Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

A Nation of Thieves - take what is ours

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Wolfo
view post Posted on 22/9/2014, 00:10





A Nation of Thieves
take what is ours


Z18bS


- Il signor Cleomenes è stato ferito ed il quartiermastro non è ancora stato trovato.
Occupatevene voi, signori, nel modo che più riteniate opportuno. -


Ged era ancora scosso dalla battaglia; la ferita al braccio pulsava violentemente, e dovette premere il taglio con un panno per fermare il sangue. Ascoltò il comandante con attenzione, preoccupato dalla piega che stavano prendendo gli eventi.
L'equipaggio era terrorizzato e vedeva in Hoomer un perfetto capro espiatorio per le loro paure. Pensare che la vedetta avesse evocato l'esercito del kraken era pura follia; tuttavia, il pastore non riusciva a trovare una valida spiegazione per quello che stava accadendo sulla Orgoglio.
La tensione era palpabile. Sul ponte echeggiava il silenzio, interrotto soltanto da alcuni bisbigli. C'era chi teneva alla vita della vedetta e si allontanava indignato e chi, invece, non vedeva l'ora di versare il suo sangue. Ged si avvicinò a Hoomer, senza riuscire a trattenere una smorfia di dolore per le ferite subite in battaglia.
- Non ti preoccupare... - sussurrò alla vedetta, stando ben attento a non farsi sentire dai presenti.
Era indignato dal comportamento di Ortiz. Il comandante non aveva detto nulla, limitandosi a lasciare le sorti del ragazzo a una folla famelica che voleva soltanto incolpare qualcuno per tutto quello che stava accadendo. Questo atteggiamento mise in allerta il sacerdote: il comandante stava nascondendo qualcosa. L'intera spedizione poteva essere una copertura, forse il vero scopo di Ortiz non era nemmeno il Nuovo Mondo.
I dubbi di Ged iniziarono a prendere forma. Com'era possibile che, tra tutte le bottiglie presenti, Padro avesse assaggiato proprio quella avvelenata? Che fine aveva fatto Cleomenes? E, sopratutto, cosa nascondeva la Garmurath?

- Che diavolo state facendo?
Abbiamo appena evitato una strage grazie all'ineccepibile lavoro del signor Hoomer, e voi avete il coraggio di chiederne il linciaggio basandovi esclusivamente su sciocche superstizioni? Quella del Kraken è una leggenda, e le leggende non uccidono. -


Fu Vaalirunah a interrompere quel clima di ostilità.
Il pastore poté esibirsi in un sospiro di sollievo, ascoltando l'amico con attenzione.

- Comprendo che la perdita del vostro amico vi abbia scosso, ma cercate di ragionare.
Quest'uomo non ha nessuna colpa, e abbiamo bisogno dei suoi talenti nel corso della traversata. -


Il sacerdote affiancò immediatamente il compagno, facendo capire la sua posizione sull'intera faccenda. Fu in quell'istante che avverti un brivido corrergli lungo la schiena; istintivamente si guardò intorno e quello che vide lo fece rabbrividire.
Floki tese l'arco e scoccò una freccia in direzione della povera vedetta.
- NO! - urlò Ged, puntando il palmo della mano in direzione di Hoomer. Dalle sue dita nacquero una serie di lampi abbaglianti, i quali andarono a intrecciarsi rapidamente per formare una solida barriera attorno al bersaglio dello Spettro. Il dardo si sgretolò nel momento in cui toccò la mistica cupola di energia. Nello stesso istante, lo sguardo del sacerdote fu colto da un improvviso furore. - Tu, maledetto! ...si può sapere cos'hai intenzione di fare?! -
Volse poi lo sguardo verso il resto dell'equipaggio: - E voi... siete così stupidi da incolpare il kraken? ...davvero?! -, non riusciva a trattenersi, le parole uscivano dalle sua labbra come un fiume in piena: - Avete un assassino a bordo, e voi incolpate questo ragazzo? Per una maledizione?! -
Sfoderò la lancia e appoggiò il manico alle assi logore del ponte, per dimostrare che avrebbe fatto qualsiasi cosa per difendere un innocente.

Attese qualche secondo e, sussurrando, svelò i propri dubbi a Vaalirunah, sperando di far nascere in lui qualche illuminazione. Aveva bisogna di un alleato, e non poteva fidarsi di nessuno. - Prima Padro, adesso questo. Val, dovremmo parlare con Ortiz...
...credo che ci nasconda qualcosa. -



legenda

basso: 5% - medio: 10% - alto: 20% - critico 40%

Stato fisico: danni alti corpo (taglio di entità media al braccio destro / taglio di entità media al fianco sinistro);
Stato psicologico: indenne;
Energia: 40%;

CS: 3 (1 istinto / 2 astuzia);

Equipaggiamento: Lancia, armatura naturale;

Note: Uso una difesa ad area di livello Basso per salvare Liam dalla freccia di Floki.
Per il resto, niente da segnalare, se non che l'ultima parte del discorso è rivolta solo a Val; Ged si libera dei suoi dubbi e li condivide con l'amico.


- - - - - - - - - -


Passive:

- Ged ha ereditato dalla prestigiosa razza dei draghi un intelletto sorprendentemente acuto, che gli permette di ricordare anche i più infimi dettagli del suo passato.

- Nel caso in cui Ged si dovesse trovare innanzi ad una illusione, indipendentemente dalla natura di quest'ultima, sarebbe sempre in grado di discernerla come tale, pur non dissolvendola né distruggendola. Non si lascerà ingannare dalle più banali illusioni, riuscendo a distinguerle sempre per ciò che sono.

- Il sacerdote vanta di una normale difesa psionica passiva.

- Qualsiasi difesa ad area richiamata da Ged - che sia magica, psionica o fisica - vanterà di un potere difensivo pari al consumo speso.


Attive:

[...] Allo stesso modo, il sacerdote potrà usare questo potere per generare una difesa ad area, creando una barriera attorno sé (e ai suoi alleati) al fine di contrastare un’offensiva nemica. Questa tecnica, come la precedente, è di natura magica e prevede un consumo di energia variabile. La difesa eretta avrà le sembianze di una semplice e abbagliante cupola (dal diametro di circa dieci metri), e proteggerà - per una sola azione - tutti quelli che staranno all'interno di essa.

 
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Drag.
view post Posted on 23/9/2014, 16:07




( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud - Akeran - Orgoglio )
pov - Ged; Vaalirunah; Floki Noctis

Liam sembrava ribollire di rabbia: il mezzo-pirata si guardava attorno spasmodicamente, senza mollare la presa della spada in direzione della vedetta. Non si aspettava che i due draconici si schierassero con Hoomer. A suo modo di vedere, quelli irragionevoli erano proprio loro: quell'uomo era davvero un pericolo per la spedizione, poichè tutti conoscevano le storie su de Graaf e la malignità dell'Oceano Zar. La spirale di spiacevoli circostanze che avevano travolto la Orgoglio, per i marinai superstizioni come lui, era solo la prova inconfutabile che qualcosa stava agendo sopra le loro teste - qualcosa di divino e rancoroso.
Ma non tutti ne erano convinti come Liam; osservando i volti dei pirati che lo circondavano, poteva leggere dubbio, confusione, persino vergogna. Vedere tante menti mutevoli e lunatiche lo fece andare su tutte le furie: come potevano essere tutti così ciechi? Forse Hoomer non era la causa primaria di quella sciagura, ma le sue preghiere al Kraken avevano solo peggiorato la situazione... Un problema che richiedeva un sacrificio.
Il problema stava nei tre mercenari: Floki aveva attaccato la vedetta, ma la sua freccia era stata prontamente bloccata dal sacerdote. L'assassino non aveva reagito oltre: osservava ciò che la sua azione aveva provocato con un malcelato sorriso sadico sulle labbra, come se non avesse mai voluto uccidere davvero il suo bersaglio (e viste le sue capacità omicide non era difficile crederlo). Il suo dardo aveva scatenato più fratture che sangue, e Liam cominciava a pensare che quello fosse stato sin dall'inizio l'intento del sicario. Per dirla in breve, Liam non era sicuro che Noctis fosse dalla loro parte - e senza di lui, non aveva speranze di compattare il gruppo contro i due draconiani.
Cercò attorno a sè nuovi alleati, ma ne trovò ben pochi - anche tra coloro che all'inizio avevano appoggiato le sue parole dinanzi al comandante. Belu-Maz stava fasciando le proprie ferite con garze di lino grezzo, rozze e color sabbia; pareva del tutto ignaro di ciò che accadeva loro - o forse non gliene importava granchè. Anche Olivia, nonostante avesse ora le mani sulla bandoliera, pronta ad assottigliare le fila di nemici nel caso fosse scoppiata un'inaspettata lotta sul ponte. La sua postura, tuttavia, sembrava più dettata dalla cautela che dall'ostilità: come il collega mezz'orco non era interessata alla piega degli eventi, ma aveva tutte le intenzioni di tenersi lontana dai guai anche con la forza, se necessario.
Solo Drenthe aveva un'espressione differente: pareva incuriosito, sinceramente interessato: gli stessi occhi di chi è spettatore di una rappresentazione teatrale. Sedeva su una colubrina a gambe incrociate e, la testa reclinata verso sinistra, giocherelleva con i lunghi capelli neri. Neanche lui, però, pareva dell'idea di uccidere Hoomer... Quindi Liam tornò velocemente con lo sguardo sul sacerdote e l'uomo-lucertola.
« Non finisce qui. », sibilò, gli occhi ridotti ad una fessura piena di risentimento.
« Faresti meglio a guardarti le spalle: gli uomini-drago non potranno proteggerti per sempre. »
Trovatosi in minoranza, Liam battè in ritirata con i suoi compagni. Riponendo la sciabola nel suo fodero alla cintura, il mezzo-pirata fece cenno a Theo, Jeròme e gli altri di tornare sottocoperta.
La vedetta sospirò piano, le braccia distese ed inerti lungo i fianchi. Pareva incredibilmente dimesso, ridimensionato (nonostante fosse un uomo di buona taglia); senza proferire verbo, incrociò lo sguardo dei suoi due protettori con occhi vuoti per poi tornare ad arrampicarsi lungo la ragnatela di corde che portavano sull'albero maestro sino alla coffa.

La notte trascorse relativamente tranquilla.
Ortiz prese il timone mentre Cleomenes veniva medicato, svegliando la ciurma prima dell'alba per allontanarsi da quelle acque pericolose.
In quattro giorni di navigazione, la Orgoglio aveva perduto ventidue uomini - più lo sfortunato Padro -, ed altrettanti erano rimasti feriti.

( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud, l'ultimo porto di Nuronat - Akeran - Orgoglio )
pov - Ged; Vaalirunah; Floki Noctis



La Garmurath fu la prima ad avvistare il profilo dell'isola di Nuronat; il cielo era costellato di nubi bianche piuttosto basse che oscuravano spesso il sole, ritagliando nel mare l'immagine luminosa dei raggi che riuscivano a fendere le nubi. Addensamenti temporaleschi si accavallavano a sud-est, laddove spirava un forte scirocco: se il vento avesse retto, la burrasca si sarebbe abbattuta sull'isola.
Nuronat era considerato "l'ultimo porto alla fine del mondo". Era un insediamento di pescatori e nativi aggrappato all'interno di un'ampia baia sul fronte meridionale di un basso vulcano attivo, il cui sangue lavico scendeva placidamente in un canale più a nord, oltre la folta giungla. Meno di cento abitanti abitavano in casupole di legno e mattoni d'argilla nera, vivendo di ciò che il mare poteva donare loro: nessuna rotta mercantile transitava fino ad un'isola così lontana dalla civiltà, poichè, dopo Nuronat, esisteva solo il vuoto: le acque che si stendevano oltre erano completamente inesplorate.
La prima, facile tappa del viaggio era terminata. Da quell'isola sarebbero presto salpati per il grande viaggio verso l'ignoto.
Le onde erano piuttosto alte: schizzi d'acqua marina colpivano frequentemente la fiancata della caracca, ritmando le grida di manovra dei marinai in direzione dell'insenatura dentro la quale era raccolto il porticciolo dell'isola. Le vele ed i mezzalberi scricchiolavano per il vento e la tensione, ma il clima era piacevole, poichè quelle latitudini normalmente molto calde erano rinfrescate dalle tempeste del sud. L'aria era fresca e frizzante: Ortiz intimamente sperava che quella perturbazione passasse prima di riprendere la rotta ed il mare, ma si trattava di un pensiero in fondo alla sua lista di preoccupazioni. Più di un marinaio notò le occhiate che scagliava in direzione della Garmurath, e non erano prive di significato.

« Raccogliete le auriche. », ordinò il comandante, tenendo il timone assieme al quartiermastro Barthèz - in assenza di Cleomenes. « Al traverso, così. », aggiunse poi, questa volta in direzione solo dell'ufficiale, lasciandogli completamente le redini della nave.
Il nobiluomo di Dorhamat aveva altro per la mente: doveva fare quattro chiacchiere faccia a faccia con quei mercenari, perchè presto si sarebbe dovuto trovare faccia a faccia con Urrka - e non voleva essere solo, o impreparato, quando questo fosse accaduto.

Ortiz, tuttavia, non era il solo intenzionato a parlare con loro.
Il guerriero di Dortan comparve bussando ai loro alloggi, che loro malgrado si erano trovati a condividere per via dei numerosi feriti a bordo (raccolti in un numero limitato di stanze per avvantaggiare l'opera dei dottori). Nonostante il grande attrito tra Floki e Ged, tuttavia, la camerata era abbastanza ampia - ed ospitava ben più marinai che i tre soli - da evitare dissapori troppo evidenti. Senza contare che tutti erano davvero troppo stanchi per scatenare nuove dispute.

« Signori! », esordì Drenthe con un sorriso coinvolgente, dopo che un pirata aveva aperto la porticciola in legno e aveva chiamato coloro che cercava. « E signorina. », aggiunse alla volta di Lirin, toccando lievemente con la mano mancina il bordo del tricorno che indossava. « Sono sinceramente colpito della vostra intraprendenza e dalle prodezze commesse la scorsa notte. »
Il tono del mercenario, se possibile, scese di una tacca - come se non volesse davvero che altri udissero il resto della conversazione, pur essendo sull'uscio degli alloggi.
« Ho degli... affari piuttosto importanti, qui a Nuronat, che devono essere svolti;
apprezzerei molto la vostra partecipazione.
»

Non disse altro - anche perchè ne mancò il tempo.
Uno dei marinai del gruppo di Liam, Theo, li apostrofò da lontano, chiamandoli dalla scala che conduceva al ponte superiore.
« Voi! », gridò sgraziatamente, con un piglio autoritario nel volume della voce. « Il comandante vuole parlarvi non appena avremo messo alla fonda la nave e iniziato gli allestimenti sulla spiaggia. Ordini di Ortiz. »


QM POINT ::
Molto bene, siamo arrivati ad un punto fondamentale della quest.
A seguito di una discreta notte di sonno, guadagnate tutti e tre 40% di mana da aggiungere a qualsiasi totale abbiate attualmente
Fatal e Wolfo, vi siete guadagnati la riconoscenza ed il rispetto di Hoomer ma l'ostilità del gruppo di Liam e di un numero imprecisato di uomini a bordo.
Az, tu hai fatto quel Floki sa fare meglio: mettere zizzania. Hoomer non ti vede di buon occhio, ma non sembra serbare rancore. Liam e gli altri, invece, sono confusi e d'ora in avanti ti tratteranno con cautela.
Ora dovete semplicemente scegliere con chi andare: Ortiz vi chiama a rapporto ma Drenthe sembra curiosamente interessato a voi, e vuole mettervi a parte di qualche suo affare. Potete dividervi e limitatamente interpellare Drenthe stesso o Theo (in Confronto), ma non aspettatevi troppe risposte.
Come sapete, sabato mattina ho un intervento medico agli occhi e per almeno qualche giorno mi sarà impossibile postare, o stare al pc. Indicativamente avete tempo fino al 05/10/14 (data soggetta a cambiamenti). A voi!


Edited by Drag. - 24/9/2014, 18:16
 
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view post Posted on 29/9/2014, 12:48
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h e l l i s n o w
······

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L'Orgoglio; ponte
PoV: Lirin



Si rigirava nervosamente il coltello dalle dita da diversi minuti, in attesa di qualcosa che non sapeva identificare.
Gli altri attorno a lei chiaccheravano, alcuni le lanciavano occhiate poco amichevoli, altri le sorridevano; ma lei non badava a nessuna di quelle cose. Aveva avuto una nottata irrequieta, probabilmente a causa di incubi che non ricordava, e da quando aveva riaperto gli occhi non era riuscita a disfarsi di quel prurito alle dita. Era come se il suo corpo bramasse un po' d'azione, come quella della giornata precedente - un'altra occasione per dimostrare a tutti il proprio valore e ottenere in cambio la loro ammirazione. La sensazione che aveva provato nell'incrociare tutti quei volti carichi di rispetto, nel sentire le parole d'incitamento degli altri marinai... non aveva mai provato qualcosa di simile prima.

Non era neppure stata la parte migliore: aver avuto l'onore di combattere fianco a fianco con Olivia la superava di gran lunga. Improvvisare un balletto di morte come quello sul ponte con una perfetta - o quasi - sconosciuta non era cosa da poco. Duellare in coppia domandava una certa misura di fiducia e di affinità fra le parti, per questo il successo che Lirin ne aveva ricavato significava molto per lei. Forse era per questo che desiderava una replica, per aver modo di approfondire ulteriormente quel legame, conoscere un po' di più di quella donna che l'affascinava e allo stesso tempo fugare ogni dubbio sulla possibilità che fosse stato un colpo di fortuna e niente di più.

Ripensando a lei, Lirin fece vagare lo sguardo per la camerata e quando si rese conto della sua assenza non potè fare a meno di chiedersi di dove si trovasse in quell'istante. Quando però Drenthe fece la sua comparsa, l'attenzione della ragazza fu tutta per lui.

« Grazie, messere... »
rispose al saluto chinando leggermente il capo
« ...ma non siamo stati i soli a dar battaglia a quei mostri. »

Lirin aveva un modo un po' strano di combattere la propria sensibilità ai complimenti. Per qualche ragione sconosciuta, ricambiare degli apprezzamenti l'aiutava ad evitare di arrossire troppo vistosamente, una reazione involontaria che peraltro non era mai stata capace di dominare pienamente. Ad ogni modo, non replicò alla successiva richiesta del pirata, volse invece gli occhi a Val - che in quella si rialzava dalla branda con qualche lieve cenno di fatica, probabilmente derivato dalla ferita riportata. L'Akeraniana dubitava fortemente che fosse stato sincero quando le aveva riferito che si trattava di un graffietto da nulla, e non riuscì a risparmiarsi dallo scuotere lievemente la testa a quella visione.

« Che cosa facciamo, Val? Il comandante vuole vederci... »

Non si preoccupò troppo di nascondere una certa disapprovazione all'idea di ignorare la richiesta del presente gentiluomo, e per una volta tanto il lucertoloide sembrò essere dello stesso avviso, benché il lungo sguardo che le riserbò le fece inizialmente sorgere qualche dubbio a riguardo.

« Di che affari si tratta, signor Drenthe? »
affermò avvicinandosi di qualche passo al suo interlocutore - braccia incrociate e schiena ben dritta
« Forse potremmo essere di aiuto. »

Lirin sorrise ampiamente e rinfoderò il coltello alla cinta.
Probabilmente avrebbe presto avuto l'occasione che andava cercando, glielo diceva l'istinto.



Vaalirunah ~ Starlight Shard
▌Stato fisico: ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ (danno da lacerazione al fianco; graffi e ferite superficiali sparse)
▌Stato mentale: ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ (perfetto)
▌Energia residua: 95%

CS:
— 1 in Istinto
— 2 in Saggezza
— 1 in Intelligenza


Passive:
— Memoria fotografica
— Resistenza psionica
— Immunità al dolore psionico
— Percezione delle Illusioni
— Conoscenza geografica/culturale dell'Akeran
— Affinità naturale con le bestie
— Percezione di punti critici vitali (anti-immortale)


Note: Scusate per il ritardo e per il post approssimativo, è da qualche giorno che ho la febbre e non me la sentivo di mettermi a scrivere. Il post questa volta è scritto dal punto di vista di Lirin, così per variare un po'. Ora me ne torno a dormire :v




 
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Wolfo
view post Posted on 29/9/2014, 22:46





A Nation of Thieves
take what is ours


Z18bS


Fu una notte di incubi e preoccupazioni.
Il dubbio avvolgeva Ged, il quale non riuscì a riposarsi a dovere. Il suo corpo era stanco, ma la sua mente continuava a vagare da un parte all'altra, cercando un appiglio che gli avrebbe permesso di chiarire la situazione che si era creata sulla nave. Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi in circostanze simili; sulle sue spalle gravava la responsabilità di tutto l'equipaggio, si sentiva in dovere di fare qualcosa. Subito.

Fu Drenthe a destarlo dal suo sonno leggero, invitandolo - insieme agli altri - a scendere dalla nave per sbrigare alcuni affari. Il sacerdote si incuriosì ma, qualche istante dopo, decise di rimanere a bordo. Voleva incontrare il comandante e, come se non bastava, gli era venuto un gran mal di testa.
L’occasione di incontrare Ortiz si presentò all’improvviso.

- Il comandante vuole parlarvi non appena avremo messo alla fonda la nave e iniziato gli allestimenti sulla spiaggia. Ordini di Ortiz. -

Il sacerdote annuì e prese a vestirsi in fretta e furia.
Badò bene a cambiare le bende alle sue ferite, anche se - rispetto alla sera prima - non notò particolari cambiamenti. Si sentiva più riposato, ma i tagli al braccio e al fianco gli pulsavano incessantemente. I movimenti più bruschi erano diventati difficili, tan’è che dovette aiutarsi con la lancia per alzarsi in piedi. Una volta pronto si limitò a salutare con un cenno Val e, prima di uscire, non mancò di squadrare Floki.

- Fino a ieri ero convinto che le tue azioni fossero parte di un piano, di qualcosa di più grande… - disse Ged allo Spettro - ...ma più ti osservo, e più mi rendo conto che, forse, sei solo un folle. -
Mantenne lo sguardo fisso su Floki e concluse la sua piccola arringa: - Verrà un giorno in cui dovrai pagare per i tuoi peccati. -

Lasciò la stanza senza voltarsi indietro.


legenda

basso: 5% - medio: 10% - alto: 20% - critico 40%

Stato fisico: danni alti corpo (taglio di entità media al braccio destro / taglio di entità media al fianco sinistro);
Stato psicologico: indenne;
Energia: 80%;

CS: 3 (1 istinto / 2 astuzia);

Equipaggiamento: Lancia, armatura naturale;

Note: Nulla sa segnalare, se non che recupero il 40% di energia.
Posto breve anche per me. ^^


- - - - - - - - - -


Passive:

- Ged ha ereditato dalla prestigiosa razza dei draghi un intelletto sorprendentemente acuto, che gli permette di ricordare anche i più infimi dettagli del suo passato.

- Nel caso in cui Ged si dovesse trovare innanzi ad una illusione, indipendentemente dalla natura di quest'ultima, sarebbe sempre in grado di discernerla come tale, pur non dissolvendola né distruggendola. Non si lascerà ingannare dalle più banali illusioni, riuscendo a distinguerle sempre per ciò che sono.

- Il sacerdote vanta di una normale difesa psionica passiva.

- Qualsiasi difesa ad area richiamata da Ged - che sia magica, psionica o fisica - vanterà di un potere difensivo pari al consumo speso.


Attive:

-

 
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.Azazel
view post Posted on 30/9/2014, 22:33




A Nation of Thieves
take what is ours, Atto V
___ _ ___


~


C'era da aspettarselo.
I paladini della giustizia e delle stupide regole morali sgorgarono repentinamente fuori sotto le sembianze di una lucertola e di uno stolto credente. D'altronde non poteva immaginare di uccidere Hoomer così facilmente, in maniera talmente teatrale e palese; alla fine, comunque, della vita - o della morte - della vedetta gli importava ben poco, come la scelta dei due di salvarlo, ovviamente. Liam dovette incassare il duro colpo della cocente sconfitta e assieme ai suoi uomini girò i tacchi sibilando minacce e parole cariche d'odio. Floki lo guardò di sbieco e arricciò il naso: forse, qualora avesse avuto la voglia, gli avrebbe piantato un pugnale nella schiena, giusto per divertimento. Finita la breve diatriba fece spallucce e se ne andò nel suo alloggio, completamente indifferente e tranquillo nonostante il focolaio di rivolta nei confronti di Hoomer e in grado di dividere l'equipaggio in due fazioni in lotta.

Nunorat.
I membri dell'equipaggio la definivano l'"ultimo porto alla fine del mondo".
Oltre quello spicchio di terra nessuno aveva viaggiato, forse qualche pazzo suicida. Nel frattempo il mercenario Drenthe era giunto a far visita all'insolito quartetto.

« « Signori! E signorina. Sono sinceramente colpito della vostra intraprendenza e dalle prodezze commesse la scorsa notte. Ho degli... affari piuttosto importanti, qui a Nuronat, che devono essere svolti;
apprezzerei molto la vostra partecipazione. »
»

Affari.
Non seppe dire se fosse stata la semplice parola in sé ad attirare la sua attenzione o il modo con il quale il pirata l'aveva pronunciata, nonostante tutto aguzzò le orecchie e girò il volto verso Drenthe cercando di decifrare l'espressione di quest'ultimo, desideroso di carpire qualche informazione in più su quell'individuo.
Forse gli assomigliava, o forse no. Forse erano gli stessi affari nei quali sguazzava l'assassino, o forse no.
Era curioso di scoprire in che genere di faccende bazzicava il pirata, soprattutto in un luogo sperduto e lontano dal mondo conosciuto come Nuronat.

« Voi! Il comandante vuole parlarvi non appena avremo messo alla fonda la nave e iniziato gli allestimenti sulla spiaggia. Ordini di Ortiz. »
Theo li richiamò con il suo tono fastidioso e gracchiante simile a quello di una cornacchia. Floki rispose con un sonoro ed esagerato sbadiglio, gesto che rispecchiava appieno la voglia che aveva in quel momento di eseguire gli ordini del capitano, soprattutto dopo la strana e interessante proposta di Drenthe.
Si levò in piedi e si stiracchiò, si massaggiò l'arto ferito nella lotta contro i tritoni e cambiò rapidamente le bende. Ged lo anticipò nell'uscire e non mancò di lanciargli un'occhiataccia intrisa di rancore la quale venne contraccambiata con un sorriso di scherno dello Spettro.

« Fino a ieri ero convinto che le tue azioni fossero parte di un piano, di qualcosa di più grande… ma più ti osservo, e più mi rendo conto che, forse, sei solo un folle. Verrà un giorno in cui dovrai pagare per i tuoi peccati. »
Secondo sbadiglio dell'assassino, seguito da una rapida grattata del collo. Le parole di Ged gli entrarono da un orecchio e gli uscirono dall'altro.
Inspirò profondamente cercando una risposta adeguata che non fosse "Sloggia sacerdote" o "Tanto muori prima tu di me".
Il sorrisetto canzonatorio mutò in una risata grottesca mentre osservava la figura del sacerdote uscire dalla stanza.

« Solitamente la gente che mi minacchia finisce sottoterra. »
Esclamò voltando lo sguardo verso gli altri marinai presenti e indicando col pollice della mano destra il punto in cui, pochi secondi prima, si trovava Ged. Il tono non era minaccioso, era simile a quello di un insegnante che spiega una determinata legge naturale durante la lezione con fare calmo e accomodante nei confronti dei propri alunni. Nessuno, però, osò fiatare o ribattere, addirittura alcuni si focalizzarono su un punto non preciso del pavimento come per sfuggire a quegli occhi malvagi e sadici dell'assassino.
Gli altri dell'equipaggio non lo volevano come amico o addirittura avevano paura di lui.
Uscì dalla porta chiedendosene il motivo.
Naturalmente sapeva il perché e scoppiò a ridere una seconda volta mentre seguiva il percorso di Ged.
Molti lo definivano pazzo ma non si trattava di follia.
Era solo pura e semplice crudeltà.


Floki Noctis
lo Spettro

CS 8 ~ Agilità 1 - Destrezza 3 - Intelligenza 4

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 90%
Status Fisico: Danno medio sotto forma di lacerazione (braccio sx).
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Spada d'acciaio__ Inutilizzata.
Pugnale__ Inutilizzata.
Crepuscolo__ In uso. [º º º º º]
Veleno Necrotico (Miscela Necrotica)__ Inutilizzato.
Veleno Logorante (Miscela Logorante)__ Inutilizzato.
Liquido del Camaleonte (Gemma della Trasformazione)__ Inutilizzata.


Abilità in uso

filius umbra__Impossibile da individuare attraverso i suoni o gli odori.
Nessuna vibrazione prodotta e non produrrà tracce sul terreno.
Annullamento completo dell'aura.
{Passiva Lvl.1, 2 e 3 Talento Assassino}

ante gradum__Non sarà possibile per gli altri personaggi intuire che cosa stia macchinando.
Si confonderanno le sue bugie con la verità e viceversa.
+ 2CS al campo "Intelligenza" ogniqualvolta il nemico usa una tecnica magica.
{Razziale Ombra "Allineamento Imperscrutabile" + Pergamena Discendenza Arcana - Mago}

aranae__Capacità di camminare ovunque, dalle pareti e ai soffitti
all'acqua, persino usando l'aria come appoggio.
{Pergamena Sostegno - Ladro}

oculi noctem__Le tenebre non ostacolano la sua vista, né il fumo o la nebbia.
{Pergamena Scrutare nelle Tenebre - Mentalista}

cerebrum inviolabilem__Difesa psionica passiva.
{Pergamena Mente Impenetrabile - Mentalista}


Attive Utilizzate

///



 
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Drag.
view post Posted on 7/10/2014, 21:41




( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud, l'ultimo porto di Nuronat - Akeran )
pov - Vaalirunah; Floki Noctis

« Il genere di affari che decide chi tiene in mano il potere. »
Il sorriso di Drenthe si fece improvvisamente affilato, famelico. Sembrava visibilmente eccitato, come se non riuscisse a trattenere il fremito di desiderio che nascondeva dentro il suo animo. Ammiccò complice nei confronti del terzetto, facendo spallucce dell'uscita di scena del sacerdote. Non si aspettava che tutto il gruppo lo seguisse, anzi: aveva immaginato che solo Noctis venisse allettato dall'offerta. Scoprire anche Vaalirunah propenso ad ignorare Ortiz dinanzi alla proposta di una misteriosa avventura lo aveva piacevolmente soddisfatto.
« Quando saremo a terra, cercatemi all'angolo occidentale della spiaggia. »
Il pirata di Dortan si inchinò nuovamente, accomiatandosi dal gruppo. Abbassò il tricorno sugli occhi a mandorla, celando così le sue iridi ai presenti. Con un fruscìo delle vesti ed il tonfo leggero degli stivali sul ponte di legno, si allontanò senza proferire altro.

Entrambe le navi gettarono le ancore al riparo dell'insenatura dove si allungava il piccolo porto dell'isola. Nuronat non possedeva che una decina di piccole barche da pesca, e nessuno aveva mai visto alla fonda dei vascelli come la Orgoglio o la Garmurath. La banchina stessa era una semplice coppia di lunghi pontili di legno chiaro che si allontanavano dalla spiaggia per permettere alle imbarcazioni più grandi di attraccare senza dover rimanere distanti dalla riva; incredibile a dirsi, il fondale era abbastanza profondo affinchè anche la caracca e la fregata di Dorhamat potessero fare altrettanto. La sabbia dell'isola era scura, grigia e, tavolta, persino nera. Era evidente come Nuronat fosse un ammasso di roccia rigurgitata dal centro di Theras e lasciata emergere nel corso dei millenni, una colata alla volta. Persino dinanzi ai modesti edifici del villaggio, tutto ciò su cui l'occhio poteva spaziare gridava inciviltà e natura selvaggia: Nuronat era davvero l'ultimo porto alla fine del mondo, un paradiso quasi incontaminato e indomito. Lì l'uomo non era padrone: era solo tollerato.
Barthèz - per una volta calato nel suo ruolo e ricoprente le sue mansioni - diede ordine ai marinai di riapprovigionare la nave, discutendo con i locali per cibo e necessità. Il quartiermastro pagava con del buon oro, e i nativi di Nuronat, seppur diffidenti, sembravano ben lieti di commerciare (essendo un eventualità piuttosto rara da quelle parti). Bambini dalla pelle scura e i piedi scalzi correvano tra le gomene, le casse e le botti, pronte ad essere trasportate lungo il pontile e caricate sulla Orgoglio. Anche la Garmurath stava attraccando dopo aver lasciato ampio spazio di manovra alla caracca dei de Santos, e molti nani corsari - per la prima volta ben visibili alla luce - lavoravano alacremente sul ponte e sugli alberi per fermare in sicurezza l'imbarcazione.

Non fu un problema per Floki, Vaal e Lirin sfuggire dal caos del porto per raggiungere Drenthe al punto di incontro.
Quando lo incontrarono, seduto su uno scoglio arenato nella sabbia color notte, stentarono a riconoscerlo.

« Sono davvero lieto siate arrivati. »
Non aveva più il tricorno sul capo: i capelli, che prima erano neri e lunghi, ora erano di un indefinito verde slavato - quasi blu, come il colore degli abissi marini - ed erano raccolti in un'alta coda dietro la nuca. Gli occhi a mandorla erano mascherati da un ombretto nero, e persino il suo abbigliamento era completamente differente: indossava una stranissima e disparata armatura colorata, messa insieme da vari pezzi provenienti da diverse loriche e corazze. Al suo fianco pendeva anche una nuova spada - simile ad una katana, ma più lunga e larga. « Venite: c'è una persona che dobbiamo incontrare. »
Senza ulteriori preamboli, Drenthe balzò in piedi: l'aura che lo circondava sembrava completamente cambiata - più dinamica, frizzante. Camminava innanzi al terzetto lungo la spiaggia, solcando la sabbia con ampie, veloci falcate.
La loro destinazione non era distante: una casupola costruita con giunchi, mattoni d'argilla e legno di palma si ergeva modesta e umile attorno ad un campo bruciato vicino ad una degradande scogliera. L'abitazione non era distante dal villaggio vero e proprio, ma pareva abbastanza isolata da lasciare immaginare che chi vi vivesse volesse essere lasciato in pace; decine di piccole bocche fumanti si alzavano dal suolo e dalle rocce a sinistra della casa, testimoniando la placida attività vulcanica sotto di essa. Un pesante fetore di uova marce aleggiava attorno alla zona, appena mitigato dalla brezza che proveniva dal mare - laddove giù, in lontananza, nubi nere si addensavano sopra l'oceano. Strane piante circondavano l'edificio - alcune floride e rigogliose, altre contrite, un paio persino secche e morte. Nonostante la varietà fosse imponente - ed a tratti soffocante -, quell'inquietante giardino dava l'impressione di essere estremamente curato.
Drenthe non rallentò il passo. Il pirata si fiondò dritto sulla piccola porta di legno, bussando deciso due volte con la mano della spada.
Una dozzina di delicati acchiappasogni di varie dimensioni, le cui piume venivano mosse dal vento, cadeva dalla sgangherata tettoia.

« Mi aveva detto che sareste arrivati. »
Una donna aprì loro la porta, fissandoli dall'uscio senza permettergli di oltrepassarlo. La sua voce, nonostante paresse giovane, tradiva un lieve tremore - prudenza, forse. Gli occhi della sciamana, tuttavia, erano di un verde così brillante da spaventare - più viva e saggia che mai.
« Niente nomi, Shaqra. », fece Drenthe, indietreggiando di un passo ed esibendosi nel suo solito mezzo inchino.
« Hai appena pronunciato il mio. », rispose piccata l'altra, esibendo però un genuino sorriso di affetto nei confronti del pirata di Dortan. « Tu rimarrai qui, a studiare il mare e le fornaci di T'al. », rispose il mercenario, indicando il vulcano alle loro spalle. « Noi navigheremo attraverso acque pericolose. »
« Non sai quanto. »
La sciamana di mezz'età, che indossava una povera tunica verde lunga sino alle caviglie, rivelò allora le proprie mani. Le braccia della donna erano esili, malnutrite, ma la sua salda presa mostrava ai loro occhi ciò che stringeva: un cristallo color oro, brillante ed invitante.
« Il pagamento...? »
Drenthe si sfilò una collana dalle numerose tacche che teneva al collo (assieme, va detto, a numerose altre) « Quel che avevi chiesto: un amuleto della parola. » Gliela porse, ed un bagliore di rimpianto brillò negli occhi truccati del pirata. « E' un manufatto molto utile: mi dispiacerà non parlare in lingue di terre lontane. »
« Quella che ti ha insegnato tua madre sarà sufficiente. Nessuno parla idiomi che tu non conosca, là dove siete diretti. »
Drenthe impugnò il cristallo, che, se possibile, brillò ancor più. Lo alzò alla luce variabile del mattino, mostrandolo a Floki, Vaalirunah e Lirin.
La pietra non era più grande di un pugno, e la sua superficie era increspata ed irregolare. Attraverso di esso, però, si riusciva a vedere Nuronat - ma l'immagine cambiò. Indicava il mare, una direzione, un sentiero lontano tra i flutti. Una rotta - ed una meta.
« Questo, compari, è il vero motivo per cui siete qui. »

( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud, l'ultimo porto di Nuronat - Akeran )
pov - Ged

A Ged venne fortunatamente risparmiata ogni incombenza logistica.
Il sacerdote camminava liberamente sulla spiaggia nera, godendo degli sguardi curiosi dei nativi e dei giochi dei bambini ai suoi piedi. Nessuno a Nuronat aveva mai visto un progenie dei draghi e, probabilmente, quella comparsa sarebbe stata raccontata per generazioni a venire dagli abitanti della remota isola. Vaalirunah si era allontanato quasi subito per raggiungere il pirata di Dortan, quindi nessuno aveva catalizzato l'attenzione quanto il prete dell'Aurum; Ged stesso godeva di un certo rispetto a bordo della Orgoglio, e molti marinai chinavano il capo deferenti al suo passaggio. A dispetto del caos generato dalla decisione di risparmiare Hoomer e prenderne pubblicamente le difese, tutti quanti avevano assistito al veleno intercorso tra lui e l'assassino la notte precedente - senza contare il secondo round quel mattino stesso. Per quanto non propriamente amato da ogni membro dell'equipaggio, Ged poteva restare sicuro che nessun coltello aspettava nella notte la sua schiena - o, perlomeno, non ancora.
La sabbia sotto i suoi stivali era spessa, bagnata. L'alta marea doveva essersi appena ritirata dalla spiaggia.
Ortiz aveva occupato un edificio proprio dinanzi al porto, una sala lunga che probabilmente fungeva da luogo di ritrovo per i nativi durante le lunghe serate di festa. La costruzione somigliava molto ad una nave rovesciata, con il tetto di legno coperto di frasche retto molto in alto da un asse curvo simile alla chiglia di un vascello. Un lungo braciere di peltro dalle formi simili a quelle di un abbeveratoio ardeva al centro della stanza, scaldando piacevolmente lo spazio attorno al quale erano raccolti il comandante de Santos, Cleomenes e Belu-Maz.



« E' innammissibile! », tuonò Ortiz, conficcando violentemente un pugnale nella mappa aperta dinanzi a lui. I suoi occhi dardeggiavano di furore e persino i suoi baffi aristocratici sembravano fremere d'ira. Le vene delle tempie parevano esplodere, ma il nobiluomo di Dorhamat si guardò bene dal mollare la presa sul coltello.
Cleomenes sospirò appena. Il nocchiero pareva visibilmente provato: molto pallido e scavato nel volto, teneva continuamente una mano sul fianco sinistro - pesantemente fasciato (e rosso) sotto la camicetta verde oliva. La ferita sofferta durante l'attacco delle creature marine era reale, ma il fiero e leale lupo di mare non intendeva venir meno ai suoi incarichi. Stoicamente, ignorava la sua condizione di salute resistendo a malapena in piedi, aiutando come poteva il suo capitano negli aggiustamenti di valutazione della rotta che avrebbero dovuto seguire da lì in avanti. Il mezz'orco mercenario, invece, stava in piedi accanto ad Ortiz senza osservare la carte nè il suo comandante. I suoi occhi miti erano puntati sul sacerdote, convocato nell'edificio ed ora sulla sua soglia.
Ortiz, tuttavia, pareva non essersene neppure accorto. « L'evidenza di una simile condotta è oltraggiosa. Se Urrka crede che i suoi piccoli giochetti possano impedire il compimento di questa spedizione, io... »
« Comandante...? » La mano del nocchiero fermò il fiume di improperi ed accuse del nobiluomo, centrando l'attenzione su Ged.
« Voi. Signor Ged. » Gli occhi di Ortiz sembravano freddi, distanti. La rabbia che vi covava sembrava solo nascosta, ma non sopita. Un'ombra di quella che pareva delusione ne oscurò lo sguardo. « La scorsa notte vi siete ben comportato, ma vedervi qui da solo non aiuta la vostra causa. » Il capitano sembrava effettivamente dispiaciuto - tradito - dall'assenza degli altri convocati.
Cleomenes si schiarì piano la gola, prendendo discretamente la parola.
« Signor Grey... Voi, ed i vostri compagni, siete dei membri molto apprezzati nell'equipaggio. Tuttavia, nel corso della notte sono giunte sino a noi delle... Voci, diciamo, piuttosto insistenti. Vi accusano di lavorare per i corsari di Dorhamat e di essere complici del capitano Urrka per portare a fallimento la nostra impresa. »
Cleomenes cercava in tutti i modi di essere diplomatico mentre esponeva le denunce mosse nei loro confronti, ma non potè fare a meno di appoggiare la mano sinistra - quella del fianco offeso - sul gladio che pendeva al suo fianco. Tutti, nella sala, notarono quel gesto. Probabilmente il nocchiero non si accorse neppure di aver poggiato la mancina sul pomo dell'arma, ma la cosa allarmò Ortiz, che estrasse rapidamente il pugnale dalla mappa e lo puntò in direzione di Ged, distante un paio di metri (ed un tavolo) da lui.
« Quegli incidenti, la morte del marinaio, Padro... Siete complici di quel farabutto?! », latrò.
Il nocchiero parve rendersi conto di quel che aveva scatenato, e cercò di abbassare il braccio del suo comandante. « Il capitano Urrka sarà qui a momenti, comandante! »
Anche Belu-Maz ora aveva silenziosamente sfoderato la sua scimitarra, puntandola in direzione del sacerdote. I suoi occhi non tradivano alcuna emozione, nè le sue labbra si dischiusero per un singolo sussurro.
« Siete uno dei suoi uomini? Siete uno di loro?? »
Pirati.


QM POINT ::
Riprendiamo! Mi scuso ancora per questa lunga interruzione e mi auguro che il post, nonostante sia stato scritto con una vista men che perfetta, non presenti troppi errori. In verità vi dico che questo turno, ed il precedente, erano arrangiati in maniera differente: visto l'approssimarsi della data dell'operazione ho deciso di costruirli così - offrendovi un turno, il precedente, piuttosto privo di eventi (per quanto importante la scelta fosse) - piuttosto che mollarvi per due settimane con un post così corposo come il presente. Vi chiedo scusa e spero non vi abbia pesato troppo.
Passiamo agli eventi: Fatal e Az, per voi si prosegue in Confronto. Potete parlare e domandare quel che volete a Drenthe. Ricordatevi le CS!
Fatal: la tua memoria ancestrale ti fa suonare un campanello d'allarme quando Drenthe pronuncia la parola "compari". Hai già sentito quella voce dire quella parola...
Wolfo: anche per te si prosegue brevemente in Confronto. E' evidente che qualcosa non va e che qualcuno vi sta screditando, e gli animi si sono parecchio scaldati. A te la prossima mossa!
Avete 5 giorni di tempo per preparare il post DAL MOMENTO IN CUI VI DIRO' "STOP" in Confronto. A voi!
 
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view post Posted on 13/10/2014, 13:03
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h e l l i s n o w
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Nuronat; spiaggia
PoV: Vaalirunah



Sabbia densa e scura come il peccato.
Era l'unico particolare bizzarro che attirava l'occhio di un viaggiatore che ne aveva già viste tante nel corso degli anni, e che non trovava niente di particolarmente interessante nel resto dell'isolotto: nient'altro che un frammento di terra emersa per caso e dimenticata da tutti meno coloro che vi si trovavano in quell'istante. Il lucertoloide seguiva la linea costiera accompagnato dalla sua apprendista e dal mercenario da cui Ged aveva insistito a metterlo in guardia. Si assicurò, per pura precauzione, di aver sempre modo di osservare i suoi movimenti durante la tratta, ma non si aspettava veramente grossi sorprese da lui. Anche se non aveva idea del perché avesse deciso di seguire Drenthe - prospettiva di guadagno probabilmente - credeva che fino al momento in cui le cose sarebbero state un po' più chiare non avrebbe fatto azioni avventate.

Dal canto suo, Val aveva deciso quel giorno di incontrare il pirata per una sola ragione.
Padro.

Camminarono per qualche altro minuto prima di giungere sul luogo dell'incontro.
Quando finalmente incrociarono Drenthe, il mezzodrago dovette osservarlo per diversi secondi prima di realizzare la sua identità. Il suo aspetto era cambiato drasticamente, e non solo per questioni di abbigliamento. Val si sarebbe persino azzardato ad affermare che quella che si trovava in fronte a lui fosse proprio un'altra persona.

« ...signor Drenthe? »
mormorò la ragazza strabuzzando gli occhi
« Sono davvero lieto siate arrivati. »
la voce fu il vero spartiacque che divise la verità dalla finzione
« Venite: c'è una persona che dobbiamo incontrare. »

I due non si scambiarono che uno sguardo prima di decidersi a seguire Drenthe.
Proseguirono fino a inoltrarsi in un reticolato di vegetazione aliena, che per qualche ragione lo mise profondamente a disagio. Per quanto fosse un mosaico di sorprendente bellezza naturale, vi era qualcosa che frantumava il quadretto fra le fronde cadenti e gli aromi forti, la stessa sensazione - sospettava - che si trovava alla base della naturale diffidenza che provava quando i suoi occhi sfioravano quelli del nuovo Drenthe. Non riusciva a indentificarne la fonte precisa ancora, ma per il momento era comunque sufficiente a mantenerlo in allerta.

Giunsero infine ad una capanna, dove il corsaro si intrattenne in una breve conversazione con una donna non più giovanissima. Vaalirunah attese con pazienza senza intromettersi, persino quando intravide il curioso gioiello passare di mano in mano. Neppure quando la funzione dell'artefatto venne rivelata - e con essa le intenzioni dell'uomo - prese parola; ciò che fece finalmente scattare in lui la molla furono le ultime parole del corsaro. Compari. Sillabe che risvegliarono nella sua mente frammenti di ricordi che non gli appartenevano, e che erano diventati involontariamente parte di lui. Ciò che dunque fino a quell'istante era stata una possibilità, una domanda che fastidiosa aleggiava nei suoi pensieri di tanto in tanto, ora era diventata certezza, poiché aveva finalmente riconosciuto quel tono di voce.
Aveva fatto bene a seguire il proprio istinto.

« Signor Drenthe, contrariamente a quanto si potrebbe aspettare da me, non le chiederò per quale ragione lei abbia deciso di recuperare un così cruciale artefatto di sua iniziativa senza metterne al corrente il comandante Ortiz. Che lei possa crederlo o meno, non ho interesse nel giudicare la vostra condotta. »
affermò con decisione, senza dar cenni d'ostilità e incastrando lo sguardo in quello del pirata
« Tuttavia, se prima i miei erano solo sospetti, ora nella vostra voce ho riconosciuto qualcosa che mi ha dato la sicurezza per affermare senza indugi che lei e il signor Padro vi siete incontrati nella cambusa poco prima che morisse. »

Attraverso i ricordi degli ultimi istanti di Padro, egli aveva infatti scoperto che il pirata aveva offerto all'allora ignoto individuo una bottiglia di vino come pegno per il suo silenzio, e l'unica bottiglia che era stata vista la sera dell'omicidio fuori dalla cambusa era stata quella di Drenthe, stappata nella mensa dinanzi a tutti giusto qualche istante prima che il nocchiero facesse la sua comparsa con il terribile annuncio.
Non poteva che averla presa da Padro stesso.

« Quando ho esaminato il corpo del pirata ho potuto osservarne in segreto i ricordi, dunque vi invito a non mentire e a rispondere con sincerità alla mia prossima domanda: fino a che punto siete coinvolto nei tentativi di sabotaggio della spedizione, e per quale motivo? »

Decise dunque di rivelare la ragione per la quale sentiva di avere il coltello dalla parte del manico in quei frangenti - un segreto che neppure aveva rivelato a Lirin - per poi osservare attentamente la reazione del pirata. A dispetto di tutto, la traquillità con cui il suo interlocutore gli rispose lo spiazzò.

« Chi ha mai detto che queste azioni avvengano all'oscuro del nostro nobile comandante? »
rivelò sorridendo enigmatico
« Sei un uomo di talento, Vaalirunah, ma io non commetto errori. Ciò che questo cristallo indica vale molto più della vita di Padro... ci conduce direttamente all'isola-rifugio di Laurens de Graaf: »
alzò la pietra un poco più in alto, esponendola alla vista di tutti
« Pirate's Bay. »

« Mmh. Ci spiegherai meglio l'intero affare, voglio sperare. »
Floki si intromise in quella nel discorso
« Ma dimmi, Drenthe: cosa ci guadagniamo ad aiutarti, compare? »

« Oro, artefatti magici: tutto ciò che è custodito laggiù è tanto potente da poter creare un regno, o rovesciarne un altro. Dobbiamo solo prenderlo. La verità è che non esiste alcuna rotta per il Nuovo Mondo; ciò che è stato compiuto è stato fatto per raggiungere Nuronat, recuperare la chiave e solcare lo Zar fino all'irraggiungibile covo del Kraken. »

Così erano stati tutti ingannati? Trascinati in una finta spedizione già programmata per il fallimento?
E dire che quando aveva tacciato il Kraken di essere nient'altro che una leggenda - neanche troppo tempo prima - l'aveva fatto in piena sincerità, e non soltanto per graziare la vita della sventurata vedetta. Le circostanze ora parevano volerlo contraddire.

« Come sarebbe a dire? »
chiese la giovane al suo fianco, visibilmente messa sempre più a disagio dalla situazione
« Credevo che quella del kraken fosse solo una leggenda. »

Verità o meno, non era la questione più rilevante al momento.
Val si affrettò a riprendere in mano le redini del discorso, ansioso di arrivare al punto.

« Mi è difficile credere che il nostro comandante sia incline a tenere del veleno nella propria riserva personale. » proseguì
« Tantomeno che sia disposto a scatenare il caos nella ciurma con un omicidio come quello di Padro. Non ne vedo onestamente l'utilità. Ma ammettiamo anche pure per un attimo che io le creda, signor Drenthe... che cos'ha da guadagnarci lei da tutto questo? Cosa le fa credere che un uomo disposto ad assassinare i membri del proprio equipaggio pur di raggiungere l'obbiettivo, sia disposto a spartire il bottino con lei o chiunque altro in questa spedizione? E soprattutto, come il signor Floki le ha appena fatto notare, che cosa avremmo noi da guadagnarci nell'aiutarla? »

« Per molti, già sapere la verità sulla vera destinazione dei nostri passi potrebbe essere una ricompensa... Ma volete davvero sapere cosa guadagnerete dall'aiutarmi? »
allargò le braccia, come se stesse abbracciando il mondo intero
« Tutto ciò che riuscirete a prendere. »

E anche tutto ciò che il furfante medio aveva bisogno di sentirsi dire per cambiare istantaneamente bandiera: non ne aveva dubbio. Quello che Drenthe non sembrava aver capito, era che Val non era un comune mercenario. Se anche si fosse arrivati ad una situazione similare senza la morte di un pover uomo, il lucertoloide avrebbe mantenuto la parola data. Era stato pagato per un lavoro, e si sarebbe prodigato nell'adempiere alla propria parte del contratto. Il valore della propria parola era l'unica cosa che contava in un mondo dove l'esempio comune era un uomo pronto a pugnalare alla schiena anche il proprio fratello per qualche soldo in più. L'unico dettaglio che valeva la pena considerare quando si trattava di affari.

« Ragionate: cosa può guadagnare il comandante dal gettare ombre sull'unica altra nave che possa competere per il tesoro, uccidendo misteriosamente degli uomini a bordo? »

Proseguì il corsaro con l'ennesimo sorriso, una domanda retorica della quale tutti lì potevano facilmente immaginare la risposta. Eppure, nonostante l'apparente sicurezza del suo interlocutore, Val non riusciva a credere pienamente alle parole di Drenthe. Del resto stava dialogando con un individuo fin troppo sagace e abile nel mentire. Non riteneva inoltre che Ortiz avrebbe mai avuto l'ardire di architettare un piano così macchiavellico e pericoloso esclusivamente per gettar ombra sulla Garmurath. Vaalirunah fece qualche passo in direzione del traditore, braccia conserte ed espressione indecifrabile, con l'intento di strappargli qualche altra informazione - ma venne bruscamente interrotto.

« Per essere chiari, Ortiz non sa che vi ho appena messo a parte del piano. »
« Per adesso. »

La donna, rimasta sull'uscio, indicò qualcosa in direzione della spiaggia. E non appena si furono tutti voltati, fu anche chiaro che cosa.
Olivia stava correndo in direzione dell'attracco, e non fu difficile intuire che erano stati tutti pedinati e che a breve il capitano avrebbe saputo ogni piccolo dettaglio di quella conversazione. In tutta onestà, la cosa non gli fece ne caldo ne freddo. Si poteva anzi dire che il fluire degli eventi li stesse conducendo esattamente dove desiderava.

« A quanto pare non vi sarà più spazio per i segreti, signor Drenthe. Mi auguro per voi che sarete più convincente nello spiegare la vostra versione dei fatti al resto dell'equipaggio, poiché io non vi credo. »

Vaalirunah sganciò l'alabarda dalla sicura che la teneva legata alla schiena e la piantò nel terreno. Lirin, che si trovava in quella qualche metro più avanti di lui, fece qualche passo cauto all'indietro, sino a raggiungere le spalle del suo mentore. Tutto ciò che la Scaglia desiderava fare ora era rimanere in attesa degli altri, che sapeva non si sarebbero attardati molto a fare la loro comparsa. A quel punto ogni nodo sarebbe venuto al pettine, e il vero responsabile della morte del marinaio sarebbe stato rivelato.



Vaalirunah ~ Starlight Shard
▌Stato fisico: ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ (danno da lacerazione al fianco; graffi e ferite superficiali sparse)
▌Stato mentale: ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ (perfetto)
▌Energia residua: 95%

CS:
— 1 in Istinto
— 2 in Saggezza
— 1 in Intelligenza


Passive:
— Memoria fotografica
— Resistenza psionica
— Immunità al dolore psionico
— Percezione delle Illusioni
— Conoscenza geografica/culturale dell'Akeran
— Affinità naturale con le bestie
— Percezione di punti critici vitali (anti-immortale)


Note: A questo punto penso sia chiaro il motivo per cui Val ha deciso di seguire Drenthe: desiderava avere un'occasione per capire se fosse stato davvero lui l'individuo coinvolto nella morte di padro, basandosi sul ricordo di quella bottiglia, e per fortuna è riuscito ad ottenerla. Non ho altro da aggiungere rispetto a quello che ho scritto nel post, scusatemi per la lunghezza ma era un po' inevitabile questo giro. Ho cercato di rimanere il più leggero possibile. A voi!




 
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Wolfo
view post Posted on 14/10/2014, 20:47





A Nation of Thieves
take what is ours


Z18bS


- Siete uno dei suoi uomini? Siete uno di loro?? -

Una smorfia si dipinse sul volto gelido del sacerdote, visibilmente irritato dall'intera situazione. Il comandante aveva chiesto di vederlo e, come ricompensa, Ged aveva ricevuto soltanto una serie di armi puntate al collo. Fu costretto a prendere un profondo respiro, così da soffocare la malsana sensazione di rabbia che stava - pian piano - prendendo possesso del suo corpo.
Si schiarì la voce e, come se nulla fosse, gettò a terra la propria arma, come segno di "resa" - se così possiamo definirla.

- Il mio nome è Ged, e servo l'Aurum fin da quando ho memoria. - disse in tono deciso, cercando di far capire al gruppo la sua totale indifferenza agli intrighi interni. Tutto quello che desiderava era tenere sotto controllo lo Spettro, ed esplorare gli antipodi del mare. Nient'altro.
Continuò la sua arringa con fierezza: - Sono qui perché mi state nascondendo qualcosa. Non mi fido di voi... - disse rivolgendo uno sguardo furioso a Ortiz - ...di nessuno di voi. -

Colto da un irrefrenabile impulso, iniziò a mettere alla luce tutti i suoi sospetti.

- Siamo stati attaccati... sono morte delle persone. Delle brave persone.
Le vostre mani sono macchiate dal sangue di quelle povere vittime... ora, ditemi cosa sta succedendo e vi aiuterò. Qual'è il vero scopo di questa spedizione? ...e chi diavolo è Urrka? -

Concluse volgendo lo sguardo a Cleomenes: - Se non siete disposti a fidarvi di me, me ne andrò. Non ho intenzione di morire per i vostri battibecchi. -

Fu il comandante il primo a rispondere, vantando una voce esasperata e colma di rancore: - Urrka è solo feccia, un pirata che finge di essere al servizio di Dorhamat e opera nelle ombre per sabotarmi! -

Prima che il pastore potesse rispondere, Cleomenes prese la parola.

- Vorremmo credervi, sacerdote dell'Aurum, ma non capisco i vostri dubbi: certamente ognuno di noi ha ambizioni differenti riposte in questa spedizione, ma il suo fine è solamente quello per cui vi siete arruolato: raggiungere il Nuovo Mondo. -

Nessuno abbassò le armi. Non ancora.

- Che cosa vi fa pensare altrimenti? -

Non poteva più tirarsi indietro. Era l'occasione giusta per confessare tutte le sue paure, in un bieco tentativo di ingannare i presenti, così da scoprire una volta per tutte il responsabile delle tragedie accadute durante la navigazione. Una goccia di sudore solcò i lineamenti del suo viso, evidenziando l'ansia che gli attanagliava il cuore.
Non riuscì più a trattenersi.

- Allora dimmi, Cleomenes. Perchè Urrka vorrebbe sabotarci? Non possiamo raggiungere entrambi il Nuovo Mondo? -
L’Orgoglio e la Garmurath stanno forse facendo una gara a chi arriva prima? -


Furioso, rivolse la sua attenzione su Ortiz.

- Comandante, forse ha dei segreti che non rivela nemmeno al signor Cleomenes. -

In seguito, rivolgendosi al mezz’orco: - Belu-Maz, sei stato tu a dirmi che Laurens de Graaf “possedeva decine di manufatti magici che, si dice, potessero addirittura far piovere le stelle dal cielo” ...o evocare un esercito. - proseguì - Volete la verità? Io penso che il qui presente Ortiz e il suo amico Urrka stiano cercando qualcosa, e che la spedizione sia soltanto una copertura.

Vi prego, cercate di convincermi del contrario. -


Lo desiderava davvero.
Sperava di sbagliarsi, di essere vittima di una folle e insensata conclusione.

Dagli scambi successivi, il sacerdote venne a conoscenza di nuovi dettagli.
Il comandante, irato, non faceva altro che ribadire il suo astio verso il pirata, mentre Belu-Maz sosteneva che le storie del kraken erano soltanto leggende, prive di fondamenta. Cleomenes, invece, sviluppò un discorso molto più articolato, mettendo in mezzo il Governatore della città di Dorhamat e il Sultanato stesso, nel tentativo di giustificare i motivi dell'odio che c'era tra l'Orgoglio e la Garmurath.
Ged apparve confuso e, sul primo momento, si limitò a credere alle parole dei presenti. Ripensò per diversi minuti all'intera faccenda e, senza rendersene conto, iniziò a raccontare la proposta che gli aveva fatto il mercenario quella mattina. Il nocchiere lo aiutò a ricordare il nome: Drenthe. Ortiz si sentì tradito dal mercenario, e questo diede modo a Ged di riflettere.
Il tutto sembrava ancora più complesso.

- Signor Ged, giuratemi fedeltà e vi ricompenserò adeguatamente per stare al mio fianco, quando fronteggeremo assieme questi traditori. - concluse il comandante, abbassando finalmente il pugnale che aveva rivolto al sacerdote per tutto il tempo.

Il pastore non ebbe il tempo di rispondere, poiché una voce tuonò alle sue spalle: - Quali traditori? - disse Urrka, il corsaro più temuto di Dorhamat.

Ged sussultò; non aveva timore del nano, tuttavia percepiva una forte pressione provenire dal corpo del pirata. Faticò a rispondere, soffermando lo sguardo sul corpo del nano. Era illeso. Persino la figura che lo affiancava non possedeva nessuna ferita; avevano combattuto, l'altra notte, senza subire alcun danno...
...o non avevano combattuto affatto.

- Urrka, immagino.
Il mio nome è Ged... e sono al servizio della Orgoglio e del suo comandante. -
pur rivolgendosi al nano, quella frase era per Ortiz, come risposta alla sua domanda. Ged aveva agito di intinto; aveva fatto la sua scelta, giusta o sbagliata che fosse. Si era affidato al comandante.

- Deve essere un guerriero formidabile.
Non porta nessun ricordo dell'assalto dell'altra notte... -
disse al corsaro, per poi spostare lo sguardo sulle proprie ferite e concludere la sua breve arringa - ...spero di raggiungere il Nuovo Mondo in uno stato migliore di questo. -

Sorrise.


legenda

basso: 5% - medio: 10% - alto: 20% - critico 40%

Stato fisico: danni alti corpo (taglio di entità media al braccio destro / taglio di entità media al fianco sinistro);
Stato psicologico: indenne;
Energia: 80%;

CS: 3 (1 istinto / 2 astuzia);

Equipaggiamento: Lancia, armatura naturale;

Note: Parte del discorso in confronto non l'ho riportato, descrivendone semplicemente il contenuto.
Al di la di quello che ci siamo detti in confronto, da questo momento Ged si schiera dalla parte di Ortiz. Prova ancora qualche dubbio nei suoi confronti, tuttavia, ha più timore di Urrka e non si fida per niente di Drenthe.


- - - - - - - - - -


Passive:

- Ged ha ereditato dalla prestigiosa razza dei draghi un intelletto sorprendentemente acuto, che gli permette di ricordare anche i più infimi dettagli del suo passato.

- Nel caso in cui Ged si dovesse trovare innanzi ad una illusione, indipendentemente dalla natura di quest'ultima, sarebbe sempre in grado di discernerla come tale, pur non dissolvendola né distruggendola. Non si lascerà ingannare dalle più banali illusioni, riuscendo a distinguerle sempre per ciò che sono.

- Il sacerdote vanta di una normale difesa psionica passiva.

- Qualsiasi difesa ad area richiamata da Ged - che sia magica, psionica o fisica - vanterà di un potere difensivo pari al consumo speso.


Attive:

-

 
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.Azazel
view post Posted on 19/10/2014, 12:19




A Nation of Thieves
take what is ours, Atto VI
___ _ ___


~


« Il genere di affari che decide chi tiene in mano il potere. »
La proposta poteva suonare sinistra e pericolosa all'udito dei più ma, per Noctis, era pura e semplice poesia: quel Drenthe, seppur non sapesse pressoché nulla di lui, pareva alquanto attratto dal guadagno e dalla ricchezza. Il sorriso famelico che aveva in volto era un chiaro indicatore di tutto il pensiero dell'assassino ma il punto era: poteva fidarsi di una persona abbastanza simile a lui? O, come sempre, doveva andarci coi piedi di piombo?
Lasciò loro un'ultima indicazione, utile solo per gli interessati: andarlo a cercare all'angolo occidentale della spiaggia, una volta attraccati.
L'Orgoglio e la Garmurath entrarono con fierezza nel piccolo porto - quasi completamente inadatto a dare il benvenuto a tali e imponenti velieri - e apparivano come titani al cospetto delle poche navi da pesca degli abitanti dell'isolotto. Scese dalla nave e affondò gli stivali nella sabbia grigia, osservò le abitazioni del villaggio ed erano tutt'altro che invitanti e accoglienti. La natura, nonostante la presenza umana, era ancora padrona del luogo.
Floki, il rettile e la sua amica sgattaiolarono velocemente via dal caos al porto, scatenato dal loro arrivo, e si diressero verso il punto proferito da Drenthe prima di attraccare. Su uno scoglio corvino vi era un soggetto alquanto bizzarro e ci vollero diversi istanti per collegare l'individuo all'identità del mercenario che li voleva assoldare.

« Sono davvero lieto siate arrivati. »
I capelli di Drenthe non erano più neri, bensì d'un verde così particolare che a volte appariva come un blu, indefinibile. La sua corazza, poi, era un'accozzaglia di varie parti di armatura dai colori più disparati e assurdi.
« Venite: c'è una persona che dobbiamo incontrare. »
Scese dallo scoglio arenato e si mise davanti al terzetto, con ampie falcate li guidò verso una scogliera sulla quale vi era una casupola alquanto umile e semplice fatta di giunchi e mattoni d'argilla. Sbuffi di vapore fuoriuscivano qua e in la dal terreno testimoniando la pigra attività vulcanica dell'isola.
Si diressero verso la porta e il mercenario bussò con decisione.

« Mi aveva detto che sareste arrivati. »
La voce di una donna fuoriuscì dall'uscio. Il verde talmente acceso degli occhi della donna risultava leggermente inquietante e innaturale.
« Niente nomi, Shaqra. »
« Hai appena pronunciato il mio. »
« Tu rimarrai qui, a studiare il mare e le fornaci di T'al. Noi navigheremo attraverso acque pericolose. »
« Non sai quanto. »
L'esile sciamana, vestita unicamente da una logora tunica verde che la ricopriva interamente sino alle caviglie, mostrò loro le mani. Nonostante la fragilità di quelle braccia malnutrite la sua presa sull'oggetto che impugnava risultava ferrea e salda. Un cristallo color oro e gli occhi rapaci di Floki si posarono subito su di esso.
« Il pagamento...? »
Drenthe si sfilò una collana e la porse con leggero rimpianto alla sciamana.
« Quel che avevi chiesto: un amuleto della parola. E' un manufatto molto utile: mi dispiacerà non parlare in lingue di terre lontane. »
« Quella che ti ha insegnato tua madre sarà sufficiente. Nessuno parla idiomi che tu non conosca, là dove siete diretti. »
Il mercenario prese il cristallo e lo mostrò al terzetto mentre lo alzava verso la luce del mattino facendolo brillare intensamente. Dapprima, sulla superficie irregolare e increspata dell'oggetto, appariva Nunorat, dopo poco, indistintamente l'immagine mutò mostrando il mare e una rotta tra i flutti verso un qualcosa, una meta a loro sconosciuta.
« Questo, compari, è il vero motivo per cui siete qui. »
Commentò secco.
Floki, decisamente interessato dall'intera faccenda venne prontamente superato dal lucertolone che appariva più concentrato sull'omicidio avvenuto diverse ore prima piuttosto che sull'affare che avevano fra le mani. La voce di Vaal, tranquilla e decisa, suonava perlopiù inquisitoria nei confronti di Drenthe, e così era.

« Signor Drenthe, contrariamente a quanto si potrebbe aspettare da me, non le chiederò per quale ragione lei abbia deciso di recuperare un così cruciale artefatto di sua iniziativa senza metterne al corrente il comandante Ortiz. Che lei possa crederlo o meno, non ho interesse nel giudicare la vostra condotta. »
Non mancò di terminare il suo discorso affermando con decisione che, a parer suo, con l'omicidio di Pardo, il mercenario Drenthe aveva qualcosa a che fare se non addirittura essere il diretto e preciso omicida.
Attratto contemporaneamente dall'oggetto che impugnava Drenthe ma anche dalla disputa appena sorta, Floki dovette scegliere l'ordine di importanza: stare zitto e assistere allo smascheramento in diretta o porre domande e ricavare informazioni su questo affare.
Decisamente optò per la seconda.

« Chi ha mai detto che queste azioni avvengano all'oscuro del nostro nobile comandante? Ciò che questo cristallo indica vale molto più della vita di Padro... ci conduce direttamente all'isola-rifugio di Laurens de Graaf: Pirate's Bay. »

Attese il primo momento di silenzio per avvicinarsi al cristallo ed esaminarlo.
« Mmh. Ci spiegherai meglio l'intero affare, voglio sperare. »
Fece due passi indietro e s'allontanò dal mercenario, l'espressione si fece seria e la voce chiara e nitida.
« Ma dimmi, Drenthe: cosa ci guadagniamo ad aiutarti, compare? »
« Oro, artefatti magici: tutto ciò che è custodito laggiù è tanto potente da poter creare un regno, o rovesciarne un altro. Dobbiamo solo prenderlo. La verità è che non esiste alcuna rotta per il Nuovo Mondo; ciò che è stato compiuto è stato fatto per raggiungere Nuronat, recuperare la chiave e solcare lo Zar fino all'irraggiungibile covo del Kraken. »

« Che cos'ha da guadagnarci lei da tutto questo? Cosa le fa credere che un uomo disposto ad assassinare i membri del proprio equipaggio pur di raggiungere l'obbiettivo, sia disposto a spartire il bottino con lei o chiunque altro in questa spedizione? E soprattutto, come il signor Floki le ha appena fatto notare, che cosa avremmo noi da guadagnarci nell'aiutarla? »
Touchè.
Vaal aveva sradicato intelligentemente le parole di bocca di Floki e le aveva fatte sue e poi vomitate dinanzi a Drenthe. L'assassino incrociò le braccia e sul volto s'originò un accenno di sorriso mentre lo sguardo si spostava da Vaal al volto del mercenario.

« Per molti, già sapere la verità sulla vera destinazione dei nostri passi potrebbe essere una ricompensa... Ma volete davvero sapere cosa guadagnerete dall'aiutarmi? Tutto ciò che riuscirete a prendere. Ragionate: cosa può guadagnare il comandante dal gettare ombre sull'unica altra nave che possa competere per il tesoro, uccidendo misteriosamente degli uomini a bordo? Per essere chiari, Ortiz non sa che vi ho appena messo a parte del piano. »
« Per adesso. »
Intervenne la sciamana indicando un punto della spiaggia dove la sagoma di Olivia correva furiosamente verso il molo. Floki alzò gli occhi al cielo e sospirò.
Donne.
Prima ti fanno godere poi ti pugnalano alle spalle.
Se era intelligente quanto brava a scopare avrebbe tenuto la bocca chiusa ma sapeva benissimo che, purtroppo per lei, avrebbe spifferato tutto ad Ortiz, poco ma sicuro.
E tale cosa significava una freccia in meno nella faretra di Floki.

« A quanto pare non vi sarà più spazio per i segreti, signor Drenthe. Mi auguro per voi che sarete più convincente nello spiegare la vostra versione dei fatti al resto dell'equipaggio, poiché io non vi credo. »
Nel frattempo Vaal sganciò la propria alabarda e la piantò nel terreno con fare intimidatorio. La situazione si stava scaldando e con l'arrivo dell'equipaggio e di Ortiz stesso sarebbe divenuta di fuoco. Floki, come sempre, rimase in disparte, braccia incrociate e spalle appoggiate alla parete. Voleva a tutti i costi dare una possibilità al mercenario: la famelica e insaziabile voglia di arricchirsi lo faceva pendere dalla parte di Drenthe. Tuttavia voleva gustarsi lo spettacolo ma soprattutto era curioso di vedere come se la sarebbe cavata il mercenario dalla variopinta corazza. Si limitò a fischiettare un motivetto tipico di Dorhamat, giusto per spezzare il silenzio elettrico.
Per gli Dèi, quanto amava godersi lo spettacolo senza parteciparvi.


Floki Noctis
lo Spettro

CS 8 ~ Agilità 1 - Destrezza 3 - Intelligenza 4

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 90%
Status Fisico: Danno medio sotto forma di lacerazione (braccio sx).
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Spada d'acciaio__ Riposta.
Pugnale__ Riposto.
Crepuscolo__ Riposto. [º º º º º]
Veleno Necrotico (Miscela Necrotica)__ Inutilizzato.
Veleno Logorante (Miscela Logorante)__ Inutilizzato.
Liquido del Camaleonte (Gemma della Trasformazione)__ Inutilizzata.


Abilità in uso

filius umbra__Impossibile da individuare attraverso i suoni o gli odori.
Nessuna vibrazione prodotta e non produrrà tracce sul terreno.
Annullamento completo dell'aura.
{Passiva Lvl.1, 2 e 3 Talento Assassino}

ante gradum__Non sarà possibile per gli altri personaggi intuire che cosa stia macchinando.
Si confonderanno le sue bugie con la verità e viceversa.
+ 2CS al campo "Intelligenza" ogniqualvolta il nemico usa una tecnica magica.
{Razziale Ombra "Allineamento Imperscrutabile" + Pergamena Discendenza Arcana - Mago}

aranae__Capacità di camminare ovunque, dalle pareti e ai soffitti
all'acqua, persino usando l'aria come appoggio.
{Pergamena Sostegno - Ladro}

oculi noctem__Le tenebre non ostacolano la sua vista, né il fumo o la nebbia.
{Pergamena Scrutare nelle Tenebre - Mentalista}

cerebrum inviolabilem__Difesa psionica passiva.
{Pergamena Mente Impenetrabile - Mentalista}


Attive Utilizzate

///


Note: in sintesi Floki propende perlopiù verso Drenthe, non perché gli stia simpatico o chissà che ma per il semplice fatto che potrebbe rivelarsi un'utile fonte di guadagno futura. Naturalmente, però, vuole anche godersi lo spettacolo imminente e vedere come Drenthe si sarebbe mosso nei confronti di Vaal e soprattutto dopo aver visto Olivia scappare verso il porto. Se ne sta in disparte e osserva, divertito :v:



 
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Drag.
view post Posted on 19/10/2014, 23:54




( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud, l'ultimo porto di Nuronat - Akeran - Garmurath )
pov - Urrka

Il capitano Urrka parlava di rado; la maggior parte della sua ciurma poteva contare sulle dita di una mano le occasioni in cui avevano scambiato qualche frase con il famigerato corsaro. Una conversazione con lui era addirittura impensabile. Il nano aveva sempre dato molto peso alla propria voce ed alle parole che pronunciava: guardandolo negli occhi glaciali, tuttavia, nessuno aveva mai scambiato il suo silenzio per reticenza; Urrka sapeva che ogni parola ha un potere recondito dentro di sè, capace di muovere gli animi e uccidere gli uomini. Era una capacità da utilizzare con cautela, e forse era proprio per quel motivo che il suo compagno più fidato era Kanca - un nano privato della lingua durante la schiavitù.
Il capitano della Garmurath osservava dalla vetrata del castello di poppa la sabbia nera di Nuronat, squadrando gli uomini di Ortiz intenti nel riapprovvigionamento della caracca. Sbuffò impercettibilmente: constatare il bisogno della Orgoglio di rimpianguare le proprie scorte era soltanto l'ennesimo esempio dell'incompetenza del rampollo dei de Santos. La sua fregata corsara era più che colma di vettovaglie ed equipaggiamento: avrebbero potuto rimanere per mare per due mesi, se così avesse desiderato.
Ma il suo incarico era diverso: scortare Ortiz lungo la leggendaria rotta attraverso l'Oceano Zar era un compito spigoloso; per molti sarebbe stato un enorme privilegio, perchè accompagnare un nobile in una spedizione così gloriosa comportava fama, titoli e, forse, persino terre. Se lui fosse stato un nano del Sultanato, avrebbe accettato con gioia quella missione e l'avrebbe portata a termine con abnegazione e sacrificio, a prescindere dall'inettitudine dell'uomo che doveva seguire.
Ma Urrka non aveva a cuore il Sultanato.
I suoi antenati non lo avrebbero accolto con favore, quando sarebbe andato nell'oltretomba; segretamente, il corsaro sperava di morire per mare, dimenticato, e attraversare i fondali di Voljund in compagnia di tutti gli amici trasformati in spettri. I suoi quartieri all'interno della Garmurath erano tutt'altro che spartani: pesanti drappi rossi coprivano i vetri tinti di verde scuro, gettando ombre sui triclinii disposti a semicerchio e coperti di seta. Urrka non viveva per la morigeratezza: era un pirata, ed amava il denaro ed il potere. La lettera di corsa che teneva sempre con sè era solo un accordo profittevole con poteri schiaccianti e più forti del sistema in cui amava vivere.
La verità era una e semplice: l'età d'oro della pirateria era conclusa.
Su Dorhamat sventolavano i vessilli del Sultanato e il Governatore, nonostante chiudesse volentieri un occhio sulle scorribande dei suoi irrequieti sudditi, s'intrometteva fin troppo spesso nei loro affari.
Urrka li odiava tutti; li avevano privati della libertà una seconda volta, fingendo di donarla loro con la Riunificazione. Era una menzogna: le acque non erano mai state così pattugliate. Prima o poi Qashra avrebbe volto lo sguardo a sud, decidendo di porre fine alla sfrenatezza di Dorhamat: per quanto lo rivoltasse ammetterlo, Urrka voleva essere dala parte giusta di quella spada quando essa sarebbe calata. Nessuno di loro poteva impedirlo, quindi era obbligato ad ingoiare l'orgoglio - come quel maledetto vascello - e onorare il contratto che lo vincolava al Governatore.

« ... »

Kanca era apparso alle sue spalle, immobile; il vicecapitano della Garmurath teneva le possenti braccia conserte sopra il petto. Kanca (un nome che in lingua nanica significava "uncino", e si poteva facilmente intuirne l'origine dal minaccioso piccone alla sua cintola), come suo solito, non palesò la propria presenza - Urrka l'aveva già sentita. Tozzo, tatuato e dal cranio quadrato, Kanca era la personificazione della schiavitù che la loro razza aveva subìto prima della Riunificazione. Gli era stata mozzata la lingua per le sue idee pericolose nei primi momenti della ribellione, e da quel momento non aveva più potuto pronunciare alcun incantesimo. A dispetto delle apparenze selvagge e pericolose, il muto mago di bordo della fregata corsara era una creatura intelligente, colta e spietata. Non esisteva braccio destro migliore - nè nano che Urrka volesse al suo fianco.
« Ortiz è uno stolto. », disse. La voce del capitano era insolitamente monocorde, ma tagliente e profonda. « Ha perso molti uomini la scorsa notte - troppi. Non arriverà intero alla fine di questo viaggio... e saremo noi a pagarne le conseguenze. »
« ... »
« Seguimi. Andiamo a ricordargli qual è il suo posto. »
Chi seguiva; chi doveva temere.

Urrka discese la passerella con passo misurato e tranquillo. Nonostante apparisse piuttosto anziano ed avesse perduto negli anni molta brillantezza e temerarietà proprie della gioventù, nessuno ebbe il coraggio di incrociarne lo sguardo. Il nano corsaro camminò lungo il pontile sfoggiando la sua armatura steccata e la sua mantella rossa con cupa, minacciosa fierezza. Le daghe decorate sul fianco mancino promettevano sangue e morte proprio come il tonfo dello stivale sul legno, simile al lugubre rimbombo di una grande campana. Seguito a ruota dal muto vicecapitano, Urrka aprì il proprio sentiero semplicemente con la terribile presenza che lo circondava, preceduto dalla paurosa fama di cui godeva.
« Baba! Bilmeniz gereken bir şey var. »
La voce calda ma urgente di una ragazza costrinse il vecchio capitano ad arrestare la propria marcia in direzione della sala grande dentro la quale Ortiz de Santos aveva allestito una postazione di comando. Urrka si voltò, scrutando il volto della giovane guerriera dai capelli rossi che gli si avvicinava con il fiato spezzato e il viso madido di sudore.
« Söyler, Olivia... »

( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud, l'ultimo porto di Nuronat - Akeran )
pov - Vaalirunah; Floki Noctis

In un istante, un turbinìo di emozioni sconvolse il volto di Drenthe; il mercenario passò dal sorpreso al furibondo, per poi tornare nuovamente ilare e sornione. Era convinto di aver giudicato correttamente quei due, ma si era incredibilmente accorto che aveva sottovalutato sia la correttezza di Vaalirunah che l'imprevedibilità di Floki. Proprio da quest'ultimo si aspettava più appoggio: osservarlo fischiettare, come estraneo alla faccenda, lo aveva annichilito. Il sicario adottava la più antica delle tattiche: stare in disparte a guardare.
Non pensava l'avrebbe fatto: era una sfida notevole.
« Equipaggio? », domandò ridacchiando, facendo il verso a Vaalirunah. Drenthe osservava il terzetto composto dal sicario, da Lirin e dall'uomo-lucertola da sotto l'ombretto nero che nascondeva gli occhi a mandorla; il suo sguardo pareva sarcastico, irriverente. « Quale equipaggio? Da che parte credete che stia Olivia Herrera...? »

( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud, l'ultimo porto di Nuronat - Akeran )
pov - Ged



Gli occhi di ghiaccio di Urrka parevano in grado di congelare l'oceano stesso. I suoi gesti, solitamente così composti e calcolati, tradivano un ira difficilmente contenuta - come un vulcano che accumula una tremenda energia prima di esplodere, e portare con sè un'isola intera.
« Non arriverete a nessun nuovo mondo, progenie dei draghi... », disse con voce profonda e rancorosa. Squadrava il sacerdote con un'espressione indagatrice ed ostile, ma il suo busto e la sua corazza erano rivolti al tavolo dietro il quale stava Ortiz Lopes de Santos. « ...Semplicemente perchè non esiste una rotta che possa trovarlo. »
« --cosa? »
« Siete ubriaco, nano?! »
Belu-Maz strabuzzò gli occhi, incredulo di udire quella sentenza dalle parole di Urrka; Kanca non aveva gradito affatto l'appellativo dispregiativo con cui il comandante della Orgoglio aveva chiamato il suo capitano, e fece un passo avanti. Le parole del corsaro, tuttavia, precedettero ogni sua azione.
« Credevi di tenermi a lungo all'oscuro dei tuoi piani, viscido leccapiedi del Governatore? Ho udito del vero premio che attende questa spedizione: Pirate's Bay! Il leggendario tesoro del Kraken! Sei uno stolto se pensi che seguirò te ed i cani del Sultanato in una missione bugiarda al solo scopo di arricchire voi ed i vostri signori. »
« Un altro che vanvera dell'eredità d'oro di quello stolto pirata... de Graff è pura fantasia, e non riesco ad immaginare come tutti voi possiate credere di trovarvi qui per lui. Siete folli? »
« Solo menzogne escono dalle tue labbra, serpente. I tuoi mercenari sulla spiaggia, e le loro azioni, raccontano tutt'altra storia.
Avresti dovuto temere Laurens de Graaf, e portare rispetto alla genìa di cui facciamo tutti parte.
»

Come al rallentatore, Urrka si volse verso il mezz'orco. Belu-Maz reggeva ancora la sciabola, abbassata lungo il fianco, ma la sua mascella era serrata - così come la sua determinazione.
« Belu-Maz, hepsini öldür. Uccidili tutti. », sentenziò, uscendo dalla sala insieme a Kanca dopo aver voltato le spalle ai presenti.

In un istante, il mezz'orco afferrò la mano di Ortiz - quella che reggeva il pugnale con cui aveva minacciato Ged, e che mai aveva riposto - e, volta quell'arma verso il suo stupefatto proprietario, la piantò in mezzo al suo petto.

( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud, l'ultimo porto di Nuronat - Akeran )
pov - Vaalirunah; Floki Noctis

« In questo momento sono abbastanza sicuro che stiano tutti dando del loro peggio, laggiù. »
Mentre indicava la spiaggia, Drenthe sfoderò la wakizashi che teneva infilata accanto alla coscia sinistra. Era un'arma elegante, di color rosso ramato - quasi damascato - ed un filo decisamente letale. Ciononostante, il pirata continuava a sorridere; nessuno si rese conto che Shaqra, sospirando, era rientrata in casa chiudendo la porta dietro di sè - come uscendo dalla storia, dimenticandosi di quei disperati combattenti.
« Avrei apprezzato molto il vostro supporto - dopotutto ve l'avevo gentilmente domandato, quando vi ho invitati questa mattina. Un'Ombra », ammiccò in direzione di Floki, « ed un Drago? Per non parlare della signorina Lirin, idolo indiscusso della nave. Per esempio, avrei potuto chiedere al letale assassino qui di fronte di scatenare un piccolo incidente sulla Orgoglio - un incendio, un'esplosione? - per distrarre tutti coloro che non sono intenti ad ammazzarsi l'un l'altro e salire sulla Garmurath... »
In un istante, il mercenario sfilò una perla dal braccialetto sulla sua mano destra, protetta da un guanto d'arme. Quel gesto fu così rapido da risultare quasi invisibile, innaturale: era qualcosa di più di semplice esperienza - era abilità pura. Come le mani di un ladro sono agili e veloci, quelle del consumato pirata saettavano da un oggetto all'altro. La perla che l'uomo teneva tra le dita era poco più grande di una biglia grigia, ed egli la scagliò con forza a terra dinanzi a loro scatenando una fitta coltre di fumo e nebbia.
« Dovete decidere da che parte stare. Possiamo ancora vincere tutti... »
La sua voce si fece sinistra, nonostante fosse difficile individuarne ora l'origine ed impossibile vedere naturalmente chi pronunciava tali parole.
Drenthe era un talento nel gioco sporco: la wakizashi, così come il guerriero che la impugnava, comparverso improvvisamente alla sinistra di Vaalirunah; egli mirava alla possente alabarda, tentando di colpirla con un fendente alto per "decapitarla" della sua pesante testa affilata e renderla così inutilizzabile. Ma il suo attacco era ben lungi dall'essere compiuto: poichè in teoria aveva dalla sua l'elemento sorpresa - essendo apparso dalla nebbia -, Drenthe avrebbe tentato un calcio circolare basso per sbilanciare l'uomo-lucertola e gettarlo a terra, con la wakizashi alla gola.
Per quanto a volte la violenza avesse il sopravvento su di lui, infatti, il pirata non amava uccidere.
Non quando questo non gli portava profitto, ovviamente.



QM POINT ::
Le cose si fanno intense!
Andiamo con ordine. Wolfo, Belu-Maz ha aggredito Ortiz piantandogli il suo pugnale nel petto (ferita Critica). Non ti sta ancora attaccando direttamente, ma presto lo farà. Possiede una discreta serie di passive che ti elencherò in Confronto. E' un Guerriero puro. Sei libero di reagire come preferisci (supportandolo, attaccandolo, inseguendo Urrka, rimanendo inerte)
Az e Fatal: uno di voi ha deciso di fare da spettatore, l'altro si è schierato apparentemente contro Drenthe, che non l'ha presa proprio benissimo. Prima vi suggerisce un piano d'azione, poi decide di aggredire Vaalirunah. Anche lui è un personaggio piuttosto potente e, per evitare lungaggini, provvederò domattina ad elencarvi poteri e quant'altro. Si serve di una biglia fumogena per cancellare i propri spostamenti, poi cerca di danneggiare il tuo equipaggiamento (pergamena Frantuma Scudi del Guerriero); finisce la sua azione con un calcio (semplice attacco fisico) per farti cadere supino e puntarti la wakizashi alla gola. Come per Wolfo, provvederò in Confronto a scrivere uno specchietto con le sue passive, CS, riassunti delle tech ecc.
Avete tempo 4 giorni da DOMANI, quindi fino a sabato 25 compreso.
 
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view post Posted on 23/10/2014, 20:09
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Nuronat; spiaggia
PoV: Vaalirunah



« Quale equipaggio? Da che parte credete che stia Olivia Herrera...? »

L'idea lo trafisse come una lama nello sterno.
Per un attimo smise di respirare. Riprese le redini dei propri pensieri quando ormai Drenthe aveva già iniziato a sciorinare il resto, instillandogli l'impressione - fastidiosa come un tarlo - di aver fatto uno sbaglio. Magari il capitano di cui il pirata aveva parlato fino a quell'istante non era lo stesso a cui aveva pensato Vaalirunah: si trattava di Urrka, il nano. Doveva essere stato il leader della Garmurath ad aver ordito il sabotaggio, proprio come in tanti sull'Orgoglio pensavano sarebbe successo. O forse Drenthe stava semplicemente giocando con lui, cercando di fargli perdere la concentrazione. Del resto, per quale ragione Olivia avrebbe dovuto seguirli di soppiatto se fosse stata già consapevole della macchinazione?

Qualcosa continuava a non quadrare, e più parole uscivano dalle labbra del suo interlocutore, meno Val sentiva di potersi fidare.
Poteva ben darsi che fosse un subdolo trucchetto di un'abile ingannatore, e difatti l'uomo non si lasciò attendere prima di passare ai fatti. Una coltre di fumo scuro investì ogni cosa nei dintorni, privandolo della vista e del contatto con il suo avversario. Il mezzodrago tuttavia non si lasciò cogliere dal panico. Istintivamente assunse una posizione di guardia, mentre le sue scaglie - e tutto ciò con cui erano a contatto - iniziavano ad offuscarsi e a fondersi con l'ambiente circostante, seppur solo nelle apparenze. Percepì il rumore dell'acciaio sguainato a qualche metro sulla sua destra - probabilmente Lirin che estraeva le lame - e infine vide Drenthe riemergere dalla nube pronto a sferrare il suo attacco, un attimo troppo tardi.

La sciabolata troncò di netto la testa dell'alabarda prima che Val potesse aver modo di reagire, ma fortunatamente grazie all'acquistata elusività non gli fu particolarmente difficile evitare la successiva offensiva con un leggero balzo all'indietro. Senza neppure volerlo, lo stesso stratagemma gli valse l'inaspettato vantaggio di risparmiarsi una freccia nel ginocchio, terrore di ogni avventuriero. Il genere di cose che ci si dovrebbe aspettare da un sicario, ma che nella concitazione dell'attimo aveva fatto l'errore di non considerare.

« A quanto pare con la sua sciolta parlantina si è già vinto un sostenitore, signor Drenthe. »
commentò lanciando non più di un'occhiata di sbieco all'assassino
« Ho paura tuttavia che con me si dovrà dare più da fare. »

Per il tempo che lo sciamano impiegò a gettare la ormai inutilizzabile asta d'acciaio, la sua apprendista si era già lanciata in direzione del pirata con l'intenzione di arrivargli alle spalle. La cortina si era ormai quasi del tutto dissipata e avevano entrambi una buona visuale del bersaglio.

« Sono particolarmente testardo. »

Promesse di denaro e giri di parole, per quanto ben elaborati, non sarebbero mai stati sufficienti a fargli cambiare bandiera così in fretta, non nel bel mezzo di una spedizione che poteva benissimo andare alla deriva come rivelarsi l'occasione di una vita. Ma il tempo delle chiacchere si era già esaurito: quello dei fatti aveva preso il suo posto non appena Drenthe aveva deciso di sfoderare la propria spada.

I dettagli si sarebbero discussi al termine di quella - sperava breve - schermaglia.
Possibilmente, senza qualche morto sul terreno.

« ... »

Concentrò le proprie forze nella mano destra e quando tese il braccio in avanti le sabbie circostanti vibrarono in risposta. Una serie di agglomerati compatti si sollevarono tutt'attorno con un boato, convergendo sul busto del pirata proprio mentre Lirin - quasi accovacciata - tentava una rapida manovra mirata a recidere le caviglie di Drenthe con un taglio netto, e allo stesso tempo a privarlo di prezioso spazio di manovra alle sue spalle. Non era sua intenzione ferirlo troppo gravemente, ma era dell'idea che il pirata fosse una minaccia che necessitasse d'essere celermente sistemata, prima che potesse mettersi in una posizione di vantaggio, in particolar modo dal momento che Floki aveva deciso di aiutarlo.



Vaalirunah ~ Starlight Shard
▌Stato fisico: ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ (danno da lacerazione al fianco; graffi e ferite superficiali sparse)
▌Stato mentale: ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ (perfetto)
▌Energia residua: 65% (95% - 10% - 20%)

CS:
— 1 in Istinto
— 2 in Saggezza
— 1 in Intelligenza


Passive:
— Memoria fotografica
— Resistenza psionica
— Immunità al dolore psionico
— Percezione delle Illusioni
— Conoscenza geografica/culturale dell'Akeran
— Affinità naturale con le bestie
— Percezione di punti critici vitali (anti-immortale)


Attive:
1 - Presa dalla descrizione razziale: [...] Con un consumo Medio, Val è in grado di mimetizzarsi parzialmente con l'ambiente circostante, garantendosi la possibilità di evadere con maggiore facilità gli attacchi fisici nemici. I bordi del suo corpo appariranno all'avversario trasparenti e poco definiti. La tecnica dura per due turni.

2 - Dominio della Sabbia: [...] Le applicazioni del potere non sono tuttavia esclusivamente difensive: con un consumo Alto, egli sarà capace di far convergere agglomerati di sabbia compatta - generalmente simili a pugni o a blocchi - sulla posizione del nemico, schiacciandolo nel mezzo e cagionando un danno pari al consumo.


Note: Ordunque, andiamo per ordine. Non appena Drenthe lancia la bomba fumogena, Val reagisce istintivamente attivando la propria capacità di mimesi naturale (pergamena Mimetizzazione del Cacciatore, consumo Medio). Il primo attacco è comunque troppo improvviso, e considerando sia la disparità di CS sia l'azione ostruttiva della cortina gli è impossibile ergere una difesa per tempo e finisce per perdere la propria arma; evita invece il secondo con un saltello - sfruttando le capacità elusive della tecnica - e lo stesso vale per quello a tradimento di Floki. A questo punto Lirin dovrebbe essere già nelle vicinanze di Drenthe, cercando di aggirarlo. Cerca di colpirlo alle caviglie con un colpo di sciabola effettuato da accovacciata (attacco fisico, il famiglio ha 0CS), mentre Val utilizza un attacco compreso in Dominio della Sabbia (ovvero Pietre Animate dello Sciamano) di potenza Alta, mirato al torso di Drenthe.




 
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.Azazel
view post Posted on 24/10/2014, 18:56




A Nation of Thieves
take what is ours, Atto VII
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~


« Equipaggio? »
Domandò ridacchiando il mercenario. Lo sguardo assumeva tratti canzonatori e beffardi mentre osservava l'insolito terzetto che aveva di fronte.
« Quale equipaggio? Da che parte credete che stia Olivia Herrera...? »
Il fischiettìo di Floki iniziò a scemare d'intensità fino a scomparire definitivamente, segno che le parole di Drenthe avevano pizzicato determinate corde nel suo animo.
Olivia.
Sul viso dell'assassino si stampò un sorriso affilato, tagliente, del tutto fuori luogo e inconcepibilmente orripilante e insano: dietro esso però vi era ingabbiata la rabbia più pura e atroce, la voglia insaziabile di eliminare quella puttana che poche ore prima aveva stretto e scopato e che ora desiderava solo uccidere. Infine ogni tassello andò al suo posto - sempre se le parole di Drenthe fossero risultate veritiere -, Urrka il nano e il suo equipaggio: che fossero loro la vera minaccia? Che fossero loro i veri sabotatori travestiti da alleati, pronti ad agire per annientare l'impresa stessa nello Zar?
Forse doveva importargliene qualcosa.
Ma obbiettivamente di quei giochetti politici non gliene importava nulla.
Floki pensava solo all'invito di Drenthe, e il sol pensare ad eventuali ricchezze ad attenderlo una volta aiutato il mercenario nel viaggio da lui descritto gli faceva venir la pelle d'oca dall'entusiasmo. Sia l'Orgoglio che la Garmurath potevano anche colare a picco e sprofondare negli abissi più oscuri dell'oceano, niente aveva importanza se non supportare - per il momento - Drenthe.
L'aria era divenuta elettrica e timidamente il metallo delle armi faceva capolino fuori dai foderi.

« Avrei apprezzato molto il vostro supporto - dopotutto ve l'avevo gentilmente domandato, quando vi ho invitati questa mattina. Un'Ombra ed un Drago? Per non parlare della signorina Lirin, idolo indiscusso della nave. Per esempio, avrei potuto chiedere al letale assassino qui di fronte di scatenare un piccolo incidente sulla Orgoglio - un incendio, un'esplosione? - per distrarre tutti coloro che non sono intenti ad ammazzarsi l'un l'altro e salire sulla Garmurath... »
Con un gesto fulmineo Drenthe sfilò una perla da uno dei suoi tanti braccialetti e la scagliò con veemenza a terra: da essa scaturì una fitta coltre di fumo e nebbia che inglobò i presenti.

« Dovete decidere da che parte stare. Possiamo ancora vincere tutti... »
...o solo pochi hanno le palle per farlo.
Concluse mentalmente fra sé e sé la frase del mercenario mentre osservava, senza alcun problema alcuno, tutti i movimenti che avvenivano nella cortina fumogena. Silente come un'ombra e infido come una serpe, Floki afferrò Crepuscolo e rovesciò una boccetta di veleno nella faretra. Incoccò una freccia, tese la corda e lasciò partire il colpo nella nebbia.
Il mercenario si era però già scagliato verso Vaal e con un insidioso fendente troncò di netto la testa dell'alabarda del lucertolone. La freccia scoccata da Floki non trafisse mai la coriacea carne di Vaal che, con un mix di prontezza e fortuna, balzò indietro evitando il pericoloso dardo.

« A quanto pare con la sua sciolta parlantina si è già vinto un sostenitore, signor Drenthe. Sono particolarmente testardo. »
Vaal e Lirin erano due corpi diversi che parevano agire con un'unica mente, in battaglia: il bersaglio era Drenthe e Floki, per la seconda volta, era proprio curioso di vedere il mercenario all'opera.
Dio non voglia che un'Ombra accompagni uno smidollato in un viaggio che prometteva rischi, pericoli e ricchezze.
Doveva esser certo di aiutare la persona giusta.
I favori di un assassino non si comprano certo con poco.


Floki Noctis
lo Spettro

CS 8 ~ Agilità 1 - Destrezza 3 - Intelligenza 4

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia: 90%
Status Fisico: Danno medio sotto forma di lacerazione (braccio sx).
Status Psicologico: Indenne.

Equipaggiamento in uso

Spada d'acciaio__ Riposta.
Pugnale__ Riposto.
Crepuscolo__ In uso. [º º º º º]
Veleno Necrotico (Miscela Necrotica)__ Utilizzata.
Veleno Logorante (Miscela Logorante)__ Inutilizzato.
Liquido del Camaleonte (Gemma della Trasformazione)__ Inutilizzata.


Abilità in uso

filius umbra__Impossibile da individuare attraverso i suoni o gli odori.
Nessuna vibrazione prodotta e non produrrà tracce sul terreno.
Annullamento completo dell'aura.
{Passiva Lvl.1, 2 e 3 Talento Assassino}

ante gradum__Non sarà possibile per gli altri personaggi intuire che cosa stia macchinando.
Si confonderanno le sue bugie con la verità e viceversa.
+ 2CS al campo "Intelligenza" ogniqualvolta il nemico usa una tecnica magica.
{Razziale Ombra "Allineamento Imperscrutabile" + Pergamena Discendenza Arcana - Mago}

aranae__Capacità di camminare ovunque, dalle pareti e ai soffitti
all'acqua, persino usando l'aria come appoggio.
{Pergamena Sostegno - Ladro}

oculi noctem__Le tenebre non ostacolano la sua vista, né il fumo o la nebbia.
{Pergamena Scrutare nelle Tenebre - Mentalista}

cerebrum inviolabilem__Difesa psionica passiva.
{Pergamena Mente Impenetrabile - Mentalista}


Attive Utilizzate

///


Note: niente da segnalare, agisco - ovviamente - in maniera identica a quella descritta in confronto, né più né meno. Chiedo venia per il post striminzito, cercherò di rifarmi il prossimo giro. loggiuro :v:



 
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Wolfo
view post Posted on 27/10/2014, 10:27





A Nation of Thieves
take what is ours


Z18bS


- Credevi di tenermi a lungo all'oscuro dei tuoi piani, viscido leccapiedi del Governatore? Ho udito del vero premio che attende questa spedizione: Pirate's Bay! Il leggendario tesoro del Kraken! Sei uno stolto se pensi che seguirò te ed i cani del Sultanato in una missione bugiarda al solo scopo di arricchire voi ed i vostri signori. -

Fu sconvolgente. Ged aveva intuito la situazione fin dall'inizio, e il corsaro gli aveva confermato quasi tutti i dubbi che si portava con sé dall'inizio del viaggio. Tuttavia, quelle erano pur sempre la parole di un pirata, e il sacerdote non avrebbe potuto credergli senza fare domande.

- Solo menzogne escono dalle tue labbra, serpente. I tuoi mercenari sulla spiaggia, e le loro azioni, raccontano tutt'altra storia.
Avresti dovuto temere Laurens de Graaf, e portare rispetto alla genìa di cui facciamo tutti parte. -


Pirate's Bay, Laurens de Graaf... c'erano troppe incognite in quella spedizione.
Il nocchiero non sembrava conoscere la situazione fino in fondo. Probabilmente era stato ingannato anche lui, vittima di un gioco che andava ben oltre la sua autorità. Il sacerdote era furioso, era stato ingannato senza alcun ritegno.
Tuttavia, prima che potesse dire la sua, accadde l'incredibile.

- Belu-Maz, hepsini öldür. Uccidili tutti. -

Ged non riuscì a nascondere il proprio stupore; Belu-Maz, il mezz'orco, era d'accordo con il corsaro e - rapido - aveva pugnalato il povero Ortiz senza alcuna pietà, nell'ovvio tentativo di ucciderlo. Il sacerdote non riuscì a reagire, si sentiva come paralizzato dall'accaduto. Aveva fiducia nel mezz'orco, e questo lo aveva tradito con una facilità estrema.

Digrignò io denti e, furente, apostrofò il suo avversario; - Belu-Maz, maledetto! - gridò, mentre congiungeva le mani in preghiera per richiamare a sé tutto il suo potere. Aveva stupidamente gettato a terra la propria arma, e non aveva il tempo di recuperarla. Ortiz stava morendo.
Dal corpo del sacerdote si sprigionò un'onda d'urto pressante e invisibile, con lo scopo di paralizzare l'assalitore e impedirgli di aggravare ulteriormente la ferita del capitano. - Lascialo andare, bestia! - disse al suo avversario, prima di abbozzare una nuova offensiva.
Dopo un rapido scatto in avanti, il pastore strinse con forza la macina, generando un'intensa luce direttamente nel suo pugno. Questo si colorò di una brillante patina dorata, ed esplose quando si avvicinò al petto Belu-Maz. Un semplice gancio, portato con tutta la furia che il sacerdote aveva nel cuore.

Durante l'attacco, Ged cercò lo sguardo del nocchiero, sperando che quest'ultimo si mettesse in salvo.
Doveva salvare Ortiz, e uscire da lì il più in fretta possibile.


legenda

basso: 5% - medio: 10% - alto: 20% - critico 40%

Stato fisico: danni alti corpo (taglio di entità media al braccio destro / taglio di entità media al fianco sinistro);
Stato psicologico: indenne;
Energia: 50%;

CS: 3 (1 istinto / 2 astuzia);

Equipaggiamento: Lancia, armatura naturale;

Note: Cerco di paralizzare il mezz'orco con la personale a costo medio e, in seguito, gli dò un pugno (mirando il petto), portato con l'attiva personale a consumo alto. In termini tecnici, prima che il pugno arrivi nei pressi del corpo del bersaglio, dalla mano di Ged si sprigiona un fulmine di potenza alta.
Chiedo ancora scusa per il ritardo ^^'


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Passive:

- Ged ha ereditato dalla prestigiosa razza dei draghi un intelletto sorprendentemente acuto, che gli permette di ricordare anche i più infimi dettagli del suo passato.

- Nel caso in cui Ged si dovesse trovare innanzi ad una illusione, indipendentemente dalla natura di quest'ultima, sarebbe sempre in grado di discernerla come tale, pur non dissolvendola né distruggendola. Non si lascerà ingannare dalle più banali illusioni, riuscendo a distinguerle sempre per ciò che sono.

- Il sacerdote vanta di una normale difesa psionica passiva.

- Qualsiasi difesa ad area richiamata da Ged - che sia magica, psionica o fisica - vanterà di un potere difensivo pari al consumo speso.


Attive:

Ged, con un consumo medio di energia, potrà creare una sorta di campo magnetico (dalle sembianze di una cupola trasparente, visibile soltanto per la leggera distorsione dell'aria) avente un diametro di circa dieci metri. Ad eccezione del sacerdote e dei suoi alleati, i bersagli presenti nell'area rimarranno paralizzati, incapaci di muoversi all'interno della cupola di energia.
In termini di gioco, si tratta di un attacco ad area di natura magica che genera, su tutti i bersagli, una costrizione di livello basso e dalla durata di un turno.

Una volta investito dalla benedizione dei draghi, Ged sarà in grado di manipolare l’elemento sacro, edificando fulmini e saette direttamente dal proprio corpo. Queste avranno una traiettoria precisa e potranno rivolgersi soltanto a un singolo bersaglio. La tecnica, di natura magica e variabile, avrà lo scopo di bruciare letteralmente il bersaglio, causando ustioni più o meno gravi a seconda del consumo speso. [alto]

-

 
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Drag.
view post Posted on 30/10/2014, 00:05




( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud, l'ultimo porto di Nuronat - Akeran )
pov - Vaalirunah; Floki Noctis

La prodezza bellica di Vaalirunah era sorprendente. L'uomo lucertola aveva abilmente evitato di cadere inerme a terra grazie ad una spettacolare abilità di mimetizzazione: i suoi tratti erano divenuti del colore dell'ambiente circostante, rendendolo confuso e distorto - difficile da individuare senza concentrarsi. Solo in quell'istante Drenthe realizzò che non avrebbe potuto andarci molto leggero con il duo; la freccia nera che feriva la sabbia là dove doveva esserci la gamba del draconide indicava che Floki aveva compiuto la sua scelta, ma sembrava attendere sviluppi. Non poteva biasimarlo: era un opportunista, proprio come lui: aveva dimostrato abbastanza supporto affinchè dichiarasse da che parte intendeva schierarsi, ma non voleva scoprirsi così tanto da rischiare di perdere il vantaggio. Se Vaalirunah e Lirin lo avessero sconfitto - improbabile, ma possibile - si sarebbero trovati stanchi e provati contro un sagace sicario privo di scrupoli. Floki Noctis poteva ribaltare quella situazione quando voleva, e Drenthe era certo che si stesse godendo quella facoltà osservandoli combattere.
Il pirata non amava combattere; era un maestro del combattimento, ma non gli piaceva ferire o uccidere senza uno scopo. Le armi, per quanto potenti o raffinate fossero, erano soltanto uno strumento per la sua ambizione. Avrebbe preferito non sguainare mai la propria lama contro Vaalirunah, ma non gli aveva dato alcuna scelta; l'aveva mal giudicato: era una personalità intrigante, dopotutto.
Tutti loro lo erano.

Notò immediatamente il movimento accerchiante di Lirin - anche se, più che vederlo, lo intuì. Era la stessa azione che avrebbe compiuto lui in un frangente simile. Astuta ragazza, pensò.
Drenthe aveva avuto modo di osservare il modo in cui combattevano la notte precedente; l'attacco di quei mostri marini era stato un vero colpo di fortuna, e gli aveva permesso di studiare le loro capacità. Il mercenario sapeva che l'uomo-lucertola era in grado di manipolare la sabbia, creando offensive o strette letali; non poteva star fermo e permettere che quella tattica a tenaglia si serrasse su di lui. Neppure si voltò per considerare l'attacco di Lirin - sapeva sarebbe giunto da qualche parte alle sue spalle, forse alla schiena o alle gambe. Il pirata balzò lateralmente proprio nell'istante in cui l'attacco magico di Vaalirunah stava per affondare: l'atletico tuffo verso la sua sinistra gli permise così di schivare anche il fendente della giovane dell'Akeran, che andò conseguentemente a vuoto. Il bugiardo mercenario rotolò in avanti, voltandosi poi per rinfocolare il proprio assalto.
Ma non poteva più permettersi di giocare - non questa volta.
La wakizashi, impugnata con la mano mancina, saettava velocissima proprio come se si trattasse del naturale prolungamento del suo braccio. Lampi rossastri seguivano la sua scia mentre il pirata scattava innanzi prodigandosi in una serie di ampi - forse anche troppo - fendenti. Il primo bersaglio del suo attacco fu Lirin: assalendola presumibilmente dal fianco, Drenthe mirò con l'estremità della piccola spada alla spalla sinistra della ragazza cercando di ferirla - un taglio sottile, ma non grave. Il secondo attacco sembrò un affondo verso il suo sterno, ma cambiò all'ultimo direzione per dirigersi con il filo verso Vaalirunah. Anch'esso, tuttavia, era una finta: la mano destra del mercenario aveva infatti afferrato la sputafuoco ed aveva aperto il fuoco sulla coscia destra della ragazza.
Drenthe era un turbinìo spettacolare ed eccessivo. Il suo stile di combattimento era esattamente come la sua personalità: falso ed imprevedibile, vistoso e narcisista.
Compiva finte e controfinte ma non puntava mai al colpo decisivo, sferrando attacchi larghi ma velocissimi - come un mastro d'armi in un'esibizione cerimoniale, o un giullare che giocola con affilati coltelli d'argento.
Mollò immediatamente la presa sulla pistola, che cadde nella sabbia con un tonfo sordo: tutta la sua offensiva era ora concentrata su Vaalirunah - il vero scoglio da superare. La wakizashi tentò di colpirlo quattro volte attraverso altrettanti fendenti, due orizzontali e due obliqui, che puntavano ai suoi arti. Ogni colpo era sferrato con l'intento di far soffrire l'avversario, ma ben lontani dal renderlo inabile al combattimento... o alla missione.

( Arcipelago di Dorhamat, estremo sud, l'ultimo porto di Nuronat - Akeran )
pov - Ged

Ortiz boccheggiava; le braccia erano appena aperte, le mani tremanti come foglie in balìa della tempesta: lo shock ed il dolore sembravano incapacitargli la decisione se strapparsi il pugnale dal petto o lasciarlo lì, piantato tra le sue costole. Bolle di sangue scoppiarono dalle sue labbra, gonfie dell'ossigeno che i polmoni, maceri di sangue, non riuscivano più a trovare. Il tradimento del mezz'orco era stato così repentino ed inaspettato che nessuno aveva avuto modo di fermarlo nè di realizzare ciò che aveva appena compiuto: Cleomenes, nonostante i tanti anni trascorsi in mare - e le molteplici battaglie che aveva combattuto - si ritrovò a fissare incredulo il suo comandante agonizzare, ancora incredibilmente eretto, sotto i suoi stessi occhi.
Solo Ged aveva avuto la prontezza di reagire.

« Non osare rivolgere la tua rabbia contro di me, prete! »
Belu-Maz venne investito prima dalla scarica magica del sacerdote, che lo bloccò istantaneamente. I suoi muscoli possenti si tesero enormemente nello sforzo di liberarsi da quella prigione sacra, pompando sangue agli arti che, appena appena, riuscirono a muoversi. Non fu sufficiente: l'energia sprigionata dal gancio di Ged lo assalì violentemente, scaraventandolo all'indietro con una terribile ustione al centro del petto.
Belu-Maz, però, non percepì alcun dolore; si sentiva tradito da Ortiz, da Cleomenes e persino dal sacerdote. Si era imbarcato sulla Orgoglio come mercenario e compagno di Olivia, segretamente ingaggiato da Urrka per tenere d'occhio la situazione e, presumibilmente, avere più carte in mano qualora gli eventi avessero volto al peggio. Apprezzava onestamente sia il nocchiero che il prete dell'Aurum, ma scoprire che i timori di quest'ultimo erano fondati lo aveva sconvolto. L'ordine del nano corsaro era stato eseguito con incodizionato zelo solamente perchè, in cuor suo, il mezz'orco non poteva tollerare di essere stato usato come una pedina. Urrka aveva ragione: solo menzogne uscivano dalle labbra di quel viscido Ortiz: meritava la morte.
« Siete stati tutti usati per scopi più grandi di voi, e li assecondate! Li appoggiate!
Voi siete le bestie!
»

Il grido con il quale Belu-Maz annunciò la propria carica fu così rancoroso e carico di risentimento da sconvolgere tutti i presenti; Cleomenes, che aveva sguainato le daghe, riuscì solo parzialmente a mettersi sulla traiettoria del mercenario - finendo presto a terra, dolorante. La sua ferita si era riaperta, e macchie rosse tingevano le sue vesti verdi. Silenziosamente, le sue labbra mimarono due parole: "fermalo, Ged".

Ma Belu-Maz non poteva essere fermato: nonostante sembrasse più piccolo degli uomini dal sangue meticcio - e di certo non era possente quanto un orco di razza pura -, il mercenario godeva di un fisico duro come l'acciaio e resistente come alberi secolari. Gridando furiosamente, il pirata afferrò il pugnale dal costato di Ortiz e, dopo averlo scagliato con forza terrible verso il ventre del sacerdote, lo caricò con tutta la forza che aveva in corpo.
La sua cavalcata sembrava più il rombo furioso di una mandria di bufali che quella di un singolo uomo, come se T'al stesso fosse uscito dalle sue fornaci per donargli nuovo ardore.
Avrebbe spezzato Ged.


QM POINT ::
Nuovo turno di combat. In Confronto vi passo tutto il cartiglio tecnico con i riassunti.
Avete tempo sino al 03/11/14 compreso!
 
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view post Posted on 1/11/2014, 18:28
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h e l l i s n o w
······

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Nuronat; spiaggia
PoV: Vaalirunah



Le speranze di chiudere in fretta quel fastidioso diverbio si infransero in fretta dinanzi alla prodezza dello spadaccino. Con un unico e agile balzo aveva eluso entrambe le offensive, e ora si preparava al contrattacco. In cuor suo, Vaalirunah sapeva che il proprio desiderio di non dilungarsi troppo nello scontro non aveva radici esclusivamente pacifiste: sapeva che la ferita al fianco gli avrebbe impedito di continuare a combattere, e l'ennesima fitta che lo colpì non appena ebbe concluso la propria - vana - offensiva glielo ricordò. Ma non poteva far molto se non provare una seconda volta.

Per quanto gli fu possibile, tentò dunque di nascondere la propria sofferenza all'avversario e riacquistò una posizione di guardia.

Drenthe si muoveva agile come un'anguilla sott'acqua e colpiva con precisione assoluta.
La prima a farne le spese fu Lirin: sorpresa dalla destrezza del proprio avversario, cercò di improvvisare una difesa alla stoccata del corsaro, ma senza fare in tempo. La wakizashi penetrò solo superficialmente nella spalla, ma il taglio fu doloroso abbastanza da strappare una smorfia di dolore alla ragazza. Con il secondo e ancora più inaspettato colpo di coda riuscì senza troppa fatica a prenderle anche un grido. Il piombo si scavò una piccola fossa nella coscia della fanciulla fra sprizzi di sangue e polvere da sparo, costringendola immediatamente in ginocchio.

Basandosi sul fatto che i colpi erano stati portati volontariamente in zone non vitali, Val comprese all'istante che nei piani del suo nemico vi era il solo interesse di impedire alla sua apprendista di aiutarlo quando si sarebbe scagliato su di lui, e per questo fu pronto a reagire quando venne il suo turno. Richiamò in proprio aiuto i medesimi poteri impiegati poc'anzi, che in quel frangente lo avrebbero servito in altra maniera. Le spire di sabbia si avvolsero rapidamente attorno al corpo dello sciamano, formando strati difensivi che seppur non pienamente efficaci - riuscirono a smorzare in buona parte l'impeto dell'assalto avversario. Ad ogni sferzata la spada del pirata si infrangeva contro una barriera di granelli di sabbia perdendo parte della propria potenza, cosicché alla fine Vaalirunah riuscì ad emergere dal confronto coperto di - molti - squarci superficiali.

« Sono stanco di questa inutile schermaglia. »
confessò al proprio avversario con un ringhio a metà fra il dolore e l'irritazione
« Se non è intenzionato a confessare i suoi reali intenti, vorrà dire che mi prenderò io stesso questa verità. »

Il draconide non si spostò di un millimetro dalla propria posizione, soltanto la robusta coda si sarebbe mossa in una rapida sferzata che avrebbe sollevato un abbondante mucchio di sabbia indirizzato agli occhi del bucaniere. Più o meno contemporaneamente, Lirin, tutt'altro che intenzionata a starsene buona a guardare, avrebbe rapidamente sfilato un coltello da uno degli stivali per poi lanciarlo rabbiosa in direzione della schiena di Drenthe. Forse non poteva più muoversi con quella brutta ferita alla gamba, ma se il bandito aveva davvero pensato di averla messa fuori gioco così facilmente si sarebbe ben presto dovuto ricredere. E Val non aveva certo finito lì, poiché il suo tentativo di accecare l'avversario era semplicemente un diversivo che sperava lo avrebbe aiutato ad avvicinarsi quel che bastava per tentare un calcione al ginocchio, e soprattutto il colpo a palmo aperto indirizzato al petto, volto a sbilanciare definitivamente il pirata e costringerlo a terra. Inoltre, se fosse riuscito a toccarlo, avrebbe cercato di sfiorare la sua mente attraverso le proprie arti segrete - vero intento dietro l'intera sequela di colpi. Se fosse riuscito a cogliere le verità che andava cercando, forse sarebbe riuscito finalmente a comprendere che diavolo stesse succedendo in quella spedizione. Soprattutto, il ruolo che gli sarebbe convenuto svolgere negli eventi dell'immediato futuro.



Vaalirunah ~ Starlight Shard
▌Stato fisico: ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ ♥♥♥♥ (danno da lacerazione al fianco; graffi e ferite superficiali sparse; lacerazioni sparse di entità complessiva pari ad un medio)
▌Stato mentale: ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ ₪₪₪₪ (perfetto)
▌Energia residua: 50% (65% - 10% - 5%)

CS:
— 1 in Istinto
— 2 in Saggezza
— 1 in Intelligenza


Passive:
— Memoria fotografica
— Resistenza psionica
— Immunità al dolore psionico
— Percezione delle Illusioni
— Conoscenza geografica/culturale dell'Akeran
— Affinità naturale con le bestie
— Percezione di punti critici vitali (anti-immortale)


Attive:
1 - Dominio della Sabbia: Un insieme di arti magiche incentrate sul controllo e la manipolazione della sabbia (o terriccio, a seconda delle zone dove viene impiegato), affinato da Val sfruttando alcune delle conoscenze dello sciamano Kushaja. Per esempio, spendendo un obolo di energie Variabile, masse di sabbia vorticante si verranno a formare in difesa della Scaglia o di eventuali alleati, assumendo le forme più disparate a seconda della necessità del caso e arrestando offensive di pari o inferiore potenziale. [...]

2 - Comunione/Recisione: Tramite un contatto fisico - generalmente nell'area del capo - e un consumo Basso, sarà in grado di assimilare rapidamente tutti i ricordi del soggetto, aiutandosi nella ricerca delle ferite invisibili da sanare. La tecnica, benché indubbiamente più sfruttata a tale scopo dallo sciamano fino ad oggi, può andare ben oltre le semplici applicazioni mediche, dal momento che le informazioni così acquisite possono rivelarsi utili in tante maniere diverse.


Note: La notevole disparità di CS assieme alle finte operate da Drenthe impediscono in qualsivoglia maniera a Lirin di evitare gli attacchi, così li incassa entrambi riportando la ferita più sostanziosa alla coscia (per il colpo di pistola). Quanto a Val, si difende parzialmente dall'offensiva di Drenthe sfruttando la parte difensiva di Dominio della Sabbia (aka: Dominio della Terra dello Sciamano) a consumo Medio. Incassa dunque un Medio complessivo ripartito fra i quattro arti, che non gli impedisce di contrattaccare. Utilizza la sua coda per sollevare una bella manciata di sabbia a sorpresa mirando al volto del pirata, e si prodiga immediatamente dopo in due attacchi fisici ravvicinati, uno che consiste in un calcione al ginocchio e l'altro invece in un colpo a palmo aperto diretto al torace. Quest'ultimo a contatto attiverà la tecnica Comunione/recisione (la stessa che aveva usato sul cadavere di Padro) nel tentativo di cogliere dalla mente di Drenthe la verità circa la situazione. Più o meno allo stesso tempo, Lirin - in ginocchio - sfila il coltello e lo lancia alla schiena di Drenthe (anche questo semplice attacco fisico).

EDIT: Corretto un errore nel calcolo dei danni.






Edited by Fatal_Tragedy - 2/11/2014, 10:22
 
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