza dell'acciaio di Braavos, insegnatagli dal suo primo precettore fin dalla giovane età. E quest'eredità ha un marchio, un vessillo sotto forma di lame. Sei, per la precisione. Tutte identiche e perfette, forgiate in origine per altrettanti soldati ma oramai - da anni ed anni - serve di un unico padrone: il prete rosso. Sono delle sciabole sottili affilate solo su un lato e ricurve quanto basta per farle apparire liquide quando Salla danza il suo ballo di morte rossa. Hanno incisioni decorative prive di significato, forse pensate per gratificare l'ego di un signore degli schiavi, o per segnare con il fuoco le truppe di una compagnia mercenaria. Le impugnature sono bilanciate alla perfezione e composte di un materiale metallico simile all'acciaio - che ne condivide la consistenza e gran parte delle proprietà - dalle cromature più tendenti al grigio cenere; i rivestimenti in pelle di capra avvolta in velluto rosso ne fanno la presa salda quanto confortevole. Non tutte e sei sono però palesi all'occhio nudo: solamente due di esse giacciono dormienti in guaine poste ai fianchi del proprietario. Le restanti quattro sono celate al di sotto della tunica da combattimento, in silente attesa d'essere chiamate al dovere dai poteri occulti del sacerdote.


la veste rossa
Rosso come il fuoco più veemente, come l'alba ed il tramonto di ogni giorno. Un sacerdote del Signore delle Luce è facilmente riconoscibile ovunque, nel mondo: le sue vesti cremisi parlano per lui. Poco importa poi che siano delle tuniche di seta pregiata adatte alla vita di un tempio del meridione oppure delle pesanti pelli tinte con la porpora e tanto calde da sfidare i venti del nord. Alcuni - e Salla è fra questi - guardano a questo abito sacerdotale con indifferenza, seppure commista a rispetto; cercano di rendere la tunica meno ingombrante o d'intralcio nei movimenti. Sono spesso i preti guerrieri, quelli che predicano tanto bene quanto sanno far roteare un martello da battaglia, ed è così che tentano di adattarla alle esigenze di un combattente. Nella danza dell'acciaio è fondamentale avere libertà di movimento nello stretto del corpo a corpo: senza un'armatura di pelle flessibile un danzatore è destinato alla morte molto presto. Perciò la tunica di Sallahro è un indumento che coniuga i doveri liturgici a quelli bellici, senza costringere il sacerdote a doversi districare con difficoltà in una e nell'altra situazione. Questa veste è lunga, spesso coperta da drappi di seta leggera dai colori che variano in uno spettro dal giallo all'arancio-ocra; ha frange consunte di pelle che come un soprabito scivolano fino a terra, strisciando talvolta sull'erba o sulla sabbia. È composta da diversi strati di cuoio bollito sottile che la rendono essenzialmente utile solo dinnanzi agli attacchi più semplici, lasciando così al possessore l'onere di schivare o parare quelli più pesanti. Ciononostante è un labirinto di tasche segrete contenenti le più disparate polveri in grado - all'occorrenza - di servire come reagente per gli artifici mistici che il prete sa compiere. Tali scomparti celati variano dai più piccoli ad altri ben più spaziosi e nondimeno nascosti: quattro delle sei spade di cui il prete è in possesso sono infoderate nell'ampia tunica di pelle consunta; e non un suono, né clangore esse producono anche qualora il buon Sallahro dovesse compiere i movimenti più scomposti.

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La copia - anche parziale - di questa scheda è vietata.

Sallahro è © di Andre_03 e Asgradel GdR.
Liberamente ispirato a "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco";
ogni relativo © è del rispettivo autore George R. R. Martin.



Edited by Andre_03 - 18/3/2014, 14:55
 
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Andre_03
view post Posted on 8/7/2012, 18:39




Razza umano;
Classe campione;
Capacità Speciali 4x maestria delle armi; 2x velocità; 1x agilità; 1x intelligenza; 1x riflessi;


Danza dell'acciaio
- Variabile personale (1) offensiva.
-- Passiva Duellante liv. I e 4x CS Duellante liv. III.
-- Passive Duellante liv. II e III.
-- Attive Duellante liv. I e II, Variabile personale (2) difensiva.
-- Media personale (3), telecinesi passiva per 4 turni;

Benedizione della luce e del fuoco
- Passiva razziale;
- Passiva personale di resistenza agli sbalzi di temperatura (4);
- Passiva personale di resistenza fisica (5);
- 1x "Tomo epico";
- 1x "Gioiello blu";
- 5x "Diamante";
-- Pergamena Campione "Abbagliare" (Iniziale).
-- Pergamene Paladino "Incorruttibile" (Iniziale), "Lucidità" (Iniziale).
-- Pergamena - vuota - Ladro "Menzogna" (Iniziale), Pergamena Paladino "Predicare" (Iniziale).
-- Pergamena Guerriero "Anima elementale" (Comune).
-- Nulla personale (6) di visione nel fuoco only GdR
-- Attiva Duellante liv. III.

Le sei spade
- 6x Spade

La veste rossa
- Armatura di cuoio;
-- Passiva personale (7) di silenziosità dei movimenti, nessun suono prodotto dalla veste;
-- Passiva personale (8) per cui la veste può contenere un gran numero di armi nascoste (max 4);

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8/7/2012, 18:33 - Scheda pubblicata.
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7/2/2013, 20:49 - Aggiunti 2x "Occhio d'avorio" come CS alla velocità (1) e ai riflessi (1).
9/7/2013, 12:07 - Aggiornata la scheda secondo la recente patch.

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« You aren't afraid of the past, are you? »

il guaritore - la fine e l'inizio
il prete rosso - prima notte a Taanach
and then the darkness will come - profezia di un'ombra incombente
rakuen - nel ventre della bestia
sangue al tramonto - in corso
desperate times - il destino di due popoli
la fonte del male - in corso


Edited by Andre_03 - 18/3/2014, 15:03
 
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Lenny.
view post Posted on 9/7/2012, 14:23




Idonea.

 
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2 replies since 8/7/2012, 17:33   2207 views
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