Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Lei, Lui, Io e Gull'wa., - Free Gdr -

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Yvenna
view post Posted on 4/2/2013, 19:30




LEI, LUI, IO E GULL'WA

Chapter I - From the North.

- Non così, accidenti, non puoi andare giù di testa come se fossi un cavallo da guerra... - Andrea sbuffò contrariata all'indirizzo del pulcino di grifone. Erano usciti di buon mattino per andare in un piccolo boschetto nei pressi della capitale per fare i primi passi di combattimento assieme, ma la cosa era stata più disastrosa del previsto: Gull'wa non riusciva a correre bene sulle zampe e incespicava continuamente nelle scabrosità della terra boschiva. Avrebbe dovuto sfruttare le ali per tenersi in equilibrio ma era estremamente restio anche solo ad aprirle per andare a dormire, figuriamoci per lottare e correre. La sua padrona aveva adocchiato alcuni piccoli roditori, forse scoiattoli, e aveva chiesto al cucciolo di cacciarli per verificare la sua preparazione, ottenendo un risultato a metà tra lo scadente ed il disastroso.

Si sedettero entrambi dopo una mezz'ora di tentativi, cercando di capire quali fossero stati gli errori fondamentali. - Allora, io dico che devi cercare di caricare meno, non sei un predatore diretto come un leone o un lupo, devi colpire dall'alto e dai fianchi. Guarda questi cosi qua.. - Andrea gli afferrò una delle zampette anteriori accarezzandogli i tre artigli frontali. - Se non li usi a che ti servono? Sono affilati e come ha detto anche il nostro nuovo amico dovrai procacciarti da solo il cibo un giorno. - Il grifoncino non sembrava entusiasta della situazione che si era venuta a creare, colpì col becco la mano della paladina per sottolineare il suo disappunto e liberarsi dalla presa, per poi accucciarsi vicino al piccolo fuoco da campo che avevano acceso per scaldarsi dal freddo invernale. - Non fare così, non è facile imparare, ma se non ci provi non puoi sapere se ho torto o ragione... provaci, cos'è difficile?! - Addestrare un grifone in miniatura era molto più complesso di qualsiasi altra attività umanamente concepibile. Tranne cucinare le caserme dei Toryu, quello si che era un lavoro ... complesso.


- Scena free gdr con GrØtesqµe
 
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GrØtesqµe
view post Posted on 5/2/2013, 01:00




Arya del Nord - Capitolo III
[From the North]

Narrazione | «Dialoghi» | “Pensieri/Citazioni”




Quando finalmente recuperò tutte le energie, Arya decise di uscire dal caos della grande capitale ed immergersi nel verde delle foreste circostanti. Atlas non potè non rifiutare, tutta quella civiltà lo aveva soffocato, e non vedeva l'ora di correre liberamente nella boscaglia. Aveva sostato alla "La Taverna dello Stambecco Ubriaco", un nome alquanto buffo e insolito, e il letto sul quale si era assopita per riposare, al contrario delle aspettative, si era rivelato abbastanza buono e comodo, ma non poté dire lo stesso del cibo che le era stato servito che ancora faticava a digerire.
L'aria fuori dalle mura era molto più fresca, pura, ed Arya se ne riempì i polmoni.
Si incamminarono fra gli alberi, Atlas sembrava più a suo agio ed esplorava il territorio attorno a sé senza mai allontanarsi troppo dalla sua amica.
Furono delle voci a fermarli di getto, delle voci non troppo lontane che provenivano dal folto della foresta. Subito Atlas tese le orecchie e digrignò i denti. Arya invece prese il pugnale stringendolo nella mano destra.
Avanzarono lentamente, cercando di mimetizzarsi con i tronchi delle querce e i cespugli.
Ciò che videro fu una giovane donna con vicino quello che sembrava un pennuto troppo cresciuto, anzi, osservandolo meglio, sembrava un cucciolo di grifone.
Arya non ne aveva mai visto uno, ne fu affascinata. Atlas un po' meno, continuava a digrignare i denti e sembrava pronto a scattare al primo segnale.
La Sciamana non voleva attaccarli, sembravano innocui, voleva solamente passare oltre. Fece per girarsi e riprendere il cammino quando un lamento del Meta-lupo squarciò il silenzio.
«Atlas!»
Arya si girò verso di lui allarmata e vide che la sua zampa posteriore sinistra era incastrata in una tagliola e sanguinava copiosamente.
Non era grave, la stazza e la costituzione del Meta-lupo erano tali da resistere a questo tipo di ferite, però la trappola andava tolta immediatamente o la situazione si sarebbe aggravata.
La ragazza cercò di disattivarla, di aprirla, di fare qualsiasi cosa per togliere da lì la zampa del Meta-lupo ma non vi riuscì; evidentemente il meccanismo era vecchio e arrugginito e sarebbe stato arduo smuoverlo nuovamente.
«Atlas stai diventando vecchio! Un tempo non saresti mai cascato in uno di questi blandi marchingegni!»
Cercò di sdrammatizzare per mascherare l'ansia, si sentiva impotente, e nel frattempo Atlas la guardava contrariato alla sua battuta di spirito. Non si stava lamentando, oh no! Era troppo fiero ed orgoglioso per farlo.
Più cercava di forzare la trappola più sembrava che non si sarebbe mai smossa da lì; la situazione cominciava a diventare critica ed Arya aveva bisogno di urgente aiuto.

 
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Yvenna
view post Posted on 6/2/2013, 18:12




LEI, LUI, IO E GULL'WA

Chapter I - From the North.

Gull'wa alzò la pennuta testolina in direzione del lamento. - Uh? L'hai sentito anche tu? Sembrava un lupo, stai attento polletto non vorrei che ti facesse del male. - L'espressione del volatile divenne una maschera di odio profondo, per quanto il massimo cambiamento fu un assottigliamento delle palpebre, scrutando la padrona con sguardo offeso. Ma il loro era un rapporto d'affetto che si basava anche su quelle cose, semplici e talvolta apparentemente offensive, che creavano un legame molto più forte di quello tra il proprio animale ed il padrone. Era amicizia.

Il grifone corse in avanti facendo strada alla paladina che, spadone alla mano, si precipitò a vedere cosa era successo di tanto curioso da far latrare un lupo. La scena, dopo alcune fronde particolarmente basse, era questa: un grosso lupo con una zampa ferita impigliata in una tagliola da bracconiere ed una ragazza dall'aspetto oltremodo singolare che pareva affannarsi nell'escogitare qualcosa per evitare danni seri al prode canide. Andrea si soffermò a qualche metro da quella scena, incerta sul cosa pensare esattamente, mentre il piccolo pennuto saltellava in giro strillando come un diavolo verso i due sconosciuti, nemmeno la sua padrona fosse stata completamente cieca. - Shht! Li ho visti anche io. - Disse la donna, prima di rivolgersi alla sconosciuta. - E' tuo quell'animale? O sei una cacciatrice? Questi boschi dovrebbero essere protetti dalla caccia e dal bracconaggio... credo. - Aveva ancora la spada sguainata, ma il quadretto non pareva presentare chissà quali rischi da doversi preparare al peggio. E, sicuramente, quel lupo aveva bisogno di aiuto, subito.

- Io sono Andrea Isabella, e con permesso vorrei aiutare codesto animale prima che si faccia più male del dovuto. - E non era certamente una domanda a cui sarebbe potuta corrispondere una risposta negativa. Andrea aveva addosso l'armatura brillante e tirata a lucido, non v'era più traccia del sangue secco che l'aveva macchiata qualche giorno addietro, così come la ferita sulla testa risultava solo essere appena più rosa del pallore generale delle sue carni. Poggiò la punta della spada per terra conficcandovela in modo da non dimostrarsi ostile, e poi attese.

 
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GrØtesqµe
view post Posted on 8/2/2013, 17:56




Arya del Nord - Capitolo III
[From the North]

Narrazione | «Dialoghi» | “Pensieri/Citazioni”




Uno strano rumore alle sue spalle colse l'attenzione di Arya, che si voltò col pugnale stretto in mano per vedere chi fosse. Vide la giovane guerriera col suo piccolo pennuto, che sembrava essere particolarmente nervoso, a qualche metro di distanza da lei.
La bionda aveva la spada sguainata ma non aveva uno sguardo ostile.
«E' tuo quell'animale? O sei una cacciatrice? Questi boschi dovrebbero essere protetti dalla caccia e dal bracconaggio... credo. Io sono Andrea Isabella, e con permesso vorrei aiutare codesto animale prima che si faccia più male del dovuto.»
Per dimostrare ancor più la sua non ostilità conficco lo spadone nel terreno.
Arya aveva disperato bisogno di aiuto, non le importava chi avesse davanti, che si chiamasse Andrea Elisabetta, o Zeno, o Ray in persona, avrebbe accettato tutto l'aiuto possibile per salvare Atlas, che sembrava cominciare a sentire fitte di dolore.
La Sciamana non rispose, non disse nulla. Si scostò da davanti al suo enorme Meta-Lupo facendo spazio alla sconosciuta per lasciarla libera di agire.
Si chiese se avesse già un piano, se sapesse come eliminare trappole simili. Lei non ne aveva mai vista una, nei boschi incontaminati dove era abituata a vivere non vi erano trappole, se volevi affrontare e cacciare un'animale ti armavi di coraggio e pugnale, o lancia, e lo affrontavi in un corpo a corpo. Solo il più forte, o il più furbo, aveva il diritto di eliminare l'avversario. Questa era la caccia al Nord.
Atlas continuava a guardare la sua amica con fermezza, tentando forse di infonderle coraggio, assicurandole che stava bene. Ma il ferro arruginito della tagliola non prometteva nulla di buono.

 
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Yvenna
view post Posted on 8/2/2013, 20:32




LEI, LUI, IO E GULL'WA

Chapter I - From the North.

Le reazioni umane sono di una gamma variabile e virtualmente infinita, ma quelle della ragazza in particolare lasciarono Andrea un pochino confusa sulle prime. Si avvicinò al lupo notando come quella che lo imprigionava dovesse essere una vecchissima tagliola abbandonata, di fattura anche rozza dato che aveva preso ruggine, e aprirla avrebbe corrisposto solo ad un gran dolore per l'animale. Aprirla con una leva, almeno. La paladina inserì le dita nella tagliola, come per aprirla, macchiandosi i guanti col sangue della creatura che cercava di aiutare, per poi iniziare a tirare con forza.

Il rumore metallico non era dei migliori, strideva e faceva un gran fracasso pur essendo un arnese di dimensioni trascurabili, ma non accennava ad aprirsi o a mollare la presa. Non le piaceva molto dare libero sfogo alle sue forze, ma in quel caso c'era l'effettiva necessità di compiere un gesto particolare, un qualcosa che aiutasse l'animale nel minore tempo possibile, quindi socchiuse gli occhi e lasciò che la luce del sole che le irradiava l'armatura si ingigantisse attorno alla sua figura. Inginocchiata vicino al canide Andrea prese a mutare in un turbinio scintillante di luci e bagliori, dopo pochi istanti una figura più alta e dall'armatura decorata in maniera invidiabile aveva preso il posto della bionda guerriera. Una sola pressione e la forza incredibile di quelle braccia frantumò la tagliola, spaccandola con un sono graffiante e violento con una facilità disarmante che, a volte, spaventava persino la stessa Andrea. Tornò in piedi, era decisamente più alta di prima, all'incirca due metri rispetto al metro e ottanta abitudinario, ma stava già iniziando a tornare normale confondendosi tra luce e riflesso. - Chiedo scusa per l'inconveniente ma certe cose non posso farle da sola. - Si passò le mani sporche di ruggine sulla corazza facendo cadere la polvere ferrosa oramai inerte al suolo. - Per la ferita non posso farci niente, purtroppo, ma non mi sembra una creatura propriamente indifesa... dai che sei bello robusto, è solo un graffietto! - Per metà si rivolse alla padrona mentre alla fine guardò dritto l'animale come se si aspettasse davvero una risposta da quella bestia. Le idee di Andrea sul mondo animale avevano certe pieghe poco sane di cui, prima o dopo, avrebbe dovuto rispondere a qualche medico incredibilmente abile.

Gull'wa, ovviamente, continuava a saltellare in giro puntando il Lupo come se fosse davvero in grado di attaccarlo: al massimo gli avrebbe strappato qualche pelo prima che quella bestia si pappasse il pennuto in un sol boccone. Andrea agitò una mano facendolo desistere dal dare fastidio, recuperando poi la spada conficcata nel terreno e riponendola sulla schiena. - Avete un nome? E se si, cosa ci fate di bello a Basiledra? - Detto questo tese la mano verso la giovane, aspettandosi un gesto similare. Piccola, povera, serenamente fiduciosa Andrea...


 
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GrØtesqµe
view post Posted on 9/2/2013, 01:41




Arya del Nord - Capitolo III
[From the North]

Narrazione | «Dialoghi» | “Pensieri/Citazioni”




Arya guardò con stupore la straniera utilizzare una sorta di potere a lei sconosciuto per riuscire a forzare la trappola che stringeva la zampa del suo Meta-lupo.
Vide la guerriera mutare pian piano, circondata da scintillii e bagliori, e la sua statura prese ad aumentare. Persino la sua armatura cambiò, le decorazioni erano molto più elaborate e rifinite. Arya era affascinata da quel tipo di magia, e rimase ancor più esterrefatta quando appurò con quanta facilità quell'essere era riuscito a forzare e spezzare la tagliola, quasi stesse stracciando un foglio di pergamena. Pochi secondi dopo, Andrea Isabella tornò in posizione eretta e nella sua forma normale.
Atlas era libero, guaì per il bruciore alla ferita ma fece di tutto per far capire alla sua amica che stava bene, ed Arya lo strinse in un abbraccio strusciando le mani vigorosamente sul suo grande testone.
Avrebbe trovato qualche erba per guarire il suo graffio, prima di tutto però doveva ringraziare la bionda guerriera che, nel frattempo, aveva riposto nuovamente la spada sulla schiena.
«Devo ringraziarvi immensamente... avete salvato la vita al mio più caro amico» disse con voce flebile chinando il capo.
«Il mio nome è Arya Holstein... Sono giunta qui a Basiledra dal lontano Nord»
solitamente non parlava molto di sè, ma in quel caso era necessario innanzi tutto come forma di rispetto alla donna che l'aveva aiutata, e poi per dimostrare di non essere ostile, data la sua stramba figura. Mentre parlava, continuava ad accarezzare la testa del Meta-lupo, l'unico con il quale riusciva a dimostrare affetto. Data la sua anzianità e la devozione con la quale l'ha sempre protetta, Arya è arrivata a considerarlo come un padre. "Padre e Madre non sono solo coloro che ci mettono al mondo, ma coloro che ci insegnano la via da seguire" e nonostante volesse bene ai suoi genitori originari, si sentiva di riconoscere in Atlas, in Neityri e negli antichi Dèi la sua famiglia.
«Sono giunta a Basiledra per ottenere il Battesimo, nonostante il mio cuore e la mia anima siano devoti a ben altre divinità. Voi da dove provenite?» concluse con il tono più cordiale che le venne fuori. Non era abituata a parlare con le persone, tanto meno amichevolmente, ma stavolta doveva sforzarsi. Attendendo la risposta di Andrea non poté evitare di guardare incuriosita il piccolo grifone. Anche Atlas sembrava molto incuriosito a lui, pur avendo capito che sarebbe stato cordiale nei confronti della sua salvatrice tentare di non mangiarlo.

 
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Yvenna
view post Posted on 9/2/2013, 19:28




LEI, LUI, IO E GULL'WA

Chapter I - From the North.

- Oh, una del Nord! - Andrea parve sorpresa da quell'affermazione. Al Nord dove aveva sempre visto donne e uomini dai capelli biondi, rossi ed al massimo pagliericcio non le era mai capitato di incrociare una mora. Ma forse, dopo tutto, lei non veniva da così tanto a nord come la paladina: gli Holstein regnavano più a sud di Ravencrest, ma questo non impediva certo ad Andrea di aver trovato qualcuno di "familiare" così lontano da casa. - Sei una di nobili origini, dunque? Quello è un nome che anche io, che vengo dalle catene montuose e dalle miniere d'argento del profondo settentrione conosco e rispetto al pari del mio. - Andrea si piegò appena in avanti mostrando un buffo inchino leggermente impacciato a causa dell'armatura. Era a dir poco felice di aver ritrovato qualcuno che sapesse cosa era l'aurora boreale tra i ghiacci, la neve sulle foreste di sempreverdi e la vita rozza ma appagante del continuo lottare contro la natura stessa per sopravvivere e prosperare. Il Nord.

- Vieni, ho acceso un fuoco, potrai far riposare il tuo compagno e riscaldarti un poco prima di proseguire per Basiledra. - Andrea spostò con la mano alcune fronde rivelando il piccolo fuoco che scoppiettava felice in mezzo alle piante silenziose e fredde. - E non temere, parla pure liberamente delle tue credenze e delle tue religioni, al mio fuoco non esistono pregiudizi di pensiero perché io stessa seguo il credo del mio popolo prima che quello di Ray. - Sorrise affabile sedendosi su un tronchetto per non poggiare proprio per terra, all'agghiaccio. - Posso offrirti qualcosa? - Cercò rapidamente nella bisaccia trovando solamente alcuni pezzi di pane fresco, un paio di fette di formaggio e sin troppa carne salata. - E, se ti è possibile dirmelo, al Toryu sei giunta solo per il battesimo oppure come me speri di trovare la via da seguire per ottenere uno scopo più alto? Non so se le vostre tradizioni sono come le nostre, ma io aspiro ad entrare nella leggenda con qualche gesto estremamente nobile o virtuoso! - Sospirò appena. Andrea era una chiacchierona dalle volte, una persona a cui non si poteva certo negare la sincerità quasi totale e spensierata, specialmente con quelle persone che per un motivo o l'altro si trovavano a dover necessitare del suo aiuto. Se da una parte sapeva essere spietata con chi lo meritava, dall'altra tirava fuori una dolce ingenuità quasi infantile per tali e tanti argomenti che toccassero casa sua, il Nord.

Gull'wa, curioso come una scimmia, si era avvicinato al Lupo osservandolo da vicino e scrutandolo con quei piccoli occhietti indagatori. Aprì il becco cercando di comunicare con l'altro animale, ma quello che uscì fu un suono molto strano a metà tra lo stridio di un rapace ed il miagolio di un cucciolo di leone. - Grawwr! -.

 
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GrØtesqµe
view post Posted on 9/2/2013, 23:19




Arya del Nord - Capitolo III
[From the North]

Narrazione | «Dialoghi» | “Pensieri/Citazioni”




Andrea Isabella era una giovane guerriera del Nord, come Arya, e conosceva il suo cognome. Beh, chi non conosceva gli Holstein? Era uno dei più grandi casate del Nord, alla quale erano appartenuti grandi eroi delle leggende e valorosi guerrieri, ma anche grandi lavoratori che mandavano avanti il paese grazie alla forza delle loro braccia e al sudore.
Andrea mostrò loro il bivacco dove li avevano veduti la prima volta, poco prima che Atlas finisse nella trappola. Si avvicinarono al fuoco, ed Arya si sedette sull'erba fresca. Le venne offerto del cibo, Arya era un po' titubante poiché non era il massimo nella materia "Relazioni umane" e non sapeva bene come reagire a tanta gentilezza ingiustificata. In effetti, nessuno era stato gentile con lei se non con Neytiri. Accettò la carne e il pane offerti, e ne condivise parte con il Meta-lupo.
Andrea continuava a far domande, ad Arya sembrò un po' invadente ma non rispondere sarebbe stato scortese nei confronti di tanta gentilezza, perciò prese fiato e cominciò:
«Sono, sono giunta al Toryu...» fece immediatamente una pausa, poiché non sapeva esattamente come continuare. In effetti non aveva una via ben precisa da seguire, ogni tanto sognava di dar sfogo alla sua sete di vendetta cercando gli assassini di Neytiri, a volte sognava invece di poter trovare suo padre, perso chissà dove, solo, vivo ma in cerca di aiuto. Altre volte, aveva semplicemente voglia di lasciarsi tutto alle spalle e cominciare una nuova vita. Cosa l'aveva spinta veramente ad arrivare fino a Basiledra? Qual'era il vero motivo?
«Vorrei ritrovare mio padre...» le venne immediato, improvviso, nel bel mezzo della riflessione, involontario.
«Partì quando ero piccola in una missione, dal quale non tornò mai. Ecco io... ho sempre pensato che fosse un qualcosa di pianificato... Io sento che è vivo, da qualche parte, e ha bisogno di me...»
Tenne a freno le lacrime per lunghi minuti, finchè una non le scese sulla guancia destra, fredda come un fiocco di neve.
«Inoltre beh, in seguito ad alcune sventure mi ritrovai sola al mondo, Atlas mi portò via dal luogo in cui vivevo e fuggimmo nella foresta. Mi salvò la vita, poichè nel mio castello venivo spesso maltrattata. Mi portò da una sciamana che mi insegnò la... magia. Ma vennero a portarmi via anche lei, un gruppo di selvaggi e di cavalieri con uno stemma sui loro scudi che non ricordo nitidamente... la uccisero. Da allora cerco vendetta, spero di rivedere quel dannato stemma e capire chi e perchè ha fatto quel che ha fatto...»
Arya prese ancora fiato e le lacrime aumentarono, discrete e silenziose. Sentiva il bisogno di aprirsi e sfogarsi come non aveva mai fatto.
Anche Atlas abbassò il testone verso terra, con aria di profonda tristezza, mentre il piccolo grifone cercava di attirare la sua attenzione.
«Infine, se non dovessi riuscire a portare a termine uno di questi obiettivi, o entrambi, mi piacerebbe trovare un posto in questo mondo, il posto che mi è stato negato... Diventare forte, e magari tornare a casa un giorno con un Nome e il potere necessario ad allontanare chi ha preso il potere al posto di mio padre e che mi ha rovinato la vita.»
Era chiaro che Arya si riferisse a suo zio Darius, colui dal quale tutto era partito. Aveva forse parlato troppo, ed era comunque troppo poco rispetto a tutto ciò che Arya aveva sopportato nella sua vita. Si asciugò in fretta le lacrime, il suo volto era rimasto impassibile per tutto il tempo ed il suo sguardo perso nel vuoto.



Edited by GrØtesqµe - 9/2/2013, 23:44
 
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Yvenna
view post Posted on 13/2/2013, 15:49




LEI, LUI, IO E GULL'WA

Chapter I - From the North.

- Basiledra è un luogo ricco di contraddizione, di idee contrastanti e, per quel poco che l'ho potuta vivere, anche un pochino instabile. Ma è anche un luogo dove poter portare avanti le proprie idee e ottenere successi che altrove ci sarebbero negati. - La paladina sorrise appena, non voleva che le sue domande da curiosità infantile causassero più dolore che altro a quella sconosciuta. Non voleva essere invasiva e nemmeno creare fastidio, per lei era normale sedersi attorno al fuoco e parlare di ogni cosa, dalla politica alla guerra al cibo, era cresciuta con queste idee e con quelle, probabilmente, sarebbe morta. - Anche io ho perduto il mio luogo d'origine per mano di qualcuno... ma non cerco vendetta, mi è stato insegnato che vendicarsi genera solo altro odio ed altro astio, cerco la giustizia che primao dopo arriverà e con l'aiuto del Toryu questo potrebbe essere davvero più vicino di quanto non voglia io stessa credere. - Sospirò. Si era ripromessa svariate volte di non sognare ad occhi aperti il giorno in cui la fortezza di Raven sarebbe stata liberata e la sua famiglia nuovamente posta a guida di quel piccolo sperone di roccia, eppure non le riusciva evitare di pensarci in quella specifica situazione.

- Ti chiedo scusa, non volevo turbarti con queste domande inopportune, ho vissuto troppo tempo in un monastero militarizzato dove i segreti non esistevano e temo di essere diventata semplicemente poco delicata. - Andrea si portò una mano al petto in segno di scuse. - Parlando di cose più felici, prima che debba tornare in città, come si chiama il tuo amico? Lui... - disse indicando il pulcino che, sconfortato dalla poca reazione del lupo si era messo a dormire vicino al fuoco, - .. si chiama Gull'wa, ma puoi chiamarlo Gully se ti crea problemi pronunciare il 'wa, tanto non si degna mai di rispondere. - Ed effettivamente lo sguardo assente e sonnacchioso del pennuto sembrava confermare in maniera a dir poco cristallina tale affermazione. - Hai già un alloggio in città? Visto che siamo entrambe novizie del Toryu magari potrà capitare di spalleggiarci qualche volta. - La buttò molto sul ridere anche se avrebbe davvero apprezzato un'amica o qualcosa di vagamente simile su cui poter fare affidamento non solo per lottare e combattere i nemici di Basiledra... ma anche per mangiare qualcosa assieme, sfogarsi dei problemi della vita. Insomma, un amica.

 
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