Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Inno alla Corruzione, Decadenza

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view post Posted on 16/10/2015, 17:05
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Ma proprio quando il Demone si lasciava andare alla chiamata del sangue, accadde qualcosa che lo lasciò impietrito. La notte attorno a lui sembrò, di colpo, illuminarsi di una viva luce, e all'improvviso ogni piccolo dettaglio, che fino a un attimo prima non era stato possibile distinguere, riuscì a metterlo a fuoco con facilità: le increspature del marmo sui gradini, i difetti sui volti degli uomini, le striature delle loro vesti, le crepe nel terreno argilloso. Tutto sembrava aver trovato una consistenza concreta.
La cittadina, con le sue tende variopinte e le sue umili abitazioni si illuminò sempre più, acquistando i connotati di un lampo a ciel sereno, e d'un tratto il Diavolo fu accecato e si ritrovò a stringere con forza gli occhi. Il mondo si colorò di un'intensa e amorfa luce bianca. Un istante dopo, il Demone si ritrovò ad osservare una stanza buia circondata da colonne enormi che poggiavano la loro base sopra un pavimento incantato. Il soffitto era tanto alto da perdersi nel cielo notturno. Il Diavolo capì all'istante di star vivendo una visione, frutto probabilmente del patto stretto con la creatura rinchiusa nel tempio sconsacrato. Tra le tenebre della stanza emerse il volto di un uomo, il cui viso era incorniciato da un lungo turbante che gli si arrampicava sulla cima della testa. Aveva una fitta barba nera e dei connotati caratteristici della zona. Il Demone capì immediatamente chi fosse: il Califfo. Il volto dell'uomo era increspato da una sottile nota di disaccordo e di rabbia, cosa che lasciò il Diavolo molto perplesso. Era il Califfo ad osservare lui, o lui a osservare il Califfo?. Il Demone si sentì esposto ad un enorme pericolo, credendosi preda di una trappola, poiché non si fidava profondamente della creatura del tempio.
Come era apparsa, la visione si volatilizzò, e il Diavolo si ritrovò ai margini esterni dell'altare dedicato alla divinità Loec, dove quegli strani uomini stavano ancora trasportando il loro prigioniero. La sete di sangue era però ormai cessata, così il Demone decise di proseguire in direzione del palazzo del Califfo, convinto più che mai che Abdülmek, il suo nuovo obbiettivo, si trovasse proprio all'interno dell'enorme edificio.

Rasentando i vicoli bui della città per non farsi notare da occhi indiscreti, la Condanna che controllava il corpo di Levi raggiunse la zona dei ricchi casolari, al limitare della cinta muraria difensiva del palazzo del Califfo. E lì, senza preavviso, la luce bianca lo accecò nuovamente. Questa volta il Demone ebbe la visione di una stanza piccola, buia e umida, che associò immediatamente ad una cella. Non riuscì a distinguere altro che una minuscola porta di ferro chiusa prima che la visione scomparisse, lasciandolo perplesso e confuso. Il Diavolo comprese che per raggiungere Abdülmek, avrebbe dovuto trovare quella stanza buia, ma non aveva alcuna idea di dove potesse trovarsi.
Mentre si aggirava furtivo alla ricerca delle prigioni della città, notò con la coda dell'occhio uno dei due uomini della sua spedizione, Jack, correre in direzione Nord, verso la chiesa sconsacrata. Preso dal panico e non sapendo cos'altro fare, il Diavolo partì all'inseguimento del compagno.
Fu allora che una nuova visione lo accecò. Il Demone si ritrovò a faccia a faccia con la creatura dai tre volti. Sembrava in agitazione: digrignava i denti e si faceva sempre più grossa. Le sue radici si espansero e avvilupparono la chiesa, come a volerla difendere da una minaccia esterna. Il Diavolo sentì il richiamo della creatura che chiedeva di essere protetta, e percepì una forza dentro il suo cuore divampare sempre più, come le fiamme di un incendio che sbranano una foresta.
La visione cessò dopo qualche secondo, e il Demone si trovò a pochi passi di distanza dal compagno. Davanti a sé la chiesa sconsacrata si ergeva plumbea contro il cielo notturno. Un uomo con una tunica color dell'oceano stava appoggiando una mano sulla parete del tempio. Il Diavolo sentì il furore erompere dai fondi del proprio corpo, una furia non del tutto sua.
Si fiondò sull'uomo ammantato di blu, dapprima provando a distruggere le sue fermezze mentali, poi cercando di ferirlo mortalmente con gli artigli retrattili, approfittando della posizione avvantaggiata. Ma l'uomo misterioso si rivelò un ottimo combattente: l'attacco mentale venne respinto da uno scudo etereo che lo circondava, mentre l'affondo venne bloccato con estrema agilità, semplicemente con la rotazione di un bastone che nascondeva sotto le vesti. Saltò infine con rapidità verso il centro della strada, allontanandosi dal Demone.

«Speravo che qualcuno intervenisse.
Tu sei l'araldo dell'Oracolo, giusto?»

Chiese.
Il Diavolo alzò la pistola contro il volto dell'uomo e armò il cane,
in preda alla tensione.
Sembrava quasi che il suo corpo si muovesse da solo.
«Vattene!»
Abbaiò.
In tutta risposta l'uomo si levò il cappuccio,
rivelando un volto giovane ma dallo sguardo temprato.
Per qualche istante fissò la canna della pistola,
con un fastidioso sorriso stampato sulla bocca.
«Questa città è già avvelenata nel profondo. Pensi che una bestia degli inferi contribuisca al risanamento del continente?»
Misurò la distanza che lo separava dal Demone, con movimenti sicuri e precisi.
«Anche il tuo corpo è corrotto, marcio. Davvero aspiri ad un futuro privo di vita?»
«Privo di vita?!»
Il Diavolo si lasciò scappare una smorfia sprezzante,
mista ad un sospiro di dolore.
Sentì i suoi muscoli ingrandirsi e rafforzarsi,
percepì le scapole fuoriuscire e deformarsi.
«Anche qualora tu avessi la capacità di uccidermi questa notte, umano, davvero credi che la tua misera esistenza possa essere definita viva?»
Rispose non appena ritrovò il fiato necessario.
Sentì una forza slanciante incoraggiare la sua furia e la sua voce si incrinò dall'emozione.
«La Corruzione è libertà, uomo. Libertà da una inesistente schiavitù, libertà dalle inani catene oppressive della vostra civiltà, libertà dai grandi pilastri del bene e del male. Perché niente di tutto questo esiste davvero, uomo. Esiste solo la libertà e l'oppressione. Io ho scelto la libertà, e con essa la vita»
Sorrise vittorioso, gonfio d'orgoglio.
Solo nel momento in cui scelse di attaccare si accorse del gruppo di soldati attorno a lui che stavano osservando la scena.
Il Diavolo rimase impietrito, spiazzato.
L'uomo ammantato di blu sembrava preoccupato.
«Non avevo mai visto una metamorfosi tanto rapida. Sicuro che stai prendendo la strada giusta, figliolo?»
Ma ormai il Demone non riusciva più a udirlo, per quanto era preso dalla foga.
Partì all'assalto.










the Gunslinger
B (-5); M(-10); A(-20); C(-40)

Fisico 75/75
Mente 75/75 Ubriaco
Energia 90/150

Passive
- capacità di difendersi da più attacchi fisici o da attacchi fisici inaspettati (6/6)
- capacità di comprendere classe e talento del bersaglio (5/6)
- difesa psionica passiva (6/6)
- le tecniche attive di classe causano una malia psion di compassione nel bersaglio (6/6)

Attive
- ab. personale 5, offensiva, psionica, consumo energetico alto, risorsa mente, danno alto sotto forma di deprimente malinconia, il bersaglio perde i ricordi e la percezione dell'amore e delle sue passioni

-

Equipaggiamento
- Revolver (6/6), riposta
- Armatura naturale, pelle coriacea
- Arma naturale, artigli retrattili
- Cinturone (32/36), munizioni per il revolver

In breve
Levi torna indietro al tempio per difendere la creatura dall'arrivo dell'uomo ammantato di blu.

Note
Scusate il mio ritardo.

 
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Caccia92
view post Posted on 21/10/2015, 23:04




ATTO V: LA VERITÀ







{Palazzo del Califfo, Torre Dorata}
Alba; POV: AbdülmekAmeir Adil





Ameir somigliava molto a suo padre, tranne che per il carattere. Aveva sempre tenuto nascosto la sua aspirazione al trono, ma negli ultimi tempi si era stancato della morbida politica del Califfo. Ab'Arghà poteva e doveva ambire ad un territorio più vasto, a più schiavi, ad un esercito migliore. La città dorata era già il fulcro di Ràkk-Siwà...perché non dell'intero deserto? Molti nemici del califfato si trovavano in una brutta posizione, oppressi dall'ondata demoniaca che si era riversata dalle montagne. Il momento giusto stava per arrivare, il momento di colpire ed espandere i domini di Ab'Arghà. Abdülmek non possedeva l'arguzia e la forza per soverchiare gli altri territori e mantenere una linea di congiunzione salda. Ma lui - il grande Ameir Adil I - poteva farlo. Con il Signore del Male al suo fianco, nessuno poteva contrastarlo. Presto, molto presto, nelle sue vene sarebbe fluito il magico e straordinario potere della Corruzione, il potere di soggiogare le menti e incatenare le volontà degli uomini. Non avrebbe resistito ancora a lungo, la trepidazione lo rendeva irrequieto.
« Siamo in questa stanza da molto tempo. » borbottò ad un certo punto « Quanto ancora dovrò attendere? »
Non riusciva a capire...aveva eseguito tutto ciò che gli era stato richiesto: sotto pagamento, alcuni sicari erano penetrati nel Palazzo d'Oro per avvelenare i consiglieri fedeli ad Abdülmek in modo che questi si spegnessero lentamente e senza destare sospetti; poi, qualche mese prima, aveva aperto le porte ad uno strano individuo, dandogli l'opportunità di rapire e nascondere suo padre; infine, anche se con riluttanza, aveva fatto un patto di sangue nella vecchia chiesa dedicata a Loec con uno degli Oracoli Neri per tenere sotto scacco l'esercito e la popolazione. Rabbrividiva ancora al ricordo del mostro tentacolare che fuoriusciva dal sottosuolo, richiamato dagli inferi dell'antichità...rimembrava la sensazione del tocco gelido sulla pelle, il dolore della metamorfosi che gli aveva concesso le sembianze di suo padre...
Tutti i pezzi erano al giusto posto e lui era pronto a governare, a rivelarsi. Il famoso rituale oscuro che gli avrebbe concesso il dominio sulla Corruzione rappresentava l'ultimo tassello del mosaico. Eppure percepiva qualcosa di sbagliato in quella situazione. La sua mano, per quanto inarrestabile e potente, non aveva ancora serrato la stretta sull'esercito cittadino e sui traffici commerciali. Fino a quel giorno, l'unica cosa che si era insinuata ad Ab'Arghà era stato il Male nella sua forma più pura e subdola. Era stato lui a stringere il patto con le tenebre, tuttavia...man mano che il suo piano prendeva forma, i dubbi si affollavano nella mente.
Sbirciò all'interno della ciotola posta sul tavolo. Quell'oggetto gli garantiva il controllo completo su percezione e pensieri dell'Oracolo Nero insidiato nella Chiesa Sconsacrata. Era stata la Corruzione stessa a crearlo.
Vide agitazione, paura, preoccupazione. La visione dell'uomo con la pistola era svanita, sostituita da un terrore senza nome. La bestia, per quanto antica, avvertiva che qualcuno stava giungendo per distruggerla. E questo non doveva accadere.
« L'Oracolo è in pericolo. » Ameir mise una mano sul fodero dorato della spada e fece per voltarsi « Non possiamo perdere una simile risorsa. »
Dall'oscurità della stanza si materializzò istantaneamente una figura. Aveva le fattezze di una donna, ma le dita simili ad artigli e il volto affilato come un rasoio tradivano la sua natura ultraterrena. Agguantò il giovane Califfo per la gola, sollevandolo leggermente dal pavimento.
« NO. » strillò la creatura, la voce che rimbombava contro le pareti. Poi, con un sorriso sulle labbra violacee, posò delicatamente Ameir a terra. « Non c'è bisogno di intervenire. Chiunque sia quello sciocco dal mantello blu, i miei gregari lo distruggeranno. »
Ameir si tenne il collo con entrambe le mani, tentando di respirare normalmente. Era la prima volta che si sentiva così inerme dinnanzi al suo alleato. Nella testa cominciarono a sorgere ipotesi grigie sul futuro; la prospettiva di quell'accordo diveniva meno accattivante ad ogni secondo che trascorreva fermo nella sala della Torre Dorata.
« Quando finirà tutto questo? »
Un altro sorriso lupesco deturpò il volto femmineo della creatura oscura.
« Presto il Califfo avrà ciò che merita. »













{Palazzo del Califfo, Stanze del Consiglio}
Diverse ore prima; POV: Samir, l'Ammiraglio





« Dici che uno degli Oracoli Neri si è insediato nella vecchia chiesa? »
L'Ammiraglio era preoccupato. Da quando era giunto sul continente non aveva fatto altro che curare persone e dare consigli ai governanti per mantenere pulite le strade cittadine. Ma ad Ab'Arghà era giunto troppo tardi e, forse, nemmeno lui avrebbe potuto risanare una situazione così disperata. Percepiva un'oscurità crescente sulla testa del Califfo e una confusione totale tra la popolazione. La Corruzione, che sino a quell'istante si era palesata come un miasma privo di logica, aveva messo radici profonde nel sottosuolo desertico del Bekâr-şehir.
Samir porse all'amico un bicchiere contenete acqua ed ed erbe aromatiche. Ne prese uno anche per sé.
« Ne sono certo, il Califfo ha consultato i migliori evocatori per questo. » disse sorseggiando la bevanda « Ma ho fatto delle ricerche: una volta risposto alla domanda per cui è stato richiamato, l'Oracolo Nero torna nei suoi domini e vi rimane per cento anni. »
L'ammiraglio rimase qualche secondo immobile, il bicchiere stretto nella mano destra. Contemplò la distesa di tende e fiaccole che si allungava sino alle mura, rimuginando sui veri intenti della Corruzione. Fece per prendere un sorso d'acqua, ma un pensiero interruppe il gesto a metà.
« E se non viene posta alcuna domanda? Che succede? »
Samir, al pari dell'uomo, fissò la città dalla finestra con sguardo serio e riflessivo. Comparvero rughe profonde sulla fronte.
« L'Oracolo permane e diffonde i suoi semi nella terra, nutrendosi della forza vitale delle creature. Tutto ciò che cresce nel raggio di innumerevoli miglia viene assoggettato alla mente della bestia. » l'anziano consigliere parve riordinare le idee e il volto si distese « Sarebbe insensato per il Califfo. Non ne trarrebbe alcun vantaggio. »
Ma l'Ammiraglio, come una molla rilasciata all'improvviso, scattò verso la porta della stanza. Richiamò con un fischio i due esseri bipedi che scorrazzavano in giro, poi calò il cappuccio sulla testa. Con una mano sulla maniglia e l'altra intenta a recuperare qualcosa nella borsa di cuoio che pendeva dalla spalla, sussurrò parole pregne di inquietudine.
« Ma se la mente dell'Oracolo è stata manipolata dai Caduti, allora la Corruzione avrebbe un veicolo sicuro e inarrestabile per diffondersi nel deserto. » terminò la frase quando metà della sua figura era già sparita oltre l'uscio « Lascia questa stanza! E comincia a riscrivere la formula della benedizione di Loec! »
Samir seguì con l'orecchio il rumore dei passi che si allontanavano. Abbandonò il bicchiere che teneva in mano e si appoggiò ad una delle tante poltrone presenti nella stanza. Si lasciò cadere goffamente contro lo schienale e rimase in silenzio. I suoi sospetti, dunque, erano fondati. Non solo il Califfo si era lasciato insinuare dalla Corruzione, ma agiva addirittura per suo conto. Una pedina, un sottoposto, uno strumento. Non riusciva a crederci, il cuore di Abdülmek era puro come l'alabastro. Se il male aveva preso possesso di un'anima così bianca, allora i tempi in cui viveva erano davvero disperati.
Dopo un attimo di tentennamento dovuto alle rivelazioni, Samir si riscosse e cominciò a radunare le sue cose. Lui era l'unico a conoscere la formula della benedizione di Loec - che aveva pronunciato al momento della successione - e finché rimaneva in vita c'era speranza di eleggere un nuovo Califfo. Che sciocco! Sarebbe dovuto fuggire molto tempo prima, intuendo l'oscurità annidata nel Palazzo. La morte dei consiglieri...il cambiamento della personalità del Califfo...la sparizione di Tariq...tutto aveva un senso. E l'Ammiraglio aveva dato un giusto consiglio: se lui moriva, la formula si sarebbe persa nella memoria per sempre.
Samir colse un movimento nelle tenebre della stanza. Si immobilizzò per un istante e attese.
Un freddo intenso, come ghiaccio sulla pelle, avvolse il suo collo. Venne sollevato a mezz'aria da una forza spaventosa, mentre una magia sconosciuta e malvagia gli risucchiava l'anima. Vide chiaramente l'ombra che lo aveva agguantato: un mostro voluminoso, scuro, con un grosso buco cremisi al posto della bocca; non aveva occhi, orecchie e naso. Un fantasma della notte.
« Il tempo è giunto. »













{Un tunnel buio, una cella}
Notte fonda; POV: Shaoran, Abdülmek





Abdülmek fissò il pavimento con occhi velati da un profondo dolore. Se Samir era ancora vivo, significava che il Male aveva ancora bisogno della benedizione di Loec. Ma...solo un membro dell'antichissima famiglia Samalan poteva ottenere quel genere di protezione. Quindi...quindi nemmeno suo figlio era ancora morto. Forse si trovava da qualche parte, prigioniero come lui, sicuramente torturato dalle tenebre. Se il suo erede subiva la manipolazione della Corruzione, allora anche l'intera città di Ab'Arghà sarebbe caduta. Tuttavia avevano ancora una speranza, almeno finché lui rimaneva in vita.
Il vecchio Califfo tornò a fissare Shaoran con rinnovato vigore. Doveva convincere il ragazzo ad aiutarlo e ad irrompere nel Palazzo in modo da riottenere il controllo sulla Torre Dorata. Come poteva agire? Una bugia...sì, poteva illuderlo con la prospettiva di raggiungere Samir. Non gli piaceva mentire - andava contro il suo codice d'onore - ma in quel momento non aveva altre idee.
Poi, improvvisamente, dall'oscurità comparve una figura. Era un uomo dal viso scarno, gli occhi infossati e la pelle sciupata; indossava degli stracci ed emanava un'aura sinistra. Portava tra le braccia un altro individuo con il capo reclino, apparentemente privo di vita.
« Samir! No! » il Califfo provò ad alzarsi, ma le catene lo trattennero « Che cosa gli hai fatto, mostro? »
Il "mostro" avanzò e poggiò il corpo di Samir delicatamente per terra. Ignorò la domanda di Abdülmek e si rivolse direttamente a Shaoran.
« Questo vecchio conosce la formula della benedizione e sa come spezzarla. » gli occhi di Robert presero a baluginare nel buio « Ora estorcerò tali informazioni, cosicché tu potrai uccidere il Califfo. Tieniti pronto. »










CITAZIONE
QM.POINT

Ab'Arghà corrotta al [56%]

Poteri Corrotti del gruppo [2/3]



• Cosa accade nel post: Inutile dire che ho dovuto sviluppare la trama in maniera differente rispetto all'idea originale a causa dei vari ritardi - in buona parte dovuti al sottoscritto - che si sono accumulati in corso d'opera. In realtà la storia è esattamente la stessa, ma sono stato costretto a velocizzare un po' le cose. In questo turno finale della quest vengono a galla i veri responsabili di tutte le vicende avvenute in città e si stringe la rete della Corruzione. Mentre l'Ammiraglio tenta disperatamente di bloccare l'afflusso dell'Oracolo Nero nella chiesa sconsacrata, Robert riesce ad ottenere il controllo su Samir e a condurlo dinnanzi al vero Califfo per poterlo finalmente uccidere. Nel frattempo, la Signora della Corruzione attende che i tasselli si incastrino al giusto posto.

• HIG e Numar: Come vi avevo anticipato nel post precedente, questo ultimo turno vi vede alle prese con un confronto diretto con l'Ammiraglio. Ovviamente dovete per lo meno leggere la seconda parte di post per capire il motivo del suo intervento. Visto che i vostri attacchi erano già partiti sul finire del precedente turno, vi invito a confermare le vostre azioni o a cambiarle in caso di ripensamenti. Numar ricorda che i soldati combatteranno per te fintantoché crederanno che l'Ammiraglio sia un nemico.

• Ark: la situazione per te si complica o si agevola (dipende dai punti di vista). Robert giunge improvvisamente nella stanza portando il corpo di Samir, affermando di poter ottenere le informazioni necessarie a distruggere la benedizione che protegge il Califfo. Cosa farai, dunque? Il tempo stringe e la Corruzione ha quasi vinto. Il tuo cuore propenderà all'annientamento totale o troverai un barlume di bontà al suo interno? A te il dilemma.

Mi pare tutto. Questo ultimo turno si concluderà nel confronto con la vittoria o meno della Corruzione. Il giro si svilupperà in base alle vostre azioni. Vi concedo cinque (5) giorni per organizzare e concludere il post una volta terminata la parte in confronto. Buona conclusione.
 
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view post Posted on 18/11/2015, 17:34
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Levi protese il braccio destro contro la figura ammantata ferma di fronte a lui. Dal palmo della mano saettarono lampi di ceneri infuocate che, come mandrie di tigri inferocite, si avventarono in direzione dell'Ammiraglio, spinte da una fame irragionevole. Nel mentre, il demone scattò contro il proprio nemico con una rapidità innata, arrivandogli alle spalle con gli artigli spianati. Tentò di ferirlo a morte, senza alcuna pietà. Ma nonostante la sua disumana velocità non riuscì nemmeno a sfiorare l'Ammiraglio. I riflessi del nemico risultarono ad un livello superiore rispetto a quelli del Demone, ed ogni sua tecnica venne facilmente elusa.
Di colpo un dolore sordo riempì le viscere del Diavolo, e la Condanna sentì un vuoto profondo divorare il suo cuore. Perplesso e affannato, il Demone barcollò contro il muro della Chiesa Sconsacrata. La sua vista si annebbiò e uno stridore assordante pervase le sue orecchie. Il Diavolo contorse spasmodicamente il corpo dell'uomo che lo ospitava, stringendosi con forza e contrarietà la testa. Chiuse gli occhi, d'istinto, e una nuova visione lo sorprese: l'Ammiraglio avrebbe attaccato da lì a poco, schiacciandolo contro una voragine di polvere.
La paura che seguì alla visione gli diede per un momento ancora il totale controllo sul corpo del dannato, così il Diavolo riaprì gli occhi e con un balzo felino si gettò il più lontano possibile. Appena in tempo per sfuggire all'offensiva dell'Ammiraglio. Il cratere si aprì la strada senza alcun timore, e il Demone rimase chiuso fuori dal centro del combattimento. Ebbe appena il tempo di notare che anche i soldati e Jack si erano messi a lottare, che di nuovo il suo sguardo si rabbuiò e lo stridore divampò ancora nelle sue orecchie.
Un banco di nubi temporalesche coprì il cielo torbido agli albori del nuovo giorno, ma Levi non vi fece caso. La sua attenzione era rapita dalle circostanze che lo circondavano. L'ultima cosa che ricordava della sera prima era di essersi ubriacato ad una taverna locale. Una volta risvegliatosi avrebbe creduto di trovarsi riverso in qualche angolo buio della città, invece i suoi occhi vibravano esterrefatti e increduli, fissi su macchie di sangue che sporcavano le sue vesti. Una sensazione vomitevole prese allora possesso del suo cuore. Il pistolero capì immediatamente cosa era dovuto succedere durante la notte: il Demone aveva preso il controllo della sua coscienza, approfittando della sbornia.
L'angoscia riempì la mente di Levi, che ancora frastornato dall'alcol non riusciva a mettere bene a fuoco la situazione. Alla sua destra un uomo con una lunga tunica blu lanciò una specie di orologio contro la parete di una vecchia chiesa scadente. L'impatto provocò una spaventosa esplosione, e il pistolero, preso allora dal panico, corse a perdifiato in direzione della Porta Ovest della città. Ma prima di voltarsi, una voglia inconscia e irresistibile lo fermò. Levi cercò di resistere con tutte le proprie forze, ma per un ultimo attimo ancora, quel giorno, il Demone ebbe la meglio sull'Uomo. Il pistolero levò il revolver contro l'Ammiraglio e sparò un colpo, diretto contro il cuore del suo nemico, poi si voltò e se la diede a gambe.





the Gunslinger
B (-5); M(-10); A(-20); C(-40)

Fisico 75/75
Mente 75/75
Energia 60/150

Passive
- capacità di difendersi da più attacchi fisici o da attacchi fisici inaspettati (6/6)
- capacità di comprendere classe e talento del bersaglio (5/6)
- difesa psionica passiva (6/6)
- le tecniche attive di classe causano una malia psion di compassione nel bersaglio (6/6)

Attive
- abilità personale 6: il dannato può richiamare sul campo di battaglia quella stessa energia maligna, consumando un ammontare alto di energie, per scagliare un'offensiva diretta contro una singola preda. Protendendo le mani verso il proprio bersaglio, il pistolero scaglia un fiume di ceneri infuocate che cingono il nemico, ustionandolo e accecandolo.

- abilità personale 3: persino le magie più comuni oltrepassano il suo corpo senza causargli alcun danno, basta infatti che esso attinga un ammontare medio alla propria risorsa energetica per rendere inoffensiva qualsiasi azione nemica.

Equipaggiamento
- Revolver (5/6),
- Armatura naturale, pelle coriacea
- Arma naturale, artigli retrattili
- Cinturone (32/36), munizioni per il revolver

In breve
Il Demone attacca l'Ammiraglio, ma il risveglio di Levi pone fine al combattimento. Il pistolero, frastornato, decide di darsela a gambe, ma prima spara un ultimo colpo di pistola verso il nemico, diretto contro il suo cuore.

Note
Perdona il mio ennesimo ritardo.

 
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Numar55
view post Posted on 19/11/2015, 02:02




Sorrise soddisfatto nel vedere gli uomini obbedire ai suoi comandi e dirigersi verso l'uomo ammantato di blu. Nemmeno lui si tirò indietro focalizzandosi sul codice multicolore (what?) del nemico e cercando di strappargliene il più possibile. Grazie all'aiuto dei soldati e a quello dell'ubriacone (che si ostinava ad usare un approccio tutt'altro che sottile con tutti i suoi poteri arcani in bella vista) l'idiota non avrebbe più visto la luce del giorno.
Naturalmente l'universo doveva dimostrargli quanto si sbagliasse.
Come al loro primo incontro le scimmie marine fuoriuscirono dal mantello frenando così la carica dei soldati, mentre l'uomo tirò fuori dal nulla un ombrello azzurro (di nuovo...what?!) parando con facilità l'ondata di cenere dell'ubriacone. Persino i dati che Jack riuscì a strappargli erano inferiori al previsto.
I soldati nel frattempo si erano bloccati; stizzito, stava per richiamarli all'ordine ma quelli si voltarono minacciosi verso di lui. Una pericolosa luce azzurrina riempiva i loro occhi. Ipnosi, fantastico, davvero fantastico.
Ringhiò frustrato mentre quell'ammasso di imbecilli lo attaccava. Rapidamente creò una rapida barriera invisibile per evitare di finire infilzato da una lancia ma un forte dolore lo colse al braccio destro: gli arcieri alle sue spalle (brutti figli di...) lo avevano bersagliato ferendolo di striscio con una freccia e prendendolo perfettamente con un'altra.
Mandato mentalmente a fanculo Robin Hood, si costrinse a pensare. Non poteva vincere senza l'aiuto di quegli idioti, e se si fosse trasformato di certo avrebbe perso ancor di più la possibilità di sfruttarli. Serviva una soluzione più diplomatica...

"Idioti, vi sta controllando!"

Mentre parlava attinse ai loro codici minando la loro aggressività, cosa che parve funzionare vista la confusione dipinta sui loro volti. Subito ricercò nuovamente i dati del nemico cercando di distorcerli per causare il maggior danno possibile. Fu un'altra volta un fallimento, il che non lo rese di certo più sereno.
Giurò a sé stesso che avrebbe rispedito quella sottospecie di Cappellaio Matto nel Paese delle Meraviglie a calci in culo.
Ma non poté concentrarsi troppo sui suoi pensieri d'odio: uno dei soldati non pareva avere subito del tutto il rimodellamento dei codici, perlomeno giudicando da come muoveva pericolosamente la lancia contro di lui. Sfortunatamente non fu abbastanza svelto da creare una barriera solida e subì parte del colpo, ricevendo un brutto taglio al ventre.
Dolorante, si portò una mano alla ferita notando con la coda dell'occhio il Cappellaio che lanciava contro la Chiesa una strana bomba a forma di orologio (wha... no, ormai non ne vale nemmeno più la pena). Bestemmiando pesantemente mollò un gancio sinistro al soldato; non l'avrebbe steso ma di certo l'avrebbe distratto abbastanza da permettergli la fuga.
Lesto si portò via dalla zona di battaglia e dell'ormai prossima esplosione con un solo pensiero in mente: il Palazzo.
Qualunque cosa fosse successa lì, di sicuro era importante. Dovevano finire il lavoro. Subito.



Jack Montague


- Basso: 5% - Medio: 10% - Alto 20% - Critico: 40%

Fisico: 70%- 10%- 10%= 50%

Mente: 75%

Energia: 130%- 40%- 20%- 10%= 60%


Passive:
- Può trasformarsi nella sua forma demoniaca di notte (5)
- Gli attacchi fisici causano danno all'energia (6)
- Malia psionica che spinge ad abbassare le armi (5)

Attive:

Ah, la brezza di Theras...
Sul serio, persino la stessa aria pare avere un altro odore. Più pesante.
Talmente pesante che mi pare quasi di toccarla; inizialmente lo vedevo come un fattore negativo e me ne lamentavo, poi ho scoperto che mi avrebbe potuto parare il culo e...beh, mi ci sono abituato! Basterà il semplice sentore del pericolo per poter modificare la compattezza dell''ossigeno attorno a me creando resistenti barriere invisibili che mi proteggeranno da qualunque follia questo strano mondo mi riverserà contro.
Abilità Personale N.1: Variabile Difensiva a bersaglio singolo; Consumo Variabile di Energia; Potenza Variabile; Natura Magica

Combattere: il primo passo per una morte rapida
Questo mondo è pieno di esperti combattenti: esperti spadaccini, esperti maghi, esperti arcieri, esperti assassini...e poi ci sono io! Un semplice videogiocatore che non può più sfruttare le proprie combo di tasti per tirarsi fuori dai problemi.
Che situazione di merda la mia! Con il tempo però ho imparato alcuni trucchetti per evitare uno scontro che altrimenti vedrebbe il mio esile corpicino finire in tanti piccoli, sanguinolenti pezzi.
Le parole, per esempio, possono fare miracoli per calmare le persone; modificare i loro codici fa addirittura di meglio! Non molto, solo quei pochi numeri necessari a fargli passare la voglia di uccidermi...
Esistono tuttavia individui pericolosamente inclini alla violenza in questo mondo e con loro è praticamente impossibile intrattenere una conversazione senza includere mutilazione varie. Siccome sono piuttosto felice quando al mio corpo non mancano pezzi mi sono allenato a sottrarre diverse quantità di dati dalle persone per terminare il più in fretta (e meno dolorosamente possibile!) uno scontro; non li ferirò ma c'è una buona probabilità che crollino esausti a terra.
E se tutto ciò non funzionasse ? Diciamo che ho scoperto come rendermi intoccabile per qualche secondo: scompongo i miei dati per evitare la spada-ascia-qualunquecosavogliauccidermi di turno e poi li ricompongo tornando me stesso in tutto e per tutto. Ma preferisco non usarlo troppo spesso...non sono sicuro che disintegrare continuamente il proprio corpo sia salutare!
Passiva di Talento 1°livello "Pacifismo": Le persone attorno al pg subiscono una malia psionica che li induce ad abbandonare la violenza ed abbassare le armi (Utilizzi: 6) - Abilità Personale 5: Consumo Variabile di Energia; Offensiva a bersaglio singolo; Natura Psionica; Danno Variabile a Energia - Abilità Personale 2: Consumo Nullo di Energia, Difesa Assoluta, Natura Magica

Esplorando il corpo umano, quanti danni che causiamo!
Alla pari della materia di questo posto, i suoi stessi abitanti hanno un aspetto differente dal mio: è come se fossero fatti di dati informatici; spesso mi è capitato di fissare per diversi secondi qualcuno con aria stranita dopo aver visto parte del suo corpo assumere qualche strana colorazione, o addirittura evaporare e poi riformarsi. Senza che né lui né chiunque altro se ne accorgesse!
Non amo agire in questo modo sugli esseri viventi, non mi sembra giusto. Ma ho imparato ad usufruire di questo strano evento nel caso questi ultimi non siano esattamente amichevoli; con un po di concentrazione riesco ad individuare i punti deboli del loro "codice" e modificarlo a mio piacimento. Se voglio semplicemente infliggere danno mi basterà scombinarlo con un gesto: qualche neurone scoppia come popcorn, il sangue cambia colore e comincia a bruciare...
Abilità Personale N.4: Consumo Alto di Energia; Danno Medio al Fisico e Danno Medio alla Mente; Natura Psionica



Note:

Perdonate il ritardo! C'è quello che abbiamo concordato in confronto.

 
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Ark
view post Posted on 19/11/2015, 23:52




~ La Morte Della Speranza



      Leggevo l’indecisione negli occhi del Califfo. Fidarsi, o non fidarsi? Faceva sicuramente bene ad essere in dubbio, ed io non potevo fare altro che stare in piedi in attesa, col pugnale in mano. Sapevo che il mio viso non stava tradendo nulla: quando non si hanno emozioni che possono rivelare i tuoi pensieri, mentire risulta parecchio più semplice.
     Tornò a guardarmi con rinnovato vigore. Probabilmente la mia offerta gli aveva dato la speranza di poter salvare la sua città, e quasi sicuramente avrebbe cercato di tradirmi... Ma era la mia unica chance.
     O almeno, così credevo.
     Una figura apparve dall’oscurità, cogliendomi di sorpresa. Qualcuno che aveva eluso i miei sensi se non a pochi passi da me, una cosa che in pochi riuscivano ad ottenere. Riconobbi immediatamente Robert: il viso scarno, l’aria sciupata e gli stracci che spacciava per vestiti non erano esattamente comuni in città. Tra le braccia portava un uomo che penzolava floscio, come morto.
     « Samir! No! »
Bene, bene, bene. Guarda un po’ chi mi ha facilitato il lavoro. Le catene tintinnarono quando il Califfo provò ad alzarsi, tirandosi quando lui era a malapena in ginocchio. L’uomo si risedette con un gemito, ma aveva ancora forza in sé. « Che cosa gli hai fatto, mostro? »
     Robert ignorò il Califfo e depositò il corpo a terra con una delicatezza che non mi sarei aspettato da lui, dopodiché si rivolse a me.
     « Questo vecchio conosce la formula della benedizione e sa come spezzarla. » disse, gli occhi che presero a baluginare nel buio. « Ora estorcerò tali informazioni, cosicché tu potrai uccidere il Califfo. Tieniti pronto. »
     Mi limitai ad annuire, non c’era molto da dire. Un vortice nero lungo la mano preannunciò l’evocazione della mia spada, che brillò dal riflesso della flebile luce che entrava da una finestra. Nel frattempo Robert cominciò a recitare strane formule in una lingua che non avevo mai sentito, mantenendo una mano sopra il corpo svenuto di Samir.
     I capelli mi si rizzarono a causa dell’immensa energia che pervase la stanza, l’aria pareva vibrare di un potere oscuro e terribile. Non ne ero sicuro, ma quella forza vitale mi ricordava il Guardiano di Giada.
     Il Califfo cominciò a balbettare, la speranza già svanita nei suoi occhi ora colmi di lacrime, portandosi le mani sul capo. Patetico. Ignorando quella litania confusa mi mossi fino ad arrivare accanto a lui, impugnando la spada a due mani ed alzandola sopra la testa, preparandomi al colpo decisivo.
     « Rilassati » gli dissi « Presto sarà tutto finito. »
     Non provai rimpianto né rimorso per quel che stavo facendo. La Corruzione doveva prendere la città. L’ombra di un pensiero mi sussurrò che in quel momento avrei potuto colpire Robert, assorto nell’incantesimo, cogliendolo di sorpresa, ma svanì praticamente l’istante successivo.
     Dopotutto, perché avrei dovuto?
     Quando Robert smise di parlare seppi che potevo colpire, e la lama s’abbassò rapida e letale. Fu come tagliare il burro: l’affilato acciaio non incontrò resistenza mentre fendeva la carne del Califfo. Nell’improvviso silenzio ci fu il tonfo della testa di Abdülmek che cadeva a terra e rotolava un poco in avanti, gli occhi velati dalla morte.
     Il flusso d’energia sembrò condensarsi in un unico punto, per poi esplodere riversandosi all’esterno della stanza.
     Era fatta.
     Ab’Arghà era caduta.

 
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Caccia92
view post Posted on 25/11/2015, 00:03




ATTO VI: CADUTE






{Ab'Arghà}
Alba; POV: imprecisato





Ameir andava avanti e indietro per la stanza con fare irrequieto. All'interno della ciotola riusciva a scorgere immagini confuse ma eloquenti. La creatura stava cercando di liberarsi dai limiti imposti dall'edificio della Chiesa Sconsacrata, percepiva il pericolo incombente. Il nuovo Califfo doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa...eppure non poteva fare nulla. Troppo distante dal luogo e privato della possibilità di agire dal suo alleato, si sentiva inutile fin dentro le ossa. Era una sensazione strana che fino a qualche minuto prima non apparteneva alla sua mente. Più passava il tempo in quella stanza, più i sospetti ottenebravano la sua prospettiva di regnare su tutto il Bekâr-şehir. La temperatura nell'ambiente circostante si era abbassata notevolmente e lui aveva preso a tremare. Si strinse il mantello intorno alle spalle e gettò un'altra occhiata nella ciotola.
Vide fuoco e fiamme.
« No... »


...


Fuoco e fiamme seguirono un rombo profondo e una luce abbagliante. L'Ammiraglio si coprì il volto con un paio di occhiali scuri recuperati dalla giacca. I soldati presenti nella zona si gettarono a terra, urlando imprecazioni e allontanando lo sguardo dalla Chiesa Sconsacrata. Una grossa nube di polvere si levò dal terreno e la maggior parte della popolazione di Ab'Arghà uscì dalle basse case per vedere cosa stava accadendo.
Dopo il tuono sotterraneo si percepì l'urlo rabbioso.
L'Ammiraglio raccolse l'ombrello dalla sabbia e tirò il manico. Scoprì una lama nascosta e la puntò davanti a sé, verso una creatura abominevole dalle molte facce che si scrollava di dosso i detriti della chiesa distrutta. La bestia, di un colore molto scuro, grondava un liquido che poteva essere sangue o una secrezione di altro genere. Faceva ribrezzo e la maggior parte dei soldati fuggì in preda al panico.
Ma l'Ammiraglio rimase immobile, l'espressione dura e seria. Poi, improvvisamente, scattò verso il suo nemico.


...


La mano di Ameir scattò verso la ciotola, come se con quel gesto potesse proteggere l'Oracolo. Imprecò sonoramente e si voltò verso la parete più lontana della stanza. Lì, appoggiata al muro, stava la sua spada cerimoniale. Non era un grande guerriero, ma sapeva che l'esercito lo avrebbe seguito in combattimento. Alla fine, tutti pensavano che lui fosse il vecchio Califfo.
Ameir avvertì un dolore pungente al basso ventre. Stupito, osservò la lama nera che spuntava dalla sua pancia. Dalla profonda ferita sgorgava sangue scuro che colava a formare una pozza sul pavimento lucido. Il Califfo sentì il cuore rallentare e le membra divenire pesanti. Tutto il suo corpo assorbì il gelido della stanza.
« ...p-erché..? »
Davanti al suo volto apparve la figura femminile fatta di ombra. Dalla bocca spuntavano zanne ricurve, le labbra erano piegate in un sorriso malevolo. E la voce che investì la sua mente scuoteva il palazzo con la forza di cento uomini.
« Perché finalmente tuo padre è morto e la benedizione si è spezzata. »
Un ultimo sussulto percorse il petto di Ameir, poi si accasciò a terra. L'ultimo della dinastia Méik si era spento.
L'ombra abbandonò il corpo del suo alleato e guardò nella ciotola. Non poteva uccidere il Califfo poiché la benedizione dei Califfi del deserto si era trasmessa da padre a figlio. Che errore sarebbe stato eliminare il consigliere Samir...in verità era proprio quel vecchio la chiave per la vittoria. Fortunatamente le cose erano andate come dovevano.
Era strano quel suo modo di interpretare la diffusione della Corruzione: casuale, disorganizzata, opportunista. Come una malattia che infettava ciò che poteva senza archietettare piani ben congegnati.
Quindi il suo sguardo - nero e profondo come la pece - non si alterò mentre l'Oracolo veniva infilzato dalla lama argentea dell'uomo in blu.


...


La lama trapasso facilmente la carne e si insinuò nelle costole del mostro. Questi, ingombrante e molto lento, non era riuscito ad ostacolare l'Ammiraglio. L'Oracolo Nero urlò, si dimenò e, infine, si accasciò. Il corpo scuro prese immediatamente a fumare, mentre una gran quantità di liquido fuoriusciva da ogni orifizio. Il liquido cominciò a versarsi nelle crepe del terreno sabbioso.
L'Ammiraglio sapeva che quello poteva essere un problema, ma non aveva idee per risolvere la situazione. In verità aveva ucciso il mostro solo per rallentare l'effetto che la Corruzione avrebbe avuto sulla città. Le nuvole scure che incombevano sul cielo di Ab'Arghà potevano significare solo una cosa: la benedizione era stata spezzata. Aveva fallito.
Pianse silenziosamente il suo amico Samir che sicuramente era stato ucciso. Pianse silenziosamente tutti gli abitanti della città che non conoscevano il loro oscuro destino. Pianse silenziosamente per tutto ciò che stava accadendo nel mondo, quello stesso mondo che aveva abbandonato tempo prima e che ora ritrovava lacerato, confuso e in preda al decadimento.
Non trovava altre parole. Decadenza assoluta. Ogni cosa si stava sgretolando davanti ai suoi occhi.

L'Ammiraglio si voltò un istante per osservare il Palazzo Dorato, poi si dileguò. Una pioggia delicata aveva preso a cadere sul deserto.










CITAZIONE
QM.POINT

Ab'Arghà corrotta al [70%]

Poteri Corrotti del gruppo [2/3]



• Cosa accade nel post: La benedizione si spezza e l'oscura entità che vi aveva spinto fino alla lontana Ab'Arghà prende il sopravvento sull'ultimo Califfo. Lo uccide brutalmente e osserva l'Ammiraglio mentre elimina l'Oracolo Nero presente nella Chiesa Sconsacrata. Una sorta di immagine riflessa, mentre una parte di male distrugge il bene, una parte di bene distrugge il male. Tuttavia, anche grazie ad alcune vostre azioni, la Corruzione si insinua nella città.
Passiamo alle valutazioni.

• Ark: ti sei sobbarcato il lavoro più pesante e sei andato fino in fondo con determinazione. Ho apprezzato molto il tuo spirito di iniziativa e il tuo comportamento durante il difficile duello contro il Guardiano di Giada. Nei tuoi scritti ho trovato alcuni errori di distrazione e di sintassi, che non vanno tuttavia ad intaccare esageratamente il risultato finale. Come sempre - considerate anche le tue giocate sotto la mia direzione - ti sei dimostrato un giocatore abbastanza costante e con le idee chiare. Buona l'interpretazione della Corruzione, un po' meno il tentennamento a fine giocata. Tutto sommato un'ottima prova, che ho deciso di premiare. [700 gold]

• HIG: al pari di Ark, hai tentato di interpretare nella maniera migliore gli effetti della Corruzione. Mi è piaciuta molto l'idea di sfruttare la sbronza come primo sintomo del male che cresceva dentro di te. Molto buona anche la conversazione tesa con l'Oracolo Nero. Ti sei trovato forse un po' spaesato dalla situazione, ma giustifico alcune tue decisioni con l'inesperienza. Potevi tranquillamente provare ad affrontare l'Ammiraglio e mi è sembrato che volessi a tutti i costi terminare la quest in maniera rapida e senza definire una conclusione precisa. Tuttavia non posso disdegnare la psiche del tuo personaggio che, forse per casualità, ben si adattava all'atmosfera cupa della quest. Non una prova eccezionale, ma comunque decisamente buona. [650 gold]

• Numar: ti ho trovato un po' sottotono in questa giocata. Dico questo perché non è la prima volta che ti mastero e so quali sono le tue qualità. Sei partito bene e con grande spirito di iniziativa, poi ti sei spento. Hai tentennato fin troppo alla caserma e non hai mai avuto le idee chiare su dove andare o cosa fare. Questo, in parte, potrebbe essere anche colpa mia. Complice forse il cambio personaggio in corso d'opera e alcune vicende in real, hai occupato un ruolo marginale nella storia e ti sei trascinato fino in fondo con modestia. Tutto sommato gli scritti erano buoni e hai tentato di interpretare come potevi la situazione. Una prova che definirei sufficiente, ma ti sprono a fare meglio di così! So che sei un ottimo giocatore e un buon scrittore. [600 gold]

Non una delle mie quest migliori, devo ammetterlo. Purtroppo siete stati sfortunati perché ho dovuto cambiare la storia in corso d'opera a causa di vicissitudini esterne alla piattaforma (senza tener conto dei ritardi). Per questo motivo ho deciso di non assegnarmi ricompense. Mi riprometto di offrirvi, in futuro, un'esperienza di gioco più profonda e appagante. Apprezzo tantissimo - davvero - il vostro appoggio e il rispetto con cui mi avete seguito. A risentirci!
Aggiorno i conti.
 
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20 replies since 26/5/2015, 23:29   390 views
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