Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Rou ~ Grysleer

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view post Posted on 30/9/2014, 12:16
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Maestro
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« Le... le quattro prove? »
Gurghanosh inspirò sonoramente, rilasciando poi un ampio sospiro. L'aria parve smuoversi appena, per poi tornare ad un'innaturale immobilità. Geeste, dal canto suo, parve tremare quasi; evidentemente non si aspettava una risposta del genere. Aspirava a mantenere il controllo della conversazione, il dominio e l'attenzione dei disperati Grysleer nel palmo della sua piccola e tozza mano. Eppure, qualcosa non andava secondo i suoi piani. L'orgoglio del popolo maledetto, della tribù rintanata nell'angolo remoto del mondo e costretta a sopravvivere di stenti, andava anche oltre la loro stessa disperazione. Aiutati si, ma a modo loro. Senza implorare la pietà altrui, ma dimostrandosi degni di riceverla.
« Co-cosa sono le... quattro prove? » balbettò ancora l'orco, mentre Alascura schioccava la fauci ripetutamente, in un rimbrotto perpetuo che rassomigliava sempre più ad una stentata risata.
Evidentemente, non era abituato a vedere il suo padrone così in difficoltà. E lo trovava divertente, forse.

« Ciascun Grysleer affronta una di queste prove » aggiunse Gurghanosh con tono fermo « con esse provano l'ingresso alla età adulta »
« il posto in cui viviamo è un posto arido e spoglio, Groenleer » aggiunse il Pellegrigia « quindi i nostri giovani devono dimostrarsi degni di affrontarlo... »
« ...o morire prima di farlo. »

Dalla folla si levarono alcuni rimbrotti e risate strozzate. Nel mezzo, emersero quattro figure familiari, che in breve circondarono il gruppetto nei pressi di Geeste.
« Non si era parlato di prove » disse Ser Bliteran si attorcigliava il baffo biondo nervosamente, passeggiando avanti ed indietro entro un metro di terra « se è uno sporco trucco per ucciderci »
« ...tanto valeva lasciarci nella tempesta » aggiunse, sbottando con fare arrogante.
Poco distante brillarono i coltelli luccicanti di Maler, che il mezzo-sangue teneva legati alla cintura, senza fodero. Un passo per scoprirsi e due per distanziarsi da Ser Blitzeran.
Infine, una risata strozzata ed una mano a tapparsi la bocca, quasi non fosse sufficiente a fargli trattenere l'ironia del momento. « Lo trovi divertente, mezzosangue... ? » sbottò l'altro, fissandolo.
« Trovo divertente quanto tu ti stia pisciando sotto » gli rispose Maler, quasi immediatamente « ...e devo dire che è la cosa migliore che mi sia capitata oggi. »
« Immagino che quelli come te siano pagati per sembrar sempre sicuri di se » incalzò Blitzeran « d'altronde quello che vuoi è attirare la loro fiducia, no? »
Maler smise di ridere, tornando ad assumere un tono più compassato. « Ancora - non ho idea di cosa tu stia parlando » aggiunse, nervoso
« ma di certo io non ho paura di nulla » concluse, fissandolo con odio.

« Beh, io ho paura di certo » si levò una voce, poco distante. Calvin borbottava tra se e se, visibilmente scosso da quanto stava udendo.
Di fianco, il nano tossì corposamente udendo le sue parole, e gli rispose colpendolo con una vigorosa gomitata. « Oh piantala Calvin » disse, paonazzo in volto
« non è proprio il momento di fare le femminucce »

Gurghanosh sbatté i palmi delle mani e nella stanza piombò nuovamente il silenzio.
« Ciascuno di voi affronterà una delle quattro prove » disse, con tono di voce fermo « e si dimostrerà degno del popolo Grysleer. »
Poi sorrise, con una smorfia del volto che parve quasi innaturale, per uno come lui. La bocca piena di zanne si mostrò in tutta la propria raccapricciante imponenza « Eppure, non siamo mostri. »
« Vi disporrete in coppia, una coppia per ciascuna prova » aggiunse, quasi sorridendo « e sarete voi a scegliere le coppie. »

Poi si levò in piedi, parlando con tono imperante: « Che siano proclamate le quattro prove! »
Dal fondo della sala si levò la voce di un altro Grysleer, in abito cerimonale, che decantava l'elenco delle prove come fosse un rituale religioso.

« Il Pozzo Profondo, il buio del pozzo in cui ogni Grysleer affronta le proprie paure e le voci del passato che lo attraggono verso la perdizione;

Il Percorso Penitente, il cammino di ogni Grysleer verso il proprio scopo è pieno di ostacoli e lo costringe a mettere in discussione le proprie capacità;

La Prova Proba, il confronto della forza è la prima qualità richiesta ad ogni Grysleer, ove quando tutto manca, soltanto i muscoli salvano dalla morte;

La Punta Prorompente, l'ascesa verso la gloria è un percorso in salita, che soltanto i più agili ed i più scaltri Grysleer riescono a superare. »


Nella sala calò nuovamente il silenzio.
« Bene, scegliete » concluse Gurghanosh, in un invito mascherato da ordine.



CITAZIONE

QM Point ~
Questo turno l'avrei voluto unire col precedente, ma francamente non volevo appesantire troppo il post di prima. Quindi prendete questo turno come un piccolo "intervallo". Ovvero, vi sono richiesti post semplici, in cui ciascuno di voi dovrà scegliere una prova ed il "compagno" con cui la vuole affrontare. I compagni sono, vi ricordo: Calvin, il giovane spaventato; Albrick, il nano anziano; Ser Blitzeran, il mercante arrogante; Maler, il tagliagole mezzosangue. Hole, in alternativa, può scegliere di affrontare la prova col Bedouin (diversamente, il Bedouin rimarrà escluso dalle prove, ma - essendo sotto la tua responsabilità - non è necessario che le affronti).

Tempi: fino a sabato 4 ottobre (quattro giorni, in quanto è un post rapido).
Domande o dubbi, dove sapete.

 
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view post Posted on 2/10/2014, 16:43
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Rou ~ Grysleer - Compagni -
Già, lei cercava ancora un surrogate di giustizia su quella terra calpestata da demoni ma come poteva trovarla se nemmeno lei era disposta a rischiare la propria vita per una giusta causa? Adesso era nei guai fino al collo e non riusciva a pensare ad altro che ad un modo per potersene andare via da lì il più in fretta possibile. Purtroppo le loro vite erano state soggiogate da quelle che, secondo l’orco, dovevano essere delle docili creature pronte a inchinarsi davanti ai suoi piedi per la mano che stava tendendo loro Purtroppo i docili micini si trasformarono in belve affamate che avrebbero accettato il loro aiuto…se loro fossero rimasti in vita per poterlo fare. Il demone e la ragazza, in quel momento, erano d’accordo solo su una cosa: se fossero uscite vive da quella storia avrebbero cercato di picchiare a sangue Geeste sputandogli addosso tutta la rabbia che provavano in quel momento.
Adesso però era giunto il momento di stare fermi ad ascoltare cosa riguardassero le quattro prove. Per le loro regole e le loro usanze quelle erano prove che affrontavano i giovani Grysleer per entrare nell’età adulta, eppure erano mortali, allora riguardavano solo la forza bruta?


”Se riguardano la forza bruta siamo fregate, almeno cerca di scegliere una prova dove si deve usare il cervello e soprattutto scegli un compagno all’altezza!”



Ririchiyo non aveva ascoltato il demone fino a quel momento, perché avrebbe dovuto iniziare proprio ora? Si guardò in giro vedendo che si erano radunati tutti lì e adocchiò Calvin, Albrick e tutta l’allegra combriccola con la quale era arrivata. SI avvicinò a loro giusto il tempo di sentire le loro voci e i loro discorsi. Maler stava solo facendo lo spaccone. Non aveva paura? Chissà come mai allora la giovane era pronta a scommettere che lui sarebbe stato il primo a cedere, nella sua vita aveva imparato che la vera forza non si dimostra in quel modo, alla fine sarebbe solo risultato un vigliacco, questo almeno era solo il suo giudizio. Solo quando sentì la voce tremolante del ragazzo che l’aveva salvata sorrise appena appoggiandogli una mano sulla spalla e rimanendo in silenzio. Non c’era molto da dire, voleva solo fargli sentire che non era da solo.


”Non osare scegliere lui Ririchiyo Shirakiin, non scegliere un umano o te ne pentirai! Prendi il nano piuttosto!”



Il momento di scegliere era giunto più velocemente di quanto si aspettasse. Si guardò in giro soppesando attentamente ogni singolo individuo:
    -Ser Blitzeran, un mercante con cui non veniva molta voglia di commerciare, fino a quel momento lei l’aveva completamente ignorato ma non le aveva fatto una grande impressione. Aveva intenzione di vendere cara la sua pelle ma se proprio doveva morire non intendeva farlo al fianco di una persona così sgradevole;
    -Maler, quello che si credeva superiore a tutti gli altri e che aveva osato prendere in giro chi, giustamente, se la stava facendo sotto dalla paura. Per quanto coraggioso chiunque avrebbe fatto un passo indietro al pensiero che quelle prove erano mortali e adattate comunque a creature che sembravano avere una forza bruta non indifferente. Di sicuro se erano testati per loro non era delle gare di logica. Decisamente non avrebbe voluto averlo come compagno anche se, probabilmente, era quello che in battaglia ci sapeva più fare di tutti;
    -Albrick, il nano simpatico, di sicuro era quello che avrebbe potuto avere più chance rispetto agli altri con lei, un grande guerriero e anche molto simpatico. Certo non sarebbe stato male sceglierlo;
    -Calvin, l’ultimo che aveva deciso di soppesare. Il demone le aveva detto di non sceglierlo perché era quello che sembrava avere meno forza e meno coraggio di tutto il gruppo, eppure si era dimostrato un grande eroe ai suoi occhi. Aveva provato a salvarla anche a costo di mettere a repentaglio la sua stessa vita. Si, anche se era debole, anche se era spaventato, probabilmente era l’unico che avesse davvero voglia di avere al suo fianco in quelle temibili prove.
Rimase un attimo ferma a riflettere ancora, guardando fisso davanti a lei prima di alzare lo sguardo con decisione.


«Se Calvin vuole potrebbe essere il mio compagno!»



Disse poi, sorridendo con infinita dolcezza verso quel giovane. Già, per quelle prove non avrebbe dovuto scegliere il guerriero più forte e impavido, ma quello con cui si poteva creare un vero rapporto di fiducia e che, sicuramente, non l’avrebbe abbandonata. Strano da dirsi ma anche lei non l’avrebbe fatto. Le possibilità per quanto le riguardavano, questa volta, erano solo due: uscirne insieme o morire insieme.
Il demone non sembrava essere molto d’accordo, dentro di lei sembrò esplodere di rabbia cercando di colpire le pareti dell’anima della sua giovane portatrice.


”Tu ci stai condannando a morte! No ne hai alcun diritto!”



Già, lei stava decidendo per entrambe senza essersi consultata con Lilith, anche perché sapeva già chi il demone avrebbe scelto: Maler e lei non voleva.
Ora era venuto il turno di scegliere anche la prova e non sapeva bene quale potesse essere la meno pericolosa. Di sicuro non aveva voglia di fare a braccio di ferro con qualsiasi cosa si fosse trovata di fronte quindi, fra tutte, la prima scelta le sembrava più sensata. Sapeva qual era il suo passato e sapeva anche che era in grado di gestirlo, la cosa che non sapeva era quale fosse quello di Calvin ma, se era ancora vivo, non doveva essere poi così tremendo!


«Dato che siamo obbligati…scegliamo il pozzo profondo!»



Si pose proprio alla destra del ragazzino spaventato, appoggiandogli poi la mancina sulla spalla, quasi a volergli trasmettere un po’ di sicurezza e a fargli capire che era pronta a sostenerlo se fosse caduto. Ne sarebbero usciti insieme, ne era sicura!


CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: medio da sollevamento
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 90%
»Cs: 2
    1 Maestria armi
    1 Astuzia
»Equipaggiamento: Arco, 15 colpi a giocata
Specchietto riasuntivo
Come compagno sceglie Calvin e come prova il pozzo profondo.

 
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view post Posted on 3/10/2014, 15:42
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Cardine
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R   O   U
Grysleer



Viaggiare è una magia meravigliosa e fragile.

Basta un istante perché la grande bellezza svanisca, lasciando spazio ad ansie, frustrazioni e rimpianti. Basta un passo falso oltre la via per smarrirsi. Solcare il deserto era stato piuttosto piacevole, fino al momento in cui la tempesta non aveva colpito e spazzato via le aspettative di tutti. Ma quella delle dune di finissima sabbia era comunque una bellezza sottile, caduca ed estremamente pericolosa. Osservare l'inferno può essere una visione sublime, ma finirci dentro pone ogni dettaglio in una prospettiva diversa.
   Taliesin amava rischiare. Tutti lo sapevano, nemmeno lui lo nascondeva. Tentava il fato nei modi più disparati, quando poteva permettersi di farlo, e spesso alzava un po' troppo il gomito. E dopo le ultime imperiose parole di Gurghanosh, che gli piombarono addosso come una condanna, ebbe la conferma definitiva di aver perso, e di essere caduto nella solita trappola. Nascose la faccia tra le mani e svuotò i polmoni con un lungo sospiro, mentre attorno a lui gli altri passeggeri della carovana si rizzavano in piedi: già litigavano e si accordavano, oppure discutevano di cosa fosse saggio fare a quel punto.
   Taliesin si stropicciò gli occhi, secchi e arrossati dal calore e, dopo essersi concesso quell'istante di profondo sconforto, si alzò in piedi e allargò le spalle, cercando come di imporsi davanti a quel modo a lui così ostile, ma per quanto ci avesse provato, non si sarebbe mai sentito a suo agio. Il tempo del cordoglio per la propria anima alla deriva era terminato, però, e ogni istante passato a disperare era un istante perso.
   Coppie? Pensò, squadrando i pellegrigia con aria incredula. È questo il gesto di umanità? La vedeva come un'altra sentenza, ancor più pesante della prima. In cuor suo infatti sapeva già chi tra i reduci della carovana sarebbe andato con lui, per un motivo o per l'altro. Non poteva lasciarlo solo, e non poteva tirarsi indietro. Per un attimo incrociò lo sguardo di Juan, il Bedouin, ma poi aggrottò le sopracciglia e gli voltò le spalle. Pensare di averlo tra i piedi in una di quelle prove non lo riempiva di buon umore, diciamo.
   Nella stanza spartana del Grysleer anziano - un essere che sarebbe risultato dispregiativo definire imponente - la tensione era palpabile. Il pelleverde con a fianco la sua bestia scura aveva messo i viaggiatori in una situazione orribile, anche se tutti ormai parevano aver accettato la propria sorte, Taliesin compreso. Non che avessero altra scelta, certo.
   Eppure c'era ancora una preoccupazione più grande, peggiore del Bedouin inetto e delle prove da affrontare; temeva ancora una minaccia incombente, che ora aveva un nome ben preciso: Turrumpluviae.
   Il musico si avvicinò a Mickey, posandogli una mano sulla spalla in modo discreto e attirando così la sua attenzione. Quello si voltò, riservandogli il solito ghigno befferdo, che sorprese il bardo come se quello fosse il loro primo faccia a faccia. Gli occhialetti erano calati sul volto, come al solito, e i capelli biondi sembravano più spettinati che mai. Mickey era un tipo buffo, ma anche con un braccio mostruoso e un occhio in meno non aveva perso il suo fascino magnetico, inspiegabile ma intenso. Ripensando a quanto successo al Caravanserai si convinse definitivamente a fidarsi di lui. Al di là dell'aspetto i due erano più simili di quanto il vagabondo volesse ammettere.
   «Devo parlarti, socio» si limitò a sussurrargli. Con una mano scostò il mantello, mostrando all'amico la sacca, sempre più vuota e leggera minuto dopo minuto. Aveva alcune cose da spiegargli, e alcune questioni da discutere. Quattro occhi sarebbero stati meglio di due.

Si avvicino a Juan, aconra incredulo e scosso. Lo squadrò con sguardo un po' perplesso, ma serio.
   «Io e te andiamo al Percorso Penitente, Juan» gli disse, scandendo le parole con calma. Aveva deciso pochi istanti prima cosa fare di lui, e la scelta era stata naturale, quasi ovvia. Una sola intuizione - una speranza! - aveva permesso a Taliesin di non disperare più del necessario. Il nomade non sembrava né abile né affidabile, ma se entrambi avessero superato la prova, allora anche lui si sarebbe guadagnato la stima e l'approvazione dei pelleverde. Questo significava una sola cosa: un problema in meno a cui pensare. Magari gli avrebbero restituito un cavallo, permettendogli di andarsene da lì.
   «Supereremo la prova e tu potrai andartene da qui. Da solo. Intesi?»




Condizioni generali
Stato fisico - 14/16
• danno medio da contusione
Stato mentale - llleso
CS - 6 (2 intelligenza, 1 astuzia, 2 destrezza, 1 determinazione)
Energia - 75/100

Equipaggiamento
Itinerante, artefatto/arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura.
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, artefatto/set di armi da lancio, materiale sconosciuto, venti unità per giocata.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto/oggetto generico, strumento musicale.
Amuleto dell'auspex, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo magico, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo furtivo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Cristallo del talento, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Diamante, oggetto dell'erboristeria (due unità), conferisce un potere passivo.
Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria, un uso per giocata (utilizzata)
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, funziona come una cura dell'equipaggiamento.
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, rigenera il 5% della riserva energetica. (utilizzata)
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, applicabile a un'arma per danneggiare l'Energià nemica del 5% a turno, per due turni di gioco.
Corallo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco.
Rubino, oggetto dell'erboristeria, conferisce due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco.

Poteri passivi
Audacia, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Amuleto dell'auspex, auspex passivo basato sull'udito.
Tomo magico, accesso alle pergamene della classe Mago.
Tomo furtivo, accesso alle pergamene della classe Ladro.
Cristallo del talento, accesso al livello successivo del Talento.
Diamanti, 2 CS aggiuntive in Destrezza (due unità).
Illusionista, passiva di primo livello, le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate.
Illusionista, passiva di secondo livello, possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento.
Illusionista, passiva di terzo livello, fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Seconda abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Quinta abilità personale, utilizzo della polvere in combattimento per avantaggiarsi infastidendo gli avversari.
Sesta abilità personale, cure di potenza pari al consumo.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: progenie dei demoni. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Riassunto
Percorso Penitente con Juan, il caro Bedouin. Ho ommesso buona parte del momento in cui Taliesin e Mickey discutono, poiché dovrebbe rimanere riservato. Ci penserà DanT&, in caso, a specificare qualcosa di più.
 
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Vermilion
view post Posted on 4/10/2014, 10:21




ROU
Grysleer

Rimasi in silenzio cercando di capire la situazione in cui ci eravamo trovati. Eravamo stati rapiti o salvati da quel gruppo di coriacei pelle grigia? Avevamo uno scopo, o eravamo puro divertimento per loro? Molte parole si alzarono sopra i vari discorsi, ma in tutte vi era una vena di preoccupazione. Tanto valeva che ci lasciaste morire azzardò uno, che effettivamente non aveva tutti i torti. Presi a camminare ai margini della grande "sala" che ci ospitava, non avevo idea di cosa fossero quelle prove che avevano poco prima citato né tantomeno quali fossero gli scopi del loro portavoce. Prove che dimostrano il passaggio all'età adulta per il loro popolo, grugnì il mastodonte lasciando trasparire da un ghigno sadico l'aver compreso la completa inutilità di quel gesto. Fin dagli albori di ogni civiltà senziente, prove per dimostrare il proprio valore e determinare il passaggio all'età adulta si sono susseguite e raffinate. Agli albori erano prove crude, dure, incentrate su superstizioni e cultura primitiva. Mi fermai nel gironzolare fermando lo sguardo su quello che ormai potevo identificare come il capo tribù. Proporre a degli sconosciuti ai quali era stata risparmiata la vita di svolgere prove per l'età adulta, che per loro stessa logica di creazione accettavano il candidato nella grande famiglia, come uno di loro. Ripensai alle parole di Geeste, a come avesse proposto di aiutare quel popolo, e a come ci avesse implicitamente condannato a tutto quello. Sospirai, lasciando una sottile voluta di fumo da sotto la maschera scheletrica. Avrei avuto domande da porre, più serie e ragionate che il mormorio venutosi a creare in seguito all'annuncio. Solo il nano sembrava accettare con orgoglio e testa alta la sentenza capitale che era stata implicitamente espressa dal Pellegrigia. Sorrisi, nello stupirmi ancora una volta di come quella razza potesse vantare una fermezza degna d'invidia. Si levò sopra tutti, per l'ennesima volta, la voce profonda di Gurghanosh, annunciata da un'assordante battito di mani a richiamare l'attenzione. Sembrava non confidare troppo nelle nostre abilità, e per non sottrarsi un sano e crudo divertimento tribale ci disse di sceglierci un partner per affrontare la prova scelta. Un sorriso malvagio e divertito si disegnò sul volto grinzoso del colosso, mentre quello che pareva un sacerdote decantava le varie prove. Mi fissai sul nano, accostandomi a lui e piegandomi sulle ginocchia per sussurrargli all'orecchio. « Dimmi, vecchio nano, hai ancora voglia di finire il massacro che avevamo cominciato in mezzo alla tempesta? » L'aria calda del fuoco che accompagnava le mie parole parve rinvigorire la vecchia roccia, che ancor prima di voltarsi mise su un sorriso compiaciuto. « Puoi dirlo, carbonella. » rispose secco e rinvigorito dal pensiero dello scontro.
Le venature sul volto si accesero per un istante, qualche fiammella crepitò tra il fumo che avevo per capelli e divertito mi rimisi in piedi a fianco del mio compagno. Non potevo chiedergli altro che una prova di pura forza bruta, e la cosa mi intrigava visto che non era il mio campo d'eccellenza. Guardai dritto il banditore, e poi spostai lo sguardo sul grande grigio. « Io e il nano alla Prova Proba » crepitai sicuro facendo ardere gli occhi di brace in segno di sfida.
NOTE
Come concordato scelgo Albrick alla Prova Proba.
 
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DanT&
view post Posted on 5/10/2014, 21:09




Rou ~ Grysleer
Scelte






Il volto di Gurghanosh pareva scolpito nella pietra, la mascella squadrata, l'arcata sopraccigliare, gli occhi incavati simili a due pozzi profondi come il più nero degli abissi.
Mickey rabbrividì percorrendo con lo sguardo le linee che decoravano il capo dei Grysleer, qui e lì intaccata da profonde cicatrici testimoni di un burrascoso passato.
Con chi diavolo aveva a che fare?
L'aver pronunciato il suo stupido discorsetto, adesso, gli sembrava un'idea demente all'inverosimile. Come cazzo era riuscito il suo stupido cervello bacato a partorire un'idiozia di quelle proporzioni?
Orgoglio? Senso dell'onore? Volontà di aderire alla causa Pellegrigia, certo, ma talmente zelante da apparire, a quel punto, ridicola. Il Tuttofare si morse le labbra.
Dal fondo della sala, intanto, un Grysleer in un abito che aveva tutta l'aria di essere da cerimonia si mosse. La sua voce tonava nella sala rimbalzando su ogni parete e risultando amplificata quasi magicamente. Le prove erano quattro, tutte ampollosamente titolate da nomi spaventosi. No, non dovevano superarle tutti tutte, ma soltanto una e, per carità orchesca, avevano diritto ad affrontarle in coppia scegliendo sia la prova che il compagno.
La smorfia contorta scivolò via dal viso del Faccendiere, rilassandolo. Si voltò di scatto verso Taliesin ed incontrò lo sguardo preoccupato del bardo che si trovava lì lì per dirgli qualcosa.
Mickey lo fissò di rimando, interrogativo, mentre aguzzava le orecchie e vedeva le prove prese e i suoi compagni accoppiarsi. Non doveva perdere tempo o i migliori sarebbero stati scelti lasciando per ultimi i meno promettendi, come quando da bambini si formano le squadre per giocare con una palla di stracci e i capitani prendono subito i più forti.


Il Bardo gli sussurrò all'orecchio qualcosa di interessante. Mickey sorrise, lascivo, mentre trasaliva eccitato e stringeva il braccio dell'uomo rosso che si era avvicinato tanto da fargli sentire il fiato che sapeva di menta piperita e spezie esotiche. Il Tuttofare annuì, convinto, ricambiando la fiducia che Taliesin aveva riposto in lui con la sua informazione, altrettanto preziosa e, per certi versi, sconvolgente oltre che enigmatica. Concordavano, i due. Quattro occhi vigili erano sicuramente meglio di una coppia sola. E no, non era proprio il caso di fare coppia in una di queste prove. Il Bardo aveva la sua opera pia da buon samaritano da dover portare avanti, la messa in salvo del Bedouin che, ad occhio e croce, avrebbe lavato dalla coscienza sporca del Rosso una buona stuola di peccati. Lui invece aveva altro da fare, altro a cui pensare, qualcun altro a cui mirare.


Si avvicinò al mezzosangue che lo guardava dal basso, ancora seduto a gambe incrociate con le due lame protette dal fodero accanto alle ginocchia.
Io e te dobbiamo parlare.
Esordì con un sorriso che non lasciava presagire nulla di buono.
Io e il mio amico, qui -indicò Maler al Grysleer, con la mano in aria e il dito all'ingiù che lo puntava- prendiamo la Punta Prorompente.
Le scaglie sul volto del mezzosangue fremettero per un istante, ma non diedero altro segno di emozione. Gli occhi vacui di Maler incontrarono quelli del Tuttofare che brillavano di un desiderio interno a stento nascosto. Luccicavano di brama verso le informazioni che quel ragazzo poteva fornirgli e il mondo a cui potevano dargli accesso. Non riusciva a smettere di fissarlo.
Non vedeva l'ora di cominciare.






q8qu


CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato

• Energia: [85%]
• Stato fisico: Medio [Da lacerazione, sparso]
• Stato psichico: Illeso -
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza] 1 [Determinazione]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi abitante di Dortan diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]
Red - Rivers - Reverie [Passiva della Spaccaculi che fa ignorare il dolore fisico e psionico nel turno in cui una tecnica della falce viene attivata; Raggiunti i tre utilizzi delle tecniche concesse dalla falce il portatore cade in berserk perdendo la capacità di ragionare ed attaccando amici e nemici indifferentemente]
Furia [0/3]
Lust [Tramite il Sinistro Peccatore Mickey intuisce la abilità di un personaggio od un oggetto che entrano a contatto con il suo tocco]
Envy [Una volta usato un consumo Alto delle tecniche dell'artefatto, il braccio si animerà per pochi secondi di vita propria, assorbendo, divorando o distruggendo un'altra arma in possesso di Mickey e causandogli un danno Medio al corpo. Nel caso in cui il tuttofare non disponesse di altre armi il braccio si sfogherà sul corpo del suo possessore, causandogli un danno Alto al corpo.][1/2]
Mente impenetrabile [resistenza ad auree di potenza passiva]

• Abilità Attive: //

• Riassunto: Come concordato scelgo Maler e la Punta Prorompente.

• Note: Chiedo ancora scusa per il ritardo.

 
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view post Posted on 6/10/2014, 15:46
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il Pozzo Profondo
Il turbamento partì dal di dentro, ramificandosi in quell'antro cavernoso come amene rifrangenze del suo multiforme terrore. Non ricordava come ci fosse finita, ma sentiva profondamente l'atavica sensazione di ansante arsura che il buio le provocava. Non riusciva a scrutare al di là del proprio naso, ed i piedi parevano immergersi in una fanghiglia densa e molle, dal forte odore di terra bagnata. Si scostava piano, rimarcando un territorio umido attorno a se che, però, non riusciva a vedere. Non poteva capire dove fosse, né come ci fosse arrivata. Poteva soltanto ricordare le poche parole pronunciate dinanzi all'intero consiglio dei Grysleer ed alla richiesta fatta al giovane Calvin di seguirla.

Poi, il nulla.
Nessuna memoria che potesse aiutarla a rimembrare.
Nessun faro di luce ad illuminarle il cammino.

La sua mente era vuota, come quello spazio nero nel quale si trovava. Provò ad alzarsi, riscoprendo le sue gambe pesanti e dure, quasi come se non le usasse da mesi.
Poi, un brivido la scosse tutta. Risalì da un'antro poco distante, come trascinandosi per un lungo corridoio e correndo violento tra i pertugi della terra. Era una folata di vento freddo, gelido - anzi - che le trasalì lungo il corpo, fin quasi nell'animo. Sentì penetrarsi da un brivido misto di apprensione e paura, percependolo come la carezza rude di una mano rugosa, svogliata ed ostile.
Quando la toccò, però, il vento la fece rabbrividire più del necessario. Solo allora, invero, comprese. Sentì la pelle divenire ispida e rabbrividire al contatto diretto con l'aria. Era nuda, disarmata delle proprie armi e finanche del proprio onore, abbandonata lì, nel fango, con soltanto il proprio corpo immobile a difenderla dalle amenità del mondo. Svuotata di ogni orgoglio, teneva il proprio petto tra le mani, nascondendosi di vergogna agli infiniti occhi che sentiva provenire dal buio.
Poteva percepirli distintamente, benché non li vedesse. Erano sguardi d'odio, bocche lussuriose e divertite, nonché giudizi crudeli.
Erano la malignità del mondo, riversando su di lei tutto l'odio che non potevano tener rinchiuso dentro. Che dovevano sfogare in qualche modo.
« Mia bella bambina » una voce tremò dall'ombra. Vibrava di un rancore malcelato, che trasformava in una sforzata risata godereccia. Quasi si divertisse a schernirla, ad insaporirne la carne, prima di divorarla in un sol boccone.
« Sei una bella bambina » aggiunse la voce, in un rantolo quasi libidinoso « ma molto cattiva. »
Due occhi rossi come fiamme brillarono nel buio, ingrandendosi ed avvicinandosi a lei sempre più. Il suo istinto fu di indietreggiare; i piedi nudi sguazzarono all'indietro, immergendosi in altrettanto fango, ma non prima di sbattere contro un muro umidiccio. Era nell'angolo, alla mercé di quella vocina stridula e arcigna.
« Tutti muoiono per colpa tua » la voce mutò, divenendo prima altisonante e poi sprofondando in più basse tonalità « tutti soffrono per le tue deformità. »
La voce divenne presto di un timbro chiaro, non più distorto. Assunse un tono maschile, piuttosto conosciuto e si manifestò in un volto ormai noto, che si delineò dal buio.
« Non sarebbe il momento di morire » disse il volto, emergendo dalle tenebre e rivelandosi nient'altro che Calvin « non sarebbe stato meglio essere morta, Ririchiyo? »
Calvin la afferrò per il braccio sinistro, mentre con l'altra mano le strofinava sul corpo la lama scintillante di un pugnale
« Sta buona, mentre muori » aggiunse, sogghignando.

• • •
il Percorso Penitente
« Teşekkür, umano » disse il Bedouin, risalendo il sentiero « nessuno mai stato iyi con me. »
Poi si fermò, pensieroso « Uhm... come si dice...? » Infine, sbottò ancora, come folgorato da un'idea. « Ah, si... buono. »
A suo modo il Beduoin cercava di dimostrarsi fedele e riconoscente con lui, rimarcando quando avesse ricevuto più cortesie nelle ultime ore, che per tutto il resto della sua vita. D'altronde, non poteva dirsi nemmeno che il momento non fosse stato il più propizio per trovare qualcuno tanto cortese. Invero, il sentiero si dimostrava lungo ed impervio, così come difficile era stata la ancora breve convivenza coi Grysleer. A suo modo, il Beduoin sapeva che se non fosse stato per Taliesin, sarebbe già morto da tempo.
« Tu dice che me torna a casa presto » aggiunse poi, risalendo l'ennesima cavità di montagna « io no sa se vuole tornare a casa, ora. »
I suoi occhi sorrisero, attraverso gli stracci pesanti e logori che gli coprivano il volto.

I Grysleer li avevano sbattuti su di un ripido sentiero di montagna, dicendo loro semplicemente di arrivare fino alla fine.
E la fine, invero, non sembrava arrivare mai. Il sentiero non era altro che un continuo succedersi di brevi cavità nella roccia, salite ripide e tornanti tortuosi, che trascendevano il monte fin quasi a divenire insopportabili. Per quanto avevano camminato, e per quanto ne potessero sapere loro, potevano essere arrivati fino in cielo.
Invero, la sensazione non era troppo diversa dalla realtà. Alla fine dell'ennesimo tornante, infatti, furono investiti da una raffica violenta di vento.
L'uscita, infatti, dava su di un passatoio di roccia, un ponte naturale che collegava due lontane cavità. Sotto il ponte, però, scorreva il vuoto; un passaggio che si trascinava per un burrone troppo ripido perché potesse davvero pensare di sopravviverci. Allo stesso modo, però, il percorso era troppo lungo perché qualcuno potesse sperare di saltarlo.
Il passatoio, per fortuna, sembrava abbastanza solido. La massa di roccia rossa di cui era composto, sembrava spessa diversi centimetri e larga più di un metro; abbastanza da farci passare entrambi.
Il pericolo, in verità, non era quello.

QWUAAARK

Un rantolo rimbombò tra le pareti di pietra delle montagne, propagandosi in un'eco infinita. Un verso stridulo, quasi fosse il richiamo di un'aquila, ma ben più sinistro e per più acuto.
« Balıkçıllar! » urlò il bedouin, riconoscendo il verso « grossi uccelli, si nutrono di carne umana...! »
Il Beduoin prese a correre lungo il passatoio, dirigendosi rapidamente verso la cavità dall'altra parte « dobbiamo fuggire, prest- »
Non fece in tempo a finire la frase. Mentre fuggiva, il suo passo pestò qualcosa di diverso dalla semplice roccia, provocando un distinto clack che risuonò con terrore, ben più dei versi degli uccellacci. Prim'ancora che potesse rendersi conto della cosa, una freccia sbucò dalla cavità in lontananza, penetrando la coscia sinistra del beduin.
Juan emise un urlo inumano, piegandosi al suolo dal dolore. Nel mentre, uno stormo di quattro uccelli dalle piume rosse ed il lungo becco giallo, apparve all'orizzonte, fissando i due uomini.
« Corri, amico » disse il Bedouin, sfoderando una spada corta da sotto il mantello « nessuno aspetta casa me. »
« Tu molto più buono di qualsiasi mia famiglia » aggiunse « io difendo te e tu onora patto coi Grysleer »
Concluse, portandosi in piedi ed ergendosi a difesa di Taliesin, mentre lo stormo si avvicinava rapido.

• • •
la Prova Proba
I due scesero diverse rampe di scale, prima di arrivare da qualche parte.
I sotterranei dei Grysleer erano una lunga serie di cunicoli scavati nella roccia, la maggior parte dei quali usati come magazzini, sale di meditazione o allenamento.
E, infine, prigioni. Giunsero, infatti, in un lungo corridoio con tanti anfratti scavati nella pietra e chiusi da grossi massi di granito, che nessuno di loro sarebbe stato in grado di sollevare.
I più sembravano vuoti e quelli chiusi non lasciavano trapassare alcun suono o lamento. Soltanto un tenue rumore di artigli che grattano contro la pietra, cercando di scavarsi la via verso la vita.
Nessuno sembrava particolarmente in vena di chiedere chi ci fosse entro quelle prigioni, ma non era difficile sospettare che agli altri bedouin potesse essere stato riservato un trattamento ben peggiore di quello riservato a loro.

Infine, giunsero in un'ampia stanza alla fine del corridoio. Il Grysleer che li accompagnava li invitò ad entrare, indicando che la prova si sarebbe svolta li dentro.
La stanza era quadrata, con pareti di roccia levigata e nient'altro che delle cavità quasi vicino al soffitto. Alcune di esse contenevano lampade ad olio che illuminavano la stanza; altre, invece, erano vuote.
Albrick passò tutto il tempo a tossire ed a maledire la polvere di quei luoghi. Una volta dentro, però, smise improvvisamente di tossire.
Per qualche ragione, quel posto era tanto umido e pulito rispetto al resto dei sotterranei, che perfino un vecchiardo come il nano poteva respirare abbastanza agevolmente.
« Ehi, colosso » borbottò Albrick, approfittando del momento « chi dovremmo affrontare, esattamente? »
Il Grysleer lo fissò, quasi perplesso. Non gli sembrava vero che non avesse ancora compreso il senso della sfida. « Voi due vi affronterete » commentò il Pellegrigia.
« Soltanto uno di vuoi due sopravviverà a questa sfida. »

Il nano rimase senza parole. Era armato, pronto per combattere, ma - evidentemente - senza nessuna voglia di menar le mani senza motivo.
« Senti bello io ho un onore da mantenere » aggiunse, lamentandosi « è vero che l'amico qui non mi va particolarmente a genio. »
« Ma non vedo perché dovrei... »
Il Grysleer non rispose nemmeno. Uscì fuori dalla stanza e chiuse la porta con un pesante masso di granito.
Subito dopo, dalle cavità vuote iniziò a gocciolare dell'acqua. Prima poche gocce, poi alcuni fiotti leggeri. Ben presto, però, gli sfoghi vomitavano acqua come fossero fontane.
« Apriremo la porta quando uno di voi due sarà morto » aggiunse il Grysleer, parlando dall'esterno « se non combattete, morirete entrambi. »
« Oh... » commentò laconico il nano, evidentemente turbato.

« Beh amico » aggiunse poi, tenendo l'ascia tra le mani « senza rancore, ma non ho intenzione di morire in un modo così stupido. »
Subito dopo, lanciò un poderoso urlo. Il suo grosso vocione fece vibrare le pareti e, per un impercettibile secondo, finanche l'acqua parve non scorrere. La voce vibrò poderosa, schiantandosi contro le certezze del suo avversario e facendo seguito alla sua furiosa carica. Le gambe corte del nano rintuzzarono contro la pietra levigata del pavimento, sollevando scrosci d'acqua dai lati. In breve tempo, Albrick gli fu addosso e caricò un volteggio con la sua pesante ascia, vibrandolo da destra verso sinistra, all'altezza del corpo.
« Senza rancore » concluse.

• • •
la Punta Prorompente
Mai scelta si rivelò più sbagliata.
La Punta prorompente era solo un nome grazioso trovato ad una stramaledetta trappola. La verità, era che i Grysleer rafforzavano la propria tempra ed i propri muscoli, lungo una irta parete di roccia, sul fianco più in ombra della montagna che li proteggeva. I giovani risalivano la punta già prima dei dieci anni, riuscendo a scalarla più volte al giorno entro i quindici.
Invero, lo sforzo era tale che nessun non Grysleer sembrava averla mai scalata, non senza la potenza muscolare di cui i Pellegrigia godono.

« Ricordami perché ti ho ascoltato » borbottava Maler, lamentandosi « ricordami perché cazzo ti ho ascoltato. »
Il mezzo sangue si lanciava abbastanza agevolmente sulle protuberanze della pietra, scalando la parete con una velocità invidiabile. Questo, almeno la prima ora. Dopo un pò, infatti, la fatica sembrava aver sopraffatto anche lui. « Tu sia maledetto » aggiunse, riservandosi evidentemente abbastanza forza per dar fiato alla bocca.

La prova era abbastanza semplice. Dovevano raggiungere una cavità a mezza altezza della montagna, dimostrandosi abbastanza forti. Invero, gli stessi Grysleer non pretendevano raggiungessero la vetta; tale impresa, infatti, era considerata - a ragione - alla portata solo di un Pellegrigia.
Eppure, la parete non era la cosa più difficile da sopportare.
Il vento, infatti, sferzava come una lama acuminata sulle membra stanche dei due, ripercuotendosi sulla loro forza come un ulteriore peso.
Ben presto, iniziarono a soffrire il freddo ed a perdere lucidità.

« Oh maledizione » aggiunse Maler, continuando a lamentarsi « non vedo l'ora di arrivare alla fine. »
Negli ultimi minuti aveva preso ad aiutarsi coi suoi coltelli. Le lame sembravano penetrare la roccia con estrema facilità, tanto che il mezzo sangue le usava come punti di appoggio, conficcandole nella parete, facendo leva su di esse, estraendole e riconficcandole poco più in su. Grazie a questo espediente, era ormai diversi metri più avanti rispetto a Mikey.
« La prossima volta ricordami di non ascolt--- » all'ennesima lamentela, però, perse la presa.
Il freddo o forse il suo continuo borbottare gli giocarono un brutto scherzo e, dopo aver conficcato un coltello, la mano scivolò dall'elsa.
Maler cadde emettendo un breve sibilo di terrore, ma mantenendo una invidiabile freddezza. Rapidamente, infatti, estrasse l'altro coltello e lo conficcò in una roccia poco più sotto.
Mikey se lo vide scivolare accanto, cadere per diversi metri e bloccarsi poco più sotto, aggrappato all'unico coltello rimastogli.
Il coltello, però, non era conficcato bene ed iniziò a scivolare a sua volta.
Se Mikey non avesse fatto nulla, probabilmente per Maler sarebbe stata la fine.

« T-ti prego » disse, supplichevole « aiutami! »
Eppure, Mikey poteva vedere distintamente l'altro coltello di Maler ancora conficcato più in su, pronto per essere riutilizzato in suo favore.
Era una scelta. Una scelta difficile, ma non troppo.



CITAZIONE

QM Point ~
Posto subito ed in fretta, perché non voglio farvi aspettare. La qualità non è molto buona e me ne scuso, ma non potevo fare altrimenti.
Comunque, provvedo a spiegare in base alle vostre prove.

Ririchiyo. Non sai bene cosa sia accaduto, ma ti viene il sospetto che tu stia vivendo un incubo o altro. Eppure, a meno che tu non abbia abilità per rilevare / disincantare illusioni, non puoi farci molto. In questo post potrai interpretare liberamente gli eventi che stai vivendo. Hai due slot che puoi usare, volendo e libertà di essere autoconclusiva. Fatti coinvolgere dalla situazione e decidi di conseguenza. Pensa, sopratutto, cosa possa essere quello che stai vivendo.

Taliesin. Nientemeno, il bedouin ti giura amore eterno. Per dire, ovviamente. Proseguite come scritto nel post e vi trovate su di un ponte naturale, una passerella di pietra tra due cavità. Il Bedouin rivela la presenza di trappole sul ponte; ti dice, inoltre, che lo stormo di uccelli che sta arrivando sono pericolosi. Se vuoi, puoi lasciare che degli uccelli si occupi lui, ma probabilmente morirà per farti guadagnare minuti preziosi. Puoi, altrimenti, disporre di lui altrimenti. Trattalo pure autoconclusivamente. Nel complesso, le trappole sul ponte contano come una tecnica di potenza Media, difendibile come tale. Lo stormo, invece, come un'evocazione di potenza Alta, da 4 CS complessivi. Decidi come cavartela.

Scorch. Niente di più facile. Il nano decide di combatterti; conta il suo urlo come una tecnica di potenza Bassa, difendibile come una psionica, che ti paralizza per qualche secondo. Il suo attacco, invece, è un colpo di ascia che conta come una tecnica di potenza Alta. Fai conto che verso la fine del tuo turno, l'acqua vi sarà arrivata quasi al bacino, quindi i vostri movimenti sono rallentati. Comportati di conseguenza.

Mikey. Devi semplicemente scegliere come comportarti. Puoi salvare Maler, se vuoi, ma perderesti l'opportunità di usare il suo coltello per avanzare e dovresti incassare un danno Medio al fisico per lo sforzo di tornare indietro. Se decidi di proseguire, invece, puoi usare il suo coltello per risalire, guadagnando un vantaggio per la riuscita della prova (più altri vantaggi). Decidi cosa fare. Fai conto che sulla parete il vento picchia con violenza, causandoti un danno Basso per questo e per il prossimo turno. Conta come una tecnica media che, se vuoi, puoi difendere come tale. A te la scelta.

Tempi: fino a sabato 11 ottobre.
Domande o dubbi, dove sapete.

 
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view post Posted on 7/10/2014, 19:59
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Rou ~ Grysleer - Pozzo profondo, Ririchiyo -
Era ancora in piedi, ferma davanti a quelle persone che stavano lentamente decidendo quale sarebbe stato il suo destino. La mano era ancora appoggiata sulla spalla del giovane quando qualcosa al suo interno aveva iniziato a muoversi, quasi dal centro della sua anima, bloccandola e facendole salire una paura tremenda. Il demone era inquieto e si muoveva cercando di uscire.
Quando tutto intorno a lei diventò improvvisamente buio, la ragazza si guardò in giro cercando di capire cosa fosse successo. Cercava di ricordare, cercava di riportare alla memoria gli avvenimenti degli ultimi minuti ma non riusciva a rammentare nulla. SI portò una mano alla testa prima di accorgersi di essere immersa dentro una pozza di fango, a terra come se fosse caduta o inciampata.


”Dove sono? E Calvin? Non dovevamo affrontare la prova…accidenti non riesco a ricordare niente…Lilith, Lilith dove sei?”



Cercò di chiamarla all’interno del suo corpo ma non sembrava poterle rispondere o forse non ne aveva semplicemente voglia. In ogni caso provò ad alzasi prendendo coscienza lentamente e accorgendosi delle cose che la circondavano piano piano. Appena fu sulle sue gambe barcollò, quasi come se non fosse in grado di utilizzarle, da quanto non camminava più? Possibile che quelle creature li avessero catturati facendogli quello….quello cosa? No, lei doveva rimanere fedele ai suoi ultimi ricordi, doveva affrontare la prova e doveva farlo insieme a quel ragazzino spaventato che l’aveva salvata, doveva farsi forza e andare a cercarlo, aveva promesso di non abbandonarlo e lei teneva sempre fede alle sue parole.
Lilith era rimasta ancora muta al suo precedente richiamo questo volevo dire che sicuramente era ancora assopita in quella specie di incubo in cui erano cadute. Si, quella forse era la prova che doveva affrontare però ricordare come ci fosse finita poteva essere un buon modo per trovare il modo di andarsene.
Rabbrividì poi dopo che una folata di vento riuscì a percorrere un qualche oscuro corridoio di cui Ririchiyo era rimasta ignota. Però quella brezza fredda tanto da farle accapponare la pelle poteva essere un soffio di speranza, se c’era aria da quella parte, forse si poteva uscire. Provò a muovere qualche passo nella direzione dove aveva sentito arrivare l’aria ma annaspava quasi inutilmente dato che non sarebbe riuscita a coprire lunghe distanze con le gambe ridotte in quello stato. Provò a stringere i denti ma sembrava essere tutto inutile, il freddo continuava a ghermire il suo corpo che sembrava essere nudo sotto quelle raffiche di vento. Si avvolse le braccia intorno al petto per cercare di trattenere un po’ di calore prima di sentire, sotto le due dita, la pelle nuda, dura come un diamante ma increspata dal freddo che stava provando in quel momento: era nuda; tutti i suoi vestiti erano spariti e le sue armi avevano smesso di darle quella sensazione di sicurezza che provava ogni volta che le indossava sicura di poterle usare in momenti di pericolo.
Adesso però non c’era nulla a coprire la sua pelle diafana, le sue curve acerbe erano alla mercè di qualsiasi sguardo avesse provato a posarsi su di lei. Aveva paura e si sentiva completamente in trappola. Alcune piccole lacrime sgorgarono dai suoi occhi, non riusciva a celare quella sua vergogna, accovacciandosi poi a terra in mezzo al fango e cercando di coprirsi con le braccia come meglio poteva. Adesso anche il desiderio di uscire da lì stava lentamente scemando proprio a causa di quella sgradevole condizione, non avrebbe certo desiderato farsi trovare in quelle condizioni da tutti gli altri. Rivoleva i suoi vestiti, rivoleva la dignità della quale era stata spogliata.


«È solo un sogno….è solo un sogno!»



Urlò quasi a sé stessa, dimentica ormai del fatto che stava affrontando una prova, che stava affrontando quello che doveva essere il suo passato, ma in quel luogo non c’era niente di famigliare, niente che sapeva già affrontare.
Quelle parole, però riuscirono a ridestare il demone che, svegliatosi da quel sonno strano, stava guardando nell’animo del suo giovane involucro e stava accarezzando con dolcezza la paura che si era insidiata in lei.


”Piccola mia, cosa ti sta succedendo? Perché hai tanta paura?”



Chiese Lilith, con un strano tono carezzevole che non utilizzava molto spesso ma che le stava così bene che Ririchiyo non potè non lasciarsi coccolare dal suo tono in un momento del genere. Però non sapeva cosa rispondere, non lo sapeva nemmeno lei cosa stava succedendo e di certo non poteva dirle bugie. Cercò di trovare delle parole ma le morirono in gola: i suoi occhi ametista stavano notando strani movimenti nell’oscurità. Non riusciva a distinguere nulla con chiarezza fra quelle ombre però poteva sentirle, sguardi languidi, bocche lussuriose stavano parlando, o meglio sparlando, proprio di lei. Ma cosa aveva fatto di male perché fosse una tale preda per tutti quanti? Lei in fondo voleva soltanto vivere tranquilla e serena, perché nessuno riusciva a capirlo?
Non riuscì a fare altro che affondare in mezzo a tutto quel fango mentre le lacrime si facevano sempre più copiosa sul suo volto e i singhiozzii iniziavano a mischiarsi con quelle risa che percepiva venire da quelle malefiche lingue.


”Ho paura perché nessuno potrà mai accettarmi, ho paura perché non voglio morire! Voglio vivere e voglio trovare una risposta a tutto questo, perché stanno accadendo proprio a me queste cose?”



Il suo corpo si stringeva sempre di più, facendosi piccolo piccolo e annegando lentamente nel fango per potersi nascondere quando, improvvisamente, una voce vibrò nell’aria, facendo alzare lo sguardo umido della giovane.
Inizialmente, nonostante la voce fosse raccapricciante, non aveva detto niente di particolarmente cattivo, le parole davvero crudeli arrivarono dopo e, mentre parlava, la figura si faceva avanti fino a mostrare chiaramente Calvin, proprio il giovane che sembrava essere tanto buono la stava obbligando ad alzarsi da terra, ad alzarsi dal fango, mostrando le sue nudità. Aveva paura, si sentiva male e le veniva da vomitare. Non sapeva come uscire da quella situazione, forse davvero l’unica possibilità era morire. I suoi occhi sgranati guardavano il ragazzino pieni di terrore mentre il suo passo venne arrestato da una parete alla quale appoggiò la schiena sentendo tutta l’umidità e il freddo che ormai avevano preso possesso del suo corpo.
Morire? Si, forse sarebbe stata la soluzione giusta. Si stava lasciando accarezzare da quella lama che ormai sembrava quasi bollente a contatto con la sua pelle, immaginando come potesse essere morire anche se era un desiderio che non avrebbe mai voluto esprimere.


”Fatti da parte bimba, lascia che mi occupi io della situazione!”



Ririchiyo non sembrava aspettare altro, i suoi occhi si illuminarono ad intermittenza finchè quel buio che la circondava non raggiunse la sua coscienza, lasciandola cadere nell’oblio della sua anima finalmente morta, finalmente in pace e lontana dai pericoli.


Rou ~ Grysleer - Pozzo profondo, Lilith -
Il corpo della giovane mutò nel giro di pochi secondi, gli occhi viola continuavano ad illuminare l’oscurità ma non più ad intermittenza, quasi come fossero due piccole lucciole perse nel buio, i capelli iniziarono a scolorirsi fino a diventare di un bianco quasi argentato, le corna si allungarono velocemente perdendo quella loro aria infantile e diventando veramente temibili, infine il suo corpo scurì notevolmente e le forme presero a crescere diventando notevolmente più grosse e sinuose.
Se prima la piccola Ririchiyo aveva il suo fare pudico nel tenersi ben strette le sue grazie davanti a sguardi e lingue indiscrete, Liltih sembrava a suo agio anche a rimanere in pubblico nuda, in fondo non gliene importava niente: la volevano? Allora potevano anche farsi avanti, ma il piacere che avrebbero potuto provare in quella oscurità sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbero saggiato per il resto della loro vita. Fece scivolare il suo sguardo luminoso sul pugnale che rifletteva quella luce violastra poi sorrise mostrando i lunghi canini affilati, proprio come le sue unghie.


«Fatti da parte lurido bastardo, credo di essere una puttana di un rango troppo alto per poter stare insieme a te!»



Se quell’oscurità era in grado di far morire di paura Ririchiyo, non poteva fare lo stesso effetto sul demone che era nato nelle tenebre, che ci era cresciuto e alla fine aveva scoperto che l’oscurità era l’unico modo per poter respirare l’aria esterna.
Fisso i suoi occhi in quelli del ragazzo che sembrava spaesato nonostante la sua verve crudele non sembrava volerlo abbandonare. Usando tutta la rabbia di cui era capace, il demone fece scivolare tutto il suo potere nella bocca per poi sputare un potente colpo proprio negli occhi di Calvin, il suo involucro non poteva combattere senza armi, ma lei si. Il ragazzo non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere quindi incasso, urlando di dolore e facendo qualche passo indietro mentre il coltello gli scivolava lentamente dalle mani.


«Ririchiyo sta dormendo, ma non penso che ti ucciderò, non voglio litigare con lei…questo però non mi impedirà di provare a farti molto, molto male!»



Per lei ignorare gli sguardi languidi e le bocche sadiche non era un problema, sapeva che in un tempo molto lontano anche lei faceva parte di qualcosa di simile, qualcosa di così spaventoso da essere forse anche più tremendo di quel posto. Questo però non migliorava la situazione e non riusciva bene a capire dove si trovsse.


«Ora, forse tu non sei quello che sembri, quindi proverò a chiedertelo molto gentilmente….dove mi trovo? Perché sai, questa sembra tanto la trappola di qualche bastardo come il tipo che abbiamo incontrato all’entrata di Basiledra. Per caso qualche stronzo sciamano ha deciso di entrare nelle nostre menti?»



Chiese con “gentilezza” mostrando le sue enormi unghie e puntandole in direzione della sua gamba destra, poi fu questione di un secondo e i suoi artigli si allungarono, prendendo in pieno la gamba del giovane.


«Se pensi che io abbia paura ti sbagli di grosso! Forse queste cose potranno impressionare Ririchiyo ma non me! Prova a impegnarti di più, magari con un bel prato di fiori colorati!»



Disse alla fine, guardando in alto e sicura che ci fosse qualcuno in ascolto. Lei non sentiva nulla quindi quelli intorno non potevano essere davvero dei demoni e un giovane smidollato come era Calvin non poteva certo diventare una belva malefica in cerca di carne di giovane donna nel giro di pochi istanti. Qualcosa doveva essere successo e qualcuno doveva essere entrato per forza nella sua mente, sperava solo che quel qualcuno si facesse vedere, rima che la ragazza si fosse svegliata nella sua coscienza, chissà come mai ma non desiderava che vedesse quello che avrebbe dovuto fare per salvare. In qualche modo la ragazza era ancora troppo pura e innocente per poter davvero sapere cosa vuol dire togliere la vita a qualcuno e dover scegliere tra la propria e quella di qualcun altro.
Intanto aveva ritirato i suo i artigli dopo aver lasciato la gamba del giovane grondante di sangue e tenendo sotto tiro anche l’altra gamba quasi a volergli dire che doveva solo provare a muoversi e lei gli avrebbe seccato anche l’altra. Sperava però di dover uccidere davvero quel giovane perché alla fine, nella sua mente, era tutta colpa sua.



CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: medio da sollevamento
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 90%
»Cs: 2
    1 Maestria armi
    1 Astuzia
»Equipaggiamento: Arco, 15 colpi a giocata
Specchietto riasuntivo
Sviene facendo uscire fuori il demone

CITAZIONE

LILITH


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: medio da sollevamento
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Sadica, riflessiva, crudele; formosa, snella, forte
»Energia: 90%-5%= 85%
»Cs: 2
    1 in Intelligenza
    1 in Costituzione
»Equipaggiamento: Arco, 15 colpi a giocata
Attacco
Cieco: il cacciatore annulla la vista dell'avversario con un singolo attacco.
La tecnica ha natura fisica. Consente al caster di accecare un avversario. Grazie alle proprie capacità di combattimento, dunque, il caster potrà compiere un singolo attacco con lo scopo di accecare il suo avversario. L'attacco sostanzialmente consisterà in un colpo arrecato a mano chiusa, o con la parte contundente dell'arma impugnata, ovvero finalizzato a causare meno danno possibile (es. l'elsa della spada), ma diretto agli occhi dell'avversario. Questa offensiva, se non difesa, costringerà l'avversario a chiudere gli occhi per qualche attimo prezioso e rimanere alquanto confuso. La natura e le specifiche relative all'attacco, che dovranno mantenere l'effetto "accecante", sono totalmente rimesse alla personalizzazione del giocatore: l'attacco potrà consistere anche in una freccia che applica un effetto di "buio" sugli occhi dell'avversario, o della vernice lanciata direttamente sulla sua faccia o qualunque altro espediente che renda logico l'effetto di annullarne la vista. La tecnica, comunque, non arrecherà mai altri danni che non siano l'accecamento. La tecnica, se usata a scopo difensivo, può causare autoconclusività. L'effetto dura un singolo attacco.
Consumo di energia: Basso

2 CS usati per l’attacco fisico con le unghie

Specchietto riasuntivo
Attacca Calvin con uno sputo intriso di potere demoniaco proprio negli occhi e alla fine usa le 2 CS di attacco fisico per deturpargli la gamba destra in maniera che non la possa più muovere, alla fine prende la ira sulla sinistra per poter attaccare al suo primo passo falso.


 
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Vermilion
view post Posted on 11/10/2014, 10:57




ROU
Grysleer

La Prova Proba, mi ripetei svariate volte questo nome tra me e me, sondando tra i ricordi di mille e più vite che mi erano passate innanzi in un baleno. Passo dopo passo l'eco ci accompagnò sotto l'accampamento. Gradini scolpiti da una mano rozza e utilitaristica, nulla a che vedere con i cesellati sfarzi delle città umane o i dedali che erano stati costruiti dai nani prima del loro grande esodo. Nessuno disse una parola, anche il nano parve silenziosamente soffocare i tossiti per non disturbare l'atmosfera a dir poco sepolcrale che si stava andando a formare. Poggiai l'ultimo piede sulla terra, abbandonando la lunga scalinata per trovarci in un lungo corridoio disseminato di piccoli loculi: alcuni aperti altri chiusi. Il Grysleer che ci precedeva e reggeva la torcia ci intimò di proseguire con un grugnito, avanzando lungo quello che a prima vista poteva seriamente essere un sepolcro. Poggiai il palmo della mano sul pomolo di una daga; suoni sinistri e graffiati sembravano abitare stanchi quel luogo di riposo. Ad ogni passaggio davanti ad una pietra, un flebile respiro seguitava ad un grattare ormai stanco e disperato. Guardai il nano senza che ricambiasse; probabilmente anche lui aveva capito cosa stesse succedendo il quel luogo ma aveva preso la saggia decisione di ignorarlo. Un ultimo grugnito ci annunciò che dovevamo varcare da soli l'ultima porta, lasciandoci intendere che la prova s sarebbe svolta in quella stanza cubica dalle pareti stranamente levigate. Piccole feritoie si aprivano vicino al soffitto ospitando talvolta piccole lampade che illuminavano l'area di luce riflessa. « Ehi, colosso, chi dovremmo affrontare, esattamente? » ringhiò il nano rompendo il silenzio. Un ghigno soddisfatto si allungò sul volto del pellegrigia reso ancora più truce dalla fiamma che reggeva in mano. « Voi due vi affronterete, soltanto uno di vuoi due sopravviverà a questa sfida. » Sbuffai una nuvola di fumo, distogliendo lo sguardo dal carceriere e prendendo a muovermi per la stanza. Stavo valutando diverse opzioni, una delle quali sarebbe stata quella di uccidere ora il pellegrigia e fuggire. Albrick replicò, ma di tutta risposta il Grysleer fece rotolare un masso davanti all'entrata lasciandolo solo con l'eco della sua voce a rispondergli. Presto, dalle cavità sul soffitto presero a sgorgare piccoli fiotti d'acqua, che ben presto si tramutarono in vere e proprie fontane. Le alternative si riducevano dunque a due: Combattere o annegare. « Apriremo la porta quando uno di voi due sarà morto. » disse soddisfatto dall'altro capo del masso, lasciandoci soli al nostro destino. Guardai dunque il nano, che dopo una scrollata di spalle estrasse l'arma « Beh amico, senza rancore, ma non ho intenzione di morire in un modo così stupido. » Esalai l'ennesimo sbuffo di fumo, ma prima ancora che potessi replicare con sarcasmo il vecchio nano aveva già riempito i polmoni e scaricò nell'aria un grido di guerra che fece tremare la roccia stessa. Le vibrazioni mi assordarono, facendomi perdere quell'istante di lucidità che permise al vecchio di caricare ad ascia tratta in una violenta spazzata. Gli occhi guizzarono al metallo appena in tempo per abbandonare il corpo al vuoto. Piegai la schiena lasciandomi quasi cadere, con l'intenzione di recuperare la stabilità gettando le braccia a ponte. Sentii la fredda lama sfrigolare contro la brace mentre mi apriva un taglio a livello del fianco sinistro, levandosi poi nell'aria a chiusura del colpo portandosi dietro piccole scintille luminose. Chiusi gli occhi a zittire il dolore, perfettamente conscio che era un puro stato mentale e che il mio corpo fatto di fiamme non avrebbe risentito in alcun modo di quella piccola frattura. Ingoiai momentaneamente il dolore, stringendo i polpastrelli a far presa sul pavimento ormai sommerso da qualche dito d'acqua. Più volte ringraziai il mio essere innaturale che mi permetteva di esulare da quelle leggi della fisica che tanto parevano tediare gli uomini. Levai le gambe all'aria in una verticale, scalciando il nano subito dopo il passaggio della sua ascia, e una volta in candela flettei le braccia dandomi la spinta per avvitare in aria ed afferrare una fenditura sul soffitto. Gesti simili non erano che uno scherzo per un elementale di cenere: quello che molti mi avevano erroneamente definito essere. La ferita bruciò nuovamente, costringendomi a guardare per un istante il bagliore che pulsava dal fianco. Ripresi l'attenzione sullo scontro, guardando il mio compagno ormai come un avversario. « Sanza rancore... » crepitai come un fuoco subito prima di tirare aria come poco prima anche lui aveva fatto. Non avevo intenzione di urlare, assolutamente, avevo intenzione di saturare l'area di nera fuliggine. Iniziai a vomitare nebbia nera, fino a che solo il rumore dell'acqua poteva dare ai sensi un idea di spazio. Aprii gli occhi di brace a quel mondo che solo io potevo vedere, estraendo con la mancina una daga e dandomi la spinta per saltare da muro in muro senza mai toccare il suolo. Ad ogni passo era un suono, ogni volta un giro differente, e tra il fruscio dell'acqua e l'eco che moltiplicava i passi bastarono qualche manciata di secondi perché un brusio indistinto prese tutta la stanza. Fu allora che attaccai, scagliandomi alle spalle del nano con l'intenzione di accoltellarlo e usarlo successivamente come trampolino per una nuova fuga. Non avrei mai voluto finisse così: quel vecchio non meritava la morte, ma io non potevo lasciargli la vita.
SWIFT■■■■
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FISICO
M.Fianco sx
2/16
MENTE
B.Stordimento
1/16
ENERGIA
60% (80-10-10)
PASSIVE
Ashes

ATTIVE
Ashes, 10%
Smoke, 10%

RIASSUNTO
Vengo stordito dal Basso, facendomi trovare impreparato all'attacco successivo e riuscendo solo in parte a schivarlo (Medio) Nonostante la ferita, i miei movimenti non vengono penalizzati per via della passiva Sostentamento Arcano. Grazie alle doti datemi dal talento Acrobata, e unendo il tutto in un movimento fluido con la schivata, mi getto all'indietro in un ponte (schivata) recuperando poi le gambe tentando di scalciare il nano. Una volta in verticale mi do lo slancio appigliandomi ad una sporgenza con torcia vicino al soffitto e usando la pergamena Nebbia saturo la zona. Sempre grazie alle passive del Talento, scatto lungo i muri in uno schema randomico così da confondere l'avversario sulla mia posizione ed infine, daga alla mano, lo assalto alle spalle con l'intento di atterrargli sopra, pugnalarlo e in caso fuggire di nuovo sui muri.
NOTE
Lasciamo annegare il nano. <3



 
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view post Posted on 11/10/2014, 14:18
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Cardine
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R   O   U
Grysleer



Era assai raro che Taliesin si affezionasse a qualcuno. La maggior parte delle volte non ne aveva nemmeno il tempo. A volte si ritrovava a rifletterci su, e concludeva che ogni mille persone che incrociava, poteva dire di conoscerne appena forse un paio. Gli spettatori erano volti destinati a venire scordati nel giro di una serata; i compagni di viaggio li vedeva per qualche giorno, non di più. Era raro che Taliesin parlasse con gli altri, quando non si trattava di lamentele sulle condizioni della strada o storie da raccontare a un piccolo o grande pubblico. Quando ci pensava non poteva fare a meno di sentirsi solo. C'erano delle eccezioni, certo, ad esempio Mickey. E... Juan.
   Vederlo arrancare per il sentiero, tornante dopo tornante, gli metteva addosso una specie di tenerezza. Aveva sbagliato a giudicarlo come un ingrato per la sua reazione iniziale: forse fino a poco prima non riusciva nemmeno a credere di essere ancora vivo. E quanto gli aveva detto, nel bel mezzo della loro transumanza, sul fatto che fosse stato gentile con lui più di chiunque altro gli aveva davvero aperto gli occhi. Lì per lì era rimasto zitto, Taliesin. Non aveva nulla da dire, e si sentiva ancora un po' in colpa. Di certo non gradiva l'idea di averlo trascinato in un'altra situazione del genere, ma quello pareva l'unico modo perché il disgraziato avesse salva la vita. E a quel punto Taliesin avrebbe fatto tutto il possibile perché al Bedouin non accadesse nulla di brutto e perché potesse tornarsene a casa. E se sul serio, come lui sosteneva, non ci teneva così tanto alla sua vita di prima, allora il bardo avrebbe fatto qualcosa anche per trovargli una sistemazione. Magari avrebbe potuto persino lavorare per lui. Due occhi e due braccia in più fanno comodo.
   Provò a distrarsi da quei pensieri così egoistici. Osservò con attenzione la piana rossa del deserto, sempre più lontana, sempre più in basso. Immaginò i Bedouin, i loro viaggi nel deserto e le loro gare tra le immense dune, dove i cavalli correvano per giorni e giorni, e dove gli eroi sfidavano la morte stessa. L'Oceano di Fuoco, veniva chiamata dagli stranieri. Circolavano un'infinità di storie su quanto questa gara fosse importante, prestigiosa ed estrema. Si parlava di migliaia di miglia percorse nell'arido e sconfinato deserto; si parlava anche di stranieri tanto audaci da provare a gareggiare, e delle loro epiche - o tragiche - gesta. Gli sembrò di vederli, laggiù: mille zoccoli che sollevavano una nube di polvere, solcando il mare di fiamme...

   Mentre il musico, intontito dalla monotonia di quella lunga marcia, si domandava cosa ne sarebbe stato del suo amico e si smarriva nella sua stessa immaginazione, i due giunsero al termine di un altro tornante, simile a tutti gli altri. Ciò che trovarono dopo di esso, però, non fu soltanto un altro stralcio di sentiero che si inerpicava nella nuda roccia.
   C'era un enorme crepaccio che fendeva la montagna, come una ferita nel corpo di un gigante. Il vento, incanalato tra le rocce, spirava imprevedibile in tutte le direzioni, sollevando talvolta sbuffi di polvere rossa che potevano essere paragonati a fiammate infernali. Sopra l'abisso, a congiungere i due lembi della spaccatura, era stata costruita una passerella di pietra che, nonostante le sue dimensioni, pareva abbastanza solida da permettere il passaggio. Taliesin, prima ancora di pensare al resto, raccomandò prudenza a Juan.
   «Sarà meglio attraversarla uno alla...» constatò il vagabondo, che venne però interrotto da un verso acuto e stridente. Esso rimbombò per tutto il crepaccio, in una ecco agghiacciante. Il Bedouin urlò qualcosa nella sua lingua, terrorizzato.
   «Grossi uccelli, si nutrono di carne umana...!» farfugliò subito dopo. Era stata una fortuna che li avesse riconosciuti grazie al verso: questo avrebbe permesso ai due di scappare prima che arrivassero.
   Ma, nemmeno a dirlo, non fu così.
   Quando Juan provò ad oltrepassare il ponticello, poggiò inavvertitamente il piede su di una mattonella celata. A Taliesin bastò udire quel sinistro rumore, l'inconfondibile meccanismo di una trappola, per comprendere che le cose si stavano davvero mettendo male.
   Juan, colpito alla coscia da un dardo fulmineo, urlò a squarciagola e cadde a terra.
   «Amico» sussurrò Taliesin, correndo verso l'uomo per aiutarlo ad alzarsi. Quello però fece da solo e sfoderò una spada corta da sotto la sua tunica. I suoi occhi corrugati dal dolore - l'unico lineamento del suo volto che Taliesin potesse scorgere - erano pieni di determinazione.
   «Corri, amico, nessuno aspetta casa me» gli disse, con le spalle rivolte al bardo. «Tu molto più buono di qualsiasi mia famiglia, io difendo te e tu onora patto coi Grysleer» propose, preparandosi all'arrivo dei volatili.
   Taliesin fece un primo passo verso il ponticello, ma l'altro piede non lo seguì. Mai. Il cantastorie si voltò verso il Bedouin, che davvero aveva intenzione di sacrificarsi per lui, e questa volta fu finalmente d'accordo con quanto gli diceva il cuore: non poteva andarsene. Sarebbe stato incoerente, egoista, ipocrita e crudele. E molte altre cose, probabilmente, ma a lui quelle bastavano. Doveva fare in modo che Juan non venisse travolto dall'impeto dello stormo, e la soluzione più adatta era una sola, per quanto controversa.
   «Mangia, mi ringrazierai dopo» gli sussurrò da dietro, cercando nella bisaccia il piccolo cristallo rosso. Lo ficcò nella bocca di Juan, che non poté fare altro che mandarlo giù. Soddisfatto, Taliesin sfoderò la sua Fabula, afferrò un lembo del mantello e rimase accanto all'amico, che era rimasto a bocca aperta. Il suo corpo si era irrigidito tutto di un colpo. Un piccolo effetto collaterale pensò il furfante, che gli aveva somministrato una delle droghe più potenti di tutto l'Akeran. Presto starà meglio.
   Quando lo stormo giunse, il bardo liberò una nube di polvere e protesse lui e l'amico con l'ampio mantello. Gli artigli delle bestie - simili ad avvoltoi, ma dall'aria decisamente più vorace - rovinarono il pregiato tessuto, ma riuscirono a malapena a lacerarlo in qualche punto, grazie alla speciale trama. Juan, rinvigorito dalla sostanza, non accusò dolore, fatica e, quasi, paura.
   Cominciò subito a menare la spada, una volta e un'altra ancora, e Taliesin lo imitò, combattendo schiena contro schiena. Ma non poteva che colpire affidandosi al caso. Dopo qualche fendente che non era andato a buon segno, si convinse definitivamente che doveva adottare una strategia alternativa. E così, approfittando dell'impeto eroico di Juan, ebbe il tempo per recuperare dal mantello una biglia simile al fumogeno che gli aveva donato nel deserto. Aveva avuto buona memoria, poiché la trovò proprio nel taschino dove se la ricordava.
   Con una mano coprì gli occhi di Juan, sorpreso da quel gesto imprevisto ed inspiegabile. Fatto ciò chiuse i suoi, e scagliò la biglia proprio ai suoi piedi. Un lampo accecante li avvolse, coprendo la loro ritirata.
   Per la terza volta, dunque, si trascinò dietro il Bedouin claudicante, e di nuovo supplicò il vento che spirava nel crepaccio. Sussurrò parole simili a fruscii, ma perfettamente intonate secondo una melodia. Juan lo guardò esterrefatto, mentre compiva quello strano rituale. Passarono sopra il ponte, e il meccanismo della trappola si riattivò di nuovo, ma questa volta Taliesin lo aveva previsto: come una frustata invisibile, un colpo di vento deviò il dardo, che schizzò ancor più rapidamente verso il fondo del burrone.
   «Corri, Juan!» gli urlò, fuggendo verso il sentiero, che proseguiva al di là del crepaccio. «Ho grandi progetti per te.»




Condizioni generali
Stato fisico - 14/16
• danno medio da contusione
Stato mentale - llleso
CS - 6 (2 intelligenza, 1 astuzia, 2 destrezza, 1 determinazione)
Energia - 60/100 (-5, -10)

Equipaggiamento
Itinerante, artefatto/arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura.
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, artefatto/set di armi da lancio, materiale sconosciuto, venti unità per giocata.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto/oggetto generico, strumento musicale.
Amuleto dell'auspex, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo magico, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo furtivo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Cristallo del talento, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Diamante, oggetto dell'erboristeria (due unità), conferisce un potere passivo.
Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria, un uso per giocata (utilizzata)
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, funziona come una cura dell'equipaggiamento.
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, rigenera il 5% della riserva energetica. (utilizzata)
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, applicabile a un'arma per danneggiare l'Energià nemica del 5% a turno, per due turni di gioco.
Corallo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco.
Rubino, oggetto dell'erboristeria, conferisce due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco. (utilizzato)
Biglia accecante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante. (utilizzata)
Biglia deflagrante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante.

Poteri passivi
Audacia, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Amuleto dell'auspex, auspex passivo basato sull'udito.
Tomo magico, accesso alle pergamene della classe Mago.
Tomo furtivo, accesso alle pergamene della classe Ladro.
Cristallo del talento, accesso al livello successivo del Talento.
Diamanti, 2 CS aggiuntive in Destrezza (due unità).
Illusionista, passiva di primo livello, le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate.
Illusionista, passiva di secondo livello, possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento.
Illusionista, passiva di terzo livello, fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Seconda abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Quinta abilità personale, utilizzo della polvere in combattimento per avantaggiarsi infastidendo gli avversari.
Sesta abilità personale, cure di potenza pari al consumo.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: progenie dei demoni. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Tecniche e oggetti attivi
Rubino. Gemma alchemica di un rosso intenso che, se sbriciolata nella mano, provoca un improvviso rinforzamento della muscolatura, spingendo le prestazioni fisiche al massimo per un breve lasso di tempo. Il suo utilizzo è in genere considerato pericoloso, poiché rischia di causare dipendenza, e la diffusione o vendita è spesso vietata. Per il cantastorie, stranamente, non è mai stato un problema reperirla. [Rubino, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco]
"Nessuna di loro aveva sospettato l'esistenza di altre tasche ben più recondite in quel maledetto mantello." Bassa: il personaggio ottiene due biglie per il resto della giocata. Queste biglie, decise al momento dell'utilizzo della tecnica, dovranno essere scelte fra gli oggetti offensivi in Erboristeria. Anche se non utilizzate non saranno inseribili in scheda. Le biglie, da quel momento della giocata in poi, saranno utilizzabili come se fossero stati acquistati regolarmente - non avranno valenza di tecnica né consumeranno slot o energie oltre a quanto richiesto dall'attivazione di questa abilità, la quale ha lo scopo di evocarle. Natura magica.
Accolito degli elementi. Solleva le foglie secche e la polvere, fende come una lama o protegge come uno scudo. Si tratta di una sorta di preghiera, ma il risultato è straordinario: il vento spira secondo il volere di Taliesin, lo difende e spazza via i suoi nemici. [Accolito degli elementi, pergamena iniziale, classe mago. Natura magica, consumo medio. Controllo elementale del vento di stampo offensivo, manifestazione liberamente personalizzabile, causa un danno medio al fisico ma può essere castata ad area, infliggendo danno normalmente diminuito]

Riassunto
Avevo intenzione di mettere una colonna sonora al post, ma alla fine non l'ho fatto. Consiglio all'ideale "lettore appassionato" di ascoltare questa canzone, Tales of the Sands dei Myrath. Sono sempre fonte di ispirazione, soprattutto in un'ambientazione del genere. Ho inserito anche un piccolissimo tributo al film "Hidalgo - Ocano di Fuoco", che ho rivisto proprio l'altro giorno. Mi ero promesso di farlo, è troppo a tema.
Veniamo al riassunto delle azioni: Taliesin aiuta Juan a rialzarsi, e quando questo fa per sacrificarsi, gli caccia in bocca un Rubino dell'erboristeria, da me interpretato come una potente droga che dona vigore e agilità. Il Bedouin e Taliesin (rispettivamente 5 e 6 CS) resistono all'attacco degli uccelli nelle dinamiche descritte (ricordo l'uso della passiva personale Polvere) e dopo un paio di fendenti di Juan e un altro paio di Taliesin, che però non sortiscono un grande effetto, il bardo capisce che se ne devono andare. Recuperata una biglia acceante e una deflagrante dal mantello (vedi tecnica "Nessuna di loro aveva sospettato...") mette una mano davanti agli occhi di Juan e scatta col flash. Lo trascina verso la passerella, quando la trappola si attiva però il bardo è pronto ed evoca di nuovo il vento (Accolito degli elementi) per neutralizzare il dardo, essendo attacchi di egual potenza. I due attraversano dunque il ponte, per poi darsi alla fuga. La biglia deflagrante è ancora con Taliesin, che non l'ha ancora utilizzata.
Yahr! :v:
 
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DanT&
view post Posted on 11/10/2014, 17:46




Rou ~ Grysleer
Avidità






Mickey guardò in sù deglutendo sonoramente.
Rrrrca puttana..
La parete di roccia era talmente irta da gettare ombra tutto intorno. Mentre si avvicinavano alla destinazione i Pellegrigia additavano il Tuttofare ed il mezzosangue sghignazzando vistosamente. Il Faccendiere li aveva lasciati fare, tranquillo e sicuro di sé, ma adesso pensava che avrebbe dovuto almeno mandarli a fanculo prima di morire.
Mentre il piccolo corteo li accompagnava il sacerdote si era lanciato nella descrione di alcuni rituali che ogni Grysleer superare prima di poter essere considerato un adulto. La Punta Prorompente che il savio Aggiustatutto si era curato di scegliere si era rivelata forse la più ostica. I ragazzini Pellegrigia riuscivano a dare la scalata alla parete più di una volta al giorno. A loro bastava arrivare a metà per considerarsi dei vincitori.
Bella merda.
Sputò per terra poggiando il primo piede sulla roccia trovando, al secondo tentativo, un minuscolo anfratto su cui far leva. Quando i Pellegrigia avevano annunciato la Punta come una prova per i più scaltri non avrebbe mai pensato che si sarebbe dovuto trasformare in una capra di montagna.
Imprecò.


La scelta di portarsi dietro il Mezzosangue si rivelò felice. Andava in sù come una scheggia attaccandosi al muro di pietra come un fottuto ragnetto. Riusciva a destreggiarsi tranquillamente manco fosse nato in cima a una montagna e il Tuttofare, uomo di città o al massimo di paese fino al midollo, gli arrancava dietro bestemmiando ogni nome di qualsiasi dio gli venisse a tiro. Oltretutto malediceva se stesso, imprecando contro la propria stupidità e la sua eternà debolezza nel "non farsi i cazzi suoi", ormai proverbiale.
La grande falce posta di traverso sulla schiena lo intralciava ogni volta che con le mani cercava un nuovo appiglio ed il sudore delle sopracciglia gli andava negli occhi facendoglieli bruciare. Il vento gli rompeva i coglioni facendo perdere più volte l'equilibrio precario che andava ricercando metro dopo metro. Si issava a fatica seguendo Maler e cercando di ignorare le maledizioni che l'altro, dall'alto, gli lanciava. Digrignava i denti, il Faccendiere, in tutta risposta, cercando di risparmiare il fiato e di darsi da fare per raggiungere il compagno. Il suo spirito competitivo gli impediva a tutti i costi di arrivare secondo e così chiese uno sforzo extra ai muscoli già indolenziti ed alle dita che avevano perso la sensibilità dopo appena tre metri di scalata.
Guardò in su il dannato mezzosangue che si avvicinava metro dopo metro, segno che anche lui aveva iniziato a raschiare il fondo in quanto riguarda a forza fisica. I due coltellacci che si portava appresso penetravano la parete come burro e gli fornivano una via perfetta per cavarsi via dalle situazioni più insidiose che gli si presentavano innanzi dopo una scelta di percorso infelice. Erano proprio delle belle lame e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di metterci le mani sopra, lui, che le aveva già adocchiate quando ancora erano nel deserto e lo attiravano per qualche strano motivo.
Peccato che appartenessero già a qualcuno, ma quello non era mai stato un problema troppo grave per un uomo come il Tuttofare. La sorte può sempre ribaltare qualsiasi cosa, bastava attendere.
Da dietro Maler sembrava piccolino. Tra sé e sé Mickey brontolava al pensiero che tornava a stuzzicarlo. Aveva scelto proprio lui perché sperava di restarci solo -ed effettivamente lo erano- per parlargli. Sospettava facesse parte della Falce d'Oriente e non aveva intenzione di permettergli di cancellare i Grysleer dalla faccia della terra. No, decisamente.


La vista di un occhio solo di per sé non è già perfetta, la prospettiva sfasa. La vista di un occhio arrossato, stanco e disturbato dal vento, poi, non è proprio per definizione granché.
Mickey se ne accorse quando, guardando nuovamente in alto, non vide più Maler.
Dove caz-?
Un sibilo portato dal vento gli arrivò alle orecchie giusto in tempo per vedere il suo compagno precipitare a velocità vertiginosa. Metri di scalata vennero divorati in pochi istanti fino a che una delle due lame baluginò e si conficcò nella roccia con tale forza da arrestare l'impeto della caduta. Il peso di un uomo appeso ad una sola lama, però, rischiava di trascinarlo giù. L'altra, era rimasta conficcata più in alto, a qualche passo dal Faccendiere.
« T-ti prego » disse, supplichevole « aiutami! »
Mickey non rispose. Aveva la possibilità di compiere una scelta e come al solito la vita lo metteva innanzi a un bivio. Altruismo od egoismo?
Dabbasso la vita di un uomo era appesa a un filo, quello di una lama, dall'altro una lama altrettanto bella gli avrebbe permesso di concludere la prova in maniera agevole. La pietà per una vita che aveva già dovuto salvare una volta era agli sgoccioli. Il Tuttofare fu tentato.
Deglutì nuovamente posando lo sguardo sul mezzosangue che lo supplicava.
Poi decise.


Non sono la tua balia.
Fece con voce dura, di pietra.
Muovi il culo, o muori.




E protese la mano verso l'alto, così come il volto verso il cielo.
L'ingordigia e l'avidità avevano preso il sopravvento sul suo debole animo e il tornaconto personale valse per l'ennesima volta più della vita di un uomo.
La vita, però, di qualcuno che probabilmente era lì per portarsi via quella di un intero popolo.
E allora, era meglio non rischiare.








q8qu


CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato

• Energia: [85%]
• Stato fisico: Medio [Da lacerazione, sparso] Basso [Da impatto]
• Stato psichico: Illeso - Frustrato
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza] 1 [Determinazione]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi abitante di Dortan diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]
Red - Rivers - Reverie [Passiva della Spaccaculi che fa ignorare il dolore fisico e psionico nel turno in cui una tecnica della falce viene attivata; Raggiunti i tre utilizzi delle tecniche concesse dalla falce il portatore cade in berserk perdendo la capacità di ragionare ed attaccando amici e nemici indifferentemente]
Furia [0/3]
Lust [Tramite il Sinistro Peccatore Mickey intuisce la abilità di un personaggio od un oggetto che entrano a contatto con il suo tocco]
Envy [Una volta usato un consumo Alto delle tecniche dell'artefatto, il braccio si animerà per pochi secondi di vita propria, assorbendo, divorando o distruggendo un'altra arma in possesso di Mickey e causandogli un danno Medio al corpo. Nel caso in cui il tuttofare non disponesse di altre armi il braccio si sfogherà sul corpo del suo possessore, causandogli un danno Alto al corpo.][1/2]
Mente impenetrabile [resistenza ad auree di potenza passiva]

• Abilità Attive: //
• Riassunto: Mickey, semplicemente, sceglie di lasciare indietro Maler per cercare di concludere la prova ed al contempo eliminare un probabile nemico ed impossessarsi di una delle sue bellissime lame.
• Note:

 
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view post Posted on 12/10/2014, 22:08
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« Perché? »
Geeste se ne stava accucciato in un angolo. La tenda era spoglia, desolata, molto lontana da quella moltitudine di sguardi ed imponenti ombre che si ammassavano fino a poco fa. Dove fino al giorno prima c'era il consiglio dei Grysleer al completo, circondato dalla solennità delle grandi occasioni, infatti, ora c'era soltanto un velato silenzio ansiogeno, dissacrato dallo sbuffo ritmico di Alascura. Il piccolo drago se ne stava sdraiato sulle gambe del pelleverde, abbassando gli occhi e sottolineando ogni sua carezza con un soffio poderoso.
Geeste lo fissava, rimbrottando quella domanda con petulante ostinazione ed accompagnando ad ogni interrogativo una carezza sulla nuca della sua piccola creatura.
« Questo cosa significa... » aggiunse, pensieroso « voglio dire: perché? »

« E' inutile, Groenleer » sottolineò Gurghanosh, comparendo da dietro una pesante tenda di stoffa nera « non ti darai una risposta soltanto ripetendoti la domanda. »
Geeste lo fissò con sguardo fermo, sollevando per un istante la sua attenzione dalle carezze ad Alascura. Poi, però, tornò a fissare il piccolo drago, quasi indispettito dalla risposta.
« Non capisco, davvero » aggiunse, strofinando la pelle scura con ancor più vigore. « Non capisco perché alla mia opportunità di sopravvivenza »
« tu risponda con un'esecuzione. »

Gli restituì l'ennesima occhiata, questa volta visibilmente nervosa: « Stanno rischiando la pelle, li dentro. »
« Sembra quasi che ti importi. » Gurghanosh commentò, sbottando in una grassa risata ed accarezzandosi il vigoroso petto con la grossa e callosa mano. Calzava stivali di cuoio spesso ed una tunica di pelle di cavallo, legata insieme con un pesante laccio ricavato da varie pellicce di animali. Il volto segnato da innumerevoli cicatrici e battaglie, ma l'ardimento di un vero guerriero. Un guerriero che non si spaventa per un'occhiata greve.
Un guerriero che non svende la propria potenza nemmeno dinanzi al pericolo della morte.
« Sei stato lontano dalla tua tribù troppo tempo, Geeste » commentò, sarcastico « hai guadagnato la libertà, ma hai perso le tue tradizioni. »
Poi si avvicinò, lentamente. Al suo passo il terreno vibrava appena e perfino Geeste si dovette sciogliere in uno sguardo meno sicuro e più preoccupato. Alascura sentì la paura del suo padrone e commentò la scena facendo vibrare le fauci. Poi, vide l'enorme Grysleer avvicinarsi a loro e si scostò rapidamente, nascondendosi dietro Geeste.
« Rispondimi, dunque » disse ancora il Grysleer, fissando l'altro negli occhi « porteresti in guerra un'ascia che non taglia? »
Geeste rimase perplesso. « Un'ascia --- che non taglia? » chiese, con aria interrogativa.
Gurghanosh gli rispose con un'altra risata. Poi, aggiunse « Noi viviamo nella tempra dei nostri corpi, nel sudore delle nostre membra e nella potenza delle nostre braccia. »
« Se credi che una tua idea possa valere più del tuo braccio, in questo posto » ribatté, nuovamente serio « allora ti sbagli. »

Poi levò lo sguardo al cielo, verso le montagne ed il deserto oltre di esso.
« Non c'è una guerra che possiamo combattere senza aver affilato le armi » disse ancora « né una caccia, senza aver preparato le frecce. »
« In un posto come questo, dimostrare la propria potenza è fondamentale tanto quanto professare le proprie ragioni » aggiunse, con tono quasi imperioso.
« Sopravvivere alle proprie debolezze è l'unico tributo valido che possiamo pagare a questa terra infame » disse ancora, secco « l'unico che ci dia il diritto di parlare ai nostri pari, ordinare ai nostri sottoposti. »
« O di combattere per la nostra tribù. »
Poi sbuffò, quasi rassegnato. « Non è fanatismo, ma non manderei mai in guerra un gruppo di inetti, così come non ci manderei un'ascia che non taglia, o una freccia che non punge. »
« Non possiamo perdere » aggiunse, scuro in volto « la nostra tribù non può semplicemente permetterselo. »

Geeste assunse un tono più disteso, meno scuro. Passò qualche istante a riflettere sulle parole; poi, chiese ancora: « Dunque, quello che conta in quelle prove è solo... »
« Sopravvivere » tagliò corto Gurghanosh, interrompendolo « solo chi di loro sopravvive potrà decidere del nostro destino. »

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il Pozzo Profondo
Calvin urlò di dolore. Un urlo profondo, che echeggiò nelle membra di Ririchiyo quasi stesse parlando alla sua anima. Quasi il turbamento gli scivolasse nel cuore, come un tremito che scuote le ossa, smuove il sangue e si artiglia allo spirito in un anelito di brivido e sofferenza.
Ed è con siffatto struggimento che la ragazza aprì gli occhi. Li spalancò d'istinto, come soffrisse. Come se il loro tenerli chiusi le sottraesse spirito vitale. Quasi come se la fuga da quella disperazione, da quel male disperato non fosse altro che la tremenda realtà. Nera e terribile, ma - forse - meno orripilante di quanto non fosse stato quel sogno nero.
Li aprì con affanno; con lo stesso vigore di un annegato che ritorna a riva di tutta fretta. Che non vede l'ora di riaprire la bocca e respirare ad ampie boccate.

Quello che vide, però, non fu meno struggente.
L'umidità della cava si rimaneggiava in ogni angolo. Aveva le mani distese nella melma, selvaggiamente affondate in una cloaca di vermi, fango e muffa che le risaliva fino alle narici, dandole il sentore di riempirla in tutto il corpo. Ovunque vedeva sporco, rimasugli di alghe, pesci morti e creature del sottosuolo, trascinate in quel buco dalla corrente. Probabilmente era in una cavità sotterranea, un pozzo o un altro di raccolta delle acque provenienti dal vicino fiume, o dal bacino naturale formato dalla diga. La luce fioca si rifletteva da un sottile strato di acqua che rimaneva fermo nell'angolo più remoto della cavità. Era rimbalzata dal soffitto, dalla quale sfilava da un grosso buco sul soffitto.
Non ci volle molto per capire che erano ai piedi del pozzo, che rantolavano sulle profondità viscose del suo fondo.
Erano, appunto.

« No --- no... »
Una voce rantolava poco distante. Era Calvin, appoggiato sul bordo distante del pozzo, che piangeva. Si teneva la gamba con entrambe le mani.
Dal volto scendevano lacrime di sangue, levandosi lentamente da una profonda ferita che gli lambiva la guancia e l'occhio. Piangeva e singhiozzava, ma gocciolava un liquame viscoso, misto di sangue diluito con l'acqua. Tra le mani, invece, stringeva ciò che rimaneva della sua gamba, lacerata in più punti e quasi maciullata verso il tallone. A stento si intravedeva ciò che rimaneva del piede.
« Io non volevo nemmeno venirci qui » soffriva, balbettando parole sconnesse « non volevo venirci; mi hanno costretto. »
Quando vide gli occhi della ragazza spalancarsi, si addossò con ancor più forza verso la parete di roccia. Vi sarebbe entrato dentro, se avesse potuto; voleva fuggire da ogni sua più terribile paura. Ed in quel momento Ririchiyo sembrava incarnarle tutte.
« Vattene, STAI LONTANA DA ME » urlò, folle e disperato « lasciami morire in pace, maledetta! »

Mentre parlava, l'acqua presente sul fondo si innalzò piano. Scivolò lungo il pavimento, bagnando le gambe sofferenti di Calvin ed inumidendo le mani di Ririchiyo. Ben presto l'acqua avrebbe riempito la cavità e sommerso entrambi. L'unica via di uscita era il pozzo stesso. Alto diversi metri e levigato totalmente sulle pareti, era un unico blocco cilindrico di granito che svettava fino alla cima. Il diametro era meno di un metro, sufficiente per far passare appena un corpo per volta. Dalla sommità si intravedeva una carrucola, probabilmente adibita alla raccolta dell'acqua.
Nessuno di loro due, però, sarebbe stato raccolto ora. Dovevano fuggire, o morire in quel punto.

• • •
il Percorso Penitente

Successo, lacrime e dolore.
Ma, alla fine, vittoria. Juan si levò le bende dal volto; umide, bagnate di gioia. Piangeva, col sapore della rabbia ancora tra i denti e la gola riarsa di urla di morte che pensava di dover gridare al cielo, per l'ultima volta. Ed invece la vita continuava ancora, ancora per un giorno, ancora per poco. Ancora per una corsa oltre il ponte che gli restituiva quella verità di cui ancora aveva bisogno. Che la propria sopravvivenza non vale pochi istanti di gloria buttati sulla sommità di un ponte di pietra, nell'angolo più remoto del mondo. Che la sopravvivenza vale una persona che ti dona parte del proprio coraggio e rischia la propria vita per salvare anche quella inutile e discutibile di un perfetto sconosciuto.
Una dimostrazione che valeva più di tante parole, per quanto ne potesse sapere.

« Grazie, amico mio » disse Juan, piangendo di felicità « sarà tuo fratello per eternità. »
E correvano insieme, fianco a fianco, ritrovati in un lascito di fedeltà insperato e disperato. Correvano oltre il ponte di pietra, schivando gli ultimi dardi ed al di là della profonda cavità che si ritrovarono subito dopo. Una caverna scura, appena illuminata dalle luci che rientravano dall'ingresso e dal sole del deserto. Svoltarono e risalirono un sentiero scosceso, finendo per sfociare in una grossa cavità interna alla montagna. La stanza si estendeva per un diametro di diverse decine di metri, riempita di pietra rossa del deserto, irta ed appena modellata dalle correnti del deserto, che girava intorno lungo tutto il perimetro. Dal cielo, invece, si apriva un'enorme buco, che sfociava direttamente nel cielo.
In lontananza, invece, un piccolo pertugio che lasciava intravedere una discesa ripida. Probabilmente la salvezza; probabilmente la fine.

« Quasi salvi » disse Juan « ormai siamo riusc--- »
Fu interrotto da un urlo stridulo. Un richiamo che tolse il fiato ad entrambi e, molto presto, anche la luce. Il cielo del deserto fu coperto da una gigantesca ombra scura. Si avventò con furia e si abbassò con vigore in direzione dei due. Era un grosso uccello piumato; aveva il corpo squamoso, tendente al viola e decorato di riverberi verdi e blu. Aveva grossi artigli uncinati ai pedi ed un becco ampio alcuni metri, che si spalancava emettendo il terribile tremito. Lungo la testa, invece, una cresta azzurrina e due occhi rossi infuocati con cui fissava i due malcapitati.
Balikçillar, ancora. Uno molto grosso, evidentemente.

Juan non era più disperato.
Era votato al sacrificio, ma - sopratutto - alla vita, molto più di quanto non fosse prima. Tirò fuori la spada corta e, dopo di essa, un secondo coltellaccio. Li tenne saldi nelle mani, ma per uno scopo di verso. « Non più per te combatto » disse, sicuro « ma con te, amico. »
Il grosso Balikçillar, però, non si fece troppi scrupoli. Dal becco emise un ennesimo urlo, che - però - di distorse presto in un qualcosa di ancor più acuto e terrificante. Dopo l'urlo fece seguito un grosso soffio, quasi una folata di vento dalla potenza inaudita che sollevò pietre e sabbia, lanciandoli contro i due bersagli alla stessa velocità di proiettili e schegge impazzite.
Poi, si avventò su Taliesin con estrema rapidità: liberò gli artigli, aprendoli come pinze in direzione del suo corpo.
Nel tentativo di stringerlo e soffocarlo, fino alla morte.

• • •
la Prova Proba

Il nano commentò la replica del suo avversario, come aveva replicato a tutto il resto: con un sonoro colpo di tosse.
La velocità di Scorch era talmente elevata che non poteva seguirla. Scuoteva la testa con disappunto, sottolineando ogni pregevole destrezza del suo avversario col disappunto figurato di qualunque vecchio della sua età. Un movimento della testa cadenzato e ritmico, che gli stimolavano quell'indole indisponente che tanto lo rendeva sicuro. Sicuro della bontà dei suoi mezzi, così come del fallimento degli aleatori strumenti di chi gli stava di fronte. Qualcosa del tipo i giovani d'oggi non sono capaci; o una volta si combatteva meglio.

Poi, il nulla. Quando Scorch rimbalzò verso il soffitto, la tosse divenne più cupa, ovattata dall'incedere dell'acqua che non ci mise molto a ricoprirlo interamente.
Prima un borbottio distinto; poi un rimbrotto più sommesso, strozzato dal risalire del livello dell'acqua. Infine, nient'altro che poche bolle che si levavano dal profondo, lì dove una volta c'era un nano vivo e - molto probabilmente - ora ci sarebbe stato un anziano cadavere borbottante.

Scorch rimase a fissare la scena, con tenue pietà. Un moto poco strozzato di coscienza che gli ricalcava l'amarezza di una scelta facile più che a farsi, che a decidersi.
Poi, però, si rinfrancò col pensiero della vita. Con l'idea della pesante porta che si apriva ed inneggiava alla vittoria. O alla sua sopravvivenza almeno.
Invece, non giunse nulla di tutto questo. Arrivò, invece, un rumore di molla, che rimbombò nella stanza nonostante l'acqua, seguito da quello di una corda che si tende.
Dal profondo della stanza, infatti, coperto da una massa ormai enorme di acqua, si levò un rampino. Uno artiglio di ferro che guizzò come una freccia sparata verso la salvezza, per poi aggrapparsi ad una delle cavità dove erano tenute le torce. Dopo aver raggiunto l'obbiettivo, la corda si accorciò, tirando a se il corpo umido, pesante e petulante del nano.
Ancora vivo.

« Coff coff » il nano tossì, indisposto anche dall'acqua, oltre che dal suo solito malore.
« Il buon vecchio çeneli » commentò poi, tenendosi alla parete. Il rampino terminava sulla sua vita, con una specie di piccola balestra che il nano teneva agganciata alla cintura. Pesante e resistente, ma sufficientemente agevole per essere utilizzata anche sotto due metri d'acqua. « Ingegneria nanica » aggiunse poi, sogghignando.
« Non sono sicuro tu possa capire. »

Passo qualche istante a rovistare nelle tasche, alternando rapide occhiate all'altro. E mentre il livello dell'acqua continuava a salire, il nano, bagnato e ferito, sembrava non preoccuparsene troppo.
« Vediamo come schivi quest'altro giochino » disse, tirando fuori qualcosa. Erano due sfere delle dimensioni di due mele. Albrick le sfregò tra loro per qualche istante, fin quando entrambe non rilasciarono un tenue bagliore. « Hanno molti nomi, da noi » commentò, sornione « il più comune è büyük yangın. »
Poi le lanciò in direzione di Scorch. Le sfere rotearono vorticosamente, rilasciando bagliori sempre più frequenti e di una luce sempre più intensa.
Quando furono ad un passo da lui, poi, il nano aggiunse. « Probabilmente tu le conosci come... »
« ...bombe. »

• • •
la Punta Prorompente

« Da-dannato. »
Non disse altro, Maler. La mano gli scivolò subito dopo ed il suo sguardo si deformò. Da un tono presuntuoso ed ancora freddo, divenne puro terrore.
La presa lasciò la pietra, rimarcando con un atavico silenzio la drammaticità del momento. Il mezzo sangue urlò in un brivido di disperazione, misto a paura. Il suo urlo echeggiò in tutta la valle, ammorbando il lascivo desiderio di Mickey di proseguire ed assordandolo con un senso di colpa crescente.
Quell'urlo impetuoso ritornava nella sua testa, come un canto di morte che rintocca sempre più ed infrange la barriera della certezza, per divenire solo colpa e rimorso.

Colpa di una vita infranta. Rimorso per un aiuto mancato.
A lui, che non aveva mai dato troppo peso alle cose, la frustrazione per quella morte rimbombò ad ogni passo che scorreva sulla nuda pietra, risalendogli fino in gola alla stessa incipiente velocità con cui lui risaliva l'irta parete. Tutto fu un'approssimazione di violenza e percussione, che ritornava nelle sue orecchie, per infrangersi sul cuore e piangersi dagli occhi.
Tutto, fino a quando non giunse sulla cima della montagna.

Un velo di silenzio divenne pietoso frastuono. Il vento scuoteva la valle, sollevando polvere e rimpianti. La lama scintillava in direzione del sole. Racchiudeva in se lo scintillio delle ultime luci della sera, riverberando in un metallo color blu notte che si dipanava in una lama corta, cura in punta. Il manico era rivestito dello stesso metallo, ma inspessito per non renderlo tagliente. Invero, non era comodo; piuttosto rendeva l'idea di un'arma cruda, rozza, scomoda, ma letale. Il peso tremendo della morte, che non si accuccia nemmeno in una salda e sicura presa. Un'arma letale, ma scomoda.
Sentì il potere scorrere in essa, come se il blu metallo lo chiamasse a se e ritornasse in un'amenità di colpe. La colpa chiamava il metallo e gli occhi non potevano sottrarsi ad esso.
Era un tesoro prezioso. Ma un tesoro macchiato di sangue.

« Ti sei venduto. »
Parlò qualcuno. Una figura traslucida che emerse dalla cima del monte. Non si comprendeva come vi fosse giunta, o da quanto fosse li. Era semplicemente apparsa in un battito di ciglia; giusto l'istante perché Mickey spostasse il suo sguardo dal cielo al metallo e - poi - dal metallo al cielo. I contorni erano labili, deformati dal sole che scendeva a picco sulla piccola porzione di roccia. Confondeva la vista, la mente e le certezze. Ed assetava la gola, rendendola secca come un pozzo nel deserto.
« Ti sei venduto al loro gioco » disse la voce, avanzando verso l'uomo « dissacrando il tuo onore per una causa che non è nemmeno davvero tua. »
Quando si avvicinò, i contorni divennero più chiari. Aveva le fattezze del mezzo sangue che aveva appena lasciato cadere nel vuoto, e la presunzione di uno sguardo che giudica e non assolve.
Anzi, condanna. « Restituiscimi ciò che è mio, ma lavati dal peso della tua colpa. » La voce divenne greve, come un comando cui non ci può sottrarre.
« Un primo fendente conficcalo nel tuo costato, così da scivolar via la colpa dal tuo cuore » aggiunse, perentoria « poi, completerai l'opera pugnalandoti al cuore. »



CITAZIONE

QM Point ~
La prima parte è una breve discussione di intermezzo, che ho aggiunto tanto per porla a vostra conoscenza e trasmettervi lo "spirito" col quale condividere queste prove.
Questo è il secondo ed ultimo turno di prove, comunque.

Ririchiyo. Ti risvegli dal sogno, ma le conseguenze sembrano tutt'altro che un'illusione. Calvin è ferito, quasi impossibilitato a continuare. Ed ha una paura fottuta di te.
Comunque, l'acqua presto riempirà il pozzo e devi / dovete fuggire, o morirete. Puoi scalare il pozzo, che è alto una quindicina di metri. Decidi tu come fare, hai ampia libertà su come comportarti; ma non essere autoconclusiva sull'uscita dal pozzo. Sta a me definire se tu riesci o meno. Se vuoi parlare con Calvin scrivi in confronto, ti rispondo li. Hai con te tutte le tue cose di nuovo; ed anche Calvin le ha; volendo puoi anche prendergliele, perché non sembra ti opporrà resistenza.

Taliesin. L'azione riesce alla grande. L'ultimo ostacolo è il più "grosso" degli uccellacci; una specie di mini boss che dovete affrontare. Si dovete, perché a sto giro combatterà attivamente anche Juan. Il soffio che ti sputa all'inizio conta come una tecnica ad area di potenza alta (danno medio ad entrambi). Il secondo attacco, invece, è una tecnica di potenza Alta. Se ti colpisce ti causa un danno medio e ti immobilizza. Agisci come in un duello; come detto, puoi usare anche Juan che ha una spada corta ed un coltello. Puoi dargli qualunque tecnica / pergamena tu voglia, trattalo come un umano guerriero ladro di pericolosità medio bassa. Non essere autoconclusivo con la bestia, però. Lo scopo è di farle abbastanza danno da farla scappare.

Scorch. Albrick subisce, ma non demorde. Spara un rampino sul soffitto e si aggancia anche lui, lasciando - però - l'ascia sul fondo della stanza. Poi lancia due sfere in tua direzione, che si rivelano due bombe. Le bombe hanno potenza alta (complessivamente Critica); puoi schivarle ciascuna con una tecnica di potenza media (alta per entrambe) o difenderti dall'esplosione. Ti faccio presente, però, che se esplodono causano una deflagrazione Critica ciascuna (Mortale in totale :v: ). Se vuoi, poi, puoi contrattaccare.

Mikey. Maler cade nel vuoto ed il suo urlo si ripercuote su di te. Più risali il monte, infatti, più il senso di colpa cresce, fino a farti sentire realmente in pena per uno che - in fondo - a malapena conoscevi. Quando giungi in cima, poi, appare qualcosa. O qualcuno. Una figura opaca che sembra Maler e che rievoca quel senso di colpa, aiutato dal coltello blu notte che ti attira a se come se ti rapisse con la sua straordinaria bellezza. La combinazione delle due cose agisce su di te come una tecnica psionica di potenza alta; se non ti difendi, ti causerai un danno fisico Alto sotto forma di una pugnalata al petto. Comunque sia, che tu ti difenda o meno, poi dovrai rispondere, perché lo scopo della "figura" e far si che ti pugnali a morte. Agisci come in un duello, due slot totali. Puoi usare anche l'arma di Maler come tramite per le tue tecniche.

Tempi: fino a venerdì 17 ottobre (TA-DAAAN).
Domande o dubbi, dove sapete (cit.)

 
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view post Posted on 14/10/2014, 18:37
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Rou ~ Grysleer - Pozzo profondo, Lilith -
Lilith era ancora ferma a guardare in alto, quasi come se si aspettasse di vedere cadere qualcuno o qualcosa dal cielo ma non successe niente tranne una cosa, una piccola cosa: Calvin urlò di terrore. Il ragazzino aveva paura di lei ma la cosa non le importava poi più di tanto, provò a dire qualcosa ma no ne ebbe il tempo perché quell’oscurità in cui erano stati inghiottiti diventò ancora più buio, fino a far perdere nuovamente conoscenza al demone e lasciando come ultimo eco le grida spaventate di Calvin.


Rou ~ Grysleer - Cercando di riguadagnare la luce, Ririchiyo -
<blockquote>Quando quel piccolo involucro riaprì gli occhi la coscienza dominante era di nuovo quella di Ririchiyo. Dove si trovava? Era a gattoni a terra e l’odore che la raggiungeva era disgustoso. Mani e gambe erano affondate di nuovo nel fango e c’era ogni sorta di orripilante animaletto morto e cose in putrefazione. Improvvisamente il ricordo di quella caverna e di quelle lingue sembrarono essere decisamente più importanti delle urla di Calvin. Involontariamente si toccò il corpo nonostante il peso dei vestiti, delle armi e del sacco fosse evidente. Tirò un sospiro di sollievo dopo aver constatato di essere di nuovo vestita e alzando gli occhi verso la luce che rimbalzava sulle pareti di quel posto. In alto poteva vedere una qualche uscita, probabilmente era un pozzo, poteva anche arrivarci prima dato il suo nome. Forse allora poteva farcela, c’era ancora una speranza. Si rialzò in piedi guardandosi intorno e notando finalmente Calvin che era appoggiato con le spalle alla parete opposta, rannicchiato e si teneva stretto la gamba maciullata e segnata in più parti. La ragazza lo guardò sconvolta, ma chi poteva mai aver fatto questo al suo amico? L’ultimo ricordo che aveva di lui era il suo pugnale stretto in pugno che tentava di ucciderla.

”Sono stata io, non poteva lasciare che ti uccidesse!”



La voce del demone sembrava essere piuttosto seccata per essere stata nuovamente confinata all’interno di quel corpo. La giovane spalancò gli occhi quando il demone le rivelò quella cosa e provò anche un certo disgusto verso la sua controparte che si era dimostrata tanto crudele con il ragazzo che le aveva salvato la vita.


”Non ne avevi alcun diritto, la sua vita non è una tua proprietà e non ti appartiene, non tocca a te decidere il suo destino. Lui non morirà, non qui e non con me! Spero di essere stata piuttoso chiara!”



Il suo solo pensiero sarebbe bastato per raggiungere il demone che sbuffò piuttosto divertito prima di lanciare un lungo fischio di approvazione.


”La bimba sta tirando fuori le unghie…mi piace! Sai, stai crescendo Ririchiyo e ricorda che tu invece sei una mia proprietà. Non lo dimenticare mai!”



La giovane arciera non potè fare altro che scuotere la testa prima di cercare di avvicinarsi a Calvin, peccato che questo non sembrava essere molto felice della sua presenza anzi, si strinse un po’ di più le ferite terrorizzato, probabilmente, dall’idea che lei potesse colpirlo ancora.
Quando poi le rivolse quelle parole piene di disprezzo si raggelò, rimanendo ferma sul posto come una povera stupida e non sapendo cosa ribattere. Lei era debole, era fragile e quelle parole erano in grado di ferirla più di una lama incandescente. Se anche lui la vedeva in quella maniera allora voleva forse dire che non c’era più alcuna speranza di accettazione? La sua mano, che era ancora protesa verso il ragazzo spaventato, si chiuse a pugno mentre la giovane lo ritrasse non credendo alle sue orecchie. Lei voleva aiutarlo, lei voleva che lui vivesse e voleva tirarlo vivo fuori da quel pozzo.


”Tu sei migliore di loro, non potrai mai andare con queste fragili creature perché per loro sei solo un pericolo!”



Ridacchiò il demone divertito. Lilith sapeva benissimo di avere un forte ascendente su quella giovane ma le cose sembravano in una fase di cambiamento. Se di solito Ririchiyo sospirava annuendo e continuando per la sua strada, questa volta urlava di no, questa volta fece valere la sua volontà dimostrando al demone che in quel momento era lei la reale, era il suo turno e quella parte oscura della sua anima doveva solo stare zitta e rimanere rinchiusa dove stava.


«Mi dispiace Calvin, questa sono io! Io sono sempre Ririchiyo Shirrakiin, a volte esce l’altra ma lei non c’entra nulla con me! Io ti voglio salvare, voglio portarti fuori di qui e quando saremo tutti e due in salvo potrai continuare ad odiarmi quanto vuoi, ma prima non lasciarti morire, hai ancora tanto da vivere!»



Il suo debito con quel giovane era ormai saldato, avrebbe potuto lasciarlo morire lì da solo ma non voleva perché era una dei pochi umani che aveva mai visto così altruisti e attenti verso il prossimo. Una vita così piccola e speciale andava protetta, proprio per questo l’aveva scelto come compagno: per essere sicura che ne uscisse vivo. E aveva intenzione di mantenere quella sua promessa. Lilith poteva sentire il cuore di Ririchiyo battere e gridare di dolore, soffriva perché adesso anche lui la odiava e perché, di nuovo, la presa di coscienza che nessuno poteva vederla diversamente da un mostro, si era fatto ancora più vivo in lei.
Calvin sembrò un po’ più calmo ma la guardava sempre con occhi pieni di terrore, come poteva fare a tirarlo fuori da lì? Era evidente che non poteva camminare e che, probabilmente, a malapena sarebbe stato in grado di reggersi in piedi. Con gli occhi controllò ogni singolo mattone che componeva quella parete ed era chiaro che non avrebbe avuto nessuna possibilità di arrampicarsi, doveva trovare un altro modo. Intanto le sue caviglie venivano lambite dell’acqua, così come le gambe del giovane, solo allora lei si spaventò, porgendogli di nuovo la mano.


«Forza Calvin, andiamo, odiamo dopo se vuoi ma adesso dobbiamo salvarsi, adesso ne dobbiamo uscire tutti interi!»



Di nuovo era molto chiaro che avrebbe messo a repentaglio la sua vita per salvare quella del giovane e sapeva anche che quella sarebbe stata l’ultima volta. Il suo cuore piangeva ma questa volta Lilith non rimase ad ascoltarlo era molto più preoccupata per la sua incolumità che per altro.


”Non osare accollarti di nuovo la vita di quel minuscolo insetto. Sei davvero disposta a salvare la vita di qualcuno che ti odia?”



Non era più necessario che lei le rispondesse perché la sua decisione e i suo gesti parlavano per lei. Era chiaro che la risposta a quella domanda fosse “si”, dal suo punto di vista Calvin era un essere umano dotato d un altruismo molto raro in quelli come lui ed era giusto salvarlo, era giusto preservarlo e aiutarlo a non estinguersi perché possa insegnare ad altri suoi simili ad essere come lui.


«Vieni con me e andiamo forza!»



L’acqua ormai stava per arrivarle alla cintola e forse era stata proprio la spinta di quel liquido a dare la spinta necessaria a Calvin per potersi alzare. Misato si issò il giovane sulle spalle, il peso era tanto però lei sapeva che doveva farcela, non c’erano altri modi per poter uscire da lì. Cercò di flettere le gambe mentre sentiva le braccia del ragazzo allacciarsi intorno al suo collo e i suoi occhi presero ad illuminarsi. Probabilmente Calvin ne ebbe ancora paura ma per sopravvivere non aveva altra scelta.
Lentamente Ririchiyo riusciva a sentire il potere del demone fluire in lei, sentiva che stava prendendo un po’ della forza di Lilith, senza il quale non sarebbe mai riuscita a fare nulla.


”Brava cucciola, vedo che stai iniziando a capire come funziona il nostro potere, sei più in gamba di quello che sembri….”



Fino a quel momento il loro rapporto si era semplicemente limitato nel parlare insieme e basta, il resto era sempre stato impossibile mentre ora, in un momento di estrema necessità, Ririchiyo stava iniziando a capire come poter mischiare il potere del demone al suo. Sentiva il suo corpo più forte, più coriaceo del solito e le sue gambe pronte a portarli a galla. Ormai l’acqua era arrivata già alla gola della giovane mentre si preparava alla risalita.


«Ora tieniti forte con le braccia, saremo fuori in men che non si dica, te lo prometto!»



Purtroppo a Calvin di promesse ne aveva fatte tante e, in quel pozzo, non ne aveva mantenuta una: ora doveva almeno cercare di mantenerlo in vita.
Finalmente fletté bene le gambe, dandosi lo slancio giusto e iniziando a nuotare in mezzo all’acqua, la fatica era molta ma la sua determinazione era in grado di superare qualsiasi cosa, ne era sicura di questo. Così ci provò, con tutta sé stessa e con tutta le sue forze cercando di riguadagnare la luce, cercando di riguadagnare la sua vita e quella del giovane ragazzo al quale Lilith aveva fatto del male.



CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: medio da sollevamento
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 85%-10%=75%
»Cs: 2+2=4
    1 Maestria armi
    1 Astuzia
»Equipaggiamento: Arco, 15 colpi a giocata
Specchietto riasuntivo
Fratello del vento:
    il cacciatore assume una posa caratteristica, guadagnando una rapidità incredibile e superando i limiti del proprio corpo per qualche tempo.
    La tecnica è un power up di natura fisica. All'attivazione potranno essere associate personalizzazioni come una posa caratteristica o leggere mutazioni nell'aspetto, ma mai trasformazioni complete: il caster dovrà restare riconoscibile come tale. L'utilizzatore guadagnerà 2 CS ad una singola caratteristica per una durata totale di due turni al fine di potenziare la velocità del caster; questo potrà decidere di sciogliere la tecnica prima del termine, nel caso lo desiderasse. La singola capacità potenziata può essere potenziata liberamente, ma dovrà essere specificata al momento dell'acquisto prima di inserirla in scheda.
    Consumo di energia: Medio

Le CS diventano 4 e vengono usate tutte sulla forza fisica per poter nuotare e cercare di arrivare in cima al pozzo.

 
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DanT&
view post Posted on 14/10/2014, 20:17




Rou ~ Grysleer
Richiamo Fantasma






Maler urlò e si levò tra le rocce, alto, il suo grido.
Maler cadde e la sua fiamma si estinse.
Mickey guardò avanti, continuò a vivere



La mano nera, stretta, impugnava con difficoltà il manico della lama del mezzosangue. Non gli calzava bene, come se fosse stata disegnata per qualcun altro o, meno semplicemente, si trattava di un monito per chi si sarebbe trovato a possederla. Chi con essa porta la morte non deve sentirsi a suo agio nel farlo, mai. Forse per questo il Tuttofare, lì, in piedi sulla cima della montagna si sentiva schiacciato da ogni singola sensazione provata dall'istante stesso in cui aveva visto il suo compagno perdere la presa dalla parete di roccia e piombare, con un urlo lacerante che ancora gli rimbombava nelle orecchie, giù nella vallata scomparendo alla vista.
Il nodo alla gola sembrava non aver voglia di sciogliersi.
Il naso sembrava tappato da qualcosa che gli impediva di respirare.
La mente pareva annebbiata.
Cosa aveva fatto?
Lo sguardo del Faccendiere scorreva lungo il filo del coltello blu notte da cui provenivano un'infinità di sentimenti contrastanti. Potenza, ombre, legame. Un miscuglio che ricordava spaventosamente il vecchio padrone dell'arma che veniva fuori prepotente come urlando.
Perché, perché?
Perché lo hai lasciato cadere stupido Tuttofare? Perché per una volta non hai potuto mettere da parte la tua brama, la tua voglia, di possedere tutto e tutti? Perché non hai potuto rinunciare, non lo hai potuto salvare, non ci hai voluto parlare? Prima di giudicare e condannare perché CAZZO NON LO SEI STATO AD ASCOLTARE?
Perché era troppo facile così, si rispose scrollando le spalle davanti allo specchio della sua coscienza. Perché era meglio non rischiare, per andare avanti perseguendo il suo obiettivo. Perché aveva imparato ad ottenere il massimo guadagno con il minimo sforzo.
Perché diciamolo, lui era fatto così.


Il cielo spandeva sulla montagna gli ultimi raggi di un sole morente. Il vento batteva ancora, impetuoso, ma latore di molte meno insidie per chi poggiava i piedi su una solida base.
Mickey si guardò intorno, spaesato. La vista era, in ogni caso, sconcertante, quasi come quella che gli si parò davanti nella frazione di un istante e che lo lasciò a bocca aperta.
Non era passato che qualche minuto.
Lo aveva visto col suo stesso occhio che, seppur solo, era ancora sano.
Maler il mezzosangue appariva davanti al disco solare calante come un'ombra indistinta che, mettendo a fuoco, tremolava a malapena come la fiammella di una candela.
Il Tuttofare provò a deglutire, ma non ci riuscì.
Dovette avvicinarsi un poco per capire di non star sognando.
Le parole dell'ombra risuonarono fredde e dure come la notte che si apprestava a calare.
Mickey le ascoltò allibito. Non si era mai trovato a dover dar conto delle sue malefatte ad un fantasma e, nel non sapere bene come comportarsi, decise di limitarsi a rispondere a tono.
E' stato meglio sacrificare la vita di un uomo che quella di un intero popolo.
Il tono sembra sofferente. Forse ora, di fronte al suo fantasma, il Tuttofare un po' è pentito di aver compiuto la scelta di sacrificarlo.
Non è così, Falce d'Oriente?
Eppure non demorde, provando a giustificarsi. Le sue parole possono sembrare dure alle orecchie dello spettro che molto più che probabilmente non capirà. Ma era chiaro che non poteva fare altro. Aveva deciso di difendere la causa dei Grysleer, aveva promesso di onorarla, aveva giurato. Doveva mantenere la parola. Per Arghantares, e per sé stesso.
« Un popolo che soffre è un popolo che non è capace di vivere » Aveva risposto.
« Se vuoi giudicare i crimini altrui, inizia dai tuoi - assassino. »
L'ultima parola fendette l'aria come la lama scura che lacerò la giacca, la camicia, la pelle, il muscolo ed infine la carne. Solo per qualche soffio evitò di intaccare il sistema respiratorio e quello cardiaco mentre, come una trireme veloce, attraversava il mare di sangue che aveva preso a sgorgare dal costato del Tuttofare.
Incredulo, Mickey urlò.
La mano che reggeva quell'impugnatura scomoda era nera come la pece e, sinistra e traditrice, si piegava ad un volere altrui quel tanto che bastava da rivoltarsi contro al suo padrone, l'ennesimo.
Con uno sforzo di volontà l'Aggiustatutto tornò in sé mettendo bene a fuoco Maler.
I rimorsi di coscienza, le incertezze, ogni domanda: tutto tacque.
Se è questo che vuoi...
Boccheggiò sputando un grumo di sangue.
Ti ammazzerò un'altra volta.
Inspirò sonoramente.
Stavolta con le mie mani.
Dalle sue spalle comparvero dal nulla uno stormo di uccelli dalla forma affusolata che, come proiettili, si fiondarono contro i contorni sfocati dell'ombra.
L'avrebbero distratta?
Non lo sapeva e non gliene importava perché, in un battito di ciglia, la mano destra stringeva forte il manico d'acciaio della grande falce che vibrava, violenta, d'una voglia mai saziata e sanguinaria.
La lama grigia lacerò l'aria che colpì, lasciando il segno d'uno squarcio cremisi che si stagliò netto, per un inquieto istante, contro gli ultimi raggi del sole prima di volare contro quel nemico tanto coriaceo da sentire la necessità di tornare indietro dalla morte pur di prendersi la sua vendetta sopra Mickey, il Tuttofare.






q8qu


CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato

• Energia: [85% - 10 - 10] = 65% Rimanente
• Stato fisico: Medio [Da lacerazione, sparso] Basso [Da impatto, sparso] Alto [Da perforazione, al petto]
• Stato psichico: Illeso - Attonito
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza] 1 [Determinazione]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi abitante di Dortan diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]
Red - Rivers - Reverie [Passiva della Spaccaculi che fa ignorare il dolore fisico e psionico nel turno in cui una tecnica della falce viene attivata; Raggiunti i tre utilizzi delle tecniche concesse dalla falce il portatore cade in berserk perdendo la capacità di ragionare ed attaccando amici e nemici indifferentemente]
Furia [1/3]
Lust [Tramite il Sinistro Peccatore Mickey intuisce la abilità di un personaggio od un oggetto che entrano a contatto con il suo tocco]
Envy [Una volta usato un consumo Alto delle tecniche dell'artefatto, il braccio si animerà per pochi secondi di vita propria, assorbendo, divorando o distruggendo un'altra arma in possesso di Mickey e causandogli un danno Medio al corpo. Nel caso in cui il tuttofare non disponesse di altre armi il braccio si sfogherà sul corpo del suo possessore, causandogli un danno Alto al corpo.][1/2]
Mente impenetrabile [resistenza ad auree di potenza passiva]

• Abilità Attive:

Passero non solitario
Il passero è l'uccello più comune in assoluto in tutti i continenti. Così come Mickey, persona che di speciale, alla fin fine, non ha poi più di tanto. Come il passero è in grado di volare come azione straordinaria, anche il Tuttofare tuttavia riesce a fare qualcosa di fuori dall'ordinario anche se poi, una volta conclusa, torna ad essere quello che tutti una volta incontrato dimenticano. Sarà una strana sensazione di affinità, non sa bene il perchè ha scelto quel volatile, ma è per questo che quando il Faccendiere mira a lasciare il segno con la sola forza di volontà, è in grado di generare una forte illusione in grado di far confondere il senso dell'equilibrio.
In termini di gioco il caster emana un'onda mentale che farà credere alla vittima di essere aggredita da un fitto stormo di passeri solitari causando un danno Medio alla psiche. Il battito delle ali che sfiorano il bersaglio a velocità elevate lasciano, una volta terminata l'illusione, una malia da perdita dell'equilibrio. [Pergamena Mentalista Stormo Illusione]

SHEER-BLOOD-BLOOM | Tecnica media. Consumo medio. Natura magica.
Il potere che risiedeva nell'acciaio formante la falce in origine era immenso, proprio come un'arma per Guerriero che si rispetti in fin dei conti. Qualcosa che, pur non trascendendo la sapienza del suo iniziale possessore nel manovrarla, era capace di rovesciare in poco tempo le sorti di un combattimento. È triste che questo sia andato perlopiù perdendosi, vuoi per i cambi repentini di padroni o per l'inettitudine di questi ultimi nel servirsi del reale potenziale della falce. Solo un frammento dell'antica magia infusa da Bayard esiste ancora, ma ciò non rende l'arma meno pericolosa. Si dice che l'arma sia lo specchio di un Guerriero, e il Sorrisone aveva uno Specchio perfetto: la lama ricurva risuonava spesso e volentieri con i sentimenti turbolenti che si agitavano sotto il suo sguardo indecifrabile, e questa capacità si è conservata. Spendendo un consumo Medio il possessore potrà animare l'estremità tagliente della falce di un'aura rossastra, che potrà accompagnare un attacco fisico oppure essere scagliata a distanza prendendo forma di una mezzaluna. Al suo passaggio, l'aura lascerà un taglio lungo -seppur superficiale- sul punto colpito. Dal taglio fuoriuscirà un unico violento fiotto di sangue, a cui poi seguirà una copiosa emorragia simile a quella provocata da un colpo tagliente. La tecnica è difendibile tramite un'apposita tecnica di potenza almeno media, e provoca danni Medi al corpo del bersaglio dovuti allo shock per la perdita immediata di sangue.
• Riassunto: Perfetto, Mickey non si difende dalla tecnica psionica per poi utilizzare tutti e due gli slot in attacco. Ho pensato di evitare tecniche di natura fisica data la peculiarità dell'avversario di essere un'ombra o forse o fantasma, di conseguenza ho optato per Stormo illusione prima (psionica) e Sheer-Blood dopo (magica). Quest'ultima attiva la passiva donatami dalla falce che permette al Tuttofare di ignorare il dolore sia fisico che psionico nel turno di cast.
• Note: Col cavolo che glielo ridò il coltello. Muori stupido fantasma. Il sottotitolo si rifà ad un'altra quest che sto sostenendo in questo momento e mi pare calzi a pennello con l'apparizione. Lol.

 
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view post Posted on 17/10/2014, 20:19
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Cardine
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R   O   U
Grysleer





Taliesin, col fiatone tanto forte da impedirgli di mettere in fila due parole, si piegò sulle ginocchia per riprendere un po' d'aria. Era contento che il Bedouin si trovasse lì con lui e che non fosse stato dilaniato dalle bestie dalla parte sbagliata del crepaccio. Si riteneva felice di averlo salvato almeno quanto l'altro pareva contento di essere vivo. Aveva fatto una buona azione - e chi se lo sarebbe aspettato, da uno come lui? - ed era pronto a godersi i meriti che gli spettavano.
   I due avevano appena corso a lungo, fianco a fianco, diretti verso la fine del travagliato percorso che erano stati costretti ad affrontare; erano giunti infine a una grossa cavità nella roccia liscia, una sorta di pozzo naturale scavato forse dagli impetuosi venti desertici. La luce del sole rovente filtrava dall'apertura in alto, illuminando le pareti che, di riflesso, tingevano di rosso qualunque cosa si trovasse all'interno della gola. Dalla parte opposta a loro in quella meraviglia naturale di luci, ombre e geometrie, che il bardo non smise di ammirare, vi era una fessura nella roccia da dove il sentiero pareva riprendere, ma questa volta in discesa. Sia lui che il nomade guardarono all'uscita con occhi colmi di rinnovata speranza. Finalmente erano davanti a quella che pareva essere davvero la fine della loro disavventura. Una fine non tragica, s'intende.
   Juan era un uomo più sveglio di quanto Taliesin avesse immaginato. Gli sembrava come se, passo dopo passo, quello stesse riacquistando la sicurezza in se stesso, forse privatagli da una vita di stenti e sacrifici. La sua corsa si era fatta leggera, i suoi movimenti più agili, ed il suo sguardo ben più determinato. E per la prima volta il cantastorie aveva potuto scorgere il suo volto, non più celato nelle pieghe del tessuto scuro: Juan era un uomo alto magro, dalle guance scavate e gli zigomi sporgenti. La barba, rada e ispida, terminava con un buffo pizzetto sul mento. La pelle scura era rovinata e arsa dal sole, che aveva impresso su di essa delle macchie più chiare. I due piccoli occhi scuri, ora colmi di lacrime per la commozione, non smettevano di fissare Taliesin.

Somehow I came to realize that life was more than just a game.
Unconsciousness have ruled my life: 'til now I never had to care.
It's time to grow, time to react!

Dreaming while my life carries on, and I stay behind,
يــاليلـي يــاعيــن
Stay behind,
يــاليلـي يــاعيــن
I know now that the time is not on my side, and it runs I know,
يــاليلـي يــاعيــن
Yes it runs,
يــاليلـي يــاعيــن


Il bardo, vedendo di nuovo la faccia del Bedouin e ripensando un attimo alle peripezie che avevano superato, si fece scappare una risata, tanto per sdrammatizzare. Non aveva aspettato abbastanza: essa divenne subito amara e gli si spense in gola, quando fu sovrastata da un suono stridulo e terrificante.
   Udì tardi il possente battito d'ali, proprio quando la sagoma del volatile oscurò la bocca del pozzo che dava verso il cielo azzurro, facendo piombare la caverna in una penombra grigiastra. Taliesin lo riconobbe subito: un Balicìllar, o come diavolo si chiamassero quei malefici volatili nella strana lingua di Juan. Ma se prima erano grossi quanto anatre o poco più, con penne nere e dai riflessi violacei, questa bestia superava i suoi simili sotto qualsiasi aspetto. Aveva un becco più lungo ed affilato, scaglie lucenti e creste variopinte verdi, blu ed azzurre. Era così enorme che le sue ali, da distese, parevano estendersi per una decina di metri.
   «Non più per te combatto, ma con te, amico» gli disse a quel punto Juan, sfoderando spada e pugnale e preparandosi allo scontro imminente. Le sue braccia ondeggiavano appena, pronte a scattare.
   «E allora combattiamo!» gli urlò Taliesin, imitandolo: sfoderò anch'egli Fabula ed il corto pugnale. Fece per scagliarlo, ma venne preceduto dalla bestia, che di nuovo urlò - ma questa volta lo stridio fu quasi insopportabile.
   A quel punto spalancò il becco, più simile a un paio di fauci degne della bestia più feroce, e soffiò con una forza inaudita, inaspettata. Fece tuonare l'aria e sollevò polvere e sabbia, mentre le pietre schizzavano in ogni direzione. I proiettili impazziti colpirono anche Juan e Taliesin, che si ripararono dalla piccola tempesta di sabbia come meglio poterono. Taliesin si coprì il volto con le braccia, ma questo gesto non gli permise di accorgersi di una minaccia ben peggiore, immediatamente successiva. Udì un solo battito d'ali, potente e pericolosamente vicino, e poi venne brutalmente travolto e spinto a terra. Il dolore alla schiena e alle spalle, che si era procurato venendo scaraventato a terra nella tempesta di sabbia non molto tempo prima, si risvegliò senza farsi pregare. Intanto artigli enormi e affilati, lunghi come pugnali, si serrarono attorno a lui, mentre la sagoma scura lo sovrastava.
   L'urlo di dolore, identico a quello che poco prima era stato proprio Juan a farsi sfuggire, scombussolò qualcosa nella mente del Bedouin. Vedere Taliesin in condizioni critiche lo spronò al coraggio, quanto nessun altro avvenimento era riuscito a fare nella sua triste vita. Juan non era mai stato un vile, ma si era sempre defilato quando le cose si mettevano male per lui. Faceva parte della sua natura. Ma ora dentro di sé sentiva forte e chiaro il bisogno di recuperare tutti gli anni persi a solcare il deserto, rifuggendo i pericoli e combattendo col caldo. Era come se il vagabondo lo avesse svegliato dall'intontimento di una vita di monotonia alla quale si era, purtroppo, abituato.
   Taliesin non si perse in ragionamenti del genere, poiché le sue priorità erano completamente diverse. L'enorme zampa violacea del volatile lo ancorava a terra con forza, premendogli il torace tanto da non permettergli di respirare. Il suo sangue bagnò gli artigli dell'animale.
   Cominciò a divincolarsi mentre le sue membra, malmesse e doloranti, protestavano ad ogni movimento. Gli bastarono però pochi istanti per scivolare via dalle grinfie della mostruosità alata, ma era ancora al di sotto di essa, in balia della sua ferocia.
   Fortunatamente, nel frattempo, Juan aveva smesso di pensare a ciò che era stato della sua vita passata e si era deciso a reagire. Il cantastorie udì chiaramente la sua corsa, dai passi lunghi e leggeri, e intuì cosa intendesse fare. Con prontezza recuperò la biglia che prima si era infilato in tasca, e aspettò il momento giusto per usarla. La scagliò quindi verso il ventre del mostro, al fine di distrarlo con l'innocua ma fastidiosa detonazione. Sperava che ciò facilitasse la vita a Juan.
   Il Bedouin intanto, determinato come non mai, caricò.
   Lo fece senza pensarci: le sue gambe si muovevano da sole, come da sole le sue braccia stringevano saldamente la spada e il pugnale. Sentiva dentro di sé una sensazione effervescente, esplosiva, che stava per culminare in un unico gesto d'ira. Si sentiva un prigioniero sul punto di evadere.
   Fu come se delle catene si rompessero, di punto in bianco, e quel suono immaginario fu probabilmente il più bello che egli avesse mai sentito.

Some things for sure will come to change: I came across with too much pain.
I pulled myself together again, I can't believe, I cannot fail.
I can't delay, it's time to start!

Dreaming while my life carries on, and I stay behind,
يــاليلـي يــاعيــن
Stay behind,
يــاليلـي يــاعيــن
I know now that the time is not on my side, and it runs I know,
يــاليلـي يــاعيــن
Yes it runs,
يــاليلـي يــاعيــن


Si scaraventò sul volatile con tutta la forza che il suo corpo possedeva in quello strano attimo di euforia e determinazione. Si sentì rapido e travolgente come un purosangue al galoppo, e quella sensazione con sua grande gioia non lo abbandonò terminata quella carica. Un gesto con cui inaugurava un momento importante della sua vita; una presa di coscienza che in quell'istante gli pareva inspiegabilmente radicale e importante.
   Taliesin, intanto, si rimise in piedi. Cercò di affondare il pugnale nel ventre del volatile, mentre sgusciava lontano da esso e riprendeva fiato. Il dolore proveniente dalla schiena, dai fianchi e dalle braccia lacerate era straziante, insopportabile, tanto da fargli bollire dentro il desiderio di vendicarsi. Dolore: ciò che, di lì a poco, aveva intenzione di far provare all'uccello.
   E mentre Juan menava un altro colpo verso il becco dell'mostro, il musicista abbandonò le sue armi, semplicemente facendole cadere per terra, e tirò fuori dalla borsa uno strumento musicale: il piccolo flauto che aveva imparato a temere e che ora, accecato dal dolore e dalla rabbia del momento, era disposto ad utilizzare con tutto ciò che ne conseguiva. Fissò le zampe dell'uccello, quelle che poco prima erano state a un passo da dilaniarlo. Avrebbe colpito proprio in quel punto.
   Aveva la bocca asciutta e le mani tremanti, ma alla fin fine non doveva eseguire tanti virtuosismi. Si infilò l'ancia in bocca e all'inizio soffiò troppo forte, facendo fischiare lo strumento.






Le tre note si susseguirono, uguali, acute ed imperiose.
   Juan, nell'udirle, si scostò dalla creatura e indietreggiò in fretta. Non si spiegava per quale motivo Taliesin si fosse messo a suonare, ma poteva solo immaginare di quali altre diavolerie quell'uomo fosse capace. Restò a guardare, turbato dalle sgraziate note ma pronto a lanciarsi di nuovo all'attacco.




Condizioni generali
Stato fisico - 10/16
• danno medio da contusione
• danno medio da lacerazioni su tutto il corpo
• danno medio da lacerazione sugli avambracci
Stato mentale - llleso
CS - 6 (2 intelligenza, 1 astuzia, 2 destrezza, 1 determinazione)
Energia - 40/100 (-10, -10)

Equipaggiamento
Itinerante, artefatto/arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura.
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, artefatto/set di armi da lancio, materiale sconosciuto, venti unità per giocata.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto/oggetto generico, strumento musicale.
Amuleto dell'auspex, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo magico, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo furtivo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Cristallo del talento, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Diamante, oggetto dell'erboristeria (due unità), conferisce un potere passivo.
Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria, un uso per giocata (utilizzata)
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, funziona come una cura dell'equipaggiamento.
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, rigenera il 5% della riserva energetica. (utilizzata)
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, applicabile a un'arma per danneggiare l'Energià nemica del 5% a turno, per due turni di gioco.
Corallo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco.
Rubino, oggetto dell'erboristeria, conferisce due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco. (utilizzato)
Biglia accecante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante. (utilizzata)
Biglia deflagrante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante. (utilizzata)

Poteri passivi
Audacia, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Amuleto dell'auspex, auspex passivo basato sull'udito.
Tomo magico, accesso alle pergamene della classe Mago.
Tomo furtivo, accesso alle pergamene della classe Ladro.
Cristallo del talento, accesso al livello successivo del Talento.
Diamanti, 2 CS aggiuntive in Destrezza (due unità).
Illusionista, passiva di primo livello, le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate.
Illusionista, passiva di secondo livello, possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento.
Illusionista, passiva di terzo livello, fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Seconda abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Quinta abilità personale, utilizzo della polvere in combattimento per avantaggiarsi infastidendo gli avversari.
Sesta abilità personale, cure di potenza pari al consumo.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: progenie dei demoni. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Tecniche e oggetti attivi
Sfuggente. Una vita di avventure - e quindi di pericoli - ha abituato il viaggiatore a confrontarsi con qualsiasi genere di minaccia. I suoi riflessi si sono fatti rapidi, e le sue gambe scattanti. Nulla o quasi è più in grado di fermarlo, poiché l'esperienza lo ha reso libero e inarrestabile, come il vento. È in grado di evitare astutamente ogni attacco o intralcio, e nemmeno serrature, lucchetti, nodi o manette saranno in grado di bloccarlo. [Sfuggente, pergamena ultima, classe mentalista. Natura fisica, consumo variabile. Difesa da tecniche fisiche o magiche di potenza pari o inferiori al consumo speso, a consumo nullo è in grado di aprire serrature e lucchetti o disfare nodi]
Biglia deflagrante. Ha la forma di una biglia rossastra del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un'esplosione di piccole dimensioni capace di provocare ustioni e lesioni all'avversario. L'arma non provoca danni diretti, ma risulta comunque piuttosto versatile in duello: la deflagrazione può distrarre o infastidire gli avversari, provocando loro forti dolori.
Fa male al cuore. La terza nota dell'abisso. Impugna il Flauto di Cenere e posiziona il dito anulare sul terzo foro. Soffia nel becco del flauto per un totale di tre volte e genera la nota devastante del dolore. La musica questa volta si comporrà di un singolo suono grave che spezzerà la mente della razza designata come tua nemica. Attraverso un dispendio energetico soddisfacente, questa sinfonia provocherà un dolore indicibile in un punto focalizzato dai tuoi occhi, uno qualunque. Il dolore sarà insopportabile, come una fiamma interna che divora la carne e impedisce alla vittima di ragionare con lucidità. Questo effetto danneggia anche la mente dell'individuo colpito dalla nota. [Medio, psionica. Taliesin soffia nel flauto, generando una singola nota. Questa nota colpirà un punto precedentemente scelto dal bardo, causando un dolore indicibile alla vittima e un danno Alto alla mente, ma solo ad un individuo di razza scelto dal Do della selezione. La seconda razza scelta ne è immune, le altre subiscono danni normali. Contrastabile con un'opportuna difesa psionica Media.]

Riassunto
Iperpost! E mi sono persino trattenuto nello scrivere, asd.
Questa volta sono stato abbastanza sfrontato da utilizzare una canzone, sempre dei Myrath, come testo-guida per il post, in particolare per quanto succede nella mente del buon Juan. Ecco il link a Merciless Times, per chi volesse ascoltarsela.
Dal punto di vista tecnico sono stato molto incerto sul da farsi, specialmente con gli slot di Taliesin, ma alla fine mi sono deciso. Ho optato per una strategia abbastanza (spero) aggressiva. Ho paura di finire la quest ridotto in poltiglia o privo di energie anche solo per salvarmi le chiappe, ma speriamo di no... Comunque ho considerato la bestia alta indicativamente il doppio di un uomo, ma con tutto quel che ne consegue: enorme apertura alare e zampe perfettamente in grado di afferrare un umano.
Sia Taliesin che Juan subiscono l'alto ad area. Quando l'uccello piomba sul bardo, quest'ultimo non può fare altro che limitare i danni. Tramite un utilizzo a consumo medio di Sfuggente si libera però dall'immobilizzazione.
Percependo grazie all'auspex che Juan sta per attaccare, utilizza la Biglia detonante per distrarre la bestia. A quel punto giunge il Bedouin, che attacca al meglio delle sue possibilità con Contraccolpo. Taliesin, nel frattempo, ne approfitta per sferrare un bell'attacco fisico con 6 CS, una pugnalata in mezzo a quello che dovrebbe essere il ventre. Subito dopo rincara la dose con un Colpo stordente, dritto al muso della creatura. Il bardo si allontana dalla bestia, gettando a terra le armi per non risulare impacciato, e decide di sferrare un ultimo attacco (psionico) coprendo la ritirata del compagno. Si tratta di una tecnica psionica, lanciata tramite un suono del flauto di cenere, FA male al cuore (danno medio, come di norma, trattandosi presumo di un essere Inumano), che vorrebbe provocare un intenso dolore nelle zampe dell'animale. Da notare che nessuno colpisce le sue ali - è nel nostro interesse che voli via, no? :wow:
Ricapitolando:
• subiscono un medio a testa a causa della prima tecnica;
• fronteggiando la seconda abilità, Taliesin subisce un altro medio ma non viene immobilizzato utilizzando Sfuggente;
• Usa la Biglia detonante per distrarlo;
• Juan attacca in modo risoluto con Contraccolpo;
• Taliesin sferra un attacco fisico (6CS) al ventre della bestia e si allontana;
• Juan prova a stordirla con Colpo stordente, un colpo di piatto sul becco;
• Taliesin cerca di farle del male con FA male al cuore;
• Juan si ritira.


Juan,
il nomade


Razza: umano.
Classi: guerriero, ladro.
Talento: stratega, primo livello.
Professione: carovaniere nomade.
Lingue: comune, dialetto dell'Akeran.
CS: 1 (astuzia)
Pergamene: Colpo doppio (I gr), Colpo stordente (I gr), Contaccolpo (I, gr), Parata (I gr), Tempra di ferro (I gr), Attacco furtivo (I ld), Cogliere di sorpresa (I ld), Mente vigile (I ld).
Abilità personali: due passive.
Armi: spada corta e pugnale "kukri".
Oggetti: tomo furtivo.



Condizioni generali
Stato fisico - 12/16
• perforazione media alla gamba sinistra
• danno medio da lacerazioni su tutto il corpo
Stato mentale - llleso
CS - 1 (astuzia)
Energia - 45/100 (-20, -5)

Equipaggiamento
Spada corta, arma bianca, ferro, 40 centimetri di lama.
Kukri, arma bianca, argento, lama ricurva.

Poteri passivi
Stile dello scorpione, passiva personale, straordinaria maestria nel combattere con due armi contemporaneamente, anche in condizioni svantaggiose.
Esperienza, passiva personale. Juan rinuncia al suo CS razziale in cambio di due passive razziali bonus, oltre a quella normalmente consentita.
Audacia, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Diffidenza, passiva razziale umana, capacità di riconoscere sempre la razza di chi lo circonda.
Cavalcare, passiva razziale umana, il personaggio può combattere in sella a un animale addestrato senza impedimenti.
Stratega, passiva di primo livello, capacità di riconoscere le illusioni come tali, anche se esse avranno effetto comunque.
Tomo furtivo, permette l'uso delle pergamene della classe Ladro.

Tecniche attive
Contraccolpo: il guerriero esegue un'offensiva diretta in grado di respingere violentemente il proprio avversario. La tecnica ha natura fisica. Il guerriero può eseguire questa tecnica sia fronteggiando fisicamente con un impeto travolgente il proprio avversario, sia eseguendo una qualche forma di presa marziale che possa sortire il medesimo effetto: scagliare lontano, o respingere con violenza il nemico. Le dinamiche della tecnica sono liberamente personalizzabili a discrezione del giocatore, purché non autoconclusive. Va considerata come tecnica offensiva di potenza Alta, e come tale è necessario fronteggiarla. Consumo di energia: Alto
Colpo stordente: il guerriero colpisce il nemico con un attacco mirato a stordirlo, frastornandolo per il resto dello scontro. La tecnica ha natura fisica. Il guerriero colpisce il nemico con un colpo poderoso e mirato, che può essere portato a sua scelta: a mani nude, con lo scudo, con il piatto della propria lama, o con altre armi contundenti a sua disposizione. Non è però un colpo volto ad infliggere danno fisico, bensì cagiona uno stordimento costante. Il colpo mira infatti ad infliggere al bersaglio un danno psionico di entità Bassa. Ciononostante la tecnica consiste in un'offensiva fisica di potenza Bassa e come tale va fronteggiata. Consumo di energia: Basso

Note
Il perché di una passiva personale (Esperienza) così strana? Beh, hai detto che possiede un solo CS, e non volevo privare Juan del talento senza giustificazioni di alcun genere. Ho risolto il problema in questo modo - l'abilità è stata confermata essere regolamentare nell'apposito topic. Non ho potuto calcolare la sua pericolosità, ma non dovrebbe essere molto alta, presumo sia E. Gli ho dato un buon parco di pergamene iniziali, ma niente di più. Questo è dovuto, immaginariamente, al fatto che abbia molta esperienza di livello fondamentale (inizale, appunto), ma non si sia mai spinto più a fondo con l'addestramento marziale perché ha passato la vita ad andare in giro per il deserto. Ho cercato di selezionarle rifacendomi alla figura del "nomade del deserto". Juan, come gran parte dei Bedouin, combatte affidandosi all'astuzia, dovuta alla sua esperienza dopo una vita dedita al commercio e al viaggio, predilige le due armi e lo scontro a cavallo - che in questo momento non possiede, ma nevermind. Possiede un talento naturale nel destreggiarsi con due armi temporaneamente.
L'ho fatto partire con un 70% di energie. Ho immaginato che, grazie anche alla sua esperienza nel deserto, si fosse difeso dalla tempesta senza subire danni rilevanti (-20, dunque) e che abbia poi utilizzato qualche trucco per fronteggiare le angherie dei Pellegrigia (un malus che ho quantificato come un -10).
Per l'effetto delle sue tecniche all'interno della strategia rimando allo specchietto di Taliesin.
Spero di aver fatto un buon lavoro!

 
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Vermilion
view post Posted on 17/10/2014, 20:52




ROU
Grysleer
Pensai di aver chiuso lo scontro quando un gruppo sconnesso di bolle affiorò sulla superficie increspata e buia dell'acqua, bolle d'aria che andarono a scoppiare nella sube cinerea che lentamente si stava diradando complice anche l'effetto dell'acqua. Arrestai la mia danza mortale rimanendo con la mano saldo ad un appiglio e guardando con sentimenti che non erano miei quella tomba d'acqua. Era un brav'uomo, stava solo cercando di difendere la propria vita come ogni creatura, stava solamente seguendo l'istinto primitivo e naturale che muove ogni essere vivente: sopravvivere. Potevo solamente comprendere il modo estremamente cinico l'atto del suo sacrificio, analizzare oggettivamente le sue azioni e perdonargli gli attacchi e le ferite che aveva arrecato al mio eidolon cinereo. Rimasi qualche istante a contemplare quell'ultima boccata d'aria, senza riuscire a provare nulla che fosse nemmeno lontanamente simile ad un sentimento umano perché semplicemente non ero umano. Lasciai scivolare la lama nel suo fodero, distogliendo lo sguardo dal bacino increspato per portarlo al complesso meccanismo che se non sarei riuscito a fermare mi avrebbe portato a fare una fine non dissimile da quella del povero Albrich. Clank Un suono meccanico e ovattato richiamò nuovamente la mia attenzione all'acqua, e qualche istante dopo un artiglio metallico emerse con la violenza di un drago marino, andando ad azzannare la roccia che reggeva una fiaccola. Lento e inesorabile il corpo del vecchio nano emerse, reggendosi con una mano alla corda e tossendo bestemmie e acqua si arrampicò al ciglio del soffitto. « Ingegneria nanica » rise sotto i baffi, strappando anche a me un sorriso compiaciuto in segno di stima per quell'avversario che mai avrei voluto morto. « Vediamo come schivi quest'altro giochino » disse infine levando dalle tasche due sfere metalliche, che cozzate tra di loro iniziarono ad acquisire una inusuale lucentezza. Strinsi d'istinto la mano sul muro, pronto a scattare verso un'altra parete quando caricando il braccio scagliò gli ordigni nella mia direzione. Aspettai l'ultimo istante per spiccare il balzo, e proprio mentre i piedi si staccavano dal muro le sue ultime parole: « Probabilmente tu le conosci come...bombe » Una scelta di tempismo perfetta, teatrale quasi, tanto che l'ultima parola coincise con la vampata di calore che sentii crescere potenziale dalle due sfere. Un'energia tremenda si stava concentrando in un singolo istante all'interno di quelle due sfere, pronta ad esplodere in un inferno sotterraneo. Non avevo tempo per pensare, sebbene fossi fatto io stesso di fuoco e fiamme la mia forma fisica ne sarebbe uscita completamente distrutta e non potevo permetterlo. Guardai riluttante l'acqua sotto di me, era ormai fonda un paio di metri e sarebbe potuta essere la mia miglior difesa. Tirai un respiro e mi gettai sotto la superficie di quella trappola mortale con un calcio assestato al soffitto come trampolino. Se avessi agito un secondo dopo, non sarei stato altro che polvere a quest'ora. L'acqua attorno a me raggiunse il punto d'ebollizione, miriadi di bolle presero a salire in superficie e un senso stringente di inadeguatezza a quell'habitat mi fece schifare la situazione in cui mi ero cacciato. Maledissi mentalmente il nano, estraendo questa volta la lama che tenevo riposta sulla schiena e ammirando per qualche istante il suo nero splendore. Nuotai fin sotto di lui, sperando che il fumo e l'esplosione l'avessero quanto meno tenuto occupato, e posando la mancina sulla lama le infusi parte del calore della prima fiamma. Il nero d'ossidiana si rigò di venature ardenti, e la lama iniziò a reclamare sangue. Un colpo secco al fondale, e come un proiettile ruppi la superficie dell'acqua per guardare un ultima volta Albrich in volto. Avrei sorriso, se solo avessi potuto, prima di muovere l'affondo che avrebbe posto la parola fine a quello scontro una volta per tutte.
SWIFT■■■■
Tenere il puntatore sulle tecniche per visualizzarle

FISICO
M.Fianco sx
2/16
MENTE
B.Stordimento
1/16
ENERGIA
30% (60-20-10)
PASSIVE
Ashes

ATTIVE
Ashes, 20%
Ember, 10%

RIASSUNTO
Schivo completamente le due bombe sfruttando una schivata ad Alto per gettarmi sott'acqua. Nuoto poi fin sotto a dove si trova il nano, estraendo la spada e infondendole un potenziamento magico di fuoco a livello Medio. Concludo il tutto saltando fuori dall'acqua e compiendo un affondo (a Medio) verso il nano.
NOTE
Qualcuno ha dei bucatini?
 
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50 replies since 7/9/2014, 21:53   909 views
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