Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Bloody Wings

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Lenny.
view post Posted on 31/5/2013, 20:55




Bloody Wings ~


Elias Takevada incassò duro in pieno viso. Il pugno di roccia spezzò il setto osteocartilagineo come una spiga investita da una folata di vento del nord. Mandò Facciagialla a rotolare nella polvere, a sbattere di schiena contro il muro di legno, la spada del drago che ruotava via come una trottola grottesca, fino a ricadere vicino il suo corpo. E lì restò Elias, a contorcersi e a mugugnare dal dolore, mani premute contro il viso per tamponare i fiotti di sangue nasale. Non si accorse, forse neanche gli importava più, della lunga spada ricaduta a una manciata di centimetri dalla sua gamba sinistra, o della grossa chiave semi arrugginita vicino il suo piede destro. Elias semplicemente urlò di paura.
Anche Seraphim urlò. Non paura: rabbia. Allo stato più puro, più animalesco.
Ragnar diede un singolo strattone alla corda, costringendo la donna a indietreggiare.

« Ancora un secondo. Non vorrai iniziare senza di me. »

Ragnar avanzò di un passo. Uno solo.
Sulla sua pelle olivastra adesso erano visibili striature sempre più fitte, sempre più nere, che serpeggiavano ovunque sul busto e sul viso, come una fitta ragnatela di tenebre. Il soldato dei Korps sollevò la mancina verso il soffitto, e subito all'altezza dell'avambraccio qualcosa scattò in alto. Una lunga lama acuminata che si dilatava oltre l'arto, un rostro retrattile che terminava a uncino, un osso nascosto che spuntava direttamente dalla pelle. L'arma segreta di ogni incursore di RotteNhaz. Una lama che Ragnar calò al suolo con tutte le sue forze, sferrando dall'alto verso il basso come un colpo d'ascia. Il colpo in calante diretta proiettò a forma di V due lunghi archi di pura ombra che schizzarono rapidi contro i Goryo. Due mezzelune lunghe quasi mezzo metro dirette contro il busto dei due per squarciare tessuti, spezzare ossa e, intrise del venefico potere dei demoni di RotteNhaz, necrotizzare le carni.

Baraka

« Adesso, amore mio. »

Sussurro, ansante. Abbandonò la presa sulla corda.
Seraphim gorgogliò qualcosa di inintelligibile. Per la terza volta, avanzò verso i due Goryo. Nessuno la tirò indietro. Avanzò verso quelli che erano suoi nemici. Quelli che doveva trasformare in angeli. Seraphim li avrebbe elevati, si, Seraphim avrebbe fatto ciò che il suo signore le aveva ordinato di fare.
Digrignò i denti, raggiante in viso. Sudava freddo.
Era più eccitata in quell'istante di quanto sarebbe mai riuscita a comunicare a parole.

« Adesso possiamo ucciderli. Io e te, insieme. »




Nel mezzo del combattimento, ancora delle scelte da fare per voi è_é Vi trovate, disarmati e con i ceppi ai polsi, di fronte a un Ragnar e una Seraphim abbastanza incazzati. Ragnar casta, sfruttando le sue armi naturali, due fendenti aerei di elemento sacrilego, uno contro ciascuno di voi. Essi hanno potenza Alta cadauno e causano danni Medi da taglio più danni Medi da necrosi sui tessuti colpiti. Ma oltre a questo, i vostri pg devono tener conto della chiave caduta alla destra di Elias e della Stormbringer caduta alla sua sinistra. E del fatto che, prima di raggiungere Ragnar, il passo è ostruito da Seraphim. Prima di fare una di queste scelte dovrete difendervi dall'assalto di Ragnar. E si, si può scegliere più di una delle seguenti opzioni nei limiti delle proprie possibilità.

1- Perdere uno dei due slot tecnica, e lanciarsi ad afferrare la chiave. La si può usare per sbloccare i ceppi ai polsi, certo...ma non i propri (sarebbe impossibile raggiungere la propria serratura con le proprie mani). Quindi o uno di voi due libera l'altro -e perde uno slot tecnica- o entrambi vi liberate a vicenda, passandovi la chiave -perdendo entrambi uno dei vostri slot-
2-Perdere uno dei due slot tecnica, e afferrare la spada Stormbringer. Ovviamente sarà possibile compiere dei semplici attacchi fisici nel caso non si abbiano slot tecnica a disposizione.
3-Non perdere nessuno slot tecnica e contemporaneamente affrontare il fendente aereo di Ragnar e liberarsi. Basta che il vostro pg interponga i ceppi di fronte al colpo lasciando che sia proprio quest'ultimo a liberarlo. Ovviamente ciò significa che, per essere libero, subirà in pieno l'effetto dell'attacco. (Lacerazioni di media entità e necrosi istantanea alle mani, rendendogli difficilissimo combattere con queste per i prossimi turni)

Make your choice. Niente confronto, organizzatevi tra voi e postate direttamente in questo thread. 7 giorni di tempo per entrambi.
Per dubbi usate il confronto o il privato.


Edited by Lenny. - 1/6/2013, 12:48
 
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view post Posted on 5/6/2013, 14:33

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Morpheus guardò Ragnar, lo vide tingersi di nero, discernette la malsana corruzione di RottheNaz penetrargli nella pelle, striature oscure s’articolavano arrampicandosi su tutto il corpo come un rampicante nero, malato. I suoi occhi si tinsero del colore della rabbia, dalle sue braccia uncinate lame retrattili fuoriuscirono direttamente dalla sua pelle, ossa dure e acuminate: Armi letali e segrete. Fece un passo, uno solo, mentre Morpheus continuava a guardare il mostro avanzare. Intorno a lui, nel contempo, Elias Takevada cadde a terra; Stormbringer, la spada contenente l’anima di Caesar, ruzzolò lontano da Elias, nel medesimo istante, dalla parte opposta, una grossa chiave di metallo arrugginito fuoriuscì dalle tasche dell’usuraio. Non ci volle molto a Morpheus per intuire che quella chiave avrebbe liberato lui e Vaairo, donandogli nuovamente l’uso delle braccia. Ma, altrettanto rapidamente, capì che soltanto uno dei due avrebbe avuto il tempo per liberarsi. Allora doveva decidere e in fretta. Nel suo animo era combattuto: impossessarsi della sua cara e amata spada, il tesoro più grande e prezioso che lo stesso Morpheus aveva, oppure liberare Vaairo, una persona che nemmeno conosceva. Ma capì, in maniera quasi automatica, che non si sarebbe salvato da solo, non quella volta, e non senza distruggere tutto, non senza aver solo un cumolo di macerie e un pugno di morti. Shivian si aspettava l’assassino vivo, si aspettava Falkenberg Korps da interrogare e da esaminare, i morti non sarebbero serviti a nessuno. Vide l’attacco a V partire dalle lame affilate di Ragnar, distinse la mezzaluna avvicinarsi nettamente verso il suo busto, fece l’unica cosa che per lui avesse senso in quel momento: sacrificarsi.
Sacrificare le sue mani, perché per vincere una battaglia era necessario cedere qualcosa all’avversario, come in una partita a scacchi dove i pedoni si immolano per la vittoria finale. Per lo scacco matto.
Sentì dapprima il rumore del legno e del metallo rompersi, dividersi in due e aprirsi, e prima di sentire null’altro che il dolore, avvertì il senso distinto di libertà, il sangue che cominciò a defluire finalmente nei suoi polsi, nelle sue mani. Ma fu una sensazione breve e sfuggevole, perché poi avvertì soltanto il dolore, come se tutta la pelle bruciasse, come se le mani stessero, molto lentamente e dolorosamente, morendo tra atroci sofferenze.
Sotto i suoi occhi vide le sue mani, lorde di sangue e di macchie nere, di pelle necrotica pronta a morire, a infettare con la corruzione di RottheNaz tutto il corpo. La malvagità che penetrò nel suo corpo. L’oscurità che si impossessò delle sue mani. Il dolore che assopì i suoi sensi. La mente che rispose, immediatamente, non v’era tempo per crogiolarsi nel dolore, quando mosse le dita lo fece piano, per vedere fino a che punto la sofferenza lo penalizzasse , le aprì e le chiuse. Due volte. La pelle tirò e i nervi urlarono, faceva male ma le mani si muovevano, con fatica, enorme fatica. Strinse i pugni con forza, cercando di combattere quella sofferenza, d’altronde un drago non cedeva al primo patimento, non arrancava dinanzi alle prime ferite. Un drago agiva, un drago continuava fino alla morte.
« Tutto qui? » Il drago sorrise, mostrando i denti, soffocando l’espressione di dolore che cercava di prendere piede nel suo corpo, che urlava, urlava.
Corse senza pensarci, solo per un momento tentennò. Stormbringer brillò, l’anima di Caesar baluginò nel buio, così lo zaffiro sopra l’elsa d’oro apparve ancora più brillante e puro, illuminando la stanza. In terra come una volgare spada, come una qualunque arma, non ora, si ripeté Morpheus, non ora urlò Caesar.
Afferrò la chiave di metallo, la strinse faticosamente tra le mani, sentì nuovamente il dolore carpire i suoi arti, con sforzo la reggeva tra indice e medio.

« Vaairo, vieni qua. »

Si avvicinò al ragazzo, le mani tremarono, provò a inserire la chiave nella serratura, non ci riuscì la prima, era tremendamente difficile tenere la mano ferma, non ci riuscì la seconda, la punta sbatté contro il legno, ma ci riuscì la terza, la chiave si incastrò alla perfezione come il pezzo mancante del puzzle, girò verso destra e sentì il lucchetto scattare, aprirsi con un click metallico. Anche Vaairo era finalmente libero.

« È tempo di distruzione. »

Morpheus alzò lo sguardo, fiero come gli occhi di un drago, dentro di lui ribolliva il sangue, si scatenava la tempesta, fuori era quiete pura e semplice. Niente tonanti tuoni, niente fulgidi fulmini. Soltanto la patina che ricopriva i suoi occhi di una profonda fierezza.
La testa si alzò lentamente, ogni suo movimento era lento, calcolato, I suoi occhi si puntarono negli occhi oscuri di Ragnar, luce contro buio.

Nero contro bianco.
Antracite e zaffiro.

Nella sua mente infine si dipinse così, come il quadro più meraviglioso et sublime. S’abbozzò il nero del mantello, il nero-grigio dei capelli, si definì la forma inconfondibile del naso. Viktor Von Falkenberg prese piede nella mente di Morpheus come il manifesto di un Dio. Innalzato e idolatrato, temuto e rispettato. Fondamento stesso del potere, pilastro naturale del mondo. Morte e vita, bene e male. Apparì come l’autorevole signore di RottheNaz, colui il quale, con un elegante, lento e calcolato schioccare di dita, avrebbe sprigionato la forza per distruggere il mondo.
Gli occhi fissi dentro Ragnar, oltre Ragnar, due pozze sanguigne di corrotta malvagità, il capello a tesa larga a coprire l’occhio destro; il piumaggio bianco irto in alto danzava come una foglia scossa dalla tempesta. I pesanti stivali di cuoio russo poggiavano sul pavimento. Viktor si ergeva sugli astanti come una figura imponente, un colosso. Un Dio senza eguali.

« Inchinati. »

La sua voce dura e venefica, il sibilo di un rettile, tanto bastava per zittire il trambusto, per essere il solo e unico oratore. Avanzò lentamente, poggiando prima il destro poi il sinistro, cadenzando i suoi passi al flebile rintocco del suo cuore. La mano uncinata e nodosa accarezzò la guancia olivastra e striata di Ragnar, con l’indice scorse sinuoso attraversando il viso dallo zigomo fino al mento. Lo afferrò, tra l’indice e il pollice, minacciando di stritolarlo come un esiguo scarafaggio. Le sue labbra si arcuarono in un mesto sorriso, carico di delusione. Il rimprovero d’un padre a un figlio.

« Hai fallito Ragnar. »

La voce dell’oberkommandierende risuonò nell’atmosfera, rimbombò nella mente di Ragnar come una spietata sentenza di morte. Infine anche il suo sorriso morì, spegnendosi tra le rughe del volto, tra le pieghe della sua immortalità.

« Mors omnia solvit. »

Perché Ragnar sarebbe diventato null’altro che polvere del deserto, un granello di sabbia, piccolo e inerme.
Si sarebbe sciolto, perché questo era il volere del Generalissimo.
Rimbombarono una, dieci, cento risate.


L’estasi della morte, il dolce nettare di Viktor Eusebius Wenzel von Falkenberg.





CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza


Energia: 64%
Status Fisico: Lieve contusione alla spalla sinistra. Danno Medio da taglio alle mani + danno medio da necrosi alle mani.
Status mentale://

Abilità attive:
Creator of dreams

I sogni sono il teatro della notte. Dove il cervello crea delle sceneggiature che esulano dal controllo del sognatore. Ritrovarsi in ambientazioni orride, cavalcare scenari del terrore, e il tutto senza poter far niente. L'unica possibilità è rimanere a guardare. Morfeo non è come l'antica divinità greca, lui non compare nella notte per allietare il sonno degli umani. Morpheus è il creatore dei sogni, belli o brutti. Felici o tristi. Talmente reali da non far distinguere la differenza tra realtà e finzione. In termini gdr Morpheus può riprodurre delle immagini nella testa del suo avvesario che prendono la sembianza di veri e propri sogni, essi possono essere sia sogni belli che veri e propri incubi, ma in ogni caso alla fine del sogno il sognatore avrà un danno alla psiche pari al consumo speso. [Variabile personale].
Consumo speso alto.

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}


Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Post della serie autocondanniamoci, solo io posso usare il pg di un qm in un quest.
Era necessario, davvero! Non uccidermi.
Comunque nulla, partiamo dal principio, sacrifico le mani, può essere una mossa azzardata, ma se in questo post avrei speso due slot a cazzo avremmo attaccato con un solo attacco, rischiando che il prossimo turno ci sarebbero toccate tre offensive. Quindi libero me subendo il colpo, libero Vaairo, poi attacco con l'illusione. L'illusione è talmente reale da non far capire se è realtà o finzione, Viktor si limita a condannare Ragnar a morte certa. Morpheus ha conosciuto Viktor, quindi la figura è quanto di più simile all'originale si possa concepire. Ora tocca a Vaairo. A ricordo che l'illusione, se non difesa, crea un danno critico alla psiche grazie alla passiva, difatti ho utilizzato un alto per attaccare.
 
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Drag.
view post Posted on 7/6/2013, 23:50




Crack.

La melodica frantumazione del setto nasale di Elias concertò magistralmente i sintomi del contrattacco Goryo.
La donna di tormalina si avventò con furia cieca sull'usuraio crollato a terra, torreggiando sopra di lui con la calma di un gigante-sentinella privo di vita e compassione. Ella era la quintessenza del combattente ribelle ma implacabile, del perdente che non accetta la resa e continua a sperare in una vita migliore.

E così il ciclo si ripete e ripete e ripete e ripete e ripete e ripete e ripete e ripete e ripete;
un loop insensato dove l'anima cade nel vizio della mediocrità e della rassegnazione.

Il Fight Club era il loro traghetto per il paradiso dopo esser transitati per l'inferno: solo dopo aver perso tutto siamo liberi di far qualsiasi cosa. Il cuore di Vaairo pompava sangue all'impazzata, cavalcando l'onda dell'ira e dell'adrenalina; un intero motore di pistoni e cavalli sprigionava energia incontenibile che muoveva le sue membra imprigionate, caricando ogni fibra del suo essere per un unico scopo: la violenza. Lui doveva far del male a quegli uomini. Lo sapeva, era stato cresciuto ed educato per quello: non era solo la giusta retribuzione che il codice dei criminali sentenziava per simili abominii, era proprio una necessità fisica, come il sesso dopo tanta astinenza o l'urgenza di mangiare in seguito a duro allenamento.
Doveva prenderli, doveva calare sopra i loro crani i grossi pugni come mazze misericordiose e macchiarsi del loro sangue beandosi dei loro lamenti. La proiezione della propria inettitudine e dei propri fallimenti si sublimava nella lotta: forse non gli era ancora del tutto chiaro, ma quel regolamento di conti non avveniva tra Falkenberg Korps e Goryo, ma tra Vaairo e Ragnar, tra Morpheus ed Elias. Non disse niente, non pronuncio alcuna sillaba - ovviamente. Nel Fight Club non era questione di vincere o perdere, non era questione di parole. Quelle grida isteriche durante la battaglia erano raptus estatici come quelli in una chiesa pentecostale, magica profezia.

Sentite, balordi, non siete speciali; non siete un pezzo bello, unico e raro. Siete materia organica che si decompone come ogni altra cosa. Siamo la canticchiante e danzante merda del mondo. Facciamo tutti parte dello stesso mucchio di letame.
L'aveva detto Reid. Se lo ricordava. L'aveva raccontato con una pistola in bocca, giocando con il grilletto come se non gli importasse di dipingere le pareti della sua tana con le cervella marcescenti che gli avevano mandato a puttane la ragione.
Ma Volante aveva ragione.

La falce d'energia del sadico soldato di Viktor si infranse metodicamente contro una potente barriera dinanzi al suo torace. L'istinto aveva agito in sua vece, proteggendolo dall'inarrestabile potenza della follia di Ragnar. Non era bastata.
Sospirò profondamente: quel combattimento lo stava provando notevolmente, e non era neppure iniziato; aveva le mani legate e con la coda dell'occhio si accorse che Morpheus, sacrificando i propri arti superiori momentaneamente, aveva messo le mani sulle chiavi che avrebbero donato nuova libertà ai suoi pugni.

Toccare il fondo non è un ritiro spirituale, non è uno stramaledetto seminario.

« Vaairo, vieni qua. »

In pochi, dolorosi istanti fu nuovamente libero.
Rifletti; pensa; comanda; comprendi; disinnesca.
Prendere Seraphim? Era solo una povera disgraziata vittima della corruzione di Ragnar.
Elias... Lui era di tutt'altra pasta. Probabilmente si sarebbe rialzato, e avrebbe ricevuto una nuova dose di violenze.
Ragnar, invece... Ragnar era un felice fotutto bastardo - il genere di cane rabbioso che va tranquillizzato.
Morpheus compì qualcosa di strano, lo percepì chiaramente: la sua attenzione era focalizzata sull'incursore come se stesse cercandone i punti deboli, quasi potesse entrare nella sua mente. Era una sintonia misteriosa e inquietante, un'intrusione in un campo di cui il mercenario non sapeva nulla. Il suo respiro accelerò: non aveva più tempo.
Disinniesca; comprendi; comanda; pensa; rifletti.

Smettila di cercare di controllare tutto, pensa solo a lasciarti andare, lasciati andare!



E si lasciò andare.

Levò il pugno destro, brillando di una luce che sapeva di sentenza divina; l'alter ego di Valeria si incrociò dinanzi a lui, lanciandosi con la rapidità di una pantera nera sull'orrida figura che era diventata Seraphim. Aveva le braccia di pietra alzate per interferire più che per danneggiare, impedendo al bizzarro mastino di Ragnar di intromettersi nel personalissimo benvenuto che Vaairo stava per scambiare con il suo padrone.

Perchè il mercenario si era già gettato in una carica furibonda, silenziosa come il vento tra l'erba ma devastante come un treno che deraglia dal proprio percorso; l'intero ragguardevole peso del Goryo era concentrato su quel pugno, l'epitome stessa della personalissima giustizia criminale che lui rappresentava.
I suoi occhi erano preda del necrotizzato torace dell'uomo di Viktor: avrebbe colpito lì, per sfogare, autodistruggersi e rinascere.

Chi eri nel Fight Club non corrispondeva a chi eri nel resto del mondo.
Solo tu ed io, Ragnar. Qui. Tu ed io.


Status: ferite di entità lieve sui polsi, mana 25% (-2xAlto 40%)
CS: 4, resistenza
Armi:
Desert Eagle: pistola (occhio del mago offensivo incastonato), 10 colpi per duello/quest.
Flashbang: 1x bomba accecante, riposta.

Passive da considerare:
gli stupidi non muoiono mai: abilità passive di Dominio Absolute Defense energia Bianca e Blu (istant-casting e auto-casting tech difensive)
circondarsi degli amici giusti, e non solo: abilità passiva di Dominio Abs Def energia Verde (parità di potenza/consumo difese a 360°)
la determinazione dei perdenti: abilità passiva della razza Umano (non sviene sotto il 10% di energie)
Tutto è una copia di una copia di una copia... : abilità passiva dell'artefatto Ninth Rule (permette di utilizzare la forma di donna in battaglia muovendola con il pensiero come se si trattasse di un'arma)

Tecniche utilizzate:
salvarsi le natiche nel momento del bisogno: A volte non basta il semplice istinto o la prudenza, quando ci si trova nei pasticci. Soprattutto nell'ambito lavorativo di Vaairo, la necessità di difendersi a volte diventa impellente; non essendo arrivato alla soglia dei trent'anni per mera fortuna, il mercenario ha imparato dal suo amico stregone, Asama, qualche semplice trucchetto estremamente utile e versatile, almeno nella misura in cui non ci si trovi a combattere contro un meteorite. All'occorrenza, quindi, Vaairo evocherà uno scudo energetico circolare innanzi a sé di potenza e consumo Basso, Medio o Alto, il cui diametro può variare da quello di un piatto di portata fino ad essere pari al massimo all'altezza del soldato stesso. Tale barriera sarà costituita di pura energia magica andata a concretizzarsi, e potrà bloccare qualsiasi offensiva non psionica. La barriera sarà trasparente, costruita dall'intrecciarsi geometrico di esagoni grandi come un pugno. [abilità attiva di dominio I, II, III]

Anima di luce: il guerriero riesce a dare alla propria arma le proprietà della luce.
La tecnica ha natura magica. Al momento di acquisto della pergamena, il guerriero dovrà decidere a quale dei due elementi votare la propria arma. Questa potrà essere arma da mischia o da lancio. Se sceglie la luce, nel momento in cui la tecnica viene attivata l'arma si tinge di riverberi luminosi e la parte deputata ad infliggere danni risulta scintillante. Dopo un violento impatto, causa al nemico una morsa al petto, un'ustione di entità Media e un lieve senso di disorientamento, come se il colpo l'avesse abbagliato. La tecnica infligge pesanti danni a creature votate al male, come demoni e negromanti: su di esse le ustioni saranno di livello Alto. Sulle creature del bene, come paladini e angeli, al contrario i danni saranno di livello Basso. Normalmente la lama infligge danni Medi per tutta la durata della tecnica. Questa rimane attiva per due turni compreso quello di attivazione. Consumo di energia: Alto

Note e riassunto: Vaairo viene liberato da Morpheus dopo essersi difeso con una barriera a consumo Alto dall'attacco di Ragnar. Completamente immerso poi nel suo delirio post-moderno - in cui sente spesso gli insegnamenti/vaneggiamenti di Reid Volante, la sua nemesi più folle ed autodistruttiva che ha teorizzato compiutamente l'idea del Fight Club (la scena dove viene presentato questo personaggio è No Man Behind, un'altra è in arrivo, ci stomettendo secoli a scriverla) - decide di scagliare l'alter ego di Valeria addosso a Seraphim, buttandosi su di essa di peso con l'intento di interferire con i suoi movimenti. Nel frattempo lui si lancia su Ragnar attivando l'Anima di Luce (se colpisce dovrebbe fare danni Alti per due turni) e cercando di colpirlo dritto in mezzo al petto. Chiedo scusa per ritardo/qualità del post, avrei potuto far di meglio ma il tempo è quello che è.
 
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Lenny.
view post Posted on 8/6/2013, 15:34




Bloody Wings ~


2rbz195

« No, mio signore! »

Il viso di Ragnar era contratto in una mschera di puro terrore. Alla vista del suo generalissimo era istintivamente crollato in ginocchio, sguardo chino verso i piedi di Viktor von Falkenberg, tanto colpito -dentro, nel profondo- da non riuscire più a ragionare. Aveva cominciato a sudare freddo. Avvertiva rivoli gelidi ruscellargli lungo il volto, ma neanche questo aveva importanza. Una reazione che avrebbe avuto chiunque tra i fratelli di RotteNhaz. L'unico dubbio che gli premeva nel cuore era sapere perché il suo signore sembrasse deluso dal suo operato. Aveva ammazzato e fatto ammazzare una manciata di Goryo, e proprio in quel momento ne stava per mandare ancora un paio all'altro mondo. A proposito. Possibile che..?
Lentamente levò lo sguardo in alto.

« Non capisco, cosa.. »

Il colpo di Vaairo lo travolse in pieno petto.
Ragnar non aveva avuto alcuna percezione del movimento, piegato com'era sulle assi di legno. Così le quattro nocche lo investirono con la stessa violenza di un ariete di sfondamento, troncandogli il respiro e catapultandolo indietro, a ruzzolare contro un'architrave di legno. Ci picchiò durò con la schiena, sollevando un nuvolone di polvere.
Stasi.
Un breve, silente interludio prima che una porta quadrangolare, in fondo alla stanza, si spalancasse.
Emerse una figura umana.
Un uomo corpulento, dal ventre prominente e l'andatura leggermente claudicante.

« Eccovi finalmente, ma che avete...oh diamine. »

Floki Grimher si inchiodò sul posto, lo sguardo che scattava da un angolo all'altro dello scantinato.
Non ebbe il tempo di dire o fare null'altro.

« Floki, maledetto figlio di puttana. »

La voce di Elias Takevada lo raggiunse dall'altro lato della stanza. Una voce strozzata, dal timbro fortemente gutturale. Il fratello di Ragnar era riuscito a tornare in piedi, la destra premuta a coppa contro il naso, per cercare di arginare -inutilmente- i rivoli di sangue che colavano da capillari devastati. Il setto era stato vistosamente deviato a destra dal colpo di Vaairo, ma Elias non sembrava farci caso. La sua attenzione era solo per Floki.
Il vecchio squadrò Elias dall'alto verso il basso, senza riuscire a reprimere un sogghigno irrisorio.

« Facciagialla, non ti trovo tanto bene. »

« Non chiamarmi così! »

« Hai ragione. Adesso suonerebbe meglio Facciarotta. »

« Eheh. »

Una risata. Non da parte di Elias. Di certo non da parte di Seraphim.
Ragnar era tornato nuovamente in piedi, gli occhi fiammeggianti e le due lame incrociate in avanti. All'altezza dello sterno si apriva una fitta ragnatela di rilievi rossastri, un cratere di ustioni che ricordavano vagamente la forma di un pugno chiuso. Ma non bastava certo quello a far cadere uno dei Falkenberg Korps. Ragnar era ancora pronto a combattere.

« Questa non era male, Facciarotta. »

« BASTA! »

Latrò Elias più frustrato che mai, disperdendo dal naso raggiere di goccioline di sangue. La destra premette più forte per tamponare il flusso. La mancina era stretta su qualcosa d'altro. Il calcio di una grossa pistola chiamata Desert Eagle, puntata contro il sardonico Floki Grimher, colpo in canna. L'aveva caricata mentre Vaairo era ancora privo di sensi, togliendogli una manciata di proiettili dalla tasca. Non era bravo con le mani, non se la cavava con le spade. Ma chiunque sapeva premere un grilletto.

« Te lo faccio io un bel buco in faccia, Floki! »

E sparò.
Subito dopo, come obbedendo all'esplosivo segnale, Seraphim agì. Gorgogliò qualcosa, finalmente retta su due zampe. I suoi occhi fissi su Morpheus, come biglie di un astrolabio, vuote e circondate di vuoto. La spezzata estese le braccia in avanti. Al posto delle unghie aveva lunghi artigli neri, come rostri di penetrazione. Al posto dei denti, una chiostra di deformità aguzze.

« AAAAAAH MOOOO EEEEEH! »

Urlò, sbavando.
E sotto gli occhi di tutti Seraphim saltò in alto, un movimento troppo rapido per essere seguito con gli occhi, gli artigli di mani e piedi violarono il legno del soffitto e scavarono punti di appoggio, il muso digrignato in una maschera di furia vendicativa, e subito saltò ancora, questa volta verso il basso una picchiata aerea diretta contro Morpehus, colui che aveva spezzato le catene ed evocato l'uomo nero, ma che nulla avrebbe potuto contro la tempesta di metallo che erano i suoi denti e le sue unghie. Una rabbia primeva, selvaggia, che Seraphim scaricò sul ventre e sul collo del drago blu. Falciate, fendenti, morsi e affondi. Per demolire tutto ciò che avrebbe potuto demolire. Prima di trasformarlo in uno dei suoi capolavori alati.

Ragnar tossì forte nel pugno chiuso, sputando un grumo di sangue. Sangue che tornò a leccare, malizioso. Non era pronto solo a combattere. Ma anche a far scorrere sangue, a bere altro sangue.

fka73d

« Avete osato troppo, piccoli Goryo. »

Si fece avanti, portando le braccia in alto. Tra le lame incrociate si aggregò un'atmosfera nerastra, un meta agglomerato di nembi sacrileghi tali e quali a quelli che poco prima aveva scagliato contro i due. Ma forse più grosso. E più potente.
Le braccia andarono in doppia calante diretta.
Le lame scagliarono il fendente nero contro il petto di Vaairo, in una cannonata oscura che avrebbe passato il suo corpo da parte a parte, avvizzendo i tessuti rimasti intatti con i veleni di RotteNhaz.

« Preparati a pisciare rosso! »




Andiamo con ordine.
La vostra combo va a segno, e manda a terra Ragnar. Pochi secondi dopo entra (che tempismo perfetto) Floki, preoccupato per non vedervi arrivare all'appuntamento. Le azioni che seguono il breve dialogo tra i presenti sono contemporanee, quindi sta ai vostri pg decidere a quale dare la priorità (ovviamente possono sceglierne più di una, sempre nel rispetto dei due slot tecnica.)

-Elias spara con la Desert eagle di Vaairo un colpo (Magico di potenza Media, incavato nella pistola stessa) contro Floki. Ricordo che a dispetto della potenza l'attacco è rivolto contro un punto vitale -il cranio- quindi potenzialmente letale. E ricordo anche qual'è la vostra missione..

-Seraphim salta sul soffitto e da lì contro Morpeus ( Boost Passivo di 1 CS in Agilità, 2 CS in Velocità) e, una volta atterrata, lo tempesta con quindici colpi usando artigli e denti che nel loro complesso infliggono un danno pari ad Alto (cfr: Artigli del Lupo, Guerriero)

-Ragnar scaglia una cannonata oscura usando le lame demoniache. Il modus operandi è simile a quello del turno precedente, ma rivolto solo a Vaairo. (Potenza Critica, danni Alti da taglio e Alti da necrosi)

A voi scegliere cosa fare, chi proteggere, chi attaccare. Per comodità ho disegnato una rudimentale mappa della situazione (CLICCAMI). 7 Giorni per entrambi.
 
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view post Posted on 15/6/2013, 22:18




Si sentiva pesante.
Ansimò profondamente, masticando l'ossigeno come ghiaia che viene gettata in un pozzo.
Aveva il respiro spezzato e il busto leggermente reclinato in avanti, quasi fosse stato piegato dall'immenso sforzo fisico appena compiuto. Raramente si era mai sentito tanto provato; Vaairo aveva sempre fatto un vanto della sua resistenza, della sua sovrannaturale capacità di rimanere in piedi nonosatnte tutto e tutti. Era sempre stata la sua unica qualità - lo diceva sempre anche Asama, persino Red.

Il mondo poteva spezzarsi in due, ma lui sarebbe rimasto in piedi.

Tutti i pensieri, però, venivano ora organizzati nella sua mente semplice in maniera inaspettatamente confusa. Impiegò diversi istanti per riconoscere i tratti di Floki nella figura appena entrata nel seminterrato, poichè tutto ciò che i suoi occhi vedevano era Ragnar, il fottutissimo Ragnar, che si stava rialzando da terra con i segni di una cannonata sul torace.
Grugnì, scuotendo la testa. Non si mosse. Ogni fibra del suo corpo gli urlava di gettarsi contro il più corrotto dei due Takevada, per purificare il mondo con la violenza del loro scontro; Volante l'avrebbe esortato - lo stava ancora facendo. Ti sei lasciato andare, Vaairo, che aspetti? Che il Signorotto Cadavere tiri fuori l'uccello e ti offra di spiccare il volo?
Allora?
Allora?

« ... »

Spostò gli occhi grigi; quel pagliaccio di Elias stava sbraitando qualcosa, inveendo contro Grimher. Non riusciva a comprenderlo - in effetti non aveva voglia di ascoltarlo. Che cazzo vuole quel mentecatto ancora? Non gli è bastata la chirurgia plastica? Aveva visto un mare di gente così, al Fight Club. Tutti colletti bianchi imbecilli che vengono attirati dal ring come se fosse una droga esotica, quel genere di autodistruzione che nella tua vita under-40 non puoi non aver sperimentato. Quando calavano i pugni, poi, finivano sempre al tappeto e non si rialzavano per un bel po'. Qualcuno alla fine ci riprovava e maturava, ma erano davvero pochi - e l'usuraio non era tra quelli.
Glielo si leggeva in faccia. Nei gesti. Nel modo in cui reggeva la pistola.

L'alter-ego di Valeria percepì l'urgenza nella sfera razionale di Vaairo: aveva riconosciuto l'arma da fuoco, e sapeva quanto male avrebbe potuto fare su Floki. La proiezione color ebano non appariva più così granitica ed inattaccabile, riflettendo quasi la stanchezza della mente che la manovrava. Vaairo poteva fottersene di Floki, certo, ma quel genere di azioni le si compiono e basta, senza tanti giri di parole. Grimher non se lo meritava di morire con un proiettile .44 Magnum che gli apriva un buco grande quanto una noce.
Soprattutto, non doveva cadere con la sua cazzo di desert eagle.

Lo sparo fu un tuono che frantumò le ombre della cantina - un dardo roteante scagliato a tutta velocità con una fiammata controllata dal rinculo della culatta d'acciaio.
Bang, le braccia di tormalina di Valeria andarono in mille pezzi.

La donna di pietra si era infatti immediatamente frapposta tra l'arma e il bersaglio, alzando le pani per proteggere Grimher dal colpo. Non sembrò risentirne più di tanto, nonostante fosse ora del tutto priva degli arti superiori. Essa avanzò immediatamente, cercando di colmare la distanza che la separava da Elias: ruotando su se stessa in senso antiorario, tentò di colpire con un calcio alto la pistola, con l'intento di scagliarla lontano dall'usuraio. Non voleva lasciargli nuovi colpi.

Poi Ragnar tornò alla carica - e Vaairo lo vide appena.

Voleva che pisciasse sangue. Voleva gustarsi della sua sofferenza, crogiolarsi delle sue ferite: glielo leggeva nei pozzi neri custoditi nelle cavità oculari. Era pura rabbia.

Solo distruggendo me stesso posso scoprire il più elevato potere del mio spirito.

« Molto bene. », mormorò.

Le "zanne" del soldato dei Korps calarono su di lui.
E scavarono.
E divorarono.

Il dolore esplose come una concatenazione terrificante di tritolo sulle fondamenta di un vecchio palazzo.
Striature nerastre gli dilaniarono il petto, ferendolo così in profondità da far dubitare qualsiasi speranza di guarigione.
Non reagì, non ancora, nonostante ragionasse appena: la sua mente era quasi perduta nell'agonia rosso scarlatto del suo stesso sangue, ma ancora un piccolo, orgoglioso appunto gli impediva di mollare:
Vaairo non crolla. Non crolla mai.

La sua mano sinistra saettò con una velocità che anche lui si stupì di possedere ancora. Non ricordava di avere delle mani così grandi, una presa così forte. Agiva meccanicamente. La destra teneva già tra le dita un piccolo giocattolo che si erano dimenticati di levargli. Si stava davvero muovendo? Era tutto così lontano...

Non c'è niente di statico. Tutto va a pezzi.

La granata luminosa scivolò dalle sue dita esauste, cadendo a terra con un tintinnio metallico.
Lui chiuse gli occhi: non aveva bisogno di vedere, perchè se la sua presa fosse riuscita - e sperava di non aver modo di fallire, perchè la malignità di Ragnar ancora torturava il suo corpo - la sua vittima sarebbe stata ad un solo respiro da sè.
La flashbang avrebbe sprigionato un bagliore accecante, forse sorprendendo il suo avversario.

Perchè ora il pugno destro era nuovamente chiuso, e riluceva della potenza che già il mostruoso Takevada aveva assaggiato.
Teso dietro di sè, pronto a colpire nuovamente nello stesso punto per aprire la gabbia toracica dell'uomo.

« Nessuna resa. », disse, rivelando nello sguardo finalmente aperto degli occhi assatanati, violenti, folli.



Scatenò l'uppercut.

Puoi ingoiare mezzo litro di sangue prima di vomitare.
Stava per verificarlo.


Status: ferite di entità lieve sui polsi, ferite di entità complessivamente critica sul torace, mana 5% (-1xAlto 20%)
CS: 4, resistenza
Armi:
Desert Eagle: pistola (occhio del mago offensivo incastonato), 10 colpi per duello/quest.
Flashbang: 1x bomba accecante, utilizzata.

Passive da considerare:
gli stupidi non muoiono mai: abilità passive di Dominio Absolute Defense energia Bianca e Blu (istant-casting e auto-casting tech difensive)
circondarsi degli amici giusti, e non solo: abilità passiva di Dominio Abs Def energia Verde (parità di potenza/consumo difese a 360°)
la determinazione dei perdenti: abilità passiva della razza Umano (non sviene sotto il 10% di energie)
Tutto è una copia di una copia di una copia... : abilità passiva dell'artefatto Ninth Rule (permette di utilizzare la forma di donna in battaglia muovendola con il pensiero come se si trattasse di un'arma)

Tecniche utilizzate:
Anima di luce: il guerriero riesce a dare alla propria arma le proprietà della luce.
La tecnica ha natura magica. Al momento di acquisto della pergamena, il guerriero dovrà decidere a quale dei due elementi votare la propria arma. Questa potrà essere arma da mischia o da lancio. Se sceglie la luce, nel momento in cui la tecnica viene attivata l'arma si tinge di riverberi luminosi e la parte deputata ad infliggere danni risulta scintillante. Dopo un violento impatto, causa al nemico una morsa al petto, un'ustione di entità Media e un lieve senso di disorientamento, come se il colpo l'avesse abbagliato. La tecnica infligge pesanti danni a creature votate al male, come demoni e negromanti: su di esse le ustioni saranno di livello Alto. Sulle creature del bene, come paladini e angeli, al contrario i danni saranno di livello Basso. Normalmente la lama infligge danni Medi per tutta la durata della tecnica. Questa rimane attiva per due turni compreso quello di attivazione. Consumo di energia: Alto

Note e riassunto: Ok,. bum. Vaairo sfrutta Valeria per proteggere Floki dal colpo della eagle, che risulta in un danno Medio sull'artefatto (che ha ancora un Medio di vita prima di venir distrutto per via della tecnica psionica utilizzata precedentemente), perdendo le braccia superiori. Essa si lancia poi su Elias, cercando di colpire la pistola con un calcio alto per poterlo disarmare (nessun attacco diretto sulla persona). Vaairo poi subisce in pieno l'attacco critico di Ragnar, cercando poi di afferrargli il braccio con la mano sinistra mentre con la destra utilizza la bomba accecante (l'intento è sorprenderlo e magari detrasformarlo, se possibile. In realtà lui vuole solo accecarlo). Con le ultime forze, poi, utilizza nuovamente a distanza praticamente zero (se la presa ha avuto effetto, ovviamente) Anima di Luce con un uppercut destro nello stesso punto precedente, cioè in mezzo al costato. Rimane in piedi per la passiva razziale umana, i CS in resistenza, il dominio Absolute Defense e in generale il taglio d'ambientazione del pg, costruito apposta per essere incrollabile. Forse. Si spera.
 
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view post Posted on 18/6/2013, 00:07

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Negli occhi di Morpheus si potevano leggere tante cose.
Rabbia sopita, fiera determinazione, persino il dolore che si tratteneva dall’urlare ma che inevitabilmente fuoriusciva dalla retina dei suoi occhi ghiaccio.
C’erano tante cose che si potevano leggere, mille storie e mille accadimenti.
Ma non vi era la paura, non gli apparteneva, quella sconosciuta sensazione che di rado aveva provato. Quella in grado di paralizzare il corpo e offuscare la mente. Liquida e tremenda, nera e oscura. Come un mostro disarticolato Seraphim si mise a due zampe, ma non c’era nulla di umano in lei, né i suoi occhi avevano la capacità di raccontare storie. Sensazioni. Paure. Segreti. Due orbite vuote che nuotavano nell’immensità vasta di un’infinita pozza di vuoto, ermetico, invalicabile. Danzavano nella caligine di un palcoscenico spento, privo di luci. Arrancavano in un deserto polveroso, nel nulla assoluto di sabbia e polvere, in cui tutto danzava, nuotava, arrancava e si disfaceva nel niente e nel vuoto. Seraphim era la maschera di una donna, un giocattolo rotto e corrotto da RottheNaz, ma né la sua mente, né la sua anima, e tanto meno i suoi occhi, erano vivi. Non era donna, non più ormai. Artigli neri affilati spuntavano dalle mani come grinfie molate d’un corvo. Spalancò la bocca e mostrò chiostre di denti, fauci immense e aguzze, spuntoni letali. Sbavò e urlò, urlò e sbavò, poco prima di partire all’attacco. Con movimenti disumani si arrampicò sul soffitto, si appese con gli artigli come un pipistrello. A testa in giù, per puntare la sua preda, affamata con la bava che colava dagli angoli della bocca. Era rabbia furiosa e cieca. Troppo furiosa e troppo cieca. Si lanciò a capofitto, con le mani allungate verso di lui, con le braccia tese e le unghie a uncino. Fu un attimo breve e incalcolabile, una linea temporale sottilissima che divise la salvezza da altro dolore. Un muro di ghiaccio si frappose tra lui e Seraphim, tra lui e il dolore. Un ghigno squarciò il viso di Morpheus, i denti bianchi, candidi e affilati, baluginarono tra le linee rosee e sottili delle sue labbra. Sentì l’adrenalina piombare nelle sue vene, pulsare sparata direttamente dal cuore e spandersi come una droga vitale per tutto il corpo. D’improvviso, e per un singolo istante, il dolore svanì, le mani non riacquisirono la loro mobilità, ma cessò quel bruciore devastante che soggiogava i suoi nervi, sbatté lentamente le palpebre, la poca luce nel seminterrato filtrò all’interno dei suoi occhi dispiegando dinanzi a lui i capelli grigio biondi del mostro.
Li osservò danzare per un’istante e uno soltanto, come se fossero baciati dal vento, svolazzavano selvaggi irradiati dalla flebile luce che riuscivano a catturare. Percepì, nella fugacità di un sospiro, la vitalità di cui erano intrinsechi i capelli, come se mille minuscoli globi luminosi fossero trascinati dal coinvolgente ritmo di una danza tribale. In quel momento Morpheus riuscì a carpire l’umanità persa e dimenticata di Seraphim, le sue paure e suoi sentimenti, tutto ciò era morto nel medesimo istante in cui era salita sulla fortezza volante. Caduto come un fiore nell’arido fuoco del deserto.
Le iridi si irritarono colorando il bianco di lievi venature cremisi. La mano si sarebbe poggiata sulla spalla della donna, non per stringerla, non ne avrebbe avuto la forza, ma per carezzarla come la tiepida mano di un tenero amante che scorre sulla nuda pelle. Come quella di un padre che saluta la figlia nel rimboccarle le coperte. Leggera e delicata, amorevole e giusta. I polpastrelli avrebbero saggiato il tepore della pelle, la delicatezza di un corpo. Fin quando la mente di Morpheus non si sarebbe rivelata con un fiume di ricordi, di emozioni e di sensazioni. Ciò che fu dimenticato e sepolto, ciò che era morto e non più vivo.
Sarebbe ricomparso per minare l’incrollabile inumanità di cui Seraphim era pregna.
Per ridestare un cuore sopito.
Un animo puro.

-------------------------------------



Rimembra il tuo passato, il tuo ultimo ricordo di vita vera, osserva ciò che ti ha costretto nel rovente abbraccio della corruzione. Due ali nere si dispiegarono per stringerti in una morsa di nera impurezza. Ti mischiasti insieme a un guazzabuglio di putride carcasse, per aspirare a un potere che non avevi e che non potevi avere. Rabbia? Paura? Vendetta? Quale di essi ti portò alla perdizione dell’animo, chi di essi ti portò sul fondale di oceano oscuro e denso? Ti mostrerò gli eventi che ti forzarono questa scelta.
Che distrussero il loco amoenus che intorno a te ti eri creata. In cui vivevi felice.
Prima che tutto andasse distrutto, quando le catene del male ancora non attagliavano il tuo cuore e tuoi arti, quando ancora eri capace di sorridere.
Come un ampolla di vetro che cade da un’altezza troppo elevata così ti sei lasciata travolgere dagli eventi. Inutile, impotente.
Apri la mente per un solo e unico istante.
Per rivivere, per ricordare.
Per renderti libera un’ultima volta, fin quando tutto non ti scivolerà nuovamente via.




Facendoti piombare nel caos e nella disperazione.
Guarda il tutto che diventa nulla, che si sgretola come un maciullato castello di sabbia sovrastato da un oceano nero.
E alla fine lasciati morire.
Per essere finalmente
libera.

« Perché gli angeli devono poter volare. »





CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza


Energia: 32%
Status Fisico: Lieve contusione alla spalla sinistra. Danno Medio da taglio alle mani + danno medio da necrosi alle mani.
Status mentale://

Abilità attive:
Un drago non è solo una macchina da guerra perfetta fatta solo per attaccare, bensì un drago ha anche ottime capacità difesa. Grazie alle conoscienze magiche e alla grande padronanza della stessa, un drago non si troverà mai in difficoltà. Spendendo un consumo pari a medio, Morpheus potrà creare una barriera di un candido colore bianco grossa al massimo quanto lui che lo coprirà da un solo lato, la difesa lo proteggerà da ogni attacco a lui rivolto fino a un massimo di medio. [Pergamena Barriera]. Se questo non dovesse bastare per fermare un attacco, con un consumo pari ad Alto Morpheus potrà ricoprire interamente il suo corpo di un'armatura trasparente più forte dell'acciaio stesso, essa gli fornirà una copertura a trecentosessanta gradi da ogni attacco di livello medio o inferiore. [Pergamena Armatura Magica]. Inoltre le conoscienze in campo magico gli permettono di esulare dal suo elemento d'origine e sfociare in quello ghiaccio. Infatti il drago potrà richiamare sul campo di battaglia un muro di ghiaccio che difenderà il drago da qualunque offesa non psionica fino a un totale di danno alto. Il muro sarà incredibilmente spesso e alto abbastanza da schermare Morpheus anche in forma draconica. [Pergamena Muro di ghiaccio].

Creator of dreams
Ma come detto, a volte sogno e realtà si possono confondere, ognuno prendere le sembianze dell'altro, confodendo il sognatore che non riesce più a distinguere quale dei due sia il vero. Per questo ritrovarsi ferite dopo un incubo non è cosa improbabile, sono sogni talmente reali da chiedersi se sono veri, risvegliarsi in preda al panico pensando di avere perso qualche arto. In termini gdr spendendo un consumo pari ad Alto Morpheus, semplicemente toccando il suo avversario, potrà farlo cadere in una sorta di incubo da lui creato, esso riviverà quella scena come se fosse reali, vivendo dolori e particolari. Alla fine dell'illusione sul suo corpo si apriranno vere ferite per un danno totale di medio. A questo punto l'illusione si scioglierà da sola e lascerà come unico strascico un danno Medio alla psiche. [Attiva III livello illusionista].

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}


Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Innanzitutto scusate il ritardo e il post forse un po' troppo breve. Posso solo dire che mi dispiace ma solo sta sera ho messo mano al mio pc. Sono disposto a prendere qualsiasi penalità. Comunque nulla mi difendo e parto con un'altra pippa mentale. Questa volta a Seraphim, attivo l'ultimo livello del dominio per fargli rivivere l'esperienza che ha traumatizzato la sua vita e che l'ha costretta a entrare nei Korps. Io so qual è ma ovviamente Morpheus no. Quindi Lenny dovrai descriverla tu. L'intento è quello di portare al suicidio Seraphim oppure scatenarla contro Ragnar.
 
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Lenny.
view post Posted on 18/6/2013, 12:52




Bloody Wings ~


..perché gli angeli devono poter volare.

Il tocco di Morpehus fu per Seraphim più devastante di quanto il drago blu potesse immaginare. Gli occhi della fu donna si spalancarono su una realtà lontana, su un giorno maledetto, su una strage dimenticata. La sua mente tornò indietro, a quell'istante in cui si era spezzata, con la morte di suo marito, del suo amore, del suo vero amore per mano del demone soldato. E poi a un luogo d'inferno chiamato RotteNhaz, dove nell'ombra e nel dolore si era piegata a lui, il demone soldato, che l'aveva trascinata via dalla sua vecchia casa, era stato lui a vincere, e quindi doveva essere lui a decidere cosa Seraphim dovesse diventare. Lui, Ragnar.

Morpheus aveva rivoltato la mente di Seraphim in modo così violento che senza volerlo aveva ridestato in lei una sopita ferocia. Con una lentezza inaudita, Seraphim si alzò finalmente in piedi. Su due gambe, come un essere umano. Lo sguardo rivolto a Ragnar, le parole rivolte a Morpheus. Una parola sola dalle sue labbra, scivolò via in un flebile sussurro.

« Grazie. »

Mentre la creatura di tormalina disarmava con una facilità quasi comica un inerme Elias Takevada, lo scontro tra Vaairo e Ragnar proseguiva più violento che mai. Il goryo gettò contro il soldato una bomba accecante, costringendolo ad arretrare di qualche passo. Senza perdere tempo Vaairo scattò rapido caricando ancora una volta un pugno luminescente, divorando l'aria fino a raggiungere una posizione distante solo una manciata di pollici dall'obiettivo dell'attacco; Ragnar, percependo il pericolo, incrociò le lame degli avambracci e usò le ultime energie per circondarle di un solido guscio oscuro che scongiurò ogni pericolo. Il rosso – il cui attacco era stato improvvisamente arrestato – crollò a terra, complice la posizione orizzontale che la manovra di attacco lo aveva portato ad assumere.
Si ritrovò così steso sulla pancia, alla mercè del demone soldato dei Falkenberg Korps.

« No Vaairo, hai ragione.»

Ragnar avanzò di un passo, due. Levò la lama destra in alto, verso un cielo inesistente, pugno contratto in segno di vittoria. Vaairo non aveva alcuna possibilità.
I suoi occhi scintillarono sanguigni.

« Nessuna resa, maledetto GoryAAAAAH!»

Ragnar vorticò su se stesso, vacillando sotto il peso di una Seraphim che gli si era letteralmente gettata a dosso. La donna grigia aveva i denti come zanne serrati a lato del collo di Ragnar e le dita come artigli strette sulla sua schiena. Nessuna tattica, nessuna strategia. Solo la furia primeva di una creatura totalmente posseduta dall'odio, nei cui occhi si rispecchiavano le immagini rievocate da Morpheus. L'immagine di suo marito pestato a sangue dai Korps, appeso a un rostro uncinato con la schiena fatta a pezzi, e quelle ali rosse di sangue. Seraphim strappò via un lembo di carne di Ragnar, prima di azzannarlo ancora.
Ma Ragnar Takevada sapeva manipolare i poteri donatigli dal Beccaio. Era incredibilmente più forte, più resistente della povera creatura marcia e grigia che lo aveva assalito. Non appena ebbe il tempo di riaversi, afferrò Seraphim per i capelli e la scaraventò malamente a terra, per poi trapassarle il petto con una delle lame. Sentì l'osso acuminato perforare la carne e arrestarsi solo a contatto col legno del pavimento. Seraphim sputò una sola boccata di sangue.

« Stupida puttana, cosa credi di fare? »

Ritrasse la lama, lasciando l'agonizzante Seraphim a contorcersi al suolo, l'odio e la rabbia ora resi impotenti dinanzi al demone soldato. Prese a piangere, semplicemente, a piangere come una bambina. Ragnar le lanciò un'ultima occhiata di puro ribrezzo, prima di rivolgersi ai Goryo.

« Dove eravamo rimasti? »

« Al "nessuna resa". »

Non Vaairo. Non Elias. Di certo non Seraphim.
Floki, l'uomo di cui tutti si erano dimenticati, si ergeva adesso contro Ragnar, armato e pronto a uccidere. Aveva raccolto da terra la desert eagle di Vaairo, dopo che la donna di tormalina l'aveva gettata via dalla stretta di Elias, e la impugnava tra le mani, canna puntata contro la testa del nemico. Floki aggrottò le sopracciglia. Non avrebbe esitato a far fuori uno come Ragnar, ma Shivian lo aveva incaricato di prendere il colpevole, non di farlo fuori. Imprigionare uno dei Falkenberg Korps e interrogarlo -anche sotto tortura- per avere informazioni su Viktor von Falkenberg sarebbe stata la cosa migliore per il Goryo.

« Siamo tre Goryo, e tu sei solo, Ragnar. I tuoi Korps non hanno alcun potere a Taanach, ti hanno abbandonato. Arrenditi, soldato, arrenditi adesso. »

Passarono alcuni secondi. Una stasi dura come la pietra.
Forse Ragnar si sarebbe arreso, un po' perché era rimasto solo, un po' a causa delle ferite. O forse avrebbe continuato a combattere, fino alla fine, nel nome del folle e cruento credo militare dei Falkenberg Korps. Nessuno lo avrebbe saputo mai, non dopo ciò che accadde.

Da terra Seraphim, il viso rigato di lacrime di sangue, cinse il busto del demone soldato all'altezza dell'addome. Un abbraccio letale. Perché nessuno in quell'antro polveroso poteva sapere che le creature insulse come Seraphim, in un luogo intriso di potere oscuro come RotteNhaz, guadagnavano un solo potere di rilevanza cruciale: il potere di morire trascinando tutto e tutti via con sé, di lasciarsi esplodere sacrificando la propria effimera esistenza nel nome dei Korps, se questo voleva dire fare strage dei nemici. Un potere che nessuno poteva conoscere, neanche Ragnar.

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« Questo è per ciò che hai fatto a mio marito. E a me. »

L'energia accumulata nel corpo di Seraphim esplose tumultuosamente, e in un istante si scatenò l'inferno.
La deflagrazione – una nube rossa di fuoco e nera di fumo – investì un'area di per sé piuttosto modesta, ma sfortuna vuole che la stabilità della vicina colonna portante fosse irrimediabilmente compromessa. Subito si formò una grande crepa, che percorse in verticale l'intero capitello e arrivò fino al soffitto, dove si estese come una enorme ragnatela; la colonna di legno e ferro terminò di spaccarsi in due, sbriciolandosi in preda alle fiamme. Privo del sostegno fondamentale dell'oggetto, parte del soffitto collassò, e le crepe non smisero di estendersi in ogni direzione: soffitto, pareti, persino il pavimento divenne vittima del cedimento strutturale e delle fiamme.
Un enorme pezzo del soffitto franò sopra la postazione di Elias, la donna di tormalina e Floki. I primi due vennero fatti a pezzi dal crollo delle macerie fumanti, senza avere neanche il tempo di reagire. Floki invece riuscì a gettarsi in avanti, venendone investito solo dalla cintola in giù. Crollò di faccia a terra, e perse i sensi.
Salvare la sua vita era una decisione che nessun altro, a parte i due Goryo, poteva prendere.
Era il loro grande momento.
Scegliere se essere dei veri eroi..




..oppure dei vili codardi.




Direi che siamo agli sgoccioli. Il combattimento è terminato, e adesso vi restano due sole opzioni prima di concludere questa breve ma intensa quest.
1-Potete scappare verso l'uscita, salire le scale che conducono alla camera di Elias (la stanza dove avete trovato il fumogeno narcotizzante per intenderci) e da lì uscire per salvare la pelle. Il tutto autoconclusivamente.
2-Potete rischiare, ma rischiare sul serio. Uno o entrambi i vostri pg possono salvare la vita a Floki, caricandoselo di peso sulle spalle e fuggendo via. Ma in questo caso deciderò l'esito della vostra azione con un tiro di dadi. In caso di esito positivo, vi salverete entrambi (numeri 1 e 2). In caso di esito parzialmente negativo, vi salverete ma i vostri pg riporteranno menomazioni per sempre, come cicatrici e ustioni gravi -ricordo che il PK è on- da inserire nella descrizione fisica in scheda (numeri 3 e 4). In caso di esito negativo, morirete sia voi che Floki (numeri 5 e 6).
Per chi sceglie questa seconda opzione e riesce a salvare la vita di Floki, ci sarà un piccolo extra nelle ricompense finali.

Ovviamente ciascuno di voi può fare la scelta che preferisce. Se scegliete entrambi la seconda, un solo tiro di dadi sarà valido per entrambi.

7 giorni per entrambi e...Buona fortuna!


Edited by Lenny. - 18/6/2013, 15:35
 
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view post Posted on 19/6/2013, 12:18

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« Grazie. »

Ripartì tutto da quelle parole, flebili come un sussurro, leggere delicate e finalmente vive. Fu nient’altro che un sospiro che scivolò via, lontano. Eppure, come in un effetto farfalla, quell’esalo vaporoso dall’effluvio di briosa libertà scatenò negli accadimenti di quel dì, così intenso e lungo, un uragano destinato a variarne un finale già annunciato e già scritto: Vaairo MORTO, Morpheus SCONFITTO, Floki UCCISO. Una previsione che puzzava di sentenza finale ma Seraphim si ribellò al suo oppressore con una determinazione stoica, d’una vendetta a lungo sopita e nascosta nelle stanze più recondite della sua mente. Si risvegliò dal torpore della corruzione, nei suoi occhi spruzzò la ferocia rabbia di una donna a cui si toglie il proprio amore, gelosa e ferita, indomabile e inarrestabile. Una donna che per amore è in grado di ribellarsi al suo destino crudele, e di esigere finalmente quella vendetta al sapore dolce di sangue. Perché Seraphim s’era liberata dall’effige dell’ampolla rotta, per innalzarsi come un’araba fenice in alto nel cielo, per esplodere, un’ultima volta, come un angelo libero. E infine Morpheus riconobbe nel suo sguardo il suo stesso sguardo, nelle sue sofferenze le sue antiche sofferenze e i loro cuori si amalgamarono in un caleidoscopico vortice di comuni emozioni. Un sorriso si dipinse soffice sulle guance glabre del dragone, di nuovo le labbra rosse pittarono il candido colore della sua pelle solo lievemente abbronzata. Un misto tra amarezza e felicità, tra gioia e dolore, gli occhi si bagnarono per un istante, la lacrima si trattenne da rigare la guancia. Rimase lì, appesa in bilico tra due mondi, oscillando a cavallo tra i due sentimenti, ma nel fondo del suo cuore, tra le pieghe pulsanti di quel tessuto connettivo, sapeva che la donna sarebbe stata veramente libera solo nella morte. Lontano dalle grinfie uncinate di Viktor, distante dalle bramosie licenziose e dalla patria potestà esercitata da Ragnar. Lontano dalla sofferenza e dalla perdizione, con l’animo quietato dal sangue per stringere nuovamente il suo vero e unico amore. Così, con l’emblema più sincero dell’amore, si strinse a Ragnar.
Non per affetto, non per gratitudine e di certo non per chissà quale slancio d’amicizia.

« Questo è per ciò che hai fatto a mio marito. E a me. »

No, Ragnar non meritava nulla di tutto ciò, invero Seraphim stritolò il suo creatore con il medesimo gelido abbraccio di morte che lei stessa assaporò nel giorno della rinuncia alla sua vita. Finché il suo corpo non deflagrò in una detonazione fragorosa, cremisi e nera per scatenare l’inferno in quel seminterrato. Per distruggere il suo creatore e al tempo stesso il suo uccisore. Fu un boato assordante, un esplosione contenuta che distrusse in un attimo tutto quello che c’era intorno. Compresa la colonna portante della casa. Infine fu distruzione, fu macerie che si accatastarono su altre macerie, fu il fuoco distruttore che divorò ogni cosa. Il soffitto si crepò, le travi cominciarono a cadere, Elias venne sommerso dalle rovine della sua stessa casa. Floki cadde a terra svenuto. A quel punto Morpheus ebbe pochi istanti per decidere cosa fare, perché mentre tutto crollava, mentre tutto prendeva fuoco, Floki stava per soccombere. Senza pensarci su, mosso più dall’istinto che dalla razione. Non avrebbe abbandonato Floki nella valanga di mattoni e fuoco, non lo avrebbe lasciato morire sotterrato da quella casa che sarebbe diventata la sua tomba. No, semplicemente Morpheus non poteva lasciare morire un uomo dinanzi ai propri occhi, girare i tacchi e ignorarlo come se nulla fosse, non era un vigliacco e nemmeno un eroe.
Semplicemente doveva tentare, anche se questo significava morire.
Corse in quell’inferno di fuoco per tirare fuori il guardiano, per strappare una vita dall’Ade.
Sentì il fiato pesante e il fumo penetrargli nei polmoni, sentì la gola pizzicare, e infine tossì, ma il suo passo non cedette un solo attimo, le sue gambe bruciavano come investite da mille lame roventi ma non rallentò. L’adrenalina gli assopiva i dolori, gli debellava la stanchezza, sentì l’energia scatenarsi dall’interno del suo corpo pura e meravigliosa, strali luminosi che attraversavano le vene e le arterie, che carburavano i muscoli e lubrificavano le articolazioni, un motore perfettamente alimentato e perfettamente funzionale.

Il suo cuore aumentò di uno, dieci, cento battiti, un ritmo incalzante e velocissimo un bumbumbumbum che in ognuno di essi ne conteneva dieci e che in dieci ne conteneva cento, come se quell’organo posto al centro del petto non sapesse far altro che battere e battere e battere ancora più veloce, come se da un momento all’altro volesse esplodere in un BUM più grande degli altri.

Infine giunse vicino a Floki, il suo corpo era per metà disteso sotto le travi, gli passò una mano sotto l’ascella e iniziò a tirare, sempre più forte, sempre più forte. Ma il corpo non voleva sapere di venire via. Alle spalle di Morpheus cadde un pezzo di legno infuocato, dinanzi a lui era già tutto caduto e tutto distrutto, Floki era la dead-line oltre il quale si scatenava l’inferno, la morte, il fuoco. La fronte cominciò a imperlarsi di sudore, goccioline leggere cominciavano a scendere lungo le guance fino a cadere in terra una volta attraversato tutto il volto. La tunica blu acceso divenne lentamente di un blu più scuro, una piccola chiazza che, come una macchia d’olio, si spanse fino a diventare una sola macchia grande o tante piccole chiazze che si inglobavano in una sola. Riprese a tirare una, due, tre volte, fin quando non divenne improvvisamente leggero, fin quando il corpo non venne trascinato fuori da quell’inferno. Alzò il volto quasi stupito e vide la faccia di Vaairo rossa dalla fatica e nera dalla fuliggine, il sudore sulla sua fronte che rifletteva le fiamme e le luci. Era, più di Morpheus, provato dalla fatica e dalla stanchezza, era quasi morto anche lui, ma nonostante ciò era lì a salvare a Floki. Insieme si alzarono, insieme iniziarono a camminare claudicando, un passo dopo l’altro, un passo più veloce dell’altro fino a correre quasi. L’uno sorretto sull’altro, l’uno forse più dell’altro. Insieme sorreggevano quel corpo con chissà quale forza, una sinergia tra i due uomini. Il corpo di Floki al centro sorretto dalle ascelle con i piedi che si trascinavano sul pavimento, il capo chino con gli occhi chiusi a fissare il pavimento.. Poi anche sulla loro testa tutto inizio a cadere, vide pezzi di legno letteralmente cadergli addosso, vide schegge schizzare ovunque e sentì il dolore, a pochi passi dalla scalinata farsi sempre più forte. Sentì come se una parte del suo corpo stesse letteralmente prendendo fuoco, sentì persino la puzza di carne bruciata invadergli le narici e irritargli l’olfatto. Vide tutto cadere davanti a propri occhi, e per un’istante vide lì a terra Stormbringer, l’oro che si pitturava di rosso fuoco, lo zaffiro che baluginava di luce azzurra sovrastando la caligine nera. Allungò il braccio libero, il sinistro (lo sentì urlare di dolore, senti ogni nervo infilzato, sentì dolore e nient’altro che dolore), per sfiorare la scimitarra con i polpastrelli, bastò quello per vederla scomparire, nel nulla. Poi riprese la corsa, salirono le scale e anche – e soprattutto in quel frangente – i quadricipiti si lamentarono per la fatica, i polpacci arsero e la scalinata sembrò interminabile. Vide la luce sopra la sua testa, come un richiamo lontano, un miraggio sfuggevole, fin quando il bianco non divenne più grande, fin quando non si allargò mostrando la camera della casa di Elias, la camera in cui erano svenuti. Fecero l’ultimo scalino e tutto sotto di loro crollò.
Il pavimento divenne instabile, come un ponte vecchio e logoro che attraversava un precipizio. Sotto i loro piedi il lastricato si apriva come se fosse fatto di ghiaccio, prima si venava e poi si spaccava al centro, mentre la terra cominciò a inghiottire tutto, gli inferi che aspiravano ogni cosa, che chiedevano il loro tributo di sangue. Il rumore accompagnava quella corsa, il boato dei mattoni che cadevano, lo scricchiolare del legno, lo scoppiettare del fuoco. Le stanze che si fecero più piccole, le porte strette e anguste.
L’uscita che si rimpiccioliva.

Ancora. Ancora e ancora.

Poi il suo volto si fece rosso.
I suoi occhi si tinsero di cremisi.

-------------------------------------------------

Uscirono insieme dalla casa, ognuno aveva in corpo le sue fatiche e ognuno era pervaso dal dolore. Morpheus osservava il cielo dinanzi ai suoi occhi, il solo che iniziava la sua discesa ma che ancora illuminava Taanach con i suoi raggi. Il caldo dell’Orbrun non gli parve mai così fresco. Sentì la brezza del vento accarezzargli il corpo, rinfrescarlo con il suo alito e coccolarlo tra le onde invisibili della sua essenza. Sentì gli ultimi rintocchi di vita dell’abitazione, gli ultimi sussulti del fuoco che divorava ogni cosa per ridurre ogni cosa in cenere. Morpheus era disteso sulla schiena, con le pietre aguzze che gli penetravano nella pelle. Sentiva il corpo pesante e i muscoli indolenziti, sentiva la fatica pesargli sulle palpebre come un macigno che rischiava di schiacciarlo. La spalla sinistra era stata immersa nel fuoco e dal fuoco era uscita, mentre un taglio pulsava sul suo volto. Dall’occhio sinistro allo zigomo destro, passando per il naso e attraversando il volto da parte a parte. L’inferno li aveva sfidati e loro avevano vinto, entrati e usciti dalla porta principale.
Poggiò i palmi delle mani sul terreno, con fatica alzò il busto e sentì persino l’addome tirare e spezzargli il fiato. Erano passati un paio di minuti e lui ansimava ancora per lo sforzo. Ma erano salvi. Si alzò con fatica in piedi facendo leva sui quadricipiti, che ancora bruciavano per la corsa. Osservò Vaairo e poi Floki, osservo la casa e infine le macerie. Una donna si era lasciata esplodere per salvare loro la vita. Ma nessuno l’avrebbe ricordata, nessuno avrebbe eretto una statua in suo onore o avrebbe combattuto nel suo nome per difendere i propri ideali. Era una pedina sacrificata come tante altre e come lui del resto.
« Nessuno ci dirà grazie per quello che abbiamo fatto, nessuno canterà il nostro nome nelle ballate del futuro. »
Sospirò, guardando il terreno, volgendo il suo sguardo nel luogo dell’esplosione, lì dove – se non si fosse ridotto in cenere – ci sarebbe stato il cadavere di Seraphim.
« Siamo solo eroi che combattono l’oscurità nell’oscurità. »
Alzò lo sguardo al cielo, lì dove gli angeli volavano.
« Grazie a te Seraphim. »






CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs intelligenza


Energia: 32%
Status Fisico: Lieve contusione alla spalla sinistra. Danno Medio da taglio alle mani + danno medio da necrosi alle mani. Ustione permanente alla spalla e al petto sinistro, cicatrice sul volto permanente.
Status mentale://

Abilità attive:
Non necessariamente un'arma potrà essere utile in una delle due forme, anzi molte volte queste stesse armi, che calzerebbero a pennello in forma draconica o in forma umana, nell'altra forma risulterebbero essere un impedimento, tuttavia Morpheus può decidere di materializzare le sue armi, e farle scomparire in qualsiasi momento previo consumo di slot, l'abilità è di potenza nulla, difatti essa non arrecherà danni di nessun tipo all'avversario, ma non è detto che non possa essere utilizzata per avvantaggiarsi in qualsiasi modo. [Nulla personale].

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}


Behold my true form.
Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Allora, Morpheus riporta un ustione permanente che va dal petto sinistro e sfuma fino alla spalla e una cicatrice permanente che va dalla base dell'occhio sinistro, attraversa il naso fino allo zigomo destro, un taglio trasversale provocato da qualche oggetto contundente quando la sua vista diventa rossa. Poi ho concluso il post con un ricordo per Seraphim e delle parole. Sia Vaairo che Floki (se si riprende) posso dire quello che vogliono a Morpheus per interagire. COmunque non so se è l'ultimo post, in tal caso colgo l'occasione per ringraziare tutti. È stata una quest di rara ispirazione, no nel senso che l'ispirazione è stata rara, ma che, in un caso più unico che raro, ho trovato l'ispirazione in ogni singolo post, e non c'è stato un post che non abbia voluto scrivere con tutto me stesso. Questo è certamente merito del qm che ha raccontato questa bella storia, ma anche di Drag, un compagno con cui mi sono trovato benissimo e con il quale sono riuscito a trovare una buona alchimia. Sempre disponibile e sempre disposto a confrontarci sulle strategie. Ringrazio Lennu come Qm e Drag come compagno, con la speranza di rivederci in altre situazioni. Spero di aver concluso la quest in maniera degna.
Ps: Nella fuga sfioro Stormbringer per attivare l'abilità a costo nullo che fa svanire le mie armi in un'altra dimensione.
 
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Drag.
view post Posted on 19/6/2013, 18:08




'Cause sometimes you feel tired,
feel weak, and when you feel weak, you feel like you wanna just give up.
But you gotta search within you, you gotta find that inner strength
and just pull that shit out of you and get that motivation to not give up
and not be a quitter, no matter how bad you wanna just fall flat on your face and collapse.


Quella lunga, interminabile serie di istanti non se la sarebbe ricordata mai.
Forse, nei sogni, la fuga dal seminterrato-prigione dei Takevada sarebbe tornata a tormentarlo; un fantasma oscuro fatto di fumo e fiamme e dolore, impossibile da allontanare del tutto come un ghepardo che sfianca la preda dopo averla inseguita per i tortuosi sentieri montani del suo regno animale.

Ma si trattavano solamente di frammenti di consapevolezza, piccole pietre dimenticate scagliate con irriverenza nei recessi del suo subconscio. Vaairo si trovava già sull'orlo dell'abisso quando il mondo crollò su di lui: boccheggiava a terra, come un verme, stentando ad accettare una sconfitta. Nessuna resa. Nessuna resa. Nessuna resa. Nessuna resa.
La sua ragione soffocata dalla sofferenza ripeteva quel mantra con l'intermittenza e l'urgenza di una sirena d'allarme. Tutta la vita era condensata in quel singolo momento di battaglia, di resistenza sovrumana. Non poteva capire davvero ciò che stava accadendo attorno a lui, quindi agì meccanicamente, seguendo gli impulsi primordiali dell'istinto.
L'immensa fatica ed il dolore tramutarono gesti lenti e inconsapevoli in un calvario infernale.

Sentì la presenza accanto a lui di Morpheus - il drago Morpheus, quel bersaglio sulla sua lista nera che tuttavia lui era troppo codardo per affrontare.
Lo stava sorreggendo.

Si rese conto di star piangendo; erano lacrime di spossatezza, di totale frustrazione dinanzi alla morte. Si sentiva terribilmente pesante, come impossibile da smuovere. Ogni passo risultava più insostenibile del precedente, e l'uscita pareva irraggiungibile.

Floki.
Dov'era? Che fine aveva fatto?
Si stupì di starlo trascinando con sè. Non era fisicamente possibile. Era già un miracolo lui fosse capace di restare in piedi... sostenere il corpo privo di sensi dell'intransigente guardiano era completa fantasia.

Qualcosa lo colpì, facendolo sussultare.
Calcinacci? Schegge affilate di legno? Per quanto ne sapeva, l'intero fottuto continente si era capovolto e stava tentando di calpestarli.

Un passo alla volta. Altri colpi. Morpheus li stava portando tutti alla salvezza, lo sapeva: lui non ce l'avrebbe mai fatta.
Quel cazzo di compagno stava rischiando la pelle per lui, per Grimher. Scemo di un rettile, trasformati e vola via. Diventa quel drago che sei e sbattitene di noi piccole formiche, fuggi, vattene.
Sente delle mani vellutate e calde lambirgli il petto, la schiena, le braccia. Sono carezze infide, perchè mordono con la veemenza delle fiamme. E bruciano, ardono con ferocia i suoi vestiti e la sua carne.

Quasi, non le sente. Vaairo ha ormai perduto ogni cognizione della realtà.

Fuori. Via. I gradini, la luce, non aveva più nessun senso; il mercenario sapeva solamente di dover andare avanti, esattamente come si era fatto forte della convinzione di dover abbattere Ragnar ad ogni costo - fallendo, peraltro.

Digrignò i denti,

(io)

racimolò le ultime forze,

(non)

e gridò con tutta l'ira che aveva in corpo.

(mollo)

« RAAAAAAAH »



Urlando, si trascinò insieme ai suoi compagni oltre il traguardo.

[...]

Si svegliò supino, le braccia larghe e distese lungo il polveroso ciottolato in mezzo alla via dinanzi alla casa di Elias.
Il vento caldo che flagellava dolcemente la viziosa Taanach gli sfiorava la pelle sensibile, provocandogli brividi lungo tutto il corpo.
Non riusciva a muoversi, e quella sovrasensibilità doveva significare soltanto molte, orribili ustioni.
Tossì; in bocca aveva il sapore ferrigno del sangue e nei polmoni il fumo denso e acre dell'incendio. Il primo pensiero che gli attraversò la mente fu una bestemmia - bè, anche il secondo fu simile.
Era un fottuto straccio, col torace semidistrutto, completamente ustionato e ricorperto di ferite da cima a fondo. Cazzo, la guerra con i Kaeldran era stata una passeggiata a confronto...

Debolmente, ruotò il capo, cercando con lo sguardo Morpheus, o Floki. Trovò entrambi poco distanti.
Anche il drago non se l'era passata bene, probabilmente più per lo sforzo di portarli in salvo che non per il combattimento, che aveva gestito senza particolari difficoltà.

« Nessuno ci dirà grazie per quello che abbiamo fatto, nessuno canterà il nostro nome nelle ballate del futuro. », stava dicendo con un sospiro. « Siamo solo eroi che combattono l’oscurità nell’oscurità. Grazie a te Seraphim. »

« Ma vaffanculo. »

La risata che seguì venne interrotta da una violenta esplosione di tosse. Quella pazza scatenata si era fatta ammazzare insieme a Ragnar, facendo crollare tutto il castello. Bello, brava, si era vendicata. Dio santo, ma perchè lui si cacciava sempre nei guai?

« Un grazie ce lo deve un bel po' di gente. », riuscì a dire, la voce roca e debole ma comunque serena e scherzosa. « Ok che siamo dei ragazzacci, però... »

Gli tornò alla mente una bella canzone, dal tono allegro e spensierato tipico del reggae.
Ne sussurrò i versi, chiudendo gli occhi. E sorrise.

« Bad boys, bad boys, whatcha gonna do, whatcha gonna do,
when they come for you...?
...
»



Note e riassunto: Non so se si tratta della fine, ma ho deciso di seguire lo spunto di Lud e postare il "risveglio" al di fuori della casa di Elias. Vaairo è praticamente semi-morto e sarà fuori combattimento per parecchio tempo. Uscendo dalla casa ha subito lesioni su braccia, gambe e schiena che lasceranno diverse cicatrici, così come le ustioni che hanno cauterizzato le ferite provocate da Ragnar ma hanno bruciato molto, consumando vestiti e pelle in egual misura. Il bel faccino, però, è rimasto (quasi) indenne, ferite superficiali a parte ahah

Per quanto riguarda i ringraziamenti (sempre ammesso che questo sia l'ultimo post) devo dire che Bloody Wings mi è piaciuta un casino, mai noiosa nè banale. Ci ha messo alla prova in diversi punti e forse avremmo potuto fare meglio con l'interrogatorio di Elias, ma l'esito mi è comunque piaciuto un sacco e devo ammettere che ho avuto una paura fottuta alla fine, nonostante sia io che Lud fossimo immediatamente concordi con il salvare Floki.
Bè, che dire: Lenny è un fottuto genio sadico, Lud un compagno di quest fantastico perchè c'è sempre stato e ci siamo trascinati a vicenda sino alla fine tenendo viva la voglia e l'ispirazione. Tanta roba ragazzi, tanta roba. Del resto se ne parla in Confronto! Bau!
 
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Lenny.
view post Posted on 20/6/2013, 12:05




Bloody Wings ~


Morpheus e Vaairo si precipitarono fuori dall'abitazione di Elias Takjevada, una manciata di secondi prima che quest'ultima collassasse su se stessa in un cumulo di detriti disgregati e macerie fumanti. Fortunatamente nella gentaglia di Vecchia Taanach, tra chi era occupato a imprecare accigliato e chi a osservare inebetito la casa di Elias andare a pezzi, vi fu anche chi si preoccupò di soccorrere i tre Goryo, portandoli al caldo nella modesta comodità delle loro case, e offrendo loro un tozzo di pane e una brocca d'acqua. Poche ore dopo, quando Floki Grimher si riebbe, liquidò i suoi salvatori farfugliando un ringraziamento imbarazzato e la promessa di una certa somma di denaro come ricompensa per la missione conseguita. Somma che, effettivamente, poco tempo dopo ricevettero entrambi nella loro abitazione.

Nei giorni successivi, il clan Goryo recuperò il corpo di Albert e lo seppellì con cura nel cimitero di Vecchia Taanach. I pochi presenti poi si sparpagliarono come foglie al vento: tra loro, si fece sentire più di tutte l'assenza di Floki. L'ex carceriere aveva preferito commemorare il ricordo dell'ex collega brindando a lui da solo, in una diroccata locanda di Taanach chiamata "I quattro amici". Nessuno seppe mai di Ragnar e Seraphim, del loro depravato connubio né del loro rapporto con il Beccaio. I Falkenberg Korps sarebbero rimasti sempre una cancrena per la gente di Asgradel, e il clan Goryo sarebbe rimasto sempre lì, a ricacciarla indietro, fin quando avesse raggiunto il fulcro centrale chiamato Viktor.

Ma questa è un'altra storia.





Mi sembrerebbe forzato continuare con un altro giro, quindi termino qui la quest. Voi ovviamente potete fare un ultimo post per chiudere (tipo partecipare ai funerali di albert come ha suggerito drag o farvi un prequel per un duello futuro, come ha suggerito lud, o anche nulla). Devo dire di ritenermi molto soddisfatto per come è andata, tanto che penso non solo di ricreare quest future con lo stesso modus operandi di questa, ma anche di riutilizzare Floki. Siete stati entrambi degli ottimi partecipanti, impeccabili sia dal punto di vista introspettivo dei personaggi, che dal punto di vista strategico in game e off game. Avete gestito bene inseguimenti, investigazioni, decodificazioni e anche il combattimento finale. Ho storto un po' il naso per come avete interrogato Elias (ammetto di avervi messo in difficoltà, ovviamente voluta, tanto da farvi confondere in più di una occasione) ma qualche pecca ci può stare. Ammetto che, se il regolamento di Asgradel me lo concedesse, darei a entrambi un punto promozione. Eppure, per quanto mi dolga, devo darlo a uno solo di voi: Lud. La scelta si basa sul semplice fatto che il suo personaggio è arrivato alla fine della quest ancora in piedi e con un terzo della riserva energetica, mentre Vaairo è arrivato praticamente moribondo. Questo denota una leggera mancanza prettamente strategica (troppi consumi alti nel combattimento, per di più hai utilizzato la stessa offensiva più di una volta) che Morpheus non ha dimostrato (giocando più a livello psionico, e ancora complimenti per l'idea dell'illusione castata su Seraphim).
In ogni caso, la vostra prestazione è stata ottima. Solo, Lud ha fatto quel mezzo passo in più (o meglio Drag quel mezzo passo in meno arrivando alla fine della quest KO) che gli è valso un punto promozione. Detto questo;

Lud guadagna 1500 G e un punto promozione per l'energia Rossa
Drag guadagna 1500 G

Il sottoscritto 800 G

Che dire, grazie per aver partecipato e alla prossima! ^^
 
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Drag.
view post Posted on 6/7/2013, 20:26




Floki non c'era.



Si sentiva ancora costretto dai bendaggi e dai medicamenti; il tributo che quell'avventura gli era costato si faceva ancora sentire sul suo torace e sulla pelle ustionata, ma decise di resistere, stringendo i denti. Restò in piedi composto, elegante nel suo completo scuro funebre, identico a quello di quasi tutti i convenuti alla piccola cerimonia privata.
Si era scoperto che Albert non credeva in un dio particolare, così i sacerdoti del clan gli avevano riservato gli onori militari senza dilungarsi nei salmi di qualche libro sacro. Pur rattristato dall'evento, Vaairo si scoprì sollevato di questo dettaglio: presenziare a quel funerale gli aveva chiesto ogni singola briciola della sua pur leggendaria testardaggine. I guaritori gli avevano caldamente sconsigliato di uscire di casa, e persino Lily lo aveva guardato con quegli occhi maliziosi e sadici che significavano solo "sì, proverai molto dolore, quindi, ti prego, vai a quel fottuto funerale".

Ma si trattava di un commilitone, il loro compagno di missione: Albert si meritava il loro cordoglio e l'estremo saluto.

Non erano in molti, solo pochi intimi, qualche parente. Un paio di bambini, forse i nipoti, o i figli di qualche coppia che lo conosceva.
La maggior parte di loro si chiese chi fossero quei due Goryo fin troppo appariscenti - non ricevendo spiegazione alcuna.

Forse era per quello che Floki non era venuto; non lo giudicò malamente. Forse l'aveva considerata una perdita di tempo, un dovere sociale che Albert non avrebbe gradito. Grimher certamente lo conosceva meglio di loro, che lo avevano incontrato quando già era caduto... Ma sarebbe stato irrispettoso non onorarlo almeno salutandolo un'ultima volta.
In un arco di tempo abbastanza lungo l'indice di sopravvivenza di un individuo scende a zero. Era una legge del cazzo che aveva preso Albert in un fottuto arco di tempo troppo breve: doveva avere la sua stessa età, circa. Gli anni trenta di un fallito che ne guarda un altro sotto un metro e mezzo buono di terra dura, segnato da una spoglia lapide con qualche crisantemo attorno ad essa. Tutto molto pulito, molto giusto.

Vaairo fece una smorfia.
Il dolore e l'atmosfera l'avevano messo di cattivo umore. Teneva il cappello nero a tesa stretta sul petto, com'era buona educazione tra gli onesti criminali durante un funerale. Nessuno dei presenti si era scordato di levarsi il copricapo, ma questo non aiutò affatto il mercenario ferito, nè la sua frustrazione.
Albert era morto per l'idiozia di un imbecille invasato. Probabilmente non sarebbe stato nè il primo nè l'ultimo, e lui si sentiva in qualche modo responsabile per la merda che stava consumando quella fottuta città. Andava presa una decisione, e, lo giurava agli dèi e agli spiriti, l'avrebbe compiuta.

Quando la folla minuta cominciò a diradarsi, fu il loro turno di dire addio alla quarta vittima dell'omicidio di Ragnar e Seraphim.
Vaairo si piegò sulle ginocchia, provando una fitta sofferenza che per poco non lo fece cadere gambe all'aria. Dal taschino del completo estrasse un proiettile cromato: il calibro era il .44 magnum della sua desert eagle, ma si trattava di una pallottola speciale, color rame ed avorio, disegnata con minuscoli motivi di caccia e di festa nei boschi popolati dalle bande di ladri che seguivano il codice. Era uno di quei proiettili "buoni", benedetti dagli antenati.

Lo posò davanti alla lapide di granito, ritto, immobile.
Strinse i pugni, scuotendo il capo.

« Che la terra ti sia lieve, guerriero. »

Era incazzato.

 
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