Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Gruppo Est, Hole., savior, Endymyon, Wrigel.

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view post Posted on 2/6/2014, 18:51
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Ad Extirpanda IV



Tump. Tump.
I Mostri sono spariti. Cercateli, avevan detto.
E non si erano accorti che erano proprio
dentro di loro.


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Quando vide il corpo del piccolo mortale risalire la stoffa di cui era composto il suo, il suo cuore - se ne avesse avuto uno - sobbalzò, fermando per qualche secondo quel tempo inesistente di cui si era sempre meravigliato. In quel frangente aveva scorso l'ineluttabilità, ma soprattutto l'impossibilità di reagire, di fare davvero qualcosa, il destino già segnato dall'intervento di questo o quell'individuo. Un mortale, in questo caso. Un semplice mortale che si stava spingendo oltre i limiti - o ciò che Gohdius riteneva tali - di una creatura così debole, quanto affascinante, qual era. Avrebbe voluto piangere, o gridare, o magari entrambi, perché in fondo ciò di cui aveva davvero bisogno era di liberare la propria espressività. In un modo diverso, che non comprendesse la pittura sulla sua amata tela. Un modo che potesse essere in grado di realizzarlo, nella sua irrealizzazione. Voleva vivere, anche solo per qualche secondo, prima di lasciarsi morire. Ma non avrebbe potuto. Non ne aveva il potere, non ne aveva la possibilità. La sua volontà, in fondo, contava ben poco, rispetto alle limitazioni che l'Abisso stesso, nel momento in cui lo aveva creato, aveva posto lui. Puoi creare ciò che vuoi, dilettarti nell'opera divina senza alcun limite, ecco cosa aveva sentito quando era riuscito a prendere coscienza della propria esistenza. Ma nel tempo aveva ben individuato i propri limiti, confinandoli in una dimensione che sarebbe dovuta sembrare esterna, intoccabile, irraggiungibile. Lo avrebbe fatto fin quando avesse potuto, poi il coperchio della scatola si sarebbe spostato, rivelando la miseria che lo costituiva. Nella misericordia stessa dell'Abisso, infatti, non era che intervenuta la miseria. E dalla miseria era nata la nullità, che aveva generato l'indeterminazione ed il vuoto. Lo stesso vuoto che riusciva ad avvertire quando portava le mani al petto. Lo stesso vuoto che stava avvertendo in quel preciso momento, proprio quando il tocco mortale incontrò il suo pennello, uno dei suoi strumenti preferiti. Bastò un singolo colpo per rompere la guardia del pupazzo, fino a sbilanciarlo, sottraendo dalle sue mani l'arma di creazione.
E in quel momento, Gohdius avrebbe tanto voluto tirare un sospiro di sollievo.
Le ragioni sarebbero state molteplici, senz'altro, ma ciò di cui era più grato, il pupazzo, nato dall'Abisso, era che il colpo non gli avesse sottratto ciò che realmente lo costituiva, o che faceva finta di costituirlo. La tela. Senza di essa, si diceva tra sé e sé, non sarebbe mai esistito. Un'illusione, senz'altro, ma che gli aveva permesso di resistere fino a quel momento.
E non gli importava. Non gli importava più di nulla, nemmeno del suo corpo, che iniziava a ricevere i colpi combinati da parte dei guerrieri di Alexandra. Non gli importava, perché la sua tela era al sicuro. Dagli altri, dalla morte, dalla vita. Da sé stesso, che, incapace di ragionare razionalmente, non avrebbe atteso poi molto prima di farsela rubare, in un modo o nell'altro. Si sarebbe lasciato uccidere facilmente.
Poi il tempo si fermò di nuovo, gli occhi fissi al cielo, verso la sommità della torre nera che li guardava, immutabile. Il richiamo. Lo aveva sentito, avvertito in un certo modo.

D e v o a n d a r e v i a

Le lettere materializzate nella nube scura che ora circondava il pupazzo, fino a raggiungere i Leoni. Li avrebbe inghiottiti tutti, facendoli addormentare per qualche secondo. Poi si sarebbero svegliati, pronti a vivere l'Abisso nella sua vera forma.
Avrebbero avvertito la paura e la disperazione raggiungerli fin dentro il loro cuore. Avrebbero visto la Luce, un'altra volta, ma per l'ultima volta.
Poi solo il buio.




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Riassunto: L'attacco di Wrigel disarma l'avversario, che però non sembra preoccuparsi troppo, una volta che realizza che ciò di cui lo hai privato è il pennello, e non la tela. Alcuni dei vostri attacchi riescono a colpirlo, ma sembra non avvertire dolore alcuno. Sente un richiamo, dalla cima di Velta. Improvvisamente, dal suo corpo inizia a sprigionarsi una strana foschia nera che ingloba l'intero campo di battaglia. Siete accerchiati dal buio, perdete i sensi.
Il primo turno dell'Extirpanda si conclude qui. A breve avrete indicazioni sulla sorte dei vostri personaggi e sul secondo turno. Non avete sconfitto il Boss nel tempo previsto, quindi nessuno, tra di voi, potrà disporre del bonus per il secondo turno - che potrete leggere nel regolamento apposito -.
Andrò ora a costituire un brevissimo giudizio che coinvolge il gruppo, anziché i suoi singoli membri - giudizio che verrà steso nel secondo turno -.


Gruppo Est
C'eravate vicini, ma non abbastanza da permettervi di lasciarvelo abbattere. Gohdius è, tra i quattro PnG, il mio preferito e in quanto tale disponeva di più punti deboli in assoluto - sì, più mi piacciono più li rendo vulnerabili -. Punti deboli che tralaltro ho lasciato intuire dai vari post. In primo luogo la morte e la vita, due concetti molto cari al buon Gohdius, che nessuno di voi ha provato a sviluppare - se non con dialoghi -, mi aspettavo un tentativo da parte vostra, magari con qualche psionica che gli facesse apprezzare il valore della vita o della morte, oppure con qualcosa che lo mettesse davvero in pericolo. Altro punto debole era il suo equipaggiamento - e in questo è andato molto vicino Wrigel -, ma la tela, non il pennello - di fatto, gli indizi portavano più alla tela che al pennello -. Insomma, avevate contro un Boss che in realtà era un enigma da risolvere. Enigma che purtroppo non avete risolto, facendo anche delle scelte strategiche poco efficaci - raggruppare gli attacchi in gruppi di psioniche oppure provare con i colpi fisici nonostante la loro inefficacia - che non vi hanno permesso di ucciderlo. In generale, devo dirmi soddisfatto sotto il profilo della sportività e della scrittura, che però sembra valorizzare ognuno di voi come singoli, piuttosto che come gruppo. E' vero che non è un gruppo che vi siete scelti, ma è anche vero che questo turno serviva a favorire la cooperazione tra gli utenti, e, devo dire la verità, non ne ho vista poi molta. Certo, interagite spesso e concordate dialoghi e narrazioni, magari riuscite anche a combinare qualche tecnica, ma non ho avvertito per niente lo spirito di gruppo che si basa soprattutto sull'armonia e la sinergia, siano essi valori dati alla narrazione, così come alla strategia o al semplice confronto. Molto buoni i post di ognuno di voi, devo essere sincero, ho notato che vi siete impegnati - tutti, chi più e chi meno - e non c'è stato nessuno che ha prevalso sugli altri - il che è positivo -.
Insomma, buoni i post, buona la singolarità, quasi buona la strategia. Avreste dovuto collaborare giusto un altro po' per raggiungere il vostro obiettivo, distruggendo così il pupazzo gigante.


 
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15 replies since 7/5/2014, 23:50   413 views
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