Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

C'era una volta...

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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 31/3/2013, 12:43




Dannazione, slegati!

Le mani gli tremavano, non riusciva a concentrarsi sui nodi come avrebbe dovuto.
E le lacrime e i singhiozzi di Priscilla non l'aiutavano di certo a facilitargli il lavoro.

« Sta tranquilla, Priscilla, ti libererò presto! »

Le sistemò Piper vicino al braccio, assicurandolo per bene in modo che non cadesse.
Poi tornò ad accanirsi sui nodi che le bloccavano le mani. Sudava, e la stanchezza di quella notte infinita gli pesava come un macigno sulle spalle.
La mano gli scivolò per l'ennesima volta, facendogli sfuggire un'esclamazione di esasperazione.

Se solo... avessi un pugnale!

Si guardò attorno, ma non vedeva niente che potesse aiutarlo in quell'impresa.
Con movimenti frenetici tornò ad accanirsi sui nodi, ma senza risultati.
Voleva sbrigarsi, aveva come la sensazione che persino l'arte Shen non sarebbe servita quasi a nulla con quei demoni.
Si voltò a vedere il suo avversario. Sgranò gli occhi, cercando di girarsi per elaborare una difesa.

« Cos-! »

Le asce si schiantarono sul pavimento con vigore innaturale, e tutto ondeggiò come un mare in tempesta.
Cadde in malo modo, ferendosi gomiti e ginocchia con i cocci del lampadario che un tempo abbelliva la sala.

Alzò gli occhi, socchiusi per il dolore inaspettato, vedendosi riflesso per un momento sulle asce del bambino, che era tornato alla carica.
Le lame ferirono l'aria, ma stridettero contro il Flux che si era animato per difendere il suo manipolatore.
Aang guardò per un attimo dietro di sè, per assicurarsi che Priscilla stesse bene, poi si alzò barcollando per affrontare ancora il suo avversario.

« Ne ho abbastanza di voi, di questo posto e della vostra mamma. »

Gli occhi del monaco si illuminarono ancora una volta, la fronte glabra aggrottata nella concentrazione mentre dava fondo alle sue energie.
Aghi apparirono tutti attorno al bambino, come per circondarlo in un abbraccio mortale.
Una fitta di dolore assalì Aang quando pensò al modo in cui quegli stessi aculei avevano penetrato il corpo fragile di Edel.

Il caso poteva essere crudele, ma era una ruota, e girava senza pietà per nessuno.

« Cadi. » - mormorò, a denti stretti.
La mano sinistra che scendeva alla balestra, liberandola dai lacci.
L'indice teso sul grilletto, che premette con foga. Una, due volte l'aria venne violata dall'acciao, verso il ventre del demone che si faceva chiamare Hansel.

« Cadi, e lasciaci in pace. »

Cadde all'indietro, sedendosi pesantemente accanto a Priscilla, la balestra che toccava il pavimento sconnesso assieme a lui.
Il cuore gli martellava nelle orecchie, gli sussurrava di lasciarsi andare, di chiudere gli occhi e dormire.
Ma i suoi occhi la dicevano diversamente. Stanchi ma determinati, tremanti ma fissi su un obbiettivo.

Si rialzò aiutandosi con il bastone, sperando di aver terminato quell'ennesima minaccia.
Le gambe gli tremarono, ma lui non cadde.
Perchè cadere sarebbe significato arrendersi.

E lui non era un vigliacco.
Non più.

« Cadi, e trova il riposo. »



Diario del Monaco
Comprensione





Cs totali: 4 (2 in Percezione; 2 in Intuito)
Basso 2% ~ Medio 7% ~ Alto 17% ~ Critico 37% ~ Mortale 77%

Energia attuale: 17%
Consumi utilizzati: Basso (2%) + Medio (7%)

Condizioni fisiche: Escoriazioni di entità Media su tutto il corpo. Danno basso da contusione alla guancia sinistra. Danni da taglio trascurabili a gomiti e ginocchia.
Condizioni mentali: Rassegnato

Bastone del Manipolatore: mano destra.
Balestra: 13/15 - a terra accanto a lui.



Passive in uso:

CITAZIONE
Controllo Passiva razziale umana
Meditazione. Disciplina. Controllo. Capacità richieste a tutti i novizi quando iniziano a muovere i primi passi nel difficile mondo della manipolazione. L'addestramento però, non consiste solo in prove mentali e spirituali, ma consta anche di interminabili prove fisiche mirate alla perfezione dei corpi degli iniziati. I manipolatori usciti da questa parte dell'iniziazione sono così talmente resistenti da non svenire in condizioni critiche, come quando si trovano sotto il 10% delle energie. Nonostante i pericoli, ogni monaco sa che serve un involucro perfetto per la magia perfetta.

CITAZIONE
Intuito Prime due passive del dominio Auspex
La meditazione è una pratica indispensabile per ogni uomo che voglia intraprendere la via del Flux: la concentrazione e il controllo di sè sono basi indispensabili per la Manipolazione, anche se non sono gli unici vantaggi derivanti da tale applicazione. Dopo anni di intensi allenamenti, Aang ha oltrepassato il limite dei sensi umani, arrivando a percepire anche le auree di ogni essere vivente che lo circonda, indipendentemente che sia nascosto o meno. Un potere che ha sviluppato a tal punto da renderlo in grado di capire anche l'allineamento del soggetto preso in esame, permettendogli di capire a grandi linee le sue intenzioni: odio o paura non potranno più essergli nascoste, tradimenti o eventuali antipatie saranno per lui leggibili come in un libro aperto.

CITAZIONE
Onniscienza Terza passiva del dominio Auspex
Elevazione spirituale, occhio della mente o conoscenza assoluta. Comunque la si voglia chiamare, l'arte monastica basa le sue tecniche su una profonda conoscenza di se stessi e dell'ambiente circostante. La propria essenza diventa solo il mezzo tramite cui conoscere il tutto, che ogni monaco di alto grado può applicare semplicemente toccando un oggetto o una persona dotata di poteri. Come se lo avesse studiato per mesi, Aang sarà in grado di capirne le capacità e discernerne le caratteristiche. Un potere degno di un dio, concesso a chi ha raggiunto le vette più elevate della via monastica.

CITAZIONE

L'IMMORTALE INDICA LA VIA
sii saldo come una roccia .

«Conoscere l'altro e se stessi –cento battaglie, senza rischi; non conoscere l'altro,
e conoscere se stessi –a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l'altro, né se stessi –ogni battaglia è un rischio certo.»


La prima regola codificata dal Maestro è conoscere gli altri e conoscere sé stessi: solo da questa doppia conoscenza può derivare la necessaria saggezza per arrivare alla vittoria ancor prima di aver ingaggiato la battaglia. Lo spirito stesso di questa regola è infuso nella pergamena, tanto che chi ne entra in possesso ed è in grado di leggerla e comprenderne gli insegnamenti, riceve l'indicazione per la via della Vera Saggezza. Questo si traduce in una resistenza mentale fuori dall'ordinario, dovuta alla profonda conoscenza che si tramuta in padronanza di sé e dei propri mezzi. La mente del guerriero diviene resistente, e benché possa ancora essere intaccata, egli non ne proverà alcun dolore. [Passiva - Resistenza fino ad un ammontare di 2 Mortali Psionici. Passiva - Immunità dal dolore psionico.]


Attive usate:

CITAZIONE
Manipolazione Personale. Dominio difensivo [1/10]
La realtà al proprio comando, un potere privo di imperfezioni. Il monaco manipolerà il Flux contenuto in lui o disperso nell'aria immediatamente vicina per creare qualunque tipo di manifestazione difensiva, in una sola direzione o anche tutto attorno a lui, come muri, scudi o qualunque altra cosa gli venga in mente. Gli basterà concentrare una quantità Variabile di energia per attivare questa tecnica, che devierà o bloccherà qualunque offensiva rivolta al giovane. Manipolazione allo stato puro, la base dei monaci del Flux.

CITAZIONE
Sfera Personale. Offensiva magica. [3/10]
Ogni avversario dovrebbe essere convinto con la parola a non combattere, persuaso ad evitare ogni spargimento di sangue in favore di un dialogo costruttivo. Ma quando questo non basta, ad Aang basta un consumo Medio di energie per materializzare attorno al suo bersaglio un numero indefinito di aculei di Flux, che lo colpiranno ad un minimo cenno del monaco causandogli numerose ferite da ustione. L'ultimo blando avvertimento prima del vero inizio delle ostilità.

Azioni:

Aang si difende dagli attacchi con una barriera Bassa, poi contrattacca con la personale "Sfera" e con due colpi di balestra al ventre.

Note:

Bene, è quasi finita... per Aang. :v:
A te la tastiera, Lud!

 
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view post Posted on 4/4/2013, 22:25

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In seno alla sua mente non v’era più spazio a biechi sentimentalismi.

Osservava Hansel soffrire per Gretel, vedeva quel bimbo appendersi alla vita della sorella con maniacale servilismo, preferiva morire pur di riuscire a difenderla, eppure, dentro la mente del dragone, cresceva un forte desiderio, quasi pazzo, quasi anormale e atipico, lo voleva accontentare. Sarebbe morto per salvare sua sorella, sarebbe morto con l’illusione che forse ci sarebbe anche riuscito, ma non ce l’avrebbe fatta.
Ormai la stanchezza nel corpo di Morpheus si faceva sentire, le energie parevano scorrere lontano dal suo animo con la forza di un fiume in piena. Sapeva di non poter resistere ancora a lungo, sapeva che quella notte ricca di accadimenti e di tristi novelle l’avevano sfiancato e sfibrato, e alcuni ricordi, forse sepolti e dimenticati nella sua testa apparivano confusi e annebbiati. Erano successe molte cose, e i volti vitrei e pallidi dei bambini, le labbra viola di alcuni, restavano scolpiti nella sua mente come marmo utilizzato da un sagace scultore. Quando vide Gretel tirar fuori la pistola e sparare verso di lui, istintivamente indurì il suo corpo, non v’era pallottola che poteva scalfire la sua pelle, non v'era pallottola che potesse penetrarlo per indurlo a una morte istantanea. La sua materia grigia celebrale non sarebbe schizzata macchiando le pareti di ogni angolo della stanza. Il gingillo di ferro si abbatté sul suo capo con la violenza di un vulcano in eruzione. Ma non trovò pelle morbida da trapassare, fu metallo che si scagliò contro altro metallo, fu un rumore sordo che vibrò tra le pareti della stanza. A quel punto Morpheus rise, stava rendendo quella creatura inerme dinanzi a lui, guardava i suo occhi gonfi di lacrime cullandosi del dolore che essa aveva provato, degli incubi indecifrabile di cui la sua mente si stava cibando. Incubi prodotti dalla sua mente e null’altro. Scene teatrali perfettamente calibrate per rendere la sua mente un calvario di morte e violenza, di dolore e angoscia. Il sapore sublime della morte si aizzava dentro il suo palato come una preda prelibata, Morpheus non era un drago che amava particolarmente il sangue, ma sapeva assaporare le vendette come nessun altro. Le chiostre pure dei suoi denti si mostrarono ai bimbi come perle che baluginavano nell’ombra, non vera odio, né rabbia, vi era solo uno spietato sentimento di famelico desiderio di sangue.

Sentiva affondare quel desio nella sua pelle.
Scorrere nelle sue vene come il candido morso di una vipera.
Sentì il nettare caldo di cui si cibava quelle sensazione.
Infine la sua mente esplose in un caleidoscopico danzare di illogici sentimenti.

Il suo mondo si distrusse e ogni sua certezza collimò nella voglia pregressa, istintiva e arcaica del sangue. Della voglia di assaggiarlo.
Del desiderio di morte.
Atroce, irrazionale, violenta: MORTE.

Li avrebbe uccisi entrambi, l’una nelle braccia dell’altro, l’uno per salvare l’altra, realizzando il loro peggior incubo. Sarebbe stato facile, osservò Aang partire alla carica per l’ennesima volta, fronteggiando le asce di Hansel, ma Morpheus non sarebbe rimasto li a guardare, non questa volta.
Nello stesso momento in cui Aang partì all’attacco, Morpheus nella testa di Hansel produsse una singola spietata immagine, Gretel morta mentre veniva trafitta dalla lama di Morpheus, il bimbo avrebbe tentennato un secondo di troppo, per un secondo soltanto avrebbe cercato di salvare la bambina mentre lui stesso veniva trafitto dagli attacchi di Aang. A quel punto Morpheus avrebbe danzato tra i due bambini, avrebbe estratto anche Stormbringer dal fodero e avrebbe attaccato Hansel ancora trafitto dalla visione, sarebbe bastato un semplice fendente al collo con Kajera nella mano destra, per recidergli la vena, mentre con un rotazione del braccio sinistro, avrebbe colpito nella medesima posizione Gretel.
Sarebbero morti entrambi, o forse uno dei due. Ma sapeva che l’uno non poteva vivere senza l’altro.

Erano una cosa sola...
.
.
.
.
« Morirete, tutti quanti. »
...e lui l’avrebbe spezzata.




CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza


Energia: 19%
Status Fisico: Danno alto da lacerazioni per tutto il corpo
Status mentale:Sconvolto

Abilità attive:
Si sa, altresì, che i draghi possiedono un corpo pressoché inscalfibile, un corpo in grado di proteggere gran parte degli organi vitali con il solo ausilio delle scaglie, ma se il dragono si trovasse nella sua forma meno nobile o se qualche arma riuscisse nell'impresa di oltrepassare il corpo, con un consumo pari a Basso il drago può scegliere di indurire a suo piacimento una parte del corpo, essa avrà, per l'intera durata del turno, o quanto basta per difendersi, la consistenza dell'acciaio. Questa tecnica potrà essere utilizzata anche in fase offensiva utilizzando il proprio corpo come vera arma contundente. [Bassa personale].
Spendendo un consumo basso di energie Morpheus può generare nella mente del nemico una singola immagine che può essere un ricordo o un'apparizione momentanea. Un volto noto, una sensazione angosciosa, un'immagine di apocalisse. Oppure il momento migliore della sua vita, capace di distrarlo ed impedirgli di combattere. Le percezioni del nemico saranno quindi modificate ed egli potrà reagire e liberarsi della malia soltanto spendendo una difesa apposita di livello Basso e non provocheranno alcun danno psionico. L'immagine verrà vista all'interno del campo di battaglia, ma sarà visibile solo per colui che è affetto dall'illusione in se. [Attiva I livello dominio illusionista].

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]

Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Cambio strategia in parte, decido di aiutare aang a sbarazzarsi di Hansel, infatti visto che era ossessionato dal voler salvare gretel immetto nella sua mente l'immagine che lei sia morta, così da distrarlo sia dagli attacchi di Aang che dal mio. In seguito si presume che gretel provi a difenderlo o quanto meno sia sconvolta da qello che gli accade (comunque a te l'esito) e attacco anche lei rapidamente senza darle il tempo di pensare.
 
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Alb†raum
view post Posted on 6/4/2013, 15:44





Wicked Fantasia





Una gabbia di luci azzurre circondò il corpo di Hansel, minacciando di bruciare ancora una volta il suo corpo e le sue vesti. Un singolo gesto, due dita alzate, e dal terreno fuoriuscì scricchiolando un'intelaiatura di piccole ossa candide. Manine, piedini, crani minuti dalle orbite vuote si intrecciarono a formare una macabra rete che circondò completamente il bambino. Gli aghi evocati dal ragazzo la infransero in una nube di polvere giallastra; ma il piccolo, in mezzo a essa, rimase illeso.
Diradandosi, la nebbiolina scoprì il sorriso feroce teso fra le labbra del bimbo; i denti chiari lasciati scoperti scintillavano come lame di porcellana alla luce del lampadario.
Un ghigno che duro pochi istanti, il tempo di un respiro.
L'immagine di Gretel trafitta da una lama lucida passò di fronte agli occhi di Hansel. La vide come se fosse realmente stata di fronte ai suoi occhi: il capo della bambina lanciato all'indietro, con tutte le ciocche bionde schiacciate lungo la schiena dalla spinta. La camicia bianca tingersi di scarlatto, il nero della giacca divenire più scuro. E poi quel volto che aveva tanto amato divenire vuoto, con gli occhi persi e la lingua congestionata riversa fuori dalla bocca.

Sentì il cuore fermarglisi in petto, lo stomaco divenire acqua fredda. Tentò di voltarsi verso la sorellina alle proprie spalle, ma fu lento, troppo. Sentì un dolore al basso ventre, e indietreggiò appena, spinto dal colpo. Pose lo sguardo sulla propria pancia. Un quadrello tingeva di rosso la sua sottoveste. Un altro lo colpì poco più sopra. Il bambino urlò, un fiotto di sangue che gli colava dalle labbra.

Gretel si voltò a guardare gli occhi del fratello. Aprì la bocca per lo sgomento nel vederli strabuzzati per il dolore e le pupille strette in puntini minuscoli. In essi si rifletteva l'argento della spada che il drago reggeva e che con rapidità stava diringendo verso la gola del piccolo.
La bambina scattò in preda al panico, tutta la forza che aveva concentrata nelle gambe. La testa le bruciava, le tempie le pulsavano dolorosamente, ma era più grande la morsa che sentiva alle interiora, e quella la costringeva ad andare più veloce.

Hansel non si accorse immediatamente di lei. Alzò il braccio destro, e con un gesto rapido deviò la lama verso terra schiantandola con la propria ascia. Fu quando vide che l'uomo rialzava l'arma e la rivolgeva contro la sorellina che il piccolo si accorse che lei era vicina. Troppo vicina.
Anche lui scattò nella stessa direzione, un urlo rauco fra le labbra.

«Gretel!»

Un fiotto di sangue cadde dalla sua bocca, ma non si fermò finché non ebbe la bambina fra le proprie braccia. Aveva fatto cadere le armi a terra, e queste erano scivolate in un angolo della stanza emettendo scintille. Il bambino non se ne curò. Non gli sarebbero più servite.

«Mi dispiace, Sarah.»

Mormorò con un filo di voce. Strinse forte il corpo della bambina, caldo e morbido, e accarezzò quelle ruvide vesti fino a che la mano non raggiunse il collo della piccola e i suoi capelli. Portò una ciocca al viso e sorrise arrossendo. Nonostante l'afrore, il profumo di rose di Gretel gli giunse alle narici. Per un istante si ricordò cosa volesse dire amarsi da fratelli. Si ricordò il viaggio nel bosco, il papà e la mamma, i giochi di legno. Scacciò quei pensieri muovendo appena la testa.
È inutile sognare quando si sta morendo.

L'arma incontrò il suo collo. Le ossa scricchiolarono un istante, e Hansel spalancò gli occhi, scosso da un singolo, potente brivido. Poi fu solo un bambolotto inanimato fra le braccia della sorella, che, non riuscendo a reggerlo in piedi, lo lasciò cadere a terra con un grido. Il corpo colpì il terreno con un tonfo sordo che riecheggiò per la sala. Il bambino aveva ancora le palpebre aperte, le iridi ora azzurre fissavano immobili il vuoto del soffitto. Dalla bocca spalancata si intravedevano i denti sporchi di rosso, e da essa fuoriusciva un filo di sangue scuro che andava a sporcare le fughe delle piastrelle.

Gretel si lasciò cadere sulle ginocchia di fronte al cadavere. Aveva le iridi scarlatte offuscate dalle lacrime, e le sue labbra tremavano.
Mise una mano su uno dei quadrelli infilzati nel ventre del bambino e lo estrasse con un gesto secco.

«Johann...?»

Sulla camicia bianca di Hansel la macchia rossa si ingrandì finò a quasi tingergli l'intera pancia di rosso. Dalla punta del proiettile il liquido gocciolava lento verso terra. La bimba lo lasciò cadere e afferrò per le spalle il fratellino.

«Johann!»

Gridò, scuotendolo.
Si voltò di scatto verso Morpheus, lo sguardo rabbioso che scintillava come il fuoco.

«Sei ancora tu, vero? È... è falso, vero...? È tutto solo un sogno...»

Abbassò la testa e cominciò a singhiozzare, portandosi le mani sporche di sangue sul viso.

«La mamma... la mamma sta arrivando, Johann... ti prego svegliati...»

Posò una guancia sul petto del piccolo, ma fu solo il tepore del tessuto intriso che lei riuscì a sentire.
Strinse le mani a pugno, tirando la camicia quasi fino a strapparla.

Sul soffitto della sala si aprirono scricchiolando decine di crepe. Lunghe, sempre più lunghe. Da esse filtrava una luce viola che pioveva come piccoli aghi affilati. Il lampadario tremò un poco, poi si schiantò a terra, e la stanza rimase illuminata solo da quei sottili raggi e da quelle secche nervature che stridendo si facevano sempre più grandi.

«Svegliati!»

Urlò Gretel, e tutto il castello tremò del brivido che le attraversò le membra.
Le spaccature risucchiarono al proprio interno parte del materiale del soffitto con un suono cupo. Al loro interno si poteva vedere un materiale violastro denso, che come vivo si muoveva strisciando. Occhi dalle iridi rosse si aprivano di quando in quando in esso, scrutando con disinteresse ciò che stava dall'altra parte del portale.
Ma fu la visione di un istante, perché la sala da ballo fu poi pervasa da immensi raggi cremisi volti a distruggere ogni cosa. Un ringhio possente tuonò dall'altra parte delle fessure.
Un ringhio che pareva una risata.






_____________________





QM POINT



Hansel muore tentando di difendere la sorella, e Gretel attacca con Magia spaziale.

CITAZIONE
Magia Spaziale: i due bambini possono sovvertire l'ordine naturale, aprendo nel cielo enormi varchi che conducono in mondi abitati da esseri indicibili. Tuttavia essi sono portali a senso unico: nessuno potrà entrarvi. Da essi fuoriuscirà un getto di energia cremisi che danneggerà ogni cosa presente sul campo di battaglia, e il campo di battaglia stesso. È una tecnica a 360° a consumo critico, quindi di potenza Alta.

Grazie alla passiva, vi ricordo che il danno è comunque critico, ma non la potenza.
Non dovete rispondere a questo post. Ditemi in confronto come reagite all'attacco e cosa ne rimane di voi. Io poi procederò a fare un altro post qua sotto.
 
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† Armida †
view post Posted on 7/4/2013, 12:25










Ci fu silenzio, un silenzio irreale che avvolse ogni cosa. La bambina era piegata sul cadavere del fratello, le mani strette attorno al corpicino e la faccia affondata fra le sue vesti sporche di sangue perché i singhiozzi non venissero uditi. Solo i tremiti che le correvano lungo la schiena rendevano percepibili il suo pianto, ma essi erano invisibili nell'oscurità che aveva avvolto la sala da ballo. In cima alle scale, il maestoso trono era inclinato pericolosamente verso destra: quasi metà della sua struttura era ridotta a un ammasso carbonizzato, e l'oro dei suoi braccioli ruscellava incandescente lungo gli scalini, solidificandosi poi in preziose pozzanghere all'interno delle crepe e delle buche nel pavimento. L'intera sala era completamente devastata, e i muri lasciavano cadere a terra calcinacci che scivolavano senza emettere suono. In alto, sul soffitto, si poteva intravedere un frammento di cielo stellato che iniziava a schiarirsi.
Priscilla stava fissando quegli astri che lentamente morivano con occhi lucidi. Non riusciva a guardare Aang di fronte a sé, il corpo che odorava di bruciato; né poteva guardare gli occhi rossi della piccola Gretel che si disperava senza provare una morsa al cuore. E allora guardava i lumini in cielo spegnersi, e ascoltava la musica silenziosa del vento che, tra gli alberi all'esterno, cantava.

Fu un ronzio acuto a interrompere la quiete di quell'istante.
Un cerchio di luce violacea si disegnò, perfetto, di fronte a una delle crepe sul muro, illuminandola debolmente. Vari simboli erano inscritti attorno a esso, geroglifici incomprensibili. Un bagliore fuoriuscì dalla spaccatura, e questa cominciò a richiudersi, dapprima lentamente, poi con rapidità improvvisa. Il tintinnio di un campanello inesistente risuonò a lungo nell'aria mentre il glifo luminoso svaniva sbiadendo.

«Che disastro.»

Pronunciò dolcemente una voce femminile che pareva provenire dalle stesse pareti del castello. Gretel sollevò il volto sporco di sangue dal fratellino e guardò in alto, la bocca sapalancata per lo stupore.

«Ma... mma?»

Mormorò esitante, asciugandosi le lacrime con una manica.
In risposta, una decina di altri cerchi si disegnarono nell'aria di fronte a crepe, fosse, spaccature profonde, davanti al trono demolito. Scricchiolando, il terreno sgretolato delle buche ricompose il pavimento di marmo, le fessure si ricongiunsero combaciando in maniera tanto perfetta che non rimase traccia della loro separazione, e il metallo fuso del trono si modellò finemente per riformare i braccioli e lo schienale. Perfino i cristalli del lampadario si riaggregarono, e in meno di un minuto la sala del trono pareva essere tornata come era qualche minuto prima, luminosa e preziosa di fregi dorati.

«Una signora non può nemmeno assentarsi per qualche tempo che al suo ritorno ritrova i propri alloggi completamente sfasciati. È inaccettabile.»

Rise nuovamente la voce. Uno stormo di farfalline nere penetrò dal buco sul soffitto che dava all'esterno, che immediatamente dopo si chiuse. Gli insetti attraversarono la stanza volando lentamente e in varie direzioni. La bambina tese una mano per toccarne uno, ma le ali scure attraversarono il suo palmo come se fossero state semplice aria. Un frullare melodioso echeggiava nella stanza. Con movimenti dolci lo sciame cominciò ad aggregarsi a pochi metri da Gretel, ad accumularsi in una macchia di pece informe.
Poi il colore delle farfalline mutò, e adagio esse cominciarono a modellarsi in una figura. Alcune divennero rosate, altre viola, altre ancora bianche o nere o azzurre. La prima cosa a distinguersi du un volte che sorrideva in maniera gentile, i capelli violacei che crescevano e crescevano man mano che gli insetti andavano a posarsi e a morire per tesserli. Poi la pelle nuda del collo e delle spalle, subito coperta da un abito scuro. Una gonna ampia piena di pizzi, lunga fino alle ginocchia che si formavano sotto di essa. Una coda di pelo scuro che fendeva l'aria con grazia.
Con un gesto calmo, la strega porse un poco la mano destra in avanti. Un'ultima farfallina si posò sul suo dorso e lì appiattì le ali, sparendo nel rosa pallido della carnagione.

Non doveva avere più di tredici anni quel viso da bambina, eppure il seno era gonfio sotto il colletto bianco, e anche quel riso composto pareva più antico dell'età che dimostrava.
Il tono di voce era, inoltre, quello di una donna fatta e completa.

«Gretel, piccola mia, avevate solo un compito, tu e tuo fratello.»

disse, lisciando le ciocche ai lati del viso. Teneva gli occhi viola socchiusi, appena visibili in una stretta falce.

«Davvero sorvegliare una bambina di dieci anni è così difficile?»

Gretel si sollevò da terra tremando e corse in contro alla ragazzina, abbracciandola con foga e spingendo il volto sporco contro i suoi seni. L'altra assecondò dolcemente la spinta, cingendo poi la bambina fra le proprie braccia.

«Mamma... Johann è...»

La piccola non riuscì a terminare la frase che si mise a singhiozzare nuovamente. La strega sibilò tra le labbra per calmarla, passandole una mano fra le ciocche dorate.

«Calmati, bambina mia. Non dovresti starmi così tanto vicina.»

Rise piano, baciandola con la punta delle labbra fra i capelli. La bambina alzò gli occhi sfocati dalle lacrime verso quelli della ragazza. Aveva tutto il viso umido di lacrime che scioglievano il sangue secco, e un'espressione disperata che le sfigurava il volto.

«Per... perché?»

Mormorò, allentando un poco la presa sul corpo della strega.
Non riuscì a fare o a dire altro.
La sua testa cadde a terra e volò ai piedi di Aang e Morpheus, poco lontano dal cadavere di Johann. I capelli biondi ondeggiarono seguendo la spinta, poi si sparsero confusamente sul pavimento, intrisi dello scarlatto che fuoriusciva dal collo. Gli occhi della bimba fissavano ancora supplici quella che aveva chiamato “mamma”.
Il corpo decapitato cadde a terra con un tonfo grave, le braccia aperte ad abbracciare il soffitto. Una pozza di sangue cominciò a lordare le spalline dell'abito.

«Rischi di sporcarmi.»

Disse tranquillamente la ragazza. Fra le mani, il manico di una lunga falce nera dalla lama rivolta verso terra. Un gesto, e l'arma divenne una sottile bacchetta scura che roteò nell'aria un paio di volte prima che la strega la prendesse al volo e la infilasse all'interno di una delle due ampie maniche.
Voltò poi le spalle al cadavere e mosse un paio di passi prima che il suo corpo si frammentasse nuovamente in uno stormo di farfalle nere.

Questa volta la strega riprese forma sul trono, seduta con entrambe le mani sui braccioli. Scrutò i due uomini e la bambina ai piedi della scala con un ampio sorriso.

«Spero vi sia piaciuta la festa, miei cari ospiti. Vorrei tanto presentarmi, ma credo che se anche vi dicessi il mio nome, voi poi non riuscireste a ricordarlo.»

Ghignò, tendendo una mano verso il monaco di fronte a Priscilla.

«Aang, mi auguro che tu abbia gradito di bruciare le carni della piccola Edel finché non è stata più capace di muoversi. E tu, mio possente Morpheus...»

Spostò l'indice verso il drago.

«Tu cosa hai provato nell'affondare Kajera nel cuore di una bambina di nove anni? E non era stato così dolce il sorriso di Maddalena quando aveva potuto vedere di nuovo la luce dopo settimane di buio?

E tutto per un'unica bimba...
»

Si leccò le labbra con la punta della lingua rossa, tamburellando le dita dalle lunghe unghie sul metallo dei braccioli. Il suo sguardo si posò su Priscilla, e un'ombra parve per un istante incupirle gli occhi.

«Ma non disperatevi. Ce ne sono altri di bambini qui, ancora vivi e in attesa di qualcuno che li salvi. Ecco...»

Chiuse le dita a pugno e poi le sollevà di scatto; una scintilla azzurra scoccò nel suo palmo, e nello stesso istante nel muro interno della stanza si disegnò la sagoma di una porta, che in pochi secondi venne fornita di maniglia e serratura. Un grosso portone di avorio con altre decorazioni di fiori in che proseguivano quelle della stanza.

«Dietro quell'uscio li troverete tutti illesi. La chiave la potete prendere dal corpo di Hansel, da una delle sue tasche interne.»

Si portò una mano alla bocca per sbadigliare, un occhio lasciato aperto per scrutare con sufficienza i due uomini e la bambina che, mugulando ammutolita dal bavaglio, scuoteva la testa disperatamente.

«Poi fatemi il favore di lasciare la mia residenza. Sono piuttosto stanca. Abbiamo festeggiato fino al mattino.»






_____________________





QM POINT



Avete cinque giorni per rispondere a questa graziosa signorina.
Considerate ogni attacco che tentate di mandare a segno una completa perdita di tempo.
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 8/4/2013, 20:49




Uh... dove.. sono?

Rotolò su se stesso fino a guardare il soffitto, trattenendo un gemito per il dolore.
Ansimante anche solo per quel piccolissimo sforzo, ci mise qualche secondo a riordinare le idee.
Poi tutto gli sovvenne alla mente, l'attacco ad Hansel, l'intervento di Morpheus, la furia scatenata da Gretel.
Ricordava di aver abbozzato una difesa un attimo prima che uno dei raggi colpisse Priscilla, ma evidentemente non era bastato a difenderlo completamente.

Sentiva dolore ovunque e la schiena gli faceva un male terribile. Un tanfo di carne bruciata ammorbava l'aria, ed aveva il sospetto che la fonte di quel puzzo fosse proprio lui.
Con lentezza esasperante si rimise in piedi, la pelle ustionata della schiena che gli tirava fastidiosamente, il suo abito sbrindellato in più punti dalla forza titanica che era riuscito ad oltrepassare le sue difese.

Sospirò, appoggiando tutto il peso sul bastone.
Appena in tempo per vedere qualcosa rotolare verso di lui.

Cosa!?

Gli occhi sgranati della piccola Gretel lo fissavano senza vita dalla testa decapitata. Il corpicino cadde poco lontano, proprio di fronte alla donna che Aang aveva visto in sogno.
Digrignò i denti per la rabbia, ma sapeva che non avrebbe potuto fare nulla per tenerle testa.
Era stanchissimo, e riusciva a malapena a muoversi.
Cosa avrebbe potuto mai fare contro la strega che aveva ordito quel piano abominevole?

La odiò con tutte le sue forze, era esasperato da quella situazione ma non poteva fare assolutamente nulla.
Erano impotenti di fronte a lei, e la Strega lo sapeva benissimo.

« Aang, mi auguro che tu abbia gradito di bruciare le carni della piccola Edel finché non è stata più capace di muoversi. »

Gli venne da piangere per la rabbia, ma si morse persino la lingua pur di non rispondere.
L'avrebbe attaccata seduta stante per provare a farle rimangiare quelle parole, ma a cosa sarebbe servito?
Sarebbe stato solo l'ennesimo cadavere sulla sua strada. E non sarebbe cambiato nulla, nè per lei e nè per quei bambini.

Cercò di respirare più lentamente per calmarsi, volgendo lo sguardo alla porta che la Strega aveva fatto apparire per magia su una delle pareti della sala.
Alle parole di Armida, gli occhi di Aang corsero istintivamente al corpicino di Hansel, riverso ancora nel suo sangue.

La chiave...

Deglutì a stento, aveva la gola riarsa.

E se... se fosse una trappola?

Si inumidì le labbra con la lingua insanguinata prima di parlare con voce roca.

« E se in quella stanza ci fosse l'ennesima trappola? Cosa ci dice che non stai mentendo? »

La Strega schioccò le dita, facendo diventare trasparenti le mura vicino la porta.
Gli occhi di Aang si spalancarono leggermente quando riconobbe altri bambini, tenuti prigionieri come bestiame da mandare al macello.

« Ma potresti sempre insinuare che anche questa è solo un'altra menzogna. Ma ho mai davvero mentito, Aang? Una nobildonna racconta sempre il vero. »

Lo sguardo del monaco cadde sulla piccola Priscilla. Aveva combattuto tanto per difenderla, ma ora non sapeva come comportarsi.
La Strega la voleva, era palese, ma lui non aveva i mezzi per impedirglielo.

Non ho scelta.
Perdonami, Priscilla.


Si avviò lentamente verso il corpo di Hansel, chinandosi per chiudere le palpebre ancora aperte.
Trovò subito quello che cercava, il metallo così freddo nel suo palmo ustionato da farlo rabbrividire.

Zoppicò fino alla porta, infilando la chiave nella toppa e ruotando la maniglia.
Prima di aprire la porta si voltò verso il trono, verso Armida, che sorrideva con fare superiore.

« Tornerò, Strega, sappilo. »

Battè il bastone sul pavimento di marmo, ricavandone un rintocco che rimbombò per la sala.

« Per lei... e per te. »

Aprì poi la porta, senza voltarsi indietro.



Diario del Monaco
Comprensione





Cs totali: 4 (2 in Percezione; 2 in Intuito)
Basso 2% ~ Medio 7% ~ Alto 17% ~ Critico 37% ~ Mortale 77%

Energia attuale: 10%
Consumi utilizzati: Medio (7%)

Condizioni fisiche: Escoriazioni di entità Media su tutto il corpo. Danno basso da contusione alla guancia sinistra. Ustioni e scottature di livello Alto sulla schiena. Danni da taglio trascurabili a gomiti e ginocchia.
Condizioni mentali: Rassegnato

Bastone del Manipolatore: mano destra.
Balestra: 13/15 - a terra accanto a lui.



Passive in uso:

CITAZIONE
Controllo Passiva razziale umana
Meditazione. Disciplina. Controllo. Capacità richieste a tutti i novizi quando iniziano a muovere i primi passi nel difficile mondo della manipolazione. L'addestramento però, non consiste solo in prove mentali e spirituali, ma consta anche di interminabili prove fisiche mirate alla perfezione dei corpi degli iniziati. I manipolatori usciti da questa parte dell'iniziazione sono così talmente resistenti da non svenire in condizioni critiche, come quando si trovano sotto il 10% delle energie. Nonostante i pericoli, ogni monaco sa che serve un involucro perfetto per la magia perfetta.

CITAZIONE
Intuito Prime due passive del dominio Auspex
La meditazione è una pratica indispensabile per ogni uomo che voglia intraprendere la via del Flux: la concentrazione e il controllo di sè sono basi indispensabili per la Manipolazione, anche se non sono gli unici vantaggi derivanti da tale applicazione. Dopo anni di intensi allenamenti, Aang ha oltrepassato il limite dei sensi umani, arrivando a percepire anche le auree di ogni essere vivente che lo circonda, indipendentemente che sia nascosto o meno. Un potere che ha sviluppato a tal punto da renderlo in grado di capire anche l'allineamento del soggetto preso in esame, permettendogli di capire a grandi linee le sue intenzioni: odio o paura non potranno più essergli nascoste, tradimenti o eventuali antipatie saranno per lui leggibili come in un libro aperto.

CITAZIONE
Onniscienza Terza passiva del dominio Auspex
Elevazione spirituale, occhio della mente o conoscenza assoluta. Comunque la si voglia chiamare, l'arte monastica basa le sue tecniche su una profonda conoscenza di se stessi e dell'ambiente circostante. La propria essenza diventa solo il mezzo tramite cui conoscere il tutto, che ogni monaco di alto grado può applicare semplicemente toccando un oggetto o una persona dotata di poteri. Come se lo avesse studiato per mesi, Aang sarà in grado di capirne le capacità e discernerne le caratteristiche. Un potere degno di un dio, concesso a chi ha raggiunto le vette più elevate della via monastica.

CITAZIONE

L'IMMORTALE INDICA LA VIA
sii saldo come una roccia .

«Conoscere l'altro e se stessi –cento battaglie, senza rischi; non conoscere l'altro,
e conoscere se stessi –a volte, vittoria; a volte, sconfitta; non conoscere l'altro, né se stessi –ogni battaglia è un rischio certo.»


La prima regola codificata dal Maestro è conoscere gli altri e conoscere sé stessi: solo da questa doppia conoscenza può derivare la necessaria saggezza per arrivare alla vittoria ancor prima di aver ingaggiato la battaglia. Lo spirito stesso di questa regola è infuso nella pergamena, tanto che chi ne entra in possesso ed è in grado di leggerla e comprenderne gli insegnamenti, riceve l'indicazione per la via della Vera Saggezza. Questo si traduce in una resistenza mentale fuori dall'ordinario, dovuta alla profonda conoscenza che si tramuta in padronanza di sé e dei propri mezzi. La mente del guerriero diviene resistente, e benché possa ancora essere intaccata, egli non ne proverà alcun dolore. [Passiva - Resistenza fino ad un ammontare di 2 Mortali Psionici. Passiva - Immunità dal dolore psionico.]


Attive usate:

CITAZIONE
Manipolazione Personale. Dominio difensivo [1/10]
La realtà al proprio comando, un potere privo di imperfezioni. Il monaco manipolerà il Flux contenuto in lui o disperso nell'aria immediatamente vicina per creare qualunque tipo di manifestazione difensiva, in una sola direzione o anche tutto attorno a lui, come muri, scudi o qualunque altra cosa gli venga in mente. Gli basterà concentrare una quantità Variabile di energia per attivare questa tecnica, che devierà o bloccherà qualunque offensiva rivolta al giovane. Manipolazione allo stato puro, la base dei monaci del Flux.

Azioni:

Aang si difende con una barriera di livello Medio, subendo quindi un danno Alto, poi subisce passivamente quello che succede.

Note:

Povero Aang. :(
:v:

 
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view post Posted on 12/4/2013, 14:00

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La sala si immerse di spaventosi raggi cremisi. Ovunque il rosso del sangue avvolse il suo corpo, ovunque l’esplosione purpurea lo cinse in un doloroso abbraccio di dolore.
Senti la sua pelle bruciare, sanguinare, senti i suoi nervi percepire lo stimolo e i suoi analizzatori percepirlo come dolore. Sentì la puzza di bruciato invadergli le narici, l’odore di carne arrosto disgustargli quasi l’appetito. Era in ginocchio, dolorante e con la testa china, in ginocchio quasi morto ma ancora vivo. Alzò la testa per vedere la strega, alzò la testa per non arrendersi. Statuario alzò il mento e lo sguardo per erigersi nuovamente in piedi, in tutto il suo orgoglio. Con fatica poggiò prima un braccio in terra, poi l’altro, fece forza sulle ginocchia che per qualche secondo tremarono ma il suo corpo parve reagire anche quella volta. Gli arrivarono fitte dolorose a ogni movimento e le energie ormai iniziavano a dileguarsi dal suo corpo e la coscienza svanire come affetta da un sonnifero molto potente. Vide la strega decapitare Gretel, la vide staccarle la testa con una semplicità disarmante, la vide e non provò piacere, solo la rabbia, solo disgusto.
Un senso di nausea che gli opprimeva la stomaco e il fegato, che con un bozzo si addensava in gola, fin quando non lo vomitò tutto. Era verde, acido, bile che spurgò dalla sua bocca, con la tonica si pulì le labbra per togliere ogni residuo, a quel punto la strega parlò «Aang, mi auguro che tu abbia gradito di bruciare le carni della piccola Edel finché non è stata più capace di muoversi. E tu, mio possente Morpheus...»
Spostò l'indice verso il drago.
«Tu cosa hai provato nell'affondare Kajera nel cuore di una bambina di nove anni? E non era stato così dolce il sorriso di Maddalena quando aveva potuto vedere di nuovo la luce dopo settimane di buio? E tutto per un'unica bimba...»
Rabbia, provò soltanto immensa e incontrollabile rabbia, erano stati mossi come nient’altro che lugubre marionette in un gioco perverso, e nel suo cuore non v’era null’altro che rabbia incontrollata. Era stanco, troppo stanco per cercare di ucciderla, troppo stanco, troppo ferito per provare a fare qualcosa. La sua mente corse a Priscilla, i suoi pensieri volarono ad Andrea, dov’era finita? Il sole avrebbe dovuto essere nato già da un po’, ma della giovane non v’era alcuna traccia, li aveva abbandonati, li aveva lasciati in balia di qualcosa di troppo forte che nemmeno Morpheus era riuscito a fermare. Non ascoltò ciò che si dissero Aang e la strega, non ascoltò una singola parola, la sua mente non v’era più alcun baluardo di razionalità in cui appendersi in quel momento, soltanto stanchezza e rabbia. Desiderava farsi scivolare nel torpore del suo deserto, abbracciare i raggi del sole e volare instancabile verso l’orizzonte. Non avrebbe dimenticato tutta questa storia, ma non era il momento e non aveva le energie necessarie per fare nulla, per opporsi alla strega. Infondo Morpheus sarebbe tornato, prima o poi, e il tempo avrebbe saputo aggiustare le cose da sé, per trovare la giustizia naturale negli eventi. Vide Aang oltrepassare la porta, e Morpheus lo seguì, stufo di vedere cosa gli riservava la porta successiva, stanco di ciò che sarebbe potuto accadere, tanto non c’era mai una scelta giusta, solo ed esclusivamente tanto dolore. Si girò verso la strega, ne osservò meglio le forme di ragazzina troppo cresciuta, non senza un pizzico di malizia, il seno rigonfiò nel petto, sotto il vestito, gli occhi viola e i capelli del medesimo strano colore, sarebbe stata una splendida ragazza, se non fosse per la sua vena sadica, per la sua pazzia interiore, per la perdizione della sua anima.
Morpheus sorrise, forse in maniera troppo gentile, forse perché anche lui non sapeva cosa pensare, in ognuno cercava di trovare del buono, di salvarlo dalla sua perdizione. Ma in quella ragazza faticava a trovarlo, sarebbe stata una sfida interessante far emergere il suo lato migliore, aiutarla a combattere i fantasmi che in lei aleggiavano. Ma non ne aveva le energie, non ne aveva le forza. E forse nemmeno la voglia. La guardò un’ultima volta, poi le sue labbra schioccarono, i suoi denti vibrano.

« Ci rivedremo, non temere. »

Per una vendetta, per una resa dei conti.
Per la morte, di uno dei due.
Perché non c’era redenzione dal male, non questa volta.






CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza


Energia: 19%
Status Fisico: Danno alto da lacerazioni per tutto il corpo + danni critici da ustioni.
Status mentale:Sconvolto

Abilità attive:
Si sa, altresì, che i draghi possiedono un corpo pressoché inscalfibile, un corpo in grado di proteggere gran parte degli organi vitali con il solo ausilio delle scaglie, ma se il dragono si trovasse nella sua forma meno nobile o se qualche arma riuscisse nell'impresa di oltrepassare il corpo, con un consumo pari a Basso il drago può scegliere di indurire a suo piacimento una parte del corpo, essa avrà, per l'intera durata del turno, o quanto basta per difendersi, la consistenza dell'acciaio. Questa tecnica potrà essere utilizzata anche in fase offensiva utilizzando il proprio corpo come vera arma contundente. [Bassa personale].
Spendendo un consumo basso di energie Morpheus può generare nella mente del nemico una singola immagine che può essere un ricordo o un'apparizione momentanea. Un volto noto, una sensazione angosciosa, un'immagine di apocalisse. Oppure il momento migliore della sua vita, capace di distrarlo ed impedirgli di combattere. Le percezioni del nemico saranno quindi modificate ed egli potrà reagire e liberarsi della malia soltanto spendendo una difesa apposita di livello Basso e non provocheranno alcun danno psionico. L'immagine verrà vista all'interno del campo di battaglia, ma sarà visibile solo per colui che è affetto dall'illusione in se. [Attiva I livello dominio illusionista].

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]

Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Niente, perdonate l'attesa.
 
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Alb†raum
view post Posted on 15/4/2013, 21:51





Ending
Niente più come una volta






Armida rise nel vedere Aang trascinarsi verso la porta dove erano rinchiusi i bambini. Si mise una mano sotto il mento e rimase a osservare il suo strisciare, il suo zoppicare in costante. Ma soprattutto ghignò per quelle parole cariche di disprezzo con cui si rivolse a lei.
Si carezzò la fronte e si ravvivò i lunghi capelli viola. Le ciocche fluttuarono dolci nell'aria prima di posarsi nuovamente sulle sue spalle, morbide. Tutta la sua figura era morbida, dolce, come lo era quella coda di gatto nera che tracciava cerchi muovendosi sinuosa. Accavallò le gambe e si lisciò la gonna perché non si spiegazzasse. I suoi occhi viola socchiusi scintillavano allegri riflettendo il lampadario. Occhi di bambolina, soffiati nel vetro.
Tese mollemente un braccio verso il ragazzo, l'ampia manica di stoffa che lo lasciava visibile solo dal polso in giù.

«Hai frainteso le mie intenzioni, monaco. Tienitela pure, la tua bambina. In questo momento io non so che farmene.»

Spostò gli occhi su Priscilla, ancora legata. La squadrò per un istante sorridendo, ma le iridi le divennero vuote, come se le stesse guardando attraverso. Schioccò le dita meccanicamente, e le corde che avvolgevano la piccola si ridussero in mille pezzi. La bambina afferrò l'animale di pezza accanto a sé con foga, abbracciandolo stretto fra le braccina pallide e scoppiando in lacrime. Armida reclinò il capo poggiando la guancia su un palmo, le labbra a baciare l'aria in un atteggiamento pietoso del tutto artificioso.

«Non c'è mostro peggiore che possiate tenere in vita.»

Mormorò, dolce come il miele.

«Ora, se permettete, ho altre faccende urgenti di cui occuparmi.»

Batté le mani due volte, e l'applauso risuonò per tutta la stanza con più forza di quanto avevano fatto i colpi di bastone del monaco. Il suono parve viaggiare, spalancò porte con violenza mentre si allontanava. Lo si poteva udire chiaramente come un rumore che si allontanava sempre più, fino a divenire flebile, poi impercettibile. Infine il castello tremò con violenza. Armida salutò con la mano e un sorriso sulle labbra mentre lei svaniva, assieme a tutte le pietre, i fregi dorati, gli usci d'ebano della magione.
Tutti si ritrovarono nuovamente nella radura, ma del bosco o del giardino non vi era più traccia.
Solo un enorme pascolo verde si stendeva davanti agli occhi di Aang, Morpheus, Priscilla e del gruppetto di bambini che, come assonnati, si guardavano attorno confusi.




Xmqv4





Il paese accolse con gioia il ritorno dei suoi bambini.
Priscilla aveva guidato nuovamente i due ragazzi attraverso il bosco. Dietro di loro, quella folla mezza addormentata. A volte la piccola aveva gettato degli sguardi preoccupati verso di loro, occhiate tristi, insicure. Si era sempre voltata di scatto, abbracciando forte il coniglietto Piper e scuotendo la testa.
Quando entrarono in piazza, erano ormai le cinque del mattino, e i mercanti cominciavano a riempire le proprie bancarelle di frutta, verdura, carne secca e pesce disponendoli con le proprie mani secche e callose. Scrutarono il gruppo con sguardo dubbioso. All'inizio nessuno si mosse. Forse i genitori, ormai rassegnati, non riuscivano a credere ai propri occhi; o forse semplicemente non capivano.
Il primo che si mosse fu un ragazzo giovane, alto e moro. Mosse qualche passo dubbioso verso i bambini, allungano il collo per vedere meglio.

«Gabriel?»

Mormorò, ripetendo poi il nome ad alta voce. Uno dei bimbi si voltò, gli occhi spalancati. L'uomo gli corse contro e lo abbracciò con foga, ridendo. Anche il piccolo sorrise, ma pareva troppo stanco per manifestazioni di gioia più profonde.

In breve la notizia si sparse per tutto il villaggio.
Davanti ad Aang e Morpeus si accalcarono donne e uomini per fare loro doni. Davanti a loro fu accatastata una pila di bastoni, forme di pane, verdure. Stava a loro scegliere se prendere qualcosa.
Il sindaco stesso si presentò per porre le proprie scuse per l'iniziale comportamento ostile dei propri compaesani.

Fu un giorno di festa, balli e canti. Pochi non parteciparono alla sagra.
Priscilla era una di loro.
Lei non era da nessuna parte.



Xmqv4






La corteccia dell'abete le graffiava la schiena. Seduta sopra gli aghi del sottobosco, Priscilla piangeva, il viso affondato nel pelo bianco di Piper. Ormai era abbastanza lontana perché i suoni di festa non la raggiungessero, e il vento fra le fronde degli alberi era l'unica musica che cullasse la sua disperazione.
Non sentì passi leggeri scavalcare i rami secchi posati a terra, né il fruscio di una veste di seta scostata da quell'incedere veloce. Udì solamente una risatina gentile vicino a sé. Sollevò di scatto la testa, mostrando il viso paonazzo e gli occhi arrossati per il pianto.

«Perché piangi, mia piccola Priscilla?»

Era una donna alta quella che le stava di fronte. Aveva la pelle come porcellana, e un volto di bambola dalle labbra rosse le sorrideva. Sul capo aveva una cuffietta bianca stretta da un fiocco scarlatto. Da essa cadeva una cascata di capelli dorati che le cadevano fino a metà schiena; le ciocche ai lati del viso erano state legate da due fiocchettini.
Sul petto e l'addome l'abito che indossava era di un viola sbiadito. Il resto era di un rosa pallido, quello di certi fiori investiti dall'aura. La lunga gonna le lasciava scoperte solo le scarpette rosse.

«Asciugati il viso, amore mio.»

Pronunciò, la voce tenera come il cinguettare di un uccellino. Nella sua mano sinistra era comparso un fazzolettino dai bordi di pizzo, e si chinò sulla bambina per porgerglielo. Priscilla rimase a guardarla per un lungo istante, senza muoversi. I suoi occhi acquosi la fissavano spalancati. Un tremito la scosse, mentre si alzava per gettarsi in grembo alla donna. Lei indietreggiò un poco a causa della foga, ridendo per la sorpresa. Passò una delle mani dalle lunghe unghie rosate fra i capelli neri della piccola.

«Car... Carmilla!»

Singhiozzò la bambina, la voce attutita dal tessuto in cui aveva affondato il viso. La stoffa si scuriva per le lacrime, ma la donna non parve dare importanza a ciò.

«Cosa ti è successo, piccola mia?»

Mormorò la Regina, chinandosi su Priscilla per abbracciarla e farla piangere su una propria spalla. La bimba le si avvinghiò al collo, ricoprendola di baci umidi fra un singhiozzo e l'altro.

«Io... io...»

«Va tutto bene adesso. Calmati, piccola. Mi racconterai ogni cosa quando saremo a casa.»

La donna attese che la piccola slacciasse l'abbraccio, poi si rialzò con lentezza, spolverandosi l'abito. Dove le sue dita passavano, le macchie di umido sbiadivano fino a scomparire. Il suo vestito era perfetto quando si chinò a raccogliere il coniglietto di pezza e a porgerlo nuovamente alla sua proprietaria.

«Sono contenta che Piper si sia preso cura di te. Era parecchio offeso per il fatto che tu l'avessi abbandonato, sai? Non farlo più.»

Disse ridendo la Regina, dando un buffetto sul naso alla piccola quando ebbe di nuovo il suo giocattolo fra le braccia.
Carmilla fece un secco gesto con il polso sinistro. Nel suo palmo si aprì un grosso ventaglio colorato. Su uno sfondo rosa si stagliava il rosso di alcune rose dal gambo spinoso, tanto belle che a Priscilla sembrò di poter tendere una mano e coglierle.

«Sei stanca, tesoro? Avrai un letto subito. Dammi un istante.»

La donna diede le spalle alla bambina, poi con un rapido gesto fendette l'aria di fronte a sé con il ventaglio. Un rumore metallico echeggiò fra gli alberi. Dopo qualche istante, una linea bianca luminosa si tracciò nel vuoto in diagonale. Questa tremò leggermente, poi si spalancò mostrando oltre i propri bordi una stanza riccamente decorata, con un grande letto a baldacchino dalle coperte azzurre al suo centro.
Dei fiocchetti rossi si legarono alle estremità del portale perché non si allargasse ulteriormente.

«Possiamo andare.»



Xmqv4





Due cavalli camminavano per la strada maestra. Per i due cavalieri che li montavano, il rumore dei loro zoccoli sul selciato era l'unica musica che li aveva accompagnati per quella strada che ormai era attraversata da così poche persone. Erano soli, in silenzio. Non vi erano uccelli a cantare, né vento che frusciasse fra i fitti abeti. Le labbra dei due uomini erano secche, e così le loro lingue.
Fu solo quando scorsero le mura del villaggio che uno dei due si voltò verso l'altro, facendogli con una mano il cenno di portarsi alla destra della via.

«Ci conviene lasciare i cavalli qua fuori.»

Mormorò, la voce cupa. L'altro annuì impercettibilmente, sfiorando con una mano tremante l'elsa della spada. Il freddo metallo del pomo gli fece accapponare la pelle, ma non gli diede più sicurezza.
Legarono i cavalli a un albero. Le due bestie erano nervose, muovevano le lunghe orecchie in aria freneticamente, ascoltando suoni troppo sottili per orecchie umane. I peli della loro coda si agitavano come fruste, e le zampe posteriori scalciavano a terra lasciando profondi solchi. Il primo cavaliere accarezzò sul collo l'animale, sussurrando qualche parola, poi si voltò e fece segno al compagno di andare.

Attraversata la porta, non vi fu alcun viso amico a sorridere loro. Solo le fredde pietre delle case ai lati della strada, ingrigite dalla polvere come se fossero passati secoli da quando erano state pitturate. Il secondo cavaliere teneva la mano stretta sulla propria arma, esasperato, gli occhi che guizzavano a destra e a sinistra. Sentiva il fiato corto, il cuore pulsargli nel petto con forza. Teneva la bocca aperta e ansimava rumorosamente.
L'altro lo guardò, non sapendo se insultarlo o chiedergli di calmarsi. Decise che comunque non sarebbe servito a niente, e rimase in silenzio.

«Per... per il Leviatano...»

Sussurrò il secondo uomo, stringendo i denti. Non vi era nessuno, più nessuno in vita. Non c'era vicolo in cui un corpo non fosse riverso sul terreno in una pozza di sangue coagulato, le vesti strappate e brandelli secchi di carne appiccicati sul muro. Ai lati della strada vi erano scheletri anneriti, gli ultimi brandelli di carne ridotti a patine scure che incrostavano il bianco delle ossa. Il primo cavaliere osservava sopportando senza fatica la nausea che gli opprimeva lo stomaco.

«Hai sicuramente già visto strazi del genere per le vie di Gerico, Jeff.»

Pronunciò dopo qualche istante, notando il pallore del compagno. Sembrava in prede alla febbre. I suoi occhi castani scintillavano umidi, le labbra si muovevano come in preda al delirio.

«Non... non così tanti.»

Mormorò, portandosi una mano alla bocca e scuotendo la testa.

«Non avvenuti in una sola notte.»

Si corresse.
Al centro della piazza la chiesa di Tannenwald si ergeva attendendo con le porte aperte i fedeli che non sarebbero mai arrivati.





_____________________





Risultato della quest


-Priscilla è sotto la protezione di Carmilla.
-Aang e Morpheus sono sopravvissuti, Andrea è dispersa.
-Tannenwald è stata distrutta.

Giudizi e Ricompense



PARACCO TRAVESTITO ALOGENO:

Pulito. Chiedo scusa se non ho trovato parole migliori per definire il tuo stile, ma l'idea che mi danno i tuoi post è di estrema pulizia, ordine e ariosità, anche grazie al layout molto spaziato. Non spendi due parole dove ne basta una, alterni con scioltezza descrizioni sensoriali a pensieri e riflessioni. La scorrevolezza e il ritmo degli scritti è piacevole, e alla leggerezza non viene sacrificata la caratterizzazione di Aang, che appare come un personaggio vivo, realistico.
L'unica critica è rivolta alle tue descrizioni, a volte poco esaurienti. Non dico poco chiare, ma spesso ciò che scrivi appare insufficiente per rendere vivida la scena. Allo stesso modo, di tanto in tanto salti alcuni avvenimenti per rendere maggiormente scorrevole il testo, e questo è bene finché non arrivi a escludere intere descrizioni. Credo che ciò sia uno dei lati negativi di cercare una scrittura pulita. Tenta di trovare il giusto equilibrio tra pesantezza e leggerezza.
Riguardo alla strategia, bene, anche se nel combattimento contro Edel non adotti altra tattica che quella di sopportare i colpi, attaccare di tanto in tanto e attendere che l'avversario termini le proprie energie per finirlo. Ma dopotutto riesci a creare uno scontro interessante.
Nel combattimento finale, buono l'utilizzo iniziale della psionica, che ha costretto Hansel a subire un Alto o a perdere le proprie passive. Non ti posso poi biasimare l'utilizzo di sole tecniche di danno contro un boss tanto pericoloso avendo un solo slot disponibile.
Riguardo alla sportività, non ho nulla di cui lamentarmi.

A te spettano l'artefatto in fondo al post e 700 gold, oppure 2200 gold se decidi di rifiutare l'artefatto. Subisci, come tutti, il malus "Solo una fiaba", riportato prima dell'artefatto. Se ti servono i codici, contattami via MP. Ricevi, se la accetti, l'Anima di Due Gemelli:

CITAZIONE

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L'anima appartenuta a Johann e Sarah, due gemelli del villaggio di Tannenwald. Ha la forma di una gemma azzurra che emette una flebile luce iridiscente, e se tenuta in mano emette un debole tepore pulsante. Avvicinandola all'orecchio, ci si accorge che dal centro della pietra scaturiscono sottili risa infantili, bambini che giocano contenti.

Catturati da una strega, i due fanciulli sono stati costretti a servirla fino alla propria morte. Lo strazio dei corpi li ha liberati dalla maledizione, e finalmente possono tornare a essere puri e innocenti.
Ma ancora il loro spirito non è libero di andare: questa gemma luccicante indica che vi è ancora un compito da assolvere, per loro e per la persona che la riceve.
Ma quale?

[Malus: Aang non può liberarsi della pietra né scagliandola lontano né distruggendola. Essa apparirà fra le sue vesti il mattino seguente, qualunque sia il modo in cui se ne è sbarazzato.

Passiva: I possessori delle Anime saranno scelti per una futura quest. Questa passiva non si applica nel calcolo della pericolosità.
]

Lud:

Spoglio. Posso perdonarti in parte i primi post che, a tua detta, erano scritti da cellulare, oppure il post di interpretazione nei panni di Maddalena, che, sempre a tua detta, è stato rovinato dal file non salvato. Ma tutti i tuoi scritti sono troppo brevi, accalcati in un layout troppo compatto, con un centrato che rende solo più sgradevole seguire gli a capo. Ti consigliere di impostare giustificato per rendere meno disordinati i post.
A questa sgradevolezza, comunque, si aggiunge il cattivo uso della punteggiatura. A volte utilizzi virgole dove invece sarebbe adatta la pausa di un punto creando così periodi contorti, a volte sono semplicemente messe in posti dove non dovrebbero stare. Ti consiglio di riguardare i tuoi post dopo averli scritti, confidando che siano errori dovuti alla foga.
Il tuo stile è ridondante, e a volte ripeti due o tre volte lo stesso concetto con parole non troppo diverse, e ciò non fa altro che sottolineare la brevità dei tuoi post.Ma il difetto principale dei tuoi scritti non è tanto la poca lunghezza, quanto la scarsità di contenuto e di vividezza nelle immagini che presenti. Tutto è confuso. Psiche e descrizioni si alternano senza ordine logico, e a volte non si capisce se stai scrivendo quello che pensa Morpheus o ciò che sta accadendo. Le percezioni sensoriali sono quasi del tutto limitate alla vista, mentre dovresti dare più importanza a tutti i sensi, sempre.
Ti consiglio di provare uno stile meno introspettivo e più volto alla descrizione. Pensa a un testo teatrale di didascalie e dialoghi: la psiche dei personaggi deve essere resa dai loro gesti e dalle loro parole, nient'altro. In questo modo allenerai il tuo ordine e la tua scorrevolezza.
Riguardo a Morpheus, non posso dire che non sia un personaggio presente. I suoi pensieri si sentono, a volte un po' troppo prepotentemente. Tuttavia faccio fatica a giustificare alcune delle tue scelte ruolistiche: ad esempio, se affermi che il tuo pg ha pietà della bambina, come può attaccarla al buio con il solo motivo “non la vedo”? Non intendo dire che avresti fatto meglio a lasciarti ammazzare, ma potevi trovare una spiegazione migliore e più complessa.
In generale, poi, Morpheus manca di particolari che lo rendano “unico”, o almeno non li lasci trapelare da ciò che ho letto. Il tuo pg mi sembra infatti un guerriero più o meno stereotipato. Non si trasforma neppure durante lo scontro finale, lasciando la sua parte “dragonesca” del tutto fuori dalla quest.
Riguardo alla strategia, ti comporti bene sia contro Maddalena che il boss, mirando a inabilitare completamente il nemico per finirlo rapidamente. Non infliggi danni particolarmente alti, ma riesci a fornire una buona distrazione per supportare il danno di Aang. Purtroppo, data la scarsità delle tue energie nel secondo scontro, non riesci a fare molto altro.
Riguardo alla sportività, nulla da eccepire.

A te spettano 1800 gold. Subisci, come tutti, il malus "Solo una fiaba", riportato prima dell'artefatto.

Yvenna:

Approssimativa. Di per sé il tuo stile non è male, ma sono tanti, piccoli errori e imprecisioni a rendere la lettura meno gradevole. Riesci a rendere bene immagini e descrizioni, ma a volte appaiono poco comprensibili e visibili. Tracci a grandi linee l'aspetto di ogni cosa che ti si para davanti, aspettandoti che ombreggiature e colori li metta chi sta leggendo. Fa piacere poter completare con l'immaginazione ciò che si legge, ma tu sei veramente troppo vaga, in alcuni momenti. Dovresti tentare di visualizzare bene ciò che vuoi scrivere e poi di renderlo in maniera ordinata.
Inoltre alterni descrizioni e introspezione in maniera confusa, a volte legandoli con cattiva punteggiatura. Non è un tuo atteggiamento costante, ma in alcuni casi tendi a mescolarle troppo. Tenta di separarle perlomeno con un punto, in modo che si capisca la differenza fra pensiero e azione.
Riguardo all'interpretazione, Andrea è un personaggio piuttosto piatto. Si comporta come un maschiaccio: è impulsiva, facile all'ira, senza vergogna. L'unico accenno di femminilità lo mostra quando tenta di proteggere Priscilla. Tuttavia, alla fine ricalca sempre l'archetipo del paladino, senza molte variazioni sul tema. Visto che te ne sei andata a metà quest, non posso sapere come avresti interpretato Andrea più avanti; forse avevi in mente qualche svolta. In ogni caso ti consiglio di conferire al tuo personaggio qualche tratto aggiuntivo per renderlo più interessante.
Riguardo alla strategia, non avendo tu un parco tecniche molto ampio, hai costruito un buono scontro nel combattimento con Samuel. In sportività, non ho nulla da dire, se non il tuo abbandono. Certamente avrai avuto le tue ragione, ma non posso lasciare impunito un comportamento che avrebbe potuto causare il fallimento della quest.
Ti viene assegnata una penalità di 100 Gold alla ricompensa per non essere arrivata al finale e un malus interpretativo. Ricordo che i malus si possono rimuovere con una pozione del rimodellamento.

A te spettano quindi 300 gold e il seguente malus:

CITAZIONE
Divorata dalle fiere

Gettata in una camera buia, dall'odore fetido di escrementi e urina. Assalita da decine di occhietti scintillanti, accompagnati da fauci candide come la neve. La carne che viene masticata, il dolore insopportabile delle ossa spezzate e dei muscoli strappati. L'aria che lentamente viene a mancare dalla gola recisa.
L'incapacità di morire.

Andrea ha fallito nello spezzare l'incantesimo con cui è stata colpita, e per tutto il resto della sua vita dovrà patirne le conseguenze: ogni volta che si addormenterà, lei diverrà il piccolo Samuel. Gettato dalla strega in mezzo a una tana di lupi affamati, il piccolo venne divorato più e più notti mentre la sua carne si rigenerava. Questo sarà ciò che il Paladino dovrà vivere, senza possibilità di fuga.

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Questo Malus è assegnato a tutti voi, nessuno escluso.
CITAZIONE
Solo una fiaba

Una strega nel bosco che rapisce bambini per trasformarli in mostri. Questa è la storia che vorrebbero raccontare gli unici tre sopravvissuti di Tannenwald. Hanno visto con i loro occhi il castello in mezzo alla foresta, quella fortezza d'incubo dove decine di bambini hanno trovato la morte senza che loro potessero fare nulla per evitarlo. Hanno parlato con quella ragazza dalla coda di gatto, quella che, senza battere ciglio, ha tagliato la testa a una bimba che l'abbracciava.
E poi hanno visto scomparire tutto quanto.
Niente rimane a confermare le loro parole. E nessuno crederà mai loro.

[Malus: il pg non verrà mai creduto riguardo al suo racconto dei fatti avvenuti a Tannenwald, né riguardo al castello o alla strega. Questo malus non si può rimuovere con una pozione del rimodellamento.]

Questo è l'artefatto per Paracco (si ringrazia Coldest per la scrittura e la realizzazione e per cui riceverà 200 G):
CITAZIONE

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-once upon a time-

C'era una volta la mamma. Era dolce, occhi come il cielo e la chioma di campi di grano. Persino la pelle, pallida e fragile come porcellana -eppure morbida come le nuvole- resta ferma come ancora nelle nostre memorie. Una figura angelica che con la sua gentilezza riscaldava la casa e le strade persino nelle notti più gelide di Tannenwald, illuminando i volti degli abitanti tanto quanto quella dei suoi figli.

C'era una volta: prima che la tosse e i fazzoletti rossi la portassero via, prima che le coperte dovessimo rimboccarcele da soli. Prima che il suo letto rimanesse vuoto.

Una volta in cui eravamo spensierati, in cui la vita era una fetta di torta dolce come la ninnananna che accompagnava il sonno nelle notti più scure.
Prima della pece...prima della ragazza con la coda. Prima della madre.

Una volta, e mai più.
C'era una volta in cui persino noi,
stringendo in sprazzi di purezza questo medaglione,
siamo stati
. i n n o c e n t i .



~ Le braccia della mamma ~

Era minuta rispetto agli altri nel villaggio, ma nonostante tutto noi eravamo ancora più piccoli: tanto da poter essere stretti in un abbraccio tenero. Noi lo ricordiamo. Ricordiamo mentre ci cingeva le spalle quando eravamo arrabbiati, terrorizzati o tristi, dita a carezzare i nostri capelli, e ci premeva delicatamente contro il suo grembo. Il suo profumo, il suo calore, e soprattutto il suo silenzio: erano tutto ciò che serviva perché il mondo diventasse lontano e innocuo, di fronte alla sua figura.
Era minuta, vero: ma lei era il bastione più alto, erso a proteggerci dalle paure e dal dolore.

[Passiva, permette di erigere tecniche di difesa inconsciamente. Alta, barriera Media per due turni. Attivabile a 360° o meno. Nel primo caso, sarà di potenza Bassa anziché Media. La barriera ha forma sferica o a cupola, si manifesta come una distorsione luccicante dell'aria attorno, ed ha una consistenza morbida, non rigida, seppur impenetrabile. Può essere utilizzata anche per attutire le cadute o forti urti non-tecnica, una volta evocata. Natura magica.]


~ Il bacio della mamma ~
Eravamo bambini, privi di rimorsi e troppo curiosi per fermarci. Amavamo ciò che era straniero, non avevamo timori di dire il nostro nome a chi non lo conosceva - non avevamo ancora conosciuto il mondo. Ci avventuravamo spesso fuori da casa, cadevamo e ci facevamo male. I lividi erano il marchio sulla nostra pelle su quanto lontano eravamo andati, il rosso del sangue sulle ginocchia quanto forte avevamo corso. E ogni volta che tornavamo con le lacrime di coccodrillo, lei era sempre lì per accoglierci: un rimprovero severo, seguito sempre da acqua gelida, e infine un bacio: gentile e caldo, lì dove prima bruciava e faceva tanto male. Diceva che il bacio sarebbe servito a farlo curare in fretta e a fare meno male, ma solo se eravamo bambini buoni che ascoltavano la propria mamma. Siamo davvero stati bravi bambini, però? Lo siamo stati, mamma?
[Media, per quattro turni le cure sono al livello del consumo; non le rende di un livello superiore al consumo se c'è un'altra passiva di mezzo. Natura magica. Passiva, 2CS in Prudenza ogni volta che il possessore del medaglione attiva una tecnica di cura. Media, consiste in una cura Alta verso il proprio fisico attivandola tramite tocco, o su sé stessi. Utilizzabile solo una volta, e solo se sono attive le precedenti tecniche attive "Le braccia della mamma" e "Il bacio della mamma". Cura da ferite fisiche.]



~ Il sorriso della mamma ~
Era grave. Lo sapevamo, perché ogni volta che menzionavamo i fazzoletti rossi gli altri chinavano il capo e si lanciavano occhiate tristi. Le faceva tanto male. E sapevamo anche quello, perché quando lei non ci guardava ma noi guardavamo lei il suo volto era triste e addolorato; eppure inevitabilmente ogni volta che le chiedevamo se andasse tutto bene lei rispondeva di sì. Sì, piccoli miei -diceva- mamma ha solo avuto un pensiero brutto. I pensieri brutti fanno male a tutti, sapete? Per questo bisogna combatterli così. E sorrideva. Non riuscivamo a capirlo: come poteva sorridere nonostante la tosse le facesse tanto male? Eppure ogni volta che lei distendeva la piccola bocca e mostrava i denti bianchi, noi facevamo lo stesso. Forse la tosse era davvero solo un pensiero brutto, e sorridendo scacciava sia lei che le nostre paure. Ma allora perché di lei ci rimane solo questo medaglione?
[Bassa, consiste in un'influenza psionica amichevole sul bersaglio designato. Non lascia danni, ma una piccola impronta di affetto e non-ostilità che perdura per il resto della giocata. Affrontabile come una tecnica di natura psionica di potenza bassa.]


A me vanno 1650 Gold per aver gestito la quest. Faccio aggiornare i conti il prima possibile. Paracco deve comunicarmi in confronto o per vie private se tiene gli artefatti o meno.

Ringrazio tutti per la partecipazione, spero di ruolare un'altra volta con voi!
 
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36 replies since 21/1/2013, 20:34   971 views
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