Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Catene

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view post Posted on 31/1/2013, 22:58
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Scende la notte e di nuovo si scambiano dolci promesse d'amore, di nuovo si baciano con passione, di nuovo lasciano che i loro corpi si uniscano, lui e lei, fin quando non sorge il Sole.
I raggi dell'astro diurno si stagliano sul pallido e sudato volto di Leòn, stanco dopo una notte trascorsa, seppure in una sua fantasia, al fianco di una donna maestra nell'arte dell'amare.
Così, a causa di quella reale stanchezza, dovuta ad un irreale piacere, lentamente muove il braccio verso quello spazio vuoto del suo scomodo giaciglio, dove dovrebbe essere la sua compagna, per rendersi tristemente conto che si è trattato, per l'ennesima volta, di nient'altro che un sogno.
Questo è il suo fardello, la sua maledizione, e lui deve ancora abituarcisi.
Allora, scuote il capo e a denti stretti si avvicina ad uno specchio perché possa darsi un contegno e, mentre la mano sposta i capelli biondi, gli occhi cremisi lì riflessi sembrano fissarlo in modo diverso. L'amante quindi si avvicina ad esso, scrutandolo con attenzione, ed è in quel momento che vede quell'immagine prendere vita e muoversi, ed è in quel momento che sente quell'immagine parlargli.
Non riesci a vederle, le catene che cingono il tuo corpo, non riesci a sentirle, guardiano di Selene?
Hanno lo stesso colore scarlatto delle fiamme che riscaldano il cuore e che distruggono i villaggi,
ma non sono né di ferro né di acciaio né di qualsiasi altro metallo e non posseggono alcuna forma.
Nonostante tutto ciò, tu, vittima del fato, non puoi non avvertire il loro peso, così tanto opprimente,
che ti costringe a terra, che ti impedisce di spiegare le ali e di farti cullare dal vento, che ti fa prigioniero di una donna che probabilmente non raggiungerai mai, per quanto tu lo possa volere.
Perché non tenti di liberartene? Potresti riuscirci, se soltanto lo desiderassi veramente.
Eccoli, due amanti, uno di fronte all'altro, due coscienze pronte a scontrarsi.
Attimi di silenzio.

---

Il suono dello specchio che si infrange e la mano si tinge di rosso.
Non posso negarlo: lei stessa mi ha creato per soddisfare i piaceri della carne, per questo non riesco a sottrarmici, ma anche per avere qualcuno che l'amasse come nessun'altro, per questo la amo come non ho mai amato nessun'altra; in quella vita ero priva di scelta, mentirei se dicessi il contrario, tuttavia, quando si presentò a me come Selene non riuscivo a smettere di pensare a lei.
Per amore, dunque, io sopporterò queste catene, non importa quanto pesanti esse siano.
Dopo una simile presa di coscienza, lascia che il suo corpo cada, pesantemente, a terra mentre il sangue versato che è stato versato muta in rose scarlatte ridotte in tanti, troppi pezzi;
proprio come il suo animo a cui - per quanto non voglia ammetterlo - è stata strappata parte della sua volontà. Ma probabilmente passerà, e la sua ambizione diverrà ancora più salda.
Del resto, seppur in parte, è un uomo e, come tale, ha anche egli momenti di debolezza.
Così, con la schiena poggiata al muro, rimane immobile a fissare la parete, prendendosi una pausa dal mondo ed allontanando da sé, pur soltanto per pochi istanti, il duro peso di quelle catene.



« Chissà, cosa mi aspetta »
dice in un sussurro.

Il dolore di un amante privo d'amore vero,
o la piacevolissima dolcezza di un lieto fine?
.
.
.

Ti odio e ti amo, ti chiederai come faccia.
Non so, ma avviene ed è la mia tortura.

Odi et amo, quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.


Ma continuerò a lottare per te.




Okay, non credo sia difficile capirne il contenuto ma meglio dare qualche spiegazione:
Selene, la donna che Leòn ama, è morta e può riunirsi con lei soltanto in sogno, finché lei non ritorni in vita, e ciò lo distrugge dentro. Con questo contest, volevo rappresentare un suo momento di incertezza, perché è un uomo, ed ogni uomo ne ha.
Per quanto riguarda il tema, ho inteso giogo come catene, che lo legano alla donna che ama e che sono "pesanti" in situazioni come queste, ma che comunque riuscirà a sopportare.
Scritto in un momento di ispirazione, quindi, non so quanto possa piacere, ma chissene.
 
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