Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

La Via per Atlantide - Il Tesoro di Chandra

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.Neve
view post Posted on 18/10/2014, 20:47




Il Tesoro di Chandra

C a t t i v e a c q u e
Intermezzo


Se non fosse stato per la cappa marina ad ottundere i loro sensi, quell'odore di marcio e sangue li avrebbe nauseati. Spade che cozzavano tra loro e ferri ed armi di ogni genere. E poi incantesimi elementali, magia sfrigolante ed oscura. Fendeva come burro quelle carni sfilacciate mostrandone la vera natura. Pesci, nient'altro che bianca materia. E poi organi gelatinosi, rossi e trasparenti quanto quelle stesse acque. Scaglie ispide e taglienti. Non gridarono, non fiatarono. Mute sostanze in quel nero di pece. Lei era caduta così come i suoi compagni. Un pesciolino spaesato in una boccia di vetro. Le lame avevano sventrato il suo stomaco, la magia le aveva fritto gli occhi. Aveva sentito, per la prima volta in quella vita, il calore bruciante della sconfitta. E non era una ventata di gelida corrente. Era focoso quanto le fiamme dei capelli di Chandra. Chandra, dal suo canto, si era sfiancata. Svenata con tutte le sue forze. Aveva lottato e non invano. Perché i suoi compagni avevano infine sconfitto quella nuova minaccia. Ma non era rimasta in piedi troppo a lungo per capirlo. Era svenuta, forse per lo sforzo eccessivo, forse per il dolore lancinante che le attanagliava lo stomaco. La bile era risalita, acida, dalla sua gola. Aveva tremato. Per un attimo, un decimo di secondo, aveva avuto paura. Ed ora stava lì, giaceva sul nudo fondale. Gli occhi chiusi e melanconici, lo sguardo appassito. Un anemone, quasi. I suoi compagni più fidati l'avevano caricata di peso con la stessa delicatezza di elefanti marini, ma con la stessa dolcezza di figli preoccupati. Non si svegliava ancora quando si rimisero in cammino. Alcuni rimasero lì a difendere le fortificazioni, il resto continuò a marciare.

Non passò molto. Dopo poco più di mezz'ora i due gruppi si riunirono, lì tra cunicoli e fenditure rocciose. Si erano ritrovati in festa, quasi non si vedessero da mesi o forse anni. Uniti ancora una volta in una stravagante accozzaglia di facce e visi consunti, ma felici di essere ancora tutti interi. Si raccontarono le vicissitudini passate, fecero rapporto tra loro. Poi tra una marcia ed un'altra, il vecchio relitto si frappose innanzi a loro e non poterono far altro che alzare lo sguardo in alto per la prima volta in quel viaggio. L'imbarcazione malandata sorgeva come un fantasma nella notte. Logora e fatiscente, incrostata di muschi ed alghe, segno che era lì da chissà quanto tempo. I piccoli pescetti del fondale vi danzavano attraverso, attirati dalla flora batterica che proliferava indisturbata in mezzo alle fessure del vecchio legno. Brevi sprazzi di luce filtravano sulla sua superficie e quel gioco di bagliori era quantomai singolare e superbo. Sembrava il dipinto di un edificio in rovina. La disgrazia degli uomini. Poi quel silenzio si ruppe all'improvviso. Il suono di una frusta o forse un colpo di coda e loro li videro, li videro tutti.

"Fermi qua pellisecche!"
Ved'quan, ancora loro.
Scaglie strappate dai visi, sguardi truci e indagatori.

"Abbassate le armi e non vi faremo del male."
Una ventina di quei grossi pesci ma scomposti e poco armati.
Forche e bastoni per lo più.

"Dobbiamo solo immobilizzare i tritoni che avete tra le vostre file, per precauzione.
Cerchiamo di ragionarcela, eh?"


Lottare o deporre le armi.

Co-qm Point


Grazie alle vostre tecniche riuscite a sconfiggere tutto il contingente e i due Boss. Chandra sviene e viene soccorsa e trasportata da alcuni compagni. Alcuni rimangono a proteggere le fortificazioni. Durante il tragitto i due gruppi si riuniscono scambiandosi le informazioni, poi giungete di fronte al relitto di una nave. Siete rimasti solo voi umani e tre Ved'quan al punto d'incontro prefissato. Venite dunque ancora una volta minacciati da una ventina di soldati Ved'quan, questa volta con le scaglie strappate, sembrano però male armati e disorganizzati. Essi vi intimano di arrendervi. Comunicate in confronto la vostra decisione: se vi arrendete oppure lottate.



 
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view post Posted on 26/10/2014, 18:19
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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La via per Atlantide ~ Il Tesoro di Chandra - Vittoria! -

..un colpo di freccia che vibra nell’acqua…


La lotta era sempre più dura e faticosa, lentamente l’acqua si intorpidì con il colore del sangue di quella creatura che aveva disgraziatamente incrociato il loro cammino o che semplicemente aveva avuto la sfortuna di avere loro come nemici.

…Un colpo di freccia che raggiunge il cuore del nemico….


Poteva addirittura vedere le interiora della creatura ai suoi occhi sovrannaturale che con tanta difficoltà stavano riuscendo a sconfiggere e a distruggere pezzo dopo pezzo.


”Guardala bene, perché anche tu sarai uccisa per la tua diversità! Anche tu sarai uccisa per le stesse motivazioni se continuerai a fare la grande amicona degli esseri umani!”



Ririchiyo era troppo impegnata per poter dare retta al demone ma se la sua mente avesse avuto la possibilità di un attimo di respiro e di ribattere le avrebbe chiaramente detto di andare a quel paese. Tutta questa storia della conquista la stava stufando e Lilith ormai sembrava avere sempre meno scendente su di lei. Loro non stavano sconfiggendo quel nemico perché era diverso, ma semplicemente perché l’indole degli esseri viventi è quella: la ricerca del potere. Questo era l’unico modo per cui il loro accanimento era stato tanto forte. Chandra era venuta a richiedere ciò che era suo e qualcuno glielo voleva impedire. Lei era stata assoldata, lei era una mercenaria, non aveva diritto di dire niente e , in quel momento, spezzare quella vita di cui non le importava molto, non le sembrava poi tanto assurdo o brutto.
Soltanto quando tutto attorno a lei aveva assunto lo stesso colore del sangue della principessa allora abbassò l’arco ansimando. Era stanca e non solo nel corpo ma anche nella mente, quel giorno non aveva fatto solo lo sforzo di tenere alto l’arco davanti a sé ma anche di tenere a bada il demone che lì sotto sembrava essere più forte rispetto alla superficie e stava quindi cercando di recriminare quello che credeva suo di diritto: il corpo della giovane. Adesso si che potevano davvero dire che fosse finita. Con lo sguardo cercò quei compagni che le avevano fatto compagnia per tanto tempo e, alla fine, insieme a loro ripercossero la strada per tornare al punto d’incontro con tutti gli altri. Volti senza senso giravano intorno a lei, legami che non aveva mai stretto vorticavano mentre Chandra veniva portata via. In fondo era soltanto un’umana, la giovane trovava già stupefacente che fosse resistita tanto.
Quando finalmente giunsero al punto d’incontro qualcos’altro accadde: una ventina di soldati fermarono il loro passo.


”Ancora? Maledizione non ce la faccio più!”



La giovane poteva sentire i muscoli del suo corpo ribellarsi mentre il demone rideva divertito.


”Hai forse bisogno di me?”



No, non aveva alcuna intenzione di cadere così in basso da avere bisogno dello stesso potere che cercava di contrastare con tanta energia. No, non ce la poteva fare ma non aveva nemmeno intenzione di morire proprio ora dopo tutta la fatica che aveva fatta per rimanere appesa a quella sua piccola e insignificante vita.
Improvvisamente, nell’aria si levò nuovamente una voce, era simile a quella che aveva sentito mentre entrava nella fucina con Sergey e tutti gli altri, infatti era proprio l’umano a parlare di nuovo anche se non sembrava provenire proprio da lui, probabilmente soltanto chi aveva assistito precedentemente a quel piccolo miracolo poteva essere in grado di riconoscerlo. La voce intimava i loro nuovi nemici ad andarsene perché altrimenti sarebbero stati uccisi senza pietà.


”Non funzionerà mai!”



Il demone si fece sentire di nuovo, facendo rimbombare le sue parole più che forte che potè per tutta la mente della giovane.
Nonostante qualsiasi pronostico fosse contro quella speranza di non lottare, i nemici fecero seriamente un passo indietro sussurrando che avrebbero fatto vivere i loro oppressori per questa volta ma, in fondo, secondo loro avevano solo paura. Questi voltarono loro le spalle senza preoccuparsi del fatto che avrebbero potuto attaccarli senza alcun problema, la stessa ragazzina pensava che la mossa successiva sarebbe stato il genocidio ma nessuno sembrava muoversi. No, nessuno aveva intenzione di attaccarli e, in risposta, si voltarono per tornare alla cittadella. Era per caso finita? Ririchiyo sorrise allentando la presa sull’arco e mettendoselo a tracolla. Si, finalmente era finita la lotta e non poteva desiderare niente di meglio.
Era rimasta ferma a riflettere e a fissare i fluttui marini che l’avevano inghiottita per quella strana avventura, intanto i suoi compagni si allontanarono da lì.


«Aspettate!»



Distratta la ragazzina che prese a correre come una forsennata dietro a quelle persone che avevano sicuramente un passo più lungo del suo. Sorrise finalmente cercando di godersi ancora un po’ quel panorama che, probabilmente, non avrebbe mai più rivisto, in fondo non capitava proprio tutti i giorni di finire in un posto come quello, non avrebbe mai immaginato che il fondale marino fosse fatto in quella maniera, insomma non si immaginava tanta oscurità, non trovavano fastidioso non poter mai vedere la luce del sole? Lei ne sarebbe sicuramente morta.
Quando giunsero a R’lyeh la giovane potè notare che erano tutti in festa per essersi finalmente liberati del loro nemico e banchettavano e sorridevano. In mezzo a tutto quel frastuono non si poteva di certo essere tristi e per un attimo si dimenticò anche di Chandra, buttandosi in mezzo alle loro strane danze e ridacchiando anche se spesso sentiva volare parole che non riusciva a comprendere. Chiacchierava con quelli che erano in grado di capirla e farsi capire e, alla fine non era solo stanca per il combattimento ma anche per il divertimento.
Già, in tutto quello però si chiese quando sarebbe potuta tornare sotto la luce del sole che tanto le mancava, quella stanchezza iniziava ad essere un po’ troppo pericolosa perché, al contrario suo, il demone non si stava divertendo, stava solo cercando di prendere il sopravvento per poterla portare via da lì e trovare un modo per prendersi quel corpo per sempre.
Mentre si dava alla grande baldoria si avvicinò a lei uno della ciurma, aveva un messaggio per lei, come probabilmente per tutti quelli che erano scesi insieme a lei in quegli abissi: Chandra li stava cercando.


«Grazie, fammi pure strada!»



Senza perdere nemmeno un attimo seguì l’uomo. Notò subito che non era sola e che la sua intuizione era stata giusta ma, in fondo, perché quella donna cos forte e coraggiosa avrebbe dovuto parlare da sola con lei? Perché si era immaginata di poter avere un trattamento di favore? Insieme a tutti quanti arrivò fino alla donna dalla chioma infuocata che li stava aspettando, chissà cos’avrebbe detto loro!



CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 65%-20%-5%=40%
»Cs: 2 (1 Maestria Armi, 1 Astuzia)
»Equipaggiamento: Arco, 7 colpi rimasti

 
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view post Posted on 26/10/2014, 23:50
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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E così la torre era conquistata, i Campi di Naya restituiti a R'lyeh.
-Lui era Zaigù, un ufficiale di Hailè Ghieram.-
La voce esce dalla bocca squamata del vicecapitano fredda e piatta. Ha dato l'informazione a Montu quasi come se volesse ricordarlo a sè stesso, osservando il corpo aperto del Ved'quan il suo volto non lascia trasparire emozioni, i suoi occhi sembrano velati da una patina. Forse solo un'altra stranezza del corpo dei tritoni, e il Demone non riesce a capire se i due si conoscessero. Il volto di Zaigù è orribilmente deformato in un'espressione di rabbia, rancore, odio e terrore.
-Se Hailè Ghieram è la legittima erede al trono perchè questa guerra civile?-
Gli occhi del tritone si fissarono in quelli di Montu, sembrava provare compassione per l'uomo della superficie.
-Voi non potete capire. Non è solo una questione di legittimità, si tratta di ideali.-
Si, l'Eterno capiva. Non poteva capire chi fosse dalla parte della ragione, ma anche su Theras dietro molte guerre, oltre agli interessi, si celavano gli ideali. Questo il Ved'quan non poteva saperlo, erano più simili di quanto credesse, ma Montu scelse di non appesantire la situazione, visto che tutti i tritoni entrati osservavano la scena in silenzio.
-I Campi sono conquistati, ma se Hailè non era qui... Forse alle Fucine di Jantos hanno trovato problemi. Raggiungiamo il luogo d'incontro, e speriamo che i tuoi amici pirati se la siano cavata.-

Dopo poco raggiunsero il luogo di ritrovo, furono soli per non più di una decina di minuti, e quando gli altri li raggiunsero i Tritoni si unirono in festa. Il loro incontro significava molto più di quanto potesse sembrare: la guerra stava per finire.
I festeggiamenti iniziarono in quei canali rocciosi, e mentre marciavano indietro verso R'lyeh si alzarono cori, canti, urla di gioia e risate. Alcuni soldati erano rimasti alle postazioni conquistate, ma anche lì era esplosa la gioia.
Montu vide che alcuni pirati erano caduti, e pensò al peggio quando tra gli uomini di Theras non vide Chandra.
Fermò un pirata, stringendolo al braccio e interrompendo il suo entusiasmo:
-Dov'è Chandra?-
-Dicono sia svenuta, l'ho vista combattere con quanta forza aveva in corpo. Ghieram ci ha attaccati, ma siamo riusciti ad ucciderla! La guerra è finita!-
Esplose in una risata, fragorosa forse, attutita dalle profondità oceaniche.
-Non preoccuparti per lei, si riprenderà, e scommetto che i pesci la terranno in gran considerazione dopo quello che abbiamo fatto.-
Il Demone lo ringraziò e si allontanò, nuotando verso la testa del corteo.
Giunsero nuovamente al relitto, e ancora una volta osservò le assi spezzate, e le colonne di luce che investivano la nave, desiderando di poter esplorare i misteri di quell'ambiente.
Forse per i Ved'quan quella visione era così usale da trascurarla, ma per uno della superficie era ricca di mistero, affascinante e temibile insieme, lo attirava per curiosità e desiderio di conoscenza.
Raggiunsero la città dopo aver convinto gli ultimi tritoni nemici a non cercare battaglia. Era finita, era inutile spargere altro sangue, era inutile che i fratelli ancora si uccidessero.
Il corteo venne accolto festosamente, strani fiori marini erano gettati ai loro piedi, le donne offrivano cibi e accoglienza ai soldati che tornavano.
Dal Sinodo si sollevarono i suoni dei corni, la città era in festa, e gli acclamati vincitori si divisero, avendo la giornata concessa per svagarsi, e godersi i frutti delle loro fatiche.
Chissà come si divertivano i Ved'quan a quella profondità, fu trascinato dalla folla nelle vie laterali e capì che molto presto l'avrebbe scoperto.
La strana lingua di quel popolo riempiva "l'aria" di schiocchi e sibili, e solo i più intrepidi si avventuravano in ovazioni nella lingua Comune di Theras.
Dopo appena qualche ora, quando il Demone stava ancora pregustando i festeggiamenti, rifocillandosi dei piatti tipici delle profondità dell'Oceano di Zar, fatti di alghe, molluschi e piccoli crostacei, un pirata lo raggiunse.
Lo stesso con cui aveva parlato durante la marcia verso la città.
-Ehi, te l'avevo detto che Chandra si sarebbe ripresa! Vieni con me, ti sta aspettando.-
-Buone notizie?-
-Questo proprio non lo so, appena si è alzata dal letto ha chiesto che i suoi uomini la incontrassero. Andiamo, non le piace aspettare.-
Il padrone del locale si inchinò al Demone, e in un incerto Comune gli offrì il pasto, Montu ringraziò e si avviò insieme al pirata.
I tesori di Chandra dovevano ancora essere recuperati.



Energia: 30%
Status Fisico: Tagli sparsi (danno Medio); Ustioni al petto (danno Medio)
Status Psicologico: Dolore lancinante (danno Medio)
CS Forma Umana: +1 Intelligenza +1 Astuzia = 2CS

Armi:
Shokan: Riposta
Pistola: Inceppata (3/5 colpi)

Armature:
Pelle Coriacea [Arma Naturale]

Oggetti:
Biglia Stordente
Biglia Tossica: 1
Biglia Deflagrante
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Abilità Usate: //

Note: Nulla da segnalare
 
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Emelianenko
view post Posted on 27/10/2014, 21:29




"Precauzione? Oh, quale blasfemia odo! Sono già sconfitti, lo vedete: non sono una minaccia. Ed anzi, andate via, vi prego. Andate via da questo luogo di morte, perché, lo sapete, è la morte che incontrerete se cercherete di farci del male. Andate via, ripeto ancora e non mi stancherò di dirlo, andate via e non sarete sfiorati."

Le labbra si muovevano adagio ed i suoni fuoriuscivano leggeri. Non erano frasi, non parole, né lettere.
Era musica.
Soave musica che tutti udivano e nessuno coglieva. Così forte, così nascosta, così perfetta.
Nessuno poteva mettere in dubbio la verità di questa lirica, nessuno ne era in grado.
Ciò che venne ascoltato suonò veritiero ed i soldati indietreggiarono, lasciando liberi coloro che definivano oppressori.
Un piccolo solco cominciò a prendere forma sul viso di Sergey, allargandosi sempre più fino ad avere le fattezze di un sorriso.
Ce l'aveva fatta, aveva convinto quegli esseri ad andarsene evitando uno scontro inutile.
Uno dei pirati strinse con forza la spada, intento a colpire i soldati che ormai andavano sempre più lontano, ma Sergey stesso lo fermò.
Non disse nulla, stavolta, si limitò a bloccargli il cammino con il braccio.
Non aveva senso ucciderli, non avevano alcun interesse nella morte di quegli esseri. In effetti, per quanto ne sapevano, potevano tranquillamente essere dei ribelli che dichiaravano guerra al loro tiranno.
Potevano essere degli eroi.



R'lyeh.
Incredibile quanto questa città sia simile a quelle del mondo in superficie. Beh, non le strutture, quelle erano estremamente differenti, ma la gente, oh, la gente sì che era la stessa.
Imbrogliava, mentiva, fingeva, ingannava, combatteva, moriva e sopravviveva.
E quando vinceva una battaglia, era sempre pronta a festeggiare la propria infamia.
Quegli individui erano come dei carnefici che ridevano e ballavano sui corpi macellati delle loro vittime.
Quella crudeltà mascherata da buonismo era uno degli orrori che più irritava Sergey.
Ma infondo, se le cose fossero andate diversamente ed i ribelli avessero vinto, sarebbe cambiato poco. Infimi individui sarebbero sopravvissuti ad altri altrettanto infimi. Era così che andava il mondo, sia in superficie che in fondo al mare.

“Toh, l'oratore sta in disparte, non festeggia insieme a noi.”

“Eh già, non può immischiarsi con la feccia, lui.”

“Io dico di immischiarlo a forza.”

“Eh sì, forse così capisce che a volte i muscoli funzionano meglio delle parole.”

I pirati sopravvissuti continuavano a schermirlo, ma Sergey li ignorò. Chissà, che sarebbe successo se li avesse mandati a morire contro i tritoni? Sarebbero morti, probabilmente.
Non riuscivano a comprendere che lo stesso individuo che ora insultavano gli aveva salvato la vita. Ed ancora peggio, non si rendevano conto che la stavano rischiando di nuovo.
Sergey si alzò ed andò verso di loro.

“Vediamo quanto funzionano i vostri muscoli.”

Disse, mentre osservò il viso spaventato degli altri.
Stava quasi per colpirli quando un tritone li interruppe.

“Fermi, fermi qui!”

Era un soldato ed a differenza di altri suoi compagni non aveva abbandonato armi ed armature in favore di una sterile bevuta accompagnata da un balletto.

“Tu... Come ha detto che ti chiami...”

Esitò per qualche istante.

“Suergy”

“Sergey”

Lo corresse quest'ultimo.

“Ehm, sì, Sergey. Chandra ti vuole parlare, seguimi.”

Non disse nulla, Sergey. Si limitò a seguirlo, chinando il capo e non degnando di uno sguardo i pirtai.
Era curioso di sentire cosa aveva da dire quella donna: infondo si trattava sempre di una delle poche persone che meritavano di vivere.

Energia:
55 – 10 = 45%

Status fisico/Psicologico:
16/16 / 16/16

Cs: 3
2 Destrezza
1 Resistenza

Armi:
L'arto sinistro di Sergey è simile a quello di un qualsiasi altro uomo; eppure è incredibilmente duro e possente, al pari dell'acciaio. [Arma naturale]
Allo stesso modo, la tibia destra e la tibia sinistra, hanno una consistenza pari all'arto.
L'arto destro ha invece un'anomalia che consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. L'uomo è solito coprire la mano con delle bende, che ne celano malamente le anormità. [Arma naturale]
L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – 4 colpi disponibili], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – 2 colpi disponibili].

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Зло:E Sergey non avrà bisogno di percepire il pericolo: la sua natura demoniaca penserà a tenerlo in vita; ciò si tradurrà nella capacità di potersi difendere anche inconsciamente, senza essere effettivamente consapevole dell'attacco. Si tratta di una tecnica passiva. [Abilità personale III]
Непроходимые ум: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [C: Pergamena Mente impenetrabile]
Убийца: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Неутомимый: Le lunghe giornate di allenamento hanno permesso a Sergey di sviluppare una resistenza fuori dal comune. In termini tecnici, raggiunto il 10%, non sverrà, pur avvertendo la stanchezza al 20% e morendo allo 0%[Abilità razziale Audacia]

Abilità attive:
Ложь: Sergey è anche un ottimo oratore. Certo, in uno scontro sarà difficile ottenere dei vantaggi da questa sua abilità, ma è in ogni caso in grado di far risuonare le sue parole come incredibilmente credibili ed indiscutibilmente vere. Si tratta di una tecnica psionica che utilizza le parole come tramite; chiunque ascolti - oltre a ricevere la malia sopra descritta, subirà un danno basso da confusione. La tecnica ha consumo medio. [I: Menzogna]

Riassunto:
//

 
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The Grim
view post Posted on 30/10/2014, 12:04





La stanza era minuscola, giusto lo spazio per un letto ed una sedia mezza scassata - non in legno che non poteva esser usato laggiù in fondo al mare - sulla quale c'erano stati i suoi vestiti fino a un'ora prima. Lei stava in piedi vestita e pronta alla partenza, impaziente di lasciare quei pesci e tutte le loro beghe, nonostante lo sguardo febbricitante che tradiva il suo stato di salute. C'era da dire che il suo volo livido e il tamburellare nervoso delle sue dita, che si annodavano ora e poi s'intrecciavano, si massaggiavano a vicenda le nocche e fin troppo spesso si chiudevano a formare un pugno, suggerivano che c'era qualcosa che l'aveva fatta arrabbiare. La piratessa sembrava proprio non aver voglia di discussioni e tanta di menar le mani, tanto che il resto della ciurma si teneva a largo da lei e aspettava in corridoio a cianciar del nulla, con un'allegria falsa che trasmetteva preoccupazione a chi riusciva a scrutare oltre la superficie dei loro animi ruvidi.

" Ci siamo tutti? "
Li guardò come a contarli, ma lo sapeva bene che tutti e tre erano davanti a lei.
Forse stava davvero male, ma non voleva pensarci in quel momento.
Sarò franca, voglio andarmene subito di qua, perciò prendete i bagagli, torniamo alle torri di corallo, recuperiamo ciò che è nostro e poi tutti a casa. [/color] "
Tirò fuori da una tasca un amuleto interamente fatto di corallo biancastro, un rametto spezzato da chissà quale barriera, su cui erano incisi pittogrammi cuneiformi che parevano disposti in maniera casuale. Non serviva qualche senso dell'occulto per capire che il monile fosse magico, e sopratutto antico.
" Sua eminenza ha considerato pregevoli i nostri servizi ed ha acconsentito alle nostre richieste. In una settimana avrebbero risolto ogni pastoia e mi avrebbero riconsegnato quel che ho depositato, ma io a via di pretastri e nobilastri tronfi e puzzolenti sento la bile che mi corrode lo stomaco.
Perciò mi son fatta dare questo, un paggio e andiamo ora stesso a prendere quello che ci serve.
Stanotte voglio dormire nella mia cabina, e che cazzo!
Ah, un'ultima cosa...

Ho saputo che dei sempliciotti si son messi di mezzo ma che non li avete scannati.

Grazie.
"

Il suo viso s'addolcì e si fece più sereno, le labbra s'incresparono di un sorriso gaio e spensierato, gli occhi s'illuminarono. Le fiamme di rabbia e il nero livore che incupivano i suoi lineamenti per un po' si dissolsero lasciando che emergesse un po' l'altra Chandra, quella semplice e ingenua di tanto tempo fa, con tanti sogni nella testa e meno casini nel cuore. Quella che sperava ancora.

Z18bS

La Sede del Sinodo si stagliava granitica sul fondo oceanico, un dio fatto di pietra che sembrava esigere rispetto e obbedienza, che faceva chinare il capo a molti. Le visioni dei compagni morti e delle bestie mostruose danzavano ancora nelle pupille dei pirati, e pure Chandra era un po' intimorita da quelle torri. Le aveva considerate niente più che una tesoreria, un posto dove accumulare cose e niente più, ora aveva intuito ci fosse altro dietro, un qualcosa più grande di lei. Aveva analizzato il ciondolo e si era fatta una mezza idea, poi i Ved'quan gli avevano parlato dei funerali che avrebbero organizzato per i caduti, ed era stato semplice fare chiarezza. I tritoni legavano i corpi dei caduti con i suoi possedimenti migliori alla base della torre, e poi pregavano e cantavano all'Oceano di non disperdere la memoria del caduto, a farlo stare assieme agli morti anziché lasciare che il suo spirito vagasse tra i flutti del mare finché la solitudine l'avrebbe trasformato in una rancorosa tempesta. I cadaveri s'accumulavano attorno al corallo, che li mangiava lentamente e in maniera invisibile, quella struttura era una necropoli e al contempo il paradiso di tutta la loro cultura che custodiva tutta la loro arte e i loro averi più preziosi; questo le fece rizzare le carni. E non solo per quanto fosse macabro ma perché le ricordava un altro popolo, in maniera tanto fervida e intensa che si chiedeva non se fosse un caso, ma ben altra cosa: chi fra Ved'quan e Moros si fosse ispirato all'altro. Queste e altre domande ronzavano in testa alla donna mentre attraversavano i corridoi vuoti e spettrali delle torri, nel più rigoroso silenzio. Un piccolo tritone che pareva adolescente li guidava mentre lei reggeva bene in vista l'amuleto: non c'era stato nessun attacco, non un movimento né un rumore strano tutto era tranquillo come nel peggiore dei racconti dell'orrore. Infine però arrivarono alla camera dove erano conservate le sue cose, alla fine di un piccolo e stretto corridoio. Il gruppo si fermò nell'androne a riposare mentre lei sola inseriva la chiave nella serratura e la fece girare. Lo scattò metallico dei cardini le levò un peso dal cuore: si era aperta. Aveva appena fatto un passo dentro la stanza che il rumore di un nuotatore che turbinava a tutta velocità li fece scattare sull'attenti. Un ragazzino smilzo e secco, poco più che adolescente e con la faccia da salmone sbucò da un corridoietto laterale davanti ai pirati che avevano già sguainato scimitarre e mazze pronte a farsi valere. Il piccolo pesce quasi scattò a piangere a quella vista e fu solo chissà quale forza a spingerlo a parlare anziché filarsela.

" Gaarìbb! Gaarìbb!
Pericolo! Vengono qua!
"
La sua voce era stridula e acuta, vibrava dal terrore.
" Loro ezze bianci comme avvoi! No pinne né squame, no coda né branchie!
Sono tanti e coperti di suxit - metallo - dalla testa ai piedi!
"
" Che cazzo stai dicendo ragazzino? "
" Di stranieri! Vogliono tua testa e tuo tesoro, minaccia città di Geeri - Morte - e voluto detto dove stare.
Grandi detto loro, ma prima mandato me ad avvertirvi. Dicono di scappa in fretta, pinne in corrente! Uomi di ferro sono grossi quanto cinque di voi ma muove più veloce di me!
"
" Uomini di ferro? Per caso hanno una grossa chiave disegnata qui, sul petto? "
" Zi, grande chiave e tante piume attorno. Tu conosci? "
" Mèrd!
Uomini, prepararsi a lottare, qui c'è un conto in sospeso di trecento anni da risolvere. Se volete scappare fatelo ora e non in mezzo alla battaglia che poi è un casino capire chi, cosa, come e quando. Voi tre..
"
Indicò i tre mercenari che avevano dimostrato di sapersela cavare più che bene rispetto a quanto si aspettavano, li stimava quasi.
" I miei uomini sono un pugno di rammolliti e non voglio che vedano la mia fica.
Perciò due vengono con me e uno sta qua a comandare tutti e si prende questo.
"
Agitò l'amuleto che teneva in mano, quello che pareva aver calmato gli spiriti di corallo.
" Purtroppo io sono una piromante e a combattere sott'acqua mi stanco facilmente, i miei poteri vogliono un altro tipo di ambiente.
Uno deve aiutarmi con un rituale, se riesce avrò abbastanza potere da distruggere quei bastardi degli Obrimos. Ce l'hanno con me per un furto di trecento anni fa ma ve ne rendete conto?
L'altro deve stare a guardare che non mi disturbi nulla, senza sgrillettare il suo pistolino preferibilmente.
Tutto chiaro?
"


QM Point Post semplice, anche perché con il Lucca Comics di mezzo non avrei potuto seguirvi in confronto. Un manipolo di Obrimos - se qualcuno ha letto Eterno Carnevale avrà una vaga idea di chi siano, altrimenti lo scoprirà presto - sta per attaccare la torre. Voi dovete semplicemente indicare quale tra i ruoli di Comandante, Guardia del corpo e Ritualista prendere. Se avete bisogno di chiarimenti, fate pure in confronto. La scadenza è il 03/11 alle 23.59, ma fatemi sapere se avete problemi a scrivere in questo fine settimana per posticipare eventualmente il termine.
 
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view post Posted on 1/11/2014, 20:51
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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La via per Atlantide ~ Il Tesoro di Chandra - Scelta -
Appena Ririchiyo entrò nella stanza si guardò intorno con grande curiosità, stava per vedere quella che poteva essere considerata una camera tipica per i pesciolini anche se rimase piuttosto delusa, si aspettava qualcosa di molto sgargiante proprio come la stanza nella quale erano stati presi “prigionieri” all’inizio di quell’avventura sottomarina invece, trovò la sistemazione della piromante piuttosto spartana, proprio come si addice ad un guerriero ma non ad una ragazza; ma in fondo chi poteva davvero distinguersi per il sesso in un posto e in un momento come quelli? La donna li stava attendendo in piedi mentre fissava l’oscurità che lambiva l’aria fuori dalla finestra, sembrava impaziente ma il suo carattere impetuoso non poteva certo nascondere la debolezza che quel corpo sentiva e la stanchezza di una battaglia forse anche troppo sfiancante.


”Per resistere all’oscurità devi essere suo figlio, per gli altri è troppo complicato resistere alla sua potenza!”



Le perle di Lilith non si facevano certo desiderare o mancare ma Ririchiyo ne avrebbe fatto volentieri a meno. Gli occhi viola della giovane erano magneticamente incollati su Chandra mentre questa continuava a muoversi in maniera nervosa, tutto in lei richiamava la lotta, aveva voglia di combattere e soprattutto di vincere.
Finalmente la sua voce si fece sentire, risuonando in quella stanza e accogliendo tutti con il suo carattere forte e deciso. Per un attimo le sembrò che li stesse contando ma probabilmente sapeva che il suo richiamo, per tutti loro, erano un ordine al quale non potevano dire “no”. Nonostante l’aura di lotta le sue parole fecero solo capire che aveva voglia di tornare a casa e che ancora una volta aveva bisogno di loro, ormai erano una squadra e la giovane era quasi felice di sentirsi parte di qualcosa di così grande anche se, era sicura, quella magia sarebbe sparita appena tornata in superficie e scesa sulla terraferma. Dovevano riprendersi qualcosa che era nascosto nella meravigliosa stanza che avevano visto la prima volta arrivati, quei colori erano rimasti così impressi nella mente di Ririchiyo che lei si sentì per un attimo il cuore battere forte mentre lei parlava. Alla fine la rossa tirò fuori dalla tasca una specie di amuleto di corallo bianco spezzato. Alla fine li ringraziò per non aver ucciso i sempliciotti che avevano di nuovo ostacolato la loro strada. Beh, cosa poteva rispondere? Non pensava di meritare una cosa del genere quindi si limitò a sorridere con dolcezza, in fondo la distruzione di quelle vite non faceva parte del suo lavoro, quindi perché avrebbe dovuto farlo?


”Per non correre pericoli e far capire a quei pesci che tu sei più forte di loro e di non mettersi in mente strane cose sul mettere in pericolo la nostra vita!”



Spesso la giovane si dimenticava quanto quel demone fosse in realtà così attaccato a quella vita da zecca perché, per lei, non era alto che quello: un ospite indesiderato. Effettivamente il suo potere poteva farle molto comodo in molte situazione ma ancora stava cercando di capire se effettivamente il gioco ne valva la candela.


1564ilj



Infine arrivarono alla sede del Sinodo che davanti ai loro occhi si aprì come qualcosa di meraviglioso dall’aria quasi ultraterrena che non poteva nemmeno sembrare reale. Se a quella vista, Lilith, si limitò a sbuffare nel seguire i pensieri della giovane, Ririchiyo aveva quasi voglia di mantenere le distanze per paura di sconfinare in un territorio che non le apparteneva, che era quasi sacro. Eppure quella era proprio la loro destinazione e Chandra puntava con la sua solita decisione. Chissà cosa si nascondeva di tanto importante, lei era curiosa e avrebbe tanto voluto scoprirlo.
Finalmente entrarono nella stanza ma bastarono pochi passi prima che qualcuno arrivo portando con sé la tempesta e con un turbinio simile solo ai cicloni che arrivavano per sconvolgere i piani e far volare via le carte che erano state messe in tavola. Qualcuno stava arrivando, qualcuno che la piromante conosceva bene e che temeva e ormai si era capito che quello che portava guai a lei li avrebbe portati a tutti loro. Per fortuna era una donna piena di spirito e di iniziativa, infatti gli ordini non tardarono ad arrivare e di nuovo sembrava avere bisogno dell’aiuto di tutti loro.
Per un attimo guardò gli altri ma lei sapeva bene cosa avrebbe potuto fare e cosa il demone desiderava più di ogni altra cosa.


«Se per te va bene sarò io la tua ritualista! Qualcosa mi dice che è il ruolo per cui potrei esserti più utile anche se avrò bisogno sempre dei tuoi ordini capitano!»



Annuì con un’espressione seria e decisa mentre il demone ridacchiava tutto felice dentro di lei. Lilith sapeva bene che quel genere di arti avrebbe portato la giovane sempre più verso di lei e non era mai troppo tardi per iniziare una cosa del genere.



CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 65%-20%-5%=40%
»Cs: 2 (1 Maestria Armi, 1 Astuzia)
»Equipaggiamento: Arco, 7 colpi rimasti

 
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Emelianenko
view post Posted on 3/11/2014, 11:36




“Ci... Ci penso a questi inetti”

Pronunciò in maniera piuttosto risoluta, Sergey, pur senza riuscire a celare un po' di imbarazzo. In effetti, la maniera in cui Chandra si esprimeva lo mise a disagio: non era abituato a parole del genere, né tantomeno le gradiva.
E così, con il rossore in volto, decise di prendere il comando dei pirati e sfruttare l'amuleto che la donna gli porgeva.

Guardò tutti gli uomini, ad uno ad uno, incerto sull'esito della battaglia che si stava preannunciando. Non aveva ancora recuperato le energie perse i giorni precedenti, ma il suo ego gli imponeva di andare avanti.
Per la prima volta dopo un po' di tempo rimpianse una vita tranquilla. Gli piaceva combattere, certo: era la cosa che lo faceva stare meglio. Ma in quel momento avrebbe voluto stare tranquillo, con un buon libro ed un caminetto acceso, magari fumando un sigaro. Da quanto non accendeva una sigaretta? Ore? Giorni? Non era facile scorgere il passare del tempo, lì in fondo al mare, ma di certo gli pareva di non assaporare il sapore del tabacco da mesi.
Non credeva che quella missione si sarebbe protratta così a lungo, né che gli sarebbe costata tanto in termini di stress.

“Avanti incapaci, dimostratemi che valete qualcosa.”

Pronunciò. Non poteva mostrare le sue insicurezze in quel momento. No, non poteva averne.
Doveva essere privo di paura ed animato dal solo coraggio. Ma ne era in grado?

Senti gli uomini mormorargli qualcosa contro. Beh, sapeva di non essere benvoluto, ma la cosa non lo turbò.
Qualche tempo prima lesse su un libro che un comandante – come un principe – doveva essere amato dai suoi uomini, poiché il successo di chi era odiato era temporaneo. Beh, se questo era vero, allora partiva già con il piede sbagliato.

“Altrimenti ci penserò io a chi di voi avrà la sfortuna di sopravvivere e, credetemi, rimpiangerà di non essere crepato”.

Il vero dilemma, però, non era tra un comandante amato ed uno odiato. Si trattava di scegliere tra essere amato o odiato insieme e l'essere temuto.
E Sergey aveva compiuto la sua scelta.
Nella storia il potere era sempre stato tenuto chi sapeva destar paura anche solo quando veniva pronunciato il proprio nome.
Sergey aveva già dimostrato il proprio valore e per poco non aveva colpito quei pirati.
Sì, loro sapevano di cosa era capace e che non avrebbe esitato a fargliela pagare se non avessero eseguito i suoi ordini. Ma avevano anche visto che non avrebbe ucciso senza motivo.
E dunque, per degli inetti come loro, la scelta migliore era obbedirgli.
Di questo, Sergey, era convinto. E continuava a ripeterselo senza sosta: almeno lui doveva dimostrasi sicuro di sé ed efficiente.

Scacciò via insicurezze e paure, mascherò la stanchezza e si preparò alla battaglia.
Era questo il suo compito, non era bravo a fare altro.
Il riposo avrebbe atteso.


Energia:
45%

Status fisico/Psicologico:
16/16 / 16/16

Cs: 3
2 Destrezza
1 Resistenza

Armi:
L'arto sinistro di Sergey è simile a quello di un qualsiasi altro uomo; eppure è incredibilmente duro e possente, al pari dell'acciaio. [Arma naturale]
Allo stesso modo, la tibia destra e la tibia sinistra, hanno una consistenza pari all'arto.
L'arto destro ha invece un'anomalia che consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. L'uomo è solito coprire la mano con delle bende, che ne celano malamente le anormità. [Arma naturale]
L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – 4 colpi disponibili], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – 2 colpi disponibili].

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Зло:E Sergey non avrà bisogno di percepire il pericolo: la sua natura demoniaca penserà a tenerlo in vita; ciò si tradurrà nella capacità di potersi difendere anche inconsciamente, senza essere effettivamente consapevole dell'attacco. Si tratta di una tecnica passiva. [Abilità personale III]
Непроходимые ум: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [C: Pergamena Mente impenetrabile]
Убийца: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Неутомимый: Le lunghe giornate di allenamento hanno permesso a Sergey di sviluppare una resistenza fuori dal comune. In termini tecnici, raggiunto il 10%, non sverrà, pur avvertendo la stanchezza al 20% e morendo allo 0%[Abilità razziale Audacia]

Abilità attive:
//

Riassunto:
Beh, come da confronto sarò il comandante.
Spero che Machiavelli non si rivolti nella tomba.
//

 
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view post Posted on 3/11/2014, 23:24
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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-Gaarìbb! Gaarìbb!-
Perchè non poteva filare tutto liscio.
Chandra li aveva ringraziati per non aver ucciso i tritoni che avevano tentato l'ultima resistenza nei pressi del relitto.
Quindi non era la spietata piratessa che molti dipingevano, sotto quell'armatura la piromante nascondeva un cuore; sapeva quando far vibrare la spada, e quando la lingua.
Erano tornati al Sinodo, e avevano scoperto la particolarità di quella costruzione: i muri di corallo nascondevano ben più di quello che avevano colto arrivando dalla superficie.
I defunti dei Ved'quan venivano legati alla base della torre, e lentamente il corallo vivo inglobava i cadaveri, rendendo l'edificio al centro della città nient'altro che un'immensa necropoli.
Una volta raggiunta la porta antistante la camera in cui erano conservati i tesori della ragazza dai capelli di fuoco tutto sembrava fatto.
Nonostante fosse stata un'esperienza unica il corpo, a quelle profondità soprattutto, iniziava a risentirne, il fiato corto e le ossa dolenti.
Alla testa dei pirati sopravvissuti, poco più di una dozzina, c'erano Chandra e loro tre, che si erano dimostrati eccelsi combattenti.
E quel tritone, giovane e magro, con la faccia che somigliava terribilmente a quella di un salmone, li bloccò appena misero piede nella stanza.
-Pericolo! Vengono qua!-
Beh si, era stupido pensare che tutto sarebbe filato liscio. Niente filava mai liscio.
Chi ancora si ostinava a seguire Chandra? Volevano i suoi tesori... Non potevano essere tritoni, la guerra era finita, e non c'era motivo di attaccarla. No, erano umani. Almeno così sembrava dalla descrizione del giovane, se non che a suo dire erano cinque volte più grandi di loro. E la cosa non poteva assolutamente essere un bene.
Non in quelle condizioni!
-Uomini di ferro? Per caso hanno una grossa chiave disegnata qui, sul petto?-
-Zi, grande chiave e tante piume attorno. Tu conosci?-
Una chiave... Le piume... Aveva già visto quel simbolo. Dove? Un ricordo annebbiato, come da un sogno. Un sogno o... una sonora sbronza.
Liliana, l'Anfiteatro... Loc Muinne!
Si, era certo di aver visto quel simbolo da qualche parte in città, e si preoccupò del fatto che forse l'uomo che credeva di avere il diritto di regnare sulla città era venuto a reclamare il suo trono.
Parlavano di... Atlantide! Possibile? La mitica città perduta? Tutto tornava. Liliana era con loro? Probabile. Eppure le aveva indicato Chandra come una vecchia amica, non come qualcuno a cui rubare i propri averi. Forse la badessa aveva mentito, ma in ogni caso il Demone era certo che l'avrebbe scoperto presto.
-Tutto chiaro?-
Cristallino.
-Vengo con te. Ci penso io a coprirti mentre fai quello che devi fare. Spero che sia una cosa veloce, non vorrei ritrovarmi con quei cosi addosso.-
Il pirata con cui aveva parlato gli fece un cenno.
*Buona fortuna.*
Qualsiasi cosa si sarebbe risolta lì dove Chandra li stava portando. Lì avrebbe scoperto cos'è che, dopo trecento anni, ancora in così tanti bramavano.
E soprattutto... avrebbe scoperto da che parte stare. Sperava solo che Liliana non gli avesse nascosto troppe cose.



Energia: 30%
Status Fisico: Tagli sparsi (danno Medio); Ustioni al petto (danno Medio)
Status Psicologico: Dolore lancinante (danno Medio)
CS Forma Umana: +1 Intelligenza +1 Astuzia = 2CS

Armi:
Shokan: Riposta
Pistola: Inceppata (3/5 colpi)

Armature:
Pelle Coriacea [Arma Naturale]

Oggetti:
Biglia Stordente
Biglia Tossica: 1
Biglia Deflagrante
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Abilità Usate: //

Note: Nulla da segnalare
 
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.Neve
view post Posted on 7/11/2014, 14:13




Il Tesoro di Chandra

C o n s u m a r s i


La realtà si crepò. Era come se l’acqua avesse rifluito all’interno di bacini nascosti. Non vi fu suono, solo un silenzio imperante. Non vi fu luce, solo tenebre macchiate di rosso. Ed il mondo parve sprofondare, la terra cedere. Nazioni parvero crollare e risollevarsi. Non vi fu più chiarezza né certezza di essere, perché in quella gabbia obliata i sogni cessavano di esistere. La tana della distruzione era una fornace rovente, focosa, viva. Così diversa da quel mondo di acqua, così calda da ustionare le membra. Tutt’intorno a loro pareti rosse, muri solidi e soffocanti. E colonne di fiamme a fuoriuscire dalle fessure, e catene e ossa di morti. E turbini e tempeste. I dannati avanzavano a tentoni. Grossi collari spinati ad impedirne la fuga. Danzavano in un’eterno girotondo, costretti a distruggere, a divorare, a depredare. E torrenti di lava scendevano giù per i corridoi, deturpando i pavimenti di marmo, sbiadendone i colori. Corrodendo ogni cosa. In quel sotterraneo infame le due compagne di ventura, le uniche donne di quella strana spedizione, stavano fisse dentro pesanti abiti di piombo, dorati all’esterno. Come se forse il loro essere così linde e pure all'esterno le preservasse da ogni bruttura. Le facesse apparire mute statue dalla sublime beltà. Chandra non fiatava. Gli occhi chiusi e senza vita, il corpo abbandonato in quel sarcofago inscalfibile. Era come se stesse sognando qualcosa, dormiente in un abisso caldo e illibato.

Le due compagne stavano lì.
Non potevano muovere braccia e gambe, non potevano dimenarsi. Solo il collo e la testa, così innaturalmente disposti fuori da quelle bare di piombo. E quanto più avressero cercato di fuggire, tanto più il calore delle fiamme avrebbe divorato i loro sensi, le avrebbe rese fiacche ed inutili. Ed ogni goccia di sudore, ogni sprazzo di acqua sarebbe stata per loro una manna.

...

CLANG!

Il suono metallico delle ferrose catene sulle sbarre.
O forse qualcos'altro.

waoh6x

"Benvenute, viaggiatrici del suolo!"

Il pelo marroncino copriva il piccolo corpo da quadrupede, gli occhi nocciola erano finestre sulla vita, lesto scattante. La camminata giocosa, la coda scodinzolante. Volgarmente si sarebbe detto un cane, eppure preferiva farsi chiamare:

"Barnaba, per allietarvi."

C'era un non so che di gentile nei suoi modi, il quello sguardo fisso e silenzioso, in quelle orecchie frementi. Eppure ancora certi gesti tradivano la sua natura animalesca. Nel grattarsi il fianco con la zampa posteriore, o forse nel leccarsi via qualche pulce troppo audace.

"Ebbene, siete qui di grazia e dovete uscirne in qualche modo."
Si avvicinò a loro, affabile.
"Ma la tana di Distruzione non risparmia le menti deboli, come potete notare."
E con il muso sembrò indicare i dannati.
Poi prese ad osservare le grosse cappe di piombo poste sopra di loro.

"Esiste un unico modo per liberarvi.
Niente magia, niente trucchetti. Solo la vostra testa."


Abbaiò eccitato, poi riprese.

" Sono in piedi solo per un'ora,
poiché la mia chioma mi divora.
Secca son veloce.
Grassa son lenta.
Ed un sol refolo mi spaventa!

Cosa sono?"





Co-qm Point


Questo post è interamente dedicato a Misato Kojima. Ririchiyo e Chandra si trovano improvvisamente catapultate in una dimensione quasi onirica e distruttiva. Sembra proprio l'inferno e le due donne non riescono a muoversi, poiché è come se fossero interamente vestite da cappe di piombo pesantissime e dorate all'esterno. Chandra sta dormendo e non riesce a svegliarsi. Improvvisamente un cane di nome Barnaba farà la sua comparsa, dice che per liberarsi da quelle costrizioni è necessario risolvere un indovinello, e lo esplica. Tutto ciò che deve fare Ririchiyo è dare una risposta all'indovinello direttamente in confronto.





Edited by .Neve - 7/11/2014, 14:16
 
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The Grim
view post Posted on 7/11/2014, 14:15





Samwell si scrutò attorno, passando a rassegna i visi dei suoi compagni d'avventura. Ne aveva viste di belle assieme a loro, con molti si era fatto un goccio o s'era messo a saltare fino a che il sole non spuntasse dall'orizzonte, con parecchi aveva riso fino a che il fegato non aveva preso a fargli male, con qualcuno s'era scambiato confidenze e sconfitte, a certuni aveva parato il culo e ad altri doveva più di un favore o la vita stessa; con tutti aveva fissato il ghigno sghembo della Morte. E c'era chi non ce l'aveva fatta, o chi era schiattato in questa medesima escursione come Xinos, Geco e Gracchia, che era defunto chissà in quale stanza di questo stesso pisciatoio. Loro erano avventurieri, i rischi li conoscevano e se qualcuno ci restava era normale, anche se da quando la Rossa era a starnazzare, di veglie ce n'erano state pochissime, e lei era quella che s'era messa a frignare di più. Non perché c'aveva la gonnella, che anzi manco portava e visto come viveva manco la si poteva chiamare tale, era solo che ci teneva a loro, che pure erano un branco di canaglie della peggior specie, delinquentelli della malora e anche pezzi di criminali che la gente normale si cagava sotto a sentirne le imprese; ci voleva bene e questo era tanto. Non aveva mai sbagliato lei, per questo anche se da sto colpo nessuno c'avrebbe fatto mezzo doblone bucato, non ci stavano rimpianti. Pure il chiasso che veniva da su non lo preoccupava poi tanto, già morire con la sua scure in mano era cosa favolosa, assieme a tanta bella e brava gente, tutti compagni dal più stronzo al più simpatico come Barbaniente, che a trent'anni ancora non sapeva cosa fosse un pelo in faccia. La fifa c'era, ed era anche parecchia perché il fracasso era insostenibile, come metallo che si accartocciava e si girava, peggio di un mulino o di cento maniscalchi che ferravano un intero reggimento di cavalleria e poi lui era abituato a battersi sull'acqua non sotto. Non era questo il loro modo di darsele, aspettare fra quattro mura come dei soldatini con una scopa nel culo, no loro erano quelli che gridavano e si gettavano sulla tolda chi appeso ad un nodo di sartiame, chi a danzare su una tavola di legno, e scontrarsi alla rinfuso come una quadriglia in una festa di paese. Loro erano per il caos, a seguire la marea chiamata istinto che ora gli gridava che in quella stanza cupa e quadrata ci sarebbe morto, che i quattro corridoi agli angoli della stanza erano trappole mortali e che affrontare quegli affari di metallo - qualsiasi cosa fossero - che stavano per piombare dal soffitto, non era certo roba loro. Sperava solo che il mercenario, quello a cui a Chandra aveva passato il gingillo, avesse qualche asso nella manica altrimenti sarebbero stati fottuti più di una puttana in un bordello di Taanach.

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Attendeva immobile, come fosse una statua od un pezzo di quella gabbia di metallo che lo circondava, eppur si muoveva. Trovava sempre affascinante come si ci potesse spostare senza però flettere un muscolo, e come si dovesse considerare in simili frangenti, se fermo od in moto. Una carrozza che scorrazza su una via fangosa si sta di certo muovendo, ma lo sono i suoi passeggeri o i bagagli? Se non lo sono loro, allora forse solo le ruote sono in movimento e non di certo il robusto cassone che nemmeno lui fa un qualche tipo d'azione; ma poi per qualche mistero tutto quanto arriva a destinazione. Simili pensieri non avrebbero dovuto attraversare la mente di Tezzeret, visto l'arduo compito che l'attendeva e gli esiti infausti di un fallimento, per le sue ambizioni e i piani suoi e di Cancro; eppure si trovava a sprofondare negli abissi della speculazione. Forse quell'affondare nell'oceano lo calmava e invitava a simili meditazioni, o era solo una maniera del suo encefalo per evitargli troppo stress o altre dannose preoccupazioni. Non sentiva nemmeno il suo cuore traboccare d'eccitazione, rabbia o gioia, anche se stava per recuperare il più prezioso dei tesori degli Obrimos, il Fulcro della Creazione, e al contempo fronteggiare la sgualdrina che li aveva sottratti secoli prima; come fosse ancora viva era un mistero su cui non aveva poi tanta voglia di indagare. C'erano abbastanza demoni, incantesimi, dei e spiriti su Theras per trovare una maniera d'ingannare Morte per qualche tempo, sopratutto se si è speciali come l'era la Piromante; ci son dicerie che lei fosse più che che tale, addirittura il più potente Teurgo che mai s'era vista dalla Caduta. A Tezzeret di tutto ciò importava ben poco, allungò le braccia serrandole attorno alle barre d'appoggio e si preparò all'impatto. Il suo enorme marchingegno si schiantò sul Sinodo di corallo, spaccando la parete di forza. Secondo i suoi calcoli, i costrutti stavano penetrando nella sala in quello stesso istante, tenendo quei corsari fra l'incudine ed il martello. L'acqua salata si riversò nella sua camera metallica lambendogli i piedi mentre l'aria si distribuiva per la piccola stanzetta in cui si era infiltrato, e che con sua sorpresa era affollatissima. Due donne stavano sedute a gambe incrociate, una di loro reggeva fra le mani le gemma che crepitava di luce rossa e calda; la chioma vermiglia rendeva evidente la sua identità, Chandra Naalar la ladra e traditrice. L'identità dell'altra gli era sconosciuta, ma aveva il viso sporco delle stesse pitture della piromante ed entrambe parevano incoscienti o forse immerse in chissà quale sogno; nulla che promettesse qualcosa di buona ma forse per lui era un momento propizio. Il terzo individuo, in piedi e armato, era l'unico ostacolo fra lui e il suo obbiettivo.

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" Vi prego di non ostacolarmi, messere.
Io sono Tezzeret, arciteurgo degli Obrimos, nobile ordine magico di Atlantide.
Sono qui per riprendermi ciò che la qui presente ladra ha sottratto dalla nostra torre tre secoli or sono.
Il Fulcro della Creazione mi è necessario, ricorrere alla violenza no.
Perciò lasciate le armi a riposare e fatemi riprendere ciò che è mio di diritto.
"

Il braccio destro, composto interamente di metallo si velò di un sinistro color porpora.

" Vi prego di non obbligarmi a combattere.
Farete come vi ho chiesto? Si o no?
"


QM Point Post riservato a Emilianenko - la prima parte - e Ramses III - la seconda.
Al primo spetta di organizzare le truppe. I costrutti metallici stanno distruggendo i pavimenti di corallo piano dopo piano, per piombare su di voi dal tetto. Le tue truppe sono composte da soli 15 pirati, ma per prima cosa ti chiedo altro. Puoi sacrificare uno dei due slot tecnica di questo turno per investire la tua energia nel talismano di corallo. Scrivi in confronto se vuoi farlo o meno, e nel primo caso quanta energia intendi investire (sempre in termini di basso, medio, eccetera) e ti scriverò che effetti otterrai.
Per Ramses III, sei davanti a Tezzeret, e puoi scegliere se accettare al sua offerta o meno. Nel secondo caso ti toccherà combattere, e difenderti da una tecnica magica di potenza Media sotto forma di un raggio energetico violaceo, che infligge danni pari al consumo. Voglio sottolineare che non ti sono note né la pericolosità né le CS del tuo avversario, e che la stanza non è più colma d'acqua, ma d'aria per via del marchingegno di Tezzeret; a te sfruttare queste informazioni. Comportati come in un classico duello.

Il termine per postare per tutti e tre è alle 23:59 di Mercoledì 12.
 
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view post Posted on 9/11/2014, 21:47
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Gallifrey ♥ Doctor's T.A.R.D.I.S.

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La via per Atlantide ~ Il Tesoro di Chandra - Indovinello -
Lentamente, o forse troppo velocemente, l’acqua intorno a loro mutò, catapultandole in un mondo dove nulla sembrava avere più senso, dove l’oscurità che Ririchiyo odiava tanto le ghermiva completamente e il demone rideva, gioiva di questa paura e si sentiva sempre più forte ma, stranamente, on provò nemmeno una volta a prendere il sopravvento perché, in tutto quello, c’era qualcosa che la spaventava terribilmente e che le stava facendo valutare seriamente se, questa volta, la giovane sarebbe riuscita a cavarsela da sola. Ma in fondo lei non sarebbe mai stata sola, Lilith sarebbe stata sempre lì, in quella parte remota della sua anima a vegliare su di lei. Un’oscuro angelo custode per un’oscura ragazzina dalle dubbi origini.
Ririchiyo provò a muoversi in quel posto sconosciuto ma qualcosa la teneva ferma, era ricoperta da vestiti di piombo d’oro. Sentiva il cuore batterle all’impazzata, ma cosa stava succedendo? Aveva forse la scelta sbagliata? Si era forse scritta da sola la sua fine?
Con lo sguardo cercò Chandra che, circondata dalla sua bellezza, aveva gli occhi chiusi quasi come se stesse dormendo e avesse abbandonato la giovane ragazza a quel pericolo, da sola.


«Chandra….Chandra ti prego svegliati!»



Non aveva mai osato parlare così direttamente con lei ma la paura faceva fare cose terribili e nemmeno se ne era accorta, cercava di dimenarsi nel vano tentativo di liberarsi da quella stretta ma non ce la faceva. Stava morendo e aveva paura. Era presto per tutto quello, aveva tante cose da fare.


”Dobbiamo trovare un modo per poterci separare!”



Già, dovevano trovare il modo giusto per dirsi addio per sempre anche se entrambe sapevano perfettamente che la cosa era terribilmente difficile. Più cercava di muovere la testa nel vano tentativo di liberarsi più sentiva il fuoco arderle intorno, dentro, anche Lilith poteva sentirlo e, improvvisamente urlò quando le fiamme la raggiunsero. Era terribile e entrambe provavano un immenso dolore.
Improvvisamente un rumore le distolse dal loro dolore, facendole voltare lo sguardo fino ad una figura che stava ferma davanti a loro: sembrava un cane a tutti gli effetti ma nei suoi occhi si poteva leggere qualcosa di diverso, si vedeva chiaramente che aveva un intelletto proprio e probabilmente anche dotato di parola. Disse infatti di chiamarsi Barnaba e, nonostante il suo fare amichevole, Ririchiyo sentiva puzza di bruciato, quello non era lì per sport e sicuramente non intendeva aiutarle. Prima ancora che la ragazza chiedesse cosa volesse, lui rivelò il motivo della sua presenza dicendo loro che le menti deboli non sarebbero sopravvissute. Lilith ebbe paura a quella notizia perché sapeva che il suo involucro era forte ma lo era per i canoni degli esseri umani ma sarebbe stata in grado di sopportare qualcosa di più forte?


”Mi raccomando piccola, non farti trarre in inganno, se hai bisogno ci sono io qui per te!”



Ririchiyo non amava avere quella cosa dentro di sé ma, in quei momenti, ringraziava il cielo, il destino o qualsiasi cosa fosse a comandare la loro vita di averle fatto quel dono. In quel momento sarebbe stata completamente sola se il demone non fosse stato al suo fianco.
Lentamente Barnaba espose il suo indovinello e la ragazzina non doveva fare altro che indovinare, certo come se fosse stato facile.
Appena sentì la parola chioma le vennero subito in mente le stelle comete anche se non ne sapeva poi molto però le aveva viste tante volte nel cielo cadere sul suo piccolo villaggio e tante volte lei aveva desiderato che qualcosa cambiasse, che quelle piccola corna sparissero e che gli altri la vedessero normale e non la ripudiassero più. Le sue labbra si schiusero e stava per dare quella risposta riponendo nuovamente tutte le su speranze in quel piccolo astro celeste ma il demone urlò tutto il suo disappunto.


”Non essere così frettolosa cucciola, forza riflettiamo, non credo sia una stella cometa, cosa c’entra il vento? E poi quelle mica stanno in cielo solo un’ora, passano tanto tempo…forza riflettiamo, cosa può essere?”



Nonostante Lilith fosse dell’opinione di non volersi immischiare sapeva bene che se Ririchiyo fosse rimasta rinchiusa lì o peggio morta sarebbe toccato anche a lei lo stesso destino, quindi tanto valeva provarci ed esserle un pochino d’aiuto.


”Beh, se non è una cometa allora forse è un insetto, insomma si muove! Gli oggetti non si muovono!”



Quella parte poteva trarre in inganno terribilmente, in fondo si parlava di lenta e veloce anche se non aveva mai specificato il senso della cosa. No secondo il demone non poteva essere un insetto, insomma si parlava di qualcosa che durava poco e che aveva una chioma che la divorava.


”Fuoco, secondo me c’entra il fuoco!”



Iniziò a riflettere meglio Lilith, cosa poteva c’entrare il fuoco con il movimento? E poi cosa poteva avere paura di uno sbuffo di vento? Doveva essere qualcosa che viveva solo se rimaneva acceso quindi dopo l’ora moriva e lo stesso succedeva se qualcosa le sbuffava sulla testa.


”ma certo, come ho fatto a non pensarci prima? La risposta è candela, insomma durano più o meno un’ora e a seconda del tipo di cera si consumano prima o più lentamente…insomma tua madre ne usava a iosa e non te ne sei mai accorta?”



No, in effetti non ci aveva mai fatto caso, in fondo quando stava con sua madre non pensava alle candele ma a quanto era bello avere qualcuno che ti potesse amare perché, probabilmente, lei sarebbe stata la prima e l’ultima a poter provare un simile sentimento nei suoi confronti.
Ad ogni modo aveva intenzione di provarci quindi posò il suo sguardo deciso in quello di Barnaba, stava affidando tutta sé stessa alle risposte di quel demone e poteva soltanto sperare che fosse giusto. Dopo quello scambio mentale con Lilith la giovane fece un profondo respiro prima di accingersi a rispondere.


«Candela….è una candela!»



Quella specie di cane sembrò quasi sorridere annuendo.


«Giusto!»



Furono le parole che seguirono la sua liberazione da quella prigione di fuoco. Respirò a fondo mentre quei vestiti la liberavano cadendo finalmente e lasciandole libero movimento. Senza nemmeno lanciare uno sguardo allo strano animale che le aveva fermate, la giovane cercò di raggiungere Chandra per poter vedere se stava bene e se si poteva riprendere per continuare il loro viaggio.


CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 40%+50%=90%
»Cs: 2 (1 Maestria Armi, 1 Astuzia)
»Equipaggiamento: Arco, 7 colpi rimasti

-GdrOff-

Edit autorizzato dal master

-GdrOn-


Edited by Misato Kojima - 10/11/2014, 21:21
 
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view post Posted on 13/11/2014, 00:20
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Erano sedute una davanti l'altra da non molto.
Cadute in una sorta di trance non sembravano percepire quello che stava succedendo: gli schianti si erano susseguiti uno dopo l'altro, le pareti del Sinodo vibravano.
Erano arrivati gli uomini di metallo? La guerra per il trono di Atlantide era così cominciata?
La gemma nelle mani di Chandra crepitava, come se all'interno fosse rinchiuso un fuoco, e il Demone osservava ancora le pitture che le due donne si erano disegnate sul volto, strani pittogrammi che sembravano necessari per inseguire quel sogno in cui ora erano immerse.
E lui era lì, solo, a difenderle. Unico ostacolo fra chiunque avesse varcato quella soglia e la vita della piromante.
Ancora schianti, l'ultimo più vicino. Erano entrati, sentiva il clangore del metallo nelle stanze adiacenti. I pirati stavano combattendo, e se fossero caduti loro... Forse non sarebbe bastato l'Eterno a fermare la furia di un esercito.
Crepare in fondo all'oceano, che fine inaspettata per chi, come lui, viveva nelle fiamme.
Inaspettata o... semplice contrappasso?
Forse era ciò che meritava, forse l'intero oceano avrebbe spento la sua anima, e le mura distrutte del Sinodo, nei secoli, avrebbero accolto la sua carcassa.
Estrasse la spada, e lasciò che in un movimento quasi meccanico l'elsa ruotasse sulla sua mano. La katana fendeva l'acqua in profondità, come l'aria in superficie, aveva già testato la sua efficacia liberando la Torre. Peccato che la sua pistola non aveva retto la pressione, o l'acqua salata... sperava solo che una volta tornato sulla terraferma funzionasse come aveva sempre fatto. Tornare sulla terraferma... forse più che alla pistola avrebbe dovuto pensare a quello, la cosa non era poi così scontata.
Un sibilo, chiunque fosse si stava avvicinando, l'acqua sembrava tremare, come turbata da una presenza che non apparteneva a quel Regno.
Era pronto, si aspettava qualsiasi Campione di Loc Muinne! Avrebbe combattuto fino alla morte, almeno per dare il tempo a Chandra di finire quel che stava facendo, e di salvarsi, almeno lei, la pelle.
Ma ciò che irruppe nella stanza era qualcosa che andava ben oltre ciò che Montu si aspettava. Una sorta di marchingegno metallico si piantò nella stanza, all'interno un uomo ormai non più giovane guardò prima le due donne sedute a gambe incrociate, poi il Demone.
Prima ancora che potesse parlare vide l'acqua come risucchiata da quell'involucro di ferro, e in pochi secondi la stanza si riempì... d'aria.
I polmoni dell'Eterno espulserò l'acqua che non li aveva danneggiati grazie al pesce inghiottito sulla nave, e si riempirono nuovamente d'ossigeno, lanciandogli punte di dolore prima di riprendere a funzionare normalmente. Il petto gli bruciava ma la mano già cercava nelle tasche uno spillo: lucidità.
Era curioso come il dolore, intenso, puro, immotivato, potesse avere quell'effetto.
Le sue gambe si erano piegate senza nemmeno rendersene conto, era quasi in ginocchio a sputare acqua e salsedine.
Quando le dita sfiorarono il piccolo aculeo mettalico la sua schiena tornò dritta, la katana distesa lungo il fianco destro. I suoi occhi di fuoco fissavano quelli quasi neri dell'uomo che aveva fatto irruzione nel Sinodo.
-Vi prego di non ostacolarmi, messere.
Io sono Tezzeret, arciteurgo degli Obrimos, nobile ordine magico di Atlantide.-

Lo spillo affondò nel petto della bambola, e la fitta provata poco prima si ripresentò, dieci volte più forte. Cercò di non lasciar trasparire nulla, ma sentì la sua bocca contrarsi involontariamente in risposta a quel dolore lancinante. Sperava che Tezzeret non l'avesse notato, non poteva mostrarsi già indebolito.
E quando la sua mente venne sgomberata da ogni altro pensiero, non ci fu altro all'infuori del mago che aveva davanti. Non c'era più nemmeno Chandra dietro di lui, non c'era Atlantide, nessun trono, nessun tesoro. C'erano solo dettagli da analizzare mentre la voce dell'uomo continuava, quasi melliflua.
-Sono qui per riprendermi ciò che la qui presente ladra ha sottratto dalla nostra torre tre secoli or sono.
Il Fulcro della Creazione mi è necessario, ricorrere alla violenza no.
Perciò lasciate le armi a riposare e fatemi riprendere ciò che è mio di diritto.-

Gli Obrimos... Allora aveva visto giusto anche prima. Gli ordini magici di Loc Muinne erano scesi negli abissi per reclamare qualcosa che credevano loro di diritto.
Gli bastava la politica di Basiledra per capire che il discorso non poteva essere ridotto ad un "mio" o "tuo", e capiva anche che non erano affari in cui era conveniente immischiarsi.
Non più di quanto avesse già fatto, acconsentendo ad aiutare Chandra, invitato a farlo da Liliana Vess, badessa dell'ordine negromantico dei Moros.
Dov'erano i Moros? Se Liliana era dalla parte della piromante, se veramente erano amiche... Ora come ora un aiuto non sarebbe risultato sgradito.
Tezzeret sembrava sicuro di sè più di quanto il suo corpo, di certo non quello di un guerriero, permettesse a chiunque altro.
Ma sapeva che non poteva sottovalutarlo, anzi sapeva che quello scontro era già perso in partenza. Il potere del teurgo era ben noto a Loc Muinne, e in quella notte di festa non pochi, ubriachi, avevano discusso su quanto mirabili fossero le sue imprese.
Un avversario ben al di fuori delle possibilità del Demone, capace anche di manipolare -se i ricordi annebbiati dai fumi dell'alcool non lo tradivano- il metallo.
Il suo braccio destro, interamente metallico, si velò di una luce, quasi fumosa, color porpora.
-Vi prego di non obbligarmi a combattere.
Farete come vi ho chiesto? Si o no?-

Se aveva fatto si che il suo marchingegno risucchiasse via l'acqua dalla stanza, forse aveva problemi con quell'elemento. Chissà se i pesci che Chandra aveva fatto ingerire loro erano un'esclusiva della piratessa, o se anche gli Obrimos avevano trovato qualcosa che permettesse loro di sopravvivere a quelle profondità e, soprattutto -visto che la sopravvivenza sembrava scontata-, respirare sott'acqua.
Il fatto che il Demone avrebbe lottato per Chandra fino alla fine era indubbio, restava da vedere come arginare quella disparità che c'era fra lui e Tezzeret.
-Nobile Tezzeret, io sono Montu, ora protettore di Chandra Naalar. Ciò che vi è stato rubato secoli addietro è qualcosa che, forse, è al di fuori della mia comprensione. Ma non muoverò un passo se ciò significasse nuocere a colei che mi ha portato qua giù.
Ha affidato, in questo momento, la sua vita a me, e non intendo non prestare fede ad un giuramento.-

Evitò di dirgli che l'ordine era arrivato da Liliana, ma in fondo non era nemmeno così importante. Avrebbe difeso Chandra in ogni caso. La badessa era stata solo un tramite.
-Si tratta di onore, sono certo capirà.-
Appena terminò la frase un raggio porpora saettò in direzione del suo addome, e si schiantò su quella che sembrava un'armatura metallica.
Il Demone rimase impassibile.
Sorrise quasi, guardando il suo avversario. Morto per morto... Sperava che la spavalderia che stava mostrando avrebbe almeno frenato Tezzeret.
Non aveva nemmeno accennato a spostarsi.
-Tezzeret... Credeva fossi così facile?-
Corse verso di lui, era una corsa folle, ma forse aveva qualcosa in mente. Saltò e cercò di conficcare la lama in quel costrutto metallico, distruggendolo forse l'acqua sarebbe tornata a riempire la stanza. In fondo non si era trovato male in un elemento che, nemmeno lontanamente, gli apparteneva. E se anche non fosse riuscito nel primo intento... Lì dentro c'era pur sempre un corpo fatto di carne e ossa e muscoli. E un cuore, che sarebbe stato trafitto dalla lama del Demone.



Energia: 30 +50 -10 =70%
Status Fisico: Tagli sparsi (danno Medio); Ustioni al petto (danno Medio)
Status Psicologico: Dolore lancinante (danno Medio); Dolore lancinante al petto (danno Medio)
CS Forma Umana: +1 Intelligenza +1 Astuzia [+2 Intuito] =4CS

Armi:
Shokan: Impugnata (due mani)
Pistola: Inceppata (3/5 colpi)

Armature:
Pelle Coriacea [Arma Naturale]

Oggetti:
Biglia Stordente
Biglia Tossica: 1
Biglia Deflagrante
Rubino: Forma Umana: +1 Forza; +1 Velocità; +2 Maestria nell’uso delle Armi. Forma Demoniaca: +2 Forza; +1 Velocità; +1 Intelligenza.
Gemma della Trasformazione

Abilità Usate:
La bambola è furba. Dal diario di Leade (madre): Reoh mi ha parlato di questo suo nuovo progetto, qualcosa a che fare con le bambole e con dei riti. Non volevo nemmeno entrarci, ma lui mi ha costretto, ha detto che se uno di noi non avesse partecipato, avrebbero preso le nostre anime, o qualcosa del genere. Mi ha insegnato a costruirle, quelle strane bambole, ma i riti proprio non mi piacciono, sono spaventata. Eppure, ogni giorno che passa, sento di star imparando sempre cose nuove, ad un prezzo; forse aveva ragione, forse la mia anima sta lentamente esaurendosi. Non dovevamo proprio iniziare con tutta questa faccenda. {Tecnica di natura Magica, Nullo. Infliggendosi un danno Medio alla psiche, rappresentato da un senso di dolore lancinante nel punto colpito dallo spillo, il caster godrà di due CS aggiuntive all'Intuito per due turni. La tecnica necessita di uno spillo}

Tempra di Ferro. Consumo: Medio (10%)
il guerriero rende una parte del proprio corpo resistente come il ferro, in modo da poter parare i colpi.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero rende il proprio corpo o una parte dello stesso, che sia essa il petto, la testa, un arto, o anche solo un dito, resistente quanto il ferro. Questo potrà provocare un parziale mutamento del suo aspetto fisico, ma non al punto tale da renderlo irriconoscibile. In questo modo la parte mutata sarà in grado di parare un colpo ad essa rivolto per un totale di forza pari a Medio o inferiore. Riacquisterà le proprie naturali sembianze subito dopo l'urto.

Note: Uso La bambola è furba per potenziare le CS mentali, ed intuire dettagli di Tezzeret (come da Confronto). Mi difendo poi dal suo attacco con Tempra di Ferro -giuro che la spavalderia è il primo tassello di un piano più elaborato-. Poi contrattacco correndo verso il marchingegno e cercando di conficcare la spada all'altezza del cuore di Tezzeret (attacco non tecnica portato con 4CS)
 
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Emelianenko
view post Posted on 13/11/2014, 09:39




Il palazzo cominciò a tremare, quasi un terremoto ne stesse scuotendo le fondamenta. Un terremoto , sì, che rigonfiava pareti e scuoteva strutture in maniera fin troppo familiare. E mentre Sergey sentiva l’energia fluire fuori da sé, proprio come se l’amuleto la stesse assorbendo, capì che forse quella banda di smidollati aveva una possibilità di sopravvivere, nonostante un capitano tanto incapace.
Non che si ritenesse tale, sia chiaro, ma non si sentiva in grado di gestire una battaglia in quelle condizioni.

Mostri con tentacoli, così dannatamente simili a quelli affrontati appena giunse nelle profondità marine, comparvero al suo fianco. Ma non erano aggressivi, oh no! Sembravano in attesa di un suo ordine, anzi: lo stavano riconoscendo come padrone.
In quello stesso istante un’armatura di corallo rivestì tutti.

Sergey sorrise: forse avevano ben più di una misera possibilità di vittoria.

“In fondo alla stanza! Andate immediatamente in fondo alla stanza!”

Impartì con autorità il comando, forte dell’entusiasmo appena ritrovato.

“Colpirete i nemici da dietro, mentre questi cosi li terranno occupati.”

Aggiunse, sorprendendosi di come i pirati obbedirono senza fiatare. Beh, d’altronde cosa potevano fare? Avevano assistito anche loro – non senza sorpresa – a cosa era appena successo: il comandante era la loro unica arma, l’unico individuo che potesse permettergli di sopravvivere.
Sergey, dal canto suo, si diresse verso il lato opposto della stanza, proprio nella parte più vicina a dove si trovava Chandra.

Poi una crepa sul soffitto.
No, non era stato quel terremoto a provocarla: un braccio metallico emerse dall’apertura.
Un tonfo, poi un altro ed un altro ancora. Ed un’altra crepa, ed un altro braccio.
Infine, il soffitto cedette.

Quattro colossi metallici caddero letteralmente su di loro. Non ebbe il tempo di metterli a fuoco, Sergey, che diresse i mostri verso di loro, in modo che ne tenessero occupati tre, uno a testa.

“Colpiteli alle spalle e cercate di non essere mai il loro bersaglio!”

Gridò.
Era fiero di se stesso: aveva posizionato i pirati in quella maniera perché sapeva che se i colossi erano diretti verso Chandra avrebbero dato loro le spalle. Il piano aveva funzionato, ora doveva solo sperare che non fossero forti come sembravano.
Fece un lieve movimento della mano, scaraventando verso destra il colosso che non era stato bersagliato da alcun mostro.

“Questo è mio, occupatevi degli altri.”

Urlò, mentre il nemico si schiantò sulla parete.
Nuotò rapidamente verso di lui e finalmente riuscì ad osservarlo nel dettaglio. Era un vero e proprio uomo di metallo. Più grosso, più alto, più agile, più resistente e sicuramente più forte di lui.
Il corpo era liscio e ricordava la muscolatura umana, mentre il viso era letteralmente inespressivo. Non brandiva nessun’arma, né alcuno scudo era stretto tra le sue braccia.
Sergey cercò di affondare gli artigli della mano destra nel collo del nemico, ma senza risultato: quel colosso pareva più resistente dell’acciaio.
Scorse appena un movimento, poi un tonfo, infine si ritrovò scaraventato a qualche metro di distanza, colpito da un solo schiaffo – tirato poi in maniera neanche troppo coordinata, tanto che fu il dorso della mano ad impattare sul suo viso.
Sputò un misto di sangue e saliva e subito se lo ritrovò in faccia: aveva quasi dimenticato di essere ancora in fondo al mare.
Rialzò lo sguardo verso il nemico e se lo ritrovò di faccia. Il colosso cercò di sferrare un pugno al suo addome, ma l’armatura di corallo lo impedì.
Stava affrontando un nemico più forte di lui, Sergey, ma forse poteva realmente farcela. I demoni che per tanto tempo lo avevano tormentato e da cui aveva cercato invano di sfuggire ora erano lì ora, di fronte a lui.
Si trattava solo di affrontarli.
Fintò un destro e colpì il colosso con un sinistro al volto. Cercò di colpirlo anche con un calcio basso, ma non fece in tempo a sferrarlo che sentì un dolore lancinante alla schiena. L’acqua, poi, si colorò di cremisi.
Si girò e la scena che vide lo raccapricciò. Una nube di sangue, tentacoli sparsi ed un paio di corpi senza vita che galleggiavano in quel tugurio di morte. Ah ed un altro colosso – quello che lo aveva appena colpito alle spalle, appunto – di fronte a lui. Era diverso dal quello che stava affrontando: si trattava sempre di una figura umanoide, ma al posto delle braccia aveva due grosse lame e sul viso pareva dipinto un inquietante ghigno.

“Solo un attimo, dannazione, mi sono distratto solo un attimo!”

“Smettila di borbottare e vieni con noi.”

“Arriviamo!”

I pirati che stavano combattendo contro di lui borbottarono qualcosa. Erano indisciplinati, incapaci di affrontare concretamente un combattimento del genere. Ma almeno ci tenevano alla vita.
Accorsero velocemente, e subito dopo di loro arrivò anche il mostro tentacolato: era visibilmente ferito, ma ancora in grado di combattere, evidentemente.

“Dannazione”

Ringhiò Sergey adirato. Beh in effetti finse un po’, mascherando il fatto che forse aveva capito come abbattere almeno uno di loro.
Si voltò verso il colosso inespressivo: si era ripreso e si stava precipitando verso di lui.
Un altro cenno della mano, e lo scaraventò qualche metro indietro.
Poi si voltò verso l’altro nemico, quello che pareva deriderlo con la sua inumana espressione. Era arrabbiato con lui, non tanto perché lo aveva colpito alle spalle, né tantomeno perché aveva ucciso quegli inetti dei suoi uomini: non poteva sopportare il fatto che aveva dimostrato la fallacia del suo piano.
Strinse forte i pugni, mentre grosse vene presero forma sul suo corpo.
Afferrò il nemico alle spalle, stringendogli la gola a mo’ di ghigliottina.

“Colpitelo ora!”

Gridò.

“Affondate le vostre fottute lame nel suo corpo, dannazione.”

Aggiunse, non riuscendo a celare la sua agitazione. In effetti, però, lo stratagemma ebbe effetto ed i pirati riuscirono a dilaniare la pelle metallica di quell’essere con le loro lame.
Poi il buio.
Qualcosa lo colpì alla nuca e Sergey si accasciò.

Rivide tutta la sua vita, lì, davanti agli occhi.
Rivide la sua infanzia. Non era stata felice, per nulla, eppure sentiva una strana nostalgia. Era come se quel tempo gli fosse stato rubato e che non avrebbe mai potuto riaverlo.
Rivide poi sua moglie. E sua figlia. Li vide, sì, a lungo. Gli pareva di osservarle per ore e sperava di restare così per giorni. Ma non era felice, non riusciva ad apprezzare la loro presenza. Era dominato solo da una sferzante angoscia, da un terrore inimmaginabile che minacciava di portarle via, ancora una volta.

Riaprì gli occhi: erano passati solo pochi secondi ma lo scontro era estremamente differente da poco prima.
Sei dei soldati giacevano senza vita insieme ad uno di quei mostri tentacolati. Anche uno dei colossi era stato sconfitto, però.
L’acqua era dipinta di rosso, triste e macabra più di un qualsiasi altro campo di battaglia.
Ed i pirati parevano aver dimenticato qualsiasi schema tattico, combattendo alla bell’e meglio. E di tanto in tanto sferravano qualche colpo, ma più frequentemente li subivano. E cadevano.
Fece per unirsi a loro in battaglia, ma i colpi subiti lo fecero muovere così goffamente da impedirgli di spostarsi più di qualche piede.
Per combattere, però, non aveva bisogno di muoversi. Vide in lontananza il primo colosso con cui aveva combattuto.
Lo osservò a lungo. E mentre gli occhi erano fissi su di lui, lacrime nere come la pece calarono copiose dal suo volto. E dalla bocca uscì lo stesso liquido. Era simile al sangue ma più scuro ed incredibilmente più denso.
Non esisteva realmente, ma solo nella sua mente ed in quella del colosso inespressivo. Ma era forse più reale di tutto ciò che li circondava.
Plasmò una lama usando quel liquido e la lanciò in direzione del suo avversario, decapitandolo.
Poi cadde in ginocchio. Stringeva la testa con le mani, mentre le ferite non smettevano di sanguinare.
Restavano ancora un colosso da eliminare, ma dalla sua aveva ancora due mostri e sei pirati.
Era in vantaggio, infondo.



Energia:
45 + 50 = 100% | 100 - 20 - 20 - 05 - 10 = 45 %

Status fisico/Psicologico:
08/16 / 14/16
Danno medio al viso, danno alto alla schiena, danno medio alla nuca / Danno medio alla mente per il dolore

Cs: 3
2 Destrezza
1 Resistenza
1 Agilità
Armi:
L'arto sinistro di Sergey è simile a quello di un qualsiasi altro uomo; eppure è incredibilmente duro e possente, al pari dell'acciaio. [Arma naturale]
Allo stesso modo, la tibia destra e la tibia sinistra, hanno una consistenza pari all'arto.
L'arto destro ha invece un'anomalia che consiste nello spessore esagerato delle vene, e nelle unghie estremamente affilate; esse sono infatti lunghe circa il doppio del normale ed in grado di tener testa persino alla lama più tagliente. L'uomo è solito coprire la mano con delle bende, che ne celano malamente le anormità. [Arma naturale]
L'intero corpo, in realtà, è estremamente resistente, al pari delle armature più leggere. Nonostante ciò, non presenta particolari anomalie. [Arma naturale]
Le uniche armi che in effetti possiede, sono una pistola antica dalla lunghezza di 37 cm e l'altezza di 11 cm [Pistola – 4 colpi disponibili], ed un archibugio della lunghezza di 70 cm, l'altezza di 15 cm ed il peso di 3,5 kg [Fucile – 2 colpi disponibili].
Armatura di corallo.

Consumi:
B:5 M:10 A:20 C:40

Abilità passive:
Зло:E Sergey non avrà bisogno di percepire il pericolo: la sua natura demoniaca penserà a tenerlo in vita; ciò si tradurrà nella capacità di potersi difendere anche inconsciamente, senza essere effettivamente consapevole dell'attacco. Si tratta di una tecnica passiva. [Abilità personale III]
Непроходимые ум: Fin da quando era piccolo, Sergey è sempre stato poco influenzabile dagli eventi esterni, forse per la sua natura, forse per il modo in cui è cresciuto. In termini tecnici, possiede una difesa psionica passiva. [C: Pergamena Mente impenetrabile]
Убийца: Sergey ha sviluppato la capacità di muoversi senza far alcun rumore ed al contempo riesce a non emettere alcun odore, impedendo a chiunque di percepire la propria presenza attraverso l'udito o l'olfatto. Inoltre il suo passaggio non crea alcuna vibrazione, e non lascia traccia alcuna sul terreno.[I e II Effetto passivo del dominio Assassino]
Неутомимый: Le lunghe giornate di allenamento hanno permesso a Sergey di sviluppare una resistenza fuori dal comune. In termini tecnici, raggiunto il 10%, non sverrà, pur avvertendo la stanchezza al 20% e morendo allo 0%[Abilità razziale Audacia]

Abilità attive:
Психокинез: Sergey non necessita di toccare l'avversario per potergli causare danno. Basterà un lieve movimento della mano, o anche solo un cenno, e potrà scaraventare l'avversario in qualunque direzione voglia con un'onda d'urto. Si tratta di una tecnica di natura magica a consumo e potenza variabile. [Abilità personale I]
Финта: L'utilizzo delle finte è sempre utile. Una finta può far credere che un'attacco giungerà da una direzione e non dall'altra, sconvolgendo, dunque, i sensi dell'avversario. Si tratta di una tecnica fisica, a consumo e potenza bassa, che causa però danni psionici bassi.[I: Pergamena Disorientare]
Сила демона: Gli occhi sanguineranno; e così la bocca, e le unghie. Ma il sangue sarà incredibilmente denso e cadrà in maniera estremamente copiosa. Sergey potrà utilizzarlo come meglio crede: in pochi attimi potrà creare armi, sfere, generare raggi e tutto ciò che gli viene in mente. Tutto questo non accadrà nella realtà, ma solo nella mente della vittima. I danni subiti, però, saranno reali. Si tratta di una tecnica psionica che cagiona però danni fisici. Il consumo e la potenza sono variabili e per essere castata, la tecnica, necessita di una percezione visiva, o anche di un auspex. [U: Pergamena Prestigio]

Oggetti usati:
Внезапное прочность: A volte la rabbia, la frustrazione, i sensi di colpa e qualsiasi altra sensazione penosa diventano estremamente forti in Sergey, al punto da sembrare insostenibili. In questi momenti, una parte nascosta della sua natura esce allo scoperto: lungo tutto il corpo le vene iniziano ad ingrossarsi e gli occhi diventano completamente bianchi. In termini tecnici riceve un power up di 4 Cs in forza per la durata di un turno.[Rubino]

Riassunto:
Come da confronto, spendo il 20% per l'amuleto. Passando all'incontro, premetto che i nemici possiedono una passiva che rende i propri colpi estremamente rapidi - senza chiaramente influenzare forza, ecc. ecc.
Sergey dispone i pirati ed i mostri in modo che ci sia un mostro a fronteggiare un nemico mentre i pirati lo attaccano dietro. Questo vale per tre dei nemici: il quarto subisce la tecnica

CITAZIONE
Психокинез: Sergey non necessita di toccare l'avversario per potergli causare danno. Basterà un lieve movimento della mano, o anche solo un cenno, e potrà scaraventare l'avversario in qualunque direzione voglia con un'onda d'urto. Si tratta di una tecnica di natura magica a consumo e potenza variabile. [Abilità personale I]

a consumo alto, e viene scaraventato lontano. Sergey prova poi a colpirlo con un attacco fisico, ma il nemico si difende usando una tecnica difensiva di potenza bassa, che gli permette di indurire una parte del suo corpo. Sempre il nemico, colpisce Sergey con una tecnica fisica di potenza media (lo schiaffo). Cerca poi di colpirlo con un attacco fisico, ma non riesce per via dell'armatura di corallo. Sergey usa
CITAZIONE
Финта: L'utilizzo delle finte è sempre utile. Una finta può far credere che un'attacco giungerà da una direzione e non dall'altra, sconvolgendo, dunque, i sensi dell'avversario. Si tratta di una tecnica fisica, a consumo e potenza bassa, che causa però danni psionici bassi.[I: Pergamena Disorientare]


seguito da un attacco fisico. Entrambe le offensive vanno in porto e l'attacco fisico causa un danno medio.
A questo punto interviene un altro avversario, che colpisce Sergey alle spalle con una tecnica a potenza e danno alto. Non riesce ad infierire oltre per via dei pirati che subito lo raggiungono. Sergey riusa
CITAZIONE
Психокинез: Sergey non necessita di toccare l'avversario per potergli causare danno. Basterà un lieve movimento della mano, o anche solo un cenno, e potrà scaraventare l'avversario in qualunque direzione voglia con un'onda d'urto. Si tratta di una tecnica di natura magica a consumo e potenza variabile. [Abilità personale I]

, stavolta a potenza media, sempre contro il primo nemico. Usa poi
CITAZIONE
Внезапное прочность: A volte la rabbia, la frustrazione, i sensi di colpa e qualsiasi altra sensazione penosa diventano estremamente forti in Sergey, al punto da sembrare insostenibili. In questi momenti, una parte nascosta della sua natura esce allo scoperto: lungo tutto il corpo le vene iniziano ad ingrossarsi e gli occhi diventano completamente bianchi. In termini tecnici riceve un power up di 4 Cs in forza per la durata di un turno.[Rubino]

e forte dei nuovi Cs, afferra il secondo avversario da dietro, mentre i pirati lo finiscono. Il primo avversario, però, riesce ad avvicinarsi ed a colpirlo con
CITAZIONE
Taglio lacerante: il guerriero va a colpire un punto non vitale ma nevralgico del nemico, causandogli grande dolore.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero mira a colpire una zona del corpo del nemico che non sia necessariamente di vitale importanza, ma abbia piuttosto a che vedere col sistema nervoso della vittima. La tecnica non è infatti letale, tuttavia è tra le più pericolose di cui il guerriero disponga. Se andata a segno, causerà nel bersaglio una sofferenza immane e indicibile, che rende all'avversario difficile comprendere quale sia l'effettiva portata della ferita e si traduce perciò in un danno bipartito tra fisico e psiche. Il singolo attacco di cui si compone questa pergamena è affrontabile con difese di portata Alta o superiore.
Consumo di energia: Alto

.
Sergey ci mette un po' a riprendersi, ma per fortuna gli altri hanno tenuto occupati i nemici, non senza sacrifici. Riescono ad infliggere vari danni anche al primo avversario di Sergey, tant'è che Sergey stesso riesce ad ucciderlo usando
CITAZIONE
Сила демона: Gli occhi sanguineranno; e così la bocca, e le unghie. Ma il sangue sarà incredibilmente denso e cadrà in maniera estremamente copiosa. Sergey potrà utilizzarlo come meglio crede: in pochi attimi potrà creare armi, sfere, generare raggi e tutto ciò che gli viene in mente. Tutto questo non accadrà nella realtà, ma solo nella mente della vittima. I danni subiti, però, saranno reali. Si tratta di una tecnica psionica che cagiona però danni fisici. Il consumo e la potenza sono variabili e per essere castata, la tecnica, necessita di una percezione visiva, o anche di un auspex. [U: Pergamena Prestigio]

a potenza media.
Il resoconto della battaglia fin'ora è di 10 (9 pirati, un mostro evocato) morti dal lato di Sergey e 3 dal lato dei nemici. Nonostante tutto, Sergey è in lieve vantaggio.
 
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.Neve
view post Posted on 16/11/2014, 01:55




Il Tesoro di Chandra

D i s t r u z i o n e


Fu uno strano calore ad avvolgerle, o forse un guizzo di luce. Una fulgida fiamma. Invero, si ritrovarono sole in quell'antro soffocato. Barnaba era sparito, e con lui tutti i dannati di quel folle circo. Liberi dalle vesti di piombo, i loro corpi parevano adesso più forti o più leggeri. Di certo avevano abbandonato la pesantezza ed il torpore. Chandra era caduta in terra, di netto. Come un pero. Il viso sconvolto, gli occhi spalancati. Tossiva, avvicinando le mani alla bocca, come se qualcosa la bloccasse proprio lì sullo stomaco. Poi cercò di alzarsi, ma le gambe non la ressero. I piedi tremarono, indolenziti.

"R-ragazzina..."
Sussurò indistintamente.
Cosa diavolo è mai successo?
Avrebbe voluto chiedere.

Ma il fiato le mancò per un istante, la lingua le si attorcigliò. Provò a biascicare qualcosa di sensato, ma non vi riuscì. Eccola Chandra la Rossa, piratessa rivoluzionaria. Mente dissennata. Eccola tra le nebbie della confusione, in preda allo sconforto più nero. Imprecò tra sé e sé per quel brutto scherzo del caso. Batté i pugni in terra dalla rabbia. Sentiva le forze scemare, il petto affannarsi. Come se a poco a poco la vita le alitasse via dal corpo e lei non potesse far altro che trattenerla dentro al suo stomaco. Sentì le budella torcersi, il cuore battere all'impazzata, caldo sudore grondare dalla sua fronte tesa. Poi i pensieri corsero più della vista, una strana sensazione la colse. Come se da un momento all'altro quel castello di pietra potesse esplodere ed inglobarle dentro. Una luce, più forte delle altre, destò la sua attenzione. Era un globulo rosso, un magma indefinito. Ondeggiava nell'aria, prima lento, poi rapido. E così continuava, schiantandosi tra le pareti scure, rimbalzando di qua e di là per tutto il perimetro di quello strano anfiteatro. Poi si fermò a quasi un palmo dal suo naso. E lei rimase impietrita, attonita. La bocca spalancata di un pesce rosso.

"Singolare questa vostra natura."

Fece sogghignando tra sé e sé.
O forse le sembrò di averlo fatto.

"Deve essere costata fatica, certo. Tutto quel zinco e quel ferro! Tutta quest'acqua a riempirvi dall'interno."
Fece, soppesando le parole e rivolgendosi ad entrambe le figure.

"Eppure vi dirò che è davvero una gran bella creazione."
Poi si ritirò appena, quasi imbarazzato.
"Oh, uhm, non fraintendetemi. Non siete certo il mio tipo."
E svolazzò nuovamente tra pareti e crostoni. La sua figura era mutevole ed incostante, come fosse fatto davvero di magma incandescente. Eppure pareva forse che poteva espandersi da un momento all'altro e seppellire quel luogo come se non fosse mai esistito. Un essere superiore, avrebbero detto.
Si avvicinò poi nuovamente a Chandra.
"Io ti conosco, ragazza. Sei forte e crudele, dicono. Sei libera e selvaggia, devastante!
Eppure quando prometti uccisioni o massacri in Mio nome, quando ti ergi a fiamma divoratrice degli oppressori non mi impressioni di certo.
Eh no."

E la figura si allungò verso l'alto, arti longilinei ad elevarne l'altezza, braccia e gambe di fuoco. Secche mani affusolate ed un mento che pareva arricciarsi folto di barba scoppiettante.
Camminava lento, avanti e indietro. E forse un velo di tristezza pareva opprimere il suo sguardo indefinito.
"Quanto mi piacerebbe creare qualcosa di mio invece che divorare ciò che ho intorno.
Ma nonostante io ne abbia le potenzialità, il mio corpo me lo impedisce, la mia natura è ardente.
Io sono la ruggine che corrode il ferro.
Io sono il tempo che polverizza ogni cosa.
"

Sospirò.
"Ma forse..."
E lui divenne luce, pura saetta. Così piccolo da entrare in un palmo di mano, così veloce da seguirlo a malapena con lo sguardo. Chandra non riusciva ancora ad alzarsi, non riusciva a muoversi. E così, nel tempo di un battito, l'essere di fuoco le avvolse entrambe con il suo potere, la sua più grande gioia. Loro potevano adesso sentirsi vive, capaci di spazzare via interi villaggi o ridurre in polvere ettari di foreste. Capaci di plasmare la terra ed il fuoco, e l'acqua ed il ferro.
"Forse potete riuscire a realizzare il mio desiderio."
Le osservò fiducioso.
"Bhe, non proprio tu ragazzona focosa. Chiedo alla tua amica, qui.
Questa carina."

Rivolgendosi infine a Ririchiyo.

"Hai in mano il mio potere, adesso.
Stupiscimi!"



30agqpc

Co-qm Point

@Misato
Ecco a te un altro personaggio davvero singolare. È apparentemente un globulo di fiamma mutevole che parla alle due donne. Esso è affascinato dal mondo e decide di dar loro un assaggio dei suoi poteri e vuole osservare cosa in particolare ne farà Ririchiyo. Chandra infatti è attualmente molto debilitata. A livello tecnico hai praticamente carta bianca: le normali regole strategiche e sportive di Asgradel si annullano per il momento e tu sei libera di utilizzare una o più tecniche anche non contemplate dal regolamento. Puoi fare davvero qualsiasi cosa per dar prova a Distruzione di esserti meritata i suoi poteri. Aspettate tutti Grim.



 
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The Grim
view post Posted on 17/11/2014, 00:30





Non aveva mai creduto che sarebbe stato un impresa semplice, sapeva di dover affrontare qualche ostacolo, cosa che la rendeva di certo gratificante. Cercò di non dare a vedere il proprio nervosismo, di tener salda la maschera di rigore e freddezza che si era costruito ma dopotutto lui era un uomo di scienza non di guerra; situazioni simili gli erano poco congeniali. Così come l'onore che gonfiava le parole dell'altro, come fosse il gonfalone di chissà quale compagnia di paladini; piene di passioni e chissà cos'altro. Era uno spreco che tale ardimento andasse impegnato in cose futili, come quelle lotte, anziché verso una causa più ottimale quale il progresso. Solo quello gli premeva.

Vide l'altro balzargli contro con grinta e tenacia, rapido e deciso come una freccia scagliata da una balestra; ed altrettanto prevedibile. Non zigzagò, no balzo da una parte per poi scattare verso quella inversa, non usò il benché minimo trucco per confondere la sua mente: diretto e brutale come solo l'ingenuità sa fare. Alzò le mani coi palmi rivolti verso il petto, non come per proteggersi il petto in maniera istintiva ma in una posizione innaturale, quasi rituale. Si sarebbe protetto con una basilare barriera, come il più semplice degli apprendisti o meglio quella era la sua intenzione. Poi qualcosa lo scosse: sentì uno dei suoi Devoti spegnersi, perdere tutta la magia che l'animava e poi un altro ancora. Non lo capì tramite i suoni della battaglia che si combatteva dietro la porta, era un senso più affinato quello che legava la sua mente all'esistenza di quei martiri che non s'arrendevano nemmeno alla morte, fedeli fino all'ultimo istante. Che qualcuno di loro sarebbe caduto, se l'era aspettato, ma il contraccolpo emozionale lo raggiunse nell'istante più delicato, si deconcentrò e la spada dell'altro lo colpì al braccio; una ferita che staccò un bel pezzo di carne dal suo corpo. La lama si bloccò cozzando contro le ossa e Tezzeret si scostò via d'impeto senza nemmeno una parola; dentro di lui però s'agitava un oceano in tempesta. V'era il ribollire della paura nel vedere la sua persona violata ma anche il martellare della tempesta che tuono dopo tuono accresceva d'intensità. Digrignò i denti in una maschera d'odio meschino.

" Avete scelto la vostra parte,
la storia non avrebbe ricordato il vostro nome in nessuno dei due casi.
Se non volete levarvi di mezzo, sarò io a farlo nella maniera più sgarbata.
"

Alzò il braccio, la mano quasi staccata che penzolava in maniera macabra, un fiume rosso che cadeva nel lago ai loro piedi e si disperdeva in quel vasto oceano. Il suo corpo vibrò percosso da una potente scarica d'energia pura, e poi esplose dritta verso l'altro, nel più chiassoso e vistoso dei modi, qualcuno avrebbe detto eccessivo.

" Addio. "

E mentre la luce sfolgorante esplodeva nell'aria, diretta come un raggio verso Montu, di cui avrebbe incenerito il corpo, il braccio del Teurgo si staccò dal suo corpo e rapido volò diretto a strappare il Fulcro dalle mani di Chandra, sulle quali levitava. Un espediente grezzo, ma necessario; dopotutto di togliere la vita agli altri era completamente disinteressato.


Z18bS

Naktos sapeva già che il suo momento era giunto, gli avevano già spiegato tutto: quando riprenderai conoscenza sarà per morire. Non gli sarebbe dispiaciuto, la sua vita era stata lunga e intensa, puntellata da momenti di gioia e grandi dolori; come tanti e forse come tutti. Temeva la vecchiaia e il carico d'orrori che ne conseguivano, la perdita di controllo della sua mente come del suo corpo, ma aborriva il suicidio; troppo pavido per perpetuare quel folle gesto. Così quando gli venne data una possibilità l'accolse con gioia, levandosi un peso dal cuore: non fu l'unico e il primo, né sarebbe stato l'ultimo. Il suo corpo fu dato in pasto a un gelido guscio di metallo, la sua mente spenta, non come in un lungo sonno colmo di sogni ma in un abisso nero e vuoto, grande giusto un istante, e così sarebbe diventato il nucleo morente di un nuovo essere vivente, un Devoto. Metallo mosso da intenzioni umane ma senza più alcuna coscienza e pensiero simile, freddo e cieco come la materia inanimata, priva di gioia e di paura; perfetto.

La sua mente rifiorì, dal vuoto in cui era.
Fu nuovamente vivo e cosciente, immerso in un nero senza speranza: i suoi occhi ormai secchi dopo chissà quanto tempo ormai non vedevano più. Il suo corpo era tutto un dolore, o meglio un incendio dai mille e vari focolai, chi più e chi meno che però uniti formavano un'unica distesa in fiamme. Sentiva quella sensazione terribile, eppure non gridava - forse non poteva nemmeno - né si sentiva soverchiato da essa. Gli avevano ripetuto mille volte cosa fare, insegnato la proceduta così bene che non fu nemmeno un pensiero cosciente il suo; fece tutto come stesse percependo un altro. Si accorse soltanto che non era solo lì, che vi erano altri due suoi compagni ancora in piedi e un altro che come lui si stava rinvenendo per morire solo un attimo dopo, soffocato da qualcosa di sconosciuto. Non si ribellò ma adempì al suo destino.

ɲ Ɏ ɳ

I due costrutti presero ad animarsi, mossi da convulsioni quasi umani; parevano due epilettici che si dimenavano. Uno dei due fece per alzarsi e poi crollò al suolo con uno schianto che si propagò per l'intera stanza con un'onda poderosa ma per nulla preoccupante. L'altro invece diede il meglio di sé e si rimise in piedi, per quanto quel termine poco si addicesse alla posa traballante e goffa da lui presa. Fu allora che il corpo esplose in mille pezzi, che guizzarono ognuno in una direzione diversa, nel tentativo di abbattere tutti i nemici attorno a sé. Al termine di essa un impulso magnetico sarebbe fuoriuscito dal restante corpo del Devoto distrutto, attirando ad esso ogni arma e strumento dei mortali, che l'avrebbero trafitto, portandogli la pace che tanto agognava. All'unico costrutto rimasto in piedi sarebbe toccato il semplice compito di finire i sopravvissuti.


QM Point Post dedicato a Ramses III e Emilianenko.

Tezzeret subisce il tuo attacco in pieno, subendo un danno Alto al braccio, e quasi mozzandogli la mano di carne rimasta. L'Arciteurgo Obrimos ti scaglia dunque un raggio energetico, della stessa natura dello scorso turno ma di entità Critica. Ad esso inoltre aggiunge una seconda tecnica telecinetica, con la quale si stacca il braccio metallico per prendere la gemma dalle mani di Chandra, il suo obbiettivo fin da sempre. Anche questa tecnica ha natura Magica ma potenza Alta.

Nella stanza un Devoto viene distrutto dai mostri di corallo, mentre quello distrutto da Sergey attiva la procedura di autodistruzione. Si tratta di una tecnica magica di potenza Critica che infliggerà però un danno Alto ad area per poi seguire da una seconda ondata magnetica. Questa però non sarà volta a danneggiarvi ma a distruggere un'arma a ognuno dei corsari - compreso Sergey. L'equipaggiamento fornito nel turno scorso però non ne subirà gli effetti. Questa volta non bisognerà che scrivi uno scontro autoconclusivo ma un normale turno di quest.

Non vi nascondo che questo è l'ultimo post della giocata, e il termine per postare per tutti e tre è alle 23:59 di Venerdì 21, dopodiché arriverà il post finale. Un ultimo sforzo! :D
 
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34 replies since 30/8/2014, 13:11   740 views
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