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Ascendere al cielo, discendere nell'animo., Contest - Inverno

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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 20/10/2012, 16:25




Addestramento
Superare i propri limiti



Il vento gli soffiava contro, gelido. Fiocchi di neve vorticavano impazziti attorno a lui, investendolo ad ogni passo. Ogni respiro era una fredda sofferenza, un pugnale di ghiaccio che lo colpiva ritmicamente al centro del petto. Ma il monaco continuava ad avanzare, stoico nella sua decisione: i suoi occhi erano accesi di una luce determinata che lui stesso non pensava nemmeno di possedere.

Non pensare, Aang, lascia che il freddo non entri dentro di te. Lascia che scorra ...

Aveva preso quella decisione oramai una settimana prima, quando era entrato in contatto con un'entità che non credeva nemmeno esistente. Aveva meditato su quel pensiero a lungo, saggiandone i pro e i contro, ma alla fine il suo bisogno crescente di potere lo aveva portato ad una decisione. Per questo ora si trovava a camminare tra le cime delle terribili Vette Perenni, il regno assoluto della neve e del gelo.

« C-che t-tu sia d-dannato, Aang. N-non c-cedere proprio a-adesso. »

Tremando in modo incontrollabile, il giovane guardò alle sue spalle: l'abbozzo di sentiero che stava seguendo era sparito, inghiottito dalla neve che continuava a vorticargli attorno, rendendolo cieco e sordo se non per il bianco del ghiaccio e per l'ululato ininterrotto del vento. Tornò a guardare avanti a lui, stringendo i denti in una morsa di determinazione e portando avanti l'ennesimo, stancante passo.

Fino a quel giorno aveva sempre sfidato qualcosa o qualcuno per andare avanti: nuovi pericoli portavano nuovi nemici che aveva spesso affrontato a testa alta, senza cedere il passo. Fino a quel momento aveva preso il mondo di petto, affrontando le difficoltà con la forza della determinazione, senza mai fermarsi a pensare se stesse facendo la cosa giusta per lui. C'era sempre un nuovo obiettivo all'orizzonte, una nuova sfida che lo aspettava, un nuovo scoglio da superare. Ma tutto questo aveva portato solo altre ferite e altri dolori, non solo nel corpo. Per questo ora aveva deciso di sfidare l'unica persona che avrebbe dovuto affrontare fin dal principio: sè stesso.

Le sue paure e le sue debolezze erano sempre state la sua più grande limitazione. Aang ne era consapevole, ma era anche convinto che andando avanti sarebbe cresciuto e quelle colline irte di difficoltà sarebbero diventate sempre più basse, fino a diventare pianure che lasciavano intravedere il suo futuro. L'amara verità tuttavia era ben altra: in quel modo non faceva altro che lasciarle a ristagnare, lasciando che sprofondassero sempre più a fondo dentro di lui, montagne dall'altezza formidabile che non avrebbe mai più potuto livellare. Punti deboli ben più gravi di quanto lui stesso potesse pensare, fondamenta troppo deboli per costruire un solido edificio di saggezza e conoscenza. Una mente troppo debole per poter reggere il peso dei suoi sogni.

Non dovrebbe mancare ancora molto ...

Un pensiero che si era ripetuto spesso nell'ultima ora, l'ultima ancora a cui la sua mente continuava ad aggrapparsi, sull'orlo del baratro dell'oblio. Solo la sua mente lo spingeva ad andare avanti, quando il corpo lo aveva già abbandonato centinaia di metri più in basso. Nessun uomo, per quanto addestrato, avrebbe potuto resistere in quelle condizioni così a lungo; nessun uomo che non fosse stato iniziato ai segreti senza tempo del Flux. Ma anche le sue riserve avevano un limite, e i suoi poteri erano pericolosamente vicini al collasso: la barriera che lo aveva protetto fino a quel momento tremò, incerta, così come la mente di Aang, tesa in quello sforzo sovrumano.

« L-luce? P-possibile? »

Alzò lo sguardo al cielo, vedendo con gli occhi appannati dalle lacrime l'immensità celeste sopra di lui. La montagna continuava a salire per un'altra decina di metri, ma la tempesta di neve era oramai alle sue spalle, un inferno gelido che avrebbe dovuto riaffrontare anche troppo presto.

Ce ... ce l'ho fatta?

Per il sollievo quasi cadde in avanti, lasciando libero sfogo alle lacrime. Fece gli ultimi, incerti passi, prima di crollare sopra una roccia da cui dominava l'orizzonte. Si prese la faccia tra le mani, rilasciando il Flux attorno a lui e inspirando a fondo. Continuò per un paio di secondi, poi espirò lentamente, scostando le mani dal viso.
Stava sorridendo. Seduto sulla vetta più alta di una montagna che dominava il continente, sfiancato nel corpo e nella mente, Aang sorrideva.

« Ce ... l'ho fatta. »

Non si sentiva così felice da tanto, troppo tempo.

E così si addormentò, con il sorriso ancora sulle labbra.



Una scena non prevista, scritta soprattutto perchè mi andava mi farlo e perchè voglio tenermi in allenamento per il mio ritorno ufficiale su Asgradel. :v:
Ho inteso l'inverno non tanto come stagione o come freddo (anche se dal luogo in cui si trova Aang potrebbe sembrare così), ma come parte di un percorso irto di difficoltà, che comunque ha una fine e un inizio. Spero vi piaccia, buona lettura. ^^
 
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