Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Fetiales; Ιανός, dall'abisso

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view post Posted on 20/7/2015, 17:02
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i α ν ό ς

Aruj combatté col mostro marino fino allo stremo delle forze: riuscì a evitarlo con grande precisione, ma ben presto si accorse che l'ossigeno non gli sarebbe bastato. Rischiava di fare la fine di un pesce fuor d'acqua! Un destino infame per uno come lui, che aveva passato la vita intera a solcare i mari dello Zar, e nell'acqua salata era come se ci fosse nato!
Ma fu fortunato. Fu fortunato. Poiché quello che credeva fosse un mostro, non era nemmeno un suo nemico.
Era Pame!

« S-stai bene...? »

Ero stato io stesso a mandare il mio amico pesce a salvare dall'annegamento chiunque venisse gettato nell'Occhio del Dio, e quegli sciocchi del villaggio, vedendo qualcosa di grosso muoversi sotto la superficie, gli avevano immediatamente attribuito caratteristiche divine! E Pame è tutt'altro che divino, eh: grosso, con quattro braccia, la faccia da pesce e le squame al posto della pelle. È un mio carissimo amico... un po' goffo e sciocco, ma un carissimo amico. Pensate che lui non voleva nemmeno travolgere Aruj... voleva solo afferrarlo! È comprensibile che il nano abbia interpretato quel gesto come un attacco, però... che pollo! Che sciocco!
Comunque quando il pirata perse i sensi, non fu difficile a Pame afferrarlo e portarlo al sicuro, in una grotta sottomarina dove una convenientissima bolla d'aria avrebbe permesso a entrambi di nascondersi. Gli fece sputare tutta l'acqua salata che aveva ingoiato e fu costretto persino a ricorrere alla respirazione bocca a bocca, per salvarlo! Chissà che strano sapore...?
Comunque, Aruj di certo si sorprese nel trovarselo davanti, ma Pame si presentò subito: « No-non spaventarti. » gli disse con tono incerto, mettendo avanti due delle sue quattro braccia. « Non sono tuo ne-nemico. Scusami per l'ir-ruenza. » e prese a esaminarlo attentamente, incuriosito dalle sue fattezze naniche. « Ho avuto l'ordine di salvare chi-chiunque venisse gettato nel la-lago. » a riprova di queste parole, a poca distanza da loro stava il corpo di Virginia - vivo illeso e privo di sensi, perfettamente guarito - e a testimonianza della semplicità caratteriale dell'uomo pesce, non appena i suoi occhi caddero sull'arma da fuoco di Aruj, questi fece un balzo indietro, alzando tutte e quattro le braccia e gridando « Credimi! Credimi! Non siamo nemici! »

Frattanto, in superficie, io dovevo spiegare tutto ai nativi.
« No, no, no! Così non riuscirai mai a immobilizzarmi! » dissi con severità a quello che mi stava legando le mani. « Devi fare almeno un cappio, o due nodi! No, non così! Lascia... lascia perdere! Me ne occupo io! »
Non avevano preso bene la mia confessione. Per nulla! Sapere che mi ero travestito da Bestia Rabida per fare loro del bene non li aveva consolati affatto; il che è strano, se pensiamo che io avevo adottato quel travestimento proprio per evitare che pensassero che non volessi non indicargli il contrario di ciò che ogni persona non normale definirebbe "comodo", o no? Ero convinto di aver interpretato bene i loro pensieri, ma a quanto pare mi ero sbagliato! Così decisero di gettarmi nel lago, forse perché erano ancora esaltati dalla condanna di Aruj, e io accettai. Mi sembrava ragionevole. In fondo li avevo delusi.
Allora stavo lì a legarmi da solo, mentre tutto il villaggio si complimentava con Cassandra e Gehrman per il loro operato: erano riusciti a catturare la Bestia Rabida e sarebbero stati per sempre considerati degli eroi! Io incrociai i loro sguardi e feci loro un palese cenno d'intesa - alzando i pollici, chiudendo un occhio e aprendo la bocca il più lentamente, chiaramente e sguaiatamente possibile - per far capire loro che ci sarebbe voluto ben altro che un semplice bagnetto per liberarsi di me! Al massimo per liberarsi della puzza del costume, direi!

E così un, due, tre e SPLASH, mi gettarono in acqua, dove non mi fu difficile sciogliere i nodi che io stesso avevo legato. Sentivo la presenza di Pame provenire dalle profondità, dunque decisi di raggiungerlo; in pochi minuti emersi dalle acque nella grotta sottomarina, davanti ai due miei amici. « Buongiorno Pame. » dissi cordialmente, e poi « Buongiorno... na-nano pirata? » guardandomi intorno alla ricerca di invisibili elfi ninja.
« Le mie ricerche sui nativi non stanno andando a buon fine. È in questa direzione la statua di drago gigante di cui mi avevi parlato? » Pame annuì vigorosamente. « Beh... non sarà di certo interessante come travestirsi da mostro, ma tanto vale andarci a dare un'occhiata mentre i ragni finiscono di tessermi il prossimo costume. Lasciami mandare un messaggio ai miei amici in superficie. »
Così feci un gesto eloquente a entrambi con la mano destra, indicando il fondo della caverna, mentre con la sinistra mi toglievo il cappello e lo rovesciavo, lasciandovi cadere l'acqua trattenuta.
« Vogliamo andare? »

Per informare Cassandra e Gehrman delle mie intenzioni, mi affidai all'unica persona che ero certa avrebbe portato a compimento quella missione senza fallo. Me stesso!
Dalle superficie delle acque dell'Occhio del Dio, emerse infatti una testa decapitata e sanguinante, lanciata verso l'alto con la forza di un gigante. Il volto mostruoso precipitò a riva e rotolò a terra, sporcandosi e infangandosi tutto. Una visione a dir poco macabra!

JaJ7KaY

Non tanto macabra, comunque, come quando aprì gli occhi e si mise a parlare con voce allegra, come se nulla stesse accadendo. La mia stessa voce, in effetti! I nativi fecero tutti un salto indietro, terrorizzati a quella vista!
« Voice check one... » sussurrai, utilizzando le labbra della testa decapitata come se fossero le mie. « Voice check two; hellooo! Salve, salve, salve! Qui è l'ammiraglio che parla! Vorrei informare i miei alleati e amici, Cassandra e Gehrman, appena arrivati sull'isola, la ragazza e quello vecchio, che ho salvato la vita al loro compagno Aruj, il nano! Ora siamo sott'acqua al sicuro e stiamo per andare ad affrontare la creatura enorme che dimora in questi abissi, quindi li pregherei di raggiungerci il prima possibile! »

Naturalmente gli abitanti del villaggio non la presero bene.

« UCCIDETELI! »

« Post scrittum: chiunque ritenga che questo metodo di comunicazione sia raccapricciante, chiaramente non ha il senso dell'umorismo. »
e a quel punto la testa si sgonfiò e prese a volare nell'aria proprio come un palloncino, mentre gli uomini di Impero estraevano le armi e si gettavano sui nostri eroi.



CITAZIONE
Lo so, stare dietro all'ammiraglio è difficile. Vi compatisco. :v:

Dunque, sto dando un'accelerata alla quest in conseguenza ai ritardi accumulati fino a oggi (è MANDATORIO che la concludiamo entro il 6 agosto) e all'bbandono di 0_42. I fatti sono quelli descritti nel post; ho lasciato volutamente le cose sul vago in molti passaggi, come ad esempio l'arrivo al villaggio di Cassandra e Gehrman (per non appesantire); potete approfondirli a piacere nel vostro post, anche con dialoghi stilati in confronto con i vari png.

1. Ashel (ed eventualmente 0_42) vengono attaccati dalla popolazione. Non c'è un attacco specifico: la popolazione nel suo complesso va considerata una creatura di pericolosità C che ha il preciso intento di uccidervi. Comportatevi pure autoconclusivamente contro di lei, in questo caso, e descrivete come ne uscite (vittoriosi, perdenti, in fuga... come preferite!). Avete anche il permesso di utilizzare PnG specifici contro di voi, come Mat, Fez e Kai. Per qualsiasi domanda sulle loro capacità o caratteri - qualora voleste ulteriori dettagli - ponetemele pure in confronto!
2. Jedi, tu hai la possibilità di fare un dialogo in confronto con l'ammiraglio e Pame, chiedendo quello che vuoi e seguendoli nella profondità della grotta, che si dipana sempre più verso il basso. Vorrei che concludessi il tuo post arrivando in fondo alla caverna: ti troverai davanti a un enorme atrio gocciolante, pieno di conchiglie, pezzi di navi naufragate, rottami, ecc. ecc. con - contro una delle pareti - una statua di cristallo rosso rappresentante un drago, alta almeno quattro metri.

Il termine è di soli 4 giorni stavolta!



Edited by Ray~ - 20/7/2015, 18:35
 
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Ashel
view post Posted on 22/7/2015, 17:11






Le orbite vuote della testa mozzata fissavano un punto indefinito nello spazio e nessuno, tra loro, osò proferire parola.
Fino a quel momento erano stati tutti impegnati ad accerchiare festanti i due nuovi nati, ma i loro occhi erano ora puntati su quell'unica, orrenda visione; il grande Kai, sbigottito e impotente, non sapendo quali ordini dare alle guardie si limitò a zittire il chiacchiericcio dei suoi compaesani, mentre i due giovani forse già sapevano in cuor loro che sarebbero andati incontro ad altri guai.

- Voice check one... Voice check two; hellooo!

Cassandra rabbrividì.
Non avrebbe voluto che l'Ammiraglio e il suo compagno fossero gettati in mare così all'improvviso, senza un regolare processo né perlomeno un colloquio con il grande Kai; ma in quattro e quattr'otto tutti avevano deciso di condannarli a una morte per annegamento nell'Occhio di Dio e lo strambo theraniano, anziché difendersi, aveva accettato di buon grado la punizione riservatagli senza muovere una sola obiezione.
Cosicché lo avevano guardato precipitare nel grande lago salato tra l'entusiasmo generale: Cassandra aveva fatto per accorrere, ma era arrivata tardi; e così era stata compiuta, con il suo beneplacito, una tale giustizia sommaria!
Sorda alle voci degli isolani che la attorniavano e alle urla di festa che nel frattempo si erano propagate per tutto il villaggio, era riuscita solo a rimanere immobile, atterrita dalle circostanze, senza sapere cosa fare.
Di quale terribile colpa si era macchiata? Com'era stato possibile che quei selvaggi avessero ordinato due condanne a morte in maniera così frettolosa?
Non erano questi gli insegnamenti che le avevano impartito, non era quella la giustizia che regnava nelle colonie in cui era cresciuta.
Forse Tlaloc avrebbe potuto salvare l'Ammiraglio dalla furia dell'Occhio di Dio; e forse non si era trattato tanto di una condanna quanto di una fuga in piena regola. Ma non avrebbe mai potuto fare dell'Ammiraglio un uomo tanto meschino e tanto calcolatore!
E la sua voce metallica, uscendo dalla bocca della testa mozzata, le impartì un'importante lezione: l'Ammiraglio disponeva di infinite risorse per uscire dalle brutte situazioni!

- Salve, salve, salve! Qui è l'ammiraglio che parla! Vorrei informare i miei alleati e amici, Cassandra e Gehrman, appena arrivati sull'isola, la ragazza e quello vecchio, che ho salvato la vita al loro compagno Aruj, il nano! Ora siamo sott'acqua al sicuro e stiamo per andare ad affrontare la creatura enorme che dimora in questi abissi, quindi li pregherei di raggiungerci il prima possibile!
Post scrittum: chiunque ritenga che questo metodo di comunicazione sia raccapricciante, chiaramente non ha il senso dell'umorismo.


Il sollievo che provò negli istanti seguenti fu mitigato solamente dagli sguardi stupiti e assieme furenti degli indigeni che, sentendosi traditi, la spinsero lontano e richiesero più volte un'altra condanna a morte. Il Kai scosse la testa e, con somma delusione, pronunciò infine la sentenza definitiva:

- UCCIDETELI!

Una massa informe di persone investì i due giovani come un'onda improvvisa e in pochi istanti furono travolti da una furia e un odio senza pari. Gehrman fu letteralmente risucchiato dalla fiumana che lo traeva a sé e in breve a Cassandra non riuscì più di seguirne i movimenti tra la folla.
Una serie di pugni, calci e improperi la raggiunsero all'improvviso e, sulle prime, non seppe come reagire né come difendersi. Era ormai chiaro che per evitare una condanna a furor di popolo avrebbe davvero dovuto gettarsi in mare e raggiungere l'Ammiraglio negli abissi: così, con somma riluttanza, levò un poco la mano in aria e subito, attorno a lei, gli aggressori si misero in allarme guardandosi l'un l'altro spaventati.
Cominciarono ad allontanarsi e a correre in molte direzioni diverse spingendosi e calpestandosi, credendo di assistere invero al primo e unico disastro naturale che avesse colpito Impero da quando erano ri-nati: un terremoto.
La giovane sgusciò via strisciando verso il mare, certa che nessuno avrebbe badato a lei in una simile circostanza; si guardò indietro una sola volta in cerca di Gehrman, ma poi si gettò senza esitare.
Sentì la pressione dell'acqua sopra di lei e un gelo improvviso la invase.
Non sapeva dove andare e le correnti impetuose del lago salato erano difficili da governare; eppure non aveva paura.

Respirava davvero per la prima volta dopo settimane.


Cassandra



Mente: 100 - 10 - 5 = 85
Corpo: 50; Danni Medi diffusi
Energia: 150 - 10 = 140
Armi: Spadino; Arco lungo [15/15]

Passive attive:

Creatura del mare: Come tutte le sirene, Cassandra è dotata di branchie che le permettono di respirare sott'acqua senza bisogno di emergere. Si dimostra inoltre una nuotatrice provetta in qualsiasi circostanza (fatta eccezione per i casi particolari, come tempeste o eventi catastrofici vari ed eventuali, parallelamente alle condizioni di gioco e alla sportività del giocatore).
[Abilità personale 1/25, Passiva, Consumo Nullo, Numero di utilizzi 4, 2 pt

Attive utilizzate:

Illusione amplificata: Cassandra crea sul campo di battaglia un'immagine che inganna tutti i cinque sensi, in grado di spostarsi ed emettere suoni, e che può essere percepita da tutte le persone sul campo di battaglia, invece che solamente da una. Tale illusione può rappresentare una persona, una creatura, un avvenimento o persino modificare l'aspetto del campo di battaglia stesso per intero.
Influenza tutti i presenti, per un turno. Natura psionica.
Consumo: medio, energia

Riassunto: Cassandra distrae la popolazione inferocita utilizzando la psionica e facendo loro credere che l'isola sia scossa da un improvviso e violento terremoto; si butta quindi in mare alla ricerca dell'Ammiraglio sfruttando la sua passiva.
Subisce danni medi diffusi in seguito agli attacchi della popolazione.

Note: -
 
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view post Posted on 24/7/2015, 12:13

Hear me Quack!
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Drago di Rubino ~ Impero, Oceano di Zar


Terra ferma, sentire qualcosa di asciutto sotto i propri piedi, respirare a pieni polmoni.
Tossì Aruj, sputando quelle gocce d'acqua che gli rendevano difficile respirare,sue colpi decisi a pugno chiuso sul petto nudo e tutto era passato.
Difronte a lui, un bizzarro essere, lo stesso che aveva visto nel profondo lago, probabilmente lo stesso che gli indigeni scambiavano per divinità. Lo osservava, lo studiava, fissandolo dritto in quegli occhi lucidi e vispi. Ora che lo vedeva meglio, assomigliava ad un pesce gatto, con due baffi che sporgevano dal muso. Sei arti e quattro mani, era robusto ma non troppo alto, anche se, paragonato ad Aruj, anche un bambino è alto.
Affianco a lui, distesa e immobile, c'era Virginia. Era viva, respirava, a giudicare dal regolare movimento del suo petto. Qualunque cosa fosse quel pesce, doveva aver salvato entrambi.
TSK! Salvato da un pesce ... Questa si che è bella! Anche se un po' gli dispiaceva: quello che pensava essere un mostro marino, era un qualche tipo di uomo-pesce-anfibio; quello che credeva un combattimento, era un salvataggio. Forse era meglio così, forse era meglio non morire laddove nessuno avrebbe potuto sentire la storia di come il prode capitano Aruj Shadak, colui che ha visto l'Abisso, colui che ha visto Taanach cadere, colui che ha ucciso il Kraken, aveva combattuto strenuamente contro un mostro marino. Ci aveva impiegato parecchio, prima di essere riconosciuto come autorità, almeno dai suoi, sarebbe stato un vero peccato se tutto quel lavoro fosse andato perduto.
"S-stai bene...?" Fece con voce incerta l'inumano a sei arti e il nano non capiva se fosse per paura o per ignoranza della lingua. Le parole erano ponderate, come se dovesse tradurle nel linguaggio comune. Il pirata provò a rispondere ma quello che uscì dalla sua bocca fu un rantolo incomprensibile, seguito da altri colpi di tosse. La gola bruciava e i polmoni nel petto sembravano chiudersi o avvizzirsi. "No-non spaventarti." Continuò quello, mettendo due mani avanti. Si preoccupava fin troppo, in realtà, per sembrare una minaccia. Una creatura sconosciuta ed incomprensibile, eppure così gentile e servizievole. "Non sono tuo ne-nemico. Scusami per l'ir-ruenza." Alla parola "nemico" Aruj si guardò attorno, cercando il Kilij che aveva abbandonato al cospetto dell'orribile Mat, per poi ritrovarlo poco più in la, tutto bagnato. Quei selvaggi dovevano aver buttato la lama poco prima di andarsene ma, nelle acque agitate, il nano non l'aveva proprio notato. "Ho avuto l'ordine di salvare chi-chiunque venisse gettato nel la-lago." E Aruj non cercò neanche di domandare di chi fosse l'ordine, un nodo in gola gli impediva di parlare anche se respirava, tutto sommato, bene. Di chiunque fosse stato l'ordine, però, forse era il modo di fuggire da quell'atollo maledetto e lasciarsi alle spalle Impero. "Credimi! Credimi! Non siamo nemici! " L'uomo-pesce ebbe un sussulto, alzando le braccia, tutte quelle che aveva, in aria. Il nano proprio non capiva perché fosse tanto spaventato: non l'aveva minacciato in nessun modo e, anche se era a portata di mano, non s'era neanche preoccupato di prendere la lama tradizionale; a dir il vero, non aveva neanche proferito parola; cos'era che lo spaventava? La domanda trovò subito risposta nello sguardo dell'inumano, pieno di terrore, che era fisso sull'Affonda Navi. Quella sputafuoco era particolarmente grossa ma nessuno, prima d'allora, s'era fatto intimidire così facilmente ma. Aruj non si fece domande e cercò di tranquillizzare il suo salvatore. Prese l'arma da fuoco da dietro le spalle e, poggiando il calcio sul ginocchio, aprì la canna; un grosso pallettone cadde a terra in un tonfo soro, senza rimbalzare, assieme a quello un miscuglio di polvere da sparo, acqua e salsedine. Il cannoncino era inutilizzabile e il nuovo amico, pur continuando a guardare l'arma con sospetto, si tranquillizzò.

In quella grotta umida e buia, i minuti passarono prima che, dalla stessa pozza d'acqua dalla quale era stato salvato il pirata, non ne uscì uno strano tipo: era strano e sembrava avesse nuotato per un bel po' prima di riemergere, senza comunque risentirne. Questi salutò l'uomo-pesce, il cui nome si rivelò essere Pame, dopodiché si rivolse al nano, con tono incerto: "Buongiorno... na-nano pirata?" Cosa lo rendesse così sospettoso da guardarsi intorno, con fare circospetto, laddove c'erano ovviamente solo loro tre, il nano non lo comprese appieno. Poi, cos'era quell'esitazione nella sua voce? Beh, non doveva aver visto nani pirati di recente, questo è certo.
Non si presentò neanche e procedette a rivolgersi al suo compare, chiedendogli di una statua di drago. Le orecchie del nano si tesero immediatamente, il suo sguardo si fissò su Pame che annuiva vigorosamente. Quindi c'era qualcosa in quell'isola che valesse veramente la pena di vedere e portare a casa. "Beh... non sarà di certo interessante come travestirsi da mostro, ma tanto vale andarci a dare un'occhiata mentre i ragni finiscono di tessermi il prossimo costume. Lasciami mandare un messaggio ai miei amici in superficie." E mentre si metteva all'opera per chissà quale strampalato piano, fece un semplice segno ai due: la mano tesa e l'indice che puntava ad un'apertura della caverna che sembrava scendere ancor più in basso. Aruj si voltò, seguendo il dito dell'uomo, per trovarci solo oscurità. "Vogliamo andare?"
Così disse e il nano proseguì a seguire le indicazioni, silenzioso, pieno di domande ma la curiosità di trovare un qualche inestimabile tesoro era sufficiente a tenere la sua bocca ben sigillata, quello e la gola dolente per la troppa acqua salata bevuta: maledetti selvaggi, gliela avrebbe fatta pagare, in un modo o nell'altro.
La discesa fu breve, le pietre scivolose e l'acqua che cadeva dal soffitto, però, rendevano il tutto non proprio una passeggiata. In fondo alla caverna, s'apriva una stanza ampia. Stalattiti e stalagmiti spuntavano dal terreno e dalla volta umida, dalla quale gocce regolari cadevano in una sinfonia regolare che s'espandeva con l'eco per tutta la grotta.
Fra gli spuntoni di roccia, qui e là, si poteva ammirare pezzi di legno, conchiglie, alghe, cerchi di ferro, immondizia proveniente da tutta l'isola. Alcuni di questi rottami avevano forme e dimensioni che al pirata erano note, non fu difficile per lui riconoscere le travi spezzate di navi naufragate o le assi curvate dei barili che queste trasportavano. L'alta marea doveva aver portato tutta quella roba in quella caverna, forse per via della convergenza di chissà quali flussi marini che scorrevano in quel lago salato o attorno all'isola, non era facile dire dove quella grotta si trovasse di preciso. I rottami s'accumulavano, poi, fermati dalle sporgenze roccioso o intrappolati negli angoli e negli incavi della caverna. Le conchiglie attaccate alle pareti, come quelle che speso s'annidano sulla chiglia di una nave, segnavano l'altezza che la marea poteva raggiungere, anche se la cosa non sembrava preoccupare Pame o il suo compare umano.
Alla fine di quell'ampia apertura, infine, il tesoro.
Che l'Abisso lo trascinasse via se quella non era la cosa più bella che avesse mai visto!
Un drago, alto almeno tre volte Aruj. Rosso, rosso come il sangue, rosso come la barba del pirata, sembrava essere interamente di rubino e gli occhi del nano iniziarono a brillare di una luce nuova. Tale fu lo stupore che dovette passare lo sguardo un paio di volte sui suoi compagni, poi sui propri palmi e infine ritornare sulla statua.
Come quel mastodonte fosse finito in quella grotta, sotto l'isola dei selvaggi, e come avrebbero dovuto trascinarlo fuori, era un mistero ma una cosa era, ora, certa: avrebbe portato alla luce del sole quella statua a qualunque costo!












Aruj Shadak

Status fisico: 75%
Status mentale: 75%
Energia: 120%

Passive in Uso: N/a

Attive in Uso: N/a


Riassunto/Note: Spero sia tutto corretto.



 
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view post Posted on 24/7/2015, 14:08
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i α ν ό ς

« Quindi i nostri eroi si buttarono in acqua, attraversarono la caverna e si trovarono di fronte a Iανός. Era giunto il momento della resa dei conti! Questi era un mostro orribile, partorito dagli incubi peggiori, che gli uomini del villaggio stavano tentando di proteggere per non si sa quale ragione. Aveva zanne lunghissime, artigli affilati e un'armatura di scaglie: io, Cassandra e Aruj dovemmo combattere a lungo prima di scalfirlo, ma alla fine ne uscimmo vittoriosi. E così facendo riuscimmo a risolvere il mistero dell'isola di impero e a scongiurare la minaccia di Iανός, che altrimenti sarebbe rimasto ad assediare i mari dello Zar! »

I bambini applaudirono fragorosamente e l'Ammiraglio fece un elaborato inchino, roteando ripetutamente la mano intorno al polso e piegandosi fino a dover trattenere il cappello perché non cadesse. Tlaloc, accanto a lui, schioccò le labbra con il gesto secco e infastidito di chi ha qualcosa da dire, ma preferisce tenere per sé le proprie opinioni. Lasciò che il suo capitano concludesse quel teatrino, seguendolo mentre rovesciava il cilindro e ne estraeva manciate di caramelle da regalare ai bambini, aspettando in silenzio il momento in cui avrebbero potuto conferire privatamente.
« Capitano? » lo appuntò con fare severo, non appena i bimbi si fossero allontanati. « Sì, Tlaloc? » « Perché non ha raccontato loro la verità? »
Prima di rispondere, l'Ammiraglio assunse una postura normalmente eretta e un tono di voce normalmente serio.
« Erano bambini, Tlaloc. Non hanno bisogno di sapere quanto pericoloso e disgustoso sia in realtà il mondo in cui viviamo. » sentenziò lentamente, battendo la mano sul cappello per spolverarlo e poi rimettendoselo in testa. « Che cosa avresti preferito che gli raccontassi?

Che gli abitanti di Impero non lavoravano il cuoio, ma la loro stessa pelle?
Che si bendavano per nascondere le loro scuoiature?
Che non collezionavano conchiglie e sassi, ma unghie e denti?
Che si radevano barba e capelli per somigliare il più possibile ai Maegon?
Che costruivano le loro case perché somigliassero a quelle degli antichi abitanti dell'Akeran?
Che avevano eretto la loro società intorno al triarcato di Materi, Feziali e Kaizari?
Che Iανός li aveva infettati con l'ossessione di restaurare l'Impero del suo popolo?
Che tutti coloro che si sono avvicinati al tratto dello Zar dov'era nascosto il guerriero Maegon sono finiti con l'impazzire e naufragare su quell'isola sperduta, formando una popolazione destinata a perdere il senno?

I bambini non hanno bisogno di sapere alcuna di queste cose, Tlaloc.
»
« Ne hanno bisogno eccome. » rispose l'uomo pesce severo, corrugando il viso. « Iανός è vivo. Presto si muoverà per combattere l'Ahriman e di certo non si fermerà davanti a dei bambini. »
« Ed è per questo che esistono gli adulti, amico mio! » rispose l'altro, riprendendo il suo consueto tono gioviale e aprendo un ombrello, nonostante la totale assenza di nuvole. « È nostro dovere proteggere i bambini. E non pensare che siano così stupidi da non aver capito! Iανός se lo sogneranno di notte; da Iανός scapperanno rifugiandosi tra le braccia dei loro genitori. Quale risultato più importante di questo era necessario ottenere? Non siamo mica storici, noi! Siamo cantastorie! »
Allungò il palmo della propria mano verso l'alto, come se si aspettasse di sentirvi sopra una goccia di pioggia.

« Andiamo, amico mio. » concluse quindi, sorridendo. « Iανός non è che una ridicola parentesi della nostra grandiosa avventura! »

6Q392kB

Cassandra li raggiunse rapidamente. Quando lo fece, trovò Aruj incantato davanti alla statua di drago e l'Ammiraglio impegnato a fiutare l'aria, come un cane che cerca di trovare l'origine di uno strano profumo. « ...qui la corruzione è praticamente assente... » disse con aria grave e stringendo gli occhi, come se potesse effettivamente percepire la presenza della Tentatio solo grazie agli odori.
Qualsiasi ulteriore considerazione venne interrotta da una voce antica e potente, che vibrava nell'antro e penetrava nelle loro carni, dandogli l'impressione di strapparle e mettere a nudo le loro ossa. Era il suono di migliaia di anni di storia che gravava a chiare lettere sulle loro spalle, prendendosi gioco della loro giovinezza e deridendoli con le sfumature di accadimenti che avevano determinato lo stesso presente in cui avevano vissuto. Parole che nascondevano l'autorità e la forza dell'impero più potente di Theras, celate fra le lettere cuneiformi di una razza immortale.
La voce di Iανός.

« sono giunto alla consapevolezza che nascondiate qualcosa di interesse, fra le macerie del mio impero. »
disse, imperioso, strisciando le dita sulla statua di drago.
« senzascaglie. »

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Quindi apparve ai loro occhi, sollevandosi da dietro la statua di cristallo del drago. Una creatura dalla forma umanoide alta quasi quattro metri, ricoperta di scaglie verdi dai piedi sino alla nuca, con le zampe provviste di lunghe artigli, una possente coda serpentina e un viso piatto, dai tratti simili a quelli di un serpente. I suoi occhi erano di una sfumatura tra il giallo e l'azzurro, ed erano tagliati da affilate pupille verticali. Indossava una collana di teschi umani, bracciali di unghie e denti, uno strascico di pelle intorno alla vita e una modesta quantità d'oro e d'argento: file di monete tenute insieme da uno spago erano appese ai suoi gomiti, ai suoi polsi e ai suoi avambracci, in modo che tintinnassero ad ogni movimento. La sua pelle era solcata da profondissime cicatrici e il suo fiato era un miasma che portava con sé la puzza della morte e dei cadaveri.
« ciò non scusa il disordine che avete provocato alla soglia del mondo, ma perlomeno rende onore alla vostra scelta di offrivi a me... »
continuò imperterrito, come se stesse parlando tra sé e sé.
« ...e mi conferirà delle basi su cui erigere il nostro terzo impero. »

« il mio nome è Iανός; »
« Piacere Iανός! Io sono Vasco Alvares de Magalhães... »
« colui che ha sconfitto il primo e il secondo Ahriman, annienterà il terzo... »
« ...Fernão Pombo Cabral de la Cruz... »
« ...e farà da vascello per la gloria dei Maegon. »
« ...Pedro Cristòbal da Gama... »
« PIEGATEVI. »
« ...ma lei può chiamarmi... »

L'ultima affermazione di Iανός riuscì a interrompere persino l'ammiraglio. Le parole del Maegon portavano con sé una minaccia di dominio e distruzione che annientava e superava qualsiasi loro volontà, soffocando le loro percezioni. Davanti a quell'invisibile assalto, il capitano troncò la propria presentazione e assunse un'espressione di pericolosa serietà. Una singola goccia di sudore gli scivolò dalla fronte, cadendo in terra.
« Dobbiamo fuggire. » sussurrò ai suoi compagni, deciso. « Non possiamo sconfiggerlo. »
« Niente può farlo. »
Quindi estrasse un ombrello e lo puntò contro il Maegon come una spada, sperando che i suoi compagni non fossero già impazziti.
L'avrebbe trattenuto per quanto possibile.



CITAZIONE
Siamo arrivati finalmente al turning point della quest, che assume ora una sfumatura completamente differente. Termina il racconto dell'Ammiraglio (fino ad ora la quest che avete giocato era il suo racconto degli avvenimenti a un gruppo di bambini) e, dopo il divider, inizia la realtà dei fatti.
Perché l'espediente del racconto? Per una ragione molto semplice: i vostri personaggi erano nelle stesse condizioni degli abitanti dell'isola. Impazziti a causa della presenza di Iανός, anche se in maniera minore data la brevità del tempo in cui siete rimasti sull'isola.

Per intenderci, qualora non fosse chiaro dal testo, tutti gli abitanti dell'isola sono marinai che sono naufragati sulle sue sponde e si sono dimenticati come sono arrivati lì (esattamente come voi). Col passare del tempo hanno finito col dimenticare sempre più le loro origini e hanno iniziato a confonderle con quelle di Iανός stesso e dei Maegon: hanno chiamato la loro cittadina impero, hanno iniziato a radersi e togliersi la pelle, hanno cercato di coprirsi di scaglie (conchiglie, denti, ossa), hanno strutturato la loro società allo stesso modo di com'era strutturata quella Maegon (Fez, Mat e Kai sono uno specchio parodistico di Feziali, Materi e Kaizari) e - soprattutto - hanno inconsciamente dato da mangiare a Iανός continuando a buttare gente nell'Occhio del Dio. Così Iανός ha potuto crescere e recuperare le loro forze.
Se i vostri personaggi fossero rimasti sull'isola troppo a lungo, avrebbero fatto la stessa fine. Dato il poco tempo, invece, hanno subito solo gli effetti collaterali più superficiali (non si ricordano come ci sono finiti - presumibilmente naufragando, per questo avevo dato priorità ai navigatori nel bando - e non hanno riconosciuto i tratti più inquietanti del villaggio. Hanno confuso la pelle umana con cuoio, denti e unghie con conchiglie e così via. A voi trovare tutti i riferimenti!

Per dimostrare il potere di Iανός, le sue parole nascondono una psionica di potenza MORTALE (il doppio di un critico - 80%) su ciascuno dei presenti (sì, non un mortale ad area. Un mortale ciascuno) che danneggia la mente. Questa tecnica, se ha successo, spinge i vostri personaggi a paralizzarsi e a offrirsi come cibo al Maegon.
Fortunatamente per voi l'Ammiraglio è riuscito a castare una tecnica difensiva psionica ad area di potenza Critica (alta su ciascuno) che sottrae il 20% della potenza al mortale lanciato da Iανός.

A questo punto i vostri personaggi possono fare diverse cose:

• Tentare un dialogo con Iανός.
• Affrontare Iανός.
• Fuggire, andare in superficie e cercare di convincere la popolazione di ciò che sta succedendo in realtà (fuggendo in superficie si renderebbero conto anche della realtà dell'isola: gente scuoiata ecc. ecc.)
• Altro, a piacere. L'importante è che non siate autoconclusivi! Avete totalmente carta bianca e 5 giorni di tempo! :sisi:

Va da sé che il drago di rubino nella grotta di Iανός è ovviamente Venatrix che, con ogni probabilità, ha trovato il Maegon ma è stato sconfitto da lui. Venatrix, infatti, si trasforma in una statua di rubino quando muore (è immortale - se qualcuno dovesse piangere sulla statua si risveglierebbe).

 
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Ashel
view post Posted on 29/7/2015, 15:56






Raggiungere gli altri non fu difficile. Le bastò seguire le correnti che, quasi governate da un'oscura potenza, la condussero alla caverna in cui relitti di navi e creature di varie razze giacevano abbandonati tra stalagmiti e grosse conchiglie luminescenti; seguì il percorso in preda a una strana forma di apprensione, senza fermarsi mai un'istante, fino a quando non credette di udire delle voci provenienti da una delle diramazioni che si inoltravano più in profondità nella grotta.
La forte umidità le toglieva il fiato e in pochi minuti era già coperta di sudore.
Proseguì fino a quando non ritrovò, in una sorta di vestibolo naturale scavato nella roccia, l'Ammiraglio in compagnia di un altro uomo-pesce e di Aruj, che non vedeva da quando lei e Gehrman l'avevano lasciato per addentrarsi nella foresta.

- Aruj..! Come hai fatto a...

Si fermò di colpo. Il suo compagno sembrava completamente assorbito dal profilo di una statua che troneggiava su di lui con un'imponenza antica e paurosa; il cristallo non rifletteva la poca luce che riusciva a penetrare l'oscurità della grotta, ma pareva brillare di luce propria. Quel bagliore senza tempo correva sulla sua superficie perfetta disegnando il profilo di una creatura alata che Cassandra non riconobbe, un mostro con zanne, artigli e la pelle di scaglie.

- sono giunto alla consapevolezza che nascondiate qualcosa di interesse, fra le macerie del mio impero.

Dalla statua emersero prima due occhi fiammeggianti, capaci forse di carbonizzare tutti i presenti con lo sguardo, poi il muso grifagno di un mostro - la lunga coda artigliata che sibilava nel buio.

- senzascaglie.

Si sollevò in piedi per osservarli con disprezzo e Cassandra poté riconoscere il monile di teschi umani che ne cingevano il collo e, in vita, una sorta di frangia di pelle scuoiata.

- ciò non scusa il disordine che avete provocato alla soglia del mondo, ma perlomeno rende onore alla vostra scelta di offrivi a me... e mi conferirà delle basi su cui erigere il nostro terzo impero. il mio nome è Iανός;

Solo ora capiva, per la prima volta; capiva le collane di unghie e denti che aveva visto addosso agli isolani, le bende che coprivano i loro corpi glabri e scuoiati, le conchiglie che volevano imitare la pelle ruvida dei serpenti.
Tutti erano preda di quella creatura a metà tra un uomo e un mostro, che ne aveva avvelenato le menti e li aveva condotti alla soglia della follia.

- Piacere Iανός! Io sono Vasco Alvares de Magalhães...
- colui che ha sconfitto il primo e il secondo Ahriman, annienterà il terzo...
-...Fernão Pombo Cabral de la Cruz...
-...e farà da vascello per la gloria dei Maegon.
-...Pedro Cristòbal da Gama...
- PIEGATEVI.
-...ma lei può chiamarmi...
- AMMIRAGLIO!!!

Urlò il nome di colui che credeva essere ormai il loro salvatore, la loro unica speranza di sopravvivere a Iανός e di uscire vivi per raccontarlo; ma si sentì improvvisamente fiacca, debole come un giunco, incapace persino di reggersi sulle gambe.
Sarebbero morti là, tutti quanti!
Sarebbero morti e nessuno l'avrebbe saputo; e così si sarebbe concluso il suo viaggio, con un nulla di fatto! Un grande fallimento, per la soddisfazione di tutti coloro che l'avevano osteggiata e avevano dubitato di lei.
Una stanchezza atavica calò su di lei come una scure e, piegatasi al suono potente e senza speranza del mostro di scaglie, si aggrappò alla superficie di roccia calcarea mentre l'Ammiraglio le diceva quello che già sapeva.

- Dobbiamo fuggire. Non possiamo sconfiggerlo.
Niente può farlo.


Lo vide imbracciare l'ombrello e puntarlo contro Iανός. Rise, perché niente avrebbe potuto fermarlo.
Cercò di difendersi come poteva, ma più per istinto che per reale convinzione. Ecco che cos'era, lo scudo che cercò di porre tra lei e il mostro: niente più di un ombrello contro una tempesta di fulmini e vento.
Vide Aruj e gli si avvicinò: aveva lasciato Gehrman in superficie, ma non avrebbe fatto lo stesso con lui; sarebbero morti insieme, probabilmente, ma scappando.
Anche se il desiderio di buttarsi nelle fauci di Iανός e porre fine a quella lotta impari era forte, non gli avrebbero dato la soddisfazione di arrendersi così facilmente. Lo prese per un braccio e lo guardò negli occhi con quell'imperturbabilità che solo lo sguardo di una donna poteva avere; e, sapendo che l'avrebbe seguita anche se controvoglia, lo tirò a sé mentre guadagnava l'uscita della grotta nell'impulso folle di fuggire, anche se ancora per poco, alla morte che li attendeva.




Cassandra



Mente: 75; Danni equivalenti a un Critico + un Medio; sbigottimento generale, terrore, squilibrio
Corpo: 50; Danni Medi diffusi
Energia: 140
Armi: Spadino; Arco lungo [15/15]

Passive attive:

» Fascino: Le sirene sono in grado di esercitare un'influenza tale sulle altre creature da essere in grado di condizionarne la volontà semplicemente con la loro presenza. Possono emanare un'aura attorno a loro influenzando qualunque creatura nei dintorni, inducendola a non contraddirle o a seguirle, o ancora a temerle.
Ciò si traduce in un'influenza psionica passiva che spinge le vittime a fidarsi di loro e ad accondiscenderne le richieste, anche quando queste comprendano azioni dannose o pericolose.
(Numero di utilizzi: 6)
[Passiva Affascinare Talento Lv 1]

Attive utilizzate:

» Mente di Ferro: Grazie al suo addestramento ferreo Cassandra è in grado di schermare la propria mente in modo da prevenire o dissipare completamente i danni di una malia psionica nei primi momenti in cui cerca di indebolirne le volontà.
[Abilità personale 2/25, Difesa Pionisca, Consumo Medio, Mente]

Riassunto: Per limitare i danni della tecnica e l'istinto di darsi in pasto a Iavoc, Cassandra usa la sua difesa psionica e poi sfrutta la passiva per avvicinarsi a Aruj e convincerlo a scappare con lei.
Dubito che possa essere in grado di fare altro, in simili condizioni e dopo aver subito tanti danni mentali, quindi conclude la sua azione cercando di raggiungere l'uscita della grotta.

Note: -
 
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view post Posted on 29/7/2015, 21:59

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Iανός ~ Impero, Oceano di Zar



"Aruj..! Come hai fatto a..."
Cassandra, la naufraga ragazzina con cui era arrivato lì, gli parlava ma Aruj non aveva occhi che per la statua di drago. Di un rosso scintillante, sembrava quasi potersi animare da un momento all'altro, i dettagli la rendevano quasi viva.
I suoi compagni si fermarono, come impalati sul posto ma Aruj non aveva orecchio che per quella voce, che riempì la caverna, una voce profonda e antica che sovrastava persino i pensieri del nano.

"sono giunto alla consapevolezza che nascondiate qualcosa di interesse, fra le macerie del mio impero."


Possenti artigli si poggiarono sulla statua color rubino, strisciando sulla superficie. Passando lo sguardo sull'enorme zampa, continuando su, su, per quell'arto mastodontico, fino ad arrivare ad un corpo ricoperto da un'armatura di scaglie, il pirata infine lo vide.

"senzascaglie."


La più bella cose su cui occhi di nano si fossero mai poggiati e la più terrificanti, una figura ingombrante a tal punto da limitare il campo visivo con la sua sola presenza. La sagoma rettiliforme e serpentina di quell'essere fu marchiata a fuoco nei ricordi di Aruj, un'immagine tremenda che mischiava realtà e sogno.
Era la prima volta che ne vedeva uno ma, in quelle scaglie, in quel muso, in quelle zampe, in quegli occhi riconobbe un drago. Era come nelle leggende dei tempi antichi, quelle di prodi combattenti che si scagliavano contro le bestie e sconfiggevano il male.

"ciò non scusa il disordine che avete provocato alla soglia del mondo, ma perlomeno rende onore alla vostra scelta di offrivi a me... e mi conferirà delle basi su cui erigere il nostro terzo impero. il mio nome è Iανός;"


Perchè mai avrebbe dovuto battersi contro una creatura tanto straordinaria?
L'imponente figura e la voce che risuonava antica come il mondo, un essere dall'infinita saggezza e conoscenza; non bisognava combattere ma inchinarsi difronte a tale magnificenza. Il sol guardare la sua corazza color della sabbia, riportava alla mente del nano la propria patria; non si combatte contro la propria patria, la si difende, ci si sacrifica per lei.
Mai il pirata, il prode capitano che ha voltato le spalle a Qashra e rinnegato la dimora paterna, avrebbe pensato una cosa del genere, se non in quel momento, se non difronte Ιανός. Da dove provenisse quell'insensato impulso di gettarsi fra le fauci del drago, donandosi in tutto e per tutto, il nano non la comprendeva del tutto ma, in lui, era forte il conflitto.

"ciò non scusa il disordine che avete provocato alla soglia del mondo, ma perlomeno rende onore alla vostra scelta di offrivi a me... "


Sottomettersi, rinunciare a qualunque libertà, qualunque desiderio o ambizione, non era da lui. Dovette aggrapparsi ad ogni ricordo, ad ogni briciolo di orgoglio che gli rimaneva per riuscire a resistere alla suadente voce del drago e, nonostante gli sforzi, non sembrava sufficiente. Ad ogni parola del drago, la memoria del nano si faceva sempre più disordinata, i pensieri s'accavallavano e sfuggivano via, come fumo fra le dita. Concentrarsi, risultava per lui sempre più difficile e non sembrava esserci scampo a quella tremenda sentenza.

"...e mi conferirà delle basi su cui erigere il nostro terzo impero."


Quella proposta, sentirsi parte di un progetto più grande, far parte di qualcosa, non esser più un un reietto, appariva tutto così interessante. Poteva abbandonare tutto così? Morire, sacrificarsi per quel tiranno, arrendersi a lui, sembrava essere l'unica possibilità, l'unica vera via d'uscita. Neanche al cospetto di Rainer o Zoikar s'era sentito così piccolo e insignificante, neanche alla vista dell'Abisso personificato aveva provato quel miscuglio d'emozioni. Aruj che era sopravvissuto a mille tempeste, Aruj che era stato libero, Aruj che aveva sempre combattuto, si stava per arrendere.

"PIEGATEVI"


E il nano obbedì.
Cadde in ginocchio, la testa bassa e i denti stretti, i pugni che sbattevano contro la fredda roccia. Il corpo reagiva in preda ad una rabbia innaturale, una rabbia che era assente nel cuore del pirata, ormai consegnato nelle mani del nemico. Eppure, una piccola parte ancora razionale di quel cervello macchinoso ancora combatteva, ancora desisteva e si dimostrava incapace di capitolare. Una vocina lontana che riusciva a farsi sentire al di sopra di quella del drago.
Ne era certo, sarebbe morto lì. Tutto di lui sarebbe finito, in quella caverna, divorato da quel drago. Tutto, tranne quel barlume, quella vocina. La sua indole era ridotta ad un frammento, era piccola e fragile ma era l'unica cosa a cui poteva aggrapparsi, l'unica cosa che valeva la pena di avere.
Così, con lo spirito spezzato, il nano si lasciò andare. Sbraitava, sbatteva i pugni, cercando di resistere alla malia del drago, inutilmente. S'aggrappò alla monumentale statua rossa, gli occhi lucidi che si stringevano a trattenere le lacrime ma che, nonostante tutto, le lasciarono cadere una.
Tutto quel tempo trascorso a cercare di costruire qualcosa, invano.
La mano tesa di Cassandra, però, era lì pronta per Aruj o, per meglio dire, la ragazza risultò avere molto più spirito e coraggio del pirata, riuscendo a trascinarlo fuori da quel buco infernale, in cui Iανός s'era andato a rintanare... Quello creato nella sua stessa mente.
Fu lo sguardo della strana ragazza a risvegliare quella parte assopita della testa del nano, quella che gli diceva di combattere. Nei suoi occhi, vide un'amica, vide Azzurra e ricordò una promessa fatta tempo addietro. A volte è bello avere ricordi a cui aggrapparsi nei momenti più bui; spesso i ricordi possono tener in vita.












Aruj Shadak

Status fisico: 75%
Status mentale: 15%
Energia: 120%

Passive in Uso: N/a

Attive in Uso: N/a


Riassunto/Note: N/a.



 
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view post Posted on 31/7/2015, 11:49
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i α ν ό ς

— m o l t o t e m p o p i ù t a r d i —

1obsyM0


Non esiste una buona maniera per fare le condoglianze. Ci si ritrova sempre lì, a rigirare le dita nelle tasche e la lingua sul palato, indecisi sulla familiarità delle parole che si stanno per pronunciare, trattenuti dall'impulso di fuggire e fare finta di niente. Aleksjéj, per sua fortuna, era incappato in quelle circostanza talmente tante volte da assumere i toni di un vero e proprio modaiolo dei compianti: aveva l'abilità di penetrare nel cuore delle persone solamente fin dove loro volevano che penetrasse, e lì vi lasciava consolazioni gentili e rispettose; un gesto che compiva con naturale delicatezza, quasi come se la ragione primigenia della sua esistenza fosse proprio quella di consolare chi è rimasto in vita.
Con Jahrir, però, era difficile.
« Mi dispiace per Shaelan. » disse con voce ferma e tono misurato, mentre il nano gli serviva uno sporco tè nero. Prima di afferrare la tazza di peltro si tolse i braccialetti d'oro e denudò i suoi polsi sottili: non voleva turbare l'amico provocando più rumore del necessario. La bevanda gli fece contrarre la lingua, da quanto era amara.
Jahrir non rispose. Continuava a dargli le spalle e ad affaccendarsi per tenere impegnate le mani, pulendo la stufa e controllando che il fuoco non si spegnesse, o regolandone la fiamma di modo che la teiera non schizzasse acqua bollente dal becco. Aleksjéj non poté fare a meno di chiedersi quanto di quel silenzio dovesse tradurre in ostilità nei suoi confronti: era stato il suo intervento a spingere il Kahraman a impegnarsi nella lotta contro l'Ahriman, ed era stato quell'impegno a condurre alla morte di sua moglie.
Attese educatamente che l'altro gli rispondesse, ma dopo due interi minuti di inadeguato silenzio pensò di cambiare discorso.
« È un ottimo tè. »
Fu a quel punto che Jahrir si voltò, rivolgendogli un'occhiata indecifrabile che conteneva al suo interno astio, dolore e incredulità in parti uguali. Non covava alcun desiderio di conversazione, e men che meno gli interessava il sapore del tè. Non che Aleksjéj avesse mai creduto di poter instaurare una discussione sulla varietà delle tisane dell'Akeran; semmai, sembrare più sciocco e indelicato di quanto non tendesse a essere in natura era stato un tentativo efficace di spezzare l'armatura dell'amico.
Jahrir capì quel gioco e contrasse il viso in una smorfia di rabbioso disgusto. « Farò un altro tentativo nel Bekâr-şehir. » sentenziò, cambiando prepotentemente discorso e dando nuovamente le spalle all'altro. « Tu che cos'hai scoperto? »

« Molte cose. » Aleksjéj poggiò con delicatezza la tazza vuota sul tavolino, corroborato dalla bevanda calda. « Anche se devo dire di non ricordare quasi nulla di quel giorno. »
« Iανός potrebbe costituire sia la nostra salvezza che la nostra distruzione: è semplicemente invincibile. »
Con misurata eleganza, prese a indossare nuovamente tutta la sua tintinnante chincaglieria, scuotendo leggermente la testa perché i capelli non gli cadessero davanti al viso.
« Fin da prima della sua nascita, è stato selezionato dai Feziali fra i Kaizari perché divenisse l'arma più potente dell'impero Maegon. Non era ancora venuto al mondo, quando i più potenti stregoni e negromanti dell'antichità avevano già iniziato a modellare la sua esistenza, disegnando intricate trame di incantesimi sul suo uovo. Sul suo corpo pesa una magia antica migliaia di anni, che non ha fatto altro che maturare fino a oggi, crescendo nella sua intensità. Questa l'ha reso immune alla corruzione - anzi, la Tentatio stessa sembra ritirarsi in sua presenza - e immortale, nonché ha dato alla sua presenza la peculiare capacità di far impazzire chi passa troppo tempo nelle sue vicinanze, rendendolo un suo inconsapevole schiavo. Ti basti pensare che l'intera comunità dell'isola in cui si era rifugiato aveva dimenticato le proprie origini, e fondato una nuova collettività che si risolveva nel procurargli continuamente cibo e tesori, gettandoli nel lago al centro del villaggio. »

« Tutto ciò, unito alla forza mostruosa della sua razza e all'addestramento ricevuto nel corso della sua lunga vita, l'ha reso semplicemente imbattibile. In quanto a puro potere combattivo, temo che non esista nulla in grado di fronteggiarlo, né su Theras, né nel Baathos, né nell'Oneiron. Se le mie valutazioni sono corrette, spazzerà via l'Ahriman come una bambola di pezza. »
Aleksjéj prese un respiro profondo e allontanò una ciocca di capelli da davanti gli occhi, spingendola dietro all'orecchio con un dito e facendo tintinnare i braccialetti intorno al polso.
« La nostra fortuna sta nel fatto che pare odiare l'Ahriman più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non ci sono dubbi su un suo intervento, quando decideremo di attirare il signore dei demoni allo scoperto. Sono anzi convinto che ci stia sfruttando per questo specifico scopo, pianificando le sue mosse e attendendo fra le pieghe dell'oceano il momento giusto per colpire. »
Jahrir corrugò la fronte, infastidito sia dal tono calmo dell'amico che dal rumore di tutta la sua chincaglieria.
« La nostra sfortuna, invece, sta nel fatto che pare odiare qualsiasi razza non Maegon, e che sia ossessionato dall'idea di restaurare l'impero del suo popolo. Tornare su Theras dopo migliaia di anni e scoprire la sua terra in mano agli "schiavi" delle sue genti deve aver avuto un forte impatto sulla sua psiche. Non è aperto ad alcuna trattativa e ci considera solamente dei nemici secondari rispetto all'Ahriman. »
« Qual'è il piano, dunque? » chiese il nano secco, senza corredare la domanda con alcuna delle sue tipiche esclamazioni.
« Il piano non cambia. » rispose Aleksjéj, sorridendo cortese. « Soltanto, dovremo tenerci pronti a rivolgere l'esercito contro un secondo nemico, dopo la sconfitta dell'Ahriman. Io non potrò scendere in campo contro il signore dei demoni, poiché esso mira alla mia corruzione... » ed evitò accuratamente di chiamarlo con il nome di sua madre. « ...ma mi terrò pronto a combattere Iανός, anche se la mia forza, da sola, non sarà sufficiente a sconfiggerlo. Ho già avuto uno scontro con lui sull'isola dove si era rifugiato, quando l'ho raggiunto per parlamentare, e ne sono uscito distrutto. Mi ha ucciso, in effetti. »
Jahrir prese la tazza vuota di Venatrix e iniziò a pulirla, assumendo un tono genuinamente incuriosito.
« E come hai fatto ad andartene, scusa? »
Venatrix chiuse gli occhi e venne scosso da un piccolo riso al ricordo di quell'avvenimento. « A dirla tutta, è una storia incredibile. » disse in un soffio, stupito dalle sue stesse parole. « Quando ho riaperto gli occhi, mi sono ritrovato su una zattera trainata da centinaia di pesci, che si stava allontanando rapidamente dall'isola. Con me c'erano tre uomini-pesce, un nano e un umano con un cappello a cilindro che piangeva disperatamente, mentre teneva un ombrello aperto sopra di sé e ci riparava dalla pioggia. » Jahrir aprì la bocca come per chiedere qualcosa, ma la richiuse immediatamente con fare altrettanto stupito. « Mi dissero di essere stati loro a salvarmi, e che l'uomo col cilindro - un certo Ammiraglio - era riuscito a teletrasportare tutto il gruppo lontano da Iανός, su quell'imbarcazione di fortuna, chiudendo tutti quanti nel suo ombrello. »

« All'inizio non ci ho voluto credere nemmeno io, ma poi - voltandomi verso l'isola - ho visto lui. »

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« Iανός »

« Gigantesco e deformato dalla rabbia, in una forma in grado di riflettere il suo vero potere, emerso dall'isola come una montagna vivente, non sembrava più nemmeno una creatura di questo mondo. Il suo corpo era coperto di lame ed artigli, la sua pelle venata di potenti scariche di magia antica e il suo viso nemmeno più rettile: semplicemente alieno. La sua voce aveva piegato e spezzato il cielo intorno all'isola - che ormai non era che un insieme di cocci sparpagliati che galleggiavano intorno al busto del Maegon - provocando una tempesta che sbatteva la nostra zattera come una biglia all'interno di una bottiglia quando viene agitata. »
« tutta quella gente... tutta quella gente... »
« Diceva l'Ammiraglio piangendo, sicuramente riferendosi agli abitanti dell'isola, schiacciati e coinvolti dalla trasformazione di Iανός. Ma l'unica cosa alla quale riuscivo a dedicare la mia attenzione in quel momento era la voce del Maegon che, come un Dio incarnato su Theras, provocava tuoni e lampi ad ogni esclamazione. »

6Q392kB

« io sono Giano. »
« strumento dei Feziali. sterminatore di Ahriman. personificazione del mutamento. »

IL VOSTRO MONDO

ESISTE SOLAMENTE

PER ESSERE DIVORATO

DA ME


6Q392kB

Jahrir deglutì sonoramente, spaventato da quel racconto.



CITAZIONE
E così finisce la quest! Con un comodo flashforward in avanti che vi evita il pericoloso confronto con Giano :asd: Venatrix prende un tè con Jahrir e fa il classico "spiegone" coprendo - spero - tutti i punti ancora oscuri sulla vicenda.
Passo alle ricompense:

Innanzitutto mi dispiace per l'abbandono della quest da parte di 0_42. Non mi stava dispiacendo né il suo personaggio, né il suo modo di giocare, al quale mancava soltanto (e qui mi ricollego anche a voi altri) un po' di iniziativa: non sentitevi spaventati dall'attaccare chi vi sta sulle palle, anche andando contro la volontà dei vostri compagni, o di comportarvi in maniera imprevista. Questa avventura voleva darvi totale carta bianca sulla libertà d'azione, che avete sfruttato pochissimo: il più delle volte vi siete limitati a seguire il corso degli eventi senza schierarvi e senza compiere alcun tipo di azione rilevante. Ciò è un vero peccato: se aveste tentato di costruire una zattera, ad esempio, avreste potuto raggiungere Giano tramite una grotta sottomarina che collegava l'Occhio del Dio al mare (naufragando di nuovo, lol); se aveste attaccato il villaggio, avreste scoperto molte delle cose che nascondevano prima che queste venissero svelate; se aveste accettato di mischiarvi al villaggio e fare "il loro gioco" avreste scoperto altre cose ancora. Insomma, vi è mancata un po' di iniziativa... non limitatevi a seguire il corso degli eventi! Il potere di Asgradel è quello di scrivere una storia a più mani. Facciamolo! Influite sulla quest! Potete farlo!
Detto questo:

0_42: 250G forfettari e fascia Bianca, dato l'abbandono.
Ashel: 750G e fascia Verde, con l'ammonizione di cui sopra. Hai dimostrato una buona padronanza del regolamento, dell'italiano e del gioco in generale; non vedo perché non premiarti.
Jedi: 750G
Ray~: 750G

Le ricompense sono naturalmente basse, data la durata della quest. Tuttavia saranno ampliate dalle ricompense di Dall'Abisso, quindi non preoccupatevi. Sarei felice se mi lasciaste un vostro feedback in confronto e... alla prossima!
Fetiales procede verso il finale :zxc:


Edited by Ray~ - 31/7/2015, 16:54
 
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