Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Xenophobia - Origini.

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view post Posted on 27/6/2014, 21:45
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Perso nel Mezzo
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Doveva essere facile, questo è ciò che pensavo mentre mi sono diretto dritto dritto nella tana del nemico, dovevo farmi catturare e dire qualcosa sufficiente a spingere la curiosità del capoclan, attirarlo così da poter parlare e fare in modo che un semplice litigio si trasformasse in una battaglia all'ultimo sangue per ottenere il contro sul nulla, una landa desertica dove non poteva crescere nemmeno una lattuga, niente allevamenti, niente di niente!
Ero stato chiaro, rimanete nascosti ed aspettate il mio segnale, non portatevi la rossa dietro e siate pazienti, non mi sembra di aver espresso richieste troppo esose ed infondo aspettare qualche minuto cosa poteva mai costargli?
Ma sono stato stupido, molto stupido, ho tralasciato un dettaglio di vitale importanza che è costata la vita già a molti orchi colpevoli solo di voler esistere e sopravvivere in una terra inospitale ma che era comunque la loro terra, un dettaglio che in effetti rappresentava tutto ciò che stava per accadere, gli umani.
Non mi sono mai fidato di loro eppure in qualche modo ho osato sperare che mi ascoltassero, che in qualche modo comprendessero la vera entità della situazione e che la loro intrinseca stupidità, la loro arroganza e quella vocina che li spinge sempre a credere di essere nel giusto nonostante la loro breve vita li rende saggi tanto quanto un elfo in fasce, speravo che tutto quello che in breve rappresentava la loro natura e il loro modo di vivere fosse messo da parte da quel basilare istinto di sopravvivenza intrinseco in ogni creatura senziente di questo mondo.
Ma ho errato, il lupo perde il pelo ma non il vizio e una creatura non andrà mai contro alla sua stessa natura, il solo sperare una cosa del genere fa di me il re degli imbecilli e adesso sta a me rimediare all'errore fatto, il caso fortuito vuole che questo mi permetta di fare qualcosa che desideravo sin da quando mi sono lasciato alle spalle il villaggio umano.
Ormai sono giunto al centro di questo piccolo villaggio fatto di legna e paglia che con tanta facilità ha preso fuoco trasformando l'aria in un miasma tossico e cancerogeno che mette a dura prova persino i miei polmoni, eppure non posso permettere ad un po di fumo di ostacolarmi così avanzo imperterrito fino a trovari dinanzi a qualcosa di davvero sorprendente se si considera il nemico che stavo stiamo affrontando, necomanzia.
Ammetto di essere sorpreso, nonostante ci siano dei clan avezzi all'oscura arte necromantica questo mi sembrava uno di quei clan più legati allo sciamanismo e al culto degli spiriti, cosa che va pesantemente in contrasto con le arti di manipolazione dei cadaveri poichè il negromante costringe uno spirito a possedere il suo stesso corpo senza vita, un'esperienza che a detta di alcuni chierici è traumatica tanto quanto l'assoggettamento mentale che segue rapidamente il primo atto, un anima riconciliata al suo corpo possiede una forza mentale pressoché inesistente e l'assoggettazione è incredibilmente semplice.
Le grida si fanno intense e quando il fumo si dirada riesco finalmente a vedere al realtà per quello che è, le sciamane con al centro quella che deve rappresentare il loro capo usano le loro residue forze per cantare una litania oscura con la quale continuano a rianimare i loro caduti in una disperata difesa del loro villaggio mentre questo viene inesorabilmente divorato dalle fiamme appiccate dagli assalitori, anche se gli orchi riuscissero a respingere gli attaccanti sarebbero costretti ad andarsene, la battaglia è finita.
Ma qualcuno sembra non rendersi conto di tutto questo, anche in mezzo al fumo la sua chioma rossa come il fuoco risalta tra gli umani ormai circondato e costretti all'inevitabile resa che in questo caso si può tradurre come una sconfitta netta ed un massacro pressoché inevitabile.
Ma... anche se sopravvivessero?
Anche se io trapassassi il corpo della loro capoclan da parte a parte con divoracaos e spezzassi il fulcro dell'incantesimo garantendogli la vittoria, poi cosa accadrebbe?
Hanno svegliato il can che dorme, ci sono molti altri clan di orchi non molto lontano da qui e una volta appresa la notizia ognuno di questi clans convergerà sul loro villaggio e lo raderà al suolo, massacreranno i loro uomini e ridurranno in schiavitù le loro donne ed i loro bambini, gli orchi hanno un'idea molto chiara sul premio che spetta al vincitore.
Forse... forse c'è un modo per evitare tutto questo, i loro guerrieri sono caduti ma i civili si saranno rifugiati nella parte ancora sicura del villaggio, se le uccisioni si limiteranno ai soli guerrieri allora c'è una remota possibilità che quanto ho appena presagito non accada, non è molto certo ma è pur sempre qualcosa e qualcosa è sempre meglio di niente.
Ora la domanda è... come faccio a fermare tutto questo?
Uccidere le sciamane darà il via libera agli umani di dare alla fiamme il resto del villaggio e massacrare chiunque ma caricare gli umani schierandomi con gli orchi lascerà la loro cittadina indifesa da altre possibili minacce, poi la voce squillante della rossa mi porta ad una semplice ma palese realizzazione, qualcosa che quanto accaduto in quei pochi minuti mi aveva fatto quasi dimenticare.
Sono solo dei contadini, il loro ideale e tornare nel loro villaggio con la consapevolezza che gli orchi non razzieranno più i loro carichi di cibo e viste le condizioni del villaggio questo è un dato di fatto ineluttabile, a questo punto comprendo che il fulcro di tutto questo caos è proprio quella maledetta strega dai capelli fiammanti.
Sta li in mezzo a urlare ordini come una forsennata, cosa che al rende esagitata e che le costerà la vita.
Carico contro tutto e tutti, Rovina appare dalle fiamme lanciata a tutta velocità pronta ad essere cavalcate e ad aiutarmi in quella disperata corsa contro il tempo mentre passo oltre il gruppo di sciamane e mi faccio strada fin dove è possibile nel gruppo di non morti per poi spiccare un balzo usando la mia stessa cavalcatura come trampolino arrangiato, scagliandomi contro la rossa, le dita salde intorno all'elsa di Divoracaos mentre mi appresto a menare un singolo fendente aereo contro la stessa con il semplice quanto efficiente proposito di tranciarla in due come un'anguria.
Se tutto questo avesse successo e se la rossa cadesse sconfitta al mioa ssalto ci sono due modi in cui tutto questo potrà finire.
Nel migliore dei casi i contadini si spaventeranno a morte nel vedermi piombare addosso alla loro beneamina dal fumo e dalle fiamme, non potranno fare altro che andare nel panico e arrendersi incondizionatamente confusi dal mio gesto mente la sciamana comprendendo di aver vinto lascerà cadere il suo esercito di non-morti, è allo stremo e consapevole che privi di leader gli umani si ritireranno frettolosamente dando tempo a lei e alla sua gente di cercare rifugio da uno dei clan vicini. nessuno civile morirà e le "regole" del loro gioco saranno rispettate eliminando qualunque chance di rappresaglia da parte degli orchi in futuro, garantendo la sopravvivenza della loro piccola cittadina d'argilla.
Nel peggiore dei casi gli umani si rivolteranno contro di me trasformando la loro paura e confusione in una furia ceca, i non-morti riusciranno a sopraffarli e a meno che non riesca a sfuggire a tutto questo grazie alla catena allora il mio fato non sarà diverso dal loro e gli orchi potranno usare il loro esercito temporaneo per radere al suolo il villaggio degli umani come gesto di rappresaglia.
In breve una scommessa, o tutto o niente.


CITAZIONE
Costituzione Fisica: 80% (Danni medi alle spalle, danni medi diffusi.)

Costituzione Mentale: 100%

Energia: 90%


Forza: 1

Velocità: 0

Forza Disumana: Il costante allenamento e le battaglie combattute hanno forgiato il corpo di guerra tramutandolo in un arma perfetta, dotato di una forza spropositata egli è in grado di brandire armi di grosse dimensioni come Divoracaos o ogni sorta di spadone con allarmante facilità, quando la necessità lo richiede persino un carretto o una piccola colonna possono dimostrarsi armi efficienti nelle mani del Cavaliere. [Passiva/talento]

Autosufficienza: Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Crescendo in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo. [Passivo/Razziale]


Armatura Trofeo: L'armatura indossata da Guerra sin dai tempi della sua prima battaglia si mostra agli occhi delle persone come una minuziosa e saggia combinazione di più componenti reperiti separatamente e poi assemblati per forgiare al corazza, in essa si possono distinguere quattro distinte parti.
La prima è rappresentata dallo strato base della stessa, una cotta di duro cuoio con dei pantaloni atti a formare lo strato basilare dove montare la parte corazzata della stessa, ideale per garantire una buona mobilità al cavaliere e una difesa discreta da attacchi di piccole armi quali pugnali o spade corte che potrebbero essere puntate ai pochi spazi non protetti dall'armatura vera e propria.
Il secondo strato è quello che rappresenta la maggioranza dell'armatura, larghi stivali di spesso acciaio che proteggono la gamba del cavaliere sino all'altezza del ginocchio, diversi anelli di acciaio sono montati intorno alle cosce per concludersi con una placcatura di acciaio che copre la parte dell'inguine e la base della colonna vertebrale, sulla coscia destro spicca una placcatura rappresentante il volto di un demone che copre ulteriormente il lato esterno della gamba.
Sul braccio destro del cavaliere è presente un guanto corazzato dalle mani artigliate con una piccola placcatura legata più in alto per proteggere il punto scoperto dell'avambraccio, in alto un enorme spallaccio scolpito a somiglianza di un volto demoniaco furioso che ricopre quasi completamente tutta la spalla del cavaliere.
Il secondo strato è un'aggiunta atta a completare l'armatura, composta da due ginocchiere montate sulla corazza d'acciaio che raffigurano rispettivamente un teschio ed un tridente, alla vita del cavaliere si presente un enorme cintura corazzata con dei copri gambe che cadono su entrambi i lati e insieme alla corazza coprono quasi completamente gli arti inferiori del cavaliere e la vita stessa, sui lati figurano delle incisioni scritte nella lingua degli angeli e al centro della stessa c'è raffigurato un occhio che sembra quasi scrutare l'avversario dinanzi a se.
Sulla spalla sinistra invece si presenta uno spallaccio composto in un materiale color del bronzo simile a quello delle ginocchiere e della cintura, con una forma più sobria e con incise le stesse scritte della cintura, oltre a questo vi è una sorta di spilla legata da una cintura di cuoio all'altezza del polmone destro che serve a tenere attaccato l'ultima componente dell'armatura.
La quarta ed ultima parte è formata da diversi parti di tessuto rosso che coprono o punti di giuntura dell'armatura e da un grande cappuccio collegato ad un lungo pezzo di stoffa rossa che fa per avvolgersi intorno al busto superiore del cavaliere come una sciarpa, questa parte è presente più per una sorta dia spetto estetico che non per delle attuali protezioni utili in battaglia.

Divoracaos:
Forgiata dalle squisite mani di un abile fabbro demoniaco questa lama è stata scelta da Guerra nel giorno in cui ha avuto la possibilità di scegliere il suo equipaggiamento, legando la possente lama alla sua anima in maniera indissolubile grazie alla sua energia demoniaca.
Lo spadone chiamato Divoracaos è un artefatto ben noto tanto dai demoni quanto dai divini, essa è una lama capace di nutrirsi del caos e del sangue che scaturiscono da una battaglia, rafforzandosi e potenziandosi ad ogni scontro sempre di più, alcuni hanno persino teorizzato che questa lama possieda una volontà propria anche se a detta dello stesso Guerra essa non ha mai presentato alcuna capacità insolita a parte essere di buona fattura, eppure le molte fauci presenti sullo sguscio della spada sembrano effettivamente addette alla consumazione di sangue che scorre sulla stessa, tanto che il cavaliere non ha mai trovato una sola macchia di sangue sullo spadone nonostante gli anni spesi a combattere con essa.
la realtà dei fatti è che come arma di stampo demoniaco essa spingerebbe qualunque creatura mortale alla pazzia più totale nel caso in cui cercassero di brandirla, costringendoli a uccidere chiunque in modo da saziare il suo appetito, apparentemente solo coloro che hanno sangue demoniaco nelle vene possono resistere a questo orrendo effetto.

Maglio Infernale: L'avambraccio sinistro di guerra è stato rimpiazzato con un enorme Pugno Corazzato dotato di dita artigliate, composto interamente in acciaio demoniaco che presente al suo interno una sorta di energia infuocata che lo fa diventare incandescente in base al quantitativo di forza demoniaca usata dal suo possessore.
Questo pratico rimpiazzo e ottimo strumento di morte riflette appieno la forza del suo possessore ed è capace tanto di abbattere un muro quanto di straziare le carni di un uomo come farebbero gli artigli di un dragone.
Eppure nonostante le grandi potenzialità offensive la vera funzione di questo enorme arto è quella di fungere da scudo per il cavaliere, infatti grazie alla sua mole e alla struttura incredibilmente robusta esso può facilmente deflettere colpi di armi di grossa taglia quali spadoni e martelli da guerra senza venire intaccato in alcun modo da questi.
Ma c'è anche un altro aspetto di questo oggetto, un incantesimo particolarmente potente ce lo rendono una sorta di contenitore capace di contenere ogni sorta di oggetto fintanto che questi non risulti essere di dimensioni eccessive, inoltre esso assorbe l'anima di qualunque nemico caduto per mano del Cavaliere.


Riassunto: Guerra dopo aver sconfitto il goblin si appresta a raggiungere il centro del villaggio dove la capoclan e le altre sciamane stanno eseguendo un rituale per rianimare i loro morti, ma guerra sa che ucciderle e garantire al vittoria agli umani rimanderebbe solo una morte inevitabile e ben peggiore.
Dopo aver riflettuto quel tanto che bastava guerra realizza che attaccando la rossa a guida degli umani avrebbe colto alla sprovvista tanto gli orchi quanto gli umani i quali si sarebbero dovuti fermare di fronte a quell'improvvisa intrusione, avendo tempo di riflettere quel tanto che bastava per comprendere l'entità della situazione e risolvere il grande casino nel migliore dei modi.
Almeno questo è quello che spera guerra se il suo assalto improvviso avrà successo.
 
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K i t a *
view post Posted on 30/6/2014, 20:57




X e n o p h o b i a ❞.
ORIGINI
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Avevano fallito. Il loro ultimo, disperato, tentativo non era valso a niente; gli umani avevano schiacciato la loro offensiva come se i corpi dei suoi fratelli non fossero stati altro che innocue formiche. Azsala si guardò intorno, guardando i profili dei pochi compagni che la circondavano, i lineamenti tesi, gli occhi che si spostavano rapidi nell’oscurità tra una tenda e l’altra, attendendo l’assalto finale. La geestlike sapeva che loro avrebbero combattuto fino ad esalare l’ultimo respiro, la resa non faceva parte del sangue dei pelleverde. Si morse il labbro, serrando i pugni con forza, conficcando le unghie nella carne. Che possibilità restavano al villaggio? La superiorità numerica del nemico li avrebbe annientati con estrema facilità, ma non poteva accettare di arrendersi senza aver dato tutto il possibile per salvarli. Nessun altro doveva morire quella notte.

Si voltò verso di Matdok; il grosso orco troneggiava al centro del gruppo, lo sguardo fisso davanti a sé, tra le mani strette le due spade, le lame sporche di sangue. «Matdok…» lo chiamò piano. Quello si voltò, scrutando gli occhi scuri della donna. «Deponiamo le armi.» sentenziò. L’orco non poté trattenere un’espressione sorpresa: «Che cosa?!» esclamò. Tutto il gruppo di pelleverde si voltò verso di loro, stupiti quanto il guerriero della richiesta di Azsala. Lei sostenne caparbia lo sguardo di Matdok: «Non voglio che altro sangue dei nostri fratelli venga versato nella terra del nostro villaggio. Abbiamo perso troppi soldati, non permetterò di perdere anche voi!». L’orco la guardò, incredulo e arrabbiato, ma cercò di controllare comunque la voce: «E ci arrendiamo così?! Pensi che non ci trucideranno come hanno fatto con gli altri?!». «Non permetterò mai una cosa del genere. Fidati di me, Matdok». «Ma…» «Matdok, questo è un ordine» sottolineò imperiosa, gli occhi fiammeggianti carichi di determinazione. Lui la guardò in silenzio, i muscoli delle braccia in tensione, soppesando il da farsi. Dopo pochi secondi aprì le mani, lasciando cadere le spade. Le spalle di Azsala si rilassarono, emettendo un sospiro di sollievo. Gli altri pelleverde attorno a loro, con l’espressione ancora stupefatta, cominciarono a lasciare andare le loro armi. La geestlike continuò a guardare l’orco, lo sguardo colmo di riconoscenza silenziosa.

I rumori di passi veloci catturò la loro attenzione e tutti si voltarono. Il contingente di umani sbucò da dietro le tende, brandendo armi improvvisate e torce infiammate, gli occhi carichi di odio fissi sul piccolo drappello di pelleverde. Prima che potessero fare qualsiasi cosa, uno degli uomini, in groppa ad un cavallo, caricò un colpo verso una donna nella folla. La giovane dai capelli rossi intercettò l’assalto improvviso, e con estrema velocità si scansò, la stessa grazia di un gatto selvatico. Con un gesto fluido ruotò il fucile tra le sue mani, spingendo la canna contro la faccia dell’uomo, steso a terra. «Pezzo di merda, fai un solo fiato, un solo movimento, e ti faccio un buco cosi grande che ci potranno cagare dentro.» gli intimò con astio palpabile. «Catturate questo coglione, lo voglio legato e ammassato insieme a queste bestie – fece un gesto con il capo in direzione del gruppo di pelleverde –. Lo porteremo a Basiledra insieme a loro e proverà cosa fanno ai traditori figli di puttana come lui.» sputò per terra, proprio vicino all’uomo, che venne poi afferrato con forza da due grossi contadini, che gli bloccarono le braccia, trascinandolo nelle retrovie.
La donna rossa si concentrò sui pelleverde, e Azsala poté quasi sentire il corpo di Matdok contrarsi, nel tentativo di trattenersi dal correre incontro a quegli uomini e spaccare le loro teste a mani nude. Prima che potesse rivalutare la sua intenzione di obbedirle fece alcuni passi in avanti, frapponendosi tra i suoi compagni e gli estranei.

«Benvenuti, ospiti.» cominciò a parlare con tono cordiale nella lingua comune, aprendo leggermente le braccia. «Il mio nome è Azsala. Questo luogo su cui vi trovate è il nostro villaggio, mio e dei miei fratelli. Molti di loro sono morti per difenderlo, oggi.» fece scorrere lo sguardo lungo la fila degli uomini, misurando le parole e cercando di trattenere le emozioni.
«Non conosco il motivo per cui siate venuti nel nostro villaggio. Noi non abbiamo mai avuto cattive intenzioni nei vostri confronti. Siamo a conoscenza delle difficoltà che la guerra degli uomini vi sta facendo affrontare, ma le vostre difficoltà sono le nostre difficoltà. Eppure non siamo mai venuti nelle vostre case a decimare la vostra gente e demolire le vostre dimore. Tuttavia, se ciò che vi disturba è la nostra presenza in questo territorio, allora noi ce ne andremo». Tutti i pelleverde sussultarono udendo quelle parole, fissando la loro geestlike. «Lasciateci andare illesi, e non ci vedrete più. Noi non cercheremo vendetta, avete la mia solenne parola. Possa l’Unico fare da garante per le mie intenzioni, nessuno del mio popolo si presenterà da voi. Troppo sangue è stato sparso questa notte. Permetteteci di bruciare i corpi dei nostri fratelli e poi spariremo dalle vostre vite, per sempre. Che il Sovrano possa illuminare le vostre coscienze, dateci misericordia, che nessuno debba più morire per colpe che non appartengono a nessuno di noi». Concluse il discorso, intrecciando le dita davanti al busto, per poi inginocchiarsi sul terriccio umido, il capo chino e lo sguardo abbassato, in un evidente gesto di supplica. Dopo pochi secondi, anche i suoi fratelli abbassarono il capo, chinando leggermente il busto, attendendo la replica dalle fila degli umani.

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QM Point
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Siamo ormai arrivati alla fine, questo è il vostro ultimo giro di post. Sarà solo un post veloce di considerazioni e riflessioni. Veniamo alle indicazioni.

Lucious: sei imprigionato, di nuovo. La tua tattica non si è rivelata vincente, anzi, e Sara intima ai suoi uomini di catturarti. NON puoi essere autoconclusivo con loro, puoi però descrivere la tua cattura e l'allontanamento dal gruppo, più ovviamente le considerazioni del tuo pg. Nel post di giudizi saprai che succederà al tuo PG.

Desdinova: per quanto riguarda te, hai la possibilità di assistere alla cattura di Lucious e al discorso di Azsala. Puoi parlare sia con i pelleverde che con Sara, lo potrai fare direttamente nel tuo post, senza bisogno di giri in confronto, l'importante è che non sia autoconclusivo con nessuno dei due.

Il termine per postare scadrà il 5 luglio alle 23:59. Per qualsiasi genere di domande o chiarimenti, vi rimando al topic in confronto. Buon lavoro!


 
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view post Posted on 1/7/2014, 18:41
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La Sfortuna del Professionista
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Avete presente la sfortuna? Quella misteriosa ed oscura energia che alcuni danno semplicemente per falsa o per "caso", io non credo che le cose accadano per mere coincidenza, deve esserci una sorta di nesso logico dietro ad ogni nostra azione e alla reazione che il mondo ha su di noi.
Eppure nonostante tutto adesso mi ritrovo qui, incatenato ancora una volta con la baldracca che si fa beffe di me per aver cercato di salvare la baracca, non che mi aspettassi una sorta di comprendonio o quant'altro da lei ma almeno adesso sono riuscito a carpire quel tanto che bastava per comprendere la sua vera natura, non gilè ne mai fregato niente di salvare il suo villaggio, lei è venuta qui per uccidere gli orchi prima di tutto quasi fosse una sorta di... caccia personale.
Uccidere con il semplice scopo di uccidere, i livelli più infimi e disgustosi che un guerriero possa raggiungere, l'apoteosi del disonore e di ogni cosa per cui valga la pena combattere, combattere per odio... ho fatto cose di cui certo non vado fiero ma mai senza una ragione che non fosse il semplice combattere, un'azione mossa da un istinto animale è qualcosa di più consono ad una bestia che ad un essere senziente.
Pazienza immagino, se sono fortunato mi spediranno a Basildera ed io farò un bel discorso su come il villaggio sia destinato a cadere e di come ogni tribù di orchi nella zona vorrà con ogni probabilità fare le scarpe a quel branco di poveracci, non che non mi fidi delle parole del loro capo ma... so benissimo che le altre tribù prenderanno la loro decisione separatamente e posso anche immaginare quale sarà, forse a Basildera qualcuno mi darà ascolto e manderà un piccolo distaccamento per proteggere il villaggio.
Altrimenti... beh...
Non dovrebbe importarmi, hanno deciso il loro destino con le loro stesse mani e si meritano ogni cosa che le loro azioni causeranno, posso provare ad atteggiarmi a leader ma la verità è che sono semplicemente un cavaliere con una grossa armatura ed una strana spada, non certo un condottiero dei secoli bui.
Pazienza dunque, pazienza... sono stato sfortunato.


CITAZIONE
Costituzione Fisica: 80% (Danni medi alle spalle, danni medi diffusi.)

Costituzione Mentale: 100%

Energia: 90%


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Forza Disumana: Il costante allenamento e le battaglie combattute hanno forgiato il corpo di guerra tramutandolo in un arma perfetta, dotato di una forza spropositata egli è in grado di brandire armi di grosse dimensioni come Divoracaos o ogni sorta di spadone con allarmante facilità, quando la necessità lo richiede persino un carretto o una piccola colonna possono dimostrarsi armi efficienti nelle mani del Cavaliere. [Passiva/talento]

Autosufficienza: Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Crescendo in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo. [Passivo/Razziale]


Armatura Trofeo: L'armatura indossata da Guerra sin dai tempi della sua prima battaglia si mostra agli occhi delle persone come una minuziosa e saggia combinazione di più componenti reperiti separatamente e poi assemblati per forgiare al corazza, in essa si possono distinguere quattro distinte parti.
La prima è rappresentata dallo strato base della stessa, una cotta di duro cuoio con dei pantaloni atti a formare lo strato basilare dove montare la parte corazzata della stessa, ideale per garantire una buona mobilità al cavaliere e una difesa discreta da attacchi di piccole armi quali pugnali o spade corte che potrebbero essere puntate ai pochi spazi non protetti dall'armatura vera e propria.
Il secondo strato è quello che rappresenta la maggioranza dell'armatura, larghi stivali di spesso acciaio che proteggono la gamba del cavaliere sino all'altezza del ginocchio, diversi anelli di acciaio sono montati intorno alle cosce per concludersi con una placcatura di acciaio che copre la parte dell'inguine e la base della colonna vertebrale, sulla coscia destro spicca una placcatura rappresentante il volto di un demone che copre ulteriormente il lato esterno della gamba.
Sul braccio destro del cavaliere è presente un guanto corazzato dalle mani artigliate con una piccola placcatura legata più in alto per proteggere il punto scoperto dell'avambraccio, in alto un enorme spallaccio scolpito a somiglianza di un volto demoniaco furioso che ricopre quasi completamente tutta la spalla del cavaliere.
Il secondo strato è un'aggiunta atta a completare l'armatura, composta da due ginocchiere montate sulla corazza d'acciaio che raffigurano rispettivamente un teschio ed un tridente, alla vita del cavaliere si presente un enorme cintura corazzata con dei copri gambe che cadono su entrambi i lati e insieme alla corazza coprono quasi completamente gli arti inferiori del cavaliere e la vita stessa, sui lati figurano delle incisioni scritte nella lingua degli angeli e al centro della stessa c'è raffigurato un occhio che sembra quasi scrutare l'avversario dinanzi a se.
Sulla spalla sinistra invece si presenta uno spallaccio composto in un materiale color del bronzo simile a quello delle ginocchiere e della cintura, con una forma più sobria e con incise le stesse scritte della cintura, oltre a questo vi è una sorta di spilla legata da una cintura di cuoio all'altezza del polmone destro che serve a tenere attaccato l'ultima componente dell'armatura.
La quarta ed ultima parte è formata da diversi parti di tessuto rosso che coprono o punti di giuntura dell'armatura e da un grande cappuccio collegato ad un lungo pezzo di stoffa rossa che fa per avvolgersi intorno al busto superiore del cavaliere come una sciarpa, questa parte è presente più per una sorta dia spetto estetico che non per delle attuali protezioni utili in battaglia.

Divoracaos:
Forgiata dalle squisite mani di un abile fabbro demoniaco questa lama è stata scelta da Guerra nel giorno in cui ha avuto la possibilità di scegliere il suo equipaggiamento, legando la possente lama alla sua anima in maniera indissolubile grazie alla sua energia demoniaca.
Lo spadone chiamato Divoracaos è un artefatto ben noto tanto dai demoni quanto dai divini, essa è una lama capace di nutrirsi del caos e del sangue che scaturiscono da una battaglia, rafforzandosi e potenziandosi ad ogni scontro sempre di più, alcuni hanno persino teorizzato che questa lama possieda una volontà propria anche se a detta dello stesso Guerra essa non ha mai presentato alcuna capacità insolita a parte essere di buona fattura, eppure le molte fauci presenti sullo sguscio della spada sembrano effettivamente addette alla consumazione di sangue che scorre sulla stessa, tanto che il cavaliere non ha mai trovato una sola macchia di sangue sullo spadone nonostante gli anni spesi a combattere con essa.
la realtà dei fatti è che come arma di stampo demoniaco essa spingerebbe qualunque creatura mortale alla pazzia più totale nel caso in cui cercassero di brandirla, costringendoli a uccidere chiunque in modo da saziare il suo appetito, apparentemente solo coloro che hanno sangue demoniaco nelle vene possono resistere a questo orrendo effetto.

Maglio Infernale: L'avambraccio sinistro di guerra è stato rimpiazzato con un enorme Pugno Corazzato dotato di dita artigliate, composto interamente in acciaio demoniaco che presente al suo interno una sorta di energia infuocata che lo fa diventare incandescente in base al quantitativo di forza demoniaca usata dal suo possessore.
Questo pratico rimpiazzo e ottimo strumento di morte riflette appieno la forza del suo possessore ed è capace tanto di abbattere un muro quanto di straziare le carni di un uomo come farebbero gli artigli di un dragone.
Eppure nonostante le grandi potenzialità offensive la vera funzione di questo enorme arto è quella di fungere da scudo per il cavaliere, infatti grazie alla sua mole e alla struttura incredibilmente robusta esso può facilmente deflettere colpi di armi di grossa taglia quali spadoni e martelli da guerra senza venire intaccato in alcun modo da questi.
Ma c'è anche un altro aspetto di questo oggetto, un incantesimo particolarmente potente ce lo rendono una sorta di contenitore capace di contenere ogni sorta di oggetto fintanto che questi non risulti essere di dimensioni eccessive, inoltre esso assorbe l'anima di qualunque nemico caduto per mano del Cavaliere.


Riassunto: Guerra ha mancato il bersaglio ed è stato catturato, ha fallito ma la cosa non gli peserà più di tanto sull'anima, in fondo neanche gli importava più di tanto visto che gli umani hanno fatto di testa propria e gli umani affronteranno le conseguenze del loro gesto.
 
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view post Posted on 2/7/2014, 08:59
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A quanto pareva, il cavaliere non era morto.
Non ancora.
Cosa gli era saltato in mente, gettandosi da solo con la sua lama contro un fucile, con le sue membra stanche contro un intero drappello di uomini accesi dall’infuriare della battaglia ormai giunta al termine?
Nonostante la scarsa efficacia della sua azione, Myndill non poteva biasimarlo.
La situazione era disperata e nessuno avrebbe saputo quale dei due versanti in quella battaglia fosse da difendere. Quell’uomo si era solo schierato dalla parte dei perdenti e pertanto stava pagando. Come tutti quegli orchi.
La differenza era semplice: se il cavaliere l’aveva fatto di sua volontà, i pelleverde erano stati costretti dal colore della loro carnagione, dalla loro cultura, dalla loro lingua a piegarsi come stavano facendo.

La lucciola si unì al gruppo di uomini dai nervi a fior di pelle mentre ascoltavano il discorso dell’orchessa, la stessa che lui stesso aveva tentato di uccidere. Sì, a quanto pareva aveva visto bene: si trattava del capo dell’accampamento.
Il sudore imperlava il suo viso adombrato mentre abbassava la fronte verso terra, col sangue che imbrattava le sue vesti leggere. Avevano combattuto, tutti quanti avevano lottato con le proprie forze fino allo stremo, ed erano ormai giunti alla resa dei conti… che, a quanto pareva, si presentava proprio come una resa.
La fata tirò un sospiro di sollievo: non avrebbe mai osato sperare che quel popolo disposto a far combattere anche i morti gettasse la spugna anziché scontrarsi fino all’ultimo respiro. Ciò rendeva le cose più semplici sia per gli umani sia per lui stesso.
Se alcune vite fossero state risparmiate dalla spedizione da lui stesso guidata, il suo spirito ne avrebbe giovato; avrebbe fatto i conti con la propria morale in un secondo momento, ma così, almeno, avrebbe potuto alleggerire il peso che gravava su di essa, già troppo pesante per permettere che rischiasse di aumentato ulteriormente.

La lucciola cercò con lo sguardo Sara, la donna dai capelli rossi e il fucile in spalla, nonché membro più importante e autonomo dell’esercito umano, se così si poteva chiamare. E anche il più cocciuto, probabilmente.
Se voleva fare in modo che non fosse versato altro sangue, che gli orchi fuggissero il martello tuonante della condanna a Basiledra, doveva convincere prima di tutti lei ad accettare la loro richiesta di lasciarli andare.
Si librò in aria cercando di vincere l’agitazione e apparire maestoso, quasi regale, nonostante le sue piccole dimensioni mentre si avvicinava alla donna fuciliere. La sabbia illuminata dalle sue ali dorate appariva sporca, pregna di sangue, mentre la luna era ormai sul punto di svanire all’orizzonte lasciando anche lei la battaglia per dare la vittoria alla luce rossa delle fiamme. Il silenzio era palpabile mentre tutti rivolgevano lo sguardo ai pelleverdi piegati su se stessi.
E mentre la situazione pareva sul punto di collassare, come congelata nell’istante seguito al silenzio della sciamana, la fata parlò, con quanta più calma e forza aveva.

La battaglia potrebbe finire, se accettassimo di lasciarli andare. Li conducessimo in catene, rischieremmo una ribellione e soltanto il Creatore sa quale altra diavoleria potrebbero tirare fuori, e quante volte dovremmo ucciderli, perché non si risveglino mai più.

La sua voce acuta, quasi da infante, sovrastava il crepitio delle fiamme e gli ansimi nervosi delle persone attorno. Qualche goccia di sudore imperlava la fronte di Myndill, ma non poteva fermarsi adesso – non dopo essersi macchiato le mani col sangue di nemici che non erano i suoi e potevano essere risparmiati.

Basiledra non ha mandato supporto, ha lasciato che ci difendessimo da soli e da soli risolveremo la cosa. Lasciamoli andare e saremo sicuri di aver sventato il pericolo, giacché i nemici sono troppo provati per cambiare idea; se ci affidassimo al giudizio di ranghi troppo alti, rischieremmo di ritrovarceli di nuovo tra i piedi qualora venissero assolti.

Con queste parole, la fata sperava di convincere la platea, di proteggere con la gloria personale di quei contadini e con la logica coloro che avevano combattuto così alacremente per la loro vita e si erano infine onorevolmente arresi. Nessun guadagno sarebbe derivato nel condurli alla Capitale, nemmeno a sterminarli.
Se anche solo in questo caso ci fosse stata una comunicazione efficace, avrebbe costituito un precedente e gli orchi avrebbero di certo odiato la violenza umana, ma anche apprezzato la loro pietà. Gli uomini sarebbero stati stupiti della resa di un popolo considerato bestiale, nonché dedito soltanto all’arte della guerra, e avrebbero magari per la prima volta compreso di poter interagire con loro anche senza usare le armi come messi.
Forse erano speranze troppo alte, castelli di vetro destinati a infrangersi o passi più lunghi della gamba, se si prendevano in considerazione i fiumi di sangue che continuavano a scorrere, ma da qualcosa bisognava pur sempre iniziare.
Myndill si morse il labbro, assumendo un’espressione dura e riducendo le labbra a una linea orizzontale, facendo così apparire il suo volto, dall’aspetto candido e infantile, maturo come quello di un anziano saggio.
Avrebbe atteso una risposta e si sarebbe adeguato a essa, giacché non poteva fare altrimenti, ma non poteva impedire di sentire tutto il peso di una decisione di qualche persona come qualcosa di epocale che pesasse anche sulle sue spalle.

E, dunque, attendeva con l’ansia a legargli lo stomaco, quasi la battaglia per lui non fosse ancora terminata, la speranza come suo unico supporto.

 
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Fanie Elberim
view post Posted on 2/7/2014, 23:54




X e n o p h o b i a ❞.
ORIGINI
separatore

Sara scoppiò a ridere alle parole della fata. Non rideva di scherno, ma di pura e semplice incredulità, come se le avessero appena raccontato la più bella delle barzellette. Si avvicinò a Myndill cercando di toccarne il minuscolo petto con un dito, quasi a volerlo sfidare, esageratamente divertita dalla situazione. Se fosse stato per lei, a differenza di quanto aveva ordinato, quel villaggio sarebbe stato inghiottito dalle fiamme assieme ai corpi di ogni singola bestia, orco, goblin o abominio non umano mai esistito. E nemmeno una briciola di rimorso avrebbe sfiorato la sua anima.

« Tra tutti questi guerrieri arroganti e pieni di se, sei stata l'unica creatura a dimostrarsi vagamente degna della mia fiducia. » continuò ad additarlo. « Sappi che se fosse dipeso da me avrei ammazzato chiunque si trovasse a tiro compresa la strega e le sue sorelle. » continuò, riversando un'occhiata acrilica alla sciamana. « Ma non spetta a noi decidere. Non a me, non a te. »
Ordinò, con un gesto, di mettere in catene i superstiti e, piuttosto crudelmente, finire gli orchi moribondi che respiravano ancora. Era più un gesto di pietà che di vendetta, in realtà, ma per Sara le due cose avevano uno strano connubio, ben palese e visibile sul suo volto. Tuttavia non fece alcun male ai prigionieri e, anzi, li organizzò in file pronti per la marcia verso la città dove una carovana li avrebbe portati verso nord.

Durante il viaggio la rossa si avvicinò di nuovo a Myndill, stavolta con aria molto più serena, quasi stesse cercando sul serio di avere una conversazione umana con un altro essere vivente senza ricorrere a scurrilità o proiettili di grosso calibro.
« La verità è che non ci sarà alcun processo... se conosco i Corvi porteranno queste bestie alla capitale per ammazzarle. Non dico che sia sbagliato, sono bestie del resto, ma non devi farti illusioni su come funzionano le cose nei regni... noi siamo solo pedine. »
Si lisciò una ciocca di capelli.
« Tutto sta nel restare sempre dalla parte giusta del fucile. »

[ ... ]

Alle prima luci dell'alba, poche ore dopo la battaglia, gli orchi erano già in marcia per Basiledra, rinchiusi in un grosso conestoga modificato a cella, diretti verso un destino peggiore della morte. Sara era felice, gli abitanti erano felice. Chiunque avrebbe detto che quella era stata la cosa giusta da fare, che adesso il sud era un luogo più sicuro, meno pregno di malvagità e scorribande... ma chi davvero sapeva la verità, chi aveva capito quanto delicato fosse l'equilibrio tra bene e male, si sarebbe portato dietro un ricordo ben diverso dalle calde sabbie del deserto.



QM Point

Eccoci qua! Il pg di Guerra, una volta arrivato a Basiledra, viene rilasciato, seppure il dubbio sulla sua lealtà venga effettivamente instillato negli abitanti della cittadina, mentre il destino degli orchi lo scoprirete solamente nel secondo episodio di questa avventura! Passiamo ora alle ricompense:

- Lucious: Sei stato bravo, hai interpretato bene il tuo personaggio e, sebbene i tuoi post abbiamo davvero molte lacune descrittive riesci sempre a cavartela in qualche maniera e questo, tutto sommato, è apprezzabile. Non fai grossi errori a livello logico, segui bene il filo della trama e interagisci in maniera sensata con ciò che ti circonda ma, forse, la scelta di buttarsi nel campo degli orchi è stata un grosso errore. Non avevi abilità per convincerli e dalla prigione non saresti mai potuto uscire senza uno stratagemma o una "chiusura d'occhi" da parte di Kita. Inoltre è davvero poco comprensibile perchè tu abbia scelto di attaccare Sara all'ultimo post, tra l'altro usando una serie di tecniche che sono davvero borderline, come l'evocare il cavallo senza praticamente alcun dispendio energetico. Usare abilità nulle o sceniche per ottenere vantaggi in combattimento è deprecabile - e non regolamentare - e per queste pecche sei stato davvero penalizzato in termini monetari ma, ovviamente, questo non significa che devi demordere. Se sei intenzionato a proseguire devi fare solo maggiore esperienza e fare tesoro di ogni consiglio (O tirata d'orecchio) che ti viene fatta.
Compenso: 750 Gold

- Desdinova: Myndill mi piace, funziona, è caratterialmente ben sviluppato e nonostante le evidenti difficoltà che la quest ti ha messo davanti hai sempre saputo atteggiarti in modo lore-friendly e questo non ti fa altro che onore. Certo è chiaro che la mentalità del tuo pg ti abbia a volte castrato nelle scelte, ma non è affatto motivo di penalità, anzi, è motivo di elogio il tuo restare fedele al personaggio nonostante la via più facile fosse proprio accanto, ad un "allineamento" di distanza. Myndill soffre per quello che vede e questo lo si percepisce in ogni post, e soffre ancora di più per la sua impotenza nel salvare sia gli orchi che gli umani. Il tuo discorso finale è stato davvero ben realizzato, seppure di poche righe, perchè ha colto in pieno lo spirito che la quest avrebbe dovuto avere ma che, per problemi tecnici, alla fine non è riuscita propriamente a centrare. Sono lieta di averti avuto in quest e non mi vergogno a dire che ne sei stato ampliamene il motore. Continua così e spero vivamente di poteri offrire in futuro altri spunti ed altre quest in cui far vivere Myndill.
Compenso: 1600 Gold.

Kita: per il backgrounding ed il lavoro svolto le assegno 800 gold.
A me stessa assegno 500 gold per aver aiutato e contribuito all'opera.
Grazie a tutti.


 
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