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Radici e pietre, {Contest Aprile 2013 - Radici}

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dra31
view post Posted on 28/4/2013, 14:19




Radici e pietre
Territori Orientali, Basakli

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In lontananza inizia a delinearsi il profilo di una piccola cittadina rurale immersa nella prateria. Il lento avanzare del mulo rende il progressivo sviluppo dell'orizzonte una buona occasione per gustare con calma e piacere il ritorno a casa.
Esatto, il costruttore è sulla via di casa. Lasciato alle spalle Basiledra con i suoi intrighi e le sue commedie di palazzo, le sue ribellioni e le sue guerre intestine, Serhat ha deciso bene di prendersi un discreto periodo di riposo e di fare visita ai propri famigliari. Ogni tanto fa bene tornare al punto di partenza.
L'ultima volta che ha visitato la propria casa era parecchi anni prima di giungere a Basiledra, quando ancora si chiamava Borgo Toryu, ed era in un paese sulla costa occidentale, non lontano da Barcino e Byzar, luoghi dove il padre è maturato e ha lavorato. Si chiamava Kyrnieta ed era un piccolo borgo di collina di poche migliaia di abitanti, ed è il paese che ha lasciato al costruttore, come eredità dei primi anni di vita, il suo caratteristico modo di parlare.

Raggiunge le prime case quando il sole è alto in cielo e lo stomaco borbotta, motivo per il quale dirige la propria cavalcatura verso il mercato cittadino. L'atmosfera che domina è diversa da quella che ha potuto conoscere a Miyako e a Basiledra, è un clima più rilassato e allo stesso tempo energico, che gli ricorda molto l'infanzia. Un ambiente che ultimamente stava dimenticando che esistesse, invischiato come è stato nelle trame delle grandi città e famiglie nobili.
Scende dal mulo che viene consegnato, insieme a una cospicua mancia, a un ragazzino che lo controlli e si dirige verso i banchi dei commercianti, seguendo il profumo delle pietanze calde e fragranti appena pronte.

Serse!

Nell'udire quel nomignolo, chiamato con una voce piuttosto alta per sovrastare il vociare del mercato all'ora di pranzo, si volta nella direzione cui proviene il richiamo. Sfoggia un sorriso fraterno nell'attimo in cui incrocia con lo sguardo le due figure che si avvicinano salutandolo. L'hanno beccato con il sorcio, o meglio con lo spiedino di pecora, in bocca e sorridere al momento è l'unica cosa che può fare, tra una masticata e l'altra.

Jyrgal!

Finisce al volo il pasto e accoglie il giovane che lo approccia con un robusto abbraccio, per poi ingentilirsi nello scambiare un paio di baci sulle guance della adolescente che li accompagna.

E la piccola Aysel, eri uno scricciolo quando sono partito e guarda che signorina mi ritrovo.
Invece, fratello, sei grande e grosso come ricordavo.
Robusto, Aysel, si dice robusto.

È impossibile farsi sfuggire una risata, dopo quelle battute: tutti in famiglia conoscono quanto ci tenga Serhat a riconoscere la propria corporatura massiccia se non come una robustezza dovuta per il lavoro. Rintuzzarlo è sempre stato un buon motivo per farsi due sane risate.

Allora fratello, cosa ti riporta a casa?
Il lavoro.
Non eri impegnato con il cantiere della cattedrale di Miyako? Nella tua ultima lettera parlavi di questo.

Il terzetto si avvia verso la propria casa, e la distanza che li separa dalla meta è l'ideale per recuperare gli anni passati lontani.

Ce so' state cose che hanno cambiato i programmi. Nostro padre?
A casa, di questi tempi non lavora più come una volta.
Non sarà che se sta a invecchià?
Se ti sente. Non è più un ragazzino, è vero, ma ancora abile e agile. Solo che qui si costruisce poco e si ripara molto.

Una pacca sulla spalla del giovanotto è la risposta del costruttore, mentre prende sottobraccio la sorella e continua la passeggiata.

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Il sole mattutino rischiara e accende i colori delle aiuole in piena fioritura, per poi risvegliare i giochi di luce e ombra degli elaborati intarsi che decorano le snelle colonne del portico immerso nel chiarore di un nuovo giorno. È qualche giorno che il costruttore è tornato a casa, quelli che bastano per riprendere vecchie abitudini tralasciate per lungo tempo e adeguarsi al nuovo ambiente. Figlia della tecnica e dell'esperienza paterna, la nuova casa riprende le caratteristiche tipiche del luogo dove sorge e mostra cenni di una variegata cultura edilizia in molti piccoli dettagli. Ai colori dei tappeti e dei cuscini oriundi si contrappone il mosaico degli inserti lapidei e di cotto dei pavimenti, alle decorazioni lignee delle colonne e delle porte si associa la geometria semplice della pittura muraria; una mescolanza di elementi nella quale si leggono le origini di chi la costruita.

Serse, se batte la fiacca?

La voce che spezza la tranquillità mattutina, carica della rudezza tipica del risveglio, è quella del nonno, figura preziosa nell'infanzia del costruttore e dispensatrice di utili consigli.

Se studia, nò'.

'anziano si siede accanto al nipote, porgendogli una tazza di tè. Lunghi attimi di silenzio si inseriscono tra i due uomini e solo il suono della natura urbana fa da sottofondo a quella scenetta di riunione tra due generazioni.

Lavori?
Qualcosa, piccole riparazioni e qualche stralcio di grandi opere.
Nulla di tuo, quindi.
Sfiga mia nello scegliere. è 'n'ammazzata sta strada.

Ancora una pausa silente, con lo sguardo che si perde oltre il muro di cinta del cortile. Il vecchio, anche in passato, non è mai stato di molte parole, una qualità che è come un'eredità.

Mai detto che fosse in discesa.
Già.

Il colloquio nonno-nipote viene interrotto dalla confusione allegra delle donne di casa, le quali stanno preparando la colazione. Come niente fosse, i due si aiutano a vicenda per sollevarsi dai bassi cuscini e raggiungono i familiari riuniti a tavola.

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Marmocchio, forza con quella callarella.

A chiamarlo marmocchio a trentasette anni è qualcosa che possono permettersi solamente con due persone al mondo: i suoi nonni e i genitori. l'asciutta figura sopra all'opera su un nascente muro di mattoni, così diversa dal nostro robusto Serhat, è quella del genitore.

Arriva.

In cantiere la grazia non è di casa, come dimostra il brusco passaggio di mano del secchio di malta e il rude inforcare in essa da parte dell'uomo. Non è di casa nemmeno la cordialità che può esserci tra genitori e figli, stando a come si parlano i due.

Sei lento. E stupido.
Lento forse, stupido no. Cos'è, la vecchiaia t'ha rincojonito?
Mai quanto te. Muoviti, passami la livella.
Tiè. Ok, sarò rincojonito ma non ce creperò per aver mollato quel lavoro.

Diverse visioni su un argomento delicato. Serhat si era preparato da tempo alla reazione paterna sulle sue ultime decisioni, e sapeva anche lui che quell'occasione ghiotta difficilmente tornerà. "Ogni lasciata è persa", dicevano dalle parti di Kyrnieta; e non vale solo per le donzelle.

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Il fresco della sera è l'ideale per riprendersi dalla fatica e dalla severa guida paterna. E l'ambiente tranquillo del cortile, animato dall'allegro vociare femminile ai fornelli e dal chiacchierare pacato degli anziani alle prese con la dama, è l'ideale per far due considerazioni personali.

Come le radici in un muro, le quali si fanno strada tra le fenditure e le fughe delle pietre e dei mattoni consumandone la malta e minandone la stabilità e la resistenza, il confrontarsi con la famiglia ha incrinato la sicurezza del costruttore, già più volte insinuata dal dubbio di aver smarrito la propria strada.
Se hai la paura di esserti perso, tornare sui propri passi non è mai una idea sbagliata.

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- note › Un pezzo scritto di getto, sconclusionato, senza capo né coda. Un pezzo per il contest scritto senza nessuna pretesa, se non per mettere un punto e andare a capo con la storia.

Anche nel muro più solido
si fanno strada le radici.
Serhat Satu

 
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