Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

rosa del deserto

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view post Posted on 5/1/2013, 15:21
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D U E L L O U F F I C I A L E

Amante cremisi vs. Lohengrin



Gialla Vs. Verde
E Vs. E


Primo post: Leòn.
Premio in palio: Nessuno.
Player Killing: Disattivato.
Durata: Uno o più post di presentazione e cinque post di combattimento.
Tempi di risposta: 5 giorni.
Arena: Città Rossa, Ses'shala - la descrizione sarà presente nel primo post di Canute.
Background: L'amante cerca un modo per ricongiungersi a Selene, la quale, in sogno, gli rivela dell'esistenza di Morrigan e Lohengrin, una Dea ed il suo araldo che avrebbero potuto aiutarlo nella sua impresa.
 
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view post Posted on 5/1/2013, 15:37
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« Quando potrò incontrarti e sapere che non si tratta di un sogno? »
Il capo dell'amante posato sulle gambe di lei, gli occhi fissi nei suoi, luci cremisi nella notte.
« Presto, amore mio, non temere - ride - la distanza, inoltre, aumenta il piacere. »
Selene gli sorride, un misto di dolcezza e perversione sul suo volto, mentre lui con un rapido gesto del braccio cerca di nascondere le lacrime che scivolano lentamente lungo le goti rosee. Vederti morire, forse, non è stato sufficiente; dimmi, quanto ancora dovrò soffrire prima di sapere di star stringendo un corpo che non è soltanto il frutto della mia immaginazione?
La dea, notando la tristezza nello sguardo del suo cavaliere, che nel frattempo si è alzato ed allontanato da lei, gli si avvicina nuovamente e ne sfiora il viso con amorevole delicatezza.
No, non tentare di consolarmi, non puoi riuscirci: ho ormai trascorso troppe notti al tuo fianco con la consapevolezza di svegliarmi il mattino seguente senza di te, e le promesse d'amore scambiate tra noi non fanno altro che aumentare la sofferenza che sto provando.
È nell'istante in cui quel dolore sta per travolgerlo che l'amante sente il seno di lei premere sul suo petto mentre lo stringe a sé più forte di quanto abbia mai fatto prima. Sembra reale.
« C'è - sussurra al suo orecchio - qualcosa che possiamo fare, ma è orribile. »
« Dovresti saperlo - le dice deciso - je ferais n'importe quoi en échange de toi. »
Entrambi poi si guardano negli occhi, perdendosi in una dolce visione scarlatta, e, ancor prima che loro stessi se ne rendano conto, le loro lingue si intrecciano in un lungo ed intenso bacio.




I raggi del Sole baciano la pelle ambrata di Leòn, risvegliandolo dal sonno, costringendolo ad abbandonare la sua dama.
Stringe i pugni, come ogni qualvolta la Luna scompare dalla volta celeste lasciando il posto all'astro diurno,
le unghie lacerano le carni fino farle sanguinare mentre maledice sé stesso e quell'amore impossibile di cui gli Dei
han voluto fargli un dono così paradossale: perché io - chiede urlando, mentre tace - perché io, l'uomo che tutte
le donne chiamano amante cremisi, sono costretto a sorreggere il peso di un tanto crudele fardello?
Scuote il capo, stavolta le cose però possono andare diversamente, stavolta la storia può avere un lieto fine.
Sa cosa fare, adesso: ha due nomi, Morrigan e Lohengrin; due immagini, una donna che è un corvo ed un uomo dai capelli rossi come fuoco e dagli occhi verdi; la dea della guerra, della sessualità, della violenza ed il suo araldo.
Sa dove andare, adesso: il deserto, la Città Rossa, Ses'shala, la rovina di un tempo grandiosa civiltà.
.
.
.

r o s a d e l d e s e r t o



Il veliero del deserto scivola sulla sabbia ed un vento favorevole soffia nelle sue vele: non manca molto al suo arrivo.
Le braccia di lui si posano sul corrimano del ponte mentre i suoi occhi scarlatti fissano con attenzione l'orizzonte in attesa di scovare un segno di vita in quell'infinita distesa di biondo nulla. Non può più aspettare. Sembra esser sul punto di crollare quando, improvvisamente, in lontananza, compaiono le mura della Città Rossa che, nonostante siano state consumate dell'arida corrente del deserto, e dal tempo, conservano ancora integra la loro maestosità.
Una volta sceso a terra, ciò che ha di fronte non si avvicina neanche un po' a ciò che si aspettava: in viaggio,
lui immaginava palazzi tanto alti da riuscire a grattare il cielo e fiumi d'oro e sorrisi scorrere senza fermarsi mai.
Forse un tempo, questo luogo era così fastoso, ora, ciò che vede sono soltanto uomini e donne privi di ogni morale,
assassini, ladri, prostitute e mercanti senza scrupoli capaci di vendere lo loro stessa anima al miglior offerente
e chissà che qualcuno di loro non l'abbia già fatto per davvero.

Dove sei Lohengrin, schiavo di Morrigan, dove?!
Io, Leòn, amante di Selene, ho bisogno del tuo aiuto e non potrai negarmelo.


Un lampo cremisi, decine di petali rossi, Reminiscenza nella destra;
Vuol ottenere ciò che desidera, anche con la forza, se sarà necessario.
Così, con la lama scarlatta impugnata, si immerge in un mare di colori e sporcizia.




Niente da dire, se non spacchiamo bro'!
Per ora non inserisco lo schema riassuntivo perché non siamo entrati ancora nel vivo dell'azione.

p.s. è presente un riferimento ad una mia vecchia giocata, un penny a chi lo trova. :v:
 
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Canute
view post Posted on 5/1/2013, 16:30








La Città Rossa era antica. I vecchi muri erosi dal vento del deserto erano l'ultima testimonianza di una civiltà ormai scomparsa, insediatasi un tempo sull'orlo del mondo conosciuto ma ormai infestato solo da spettri. E mercanti di schiavi.
Non era difficile capire da cosa derivasse il nome: forse per una particolarità di quella sabbia ferrosa, forse per uno scherzo degli dei, la tonalità della luce era perennemente quella di un tramonto malato. Talvolta virante al giallo piscio, ma molto più di frequente macchiata di sangue la sabbia sembrava sputare tutto ciò che aveva inghiottito nei secoli - cosa che puntualmente faceva dopo le tempeste, quando scheletrici bambini si aggiravano alla ricerca delle ossa ripulite di antiche battaglie, vomitate dalle fauci bollenti del deserto insieme ad opulenti fasti. O, più spesso, insieme a un terrore delle sabbie.

Ses'shala, il nome della città in una delle lingue locali, era infestata di parassiti di ogni genere: roditori portati dai velieri delle sabbie, deformità striscianti o su due zampe che si trascinavano in cerca di cibo e prede da cui estrarre fluido vitale, baldracche e soldati di ventura dalla torbida reputazione oltre ad assassini, ladri, canaglie di ogni etnia e fazione, mercanti capaci di vendere le loro stesse madri come carne da macello nelle arene. La feccia del deserto sembrava essersi tutta riunita nella città da molti secoli, col risultato - anche grazie alla lontananza da qualsiasi altro avamposto umano - che i bellicosi principi del sud avevano abbandonato qualsiasi mira espansionistica nei suoi confronti, limitandosi ad attingere da quella feccia per rimpinguare le prime file dei loro carnai.
I gloriosi re della Città Rossa erano stati numerosi quanto i granelli di sabbia che la flagellavano, e altrettanto facili a volar via al primo cambiamento del suo umore. Un presunto governo non era destinato a durar molto, in quella città suppurante.
Per la maggior parte era controllata dai mercanti più influenti, quelli al cui soldo erano le compagnie mercenarie più numerose, e tramite un intricato intreccio di intrighi politici si manteneva la parvenza di quiete.


wit0dw



Fortunatamente, il suo - di mercante - non doveva esser particolarmente ricco visto che si era potuto permettere solo una guardia male armata, si ritrovò a riflettere Lohengrin mentre ripuliva la lancia dal sangue. Lanciò un'ultima occhiata disgustata ai due cadaveri riversi nella tenda: il mercante che aveva soffocato a mani nude, con la lingua di fuori quasi a sbeffeggiarlo e il volto nero come una prugna secca, e l'armigero che stava finendo di affogare nel suo stesso sangue, le mani che reggevano l'altro paio di labbra purpuree che si era guadagnato qualche istante prima.
Tornò ad ispezionare l'interno, alla ricerca di oggetti di valore o monete. Aveva già recuperato l'arco e la lancia dal baule del mercante, in mezzo ad altre cianfrusaglie di poco valore appartenenti agli altri schiavi. A parte quello però non aveva trovato nulla di interessante, quindi si era risolto a cambiare i suoi indumenti di cuoio indurito - ormai luridi e assai poco adatti al clima - con una tunica di strana foggia, comune tra i locali, del mercante. All'ultimo aveva deciso di coprire i capelli ramati - avrebbero attirato troppa attenzione indesiderata - con un turbante, e il collo cinto dal collare da schiavo con una sciarpa sottile, arabescata da sinuose sfumature di vermiglio come il resto delle vesti con cui si era agghindato. Del collare se ne sarebbe dovuto occupare al più presto, o gli avrebbe sicuramente causato grane.
Continuava a non capire cosa ci trovassero gli uomini del sud in quello strano modo di vestire, ma almeno così il calore era più sopportabile, aggiunse grato tra sé e sé.

Il sole del pomeriggio filtrava sanguigno dagli squarci nella grande tenda del mercante, donando ai due corpi una curiosa luminescenza rossastra. Si soffermò qualche istante ad osservarli affascinato, per un momento dimentico della precaria situazione. Quegli strali scarlatti fendevano l'aria polverosa, incidendo solchi nella pelle immobile e ormai morta delle grottesche sculture; gli sembrava ancora di sentire la voce petulante del mercante mentre giocherellava nervoso con le treccine della barba, le sue minacce se non avesse seguito i suoi ordini. E poi le frustate - ondate di dolore sordo, bestemmie soffocate e urla, puzza di sangue e fluidi corporei nelle narici.
Ma prima ancora uno sprazzo di luce accecante nel deserto, calore, il suo veliero della sabbia che viene assalito, Lohengrin si difende ma non ha speranze contro quei demoni dalle barbe cangianti armati di scimitarre.

Catene lo cingono,
lo avvolgono,
lo abbracciano,
lo stritolano.

Freddo e caldo, sete e fame si alternano, la paura inizia a serpeggiare in una mente pronta alla gloriosa morte del guerriero, ma vergine al disonore e al terrore della miserabile vita dello schiavo.
E poi il mercante, dal nome impronunciabile e gli occhi saettanti quanto la frusta che brandisce. Un viaggio interminabile, diversa la nave e il deserto, stessi gli uomini che lo circondano, stesse le catene, unico il desiderio di morire.
E infine quel breve istante, meno che un frammento di percezione: ira, incontenibile e furibonda. Odio fiammeggiante prorompe dal suo intero corpo, scioglie le catene ai polsi ma non tocca il mercante.
Oh, no, di quello se ne occuperà lui stesso.
Non prova pietà, non ci riesce nemmeno quando il verme inizia a strisciare piangendo, implorando di esser risparmiato.
Dove finisce l'uomo e inizia la bestia? Lohengrin non lo sa, ma gli importa davvero in quel momento?
No, solo vendetta verso colui che gli ha imposto quel giogo. Catene!
Nuovamente catene lo hanno vincolato, altro dolore, ennesimo flagello della sua carne.
É davvero il volto del mercante quello che lampeggia nei suoi occhi mentre lo strangola tra urla belluine, o é un volto di donna? É una barba, o una generosa scollatura, vesti amaranto e capelli di fiamma a circondare il viso perfetto?

Morrigan.
Morrigan.


Il giovane si riscosse, scoprendosi in ginocchio, ansimante, lo sguardo appannato e le guance solcate da rivoli bollenti. I cadaveri sembravano lanciargli un monito con quegli occhi accusatori.
Distolse lo sguardo, improvvisamente sentendo la necessità di vomitare. Rialzandosi a fatica raccolse la lancia e la passò insieme all'arco dietro la schiena, assicurandola con una cinghia. Raschiarono contro la pelle morbida, non ancora del tutto rimarginata della schiena, ma si limitò a stringere i denti e dirigersi verso l'apertura della tenda.
Un ultimo passo verso la libertà.
Esitò: il sole accecante e minacce sconosciute all'esterno, la compagnia dei morti all'interno.

Varcò la soglia.



E questo è davvero l'apice della mia abilità come grafico *facepalm*
Per ora non inserisco lo schema riassuntivo perché non siamo entrati ancora nel vivo dell'azione. perché mipesailculo. Pardon my french.
GL&HF!
 
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view post Posted on 10/1/2013, 22:19
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Una fredda sera d'inverno, la pioggia batte forte sui tetti e per le strade, dando vita ad un dolce valzer,
per quei pochi che sanno ascoltare e che desiderano ballare o, semplicemente, per dei folli drogati d'amore.
Così, sotto l'acqua che cadeva violentemente, la mano di lui si poggia sul fianco di lei e quella di lei sulla
spalla di lui. Iniziano a danzare, dimentichi per quei momenti di qualunque siano i problemi che li affliggono.
In quei meravigliosi attimi, le vecchie mura della stradina in cui stavano poco prima passeggiando diventano per incanto le pareti di un fastoso palazzo, dipinto di accesi colori ed ornato di tanti e bellissimi quadri,
mentre decine e decine di persone, giovani e anziane, compaiono dal nulla per poter unirsi loro in quel ballo.



« Questo, è il più bel giorno della mia vita. » « Io invece credo manchi ancora qualcosa. »
È una notte buia e tempestosa. Improvvisamente echeggia un bacio.
Stupita, inizialmente si ritrae, per poi cadere anche lei vittima di quel contatto.

Fu quello il primo bacio tra Leòn e Selene,
mentre danzavano
bagnati dalla pioggia
accanto una folla invisibile

.
.
.

r o s a d e l d e s e r t o

La folla, però, è ora reale e l'amante corre veloce in quel fiume in piena di straccioni e mercanti e prostitute;
rivivere momenti come quelli, per davvero, non solo in sogni da cui poi ti sveglierai, è tutto ciò che desideri e sposteresti montagne e attraverseresti oceani se questo si rivelasse utile ad esaudirlo. Sei un pazzo, lo sai,
ma sai anche che i folli osano laddove gli angeli temono d'arrivare - specialmente se tali per amore.
Così rapidamente si muove in cerca del servo di Morrigan, e nel frattempo pensa a cosa gli dirà una volta che lo avrà incontrato: "salve Lohengrin, sono qui per chiedere a te e alla tua divinità di aiutarmi a portare di nuovo in vita la mia amata" e poi magari una bella stretta di mano, come si fa tra amici. Sicuramente funzionerà.
Rideranno di lui, che non è nient'altro che uno sciocco innamorato, di certo. Nessuno fa niente per niente.
Soprattutto se quel nessuno è la dea della violenza e della guerra.

Improvvisamente però
si ferma un istante, mentre tutto segue il suo frenetico ritmo, sorride:
che ridano di me e che mi insultino se vogliono - pensa - non è importante!
Ciò che importa è che mi aiutino, e lo faranno con le buone o con le cattive.

xrejw

Allora, inseguendo i suoi sogni, incurante del passato e del dolore che esso porta con sé, riprende a correre.
Corre, corre, corre, non ha mai smesso di farlo e mai smetterà: questa è la sola vita che ha, e vuole viverla senza pensare a ciò che avrebbe potuto fare. Gli hanno dato dello stupido, del pazzo, gli hanno chiesto persino che senso avesse inseguire un fantasma. Lo hanno sempre fatto, tuttavia, non sono riusciti a fermarlo.
Il perché non siano stati in grado di farlo crollare come un castello di carte è semplice: l'amore, il vero amore; un qualcosa di potentissimo, più forte anche della gravità, in un certo senso, la forza più grande sulla Terra.
Nemmeno un uragano riuscirebbe ad abbattere lui, che prova un tanto invincibile sentimento.

Ancor prima che se ne renda conto, il desiderio di rivederla, inizia a bruciare nel suo petto come fiamma viva e piano cresce fino ad esplodere fuori di sé; in quell'istante, una candida sfera di luce compare al fianco di Leòn.
Lo segue, mentre ancora si muove nella folla alla ricerca di Lohengrin, e lentamente muta la propria forma e tinta, assumendo alla fine l'aspetto della sua Selene: indossa un abito scarlatto, lo stesso che le diede quando giaceva nella sua bara, ed i suoi occhi brillano di un cremisi acceso, come se fosse ancora in vita.
Stringe le braccia intorno il suo collo in quello che deve essere un abbraccio, ma l'amante non può sentire il calore delle sue bianche carni sul proprio corpo poiché lei è soltanto l'ombra di una Dea - almeno per ora.
« Non l'hai ancora trovato? » gli chiede, lui sente il suo sguardo puntato su di sé « Ti pare che, se l'avessi fatto, starei ancora girovagando per questo postaccio? » le risponde con una nuova domanda;
lei aggrotta la fronte « Quando vuoi sai essere proprio scorbut... - si interrompe - eccolo lì! »

Si volta rapidamente: lunghi capelli ramati, occhi verdi ed un collare da schiavo. Sì, è lui.
Lo vede allontanarsi rapidamente e perdersi tra la folla. No, non andrai da nessuna parte.
L'amante si lascia cadere ed il palmo preme con forza l'arida terra. Non te lo permetterò.
Rovi robusti come acciaio crescono rigogliosi, invisibili ad altri perché sotto i loro piedi:
lo fermeranno, lo imprigioneranno e, se sarà sfortunato, gli faranno un gran male.

Fermati, servo di Morrigan, ho bisogno del tuo aiuto.
Non voglio ferirti - non più di quanto loro stanno per fare.


A m a n t e.

CS 2 in resistenza bellezza.


Energia. 100% - 22% - 11% = 67%
Stato Fisico. illeso. (0/16)
Stato Psicologico. deciso. (0/16)

Reborn. passive del dominio Absolute Defence.

Primo amore. abilità passiva di difesa psionica.

I don't want you to leave me. consumo medio, evoca sul campo di battaglia una donna che rimarrà per due turni, durante i quali ogni tecnica di natura magica provocherà danni di un livello superiore alla potenza della stessa, a fronte di una diminuzione delle tecniche fisiche di pari natura.

Roses Garden.
— no Roses without Spines consumo alto, rovi incatenanti.

Ciò che l'amante possiede
— Reminiscenza impugnata.
— Petali riposti.


è il suo dono più prezioso. abilità passiva, l'equipaggiamento dell'amante potrà essere mosso da quest'ultimo senza che lui debba impugnarlo direttamente, proprio come se fosse utilizzato da uno spirito invisibile -tale potere si estende unicamente agli oggetti e all'armamentario che siano di sua proprietà effettiva.

Riassunto.
L'amante utilizza I don't want you to leave me che ho descritto come l'esaudirsi, seppur in modo parziale, del suo desiderio. In seguito, Selene avvista Lohengrin e, per fermarlo, ricorre all'abilità no Roses without Spines. Niente di difficile.

Note.
La frase "È una notte buia e tempestosa. Improvvisamente echeggia un bacio." si riferisce a questa vignetta e, se qualcuno se lo stesso chiedendo, no, non era necessario dirlo ma volevo farlo. I Peanuts lo meritano.



 
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Canute
view post Posted on 15/1/2013, 18:16







Lohengrin indugiò sulla soglia, lasciando vagare lo sguardo tra gli edifici decadenti e l'eterogenea folla che defluiva nella piazzetta. L'aveva fatto, aveva riconquistato la libertà. Ma allora perché continuava a sentire quel senso di oppressione?

Improvvisamente un presentimento - un debolissimo segnale che allarmò i suoi sensi - e il suo sguardo fu attirato verso l'altra estremità dello spiazzo.
Un uomo e una donna lo fissavano intensamente: lei incerta, lui fin troppo deciso. Poi un movimento repentino, uno scatto della mano di lui verso terra; il presentimento divenne certezza.
Il Ruadh non perse tempo, ma nonostante avesse già iniziato a correre verso la strada opposta della piazza qualcosa stava per raggiungerlo da sottoterra. Crepe nel suolo furono l'unico segnale dell'attacco, ma sufficienti a gettare lo scompiglio tra quelli che gli stavano intorno.
Era inutile, una fitta rete di ragnatele lo aveva ormai circondato tra inquietanti scricchiolii. Poi il silenzio. Lohengrin portò la destra all'impugnatura della lancia e la sfilò lentamente da dietro la schiena.
Le crepe erano ovunque, ma la cosa stava indugiando, come in attesa di un segnale.
Il segnale arrivò.

« Ma che diav- »

Con esso decine, centinaia di sottilissimi viticci proruppero dalle fauci della terra tutto intorno a lui, strisciando come macabre parodie di serpenti in direzione delle sue gambe. Non tentò neppure di opporre resistenza: o fuggiva, o era spacciato.
Allungò la sinistra davanti a sé: un breve istante di concentrazione e fece appello alle sue energie per creare un legame con gli altri piani, un varco.
Immediatamente filamenti d'ombra - come le loro controparti arboree - fluirono su tutto il suo corpo, avvolgendolo e fagocitandolo.
Esitò un istante, il tempo di lanciare un'ultima occhiata verso i due: i loro sguardi si intrecciarono, lasciandolo come folgorato dalla ferrea determinazione negli occhi dell'uomo.
Per sua fortuna, non avrebbe mai più avuto occasione di fronteggiarlo.

Lohengrin.

...Caleb.

Smettila di scappare, o mi farai dubitare del tuo coraggio.

Un breve sorriso malizioso increspa i lineamenti fini del suo interlocutore, gli occhi scuri indugiano compiaciuti per più di qualche istante sulla figura dell'altro.

Come preferisci.

Il giovane distoglie lo sguardo da quella figura ormai così familiare eppure sempre estranea.
Non potrebbero esser più diversi: l'uno dai capelli di un ramato fiammeggiante la cui trama ondulata sfiora le spalle, gli occhi verdi incupiti dalla preoccupazione e dal sospetto; é curvo nelle sue vesti scarlatte e impolverate, abbattuto da paure che vorrebbe - ma non può - esprimere; anche l'altro é alto e longilineo, ma la carnagione é pallida, non ambrata dal sole come quella del Ruadh, accentuata dalle brache e la camicia neri che indossa; i capelli sono scuri e corti, con un taglio severo per nulla condiviso dall'espressione sardonica che ha in volto. Eppure non sembra malvagità quella nei suoi occhi, tutt'al più é il divertimento bonario di un fratello maggiore che rimprovera il minore per qualche mascalzonata.

Sarà una lunga convivenza - non importa le scelte che faremo - perché allora non renderla più piacevole per entrambi? Su, dimmi, perché non lo hai affrontato? Sai bene che avresti potuto schiacciarlo facilmente con i poteri che ti ho mostrato.

Perché avrei dovuto combattere quando non era necessario? Ho preferito risparm-

Balle. Se davvero fosse così, non avresti ucciso il mercante e il suo mercenario... Oppure loro li hai uccisi per vendetta?

Silenzio. Lohengrin gli dà le spalle e inizia a camminare in quella tenebra uniforme dove spazio e tempo hanno da lungo tempo perso significato.

Continua a scappare: da me, da Morrigan, da Dalys, dal tuo passato. Non sei mai stato capace di affrontare davvero neanche Leanna, la tua stessa sorella. Tristan se ne è andato: hai forse provato a fermarlo?

Le parole sembrano colpire il giovane con la forza di una freccia: prima inarca la schiena inspirando bruscamente, ma poi sembra incurvarsi ancora di più sotto il peso inaccettabile di quelle verità.

Era lui a non volerlo... Non potevo salvarlo, non potevo far nulla...

E quindi ora sei deciso a fuggire dalla tua memoria, a voltar pagina, eh?

Una risata lo avvolge, tanto breve quanto priva di scherno. A Lohengrin sembra di percepire l'ombra di un sorriso schietto incurvare le labbra dell'altro.

k3m7te

Non te lo permetterò. Ti costringerò a combattermi, se necessario: ma non ti lascerò più scappare.



La tenebra è squarciata dalla luce di un altro portale: il Ruadh capisce di stare varcando l'ennesima soglia.
Ma solo per ritrovarsi nello stesso luogo.
Lo aveva ingannato, manipolando il portale per condurlo di nuovo nella città del deserto. Il giovane gli scagliò in silenzio una maledizione, ma non ebbe neanche il tempo di riflettere: il nuovo varco si era aperto esattamente alle spalle dei due ignari sconosciuti.
Non sprecò l'occasione e fece appello alle sue energie; dopo un lasso di tempo che gli parve interminabile un fascio di energia luminosa saettò dal suo palmo sinistro in direzione dell'uomo; se fosse andato a segno lo avrebbe stordito per qualche tempo, riducendo drasticamente il suo campo visivo.
Contemporaneamente avanzò di un passo e azzardò una spazzata orizzontale in direzione delle gambe: se fosse stato fortunato sarebbe solo rimasto azzoppato, ma il giovane non poteva permettersi di rischiare un contrattacco.
Infine, senza neanche accertarsi dell'esito della sua offensiva, scattò nuovamente, stavolta in direzione della donna.
Scivolò alle sue spalle, con la sinistra afferrò saldamente il suo braccio mentre la destra faceva scattare la lancia verso il suo collo - una fredda, affilata minaccia.

« Mia signora, perdonami ma non posso far altro. Ordina al tuo cavaliere di non muoversi - sempre che ne sia ancora in grado - o sarò costretto a... »

A cosa? Avrebbe avuto il coraggio - o sarebbe stato così senza scrupoli - da uccidere un innocente indifeso? Sarebbe stato capace di tale nefandezza?

« ...farti del male. »

Come in un soffio. Nulla più che un sospiro adagiato sul collo nudo della dama.
Una minaccia, era palese, ma rivolta a chi?



Status Fisico: Graffi alle gambe di entità irrilevante
Status Mentale: Illeso
Energie: 100 - (10 + 10) = 80%
CS: 2 destrezza
Armi: lancia (impugnata), arco

Passive:
~ Razziale Avatar Demoniaco
~ Evocatore I - Evocazioni a tempo zero
~ Evocatore II - Potenziamento evocazioni
~ Auspex

Attive:
~ Portale - Tecnica difensiva a consumo medio, permette all'evocatore o ad oggetti/persone di spostarsi tramite un varco nel campo di battaglia. Tale tecnica ha potenza doppia contro offensive di tipo magico, e dimezzata contro attacchi fisici.
~ Инстинкт - Con un consumo Medio, dal cristallo emanerà un improvviso lampo di luce, che si protenderà verso l’avversario prescelto. Se questi non farà nulla per difendersi, i suoi occhi ne saranno feriti e la sua mente ottenebrata per un turno: egli infatti vedrà danzare nel proprio campo visivo macchie colorate e nerastre che gli impediranno di distinguere chiaramente l’ambiente che lo circonda (tecnica magica).


Riassunto:
Lohengrin si salva per il rotto della cuffia dai rampicanti entrando nel portale, con l'intenzione di concludere lì il combattimento; l'intromissione di Caleb - appartenente al BG del personaggio - però lo costringe a proseguire: infatti ricompare subito dietro l'Amante.
Prima attacca con un'attiva di Okna Sveta con l'intenzione di accecarlo, in modo da avere campo libero per la successiva offensiva portata con la lancia, una spazzata orizzontale diretta alle gambe.
Nel finale scatta verso Selene e le torce un braccio dietro la schiena in modo da usarla come scudo, e contemporaneamente minaccia di decapitarla sempre con la lancia se i due non se ne staranno buoni.
La posizione finale è quindi con Selene tra Lohengrin e l'Amante (o quel che ne rimane) a qualche metro di distanza.


Note:
Mi scuso per il lungo dialogo di metà post, ma è strettamente collegato agli sviluppi di BG che tenterò di approfondire nel contest. Tenterò.
Spero che non mi siano sfuggite autoconclusioni di sorta - quelle verso Selene sono state concordate con L e ò n in precedenza - e che il tutto sia risultato una lettura piacevole.
 
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view post Posted on 20/1/2013, 15:13
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R O S A D E L D E S E R T O

Decine di rovi frantumano il terreno e rapidamente si stringono intorno le gambe della loro preda.
È mio pensa mentre osserva soddisfatto la scena. Improvvisamente, colpo di scena.
Sottili filamenti d'ombra si intrecciano intorno il corpo dell'araldo e, un attimo prima di scomparire,
i suoi occhi verdi trovano quelli cremisi dell'amante che vi vede solo esitazione e timore.
Dinanzi la sparizione di quell'uomo, Leòn stringe i pugni e si volta in ogni direzione, insieme lui anche la dolce Selene inizia a cercarlo. Non può essere andato molto lontano, lo sa, ed ha ragione: non passano infatti che pochi istanti prima che una luce esploda dietro di lui, quasi accecandolo, e macchie colorate inizino a danzare innanzi a sé. Chiude gli occhi, difendendo il viso con le mani, mentre uno scudo d'amaranto si alza rapidamente proteggendolo da quel fascio accecante.
Scuote il capo, le palpebre stanno per schiudersi quando cade a terra perché colpito alle gambe.
Il dolore è forte tuttavia la ferita non è più che un graffio giacché la sua bellezza non potrà mai essere scalfita da un'arma comune. Una volta rialzatosi e la vista tornata normale, egli vede la sua donna trattenuta con la forza « mia signora, perdonami ma non posso far altro. Ordina al tuo cavaliere di non muoversi - sempre che ne sia ancora in grado - o sarò costretto a farti del male ».
Farle del male? Ridi, cavaliere, ridi tanto forte affinché tutto la Città Rossa possa sentirti!
Lui non sa quanto la tua dama abbia già sofferto, rinunciando prima alla vita quindi all'uomo che amava ed ama ancora. Dimmi, schiavo di Morrigan, tu sai quanto doloroso può essere il ferro di una lancia o di una spada, quando a penetrarti il cuore è ben altra lama? No, non potrai mai saperlo - a meno che tu non lo desideri: allora fermati e guarda nei miei occhi, brillanti di desiderio e di sangue, e capirai poiché vedrai la sofferenza che ho visto anch'io in quella torrida notte d'estate.
« Io e la donna che hai in ostaggio siamo nient'altro che delle ombre, » gli risponde mentre sfiora con lo sguardo l'arida terra che calpesta « o fantasmi, secondo altri » ma questo non importa, perché in qualunque modo tu voglia chiamare un morto, esso resta tale - tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro, Lohengrin. È per questo che oggi sono qui davanti a te, e lei con me.
Selene guarda con angoscia il suo amante perché ciò che egli dice è il vero: lei è soltanto l'immagine riflessa di un qualcosa di ben più grande, di una dea, e come tale il suo posto non è al fianco di lui. Non ancora, almeno. Spinta da quella tristezza, avvicina il collo all'acciaio —
della lama d'amaranto, Reminiscenza, tagliandosi la gola ed affogando nel suo stesso sangue.
Troppo tardi Leòn giunse, e, quando ebbe di fronte il suo corpo morto, non riuscì a far nient'altro che stringerlo a sé con quanta forza gli rimaneva, bestemmiando ogni dio che egli avesse conosciuto in vita e macchiando la seta bianca che veste il suo corpo di un vivo scarlatto.
Fu da allora che il rosso bruciante di dolore divenne il colore degli abiti dell'amante. —
della lancia dell'araldo e l'attraversa senza venirne ferita, avvicinandosi poi al suo cavaliere.
« So di te e di Morrigan la dea - corvo, » dice lui mentre la sua lei lo raggiunge al suo fianco, il cremisi velluto delle sue vesti spinto dal vento « vi ho cercato - e trovato - perché ho bisogno del vostro aiuto per riportarci in vita » e la pelle di Leòn sfiorata da petali di metallo « avevo persino intenzione di non farti soffrire più di quanto fosse necessario, servo, ma hai osato puntare la tua arma su ciò che ho di più prezioso » che iniziano ad agitarsi guidati dalla rabbia del loro proprietario riducendo in pezzi la giacca che egli indossa « ed ora ne pagherai le conseguenze ».
Così, centinaia di lame di pura energia cremisi si uniscono a quelle che già stavano fendendo l'aria del deserto e, mosse dal desiderio di lui dagli occhi ardenti di odio, si riversano su Lohengrin come un'onda che si infrange sugli scogli, in un magnifico spettacolo di luci.
Non è più mio interesse che tu viva o muoia, mi aiuterai in ogni caso, dovessi rivolgermi alla dea di cui sei schiavo servendomi del tuo corpo mutilato come valido sacrificio - la mano sul torace nudo - poiché io sono Leòn, amante cremisi, e ~~~, costrutto e guardiano di Selene.



Fermati, araldo di Morrigan, e guarda nei miei occhi, brillanti di desiderio e di sangue, e capirai poiché vedrai la sofferenza che ho visto anch'io in quella torrida notte d'estate.



A m a n t e.

CS 2 in resistenza bellezza.


Energia. 67% - 11% - 11% = 45%
Stato Fisico. lievi ferite ad entrambe le gambe. (0/16)
Stato Psicologico. deciso. (0/16)

Reborn. passive del dominio ed attiva II (media) del dominio Absolute Defense.

Primo amore. abilità passiva di difesa psionica.

I don't want you to leave me. consumo medio, evoca sul campo di battaglia una donna che rimarrà per due turni, durante i quali ogni tecnica di natura magica provocherà danni di un livello superiore alla potenza della stessa, a fronte di una diminuzione delle tecniche fisiche di pari natura. [2/2]

Roses Garden. consumo medio.

Ciò che l'amante possiede
— Reminiscenza impugnata.
— Petali mossi con la telecinesi.


è il suo dono più prezioso. abilità passiva, l'equipaggiamento dell'amante potrà essere mosso da quest'ultimo senza che lui debba impugnarlo direttamente, proprio come se fosse utilizzato da uno spirito invisibile -tale potere si estende unicamente agli oggetti e all'armamentario che siano di sua proprietà effettiva.

Riassunto.
Mi difendo dal primo attacco usando l'attivo di dominio mentre subisco l'attacco fisico che, a causa dei miei CS in resistenza, non dovrebbe far molto danno. In seguito attacco Lohengrin sia con i Petali attraverso la telecinesi sia con il dominio delle rose a consumo medio.

Edit.
Piccoli errori.




Edited by L e ò n - 25/1/2013, 15:42
 
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Canute
view post Posted on 25/1/2013, 18:34






I riflessi sempre più cupi del sole morente conferivano, insieme al silenzio innaturale, un aspetto spaventoso alla piazza deserta: lame di luce sanguigna giocavano con la polvere sollevata dal vento dando forma a visioni spettrali e ipnotiche;
e i banchi del mercato vuoti non facevano altro che accentuare l'aria sinistra.
Solo tre individui svettavano in quella solitudine sabbiosa, ma il loro numero sembrava stare per calare drasticamente.

« Io e la donna che hai in ostaggio siamo nient'altro che delle ombre, »

Lohengrin ricambiò lo sguardo ma cercò di nascondere la sorpresa: come aveva potuto non venir neanche scalfito dalla sua lancia? E poi quella parete di sangue creata dal nulla... Si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore, continuando a stare in allerta alla ricerca di una breccia nella difesa dell'altro.
Ma non importava, fintanto che la lama d'acciaio avesse minacciato l'esile collo della sua donna non avrebbe potuto nulla. Non avrebbe voluto di certo ucciderla...

« o fantasmi, secondo altri »

...no?
Il suo ostaggio attraversò la lama come se fosse stata fatta d'aria, e raggiunse il compagno senza neanche voltarsi. Lohengrin inspirò bruscamente, impallidendo. Lo sguardo saettò rapidamente prima sull'uomo e poi sulla donna. Abbassò la lancia, mentre la mano che la brandiva iniziava a giocherellare con l'impugnatura dell'asta.

Hai perso lo scudo, hai perso la lingua. Dov'è il tuo sangue freddo, laoch? guerriero

Respirò profondamente, appena più calmo di prima; la gamba destra aveva addirittura smesso di tremargli. Iniziò ad imporre un nuovo equilibrio mentale: chiuse gli occhi, inspirò ancora e poi li riaprì; lo straniero stava per attaccare, non si poteva permettere di vacillare proprio in quel momento.

Tremi, fear? uomo É paura quella che provi? Lo senti il flagello, il gelido metallo e la pelle che si lacera? Se percepisci la fine, testimonia la bellezza di ciò che ti rimane o muori in silenzio.

Arretrò il piede destro levando allo stesso tempo la lama, impugnata lungo l'asta da entrambe le mani, e portò il taglio all'altezza degli occhi. Il metallo brunito della lancia scintillava cremisi agli strali del tramonto, come sangue appena versato.
Era pronto. Tutto il resto non contava - né il vuoto berciare di colui che lo affrontava, né lo sguardo triste della donna; quella era solo l'ennesima battaglia, o prova di forza o coraggio o abilità che fosse. Non era la prima, forse sarebbe potuta essere l'ultima.
Poco contava il giudizio dell'Antico, di Caleb: Lohengrin non sentiva suoi quei poteri, non vi poteva fare davvero affidamento. Davanti a sé aveva due spiriti, due entità sconosciute di quel mondo alieno. Non aveva altra scelta che combattere per la propria vita e quel residuo di onore che ancora aveva.
Armato solo della sua lancia e forse anche di una fermezza nuova e inaspettata.

Allora sii certo che il tuo primo colpo sia anche l'ultimo.

Arrivarono i primi petali. Simili a schegge amaranto, iniziarono a fluttuare verso di lui, lasciando scie luminose dove fendevano l'aria; li osservò affascinato - sembravano uccelli rossi, come certi che se ne vedevano vicino al suo villaggio durante l'estate -, si avvicinavano letali e sinuosi, uno strano spettacolo sibilante.

« Strano modo che hai di chiedere aiuto, tu che usi i tuoi ramoscelli prima ancora della lingua. »

Rimase immobile e attese - non le parole dell'altro, in fin dei conti più che rivolgergli la parola sembrava aver parlato con se stesso -, ansia e meraviglia per quello strano spettacolo, che lottavano nella sua mente scontrandosi in un inesorabile e voluttuoso dipanarsi di emozioni inaspettate. Giunse il primo.
Era diretto alla sua spalla sinistra, quella più esposta; si sporse nella direzione opposta per schivarlo, portando in avanti le spalle in modo da lasciarselo scivolare accanto, ma senza muoversi coi piedi dalla posizione in cui si trovava; lo sentì carezzare e squarciare le sue ampie vesti, per poi proseguire immutato senza sfiorarlo.
Il secondo e il terzo gli sibilarono accanto alla tempia e al ginocchio sinistro, entrambi solcando l'aria per scomparire col primo alle sue spalle. Lohengrin scorse a malapena il quarto, diretto al cuore; non tentò di schivarlo - era troppo tardi - ma si limitò a intercettarlo con un rapido movimento della lancia; l'impatto sprizzò nell'aria decine di scintille, che gli sembrarono dipanarsi nell'aria come la corolla di fiamma del petalo letale.
Ma iniziavano ad essere troppi: quasi con indolenza, come un muro inarrestabile gli si stagliavano davanti, sempre più vicini; sbatté le palpebre, la meraviglia non aveva smesso di accompagnarlo in quella danza di fiori e di morte.
Un movimento errato e un petalo si aprì un sottile varco purpureo nella pelle morbida del suo braccio destro; nulla più che un graffio, a cui se ne aggiunse un altro più profondo alla spalla sinistra, e poi un altro ancora si aggiunse ai tagli sui polpacci.

Consideralo come l'adempimento della mia parte del patto.

Di nuovo la voce di Caleb risuonò nella sua mente, fievole ma allo stesso tempo echeggiando sempre più forte come un immenso gong.
Per un istante il tempo sembrò fermarsi del tutto; un solo istante, e poi il mondo implose.
Come un'onda d'urto gigantesca si espanse repentinamente intorno a lui - ne era l'epicentro, la sorgente, il creatore! - il flusso di tenebra si scagliò contro i petali in un maelstrom nero che sembrava avvolgere e soggiogare il Ruadh. Ma non gli provocava dolore, anzi, provava una strana sensazione di euforia!
Le mani gli stavano formicolando intorno alla lancia, le gambe come prese da un'improvvisa vitalità - persino il dolore dei solchi purpurei lasciati dalle schegge si irradiava nel sul corpo in ondate frenetiche.
E poi, d'un tratto, seppe di dover agire.
Iniziò a seguire il flusso - di nuovo esploso e allo stesso tempo immobile.
La deflagrazione sollevò un mare di sabbia, polvere e resti umani. Lohengrin non riusciva neanche a vedere dove metteva i piedi mentre correva, ma vedeva - percepiva - dove si trovavano i due. Riusciva a sentirli, ascoltava le loro aure pulsare mentre accorciava sempre di più le distanze, la sabbia scura che iniziava a ricadere e depositarsi tutto intorno a lui.
Improvvisamente li sentì vicinissimi, se avesse allungato la mano sarebbe riuscito a sfiorare le spalle della donna.

Ora tu rispetta la tua.

Impugnò la lancia con entrambe le mani e affondò dal basso verso l'alto, diretto al cuore dello sconosciuto. Non esitò mentre colpiva, improvvisamente certo della sua volontà.
Lo voleva morto.
Non si curò dell'esito, e con un unico movimento fluido arretrò e la estrasse violentemente, roteandola sopra la sua testa da sinistra verso destra - la lama sembrò stridere mentre mordeva la sabbia sollevata - per calarla nuovamente verso il collo dell'altro in un'inequivocabile tentativo di decapitazione.
Di nuovo non riuscì ad accertarsi dell'esito, perché una nuova presenza aveva invaso le sue percezioni.

Scattò all'indietro, e fu solo per un caso fortunato che non fu investito dall'entità che si era palesata a velocità impressionante, travolgendo qualunque cosa lungo la sua strada. Sfrecciò verso i due stranieri e fece per investirli - Lohengrin non distinse chiaramente quello che accadde, nonostante la coltre si fosse ormai quasi tutta depositata tutto stava accadendo troppo rapidamente.
Saettò a meno di un piede dal giovane. Come per un istinto inspiegabile, quello balzò su di essa, continuando a sfrecciare fino all'altro lato dello spiazzo, dove si arrestò.
Uno dei due cavalli nitrì irritato. L'altro raspò la sabbia con gli zoccoli, come attendendo un segnale.
Lohengrin guardò stupito ciò su cui si trovava. Era così grande da apparire imponente, ma allo stesso tempo dalle forme allungate ed eleganti. Il legno era di varie sfumature di rosso, così come i cavalli irrequieti, dalla muscolatura superba e il pelo così lucido da avere sfumature iridescenti.
Lo stupore cedette il passo all'inquietudine, che ben presto divenne paura.
Si trovava sul carro di Morrigan.



Status Fisico: Graffi alle gambe e al braccio destro di entità irrilevante; danno basso da taglio alla spalla sinistra (15/16)
Status Mentale: Illeso
Energie: 80 - (10 + 20) = 50%
CS: 2 destrezza
Armi: lancia (impugnata), arco

Passive:
~ Razziale Avatar Demoniaco
~ Evocatore I - Evocazioni a tempo zero
~ Evocatore II - Potenziamento evocazioni
~ Auspex

Attive:
~ Entropia - Tecnica offensiva variabile, permette di creare un flusso di energia oscura che danneggia esplodendo tutto ciò che incontra sotto forma di danni da corrosione.
~ Carro di Morrigan - Con un consumo alto, Lohengrin evoca un carro da guerra a cui è attaccata una coppia di cavalli di dimensioni imponenti; ai lati delle due ruote del cocchio e nella parte anteriore è dotato di lame e speroni (durata: due turni; CS 2 Velocità, 3 Forza; resistenza: media)


Riassunto:
Lohengrin schiva e deflette parte dei petali (non sapendo esattamente quanti fossero i "pugnali" ne ho considerati sette), rimanendo ferito (basso alla spalla, tagli di entità minore a gambe e braccia); grazie all'interferenza di Caleb riesce a salvarsi dai petali-tecnica, sparando un'offensiva in risposta per intercettarli di uguale potenza - non riportando danni. Quindi sfrutta il polverone alzato dall'impatto delle due tecniche per scattare verso i due (avendo comunque una passiva di auspex che gli permette di localizzarli anche senza l'ausilio della vista) e sferra a Leòn due attacchi: prima un affondo in direzione del cuore, poi un fendente al collo.
Fa a malapena a tempo per arretrare - a te la descrizione dell'eventuale difesa - perché, sempre per l'intervento di Caleb, dalla sua sinistra compare un cocchio che fa per investire i due - di nuovo, a te la descrizione della difesa; ovviamente non conta come tecnica ma come attacco fisico - sul quale Lohengrin salta.
Conclude una breve descrizione dello stesso.


Note:
Sai già i motivi, ma rinnovo le mie scuse per eventuali incomprensioni nel post; avrei voluto fare di meglio ma purtroppo mi ha travolto una valanga di problemi. Anche il fatto che ne sia uscito fuori un textwall non aiuta...

OFF/ Miseria! Sarà uno strazio descrivere degli attacchi portati con il carro - sembra più un GTA ai tempi di Carlo Magno .-.
 
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view post Posted on 30/1/2013, 23:47
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R O S A D E L D E S E R T O

Le parole di Lohengrin non arrivano al suo orecchio, intento com'è ad osservarne la fine:
migliaia e migliaia di petali cremisi, taglienti come coltelli, stanno per abbattersi su quell'uomo, di cui non sarebbe rimasto nient'altro che un ammasso informe di carne, ossa e cervella. Non temere, il tuo sacrificio non sarà vano, con ciò che rimarrà del tuo corpo banchetteranno sciacalli ed avvoltoi.
Leòn sorride di sadico piacere quando, contemplando lo spettacolo che lui stesso ha messo in scena, nella sua mente prende vita quella macabra ma incantevole fantasia, la sua dama invece chiude gli occhi e si rifugia dietro le sue spalle: non ha mai gradito la vista del sangue, non dopo quel giorno.
Eppure proprio tu dovresti vedere, poiché io sto combattendo soltanto per te, mia dolce.
Dunque guardami! mentre uccido Dunque guardami! mentre sacrifico la mia umanità
Ascolta la mia preghiera, g u a r d a m i.
Ma Selene, nonostante voglia esaudire quel desiderio, non riesce, anzi, scompare.
Allora lui si volta, cercandola disperatamente al suo fianco, senza però trovarla; che tu abbia per caso dimenticato cosa è in realtà la donna che ami, costrutto? L'hai detto tu stesso solo pochi istanti prima: lei è un'ombra, nient'altro che il riflesso di un dolce passato, privo di un vero cuore pulsante.
Sai, forse questo è un bene: non vedrà quanto misero sarà il tuo fallimento.

Gli occhi scarlatti mostrano l'incredulità di Leòn dinanzi ciò che l'araldo è riuscito a fare: sopravvivere.
Soltanto poche delle sue lame, infatti, sono riuscite a ferirlo, mentre le altre sono state inghiottite in un oscuro gorgo scaturito dal nulla che aveva in Lohengrin il suo epicentro. Poi, un mare di sabbia.
Non scorge, in quel polverone, il proprio avversario scattare nella sua direzione, il guardiano della dea, e non riesce ad evitare che lancia di lui gli trafigga il cuore e gli stacchi la testa dal collo.

Così, quindi, finisce la storia dell'amante cremisi.
Pregate per lui, che oggi è morto.
.
.
.

O forse no?
Io la storia la ricordo diversa,
dice la voce fuori campo.
Tossisce.
Ricominciamo.
~

Non scorge, in quel polverone, il proprio avversario scattare nella sua direzione, il guardiano della dea, ma, quando la lancia di lui, che egli a stento riesce a vedere arrivare, si avvicina al suo cuore, una magnifica rosa scarlatta sboccia sul suo petto, salvandolo da una morte certa.
Tu devi sopravvivere, una dolcissima voce gli carezza la mente, perché sei l'unica rosa del deserto.
E, prima ancora che l'arma si scagli nuovamente sul costrutto, il suo corpo viene interamente rivestito di un'armatura di viticci e spine e fiori scarlatti, su cui nuovamente si infrange l'acciaio di quella.
Tu devi sopravvivere, di nuovo quella voce, la voce di lei, perché solo tu puoi riportarmi al tuo fianco.
La sabbia si dirada e tutti gli arbusti di cui era composta l'armatura cadono al suolo senza vita.
Hai ragione, come al solito; l'amante sorride e la sua lama cremisi, compagna di battaglia, caduta quando l'araldo si era scagliato contro di lui, si solleva da terra e torna nella destra.
Pochi istanti dopo, sprezzante, assiste all'ingresso in scena di una nuova e misteriosa entità:
un imponente carro dalle sfumature rossastre, trainato da possenti stalloni dal manto scurissimo, di cui prende Lohengrin le redini e che si dirige contro di lui a gran velocità nel tentativo di investirlo.



« Io non ho paura di te, »
sussurra
« io ho un motivo per cui combattere »
dice
« e tu non puoi FERMARMI »
grida.

L'amante resta immobile, solo la destra si muove, puntando l'arma contro di esso.
Reminiscenza brilla cremisi carezzata dal vento, vibra di energia.
E, quando il carro sfiora la sua lama, una barriera di sangue compare a frapporsi tra loro.

Trema, araldo di Morrigan, perché io sono ancora in piedi.
Trema, araldo di Morrigan, perché tu né altro potete uccidermi.
Trema, araldo di Morrigan, perché oggi è venuto il giorno della tua disfatta.


Questo sembrano dire i suoi occhi quando la spada scarlatta, lanciata a mo' di giavellotto, fende l'aria del deserto accompagnata da petali d'acciaio, sollevatisi da terra per unirsi a lei, mirando a Lohengrin.

Sopravvivi ora, se ci riesci. Sorride.

A m a n t e.

CS 2 in resistenza bellezza.


Energia. 45% - 11% - 6% = 28%.
Stato Fisico. lievi ferite ad entrambe le gambe. (0/16)
Stato Psicologico. deciso. (0/16)

Reborn. passive del dominio ed attiva II (basso) del dominio Absolute Defense.

Primo amore. abilità passiva di difesa psionica.

Roses Garden.
— i won't Die consumo medio, concentrazione.

Ciò che l'amante possiede
— Reminiscenza lanciata e mossa con la telecinesi.
— Petali mossi con la telecinesi.


è il suo dono più prezioso. abilità passiva, l'equipaggiamento dell'amante potrà essere mosso da quest'ultimo senza che lui debba impugnarlo direttamente, proprio come se fosse utilizzato da uno spirito invisibile -tale potere si estende unicamente agli oggetti e all'armamentario che siano di sua proprietà effettiva.

Riassunto.
L'amante si difende dai primi due attacchi fisici con concentrazione -credo dovrebbe bastare per entrambi- che utilizza quasi inconsciamente perché spinto da Selene, motivi sia strategici che stilistici; usa dunque la prima attiva di dominio per difendersi dall'attacco del carro, dopodiché attacca Lohengrin lanciandogli contro sia Remiscenza che i Petali.

Note.
Un po' per mancanza di tempo, un po' perché volevo provare qualcosa di nuovo, non è venuto proprio come desideravo, questo post. Spero piaccia comunque. Ah, poi, voglio scusarmi anche qui con Canute per il ritardo - maledetta scuola. :v:

 
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7 replies since 5/1/2013, 15:01   544 views
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