Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Z ~ Il Cuore del Leviatano

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view post Posted on 13/9/2015, 20:53
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Like a paper airplane


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La Voce del Regno
Chi ben comincia
deve finire l'opera.


I finestrini della carrozza erano velati da pesanti tende scure, come il velluto che ne ricopriva i sedili. Ainwen sedeva da un lato, un velo a celarle gli occhi vuoti, la bambola in grembo. Ogni tanto ne carezzava lentamente il capo, facendo scorrere le dita tra i capelli pettinati in boccoli ordinati. Davanti a lei, il mastro costruttore dell’ambasciata era rimasto in silenzio per un certo tempo, schiarendosi ogni tanto la voce. Non sapeva cosa volesse quella dama, né perché l’avesse fatto chiamare in disparte. Lei non pareva nemmeno guardarlo, adagiata nella propria posizione come se fosse fatta di porcellana.


Noto che i lavori procedono bene”.


Alla fine si era decisa a parlare, e la sua voce era risuonata gelida e inespressiva. Se l’uomo l’avesse conosciuta meglio avrebbe potuto percepire la soddisfazione che traspariva tra le sue parole. Ma era un giovanotto semplice, senza esperienza del mondo etereo della nobiltà, quindi si fece ancora più piccolo al proprio posto, annuendo. Si ricordò all’ultimo che l’Oracolo era cieco.


Tutto va per il meglio, signora”.


Si torse le mani, sperando che lei non decidesse che le serviva un nuovo mastro costruttore. Pensò che quelle labbra sottili parevano fatte apposta per condannare gente come lui. Lei abbozzò un sorriso che sfiorì immediatamente.


Procedete in questo modo. Non fermatevi, non lasciatevi intralciare, non sperperate. In tutta la città il denaro scarseggia”.
La mancanza di denaro non sembrava turbarla molto. L’uomo le rivolse un’occhiata perplessa, chiedendosi dove volesse andare a parare.
Ma non per noi, non per ora. Quindi, se continuerete a lavorare come ora, può darsi che finiremo presto. E sarete adeguatamente ricompensati”.
Ancora una volta non c’era alcuna emozione percepibile nel suo tono, ma le parole furono sufficienti. Il mastro costruttore annuì vigorosamente.
Non ti preoccupare, signora. Vedrai che finiremo esattamente come dici tu. Non sarai delusa”.


Lei gli porse una mano, che lui strinse nella propria, callosa e brunita dal sole. Nonostante un lieve sussulto lei non si ritrasse, ma con la mano libera aprì lo sportello della carrozza.
Lo guardò allontanarsi a grandi passi per esortare i propri uomini e strinse le labbra. Non poteva permettersi un fallimento, non anche in quel caso. Con il piede avvisò il cocchiere che poteva ripartire. Aveva affari ben più spinosi di cui occuparsi.



Le Mani Cieche
Dimmi con che nobile vai
ti dirò quanto idiota sei



Chissà come il Conte Piccardo era riuscito ad assicurarsi degli appartamenti a Ladeca, dove scarseggiavano perfino le abitazioni per gli operai. Li aveva fatti arredare con tappeti pregiati e mobilio che probabilmente utilizzava durante i propri viaggi e sembravano quasi la tenda di un re mercante. Seduto sui morbidi cuscini, la camicia di seta leggera sbottonata sul petto e una tazza di bevanda calda in mano, era perfettamente a proprio agio.


Se me lo permettete, signora, trovo che i nostri nobili abbiano perso l’ago della bussola”.


Ainwen sedeva davanti a lui, affondata nella propria gonna blu notte, la treccia candida poggiata sulla spalla. Non si era velata gli occhi, non per lui, e lo fissava con ostentazione sperando di metterlo a disagio. Davanti a lei, anche la bambola aveva una piccola tazza in mano e le labbrucce aperte parevano sul punto di bere.
Con uno scatto secco, delicato ma violento, fece cozzare la tazzina sul piatto. Perentoria, incapace di contenere la rabbia.


Sono degli inetti. Degli incapaci. Dei pusillanimi. Mi chiedo come li abbiate scelti”.
La sua ira era tale che per un istante le tremarono le mani. Il conte le rivolse un sorriso divertito. Era evidente che non si sentiva affatto responsabile della situazione.
Sono pur sempre membri dei Pari, my lady di Ardeal. E sebbene non vi conoscano ora si sentono i vostri uomini”.
Lei storse le labbra, sottolineando come l’idea non le piacesse affatto.
È necessario fare qualcosa, prima che finiscano per confessare i propri affari anche a Mark Smith”.


Aveva parlato con voce gelida, sommessa. Si sporse lievemente in avanti. Non sperava in un consiglio di quell’uomo, eppure fremeva per risolvere tutto il più velocemente possibile.


Se posso darvi un suggerimento, signora, penso sarebbe necessario consolidarli dando loro una facciata di comune e buona apparenza”.
Ainwen gli rivolse un sorriso sprezzante.
Un asino non sarà mai un pavone, nemmeno se gli inchiodassero delle piume addosso”.


Poggiò la tazza sul basso tavolo circolare. Nonostante tutto sapeva che l’idea del Conte Piccardo era buona. Era necessario che quegli incapaci trovassero una maschera da indossare, qualcosa di semplice e che le consentisse di muoverli da vicino.
La risata dell’altro era calda. Battè le mani in segno di apprezzamento.


Osservazione sagace, signora. Ma i nostri nobili per quanto possano apparire confusi hanno dalla loro una grande quantità di denaro. E di capacità di vivere in società”.


La guardò negli occhi e la bambola guardò lui. Ainwen si domandò se quel discorso fosse preparato, se non fosse lui che, in realtà, cercava di manipolarla. Poggiò le mani in grembo, stringendole una nell’altra per calmare la tensione. Non sarebbe arrivata da nessuna parte a quel modo. Per impedire che i nobili le sfuggissero dalle dita come sabbia avrebbe dovuto ingabbiarli uno per uno come mosche in una ragnatela.
Ugualmente stupidi. Forse più utili. Ma come?
Pensò al denaro che avevano da offrire, alla città annaspante. A tutti i progetti che si fermavano come ingranaggi arrugginiti. Agli altri nobili.
Un sorriso sempre più ampio le si allargò sul volto.


Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, Conte, la vostra idea non è per nulla male”.
Dunque seguirete il mio consiglio?
Lei chinò lievemente il capo, raccogliendo nel frattempo la propria bambola.
Non io. Loro lo faranno. Ricordate, Luciano Piccardo. Loro seguiranno il vostro consiglio. Il mio ordine. Il vostro nome, ma la mia volontà”.
Ardita”.
Provò quasi disgusto per il tono con cui lui le si rivolgeva. Sospirò.
Come preferite. Purchè, quando vi servirò la prossima mossa come uno scudiscio, voi lo usiate per riportare tutti quei pecoroni all’ovile”.
Si alzò, concedendogli un sorriso divertito.
Abbiamo abbastanza ovini a Ladeca. Li avvisi che la prossima tosatura farò rotolare a terra direttamente le loro teste”.


_______________


L’ospedale emanava un cattivo odore, che le ricordava i giorni della propria malattia. Ogni tanto gemiti spezzavano il silenzio, ma per la maggior parte del tempo era riuscita ad udire solo il rantolo di respiri spezzati. Per quanto gli inservienti si impegnassero, non vedeva alcun segno di speranza tra quelle mura.
Per i malati, per quelli che sarebbero diventati i mutilati, i reietti o i moribondi, non ne esisteva alcuna. Anche lei era stata una di loro, quindi non si faceva alcuna illusione. Si strinse nel mantello scuro, il cui cappuccio le celava completamente il viso. Le mani guantate scivolarono lungo le casse che avevano contenuto materiale medico. Vuote. Coperte da un lieve strato di polvere.


Desidera?”


Non sapeva chi fosse l’uomo che aveva davanti, con la fronte imperlata di sudore e le mani calzate in guanti di stoffa. Dalla veste bianca che indossava avrebbe potuto essere un medico, ed era questa impressione a bastarle.


Riferirete a chi comanda qui un messaggio”.
Signora, questo è un ospedale, qui…


Si strinse nelle spalle. Essere giunta di persona la esponeva al pericolo di essere riconosciuta. Ma mandare un altro avrebbe significato mettersi nelle mani di quegli imbecilli dei suoi nobili. Non le interessavano le obiezioni di quell’uomo, le interessava di concludere tutto il più in fretta possibile.


Riferirete che un gruppo di Pari, che vorrebbe per ora restare nell’anonimato, ha ritenuto che questo ospedale sia fondamentale per Ladeca”.


L’altro taceva e lei seppe di aver conquistato la sua attenzione. Sospirò di sollievo: se lui le avesse fatto altre domande o si fosse avvicinato avrebbe dovuto obbligarlo ad obbedirle.


Data la difficile contingenza economica hanno deciso di stanziare dei fondi per aiutare queste povere anime”.
Storse la bocca, lieta che lui non potesse vederla. Da una tasca interna del mantello estrasse una pergamena arrotolata.
Qui troverete la cifra e i nomi dei Lord da cui potrete esigerla. Vi prego di consegnarla al vostro responsabile senza leggerla”.


Sogghignò. Certo che l’avrebbe letta, lui e tutti quelli che ne fossero stati capaci. E avrebbero rivestito i nomi dei suoi grassi, tronfi nobili di una patina di pietosa bontà. Li avrebbero elevati sopra gli altri per simpatia e generosità, facendo di loro degli esempi, unendoli sotto un’unica bandiera. Perfino degli idioti come quelli avrebbero guadagnato un po’ di respiro e forse avrebbero imparato qualcosa.
Pensò al conte Piccardo e si chiese che discorso avesse dovuto fare a ciascuno di loro per ottenere quella firma. Sperò che avesse piantato almeno una lama al centro delle loro preziose tavole imbandite, ma ne dubitò.


Signora, io…
Il medico prese la pergamena, le loro dita si sfiorarono. Lui si fece avanti.
Io vi prego di trattenervi il tempo necessario…
La mano di lui le si strinse attorno al polso. Si domandò perché tutto dovesse essere sempre così complicato.
Non ho tempo di trattenermi e voi non avete tempo da perdere. Della gente muore qui dentro”.


Si divincolò con un gesto deciso e uscì rapidamente dalla porta. Lungo il corridoio un paziente, con indosso una lunga tunica candida, si dirigeva verso uno dei reparti. Si fermò per un istante, rivolgendo gli occhi di porcellana della bambola verso di lui. Qualcosa in quel volto pallido le era familiare. Aggrottò la fronte.
Ma in fin dei conti non aveva tempo da perdere. Avvolgendosi nel mantello si dileguò nella strada trafficata.







CITAZIONE
Posto per i miei due progetti:

1. Ambasciata: faccio semplicemente presenza raccomandando agli operai di proseguire senza stupidaggini.

2. Mani Cieche: i nobili corrotti si sono rivelati degli inetti. Quindi Ainwen e il png Conte Piccardo cambiano strategia. Convincono i nobili ad unirsi per una causa comune: donare tutti dei fondi all'ospedale (spendo 1 PP per questo). Per questo motivo consegna ad un medico una pergamena da consegnare ad Azzurra, con nominativi e denaro donato. Il gesto nasconde una strategia: se il medico, come prevedibile, spargerà la voce sull'accaduto, i nobili corrotti guadagneranno una maschera di affidabilità e bontà. Passeranno per dei benefattori e questa etichetta li unirà impedendo che scappino o cerchino di dissociarsi. Al tempo stesso consentirà ad Ainwen di controllarli e di evitare che vengano arrestati o fermati con accuse (vere o false) che li mettano in cattiva luce.
Ainwen stessa, donando a propria volta denaro all'ospedale, mira a mescolarsi tra i nobili corrotti nell'anonimato, per riuscire a condurre meglio le loro azioni fino ad adesso prive di un solo scopo e semplicemente controproducenti.

 
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view post Posted on 13/9/2015, 22:09
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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I Regni del Leviatano - Campagne di Ladeca
«Vox Populi»

La cena sta procedendo più o meno come me la sono immaginata. Chiacchiere di ogni sorta mescolate a schiamazzi e canzoni cantate dai toni più stonati delle campane di una cattedrale. Il tutto avviene ovviamente nella dimora dell'Orso, una massiccia casupola che spunta al di sopra delle altre già quando ci si avvicina in lontananza verso il centro del villaggio. A detta dell'orso furono i suoi avi, di cinque o sei generazioni fa, a costruire quella casupola che col tempo divenne una casetta di tutto rispetto. La sola sala da pranzo è grande abbastanza per ospitare pressappoco ogni agricoltore, allevatore o pastore presente nella zona. Al centro della stessa un grande tavolo di legno, spesso come due porte e lungo abbastanza da poter sfamare una trentina di persone con quanto cibo ci si potrebbe mettere sopra. Ed in effetti il cibo è l'ultimo dei problemi, qui. Ognuno ha portato qualcosa di suo: verdure, patate, fagioli e addirittura un cinghiale preso giusto stamattina dall'Occhio. Io dal canto mio ho speso buona parte del pomeriggio a raccogliere bacche, che la moglie dell'Orso trasformerà in gustosa marmellata con cui darà vita ad una delle sue leggendarie crostate. Più di qualcuno mi si avvicina, incuriosito dalla nuova arrivata e da quel piccole gregge giunto da nord. Non posso certo dargli torto, ora che buona parte della cittadinanza si preoccupa di attività quali artigianato e commercio, schifando qualcosa di semplice come l'agricoltura e l'allevamento. I nuovi arrivati però sono ben accetti, inoltre se si considera la mia taglia non c'è da sorprendersi se più di qualcuno si sia dimostrato così protettivo nei miei confronti. L'Orso però non ha fatto venire tutti qui per una semplice cena, per niente, stasera si discutono cose molto importanti in merito a quanto sta accadendo alla vicina Ladeca. La crisi economica non ci ha colpiti, merito soprattutto della nostra posizione nella piramide economica. L'Orso si alza dalla sua sedia, posta a capo della tavola, ed in pochi istanti ogni chiacchiera o schiamazzo tace. Tutti gli sguardi sono rivolti verso di lui, tutti pronti ad ascoltare cosa ha da dire.



« Ringrazio voi tutti per essere venuti in mia dimora questa sera, e spero che tutti voi abbiate apprezzato questo spuntino che la mia dolce mogliettina ha provveduto a predisporre per tutti noi. » Alle sue parole la maggioranza dei commensali sollevò il proprio boccale dal tavolo, buttando giù l'idromele rimasto in essi e sbattendo rumorosamente lo stesso contro la superficie legnosa. L'Orso sorrise soddisfatto al loro gesto, continuando col suo discorso. « Ma come tutti voi sapere, stasera noi tutti qui per discutere di quanto sta succedendo a Ladeca. No sappiamo ancora perché, ma qualcuno sta iniziando a gonfiare prezzi come stomaco di mucca con blocco. Nessuno fra i presenti ha mai venduto sue cose a prezzi disonesti, eppure in città gente muore di fame. Occhi qui si dirige spesso a Ladeca per vendere sue pelli e carne, senza chiedere mai più di quanto non abbia bisogno per suo benessere. Eppure prezzi di artigiani così alti che durante ultimo viaggio persino far riparare arco è costato lui quasi doppio di quanto non costasse prima. »

« Si cioé, so anni che venno a robba mia a sti stronzi de citta. Cioè ma che je preso così de punto n'bianco de mettese a arza i prezzi come niente? Ce stanno i regazzini che morono de fame, ce sta pure n'ospedale la ma co la poca robba che se ritrovano fanno prima a fallo diventà n'negozzo da cassamortaro. Mortacci de sti stronzi, ye frega più de li sordi che della vita dea gente. » Massimo "Occhio" Sparvieri, formalmente un membro della Guardia Insonne, si è trasferito qui dopo la fine delle ostilità e fa uso dei suoi talenti da ranger per cacciare e vivere una vita agiata dopo anni di conflitto. Corti capelli neri ed una barba ispida, orbo all'occhio sinistro, una ferita di guerra. La cosa buffa è che in realtà arriva da tanaach, come da a capire il suo accento. ha servito la guardia solo in qualità di mercenario, approfittandone per imparare le loro arti nel mentre. « Cioè orso, io a sti fii de na mignotta nun je vojo venne mano e budella dell'animali che scanno. Mortacci loro, è già tanto se je scatarro dentro a n'occiho per quanto fanno schifo. »



Le parole di occhio disgregano il silenzio presente nel salotto, facendolo precipitare nuovamente nel caos. Non un piacevole caos carico di battutine e canzoni da paese. Questa volta ognuno esprime il suo sdegno nei confronti del Re, dell'individuo che avrebbe dovuto far risollevare questo regno con l'aiuto del suo popolo. No, con la guida del suo popolo. Ed al popolo importa veramente qualcosa di un grosso palazzo, quando il popolo stesso è il primo a fare la miseria? Anche se decido di mantenere il mio contegno, non posso dare torto a nessuna delle loro parole. ladeca doveva essere l'esempio fulgido della dottrina di Zeno, di come il popolo avrebbe finalmente avuto la pace che meritava dopo che decenni di conflitti intestini avevano diviso più e più volte il regno. Ed ogni volta chi se non il popolo era quello che doveva pagare il prezzo più alto per le smanie di potere dei ricchi e dei potenti. Anche orso se ne sta in silenzio, lascia che ognuno sfoghi la sua rabbia ed il suo sdegno, attende più di qualche minuto finché ognuno non si è calmato. la bottiglia di idromele passa di mano in mano, i boccali si riempiono e gli animi si svuotano di ogni peso. Con la calma ora ristabilita, l'Orso continua il suo discorso.



« Esatto, città è in rovina ancor prima di sorgere, per colpa di persone che preferiscono soldi a felicità di popolo. Però noi siamo popolo di Leviatano, noi siamo fulcro di potere e se noi voluto potere ora noi prende responsabilità. Se Re no fa niente, allora noi primi a fare qualcosa, io dico! Se denaro è così importante per avidi negozianti, allora noi smette di vendere a chi gonfia prezzi. Da oggi in poi venderemo nostri prodotti solo a persone giuste, lasciando gli altri a fare fame così come loro lascia altri a fare fame! » I presenti si guardano l'un l'altro, in silenzio, annuendosi a vicenda prima di ritornare con lo sguardo sulla figura dell'Orso. « Ricordate, finché noi uniti nulla può spaventare noi, nulla può fermare noi. Noi siamo Popolo di Leviatano, noi siamo padroni di noi stessi. E noi aiuteremo chi no può aiutare se stesso. Mai più popolo soffrirà fame, mai più bambini moriranno perché denaro significa più di vita di altri! Oggi, compagni, noi metteremo fine a torto di avidi mercanti, noi mostreremo altri che nulla deve spaventare loro! »



Farò anche io la mia parte, prima che altre persone finiscano in una cassa di pino per colpa di tutto questo pasticcio. A quanto pare la promessa di un regno libero e giusto, dove il popolo possa finalmente vivere in pace, non è ancora giunta. Però il popolo adesso ha il potere per fare ciò che è giusto, per fare la differenza e far valere la propria voce sugli approfittatori e i meschini. Non sarà facile, ci sarà sempre chi è pronto a intralciare questo sogno in cerca della propria gloria e della propria ricchezza. Ed in tutto questo mi viene in mente una frase, qualcosa che un uomo giusto pronunciò molto tempo fa. E' solo quando il bene cessare di combattere, che il male vince davvero. Ed io non smetterò mai di combattere.






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Riassunto

CS { 0 }

Fisico {75%} ~ Mente {75%} ~ Energie {150%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (6/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (6/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (6/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (6/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (6/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (6/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (6/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (6/6)


Attive:

//






Progetto: Vox Populi
PG/PNG: Odette, Nikolai "Orso" Petrenko, Massimo "Occhio" Sparvieri
Dettagli: Una parte della popolazione legata al livello più umile della catena sociale decide di agire in maniera selettiva nei confronti dei loro compratori, tagliando fuori dal loro giro d'affari tutti quelli che sono noti per aver gonfiato i prezzi, usando i loro stesi prodotti in eccesso per loro stessi formando una comunità unita contro lo strapotere commerciale degli avidi mercanti.


 
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view post Posted on 14/9/2015, 23:21
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Adel-Numèstara, tre mesi dopo.




Ladeca.
Erano passati tre mesi ormai da quando la gente del Dortan aveva "invaso" la città nascente.
La grande crisi che aveva visto Zeno e i suoi Corvi Leici affermarsi su Caino e i nobili della regione era giunta al termine, ma le ferite nel popolo erano ancora aperte e sanguinavano.
Il popolo piangeva ancora la caduta di Basiledra, il faro che aveva guidato il Dortan per secoli, ed ora mentre qualcuno cercava di trasferire la vecchia vita in quella che sarebbe stata la nuova Capitale altri, forse i più coraggiosi, scommettevano su un nuovo inizio e la città vedeva nascere ogni giorno Gilde o carismatici leader.
Montu, dal canto suo, faceva parte di quella frazione della popolazione che a Basiledra aveva lasciato solo il cuore, quindi ora poteva improvvisarsi nel ruolo che preferiva, cercando un futuro a Ladeca.

Il Demone guardava le campagne aprirsi intorno a Ladeca: i contadini tornavano alle loro case con il tramonto alle spalle. Tre mesi prima aveva attraversato quei campi quando il Sole era alto nel cielo e gli uomini vangavano il terreno per renderlo morbido per la semina, e appena entrato in città gli si era presentato un uomo che l'aveva riportato in quel mondo che l'Eterno aveva imparato ad amare; il mondo a cui Kuro l'aveva introdotto, rendendolo l'uomo che era.
-Ehi tu. Si, dico a te. Sei nuovo a Ladeca vero? Hai una faccia familiare però...-
All'inizio Montu aveva pensato al solito venditore di cianfrusaglie, in fondo era improbabile scambiarlo per qualcun altro vista la sua stazza. Rise e decise di dare corda all'uomo, inconsapevole di ciò che stava per iniziare.
-È difficile scambiarmi per qualcun'altro. Sono Montu, abitavo a Basiledra. Tu saresti?-
-Lord Shimmen Kasumaki. A Basildera abitavate soltanto... o che altro? Se siete davvero la persona che ricodo... i giorni dei Lorch sono finiti comunque.-
I Lorch? Strano modo di iniziare una conversazione, dove voleva arrivare il nobile?
-Nessun lavoro a Basiledra, ho sempre preferito viaggiare e guadagnarmi il pane di volta in volta.
E non può che essere un bene la caduta dei Lorch. Ho combattuto per difendere la città quando sono arrivati dal Nord, e ho combattuto mesi dopo per riconquistarla. Spero che Ladeca possa riempire il vuoto che la distruzione di Basiledra ha lasciato in tutti noi del Dortan.-

Shimmen si fece più vicino, come se dovesse confidargli un segreto:
-Ah, ricordavo bene allora. Non eri accanto all'uomo chiamato Kuro quel giorno?-
L'ampio sorriso dell'uomo spiazzò Montu, l'aveva veramente visto al fianco di Kuro durante l'assedio? Si, in fondo era facile, evidentemente anche quell'uomo era nell'esercito della Resistenza. Di certo non sarebbe stato quel particolare a convincere il Demone a sbandierare la sua affiliazione ai Silenziosi Sussurri.
-Kuro... Si, è probabile che tu mi abbia visto accanto a lui; in fondo era il nostro generale. Perchè tanto interesse?-
-Oh, lo conoscevo anche io. In ogni caso se lavoravi con lui potresti essere la pesona che fa per me. Sto cercando gente sveglia, abile a sapere le cose prima degli altri ...
Che ne diresti di lavorare per me?-

Cosa sapeva Shimmen Kasumaki dei Sussurri? Forse conosceva Kuro ma di certo non poteva essere anche lui una spia della Mano, altrimenti Malzhar avrebbe di certo trovato la sua Voce.
-Lavorare per Kuro?-
L'Eterno scoppiò a ridere dissimulando i suoi pensieri.
-Ho sentito fosse un uomo... particolarmente abile in ciò che faceva, ma poco altro.-
Se veramente il nobile intendeva costituire un nuovo ordine di spie Montu doveva farne parte. Il nascente governo era debole, i pericoli troppi... e in cuor suo covava il desiderio di una rinascita dei Silenziosi Sussurri, una pagina che non voleva decidersi a voltare. Forse iniziare a raccogliere informazioni, infiltrarsi nella nuova Capitale sin dalla sua alba poteva tornargli vantaggioso in futuro.
-In ogni caso sembra che io sia l'uomo che stai cercando. Cos'hai in mente?-




Collaborazione con il progetto Adel-Numèstara di vulcano1 (Shimmen Kasumaki)
 
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view post Posted on 15/9/2015, 11:02
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scorpione_zpsah3773pz

Le cose non erano andate come previsto.
L'influenza dei nobili, unita alla clandestinità di alcuni scontri, avevano reso il quartiere attorno il Nido un posto da evitare. Le entrate dell'arena erano calate di picco e gli abitanti di Ladeca - che stava ormai assumendo le sembianze di una vera capitale - evitavano le strade del Nido come la peste. Ad eccezione di Olafur, però, nessuno sembrava essere davvero intimorito dalla cosa. Erano passati più e più volte per quella fase ed erano sempre riusciti a risolvere qualsiasi problema. L'elfo però sembrava agitato - come sempre, del resto - e non era poi così sicuro che sarebbero riusciti a risolvere quella complicazione, non quella volta. Del resto, lo Scorpione non aveva mai agito in una città così grande, prima di allora e la cosa spaventava Olafur non poco che, però, era deciso a farsi perdonare. Del resto la prima settimana non aveva fatto nulla per aiutare lo Scorpione a causa di una forte febbre.
Si sarebbe occupato lui di risolvere quei problemi.

La prima tappa sarebbe stata la banca.
Losegh aveva più volte sottolineato l'importanza di ricevere dei finanziamenti per l'amministrazione del Nido e nei tre mesi che erano passati dalla costruzione dell'arena, all'interno di Ladeca si era fatta strada un'associazione di interessi che il nano aveva individuato come una papabile fonte di assicurazione per il Nido, che doveva ricoprire non poche spese.
Lo stesso si era messo quindi in contatto con la struttura, fissando un appuntamento con il suo direttore.
L'incontro fu breve e conciso, come ci si aspetta da un titolare di una banca. La struttura finanziaria avrebbe permesso all'arena di acquisire dei fondi dalle loro casse in cambio di una percentuale di interesse sulle attività del Nido: combattimenti, scommesse, eventi. La banca avrebbe risucchiato parte di tutti gli introiti dell'arena, in cambio di un ricco finanziamento che avrebbe permesso allo Scorpione di non incorrere in problemi finanziari - che, almeno per quel momento, non avevano gravato poi molto sulle loro spalle; erano piuttosto stati portati ad agire dall'isteria di Olafur, che si preoccupava di finire del tutto il denaro.

Secondariamente, invece, si sarebbe occupato della sicurezza del quartiere.
« Fammi capire bene.
Dovremmo impedire ai tuoi cavalieri di partecipare clandestinamente alle battaglie dell'arena in cambio di una protezione perenne di questo quartiere.
»
Si era presentata negli uffici di amministrazione dell'arena la combattente che aveva dato vita al nuovo ordine di cavalieri di Ladeca. Alcuni membri del suo ordine erano stati coinvolti in scontri clandestini all'interno dell'arena, tradendo completamente gli ideali cui avevano giurato fedeltà assoluta. La ragazza dai biondi capelli e dallo sguardo di ghiaccio non sembrava affatto turbata dalla situazione. Al contrario, sembrava solo determinata a stringere quell'accordo.
« Uhm.. sì, sì, si può fare. Ultimamente la gente ha quasi paura ad avvicinarsi al Nido. »
Olafur annuì più e più volte, perdendosi in pensieri sulla direzione assunta dal Nido.
« Per quanto non mi piaccia l'idea di avere un'arena in città, preferisco che almeno il quartiere sia sicuro, e che nessuno dei miei si invischi, piuttosto che lasciare tutto alla sbando. Vinciamo tutti e due, non credete? »
« Vince la città, di sicuro.
Ed è questo il nostro interesse.
»
Era sincero. Indipendentemente dai piani che lo Scorpione aveva per la nuova capitale, a tutti loro interessava che la stessa crescesse al meglio delle sue possibilità.
« Vogliamo che la nuova capitale possa splendere di una luce nuova. »
« Siamo d'accordo.
Se qualcuno dei miei prova a fare il furbo voglio che mi riferiate immediatamente l'evento. La punizione sarà esemplare.
»
La donna tese la mano all'elfo, che la strinse con poca convinzione.
« Senz'altro. »

L'elfo non perse tempo.
Non appena la donna uscì dalle sale dello Scorpione, Olafur fece controllare l'intera arena alla ricerca di eventuali membri dell'ordine dei cavalieri; inoltre, comunicò ufficialmente che in nessuna maniera, se non ufficiale, i cavalieri avrebbero potuto partecipare agli scontri del Nido.

L'ultima cosa da fare - e per questo si rivolse agli altri membri dello Scorpione - era pubblicizzare la nuova facciata dell'arena. Una facciata sicura e piena di risorse - specie quelle monetarie.
Ancora una volta, quindi, ogni membro dello Scorpione si mosse nella direzione a lui più congeniale.
Dooku informò i combattenti, Novodane il basso popolo e Arnalds e Cleira la nobiltà.

« Venite, gente, venite!
Venite ad assistere agli scontri più entusiasmanti dell'intera capitale, nel quartiere più sicuro di tutti!
Venite!
Il Nido vi aspetta.
»


Spendo 2 PP.
1. Mi metto in affari con la banca; questa concede un grosso prestito all'arena, in cambio di un tasso di interesse - il 5% - su tutti gli scontri, le scommesse e le attività "legali" dell'arena.
2. L'ordine dei cavalieri di Azzurra si impegna a sorvegliare costantemente il quartiere dell'arena in cambio di una proibizione e di un controllo all'interno della stessa affinché i cavalieri dell'ordine non possano partecipare alle sue attività, se non in veste ufficiale.
 
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Il Sacerdote di T'al.

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I suoi pensieri furono però interrotti da un uomo che arrivato accanto al Demone si schiarì la voce.
Montu si voltò e vide un uomo molto esile, poco più che un ragazzo forse, avvolto in un leggero abito nero e con il cappuccio a nascondergli appena il viso.
I suoi occhi neri riflettevano il Sole morente, e gli ultimi raggi illuminavano appena i lineamenti delicati e i capelli color del vino.
-La terra è un dono per cui spesso smettiamo di ringraziare. Gli uomini amano il frutto e dimenticano l'Albero, lodano la terra ma non il suo Creatore.-
Montu rimase in silenzio, sicuro che il discorso non era certo finito lì.
-La grandiosità del Sole dovrebbe aprirci gli occhi riguardo la nostra irrisorietà.-
-Sei un Corvo?-
L'uomo sembrò ignorare la domanda.
-I Dodici governano ogni aspetto della vita e della morte, proteggono o condannano gli uomini, eppure così pochi cercano la salvezza.-
-Ho visto uomini fare cose indicibili, e nessuna divinità è intervenuta per impedirlo. Ladeca è il risultato di azioni scellerate che non sono state guidate da nessuno se non dalla folle mente dell'uomo.-
-Ladeca nasce per dare un futuro anche a chi non aveva modo di costruirlo in altri luoghi. La distruzione di un simbolo non è forse un sacrificio accettabile affinchè gli uomini possano tornare ad essere uomini? Questa città non è forse il più grande segno di perdono che i Daimon potessero concederci? Ognuno è libero di rinascere, e il passato, qualunque esso sia, può essere dimenticato.-
-Questa "rinascita" è costata migliaia di morti. Uomini, donne... bambini. Gli abitanti di Ladeca, tu, io... In cosa siamo migliori di tutti quelli che non possono più guardare questo Sole?-
-Il disegno dei Daimon è imperscrutabile ai nostri occhi. Questo è il mondo migliore che potessero consegnarci, ed io gliene sono grato.-
-Sembra più un lavarsene le mani che una risposta vera e propria.-
-Tu non hai fede in nessuno dei Daimon?-
-Quando decideranno qualcosa della mia vita ne avrò. Finchè sentirò che il mio destino è nelle mie mani continuerò a considerarmi libero da questo "dono".
Tu... predichi il culto di Zoikar? Ho sentito che Zeno ha portato il suo carisma a Ladeca e il popolo ne è entusiasta.-

-Il popolo è ipocrita! Si affanna a lodare "Il Giusto" per poi affollare le vie del Nido dello Scorpione, o correndo a soddisfare i piaceri alla Maschera della Pietra Lunare.-
-Sei bene informato su ciò che succede a Ladeca per essere così giovane.-
-Non è una città in grado di mantenere i suoi segreti. Ed io imparo in fretta.-
-Quale credi che sia il Daimon che il popolo di Ladeca... meriti?-
-Un Daimon non è un premio o una punizione per un popolo, e il saggio dovrebbe imparare ad amarli tutti, anche quelli che lottano tra di loro, perchè facce delle stesse medaglie. Ma questa è un'utopia: la mente degli uomini non sarà mai in grado di accettarli tutti.
Ogni momento della vita può essere guidato da un Daimon diverso, e se nell'avanzata società di Basiledra Zoikar poteva essere considerato il Daimon "adatto" ora credo che la popolazione possa essere pronta per accettare una nuova figura. Io lo vedo ergersi sugli uomini davanti a noi, su chi in città costruisce case per costruire, in realtà, un domani.-

-Chi?-
-Non lo vedi? È davanti ai tuoi occhi. È vita, è morte. È terra ed aria. È T'al, "Il Creatore".-
Così giovane, eppure Montu capì che in quel ragazzo poteva celarsi la saggezza dei grandi uomini.
-Come ti chiami?-
-Il mio nome è Kayris.-
-Io sono Montu. Vieni con me, voglio mostrarti una cosa.-


23xoC


Arrivarono nel quartiere delle nuove costruzioni quando ormai il Sole era scomparso dietro l'orizzonte. Durante il cammino nessuno dei due disse una parola, e il Demone potè pensare più e più volte alle parole di Kayris, e si rese conto che stava per scommettere tanto, forse troppo, su qualcosa in cui in fondo non credeva. Il suo istinto era combattuto, e se da una parte sapeva che il suo pensiero e la vita che aveva condotto fino a quel momento erano "giusti", dall'altra non riusciva a non voler provare ad aiutare quel giovane.
Avrebbe probabilmente perso quello che poteva altrimenti rivelarsi un ottimo investimento, ma se anche Kayris avesse avuto successo a lui la cosa non avrebbe portato chissà quali vantaggi. Lo faceva perchè sembrava dovesse essere fatto.
Si fermarono di fronte ad un edificio ad un piano interamente in legno, il soffitto era basso ma da una delle finestre si poteva intravedere la grande stanza che sembrava quasi essere l'unica della casa.
-Tre mesi fa, appena arrivato a Ladeca, ho comprato due edifici. Sono stato fortunato, visto che nell'ultimo periodo sembra proibitivo perfino comprare del pane. Ora questa casa è tua, ma potrai usarla esclusivamente per aiutare il popolo. Mi sembra perfetta per essere trasformata in un luogo di ritrovo, visto che le camere sono sul retro e per il resto c'è solo questo grande salone che vedi. Nulla di lussuoso, non so nemmeno se possa essere considerato un vero Tempio ma...-
-Va benissimo. Non so come ringraziarti.-
Gli occhi di Kayris si erano riempiti di lacrime e parlò con la voce strozzata dall'emozione.
-Forse un giorno potrai sdebitarti, ma per ora non devi preoccuparti. Non so nemmeno perchè lo sto facendo, ma sento che è la cosa giusta da fare.-
-T'al ti ricompenserà prima che possa farlo io, e il suo dono sarà immensamente superiore al mio.-
-Purtroppo agli occhi del tuo Creatore io sono un abominio. Il dono che ho ricevuto finora è stato quello di non poter conoscere la morte, e so bene che T'al rifiuta questo affronto alla vita.-
Kayris rimase in silenzio, forse non riuscendo per la prima volta a trovare le parole adatte. Non riusciva veramente ad odiare l'immortalità dell'uomo che gli stava dando la possibilità di coronare il suo sogno.
-Fai del tuo meglio. Io ti aiuterò qualora ti servisse qualcosa, ma questa è la tua vita, la tua occasione... cerca di non coinvolgermi.-
Il giovane ragazzo si inginocchiò di fronte al Demone.
-Predicherò tra le spighe di grano, nelle fucine dei fabbri e nei cantieri edili se sarà necessario. Il popolo saprà che esiste un luogo a Ladeca dove adorare T'al, il Creatore!-



Inizio del progetto: Il Sacerdote di T'al
Dettagli: Kayris è un giovane Sacerdote di T'al, Montu gli offre uno degli edifici che ha comprato appena arrivato a Ladeca per portare avanti il suo culto. Il ragazzo inizialmente si sposterà verso gli uomini "protetti" da T'al (contadini, fabbri, artigiani, costruttori) per provare a spingerli verso una frequentazione assidua della casa.
 
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view post Posted on 16/9/2015, 11:40
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Ladeca.
In casa di Hawat Sartaman.
Un mese prima.

Rokuoi,
Spero che tu e gli altri stiate bene e che questo messaggio vi raggiunga. Non ho mai spedito un messaggio tramite la magia ma ho un bravo mago a disposizione e mi ha assicurato che il messaggio arriverà a destinazione nel mio studio, sfruttando i miei ricordi a quanto pare anche se non ho ben capito in quale modo. Troppo complicato e a me non interessa, purchè funzioni.
Come vanno le cose lì a Vallegelida? Dal Nord è tutto tranquillo? Ricordati di mandare i miei auguri di compleanno ai nostri vicini e di far riparare il punte sul torrente, prima che venga la piena. Enteri ti manda i suoi saluti e ti chiede di salutare il suo maestro Oawen se passa: di solito in questo periodo dell’anno è nella nostra zona.


Piccole cose quelle, piccole raccomandazioni ma le riteneva importanti per dimostrare ai suoi uomini ed alla sua valle che Lord Shimmen non si dimenticava di loro anche se era distante e da ormai due mesi impegnato in quella che sarebbe stata la città simbolo del nuovo Regno.

Qui a Ladeca la situazione non è delle più rosee. C’è una grande povertà ed il ristagno dell’economia stà influendo negativamente sulla miriade di lavori partiti con grande entusiasmo. Non dirlo a nessuno ma persino io ho dovuto fare alcune rinunce, curarmi di più di come spendo i soldi. I prezzi di tutto temo che cresceranno sempre, a meno che non si trovi una soluzione ed un omicidio ha fatto scattare Mark Smith verso l’arena ed il quartiere malfamato lì intorno, accusando alcuni Pari di corruzione anche se penso non centrino nulla con questa storia: ha avuto troppa fretta ma comprendo che sia piuttosto oberato di responsabilità, ultimamente.
Il mio progetto va avanti comunque, anche se abbiamo trovato dei concorrenti e dobbiamo capire cosa fare con loro.


Era vero: le Grandi Famiglie, per esempio quella del Conte Leto, non avevano praticamente avvertito le conseguenze dell’aumento dei prezzi e la loro principale preoccupazione era rivolta alle storiche inimicizie tra i vari casati, ed ai recenti scandali che avevano visto l’arresto di alcuni Pari, accusati di corruzione. Molti mercanti e nobili minori invece avevano dovuto dare un giro di vite alle proprie spese, considerando attentamente in che modo investire il proprio denaro e la propria influenza politica. Il popolo, semplicemente, viveva come poteva con le magre risorse ed un lavoro sempre più pesante e sempre meno pagato.
Alcune delle sue spie avevano provato ad indagare su quel vertiginoso aumento di prezzi, senza scoprire granchè: la cosa lo frustrava perché avrebbe dato parecchio per quell’informazione, così essenziale per placare una situazione a dir poco instabile e potenzialmente esplosiva: discutendone prima con Enteri, che di stava dalla parte della povera gente e che aveva molti contatti nelle strade, e con Muntu, che aveva chiesto una sua opinione, avevano pensato che non sembrava “naturale” che merci prima comuni diventassero improvvisamente quasi introvabili, in un mercato cosi fiorente com’era Ladeca. Più di quello, tuttavia, non erano riusciti finora a scoprire.
Altri uomini inoltre, nuovi arrivati prevalentemente, non erano stati sufficientemente accorti da capire in fretta come funzionavano le cose nel mondo dello spionaggio ed erano sparite in uno dei loschi affari del Nido dello Scorpione.
Peccato per loro, non avrebbe pianto l’ignoranza di sconosciuti o quasi. Si sarebbe però assicurato che ad ogni sua spia venisse fatta chiaramente capire la necessità di un equilibrio: un rischio calcolato di coinvolgimento andava bene ed era la base di quel che facevano, essere troppo invischiati in situazioni rischiose invece era ciò che dovevano evitare a tutti i costi. L’esempio dei loro compagni sarebbe servito a qualcosa.

Shimmen chiuse la lettera e vi appose sopra il proprio sigillo personale, una montagna dalla linea aggraziata sormontata da una spada; più tardi si sarebbe incontrato con Lovissar, il mago, per il rituale che avrebbe trasferito al nord quella pergamena. L’appoggiò su una pila di libri, nello studio di Hawat, e si accomodò meglio sulla sedia per riflettere.
Per prima cosa era un fastidio chiedere ospitalità al vecchio. Non era la prima volta che lo pensava e non sarebbe stata nemmeno l’ultima. Il denaro però scarseggiava anche per lui, e per grazia del loro rapporto l’ex ladro gli aveva fatto un prezzo di favore sull’uso di alcune stanze della sua casa. Non che anche ad Hawat non convenisse, comunque: con i prezzi alle stelle erano molti quelli che avevano arrangiato soluzioni del genere pur di guadagnare qualche soldo in più.
Molto più seria era invece la quasi assoluta certezza che in città Adel-Numestàra avesse una concorrenza. Una concorrenza di uomini pallidi, furtivi come le ombre e sfuggenti come il fumo, creature della notte: si diceva che fossero vampiri.
Cosa avrebbe dovuto fare, al riguardo? Cosa avrebbero dovuto fare?
Non gli piaceva l’idea di impegnare direttamente i suoi uomini, non senza sapere di più su un concorrente potenzialmente così pericoloso. Di certo però non era una cosa saggia consentire alla concorrenza di agire liberamente.
Chiuse gli occhi e cercò di pensare a cosa avrebbe fatto Kuro al suo posto: aveva iniziato a farlo spesso, ultimamente … era d’aiuto nel prendere le decisioni, anche se non poteva certo dire di aver conosciuto la migliore delle spie della passata generazione.
Dietro le palpebre chiuse la coscienza del Kasumaki si trovò a fluttuare in un vuoto grigio, una caverna di fumo immersa nell’oscurità: in quello stato poteva tenere a bada le distrazioni e concentrasi meglio sui fatti che gli apparivano dinnanzi come balenanti flussi di pensiero, estrapolando da essi conclusioni e dividendo le certezze dalle possibilità e dalle ipotesi.
Punto primo: non conoscevano nulla del gruppo di vampiri. Chi fosse il loro capo. Che obbiettivi avessero. Quanto esteso fosse il loro raggio di azione. Dove avessero la loro base. Era necessario scoprirlo: qualcuno doveva infiltrarsi in quell’organizzazione, qualcuno di fedele ma nel contempo abbastanza disperato da accettare di trasformarsi in un “mostro”. Qualcuno che non aveva niente da perdere.
Punto secondo: collaborazione o conflitto? La maggior parte delle alte sfere di Adel-Numestàra disapprovavano la sua idea di un approccio più diplomatico, secondo il principio del reciproco vantaggio che costituiva in genere la base dei rapporti intrattenuti finora. Avevano nascosto la vera natura del loro problema sotto ragionevoli motivazioni: la concorrenza avrebbe fatto male agli affari dicevano, era impossibile la fiducia ed un accordo su zone di influenza non sarebbe mai stato rispettato … la realtà era che quasi tutti erano più o meno razzisti e sospettosi nel confronto di ciò che era diverso da loro, al pari della maggior parte degli abitanti umani di Dotran. Un atteggiamento chiuso che adesso lui non condivideva più. Le ragioni per non fidarsi c’erano eccome, c’erano sempre in quel tipo di accordi sottobanco ma dovevano partire dal presupposto che ciascuno mirava al vantaggio personale e che era impossibile controllarsi attentamente a vicenda se si agiva in segreto, non dal fatto che fossero vampiri.
Punto terzo: l’Adel-Numestàra non era pronta a sostenere uno scontro diretto con chicchessia. Si erano infiltrati solo nei quartieri periferici e solo superficialmente. Erano ancora poco numerosi ed inesperti, anche se l’entusiasmo non mancava. Occorreva agire d’astuzia ed approfondire la rete di informatori, infiltrandosi in altre organizzazioni.
Kuro avrebbe cercato qualcuno che facesse il lavoro per lui, probabilmente. Decise riemergendo dalla quasi trance della sua meditazione. Magari manipolandolo affinchè non si rendesse conto di essere stato usato. Se la strategia avesse avuto successo il suo gruppo di spie avrebbe avuto le mani pulite, e la possibilità di negoziare da una posizione di forza.

Ma a chi poteva chiedere? Ad Azzurra ed ai suoi sedicenti cavalieri tutti onore e rettitudine, quando non si trovavano invischiati negli affari del Nido dello Scorpione? No, no di certo. Erano un buon gruppo ma lui conosceva Azzurra: avrebbe fatto troppe domande inutili sul perché e sul come, si sarebbe lasciata sviare dai dubbi. Avrebbe preferito la trattativa all’azione.
Shimmen si alzò dalla sedia e guardò alla finestra, oltre i vetri leggermente anneriti dal fumo, oltre il Bazar e verso l’Edraleo in costruzione: così pieno di significati ed ancora così indietro nella sua costruzione. Re Julien e Mark Smith ci tenevano così tanto a quel simbolo di un potere destinato ad essere sorretto come un bambino che impara a camminare e già in pericolo per causa di … SI!
L’ispirazione gli venne improvvisa, un tumulto di pensieri in successione che si accavallarono l’uno sull’altro come onde di un mare in tempesta a ridosso della spiaggia. Trattenne a stento un’esclamazione di gioia, stringendo i pugni e piantandoli con forza sull’intelaiatura della finestra.
Inspirò profondamente, imponendosi calma.
Doveva ragionare lucidamente.
Calma.
La volontà di Mark Smith di risolvere in fretta il degrado del Nido dello Scorpione poteva rivelarsi utile: se qualcuno gli avesse fatto presente che in città si aggiravano dei bevitori di sangue umano, un pericolo per la brava gente di Ladeca e con ogni probabilità la vera mano dietro gli “incidenti” mortali avvenuti all’arena, era probabile che l’arcimago avrebbe agito con la sua tipica efficienza e rapidità per contrastarli, ligio al dovere verso i cittadini del regno e la loro sicurezza.
In quel modo avrebbe anche scagionato in parte i nobili arrestati, una cosa che sarebbe potuta tornargli utile pensando al futuro.
Aveva preso a camminare su e giù nella stanza, dalla finestra alla scrivania, dalla libreria alla porta. Il movimento lo aiutava a mettere ordine tra i pensieri.
Si, certo. Si potevano far circolare voci. Voci secondo le quali in città era presente un gruppo di vampiri, affamate creature inumane in cerca di preda che si mescolavano tingendo la pelle pallida al chiaro di luna piena … Si, così. Considerando la diffidenza della maggioranza degli esseri umani verso il “diverso” c’era da aspettarsi il sospetto, il quale avrebbe reso più difficile agire all’altro gruppo di spie e nel contempo fornito all’arcimago una motivazione in più per riportare la tranquillità tra i cittadini di Ladeca, facendo vedere l’intervento del potere centrale a favore della popolazione. Una buona mossa per accattivarsi ancor più la fiducia della gente. Quando le voci si fossero diffuse Smith sarebbe stato più disposto a credere al messaggio che gli sarebbe stato recapitato, messaggio che avrebbe incluso anche ciò che nel frattempo sarebbero riusciti a scoprire sul dove trovare e come colpire quelle creature, per quello che un osservatore esterno poteva giudicare.
E se l’Adel-Numestàra fosse anche riuscita ad infiltrare qualcuno tra i suoi concorrenti … beh, la mano dell’arcimago allora avrebbe potuto colpire con maggior precisione, guidata a distanza di sicurezza dalle indicazioni che lui gli avrebbe fornito. In forma anonima, naturalmente.
Era un buon piano. Non infallibile ma migliore di altri che aveva sentito proporre.


Riguardo alla generale, critica, situazione economica di Ladeca un mese prima del tempo presente Shimmen e Montu inziano a sospettare che l’aumento dei prezzi non sia una conseguenza naturale del mercato. Sarà la base per un post successivo, dedicato all’argomento ed alle indagini delle nostre spie in proposito.

Riguardo al gruppo di spie vampiro, Shimmen sarebbe per il dialogo e l’accordo ma la diffidenza culturale degli altri membri per i non-umani lo spinge ad un approccio più bilanciato ed indiretto: facendo circolare voci che asseriscono la presenza di vampiri in città, e che ne enfatizzano la pericolosità reale o potenziale, si vuol far leva proprio sulla diffidenza nei confronti del “diverso” per rendere la vita più difficile ai vampiri e per “preparare” il terreno al passo successivo del piano. Il secondo passo è quello di far notare a Mark Smith che i vampiri, per loro stessa natura (bevitori di sangue umano) sono pericolosi per i cittadini e sono una possibile causa dei ripetuti incidenti ed omicidi al Nido dello Scorpione. Probabilmente l’arcimago interverrà da solo per contenere questa minaccia alla sicurezza della sua città. In parallelo a questo la rete di spie aumenta: spendo entrambi i PP per infiltrare miei uomini in ben 6 progetti diversi: Edraleo di Ladeca, Gilda dei Mercanti, Nido dello Scorpione, Voce del Regno, Banca del Tempio e Bloody Cowbeb (questi ultimi anche per favorire l’opera di Mark Smith, operando come “talpe” all’interno dell’organizzazione rivale e fornendo poi in maniera indiretta all’arcimago informazioni con le quali dirigere le risorse che vorrà eventualmente impiegare per neutralizzare questa “minaccia” ai cittadini di Ladeca.
 
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view post Posted on 16/9/2015, 23:24
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I Regni del Leviatano - Campagne di Ladeca
«Pecorelle Smarrite»

La caccia non è andata affatto male, con la fine della guerra le foreste stanno lentamente ritornando al loro vecchio equilibrio, la fauna le sta ripopolando con una discreta velocità. Sono contento per come si sia conclusa la guerra, per come stiano volgendo le cose con i Leici, certo è scoppiato un bel bordello a ladeca con i commercianti ma... qui siamo in campagna, che si fottano se vogliono rovinarsi con le loro stesse mani. Ah giusto, la caccia, davvero ricca di questi tempi. Due cinghiali, cinque conigli e persino una coppia di poiane. Non smetterò mai di sorprendermi sull'efficienza delle tecniche apprese dai ranger della Guardia, nonostante la maggior parte di loro fossero dei sadici figli di puttana. Ma talentuosi figli di puttana, tra i migliori scout del regno! Adesso che la Guardia è fottuta e il regno è in pace, finalmente posso dire di aver trovato la pace. Caccio animali, li scuio, li cucino, vendo le pelli e la sera accendo un bel fuocherello nella mia casetta. Una vita agiata, lontano dai rischi più grandi e con graziose contadinelle sempre pronte ad offrirmi un sorriso e qualcosa di più. Però dopo quello che ho visto l'altra notte... oh dei, chi cavolo può aver compiuto un tale sfracello? Certo quelli erano dei ladri, però-...



« Occcio! perchè quel muso lungo? » La zampa dell'Orso cala possente sulla mia spalla, facendomi sobbalzare come un bambino spaventato. Tanto ero assorto dai miei pensieri da non averlo nemmeno sentito arrivare. « Qualcosa disturba te? Sembri teso. »

« Ehhhhhh... è che è successa na cosa strana, ner bosco. Se voi te a racconto, ma mejo se te a tieni pe te. » Faccio scorrere gli occhi verso l'orso che, con quanta grazia possa concedergli la sua stazza, si siede sul masso affianco al mio. Non dice nullaa, semplicemente mi fa gesto di continuare. « vabbè, però tavverto, nun è na cosa piacevole. »

« Nsomma, me ne stavo pe cazzi mia nmezzo ar bosco, a caccià n'paio de poiane pe famme na bella cenetta. Visto che nun se trovavano alle zone mie solite ho deciso de anna n'po più n'profodnità, che ste n'fami se nasconnono bene. A na certa vedo ste n'pronte, belle fresche, tracce de quarcuno che era passato prima de me insieme a quelle de zoccoli piccoli piccoli. E li me so detto, ma voi vedè che so stis tronzi che te se so battuti e pecore? Mo li sgamo e je facio n'culo come er Core de Marmo. Si, insomma, me metto a seguì ste tracce e... » Il solo pensiero di ciò che ho trovato in quella foresta mi fa stringere la gola, come se una mano invisibile tentasse in tutti i modi di strozzarmi. L'Orso mi da un buffetto sulla spalla, spronandomi a continuare. « E cosa tu trova per diventare così pallido, fantasmi di pecore? »

« Ma magari ci! Me stavano pure bene i fantasmi! So arrivato ar campo e ce stava n'macello che era quarcosa de obbrobrioso. Quattro stronzi scuoiati manco fossero bestie. ma nun lo dico per esagerà, javevanos trappato a pelle de dosso e l'avevano appesa sui rami a seccasse, ancora gronnava de sangue quanno so arrivato! Quei quattro stronzi n'vece l'avevano mìpiccati sotto n'arbero, e da e facce che c'avevano me sa pure che erano ancora vivi quanno j'anno torto a pelle de dosso! Cioè, nun è na cosa normale, nun so se me spiego. Ma n'tutto quer macello ce stava na cosa ancora più strana... » Il volto dell'orso era contratto in una smorfia tra il preoccupato e il disgustato. Insomma, ho visto un sacco di roba brutta quando ho servito sotto la guardia, ma quello andava ben oltre! « E quale cosa strana tu visto? Per caso figura di assassino? »

« macchè, se o vedevo me mettevo a corra come na lepre! No no, vedi, io so n'sacco bravo a seguì e tracce. E a parte e tracce mia, la le l'uniche impronte umane che ce stavano erano de quei quattro pori stronzi, basta. Tutte l'arte erano le zampettate de pecore, che li ce stava n'recinto aperto quindi è probabile che so pure tornate. Però... se nun è stato uno de noi, se nun è stato manco n'umano... ma allora se po sapè che razza de mostro ce sta dentro quea foresta? Che io la ce caccio, co pure n'po de paura! » Nel concludere il mior acconto l'Orso mi pianta una poderosa pacca sulla schiena, abbastanza forte da farmi quasi capitolare al suolo. « Da, davvero storia raccapricciante, ma questo spiega perché gregge sembrato più grosso sta mattina! Sta sera tu viene da me, che idromele pronto, così ci beve un po su e dimentica questa brutta storia. magari porta una di tue poiane così ci facciamo anche spuntino, da? »



Se c'è una cosa che non si rifiuta mai da queste partii è l'ospitalità dell'Orso, non che ce ne sia motivo, ovviamente. In fondo ha ragione, berrò qualche boccale di idromele, ci faremo qualche grassa risata e mi lascerò questa storia alle spalle come tutte gli orrori della guerra prima di questa. Magari si è trattato di qualche elfo solitario, che quelli di usanze strane non ne hanno nemmeno poche. Ma dubito che qualcuno della zona possa arrivare a tanto, o che qualcuno della zona possa anche solo pensare a una roba del genere! Finirò di scuoiare il cinghiale e prenderò unaa bella poiana, domani è un altro giorno!






¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
Riassunto

CS { 0 }

Fisico {75%} ~ Mente {75%} ~ Energie {150%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (6/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (6/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (6/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (6/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (6/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (6/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (6/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (6/6)


Attive:

//






Progetto: Pecorelle Smarrite
PG/PNG: Odette, Nikolai "Orso" Petrenko, Massimo "Occhio" Sparvieri
Dettagli: Durante una visita che Occhio riceve da parte dell'Orso, questi racconta al suo vecchio amico di cosa fosse successo ai ladruncoli che da pochi mesi a quella parte avevano preso di mira i greggi della zona.


 
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view post Posted on 17/9/2015, 05:21
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Il cuore del Leviatano ~ La Grande Ferriera.
« Il metallo più prezioso non è l'oro,
ma l'acciaio con cui l'oro viene conquistato. »

Lenigrast alzò il viso da un barile d'acqua, dove aveva appena finito di ripulirsi dalle polveri e dalle fuliggini della ferriera. Aveva mandato a chiamare Azzurra per discutere di una questione importante, non sapeva letteralmente più come mandare avanti quel posto senza denaro, e le sue competenze non erano sufficienti per fare tutto da solo. Aveva provato a domandare ai suoi più esperti collaboratori, ma lavorare il ferro e amministrarlo erano due sfere completamente diverse. Si sarebbe dovuto ergere a imprenditore per salvare le dozzine di posti di lavoro che ricadevano su quell'incessante produzione di materiale. Si stropicciò gli occhi nel vano tentativo di mandare via il sonno arretrato, ma non ci riuscì troppo bene: la barba incolta e le occhiaie pronunciate davano i segni di una prolungata insonnia. Si era rasato i capelli nelle settimane precedenti, con la scusa che il calore dei metalli lo stava facendo impazzire, ma questo non aveva fatto che rendere il suo aspetto ancora più selvaggio. Davanti a lui, a pochi passi di distanza, Euridice lo guardava in attesa di poter conferire. Lei, pur essendo una mezz'elfa, rivaleggiava tranquillamente sia in altezza che in prestanza fisica con fabbro e questo, sulle prime, lo aveva messo in difficoltà. La guardò di sfuggita, quasi a volerla studiare.

« Avevo chiesto di Azzurra. » esordì, con voce bassa. « È quasi sera e siete arrivata solamente voi. »
« Azzurra ha subito un lutto, mastro Lenigrast. » tagliò corto la mezz'elfa. « Non era nelle condizioni di aiutarvi, ha mandato me in sua vece per assistere la ferriera. »
« Che cazzo vuol dire? Anche io ho subito perdite qui! L'altro giorno uno dei miei ha contratto la taranta dello scultore ed è morto... eppure sono qui a lavorare. »
Lo disse con malcelato disprezzo, quasi sbottando. Era sotto una tremenda pressione psicologica e non poteva fare altro che continuare a chiedersi se la colpa di quel mezzo fallimento, in realtà, non fosse sua.
« È morta una delle piccole dell'orfanotrofio, sappiamo tutti quanto Azzurra tenesse a quei bambini! » Euridice fece un passo in avanti, torreggiando sul fabbro. « Dovreste portare più rispetto. »
Lenigrast si passò una mano sul capo glabro, abbassando gli occhi costernato da quella notizia. Si era lasciato accecare per un attimo dai nervi e, quasi, aveva perso il controllo. La notizia della morte di una bambina lo scosse profondamente, tanto che rimase in silenzio a fissare la propria immagine riflessa nell'acqua. Ripensò a sua figlia, a quello che aveva provato quando i soldati di Basiledra volevano abusare di lei, a quel senso di impotenza e rabbia che lo aveva colto sin dentro l'anima spingendolo, in seguito, a venire a patti con i Lorch. Credeva, correttamente, che i sentimenti ed il dolore di Azzurra non fossero così dissimili ai suoi, solamente che lui aveva avuto la fortuna di incontrare Ryellia ed avere indietro ciò che di più caro aveva al mondo. Caterina non era stata altrettanto fortunata.
« Perdonatemi, sono molto stanco Lady Mounmouth. »
« Bovier. Ho ripreso il cognome da nubile di mia madre per motivi di sicurezza. »
Lenigrast sorrise appena, prodigandosi in un semplice cenno affermativo con la testa.
« Sì, Bovier. Cosa posso fare per sistemare questo disastro? I miei articoli si sono svalutati nel giro di poco, anche aumentando la produzione non riuscirò a mantenere i posti di lavoro a lungo. Forse un paio di settimane, se va tutto bene. »
Si accarezzò la barba, preoccupato. La fucina, solitamente rumorosa e affollata, era stranamente silenziosa a quell'ora della sera. Solo la forgia, accesa giorno e notte, illuminava l'officina.
« Mia cugina ha detto di puntare su Smith. » incalzando il discorso, Euridice iniziò a parlare. « Vuole che lei stipuli un contratto esclusivo per il riarmo dell'esercito reale e, se posso dire la mia, non mi sembra una cattiva idea. Azzurra mi prenderebbe a manrovesci se mi sentisse dire questo ma... se c'è una cosa di cui sono sicura è che questo regno, senza guerre, non è in grado di stare. » un sorriso furbo le si disegnò sulle labbra. « Non diteglielo, per favore, non vorrei essere diseredata. »
Lenigrast sospirò, a metà tra il divertito e lo sconfortato, consapevole della veridicità di quelle parole.
« Sì... e credo che sia il caso di andare anche alla gilda dei mercanti. Un uomo d'affari qualche giorno fa mi ha proposto di avviare una attività in Ystfalda. Mia figlia lavora alla colonia come guaritrice, potrei chiedere a lei di parlare con quell'elfa... Ramira. » ora che si era calmato, ritrovando un minimo la lucidità, riusciva a ragionare meglio. « Con una base mercantile per le spedizioni e un avamposto sicuro come la colonia non ci saranno problemi. »
Si scambiarono uno sguardo di intesa.
« Voi andate dai mercanti, io mi occupo di quel pallone gonfiato di Mark. »

[ ... ]


Di buon mattino il fabbro uscì dalla sua abitazione, una casa adiacente all'officina costruita in fretta e furia, per recarsi nel quartiere mercantile. Non aveva avuto la decenza nemmeno di sbarbarsi per l'occasione, vestendo addirittura il grembiule in pelle logoro e bruciato in più punti. Richiese un colloquio urgente con i mercanti interessati ad intraprendere una nuova direzione nei commerci, evitando il mercantilismo e proponendo loro l'espansione nei territori limitrofi. Non aveva un modo eccessivamente forbito di esprimersi, era un maniscalco e ciò che trasmetteva lo faceva per esperienze dirette e idee concrete. Illustrò loro nel dettaglio come, nella sua visione, la produzione di manufatti in metallo potesse essere ampliata e andare oltre alle semplici spade e corazze, ma risultando utile nell'edilizia e nella creazione di oggetti di uso quotidiano. Promise loro prezzi drasticamente inferiori rispetto a quelli dei singoli fabbri, in quanto il materiale non richiedeva costi aggiuntivi e, per far si che lo credessero sulla parola, si premurò di portar con se uno splendido pugnale d'acciaio damascato, come prova tangibile non solo della sua esperienza, ma anche della qualità dei prodotti. Non era affatto sicuro che l'avrebbero preso in parola, quindi ricalcò sui suoi concetti per essere certo che a nessuno di loro venisse la malsana idea di ritirarsi dall'affare a metà lavoro.

« Armi migliori di queste e utensili della medesima fattura si trovano solamente nelle terre a Sud. » rigirò tra le mani il pugnale. « Ma se come vi ho detto ci espandiamo a nord, con un poco d'aiuto da parte della colonia, non ci saranno più problemi di sorta. Gli elfi sono in guerra perenne e hanno sempre necessità di buone armi a costo contenuto. »
Poi, con una rara sfacciataggine, aggiunse.
« Potete accettare la mia offerta e avere la più grande ferriera della regione come vostro fornitore ufficiale, oppure rifiutare e sperare che qualche mercante estero non rilevi la nostra attività lasciandovi con un pugno di sabbia tra le dita. »
« Il tempo sta per scadere. »


E rimase lì, davanti a loro, in attesa di una risposta con l'espressione stoica e seriosa di chi, dalla vita, oramai non aveva più niente da perdere. Se tutto fosse crollato, pur piangendo miseria, sapeva di avere sempre sua figlia a nord e, con lei, una nuova vita. Ma non si sarebbe arreso così facilmente, non dopo aver lottato tanto.

[ ... ]


Euridice, accavallando le lunghe gambe avvolte nella corazza di bande, fissò l'impiegato dell'arma che le stava davanti. Aveva chiesto di parlare con Mark Smith, ma il comandante non era risultato reperibile nell'immediato, quindi si era dovuta accontentare di quell'omuncolo basso e con gli occhi vispi, incaricato di ascoltare la proposta. Incrociò le braccia sotto ai seni, facendo tintinnare i guanti d'arme contro il corpetto, per poi inclinare la testa.

« Siete pronto ad ascoltarmi? »
« Certamente, cosa desiderava offrire all'arma di Ladeca signorina...? »
« Euridice Lucrezia Lucia di Bovier. Per lei semplicemente Bovier. »
Gli tese le mano e lui la strinse senza troppi complimenti.
« Siete parente di Dama Rougelaine per caso? » l'uomo la guardò curioso. « Sì siamo cugine, è stata lei a mandarmi qui. »
« Perché non è venuta di persona? » le domande avevano un che di spinoso, quasi cercasse in ogni modo di trovare un appiglio per bacchettare la mezz'elfa su qualche incongruenza. La burocrazia, e chi vi prendeva parte a Ladeca, si era già impantanata ancor prima che le vere difficoltà affiorassero.
« Sta riorganizzando l'Ordine dell'Artiglio. » rispose, statuaria, Euridice. « Sono qui per discutere del riarmo dell'esercito. »
« Siamo perfettamente equipaggiati, invero, non vedo perché spendere altro denaro... »
« Con quali armi? È dall'ascesa di Mathias Lorch che le fucine sono spente nella capitale, le armi prodotte sono sicuramente scadenti, le armature altrettanto. Lenigrast è il miglior fabbro che questo paese possa desiderare e potrebbe agevolmente soddisfare i vostri bisogni futuri. »
L'addetto tentennò a quelle parole. Non aveva il potere di prendere una decisione in merito, ma se non altro la proposta sembrava essere straordinariamente sensata e tutt'altro che campata in aria. Dopo tutto, alla fine del salmo, avere un fornitore diretto e ufficiale per l'esercito sembrava una cosa degna di un regno prospero e ligio alla difesa del territorio. Non la interruppe, iniziando anzi a prendere nota.
« Nuove armature, nuove armi, un esercito preciso e vestito di tutto punto in grado di ispirare sia timore che rispetto nei cuori della gente. Per non parlare del fatto che con un finanziamento regio dareste la possibilità a mastro Lenigrast di progredire nella tecnologia delle protezioni. Credetemi, se i demoni arrivano qui pregherete in ginocchio di avere un corpetto d'acciaio temprato spesso sei millimetri. »
Alla parola demoni effettivamente l'uomo sussultò. Gli erano giunte notizie vaghe dai confini, ma l'irrazionale paura di poter incontrare un'abominio alle porte di casa gli fece annotare con mano meno ferma gli appunti.
« Senza contare che alla ferriera lavorano decine di uomini. Dio solo sa quanto hanno bisogno di lavorare e, con una singola operazione, il regno guadagnerà armi e armature a vita, darà lavoro ai suoi cittadini alleviando la soglia di povertà dilagante e si assicurerà il dominio sul materiale bellico interno alla città. proponetelo, rifiutare sarebbe semplicemente follia. »


Euridice aveva combattuto durante gli scontri al nord, uccidendo così tanti soldati del regno da perderne il conto. Aveva sempre creduto fermamente nelle parole di Sigrund e nella sua visione del mondo, libera dal pregiudizio e dalla follia dei tiranni, e invece si era ridotta a dare consigli su come rendere grande il regno. Nel suo cuore qualcosa s'inasprì, come se un singhiozzo di patriottismo Insonne cercasse di tornare a galla, ma lo soffocò. I tempi della Guardia erano finiti, così come i Lorch e tutte le famiglie a loro correlate. Non esisteva più quella storia, non esistevano più quegli ideali così grandi da incutere paura persino al Sovrano. Il mondo era cambiato e così anche lei. Non avrebbe chiesto scusa solo perché, tra le tante opzioni che aveva, si era lasciata aiutare da sua cugina riformando una famiglia altrimenti perduta. Lei avrebbe combattuto per il regno, non per il re, ma per il popolo. Era così che sarebbe dovuta andare sin dall'inizio, in quel tragico giorno da cui tutto ebbe avuto inizio.


Eccolo! Allora come da programma è il terzo posto e riprende temporalmente la sera dello stesso giorno degli altri due. Azzurra, sopraffatta dal cordoglio per la morte di Caterina non presenzia alla ferriera, mandando Euridice in sua vece. Il resto è chiaro, Lenigrast scegli i mercanti perché pensa che solo un commercio florido dei suoi prodotti lo salverà dalla bancarotta (la banca presterebbe sì denaro, ma senza vendere nel giro di tot sarebbe punto a capo). Inoltre come scritto in confronto, la seconda parte è una richiesta ufficiale da parte della ferriera di diventare il fornitore ufficiale dell'esercito in ambito di armamenti. Come Kuro ha detto non ho potuto usare un PP perché l'esercito non è un progetto, ma mi sembrava doveroso e logico fare comunque questa cosa.
• 1PP speso alla gilda dei mercanti per avere nuovi compratori e nuovi mercati per le armi.
Rimane 1 PP alla Ferriera.
 
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miky1992
view post Posted on 17/9/2015, 13:37




Le cose per la compagnia stavano andando bene, o almeno così credeva Stig. Gli spettacoli avevano riscosso un discreto successo, sia tra il volgo che tra i nobili. Inoltre la generosità mostrata dagli abitanti era andata al di la delle sue aspettative. Anche se Stig inizialmente non aveva riposto molte speranze nel progetto, adesso le vicende della compagnia stavano iniziando a stargli a cuore. E recitare era divertente, di questo era sicuro. Quello che successe poi sconvolse la vita degli artisti e di Stig. Com'erano venuti gli spettatori cominciarono a scemare, alla fine rimasero solo i nobili a finanziare lo spettacolo e cosa più importante: l'accademia. Ma le loro donazioni non erano sufficienti e senza altre entrate lo spettacolo avrebbe presto chiuso i battenti. La cosa sembrava aver turbato tutti i membri della compagnia, nonostante fossero abituati a vivere sul filo del rasoio non si erano mai avvicinati tanto alla realizzazione del loro sogno e alla possibilità di stabilirsi in pianta stabile in un posto. Arrivare a un passo dal traguardo e vedersi crollare sotto i piedi tutto ciò per cui avevano lavorato li aveva gettati in una profonda crisi. Il progetto rischiava di crollare, la compagnia di sciogliersi. Bisognava fare qualcosa.

In quella situazione di crisi per ottenere finanziamenti le opzioni si riducevano drasticamente: le voci della città mormoravano che gli unici in grado di investire i propri fondi erano poche organizzazioni, la banca per esempio e la gilda dei mercanti.
La scelta di Stig ricadde sulla gilda. Temeva che la banca non avrebbe puntato su di loro, un investimento rischioso che Stig riteneva più adatto a una gilda intraprendente che ha dei banchieri,un pregiudizio certo, ma questa era una sua scelta.
Jeremia non era uno stupido, aveva più volte insistito per ricevere ulteriori finanziamenti dai nobili per la costruzione dell'accademia e in quei tre mesi aveva ottenuto buoni risultati. Lui aveva deciso di continuare a elemosinare, ma anche i nobili hanno le loro spese e Stig non la riteneva una mossa saggia. Bisogna trovare un'associazione che ci finanzi e al più presto. Così aveva detto Alice e Stig era d'accordo.
Stig si era messo quindi in contatto con un rappresentante della gilda, l'uomo dopo qualche rimostranza si era detto d'accordo nell'incontrarlo. L'incontro fu lungo e Stig perse le staffe più di una volta. Probabilmente questo era appunto l'obbiettivo dell'uomo per ottenere condizioni migliori, ma il contrattare non era la specialità di Stig. Comunque la gilda avrebbe permesso all'accademia di attingere alle proprie casse in cambio di una percentuale di interesse su tutte le attività dell'accademia. La possibilità di istituire tasse d'iscrizione, che tutti gli strumenti e qualsivoglia strumento utilizzato provenga da mercanti affiliati alla gilda, nonché la disponibilità totale degli attori nell'allestire spettacoli a richiesta per la gilda completamente gratis. La gilda si sarebbe presa parte di tutti gli introiti della compagnia in futuro, ma tutto sommato a Stig sembrò un compromesso accettabile per risolvere i problemi finanziari che stavano stroncando il progetto.
Oltre a cercare un compromesso con la gilda dei mercanti Stig cercò di convincere altri potenziali studenti a entrare nell'accademia.
- Possiamo insegnare a vostra figlia le arti, a suonare uno strumento ad esempio. se si dimostrerà all'altezza dell'accademia. In questo momento abbiamo bisogno di molti nuovi studenti per crescere la prima generazione di artisti della città. Ma l'accademia è aperta anche a coloro che semplicemente vogliono accrescere la loro cultura artistica. Apprendere l'uso di uno strumento, a dipingere, a comporre poemi e poesie è sicuramente utile, oltre a un modo dilettevole per passare il tempo e allietare quello di chi vi circonda.
Stig si era presentato a casa di un mercante la cui figlia si era detta interessata ad apprendere l'arte della poesia e dell'arpa. C'è n'erano diverse di ragazze interessate, forse la vita agiata era troppo noiosa per loro, oppure volevano arricchire le proprie qualità per trovarsi un buon marito. O forse tutte e due. La ragazza dai capelli castani aveva un espressione visibilmente eccitata, il padre invece sembrava alquanto irritato dalla situazione. È proprio vero, più son ricchi e più hanno il braccino corto. Pensò Stig. Per fortuna la moglie sembrava ansiosa quanto la figlia di farle apprendere quelle nobili arti.
L'uomo schioccò un occhiata a figlia e moglie e tirò un sospiro arrendevole – Credo.. si, credo si possa fare. Se non altro ti aiuterà a trovare marito, figlia mia e allietare le serate con qualche melodia sarà sicuramente un modo per far passare il tempo.
Stig annuì più volte, la maschera gli nascose il sorriso soddisfatto.
- Allora posso accompagnare personalmente sua figlia all'accademia. I lavori non sono terminati, ma la compagnia a già iniziato a impartire lezioni teoriche e i principi base della pratica di musica, canto e recitazione.
- Si ecco non esageriamo, cantare e suonare sono più che sufficienti per mia figlia.
- Potrà seguire tutti i corsi che desidera, non ci sono limiti a parte quelli imposti dal buonsenso ovviamente. Quello che posso suggerirle è di trovare l'arte in cui è più portata e di concentrarsi su quella. L'uomo annuì e si massaggiò il mento pensieroso. - Queste questioni riguardano te, decidi da sola cosa fare e vedi di impegnarti.
- Si padre, vedrai che non ti deluderò.

Stig non perse tempo, accompagnò la ragazza all'accademia e andò alla ricerca di altri giovani interessati.

Ecco, scusate la qualità ma ho poco tempo in questo periodo. In pratica spendo il PP per ottenere il finanziamento dalla gilda dei mercanti, nella seconda parte di post il mio pg cerca i reclutare nuovi studenti.
 
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Ark
view post Posted on 17/9/2015, 16:44




      « Scusa, quanto?! » chiese Elayne. Anche senza il legame che mi faceva sentire il suo stato d’animo, chiunque avrebbe capito che era palesemente scandalizzata dalla cifra che avevamo appena sentito. Non ci mancavano i soldi: tra i profitti dei miei viaggi per conto di Borin ed il patrimonio di Elayne avevamo tirato su una somma che io non avrei nemmeno immaginato, tuttavia sembrava non bastasse nemmeno per coprire metà del costo dei lavori. L’uomo seduto dietro la scrivania alzò le spalle allargando le mani, come a dimostrare la sua impotenza rispetto ai fatti.
     « Questo è quanto dovete pagare per costruire un simile edificio, signora. »
     Era la terza compagnia di costruttori che visitavamo quel giorno, e la risposta non fu diversa da quelle che avevamo già ricevuto. Questa batteva tutte le altre, ma ormai avevo già capito la piega che stava prendendo la situazione delle merci a Ladeca negli ultimi periodi. L’ufficio in cui ci trovavamo non era di certo il più sfarzoso, anzi: la scrivania era praticamente vuota, e i magazzini che avevamo attraversato per arrivare fin lì erano per lo più vuoti, e non c’erano operai al lavoro.
     Elayne sospirò, la rabbia che scivolava via nella delusione, e non c’era altro modo di continuare quella conversazione infruttuosa se non andarsene.

     « Non finisce qui! » mi disse mentre camminavamo fuori dall’edificio che aveva visto giorni migliori. Aveva un passo rapido e deciso, e quasi faticavo a starle dietro. « Non sarà un aumento dei prezzi a fermarmi! »
     Aveva l’aria di una che era disposta a raccattare mattoni per cominciare la costruzione, pensai ridacchiando tra me. Sembrava aver davvero preso il progetto a cuore, ma non sarebbe bastata la pura determinazione a farlo avverare.
     Io non mi intendevo nel modo più assoluto di quello che stava accadendo. Economia di mercato, equilibrio tra domanda e offerta, l’aumento dei prezzi… Per me erano concetti che conoscevo solo grazie all’aiuto di Elayne, ben più ferrata di me in questi argomenti. Una cosa la capivo bene, però: non stava andando bene.
     Lo si vedeva nei volti smunti di coloro che camminavano per Ladeca, nei cantieri vuoti, nei mercati con bancarelle desolate e pochi, svogliati clienti. Tutto questo mentre i lavori per l’Edraleo sembravano procedere senza intoppi, con operai che facevano avanti e indietro e non davano i segni di malnutrizione che invece si poteva vedere in molti degli operai della città.
     Julien sapeva della situazione? O lo ignorava oppure non sembrava curarsene, ed invero erano due segni poco rassicuranti da parte del nuovo sovrano del Dortan.

     Fu un giorno infruttuoso, composto per lo più di rifiuti più o meno educati, ma tutti per la stessa ragione: i prezzi erano decisamente troppo alti perché convenisse costruire adesso. Il mio progetto era quindi destinato a non iniziare?
      « Stavo pensando ad una cosa… » chiesi quella sera, dopo aver cenato nella magione di Elayne. Lei sosteneva che fosse anche la mia casa, adesso, ma ancora trovavo difficile l’idea di avere un luogo fisso dove tornare. Eravamo a diversi giorni di marcia da Ladeca, ma quando puoi percorrere chilometri con un passo le distanze cominciano a perdere un po’ di significato.
      « Dimmi » chiese lei, curiosa, appoggiandosi sullo schienale della sedia in legno lavorato davanti al tavolo.
     Mi passai una mano tra i capelli, pensando a come tradurre in parole i miei pensieri.
     « Anche trovando un posto dove stare, come possiamo organizzare la cosa? »
     « Ah, a quello ho già pensato io. » disse con un sorrisetto. « Non credo che avremo una grande affluenza, all’inizio, e penso di essere perfettamente in grado di gestire qualche bambino. Non è la prima volta, ti ho mai detto che davo ripetizioni di magia a Basiledra? »
     « Questa mi mancava! » Lei non era che un’apprendista, il giorno in cui crollò Basiledra, tuttavia avevo già capito che il suo talento per la magia e la sua intelligenza erano straordinarie. Se c’era qualcuno su cui potevo contare per questo mio progetto, era lei. Di sicuro io non ero abbastanza bravo da poter insegnare a qualcuno qualcosa di diverso dal combattere.
     Incrociai le mani dietro la testa, inclinando la sedia e dondolandomi un po’ sulle gambe posteriori. Ero grato che lei accettasse un simile compito, difficilmente sarei riuscito a fare qualcosa senza il suo aiuto. L’idea della scuola mi piaceva, molto, ma io semplicemente non ero la persona adatta nel gestire un simile progetto in prima persona. Io avrei continuato a viaggiare per conto di Borin, che sicuramente sapeva come tenermi occupato, ed avrei contribuito alla scuola con quei guadagni.
     Elayne sbadigliò. « Beh, domani è un altro giorno. Se continuiamo a cercare prima o poi troveremo qualcuno che fa al caso nostro. » Mi guardò con fare malizioso. « Vieni su con me? »
     Il maniero aveva due piani ed una mansarda, ed la stanza di Elayne si trovava in quest’ultima.
     Non me lo feci ripetere.

~ ~ ~



     Ammetto che non ero troppo sorpreso una volta scoperto che Azzurra era in città. E sembrava che si stesse dando da fare, a giudicare dall'intera caserma a suo nome che aveva costruito. Ma che razza di nome era "Eccellentissimo Ordine di Pacificazione Miliziano e Cavalleresco dell'Artiglio Scarlatto di Zoikar in Ladeca"? Ed Elayne si lamentava dei miei!
     Venni a conoscenza degli Artigli - un nome più facile da ricordare - chiacchierando un po' con la gente del posto, che s'erano lamentati del comportamento di alcuni dei sottoposti di Azzurra. Siccome le ricerche mie e di Elayne non avevano ancora dato frutti decisi che sarebbe stato bello rivederla, oltre a presentarla ad Elayne. Da quando le ho raccontato di quel che mi è successo a Da'Sah la ragazza s'era dimostrata entusiasta di conoscere colei che aveva lottato così strenuamente per me. Potevo sentire l'allegria irradiare dal legame!
     L'edificio era grande ed austero, probabilmente pensato per essere un simbolo di diligenza e protezione, senza fronzoli particolari. Chiesi di Azzurra ad uno dei giovani di guardia, che rispose di andare nel cortile interno. Se non contavi il suono di spade che cozzavano l'una contro l'altra c'era silenzio in quel luogo, come se tutti stessero camminando in punta di piedi dopo una strigliata. Dopo le voci che avevo sentito di quel luogo era probabile che Azzurra abbia dato una lavata di capo a più di qualcuno, ed adesso coloro che incrociavamo sembravano concentrati solo sulle loro mansioni.
     Trovammo effettivamente azzurra nel cortile interno, mentre osservava alcune nuove leve in addestramento. Dal modo rigido ed insicuro con cui tenevano la spada e la posizione di guardia sembrava che non ne avessero mai vista una prima d'ora.
     « Adesso insegni ai ragazzi da che parte si impugna una spada? » dissi ad Azzurra sorridendo.
     Lei si girò, guardandomi seria.
     « Almeno non faccio crollare la capitale ottenendo in seguito una promozione come Mark Smith. » Oh oh, qualcuno qui ha litigato.
     Ci guardammo seri per qualche istante, ma si vedeva lontano un miglio che stava fingendo. Dovetti lottare per non riderle in faccia per quel tentativo, ma alla fine nessuno dei due resistette e ridemmo assieme. Allargai le braccia e lei m'abbracciò con naturalezza. « Benvenuto all'Artiglio! » disse.
     Io mi voltai, portandole il braccio destro dietro le spalle mentre con la sinistra indicavo Elayne, che fece un elaborato inchino verso Azzurra.
     « Benvenuti, vorrai dire! Ti presento Elayne. »
     « Shaoran m'ha parlato molto di te » disse lei, sorridendo ad Azzurra.
     « Oh, benvenuta anche a te. » disse la paladina, inchinandosi di rimando. « Spero solo cose belle... » Ridacchiò. Su questo poteva anche andare tranquilla, praticamente Elayne stravedeva per lei, anche se all'esterno non lo dava troppo a vedere. « Cosa vi pare di Ladeca? »
     « Mi aspettavo una situazione pià rosea della città, devo ammetterlo... » rispose lei sospirando, all'unisono col mio stesso sospiro. Sentivo io stesso le sue emozioni, se queste erano particolarmente forti, e in quel momento era sconfortata.
     « Si... le cose non sono andate bene, ma miglioreranno. Aver perso la capitale è un duro colpo all'economia... però sono fiduciosa. »
     « Miglioreranno. Credo sia difficile peggiorare, ormai! » rispose Elayne mentre mi rimettevo al suo fianco, cingendo la sua mano con la mia.
     « Mi pare di capire che ti sei ambientata bene, comunque! Non credo di poter immaginare persona migliore nell'addestrare uomini al combattimento. » dissi io, indicando i due che ancora lottavano e sudavano non distanti da noi.
     « Oh, grazie, anche se ho avuto la mia dose di problemi. Non sono tutti cavalieri e non sono tutti come Medoro. » distolse lo sguardo, come se il pensiero la facesse ancora soffrire.
     « Non ho mai avuto modo di conoscerlo di persona, ma se la metà di ciò che ho sentito su di lui è vero la sua morte è stata una grande perdita per il regno. »
     Una discussione cupa, ma fortunatamente finì in fretta. Azzurra sembrò illuminarsi mentre cambiava discorso. « Hai visto l'ospedale? E' il mio piccolo orgoglio. »
     Vederla così mi fece sorridere. « Davvero? No, non ci sono passato vicino, ma devo dire che non sono sorpreso di sentirtelo dire. Siamo a Ladeca da poco, e per lo più abbiamo semplicemente parlato con costruttori che hanno proposto prezzi fuori di testa. »
     Lei sembrò interessata. « Cosa volete costruire? Una casa? »
     Tossii imbarazzato. Perché parlare della scuola mi faceva quest'effetto? Elayne mi guardò male e rispose al posto mio, implacabile. « Quando ho detto a Shaoran che Ladeca si sta espandendo, a lui è venuto in mente che sarebbe bello creare una scuola per insegnare nozioni di base ai bambini del posto. »
     « Ho pensato quantomeno a leggere e scrivere, poi si vedrà » continuai io « tuttavia temo che non rimarrà che una mia idea: non abbiamo abbastanza fondi per potercela permettere. »
     Inarcai perplesso un sopracciglio quando Azzurra scoppiò improvvisamente a ridere. Che avevamo detto di divertente?
     « Madre Marianne, il primario dell'ospedale, prima era una badessa nell'orfanotrofio di Basiledra. » si spiegò lei « Credo che... sarebbe felice di aiutarti. C'è lo spazio... e se ho giocato bene le mie carte anche i fondi. »
     « Cosa?! Cosa?! » facemmo all'unisono io ed Elayne, guardandoci con incredulità e cominciando a ridere tra noi. Avevamo trovato un posto dove poter cominciare! Elayne prese le mani di azzurra tra le sue, stringendole. « Sarebbe fantastico! »
     « Prima da'sah, ora questo... non ho parole per ringraziarti, Azzurra. Se mai avrai bisogno di aiuto, per qualsiasi cosa, non ha che da chiedermi. » le dissi, e lo intendevo davvero.

~ ~ ~



     Azzurra non si sbagliava: Madre Marianne sembrò effettivamente avere ciò di cui avevamo bisogno. L'ex badessa avrà avuto venticinque anni, con lunghi capelli corvini che mettevano parecchio in risalto la sua pelle pallida, gli occhi scuri. Era parecchio bella - non che m'interessi troppo, sia chiaro.
     L'ospedale era un edificio davvero immenso, tanto che pareva più un insieme di costruzioni collegate da corridoi. C'era un'intera ala che non veniva utilizzata al momento, ed era comunque abbastanza separata dalla zona dell'ospedale vero e proprio che i pazienti dell'ospedale ed eventuali studenti non avrebbero corso il rischio d'incrociarsi per caso. All'inizio non sarebbe stato necessario avere più di una stanza, ma chissà... in futuro magari potremmo aver bisogno anche delle altre stanze.
     Se quell'ala dell'ospedale non presentava problemi particolari di costruzione forse saremmo anche riusciti a non pagare troppo d'affitto per poter stare lì. Se potevamo tenere i prezzi abbastanza bassi perché anche i ceti poveri potessero permettersi di mandare qui i propri figli, chiedendo solo il necessario per coprire le spese... Forse avevamo una possibilità.
     « Come volevate chiamare la scuola? » chiese Madre Marianne, mentre ci mostrava l'edificio.
     « Andora. Scuola Andora. » dissi io. Era il nome di mia madre. Avevo pensato parecchio al nome, e mi piaceva l'idea di usare il suo per la scuola. Lei avrebbe fatto di tutto per dare la possibilità a me ed ai miei fratelli e sorelle di poter crescere liberi, istruiti. Avevo vaghi ricordi di lei che ci raccontava storie, le poche che sapeva, per distogliere la nostra attenzione dalla pietosa vita che conducevamo. Ovviamente nel piccolo villaggio dove sono nato, in mezzo ad una giungla continuamente battuta da schiavisti, il suo era un sogno irrealizzabile. Ora, se tutto andava bene, sotto il suo nome altri bambini e ragazzi avrebbero avuto quell'infanzia che lei aveva desiderato per me.
     Valeva la pena tentare.

Report
Note
Ringrazio Last per la disponibilità nell'organizzare il dialogo e per dare una buona scusa on gdr che spiega come Shaoran ed Elayne riescono ad istituire la scuola.

Progetti: Scuola Andora.


 
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Stella Alpina
view post Posted on 17/9/2015, 19:42







Quattro Regni, Contea di Ardeal, tempo attuale



La schiena era appoggiata alla parete ruvida, le gambe una distesa e l'altra piegata all'indietro a poggiare il piede sull'intonaco, la testa reclinata verso il basso e le braccia incrociate sul petto. Così aspettava il vampiro, lievemente in allerta ma con i sensi nella norma. Nel vicolo non c'era anima viva, nessuna porta o finestra da cui potesse affacciarsi qualcuno, nessuna scala o rientranza. Il cantiere era chiuso, quelle case erano quasi ultimate e nessuno sarebbe arrivato a completarle di notte. Un'ombra percorse il vicolo fino a fermarsi accanto al primo, l'altro non si scompose minimamente, non lo guardò neanche.


« Ho dato un'occhiata nei dintorni, nessuno ci disturberà. »


La luce della luna arrivava sbiadita, un riflesso sporco concesso dal bianco della parete di fronte a loro. Ma a loro non occorreva molta luce, al contrario meno ve n'era meglio era.


« Molto bene. A momenti arriverà Alastor, vorrà il resoconto di tutto quello che abbiamo trovato. »


Il secondo arrivato si voltò brevemente gettando un'occhiata alle spalle, il mantello nero svolazzò lievemente intorno alle sue gambe attirando finalmente l'attenzione dell'altro che spostò la testa nella sua direzione.


« E quella? Non mi pare d'avertela vista l'ultima volta. »


Con un cenno della testa il vampiro indicò la cappa nera portata dal compagno. L'altro seguì i suoi occhi fino ad intendere a cosa si riferisse. Fece un giro su sé stesso lasciando che la stoffa nera lo seguisse ondeggiando elegantemente.


« Ti piace? L'ho trovata in una siepe. »


L'espressione sul volto dell'altro cambiò, mostrando tutta la sua perplessità del momento.


« L'hai trovata... in una siepe? »


« Eh già. L'altra sera ero andato a caccia e ho sentito un lieve rumore alle mie spalle. Mi sono girato e il rumore si è interrotto. C'era una siepe bassa lì vicino così sono andato a controllare. Ho sentito uno scalpiccio frenetico e quando sono arrivato lì c'era questa meraviglia incastrata nelle piante. Ho preso il mantello e basta. »


« Tutto qui? »


« Eh... tutto qui... che t'aspettavi, un tizio che saltava fuori urlando sorpresa? »


L'altro scosse la testa incredulo non sapendo se ridere della cosa oppure no. La situazione si interruppe quando un lieve tonfo risuonò dietro di loro. I due si misero in guardia ma si rilassarono subito dopo nel vedere Alastor uscire dall'ombra. Il vecchio vampiro aveva fatto un salto dal tetto direttamente a finire dietro di loro. Nessun uomo ci avrebbe mai potuto credere, nemmeno se l'avesse visto con i propri occhi.


« Ho abbastanza fretta, cosa avete per me? »


I due si alternarono nelle descrizioni delle loro scoperte e di quelle dei loro compagni. Non c'erano molte notizie ma la questione forse più importante era ricoperta dalla presenza di una seconda rete di spie che operava parallela alla loro. Non sarebbe stata certo l'unica ma bisognava occuparsene in qualche modo.
Il vecchio ascoltò attentamente le parole dei due giovani, gli occhi che si muovevano vigili dall'uno all'altro e nei dintorni. La sua espressione non variò mai, rendendo difficile anche solo l'immaginare che stesse pensando a qualcosa. Al termine dei resoconti, Alastor rifletté per qualche istante prima di riprendere la parola.


« Abbiamo due questioni da risolvere. La prima è la più importante. I prezzi della città stanno lievitando fino a diventare quasi insostenibili per la popolazione. Ho bisogno che scopriate a cosa possa essere dovuto. Mischiatevi tra i mercanti e per le vie percorse dalle carovane mercantili, se c'è qualcuno che può saperne qualcosa sono proprio loro. E' molto probabile che qualcuno stia facendo una concorrenza spietata. Non ci interessa veramente intervenire al riguardo, ma credo sia superfluo spiegarvi quanto la conoscenza possa trasformarsi in potere. Non tornate da me finché non avrete trovato da cosa dipende e fatelo in fretta. Seconda questione. La concorrenza. Ho bisogno che monitoriate queste sacche di sangue, se scoprono qualcosa dovrete saperlo anche voi. Inoltre occupatevi di loro. Levatemeli dai piedi prima che inizino a fare danni e attirare l'attenzione su di noi. »


I due vampiri annuirono vivacemente e ripetutamente cercando di trasmettere al loro capo la voglia di rendersi utili per la famiglia. Nelle loro teste già cominciavano a prendere forma idee, contatti e luoghi conosciuti in cui operare. Alastor voltò loro le spalle per andarsene ma si fermò un istante tornando a fissare il vampiro con la cappa.


« Ah, un'altra cosa. Per l'amor del cielo, sbarazzati di quel mantello. Puzza terrificantemente di... diavolo, non so nemmeno di che cosa... »


Detto questo si dileguò nell'ombra lasciando i due vampiri a fissarsi. Quello con la cappa alzò le spalle poi si defilò anche lui, lasciando da solo l'altro.


Spendo entrambi i PP a disposizione.
1PP: lo uso per infiltrare 3 spie in 3 progetti. La prima nel progetto Ladeca. La seconda nella Gilda dei Mercanti. La terza nell'Adel-Numèstara.
1PP: lo uso per occuparsi dell'Adel-Numèstara, la rete di spie concorrenti.






 
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Liath
view post Posted on 17/9/2015, 22:28





Creazioni di quella monumentalità riuscivano a comunicargli allo stesso tempo ammirazione e smarrimento: il lavoro di tutti quegli uomini, l'utilizzo di quell'enorme ammontare di risorse per una singola opera di ingegno umano lo inquietavano fin nel profondo dell'anima, senza che però potesse davvero a identificarne la reale causa.

Osservò con maggiore attenzione i fregi con i quali i mastri scalpellini andavano ornando l'imponente ingresso e gli archi slanciati che percorrevano l'edificio in un'unica armoniosa composizione. Riprese a camminare con deliberata lentezza, cercando di ridurre al minimo l'intralcio causato. Era sicuramente una buona idea quella di Hikkam, eppure continuava a nutrire seri dubbi su quell'incontro. Non era convinto che parlare con uno dei tanti burocrati del nuovo regno avrebbe giovato molto alla loro causa, ma per ora non avevano agganci più in alto.
La situazione commerciale non era florida ma, dopo aver convinto gli altri cinque mercanti a unirsi a loro, la Corporazione aveva iniziato ad attirarne altri, espandendosi in maniera del tutto imprevista. Hikkam si stava occupando, insieme ad un consiglio creato ad hoc, di stilare una legislazione interna al fine di prevenire alcuni spiacevoli eventi di concorrenza sleale interna alla gilda. Al contempo, erano riusciti a mostrare l'importanza di creare un fondo collettivo, costituito da una minima porzione dei patrimoni dei singoli. Ma visto il numero in continua crescita di iscritti, il tesoro della Corporazione aveva di gran lunga superato in quantità le disponibilità economiche di ogni singolo membro.
Tuttavia si stava rivelando difficile controllare il monopolio che si andava istaurando: come ci si poteva aspettare, tutti stavano cercando di sfruttare la situazione a proprio vantaggio - ma anche a questo servivano i codici di Hikkam. In mezzo a quel nido di vipere, forse sarebbe uscito vittorioso domando il drago a cento teste. Forse.

Adrian sospirò stancamente. Erano quasi due settimane che dormiva poco e male. Il progetto lo stava letteralmente sfinendo: tra gli inviti a cene, i balli e gli eventi mondani organizzati dalla nobiltà faceva fatica a trovare anche solo il tempo per respirare.
In compenso qualche giorno prima era riuscito a ottenere segnali positivi per l'approvazione della costruzione di un mercato centrale - che così sarebbe stato sotto il diretto controllo dei mercanti della Corporazione. Avrebbero schiacciato qualunque concorrenza con il semplice numero: erano quasi cinquanta, tra uomini d'affari con in mano traffici tentacolari che si estendevano in tutto il continente e piccoli mercanti locali che si limitavano a esportare le merci della regione.

D'un tratto scorse una figura nella folla in fermento di muratori e scalpellini che risaltava palesemente come un pesce fuor d'acqua - come probabilmente valeva per lui stesso.
L'uomo notò il suo sguardo e fece un cenno di saluto, per poi raggiungerlo goffamente, tentando invano qualunque forma di contatto fisico con gli operai sudati e grigi per la polvere di marmo.
"Il signor Adrian Lovelace, giusto? Il vostro socio mi ha detto che sareste passato per discutere di una questione riguardante il cantiere dell'Edraleo."
Gli si rivolse rigidamente, come ci si poteva aspettare da un impettito burocrate del regno. L'uomo, che Adrian sapeva chiamarsi Cornelius Galden, portava sul lungo naso adunco un paio di occhialini pince-nez dalla montatura in argento; i capelli ingrigiti erano acconciati in una foggia antiquata e severa, ma gli occhi tradivano una quieta rassegnazione che la voce traspariva appena. Sembrava un uomo stanco del suo lavoro ma determinato a portarlo a compimento, fino all'ultimo.
"Esattamente signor Galden. Vengo al dunque: la nostra Corporazione è interessata grandemente a questo progetto..."
"Come la maggior parte di Ladeca. Tuttavia L'Edraleo è sotto la diretta supervisione di Re Julien, che non è interessato a cedere la direzione dei lavori o gli approvvigionamenti a dei commercianti."
L'ultima parola fu come sputata dalla bocca sottile dell'anziano burocrate, ma il sorriso glaciale di Adrian non ne fu minimamente intaccato.
"Sono sicuro che Re Julien, o chi per lui si occupa della supervisione del progetto, sarebbe invece molto interessato alla nostra proposta."
"Insisto nel dire che-"
"Ci accolleremo metà dei costi della costruzione dell'Edraleo in cambio della gestione dei rifornimenti dei materiali da costruzione."
Il burocrate sbarrò gli occhi per lo stupore, e per un istante rimase senza parole. Dopo aver ricomposto l'espressione impassibile, rispose:
"Riferirò la vostra proposta ai miei superiori..."
In realtà, la mole dei costi rischiava di schiacciare la Corporazione, nonostante l'enorme patrimonio già accumulato. Tuttavia un edificio di quelle dimensioni era come un pozzo senza fondo per le disponibilità di chiunque, e persino un re si sarebbe trovato presto in difficoltà se non avesse cercato altri finanziatori.
"Inoltre... "
Ora arrivava la parte più difficile. Ma con un'offerta così ghiotta...
"Ladeca non ha ancora una zecca. Noi abbiamo sia le disponibilità economiche che le capacità logistiche per poterne edificare una a Ladeca."
Fece un'altra pausa, lasciandogli altro tempo per metabolizzare le informazioni che avrebbe dovuto riferire ai suoi superiori.
"Sarà interamente a nostre spese, in cambio ne chiediamo la gestione - ovviamente sotto l'illuminato occhio del re."
Cercò di sorridere ancora di più, ma sentiva le guance dolere per lo sforzo. Se fossero davvero riusciti a costruire e creare la zecca, sarebbero presto diventati una sorta di estensione del potere del re. La loro parola, in ambito commerciale ovviamente, sarebbe stata definitiva. E in fin dei conti anche il regno ci avrebbe guadagnato, diventando un polo commerciale dello stesso livello di Tanaach o della ormai distrutta Basiledra.
"Io... io riferirò ai miei superiori. Ovviamente non posso dirvi altro ora, ma..."
Il burocrate continuò a balbettare un misto di scuse e spiegazioni mentre gli stringeva la mano e si allontanava a passo svelto, quasi correndo.
L'uomo sospirò. Forse si stava cacciando in un'impresa troppo grossa, ma era curioso di vedere come sarebbe andata a finire.



L A C O R P O R A Z I O N E



Progetti attivi:
La Corporazione: creata di recente riunendo molti dei più facoltosi mercanti del Dortan e dei Territori Meridionali, mira ad accrescere i traffici che toccano Ladeca in modo da superare la crisi attuale; al momento sembra che sia interessata a finanziare il settore edilizio, probabilmente per ottenerne un tornaconto in seguito. [PP: 1, il secondo è stato utilizzato per finanziare i seguenti progetti]
Il mercato centrale: con l'intenzione di situarlo in una posizione strategica tra le arterie stradarie principali e il quartiere commerciale, mira a inglobare gli altri mercati di Ladeca in modo da creare un nodo di transito nella città e in tutto il Dortan. Adrian ha già contattato alcuni burocrati per chiedere l'approvazione dell'edificio.
L'Edraleo: Hikkam si è presto reso conto che il modo migliore per sopravvivere al disastro economico che stava sommergendo la città era puntare sul cavallo vincente; in questo caso, l'edificio che coinvolgeva il maggior numero di lavoratori e capitali. L'idea è stata di proporsi cofinanziatori del progetto - insieme al tesoro reale, ovviamente - se la Corporazione avesse potuto ottenere il controllo dell'approvvigionamento dei materiali. Un modo di guadagnare stima e riconoscenza da parte del re, fama di fronte al popolo e allo stesso tempo di rilanciare l'economia pericolosamente in bilico della neonata Corporazione.
La zecca: seconda parte dell'accordo è la costruzione di una zecca di stato: ovvero poter controllare la creazione e la circolazione del conio del regno, sotto la diretta superivisione dei funzionari di Julien.

Si tratta quindi di due accordi: uno per il primo progetto, e uno per gli ultimi due. In entrambi i casi Adrian attende una risposta da dei funzionari minori che hanno accettato di riferire ai piani alti.

 
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view post Posted on 17/9/2015, 22:43
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Ladeca. Locanda.
Notte fonda.



La sala comune delle Tre Lune era molto silenziosa a quell’ora della notte, ben oltre l’orario di chiusura. Il fuoco languiva nel focolare centrale, basso sui carboni ardenti che per i tre uomini era l’unica fonte di luce nella stanza a parte un paio di candele su uno spartano tavolo di legno. Un penetrante odore di fumo e cibo stracotto era avvertibile ovunque, come ovunque a Ladeca era avvertibile il puzzo di qualcosa che non andava per il verso giusto: un cadavere marcio che, nascosto in maniera sommaria, faceva avvertire il suo lezzo senza che nessuno potesse bene capire dove si trovava prima che si cominciasse a cercarlo.
Lui è l’uomo di cui ti parlavo Davakas, Lord Shimmen Kasumaki.
Fu Montu il primo a parlare, dopo che il robusto locandiere aveva portato una brocca di idromele e tre bicchieri di terracotta, parlando senza interruzione di tutto e niente come tutti i locandieri del mondo. Losca atmosfera per loschi affari, aveva osservato l’oste da sotto i baffi nerissimi che insieme alla barba gli conferivano un aspetto virile e temprato. Era stato Montu a chiedergli quell’incontro, un favore che doveva ad un amico aveva detto. Shimmen sbadigliò, portandosi una mano davanti alla bocca: a quell’ora di solito dormiva già da un bel pezzo. Era andato, non solo perché in quei tre mesi Montu si era dimostrato degno della sua fiducia ma anche perché aveva un assoluto bisogno di tenersi aperte tutte le opportunità che Ladeca poteva offrirgli: tra la crisi economica ed il gruppo di spie rivali, oltre alle normali attività dell’Adel-Numestàra e tutte le difficoltà che ne conseguivano, ogni favore che qualcuno gli doveva era una preziosa merce di scambio.
Piacere di conoscerla signore.
Disse tendendo la mano all’oste da sopra il tavolo e ricevendone in cambio una stretta unticcia che lo indusse a ritirare subito il braccio ed a pulirsi con discrezione, ed una ben celata espressione di lieve disgusto, in un lembo del mantello marrone.
Sembra venire direttamente dal lavello della cucina, quest’uomo.
Ora dimmi tutto Montu.
Ordinò al suo compagno, desiderando poter concludere in fretta quell’incontro e poi andarsene finalmente a dormire.
Ladeca ha un problema economico, e questa come le altre locande ne risente quanto e più dell'ospedale, dell'ambasciata o dei mercanti.
Questo lo sapeva e più ci pensava, più riguardava i pochi fatti che sapeva, meno gli sembrava qualcosa di naturale: c’era una mente dietro quello che stava accadendo, qualcuno con formidabili risorse ed un piano preciso. Avrebbe tanto voluto sapere di chi si trattava.
Ma delle altre locande non me ne frega niente, io voglio aiutare questo mio vecchio amico. E per riuscirci dovremmo capire per quale motivo i prezzi in città sono schizzati alle stelle. Pensi che potremmo muoverci al riguardo?
Shimmen annuì vivacemente e si riscosse dal torpore che lo stava invadendo pian piano, facendo ondeggiare i lunghi capelli rossi. Quello era un argomento scottante in quei giorni: tutti parlavano e si lamentavano, cercavano soluzioni e chiedevano prestiti di denaro a gran voce .. ma nessuno faceva niente al riguardo. Una situazione deprimente a dire il vero che però poteva trasformarsi in una splendida opportunità: chi avrebbe risolto il problema sarebbe certamente diventato l’oggetto della gratitudine incondizionata di tutta Ladeca e di Re Julien. E chi aveva una simile gratitudine … beh … c’erano diverse cose che in una posizione del genere si sarebbero potute realizzare.
Tamburellò le dita sul tavolo, entusiasta. La stanchezza sembrava essergli scivolata via dalle spalle come un mantello bagnato gettato sul pavimento dell’ingresso.
Personalmente ho già alcuni sospetti. Una speculazione in grande stile, temo. E impossibile che la quantità di merci di prima necessità si sia ridotta a tal punto in un mercato così fiorente! La scorsa volta alcuni dei miei … alcune persone hanno fallito ma questa volta potrebbe essere diverso, se sappiamo cosa cercare.
E voi sapete cosa cercare? chiese Davakas.
Shimmen, sentiti libero di parlare di Adel-Numestàra. Montu precedette la sua risposta, beccandosi immediatamente uno sguardo torvo, non difficile da interpretare come una preferenza di chiedere, prima di parlare di certi argomenti con sconosciuti. L’ex Sussurro si era affidato tanto alla fiducia che nutriva in lui per prendere una simile iniziativa: praticamente gli aveva chiesto di farlo diventare uno dei loro. Affiderei la mia vita a quest'uomo, e qualcuno nella sua posizione sono convinto che possa fornirci molte informazioni in futuro. Il Kasumaki annuì, deciso. Ormai era fatta, i rimpianti erano inutili. Sperava solo che la fiducia del suo compagno fosse ben riposta.
Merci, essenzialmente.
Rispose con sicurezza.
Ci aveva pensato molto ultimamente ed era stato Lovissar a fargli notare quale poteva essere la strada da seguire.
Chiunque abbia acquistato merci in grande quantità, negli ultimi tre mesi. Tamburellò ancora con le dita sul tavolo e me mosse fino ad acchiappare il bicchiere. Chiunque si sia arricchito in maniera sospetta, vendendo merci di prima necessità. Vino per esempio, o farina. Mostrò il bicchiere pieno.
Chiunque non abbia più ricevuto merci dai soliti fornitori, negli ultimi mesi e chi fossero questi fornitori … perché hanno improvvisamente deciso di cambiare acquirenti. Se qualcuno ha speculato probabilmente l'ha fatto attraverso intermediari, persone diverse che acquistavano a a loro nome per qualcuno ... è la cosa più sensata da fare dato che riduce i rischi di essere scoperti: se riuscissimo a risalire la rete di contatti potremmo arrivare a chi cerchiamo.
Bevve un sorso dell’idromele, che nonostante la sciattezza dell’oste era di buona qualità. Con un leggero retrogusto piccante anche, delizioso.
Anche chi solo sì è arricchito in maniera anomala rispetto a quanto faceva prima, è sospetto. Come chiunque come chiunque abbia sofferto poco la crisi.
Se molti prestanome hanno effettuato acquisti di poco conto come possiamo risalire al mandante? Una domanda intelligente, quella di Montu. Era da lui. Per quanto riguarda chi non sta soffrendo la crisi... sembra siano solo i nobili così fortunati. Vi era forse una sfumatura di amarezza in quell’affermazione?
Di per sè non è così facile, temo.
Il Kasumaki congiunse le dita, abbassò gli occhi sulla candela che aveva davanti e cercò di spiegare l’intuizione che aveva avuto.
Occhi attenti dovrebbero ricordare un periodo di circa due mesi fa. Notare se certi mercanti, contadini, venditori hanno cambiato improvvisamente persone alle quali portavano i loro prodotti. Per dirne una … un oste, e rialzò lo sguardo fissando il proprietario delle Tre Lune, si ricorderà probabilmente se una persona che abitualmente lo riforniva ha improvvisamente diminuito ciò che portava o ha direttamente cambiato persona e magari anche chi sia il nuovo fortunato beneficiario. Da li partiranno le nostre indagini.
Davakas aveva assunto un’espressione pensierosa mentre Shimmen parlava, passandosi le mani incrociate sugli avambracci prima di tormentare un lembo della sua camicia macchiata. Era probabile che anche lui avesse sofferto questo tipo di problema, pensò il Kasumaki osservandolo.
Effettivamente ho perso qualche fornitore negli ultimi tempi. Lo straccio venne poggiato sul tavolo. C’era accettazione dietro quelle parole, c’era realtà di fatti che non potevano essere cambiati e quel fatalismo insito in coloro che dalla vita ne hanno passate tante ma c’era anche la determinazione a non arrendersi. E se veramente non sono l'unico mi basterà fare qualche domanda in giro.
Anche tu Monu. Disse Shimmen accennando in direzione del massiccio guerriero. Lui stesso aveva da dirigere e coordinare molti altri affari: gli serviva qualcuno di fiducia per seguire da vicino quella pista. Qualcuno di discreto che avrebbe fatto riferimento soltanto a lui: era un’informazione preziosa anche solo il fatto che stessero indagando in quella direzione, in città nessun altro di sua conoscenza sembrava essersi accorto di una possibile ragione umana, dietro l’aumento insostenibile dei prezzi. Vorrei che ti occupassi di questa indagine e che ci trovassimo qui tra una settimana, alla stessa ora, per mettere in comune quel che abbiamo scoperto. In segreto mi raccomando, per ora non farne parola a nessun altro dell’Adel-Numestàra: e’ un’informazione troppo preziosa per correre rischi di azioni avventate.




Shimmen e Montu (pg di Ramses e collaboratore al mio progetto) decidono di indagare sull’aumento dei prezzi a Ladeca, che non sembra affatto naturale. Un minimo di conscenza del mercato fa supporre che si tratti di un qualche tipo di speculazione messa in atto da qualcuno con grandi risorse economiche ed un piano preciso in mente: altrimenti non si spiega perché merci così comuni in un mercato fiorente e finanziato come quello di Ladeca 3 mesi prima siano progressivamente diventate così rare. Decidono quindi di indagare, con molta discrezione ed attenzione, e ricostruire l’eventuale rete di prestanome ed intermediari che uno speculatore accorto avrebbe potuto usare per far sparire progressivamente le merci.


Edited by vulcano1 - 17/9/2015, 23:45
 
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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La locanda "Le tre Lune".





Ancora confuso dalle sue stesse scelte il Demone si diresse verso una delle tante locande appena aperte a Ladeca. Era curioso, gli uomini consideravano le taverne uno dei beni primari -e fondamentali- delle città. Montu non poteva che essere felice, sarebbe stato difficile impegnare le noiose serate nella nuova Capitale senza un posto fisso in cui spendere l'oro in alcool e carne.
"Le tre Lune", niente di particolare nel nome, ma aveva una buona fama tra i tipici frequentatori, gente di cui ci si può fidare solo quando si cerca della buona birra.
Quando entrò venne investito dall'odore di cinghiale e sidro, davanti a lui si apriva una stanza con una decina di tavoli quadrati, e quattro panche sistemate intorno ad una fossa di circa tre metri per tre in cui scoppiettava un vivace fuoco. Sulla parete opposta alla porta d'ingresso il bancone accoglieva i nuovi clienti. L'Eterno si avvicinò non curandosi dei volti dei presenti, troppo stanco per analizzare l'ambiente come era solito fare. Unico dettaglio che l'aveva colpito era il grande dipinto che raffigurava un'enorme fenice in volo su un campo di battaglia con la coda in fiamme.
Appoggiatosi al bancone alzò lo sguardo sull'oste e trovò due familiari occhi neri a fissarlo, e un sorriso si aprì sul volto di un uomo che conosceva molto bene.
-DAVAKAS! AMICO MIO!-
-MONTU! Da quanto tempo! Cosa ci fai a Ladeca?!-
-Tu piuttosto. Avevo capito che dopo Basiledra ti saresti spostato a Sud, nel Sultanato.-
-Vecchio mio, i nani lasciano poco spazio alle nuove taverne. Sono tipi abitudinari e diffidano degli stranieri quando si tratta di bere.-
-Ricordo che a Basiledra avevi il miglior idromele. Come vanno qui gli affari?-
-Non chiedere. "Le tre Lune" sta fallendo, non riesco a stare dietro ai prezzi dei miei fornitori, e non posso chiedere troppo ai miei clienti. I prezzi sono alle stelle e nessuno capisce cosa stia succedendo.-
Forse l'Adel-Numestàra avrebbe potuto aiutare l'uomo. Davakas aveva lottato nell'assedio di Basiledra, guidato da Kuro come molti altri. Uno dei Sussurri reclutati nell'ultimo periodo. Forse.
Nonostante il suo fosse un mestiere tranquillo si era rivelato un ottimo combattente, e quali migliori orecchie se non quelle di un oste?! Un ottimo amico, un prezioso alleato.
-Conosco un uomo che potrebbe aiutarti. Vorrei darti una mano a risollevare la locanda.-
-Conosci... un uomo...? La vecchia vita ancora ti insegue?-
-Sai che il nostro giuramento non aveva vincoli di tempo. Qualcuno ci offre gli stessi mezzi, il fine lo perseguiamo noi.-
Davakas abbassò la voce sporgendosi sul bancone.
-Vediamoci stanotte, dopo l'orario di chiusura.-



Quando Shimmen entrò nella locanda era buio, le sedie erano rovesciate sui tavoli e Davakas aspettava appoggiato al bancone con il suo tipico straccio sulla spalla sinistra: un simbolo.
Si sistemarono ad un tavolo, e l'uomo offrì loro da bere.
-Lui è l'uomo di cui ti parlavo. Davakas, Lord Shimmen Kasumaki-
Shimmen gli strinse la mano.
Era inutile girare intorno al problema, così Montu iniziò a parlare:
-Ladeca ha un problema economico, e questa come le altre locande ne risente quanto e più dell'ospedale, dell'ambasciata o dei mercanti. Ma delle altre locande non me ne frega niente, io voglio aiutare questo mio vecchio amico. E per riuscirci dovremmo capire per quale motivo i prezzi in città sono schizzati alle stelle. Pensi che potremmo muoverci al riguardo?-
Shimmen annuì, forse aveva già sentito dei problemi della città.
-Personalmente ho già alcuni sospetti. Una speculazione in grande stile, temo. E impossibile che la quantità di merci di prima necessità si sia ridotta a tal punto, in un mercato così fiorente.
La scorsa volta alcuni hanno fallito ma questa volta potrebbe essere diverso, se sappiamo cosa cercare.-

-E voi sapete cosa cercare?-
-Shimmen, sentiti libero di parlare di Adel-Numestàra. Affiderei la mia vita a quest'uomo, e qualcuno nella sua posizione sono convinto che possa fornirci molte informazioni in futuro.-
Il suo compagno gli lanciò un'occhiata torva, ma Montu non poteva rischiare un rifiuto chiedendogli il permesso di inserire Davakas nell'organizzazione. Era meglio buttarcelo dentro, in fondo non avrebbe dubitato di un Sussurro, anche se Shimmen non avrebbe mai saputo il perchè di tanta fiducia nell'oste.
-Merci, essenzialmente. Chiunque abbia acquistato merci in grande quantità, negli ultimi tre mesi. Chiunque si sia arricchito in maniera sospetta, vendendo merci di prima necessità. Se qualcuno ha speculato probabilmente l'ha fatto attraverso intermediari, persone diverse che acquistavano a a loro nome per qualcuno ... è la cosa più sensata da fare perchè riduce i rischi di essere scoperti: se riuscissimo a risalire la rete di contatti potremmo arrivare a chi cerchiamo.
Anche chi solo sì è arricchito in maniera anomala rispetto a quanto faceva prima, è sospetto. Come chiunque abbia sofferto poco la crisi-

-Se molti prestanome hanno effettuato acquisti di poco conto come possiamo risalire al mandante?
Per quanto riguarda chi non sta soffrendo la crisi... Sembra siano solo i nobili così fortunati.-

-Di per sè non è così facle, temo. Ma occhi attenti dovrebbero ricordare un periodo di circa 2 mesi fa, e notare se certi mercanti, contadini, venditori hanno cambiato improvvisamente persone alle quali portavano i loro prodotti. Per dirne una, un oste si ricorderà probabilmente se una persona che abitualmente lo riforniva ha improvvisamente diminuito ciò che portava o ha direttamete cambiato persona.-
-Effettivamente ho perso qualche fornitore negli ultimi tempi. E se veramente non sono l'unico mi basterà fare qualche domanda.-
-Anche tu, Montu. Vorrei che ti occupassi di questa cosa e che ci trovassimo qui tra una settimana, alla stessa ora, per mettere in comune quel che abbiamo scoperto. In segreto mi raccomando, per ora non farne parola a nessun altro dell’Adel-Numestàra.-
-Nessun problema.-

Di problemi, in realtà, ce n'erano fin troppi. Ma con qualche sforzo forse la locanda poteva risollevarsi.
Il Demone aveva ritrovato un amico, e l'Adel-Numestàra un nuovo alleato.



Inizio del progetto Le tre Lune. Una locanda che soffre per i problemi economici e che Montu cerca di supportare (per ora cercando i colpevoli della crisi).
 
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view post Posted on 25/9/2015, 15:23
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Villa di Re Julien.

Due colpi secchi alla porta di legno, qualche secondo prima della risposta che lo invitava ad entrare, un cenno con la mano alle guardie di scorta che avrebbero atteso all'esterno. Mark Smith entrò nella camera del Re, stupendosi di trovarlo insieme ad una seconda figura, alta e slanciata. Entrambi osservavano il fuoco nel camino, avvolti da pesanti mantelli. Comprensibile, pensò: il freddo dell'inverno non risparmiava neppure il temporaneo “palazzo reale”.
Julien aveva dato priorità estrema all'Edraleo, accontentandosi di risiedere in una villa isolata in periferia per ragioni di sicurezza. E quando questo sarebbe stato terminato, solo allora avrebbe fatto costruire una residenza più dignitosa per il suo stato.

« Comandante. »
L'uomo alto lo salutò. Il suo volto non era nuovo a Smith, ma non riusciva a ricordare dove poteva averlo visto in precedenza. A Basiledra forse? O vagando per il regno durante la guerra intestina? In ogni caso rispose con un cenno del capo, prima di spostarsi verso Julien per inchinarsi in segno di saluto.

« Bentrovato Smith, prendi posto attorno al fuoco: si gela fuori. »
« Senza dubbio è un rigido inverno, maestà. E purtroppo giorni più rigidi dovranno venire. Gli studiosi ne sono sicuri. »

Il re fece spallucce. Probabilmente lo sapeva, ma era sicuro che non fosse nulla di grave.

« E' un problema? »
« No. Molti uomini attualmente presenti a Ladeca vengono dalla Ystfalda. Sono abituati, e aiuteranno chi ne ha bisogno. »
« Perfetto. »

Il Re era stranamente freddo, e il comandante non poté fare a meno di notarlo. Da quando aveva deciso di "responsabilizzarsi" non faceva altro che dare ordini e pretendere, parlando continuamente con lui e Zeno per avere consigli di ogni genere. Ma quella sera sembrava fin troppo distaccato, e la cosa non gli piaceva affatto. Chi era il misterioso interlocutore con cui stava discutendo in privato?
Un veloce e furtivo movimento con la mano servì da catalizzatore per lanciare un innocuo incanto visibile solo a Smith: avrebbe rivelato ogni sorta di condizionamento mentale verso il ragazzo, ma ne uscì pulito. Meglio così.

« Quindi Comandante, come procedono i lavori a Ladeca? Sei qui per aggiornarmi o sbaglio? »
« Esatto Maestà. Lasci che esponga ogni cosa.
L'Edraleo sta sorgendo come previsto. Lo scheletro della struttura è già terminato e la compagnia di Demetrio ha già iniziato a rifinire mura e soffitti. Garantisce che sarà consegnato per la scadenza pattuita. Allo stesso modo Ladeca si va espandendo: oltre ai fondi della Corona la Banca del Tempio ha finanziato numerose opere, e Lady Azzurra ha responsabilizzato i costruttori in modo da pensare al benessere della popolazione: case costruite con criterio, strade piastrellate, superficie cittadina in estensione... probabilmente non raggiungerà lo sfarzo di Basiledra, ma avrete una capitale degna di rispetto.
»

Il Re sorrise, continuando ad osservare il fuoco. Era soddisfatto di quelle notizie, e in fondo non avrebbe accettato nulla di meno: doveva farsi amare dai suoi sudditi, e non essere ricordato per una capitale in perenne degrado. Aveva sentito voci riguardo condizioni di vita a dir poco umilianti nei primi mesi di costruzione dell'Edraleo, ma per fortuna erano cessate. Rivolse uno sguardo verso l'uomo alto, che rispose con un cenno del capo.

« Gli abitanti di Ladeca si muovono in prima persona per risolvere i loro problemi? Questo è un bene, ma naturalmente non devono dimenticarsi della Corona. Dobbiamo essere presenti, un conforto verso uomini così fedeli al Regno. A tal proposito sono arrivate le tue note, possiamo discuterne.
Concedi l'accordo a Leningrast, e organizzati con l'Ordine dell'Artiglio per mantenere la sicurezza per le vie della capitale.
»
« Si, vostra maestà. »

Mark era sollevato: da quando i prezzi erano diminuiti la popolazione in città stava crescendo esponenzialmente. tutti erano attirati dalle mille possibilità della nuova Capitale, ma i problemi di ordine pubblico continuavano ad aumentare: con l'aiuto dell'Ordine dell'Artiglio avrebbero gestito meglio la situazione.

« So che pian piano vanno sorgendo edifici e nuove attività. I Cittadini hanno bisogno dell'aiuto della Corona anche in altri ambiti? Non possiamo certo lasciare che la Banca di Lord Erein e il gruppo di mercanti finanzi l'intera regione! »
« Certo Maestà. Alcuni sudditi hanno intrapreso delle attività, probabilmente con eccesso di ottimismo. Scuole ed università ad esempio, con insegnanti di tutto rispetto che parlano al cospetto di aule vuote. »
« Aule Vuote? »
Mark deglutì. Quello era senza dubbio l'aspetto più oscuro del Regno.
« Maestà, gli uomini non sono interessati alla cultura. Il volgo tira a campare come meglio può, e i nobili preferiscono sollazzarsi con puttane e altri privilegi. In tutta Ladeca troverà massimo dieci persone in grado di scrivere fluentemente, e nessun altro con voglia di imparare. »
« Possiamo invertire questa tendenza? »
Era rivolto ad entrambi gli interlocutori, ed entrambi fecero spallucce.
« Forse, ma ci vorranno anni. »
Per la prima volta Mark sentì la voce dell'altro. L'aveva già sentita, ne era sicuro. Da qualche parte a Basiledra, quell'uomo non era nuovo. Eppure ogni volta che scrutava fra i ricordi trovava solo immagini sfuocate e indistinte.

« Ci terremo l'ignoranza allora, ci sono altre priorità a cui pensare. Continua Smith. »
« In città stanno sorgendo alcuni luoghi di culto, ma non dedicati alla figura del Sovrano. »
« Eretici? »

Lo sguardo di Julien divenne glaciale. E Mark preoccupato vide l'ombra di Caino alle spalle del Re. Avrebbe dovuto usare le giuste parole, ma effettivamente pensò che il ragazzo aveva vissuto gli anni più importanti dell'infanzia protetto dal priore: era normale che la pensasse in un certo modo, ma i tempi erano cambiati e per fortuna c'era chi aveva acquisito un ascendente ben più grande.

« Zeno preferisce chiamarle "smarriti". Li tollera e li invita a presenziare alle sue cerimonie. Principalmente quelle strutture vengono usate come rifugio dai senzatetto che continuano ad aumentare. il Culto del Sovrano non è a rischio neppure lontanamente. »
« Se garantisce Zeno non ho di che preoccuparmi.
E' tutto?
»
« Si, è tutto. »

L'uomo alto si lasciò sfuggire una risata. Lo stava forse deridendo? Mark fece qualche passo in avanti, avvicinandosi a pochi centimetri dal suo volto. Lo osservava dal basso, ma essendo di spalle più larghe non sfigurava troppo.

« Qualche problema signor... »
« No, no, nulla. Mi stavo solo chiedendo se aveva scoperto il motivo dell'aumento dei prezzi e della loro improvvisa diminuzione. »
Il comandante serrò i pugni. Quello era stato senza dubbio il suo più grande fallimento, ed esserne deriso in quel modo lo urtava non poco. Chi era quell'uomo? Con quale autorità conferiva privatamente con Re Julien?
L'uomo alto semplicemente sorrise, ponendo una mano sulla spalla di Smith che di scatto si allontanò.

« Non si preoccupi comandante: tutto risolto. Io e l'autorità che rappresento abbiamo tracciato i movimenti di denaro con scrupolo e zelo: un certo Don Corneo aveva ottenuto il monopolio sui beni di prima necessità, lucrando fin troppo su grano, carne e acqua pulita. Per fortuna un gruppo di cittadini coalizzati è riuscito a rompere il suo sistema, dove l'esercito e i quattro, cinque gruppi di spie vaganti per Ladeca stavano fallendo. »

« Gruppi di spie? »
La notizia non era nuova al comandante: c'erano strani movimenti per la città, e più informatori avevano tradito più organizzazioni. Probabilmente si stavano facendo guerra a vicenda, per spartirsi lo stesso potere nel territorio. Ma come faceva quell'uomo a sapere?

« Scorgo i suoi dubbi Comandante, ma non deve temere nulla: sono solo un mero osservatore aiutato da uomini umili, servi del regno che dobbiamo costruire. Ci sono nobili corrotti, puttane, vampiri, dilettanti allo sbaraglio. In ogni caso tutto sotto controllo: i loro progetti non si mischiano affatto con il benessere della popolazione al momento. Per ogni altro problema rimango a sua disposizione. »

« Chi... chi sei tu? Che autorità possiedi per conoscere tutte queste cose? »

Per tutta risposta, l'uomo si inchinò al cospetto di Mark Smith, pronunciando quello che sembrava uno strano giuramento.

« Una figura nuova, disposta ad osservare il Regno senza intervenire. Un uomo che ha imparato dagli sbagli del passato, e che si adegua alla modernità lasciando perdere il ruolo di burattinaio che aveva. Un uomo che compie le veci di una persona eccezionale aspettando il suo ritorno, senza manipolare ogni decisione come abbiamo fatto il passato.
Io sono l'Occhio di un Regno consapevole, maturo abbastanza da camminare con le proprie gambe.
Io sono la Mano di un Regno adulto, che mai agirà senza il volere del Re.
Io sono la Mente di un Regno nuovo, la cui coscienza ho contribuito a formare.
Io sono la Spia, io sono l'Ombra. Colui che si muove senza mai interferire.
Io sono Nicolaj Luciano, e sono un Nuovo Sussurro.
Colui che osserva per il Bene del Regno.
»




CITAZIONE


QM POINT
Signori, perdonate il ritardo anche a causa della settimana travagliata, ma si va avanti! Il post è di stampo nettamente diverso dal precedente, ma oggettivamente gestire decine di parti singolarmente è un lavoro che nei tempi liberi che è è decisamente irrealizzabile, quindi si va avanti così! Le regole per i PP sono quelle del turno precedente, e andrò adesso ad aggiornare tutte le situazioni punto per punto.

I Prezzi elevati come scritto nel post erano causati dal monopolio che Don Corneo aveva costruito sui beni di prima necessità. Una volta risolto e sparsa la voce però Ladeca deve affrontare un secondo problema: la sovrappopolazione!
Nel corso dei tre mesi assisterete ad una vera invasione di uomini da ogni luogo del regno, disposti a tutto per lavorare e in cerca di fortuna. Ma naturalmente lo spazio per tutti non esiste, e sta a voi stabilire come il vostro progetto fa fronte, sfrutta o si adegua ad una mole tale di gente. Come al solito avete tutta la libertà del caso limitata dal buonsenso comune! Ah, ed è inverno: fa freddo, tanto freddo!


Ladeca: la nuova capitale dei Regni del Leviatano si è ripresa dalla crisi del denaro e sorge elegante e organizzata PP: 10
Edraleo di Ladeca: i cantieri dell’Edraleo sono aperti senza interruzioni. Lo scheletro dell'edificio è già ultimato e la compagnia di Demetrio lavora senza alcun problema. PP: 9
La Corte dei Superbi: Il progetto parte bene dopo essere sopravvissuto a stento per il periodo dei prezzi elevati, e si avvia. In ogni caso il tempio di Yffre è abbastanza abbandonato a se stesso poichè al popolo di Ladeca non interessa quasi nulla dei culti esterni al Sovrano. PP:2
Scuola Andora: La scuola apre, ma le aule sono costantemente vuote: alla popolazione non interessa la cultura, e preferiscono insegnare ai figli un mestiere fin dalla giovane età. Pian piano le aule iniziano ad essere occupate da vagabondi in cerca di un tetto. PP: 1
Regia Università di Ladeca: Idem come la scuola. PP: 1
Ordine dell'Artiglio: Lo spirito e la moralità degli uomini sembrano ripristinate, inoltre Mark Smith propone all'ordine di integrarsi formalmente nell'Esercito Reale per la sorveglianza delle strade di LAdeca. Questo vuol dire fondi quasi assicurati, ma anche numerose responsabilità nell'affrontare il selvaggio incremento della popolazione. PP: 3
Tempio: L'idea del banchetto è buona, e attira un bel po' di gente ma per un mero fine utilitaristico. L'incremento della popolazione aumenta il flusso di uomini, ma più per trovare un tetto sulla testa che per pregare effettivamente. PP:1
Pecorelle Smarrite: Nulla da segnalare: con la fine dei prezzi selvaggi terminano anche i piccoli furti di bestiame, ma con la sovrappopolazione le pecorelle possono considerarsi al sicuro? PP:2
Ospedale della Misericordia: Ottiene i fondi, ha le medicine. Tutto sembra andare per il verso giusto, ma una maggiore popolazione vuol dire un maggior numero di malati anche a causa delle scarse condizioni sanitarie. Le cure sono di buona qualità, ma non c'è abbastanza spazio per curare tutti. Grazie al PP usato su Ladeca inoltre migliora la situazione generale della città. PP: 5
Banca del Tempio: Senza dubbio i finanziamenti della banca hanno aiutato numerosi progetti a sopravvivere e Ladeca stessa a crescere in condizioni migliori. Molti sono riconoscenti all'istituzione. Tuttavia la popolazione aumenta e quindi anche le richieste di prestiti, e a causa dei numerosi oneri pagati da Erein, puoi considerare i suoi fondi privati come esauriti per Ladeca.
La lotta alla corruzione inoltre danneggia i nobili corrotti de "Le mani Cieche" che cercano di defilarsi sempre di più dalla rete di complotti.
Infine la Banca formata da "La Corporazione" mette il Tempio nella stessa situazione dei due gruppi di spie: stesso servizio, stesso territorio. Collaborare o farvi la guerra? PP: 4.
Voce del Regno: La sua costruzione è terminata, e considerata la sovrappopolazione avete più di uno spunto per gestire il lavoro dell'ambasciata. PP: 2
Le mani cieche: Date le azioni degli altri e la lotta alla corruzione di Malzhar, i nobili mantengono un basso profilo e cercano sempre più di non avere a che fare con la rete di corruzione. PP: 1
Vox Populi: Complimenti. Vox Populi era praticamente quello che serviva per contrastare il monopolio di Don Corneo e abbattere nuovamente i prezzi dei beni a Ladeca. Tendenzialmente la città è grata alla "corporazione" che hai formato, che diventa un cardine del sostentamento della stessa. PP: 6
Adel-Numèstara: Le spie si infiltrano come richiesto, ma la guerra contro i vampiri le logora non poco: loro sono più organizzate e inoltre sono legate psionicamente a Gabriel, quindi difatto perdi ogni spia che hai provato a infiltrare fra loro. Questa "guerra" decisamente è la prima preoccupazione di Adel-Numèstara. PP:1
Nido dello Scorpione: La situazione di affluenza al Nido non cambia, ma le ragioni sono diverse: prima c'erano disperati in cerca di soldi facili, ora ci sono più disperati in cerca di soldi ancora più facili. Nonostante tutto le cose vanno bene, ma quanto ci vorrà prima che la popolazione faccia aumentare i disordini e crollare il fragile equilibrio nel quartiere del Nido? PP:4
Il Sacerdote di T'al: Come per gli altri Templi, il culto di T'al non prende piede a Ladeca. PP:1
Ferriera di Leningrast: Mark Smith sottoscrive l'accordo e tutto sembra andare per il verso giusto. Con la popolazione aumentata aumentano anche le richieste di lavoro, e tutto sembra andare per il meglio. Ma si sa che nella massa qualche incompetente in cerca di soldi facili ci sarà sempre, quindi gli incidenti seppur più rari non cessano. PP: 5
Accademia Teatrale: Le cose sembrano riprendersi, e il teatro vede aumentare il numero di spettatori e studenti. Tuttavia proprio a causa dello stile di vita facoltoso dei primi, alcuni disperati rendono il luogo pericoloso poichè provano a vagabondare o rapinare i nobili. Fenomeno senza dubbio destinato a peggiorare a causa dell'aumento della popolazione, ma ancora gestibile. PP: 3
Bloody cowbep: Nella guerra fra i vampiri e l'altro gruppo di spie i tuoi hanno senza dubbio la meglio e guadagnano influenza e potere. tuttavia uomini bevitori di sangue non passano certo inosservati, e con l'enorme afflusso di gente a Ladeca il rischio di scoprire la loro condizione è molto elevato. PP: 3
Corporazione (gilda dei mercanti): Il progetto della Banca piace e inizia a prendere forma molto velocemente risquotendo un certo successo. Questo però mette la Corporazione in diretto contrasto con la Banca del Tempio: come per i due gruppi di spie offrite lo stesso servizio nello stesso luogo, quindi le opzioni sono semplici: collaborare o farvi la guerra. A voi la scelta. PP: 4
Le tre lune.: La locanda riesce ad avviarsi, e inizialmente gli affari vanno bene. Ma da sola non riuscirà a sostenere la grande mole di uomini giunta in città, e presto le richieste si faranno molto superiori alla disponibilità de "Le Tre lune." E in tempi duri in cui non si ha un tetto sulla testa per la notte, la gente è letteralmente disposta ad ammazzarsi. PP: 2

Potete inoltre utilizzare i vostri PP per interagire con un qualsiasi progetto presente a Ladeca e non descritto qui, come ad esempio l'Eserciot Reale o la compagnia di Demetrio. Nel dubbio come al solito risponderò quanto prima ad ogni domanda! Il limite improrogabile per questo post è giovedì 1 ottobre, alle 23:59!


 
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