F I G L I D E L F A T O
❝ STYGIS ❞.
Alla fine riuscimmo a ricongiungerci con l'esercito. Sentivo di essere a un punto di svolta, vicino alla resa dei conti. Potevamo combattere, o s o c c o m b e r e …
Il suo ritorno riempì di gioia il contingente di Ombre, o almeno ciò che ne rimaneva. La loro felicità era evidente, ma non altrettanto poteva dire Ryellia osservando le poche ombre rimaste in vita. Che era successo durante la sua assenza tale da giustificare una simile decimazione? Hebiko la aggiornò brevemente sulla situazione: erano riusciti a risvegliare la vegetazione, pagando però un caro prezzo. L’entusiasmo delle Ombre era confortante, come se giudicassero il sacrificio della propria vita necessario pur di non consegnare il loro territorio nelle mani dei demoni. Non poté fare a meno di chiedersi quanto avessero patito per reclamare quella terra sotto il proprio nome, se erano disposti a difenderla così strenuamente. Capiva bene quei sentimenti, erano gli stessi che avevano animato negli ultimi decenni la sua famiglia, che era stata capace di porre le radici nelle terre più aride che avesse conosciuto. Provavano una sincera gratitudine nei suoi confronti, per essere riuscita a portare loro un alleato tanto potente com’era la Sfinge; avevano deciso di ribattezzarla principessa delle ombre, e la cosa la riempiva di orgoglio. Si era sinceramente affezionata a quelle creature, le trovava estremamente affascinanti, con un onore e una combattività invidiabile da parte della maggioranza degli abitanti di Dortan. Ecco perché aveva deciso di rischiare il tutto per tutto per quella battaglia, perché oramai ne era coinvolta. Improvvisamente la voce della Sfinge riempì le loro orecchie, ma questa volta aveva un tono ben diverso rispetto a quello ascoltato da Ryellia ore prima. Garantì loro l’aiuto suo e delle sue truppe, ma pose una condizione: difendere il Portale dall’assalto dei demoni per il tempo necessario a richiamarle sul campo di battaglia. La dama Rossa si guardò intorno: le Ombre sembravano rinvigorite da quelle parole, pervase da una nuova combattività, ma lei non poteva non sentirsi preoccupata. Erano pochi, troppo pochi; anche con la vegetazione dalla loro parte si sarebbe trattato di una guerra di sopravvivenza. Quanti di loro sarebbero caduti? Sarebbe caduta lei stessa quella notte? Il pensiero corse verso Azzurra, che aveva lasciato nel suo maniero, nelle Terre Grigie. Sembrava un altro mondo, un’altra vita. Aveva promesso che sarebbe tornata, aveva giurato che non si trattava di niente di pericoloso; solo quello aveva convinto la ragazza a rimanere nel Dortan. Doveva tornare, ad ogni costo. Eppure, guardandosi intorno, era consapevole che non avrebbe potuto lasciare quel popolo al suo destino. Loro che le avevano salvate senza sapere nulla, che si erano fidati, lasciandosi guidare, sacrificando gran parte delle proprie forze. Avrebbe combattuto, fino alla fine, sperando che non sarebbe stata davvero la fine.
Erano pronte. Circondavano il Portale con l’esercito rimasto, mentre le due donne si erano poste ognuna davanti a un fronte nemico. Avevano l’aiuto della vegetazione, potevano solo pregare che si rivelasse sufficiente. L’attacco dei demoni non tardò ad arrivare. Al loro passaggio la vegetazione si chiuse attorno, facendo fuoriuscire dal terreno una fitta coltre di rovi, che catturò nella sua morsa alcuni demoni, trattenendoli, dilaniandoli. Solo pochi, però, caddero nella trappola; il reso dell’esercito sembrò aspettarsi una simile strategia, e solo l’aiuto delle Ombre permise di ostacolarne l’avanzata. Nonostante la schiacciante inferiorità numerica, era chiaro non si sarebbero fatte sottomettere tanto facilmente. Vistasi chiusa la vita in quei due fronti, decisero di spostare parte delle proprie truppe verso l’est della zona di comando; proprio dove era collocato il Portale. Si voltò verso Hebiko, con visibile disperazione; la ragazza però non si perse d’animo, e le gridò «Mi occupo di quella parte!», per poi allontanarsi rapidamente verso il contingente di demoni. Era rimasta da sola con le Ombre, adesso. Si guardò attorno, lo sguardo deciso e fiero. «Dobbiamo resistere, compagni! Per noi, per l’Edhel!» esortò loro con tono sonante. Quelle parole, la sincerità che trasudavano, colpirono le ombre, che esplosero in grida belligeranti. Prepararono gli archi, scoccando una freccia dopo l’altra in direzione delle truppe degli abomini. Ryellia, da parte sua, marciò da un lato all’altro del fronte, come il più feroce dei condottieri. Tutto in lei esprimeva una bestialità innata, selvaggia e ferina come una belva, come un drago; così appariva agli occhi dei demoni, come la più fiera e brutale delle creature. «Immondi, fuggite dalla nostra furia, o subirete l’ira dei Draghi!» tuonò verso di loro. I nemici sembrarono risentire delle sue minacce; il versante sud rimase immobile, indeciso su come comportarsi. Purtroppo a ovest non successo lo stesso; un nuovo contingente arrivò a dar loro man forte, sfondando così le difese che avevano costruito. La Lancaster imprecò, la mente che lavorava veloce sul prossimo passo da compiere: «Dobbiamo far muovere il Portale! Spostiamolo dove non sono ancora arrivati i demoni!» disse alle Ombre. «Manca poco, manca sempre meno! Resistiamo!» li esortò. E loro credevano alle sue parole, credevano in lei; combattevano strenuamente, tutto pur di salvaguardare l’integrità del Portale. Eppure non fu abbastanza. Se a sud riuscirono a contenere la situazione, a ovest i demoni erano troppi e troppo forti, talmente tanto da spazzare le difese delle Ombre, massacrandole una dopo l’altra. «NO!» gridò Ryellia. Anche al sud erano ormai sopraggiunte nuove reclute, finendo per impadronirsi anche di quel versante. «Dobbiamo ritirarci! Indietreggiamo con il Portale! Non possiamo arrenderci!!!» urlò, cominciando a spostarsi verso nord. Poteva sembrare che cercasse si spronare le Ombre, ma in realtà era più a se stessa che parlava. Tutto sembrava precipitare, l’esercito di abomini li stava schiacciando inesorabilmente, ma non avevano altra scelta che reagire, un secondo dopo l’altro, fino a esaurirli. Finalmente la vegetazione sembrava in grado di cooperare, nuovamente rinvigorita dall’energia circostante; s’insinuò nel terreno, percorrendo i suoi sotterranei, spaccandolo dal suo interno. In superficie cominciarono a formarsi delle crepe, che si fecero sempre più profonde, fino a creare una sorta di barriera di rocciosa fra loro e la zona di comando. Sperò che quello potesse dar loro una speranza, potesse dargli la sola cosa che gli serviva: tempo.
Stava sorgendo l’alba; erano riusciti a resistere una notte intera. La fatica li stava consumando, ma nonostante tutto, ancora si reggevano sulle proprie gambe. Quanto a lungo ancora ci sarebbero riusciti? I demoni spingevano dai due lati, pronti a raggiungerli; non solo, udirono chiari rumori provenire da sopra la loro posizione: nuovi abomini stavano discendendo, andandogli incontro. Erano circondati, erano in trappola. Tutto precipitò rapidamente, sempre più certi di soccombere; ciò che però segnò la parola fine fu il Portale che, all’improvviso, perse la sua linfa, diventando solo un mastodontico colosso di pietra. Ryellia lo osservò con occhi sgranati, incapace di reagire in alcun modo. Finiva così, dunque? Dopo quanto avevano lottato, dopo tutte le vittime che erano state mietute, quella era la fine? Sentiva un lamento attorno a sé, ma non riusciva a comprenderne l’origine. Qualcosa le strattonava il braccio, ma non riusciva a fare nulla. La vista si stava annebbiando, che diamine le stava capitando?! «Ryellia! Dobbiamo muoverci, o ci uccideranno! Ryellia!!!» la voce dell’ombra s’insinuò nella sua mente, catturando la sua attenzione. Sbatté rapidamente le palpebre, sentendo il volto bagnato. Avvicinò una mano, tastandolo leggermente, e comprese: erano… lacrime. I lamenti che sentiva provenivano da lei, erano singhiozzi. Stava piangendo, come una bambina, travolta da quegli eventi come se fossero una valanga. Lanciò un’ultima, disperata, occhiata verso il Portale dormiente, per poi voltarsi, lasciandosi trascinare dall’ombra verso ciò che rimaneva del centro di comando, pronti a trincerarsi. Era finita. E avevano perso.
La disfatta fu tale da spezzarmi, in modo doloroso e totalmente inaspettato. Mi ero lasciata coinvolgere in quel mondo magico e sconosciuto in una maniera che non avrei mai potuto prevedere. All'improvviso mi ritrovai così: l a c e r a t a …
Figli del Fato - S t y g i s Razza :: Umana Classe :: Sciamano Talento :: Ammaliatore Pericolosità :: B Stato Fisico :: 90/100 Stato Mentale :: 75/75 Energia :: 20/125 Equip :: Spada (sguainata); Mitteni artigliati (indossati); Bastone del sangue del drago (tenuto). |
FROM THE DEPTHS TO THE LIGHT VARIE ED EVENTUALI ~ ~ ~
PASSIVE— Maledire :: influenza psionica passiva, identifica un oggetto, un'azione, un evento o addirittura un essere vivente come fonte di pericolo dal quale il suo interlocutore dovrà tenersi a debita distanza. Numero utilizzi: 3
ATTIVE— Intimorire :: tecnica di natura psionica, l'avversario scorgerà nel caster le fattezze di un drago, che nella sua disarmante ferocia avrà come obiettivo l’impedire un’adeguata difesa, danno Basso alla mente, consumo Basso. Mellifluo :: tecnica di natura psionica, ogni parola detta suonerà agli ascoltatori come incredibilmente credibile e indiscutibilmente vera, danno Basso alla mente a ciascun ascoltatore, consumo Medio.
—ANNOTAZIONI— Niente da segnalare, ho seguito le indicazioni in Confronto.
Il mio portalino ç_ç le Ombre ç_ç Sobyyy ç_ç[/size] |
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