Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

C'era una volta...

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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 17/2/2013, 00:49




Combattimento al cimitero
Decisioni sofferte


La bambina arrossì, visibilmente contenta del complimento di Aang. Abbassò lo sguardo timidamente, strappando un sorriso al monaco. Il giovane si rilassò con un sospiro, spostando il bastone di lato e chinandosi sui talloni per guardarla meglio in viso. La piccola non era pericolosa, ma la situazione in cui era comparsa era così tanto lontana dalla normalità che era suo compito indagare. Non era così ingenuo da credere di poter arrivare subito ad una soluzione, ma più informazioni avessero ottenuto e più velocemente avrebbero trovato i bambini. O almeno, così sperava.

« Chi sei... tu? »

La bambina lo guardò senza realmente vederlo. Iniziò a tremare violentemente, mentre i suoi occhi, prima bianchi come avorio, iniziarono a venarsi di rosso. La calma che l'aveva avvolta un momento prima sparì come se inghiottita dalle tenebre attorno a loro. Aprì la bocca per dire il suo nome, cosa che convinse Aang ad alzarsi e a prepararsi a combattere. La sua voce aveva un tono talmente sbagliato da convincerlo a prepararsi al tutto per tutto, richiamando il Flux in modo da essere pronto. Era come se avesse di fronte un'altra persona: la piccola aveva perso tutta l'ingenuità e la timidezza di una bambina della sua età, l'espressione posseduta da qualcosa più forte di lei.

Cosa...

« Io sono Edel, rapita dagli spiriti. »



Il monaco si guardò attorno, e vide il cimitero rispondere al richiamo di ciò che aveva risvegliato. Dalle tombe sorsero ancora una volta spiriti erranti, ma questa volta erano distorti, abominevoli. Aang intravide forme impossibili e ghigni famelici, poi qualcosa di più grosso e pericoloso prese forma di fronte a lui. Il giovane fece involontariamente un passo indietro, mentre un abominio che sarebbe dovuto esistere solo negli incubi più infelici cresceva e cresceva. La testa, ovale e priva di alcun lineamento, le braccia, appena visibili ed eteree come le luci che ora vagavano spietate per il camposanto. Non aveva bocca, nè occhi e nè cuore, ma Aang sapeva che lo stava fissando.

« Tu verrai con me. » - sussurrò la piccola, prima di poggiare le labbra innocenti sul suo strumento e riprendere a suonare. Un'intera orchestra di flauti rispose al suo richiamo, tessendo una melodia che nessun umano avrebbe mai dovuto suonare.

No...

Rapido come non lo era mai stato, il monaco cercò di non concentrarsi sulla musica, che di sicuro avrebbe corrotto anche lui. I suoi occhi si accesero di un bagliore celeste, così come i tatuaggi che ricoprivano il suo corpo: la melodia alle sue orecchie divenne sempre più fioca, sempre più lontana, fino a che non sparì del tutto. Mentalmente tirò un sospiro di sollievo, che però potè concludere solo a metà: non aveva considerato l'altra minaccia, forse la più pericolosa.

La creatura torreggiava oramai su di lui, rapida come il vento che si era alzato sull'intero cimitero. I suoi enormi artigli squarciarono la faccia di Aang in mille frammenti, come se fosse solo un misero foglio di carta rispetto alla sua forza titanica. Il monaco fece un passo indietro, incerto e tremante, ma non cadde.

« Dovrai fare ben più di così per scalfirmi, demone. »

Un bruciore diffuso al braccio sinistro, un dolore che aveva imparato a sopportare in confronto agli enormi poteri che gli aveva concesso l'uso del Flux rosso. Il suo viso vibrò per un momento, come acqua in movimento, prima di tornare alla condizione precedente l'attacco. Di diverso, aveva solamente la sua espressione, ora profondamente determinata. Solo che non poteva attaccarla con tutte le sue forze: era soltanto...

... una bambina.

Il giovane indugiò ancora un attimo, ma poi si decise quantomeno a parlare per saperne di più. Finchè poteva impedirle di fare e farsi del male, doveva fare il possibile. Ma sapeva, dentro di sè, che probabilmente avrebbe dovuto scegliere tra la sua vita e quella, forse ormai condannata, della bambina. Una decisione che lo faceva bruciare di furore verso coloro che l'avevano resa ciò che era.

« Venire... con te dove? Cosa sei tu, e dove sono gli altri bambini? »

La piccola lo fissò, senza vederlo davvero. Il cuore di Aang si strinse nel vederla così, ma si sforzò di stare attento ai suoi movimenti e a non distrarsi. Fece due passi verso di lei, che non aveva ancora staccato le mani dal suo strumento: lo teneva in maniera possessiva, come potrebbe fare un bambino con il suo giocattolo di legno, o una bambina con la sua bambola di pezza. Pensare a quel paragone gli fece ancora più male: lui era lì per salvare quei bambini, non per ucciderli.
L'imponente guardiano si frappose tra loro due, e solo allora lei rispose:

« Nella foresta. Lei ci sta aspettando. »

Non riuscì ad aspettare, dovette farle la domanda: « Lei chi? »

La creatura, così alta ma così autoritaria, forse il suo ricordo dei genitori che un tempo l'avevano amata e l'avevano educata, fece un passo verso di lui.
Aang non riusciva più a giudicarli secondo il suo metro di giudizio: non si era mai trovato in una situazione simile. Avrebbe dovuto odiare quel guardiano come un frutto del male del mondo, oppure avrebbe dovuto compatirlo, perchè incapace dei più semplici impulsi umani? Aveva braccia e gambe, aveva un corpo e una testa. Ma non aveva occhi per vedere, non aveva bocca per parlare, non aveva orecchie per sentire. Le sue mani non potevano fare altro che ferire, dilaniare. E così fecero, mentre la piccola mormorava una sola, inquietante risposta.

« La mamma. »

Aang ignorò le dita affilate come rasoi, convinto che il Flux rosso lo avrebbe protetto anche da quell'assalto. Un grosso errore.
Gli artigli penetrarono le sue carni all'altezza del ventre, strappandogli un gemito strozzato di stupore. Sangue scivolò lungo il braccio etereo del guardiano, gocciolando a terra di fronte ai loro piedi.
Il monaco rimase fermo, incapace per pochi attimi di agire. Improvvisamente capì cos'era successo: la piccola aveva continuato a suonare. Non per distrarre Aang, ma per aiutare la sua creatura: per renderla migliore, più vicina all'umanità che le sue forme agognavano. Due occhi grandi come pesche lo guardarono da un volto ancora inespressivo: le iridi erano di un nero più profondo della notte. Un pozzo senza fondo in cui ci si sarebbe potuti perdere.

Sta diventando... sempre più umano?

I suoi contorni erano ora più reali, più definiti, mentre la bambina andava svanendo leggermente. La melodia aleggiava nell'aria, e un sottile sentiero di spiriti li collegava: come il cordone tiene uniti per un'ultima volta madre e figlio, dopo il parto. Poco prima che il piccolo sia liberato dall'unione, poco prima che divenga un essere singolo. E solo.
Aang deglutì, toccandosi con la mancina l'addome e guardandosi la mano sporca di sangue.

Dovrò attaccare lei per danneggiare lui...

E così fece: aghi di Flux sorsero sopra la bambina, allungandosi fino a diventare vere e proprie spade.
Il guardiano si mosse, fulmineo. Si erse sopra di lei, proteggendo la sua carne morbida con la propria. Ma non subì alcun danno.
La sua schiena, colpita dalle lame di Flux, era ora coperta da un'armatura nera come la notte. Le scaglie di metallo che lo ricoprivano tintinnarono nel camposanto, mentre la bambina continuava a suonare, concentrata sul suo flauto e su nient'altro.

Così sia.

Una freccia apparve nella mano destra del monaco, l'arco che intanto aveva creato nella mancina già pronto al tiro.
Il proiettile partì lasciando una leggera scia luminosa dietro di sè. Aang vide la freccia colpire la bestia in pieno addome, come se quella non fosse nient'altro che una rivincita tra bambini.
Vide distintamente gli occhi della creatura scendere fino alla freccia che spariva per metà nel suo corpo. Poi tornava di nuovo ad osservarlo, poco prima di sparire in una nuvola di spiriti che rimase a vagare attorno a loro. Aang represse un brivido: era uno sguardo umano quello che aveva intravisto in quelle orbite immonde?

Fece un passo avanti, tremante. La ferita gli faceva troppo male, la testa gli girava, ma doveva chiedere, doveva sapere.

« Cosa vuole da noi, la mamma? »

La piccola continuò a suonare per qualche altro secondo, poi si fermò a guardarlo. Ancora quegli occhi, sempre meno umani e sempre più rossi. Aang fece fatica per non distogliere lo sguardo.
Le sue labbra si mossero, ma nessuna parola si udì nell'aria. Come se gli avesse risposto, la piccola Edel riprese a suonare prima delicatamente, poi in modo ossessivo, come se da quel gesto dovessero cambiare le sorti di qualcosa. O di qualcuno.

« I vostri corpi. »

Ma da dove... n-no!

Aveva voluto quella risposta, ma non a quel prezzo.
Il guardiano torreggiava ancora una volta su di lui, con un ghigno soddisfatto sul volto sempre più umano. Le parole erano state della bambina, ma era stato lui a parlare.

Ancora tu. NO, BASTA!

Era così sconvolto da quello che aveva di fronte che non vide la nebbia che si alzava dalla terra del cimitero. Si avvolse in spirali sempre più piccole attorno alle sue caviglie, finchè non se le trovò strette in una morsa ferrea. Cadde all'indietro, in balia di quella creatura. E della sua gemella. Gli artigli lampeggiarono nell'oscurità, facendo a pezzi l'arco che era riuscito a frapporre al suo attacco. Il suo bastone era a terra, troppo lontano per essere raggiunto.

La bestia lo guardò famelico dall'alto, scoprendo denti aguzzi nella bocca appena rubata.
Ma Aang non si fece trovare impreparato: in un lampo di luce, la tenebra venne annientata e gli occhi troppo famelici della creatura divennero ciechi. Ma non quelli della bambina.
Il raggio di Flux che aveva cercato di trafiggere la bestia venne fermato da un altro strato di armatura. Le piastre stridettero contro la forza del potere di Aang, ma non cedettero.

Non questa volta... Edel!

Con uno sforzo di volontà il raggio penetrò le piastre nere e trafisse l'evocazione con tutta la sua potenza. I suoi occhi si sbarrarono, consci dell'avvicinarsi della fine. Ma non si afflosciò, nè lento la presa sul terreno.
La bocca, oramai un taglio volgare sul suo viso senza espressioni, si curvò leggermente in un sorriso. Talmente umano da far dubitare Aang. Talmente sincero da fargli credere di aver sbagliato.
Poi iniziò ad urlare. La piccola Edel gridava con lui, in un coro che non aveva niente di umano.
Il corpo del guardiano iniziò a risplendere di una luce che non aveva mai fatto sua. Un bagliore di un verde malsano usciva dal foro che aveva lì dove era stato trafitto dal Flux.
I loro occhi si incrociarono un'ultima volta, poi i suoi si appannarono di quel verde cristallino.

Non vorrà mica...

« NO! »

Una cupola di Flux coprì Aang come un sudario, ma non fu abbastanza: l'esplosione di anime lo colpì con una forza devastante, schiacciandolo a terra e mozzandogli il fiato.
Per un attimo temette che sarebbe giunta la sua fine, ma strinse i denti e attese. E attese. E attese. Finchè non tornò il silenzio.

Così fedele, fino alla fine.

Solo allora si alzò, lentamente. Aveva ferite ovunque, era sporco ed esausto, ma era ancora vivo.

La sentì respirare piano, affannosamente. La piccola Edel era a terra, troppo esausta per potersi alzare.
Aang recuperò il suo bastone e si avvicinò, zoppicando. La guardò dall'alto: il suo abito un tempo candido era sporco di terra e sangue, i suoi capelli erano incrostati di sporcizia. I suoi occhi lo fissavano, consapevoli di quello che stava per accadere.

Aang crollò in ginocchio accanto a lei. Anche lui sapeva cosa stava per accadere, ma non voleva. Non aveva mai voluto.
Piccole luci di Flux nacquero attorno al corpo della bambina, come per confortarla. Aang le sorrise un'ultima volta, mentre lacrime amare gli scendevano lungo le guance.

« Perchè la mamma vuole i nostri corpi, Edel? »

La piccola prese un lungo respiro, poi rispose a voce bassa, come sussurrando: « Non deve... rimanere nulla... qui. »

Aang chinò il capo e il Flux fece il suo dovere. Il suo corpicino sussultò, e il cimitero si spense con lei.

P-perdonami, piccola mia.



Diario del Monaco
Comprensione





Cs totali: 4 (2 in Percezione; 2 in Intuito)
Basso 2% ~ Medio 7% ~ Alto 17% ~ Critico 37% ~ Mortale 77%

Energia attuale: 19%
Consumi utilizzati: Basso x1 (2%) + Medio x4 (28%) + Alto x3 (51%)

Condizioni fisiche: Danno Medio da perforazione all'addome. Escoriazioni di entità Alta su tutto il corpo. Totale: Alto + Medio.
Condizioni mentali: Sconvolto.

Bastone del Manipolatore: mano destra.
Balestra: 15/15 - legata alla cinta.



Passive in uso:

CITAZIONE
Controllo Passiva razziale umana
Meditazione. Disciplina. Controllo. Capacità richieste a tutti i novizi quando iniziano a muovere i primi passi nel difficile mondo della manipolazione. L'addestramento però, non consiste solo in prove mentali e spirituali, ma consta anche di interminabili prove fisiche mirate alla perfezione dei corpi degli iniziati. I manipolatori usciti da questa parte dell'iniziazione sono così talmente resistenti da non svenire in condizioni critiche, come quando si trovano sotto il 10% delle energie. Nonostante i pericoli, ogni monaco sa che serve un involucro perfetto per la magia perfetta.

CITAZIONE
Intuito Prime due passive del dominio Auspex
La meditazione è una pratica indispensabile per ogni uomo che voglia intraprendere la via del Flux: la concentrazione e il controllo di sè sono basi indispensabili per la Manipolazione, anche se non sono gli unici vantaggi derivanti da tale applicazione. Dopo anni di intensi allenamenti, Aang ha oltrepassato il limite dei sensi umani, arrivando a percepire anche le auree di ogni essere vivente che lo circonda, indipendentemente che sia nascosto o meno. Un potere che ha sviluppato a tal punto da renderlo in grado di capire anche l'allineamento del soggetto preso in esame, permettendogli di capire a grandi linee le sue intenzioni: odio o paura non potranno più essergli nascoste, tradimenti o eventuali antipatie saranno per lui leggibili come in un libro aperto.

CITAZIONE
Onniscienza Terza passiva del dominio Auspex
Elevazione spirituale, occhio della mente o conoscenza assoluta. Comunque la si voglia chiamare, l'arte monastica basa le sue tecniche su una profonda conoscenza di se stessi e dell'ambiente circostante. La propria essenza diventa solo il mezzo tramite cui conoscere il tutto, che ogni monaco di alto grado può applicare semplicemente toccando un oggetto o una persona dotata di poteri. Come se lo avesse studiato per mesi, Aang sarà in grado di capirne le capacità e discernerne le caratteristiche. Un potere degno di un dio, concesso a chi ha raggiunto le vette più elevate della via monastica.

CITAZIONE

L'IMMORTALE INDICA LA VIA
sii saldo come una roccia .

«Conoscere l'altro e se stessi –cento battaglie, senza rischi; non conoscere l'altro,
e conoscere se stessi –a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l'altro, né se stessi –ogni battaglia è un rischio certo.»


La prima regola codificata dal Maestro è conoscere gli altri e conoscere sé stessi: solo da questa doppia conoscenza può derivare la necessaria saggezza per arrivare alla vittoria ancor prima di aver ingaggiato la battaglia. Lo spirito stesso di questa regola è infuso nella pergamena, tanto che chi ne entra in possesso ed è in grado di leggerla e comprenderne gli insegnamenti, riceve l'indicazione per la via della Vera Saggezza. Questo si traduce in una resistenza mentale fuori dall'ordinario, dovuta alla profonda conoscenza che si tramuta in padronanza di sé e dei propri mezzi. La mente del guerriero diviene resistente, e benché possa ancora essere intaccata, egli non ne proverà alcun dolore. [Passiva - Resistenza fino ad un ammontare di 2 Mortali Psionici. Passiva - Immunità dal dolore psionico.]


Attive usate:

CITAZIONE
Sparizione Corpo d'ombra
Tante sono le applicazioni possibili per il Flux: può divenire un'offesa pericolosa, la più miracolosa delle cure o il tramite per raggiungere una meditazione perfetta. Allo stesso modo, la sua controparte derivata dal Fiume del Fato non può essere impiegata soltanto come una grezza energia negativa, ma anche in altre forme più strategiche e raffinate. Con un consumo Medio di energie e per la durata di due turni, infatti, Aang riuscirà a scomporre in parte il suo corpo, rendendolo quasi etereo e quindi immune a tutti gli attacchi fisici che gli verranno rivolti contro. Una tecnica utile in particolari situazioni, quando la mente conta più della mera forza fisica.

CITAZIONE
Purezza Personale. Difesa psionica [2/10]
La mente di un monaco viene continuamente messa a dura prova dal processo di adeguamento alle dinamiche del Flux: una serie di prove fisiche e mentali mettono lo spirito di ogni manipolatore a dura prova, scartando le personalità troppo deboli e facilmente malleabili. Allo stesso modo, ogni uomo che riesce a guadagnarsi il titolo di Manipolatore e il relativo bastone, ha a sua disposizione una grande flessibilità mentale, ma riesce comunque a rimanere stabile nei suoi ragionamenti e fedele al suo punto di vista. In questo modo agisce anche la mente di Aang, che con un consumo Variabile Medio riesce a respingere - purchè se ne renda conto - offensive psioniche di pari consumo.

CITAZIONE
Offesa Lampo di luce & Schegge di luce
Un'offensiva rapida è un'offensiva efficace. Manipolando rapidamente il Flux e con un consumo Alto, il monaco riuscirà ad emettere un vero e proprio proiettile di energia spirituale in direzione del nemico; rapido e potente, causerà una possente bruciatura sul corpo nemico e lo sbalzerà indietro per il contraccolpo. Allo stesso modo, manipolando il Flux nell'aria, il monaco potrà creare - tramite un consumo Medio delle sue energie - delle lame affilate di magia celeste, che scenderanno sul nemico come una condanna inevitabile. Vista la loro composizione, entrambe le offensive causeranno un danno maggiore sui demoni e un danno minore sulla stirpe angelica, naturalmente protetta da queste manifestazioni.

CITAZIONE
Mira Arco di luce
Certe volte non è possibile avvicinarsi abbastanza da scagliare le proprie offensive con precisione, ed è in situazioni come queste che il Flux accorre in aiuto dei suoi manipolatori. Concentrando una quantità Alta di energia in una delle proprie mani, Aang riuscirà a creare un intero arco di pura energia, che potrà armare di frecce semplicemente immaginandole. L'arma permarrà tra le mani del monaco per due turni e il manipolatore non potrà esserne disarmato. In più, vista l'elevata concentrazione di Flux contenuta nelle frecce i colpi saranno ben più pericolosi sui demoni che sugli angeli.

CITAZIONE
Visione Flash abbagliante
I monaci del monastero vengono addestrati a sopportare grandi quantità di Flux, nel corpo e nella mente. Così, con un consumo Basso potranno concentrare parte del proprio potere su una parte del proprio corpo e farla poi esplodere in una grande luce, che accecherà chiunque non sia addestrato a sopportarlo. Un flash talmente potente da renderne la vista insopportabile ai demoni, naturalmente privati del dono del Flux, e riportarli alla loro debole forma umana.

CITAZIONE
Scuola del Flux celeste Arte di Creazione
Un'arte difficile, un'arte potente. La manipolazione nasce come un'abilità che agisce sul Flux disperso naturalmente nell'ambiente o all'interno del monaco stesso, per creare effetti manifesti che hanno dell'incredibile. In questo modo lance di luce, piogge e scudi di entità variabile sorgeranno dal nulla o dal manipolatore, facendo sì che questi poteri vengano associati spesso a quelli di un Dio. Creazione di nuove realtà, pura e semplice.

CITAZIONE
Sfera Personale. Offensiva magica. [3/10]
Ogni avversario dovrebbe essere convinto con la parola a non combattere, persuaso ad evitare ogni spargimento di sangue in favore di un dialogo costruttivo. Ma quando questo non basta, ad Aang basta un consumo Medio di energie per materializzare attorno al suo bersaglio un numero indefinito di aculei di Flux, che lo colpiranno ad un minimo cenno del monaco causandogli numerose ferite da ustione. L'ultimo blando avvertimento prima del vero inizio delle ostilità.

Tecniche avversarie:

Edel è in possesso delle seguenti abilità:
CITAZIONE
Lifehunt Spectre – Il nesso fra Edel e gli spiriti dei morti è tanto saldo che essi scelgono di obbedire ai suoi ordini senza opporre resistenza. Se chiamati, si materializzeranno in una figura evanescente assomigliante all'aspetto che avevano avuto un tempo, quando erano in vita. Saranno disposti a combattere fino a che i danni del proprio corpo non raggiungono il medio, dopodiché spariranno nel nulla.
Evocazione a costo alto – 8 CS in velocità, resistenza media – 2 turni

CITAZIONE
Orfeo – Leggende lontane narrano di un poeta dal canto tanto dolce da poter ammaliare persino gli dei dell'oltretomba e gli spiriti dei morti. Eppure, nonostante questo potere, egli non riuscì a salvare la propria amata. Chiunque oda la triste musica che compose sopraffatto dal dolore terribile di quella perdita si sentirà travolgere da un malessere analogo e da una tristezza indicibile, poiché diverrà improvvisamente conscio della caducità della vita e dell'eternità della morte.
Tecnica psionica a costo medio – Danno medio di depressione psicologica

CITAZIONE
Artigli dello spettro - Usando il legame che la collega al suo guardiano, Edel riesce a potenziarne il prossimo attacco, che varrà come una tecnica di livello Medio. Le sue mani diverranno più affilate, letali come non lo sono mai state. Non più per accarezzare, non più per proteggere, ma solo per uccidere.
Tecnica a costo Alto - Le evocazioni di Edel infliggeranno danno Medio per 2 turni.

CITAZIONE
Oblio dei morti - Quando muori, qualcuno si ricorderà di te. Ma quando quelle persone moriranno, chi si ricorderà di te e delle tue azioni in vita? Tutto scivolerà nell'oblio, verrai dimenticato da tutto e tutti, e niente rimarrà del tuo operato. Edel conosce gli spiriti, sa quanto questi agognino l'attenzione altrui. A volte però è richiesto il silenzio: usando questa tecnica psionica la bambina potrà costringere l'avversario a distogliere l'attenzione da uno dei suoi guardiani.
Tecnica psionica a costo Basso - L'avversario ignorerà un'evocazione per un turno

CITAZIONE
Catene dell'Oltretomba - Pensare alla morte a volte può paralizzare, può togliere il fiato. Ma cosa faresti se delle vere catene, fatte di spiriti, si stringessero attorno alle tue gambe, fermandoti di fronte all'ineluttabilità della morte?
Tecnica magica a costo Medio - Blocco magico di livello Basso per 2 turni

CITAZIONE
Dominio delle ossa: Il negromante è in grado di controllare a proprio piacimento le ossa dei nemici sconfitti, richiamandole da sotto terra e usandole per creare scudi o barriere.
La tecnica ha natura magica, e tutte le caratteristiche di un dominio elementale delle ossa difensivo. A seconda della personalizzazione è possibile sostituire le ossa con altri elementi concreti, come la carne, il metallo o la pietra. L'utilizzatore potrà compiere qualsiasi manifestazione difensiva dell'elemento gli venga in mente, creando armature, formando barriere, scudi, cupole, difese dirette o a trecentosessanta gradi. Tutte queste manifestazioni dovranno però avere lui come punto d'origine e non potranno perdurare sul campo di battaglia dopo aver compiuto ciò per cui erano state richiamate: le difese svaniranno dopo aver incassato il colpo, dunque. La potenza delle manifestazioni è variabile, pari al consumo speso per richiamarle, e di un livello inferiore al consumo se sviluppate a trecentosessanta gradi intorno al caster.
Consumo di energia: Variabile

CITAZIONE
Doppio legame - Evocare un guardiano al proprio servizio crea un legame in un senso e in un altro. Ciò può avere effetti positivi, ma anche negativi. Edel è legata al mondo degli spiriti, ma sa piegare le anime al suo comando. Così senza il minimo indugio, ogni evocazione della piccola, alla fine della durata di evocazione o alla sua distruzione, potrà essere fatta esplodere in un boato di spiriti e anime dell'aldilà.
Tecnica magica a consumo Variabile - Fa esplodere un'evocazione che sta per sparire; metà del costo va necessariamente pagato mediante danni autoinflitti.

È inoltre in possesso di una passiva che le permette di far usare le tecniche alle sue evocazioni.

Azioni:

Edel è energia verde, razza umana e classe negromante. È in possesso di un anello del potere.
Descrivo il combattimento passo passo:

1) Edel usa Lifehunt Spectre (Alto x 2 turni) e Orfeo (Medio).
2) Aang si difende dall'evocazione con Corpo d'Ombra (Medio x 2 turni) e dalla psionica con la sua Variabile di difesa mentale (Medio).
3) Edel usa Artigli dello Spettro (Alto x 2 turni) e Oblio dei Morti (Basso). Aang subisce un danno Medio all'addome.
4) Aang usa Schegge di luce (Medio) su Edel, difesa dall'evocazione che usa Dominio delle Ossa (Medio), poi evoca Arco di luce (Alto x 2 turni) e con un Medio distrugge lo spettro.
5) Edel riusa Lifehunt Spectre (Alto x 2 turni) e usa Catene dell'Oltretomba (Medio x 2 turni) per bloccare Aang.
6) Grazie ad Artigli dello Spettro il fantasma attacca con un Medio, ma viene bloccato dall'arco di Aang (gli rimane un potenziale Medio) usato a mò di difesa.
7) Aang usa Flash Abbagliante (Basso) e poi Lampo di Luce (Alto) per uccidere l'evocazione. Edel lo difende con il Dominio delle Ossa (Medio) ma non basta e muore.
8) Edel usa Doppio legame (Alto + autodanno Alto) per far esplodere lo spettro; Aang si difende parzialmente con la Variabile di difesa (Alto) subendo un danno Alto.
9) Aang raggiunge Edel e la finisce con la personale Sfera (Medio).

Edel finisce lo scontro con un totale di danni pari ad Alto + Medio ed energia pari al 9%.
Non sviene perchè di razza umana, ma siamo lì lì. :v:.

Note:

È stato uno scontro veramente difficile da scrivere, ma sono sicuro di essermi impegnato, sperando che la febbre non abbia alterato il mio giudizio. XD
Lo so, lo so, ho usato troppe energie, però... era un'energia uguale alla mia, di un livello di pericolosità sotto la mia ma.
Ma, esatto, perchè è una bambina, e per gdr non ho voluto attaccarla direttamente, salvo per usarla come esca quando ero sicura che l'evocazione l'avrebbe protetta.
Poi non so, ditemi voi se ho fatto bene o male. :v:
Ah, un'ultima cosa: leggetelo assolutamente ascoltando la musica, è importante!



 
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Alb†raum
view post Posted on 17/2/2013, 13:03




C'era una volta...





Edel non urlò per il dolore quando gli aculei luminosi le si conficcarono nella carne per privarla della vita.
Non si lamentò. Non sputò il sangue scarlatto che, in un fiotto denso, le scivolava dalle labbra per cadere sulla ghiaia chiara. Macchie rosse si allargarono sulla veste bianca strappata e bruciata, ma era come se la bimba non sentisse il peso di quelle ferite.
I suoi occhi chiari fissarono quelli acquosi di Aang con tenerezza, quasi per compatire le lacrime amare che colavano dalle guance del monaco. Su quel volto infantile era sparita la gelida ferocia di prima, né vi era ombra di dolore o di rabbia. Solo un dolce sorriso che le piegava le labbra sporche di saliva e scarlatto.

«Grazie.»

Mormorò, la voce arrochita dalla stanchezza. Chiuse lentamente le palpebre pesanti e inclinò la testa di lato, come per appoggiarsi a un invisibile cuscino. I respiri affannosi si fecero calmi, poi sospiri impercettibili. Infine il petto smise di sollevarsi del tutto, e lei si addormentò.
Assieme a lei si spense ogni luce nel cimitero, ogni fuoco fatuo che aveva illuminato di luce spettrale la fontana, e tutto venne inghiottito di nuovo nell'ombra appena rischiarata dalla lanterna.
Nella penombra, Aang poté vedere come i capelli della bambina riacquistavano lentamente colore, passando dal bianco argentato con cui era giunta a un castano chiaro. Anche la pelle si faceva più rosea e viva man mano che il sangue denso e scuro correva fuori dalle ferite.
Nonostante i tagli e le bruciature che la martoriavano, dalla sua espressione sembrava solamente addormentata, e pareva che il vento gelido che cominciò a soffiarle sul viso sarebbe riuscito a svegliarla.
Ma nulla si mosse, se non la chioma scompigliata dalla brezza.



Xmqv4





Maddalena sentì la gelida carezza della lama della spada spezzarle le ossa, attraversarle la tenera carne e violarle il cuore. Strinse le mani a pugno, le unghie piantate nella carne del palmo, mentre un bruciore intenso le attraversava tutto il corpo. Una macchia scura e densa le infradiciò i vestiti strappati, e lentamente tutto il calore che aveva nel corpo cominciò a fuoriuscire da quella ferita spalancata nel petto.
Sollevò lentamente il braccio sinistro, tremante. Le piccole dita andarono a toccare quelle del drago strette attorno al manico della spada con delicatezza, carezzandole dolcemente. Pose il palmo contro quello del guerriero e lo lasciò scivolare di nuovo a terra, priva di forze per sostenerlo ancora.

Gli occhi della bambina avevano perso lo scarlatto ed erano tornati castani. Sulle labbra, non una smorfia di dolore, bensì un sorriso.

«Grazie.»

Mormorò, tossendo un bolo di sangue che le colò sui vestiti. La sua vista si stava offuscando, e tutto stava piombando nella stessa oscurità in cui aveva avvolto l'uomo. Un brivido le corse lungo la schiena. Aveva paura. Eppure l'espressione sul suo viso non perse tenerezza mentre, lenta, chiudeva gli occhi per dormire.
Quando il sangue smise di correre nelle vene, anche i respiri affanosi del suo petto cessarono del tutto.
E cominciò a sognare.



Xmqv4





Il lupo non si mosse più.
Dalla nuca lacerata fuoriuscì un fiotto di sangue e liquido chiaro che si mischiarono con la polvere del sentiero in una pozzanghera scura. Dalla bocca dell'animale, tuttavia, cominciarono a uscire dei versi addolorati, uggiolii fiochi, soffocati dal sangue che gli riempiva la gola. Le fauci si spalancarono, ma questa volta incapaci di mordere. La lingua lunga e sottile si srotolò sul terreno come una fettuccia rosea. L'aria entrava nella gola della creatura in respiri lenti e difficoltosi, e ogni ansito era una lotta che il lupo combatteva contro quella stanchezza che sempre più gli intorpidiva le membra ormai paralizzate.

«Grazie.»

Mormorò fioca una voce dalla gola dell'animale. Un istante dopo aveva smesso completamente di respirare, e l'occhio sano rimase, vitreo, a fissare la luna chiara e le stelle nel cielo.
Poi il muso cominciò ad appiattirsi lentamente, il pelo a farsi più rado fino a sparire, e la possanza di quelle membra si infragilì.
Di fronte ad Andrea ora non vi era più il trofeo di una fiera inferocita dalla fame, ma un corpo infantile, minuto. Aveva i capelli neri lunghi e spettinati. Era accasciato a terra in posizione fetale, e le stesse ferite che erano state inflitte alla creatura martoriavano le sue membra sporche e sanguinanti. Teneva gli occhi chiusi, e sul volto aveva un'espressione pacifica, un sorriso dolce privo di dolore.

La bambina fra le braccia della donna si voltò nonostante quella cercasse di evitarle l'indegno spettacolo. Fissò il cadavere massacrato per un lungo istante, mentre lacrime le correvano dagli occhioni azzurri fino a macchiarle la camicetta chiara. Le labbra le tremavano tentando di pronunciare qualcosa, ma ogni volta la voce le si strozzava in gola, e tutto ciò che fuoriusciva era un singhiozzo incomprensibile. Si divincolò dalla presa di Andrea e corse al corpo del bambino. Si inginocchiò di fianco a lui e fece per avvicinare le mani tremanti per portare Samuel a sé, per abbracciarlo. Ma non ci riuscì.

«Era davvero... necessario...?»

Singhiozzò, ma non stava parlando alla donna. Gli occhi della bimba erano puntati sul coniglietto di pezza che, fradicio di saliva, giaceva ancora dove il lupo lo aveva lasciato cadere.
Qualcosa dovette risponderle, perché un brivido violento le percorse la schiena. Si mise le mani sporche per coprirsi il volto.

«Perché...? Perché non posso... salvarli?»

Lasciò scivolare le braccia per terra, senza più forze per continuare a piangere. Teneva gli occhi spalancati sul cadavere mentre lacrime silenziose continuavano a piovere sul terreno.
Infine si volse ad Andrea.
Inghiottì un bolo di saliva, poi le parlò con la voce che era un sussurro spezzato dai singhiozzi.

«Dobbiamo... dobbiamo sbrigarci...»

Si passò i dorsi delle mani sugli occhi per asciugarli, e barcollando tornò in piedi.

«Nel bosco... c'è la casa di una strega. Loro... loro vengono da lì...»

Si avvicinò a passi lenti verso il pupazzo e si chinò per raccoglierlo. La bimba se lo rigirò fra le mani come per controllare se avesse strappi di alcun genere, ma nonostante fosse malconcio e fradicio, non aveva subito alcun danno dalle zanne del lupo. La piccola se lo strinse al petto, cercando conforto dalla pelliccia chiara del peluche.

«Se hai dei compagni dobbiamo avvertirli... altrimenti andiamo subito, ti prego...»

Si avvicinò nuovamente ad Andrea, e mentre con un braccio reggeva Piper, l'altro le afferrò una mano, stringendogliela forte, implorando aiuto con gli occhioni azzurri ancora pieni di lacrime.





_____________________





QM POINT



Prima di tutto:

-Aang recupera il 72% delle sue energie e una ferita Alta
-Morpheus recupera il 15% delle sue energie e una ferita Bassa
-Andrea recupera il 33% delle sue energie e una ferita Media

I bambini vi ringraziano prima di morire, e paiono tornare ad un aspetto più umano: Edel riacquista colore dei capelli e degli occhi normali, Maddalena ha nuovamente gli occhi castani come prima e il lupo mannaro torna alle sembianze di un bambino. Le ferite sui loro corpi, tuttavia, rimangono, e sono effettivamente morti.

La bambina salvata da Andrea le racconta di una casa stregata nel bosco da cui provengono i bambini e la prega di chiamare i suoi compagni per andarci.

Quello che vi chiedo ora non è un post. Avete cinque giorni per mettervi d'accordo in confronto su come procedere. Yvenna avrà la priorità, visto che è l'unica ad avere chiare direttive su cosa fare. Potete anche mettervi d'accordo privatamente e poi comunicarmi le vostre decisioni, come preferite.
I vostri pg possono incontrarsi, separarsi, tornare al villaggio, andare direttamente nel bosco... come preferite.

Ah. Fate qualcosa per i cadaveri.

Ripeto, cinque giorni da adesso, non postate, fate tutto in confronto.
 
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† Armida †
view post Posted on 22/2/2013, 18:17





C'era una volta...







La luna stava tramontando. In un paio d'ore sarebbe sorto il Sole, e Priscilla aveva accelerato il passo. Non sembrava disturbata dagli aghi secchi e dalle sterpaglie che le pungevano i piedi, né pareva minimamente disorientata o spaventata dalla foresta che ad ogni metro diventava sempre più fitta e scura. Tra le braccia stringeva forte il coniglietto Piper, e ogni volta che la piccola cominciava rallentare per l'incertezza, volgeva gli occhi sul musetto morbido del giocattolo. Con un sorriso rassicurato poi riprendeva a camminare, voltandosi di tanto in tanto per accertarsi che il ragazzo e il drago non l'avessero persa di vista.

«Eccoci.»

Disse, quando il bosco, ormai tanto fitto che la luce bianca delle stelle era stata completamente oscurata dalle frasche, si aprì in una radura immensa, che mai si sarebbe potuta pensare selvatica. Circondato dai tronchi, quasi alte mura, vi era un giardino incantevole. Una vaga luce bianca lo illuminava, ma la fonte di questa era invisibile agli occhi. La luminescenza svelava il rosso intenso delle rose e dei papaveri, il bianco dei crisantemi, il blu intenso delle viole; e poi mille altri fiori e piante mai visti prima, dai colori sgargianti e le forme dolci: vi erano lunghe catene di campanule azzurrine grosse quanto un pugno tese fra un arbusto e l'altro che tintinnavano ad ogni alito di vento, o infiorescenze dai petali enormi di un rosa pallido che parevano suonare melodie di ottoni.
Siepi di alloro delimitavano delle ampie aiuole e le separavano da un viale centrale dalle pietre rossastre.
Al termine di esso, un castello.
Una magione dalle pareti chiare e il tetto dalle tegole azzurre, grande tanto da occupare quasi metà della radura. Non aveva finestre, o feritoie, e nemmeno fughe di mattoni. La sua intera superficie era liscia e lucida, e l'unica cosa che interrompeva l'armonia della sua architettura era l'immenso portone scuro di metallo a cui conduceva il lastricato.


«Venite.»

Fa cenno Priscilla ad Aang e Morpheus, affrettandosi per il viale non senza lanciare uno sguardo meravigliato a quel giardino bellissimo e impossibile.
Ma non sfiorò una pianta, né una siepe o un fiore.
E sperò che la stessa cosa la facessero i suoi compagni.



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Mh. Mhpf. Ah!

Da un lato del salone si sentiva provenire un fruscio di tessuti e pelle che si sfregavano fra loro, e poi mugulii, schiocchi, urletti sconnessi e sussurri incomprensibili. La stanza era buia in quella metà, e solo l'echeggiare confuso di quei suoni rendeva consapevole Armida di ciò che stesse accadendo lì. Non diede segno di interessarsene o esserne minimamente disturbata.
Stava guardando i riflessi cremisi del tè mentre, con gesti lenti, lo mescolava con un cucchiaino d'argento. La tazzina di porcellana era poggiata su uno dei larghi braccioli del trono su cui era seduta, e il liquido fumante al suo interno emetteva un gradevole aroma di fiori e spezie che si diffondeva per la stanza. Con l'altro braccio si sosteneva il capo ciondolante, gli occhi viola socchiusi e un lieve accenno di sorriso sulle labbra.

Mmm.

Sgocciolò il cucchiaio sul bordo della tazza e se lo portò alla bocca per gustare il poco zucchero rimasto sulla sua superficie. Si passò poi la lingua sulle labbra, deliziata. La coda di pelo scuro che fuoriusciva dall'ampia gonna ondeggiò lievemente. Sollevò la tazzina per il manico ne trasse una sorsata. Era aspro, forte, e quella punta di dolce che aveva aggiunto non smorzava il sapore. Chiuse le palpebre lentamente, godendosi quel calore così gradevole che le correva per tutte le membra.

«Mh?»

Aprì l'occhio destro, un brivido di sorpresa che le attraversava la schiena. Posò nuovamente la coppa di porcellana ancora piena fino a metà sul bracciolo, poi congiunse le mani. Era seria in volto, pensosa, lo sguardo volto a un punto indefinito nell'oscurità di fronte a lei.

«Un po' di contegno, voi due laggiù. Abbiamo ospiti.»

Pronunciò dopo qualche istante, abbozzando un sorriso pacato sulle labbra.
Schiocchi e mugolii si interruppero. Si sentì solo un ansare affaticato. Armida attese che cessasse.

«Rivestitevi. Dobbiamo accoglierli in maniera appropriata.»

Si sollevò dallo scranno e scese la scalinata che la portava al livello del terreno. Le scarpette nere e lucide si posarono con grazia sul pavimento dagli arabeschi dorati. La coda si muoveva fluessuosa alle sue spalle, seguendo ogni passo, ogni movimento.

«Oh, sembra siano gli stessi che hanno ucciso i vostri fratellini. Che sorpresa. Avrete occasione di ringraziarli.»

Sogghignò, passandosi una mano fra i lunghi capelli. D'improvviso aggrottò le sopracciglia, dubbiosa.

«Sono solo due di loro... dov'è la terza? E...»

La mano che le stava lisciando la chioma bloccò il gesto. Un'espressione sorpresa si dipinse sul volto della ragazza.

«...chi è quella bambina?»

Una voce dall'oscurità interruppe i suoi pensieri. Una voce infantile, calma, dal tono eccessivamente serio.

«Madre, vuole che li fermiamo subito all'entrata?»

Armida rivolse lo sguardo nella direzione di quelle parole. Guardò nel vuoto per qualche istante poi, rilassando finalmente il braccio, scosse la testa.

«No... no. Ho un'idea migliore. Fateli venire qui. Io mi occuperò del resto.»

Tese la mano destra di fronte a sé, poi serrò le dita, conficcando le unghie affilate nel palmo. Una luce violacea sprizzò da quel gesto, scintille da cui sorsero farfalle dalle ali nere come la pece che si misero a svolazzare tutt'intorno alla strega.
Un largo sorriso si tese sulle sue labbra. La coda fremeva agitata mentre la figura della ragazza sbiadiva fino a scomparire.

«Una volta che hanno superato la prima stanza, eseguite l'ordine di evacuazione. Non dobbiamo lasciare loro nulla.»

Pronunciò ridendo un istante prima di svanire.



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Le ante della porta del maniero si spalancarono cigolando, illuminate da una luce azzurrina, la medesima che avvolgeva Piper in quel momento. Davanti ad Aang e Morpheus si accesero una serie di grandi lampadari di cristallo a rischiarare un'ampia sala da ballo. Il soffitto era decorato di rilievi dorati dalla forma degli stessi fiori che avevano alle spalle, e sulle pareti degli specchi davano la sensazione allargare ancor più l'ambiente. Sul pavimento, una serie di raffinati tappeti dai disegni astratti, perlopiù altre piante, tutti dai colori vivaci.
Nell'altra estremità, due portoni scuri.

«Andiamo...»

Pronunciò Priscilla, leggermente tremante. Cominciò a percorrere la sala con lentezza. Tutta la fretta che aveva avuto prima pareva essere scomparsa. Misurava i passi con calma, mentre con gli occhi guardava fissa di fronte a sé. Più andava avanti, più pareva tremare violenta. A un certo punto si voltò di scatto, e guardò con la bocca spalancata alla propria sinistra.
Urlò. Urlò per qualcosa che gli altri non potevano vedere.

Tutto era solo apparenza.
Appena giunti a metà della stanza anche i due uomini se ne sarebbero accorti.

Quelli che parevano inizialmente specchi si rivelano essere niente di più che vetri che separano la sala centrale da una serie di minuscole celle. Rinchiusi al loro interno, dei tavoli operatori a cui sono legati, nudi, dei bambini.
Le loro braccia sono costrette a stare spalancate, mentre una serie di tubicini collegati ai loro polsi scambia il loro sangue con un liquido più scuro.
Sono tutti bendati, e immobili.
Alcuni nemmeno respirano più, il volto contratto in una smorfia di dolore e le labbra violacee come se fossero stati soffocati.

Nessuno di loro riesce a sentire le grida di Priscilla, il suo correre disperato verso i vetri, il suo picchiare con i pugni contratti la parete dura che nemmeno vibra sotto i suoi colpi.

Nessuno di loro la vede piangere, sconsolata, dopo essersi rannicchiata per terra. Ha abbandonato Piper in mezzo alla sala, e il coniglietto giace capovolto a guardare il soffitto.



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«Salve, mia piccola Andrea.»

Davanti agli occhi del paladino vi era una ragazza dai capelli viola, gli eleganti abiti scuri, e una coda di gatto nera che, uscendo da sotto la gonna, danzava lentamente nell'aria. Era poco più bassa di lei, ma, nonostante il volto dai tratti adolescenziali ancora acerbi, la sconosciuta aveva un seno ampio accentuato da un pizzo bianco che, chiuso sul collo da un fiocco azzurro, le copriva tutto il petto.
Aveva un sorriso dolce sul volto, e gli occhi socchiusi volevano comunicare calore materno.

«Ho visto che eri tutta sola. Mi sono chiesta, quindi, se ti sarebbe gradito venirmi a trovare. Ho un bellissimo castello fatto di marzapane e biscotto, sai?»

Un risolino aleggiò sulle sue labbra, mentre la sua mano sinistra spuntò dalle ampie maniche dell'abito per porgere ad Andrea una grossa chiave color ebano. L'impugnatura aveva la forma di una farfalla, mentre i denti, all'altra estremità, parevano guglie affilate e minacciose, eppure così belle.
Prese una mano della donna e gliela mise nel palmo, chiudendole le dita con delicatezza.

«Vieni da me, piccola Andrea, vieni al mio castello. Là ci divertiremo assieme. Sì, ci divertiremo...»

Strinse la mano della ragazza tanto forte che le punte della chiave le penetrarono nella carne. Un fango nero cominciò a sgorgare a fiumi dalla ferita, avvolgendo stretto il paladino in spire fredde e scure.

Il volto ghignante della strega sbiadiva istante per istante mentre veniva inghiottita nell'oscurità.

Per poi svegliarsi, nel suo letto, di nuovo bambina.
La chiave in mano.
E il desiderio, impellente e fortissimo, di fuggire nel bosco.





_____________________





QM POINT



Sì, sono sempre io, non spaventatevi.
Anzi, spaventatevi comunque. :scl:

Aang-Morpheus

Priscilla vi conduce fino al castello della strega, circondato da un magnifico giardino. La porta si spalanca di fronte a voi, e vi trovate davanti una sala da ballo sulle cui pareti sembrano esserci degli specchi, che in realtà si rivelano essere dei vetri che vi separano da dei bambini legati a dei tavoli operatori che stanno effettuando una "dialisi" coatta. Gli specchi vi appaiono come vetri all'incirca dopo aver superato la metà del salone, dove c'è Priscilla che piange.
Alla fine della stanza, due portoni.

Ora, in questo turno io non potrò dirvi niente. Quindi vi dirò il risultato automatico delle azioni più ovvie:

-Se toccate dei fiori in giardino, questi si aprono mostrando una serie affilata di denti e vi azzannano causandovi un danno medio.
-Se ve ne andate, nessuno vi ferma. Sappiate, però, che Priscilla non si smuove.
-Per sfondare un vetro è necessario una tecnica di potenza media. Nessun bambino sopravvive se lo staccate dal macchinario. Non potete portarli via in alcun modo se prima non li avete staccati.
-Potete aprire una porta a piacimento di quelle avanti, ma l'altra sprofonderà nel muro.
-Se le aprite contemporaneamente, sprofonderà nel muro la porta aperta dopo anche di uno scarto minimo. Potete quindi aprire una sola porta.
-La sala dopo le porte è completamente buia e non potete vedere nulla. Potete solo descrivere in che porta entrate.
-Priscilla è troppo scossa per parlare. Vi seguirà non appena aprite una porta, comunque.
-Il castello non è di marzapane.

Andrea

Armida (io) ti appare di fronte, e ti consegna le chiavi del suo castello. La cosa è completamente autoconclusiva: Andrea è paralizzata per l'intera durata della scena. Dopodiché, il paladino si "risveglia" con l'aspetto di una bambina, e la chiave ancora in mano. Sa esattamente che strada prendere per arrivare al castello.
La vita di Andrea "adulta" è confusa e poco chiara, come se fosse effettivamente tornata bambina.
Descrivi il viaggio che compie per arrivare al giardino del castello della strega, non oltre.

-Non incontra nessuno nel viaggio.
-Non deve combattere nessuno.
-Non puoi difenderti da nulla di tutto ciò.
-Recuperi un 10% di energie aggiuntivo per il riposo.
-Non puoi usare tecniche.

Avete sette giorni da ora. Includete nel post tutto ciò che avete fatto in confronto.
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 1/3/2013, 00:54




Riposa, piccola Edel.

Continuava a guardarla.
Aveva pulito il viso come poteva, ma il sangue e la terra macchiavano il suo vestito un tempo candido.
I capelli, ora di un castano scuro, le scendevano lungo le spalle, ondeggiando al passo lento del monaco.
Come un pendolo umano, scandivano il tempo vissuto dalla bambina. Secondi, minuti, ore che non le sarebbero stati restituiti.
Non aveva potuto fare niente per le macchie di sangue sul vestito, e non aveva osato toccarla oltre.

Si sentiva stranamente in pace, adesso.
Nella sua mente aleggiava ancora il ringraziamento della bambina, prima che l'ultimo fiato di vita l'abbandonasse.
Non sapeva se essere triste o contento, infuriato o calmo. Aveva salvato una bambina dal triste fato che l'aveva avvolta, ma aveva dovuto sacrificare la sua vita nel farlo.
Era stato giusto o sbagliato?
Questo faceva di lui un eroe o un mostro?
Era forse un assassino?

Domande a cui non sapeva dare una risposta.

Riposa, piccola Edel, tu che puoi.

...

Erano arrivati e gliel'avevano portata via. Aang aveva provato a spiegare loro cosa stava accadendo, cosa aveva visto.
Ma loro erano troppo addolorati, troppo affranti nel loro dolore per capire dove finiva la menzogna e dove iniziava la verità. Non gli avevano creduto; avevano strappato il corpicino ancora caldo dalle sue mani sporche del suo sangue, come se potesse contaminarla.
Uno di loro gli aveva dato un pugno.

Ma lui aveva resistito, nel corpo e nell'anima. Quando le nocche dell'uomo sconvolto lo avevano colpito al volto aveva pensato che si, era giusto anche quello. Che gli era dovuto.
Dopotutto, lui era un eroe. E un assassino. Nè buono e nè malvagio. Solo giusto.
Perchè era stata la giustizia a guidare le sue azioni al cimitero, non la sua mente. Lui che aveva cercato sempre di agire seguendo una morale, si ritrovava a dover credere in qualcosa in cui non aveva mai creduto.
Che avesse fatto del male per raggiungere il bene.

Iniziava ad accettarlo, ma dentro di lui una voce gli urlava contro.
Non voleva ascoltarla, non ancora. Ci sarebbe stato il tempo e il luogo, ma non erano quelli.
Se non voleva vedere altri bambini morire, come quello che riposava per sempre tra le braccia di Andrea.
Se voleva proteggere quelli che ancora erano vivi, liberi e innocenti, come la piccola Priscilla che aveva tentato di calmare tutti.
Se non voleva più vedere quello sguardo negli occhi di un uomo, quello stesso sindaco che li aveva assoldati al mattino e a cui negava la propria fiducia nella notte.
Occhi pieni di disperazione, pallido specchio di un'anima in bilico sul baratro della follia.

Per loro, avrebbe dovuto resistere, ergendosi a capro espiatorio degli errori di Tannenwald.
Lo avrebbe fatto solo per lei.

Solo per lei.
Edel.

...

Erano in quattro, adesso.
Morpheus si era subito mostrato interessato alla bambina, come se fosse lei il loro nemico.
Avevano discusso, animatamente.
Era giusto partire subito? Era giusto aspettare la notte e partire l'indomani?

Priscilla si era detta pronta a partire subito se loro non fossero andati, e chissà a quali pericoli sarebbe andata incontro, nella foresta.
Da quello che diceva la piccola era stato Piper, il suo coniglio di pezza, ad indicarle la strada.
La questione diventava sempre più strana, come se si stessero addentrando in un fiume; all'inizio l'acqua era limpida e pulita, ma diventava rapidamente sempre più torbida e fangosa, finchè anche i loro movimenti non diventavano lenti ed impacciati. Non significava che vi sarebbero annegati dentro, ma non sarebbe stata una traversata facile.

Andrea si era opposta con tutte le sue forze: le sue parole erano state sferzanti, forti di un'esperienza che Aang non aveva.

« Questa stronzata del "o subito oppure muore qualcuno" mi hanno insegnato ad ignorarla con tutte le mie forze, è il caposaldo dell'idiozia Aang, ed il motivo per cui gran parte di quelli che conoscevo è morta e sepolta. Piper potrà anche prevedere il futuro divino e intercesso dall'onnipotente Ray, ma questo non toglie che sia stupido andare adesso. Mi assumerei io la responsabilità se potessi, ma non ho potere sulle vostre decisioni, sappiatemi dire. »

Aang ci aveva pensato seriamente, davvero. Era una decisione difficile, ma ogniqualvolta la sua mente tornava ad Edel ed ai suoi occhi rossi il suo furore tornava in una fiammata che rischiava di bruciarlo.
Anche lui era stato irremovibile: non voleva avere altri bambini sulla coscienza. Uno era già troppo, per lui.

« Ed io preferisco rischiare la vita, piuttosto che avere un altro bambino sulla coscienza. Nessuno vi sta costringendo ad andare subito, Andrea, ma io voglio andare subito, qualunque siano le conseguenze. Potete anche mettere giú Priscilla e raggiungerci domattina, se preferite. »

Così si erano divisi.

...

Erano in tre, adesso.
Priscilla li aveva guidati nel bosco come promesso, con incredibile precisione. Non si era mostrata spaventata e non si era lamentata: anzi, non aveva detto nemmeno una parola.
Quel silenzio era pericoloso per Aang, perchè lo costringeva a pensare. E pensare era rischioso per lui, in quel momento.
Dovunque si posassero i suoi occhi, vedeva solo le sue pene, le sue colpe. Il leggero respiro affannato della bambina gli ricordava il modo in cui Edel suonava il flauto, portandolo alle labbra con gioia infantile.
Il fruscio dell'erba sotto di loro gli rammentava i movimenti di quel guardiano così fedele, fino all'ultimo.
Persino le possenti radici degli alberi ricoperti di muschio gli ricordavano le lapidi del cimitero, scolpite fino a somigliare a veri pini, a vere querce.
La vita che commemorava la morte. Avrebbe potuto avere un suo fascino.
Per Aang, uno strazio costante.
Cercava di pensare ad altro, ma può una nuvola nascondere il sole?

...

Ringraziò mentalmente quando giunsero infine alla loro meta.

Così... grande - non potè fare a meno di pensare il monaco, di fronte a quella visione.
La dimora della mamma era enorme: chiare erano le sue pareti e il tetto era di un celeste acceso, quasi come se si prendesse gioco delle stelle in cielo. E tutto era circondato da ogni sorta di pianta e fiore.
Papaveri di un rosso acceso contrastavano con l'indaco di un folto cespuglio di campanule, denti di leoni gialli come il sole spiccavano in confronto a rose nere come il cielo notturno.
Il viale di ingresso era circondato da aiuole e fiori, i mattoni a terra erano rossi come sangue. Un ingresso saturo di significati che portò i tre fino alla porta della villa, un enorme portone di metallo scuro che aveva attirato il loro sguardo fin da subito.

La porta si aprì cigolando, ed una luce azzurra illuminò una grande sala da ballo.
Ogni parete, ogni cosa lì dentro aveva il suo fascino. Il soffitto era decorato con motivi floreali, come se l'ampio giardino che si erano lasciati alle spalle non fosse abbastanza. Poco sotto, una serie di lampadari pendevano immobili e stupendamente illuminati. Sotto i loro piedi enormi tappeti dai motivi astratti ricoprivano il pavimento dell'intera sala.
Aang si guardò attorno stupito, assaporando quella bellezza e lasciando che gli entrasse dentro, che lo purificasse dai cattivi pensieri.
Purtroppo la pace durò poco.

Priscilla iniziò a tremare, poi ad urlare, apparentemente senza motivo.
Aang la raggiunse, chinandosi accanto a lei ed abbracciandola per cercare di confortarla. Solo allora li vide.

No... no... basta.

Tutto attorno a loro quelli che a prima vista erano sembrati specchi in realtà erano celle. Priscilla si divincolò dal suo abbraccio e corse fino a sbattere contro i vetri, tempestandoli di pugni.
Le sue urla echeggiavano nella sala, rimbalzando sulle pareti e diventando sempre più forti alle orecchie di Aang.
Il giovane chiuse gli occhi, alzandosi. Non voleva vedere, non voleva sentire.
Ma non poteva ignorare quei bambini. Ennesime vittime di un esperimento così crudele.

Aprì gli occhi e corse verso uno degli specchi, mandandolo in frantumi quasi senza rendersene conto. Saltò tra i cocci di vetro, incurante del pericolo, pensando solo a loro.
Si fermò accanto ad uno di quei tavoli: un bambino, magro e bendato, giaceva disteso. Piccoli tubi entravano nelle sue braccia, inondandolo di qualcosa che lo avrebbe cambiato, che gli avrebbe donato nuovi, raccapriccianti poteri.
E che infine lo avrebbe ucciso.

Rimase immobile, ad ansimare per la rabbia e la frustrazione.
Il petto del bambino andava lentamente su e giù, come se stesse dormendo.

E lui non sapeva come aiutarlo, come svegliarlo.
Era terrorizzato da quello che vedeva, ma non sapeva cosa fare per salvarlo. Aveva paura di rovinare tutto.
Non voleva macchiarsi di altro sangue innocente. Non voleva vedere spegnersi un'altra di quelle piccole, tenere vite.

« Mi dispiace, dovrai resistere ancora un pò. »

Gli diede le spalle, tornando ad ampi passi verso il salone. Si avvicinò a Priscilla e la confortò con un abbraccio. Poi la aiutò ad alzarsi, prendendola per mano.

« Andiamo, Priscilla. Cerchiamo la strega. Li liberemo, vedrai. »

Morpheus aveva preso Piper quando la bambina lo aveva lasciato cadere. Aang gli fece cenno di ridarlo alla piccola, poi si avvicinò alle due porte che forse li avrebbero portati più vicini al loro obbiettivo.
Prese un lungo respiro, poi poggiò la mano sulla maniglia della porta di sinistra, spingendola. Con la coda dell'occhio vide l'altra sparire, inabissandosi nel muro come per magia.

Tenebra di fronte, luce alle spalle.

« Sii forte. »

Lo disse a se stesso, a Priscilla, a Morpheus.
Poi mosse un passo, ed entrò.



Diario del Monaco
Comprensione





Cs totali: 4 (2 in Percezione; 2 in Intuito)
Basso 2% ~ Medio 7% ~ Alto 17% ~ Critico 37% ~ Mortale 77%

Energia attuale: 84%
Consumi utilizzati: Medio (7%)

Condizioni fisiche: Escoriazioni di entità Media su tutto il corpo. Danno basso da contusione alla guancia sinistra.
Condizioni mentali: Sconvolto.

Bastone del Manipolatore: mano destra.
Balestra: 15/15 - legata alla cinta.



Passive in uso:

CITAZIONE
Controllo Passiva razziale umana
Meditazione. Disciplina. Controllo. Capacità richieste a tutti i novizi quando iniziano a muovere i primi passi nel difficile mondo della manipolazione. L'addestramento però, non consiste solo in prove mentali e spirituali, ma consta anche di interminabili prove fisiche mirate alla perfezione dei corpi degli iniziati. I manipolatori usciti da questa parte dell'iniziazione sono così talmente resistenti da non svenire in condizioni critiche, come quando si trovano sotto il 10% delle energie. Nonostante i pericoli, ogni monaco sa che serve un involucro perfetto per la magia perfetta.

CITAZIONE
Intuito Prime due passive del dominio Auspex
La meditazione è una pratica indispensabile per ogni uomo che voglia intraprendere la via del Flux: la concentrazione e il controllo di sè sono basi indispensabili per la Manipolazione, anche se non sono gli unici vantaggi derivanti da tale applicazione. Dopo anni di intensi allenamenti, Aang ha oltrepassato il limite dei sensi umani, arrivando a percepire anche le auree di ogni essere vivente che lo circonda, indipendentemente che sia nascosto o meno. Un potere che ha sviluppato a tal punto da renderlo in grado di capire anche l'allineamento del soggetto preso in esame, permettendogli di capire a grandi linee le sue intenzioni: odio o paura non potranno più essergli nascoste, tradimenti o eventuali antipatie saranno per lui leggibili come in un libro aperto.

CITAZIONE
Onniscienza Terza passiva del dominio Auspex
Elevazione spirituale, occhio della mente o conoscenza assoluta. Comunque la si voglia chiamare, l'arte monastica basa le sue tecniche su una profonda conoscenza di se stessi e dell'ambiente circostante. La propria essenza diventa solo il mezzo tramite cui conoscere il tutto, che ogni monaco di alto grado può applicare semplicemente toccando un oggetto o una persona dotata di poteri. Come se lo avesse studiato per mesi, Aang sarà in grado di capirne le capacità e discernerne le caratteristiche. Un potere degno di un dio, concesso a chi ha raggiunto le vette più elevate della via monastica.

CITAZIONE

L'IMMORTALE INDICA LA VIA
sii saldo come una roccia .

«Conoscere l'altro e se stessi –cento battaglie, senza rischi; non conoscere l'altro,
e conoscere se stessi –a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l'altro, né se stessi –ogni battaglia è un rischio certo.»


La prima regola codificata dal Maestro è conoscere gli altri e conoscere sé stessi: solo da questa doppia conoscenza può derivare la necessaria saggezza per arrivare alla vittoria ancor prima di aver ingaggiato la battaglia. Lo spirito stesso di questa regola è infuso nella pergamena, tanto che chi ne entra in possesso ed è in grado di leggerla e comprenderne gli insegnamenti, riceve l'indicazione per la via della Vera Saggezza. Questo si traduce in una resistenza mentale fuori dall'ordinario, dovuta alla profonda conoscenza che si tramuta in padronanza di sé e dei propri mezzi. La mente del guerriero diviene resistente, e benché possa ancora essere intaccata, egli non ne proverà alcun dolore. [Passiva - Resistenza fino ad un ammontare di 2 Mortali Psionici. Passiva - Immunità dal dolore psionico.]


Attive usate:

CITAZIONE
Offesa Lampo di luce & Schegge di luce
Un'offensiva rapida è un'offensiva efficace. Manipolando rapidamente il Flux e con un consumo Alto, il monaco riuscirà ad emettere un vero e proprio proiettile di energia spirituale in direzione del nemico; rapido e potente, causerà una possente bruciatura sul corpo nemico e lo sbalzerà indietro per il contraccolpo. Allo stesso modo, manipolando il Flux nell'aria, il monaco potrà creare - tramite un consumo Medio delle sue energie - delle lame affilate di magia celeste, che scenderanno sul nemico come una condanna inevitabile. Vista la loro composizione, entrambe le offensive causeranno un danno maggiore sui demoni e un danno minore sulla stirpe angelica, naturalmente protetta da queste manifestazioni.

Azioni:

Aang corre verso uno degli specchi, infrangendolo con Schegge di Luce (Medio) e fermandosi ad osservare uno dei bambini, senza osare fare niente. Torna poi al salone, ed apre la porta di sinistra.

Note:

Wow, che fatica. Questo è un post abbastanza lungo, e sarebbe dovuto esserlo di più, ma ho cercato di sintetizzarlo nella prima parte. Spero venga apprezzato. :v:
Ho recuperato le energie e curato le ferite come indicato, aggiungendo il danno Basso del pugno.
A te, Lud!

 
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view post Posted on 1/3/2013, 20:08

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La rabbia che gli montò indosso fu terribile e primitiva, offuscò tutti i suoi sensi relegando la coscienza in un limbo di caligine nera densa. Cadde al suolo in ginocchio, cingendo tra le braccia il corpo minuto e sofferente della bimba. Gli scostò delicatamente i capelli fissando per un’ultima volta gli occhi tornati puri della bimba, fissò per un’ultima volta lo sguardo dolce rammentando per un secondo, cosa aveva fatto. E fu terribile. Fu un dolore più denso e vivace delle ferite che riportava sul corpo. La bocca della bambina vibrò per un ultimo istante, s’affaticò poco prima di morire per spirare a denti stretti, e con il fiato mozzato, un laconico grazie. Sulle guance glabre del dragone, una singola lacrima discese la pelle bagnando il viso. Scendeva la lacrima baluginando come oro vivo, si diceva che le lacrime di dragone fossero in grado di curare persino le ferite più grandi, che fossero rare più di ogni cimelio immaginabile, eppure scorsero sul corpo della bimba, furono attratti sul quel flebile corpicino, ma non cambiò nulla. Gli occhi continuarono a fissare il dragone, spenti e freddi, come se osservassero il nulla più profondo, persi in un sogno senza sonno. Poi si avvertì, indistinto, inconfondibile, come un’esplosione gigantesca, una detonazione inimagginabile. Il dragone aveva tirato dietro il capo e spalancato le fauci mostrando le chiostre dei suoi denti. Non fu un semplice un urlo, un lamento, una debole e umana imprecazione.
Un reboante rombo di tuono scosse ogni cosa.
Un ruggito sferzò l’aria, tagliò l’atmosfera, lacerò i lembi della materia rendendoli inconsistenti.
D’un tratto cadde il silenzio. Atono e irreale, ogni cosa si zittì, fu solo l’echeggiare del verso a distribuirsi come un cancro nel mondo. Socchiuse gli occhi del cucciolo, facendo sì che l’essere fosse finalmente libero dalla schiavitù e dalla malvagità di quel mondo. Nella morte la rese libera, rimanendo tuttavia con in bocca il sapore amaro della sconfitta, sulle spalle il peso gravoso della colpa che lo schiacciava al terreno.
Ma fu solo la rabbia a fuoriuscire da ogni fessura del suo essere, a impossessarsi del suo corpo.
Benché sapesse che la vendetta non sarebbe servita a nulla, l’avrebbe inseguita come un segugio insegue la preda. Con la rabbia famelica di un predatore. Perché doveva trovare un colpevole, doveva darlo in pasto alla bestia primitiva che scalpitava ingabbiata tra le sbarre della sua razionalità. Si alzò dopo attimi che parvero eternità, con in braccio il piccolo essere. Gli avrebbe dato degna sepoltura, l’avrebbe sepolto al limitare della foresta, lontano dagli umani. Avrebbe scavato a mani nude per minuti, avrebbe adagiato il corpo nella terra, e lo avrebbe ricoperto, poggiando sulla terra freschi bianchi fiori colmi di purezza.
Infine avrebbe ruggito un’ultima volta, come a voler salutare quell’anima pura, come a voler richiamare l’attenzione della natura su una vita spenta. Ma il mondo non parve accorgersi di nulla, tutto continuò inesorabile come sempre, senza cambiamenti.

[…]

Abbandonò la segheria inoltrandosi per le vie del paese. Ma nemmeno giunto a metà strada, incontrò i suoi due compagni, ma attaccata alla mano di Andrea, una bambina trotterellava stringendo tra le braccia un coniglio di pezza. Di primo acchito rimase sorpreso, sbalordito, Andrea era riuscita dove lui aveva fallito, aveva salvato la bambina. Ma fu solo un’effimera sensazione che volò via immediatamente scacciata dal dubbio che si diramava nella sua mente.« Non temere. » Si mise in ginocchio accanto alla bimba, gli passò una mano accanto alla guancia infine cercò di leggerle la mente, di penetrarle la coscienza per apprendere, per sapere, per fugare ogni dubbio. Ma ciò che accadde lo colse semplicemente impreparato, il coniglio di pezza vibrò per un secondo baluginando una candida luce bianca e lui sentì come se fosse cacciato dalla mente della bimba, come se ne venisse brutalmente estromesso. « Strano, molto strano. »
dai dubbi osservò la bambina come a voler decidere cosa fare, come se stesse soppesando il valore della sua vita.
« Tenete gli occhi aperti, non fidatevi, anche io ho incontrato una bambina simile, poi mi ha attaccato. » A volte Morpheus era fin troppo prudente, ma la verità e che quando c'è in ballo qualcosa di malvagio non si può mai abbassare la guardia.
« Chi sei tu? E come sei arrivata da Andrea? »
Poi il dragone sorrise, quasi aspettandosi una trasformazione. « è tanto bello il tuo pupazzo?. »
« Invece voi, » disse quasi rude alzando lo sguardo, « perché state lasciando il paese. »
« Oh lo sappiamo, io e Aang abbiamo dovuto uccidere due fanciulli, non so il suo, ma il mio era un lupo mannaro e come vedi dalle ferite che ho addosso, non è stata una piacevole esperienza. Ma Priscilla è diversa, lei stava fuggendo da quel mostro, inoltre l'ho tenuta in braccio tutto il tempo, se voleva farmi del male l'avrebbe già fatto. Abbiamo riportato i corpi al villaggio, i loro genitori potranno dargli degna sepoltura e piangere i loro pargoli almeno. Ci è... sembrata la cosa più giusta da fare. Ma il sindaco adesso non vuole che stiamo qui, sono bifolchi e non sanno il rischio che corrono. »
Morpheus restò in silenzio ad ascoltare, totalmente impreparato, totalmente corroso dai dubbi. Poi la bimba, di nome Priscilla, prese anche lei la parola.
« Stavo... stavo andando al villaggio. Ho seguito il sentiero finché non ho incontrato il bambino, e gli ho chiesto come si chiamava. Allora mi ha attaccata. – prese fiato – Ecco... non è una capanna. È una casa in mezzo al bosco, una casa molto grande. L'ha costruita una strega. È lei che rapisce tutti i bambini. È lei che li... li... ».
Morpheus, non del tutto convinto, continuò a incalzare la bambina con diverse domande, tutto era troppo strano, niente della storia gli tornava. Ma il monaco lo interruppe brutalmente, e a quel punto Morpheus stava per esplodere, stava per scattare sul monaco e divorarlo in un solo boccone.
« Ne sei sicuro? Pensaci, compare dal nulla, la sera del nostro arrivo. Supera indenne una foresta che molti avventurieri non avrebbero mai superato. Non ha nemmeno un abbigliamento adatto al freddo del nord. E a voi sembra tutto normale. » Morpheus osservò il giovane Aang quasi stupito. « Ok, allora partiamo ora. Fidiamoci! » Infine rispose quasi scazzato. Ma Aang aveva ragione, non erano loro i suoi nemici, per un momento si zittì tranquillizzandosi, ma ancora non capiva, soprattutto non capiva tutta quella fretta.
Eppure non poteva lasciarli da soli, non poteva abbandonarli nel momento del bisogno.
Si unì a loro, per proteggerli, per osservarli.

[…]

S’addentrarono nella casa della strega, aprirono il portone ben conscio che non era una buona idea. Priscilla camminava avanzando davanti a lui, avevano oltrepassato un giardino stupendo, evitando di toccare, per qualsiasi assurdo motivo, le piante che lo animavano. Aprirono la porta e Piper si illuminò di una luce azzurrina, lo avvolse, e stranamente fu del tutto simile a quella che irradiavano le porte di legno. Come se quel pupazzo avesse aperto lui stesso le porte. Era tutto troppo strano. Oltrepassate le porte si trovarono in un’ampia sala da ballo, tutto sferzava d’oro e cristallo, tutto era immerso in un lusso esasperato, ma che stranamente allietò l’animo del dragone, cacciatori d’oro da generazioni, per Morpheus era un po’ come essere immerso tra i tesori della sua caverna. Eppure tutto era silenzio tutto era tremendamente profondo; la sua immagine era ripetuta più e più volte all’interno degli specchi, il suo volto si riproduceva in quella superficie. Ma alla fine tutto mutò, tutto nuovamente cambiò.
E fu quasi un colpo devastante, fu quasi tremendo.
Non erano specchi ma vetri; oltre i quali decine e decine di bambini giacevano su squallidi lettini quasi senza vita, attaccati a tubi che scambiavano il sangue dei cucciolo con un liquido più scuro e denso.
Priscilla fece cadere Piper, Morpheus come un automa, come se fosse ormai senza coscienza, raccolse il coniglietto di pezza, lo strinse per un momento a sé.
« Dove ci hai portato Piper? »

L’osservò con gli occhi immersi nel vuoto, non era paura, era rabbia che cresceva. E infondo c’era il terrore di non poter fare nulla per salvarli.
Consegnò Piper a Priscilla e si apprestò a seguire Aang oltre la porta.
Nel buio, nella tana del nemico.
Per salvare e vendicare quei bambini.



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CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza


Energia: 62%
Status Fisico: Danno alto da lacerazioni per tutto il corpo
Status mentale:Sconvolto

Abilità attive:

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]

Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Scusate se vi faccio attendere fino all'ultimo, ma ultimamente sono parecchio sottotono e non ho granché voglia di scrivere, e credo si veda dai post, ma cerco di metterci tutto quello che in questo momento riesco a dare. Scusatemi.
 
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† Armida †
view post Posted on 3/3/2013, 14:56





C'era una volta...







Appena Aang toccò la maniglia della porta di sinistra, l'altra tremò violentemente, per poi sprofondare all'interno del muro come se esso fosse fatto di liquido, e tutto ciò che rimase dell'uscio fu un nuovo complesso di arabeschi floreali. Nessuno avrebbe potuto intuire che lì, un tempo, vi era stata un'apertura.

Priscilla si rialzò a fatica da terra. Era scossa da forti tremiti, e pareva che i suoi piedi rischiassero di scivolare sul pavimento lucido da un momento all'altro. Stringeva forte fra le braccia il coniglietto che Morpheus le aveva restituito e, tentando di soffocare i singhiozzi, tirava su col naso. Si avvicinò nuovamente ai due ragazzi con a passi lenti, seguendoli mentre varcavano la soglia appena spalancata.
La stanza successiva era completamente buia, rischiarata appena dalla luce che entrava dal salone. Appena vi mise piede, la piccola ebbe un brivido: il pavimento non era più fatto di piastrelle chiare, ma di un metallo freddo e scuro, coperto di graffi e aloni rossastri.

Improvvisamente le luci si accesero, tanto violente da abbagliare per un istante la bambina. Alle sue spalle, un clangore improvviso le fece capire che la porta si era chiusa da sola.
Quando riuscì ad abituarsi alla luminosità, tra le chiazze colorate che le disturbavano le pupille riuscì a distinguere una figura che li stava fissando a qualche metro di distanza, dalla parte opposta della camera.
Aveva vestiti ricchi ed eleganti, come una vera dama; ma il particolare che attrasse l'attenzione di Priscilla fu la coda di gatto che le fuoriusciva da sotto la gonna.

«Benvenuti nella mia squallida abitazione, stanchi viandanti.»

Pronunciò con voce seducente la ragazza, afferrando con le dita sottili i lembi della gonna e sollevandoli per inchinarsi. Eppure, nonostante il sorriso sulle sue labbra, i suoi occhi erano ostili, malevoli.

«Accomodatevi, fate pure come se foste in casa vostra. Unitevi agli altri ospiti nella mia festa.»

Aggiunse, schioccando le dita.

Le pareti, prima coperte da un pesante tendaggio cremisi, vennero scoperte come il sipario di un teatro, mostrando due nuove vetrate del tutto simili a quelle del salone.
Vi erano due grosse celle ai lati della stanza. Le illuminava una luce bianca e intensissima, così come chiare erano le pareti e il pavimento completamente liscio.
Al loro interno, una quarantina di bambini. Liberi, non legati o oppressi dai cavi, non addormentati, spogli e bendati. La maggior parte dormiva nonostante la luminosità, i vestiti piegati di fronte agli occhi. Quelli svegli erano raccolti in piccoli gruppi e parlavano e giocavano. Non si riusciva a sentire ciò che dicevano, né loro sembravano poter udire o vedere ciò che avveniva nel corridoio centrale.

«Potrete rimanere a divertirvi fino all'alba.»

La ragazza tese una mano verso Priscilla, e una forza improvvisa la sollevò e cominciò a trascinarla verso la strega. La piccola si mise a urlare e a scalciare, a chiedere aiuto ai due ragazzi alle sue spalle.
Ma essi non avrebbero potuto aiutarla.
Si erano già uniti al gran ballo.





_____________________





QM POINT


Scusatemi il post breve ma non volevo farvi aspettare.
Visto che Yvenna non mi ha risposto quando le ho chiesto se potevo pngizzare Andrea, preferisco non prendermi la prerogativa di farlo. A fine quest si saprà che fine ha fatto. Per il momento pensiamo a voi.

Dopo essere entrati nella stanza buia, una luce improvvisa si accende, accecandovi per qualche istante. Dall'altra parte della camera vi è Armida, che vi invita a unirvi alla festa mostrandovi le celle ai lati della stanza in cui sono rinchiusi i bambini. Successivamente, attira Priscilla verso di sé con un incantesimo, ma voi non ci siete per vedere questa scena: appena lei tende la mano di fronte a sé, infatti, vi scaglia un incantesimo che vi rende momentaneamente incoscienti.

Aang
Aang si "risveglia" all'interno della stanza bianca che ha visto prima assieme agli altri bambini. Ha una vaga memoria di chi sia "Aang", né ricorda dell'incantesimo. All'improvviso, la porta della cella si apre e appare la ragazza con la coda di gatto che viene a prenderlo. Un desiderio misterioso spinge il ragazzo a seguirla. Lei lo conduce all'interno di un'altra stanza molto buia. Dopo che lei è uscita, le luci si accendono, e Aang si riscopre all'interno di un'enorme cripta che è un labirinto. Nelle cuccette alle pareti vi sono scheletri e ragnatele, ma in alcune anche corpi freschi, e in altre corpi in decomposizione.
Non ti chiedo di trovare l'uscita del labirinto: non c'è. Dopo una settimana di tempo, Aang impazzisce e perde i sensi, per poi risvegliarsi nuovamente nella camera bianca. E la scena si ripete, uguale.
Lo scopo è quello di riuscire a capire che questa è la storia di Edel, e poi riuscire a scappare prima del termine della settimana. Dopo aver capito che questa è la storia della bambina, non hai alcun limite di mezzi/tecniche/energia per fuggire; solo, la prima volta la scena accade per intero e non puoi fare nulla per evitarlo.

Morpheus
In maniera simile ad Aang, anche Morpheus è intrappolato in un loop. Lui si risveglia nella stessa stanza bianca senza alcun ricordo e viene prelevato da Armida dopo essere stato assoggettato alla stessa maniera. Tuttavia non viene condotto in una camera buia, bensì spinto in una fossa che si apre di fronte ai suoi piedi all'improvviso. Si ritroverà così disteso in una bara su cui verrà calato il coperchio, e verrà seppellito vivo. Dopo una settimana rinchiuso, impazzirà e perderà i sensi. Si risveglierà di nuovo nella stanza bianca e la scena si ripeterà.

Anche tu, devi riuscire a capire che questa è la storia di Maddalena e poi riuscire a scappare prima del termine della settimana. Dopo aver capito che questa è la storia della bambina, non hai alcun limite di mezzi/tecniche/energia per fuggire; solo, la prima volta la scena accade per intero e non puoi fare nulla per evitarlo (ripeto per evitare tl;dr).

Per entrambi: prima di aver capito che quella è la storia delle bambine che avete ucciso, siete incapaci di usare qualsiasi tecnica, non possedete alcuna passiva e siete completamente inermi di fronte ad Armida. Dopo averlo compreso, sarete come in un "sogno lucido", senza più alcun limite. Fate un buon lavoro.

Per domande, chiedete in confronto. Avete sei giorni da adesso.
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 10/3/2013, 04:08




Luce. Bianca.
Apre gli occhi in un luogo che non conosce. Soffitto bianco. Mura bianche.
Attorno a lui, intravede figure piccole e sfuggenti, ma non gli interessano. Ha occhi soltanto per lei, la donna che è appena entrata.
Capelli viola, abiti vaporosi e ricchi. Gli sorride, invitandolo a seguirla.
Si alza dal pavimento aiutandosi con i gomiti, ondeggiando come la coda da gatta della donna.

Insieme camminano, un corridoio dietro l'altro, una stanza dietro l'altra.
Finchè non arrivano a destinazione: la donna gli fa cenno di entrare. Tutto è buio lì dentro, ma lui non ha paura, non ha dubbi, non si ferma.
Non sente niente, niente.

La porta si chiude, l'incubo comincia.

...

Vagava in quelle condizioni da due giorni.
Aveva fame, e sete, e sonno. Ogni volta che si sedeva e provava ad addormentarsi, ignorando i corpi abbandonati in quella cripta, si svegliava di soprassalto.
Vedeva un ragazzo: esile, senza capelli, ricoperto di tatuaggi. La chiamava, le diceva di ricordare chi fosse, di reagire.
Ma lei fuggiva da lui, impaurita. E si svegliava di soprassalto, ansimando.

C-chi sarà questo ragazzo? - pensava.
Aang.

Poi si alzava e continuava a camminare ciondolando, la lingua secca che continuava a provare ad inumidire le labbra aride. Non importava dove andasse, da che parte decidesse di andare. Destra e sinistra, non faceva nessuna differenza. Solo, lei continuava ad essere sola, ed a soffrire. Ogni tanto si fermava a guardare uno dei corpi che giacevano lì, la sua unica compagnia.
Se avesse avuto lacrime da piangere, le avrebbe versate.

...

Sette giorni. Di sofferenza.
Andava avanti strisciando, ansimando. La testa le girava, la vista le si offuscava. La lingua si era gonfiata, e respirava a fatica.
Deglutire era impossibile.

Girò un angolo che le parve lontanissimo, poi un altro ancora. Poggiò la mano su un muro per riposare, ma scivolò e cadde a terra, accanto ad un cadavere che la osservava con occhi ciechi.
Rimase così, per qualche attimo. Poi intravide qualcosa, in quelle iridi oramai bianche di morte.

N-no! NO!

Si portò le mani agli occhi. Al buio sarebbe sopravvissuta, nell'oscurità niente poteva toccarla, colpirla. Se lei non poteva vedere loro, loro non potevano vedere lei.

Le tue mani...

Tossì violentemente, iniziando a tremare. Un dettaglio insignificante, ma che la terrorizzava fin nelle viscere. Cos'avevano le sue mani?
Erano sempre state piccole, e tenere, e delicate.
Perchè allora aveva visto tatuaggi celesti che le ricoprivano? Come... come quelle del ragazzo che vedeva nei suoi incubi.

Chi.... chi sei tu? Chi...

« Chi sono io? »

Sussurrato, come se temesse di risvegliare qualcuno. O qualcosa.
Troppo tardi.

Sentì un fruscio, come di foglie che volano nel vento. Scostò le mani dal viso, lasciando perdere i tatuaggi che le coprivano.

Allorasonoverenonmelosonoinventatononsonopa-!

zItTa!

Il cadavere accanto a lei si era alzato sul gomito, e continuava a fissarla. I suoi occhi senza tempo la accusavano, le ricordavano tutte le sue colpe.
Un altro fruscio. Una figura girò l'angolo, avanzando verso di lei con passi lenti, strascicati. Il tempo aveva divorato il suo volto, lasciando solo un teschio ghignante dove un tempo c'era un viso.
Ma non poteva essere vero, doveva essere un altro sogno, un altro incubo.

Cercò di ritrarsi, ma non poteva. Una mano le bloccava il polso, la tratteneva con forza spropositata.
Ma non poteva essere, quell'uomo era morto. Morto!

« MORTO! TU, LUI, SIETE TUTTI MORTI! » - urlò con tutte le sue forze.
Il suo ultimo tentativo. L'altra mano, giallastra per la decomposizione, andò a coprirle la bocca, impedendole di respirare.
Sgranò gli occhi, fissando l'altro che si avvicinava. Ogni passo lo portava più vicino, ad ogni passo sentiva un fruscio.
Come di foglie al vento, un suono che non poteva più sopportare.

Urlò, e urlò, e urlò, finchè non vide tutto nero. Sparirono tutti, i morti, il labirinto, lei stessa.
Se lei non poteva vedere loro, non poteva vedere nemmeno se stessa.

...

Luce. Bianca.
Apre gli occhi in un luogo che conosce. Stesso soffitto bianco. Stesse mura bianche.
Attorno a lui bambini aspettano il loro destino. Ma lui non gli interessa, e loro non interessano a lui.
La porta si apre ed entra lei. Lo guarda, sorridendogli. Si volta, facendo frusciare il vestito di pizzi.
Per un attimo, si intravedono le scarpette nere ai suoi piedi.
La coda scandisce i suoi movimenti, come un pendolo.
E lui la segue, attirato dalla sua bellezza, dal suo carisma, dalla sua magia.

Ancora una volta quella stanza, ancora una volta quel buio lo circonda.
Solo che lui stavolta si gira per affrontarlo, per affrontare la donna con la coda nera.
Ma è già sparita, e si ritrova ancora lì.
L'incubo ricomincia.

...

Altri tre giorni, nessun cambiamento nel labirinto.
O meglio, ce n'era stato uno. Lei non era la persona che pensava di essere. Il ragazzo che sognava non era soltanto un incubo che si ripeteva ciclicamente, ma la realtà.
Aveva visto le sue mani tatuate, aveva toccato la sua testa liscia. In sottofondo sentiva un ronzio, come se le sue orecchie avvertissero qualcosa che avrebbero dovuto sentire.

Aang, quello era il suo nome. Non Edel. Quella era un'altra persona, una bambina che sentiva di aver incontrato prima. E allora perchè aveva pensato di essere lei fino a quel momento?

Cosa ci collega? Cosa ci unisce?

Ogni tanto si fermava a riposare, ben lontano dai corpi e dalle ragnatele. Provava a dormire, ma sognava lei, la piccola Edel. La vedeva chiudere gli occhi, sorridendo.
La sentiva sussurrargli un grazie pieno di una tenerezza che gli struggeva il cuore. Si svegliava, colmo di una tristezza infinita, senza sapere perchè.
E continuava a vagare, senza sapere cosa fare. Senza alcun modo per orientarsi.
Il tempo non scorreva, le ore passavano come anni.
E lui cercava un'uscita, invano.

...

Altri quattro giorni. Era allo stremo, oramai.
Strisciava contro le pareti, cercando un'uscita che sapeva di non poter trovare.
Gli angoli si alternavano senza sosta, come i cadaveri e le ragnatele.

Andò avanti per ancora un paio d'ore, poi cadde a terra, stremato.
La testa gli girava violentemente, sentiva le forze abbandonarlo.
La situazione era critica, ma lui continuava a pensare a quella bambina. Al loro legame.
Chiuse un momento gli occhi e subito si addormentò, sfinito.

Ancora lei, sempre lei. Edel.
Ma questa volta la vedeva davvero. Vedeva il suo viso sereno sussurrarle il grazie che aveva visto molte altre volte.
Luci celesti le giravano attorno, come per proteggerla. Era il Flux, Aang lo conosceva bene.
Vide Edel trafitta, la vide sussultare prima di morire.

Macchie di sangue si allargavano sul suo vestito sporco. Il giovane poteva sentire distintamente la vita abbandonarla, poteva contare le ultime stille di anima che le rimanevano dentro.
Poi anche quelle evaporarono, lasciandolo da solo col suo corpo, mero involucro di ciò che era stato. E con il senso di colpa. Bruciante.

Si svegliò di soprassalto, ansimando. Cercò di alzarsi, ma cadde in avanti, quasi addosso ad uno dei cadaveri.
La morte nella sua forma peggiore, riflessa nelle iridi spente di un uomo che aveva cessato di esistere.
In lui vide le sue colpe, le sue paure, il disprezzo per se stesso.
Vide la piccola Edel vagare al posto suo in quei corridoi, correre e perdersi, urlando tutta la sua disperazione.
Tutta la sua paura.

Ed ora non c'è più.
Per colpa mia.


Urlò. Poi tutto divenne buio.

...

Bianco. Ancora.

Stavolta ricordava tutto: se stesso, Edel, il labirinto.
Si alzò dal pavimento, guardando i bambini che erano intrappolati in quella stanza assieme a lui.
Sapeva che sarebbe arrivata, ma questa volta l'avrebbe assecondata finchè non fossero stati lontani da quella stanza.

Espanse le sue percezioni finchè poteva, cautamente. Quando arrivò, Aang era già pronto.
Lei lo guardò con i suoi profondi occhi viola, soddisfatta come una gatta che guarda la sua preda. Prima di divorarla.
Gli fece cenno di seguirlo, come sempre.
E lui le andò dietro, seguendo con lo sguardo la sua lunga coda felina.

Ma questa volta fu diverso.
Giunti di fronte alla porta che lo avrebbe condotto al labirinto si fermò, guardandola.

È la mia occasione.

« Non questa volta, strega. »

Luci di Flux apparvero attorno al suo corpo, chiudendosi come in una morsa ad un cenno del monaco.
Ed intanto una lancia di luce celeste si dirigeva verso il suo petto. Non avrebbe avuto pietà. Come lei non ne aveva avuta per quei bambini.

In loro memoria. In memoria di Edel.



Diario del Monaco
Comprensione





Cs totali: 4 (2 in Percezione; 2 in Intuito)
Basso 2% ~ Medio 7% ~ Alto 17% ~ Critico 37% ~ Mortale 77%

Energia attuale: 58%
Consumi utilizzati: Basso (2%) + Medio (7%) + Alto (17%)

Condizioni fisiche: Escoriazioni di entità Media su tutto il corpo. Danno basso da contusione alla guancia sinistra.
Condizioni mentali: Arrabbiato.

Bastone del Manipolatore: mano destra.
Balestra: 15/15 - legata alla cinta.



Passive in uso:

CITAZIONE
Controllo Passiva razziale umana
Meditazione. Disciplina. Controllo. Capacità richieste a tutti i novizi quando iniziano a muovere i primi passi nel difficile mondo della manipolazione. L'addestramento però, non consiste solo in prove mentali e spirituali, ma consta anche di interminabili prove fisiche mirate alla perfezione dei corpi degli iniziati. I manipolatori usciti da questa parte dell'iniziazione sono così talmente resistenti da non svenire in condizioni critiche, come quando si trovano sotto il 10% delle energie. Nonostante i pericoli, ogni monaco sa che serve un involucro perfetto per la magia perfetta.

CITAZIONE
Intuito Prime due passive del dominio Auspex
La meditazione è una pratica indispensabile per ogni uomo che voglia intraprendere la via del Flux: la concentrazione e il controllo di sè sono basi indispensabili per la Manipolazione, anche se non sono gli unici vantaggi derivanti da tale applicazione. Dopo anni di intensi allenamenti, Aang ha oltrepassato il limite dei sensi umani, arrivando a percepire anche le auree di ogni essere vivente che lo circonda, indipendentemente che sia nascosto o meno. Un potere che ha sviluppato a tal punto da renderlo in grado di capire anche l'allineamento del soggetto preso in esame, permettendogli di capire a grandi linee le sue intenzioni: odio o paura non potranno più essergli nascoste, tradimenti o eventuali antipatie saranno per lui leggibili come in un libro aperto.

CITAZIONE
Onniscienza Terza passiva del dominio Auspex
Elevazione spirituale, occhio della mente o conoscenza assoluta. Comunque la si voglia chiamare, l'arte monastica basa le sue tecniche su una profonda conoscenza di se stessi e dell'ambiente circostante. La propria essenza diventa solo il mezzo tramite cui conoscere il tutto, che ogni monaco di alto grado può applicare semplicemente toccando un oggetto o una persona dotata di poteri. Come se lo avesse studiato per mesi, Aang sarà in grado di capirne le capacità e discernerne le caratteristiche. Un potere degno di un dio, concesso a chi ha raggiunto le vette più elevate della via monastica.

CITAZIONE

L'IMMORTALE INDICA LA VIA
sii saldo come una roccia .

«Conoscere l'altro e se stessi –cento battaglie, senza rischi; non conoscere l'altro,
e conoscere se stessi –a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l'altro, né se stessi –ogni battaglia è un rischio certo.»


La prima regola codificata dal Maestro è conoscere gli altri e conoscere sé stessi: solo da questa doppia conoscenza può derivare la necessaria saggezza per arrivare alla vittoria ancor prima di aver ingaggiato la battaglia. Lo spirito stesso di questa regola è infuso nella pergamena, tanto che chi ne entra in possesso ed è in grado di leggerla e comprenderne gli insegnamenti, riceve l'indicazione per la via della Vera Saggezza. Questo si traduce in una resistenza mentale fuori dall'ordinario, dovuta alla profonda conoscenza che si tramuta in padronanza di sé e dei propri mezzi. La mente del guerriero diviene resistente, e benché possa ancora essere intaccata, egli non ne proverà alcun dolore. [Passiva - Resistenza fino ad un ammontare di 2 Mortali Psionici. Passiva - Immunità dal dolore psionico.]


Attive usate:

CITAZIONE
Percezione Prime due attive del dominio Auspex
Avanzando tra le difficoltà, ogni passo va calcolato e ogni azione va sempre ponderata. Ma come è possibile farlo, senza avere una visione obiettiva e chiara della realtà? Sempre immerso in situazioni pericolose, Aang ha imparato a individuare i suoi nemici anche se invisibili o quando gli altri sensi sono inutili. Spendendo un consumo Basso di energie, il monaco individuerà immediatamente un singolo bersaglio sul campo di battaglia, costituente minaccia o meno. Allo stesso modo, ma spendendo un consumo Medio di energie, le sue percezioni giungeranno molto più lontano, fino a chilometri di distanza, scovando persone che tentano di fuggire o di nascondersi alle percezioni del Manipolatore.
Nessuno riuscirà a sfuggirgli, il suo sguardo arriverà ovunque.

CITAZIONE
Sfera Personale. Offensiva magica. [3/10]
Ogni avversario dovrebbe essere convinto con la parola a non combattere, persuaso ad evitare ogni spargimento di sangue in favore di un dialogo costruttivo. Ma quando questo non basta, ad Aang basta un consumo Medio di energie per materializzare attorno al suo bersaglio un numero indefinito di aculei di Flux, che lo colpiranno ad un minimo cenno del monaco causandogli numerose ferite da ustione. L'ultimo blando avvertimento prima del vero inizio delle ostilità.

CITAZIONE
Offesa Lampo di luce & Schegge di luce
Un'offensiva rapida è un'offensiva efficace. Manipolando rapidamente il Flux e con un consumo Alto, il monaco riuscirà ad emettere un vero e proprio proiettile di energia spirituale in direzione del nemico; rapido e potente, causerà una possente bruciatura sul corpo nemico e lo sbalzerà indietro per il contraccolpo. Allo stesso modo, manipolando il Flux nell'aria, il monaco potrà creare - tramite un consumo Medio delle sue energie - delle lame affilate di magia celeste, che scenderanno sul nemico come una condanna inevitabile. Vista la loro composizione, entrambe le offensive causeranno un danno maggiore sui demoni e un danno minore sulla stirpe angelica, naturalmente protetta da queste manifestazioni.

Azioni:

Quando Aang diventa coscienza usa la prima attiva del dominio Auspex per capire quando sarebbe arrivata la donna. A fine post uso la personale Sfera e lampo di luce su Armida appena siamo lontani dai bambini, per non ferirli.

Note:

Faticona. >_>
L'inizio dello scritto Aang crede di essere Edel, quasi come uno sdoppiamento di personalità. A poco a poco la sua personalità però emerge, facendo in modo da farlo tornare in sè.
Ho cercato di usare periodi molto brevi in certi momenti, per cercare di fare quasi ansimare il lettore, nel leggerli.
L'effetto dovrebbe trasmettere ansia, credo. :v:
Buona lettura!

Edit: corretti un paio di errori di distrazione (o di sonno, visto l'orario XD).



Edited by PARACCO TRAVESTITO ALOGENO - 10/3/2013, 22:38
 
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view post Posted on 11/3/2013, 17:00

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Le memorie si frantumarono come un castello di sabbia corroso dall’acqua e dal vento. I ricordi si corrosero come una montagna che nei secoli cede il passo alle intemperie naturali fino a scomparire. Nella sua mente non c’era più nulla, se non la vastità di un oceano bianco, e lui non era nient’altro che un puntino immerso in una varietà mescolata di colori, un’essenza indefinita e malapena visibile, nient’altro che uno schizzo di china su un’infinita tela bianca.
Riaprì gli occhi e sentì che gli bruciavano, aprì gli occhi e vide solamente l’apoteosi del colore, come la sua mente tutto era diventa bianco, un oceano infinito di latteo colore, in cui le tre dimensioni parevano essere scomparse.
Non c’era più la profondità, la lunghezza, la larghezza, persino lo spazio-tempo parve essere variato, distruggendo le certezze che ogni umano possedeva; passarono attimi che parvero secoli, e ciò che vedeva non era nient’altro una stanza ricolma di luce e apparentemente infinita.
Il suo Io si perse nelle profondità del bianco, si perse nei meandri dell’infinito.
Fin quando di lui non rimase più traccia. A quel punto, dopo secoli o pochi attimi, s’aprì una botola sotto i suoi piedi. Il uso corpo venne attratto verso il vuoto in una sensazione familiare per parte del suo essere, ma la maggior parte urlò di paura e di terrore, mentre cadeva inesorabile in una discesa ineluttabile.
Terminò la sua caduta sbattendo la schiena su di una superficie dura, poco dopo davanti al suo capo venne calato un coperchio. Venne chiuso dentro, pressato all’interno di uno spazio angusto. Mentre su di lui iniziò a udirsi il suono inconfondibile della terra; che lo sommerse e che lo fece sentire ancora più oppresso.
Intorno a lui nient’altro che buio.
Nient’altro che Inferno.
L’incubo infine era finalmente cominciato.

[…]

2° giorno
Perse rapidamente la conta degli attimi, dei secondi, delle ore. Tutto parve scorrere lentamente, come una clessidre che chicco dopo l’altro lascia cadere i granuli verso il basso. Il suo sguardo vacuo si abituò all’oscurità, dinanzi a lui poteva notare le venature del legno che si snodavano in fantasie naturali. Poteva vedere le crepe che frastagliavano il coperchio mostrare la terra sopra la sua testa, poteva sentire e guardare, i vermi che penetravano nell’angusta bara per cibarsi del suo corpo, per mangiarlo e scorticarlo vivo. Era impossibilitato a muoversi, l’unico movimento che gli era permesso era dondolare ritmicamente la testa di pochi centimetri, sopra e sotto. Si sentiva inerme come un’animale racchiuso in pochi centimetri non abbastanza per poter vivere. Stette in silenzio analizzando la sua mente, che tuttavia continuava a presentarsi come una parete bianca. Sentiva gli occhi bruciare e gonfiarsi, sentì i muscoli cominciare a fremere per l’immobilità.
Non c’era nulla intorno a lui.
Solo il buio di un foglio bianco.

[…]

5° giorno
Pochi e confusi flashback cominciarono ad apparire nella sua testa, ricordi caliginosi che di tanto in tanto comparivano come rimembranze di un corpo che non gli apparteneva, di una persona che non conosceva.
I flashback comparivano in cui pochi e rari momenti di lucidità, in cui il suo pensiero non si ritrovava a vagare per i meandri più oscuri travolto da fumi oppiacei che ne offuscavano i sensi. Stava cominciando a impazzire in quell’immobilità tutta uguale, fatta di vermi che gli mangiucchiavano la pelle fino a creare profonde erosioni sul suo corpo. Li sentiva penetrare in ogni suo anfratto, cibarsi di ciò che lui era fin quando non ne sarebbe rimasto più nulla, se non polvere e terra. Le domande elementari quali chi era e cos’era non avevano più importanza, faticavano persino a oltrepassare quella spessa bruma che si era creata. Si sentiva impotente, sentiva il dolore crescere.
Infine urlò, liberando la sua voce che si perse nel nulla più assoluto, si perse tra le pareti della bara sommersa da metri e metri di terra.
L’urlo rombo nella bara.

E si perse nel nulla di un foglio bianco.

[…]

7° giorno
« AHHHHHHHHHHHHHHHHHH »

Andava ormai avanti da giorni, da quel primo urlo ne susseguirono altri e altri ancora, la mente era ormai persa in un calvario di sofferenza, persa nella mancanza dell’aria primordiale. L’uomo si agitava dimenandosi come afflitto da spasmi innaturali. In preda al panico svariati pugni vibrano contro la parete, batterono e batterono ancora andando avanti per giorni, fin quando le mani non fossero gonfie e le nocchie frantumate. Dalle mani fiotti di sangue fuoriuscivano rendendolo sempre più debole. Di tanto in tanto faceva una piccola pausa, in qui il petto si alzava e abbassava violentemente. Pareva un bambino che prendeva fiato prima di continuare a urlare. Dinanzi a lui le venature erano diventate grossi ghirigori danzanti, crescevano e diminuivano attraendolo in un vortice cangiante. Tutto intorno a lui prese a girare come un maelstrom che lo attirava inesorabilmente verso il fondo dell’abisso. Era ormai impazzito. La sua mente vagava persa in un limbo del non ritorno.
Era sommerso in una cacofonia di urla e grida estatiche.
Di spasmi inumani e di muscoli roventi.
Era immerso nella pazzia della sua mente e nell’impotenza nel suo corpo.
Urlò e urlò.
Fin quando tutto si spense e non restò nient’altro che la solitudine di un foglio bianco.

[…]

Si risvegliò come nel principio, il suo corpo e la sua mente furono nuovamente immersi nella stanza bianca. Sembrava come rivivere un sogno nella sua testa, come essere immersi in un incubo ripetitivo.
Si guardò intorno e di nuovo l’infinità del bianco l’avvolse lasciandolo inerme, ma questa volta già sapeva cosa sarebbe successo. Già sapeva ed era pronto per affrontarlo.
Si chiamava Morpheus, non sapeva chi era o cos’era. Non si ricordava null’altro che quel nome, e una strana certezza lo invase, come se quello fosse il suo nome e di nessun altro. Per questo non sarebbe impazzito questa volta, come se sulla tela lattescente la china cominciasse a disegnare la bozza del suo essere. Il tratto ancora indeciso, i contorni ancora sfumati e non ben definiti, ma qualcosa già si intravedeva e l’uomo si aggrappò a quel nome sorreggendo la sua volontà.
Infine la botola si aprì di nuovo.

« Non questa volta, non ancora. »

Disse Morpheus quasi ruggendo, mentre il suo corpo veniva attratto nuovamente verso il baratro dell’abisso, verso l’inferno.
Ma questa volta qualcosa si intravedeva nel buio più assoluto.
Il barlume della speranza brillava nell’oscurità.

[…]

2° giorno
La sua mente rimase vigile e lucida, il suo Io scandagliò nei meandri della sua memoria, scavando nelle profondità del suo Io. Infine, inatteso, ebbe un ricordo, momentaneo e apparentemente inutile. Si ricordò che stava combattendo in una radura, contro di una bambina, Maddalena! Maddalena, questo era il suo nome. Dopo averla uccisa il dragone la sotterrò, per dargli degna sepoltura. Era un essere che era stato corrotto dalle forze del male e che nella morta aveva trovato la pace. Infine si accorse, come una lampadina che illumina il buio della mente, che quella era la sua storia, che lui stava rivivendo l’incubo della bimba. E non fece a meno di chiedersi se anche lei era ancora viva, se anche lei soffriva quello che lui soffriva. A quel punto, un nuovo pugno colpì il coperchio della bara. Ma era molto più forte del solito, era molto più duro rispetto a prima. Come se il suo corpo avesse raggiunto per un momento la consistenza dell’acciaio. Nel legno si generò una grossa crepa quanto la dimensione del suo pugno, la terra cominciò a penetrare come se volesse immediatamente chiudere quel poco d’aria che era entrata.
Ma qualcosa dentro Morpheus cominciò a crescere. Qualcosa di ancora più forte.

[…]

5° giorno
Dopo quel pungo non successe più nulla, il coperchio, nonostante alcuni colpi, non si spostò di un millimetro. Tuttavia Morpheus, sentiva una piccola fiammella crescere sempre di più all’interno del suo corpo e riscaldarlo Inizialmente pensava fosse la speranza che si palesava in maniera astratta nel suo io, e che lui alla soglia della pazzia cominciasse ad avvertirla. Eppure, con il passare dei giorni, l’avvertì sempre più vivace e vivida. Poteva sentirne la consistenza, fino a quando non gli fu palese che non era il fuoco di una fiamma a baluginare, ma corrente elettrica. Era una folgore che cresceva all’interno dei suoi polmoni e vicino al suo cuore, riusciva a sentirla scivolare all’interno del suo corpo fino a riscaldarlo. Poteva vedere, se si concentrava e chiudeva gli occhi, persino il flusso giallo che attraversava il suo corpo. Fin quando, quel giorno, scoprì di essere in grado di controllarlo. Riusciva a muoverlo liberamente, fare danzare quelle saette per le sue vene e per il suo corpo come se fosse un flusso magico. Riuscì a catalizzare quell’energia all’interno della sua mano, non era che un globo luminoso di colore giallo, che fluttuava a pochi centimetri dal suo palmo. La sfera era striata dalla corrente elettrica, si concentrò, immaginando di spingerla con la forza della mente oltre il su braccio, lì dove la crepa nel legno era cresciuta tre giorni prima.
Qualcosa esplose, qualcosa investì la bara.
La crepa si fece più grande, sentendo quasi l’odore della libertà.

[…]

7° giorno
Scandagliò la sua testa ancora più nel profondo, cercò in ogni fessura del suo essere per cercare nuove informazioni, per cercare ciò che era. Stava immobile cercando di fuggire al suo destino, poi qualcosa giunse e fu un momento rapido breve, tutta la sua vita si disegnò davanti ai suoi occhi, la china sul foglio bianco cominciò a inchiostrare di colore i colori del suo essere, tutto divenne vivido e intenso, tutto divenne nuovamente familiare.
Vide la sua nascita e suo fratello.
Vide i quattrocento anni di avventure e brigantaggio.
Infine lesse la sua redenzione e la sua missione, di come fuggiva a ciò che Stormbringer aveva disegnato per lui.
Infine si ricordò anche di Armida e della foresta, si ricordò di ogni cosa.
A quel punto l’ira del dragone esplose, il suo Io era sommerso dall’odio e dalla rabbia. Fu un attimo, breve e concitato. Vibrò per qualche istante impalpabile, le pareti della bara esplosero in mille schegge, il legno si frantumò in pezzi minuscoli e il suo corpo mutò.
Un drago si palesò e cominciò a scavare per risalire la superficie, per essere finalmente libero.

« Strega sto arrivando! »

Ruggì forte scatenando tutta la sua rabbia, richiamando tutta la sua forza.




CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza


Energia: 56%
Status Fisico: Danno alto da lacerazioni per tutto il corpo
Status mentale:Sconvolto

Abilità attive:
Si sa, altresì, che i draghi possiedono un corpo pressoché inscalfibile, un corpo in grado di proteggere gran parte degli organi vitali con il solo ausilio delle scaglie, ma se il dragono si trovasse nella sua forma meno nobile o se qualche arma riuscisse nell'impresa di oltrepassare il corpo, con un consumo pari a Basso il drago può scegliere di indurire a suo piacimento una parte del corpo, essa avrà, per l'intera durata del turno, o quanto basta per difendersi, la consistenza dell'acciaio. Questa tecnica potrà essere utilizzata anche in fase offensiva utilizzando il proprio corpo come vera arma contundente. [Bassa personale].

Il soffio è un effetto sovrannaturale creato in parte da alcune parti biologiche del drago, che combinano elementi fisici e magia in modo del tutto peculiare per creare un’arma di portata devastante. Ogni razza ha un soffio particolare, la cui forma è fissa ma le cui dimensioni dipendono dal livello del drago. Similmente, anche i danni arrecati dipendono dalla potenza del drago. Per i draghi blu il soffio è costituito da scariche elettriche generate all'interno dei polmoni, tuttavia il drago non può utilizzare, quella che è la sua arma più letale, in maniera continuativa, difatti per utilizzare il soffio si ha bisogno di tempi di ricarica dell'elemento. L'energia elementale creata all'interno dei polmoni del drago può essere utilizzata arbitrariamente anche in forma umana, non essendo strettamente limitata alla forma draconica. Il soffio varia di potenza a seconda dell'intensità elementare impressa dal drago. Il primo livello di questo soffio permette al drago, con un consumo di energie pari a basso, di scagliare una piccola scarica elettrica che infligge un danno basso da ustione al diretto avversario [Pergamena Padronanza elementale].

La mente è un calvario di ricordi, un oasi imperfetta di conoscenze personali e segrete, dove ciò che è di più importante viene custodito gelosamente in una cassaforte invalicabile. Si dice che il cervello possa incamerare informazioni per un limite pressoché infinito, che più si apprenda più si impari, altresì, si dice, che il cervello cancelli informazioni passate per far spazio a nuove. Qualunque sia l'ipotesi più accreditata, qualsiasi sia la scuola di pensiero, ciò che è vero che la conoscenza delle memorie, dei ricordi, è ciò che più affascina il dragone blu, il quale, abituato a scartabellare tra scaffali di libri, ha iniziato a spolverare le cartelle del pensiero umano divenendo in grado di conoscere, tramite il solo contatto visivo, ogni segreto di chi ha di fronte. Spendendo un consumo pari a Basso Morpheus potrà conoscere il passato più recondito, i segreti più celati, le paure più nascoste, difatti la tecnica non crea danno all'avversario, l'unico intento è quello di raccogliere informazioni per poi riutilizzarle. [Bassa personale].

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]

Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Scusate, niente il post originale era di circa 3000 parole, questo arriva a malapena a una misera metà, ci tenevo a fare quel post in maniera ottimale, ma la sfortuna sia dalla mia, spero sia comunque accettabile. Credo sia tutto chiaro nel post. L'unica cosa e che casto inconsapevolmente la pergamena spia su me stesso per ricordare ogni cosa.


Edited by Lud† - 11/3/2013, 20:26
 
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Alb†raum
view post Posted on 12/3/2013, 16:29





Wicked Fantasia







Il sogno svanì.
Il ragazzo e il drago riaprirono faticosamente le palpebre nello stesso corridoio in cui avevano visto apparire la ragazza dall'abito viola, di cui, tuttavia, non riuscivano più a ricordare l'aspetto, o l'esistenza.
I loro occhi, inizialmente troppo stanchi per mettere a fuoco, avrebbero cercato Priscilla senza trovarla: nella stanza dal pavimento metallico vi erano solo loro due.
Solo dopo qualche istante, quando la loro vista si fosse fatta meno vaga, si sarebbero resi conto di ciò che li circondava.

Le tende ai muri erano ancora tirate per mostrare le celle che circondavano la stanza. Una volta bianche, abbaglianti.
Ora alcune luci erano state sfondate, e i frammenti di vetro aguzzi erano sparsi disordinatamente sul pavimento, immersi in pozze di rosso che coloravano i muri chiari. Alcune lanterne lampeggiavano come in preda agli ultimi spasmi. Le altre avevano perso parte del loro chiarore, e tutta la prigione era immersa nella penombra. I pezzetti di cristallo, illuminati da quella luce fioca, scintillavano appena.
I cadaveri dei bambini erano riversi a terra, ovunque; sangue fuoriusciva loro a fiotti da bocca e naso. Alcuni fissavano il soffitto con gli occhi sbarrati e il volto ancora contratto per il dolore. Altri, invece, parevano solo vittima di un sonno profondo; ma fori e tagli slabbrati tormentavano le loro membra, e di alcuni le viscere simili a vermi erano srotolate sul pavimento.
Un liquido denso e simile a pece imbrattava la parete di vetro attraverso la quale i due uomini osservavano la scena. Questo colava lento in una larga pozza che si allargava sempre più sul terreno, tracciando un qualche disegno incomprensibile.
Non vi erano rumori nell'aria, solo un silenzio insopportabile.

Poi, in fondo al corridoio, la porta d'acciaio che conduceva alla stanza successiva si aprì lentamente, producendo un forte stridore. Si fermò quando fu appena socchiusa, e un alone di luce gialla cominciò a penetrare all'interno della camera in cui erano Aang e Morpheus.



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La stanza del trono era immensa e quasi del tutto priva di arredamento. Pareti e pavimento erano di uno stesso colore scuro in cui erano cesellati disegni dorati simili a quegli arabeschi floreali che decoravano la sala da ballo; ma se lì erano viole, papaveri e rose a imbellire le pareti, qui vi erano solo le spine dei rovi e i fili rinsecchiti dell'erba. Sottili e appuntiti, i rami su cui crescevano disegnavano spirali, corone, mani tese in carezze violente.
Un grosso lampadario di cristalli pendeva in mezzo alla camera; emetteva una tenue luce aranciata che riusciva a illuminare tutto l'ambiente. Ogni goccia di vetro che lo componeva pareva il grappolo di un lampone immaturo che scintillava alla luce del tramonto. Sotto di esso, un'enorme poltrona vuota, un soglio d'oro e velluto rosso sopra cui nessuno era seduto. Una scalinata lo faceva apparire come la sommità di una piramide a scaloni.

Alla base di questa vi era Priscilla.
Era legata per le mani e i piedi, la bocca coperta da un fazzoletto bianco che la stringeva forte fino a farle lacrimare gli occhi. Era seduta immobile sull'ultimo scalino con piper appoggiato sul grembo. Tentava di urlare, ma dalla sua bocca non uscivano che mugulii attenuati.
Davanti a lei, un bambino e una bambina dai capelli chiarissimi erano tesi l'uno verso l'altra, le labbra congiunte e le mani intrecciate con le unghie quasi piantate nella carne. Si baciavano premendo le bocche fra loro, mescolando le lingue, suggendo rumorosamente saliva. Tenevano gli occhi scarlatti socchiusi, le ciglia lunghe e nere che non riuscivano ad adombrare la luce rossa che emettevano le iridi.
Si sfregavano facendo frusciare gli abiti scuri, e la gonna che indossava la piccola ondeggiava lentamente, accompagnando nel movimento le lunghe ciocche che il capo spostava nell'assecondare la passione.

Separarono infine le labbra, lasciando solo per un istante le lingue toccarsi e sfregarsi. Un filò di saliva scintillante si disegnò nell'aria fra le loro bocche quando allontanarono i volti.
Il bambino si riaggiustò i baveri della giacca e il fiocco che aveva legato al colletto della camicia, la bimba si ravvivò i capelli e strinse meglio il fiocchetto che aveva annodato sulla frangia. Tersero le proprie labbra umide su un fazzolettino levato di tasca, dove successivamente lo rimisero.

Si presero poi per mano, voltandosi lentamente verso Aang e Morpheus. Sorrisero loro dolci e innocenti, socchiudendo leggermente gli occhi.

«Felice di incontrarvi, signori.»

Pronunciò il fanciullo, levando il braccio libero verso il soffitto e poi portandoselo al petto in un gesto grazioso, chinandosi leggermente.

«Il mio nome è Hansel. E questa è mia sorella Gretel.»

Indicò la bambina a cui stringeva la mano, che prese un lembo della propria gonna e lo sollevò nel piegare il capo e le spalle.

«Lieta di conoscervi.»

Mormorò felice, rimettendosi composta.

«Purtroppo la Mamma non è al momento presente. Se ne è andata giusto un attimo fa. Ma non preoccupatevi: presto tornerà per prendere con sé questa piccola ospite...»

Staccò le dita da quelle della sorella e carezzò la chioma di Priscilla, lisciando dolcemente una ciocca nera con i polpastrelli. La bimba lo guardò con occhi sbarrati, supplici, ma lui non le rivolse nemmeno lo sguardo, lasciandosi scivolare quei capelli dal palmo.

«Mi duole tuttavia informarvi che non riuscirete a incontrarla. Nè lascerete questa stanza mai più.»

Con un gesto, spalancò la giacca nera. Alla cintura, che sorreggeva un paio di pantaloncini che non arrivavano a metà coscia, erano legate due grosse asce nere, prima celate dall'abito. Le staccò dalla cintura e le fece roteare un paio di volte per saggiarne il peso.
Nel sorriso del bimbo, un'innocenza insopportabile.





_____________________





QM POINT



Vi risvegliate nuovamente nel corridoio in cui vi eravate "addormentati" e recuperate tutte le energie/ vi curate di tutte le ferite che avete perso/subito in sogno. Nulla di tutto quello è mai accaduto, ma ne mantenete la memoria.
Invece, non ricordate nulla dell'incontro con la strega, e autoscansionarvi con spia vi farà solo venire mal di testa.

Ovviamente, se decidete di fuggire dal castello senza proseguire, nulla vi blocca e ignorate tranquillamente la seconda scena.
Anche quando Hansel ha finito il discorso potete decidere di andarvene, tuttavia non potrete usare alcuno slot per attaccare, in quel caso, quindi fate attenzione.

La scheda la posterò in confronto, ma avrà informazioni strategiche MINIME, che potrete al massimo estrapolare dal background descritto.

E per rendere tutto più entusiasmante, avete solo cinque giorni di tempo per postare, preferibilmente senza proroghe. Yay.
(La realtà è che tra una settimana parto per una gita e così potrò poi lasciarvi i "compiti" :sese:).

A voi la prima mossa.


Edited by Alb†raum - 13/3/2013, 14:29
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 14/3/2013, 10:59




Riaprì le palpebre, battendole ripetutamente.

Ma cosa!?

Barcollò leggermente, appoggiandosi al bastone per non perdere l'equilibrio.
Ricordava di aver scelto la porta da aprire e di essere entrato, e poi...

Il labirinto.

Ricordava tutto come se fosse successo realmente, ma ora si trovava da tutt'altra parte, come se quei giorni passati a vagare in solitudine non fossero stati altro che un brutto sogno.
Morpheus si stava muovendo accanto a lui, mentre Priscilla...

« P-Priscilla? »

Fece un paio di passi avanti, mentre l'immagine del corridoio di fronte a lui riprendeva rapidamente colore.

« Prisc-! »

Non potè andare oltre. Il suo intero corpo tremò di fronte a quella carneficina, a quel massacro insensato.
Non riuscì a rimanere in piedi, tutto gli sembrava così dannatamente irreale da sembrare solo un illusione della sua mente tesa al limite.
Ancora cadaveri, ancora sangue, ancora violenza, ancora morte.
Ancora, ancora e ancora.

Basta...
Basta...


« BASTA!! »

Cadde in avanti, avanzando a quattro zampe finchè i dettagli più piccoli non gli si impressero negli occhi come inchiostro su carta. E nella mente, scavandosi un posto nei suoi incubi.
Viscere sparse per il pavimento, occhi riversi ad un soffitto che non avrebbero mai più visto, e quel sangue, tutto quel sangue.
Ebbe un conato di vomito, poi un altro e un altro ancora.

Rigettò di lato, vomitando poltiglia sul pavimento già lordo di umori infantili. Sentì un terribile bruciore alla gola mentre il suo stomaco si ribellava, ma lui non lo sentiva. Non poteva farlo.
Batteva il pugno sul pavimento, come a voler distruggere quell'immagine, al tempo di un cuore malsano che continuava a ripetere
"basta, basta, basta". Incessantemente. Senza pietà.

Tum.
Tum.
TUM!

Singhiozzò proprio come un bambino, senza riuscire a trattenersi.
Quei poveri piccoli, innocenti cuccioli di un nido che non avrebbero mai più visto. Scannati senza pietà, come bestie da macello, pezzi di carne dilaniati da Lei, la Strega che li aveva sottomessi ai suoi esperimenti.
Artigliò il pavimento fino a farsi male, grugnendo tutta la sua rabbia impotente. Sputò con foga, asciugandosi saliva e lacrime con la manica della tunica.
Ora aveva di fronte Lei, occhi e capelli viola e vesti eleganti e scarpette nere e coda di gatto.
La donna del suo sogno, forse la Mamma a cui aveva accennato Edel.
L'avrebbe trovata e l'avrebbe uccisa, non più per i bambini.
Ma per se stesso, per vederla chiedere pietà senza riceverne.

...

La porta di fronte a loro si aprì, svelando una nuova stanza.
Aang avanzò a passo pesante, gli occhi cerchiati di furore soppresso, le mani che gli tremavano incontrollabilmente.
E lì ad aspettarli, due bambini si stavano baciando.
No, non bambini, ma demoni.

M-maledetti...

Digrignò i denti, sentendo in fondo alla gola il sapore acre della bile.
Un bambino e una bambina, così piccoli e dall'aspetto così innocente.
Un tempo, forse.
Aang non si fece ingannare, non quella volta.

Cercò Priscilla con lo sguardo, assicurandosi che stesse bene, che quei due o chi per non loro non le avessero fatto del male.
Che non l'avessero fatta diventare un essere senza cuore nè anima.

« Purtroppo la Mamma non è al momento presente. Se ne è andata giusto un attimo fa. Ma non preoccupatevi: presto tornerà per prendere con sé questa piccola ospite... »

Era stato il bambino a parlare, Hansel, carezzando con un gesto distratto i capelli della piccola prigioniera.
Aang vide gli occhi di Priscilla sgranarsi di terrore, e seppe che non era arrivato troppo tardi. Che c'era ancora speranza.
Annidata, inzaccherata nella corruzione di quel luogo maledetto, ma ancora presente.
Strinse il bastone con tanta forza da sbiancarsi le nocche, ringhiando poi a denti stretti.

« Non osare... »

Una fitta al braccio sinistro catturò la sua attenzione, interrompendo la sua frase. Il Fiume del Fato si era illuminato, desiderando l'attenzione del suo portatore.
Voleva scatenarsi, attraversare l'aria che li separava e divorare quei corpi, facendoli a pezzi fino all'ultimo brandello di pelle.
Aang non lo fermò, non quella volta.

Tentacoli rossi come il sangue vagarono per un attimo per l'aria, saggiando, assaporando la nuova, invitante libertà.
Sparirono così com'erano apparsi, ma il monaco sapeva che avevano trovato una preda: Hansel.

« ... TOCCARLA!! »

Flux celeste fuoriuscì dal suo braccio, saettando come una lancia verso la gamba destra del piccolo demone. Voleva ferirlo, renderlo innocuo come il bambino di cui aveva preso le sembianze.
Lo stesso avrebbe fatto con la sorella, Gretel.
Ma voleva anche allontanarlo da Priscilla per ridarle il suo Piper, abbandonato a terra, gli occhi di pezza rivolti verso il soffitto.
L'avrebbe protetta, l'avrebbe confortata.

Poi sarebbe toccato a Lei.
La Mamma.



Diario del Monaco
Comprensione





Cs totali: 4 (2 in Percezione; 2 in Intuito)
Basso 2% ~ Medio 7% ~ Alto 17% ~ Critico 37% ~ Mortale 77%

Energia attuale: 60%
Consumi utilizzati: Medio (7%) + Alto (17%)

Condizioni fisiche: Escoriazioni di entità Media su tutto il corpo. Danno basso da contusione alla guancia sinistra.
Condizioni mentali: Fuori di sè.

Bastone del Manipolatore: mano destra.
Balestra: 15/15 - legata alla cinta.



Passive in uso:

CITAZIONE
Controllo Passiva razziale umana
Meditazione. Disciplina. Controllo. Capacità richieste a tutti i novizi quando iniziano a muovere i primi passi nel difficile mondo della manipolazione. L'addestramento però, non consiste solo in prove mentali e spirituali, ma consta anche di interminabili prove fisiche mirate alla perfezione dei corpi degli iniziati. I manipolatori usciti da questa parte dell'iniziazione sono così talmente resistenti da non svenire in condizioni critiche, come quando si trovano sotto il 10% delle energie. Nonostante i pericoli, ogni monaco sa che serve un involucro perfetto per la magia perfetta.

CITAZIONE
Intuito Prime due passive del dominio Auspex
La meditazione è una pratica indispensabile per ogni uomo che voglia intraprendere la via del Flux: la concentrazione e il controllo di sè sono basi indispensabili per la Manipolazione, anche se non sono gli unici vantaggi derivanti da tale applicazione. Dopo anni di intensi allenamenti, Aang ha oltrepassato il limite dei sensi umani, arrivando a percepire anche le auree di ogni essere vivente che lo circonda, indipendentemente che sia nascosto o meno. Un potere che ha sviluppato a tal punto da renderlo in grado di capire anche l'allineamento del soggetto preso in esame, permettendogli di capire a grandi linee le sue intenzioni: odio o paura non potranno più essergli nascoste, tradimenti o eventuali antipatie saranno per lui leggibili come in un libro aperto.

CITAZIONE
Onniscienza Terza passiva del dominio Auspex
Elevazione spirituale, occhio della mente o conoscenza assoluta. Comunque la si voglia chiamare, l'arte monastica basa le sue tecniche su una profonda conoscenza di se stessi e dell'ambiente circostante. La propria essenza diventa solo il mezzo tramite cui conoscere il tutto, che ogni monaco di alto grado può applicare semplicemente toccando un oggetto o una persona dotata di poteri. Come se lo avesse studiato per mesi, Aang sarà in grado di capirne le capacità e discernerne le caratteristiche. Un potere degno di un dio, concesso a chi ha raggiunto le vette più elevate della via monastica.

CITAZIONE

L'IMMORTALE INDICA LA VIA
sii saldo come una roccia .

«Conoscere l'altro e se stessi –cento battaglie, senza rischi; non conoscere l'altro,
e conoscere se stessi –a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l'altro, né se stessi –ogni battaglia è un rischio certo.»


La prima regola codificata dal Maestro è conoscere gli altri e conoscere sé stessi: solo da questa doppia conoscenza può derivare la necessaria saggezza per arrivare alla vittoria ancor prima di aver ingaggiato la battaglia. Lo spirito stesso di questa regola è infuso nella pergamena, tanto che chi ne entra in possesso ed è in grado di leggerla e comprenderne gli insegnamenti, riceve l'indicazione per la via della Vera Saggezza. Questo si traduce in una resistenza mentale fuori dall'ordinario, dovuta alla profonda conoscenza che si tramuta in padronanza di sé e dei propri mezzi. La mente del guerriero diviene resistente, e benché possa ancora essere intaccata, egli non ne proverà alcun dolore. [Passiva - Resistenza fino ad un ammontare di 2 Mortali Psionici. Passiva - Immunità dal dolore psionico.]


Attive usate:

CITAZIONE
Soppressione Personale. Offensiva psionica [4/10]
Ci sono momenti in cui ci si rende conto che l'ostacolo che ci pone davanti il destino è troppo grande, troppo possente per poterlo semplicemente superare. In questo caso bisogna scavare, ingegnandosi per trovare la via migliore per oltrepassarlo nel miglior modo possibile. A questo fine, Aang piega la naturale voracità del Flux rosso ai suoi scopi, dirigendolo contro un avversario percepibile anche solamente con la vista: bruciando un consumo Medio di energie - e per la durata di due turni - ogni abilità passiva del bersaglio verrà irrimediabilmente soppressa, rendendolo di fatto molto meno potente. Sulla pelle del nemico apparirà il simbolo del Flux rosso in un punto a sua scelta, segno che la tecnica è andata a buon fine, ma a parte questo non subirà alcun danno. L'intelligenza supera la forza, l'astuzia la brutalità.

CITAZIONE
Offesa Lampo di luce & Schegge di luce
Un'offensiva rapida è un'offensiva efficace. Manipolando rapidamente il Flux e con un consumo Alto, il monaco riuscirà ad emettere un vero e proprio proiettile di energia spirituale in direzione del nemico; rapido e potente, causerà una possente bruciatura sul corpo nemico e lo sbalzerà indietro per il contraccolpo. Allo stesso modo, manipolando il Flux nell'aria, il monaco potrà creare - tramite un consumo Medio delle sue energie - delle lame affilate di magia celeste, che scenderanno sul nemico come una condanna inevitabile. Vista la loro composizione, entrambe le offensive causeranno un danno maggiore sui demoni e un danno minore sulla stirpe angelica, naturalmente protetta da queste manifestazioni.

Azioni:

Aang attacca Hansel prima con Soppressione (se va a segno il bersaglio perde le sue passive per due turni, ma non subisce danni), poi con Lampo di Luce.

Note:

Yeeee, Aang sta impazzendoooo, yeeee!
Ah, associa l'immagine della donna vista in sogno con la Mamma, visto che era lei che lo portava al "Labirinto made in Follia 2.0".
Ha comunque un ragionevole dubbio sulla cosa. :v:

 
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view post Posted on 16/3/2013, 14:23

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Fu tutto come un sogno. Niente fu reale, ma si agitava vivido nella sua testa come se tutto fosse accaduto realmente. Si risvegliò aprendo le palpebre, si risvegliò e vide ciò che non avrebbe mai voluto vedere.
Intorno a lui una cloache di sangue, una poltiglia di cremisi che si spargeva su corpi apparentemente privi di vita. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, fu ciò che fece scattare l’ira del dragone.
L’odio si riversò dentro l’animo, non sapeva chi era l’artefice di tutto, non sapeva chi fosse dietro a tutto, ma nell’animo del drago cresceva un bieco sentimento di distruzione assoluta, avrebbe raso al suolo tutto quanto, avrebbe abbattuto ogni cosa, perché ormai il suo corpo fibrillava colpito da spasmi di rabbia totale.
Come un automa camminò oltrepassando la porta successiva, come un automa muoveva le gambe senza apparente scelta, era soltanto una vittima in balia degli eventi che camminava senza alcuna scelta, giunse nella stanza successiva, giunse e non vide null’altro.
Non notò la stanza del trono spoglia e senza arredamento, non notò quando fosse immensa e dispersiva.
Notò soltanto Priscilla abbandonata a se stessa, legata mani e piedi come un lurido brigante qualsiasi. Nella bocca un fazzoletto a bloccarle la bocca, a tapparle la voce. Osservò Piper in terra, il pupazzo riverso al suolo come un giocattolo dimenticato, ma il suo sguardo era vuoto, era privo della gioia che di solito baluginava nei suoi occhi; erano delle pozze di ghiaccio prive di qualsiasi sentimento.
A quel punto i suoi occhi si posarono sui due bambini, li scrutarono e non gli fecero tenerezza, non v’era più spazio per quello, tutto era ormai irrimediabilmente rotto, come un giocattolo impossibile da aggiustare.
Ormai ogni cosa respirasse meritava di morire.
Qualsiasi cosa sarebbe stata distrutta.
Non ascoltò nulla di quello che dissero, le voci scivolarono via come acqua corrente. Infine vide afferrare le asce, le vide impugnare e tra sé e sé disse grazie, se ci fosse stato mai un momento di tentennamento quel gesto gliel’aveva fugato del tutto. Ora era definitivamente libero da ogni costrizione morale.
Era solo tempo di distruzione.

« Morirete tutti. »
Una sentenza definitiva, una condanna irreparabile.

Estrasse Kajera dal fodero, più di Stormbringer lei era adatta a recidere legami, a spezzare ciò che c’era. E appena le sue dita strinsero il manico di cuoio della spada vide la fiammella dei due bambini essere legata da un filo unico e indissolubile. Li avrebbe fatti soffrire, li avrebbe uccisi guardando il dolore, la paura, l’impotenza, nei loro occhi. Osservò Aang partire all’attacco, lo osservò andare contro il maschio, e lui gli resto dunque la bambina; e ne era certo, avrebbe slavato quel ghigno innocente dal suo volto.
Uno, due, tre rapidi passi a colmare la distanza, un singolo affondo dritto al cuore, dritto alla fiammella che danzava all’interno del loro animo. Avrebbe visto suo fratello morire, avrebbe visto il grande dragone blu dilaniare il corpo del fratello, inghiottirlo tra le chiostre delle sue fauci, masticarlo come carne pregiata e infine digerirlo. Mentre lei non avrebbe potuto fare niente, non avrebbe potuto muovere un solo dito.
Solo osservare immobile lo scorrere inevitabile degli eventi, infine anche la bocca di Morpheus si spalancò, una folgore venne vomitata dalla sua bocca come energia elettrica pura, a colpirla per paralizzarla, per bloccarla, mentre la lama sarebbe affondata nella sua pancia, mentre l’acciaio sarebbe affondato nelle viscere e avrebbe banchettato con le budella della bimba.
Sarebbe morta tra atroci sofferenze.


CITAZIONE
<p align="center">Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza


Energia: 40%
Status Fisico: Danno alto da lacerazioni per tutto il corpo
Status mentale:Sconvolto

Abilità attive:

"Non la consolerai".
Il tormento più grande di un affetto è vederlo morire. Veder scomparire tutta la vita passata insieme, perdersi nel vuoto come nulla e dissolvere ogni sentimento, per quanto forte esso sia, in pochi minuti. Eppure, è ancora più terribile il dolore di chi vive la morte di un affetto senza poterlo stringere a se un'ultima volta, senza poterne condividere le lacrime e senza potersi dannare per l'evento, stringendo almeno a se il cadavere della persona perduta. La terza e più terribile disgrazia di Kajera è proprio quella di negare ogni compassione: colpendo con la lama la scintilla in cui vive il legame nell'animo del nemico, il portatore creerà nella mente di costui l'illusione di comprendere - all'improvviso - che quel suo grande affetto sta morendo e che lui non possa far nulla per impedirlo, nemmeno consolarlo o stringerlo a se. La mente dell'avversario vivrà tale consapevolezza sotto forma di una illusione incredibilmente realistica, cui non si potrà sottrarre se non con opportune difese. [Tecnica magica a costo Alto, che causa un danno psionico Alto: la spada colpisce la scintilla dove risiede il legame affettivo che si vuole tormentare ed il nemico vivrà l'illusione di vedere il proprio affetto prossimo alla morte, ma di non poterlo consolare o impedire in nessun modo.]

Tuttavia con la crescita, i polmoni di Morpheus hanno acquisito una maggior capacità di incameramento di energia elementare elettrica. Tant'è che non vi sono più limiti imposti. A un consumo variabile infatti Morpheus è capace di sprigionare letteralmente scariche elettriche che provocheranno danni suddivisi equamente tra mente (shock) e corpo (ustione). Se utilizzata a 360° l'offensiva risulta essere di un livello inferiore. Le emanazioni dovranno necessariamente avere come punto di origine Morpheus e in forma umana il soffio non dovrà necessariamente fuoriuscire dalla bocca. [Pergamena Dominio del lampo].
Consumo medio
Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]

Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
nulla da dire, credo sia tutto chiaro. Attacco con non la consolerai Gretel e con dominio del lampo a consumo medio sempre gretel per poi terminare con un attacco fisico al ventre per sviscerarla.


Edited by Lud† - 17/3/2013, 10:01
 
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Alb†raum
view post Posted on 19/3/2013, 20:06





Wicked Fantasia





La lancia azzurra emanata dalle mani del monaco si propagò nella stanza generando ombre anche dove il lampadario gettava la sua luce. Hansel guardò con gli occhi socchiusi il serpente celeste gettarsi contro di lui, abbacinandosi della sua luminescenza. Respinse il dolore che provava al capo con un vago cenno della mano.
Il colpo lo investì all'altezza della coscia, generando un boato che echeggiò per tutta la camera. La giacca del bambino svolazzò mentre quella forza improvvisa lo scagliava indietro, contro gli scalini alle sue spalle, costringendolo ad appoggiarsi a essi con i gomiti, e si sentì il tintinnare delle asce metalliche mentre colpivano gli spigoli duri.
L'arto bruciava, bruciava fino all'osso, e la carne spellata mostrava il rosseggiare dei muscoli e il pulsare dei nervi doloranti. Ma sul volto del bimbo non lacrime, ma un sorriso largo, felice come se ricevesse una carezza o un dolce.

«Sembra che dureranno più di dieci secondi. Non credi, sorellina?»

Rise rialzandosi. Ma quando si voltò verso di lei, sul suo volto si dipinse un muto urlo.

L'espressione di Gretel era di puro sgomento. Le pupille velate fissavano nel vuoto, la bocca leggermente spalancata. Tremava violentemente, e le sue mani si erano aggrappate al tessuto della gonna con forza. Pareva in procinto di scoppiare a piangere.
Di fronte a lei, il drago spalancò la bocca e tese il braccio, pronto ad affondare la sua spada nel ventre morbido della bimba.

«Gretel!»

Urlò il piccolo, scagliandosi fra la sorella e l'uomo. I fulmini investirono il corpo della bambina, bruciandole i capelli, i vestiti, la pelle, e un odore acre si sparse per la stanza.
Con un gesto violento, Hansel colpì con le asce la spada di Morpheus, schiacciandola a terra per impedire che colpisse la sorella.

«Gretel, stai...»

«Fratellino...»

Singhiozzò la bambina. Era scivolata in ginocchio a terra, e fissava nel vuoto con le lacrime agli occhi. Da una ferita sulla fronte le scivolò una goccia di sangue che le attraversò il viso, ma lei non parve accorgersene.
Non pareva accorgersi di nulla.

«Cosa...?»

Fece il bambino, ma non riuscì a terminare.
Un'ondata di pece nera fuoriuscì dagli occhi, dalla bocca, dalle narici della bambina e da ogni suo poro della pelle con violenza assurda. La colata investì lui e ogni altra cosa nella stanza, e per un istante si sentì soffocare. Il suo corpo venne scagliato a terra. L'unica cosa che riuscì a vedere, a parte il soffitto tingersi di nero, fu una luce biancastra che avvolgeva interamente il corpo di Priscilla.

«HANSEL!»





_____________________





QM POINT



Hansel si difende dall'attacco psionico di Aang ma non dalla lancia di Flux, che va a segno. Rialzatosi, corre a difendere la sorella dall'attacco fisico di Morpheus. La bambina, credendo che il fratello sia stato ucciso, utilizza una Variabile di controllo della pece per generare un'ondata di pece a 360°. Il consumo è Critico e, grazie a una passiva, lo è anche il danno, ma non la potenza che rimane Alta.

Avete sette giorni per rispondere.


Edited by Alb†raum - 20/3/2013, 17:16
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 25/3/2013, 22:15




Nero, nero ovunque.
Un'onda di pece scura come la notte li avvolse, portò il buio su tutti e tutto.

No.

Ma non su Aang.
Il suo corpo emanò una luce abbagliante, come un faro in una notte senza luna, e il nero semplicemente si divise a metà, tagliato con precisione letale dalla volontà del monaco.
Dilaniò quell'onda di potere, lasciandola ad infrangersi dietro di sè, attorno a sè. Il lampadario esplose in frammenti che caddero tutti attorno a loro, luccicando di luce riflessa.

Aang ansimava, stringendo con foga il bastone, gli occhi illuminati da un fuoco blu talmente forte da avvolgere il suo intero viso in un bagliore celeste.
Nella sua mente un nome era impresso come un marchio, attorno a cui pulsavano i suoi pensieri carichi di rabbia.

Priscilla.

La vide a terra, lì dove l'avevano lasciato, illesa.
Gli venne quasi da piangere per il sollievo, ma quello non era il momento di rilassarsi.
Non era il momento di lasciarsi andare al riposo. All'indifferenza. All'alienazione.

In quel momento rimaneva solo la speranza, ma non per i bambini che erano morti alle sue spalle, nè per quelli attaccati alle macchine poco dopo l'ingresso.
Sperava solo che tutto quello finisse il prima possibile. Solo questo. E nient'altro.
Era forse così terribile che quell'incubo si dissipasse così com'era apparso?
Era così brutto desiderare solo un pò di normalità?

No, era umano, ed Aang non si era mai considerato più di quello.
Un umano che avrebbe voluto una vita normale, anche se il destino la pensava diversamente.
Aveva i suoi doveri, le sue promesse da mantenere, i suoi obbiettivi da raggiungere.
Non era facile, nè si aspettava che lo fosse, ma continuava ad andare avanti con determinazione.
Nonostante tutto.

Una sfera apparve sopra di loro, vicino al soffitto di quella stanza maledetta.
Sembrava pulsare, come per sostituire il lampadario appena distrutto, ma in realtà stava solo crescendo.
Il Flux si accumulò a velocità incredibile, e la sfera divenne sempre più grande, sempre più pericolosa.
Dita sorsero come d'incanto, il palmo privo di imperfezioni apparve subito dopo, precedente solo al resto del braccio che spariva nel soffitto decorato.
E poi si mosse, discendendo velocemente come una cometa verso Hansel.

Lo avrebbe schiacciato al pavimento con forza titanica, sperando di metterlo fuori gioco definitivamente.
Sperava che quello stratagemma funzionasse a dovere, perchè si era già lanciato in avanti per salvare Priscilla dalle loro grinfie inumane.
Cercò di mantenere l'equilibrio sul pavimento ancora sporco di pece nera, la mano destra ancora stretta con forza sul manico della sua arma.

« Priscilla! »



Diario del Monaco
Comprensione





Cs totali: 4 (2 in Percezione; 2 in Intuito)
Basso 2% ~ Medio 7% ~ Alto 17% ~ Critico 37% ~ Mortale 77%

Energia attuale: 26%
Consumi utilizzati: Alto x 2 (34%)

Condizioni fisiche: Escoriazioni di entità Media su tutto il corpo. Danno basso da contusione alla guancia sinistra.
Condizioni mentali: Fuori di sè.

Bastone del Manipolatore: mano destra.
Balestra: 15/15 - legata alla cinta.



Passive in uso:

CITAZIONE
Controllo Passiva razziale umana
Meditazione. Disciplina. Controllo. Capacità richieste a tutti i novizi quando iniziano a muovere i primi passi nel difficile mondo della manipolazione. L'addestramento però, non consiste solo in prove mentali e spirituali, ma consta anche di interminabili prove fisiche mirate alla perfezione dei corpi degli iniziati. I manipolatori usciti da questa parte dell'iniziazione sono così talmente resistenti da non svenire in condizioni critiche, come quando si trovano sotto il 10% delle energie. Nonostante i pericoli, ogni monaco sa che serve un involucro perfetto per la magia perfetta.

CITAZIONE
Intuito Prime due passive del dominio Auspex
La meditazione è una pratica indispensabile per ogni uomo che voglia intraprendere la via del Flux: la concentrazione e il controllo di sè sono basi indispensabili per la Manipolazione, anche se non sono gli unici vantaggi derivanti da tale applicazione. Dopo anni di intensi allenamenti, Aang ha oltrepassato il limite dei sensi umani, arrivando a percepire anche le auree di ogni essere vivente che lo circonda, indipendentemente che sia nascosto o meno. Un potere che ha sviluppato a tal punto da renderlo in grado di capire anche l'allineamento del soggetto preso in esame, permettendogli di capire a grandi linee le sue intenzioni: odio o paura non potranno più essergli nascoste, tradimenti o eventuali antipatie saranno per lui leggibili come in un libro aperto.

CITAZIONE
Onniscienza Terza passiva del dominio Auspex
Elevazione spirituale, occhio della mente o conoscenza assoluta. Comunque la si voglia chiamare, l'arte monastica basa le sue tecniche su una profonda conoscenza di se stessi e dell'ambiente circostante. La propria essenza diventa solo il mezzo tramite cui conoscere il tutto, che ogni monaco di alto grado può applicare semplicemente toccando un oggetto o una persona dotata di poteri. Come se lo avesse studiato per mesi, Aang sarà in grado di capirne le capacità e discernerne le caratteristiche. Un potere degno di un dio, concesso a chi ha raggiunto le vette più elevate della via monastica.

CITAZIONE

L'IMMORTALE INDICA LA VIA
sii saldo come una roccia .

«Conoscere l'altro e se stessi –cento battaglie, senza rischi; non conoscere l'altro,
e conoscere se stessi –a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l'altro, né se stessi –ogni battaglia è un rischio certo.»


La prima regola codificata dal Maestro è conoscere gli altri e conoscere sé stessi: solo da questa doppia conoscenza può derivare la necessaria saggezza per arrivare alla vittoria ancor prima di aver ingaggiato la battaglia. Lo spirito stesso di questa regola è infuso nella pergamena, tanto che chi ne entra in possesso ed è in grado di leggerla e comprenderne gli insegnamenti, riceve l'indicazione per la via della Vera Saggezza. Questo si traduce in una resistenza mentale fuori dall'ordinario, dovuta alla profonda conoscenza che si tramuta in padronanza di sé e dei propri mezzi. La mente del guerriero diviene resistente, e benché possa ancora essere intaccata, egli non ne proverà alcun dolore. [Passiva - Resistenza fino ad un ammontare di 2 Mortali Psionici. Passiva - Immunità dal dolore psionico.]


Attive usate:

CITAZIONE
Manipolazione Personale. Dominio difensivo [1/10]
La realtà al proprio comando, un potere privo di imperfezioni. Il monaco manipolerà il Flux contenuto in lui o disperso nell'aria immediatamente vicina per creare qualunque tipo di manifestazione difensiva, in una sola direzione o anche tutto attorno a lui, come muri, scudi o qualunque altra cosa gli venga in mente. Gli basterà concentrare una quantità Variabile di energia per attivare questa tecnica, che devierà o bloccherà qualunque offensiva rivolta al giovane. Manipolazione allo stato puro, la base dei monaci del Flux.

CITAZIONE
Superiorità Giudizio
Una delle tecniche più potenti della scuola del Flux celeste. Concentrando una quantità Alta di energia all'interno del proprio corpo, il monaco protende la propria essenza verso l'alto, fino alle nuvole e oltre. La manifestazione così creata fungerà da spugna spirituale, attirando a sè tutto il Flux circostante e creando un gigantesco arto che colpirà il nemico del monaco con potenza incalcolabile. Dopo aver colpito, tutta l'energia lì contenuta esploderà in una nuvola di Flux rarefatto e innocuo, che tornerà verso le alte parti dell'atmosfera in un tripudio di colori degni della migliore aurora.

Azioni:

Aang si difende dall'attacco con una barriera di livello alto (non è proprio una barriera, ma l'ho intesa in maniera difensiva :v: ), poi attacca Hansel con la tecnica Giudizio (potenza Alta) e si fionda in avanti per tentare di liberare Priscilla.

Note:

Perdona il post un pò scarno, ma è stata una settimana dannatamente complicata (e piena di post da fare >_>). Dovrebbe essere comunque accettabile, spero. :v:
A te, Lud!

 
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view post Posted on 26/3/2013, 23:53

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Sorrise, in quel barlume di gioia che gli attraversò il cervello come una scarica elettrica, riconobbe la felicità, la vaneggiante vanagloria di colui che assapora l’onta del successo. I suoi occhi videro la disperazione dei bambini, videro il legame autentico, puro, senza filtri, sfibrarsi e sgretolarsi sotto l’onta di una fittizia e fallace rappresentazione. Sostanzialmente un inganno, una maestosa opera d’arte, dai alle persone ciò che non vogliono vedere e avrai una reazione, avrai l’irrazionalità, avrai l’esplosione dei nervi, dell’emozione che fuoriesce libera e incontrastata. Non erano molto distanti dagli adulti, forse erano più incontrollabili e imprevedibili, forse erano solo di una pazzia irrefrenabile e senza coscienza, ma il dolore ugualmente sconvolge. Morpheus non avrebbe ricevuto il premio di padre dell’anno, né tanto meno avrebbe salvato tutti quei bambini da una fine dolorosa. Avrebbe risposto all’ira dei genitori, avrebbe risposto all’ira di tutti.
Ma per lo meno avrebbe saziato la sua sede, avrebbe ottenuto vendetta agognata. Il suo cervello ormai era diventato una centrale nucleare pronta a esplodere, il sistema limbico riceveva continuamente impulsi algogeni di dolore fisico e mentale. L’amigdala aveva settato la sua personalità in una rabbia atroce e primitiva, in una fredda e calcolata attuazione di distruzione. Non v’era irrazionalità nella sua rabbia, non v’erano errori casuali a cui dare conto, era stata solo stranamente precoce. I draghi erano proverbiali per la loro infinita pazienza, per l’atona dimostrazione delle loro emozioni. Morpheus era dunque uno di loro, ma esisteva una linea sottile, in cui la pazienza veniva scavalcata brutalmente dagli eventi e il tempo diventava nient’altro che un granello infinitamente piccolo per un essere tanto superiore. Morpheus non era nero di rabbia come solitamente si usa dire, era più un colore sbiadito e freddo, più un grigio metallico quasi senza sentimenti. Era la rabbia razionale, senza fronzoli, non un’assenza totale di colore dunque, ma un bilanciamento perfetto tra l’assenza e l’abbondanza. In un vortice cangiante di tonalità, l’essenza delle sue emozioni si stanziava dunque nel pallido grigio. Il colore della ragione, della razionalità, la vendetta lucida che attanagliava lo spirito del dragone faceva sì che ogni senso fosse ben calibrato e ogni nervo ben teso.
Così, quando il nero della pece invase la stanza, quando l’esplosione si propagò dal corpo di Gretel, lui fu già pronto. Un muro di ghiaccio si generò dal nulla, le molecole presenti nell’aria tramite un procedimento fisico si addensarono fino a solidificarsi in spesso ghiaccio. Infine tornò la luce, infine l’onda si calmò e lui resto illeso. Le chiostre dei denti si mostrano nella candida purezza, un sorriso squarciò il suo volto.
Rapidamente si avvicinò a Gretel, in mano ben salda, stringeva ancora Kajera, produsse una singola immagine nella mente della bambina, un pensiero triste, un pensiero ancora più atroce di quello che poco prima gli aveva prodotto. Mentre sarebbe stata in balia dell’atmosfera creata nella sua testa, Kajera avrebbe tagliato la testa della bimba. Per ucciderla e finirla qui. Un ultimo sguardo lo riservò a Priscilla, ancora illesa, ancora stranamente viva. E doveva tutto a quel suo strano pupazzo di pezza, che ancora una volta si era illuminato proteggendola. Ancora una volta era viva, e almeno lei sarebbe tornata a casa sana e salva.




CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza


Energia: 22%
Status Fisico: Danno alto da lacerazioni per tutto il corpo
Status mentale:Sconvolto

Abilità attive:
Inoltre le conoscienze in campo magico gli permettono di esulare dal suo elemento d'origine e sfociare in quello ghiaccio. Infatti il drago potrà richiamare sul campo di battaglia un muro di ghiaccio che difenderà il drago da qualunque offesa non psionica fino a un totale di danno alto. Il muro sarà incredibilmente spesso e alto abbastanza da schermare Morpheus anche in forma draconica. [Pergamena Muro di ghiaccio].

I sogni sono il teatro della notte. Dove il cervello crea delle sceneggiature che esulano dal controllo del sognatore. Ritrovarsi in ambientazioni orride, cavalcare scenari del terrore, e il tutto senza poter far niente. L'unica possibilità è rimanere a guardare. Morfeo non è come l'antica divinità greca, lui non compare nella notte per allietare il sonno degli umani. Morpheus è il creatore dei sogni, belli o brutti. Felici o tristi. Talmente reali da non far distinguere la differenza tra realtà e finzione. In termini gdr Morpheus può riprodurre delle immagini nella testa del suo avvesario che prendono la sembianza di veri e propri sogni, essi possono essere sia sogni belli che veri e propri incubi, ma in ogni caso alla fine del sogno il sognatore avrà un danno alla psiche pari al consumo speso. [Variabile personale].
Bassa.

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]

Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Allora, mi difendo dall'attacco e distraggono con un pensiero ancora + triste (a discrezione di alb) Gretel, per poi reciderle la testa con un attacco fisico.
Nel post mi inoltro in vaneggiamenti biologici forse esagerati, ma dovevo spiegare in qualche modo lo stato d'animo di Morpheus.
 
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Alb†raum
view post Posted on 30/3/2013, 14:20





Wicked Fantasia





Hansel si rialzò da terra tossendo, mentre un filo di liquido nero gli colava dalle labbra fino a sporcargli il colletto del vestito. Le gambe gli tremavano un poco, e fu costretto a puntellare un'ascia a terra per sorreggersi. Gretel, poco distante da lui, si guardava attorno con occhi smarriti, mentre di fronte a lei il drago, illeso nonostante la marea di pece, si preparava ad assalirla nuovamente.

«Gretel!»

Strillò disperato il bambino, mentre guardava l'uomo correrle addosso con la spada stretta in pugno. Digrignò i denti con forza e i suoi occhi scarlatti baluginarono un istante. Provò a scattare verso la sorellina, le asce tese in avanti per intercettare di nuovo la lama di Morpheus.
Fu in quell'istante che sentì una mole immensa premergli sulla schiena e scagliarlo nuovamente sul terreno. Sentì la tela della giacca strapparsi, il tessuto appiccicarglisi alla pelle, il suo corpo sprofondare nel pavimento, divelto da quella forza terrificante. Tentò di gridare, ma l'urlo gli rimase in gola. Allora strinse forte i manici delle sue asce, finché le nocche non impallidirono.

L'acciaio del drago si stava dirigendo versa la gola di Gretel. Quel collo morbido e bianco che aveva amato baciare. Fissò il baluginare dell'arma con occhi sbarrati. Tentò di dire qualcosa, ma la lingua gli si impastò nel sangue che aveva in bocca.

«N... no.»

Sussurrò. Fissò con pupille feroci la spada che correva a uccidere la sua sorellina dagli occhi tristi e vaghi. Desiderò che essa le passasse attraverso senza farle del male.
E così fu.
La lama attraversò la carne di Gretel come se fosse fatta di fumo sottile. Quando uscì dal collo, non lasciò né ferite, né cicatrice né tracce. La bambina era ancora inginocchiata. Fissava il guerriero piangendo, le guance arrossate dalle lacrime. Chiamava la mamma in sottili sussurri; non quella dai capelli viola, ma quella con le iridi azzurri e la chioma dorata come la loro. La rivedeva di fronte a sé quando era morta, quando l'aveva vista chiudere gli occhi come per dormire, le labbra sporche di sangue.

«Gretel, svegliati!»

Urlò Hansel, sputato il bolo di catarro e sangue sul terreno. Si stava rialzando a fatica, e sebbene il dolore non lo ostacolasse sentiva gli arti e i muscoli muoversi con più fatica del solito. Lo avvolgeva un odore di carne bruciata che gli faceva bruciare gli occhi. Si leccò le labbra seccate dal calore.

«Dobbiamo... aspettare che torni la Mamma.»

Gretel strinse le palpebre e si portò le mani alle tempie in un'espressione dolorante, come se fosse in preda a un'improvvisa emicrania. Quando riaprì gli occhi scarlatti, essi erano un poco spaesati. Le pupille erano ancora velate di lacrime, ma ora non fissavano più il vuoto: guardavano dritto nel volto di Morpheus che le sormontava.
La piccola si rialzò scattando indietro rapidamente, e il tessuto della gonna sventagliò nell'accompagnare il movimento. Si portò una manina dietro la schiena. Un grosso fucile con baionetta le apparve fra le dita sottili, un'arma più grossa di lei. Ma finché non l'aveva in mano, essa praticamente non aveva dimensione.

Hansel vide Aang che tentava di liberare Priscilla dalle corde con cui era legata. No, non poteva permetterlo. La Mamma aveva detto che quella bimba le serviva. Sarebbe rimasta estremamente delusa se al proprio ritorno non l'avesse trovata.

Sollevò sopra il proprio capo le due asce e con un singolo movimento le abbatté sul pavimento. La terra, percossa da quella forza, cominciò a vibrare violentemente tutt'attorno a lui, a oscillare come se una scossa possente la stessa attraversando.

Con un salto, Hansel si scagliò su Aang mulinando le mannaie. La prima averebbe cercato di spaccargli il cranio con un fendente, la seconda avebbe mirato invece alla sua gamba destra.
Allo stesso tempo, Gretel puntò con il fucile il capo di Morpheus e fece fuoco.






_____________________





QM POINT



Hansel si prende dritto sulla schiena il "giudizio" di Aang, ma usa la pergamena "corpo d'ombra" su Gretel, rendendola immune all'attacco fisico di Morpheus.

CITAZIONE
Corpo d'ombra

La tecnica ha natura magica. Il caster rende il suo corpo un tutt'uno con l'oscurità, divenendo etereo, o come se fosse composto da vera e propria energia negativa - in questo stato gli attacchi fisici del nemico, di qualunque natura essi siano, lo attraverseranno come se non esistesse, scomparendo dentro di lui o oltrepassandolo. A seconda della personalizzazione è possibile associare a questa tecnica leggere mutazioni che non compromettano la riconoscibilità dell'utilizzatore, come lo scurirsi della propria pelle finché non divenga nera, leggeri tratti demoniaci o una figura semi-trasparente, come quella di un fantasma. La tecnica, oltre a garantire l'immunità dagli attacchi fisici garantisce anche la totale mimetizzazione nelle zone d'ombra del campo di battaglia, dove il caster diverrà pressoché invisibile, difficilmente rintracciabile ad occhio nudo. La tecnica dura due turni compreso quello d'attivazione, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio del caster.
Consumo di energia: Medio

Rialzatosi, picchia le asce a terra per generare un possente terremoto a 360° che non infligge danni ma vi destabilizza. Il terremoto ha potenza media.

CITAZIONE
Alta personale: Hansel può colpire il terreno con una delle sue asce per generare un violento terremoto davanti a sé. Né lui né Gretel ne risulteranno affetti, mentre i nemici faranno fatica a mantenersi in piedi e a reagire agli attacchi. È una tecnica a 360° di potenza media che mina l'equilibrio avversario, rendendo difficile il combattimento.

Dopodiché salta addosso ad Aang e tenta di colpirlo alla testa e alle gambe con le mannaie per impedirgli di liberare Priscilla. Allo stesso modo Gretel, che è scappata lontano da Morpheus, estrae un fucile (prima invisibile sulla sua schiena grazie a una passiva) e gli spara alla testa.

Avete cinque giorni per rispondere.


Edited by Alb†raum - 6/4/2013, 16:43
 
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