ATTO V: LA VERITÀ
{Palazzo del Califfo, Torre Dorata} Alba; POV: AbdülmekAmeir Adil
Ameir somigliava molto a suo padre, tranne che per il carattere. Aveva sempre tenuto nascosto la sua aspirazione al trono, ma negli ultimi tempi si era stancato della morbida politica del Califfo. Ab'Arghà poteva e doveva ambire ad un territorio più vasto, a più schiavi, ad un esercito migliore. La città dorata era già il fulcro di Ràkk-Siwà...perché non dell'intero deserto? Molti nemici del califfato si trovavano in una brutta posizione, oppressi dall'ondata demoniaca che si era riversata dalle montagne. Il momento giusto stava per arrivare, il momento di colpire ed espandere i domini di Ab'Arghà. Abdülmek non possedeva l'arguzia e la forza per soverchiare gli altri territori e mantenere una linea di congiunzione salda. Ma lui - il grande Ameir Adil I - poteva farlo. Con il Signore del Male al suo fianco, nessuno poteva contrastarlo. Presto, molto presto, nelle sue vene sarebbe fluito il magico e straordinario potere della Corruzione, il potere di soggiogare le menti e incatenare le volontà degli uomini. Non avrebbe resistito ancora a lungo, la trepidazione lo rendeva irrequieto. « Siamo in questa stanza da molto tempo. » borbottò ad un certo punto « Quanto ancora dovrò attendere? » Non riusciva a capire...aveva eseguito tutto ciò che gli era stato richiesto: sotto pagamento, alcuni sicari erano penetrati nel Palazzo d'Oro per avvelenare i consiglieri fedeli ad Abdülmek in modo che questi si spegnessero lentamente e senza destare sospetti; poi, qualche mese prima, aveva aperto le porte ad uno strano individuo, dandogli l'opportunità di rapire e nascondere suo padre; infine, anche se con riluttanza, aveva fatto un patto di sangue nella vecchia chiesa dedicata a Loec con uno degli Oracoli Neri per tenere sotto scacco l'esercito e la popolazione. Rabbrividiva ancora al ricordo del mostro tentacolare che fuoriusciva dal sottosuolo, richiamato dagli inferi dell'antichità...rimembrava la sensazione del tocco gelido sulla pelle, il dolore della metamorfosi che gli aveva concesso le sembianze di suo padre... Tutti i pezzi erano al giusto posto e lui era pronto a governare, a rivelarsi. Il famoso rituale oscuro che gli avrebbe concesso il dominio sulla Corruzione rappresentava l'ultimo tassello del mosaico. Eppure percepiva qualcosa di sbagliato in quella situazione. La sua mano, per quanto inarrestabile e potente, non aveva ancora serrato la stretta sull'esercito cittadino e sui traffici commerciali. Fino a quel giorno, l'unica cosa che si era insinuata ad Ab'Arghà era stato il Male nella sua forma più pura e subdola. Era stato lui a stringere il patto con le tenebre, tuttavia...man mano che il suo piano prendeva forma, i dubbi si affollavano nella mente. Sbirciò all'interno della ciotola posta sul tavolo. Quell'oggetto gli garantiva il controllo completo su percezione e pensieri dell'Oracolo Nero insidiato nella Chiesa Sconsacrata. Era stata la Corruzione stessa a crearlo. Vide agitazione, paura, preoccupazione. La visione dell'uomo con la pistola era svanita, sostituita da un terrore senza nome. La bestia, per quanto antica, avvertiva che qualcuno stava giungendo per distruggerla. E questo non doveva accadere. « L'Oracolo è in pericolo. » Ameir mise una mano sul fodero dorato della spada e fece per voltarsi « Non possiamo perdere una simile risorsa. » Dall'oscurità della stanza si materializzò istantaneamente una figura. Aveva le fattezze di una donna, ma le dita simili ad artigli e il volto affilato come un rasoio tradivano la sua natura ultraterrena. Agguantò il giovane Califfo per la gola, sollevandolo leggermente dal pavimento. « NO. » strillò la creatura, la voce che rimbombava contro le pareti. Poi, con un sorriso sulle labbra violacee, posò delicatamente Ameir a terra. « Non c'è bisogno di intervenire. Chiunque sia quello sciocco dal mantello blu, i miei gregari lo distruggeranno. » Ameir si tenne il collo con entrambe le mani, tentando di respirare normalmente. Era la prima volta che si sentiva così inerme dinnanzi al suo alleato. Nella testa cominciarono a sorgere ipotesi grigie sul futuro; la prospettiva di quell'accordo diveniva meno accattivante ad ogni secondo che trascorreva fermo nella sala della Torre Dorata. « Quando finirà tutto questo? » Un altro sorriso lupesco deturpò il volto femmineo della creatura oscura. « Presto il Califfo avrà ciò che merita. »
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{Palazzo del Califfo, Stanze del Consiglio} Diverse ore prima; POV: Samir, l'Ammiraglio
« Dici che uno degli Oracoli Neri si è insediato nella vecchia chiesa? » L'Ammiraglio era preoccupato. Da quando era giunto sul continente non aveva fatto altro che curare persone e dare consigli ai governanti per mantenere pulite le strade cittadine. Ma ad Ab'Arghà era giunto troppo tardi e, forse, nemmeno lui avrebbe potuto risanare una situazione così disperata. Percepiva un'oscurità crescente sulla testa del Califfo e una confusione totale tra la popolazione. La Corruzione, che sino a quell'istante si era palesata come un miasma privo di logica, aveva messo radici profonde nel sottosuolo desertico del Bekâr-şehir. Samir porse all'amico un bicchiere contenete acqua ed ed erbe aromatiche. Ne prese uno anche per sé. « Ne sono certo, il Califfo ha consultato i migliori evocatori per questo. » disse sorseggiando la bevanda « Ma ho fatto delle ricerche: una volta risposto alla domanda per cui è stato richiamato, l'Oracolo Nero torna nei suoi domini e vi rimane per cento anni. » L'ammiraglio rimase qualche secondo immobile, il bicchiere stretto nella mano destra. Contemplò la distesa di tende e fiaccole che si allungava sino alle mura, rimuginando sui veri intenti della Corruzione. Fece per prendere un sorso d'acqua, ma un pensiero interruppe il gesto a metà. « E se non viene posta alcuna domanda? Che succede? » Samir, al pari dell'uomo, fissò la città dalla finestra con sguardo serio e riflessivo. Comparvero rughe profonde sulla fronte. « L'Oracolo permane e diffonde i suoi semi nella terra, nutrendosi della forza vitale delle creature. Tutto ciò che cresce nel raggio di innumerevoli miglia viene assoggettato alla mente della bestia. » l'anziano consigliere parve riordinare le idee e il volto si distese « Sarebbe insensato per il Califfo. Non ne trarrebbe alcun vantaggio. » Ma l'Ammiraglio, come una molla rilasciata all'improvviso, scattò verso la porta della stanza. Richiamò con un fischio i due esseri bipedi che scorrazzavano in giro, poi calò il cappuccio sulla testa. Con una mano sulla maniglia e l'altra intenta a recuperare qualcosa nella borsa di cuoio che pendeva dalla spalla, sussurrò parole pregne di inquietudine. « Ma se la mente dell'Oracolo è stata manipolata dai Caduti, allora la Corruzione avrebbe un veicolo sicuro e inarrestabile per diffondersi nel deserto. » terminò la frase quando metà della sua figura era già sparita oltre l'uscio « Lascia questa stanza! E comincia a riscrivere la formula della benedizione di Loec! » Samir seguì con l'orecchio il rumore dei passi che si allontanavano. Abbandonò il bicchiere che teneva in mano e si appoggiò ad una delle tante poltrone presenti nella stanza. Si lasciò cadere goffamente contro lo schienale e rimase in silenzio. I suoi sospetti, dunque, erano fondati. Non solo il Califfo si era lasciato insinuare dalla Corruzione, ma agiva addirittura per suo conto. Una pedina, un sottoposto, uno strumento. Non riusciva a crederci, il cuore di Abdülmek era puro come l'alabastro. Se il male aveva preso possesso di un'anima così bianca, allora i tempi in cui viveva erano davvero disperati. Dopo un attimo di tentennamento dovuto alle rivelazioni, Samir si riscosse e cominciò a radunare le sue cose. Lui era l'unico a conoscere la formula della benedizione di Loec - che aveva pronunciato al momento della successione - e finché rimaneva in vita c'era speranza di eleggere un nuovo Califfo. Che sciocco! Sarebbe dovuto fuggire molto tempo prima, intuendo l'oscurità annidata nel Palazzo. La morte dei consiglieri...il cambiamento della personalità del Califfo...la sparizione di Tariq...tutto aveva un senso. E l'Ammiraglio aveva dato un giusto consiglio: se lui moriva, la formula si sarebbe persa nella memoria per sempre. Samir colse un movimento nelle tenebre della stanza. Si immobilizzò per un istante e attese. Un freddo intenso, come ghiaccio sulla pelle, avvolse il suo collo. Venne sollevato a mezz'aria da una forza spaventosa, mentre una magia sconosciuta e malvagia gli risucchiava l'anima. Vide chiaramente l'ombra che lo aveva agguantato: un mostro voluminoso, scuro, con un grosso buco cremisi al posto della bocca; non aveva occhi, orecchie e naso. Un fantasma della notte. « Il tempo è giunto. »
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{Un tunnel buio, una cella} Notte fonda; POV: Shaoran, Abdülmek
Abdülmek fissò il pavimento con occhi velati da un profondo dolore. Se Samir era ancora vivo, significava che il Male aveva ancora bisogno della benedizione di Loec. Ma...solo un membro dell'antichissima famiglia Samalan poteva ottenere quel genere di protezione. Quindi...quindi nemmeno suo figlio era ancora morto. Forse si trovava da qualche parte, prigioniero come lui, sicuramente torturato dalle tenebre. Se il suo erede subiva la manipolazione della Corruzione, allora anche l'intera città di Ab'Arghà sarebbe caduta. Tuttavia avevano ancora una speranza, almeno finché lui rimaneva in vita. Il vecchio Califfo tornò a fissare Shaoran con rinnovato vigore. Doveva convincere il ragazzo ad aiutarlo e ad irrompere nel Palazzo in modo da riottenere il controllo sulla Torre Dorata. Come poteva agire? Una bugia...sì, poteva illuderlo con la prospettiva di raggiungere Samir. Non gli piaceva mentire - andava contro il suo codice d'onore - ma in quel momento non aveva altre idee. Poi, improvvisamente, dall'oscurità comparve una figura. Era un uomo dal viso scarno, gli occhi infossati e la pelle sciupata; indossava degli stracci ed emanava un'aura sinistra. Portava tra le braccia un altro individuo con il capo reclino, apparentemente privo di vita. « Samir! No! » il Califfo provò ad alzarsi, ma le catene lo trattennero « Che cosa gli hai fatto, mostro? » Il "mostro" avanzò e poggiò il corpo di Samir delicatamente per terra. Ignorò la domanda di Abdülmek e si rivolse direttamente a Shaoran. « Questo vecchio conosce la formula della benedizione e sa come spezzarla. » gli occhi di Robert presero a baluginare nel buio « Ora estorcerò tali informazioni, cosicché tu potrai uccidere il Califfo. Tieniti pronto. »
CITAZIONE QM.POINTAb'Arghà corrotta al [56%]
Poteri Corrotti del gruppo [2/3]
• Cosa accade nel post: Inutile dire che ho dovuto sviluppare la trama in maniera differente rispetto all'idea originale a causa dei vari ritardi - in buona parte dovuti al sottoscritto - che si sono accumulati in corso d'opera. In realtà la storia è esattamente la stessa, ma sono stato costretto a velocizzare un po' le cose. In questo turno finale della quest vengono a galla i veri responsabili di tutte le vicende avvenute in città e si stringe la rete della Corruzione. Mentre l'Ammiraglio tenta disperatamente di bloccare l'afflusso dell'Oracolo Nero nella chiesa sconsacrata, Robert riesce ad ottenere il controllo su Samir e a condurlo dinnanzi al vero Califfo per poterlo finalmente uccidere. Nel frattempo, la Signora della Corruzione attende che i tasselli si incastrino al giusto posto.
• HIG e Numar: Come vi avevo anticipato nel post precedente, questo ultimo turno vi vede alle prese con un confronto diretto con l'Ammiraglio. Ovviamente dovete per lo meno leggere la seconda parte di post per capire il motivo del suo intervento. Visto che i vostri attacchi erano già partiti sul finire del precedente turno, vi invito a confermare le vostre azioni o a cambiarle in caso di ripensamenti. Numar ricorda che i soldati combatteranno per te fintantoché crederanno che l'Ammiraglio sia un nemico.
• Ark: la situazione per te si complica o si agevola (dipende dai punti di vista). Robert giunge improvvisamente nella stanza portando il corpo di Samir, affermando di poter ottenere le informazioni necessarie a distruggere la benedizione che protegge il Califfo. Cosa farai, dunque? Il tempo stringe e la Corruzione ha quasi vinto. Il tuo cuore propenderà all'annientamento totale o troverai un barlume di bontà al suo interno? A te il dilemma.
Mi pare tutto. Questo ultimo turno si concluderà nel confronto con la vittoria o meno della Corruzione. Il giro si svilupperà in base alle vostre azioni. Vi concedo cinque (5) giorni per organizzare e concludere il post una volta terminata la parte in confronto. Buona conclusione. |