Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Rou ~ Grysleer

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view post Posted on 20/10/2014, 13:59
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Maestro
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Il sangue rivive.
Quando canta la canzone della vita, la linfa vitale scorre tra le vene ed arma il braccio come un lampo di volontà.
Non è la ragione che comanda, ma il desiderio di sopravvivenza. E' così che si formano gli eroi; temprati dalla fatica e dal pericolo.
Temprati da quel fuoco di verità che divampa nella paura, nel terrore della morte ed arde come fiamma eterna di vita.
Così un cucciolo diviene leone; così un agnello diviene tigre.
Così l'anima più innocente può trasformarsi nel carnefice più spietato.
E' il circolo della vita; è la dura legge delle prede e dei predatori.
E' l'unico modo per temprare un guerriero.


« Bella canzone » asserì Geeste, cogitabondo « ma sembra più adatta ad una litania funebre. »
« Si dice che attraverso il canto i nostri antenati tramandassero il proprio credo alle generazioni future » sospirò Gurghanosh.
« Oh che romantico » ribatté Geeste, ironico « non ti offendi se non piango, vero? »
Gurghanosh lo squadrò con aria torbo. Prese la lunga pipa e gli diede un'altra boccata, quasi cercasse nel fumo la serenità che il suo interlocutore non sapeva dargli.
« Allora » proseguì Geeste, subito dopo « com'è andata? »
Gurghanosh trattenne una risata a stento « Sono sopravvissuti, se è quello che vuoi sapere. »
« Avanti, voglio sapere tutto » gli rispose l'altro, di muso duro « come sta la ragazza? »
Gurghanosh sorrise ancora. « Sta bene; il pozzo ha fatto emergere le sue paure, ma lei è stata più forte. »
« Il ragazzo, invece, ne è uscito male » Gurghanosh diede l'ennesima boccata alla pipa, poi proseguì « fisicamente sta bene, ma spiritualmente non ha resistito. »
« Non c'è posto per uno come lui, da queste parti. »

Geeste rimase silenzioso qualche istante. Poi, chiese ancora: « Gli altri? »
« Quel tale, Mickey » rispose il Pellegrigia, con tono serioso « ha scalato il monte, ma è rimasto preda di qualche illusione sulla cima. »
« Maler, invece, si è schiantato al suolo; di lui non è rimasto che una macchia di sangue sulla nuda terra. »
Un altro momento di silenzio ed un'altra boccata a sottolineare la serietà del momento. Geeste si distorse in un'espressione infastidita. Poi, riprese a fissare l'altro.
Gurghanosh, da par suo, lo anticipò. « Scorch ha vinto il duello nella Prova Proba; il nano ne è uscito ferito e provato. »
Poi tornò a fissare il pelleverde negli occhi: « Anche lui dubito che sopravviverà. »
« Ed il bardo? » incalzò Geeste, ansioso. Gurghanosh sbuffò appena, per poi sciogliersi in una risata sincera.
« Lui ed il bedouin hanno superato la prova ampiamente » asserì, sicuro « il Balikçillar è fuggito via, piuttosto malconcio. »
Geeste tornò a fissarlo, questa volta con aria più soddisfatta. « Quindi, il nostro accordo...? »
« Non so se sei stato abile o semplicemente fortunato, Groenleer » disse Gurghanosh, squadrando l'altro « ma a quanto pare hai vinto tu. »
« Domani all'alba partirete per la diga; conduci il tuo gruppo lungo il sentiero dentro la montagna » aggiunse, sicuro « se riuscirete ad evitare il peggio, il mio popolo ti sarà debitore. »

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Turrumpluviae

Alle prime luci dell'alba il gruppo si mise in marcia.
I Grysleer prepararono il viaggio con adeguati viveri e li accompagnarono giusto all'imbocco del sentiero.
Il passaggio era scavato nella roccia, ma abbandonato alle intemperie ed al tempo; invero, fu chiaro molto presto il motivo per cui nessun Grysleer si era più avventurato verso la diga. Il soffitto era basso, fin troppo basso anche per i più minuti di loro. Risaliva tortuoso nel ventre della montagna, destreggiandosi tra brevi tornanti all'esterno e buie cavità nelle profondità della pietra. L'aria stantia e piena di muffa rendeva spesso il percorso ancor più difficoltoso, mettendo a dura prova la resistenza dei più.
Oltre ai quattro sopravvissuti, c'era Geeste che - col fedele alascura - segnava il passo ed indicava la strada.
Il Pelleverde era l'unico "all'altezza" delle cavità; oltre a ciò, però, era guidato dal fiuto del piccolo drago che rimarcava spesso la propria utilità con brevi schiocchi delle mandibole e saltuari sbuffi. Tutti loro, però, seguivano con diligenza, anche perché ristorati dalle fatiche delle prove e rinfrancati dai trofei ricevuti in dono.
Molto semplicemente, a Taliesin era stata donata la vita di Juan. Nonostante a quest'ultimo non fosse stato chiesto nulla, infatti, i Pellegrigia posero nelle mani del bardo, come ricompensa per l'impresa, la responsabilità di quella stessa vita che egli si era premurato di salvare: il bedouin avrebbe dovuto seguirlo come schiavo e servo, per tutto il resto della sua vita. O, quantomeno, fintanto che fossero nei paraggi dell'accampamento. Dal canto suo, il bedouin non faceva troppe storie: il compito sembrava, infatti, sicuramente più dignitoso della sua vita precedente. O di una ignobile morte nelle arene dei Pellegrigia.
Mikey, invece, avrebbe potuto custodire ed usare il coltello azzurro di Maler; aveva trascorso gran parte della notte a studiarne le capacità, apprezzando come le qualità dello stesso asservissero alle qualità di assassino proprie del mezzosangue.
Ririchiyo ebbe in dono delle particolari sfere che Calvin custodiva nella sua sacca: sembravano all'apparenza biglie di vetro innocue. Eppure, come le era stato spiegato, ciascuna di loro aveva una carica esplosiva piuttosto potente, che aumentava di potenza se utilizzata insieme ad altre sfere, in una sorta di effetto "eco" che permetteva alle stesse di risuonare tra loro ed ampliare la portata dell'esplosione.
Infine, Scorch ebbe in dono Çeneli, ovvero "l'artiglio" di Albrick, come trofeo di guerra per la sua vittoria.
Chiudeva il gruppo... Sir Blitzeran. Nessuno l'aveva visto durante le prove, né era dato sapere per quale motivo i Pellegrigia l'avessero lasciato andare.
Da par suo, il mercante affermava con vigore di essersi sottoposto ad una prova e di averla brillantemente superata. Qualche che fosse, però, non era dato saperlo.

Molto presto il gruppo giunse ad un bivio.
Una via a destra sembrava condurre verso della luce intensa; vento freddo proveniva dalla direzione ed il percorso pareva districarsi in un tortuoso tornante.
L'altra via, invece, conduceva verso sinistra e proseguiva in linea retta, ma verso un percorso buio e dall'aria stantia.
« Dovremo dividerci » asserì Geeste, fissando alascura. « Noi andremo di là » disse, indicando la via a destra « ...e parte del gruppo mi seguirà. »
« Io preferirei andare a sinistra, invece » ribatté Blitzeran « sa, mio buon amico, né ho abbastanza di ripidi sentieri e vento forte. »
L'ennesima scelta; l'ennesimo bivio.



CITAZIONE

QM Point ~
Scusate il post breve, ma sono stretto coi tempi e non volevo rimandare. Dunque, ho usato un breve dialogo per riassumere cosa accade nelle vostre prove. Più o meno posso dire che tutti vi siete comportati molto bene. Posso rilevare solo qualche errore "strategico" (non di regolamento, beninteso) in alcuni di voi, che determina la natura della ricompensa che riceverete per ciascuna prova. Sostanzialmente, dopo le prove venite scelti per la missione vera e propria che coinciderà con l'ultima parte della quest.
Dopo le prove, però, venite ricompensati con dei premi che vi descrivo di sotto; potete utilizzarli liberamente nei 3-4 post che seguiranno.
Inoltre, riceverete una cura globale di potenza "Alta". Questo "alto" corrisponde al totale di cure che potete gestirvi, potendo decidere se sfruttarlo tutto per guarivi i danni fisici; o dividere la cura tra danni fisici e danni mentali. Oppure, ancora, se destinarne una parte alla cura delle energie (secondo i consueti rapporti Alto = 20%; Medio = 10%; Basso = 5%).
In ultimo, vi faccio notare che non ho di proposito descritto gli eventi che accadono durante la notte. Sostanzialmente, venite messi in quattro capanne distinte. Durante la notte potete (se volete) agire liberamente nell'accampamento, compiendo azioni che - in linea di principio - saranno sconosciute agli altri compagni. Per comodità, però, ho preferito comunque dedicare la descrizione di queste azioni al thread in confronto, onde evitare di comunicare con scomodi mp. Descrivetemi li cosa volete fare ed io vi risponderò. I vostri compagni che vi leggeranno dovranno semplicemente essere bravi ad interpretare il proprio pg sapendo di non conoscere (ripeto, a meno che non interagiate tra voi di proposito) cosa fanno gli altri durante la notte. Orientativamente, non vi pongo limiti alle azioni che possono essere fatte durante la notte. Usate solo il buon senso e, in ogni caso, vi dirò io quando è troppo.

In chiusura di post, poi, dividetevi in due gruppi. Due con Geeste, due con Blitzeran. I dettagli sulle due vie li conoscete.
Di seguito le ricompense.

Ririchiyo Ricevi otto biglie esplosive. Le biglie hanno ciascuna un potenziale esplosivo pari a Basso. Se usate insieme, il loro potenziale offensivo aumenta in proporzione (1= basso, 2 = medio; 4 = alto, 8 = critico). Usare le biglie (una o più insieme) comporta l'uso di uno slot tecnica, ma non consuma energia. Ti dicono che erano nella sacca di Calvin.

Mikey Ricevi il coltello di Maler, che si chiama "Artiglio azzurro". La lama ti dona una passiva che ti consente di diventare invisibile se nascosto in un cono d'ombra, inoltre ti dona due tecniche. La prima tecnica ha consumo medio, potenza media, se il coltello viene lanciato contro un nemico si trasforma in un fulmine azzurro, che danneggia e stordisce; infine, la lama può diventare uno spadone a due mani e sferrare due attacchi medi in un turno; quest'ultima tecnica ha consumo Alto e potenza Alta.

Scorch Ricevi il rampino di Albrick, Çeneli. Puoi utilizzarlo come tecnica nei duelli o nei prossimi post, facendo conto che il suo potenziale è di livello Medio. Quindi, se usato per difendersi conta come una difesa di potenza Media; per attaccare, lo stesso.

Taliesin La tua ricompensa è.... Juan! In generale, fino a fine quest conta come un compagno animale; puoi usare le tue tecniche attraverso di lui e sfruttarlo come meglio credi.


Tempi, fino a Sabato 25 ottobre.
Domande o dubbi in confronto.

 
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view post Posted on 23/10/2014, 11:06
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Rou ~ Grysleer - Il bivio -
Per fortuna era riuscita ad uscire da quel pozzo tutta intera e insieme a Calvin. Lei pensava che con quel ragazzo non solo poteva essere l’inizio di una bella amicizia ma anche della fine della sua solitudine. Purtroppo non era così e, in cuor suo sapeva che non sarebbe mai stato così. La cosa le provocò un grande dolore ma, per ora, voleva solo bearsi della sua ritrovata libertà. Che valore poteva avere la propria vita se doveva essere soggiogata da qualcuno che si credeva più grande e più importante? Per una vita intera aveva dovuto sottostare a quel genere di legge non scritta ma adesso si era stufata, proprio per quello si era allontanata dal suo villaggio, proprio per questo si era allontanata dal suo villaggio: perché era stanca. Appena uscita dal pozzo le vennero fatti i complimenti per aver superato quella prova e qualcuno prese con sé il ragazzo per curare le sue ferite, peccato che lei si sentisse più amareggiata di quando vi era entrata. Certo, forse era stata più forte di quel pozzo e di quello che c’era dentro ma il suo cuore ne era uscito spezzato in altri pezzi decisamente più piccoli.
Vennero tutti portati in quattro tende diverse e questo le fece tirare un sospiro di sollievo, l’unica cosa che aveva voglia di fare era rimanere da sola in santa pace e non essere disturbata.


”Il mio destino è rimanere da sola vero?”



Chiese alla fine al demone che era dentro di lei e che si stava godendo quel suo cuore gonfio di dolore. Il demone rifletteva con un sorriso divertito sulle labbra perché sapeva che quando la giovane era così instabile e fragile lei poteva avere piede libero per attirarla sempre di più a sé.


”No, il tuo destino è avere me!”



La voce carezzevole del demone voleva esserle di qualche conforto, invece Ririchiyo raccolse quelle parole come una minaccia e non come una promessa di compagnia e di luce per la sua vita. In fondo cosa poteva pretendere da un demone? Niente più di questo.


”Piccola mia io starò sempre al tuo fianco. Ti ho sempre messa in guardia contro i fragili esseri umani e sempre lo farò ma sarò anche sempre qui ad accoglierti fra le mie braccia. Cedimi il tuo cuore e vivi insieme a me per sempre!”



Ririchiyo sapeva bene il demone a cosa puntava: alla supremazia di quel corpo e, alla fine, alla sua lotta contro gli umani, contro quelle creature che l’avevano fatta soffrire. Voleva anche scoprire bene da dove veniva perché i suoi arcani ricordi erano troppo lontani e sbiaditi nella sua memoria per poter anche solo rimembrarlo.
La giovane sapeva a cosa il demone puntava ma per quella notte, e quella soltanto, chiuse gli occhi lasciandosi scivolare fra le braccia di Lilith. Il suo corpo era freddo e oscuro sotto quello straccio bianco che spacciava per vestito. Così passò la notte, ascoltando gli oscuri propositi del demone e sognando un mondo tutto suo dove poter stare insieme alle altre persone, dove le sue corna non c’erano e l’esistenza di Lilith non era per niente contemplata. Già perché lei, in fondo, desiderava che il demone se ne andasse per sempre e la lasciasse in pace.
Quella notte nessun sogno venne a bussare alla sua mente, soltanto una strana cantilena proveniente proprio dalla bocca del demone le aveva tenuta compagnia mentre le braccia fredde di Lilith la cullavano. Le due erano rimaste insieme fino alle prime luci dell’alba perché era sempre stato così: il giorno portava via gli incubi.


«È giunta l’ora!»



Sussurrò appena, alzandosi dal suo giaciglio e mettendosi addosso le armi. Continuò a pensare a Calvin per tutto il tempo ma nemmeno ora avrebbe il coraggio di andare da lui dopo quella che era successo nel pozzo.
Avevano tutti appuntamento per iniziare un lungo cammino anche se il significato di tutto quello era ancora oscuro a lei. Le cure che le erano state fatte avevano però funzionato, anche se di poco sentiva di stare meglio e di poter continuare con quel viaggio. Erano le prime luci dell’alba e insieme allo strano gruppo che si era formato in quel deserto si riprese il cammino, lei si sentiva inquieta ma non ci poteva fare nulla, quella situazione non le piaceva per niente, soprattutto perché aveva fisso nella mente che stava combattendo la lotta di qualcun altro. I Grysleer avevano preparato la giusta dose di viveri per loro e, alla fine, li accompagnarono all’imboccatura del sentiero, sembravano essere stato abbandonato alle intemperie e, soprattutto, Ririchiyo capì perché avevano mandato proprio loro: era troppo basso persino per lei che si trovò a pensare che avrebbe dovuto abbassarsi e camminare tutta gobba.


”Lilith ringrazia che ci sono io, tu non ci saresti mai passata!”



Si trovò a pensare, raggiungendo il demone con le sue parole e ridacchiando insieme a lei. Avrebbe voluto dire che quella notte non era cambiato nulla tra loro due ma purtroppo non era così perché l’animo ingenuo della ragazzina si era avvicinato un po’ troppo a quello oscuro del demone.
I suoi pensieri furono solo distratti dai doni che avrebbero ricevuto da lì a pochi attimi, lei aveva avuto in premio delle sfere esplosive che erano state trovate nella sacca di Calvin. Ma davvero poteva accettarle? Davvero poteva tenerle con sé dopo quello che aveva fatto a quel povero ragazzo? Purtroppo nessuno sembrò intenzionato ad ascoltare la voce di qualcuno che aveva la coscienza sporca quindi se le infilò silenziosamente nel sacco prima di riprendere il viaggio. I compagni erano sempre i soliti, notò solo l’assenza del ragazzo e del nano, per quanto la riguardava erano gli unici che avevano in qualche modo attirato la sua attenzione o che si erano dimostrati veramente simpatici nei suoi confronti.
Continuarono a camminarono percorrendo quei sentirei a lei oscuri e ignoti, non poteva fare altro che guardarsi in giro e farsi percorrere un brivido di paura lungo la schiena, non le piaceva quel post, per fortuna c’era il demone insieme a lei. Già, per fortuna. Ad un certo punto giunsero ad un bivio rimanendo fermi a decidere come dividersi. Una via era immersa nella luce mentre, l’altra era ghermita dal buio.


”Ovviamente noi ci immergeremo nell’oscurità.”



Lilith sembrava particolarmente decisa, peccato che la decisione ultima non spettasse a lei. Gli idilliaci momenti che avevano visto le due insieme si stava già rompendo facendo svanire nella loro ente l’unione di quella notte.
Rimase in ascolto la giovane, tenendosi ancorata alla realtà per capire come era il caso di dividersi e solo ora, che era obbligata a guardarli tutti in faccia, riuscì a distinguere ognuna delle persone che l’accompagnava. Per fortuna vide Taliesin prese in mano quella situazione proponendo la divisione dei gruppo e, alla fine anche i sentieri. La giovane riuscì a tirare un sospiro di sollievo, per fortuna la strada scelta era quella della luce. Era contenta perché il buio un po’ le faceva paura mentre dall’altra parte si sentiva inquieta perché alla luce del sole il demone non sarebbe riuscita a correre troppo in suo soccorso.


«Per me va benissimo, allora andiamo?»



Chiese alla fine, incamminandosi poi proprio dietro a Taliesin e osservandolo bene. Non l’aveva notato fino a quel momento ma il suo volto le ritornò alla mente, era proprio quello che aveva fatto casino per il bedouin, sperava solo di non vedere quel viaggio finire in tragedia proprio com’era successo con Calvin.



CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 75%+10%=85%
»Cs: 2
    1 Maestria armi
    1 Astuzia
»Equipaggiamento: Arco, 15 colpi a giocata
Specchietto riasuntivo
<blockquote>Ririchiyo accetta di seguire Taliesin e Geeste nella via di luce, per quanto riguarda le cure sono state divise in mesio per il fisico e un medio per l’energia.

 
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Vermilion
view post Posted on 24/10/2014, 10:51




ROU
Grysleer

Pensieri si annodavano l'uno sull'altro nella mia mente, emozioni strane ed aliene ad un essere antico com'ero io e alle quali nemmeno la mia eterna vita e conoscenza sapeva dar di conto. I viventi si sono evoluti in società, hanno sviluppato nella loro mente queste sensazioni che li legavano l'un l'altro nel bene o nel male e le han chiamate in fine emozioni. Cos'erano dunque se non una riprova che l'uomo non era fatto per vivere da solo? Un processo di evoluzione che ha portato ogni creatura senziente a riunirsi in branco e stabilire relazioni, inventandosi nuovi modi e nuovi legami a tal punto che la mente li ha assimilati e li ha fatti prevalere sul contesto oggettivo del mondo. Stavo seduto nell'ennesima grotta mentre pensavo a queste cose, guardando con occhi fissi il flebile crepitio di un falò che gettava luce sulle pareti di roccia scura. Allungai la mano a prendere un ceppo che ancora bruciava, e avvicinandolo al volto ne morsi le fiamme. Un comportamento singolare per un elemento a chi non è avvezzo al conoscere gli elementali, ma normale come mangiare un tocco di pane per chi è composto di fiamme. La battaglia contro quel nano mi aveva privato di molte energie, e sebbene fosse un magro e inconcludente pasto, qualcosa avrebbe comunque contato. Gettai la schiena al muro, sospirando, e rendendomi conto con una lieve fitta al fianco che il mio corpo aveva ancora bisogno di essere rimarginato. Passai due dita sul taglio, analizzando clinicamente la sua entità e decidendo infine di lasciarlo perdere. Non potevo sprecare altre energie al momento, eravamo ancora prigionieri in quel campo e una notte intera davanti. Esalai un denso fumo nero, preparandomi ad un altra lunga meditazione quando accidentalmente urtai il vecchio sacco di juta che ci era stato affidato all'inizio del nostro viaggio. Era sempre stato qui, portato con noi in quelle che ci erano state assegnate come stanze e mai più mosso. Aprii la tela, sbirciando nuovamente al suo interno ed estraendone infine il foglio vergato di rune. Nanico. Tutto mi ritornò in mente, tutti i pensieri e gli avvenimenti che erano stati messi in secondo piano dalla battaglia, tutte le intenzioni che avevo avuto e le idee per fuggire. Nanico, e io conoscevo un nano.
Scostai il lembo della tenda medica nella quale stava Albrich, moribondo ma ancora sveglio dalla sua tempra. Non girò il volto, non riusciva, ma gli occhi guizzarono immediatamente a me, e la mano tastò dove un tempo c'era la sua ascia. « Nano. Come sta lo stomaco? » crepitai basso. Un tentativo di risata mutata prima in tosse e poi in una smorfia di dolore fu la sua risposta. Mi avvicinai alla branda, guardandolo e facendomi guardare in volto. Una smorfia compiaciuta si disegnò su quel volto rugoso e accigliato, facendomi provare una strana sensazione di colpa. « Non avrei mai voluto ridurti in questo stato. Sei un valoroso guerriero e... » levò tremolante una mano fermando il mio discorso, con quel suo sorriso enigmatico stampato in volto. « Non devi scusarti... » disse a fatica « questa è una buona morte. » Indietreggiai di un passo, vedendo demolito ciò che avevo potuto osservare dagli uomini fino ad ora. Codardi, attaccati alla vita, disposti a tradire piuttosto che morire, ma quel nano era felice. Mi persi per un attimo ancora nei miei pensieri, capendo dunque che ogni popolo aveva interpretato a suo modo quelle emozioni, quei legami e l'interpretazione di esse. Un popolo fiero, che guarda in faccia alla morte e la accoglie se questa è venuta per mano di un altro guerriero abbastanza forte da portarla. Tirai un respiro visibilmente affannato, lasciando intendere che avrei da li a poco riversato un fiume di domande su quel vecchio morente. Mi fermò di nuovo. « Ho poco tempo e poco fiato. Dimmi perché sei qui. » Ammutolii, mostrandogli il foglio di pergamena. Gli occhi gli si accesero di gioia nel vedere quei progetti, e un nuovo barlume di vita gli illuminò lo sguardo che avido passava da una riga all'altra mimando col dito una sorta di grafia. Finì la lettura, lasciando cadere il braccio sul letto, stanco e provato da quello scatto di adrenaline che aveva avuto nel rivedere un antico manufatto del suo popolo. « carta e carbone » sentenziò senza che dicessi altro, come se avesse ben chiara quale fosse la mia richiesta. Ci mise qualche minuto, scrivendo con una pessima calligrafia sul foglio ciò che dovevo sapere per interpretare quello schema. « questo è il massimo che riesco a fare messo così » sospirò stanco allungandomi il foglio. Lo presi e lo ripiegai su se stesso, mettendo anch'esso nel sacco. « Grazie Nano. » dissi riconoscente cercando di mimare un tono già sentito. Ridacchiò, come se avesse capito e apprezzato il mio tentativo. « Senti un po' lumino, accendimi per l'ultima volta la pipa. » Risi sotto la maschera, stupendomi ogni istante di più di quella razza tanto strafottente anche guardando in volto la morte. Tirò soddisfatto, rilasciando una grande nuvola di fumo, soddisfatto e appagato. « Prenditi il vecchio çeneli, ti potrà venire utile, e poi non sia mai che lo lasci a questi cosi grigi. » Tirò una nuova boccata di fumo, facendomi cenno verso il rampino che l'aveva salvato dall'annegamento nello scontro passato. Presi l'arma, guardandone la meravigliosa fattura e riponendola sulla cintola. « Graz... » levò per la terza volta la mano, interrompendomi mentre soffiava altro fumo. « Sei noioso lumino; vattene ora, lasciami morire in pace. »

Passai il resto della notte da solo ad armeggiare con il contenuto della sacca, sperando di aver capito ed interpretato correttamente le istruzioni del buon vecchio Albrich. Di tanto in tanto mi soffermavo a guardare la piccola balestra, un compatto e complesso strumento che dimostrava quanto quei piccoli uomini fossero riusciti a guardare avanti nei secoli a livello tecnologico. Sorse infine l'alba anche su quella terra dimenticata dagli dei, e il gruppo di sopravvissuti si radunò alle porte del passaggio menzionato giorni prima durante l'assemblea. Eravamo la metà di prima, ognuno provato a modo suo da quelle prove concepite per esseri prestati fisicamente il triplo di un uomo e con un'evoluzione emotiva molto differente. Iniziavo a capire come quei popoli che abitavano Theras si erano divisi, perché fossero in lotta e cosa faceva disprezzare gli uni agli altri. Fu un viaggio silenzioso, almeno fino a quando l'ennesima scelta ci si parò davanti. « Dovremo dividerci » sentenziò secco Geeste, imboccando la via di destra senza attendere ulteriori commenti « ...e parte del gruppo mi seguirà. » Tirai aria alla brace, illuminando leggermente le venature che solcavano tutto il corpo di cenere. « Io preferirei andare a sinistra, invece » replicò senza troppa voce in capitolo Blitzeran. Guardai rapidamente i miei compagni, e senza aggiungere altro mi diressi verso il baratro buio di sinistra.
SWIFT■■■■
Tenere il puntatore sulle tecniche per visualizzarle

FISICO
M.Fianco sx
2/16
MENTE
B.Stordimento
1/16
ENERGIA
50% (30+20)
PASSIVE
Ashes

ATTIVE
-
RIASSUNTO
Parte di ruolo in cui Scorch torna da Albrich moribondo. Acquisisce il rampino e la trascrizione di alcune istruzioni presenti nel sacco di juta iniziale, e spende il resto della nottata nel tentativo di creare ciò che le istruzioni dicono. Infine sceglie la via a sinistra.
NOTE
Scusate il post, ma penso di essermi preso qualche malanno visto che ho l'intero braccio destro con muscoli e tendini infiammati. Se ci sono errori di battitura mi scuso ma scrivere sbattendo le dita senza articolarle è più difficile di quanto pensassi -___-"
 
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DanT&
view post Posted on 25/10/2014, 10:30




Rou ~ Grysleer
Bivio






L'ombra di Maler svanì, semplicemente.
Lacerata dalla falce grigia si dissolse come un fantasma. Stinse via contro i raggi morenti del sole e, come un brutto sogno, smise di tormentarlo. Assieme a lei dubbi e ansie, rimorsi e sensi di colpa abbandonarono la mente del Faccendiere che tornava così a caratterizzarsi della tipica cinicità di chi ha preso fino adesso troppi calci in culo. Venne scortato ad una capanna da una coppia di Grysleer che lo guardavano con aria interrogativa, ma che non dissero una parola.
Ehi che vi prende? Azzardò il Tuttofare senza ottenere risposta.
Che se ne andassero al diavolo. Probabilmente nemmeno parlavano la lingua comune quegli zotici. Si rinchiuse così nel silenzio, continuando a rimuginare per tutto il percorso. L'intera notte lo attendeva e, come al solito, lo avrebbe ossessionato con miridiadi di immagini e pensieri troppo veloci per poter essere anche solo seguiti, fili troppo ingarbugliati per poter essere dipanati ed analizzati con lucidità. Non che ne avesse bisogno, dopotutto.
Si sdraiò poggiando ad un palo vicino la Spaccaculi che vibrò sommessamente, quasi augurandogli la buona notte. Lui gli sorrise di rimando. Non aveva intenzione di addormentarsi subito. Estrasse fluidamente il pugnale blu notte il cui filo baluginò minaccioso al danzare delle fiamme. Gli piacque.
Se lo mise quindi in grembo, studiandolo con attenzione.
Un'ora o due sarebbero bastate per carpirne i segreti.
La mano nera si mosse lenta, cominciò la sua ispezione.


Le ore di buio portarono ristoro e consiglio. Mickey abbandonò sulla stuoia gigante persino la lama per dedicare qualche minuto alle medicazioni di fortuna che i Pellegrigia gli avevano applicato alla ferita. Guardando la pelle aperta il Tuttofare sorrise amaro. Quel nuovo taglio, che andava ad arricchire una già nutrita collezione, lo considerava un po' come il morso di un cavallo non ancora domato. Non aveva posto la dovuta attenzione e l'animale selvaggio si era rivoltato contro il nuovo padrone. L'Aggiustatutto però era un tipo esperto. Cambiando lo stretto bendaggio lanciò un'occhiata di sbieco al coltello, che ancora brillava lì dove l'aveva lasciato. Non lo avrebbe colto nuovamente di sorpresa, si sarebbe imposto sulla lama azzurra facendosi riconoscere come nuovo proprietario. Aveva deciso. Se lo teneva.


Le prime luci dell'alba stuzzicarono la palpebra del Tuttofare nonostante gli occhialetti. Si era assopito durante la costante ricerca di qualcosa non ancora carpito dal suo nuovo ninnolo. Non aveva retto e la fatica d'aver dato alla scalata una montagna, come un caprone, aveva vinto.
Adesso però si risvegliava più ringalluzzito che mai, pronto a portare avanti la sua crociata personale. Questo nuovo cruccio per quanto lo avrebbe spinto in avanti? Non lo sapeva, ma per ora ne coglieva il vento dell'entusiasmo per navigare verso l'orizzonte e questo gli bastava.
Col naso fuori dalla capanna vide che la compagnia s'era notevolmente ridotta. Ririchiyo era ancora, incredibilmente, viva nonostante non c'avrebbe puntato mezzo ramino sulla riuscita della sua prova. Scorch ardeva come sempre dalla voglia di cominciare -eh?- anche se il nano pareva fosse stato costretto ad assentarsi come quel lattante di Calvin. Il Bardo, invece, era l'unico in compagnia del suo aiutante. Mickey gli sorrise mentre si mettevano in marcia.
E a te chi t'ammazza?
Gli fece sardonico per poi indicare Juan.
E' il tuo nuovo animaletto?
Tagliò corto con una risata. In realtà non gli interessava. Contento lui d'avere una palla al piede a cui badare, contenti tutti. L'importante era che non lo distogliesse dall'obiettivo.
Ultimi, ma non per importanza c'erano ovviamente Geeste, il capo della spedizione, e Blitzeran. Il mercante di cui non aveva avuto notizia fino adesso sosteneva d'essersi anche lui sottoposto ad una prova. Il come, dove e quando era un mistero che Mickey archiviò come cazzata. Per il resto del viaggio nulla di rilevante se non l'inizio della fine.
Un bivio costringeva il gruppetto a dividersi. Mai a poter stare tutti insieme e al sicuro, tanto per cambiare. Ormai manco più se l'aspettava.
Mentre Geeste si organizzava e il mercante esprimeva la sua stupida e non richiesta opinione il Tuttofare si avvicinò a Taliesin afferrandolo per una spalla e portandoselo vicino.
Gadewch i ni ran i gadw llygad ar.
Separiamoci per tenerli d'occhio.
Poteva quasi sembrare un ordine tanto erano state pronunciate seccamente, ma non lo erano affatto. Il Rosso avrebbe sicuramente capito, non era così stupido da offendersi per un tono di voce alterato. Non era con lui che ce l'aveva, ma con Blitzeran il cui atteggiamento e i trascorsi che aveva avuto con il Faccendiere rendevano quest'ultimo inquieto.
Per questo Mickey si staccò al volo dal Bardo, cogliendo la palla al balzo per unirsi al suo gruppo.
Vengo con te baffetto. Gli fece indicandolo con l'indice teso ed il pollice in alto.
Sia mai che ti venga di colpo paura del buio.
A loro si accodò anche Scorch che avrebbe fatto decisamente comodo al duo, diretto in un tunnel basso e scuro. La sua luce diciamo...naturale, si sarebbe rivelata utile anche se due uomini armati di falce in un tunnel stretto non erano proprio la massima espressione di combattimento.
Fece spallucce però.
Amen.
Non si poteva sempre avere tutto, pensava incamminandosi.
E poi quando mai lui ce l'aveva avuto?






q8qu


CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato

• Energia: [65% + 5] = 70% Rimanente
• Stato fisico: Alto [Da perforazione, al petto]
• Stato psichico: Illeso - Curioso
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza] 1 [Determinazione]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi abitante di Dortan diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]
Red - Rivers - Reverie [Passiva della Spaccaculi che fa ignorare il dolore fisico e psionico nel turno in cui una tecnica della falce viene attivata; Raggiunti i tre utilizzi delle tecniche concesse dalla falce il portatore cade in berserk perdendo la capacità di ragionare ed attaccando amici e nemici indifferentemente]
Furia [1/3]
Lust [Tramite il Sinistro Peccatore Mickey intuisce la abilità di un personaggio od un oggetto che entrano a contatto con il suo tocco]
Envy [Una volta usato un consumo Alto delle tecniche dell'artefatto, il braccio si animerà per pochi secondi di vita propria, assorbendo, divorando o distruggendo un'altra arma in possesso di Mickey e causandogli un danno Medio al corpo. Nel caso in cui il tuttofare non disponesse di altre armi il braccio si sfogherà sul corpo del suo possessore, causandogli un danno Alto al corpo.][1/2]
Mente impenetrabile [Resistenza ad auree di potenza passiva.]
Shadow [Mickey diventa invisibile se nascosto in un cono d'ombra.]

• Abilità Attive: //

• Riassunto: Nulla di ché, semplice post di preparazione. Mickey passa la notte studiando l'Artiglio azzurro di cui però non conosce il nome e scovandone qualche segreto. Distribuisce la cura usando un Medio più un Basso per curarsi i danni fisici rimanendo dunque solo con l'Alto da lacerazione (ho pensato sia molto più plausibile guarire da quelli in una notte che dall'altro) e il restante Basso per ristorare le proprie energie del 5%. Il resto sono chiacchere. Segnalo anche che le parole sussurrate a Taliesin sono in lingua del Nord e la traduzione sotto è inserita solamente a scopo di facilitarne la lettura.

• Note: Attendo in confronto la risposta che concerne i contatori degli artefatti. In questo momento li ho lasciati invariati. Provvederò nel caso, in seguito, ad aggiornarli qualora riceva risposta positiva.

 
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view post Posted on 25/10/2014, 17:17
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Cardine
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R   O   U
Grysleer




«Ce la siamo cavata benone, Juan!» gli disse Taliesin, distendendosi piano sull'enorme giaciglio nella tenda che gli era stata riservata. Si era fasciato da solo le molte ferite superficiali, ma doveva pur sempre stare attento a non fare movimenti troppo bruschi, che gli avrebbero provocato non pochi dolori. Si slacciò il mantello, lasciandolo spiegato sul letto, e tirò un lungo sospiro di sollievo per essre, finalmente, fermo. E salvo.
   «Sì! Grazie, usta» gli rispose Juan, che era tornato a coprirsi il volto con i suoi stracci scuri poco prima di rientrare nel villaggio. Nonostante questo gesto di ritrosia pareva molto più tranquillo di prima, sicuro di sé e attento a ciò che lo circondava, ed i suoi modi con il musico erano cordiali - quasi troppo.
   «Cosa significa usta, nella tua lingua?» gli chiese il ragazzo, curioso.
   «Padrone, credo» replicò quello. Taliesin si lasciò scappare una risata, e ci mise un po' prima di smettere di sogghignare.
   «Scusa» gli disse subito dopo, ancora divertito dalla situazione, «ma non sono mai stato padrone di nessuno E di certo non sarò il tuo!» puntualizzò.
   «Ma... i Grysleer dicono che...» biascicò il nomade.
   «Chi se ne frega di cosa dicono!» lo interruppe il vagabondo a voce bassa. Si rimise a sedere, lentamente. «Ascolta me, Juan. Se proprio insisti posso essere il tuo capo».
   «Kafa?»
   «Kafa, sì!» lo imitò Taliesin, scoppiando in un altra risatina stanca e rilassandosi. Poi il bardo continuò, serio. «Sei stato coraggioso, contro quella bestia. Dove hai imparato a combattere così?».
   «Io non combatte. Ma deserto non è luogo sicuro, e Juan impara a difendersi.» gli rispose con semplicità, sedendosi su di un grosso macigno - che per i Grysleer doveva essere poco più di una sedia - a qualche metro dal giaciglio.
   «Beh, ora siamo qui entrambi, bene o male» gli disse, mentre si toglieva con delicatezza la fasciatura attorno all'avambraccio destro e osservava l'entità della ferita. Fece una faccia schifata, pensando alla cicatrice che avrebbe potuto procurargli, e riavvolse la garza, dall'aspetto tutt'altro che pulito.
   Si alzò quindi dal giaciglio, mise sul piccolo fuoco che illuminava la tenda un catino di ferro con dell'acqua al suo interno, e ci aggiunse un pugnetto di sale, che teneva in un taschino del mantello. Poi tornò a sedersi, aspettando che l'acqua giungesse a ebollizione.

«Domani mattina sarai libero. Pretenderò che ti sia dato un cavallo, delle provviste e quanto necessario, così potrai tornartene a casa,» cominciò il cantastorie, all'improvviso, «sempre che tu voglia tornare alla tua vita di prima, s'intende».
   «Io...»
   «Oppure puoi cavalcare verso nord, e raggiungere il caravanserraglio più vicino a dove ci troviamo. E aspettarmi lì, dove tornerò quando finirò questo lavoro. Questa è la proposta che volevo farti» continuò, rialzandosi per andare a controllare l'acqua. Temeva in una protesta del nomade, proprio ora che contava sulla sua collaborazione.
   «Ma io non...»
   «Lasciami finire!» lo interruppe il giovane, spazientito. Odiava essere interrotto, ma era lui l'ipocrita a farlo per primo. Rimase lì, in piedi, davanti al fuoco. Senza mantello pareva ancora più minuto, ma la sua voce era salda, e il suo portamento solenne. «Non posso costringerti ad andartene dal deserto. Resta la tua casa, per quanto io non capisca come fai a viverci!» lo rassicurò. «Ma se deciderai di venire con me, lo farai come mio seguace, non come servo. Come mio compagno, come uomo libero. Ho delle questioni da risolvere, a nord, e di te posso fidarmi».
   Juan rimase in silenzio qualche istante, pensieroso. Sembrava aver recepito correttamente le parole di Taliesin, quindi il bardo gli lasciò il tempo necessario per pensare. Intanto prese l'acqua e, inzuppando un lembo di tessuto morbido - anch'esso tirato fuori dalle tasche del mantello - cominciò a disinfettare le piccole ferite su tutto il suo corpo. Il sale bruciava, ma la sensazione quando toglieva l'impacco era di piacevole sollievo. Le sue ferite erano poco più di graffi, ma era la loro quantità a renderli estremamente fastidiosi. Juan invece pareva essersi ripreso in fretta dalle ferite: zoppicava ancora, ma il colpo non era stato grave quanto si poteva pensare. E la sua pelle era meno delicata di quella del bardo.
   «Io voglio andare con te a Turrumpluviae» sbottò con grande decisione, come se avesse preparato quella frase già da un po' e aspettasse soltanto di avere il coraggio di dirla.
   Taliesin lo guardò, in silenzio. Rimase anche lui a pensare, fu sul punto di impedirglielo, ma poi si ricredette.
   «Temevo sarebbe successo - mentì - ma va bene» rispose, tornando a disinfettarsi. Gli occhi di Juan tradirono il suo sorriso celato.
   «Non voglio costringerti ad andartene, e nemmeno di provare a dissuaderti. Ma potrai seguirmi una condizione» aggiunse. «Non fare cazzate, e non correre rischi inutili. Non mi serve uno Juan morto, ma uno Juan vivo».
   «Cazaate?» chiese.
   «Lascia stare» sospirò.

Parlarono per il resto della serata; quando Taliesin finì di medicarsi in modo a dir poco meticoloso, si liberò delle garze imbrattate che gli avvolgevano gli avambracci e si mise a pizzicare le corde del liuto, e a riaccordarlo per imitare tonalità esotiche. Intonò molte canzoni nella lingua di Juan, una dopo l'altra, prima che quello ne riconoscesse una. La cantarono insieme per qualche minuto - il Bedouin possedeva una voce profonda e roca, ma abbastanza intonata - e mentre il bardo cantava parole di cui non conosceva il significato, le sue ferite più gravi si rimarginarono prodigiosamente, non lasciando nemmeno una piccola cicatrice quando scomparvero.
   Taliesin raccontò a Juan la sgangherata storia di come fosse giunto lì, al fianco di Mickey. Quello parve divertito, soprattutto dalla figura ridicola che il mercante doveva aver fatto. Gli raccontò anche del viaggio che aveva fatto dall'Edhel fino a lì - uno degli innumerevoli della sua vita. Infine Juan i due si salutarono, e Juan tornò nella sua tenda. Taliesin fu lieto di riposare, e il sonno fu per lui un vero toccasana.

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Intrapresero la via che si inerpicava sulla montagna e che portava a Turrumpluviae, la meta ultima di tutto quel loro pellegrinare.
   I Grysleer avevano accompagnato il gruppo di stranieri, guidati da Geeste e dal suo animaletto dalle scaglie scure, fino all'imboccatura del sentiero, ma non si erano spinti più in là. E presto fu chiaro il motivo: le numerose strettoie, i brevi tunnel e le curve tortuose avrebbero impedito a degli energumeni come loro di passare senza problemi. E fu chiaro anche perché i Grysleer avevano bruscamente impedito a Taliesin e Juan di non portare con sé cavalli, quando i due erano andati a chiederli. Non avevano dato spiegazioni, ma il motivo si fece chiaro.
   Il pelleverde, basso e tozzo, procedeva volocemente, per niente intralciato. Persino Taliesin, pur essendo davvero esile, ebbe difficoltà e dovette percorrere molti tratti piegato in due. La schiena cominciò a fargli male, dopo un po'. Juan rimase sempre alle sue spalle, camminando rapidamente e senza dar segno di stanchezza.
   Il gruppo era composto tutti quanti i passeggeri della carovana, meno il ragazzino, il nano e quel tale, Maler. Aveva saputo che per loro la prova era stata crudele, forse fatale, ma non conosceva le loro reali condizioni. Poté solo immaginare il probabile fato del mezzosangue, quando si accorse che un suo pugnale era caduto nelle mani del Tuttofare.

   Giunsero a un bivio, e Geeste dichiarò che avrebbero dovuto dividersi, e che lui avrebbe proseguito per il tortuoso sentiero che andava a destra. Blitzeran, quello coi baffi, si propose per la strada che proseguiva a sinistra nell'ombra.
   Taliesin rifletté a lungo su cosa fosse meglio fare, cercando un modo di dividere il gruppo. Mickey gli venne in aiuto: sbottò una frase nella lingua del Nord, che Taliesin ci mise un po' a tradurre. Sembrava di malumore, il povero Mickey, ma il bardo non ci fece caso più del necessario. Annuì, d'accordo con lui sul fatto che fosse meglio dividersi, e mentre il biondo seguiva Blitzeran, e l'uomo dall'aspetto strano e sicuro di sé si avviava nella medesima direzione, Taliesin osservò la ragazza dai tratti demoniaci: li aveva intravisti durante la tempesta di sabbia, ma la cosa non gli creava alcun problema.
   «Bene così, allora. Tu sei Ririchiyo, giusto?» le chiese, sperando di ricordare bene il suo nome. «Vieni con me. Andiamo con Geeste». Fece poi segno a Juan di seguirlo, e i quatto - cinque contando la viverna - si avviarono, restando alle spalle del pelleverde.
   «Con il pellverde?» gli sussurrò Juan, dubbioso. Taliesin annuì, rassicurandolo.
   «Beh, io sono Taliesin, e lui è Juan» si presentò cortesemente, comportandosi come un bravo gentiluomo.




Condizioni generali
Stato fisico - 12/16
• danno medio da contusione
• danno medio da lacerazioni su tutto il corpo
Stato mentale - llleso
CS - 6 (2 intelligenza, 1 astuzia, 2 destrezza, 1 determinazione)
Energia - 50/100 (+20, -10)

Juan il nomade
Stato fisico illeso
Stato mentale - llleso
CS - 1 (astuzia)
Poteri passivi: Juan conta come un compagno animale utilizzabile in combattimento. Taliesin può inoltre lanciare (tramite dinamiche coerenti) le sue tecniche attraverso lui, consumando la sua energia e i suoi slot.

Equipaggiamento
Itinerante, artefatto/arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura.
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, artefatto/set di armi da lancio, materiale sconosciuto, venti unità per giocata.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto/oggetto generico, strumento musicale.
Amuleto dell'auspex, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo magico, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo furtivo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Cristallo del talento, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Diamante, oggetto dell'erboristeria (due unità), conferisce un potere passivo.
Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria, un uso per giocata (utilizzata)
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, funziona come una cura dell'equipaggiamento.
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, rigenera il 5% della riserva energetica. (utilizzata)
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, applicabile a un'arma per danneggiare l'Energià nemica del 5% a turno, per due turni di gioco.
Corallo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco.
Rubino, oggetto dell'erboristeria, conferisce due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco. (utilizzato)
Biglia accecante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante. (utilizzata)
Biglia deflagrante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante. (utilizzata)

Poteri passivi
Audacia, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Amuleto dell'auspex, auspex passivo basato sull'udito.
Tomo magico, accesso alle pergamene della classe Mago.
Tomo furtivo, accesso alle pergamene della classe Ladro.
Cristallo del talento, accesso al livello successivo del Talento.
Diamanti, 2 CS aggiuntive in Destrezza (due unità).
Illusionista, passiva di primo livello, le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate.
Illusionista, passiva di secondo livello, possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento.
Illusionista, passiva di terzo livello, fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Seconda abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Quinta abilità personale, utilizzo della polvere in combattimento per avantaggiarsi infastidendo gli avversari.
Sesta abilità personale, cure di potenza pari al consumo.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: progenie dei demoni. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Tecniche e oggetti attivi

Prima abilità personale, Guarigione. Il potere forse più prodigioso di alcune antichissime melodie è quello di lenire le ferite, persino quelle più gravi e disperate. Si tratta di un inspiegabile abilità che permette al bardo, tramite la musica o altri stratagemmi, di rimarginare le ferite, curare le contusioni e ridonare vigore al fisico, anche se il costo - non tracurabile - di questa strana magia è pagato in energie vitali. [Abilità personale. Natura magica, consumo variabile. Cura le ferite al fisico.] (consumo Medio & consumo Nullo)

Riassunto
Il lungo dialogo tra Taliesin e Juan avviene mentre questi riposano, tornati dalla missione. Ho tagliato il finale per non appesantire il post, preferendo questo momento di interpretazione tra i due personaggi. Taliesin disinfetta le sue ferite con dell'acqua salata, e infine canta per rimarginare quelle più gravi. La cura che ci hai conferito l'ho distribuita solo sulle energie, ma ho utilizzato la mia variabile di cura a costo medio. Perché faceva figo, semplicemente. Il consumo nullo è utilizzato unicamente la livello descrittivo, e favorisce - solo immaginariamente, ci tengo a dirlo - la naturale cura di Juan.
La scena riprende quando sono già in marcia. Taliesin comprende il messaggio di Mickey e, proprio come aveva immaginato di fare, segue Geeste chiamando Ririchiyo con sé. Ne approfitta per presentarsi.
Avanti così!
 
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view post Posted on 29/10/2014, 15:52
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grysleer1b

Turrumpluviae

La diga era una metafora.
Un qualcosa di anomalo e distante, totalmente assuefatto dall'aridità del luogo. Era evidente la sua natura artificiosa, dato che si presentava come un gigantesco muro arcuato, sgusciato dal suolo come un lamento irrequieto della terra nei confronti dell'acqua; uno spintone rozzo, col quale il deserto sembrava volersi trascinar via l'umidità dai propri campi, dai propri cammini e dalle aride amenità che custodiva. Eppure, nonostante tutto, si adattava perfettamente alla sua conformazione.
Era un gigantesco masso di pietre camuffato dalle montagne, che si erano arrampicate su di un fianco fin quasi a nasconderne la natura.
Un tempo quei luoghi dovevano brulicare di vita e chiasso; un tempo le distese di mercati e terreni che confinavano con la diga, da entrambi i lati, si ponevano quale crocevia per il resto del continente, fonde di commercio, storie e leggende.
Un tempo, probabilmente, altre civiltà ne avevano custodito un fascino tutto particolare, immerso nel silenzio arido dell'infinito deserto ed a confine con la brulicante vita dei porti.

Un tempo, appunto.
Molto tempo fa. Prima che i Grysleer civilizzassero a pochi passi da essa; prima che i Maegon scomparissero dalle terre emerse e che l'uomo imponesse la propria legge su di una terra che non era mai stata davvero sua. Un tempo, prima che l'odio ed il cinismo diventassero l'unica moneta con la quale scambiarsi sorrisi e piaceri.

« Questo posto mi fa ribrezzo. »
Un uomo con una lunga coda di cavallo, capelli rossi ed un paio di occhiali spessi, se ne stava curvo su di un falò accesso alla bene e meglio. I tenui bagliori del fuoco rimbalzavano sulle pareti rocciose e silenti della costruzione. La diga era silente da anni; abbandonata qualunque funzione commerciale, infatti, i Maegon l'avevano semplicemente lasciata marcire, conservata dalla natura selvaggia e dai predoni che vi trovavano saltuariamente riparo.
« Hai paura del buio Kalladin » disse un altro, poco distante « vuoi che ti chiamo la mamma? »
Dall'ombra emerse un uomo più robusto. Vestiva una sottile giubba di pelliccia senza maniche ed aveva la belle bronzea di chi vive da sempre sotto il sole cocente del deserto. Capelli biondicci a spina ed un occhio sinistro bendato con una fascia di pelle scura. Stringeva un lungo coltello nella mano destra e ci intagliava il muro, disegnando astratti simboli.
« Facciamo il lavoro ed andiamo via » disse ancora, all'altro « fino ad allora fammi un favore: non pisciarti addosso. »
Kalladin sbuffò, tornando a fissare il fuoco. Si teneva le gambe tra le braccia, in posizione quasi fetale. Nel mentre, squadrava con sospetto il buio circostante. I cunicoli si distendevano per chilometri, districandosi in entrambi i lati della diga. Tutte le vie, però, convogliavano verso quel punto, verso la camera centrale ed il pilastro principale di Turrumpluviae. Verso il posto dove avrebbero dovuto compiere la loro missione. Se non fosse stato per un particolare.
« Ricordamelo Boltz » aggiunse Kalladin, con un tono di scherno « perché non ci siamo portati dietro l'esplosivo? »
« Te l'ho già detto, rompipalle » sbottò l'altro, infastidito « il pilastro è fatto di granito rinforzato, non possiamo distruggerlo con le tue scoregge »
« per quanto potenti siano...! » aggiunse pure, fingendo riverente rispetto.
Sbuffò, poi disse ancora: « L'esplosivo l'avrebbero procurato i Bedouin; così ci ha detto la Compagnia. »
Kalladin tornò a fissare il fuoco, deluso « Che bei criminali che siamo; non sappiamo neanche portarci la roba da soli. »
Subito dopo, entrambi furono attirati da un tenue rumore di passi. Rimbombarono per alcuni istanti, infrangendosi contro l'amenità delle profondità di quei luoghi. Poi, una figura esile emerse dall'ombra, appena illuminata dalla fioca luce del fuoco. Aveva un viso allungato ed una pelle ripiena di scaglie rossicce; inoltre, aveva un corpo minuto e basso ed una coda che faceva capolino tra le gambe molli. Era una specie di mezzo drago, o qualcosa di simile. « Squish squish » borbottò l'essere, con aria allega « sento voci, sento voci...! »
« Probabilmente sono loro » commentò Boltz subito. « Ve lo ripeto: non ho intenzione di spartirmi il malloppo con nessuno... »
« ...quindi uccidiamo questi sporchi Bedouin e prendiamo l'esplosivo. »
« Squish squish » commentò il mezzo drago, saltellando da un punto all'altro della stanza « ci penso io, ci penso io! »
« Va bene ratto » rispose Boltz «ma occhio a quello che fai... »
« Oh... perfetto ci pensa l'essere schifoso: dieci a uno che ci fa saltare in aria tutti quanti. »
L'essere sorrise, rivelando una bocca zannuta e canini affilati. Ai margini della sua blusa di cuoio sporca apparvero altri occhi oltre ai suoi, rossi e irriverenti, che gli sorridevano di rimando.
« Squish squish » disse, divertito « sarò veloce e silenzioso; veloce e silenzioso! »

default-divider
Blitzeran, Scorch, Mikey
Il corridoio proseguiva dritto, scomparendo nel ventre della montagna. Allo stesso modo, anche l'ossigeno pareva diminuire, così come la luce disponibile per vedere. Blitzeran faceva l'andatura; dalla sua tunica aveva tirato fuori un lungo bastone, cui aveva dato fuoco con una pietra focaia e, molto presto, la luce della sua torcia fu l'unica cosa che illuminava il cammino. Per il resto, il sentiero proseguiva diritto, restringendosi pian piano fino a lasciar spazio per il passaggio di una sola persona per volta.
Improvvisamente, il mercante si arrestò, perplesso.

« Non sentite una puzza? » disse, guardandosi in giro.
Quando scorse al suo lato, quasi si stupì. Da alcuni buchi nella parete gocciolava uno strano liquame, che si riversava sul pavimento. Aveva un colore giallastro ed un odore acre, molto intenso. La fessura dalla quale si versava il liquido si ripeteva ad intervalli regolari ogni dieci - dodici metri, e tutte le fessure sembravano collegate come fossero un unico canale.
Blitzeran immerse il dito indice della mano sinistra nel liquido che gocciolava dalla parete, per poi portarselo al naso ed odorarlo.
« ...olio? » disse, stupito.

Non fece in tempo a finire la frase.
« Squish squish »

Un sibilo proruppe nel silenzio del corridoio. Qualche metro da loro, c'era un essere alto poco meno di un nano, dal volto ricoperto di scaglie rossicce e con una coda che si agitava da sotto le sue gambe. Li fissava con intensi occhi gialli, che facevano capolino sopra un volto allungato in un muso deformato da una risata maligna. « Io prende vostro esplosivo; vostro esplosivo...! »
Blitzeran rimase qualche istante a fissarlo, avvicinando lentamente una mano alla tunica. « Vu-vuoi la nostra merce...? »
« No vostra merce » aggiunse l'essere, con voce stridula « prende vostro esplosivo...! »
Immediatamente dopo, qualcosa sbucò dalle mani dell'essere. Tre proiettili verdastri partirono da qualche punto delle sue braccia, come sottili fiamme oscure che sfrecciarono nel vuoto fino a raggiungerli al collo. Erano tre serpenti squamati, dagli occhi rossi ed i lunghi denti avvelenati. L'essere ne lanciò tre, uno per ciascuno.
Ciascun serpente raggiunse il collo di uno di loro, avvinghiandosi e cercando di morderlo.
Blitzeran si accasciò quasi subito, tenendosi al muro con la mano libera.

« Ma-maledetto...! » urlò, disperato.
E, quasi senza accorgersene, avvicinò la torcia all'olio che gocciolava da un buco. Probabilmente, la fiammata avrebbe investito l'essere; ma avrebbe fatto altrettanto con loro.
default-divider
Geeste, Alascura, Ririchiyo, Talesin, Juan

Il sentiero proseguiva verso l'alto, costeggiando la montagna dal fianco. Presto, però, il passaggio si restrinse, fino a consentire il camminamento soltanto in fila indiana. Nel mentre, il panorama cambiò; se prima il gruppo costeggiava il monte sopra l'accampamento, infatti, molto presto prese a costeggiare l'immenso muro di pietra della diga.
La diga svettava come una spada curva dal deserto, rivolta verso il cielo. Si confondeva abilmente tra i picchi dei monti rossi e sembrava quasi come se le montagne l'avessero volutamente circondata, per farla apparire come una di loro.

Presto, però, si alzò anche il vento. Le raffiche divennero violente ed intense, fino a costringere ciascuno di loro ad aggrapparsi con forza alla parete.
D'un tratto, poi, Geeste si arrestò. « C-c'è un... problema. »
Quando ormai il sentiero era divenuto poco più che un gradino che sbucava dalla roccia, questo si interruppe. Il vento o il tempo, infatti, avevano fatto crollare il passaggio per alcuni metri; questo riprendeva diversi metri dopo, inerpicandosi verso l'alto e scomparendo dietro un angolo.
Geeste fissò il gruppo, guardandosi intorno. « Beh, ognuno faccia virtù di ciò che possiede. »
L'orco senza perdere tempo afferrò Alascura e si fece portare non senza fatica verso l'altra parte. Il giovane drago emise versi indispettiti, mentre provava strenuamente a lottare contro la furia degli elementi.
Il vento, infatti, era tanto forte da non consentire di attendere oltre.
Invero, il sentiero si inerpicava appena prima di interrompersi, formando quasi un naturale trampolino. Un salto, comunque, avrebbe richiesto una potenza fuori dal comune.
Altrimenti, di fianco al punto di rottura, c'era un arbusto ormai spoglio, un tronco di albero cresciuto chissà come sul punto più arido del mondo. Esso si stagliava spoglio, col suo tronco ancora intero, seppur non troppo resistente alla vista.
Juan, da par suo, bussò più volte contro la parete sulla quale erano appoggiati. « Dietro qui è vuoto » disse, sibillino.



CITAZIONE

QM Point ~
Dunque andiamo avanti.
Vi ho divisi in due gruppi, mettendo come premessa una piccola scena che vi contestualizza la situazione e spiega qualcosa di "altro".
Nel mentre, dovete affrontare le difficoltà di scalare la diga.

Primo gruppo. I serpenti contano come una tecnica di potenza Alta e dureranno tutto il turno, per poi scomparire. Potete difendervi da essi con una difesa alta, oppure incassare il danno. Il danno è diviso tra un medio al corpo da lacerazione ed un medio "psionico" (effetto del veleno) che, per il momento, vi affliggerà soltanto con una grossa disperazione. Potete anche decidere di parare con un medio o il danno al fisico, o il danno psionico. Poi, potrete contrattaccare. Occhio a Blitzeran, però; non aggiungo altro. Due slot, come sempre.

Secondo gruppo. Il salto che vi si pone davanti richiede una tecnica fisica (o magica) di almeno potenza Alta. Ricordatevi, però, che siete tre. Ove riusciate a tagliare il tronco (in qualsiasi modo), questo vi farà saltare con una tecnica di potenza Media. Il tronco, però, reggerà il peso di sole due persone (dopo la seconda persona che lo usa, cadrà). Altrimenti, Juan capisce che il retro della parete è vuoto, quindi forse c'è un altro passaggio. Per sfondare il muro basta una tecnica di potenza media, ma siete abbastanza furbi da capire che se non vi proteggete dall'esplosione, verrete sbalzati via. Potete fare solo due azioni (solo due slot) giacché il vento forte non vi consente di fare altro. Il movimento non è considerata azione. Juan può usare autonomamente un singolo slot (uno l'ha usato "trovando il vuoto" diciamo).

Tempi, fino a mercoledì 5 novembre.
Domande o dubbi in confronto.

 
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view post Posted on 5/11/2014, 20:04
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Gallifrey ♥ Doctor's T.A.R.D.I.S.

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Rou ~ Grysleer - L’aiuto dell’amico -
Davanti alla presentazione del giovane Taliesin Ririchiyo aveva sorriso con dolcezza, le piaceva essere trattata con gentilezza e in quel momento quel ragazzo lo era stato, nonostante il suo cappuccio fosse calato e le corna in bella vista.


«Si, il mio nome è Ririchiyo, tanto piacere! Allora andiamo!»


L’inizio non sembrava tanto male, anzi le premesse erano buone, magari sarebbe anche potuto essere un cammino piacevole.
Il passaggio che avevano preso saliva verso l’alto costeggiando la grande montagna e Ririchiyo non poteva fare altro che cercare di camminare il più dritto possibile guardando il cielo, le sembrava di andare più veloce in quel modo e la rendeva anche un po’ più allegra, la luce le piaceva e le metteva sempre il buon umore, seguendo il sentiero oscuro aveva troppa paura di essere tormentata dal demone e di continuare a ricordare come Calvin l’aveva guardata. Le aveva fatto troppo male al cuore vederlo così. Sospirò appena mentre il sentiero prese nuovamente a cambiare stringendosi un pochino e obbligando il piccolo manipolo di viandanti a camminare in fila indiana, dal canto suo cercò di non rimanere indietro, avrebbe avuto troppo paura di essere dimenticata e lasciata lì, mentre stare in mezzo alla fila le dava più sicurezza e infatti riuscì a tirare un sospiro di sollievo. Anche il panorama stava cambiando, il cielo sembrava essere sempre lo stesso ma la montagna aveva lasciato il posto alla diga che percorreva fiancheggiando il loro sentiero quasi come a volergli indicare la strada verso la loro meta finale, oppure verso l’inferno. Era completamente ignara del resto che stava succedendo, se non le poche parole che il gruppo era stato in grado di scambiarsi. Lentamente anche il vento si alzò cercando di sbalzarli via, gli stessi elementi naturali cercavano di intralciare il loro passo.


”È pericoloso, stai molto attenta!”



Ormai era quello il ritornello che il demone continuava a ripetere imperterrito cercando di metterla sempre sull’attenti ma Ririchiyo lo sapeva, non era una stupida, sapeva che era in un territorio pericoloso, come i Grysleer avevano amorevolmente dimostrato, ma non aveva paura e sicuramente non si sarebbe fatta fermare da quello.
Alla fine trovarono il loro passaggio sbarrato il passaggio davanti a loro era crollato, battuti dallo trascorrere de tempo e dalle intemperie aveva ceduto, come un vecchio troppo stanco per andare avanti lei invece era piena di forze e sicuramente avrebbe trovato un modo per poter superare l’ostacolo, inoltre non era da sola e in fondo l’unione non faceva mica la forza? Geeste invitò ognuno di loro a fare tesoro delle proprio abilità per poter attraversare quell’ostacolo, l’orco non ebbe alcuna difficoltà e la giovane rimase a bocca aperta nel vederlo partire senza nemmeno curarsi di un qualche piano di riserva. Su quelle pendici erano rimasti soltanto lei e il giovane musicista con il bedouin.


«Che si fa adesso?»



Chiese più a sé stessa che a loro iniziando a studiare un albero che era cresciuto in maniera piuttosto innaturale in quel posto e provò a studiarlo per capire se c’era un modo per poterlo utilizzare ed effettivamente forse, se lo si riusciva a rompere, si poteva avere la spinta giusta per passare dall’altra parte, però quante persone avrebbe potuto reggere? Stava ancora riflettendo attentamente quando Juan fece notare un’apertura, quasi invisibili ai loro occhi, che si apriva proprio dietro ad un muro a che doveva essere comunque aperto in qualche modo…ma come?


«Un albero e un passaggio, come siamo fortunati!»



Sibilò in maniera piuttosto ironia prima di riflettere con attenzione, lei poteva abbattere quell’ostacolo. Infilò una mano nella sua sacca, tirando fuori le biglie che erano appartenute a Calvin, forse poteva usare uno di quelli.


«Io proverò a lanciarmi con l’albero, voi cosa farete? Userete il passaggio segreto?»



La riposta che le venne data da Taliesin fu positiva, quindi si tranquillizzo prendendo bene la mira e lanciando una biglia contro l’albero che cadde sotto quella piccola esplosione, troppo bassa per poterli fare tutti cadere sotto le raffiche del vento, l’albero si spezzo e Ririchiyo non perse tempo, lanciandosi sul tronco per essere poi lanciata dall’altra parte del sentiero raggiungendo Geeste.


«A dopo!»



Avrebbe detto con un sorriso a Taliesin, prima di librarsi nell’aria. In quel piccolo momento si sentì libera e così forte da poter fare qualsiasi cosa e alla mente le venne solo in mente che tutto quello erra stato merito di Calvin, nonostante dentro a quel pozzo lui avesse dimostrato tanta paura e tanto odio l’aveva aiutata ancora e, probabilmente, le aveva ancora salvato la vita.



CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 75%+10%=85%
»Cs: 2
    1 Maestria armi
    1 Astuzia
»Equipaggiamento:
    Arco, 15 colpi a giocata
    7 biglie esplosive
Specchietto riasuntivo
Ririchiyo utilizza una biglia esplosiva per colpire l’albero e potersi così lanciare dalla parte opposta del sentiero.


 
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Vermilion
view post Posted on 5/11/2014, 20:06




ROU
Grysleer

Le scure profondità della montagna presero ad avvolgerci come l'abbraccio della madre terra, le ombre calarono in quel recondito luogo non raggiunto dai raggi solari e solo una piccola fiaccola tenuta alta da Blitzeran illuminava scarsamente la strada. Chiudevo la fila, guardandomi a destra e sinistra cercando di abituare gli occhi al buio con scarsi successi, le tenebre erano totali e un senso quasi di malessere sembrava incombere sul mo cuore ardente. Tirai un respiro, portandomi la mano vicino alla bocca e soffiandovi contro aria calda così da attizzare la brace sotto la scura pelle di cenere. Una flebile fiamma ad ogni respiro si accendeva sempre più, gettando una calda luce arancione sull'ambiente circostante. Un fuoco che bruciava senza fiamma, la calda e rovente luce emanata dal fuoco morente. « Non sentite una puzza? » chiese rompendo il silenzio Blitzeran, facendo fermare il gruppo e inducendoci a prestare attenzione agli odori. Annusai l'aria, ma i miei sensi avrei giurato lavorassero in modo differente da quelli puramente umani in quanto nell'aria sentivo solo un leggero odore familiare e invitante anche se a me sconosciuto. Respirai l'aroma, lasciando che la mente vagasse a ritroso fino a capire l'origine di quel sentimento quasi nostalgico. « ...olio? » disse infine in contemporanea al mio pensiero, finalmente giunto ad identificarlo come pietanza prelibata che il fuoco da sempre aveva consumato. Piccoli fori collegati gli uni agli altri, origine ignota ma a prima vista parevano colmi di tale prelibatezza per la mia razza. Vi intinsi la punta del dito, portandolo alle labbra e facendolo sparire in una vampata di fiamme: meraviglioso. « Squish squish » Ci voltammo tutti d'istinto, illuminando una sorta di creatura rettiliforme squamata di rosso. Un ghigno malvagio ci accolse, e poi una proposta, una minaccia. « Io prende vostro esplosivo; vostro esplosivo...! » Rimasi turbato e ammutolito, mentre Blitzeran cercava di contrattare facendo il finto tonto con la creatura. Lei sapeva, sapeva cosa stavamo trasportando. Ripeté le sue intenzioni, passando questa volta direttamente ai fatti. Mosse rapido il braccio, scagliando contro ciascuno un dardo verde che si rivelò presto una creatura simile ad un serpente. Frapposi un braccio, mosso dall'istinto, ma la bestia vi ci si avvinghiò mordendo e lacerando il sottile strato di cenere e inoculando il suo veleno. Strozzai un grido, cadendo in ginocchio e liberando fiamme dai fori che la bestia stessa aveva creato, arrostendo quella creatura. La testa parve esplodermi, il braccio prese ad ardere di un fuoco che nemmeno la fiamma poteva ignorare, un dolore ustionante che nulla aveva a che fare con l'elemento. Guardai avanti a me, notando il piccolo rettile compiaciuto nella sua smorfia e un senso di oppressione e perdizione prese a dominare sulla razionalità della mia antica razza. Chiuso tra le mura del mondo e sofferente davanti ad una creatura infima e inferiore, costretto quasi a morire per una causa ignobile e futile come una contesa tra i popoli mortali che abitavano Theras, ultimo baluardo della civiltà nei secoli. Battei il pugno a terra, stringendo i denti e cercando di evitare pensieri negativi, conscio che il veleno avrebbe amplificato tali emozioni tanto da indurci in uno stato di assoluta disperazione. L'immagine di Albrich mi lampò davanti agli occhi, costringendoli ad aprirsi a fissare il vuoto del pavimento. Il nano moribondo per mia mano, le bende bianche a fasciargli il petto che lentamente si impregnavano di rosso mentre cercava di dire le sue ultime parole, maledicendo il mio nome per affogare infine nel rigurgito del suo stesso sangue. « Albrich, non sei morto invano. » sussurrai cercando di far prevalere le parole ai pensieri. « La tua eredità schiaccerà quest'essere, e noi con lui. » Sollevai il capo da terra, prendendo con mano sicura ciò che avevo creato seguendo le sue istruzioni. Il contenuto del sacco forgiato secondo le antiche tradizioni naniche si era trasformato in un ordigno che io stesso avevo potuto testare sulla mia pelle. Mi levai la maschera, lasciando che le fessure ardenti sottolineassero la follia del mio sguardo. Fissai quell'essere impugnando in una mano l'ordigno e creando nell'altra una fiamma. Mi alzai in ginocchio, ancora provato dal veleno e con una voce di lucidità che mi urlava in testa di non farlo, ma le orecchie non sentivano, la mente era decisa a porre fine a tutto. « Volevi gli esplosivi? Eccoti accontentato. » ghignai, prima di accendere la miccia e lanciare la granata, chiudendo poi il tutto toccando mentalmente la fiamma che alimentava la vita del rettile, inducendo la sua temperatura corporea ad innalzarsi fino a costringerlo alla febbre. « Brucia, brucia con tutti noi. »
SWIFT■■■■
Tenere il puntatore sulle tecniche per visualizzarle

FISICO
M.Fianco sx M.Braccio dx
4/16
MENTE
B.Stordimento M.Disperazione/Follia
3/16
ENERGIA
40% (50-10)
PASSIVE
Ashes

ATTIVE
Fever, 10%

RIASSUNTO
Incasso il colpo, fermando il serpente col braccio per questioni puramente sceniche ma risentendo appieno di entrambi i danni -sebbene i fisici siano mitigati dalla passiva-. Un senso di disperazione prende Scorch, inducendolo a pensare di essere spacciato e costringendolo al folle gesto di immolarsi, scagliando contro l'essere gli esplosivi creati grazie al sacco misterioso. Per coronare il tutto, dopo aver lanciato la bomba contro l'avversario, tenta di stordirlo con sintomi febbricitanti -psion Media- per evitare che riesca ad approntare difese.
NOTE
Il fatto di essere incappato in un danno psion mi ha costretto a compiere scelte che si basano molto più sul role, ignorando quindi ogni aspetto tattico e di contorno, come la torcia di Blitzeran che sta per dare fuoco a tutto (si, l'avevo capito) o il fattore autodistruttivo del gesto. Mi scuso se questo porterà dei problemi, ma non transigo sul fattore di portare sempre il PoV del mio personaggio sopra ogni altra scelta.
 
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DanT&
view post Posted on 7/11/2014, 12:20




Rou ~ Grysleer
Squish squish?






Il corridoio stretto sembrò inghiottire il gruppetto che, docile, pareva addentrarsi nell'oscura gola di un immenso serpente. Inspiegabilmente dritto, verteva verso il certo, il cuore pulsante, della montagna immobile che da sempre aspettava granitica. Passo dopo passo, per tutti, la respirazione diventava più difficile. Le narici del Faccendiere si sforzavano di trarre più ossigeno possibile dall'aria stantia che li circondava, ma l'umidità faceva da filtro talmente forte da resituirgli la sensazione di avere un grosso tappo al posto del naso. Accigliato, Mickey non si lamentava e andava avanti, giusto due passi dietro Blitzeran che reggeva alta una torcia malandata. La fiamma baluginava dando vita a forme sinistre sulle pareti lavorate, non rischiarando che per più di qualche passo, piccolissimo barlume di vita brillante nell'oscurità totale in cui erano immersi.
Le tenebreno inseguivano il trio, minacciavano di assalirlo alle spalle, ma grazie al solleticante chiarore di Scorch sembravano ammorbidirsi in maniera quasi tenera e defluire, placide, in un buio meno totalitario, in un certo senso più accogliente e meno...spaventoso.
Mickey lanciò qualche occhiata all'indietro mentre avanzava in silenzio.
Non aveva mai visto nessuno come lui, eppure ne aveva viste tante nella sua breve vita.
Un essere come lui chissà da dove proveniva, quanti anni aveva, cosa faceva e cosa aveva intenzione di fare. Come viveva, come mangiava, repirava? Erano tutte domande che gli si accalcavano nel cervello a velocità sin troppo sostenuta persino per una lingua sciolta come la sua. Era curioso, il Tuttofare, come sempre. Desideroso di capire e di scoprire sempre di più cose come quella che gli arrancava alle spalle. Cose, sì, perché non sapeva se di uomo si poteva parlare, non credeva, ma non ne era sicuro. Tanto valeva chiedere, almeno per fare quattro chiacchere, sperando che la sua invadenza non suscitasse indisponenza nel compagno di marcia.
Senti ma tu...
Cominciò allegro, ma venne interrotto immediatamente dal mercante, che parlò contemporaneamente.
Eh? No.
Rispose il Faccendiere provando a tirare su col naso cercando di percepire qualcosa.
Niente, solo aria pesante, umidità e muffa. L'olfatto non lo aiutava.
Mickey osservò Baffetto avvicinarsi alla parete. Da alcuni buchi un liquido giallastro colava sul pavimento. Scorch si avvicinò portandone una ditata alla bocca e liberando una fiammata golosa.
Olio?
Fecero in coro lui e Blitzeran.
Adesso che ci faceva caso il sentore era, effettivamente, inconfondibile. Il naso tappato di certo attenuava la percezione, ma una volta individuata la sostanza mentalmente, il suo ricordo ne acuì l'odore che impregnava l'aria circostante.
Che diavolo ci faceva lì?


Il seguito fu praticamente una scena senza senso a cui il Tuttofare assistì allibito.
Un sibilò proveniente d'innanzi al gruppo annunciò l'arrivo di una specie di lucertola nana che con la lingua biforcuta confessava l'intenzione di derubare tutto il gruppo dell'esplosivo trasportato.
Lo sapevo!
Sapeva che le boccette nella sacca erano qualcosa di letale, qualcosa di pericoloso. Aveva pensato di portarsele appresso, sempre riposte cautamente nella juta, anche se adesso realizzava che probabilmente non era una grandissima idea. Quell'esserino le voleva, lui le aveva. Doveva difenderle dalle mani di un probabile membro della Falce. Per Arghantares, per il suo giuramento, per i Grysleer, tutti.
Ti diamo un bel cazzo di niente. Sbottò arrabbiato.
Pensava di aver risolto già la faccenda contribuendo alla morte di Maler. Chissà perché tutti volevano fare fuori questi dannati Pellegrigia.
Stava per pronunciarsi in un discorso che sicuramente avrebbe convinto quel tizio strambo a lasciarli in pace. Era una pure e semplice questione matematica, che non avrebbe mancato di fargli presente. Loro erano tre, lui uno, il numero più alto vince praticamente sempre. Non gli conveniva, dunque, andare a cercare dell'esplosivo da un'altra parte?
Così ben intenzionato, Mickey, eppure troppo lento.
Sì, perché dalle maniche del lucertoloide spuntarono come assi tre serpenti talmente veloci da aggredire l'intero gruppo. Uno ciascuno, veloci e guizzanti. Talmente tanto che l'organismo del Tuttofare ebbe a stento il tempo di reagire.
Le fauci della bestia incontrarono la barriera formatasi dal sangue spillato dalla ferita al torace. Lì si fermarono, ma quando lo scudo si ritirò, tornando nel sistema circolatorio del Faccendiere qualcosa non era sembrata andare per il verso giusto.
Mickey s'osservò la mano quel tanto che bastava da vedere le vene della pelle, ormai scura come l'ebano, in risalto, ed immediatamente realizzò.
Veleno!
Gli venne da piangere.
Come avrebbe fatto? Come sarebbe sopravvissuto?
Come, come?
Perché un conto è combattere qualcuno che ti sta di fronte, qualcosa di concreto, qualcosa su cui abbattere una gragnuola di colpi rabbiosi e violenti, un altro è cercare di dare battaglia ad una sostanza intangibile e silenziosa, che ti corrode dall'interno fino a consumare lentamente ogni pensiero felice fino a lasciare il vuoto della più cupa disperazione.
Si accorse di avere le guance rigate dalle lacrime amare che sgorgavano copiosa dagli angoli degli occhi. A malapena realizzò il vacillare del mercante che, ondeggiando, quasi avvicinava la fiamma crepitante all'olio, a stento notò lo sguardo acceso e folle di Scorch che armeggiava con aggeggi che non aveva mai visto.
Aveva solo una cosa in mente: la morte.
Stava per morire, lo sapeva, e con lui tutti quelli dentro al corridoio, ma forse quella cazzo di lucertola in un modo o nell'altro avrebbe potuto darsela a gambe da un momento all'altro e no, cazzo, non lo avrebbe sicuramente permesso.
In un grumo di saliva buttò giù la pillola che non sapeva neanche come s'era ritrovato in mano ed immediatamente sentì una vampata di energia bruciargli i quadricipiti pronti a scattare.
Il coltello del mezzosangue brillò, arcigno, nelle tenebre che di lì a qualche istante sarebbero state fiamma. La lucertola lo avrebbe assaggiato, oh sì.
Come quando era bambino ed infilzava quelle che stavano sui muri per gioco, avrebbe fatto anche con questa.
Il gioco di gambe disorientante lo portò vicino quel tanto che bastava per menare due fendenti potenti e letali, allo stomaco e poi al collo fragile, per spiccare la testa di quell'essere immondo.
Fu tutto rapido, veloce, forse troppo.
Nemmeno sentì, realmente, le parole di Scorch.
Forse, le ultime che avrebbe udito mai.






q8qu


CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato

• Energia: [70% - 20 - 5] = 45% Rimanente
• Stato fisico: Alto [Da perforazione, al petto]
• Stato psichico: Medio - Disperato
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza] 1 [Determinazione] + 2 [Temporanei, Destrezza]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi abitante di Dortan diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]
Red - Rivers - Reverie [Passiva della Spaccaculi che fa ignorare il dolore fisico e psionico nel turno in cui una tecnica della falce viene attivata; Raggiunti i tre utilizzi delle tecniche concesse dalla falce il portatore cade in berserk perdendo la capacità di ragionare ed attaccando amici e nemici indifferentemente]
Furia [1/3]
Lust [Tramite il Sinistro Peccatore Mickey intuisce la abilità di un personaggio od un oggetto che entrano a contatto con il suo tocco]
Envy [Una volta usato un consumo Alto delle tecniche dell'artefatto, il braccio si animerà per pochi secondi di vita propria, assorbendo, divorando o distruggendo un'altra arma in possesso di Mickey e causandogli un danno Medio al corpo. Nel caso in cui il tuttofare non disponesse di altre armi il braccio si sfogherà sul corpo del suo possessore, causandogli un danno Alto al corpo.][1/2]
Mente impenetrabile [Resistenza ad auree di potenza passiva.]
Shadow [Mickey diventa invisibile se nascosto in un cono d'ombra.]

• Abilità Attive:

Sangue al sangue - Tecnica magica
Sarà che nella vita tutto gli si è sempre ritorto contro. Sarà che tutto, prima o poi, gli è sempre andato per il verso sbagliato. Sarà forse, più semplicemente, che l'esperienza è un maestro migliore di quanto si voglia ammettere. Non è facile restare vivi per così tanto tempo in un posto come Asgradel. Non è facile nemmeno rimanere interi, e questo si è visto. L'ottimismo, comunque, è sempre l'ultimo a morire insieme alla speranza. Mickey, inguaribile ottimista e sognatore pieno di speranze sa che tutto ciò, in ogni caso, non basta. Non gli resta, per andare avanti, all'unica cosa che lo ha sempre contraddistinto da tutti quelli caduti e che non sono mai riusciti a rialzarsi. La forza di volontà.
In termini di gioco spendendo un consumo di energia pari ad Alto Mickey sarà in grado, aggiungendo il proprio bisogno di sopravvivere ad una goccia del proprio sangue -fresco o di precedenti ferite-, di evocare davanti a sé una barriera cremisi dalla forma liberamente personalizzabile al momento del cast e di potenza Media che lo difenderà da qualsiasi tecnica di natura magica o fisica di potenza pari o inferiore. Una volta che la barriera avrà adempiuto al suo dovere sarà come risucchiata da una ferita già presente sul corpo del caster o semplicemente da bocca o dal naso ed entrerà in circolo donando al Tuttofare l'immunità da tutti gli attacchi fisici per i due turni successivi all'attivazione grazie ad irrobustimento dei muscoli. Quest'ultimo effetto sarà accompagnato da una variazione del colore della pelle che diventerà di colore ebano fino alla fine dell'effetto della tecnica.

Disorientare
Il mentalista illude l'avversario per confondergli i sensi e fargli credere che il suo attacco giungerà in una direzione quando invece progetta tutt'altro.
La tecnica ha natura fisica. Il caster genera una visione, l'impressione di un veloce movimento che distrae il nemico, confondendone la vista e generando l'illusione di un'offensiva che non arriverà. Il bersaglio avrà dunque l'impressione di essere attaccato indipendentemente dalle reali azioni compiute dall'utilizzatore. Nonostante la tecnica abbia natura fisica, conta come un'offensiva psionica di potenza Bassa che lascia un danno Basso alla mente della vittima.
Consumo di energia: Basso

• Riassunto:
Allora, l'inizio mi sembra abbastanza chiaro. Mickey, durante il tragitto, è semplicemente attratto da Scorch perché non ha mai visto un essere come lui. Vorrebbe chiedergli qualcosa per soddisfare le sue curiosità, ma ahimè viene interrotto. Da lì all'incontro, le cose si fanno movimentate.
Mickey si para da un Medio fisico grazie alla tecnica Sangue al Sangue (che rende la sua pelle nera per i 2 turni successivi e gli dona immunità dagli attacchi fisici), ma subisce il Medio psion dovuto al veleno che entra in circolo proprio a causa della tecnica appena menzionata. Il Tuttofare, dunque, si dispera ed a stento realizza le azioni dei suoi compari. Combattendo contro il veleno, si rende conto che può morire da un momento all'altro, ma vuole portare con sé nella tomba anche quella stupida lucertola. Ingerisce quindi un Corallo che gli dona 2 CS aggiuntivi alla Destrezza per i 2 turni successivi e parte con uno scatto e un gioco di gambe per confondere l'avversario usando la tecnica Disorientare. Arrivato vicino, dunque, con il nuovissimo coltello mena 2 attacchi fisici (stomaco e collo) a 4 CS di potenza complessiva.
Questo è quanto.

• Note: //

 
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view post Posted on 7/11/2014, 21:27
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Cardine
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R   O   U
Grysleer




Le gentilezze con la ragazza non erano servite poi a molto. Ci aveva pensato lo spietato vento della montagna a spazzare via ogni possibilità di comunicare, o di passare un viaggio minimamente piacevole. Ma in fondo Taliesin e Juan avevano già avuto l'opportunità di adattarsi a questa situazione difficile e noiosa, e per loro il cammino non fu così faticoso come la prima volta. Quando i due restavano soli, laddove il sentiero faceva un tornante e il resto del gruppo sfuggiva per un attimo alla vista, sembrava loro di star vivendo un'altra volta il giorno precedente. Una sensazione bizzarra, ma che Taliesin non poteva fare a meno di provare. Così a ogni curva i due acceleravano il passo, soltanto per avere la certezza che l'orco, il drago e la ragazzina fossero ancora lì con loro.
   Il sentiero da loro impegnato costeggiava la parete della massiccia montagna, e poi si trasformava in una stretta passerella incastonata in un'ampia ed enorme parete curva, fatta di pietra, simile a un enorme muro incastonato tra le montagne. Presto fu chiaro che si trattasse della diga dov'erano diretti fin dall'inizio, anche se da lì non potevano ammirarla in tutta la sua vastità.
   Ma proprio a quel punto il sentiero incominciò a stringersi e a diventare estremamente pericoloso: sarebbe bastato un passo di lato per cadere giù da un precipizio che non pareva nemmeno avere una fine. E come se questo, unito al terribile vento che imperversava, non bastasse ancora - che Loec stesse facendo loro un brutto scherzo? -, a un certo punto il sentiero si interrompeva del tutto, ed il gruppo si fermò davanti a un baratro che avrebbero dovuto oltrepassare.
   Geeste augurò agli tre di farcela, afferrò la sua bestiola alata e si fece trasportare goffamente dall'altra parte del dirupo, lasciando Taliesin, Juan e Ririchiyo in balia della montagna, del vento e dei pericoli di Turrumpluviae. E il vento cominciò persino ad alzarsi, come volesse spingerli ad andarsene da quel postaccio, e come se la loro fretta non fosse già abbastanza.
   La ragazzina domandò loro cosa fare, incerta, e Taliesin si guardò attorno con aria scettica e confusa. Non ne aveva idea di che fare a quel punto, ma che figura ci avrebbe fatto con la donzella, ammettendolo? L'unica cosa che avrebbe potuto aiutarli a saltare via era un bitorzoluto tronco dall'aspetto fragile - ma forse non troppo per permettere alla ragazzina di sfruttarlo. L'aiuto di Juan, a quel punto, fu provvidenziale.
   «Dietro qui è vuoto» disse, bussando con le nocche sulla parete al loro fianco. Taliesin si affrettò ad esaminarla, posando l'orecchio su di essa e colpendola con la punta dello stivale. Suonava davvero come fosse vuota dall'altra parte, magari dietro di essa passava una galleria. Che si trattasse dei cunicoli di cui parlava Geeste, che si snodavano all'interno della misteriosa e leggendaria Turrumpluviae?
   «Bravo, amico mio!» esordì Taliesin, sinceramente soddisfatto. Diede al Bedouin una vigorosa pacca sulla spalla, e con l'altra mano si risistemò il mantello. Era stata una vera fortuna che il nomade avesse avuto quell'intuizione, e il bardo un po' lo invidiava, poiché non se n'era accorto prima lui. Ma l'importante era averla trovata.
   «Un albero e un passaggio, come siamo fortunati!» commentò la ragazzina. Juan ridette - per la prima volta in tutto quel tempo - e Taliesin sorrise.
   «Una piccola fortuna nella peggiore delle disavventure» rispose il musico, sghignazzando un poco.
   «Io proverò a lanciarmi con l’albero, voi cosa farete? Userete il passaggio segreto?» chiese Ririchiyo. Il cantastorie era troppo indaffarato a esaminare la parete di roccia per preoccuparsi anche di lei: annuì distrattamente, mentre cercava fessure che potessero permettergli di passare dall'altra parte. Non sarebbe stato facile, e questo era evidente, ma di rischiare la vita saltando un burrone lui non ne aveva la minima voglia - e avrebbe scommesso che anche Juan ne avrebbe fatto volentieri a meno. Tentare la fortuna senza rischiare la vita era un'occasione da non perdere.
   «A dopo!» li salutò lei.
   «Iyi şanslar, ragazzina!» rispose Juan, con la faccia soddisfatta di uno che sa di aver appena avuto una trovata geniale.
   I due si misero al lavoro in fretta, collaborando come se facessero quel lavoro da una vita intera. Tastarono rapidamente la roccia, mentre il vento si alzava ed il pericolo di essere sbalzati giù aumentava. Entrambi sfoderarono i pugnali, che provarono a inserire nelle sottili fessure che percorrevano la struttura. Chinque l'avesse edificata, lo aveva fatto ad opera d'arte.
   «Qui, qui!» urlò Taliesin entusiasta, indicando un punto. Juan vi fece passare il Kukri, scavò un poco con la lama, allargò le gambe e si preparò a colpire. Taliesin lo imitò, mirando a un altro punto più in basso dove pareva esserci una sottile crepa nella parete. Con un po' di fortuna - e un po' di impegno - tanto sarebbe bastato.
   «Fa' attenzione!»
   «Uno, due...» contò il nomade, ghignando.

«Tre!-Tre!»
gridarono all'unisono, colpendo la roccia con vigore e precisione.



Condizioni generali
Stato fisico - 12/16
• danno medio da contusione
• danno medio da lacerazioni su tutto il corpo
Stato mentale - llleso
CS - 6 (2 intelligenza, 1 astuzia, 2 destrezza, 1 determinazione)
Energia - 40/100 (-5, -5)

Juan il nomade
Stato fisico illeso
Stato mentale - llleso
CS - 1 (astuzia)
Poteri passivi: Juan conta come un compagno animale utilizzabile in combattimento. Taliesin può inoltre lanciare (tramite dinamiche coerenti) le sue tecniche attraverso lui, consumando la sua energia e i suoi slot.

Equipaggiamento
Itinerante, artefatto/arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura.
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, artefatto/set di armi da lancio, materiale sconosciuto, venti unità per giocata.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto/oggetto generico, strumento musicale.
Amuleto dell'auspex, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo magico, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo furtivo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Cristallo del talento, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Diamante, oggetto dell'erboristeria (due unità), conferisce un potere passivo.
Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria, un uso per giocata (utilizzata)
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, funziona come una cura dell'equipaggiamento.
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, rigenera il 5% della riserva energetica. (utilizzata)
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, applicabile a un'arma per danneggiare l'Energià nemica del 5% a turno, per due turni di gioco.
Corallo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco.
Rubino, oggetto dell'erboristeria, conferisce due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco. (utilizzato)
Biglia accecante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante. (utilizzata)
Biglia deflagrante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante. (utilizzata)

Poteri passivi
Audacia, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Amuleto dell'auspex, auspex passivo basato sull'udito.
Tomo magico, accesso alle pergamene della classe Mago.
Tomo furtivo, accesso alle pergamene della classe Ladro.
Cristallo del talento, accesso al livello successivo del Talento.
Diamanti, 2 CS aggiuntive in Destrezza (due unità).
Illusionista, passiva di primo livello, le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate.
Illusionista, passiva di secondo livello, possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento.
Illusionista, passiva di terzo livello, fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Seconda abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Quinta abilità personale, utilizzo della polvere in combattimento per avantaggiarsi infastidendo gli avversari.
Sesta abilità personale, cure di potenza pari al consumo.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: progenie dei demoni. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Tecniche e oggetti attivi
Colpo di grazia. Taliesin non si distingue di certo per via di una possente costituzione, o per una forza straordinaria: egli è abile con le armi per via della sua astuzia e della sua rapidità. Concentrandosi qualche istante, egli è in grado di sferrare colpi di una precisione incredibile e a gran velocità, che di conseguenza risulteranno pericolosamente potenti. [Colpo di grazia, pergamena ultima, classe mentalista. Natura fisica, consumo variabile. Tecnica offensiva che rende i colpi fisici non a distanza letalmente precisi e rapidi, infliggendo danno pari al consumo speso] (consumo Basso)
Colpo di grazia. (consumo Basso, tramite Juan)

Riassunto
Mi sono trovato costretto ad essere orribilmente parsimonioso, in temini energetici. È vero che ho anche la passiva degli umani dalla mia parte, ma finire con metà delle energie dei miei compagni mi sembrava un po' troppo rischioso, soprattutto in vista dei turni finali. Dunque mi limito a tentare il tutto per tutto, inventandomi un modo carino per descrivere la scena: sostanzialmente, dopo uno studio attento della parete, Taliesin e Juan colpiscono contemporaneamente due punti diversi, sferrando un Basso a testa, quindi in tutto un medio per buttare giù la porta. Si tratta di una sciocchezza descrittiva, inserita per far collaborare ancora di più i due personaggi, ma spero sia perlomeno una trovata apprezzabile. Tutto qui! Spero possiate perdonare l'attesa, ma il periodo è quello che è. E sono ancora in Hype residuo per il Lucca Comics.
 
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view post Posted on 8/11/2014, 16:18
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Maestro
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Passarono diversi minuti.
Poi ore. Poi un tempo interminabile.
I due mercenari se ne stavano immobili, fiancheggiando l'immenso pilastro in granito che manteneva l'integrità della diga.
« Saranno passate ore, ormai » disse Kalladin, carezzandosi la fascia di capelli rossi che gli scendeva lungo la spalla destra « dici che è morto? »
« Dici che siamo così fortunati? » rispose Boltz, ridacchiando sotto i baffi. Teneva stretto tra le mani un tozzo di pane raffermo, cui dava un morso di tanto in tanto.
Ingurgitò l'ultimo boccone, per poi sputarlo poco distante da loro. « Quel ratto sa il fatto suo » aggiunse poi, più serio « qualcosa combinerà. »
« Ma dove l'hai trovato? » chiese il primo, fissando il suo compare con una smorfia a metà tra il disgustato ed il perplesso. « Nella feccia di Taanach. »
« Credo sia una sorta di figlio bastardo dei Vaash » aggiunse, con scherno « uno di quelli riusciti peggio, diciamo. »
Kalladin tornò a fissare il piccolo braciere attorno al quale erano raccolti. « Divideremo anche con lui? » chiese, improvvisamente.
Boltz rimase in silenzio qualche istante. Poi sbottò in una sonora risata: « Non dire stronzate...! »

Qualche istante dopo, una leggera foschia si diffuse nella stanza.
Prima principiò come una nebbia sottile; poi, però, divenne più scura e dall'odore acre. Seguita da un crepitio lontano, che aumentava di intensità.
« Che roba è-- » chiese Boltz, guardandosi in giro perplesso « --nebbia...? »
« Per la barba del Sultano » commentò Kalladin, nervoso « ...è fumo!!! »
Boltz sgranò gli occhi - anzi, l'unico occhio visibile - perdendo tutta la propria enfasi. « Il ratto...! »
« Il ratto... l'ha fatto ancora...! »

I due si levarono d'improvviso, rincorrendosi a vicenda in direzione del corridoio un tempo in ombra.
Ora, infatti, si percepiva un sottile bagliore nella profondità del tunnel. Il bagliore cresceva man mano che passava il tempo, divenendo sempre più forte.
Allo stesso modo, cresceva il fumo e l'odore acre che si trascinava indosso. Cresceva la sensazione che, se non avessero fatto qualcosa, molto presto sarebbero stati consumati tutti.
Dal loro odio, dalle loro velleità e dalle loro ingorde ambizioni.
Ma, sopratutto, dal fuoco che si era levato indomito dalle profondità della galleria, sovrastando tutto e tutti.

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Geeste, Alascura, Ririchiyo, Talesin, Juan

La parete crollò con precisione chirurgica.
Le pressioni leggere, ma contemporanee, destabilizzarono la sottile parete di roccia, che ricadde su se stessa, franando ai margini del piccolo sentiero.
Juan e Taliesin rimasero illesi ed immobili, mentre un altro passaggio si apriva dinanzi a loro. Umido, in ombra - eppure, più sicuro e confortevole del tortuoso camminamento che passava per l'esterno della diga.
« Andiamo » disse Juan, facendo segno all'amico « noi due arriveremo salvi alla meta... »
« ...a differenza della ragazzina. »

Un fremito scosse Taliesin, nell'udire quelle parole.
Qualunque cosa significassero, infatti, non aveva tempo o modo di controllarlo.
All'esterno, infatti, Ririchiyo volava nel vento; si destreggiava come una farfalla, usando come trampolino quel tronco di legno caduto che - dopo poco - franò su se stesso, scomparendo nel baratro.
Eppure, qualcosa non era andato come dovuto. Il volo della giovane donna parve attenuarsi troppo in fretta. Ella vide la parete di roccia arrivare alla sua altezza, a portata di braccio, ma rimanere troppo distante. Ancora troppo lontana perché le sue mani potessero afferrarla, stringerla con forza ed asservirla per passare dall'altra parte.
Geeste, sul dorso di Alascura, planò sull'altra parte del passaggio. Eppure, il suo volto inorridì fissando Ririchiyo che scompariva dietro la roccia, sprofondando nel baratro.
Un'altra giovane vita infranta, dissoluta entro le mura di Turrumpluviae.
Forse.

« Non avrai mica pensato che ti avrei abbandonata, vero? »
Gli occhi di Ririchiyo pieni di lacrime, scomposti ed attoniti nel veder la morte sopraggiungere, fissarono qualcosa di familiare.
Una mano pallida, tremula, che la afferrò al volo. Una tunica rossiccia mossa dal vento, si stringeva attorno ad una robusta corda di canapa.
« Stai bene, Ririchiyo? » disse Calvin, sorridendole.
Calvin aveva il volto scavato dalla fatica ed ancora tremulo. Profonde occhiaie riposavano sotto gli occhi lucidi, contratti per lo sforzo.
Era debole, ma con un cuore grande - tanto grande da consentirgli di superare le sue paure e credere in una delle poche persone che, probabilmente, aveva avuto la comprensione di cercare di capirlo.
Il più delle volte, almeno.
« Andiamo, amica mia » tagliò corto il ragazzo, tirandola a se « proseguiamo verso il pilastro! »

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Blitzeran, Scorch, Mikey...e gli altri

I ricordi erano confusi.
Scorch e Mikey ricordavano a malapena la bomba esplosa e la fiammata che ne era seguita. L'olio che filtrava dalle pareti era sceso fino al pavimento, finendo per impregnare la pietra ed ogni angolo del tunnel. Per questo, non appena la bomba aveva investito il ratto, l'olio aveva preso fuoco, generando un'ampia fiammata ed investendo i presenti.
La peggio l'aveva avuta proprio il ratto, investito dall'esplosione, dalla fiammata e dai fendenti degli altri due. Blitzeran, invece, era malconcio e svenuto, disteso a terra come carne bruciata lasciata ad avvizzire.
Scorch e Mikey, infine, erano vivi - malconci, ma vivi. Legati come salami al pilastro della diga.
In attesa di saltare in aria insieme al resto.

« Beh, pensa positivo Boltz » disse Kalladin, sorridente « ci hanno risolto il problema del ratto. »
Poi prese a fissare gli altri, con fare sospetto: « Che ne facciamo di questi due? »
Kalladin li scrutava attentamente, passeggiando intorno a loro ed agitando una spada corta sotto i loro occhi.
« Ovvio » rispose Boltz, appoggiato alla parete poco distante « salteranno in aria; non appena avremo l'esplosivo. »
« La tua strategia mi impressiona a volta Boltz » ribatté Kalladin, ironico « peccato per un particolare. »
« L'esplosivo è appena esploso insieme al ratto. »

Seguì un attimo di silenzio. Kalladin si grattò la testa, visibilmente contrariato. « Per qualche ragione, questo tizio qui portava l'esplosivo » disse, indicando Scorch.
« Ma è esploso » aggiunse, scandendo le sillabe « quindi - come facciamo a far saltare il pilastro? »
« Kalladin » rispose Boltz, tamburellandosi la fronte con le dita « sei tanto ingenuo quanto idiota »
« I carichi di esplosivo erano due » disse, placidamente « e sono sicuro che l'altro carico stia arrivando. »

Poi Boltz si levò dalla parete. Impugnò dei guanti chiodati e prese a carezzare il volto di Mikey prima e di Scorch poi.
« Nel frattempo, possiamo divertirci con questi due. » Kalladin passò vicino al corpo di Blitzeran, smuovendolo con un piede. « Si, anche perché questo tizio è andato. »
« Allora, grandi uomini » disse stringendo il volto di Scorch tra le grosse mani ruvide « facciamo un gioco... »
« Voi mi dite chi sono i vostri complici e dove si trovano in questo momento » aggiunse, sottovoce « ed io vi risparmio la vita. »
« Il primo dei due che me lo dirà, avrà salva la vita; l'altro, invece, morirà immediatamente. »

Poco distante, nella penombra, occhi spaventati e fiati corti facevano capolino verso il salone di pietra.
Taliesin e Juan apparivano dall'ombra, rimanendo nascosti ai più. Ansimavano per la stanchezza, ma rimanevano silenti e nascosti, fissando la scena.
La stanza era un grosso antro circolare scavato nella roccia, con un enorme pilastro di granito nel centro che scompariva nel pavimento. La luce era garantita da alcune lampade ad olio appese alla parete più lontana e da un piccolo braciere improvvisato, acceso nel centro - poco vicino al pilastro. Dall'altra parte, invece, il muro si apriva in tante grosse aperture nella roccia. Una di esse proseguiva in un passetto esterno, sul quale arrivavano Geeste, Calvin, Alascura e Ririchiyo.
Nessuno di loro, però, poteva agire con troppa impulsività. Alla prima mossa falsa, infatti, la vita di Scorch e Mikey sarebbe stata in pericolo.



CITAZIONE

QM Point ~

Siamo alle battute finali.
In buona sostanza, accadono varie cose ai vostri pg:

Scorch e Mikey: La vostra combo ha funzionato, almeno per abbattere il vostro avversario. Peccato che avessi detto in tutti i modi che c'era olio praticamente ovunque nel tunnel e voi avete fatto esplodere una bomba. Il risultato è che siete stati investiti dalle fiamme. Le fiamme vi hanno causato un ulteriore danno Medio sul corpo, che vi descriverete nel prossimo post. Danno da ustione, ovviamente. In compenso, il ratto è morto praticamente istant. Destino non meno crudele sembra aver subito Blitzeran, che sembra svenuto, ma è visibilmente bruciato per le ustioni. Ora siete bloccati al pilastro, che presto o tardi i mercenari faranno saltare. Le vostre armi sono state messe in un angolo, lontane da voi. Siete legati mani e piedi con una spessa corda di canapa. Leggete più avanti per capire il prosieguo della scena.
Ririchiyo Anche tu hai rischiato. Come avevo specificato, anche usando l'albero comunque il salto prevedeva l'uso di una tecnica di entità Media, in qualunque modo usata (vento per darsi una spinta, spostamento rapido, teletrasporto, uso fantasioso di una schivata, ecc). Tu non hai fatto nulla di tutto questo, quindi stavi per cadere. Ti salva Calvin, però, che sopraggiunge giusto in tempo. Il risultato di questa azione è che subisci un danno Alto al fisico. Il danno alto lo descriverai come una frattura ad un arto (decidi tu quale, un braccio o una gamba ovviamente).
Taliesin Il tuo piano funziona; aprite un varco ed arrivate illesi al salone principale della diga. Well done.

Detto questo, arriviamo alle battute finali della quest.
Scorch e Mikey per via degli errori sono finiti legati come salami al pilastro. Blitzeran è apparentemente morto. Ed il mercenario Boltz vi minaccia di morte: o parlate o vi fracassa la testa.
Nello stesso momento, però, arriva anche l'altro gruppo (che si è a sua volta diviso in due, in realtà). Il vostro prossimo post sarà, dunque, dedicato a "risolvere" questa situazione. Avete turni liberi e potete organizzarvi liberamente, ma sappiate che la vita di Scorch e Mikey è "davvero" nelle vostre mani. A causa degli ultimi errori, infatti, ho aumentato il livello di difficoltà ed al momento c'è una reale possibilità che uno dei due muoia in quest. Se fallite nel salvarli, uno dei due (o, nel caso peggiore, entrambi) morirà in quest, con tutte le conseguenze che comporta. Ciò non significa che smanio dalla voglia di killare random: tutto il contrario. Vi esorto solo a studiare una strategia adatta. Pensate ed organizzatevi. E' evidente che Scorch e Mikey, però, se non saranno liberati, avranno possibilità molto limitate. Quindi potranno verosimilmente agire solo dopo Taliesin e Ririchiyo. Non potete essere autoconclusivi coi Png. In nessun modo. Calvin sarà controllato da me nel prossimo post, così come Geeste. Potete chieder loro di fare qualcosa, ma lo faranno solo nel mio prossimo post e saranno comunque controllati da me.
Ultima chicca. Se Scorch o Mikey vogliono salvarsi la pelle, possono provare a postare per primi e confessare a Boltz quello che vuole sapere. La proposta fatta da lui non è solo una velata minaccia in-game, bensì una proposta vera che vale anche off-game. E' possibile che Scorch e Mikey si siano accorti della presenza degli altri, circostanza che può consentir loro di organizzarsi a dovere per ribaltare la situazione, oppure di tradirli e rivelarne la presenza per salvarsi la pellaccia. Se "consumate" così il vostro turno, d'altronde, è possibile che Boltz vi salvi. Possibile, però, non vuol dire certo.
Enjoy.

Tempi, fino a venerdì 14 novembre. 6 giorni per organizzarvi e postare.
Il prossimo turno sarà l'ultimo. Domande o dubbi in confronto.

 
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DanT&
view post Posted on 12/11/2014, 17:52




Rou ~ Grysleer
boom-boom?






Il metallo del guanto carezzò la pelle abbronzata del Tuttofare con gesto lento, esasperante.
Le biglie di metallo freddo incontrarono le piaghe da ustione che deturpavano la parte sinistra del volto di Mickey, che contrasse l'espressione con uno spasmo involontario.
Come cazzo ci era finito lì?
Ricordava a malapena l'esplosione che quell'idiota di Scorch aveva provocato, ma piano piano alla mente riaffioravano come lampi quegli istanti appena trascorsi. La vampata, a dire il vero, era stata talmente improvvisa che manco aveva avuto il tempo di realizzarla. Il risultato, adesso, era che i suoi occhiali preferiti si erano mezzi fusi facendo colare la montatura a goccia sulla guancia, dove sia era fermata e quasi cristallizata, ancorandosi alla pelle.
Un nauseabondo odore di carne bruciata, poi, gli continuava a solleticare le narici.
Sapeva che era la sua, ma sperava con tutta l'anima di aver salvato il salvabile e che la faccia già di per sé scavata da un occhio in meno non peggiorasse, per lo meno. Perché che cazzo, i clienti dovevano fidarsi di lui, mica scappare a gambe levate a prima vista!
Contraendo le labbra, comunque, riusciva solo a procurarsi un gran dolore accompagnato da un lieve sfrigolio. Cos'era? Probabilmente il rimasuglio di barba e capelli ridotti ad una sorta di sottilissimo strato grigiastro.
Mickey espirò, calmo, rassegnato.
Gli venne da ridere, ma se anche solo avesse avuto forza di farlo, sarebbe stata una risata colma di disperazione.
Come ci riusciva?
Come, cazzo, come?
I due uomini che aveva davanti, plausibilmente, erano gli stessi che lo avevano legato ad un enorme pilastro come un salame.
Discutevano di esplosivi, era chiaro, volevano far saltare tutto insieme a lui e Scorch, che tanto non avrebbero dato mica fastidio all'esplosione. Sia mai infatti che qualcuno d'appena incontrato non volesse provare ad ammazzarlo. Succedeva così spesso che era, ormai, quasi una tradizione.
Ci si era affezionato.
Così come alla sua pellaccia dura, che non aveva intenzione d'abbandonare proprio ora anche se, a dire il vero, per la sua dipartita ben in pochi avrebbero versato quel che sia, lacrime o boccali.
«...l'altro, invece, morirà immediatamente. »
Si girò a guardarlo, quel brutto ceffo, trovando la forza di sorridere.
Le ultime parole, gli avevano stuzzicato la favola.


Bisogna ammettere che l'esperienza di essersi trovato nella più disparate situazioni paga.
Sì, perché effettivamente, a dirla tutta, Mickey il Tuttofare non era proprio un pivello alle prime armi. Cadere nel panico non era esattamente nel suo stile, e la mente raffinata dall'arguzia sviluppata nel corso del tempo aveva il gran vantaggio di restare calma e lucida in qualsiasi momento.
Per questo quando Bolz si propose di lasciare in vita uno dei due idioti appesi al pilastro, il cervello del Faccendiere aveva elaborato talmente tante fandonie da lasciargli semplicemente l'imbarazzo della scelta sul quale utilizzare.
Mickey ne era sicuro, la più convincente, la più assurda, la più incredibile è sempre...la verità.
Certo, bisognava andarci piano eh.
Abbellirla, romanzarla, calcare i toni dove serve e smussare quelli sin troppo seriosi di modo da non appesantirla poi troppo. Bisognava renderla più reale della verità perché solo allora avrebbe instillato un dubbio tale da assillare chiunque.
Per questo prese un breve respiro prima di iniziare.
Non aveva tradito sorpresa la sua espressione quando aveva visto guizzare da dietro un angolo il lembo di un mantello talmente inconfondibile da non lasciare adito a dubbi.
Il Bardo.
Se c'era lui, c'erano anche gli altri e bisognava solo prendere tempo.
Signori! - tossì pietoso- Signori, signori miei. Esibì un sorriso malconcio.
Non c'è bisogno di essere così avventati, non c'è bisogno di lasciare possibilità di scelta a quest'idiota. Concluse duro verso Scorch.
Per le vostre domande ho a disposizione tutte le risposte, ed anche di più, ma lasciate prima che mi presenti, mi chiamo Mickey, sono un Tuttofare. I suoi occhi brillarono di sagacia mentre si presentava, ridacchiò apertamente.
Complici? Scosse la testa.
Ma certo! I nostri complici! Quelli che come tutti in questa stanza hanno ricevuto ordine di far saltare questa maledetta diga per riscuotere una dannata ricompensa. Nella sua voce alterata balenò un impeto d'ira venuto proprio bene.
Secondo voi dove sono? Chiese sarcastico
Fuori, a piazzare l'esplosivo restante di modo da seppellirci tutti e portare via il nostro oro?
O dietro l'angolo a tentare altruisticamente di salvare gli sfortunati compagni?

Sottolineò le ultime parole con una risata convulsa. L'idea era semplicemente ridicola e
a pensarci bene il dubbio venne quasi quasi anche a lui, ma che doveva fare se non sperare? Se non, da solo, di provare il tutto per tutto? Pregare?
Maddai.
Non avete idea di che figlio di puttana sia quel Bardo, vero? Taliesin il Rosso!
E ci provò, perché o la va, o la spacca.







q8qu


CITAZIONE

Narrato
Pensato
Parlato

• Energia: [45% - 20 - 0] = 25% Rimanente
• Stato fisico: Alto [Da perforazione, al petto] Medio [Da ustione, parte sinistra del corpo compreso il volto]
• Stato psichico: Medio - Dubbioso
• Capacità Straordinarie: 1 [Intelligenza] 1 [Determinazione] + 2 [Temporanei, Destrezza]
• Abilità Passive:
Sopravvivo alla faccia tua! [Razziale umana; Mickey non sviene al 10% di energie]
Tranquilli, tranquilli. Mickey è qui. [Talento Ammaliatore I; Malia psionica di Fiducia nei confronti di Mickey]
Il marchio del disertore. [Tatuaggio di maschera spezzata nell'incavo del gomito destro; qualsiasi abitante di Dortan diffiderà del portatore del marchio, sottovalutandolo e disprezzandolo innatamente, anche se non è a conoscenza del tatuaggio]
Red - Rivers - Reverie [Passiva della Spaccaculi che fa ignorare il dolore fisico e psionico nel turno in cui una tecnica della falce viene attivata; Raggiunti i tre utilizzi delle tecniche concesse dalla falce il portatore cade in berserk perdendo la capacità di ragionare ed attaccando amici e nemici indifferentemente]
Furia [2/3]
Lust [Tramite il Sinistro Peccatore Mickey intuisce la abilità di un personaggio od un oggetto che entrano a contatto con il suo tocco]
Envy [Una volta usato un consumo Alto delle tecniche dell'artefatto, il braccio si animerà per pochi secondi di vita propria, assorbendo, divorando o distruggendo un'altra arma in possesso di Mickey e causandogli un danno Medio al corpo. Nel caso in cui il tuttofare non disponesse di altre armi il braccio si sfogherà sul corpo del suo possessore, causandogli un danno Alto al corpo.][1/2]
Mente impenetrabile [Resistenza ad auree di potenza passiva.]
Shadow [Mickey diventa invisibile se nascosto in un cono d'ombra.]

• Abilità Attive:

Turno attuale:

Opprimere
Il mentalista induce tutti i nemici circostanti la convinzione di essere schiacciati sul posto da catene di pura energia.
La tecnica ha natura psionica. In seguito ad un'onda mentale emanata dal caster, tutti i nemici nelle vicinanze verranno indotti a credere di venire schiacciati verso il terreno. A seconda della caratterizzazione potranno semplicemente sentirsi molto pesanti, percepire un notevole aumento della gravità, o venire avvolti da pesanti catene. Tale illusione impedirà a chiunque ne sia colpito di muoversi dalla propria posizione per il singolo turno di cast, e inoltre subiranno un danno basso alla mente per la malia, e basso al corpo per la costrizione fisica.
La tecnica può essere personalizzata al fine di rendere l'effetto psionico non come frutto di un potere mentale proprio del mentalista, ma attraverso l'uso di droghe, stupefacenti, gas o veleni di sorta.
Consumo di energia: Alto

FULFILLING - PHANTOM - FEAR | Tecnica nulla. Consumo nullo. Natura magica.
Leggende infine dicono che in realtà Bayard non sia affatto morto. A dirla tutta, diverse leggende allacciate alle figure del passato narrano una lunga vita prosperosa per i Guerrieri, perché in fin dei conti: come si può rovinare una buona storia con un finale triste? Aiuta molti a distrarsi dal dettaglio che -dopotutto- persino gli eroi prima o poi cadono. In battaglia contro un degno avversario o una canaglia, o contro le mani fredde del tempo. Sorrisone? Lui non si sa come morì. Semplicemente accadde, ed è nel suo mausoleo che fu riposta la Vermiglia, finché qualcuno non la portò via di lì. In tutto ciò, non sarebbe del tutto errato suggerire che Bayard sia ancora vivo. Magari non lui, quanto la sua essenza riverberante nella falce - nulla più che una memoria sbiadita del Guerriero che fu. E nulla meno. Niente meno che un semplice slot tecnica speso, consumo Nullo e la falce si muoverà da sola per l'intera durata del turno come se fosse impugnata da un fantasma invisibile, secondo la volontà libera e assoluta del possessore. Attacchi o azioni portate con questa tecnica non avranno valenza di tecniche di sorta, e sono contrastabili come attacchi fisici. Parimenti, l'efficacia delle azioni portate con questa tecnica sarà determinata dalle CS a disposizione del personaggio. Con il consenso del Qm o in un post autoconclusivo, è possibile utilizzare questa abilità come nulla di PK per scagliare la falce contro l'avversario, inseguendolo se necessario fino a lasciargli una ferita inguaribile o - qualora il possessore lo volesse - ucciderlo. Si è da soli, nella vita. Ed è meglio non dimenticarlo.
Ma, anche da soli dinanzi alla morte improrogabile, è possibile sorridere.

Da turno precedente:

Sangue al sangue - Tecnica magica
Sarà che nella vita tutto gli si è sempre ritorto contro. Sarà che tutto, prima o poi, gli è sempre andato per il verso sbagliato. Sarà forse, più semplicemente, che l'esperienza è un maestro migliore di quanto si voglia ammettere. Non è facile restare vivi per così tanto tempo in un posto come Asgradel. Non è facile nemmeno rimanere interi, e questo si è visto. L'ottimismo, comunque, è sempre l'ultimo a morire insieme alla speranza. Mickey, inguaribile ottimista e sognatore pieno di speranze sa che tutto ciò, in ogni caso, non basta. Non gli resta, per andare avanti, all'unica cosa che lo ha sempre contraddistinto da tutti quelli caduti e che non sono mai riusciti a rialzarsi. La forza di volontà.
In termini di gioco spendendo un consumo di energia pari ad Alto Mickey sarà in grado, aggiungendo il proprio bisogno di sopravvivere ad una goccia del proprio sangue -fresco o di precedenti ferite-, di evocare davanti a sé una barriera cremisi dalla forma liberamente personalizzabile al momento del cast e di potenza Media che lo difenderà da qualsiasi tecnica di natura magica o fisica di potenza pari o inferiore. Una volta che la barriera avrà adempiuto al suo dovere sarà come risucchiata da una ferita già presente sul corpo del caster o semplicemente da bocca o dal naso ed entrerà in circolo donando al Tuttofare l'immunità da tutti gli attacchi fisici per i due turni successivi all'attivazione grazie ad irrobustimento dei muscoli. Quest'ultimo effetto sarà accompagnato da una variazione del colore della pelle che diventerà di colore ebano fino alla fine dell'effetto della tecnica.

• Riassunto:
Mickey realizza, si lancia in qualche riflessione ed alla fine decide di agire. Nota un lembo del mantello di Taliesin, quindi decide di provare una sorta di psicologia inversa con il suo discorso per guadagnare tempo e dare al gruppo modo di aiutare lui e Scorch. Mentre lo fa, accompagna le ultime parole, ossia Taliesin il Rosso, con la tecnica Opprimere che attacca mentalmente i due. Una volta usata, subito dopo, richiama la falce con Fullfilling-Phantom-Fear da dove era stata poggiata per portare un attacco fisico a 4 CS nei confronti della corda che lo tiene imprigionato. E' tutto.

• Note: Attivare la tecnica della falce mi rende insensibile al dolore per questo turno. Dal precedente, poi, rimane attiva Sangue al Sangue che mi rende immune agli attacchi fisici ed ancora per questo turno godo di 2 CS temporanei aggiuntivi.

 
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view post Posted on 13/11/2014, 19:59
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Cardine
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Percorsero i cunicoli con passo svelto, a tratti correndo. Juan sorrideva, soddisfatto come non mai. Il volto di Taliesin era distorto soltanto in un ghigno pieno di tensione: era anche lui di certo contento di aver sapientemente aperto l'accesso a quella provvidenziale scorciatoia, ma le ultime parole del Bedouin in merito al fato della ragazzina lo avevano fatto rabbrividire, e ancora rimbombavano nella sua memoria. Gli era impossibile smettere di pensare a in che condizioni fosse. Quel salto era troppo lungo e pericoloso, avrebbe dovuto fermarla prima che ci provasse. Quel malaugurato salto che probabilmente non era andato come previsto...
   «Lè!» sussurrò a un certo punto Juan, sottraendo Taliesin ai sensi di colpa e indicando quella che sembrava essere la fine del lungo corridoio lastricato.
   «Si dice , Juan. O al massimo » puntualizzò il bardo a bassa voce, mentre il nomade sbirciava cosa stesse succedendo al di là dell'apertura.
   Si trovavano in uno dei molti accessi a un'enorme sala circolare, illuminata a malapena da alcune torce sulle alte pareti e un falò improvvisato in mezzo ad essa. Era proprio in quel punto che si trovavano quattro persone. Due erano legate all'enorme pilastro che sorgeva al centro dell'atrio - li riconobbe subito: il buon Mickey e l'altro tizio, Scorch - e altre due dinnanzi a loro. Era evidente che le loro intenzioni non fossero tra le migliori.
   Quando i due furfanti cominciarono a parlare con i prigionieri, Taliesin riuscì a percepire anche altri rumori, e si accorse che dall'altra parte dello stanzone c'erano anche Geeste, il suo draghetto dal nome sconosciuto, Ririchiyo - viva e vegeta! - e Calvin, il ragazzino della carovana. Poggiò una mano sulla spalla del nomade e gli indicò, in perfetto silenzio, la posizione dei compagni. Dopodiché la strana coppia cominciò a muoversi lentamente nell'ombra, restando pronta ad agire nel caso fosse stato necessario.
   Nel frattempo i due mercenari, calatisi con sorprendente maestria nei panni di aguzzini e torturatori, misero i due di fronte a una scelta davvero difficile. Le loro minacce erano dirette e chiare, terribili anche per chi le sentiva pur essendo al sicuro. Taliesin poté tirare un sospiro di sollievo quando Mickey prese in mano la situazione, anche se non poteva prevedere dove il tuttofare sarebbe andato a parare. Era uno di quegli uomini perfettamente in grado di voltare le spalle a tutto e a tutti, per un pugno di denaro o poco più. Figuriamoci per aver salva la vita.
   «Dobbiamo stare pronti, amico. Tieni» sussurrò a Juan, slacciandosi il mantello e porgendoglielo. Il nomade guardò prima il tessuto e poi Taliesin, con sguardo interrogativo. Il bardo insistette, e Juan si convinse. Prese il mantello con una certa solennità, se lo mise con cura sulle spalle e ne accarezzò il pregiato tessuto. Se per Taliesin era semplicemente un modo di liberarsi della zavorra e suonare stando comodi, per il suo nuovo compagno quel gesto valeva molto. Moltissimo.
   «Grazie. Grazie, Taliesin!» balbettò.
   «E se vuoi mangia questo» aggiunse, lanciandogli un piccolo fagotto di cotone. Al suo interno c'era una gemma di colore rosso, ma più tenue di quella precedente.
   «Salviamo questi...gafil»
   Il cantastorie annuì, sorridendo, nonostante non conoscesse la parola; nel mentre prese dalla sacca che portava sulle spalle il flauto d'osso, e portò l'ancia alla bocca in un gesto, come se non volesse fermarsi. Aveva scelto di usarlo solo dopo molti ripensamenti, ma alla fine aveva ceduto alla tentazione. Aveva davvero bisogno dei poteri nefasti di quello strano strumento. Ne sopportò il sapore amaro sulle labbra, e attese che Juan si preparasse a dovere. Quello sfoderò le sue due armi, piegò le gambe spostando il suo peso in avanti e osservò la colonna, pronto a scattare. Taliesin si compiacque della decisione che era comparsa nei suoi occhi, l'unica emozione che in effetti traspariva tra le pieghe del turbante. In quell'istante pensò che avrebbe dovuto procurargliene uno nuovo e migliore. Magari di un bel rosso vermiglio! Una sorta di segno distintivo. L'idea gli piaceva.
   Quando Mickey lo apostrofò, alla fine del suo discorsetto da aspirante retore, fece appena in tempo a sorridere, sinceramente lusingato. Poi chiuse gli occhi, chiuse il secondo foro e soffiò due volte, pronto a subire il contraccolpo che di lì a poco lo avrebbe investito.




   Il suono si propagò come un ronzio, proprio mentre Juan cominciava la sua sfrenata corsa. Anche Mickey aveva cominciato a dimenarsi, e con un ultimo sguardo Taliesin scorse del movimento persino là, dove Geeste e gli altri attendevano nascosti. Poi, però, non comprese più nulla: suonava ora una melodia sgangherata ed oscura, senza nemmeno accorgersene. Il dolore era talmente acuto che il bardo poteva sopportarlo solo estraniandosi, per qualche istante, dal mondo esterno.
   Era Juan ad agire al posto suo, come un secondo Taliesin. Con sorprendente rapidità il nomade raggiunse la colonna e si diresse, risoluto, verso quello che tra i due era più lontano dai prigionieri. Ma invece che caricarlo direttamente, come avrebbe fatto qualsiasi sprovveduto, preferì adottare una strategia diversa. E allora, togliendo mignolo e anulare dalla presa sul kukri, afferrò con le dita il mantello e lo scosse con vigore.
   In un istante una nuvola di effimera polvere avvolse Juan e il nemico.
   Fece appello a quanto aveva appreso dai pochi mastri d'arme, tanto gentili da insegnargli qualcosina, che aveva incrociato nella sua vita attraverso il deserto dei See. Il nomade attaccò al meglio delle sue capacità. Incrociò le due lame e fece un balzo verso il nemico. Una volta abbastanza vicino avrebbe velocemente aperto le sue braccia, menando due violenti fendenti verso l'esterno. Non aveva davvero idea se quella tecnica di combattimento potesse funzionare o meno, e nemmeno quale fosse il suo nome nelle strane arti che gli spadaccini andavano predicando.
   Poco importava: Taliesin avrebbe di sicuro coniato un appellativo azzeccato, quando si sarebbe trovato a raccontare ad un pubblico gli episodi di quella loro avventura nel deserto.


Condizioni generali
Stato fisico - 12/16
• danno medio da contusione
• danno medio da lacerazioni su tutto il corpo
Stato mentale - 12/16
• autodanno alto, dolore alla testa
CS - 6 (2 intelligenza, 1 astuzia, 2 destrezza, 1 determinazione)
Energia - 35/100 (-0, -5)

Juan il nomade
Stato fisico illeso
Stato mentale - llleso
CS - 3 (astuzia, concentrazione, riflessi)
Poteri passivi: Juan conta come un compagno animale utilizzabile in combattimento. Taliesin può inoltre lanciare (tramite dinamiche coerenti) le sue tecniche attraverso lui, consumando la sua energia e i suoi slot.

Equipaggiamento
Itinerante, artefatto/arma difensiva, mantello di panno rinforzato.
Fabula, arma bianca, acciaio, 48 cm di lama, 15 cm di impugnatura.
Pistola ad avancarica, arma da fuoco piccola, cinque colpi per giocata.
Pugnale celato, arma bianca, acciaio, 15 cm di lama, legata all'avambraccio sx.
Vene di Pietra, artefatto/set di armi da lancio, materiale sconosciuto, venti unità per giocata.
Liuto di Luke Mannersworth, oggetto generico, strumento musicale.
Il Flauto di Cenere, artefatto/oggetto generico, strumento musicale.
Amuleto dell'auspex, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo magico, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Tomo furtivo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Cristallo del talento, oggetto dell'erboristeria, conferisce un potere passivo.
Diamante, oggetto dell'erboristeria (due unità), conferisce un potere passivo.
Biglia fumogena, oggetto dell'erboristeria, un uso per giocata (utilizzata)
Erba rigenerante, oggetto dell'erboristeria, funziona come una cura dell'equipaggiamento.
Erba rinvigorente, oggetto dell'erboristeria, rigenera il 5% della riserva energetica. (utilizzata)
Miscela logorante, oggetto dell'erboristeria, applicabile a un'arma per danneggiare l'Energià nemica del 5% a turno, per due turni di gioco.
Corallo, oggetto dell'erboristeria, conferisce un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco.
Rubino, oggetto dell'erboristeria, conferisce due CS al vigore e due CS all'agilità per un solo turno di gioco. (utilizzato)
Biglia accecante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante. (utilizzata)
Biglia deflagrante, ottenuta grazie all'abilità attiva di Itinerante. (utilizzata)

Poteri passivi
Audacia, passiva razziale umana, non sviene sotto il 10% delle energie.
Amuleto dell'auspex, auspex passivo basato sull'udito.
Tomo magico, accesso alle pergamene della classe Mago.
Tomo furtivo, accesso alle pergamene della classe Ladro.
Cristallo del talento, accesso al livello successivo del Talento.
Diamanti, 2 CS aggiuntive in Destrezza (due unità).
Illusionista, passiva di primo livello, le illusioni non necessitano di vincoli fisici, come il movimento e la voce, per essere castate.
Illusionista, passiva di secondo livello, possibilità di modulare tono, volume e punto di provenienza della propria voce a piacimento.
Illusionista, passiva di terzo livello, fintanto che un’altra illusione è attiva, come effetto aggiuntivo anche l'aspetto del caster può essere modificato a proprio piacimento, nonostante rimanga una semplice illusione.
Mente Impenetrabile, pergamena comune, classe mentalista. Difesa psionica passiva.
Seconda abilità personale, aura psionica passiva di fascino.
Quinta abilità personale, utilizzo della polvere in combattimento per avantaggiarsi infastidendo gli avversari.
Sesta abilità personale, cure di potenza pari al consumo.
Itinerante, "Nessuno farà domande a chi si nasconde allo sguardo della gente", passiva: qualora lo desiderasse, il mantello potrà celare sotto di esso le aure, proteggendole da auspex passivi.
Vene di Pietra, il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Edhel infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena.
Il Flauto di Cenere, razza selezionata: umana; razza scartata: progenie dei demoni. La razza selezionata subirà danni aggiuntivi dalle tecniche dell'artefatto, come specificato in esse; quella scartata sarà immune ai poteri del flauto.

Tecniche e oggetti attivi
Mi squarcio l'anima. La seconda nota della condanna. Impugna il Flauto di Cenere e posiziona il dito medio sul secondo foro. Soffia nel becco esattamente due volte e la tua anima sarà squarciata dalla musica. Questo potere, infatti, richiederà un sacrificio di sangue, il tuo sangue. Le note che usciranno dal corno saranno cremisi e possiederanno la forza del tuo spirito. La razza designata come tua nemica, ascoltando questa melodia infernale, si sentirà debilitata, scossa e privata delle energie. Le note penetreranno nella mente come coltelli ghiacciati e bloccheranno le capacità combattive dei tuoi nemici. Soffia con cautela in questo stadio, poiché pagherai il prezzo della sinfonia.
[Autodanno Alto alla mente, psionica, area. Taliesin soffia nel flauto, generando note di colore rosso udibili dalla razza scelta dal Do della selezione. Queste note penetreranno nella mente dei nemici, privandoli di quattro CS a scelta del Bardo. La seconda razza scelta ne è immune, le altre subiscono danni normali. Contrastabile con un'opportuna difesa psionica Media.]
Illusionista, attiva di primo e secondo livello. Scaglie di storie o di sogni infranti: da essi nascono le illusioni di Taliesin, abile nel richiamare a sé tutto quello che è racconto, tutto quello che è finzione. Esse sono in grado assumere qualsiasi aspetto, persino muoversi, tutto, a parte arrecare danno o modificare quel che appartiene al mondo reale. Ingannano tutte le percezioni delle persone che assistono ad esse, eventuali sensi anomali, ma richiamarle significa pagare un prezzo, talvolta salato: tendono a disgregarsi con facilità, e per evitare che succeda è necessario consumare la forza d'animo. [talento illusionista, abilità attiva di livello. Natura magica, consumo basso per un turno. Capacità di richiamare illusioni di più o meno qualsiasi fattezza]
Corallo. Gemma alchemica di un rosso delicato che, se sbriciolata nella mano, garantisce un improvviso rilassamento muscolare e mentale. Questa sensazione di pace ed equilibrio persiste per un po', e ha come effetto quello di migliorare sensibilmente le prestazioni in combattimento. Il suo utilizzo è controverso, ma non sembra provocare effetti negativi all'organismo. [Corallo, oggetto dell'erboristeria, se utilizzato conferirà un CS ai riflessi e un CS alla concentrazione per due turni di gioco]

Riassunto
AYE! Cominciamo a pestare la gente.
Taliesin usa la tecnica del flauto, rimanendosene a distanza. Se i due sono umani in termini di razza, essendo quella prescelta dall'artefatto, dovrebbe prosciugare ben 4 CS (è però difendibile con una tecnica media, ovviamente). Si tratta di una scelta, quella dell'autodanno, che ho deciso di fare anche perché mi consente di risparmiare un po' di energie, nel caso in cui il turno successivo ci sia bisogno di qualche altra azione repentina e importante. Juan invece carica il tizio più lontano dai due (Kalladin, in sostanza, poiché Bolz stava addirittura toccando Scorch). Utilizza poi un'illusione, qui contestualizzata come un potere particolare del mantello, per celare i suoi movimenti e confondere il nemico. Sferra due attacchi fisici in contemporanea, a 3 CS grazie al Corallo che ha consumato, anche se non esplicitamente, nel post. Gafil significa sprovveduti in turco, semplicemente.
Forza, team! Spacchiamo anche questi.
 
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view post Posted on 13/11/2014, 20:17
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Rou ~ Grysleer - Un cuore grande -
Si, si era librata nell’aria e stava volando come solo gli uccelli erano in grado però c’era una grande differenza tra lei e loro: le ali. La ragazza aveva solo un paio di braccia esili e inutili in quel momento, infatti vide la parete di roccia davanti a lei che si faceva sempre più distante mentre perdeva quota. Possibile che avesse sbagliato qualcosa? Eppure le era sembrato tutto così facile, forse troppo per essere davvero vero. Le sue labbra che fino a quel momento erano rimaste serrate si aprirono per far uscire un urlo disumano, non poteva trattenersi, non riusciva a trattenersi perché quello era uno di quei momenti in cui si ricordava di essere solo un piccolo essere umano, anzi di valere ancora meno dal momento che aveva dentro di lei quella cosa così spaventosa. Sentiva lo stomaco chiuso e quel senso di vertigini che vengono sempre quando, salendo troppo in alto, guardavi giù, le sembrava di essere appena salita su una giostra troppo pericolosa e ben presto si sarebbe schiantata a terra, lo sapeva. Chiuse gli occhi continuando ad urlare e sentendo i polmoni in fiamme.


”Stupida sciocca, ci stai uccidendo! Apri quegli occhi e combatti! Maledizione se ci uccidi in questa maniera giuro che non darò pace alla tua anima ovunque finiremo!”



E Lilith era un demone, sapeva bene che avrebbe potuto mantenere la sua parola senza alcun tipo di problema. Purtroppo però la giovane non era in grado di fermarsi, non voleva vedere quel tragico momento in cui il suolo l’avrebbe colpita, uccidendo lei e la sua ricerca e sapeva anche che l’ultimo ricordo di sé che avrebbe lasciato sarebbe stata la paura che aveva fatto provare a Calvin, nulla di più. Gi, il suo pensiero andò proprio a lui, l’unico essere umano che fosse mai stato realmente gentile con lei ma adesso che sapeva cos’era realmente non le avrebbe più sorriso e non l’avrebbe più seguita, forse stava iniziando a contare un po’ troppo su di lui.
Improvvisamente il senso di vertigini smise di chiuderle la bocca dello stomaco e quella sensazione di libertà si fece di nuovo viva in lei. Gli occhi erano ancora chiusi e serrati e, per un attimo, potè davvero immaginare di essere un enorme uccello che si librava nell’aria. Era forse morta? Era la sensazione di liberazione che provava l’anima quando veniva liberata da quello stupido involucro umano che creava solo differenze? Sentiva una presa calda intorno alla sua vita e, alla fine, si decise di aprire gli occhi per vedere cosa fosse successo e una voce famigliare la raggiunse. Quando i suoi occhi si posarono su Calvin che la stava tenendo stretta a sé e salvando di nuovo pensò davvero di essere morta però se c’era una persona come lui doveva essere il paradiso.


”Cosa ci faccio qui? Io non sono buona come lui, io ho dentro di me quella cosa!”



Pensò mentre le parole di Calvin guarivano in qualche modo la sua anima che si era sentita crudele e pesante dopo avergli fatto tutto quel male. Fu proprio il demone a farle capire che era viva, colpendo la sua anima e digrignando i denti.


”Maledizione: salvate da un povero idiota. Questa te la metto in conto Ririchiyo, sarà una delle tante cose a cui dovrai fare ammenda quando sarò io a prendere il sopravvento.”



Sempre se un giorno ci fosse riuscita. La ragazza però non l’ascoltò, i suoi occhi erano tutti per quel giovane e coraggioso ragazzo che aveva dimostrato di avere un grande cuore accorrendo in suo soccorso e superando tutti i drammi che aveva vissuto in fondo a quel pozzo per colpa sua. Le occhiaie era ben visibili, così come il suo volto e sciupato ma, nonostante tutto, era lì, era li per lei.
Ririchiyo non riuscì a trattenersi oltre e, poco prima di atterrare, scoppiò in lacrime sentendole vagare lungo il suo viso calde e amare allo stesso tempo.


«Perdonami Calvin…perdonami! Non ero in me, quella cosa ti ha fatto del male per salvarmi la vita ma non doveva andare così, ti avevo promesso che ti avrei salvato io….ti prego perdonami!»



Probabilmente se era lì lui l’aveva già perdonata e non c’era motivo di chiederlo così rammaricata ma lei aveva davvero avuto tanta paura che, l’unica persona che si era fatta amica dopo tanto tempo di solitudine insieme al demone, non la volesse più vedere, non le volesse più parlare…o peggio.
Alla fine peerò lui le chiese se stava bene, senza dare segno di essere ancora arrabbiato, anzi, chiamandola “amica”. Questo fu troppo e le lacrime sul volto della giovane non fecero altro che aumentare insieme al suo dolore e al suo rammarico. Come aveva potuto fare del male ad un ragazzo del genere? Era vero, certo, non era lei, però in fondo il corpo era sempre suo e il demone era una parte di lei, avrebbe dovuto fare comunque qualcosa per impedirlo e invece aveva pensato soltanto alla sua vita.
Le ci volle qualche minuto prima di provare ad alzarsi senza riuscirci e, anzi, lanciando un altro urlo per il dolore lancinante che aveva provato nel momento in cui aveva appoggiato a terra la gamba sinistra. Ricadde a terra rovinosamente prima di alzare lo sguardo sul ragazzo.


«Non so cosa sia successo ma credo di essermi rotta la gamba, probabilmente ho sbattuto da qualche parte mentre cadevo…non riesco ad alzarmi!»



Non fu necessario dire altro che Calvin le porse la sua schiena facendole chiaramente capire che poteva portarla lui. Non si fece pregare due volte scivolando con delicatezza appoggiandosi alle spalle del giovane e avvolgendo le sue braccia intorno al suo collo. Ancora non le sembrava vero: si era fatta salvare un’altra volta, era stata imperdonabile.
I due ripresero a camminare e, in fondo, per il giovane ragazzo lei non doveva essere un gran peso dal momento che era particolarmente leggera data anche la sua giovane età e la sua altezza piuttosto esigua. Insieme continuarono e Calvin divenne per Ririchiyo le sue stesse gambe, questo la fece riflettere su quanto in realtà avesse bisogno degli altri nonostante si nascondesse in continuazione, nonostante avesse davvero tanta paura di essere allontanata e rifiutata. In fondo il panico era in grado di far fare agli esseri umani le cose più stupide del mondo. Soltanto Litlih era in grado di vedere quel sentimento come realmente era: una alleata fedele, troppa o troppo poca poteva portarti nella tomba ma nella giusta misura era in grado di salvarti la vita sul campo di battaglia. Avrebbe dovuto insegnarlo alla sua controparte umana prima o poi, magari avrebbe evitato di uccidersi come una stupida come stava succedendo poco prima.
Finalmente riuscirono a raggiungere il punto d’incontro ma quello che vide non le piacque per niente. I compagni che avevano condiviso per un po’ il cammino con lei era stati catturati brutalmente e adesso avevano bisogno di aiuto: del loro aiuto. Cosa potevano far? Lei era senza l’utilizzo di una gamba quindi doveva stare attenta o davvero avrebbe rischiato di morire, questa volta non doveva fare sciocchezze.


”Direi che una gamba rotta è più che sufficiente. Consultami prima di agire, cosa vorresti fare?”



chiese il demone mentre Rirchiyo si stringeva ancora a Calvin e rimanevano nascosti a fissare la scena. Come poteva gire? Senti l’arco fremere sulle sue spalle e un’idea le balenò nella mente. Forse poteva funzionare.


”Voglio provare a colpire uno di quei due vermi agli occhi con le mie frecce, voglio renderli ciechi quello che succede e alla fine provare a colpirli, non mi dispiacerebbe che mi aiutassi dandomi un po’ del tuo potere!”



Già, perché ormai aveva scoperto che era possibile attraverso i suoi occhi, sapeva di poter aumentare il suo potere grazie a quel demone. Lilith ebbe bisogno di un attimo per riflettere e, alla fine, annuì.


”Mi sembra possa funzionare! Provaci ma stai attenta a non buttarti in mezzo alla mischia!”



”Certo Lilith, non prendermi per una stupida!”



Rispose alla fine la ragazzina con decisione cercando di tirare giù l’arco dalle sue spalle e incoccando subito una freccia. Purtroppo però la scena sembrava già in movimento dal momento che quello che si faceva chiamare Mickey provò a dire qualcosa: voleva forse ingraziarseli? No, probabilmente aveva visto qualcosa e stava cercando di prendere tempo. Possibile che Taliesin fosse già arrivato?


«Vedi qualcosa di strano? Vedi per caso in giro Taliesin e Juan?»



Calvin le permise di sporgersi ma lei non riusciva a vedere nulla. Ad ogni modo non c’era tempo per rimanere fermi, doveva agire e doveva farlo in fretta. Finalmente prese la mira tenendo il suo arco e scagliando una freccia mirando proprio agli occhi del carceriere più vicino ai suoi compagni, sperava di poter sfruttare al meglio l’effetto sorpresa e, alla fine, cercò di nuovo un contatto con il demone. I suoi occhi ametista brillarono e avrebbero rischiato di rivelare la loro posizione ad un occhio più attento. Sentì scorrere l’immenso potere del demone dentro di lei e una parte si stava unendo alla sua anima, alla sua figura.


”Ricordati che ogni volta che attingi dal mio potere le nostre anime si uniscono sempre di più…”



L’amonì il demone facendo poi seguire una roca risata ma a Ririchiyo non importava, in quel momento la priorità era la salvezza dei suoi compagni, alla fine scoccò la sua freccia cercando colpire lo stesso che aveva provato ad accecare e mirò direttamente alla base del collo sperando che fosse abbastanza letale da non permettergli di combattere e pregando un qualche Dio che Taliesin e Juan fossero lì, sani e salvi e in grado di poter fronteggiare quei nuovi nemici, ne andava anche della sua stessa sopravvivenza.



CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Danno alto (si è rotta la gamba sinistra)
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia: 85%-5%-10%=70%
»Cs: 2
    1 Maestria armi
    1 Astuzia
»Equipaggiamento:
    Arco, 13 colpi a giocata
    7 biglie esplosive
Attacco
Cieco:
    il cacciatore annulla la vista dell'avversario con un singolo attacco.
    La tecnica ha natura fisica. Consente al caster di accecare un avversario. Grazie alle proprie capacità di combattimento, dunque, il caster potrà compiere un singolo attacco con lo scopo di accecare il suo avversario. L'attacco sostanzialmente consisterà in un colpo arrecato a mano chiusa, o con la parte contundente dell'arma impugnata, ovvero finalizzato a causare meno danno possibile (es. l'elsa della spada), ma diretto agli occhi dell'avversario. Questa offensiva, se non difesa, costringerà l'avversario a chiudere gli occhi per qualche attimo prezioso e rimanere alquanto confuso. La natura e le specifiche relative all'attacco, che dovranno mantenere l'effetto "accecante", sono totalmente rimesse alla personalizzazione del giocatore: l'attacco potrà consistere anche in una freccia che applica un effetto di "buio" sugli occhi dell'avversario, o della vernice lanciata direttamente sulla sua faccia o qualunque altro espediente che renda logico l'effetto di annullarne la vista. La tecnica, comunque, non arrecherà mai altri danni che non siano l'accecamento. La tecnica, se usata a scopo difensivo, può causare autoconclusività. L'effetto dura un singolo attacco.
    Consumo di energia: Basso

Fratello del vento:
    il cacciatore assume una posa caratteristica, guadagnando una rapidità incredibile e superando i limiti del proprio corpo per qualche tempo.
    La tecnica è un power up di natura fisica. All'attivazione potranno essere associate personalizzazioni come una posa caratteristica o leggere mutazioni nell'aspetto, ma mai trasformazioni complete: il caster dovrà restare riconoscibile come tale. L'utilizzatore guadagnerà 2 CS ad una singola caratteristica per una durata totale di due turni al fine di potenziare la velocità del caster; questo potrà decidere di sciogliere la tecnica prima del termine, nel caso lo desiderasse. La singola capacità potenziata può essere potenziata liberamente, ma dovrà essere specificata al momento dell'acquisto prima di inserirla in scheda.
    Consumo di energia: Medio


Specchietto riasuntivo
Prima di tutto utilizza cieco per poter togliere la visione al nemico più vicino ai prigionieri e alla fine utilizza fratello del vento per aumentare le sue CS così usa 4 CS attraverso un colpo di freccia diretto alla base del collo del tizio sul quale ha usato cieco.


 
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Vermilion
view post Posted on 14/11/2014, 12:07




ROU
Grysleer

Fuoco e fiamme, grida di mille anni sopite nel nero olio e svegliate bruscamente dalla prima fiamma. Un fiammifero che lento si getta nel tartaro dormiente, e in un unica fiamma risveglia l'inferno. Nulla ebbe più senso, immagini sfocate di fuoco e fiamme, le mani che passano davanti al volto per coprirlo dalla violenza di rocce e fiamme e la sensazione improvvisa di non avere più un pavimento sotto i piedi colmata dall'urto contro un muro e la successiva notte dei sensi. Le fiamme che mi ardevano dentro divamparono a nuova vita in un battere di ciglia, gettai il busto in avanti come appena svoglio dopo un incubo trovandomi vincolato con mani e piedi ad una sporgenza. La mente non riusciva a mettere a fuoco la situazione, continuavo a guardarmi attorno stordito, incredulo di tanta fragilità della carne non eterna con la quale mi ero dovuto coprire. Due carcerieri davanti a me, un compagno legato al mio fianco, uno probabilmente morto. Strizzai gli occhi in assenza di una mano da passarvici sopra cercando di ricordare, cercando di costringere la mente a rivelarmi cosa fosse successo. Un lampo di luce, parole ovattate e la mia figura vista in terza persona che piegata su se stessa perde il senno, urla di fuoco e fiamme e poi getta tutti in pasto all'ade. Sbuffo il fumo in eccesso, scoprendo sul mio corpo nuove e pungenti ferite all'abbassarsi del petto. Trascuro le fitte, sono ormai un monito per me, un richiamo alla mia follia, alla mia incapacità di vivere in un mondo violento e subdolo come quello che è diventato Theras. Giro lo sguardo verso l'uomo legato a fianco a me, vorrei scusarmi ma le tradizioni legate a tale pratica ancora mi sono sconosciute. Torno a fissare il suolo, a sentire le corde sui polsi, a sentirmi sempre più inadeguato a questa guerra. Giro le mani, la ruvide fibre grattano sulla cenere lasciando una sottile polvere grigiastra e la convinzione che se solo volessi potrei levarmi quei vincoli è fermata solo dalla consapevolezza che non potrei nulla contro due avversari allo stremo delle forze. Cercai con lo sguardo le mie armi: appoggiate su di un lato della stanza, lontane. I due carcerieri nel mentre discutevano, parlavano di cose che una parte di me non voleva nemmeno ascoltare fino a che uno mi afferrò il volto costringendomi a guardarlo nell'occhio. « Nel frattempo, possiamo divertirci con questi due. » disse con alito fetido e ghigno stampato in volto. Sentivo la presa del guanto metallico stringersi attorno allo scheletro di pietra lavica, la sottile cenere scivolargli sotto le dita e la maschera incrinarsi in più punti. « Allora, grandi uomini, facciamo un gioco... » disse divertito mentre con l'unico occhio guizzava tra me e l'altro legato al mio fianco. « Voi mi dite chi sono i vostri complici e dove si trovano in questo momento ed io vi risparmio la vita. » Quasi mi venne da ridere, quasi da ringraziare per quell'essere tanto stupido che la dea bendata aveva voluto mandarci. Rispose subito Mickey, strappandosi il diritto di vita per chi avesse parlato per primo. Non provai rancore per le sue parole, erano fondamentalmente giuste e la codardigia degli uomini era pari solo al loro senso di conservazione. Il guercio passò lo sguardo a lui, pur continuando a tenermi stretto il volto. Ottimo. Il collega pareva invece non voler partecipare apparentemente a quel gioco, gironzolando quasi annoiato nei paraggi passando di tanto in tanto a controllare con qualche calcio che il terzo fosse effettivamente morto. Le parole vuolte del ragazzo mi diedero il tempo di guardarmi meglio attorno, di notare come da un piccolo anfratto in lontananza l'altra squadra stesse assistendo alla scena. Una fiamma mi si riaccese nel petto, lo sguardo tornò subito al carceriere e un barlume di speranza illuminò nuovamente il cammino che avrei giurato si sarebbe presto concluso. La mente si riaccese, rinvigorita da nuova brace e subito iniziò a elaborare nuove strategie di fuga, nuove prospettive, nuovi futuri. Prestai orecchio alle parole dell'uomo, apparentemente vuote, deliranti, sospette. Ragionai con i pochi elementi che avevo in mio possesso, aveva superato una delle prove del popolo grigio, aveva con se armi non comuni alla gente e ciò faceva pensare che non fosse un ladro o qualcuno che volesse spacciarsi per un guerriero solo per fare soldi scortando una carovana. Lo squadrai in qualche istante, aveva ferite e ustioni su tutto il corpo ma ciò nonostante non pareva dar loro troppa importanza: aveva dunque una tempre solida e un addestramento particolare, perché mai avrebbe detto parole prive di senso e apparentemente uscire dalla bocca di un folle impaurito e prossimo alla morte? Lo guardai negli occhi, le pupille passavano ritmicamente dalla benda all'occhio buono ma una volta passarono oltre, guardarono alle spalle dell'uomo, esattamente dove c'erano gli altri. Sorrisi tra me e me constatando che quell'uomo ora legato non se ne sarebbe andato da quel luogo senza aver prima ammazzato quei due. Silenziosamente mi liberai dalle corde facendole scivolare via dai polsi, e altrettanto feci con le gambe tenendomi pronto a reagire in qualunque istante. Chiusi gli occhi, facendo fuoriuscire dalla mano destra un piccolo frammento di cristallo contenente la prima fiamma, una scheggia del primo fuoco che mi avrebbe ridato temporanea forza per l'assalto finale. Attesi fino alle sue ultime parole, a quella sorta di comando celato che tutti attendavamo e che Mickey sapeva di dover dare. « Taliesin il Rosso! » Eccola, mi gridai dentro, facendo guizzare la mano con il cristallo alla bocca assorbendone le fiamme. Il fuoco si riaccese dentro ogni mia fibra, fuoriuscendo dalle ferite come piccole e continue fiamme di pura energia. La destra avrebbe bloccato il polso della mano ancora stretta attorno al mio volto, mentre la sinistra avrebbe chiuso la morsa con un colpo dritto al gomito per spezzare in due l'articolazione del braccio. In un istante tutti si mossero, un piano sincronizzato alla perfezione che vide uomini e armi volare da ogni parte della stanza. La piccola ragazzina scagliò una freccia, l'arma del mio compagno corse da lui e la musica di un flauto accompagnò la carica di un guerriero del quale non conoscevo il nome verso il secondo carceriere. La fiamma che giaceva sopita in me si rinvigorì vedendo quella scena, sentendomi non più un unico elemento ma una parte di un tutto. Cinque individui che agivano come una cosa sola, cinque lingue di un fuoco scaturite dallo stesso ceppo, cinque menti forgiate dalla guerra che riversavano la loro furia contro i loro nemici. Contraddizioni investivano il popolo di Theras, uno spirito di autoconservazione che poteva mutare dall'individualismo estremo alla cooperazione assoluta nella frazione di un secondo. Avrei dovuto studiare quelle persone, avrei dovuto porre la mia attenzione su quel popolo che silenzioso, secolo dopo secolo, aveva sviluppato la mentalità più pura che si era mai vista, in costante bilico sulla lama di un rasoio tra luce e ombra. Ghignai sotto la maschera infine, pronunciando sinuose parole nella lingua del fuoco all'orecchio del guercio mentre con la mano a formare la punta di una lancia scagliai un colpo diretto alla bocca dello stomaco con l'intento di passarlo da parte a parte. « Fine dei giochi, stronzo. »
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FISICO
M.Fianco sx M.Braccio dx M.Ustioni/Abrasioni
6/16
MENTE
B.Stordimento M.Disperazione/Follia
3/16
ENERGIA
30% (40-10)
PASSIVE
Ashes

ATTIVE
Lounge, 10%

RIASSUNTO
Scorch si sveglia e analizza la situazione, passando ancora momenti di disperazione dovuti ai danni mentali precedenti. Nota i compagni, e ragionando sulle parole di Mickey intuisce che si può ancora fuggire. Alla fine del discorso del compagno, prendendola come una "parola d'ordine" si libera dai vincoli grazie alla passiva del talento e assume un corallo (+2CS Forza) cercando di spezzare il braccio di Boltz con un colpo al gomito mentre ancora gli tiene il volto. Rinvigorito moralmente dal contrattacco, finisce con un colpo d'affondo portato con la mano a lancia diretto alla bocca dello stomaco sempre del povero Boltz, cercando in tal modo di finirlo (oltre agli ipotetici colpi di Ririchiyo).
NOTE
Mi scuso ancora per la situazione in cui vi ho tirati, ma sono felice che si sia svolta comunque in piena cooperazione e collaborazione. (Si, non sono stato troppo partecipe e me ne scuso ancora. T__T)
 
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50 replies since 7/9/2014, 21:53   909 views
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