Era finita? Era andato. La neve era sparita. Restava la grotta, immersa nel buio. Jevanni e Seyrleen erano lievemente in disparte e nei loro occhi ruggivano fiamme di malcontento…odio quasi. Ed erano certo colme di tormento le parole di Jevanni. Un brivido gelido scese lungo le vertebre di Àlfar. Le orecchie rimbombavano ancora per il sangue che pompava nelle vene per lo scontro. Ma capì che la discussione aveva a che fare con ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Shervaar, si era fatto avanti e parlò per primo.
"Quando...quando quel giorno il corno suonò, quando partimmo dalle rive del Gorgo sapevo, sapevamo, a cosa andavamo incontro. Quando qualche giorno fa ci mettemmo sulle tracce del drago, quando ci inoltrammo in questo labirinto sapevamo cosa stavamo facendo. Non conosco gli ordini, non mi interessano, ma mi fido dell'uomo che ci ha condotti qui e se sarà la lucida freddezza e non il rancore a guidare i nostri passi per me ai può andare avanti. Non per collera, non per rivalsa, ma per il Sorya. Cercavamo una pietra, abbiamo trovato un ragazzo, ma ora non abbiamo nulla tra la mani, se non la facoltà di scegliere cosa ne sarà della nostra ricerca. "
Recuperando lucidità e stabilità dopo che le dita dell’illusionista avevano affondato le proprie unghie nella sua mente, anche Àlfar parlò…
"Se mi è concesso, tuttavia, è più complicato dare la caccia a una preda ferita. Egli non voleva che noi raggiungessimo il drago, non voleva che procedessimo oltre. Ci sono buone possibilità che egli torni a difendere qualsiasi cosa ci aspetti alla fine di questo percorso. Ottime possibilità oserei dire. Se non lasciamo che l'astuzia di quell'individuo ci distragga e faccia deviare, lo troveremo di sicuro a guardia di ciò a cui diamo la caccia. Allora poco importa chi o cosa sia, se sarà per il Sorya o per una vendetta personale o per un debito da saldare. Se sarà tra noi e il nostro obiettivo, verrà spazzato via. Le nostre lame saranno la voce tagliente di Velta, le onde travolgenti del Gorgo. Siamo o non siamo membri del Sorya!?" -quest'ultima frase la pronuncia a voce più alta, con orgoglio e quasi a rivolgersi a tutti gli altri soldati della compagine. - "Ma siamo pochi - torna a rivolgersi a Seyrleen e Jevanni - e non possiamo permetterci il lusso di consumare energie contro noi stessi. Jevanni, signore, la scelta è vostra. Noi vi seguiremo, così come vi abbiamo seguito fino ad ora. Solo...ricordate: è più facile attirare un fantasma, che dargli la caccia. Siate vigile, poiché vostri sono gli occhi che ci guidano."
Non mi piace che la gente giochi con la mia mente…quei sudici giochetti…ne pagherà un alto fio…
"Questo è il volere di Alexandra. Sono un Leone, e mi tufferò nell'abisso per la regina. Con o senza il mio branco". – Le parole di Taliesin saltarono fuori dal nulla. – "Lo uccidiamo." Fu la risposta di Jevanni. Una lama gelida. Carica di tetri intenti…una pressione nera come le tenebre che aspettavano il gruppo, indipendentemente dall'esito di quella discussione. Il gruppo si sta sfaldando…non deve succedere…è necessario restare uniti…c’è un drago da affrontare! Ma le parole che proferì Seyrleen, così cariche di una rabbia frustrata, scossero sia lo Sciamano che lo Spirito – "Il volere della Regina non è di seguire l'intuito distorto di un uomo e il suo desiderio di rivalsa! È la pietra la priorità!" Il volto di Jevanni era di pietra. Le parole dell'elfa erano incapaci di scuoterlo. "Non sprecherò le mie forze per questa follia" sibilò lei in fine.
"Questo è proprio il momento meno adatto per separarci e discutere." – Àlfar non riuscì a contenere un rigurgito di parole acide ed aspre. – "È vero. Il nostro obiettivo è la pietra. E io me la sto portando dietro da Pietradisole in un sacchetto. Un bellissimo ammasso di pietruzze colorate e scintillanti!" – La rabbia di entrambi gli animi coesistenti rifluì; parte del volto e degli arti di Àlfar sfavillarono con leggere fiamme bianche. – "Un drago ha mangiato quanto di più prossimo a una risposta avessimo trovato e ora, in questo puzzolente sfintere montano, un folle fanatico dei giochetti mentali ci sbarra la strada per difendere qualsiasi cosa sia in quella direzione. Che sia per uccidere il drago o per uccidere un pazzo E il drago, quella è la strada che dobbiamo prendere." – abbaiò indicando la via oscura che proseguiva sul loro percorso – "Ma se ci facciamo separare siamo tutti carne da macello. E da morti siamo inutili al Sorya, ad Alexandra e ai Leoni. L'unico cui gioverebbe la nostra morte è il drago, che avrebbe una cena abbondante." ...Prese fiato. Le fiamme si estinsero poco a poco. Era nuovamente calmo... "Ehm, chiedo scusa, le parole sono uscite da sole. Ma il concetto è quello. Per uccidere il drago, trovare qualcosa a cui aggrapparci per una spiegazione, uccidere il tizio che ci ha aggrediti e tornare al Sorya a testa alta...c'è un'unica via. Quella via. E dobbiamo stare uniti. Perché se le parole di quel tale erano vere quanto sembravano, si rifarà vivo presto o tardi. E allora lui non farà distinzioni tra chi vuole uccidere lui e chi vuole uccidere il drago. Solo restando uniti possiamo uscire da questa faccenda più vivi che morti. Vi chiedo solo di fare buon viso a cattivo gioco...poiché nessuno qui è più salvo di altri." – si rivolse poi a Jevanni – "Comandante, ritengo veramente che la via migliore per trovarlo sia stanare il drago. Io combatterò fino alla fine."
Taliesin subentrò, un maglio d’acciaio contro un fragile specchio di ghiaccio. “In quale momento la vendetta ha accecato Jevanni Glacendrangh, secondo solo ad Alexandra stessa? Come puoi, proprio tu, cedere all'ira? È il momento di prendere in mano la situazione, non di scappare dal dovere, inseguendo un fantasma!”
"Non stiamo fuggendo o abbandonando il nostro dovere! Non stiamo inseguendo un fantasma. Il drago, il fantasma e Cardinale. La soluzione a tutto giace alla fine della via che tu stesso indicavi poco fa. Ora ti chiedo: resterai fermo ad aspettare che le mani di quello spettro si chiudano sulla tua gola, o combatterai per la tua vita?" - Gesticolava preso dal fervore delle parole, indicando il buio avanti al gruppo - "Che sia per trovare un drago, per trovare Cardinale e scoprire il legame con Pietradisole...sono queste le ragioni che ci hanno portati quaggiù. O sbaglio? E ora si pone una nuova minaccia, un nuovo ostacolo, tra noi e la nostra missione. Intendi evitarlo? Io no. Certo, non intendo perdere di vista la missione originale. Ma colui che ci ha aggrediti e ci ha intimato di tornare indietro non rinuncerà certo ad allontanarci nuovamente. E io non intendo stare fermo ad aspettarlo. Dobbiamo marciare alla volta del drago. Ma dobbiamo essere uniti e pronti a spezzare ogni ostacolo sulla nostra strada. Lui È il nostro nemico attuale. Dobbiamo tenerne conto."
“E se tornerà, lo pagheremo con la sua stessa moneta. Siamo più forti di lui, se restiamo uniti. Inseguendolo perderemo tempo ed energie, e non guadagneremo un bel niente”
Taliesin sembrava irremovibile. La pressione premeva sulle spalle di Àlfar come il giorno della battaglia contro Lanhai. Gli dolevano i nervi e i muscoli. Ma Taliesin aveva detto una cosa giusta, non si doveva inseguire per forza quel fanatico delle illusioni. Eppure mancava qualcosa…
"Eh, ci sei arrivato, sì? È dall'inizio che dico che dobbiamo stare uniti!" – Si avvicinò a Taliesin abbassando la voce – "Il drago è il nostro obiettivo, ma Jevanni in questo momento pare pensare solo al tipo che ci ha attaccati. Se riusciamo a indirizzarlo verso il drago è fattibile che si prendano due poiane con una briciola. Ma qui nessuno pare capire che possiamo uscirne solo se mettiamo Jevanni e Seyrleen dalla stessa parte...non ci serve uno scontro intestino." – Fu quasi un bisbiglio, parole indirizzate solo al bardo, per poi riprendere con un tono di voce normale – "Abbiamo un obiettivo, un ostacolo che ce ne separa, e dobbiamo stare uniti. Le discussioni possono essere riservate a dopo, non credete? Quando avremo pulito le nostre armi del sangue di quel drago. Ma fino ad allora...dobbiamo sforzarci di stare uniti." Si percosse il petto con la mano chiusa a pugno "Ognuno avrà la sua motivazione, ma l'obbiettivo è comune!"
"A questo punto dipende da voi: qualunque sia la cosa che cercate dobbiamo procedere insieme, uniti, e dobbiamo farlo adesso". Esordì Shervaar, fino ad all’ora rimasto in silenzio. Il suo tono di voce era teso e alterato. La pressione della situazione gravava sulle spalle di tutti. Gli sguardi che furono rivolti all’elfo erano lame, evidenti anche per la gente intorno.
“Io invece credo proprio che non ci sia verso di farvi ragionare.” L'elfa sembrava al limite della tolleranza. E così pareva Jevanni... “Volevamo la Pietra. La Pietra era inutile ai nostri scopi, Aleph invece lo è – dove sono ora tutti i tuoi discorsi sul Sorya e sulle Ombre?”
“Le Ombre posso ucciderle con la mia spada.” Jevanni tacque per un attimo. “Lui no, per due volte. Ed entrambe le volte si è intromesso nei piani di Alexandra. E miei. Due volte di troppo, quindi.” Si avviò verso una delle uscite dalla grotta. Lanciò un'ultima occhiata penetrante a Seyrleen. “Lo fermerò da solo se necessario”
Àlfar sospirò. Stava andando tutto per il peggio. Erano separati. Per quanto voglia seguirlo…sarei solo carne morta. Non posso difendermi da quelle mani…la mia mente non resisterebbe…
"Che facciamo?" – rivolse lo sguardo da Seyrleen a Taliesin a Shervaar e nuovamente a Seyrleen, con un ultimo appello all’unità – "Lo lascerete andare da solo?..."
Era giunto il momento per una decisione. In quella grotta nera e umida, incrostata del sangue di Molti e Ombre al contempo, Àlfar si rivolse direttamente a Seyrleen appellandosi a quel poco di comprensione che poteva esserle rimasto – "Non è il momento di voltargli le spalle. Se il suo giudizio è debole in questo momento, potrebbe costargli più del risultato di questa missione. Rifletteteci..."
“Siamo o non siamo il braccio della Regina?” La voce di Jevanni vibrò ruvida nella grotta. Taliesin lo aveva seguito e aveva tentato di fermarlo…in vano. “Perché dato che ci siamo non le facciamo prendere da sola anche la Pietra?”
Lo sguardo di Seyrleen si posò su Àlfar, ma non vi fu risposta… una leggera vibrazione nella sua fierezza era forse prova che le parole dello Sciamano avessero mosso una corda, ma l’evidenza dei fatti mostrava che quel tocco non era sufficiente. Lei avrebbe seguito il drago. E avrebbe ucciso il drago. Con o senza Jevanni. “Possano gli spiriti guidare i vostri passi e vagliare su di voi. Se tutto va bene ci vediamo fuori.” L'elfo, deluso dalla piega degli eventi, si diresse verso Jevanni.
"Che gli Spiriti ti illuminino, Shervaar" fu la risposta sincera di Àlfar. Il giovane pelle-rossa si diresse verso Seyrleen. Era turbato, nervoso…ma cosciente di ciò che sarebbe stato contro il fantasma: carne morta. Contro il drago, era convinto di avere una maggiore possibilità di mostrarsi utile.
Cos’altro succederà? Dèi, avremo bisogno di molta fortuna…
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