Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Cuore di Ghiaccio ~ The Blazing Rose

« Older   Newer »
  Share  
Lunatic ( )
view post Posted on 24/1/2016, 13:38




[ Cuore di Ghiacchio : The Blazing Rose ]

La mattina era gelida. Ciale si era alzata ed era uscita dalla tenda, disegnando anche di sciacquarsi il viso, per non aggiungere freddo al freddo. Avrebbe fatto volentieri a meno di esporsi al vento, ma si era svegliata con un senso di frustrazione addosso. In ogni caso, quel giorno sarebbe successo qualcosa - non aveva grandi speranze, in verità, ma qualsiasi cosa sarebbe andata bene per illuderla di star facendo progressi. L'enormità del loro compito - o meglio, della scarsità di informazioni a riguardo - la stava colpendo in quei giorni come raffiche di una tempesta stagionale.

Si sedette su un tronco a fissare gli uomini che issavano una palizzata. Rick la raggiunse poco più tardi, l'alito che sapeva di vino. Le si sedette a fianco, come di consueto. In quella situazione, dopotutto, poteva permettere un minimo di promiscuità.

«Be', parteciperai alla caccia? » chiese, aggiungendo poi nel suo orecchio: «Niente di che. »

Ciale digrignò i denti. Il sussurro del nano, a quella distanza, le suonava comunque un mucchio di parole urlate nel suo timpano. Una questione di differenze razziali. Non reagì, il fastidio che si sommava all'insofferenza di quella mattina. Inveece rispose:

«Sì. Sono stanca di essere chiusa qui »

C'erano altri motivi, in realtà, ma non potevano parlarne lì - tanto valeva che non ne parlassero affatto. Per quel poco che erano stati insieme, il nano non si era dimostrato duro di comprendonio - per quanto avesse una propensione agli alcolici. Che capisse da solo.
Aveva avuto una discussione simile con Laplace, la sera prima.
Hai un'attitudine naturale a rischiare la vita, te l'hanno mai detto? Le sue motivazioni erano state abbastanza chiare, ma quelle della Lagomorfa le superavano. Alla caccia sarebbero stati presenti tutti gli ufficiali più alti in grado, compreso Blackstone, che già l'aveva notata, e ovviamente quella donna. Difficilmente sarebbe riuscita a ottenere informazioni utili sull'artefatto, ma farsi vedere equivaleva a ottenere fiducia. Un po' come essere tornati nel periodo di addestramento. Certo, sarebbe potuta rimanere al campo a ficcanasare in giro, ma era ancora un'estranea. Sarebbe stato difficile ficcanasare in giro.

Inoltre, aveva voglia di affondare la lama dentro qualcosa.



Arrivò puntuale, con il destriero che le avevano affidato. La sua esperienza con i cavalli era abbastanza ridotta, ma lo montò senza problemi. Alla fine aveva deciso di presentarsi con tutto l'arsenale: lo spindalai al fianco, i coltelli da lancio in bella mostra sulla cintura, e il guanto-artigliato indossato nella mano sinistra, che reggeva le redini.

L'altra "arma" trotterellava con fare interessato al fianco del cavallo. Ciale lo fissò. Le venne in mente che era strano che fosse in grado di decifare le espressioni della creatura: dove lei vedeva un'emozione, gli altri avrebbero visto il solito muso nero, allungato e con i denti sproporzionati di Laplace. Anche per lui era la prima occasione di uscire dal campo da un po'. Conoscendolo, si sarebbe defilato per cacciare e mangiare per conto suo. Qualsiasi cosa abitasse in quei boschi. Gentile o meno, Laplace era pur sempre un demone ... o qualcosa di simile. Che ci fosse di peggio, nascosto tra i rami?

Al punto di ritrovo erano in tanti. Riconobbe alcuni dei soldati dalla sua sera di bevute, e li salutò con un cenno. C'era il medico. Faceva comodo essere simpatici a un segaossa, anche se avrebbe preferito non doverne richiedere l'aiuto. Gli ufficiali erano un po' sparsi in giro. Si premurò di mettersi in un posto in cui sia Blackstone che Braska fossero in grado di accorgersi della sua presenza: schiena dritta, spada al fianco, portamento quasi regale. Ma forse stava esagerando. Passato qualche minuto, tornò a mischiarsi tra gli altri "cacciatori".

Nel frattempo era arrivata l'altra donna, la bionda che si era unita al campo come volontaria. Com'era giusto che fosse, tenevano i contatti al minimo. A qualunque gioco stesse giocando, la ragazza si rivolse direttamente a Braska. Ciale sollevò un sopracciglio. Se ai tempi del suo addestramento avesse usato un tono anche solo vagamente strafottente, come il suo, si sarebbe guadagnata un calcio nello stomaco da parte del Generale, non di meno.

In ogni caso, non erano affari suoi. Poteva solo augurarsi di non ritrovare il cadavere della donna torturato e impiccato al centro del campo. Si riavvicinò al punto in cui aveva visto Jeremia e Baf. Se li avesse ritrovati, avrebbe chiesto:

«Che cosa ... cacciamo, allora? »






[ Ciale ]

Altera, sociopatica, zelante;
Sguardo gelido, attraente, minuta


Corpo (125 %) - Mente (75 %) - Energie (100 %)

Nessuna passiva in uso.
Nessuna tecnica in uso.
Nessun equip estratto, tuttavia come specificato Ciale si porta tutto l'equip presente nella scheda, più il cavallo fornito dalla setta, più Laplace.
 
Top
view post Posted on 26/1/2016, 13:53
Avatar

h e l l i s n o w
······

Group:
Member
Posts:
4,676
Location:
Limbiate (MB)

Status:




— Rick —


Rick venne accolto dal suono d'ossa stritolate, calpestate dal suo stesso pesante stivale; poi il terribile fetore che impregnava l'atmosfera gli invase i polmoni come una fiammata crudele, rivoltandogli le viscere e infiammandogli le vie respiratorie.

SKULL5_zpsihxzaprw

La fossa assomigliava a un tugurio, con cumuli di escrementi da cui spuntavano ciocche di pelo grigiastro erano disseminati ovunque, intervallati da pochi resti di ossa spezzate, teschi frantumati e scorie indecifrabili simili a cuoio che navigavano in pozze di siero infetto. Trattenere rigurgiti di nausea era quasi impossibile lì dentro, e la visione aveva poco a che vedere col fatto: l'aria era malsana, irrespirabile. Rendeva difficile staccarsi di dosso l'impressione che anche soltanto respirandola si potesse prendere qualche sorta di malattia mortale. Ma non era tutto ciò che la cloaca aveva da offrire. Vi erano anche quelli che parevano essere robusti collari di ferro, agganciati a catene come quelle che avevano tenuto imprigionati il nano e la lagomorfa in periodi poco felici da ricordare - con la sola differenza che in quel buco i catenacci erano ancorati a dei massi. E infine i denti. Miriade di pallidi frammenti ossei - indubbiamente di foggia umana - incastrati in ogni conca del suolo irregolare.

La decomposizione regnava ora, ma era ormai chiaro che qualcuno o qualcosa fosse stato tenuto lì prigioniero per diverso tempo, probabilmente d'ancor prima di quando i tre erano stati accolti dall'amorevole abbraccio della Rosa. Qualcosa che aveva tentato più volte di riottenere la libertà, come i profondi segni presenti sulle pareti testimoniavano: linee asimmetriche nere di sangue antico.

« Nessun uomo... »

Aveva mormorato il cacciatore Caleb in una di quelle sere trascorse all'aperto al freddo,
con un volto ch'era il dipinto esatto dell'inquietudine.

« ...nessuna bestia. »

All'epoca la paura del bracconiere era stata nutrita dai versi dalle tenebre, delle creature che si celavano nell'ignoto; era qualcosa che si poteva capire ma non necessariamente condividere, se non altro non da parte di chi avesse già combattuto per la sopravvivenza contro ogni sorta d'avversità, non per chi non dava per scontata la vita. Forse però ora Rick Gultermann poteva intuire con maggior chiarezza le ragioni di quel turbamento, provando a sua volta a penetrare con l'immaginazione nella fabbrica degli incubi e dei deliri per poi emergerne con qualche immagine che potesse spiegare tutto ciò che stava osservando.


[...]


Quando poco dopo riprese le proprie sembianze sul ciglio del fossato, capì subito che qualcosa non andava. Non per le orme e i solchi che tracciavano una pista verso la foresta, ma per il suono di passi che arrivava dalla parte esattamente opposta. Uno o più ignoti stavano per violare l'area interdetta dalla rossa, e che fossero alcuni che come lui desideravano sfruttare la situazione al campo per i propri scopi, o che fossero invece mercenari allertati da movimenti sospetti, sarebbe stato saggio pensare subito a cosa fare. I primi alberi non erano lontani, e non vi era veramente altro dietro cui nascondersi in quello spiazzo. Nient'altro che le fosse mefitiche e l'eventualità di affrontare faccia a faccia chiunque sarebbe sbucato dal sentiero.



— Cassandra; Ciale —


Avevano proseguito nel bosco alternando galoppate sostenute a trotti moderati, a seconda delle condizioni del terreno e dello spazio concesso dal fitto intricato di alberi e fogliame. Escludendo gli ansiti e lo scalpitio delle bestie, i mercenari avevano marciato in silenzio per gran parte della traversata - dividendosi mano a mano in gruppi sempre più piccoli, fino a che della compagnia originaria non rimase che una dozzina di uomini. A dispetto di una nebbia sempre più fitta, non incontrarono particolari intoppi, anzi; sarebbe quasi potuta passare per una scampagnata nel verde invece che una battuta di caccia, non fosse stato per gli occasionali rantoli che parevano giungere dai dintorni. Non sarebbe mancata ai più sensibili di loro neanche la sensazione di esser braccati, osservati; eppur ogni volta che lo sguardo credeva di aver individuato qualcosa l'immagine si disperdeva senza lasciar traccia.
L'impressione che vi fosse qualcuno o qualcosa in attesa lì fuori invece restava.

« Sì, ti ho fatta chiamare. »

Le scoccò un'occhiata da oltre la pesante pelliccia d'orso che le copriva le spalle in quell'occasione, rivelando un viso meno tirato rispetto alle sue ultime apparizioni. La bruma si era già fatta molto densa quando Cassandra decise di avvicinare la rossa, ma a brevi distanze la visuale non era compromessa; poté notare che la guerriera indossava un corpetto in pelle battuta, e che sopra di esso titinnavano le medesime collane che le aveva visto addosso giorni addietro. Il resto del suo corpo giaceva sommerso da stoffa pesante e animali scuoiati.

« E ne sai bene la ragione. »

Si concesse una pausa fin troppo lunga, premeditata, durante la quale divenne chiaro che il colosso al suo fianco stava assistendo allo scambio come un avvoltoio famelico d'informazioni. L'impazienza con cui continuava ad aggiustarsi sulla sella lo aveva tradito. E assieme a quell'evidenza, arrivava anche il sospetto che Braska avesse scelto il protratto silenzio per una precisa ragione.

« Io e te avremo parecchio di cui discutere una volta tornate al campo. »
affermò placidamente, senza mutare espressione
« Ammesso che avrai modo di farlo. »
fece scorrere la mano sinistra lungo il dorso del cavallo, sino a ghermire l'elsa di un'ascia da lancio;
la strappò dalla guaina e vi rinsaldò la stretta

« Considerando le circostanze, non lo considero affatto scontato. »

Non ci fu il tempo d'interrogarsi sul significato di quell'affermazione. Cassandra intravide in un guizzo di prospettiva la bocca di Braska inclinarsi, e le narici contrarsi. Poi un ruggito mostruoso scosse l'etere, innescando di riflesso l'arresto totale della compagnia. Tutti gli sguardi erano puntati sul nulla più avanti da dove era scaturito il verso. Niente più zoccoli sul terriccio, niente più chiacchere; solamente una stasi spettrale e una singola voce a disturbarla.

« Che cosa cacciamo, mi chiedi? »

Il contingente di Baf si trovava qualche metro dietro al principale dove cavalcavano i pezzi grossi. Trattenne brevemente le redini, per allinearsi con il frisone di Ciale e parlare faccia a faccia. Il dottore sorrideva. Sorrideva sempre. Ma quella volta c'era qualcosa di inquietante nella falce delle sue labbra.

« La domanda giusta, ragazza mia, sarebbe piuttosto che cosa sta cacciando noi. »



Un coro di stridule urla di guerra frantumò il silenzio. L'attimo dopo fu il caos.
Dalla trama grigiastra si plasmarono decine di figure, bizzarri incroci fra un felino e una serpe quasi grossi quanto un cavallo ciascuno. Avevano un dorso che era un intreccio di scaglie e muscoli, zanne filanti di bava, occhi incendiati da una fame primordiale. Individuarono il loro bersaglio e balzarono, le poderose zampe da predatore protese in quell'impeto che si sarebbe presto concluso con un fatale abbraccio d'artigli.
La caccia era cominciata.



Q M
P O I N T

xLill: non volendo modificare autoconclusivamente le tue azioni, ho concluso l'intervento considerandoti come già fuori dalla fossa. Tuttavia, dato quel che hai trovato, se desideri ispezionare meglio qualcosa prima, o raccogliere oggetti, usare tecniche etc, possiamo accordarci in confronto e considerarlo come fatto nel tuo turno precedente. Per il resto, ora non ti resta che decidere come reagire all'imprevisto. Se ti servono informazioni aggiuntive, chiedi pure.

xAshel/Lunatic: probabilmente l'avevate già intuito, ma non sarà una semplice battuta di caccia questa. La nebbia si è fatta abbastanza densa, e ora queste strane creature vi assalgono. Il ruggito iniziale (che per inciso è molto più potente di quelli striduli delle creature) conta come un'influenza psionica di terrore di potenza Bassa spalmata su due turni (quindi passiva + passiva), mentre gli attacchi delle bestie sono degli Alti ciascuno di natura fisica - che si suddividono in un Medio di danni al corpo e un Medio di imprigionamento. Difatti, nel caso riuscissero a colpirvi vi trascinerebbero giù dal cavallo e tenterebbero di azzannarvi alla gola (attacco fisico portato senza l'ausilio di CS). Potete smorzare l'attacco con una tecnica di potenza ridotta, ma gli effetti rimarranno comunque suddivisi equamente.

Scadenza: 31 Gennaio



 
Top
Lill'
view post Posted on 28/1/2016, 00:12





Da qualche parte, nel pastone per le bestie che era la memoria di Rick, c'era un momento di silenzio inconfondibile.
Le strisce di fumo dei falò si piegavano sotto il vento, mentre la neve sfrigolava quando veniva buttata sulle braci ancora calde. I soldati e gli uomini fatti dormivano un meritato riposo nelle loro tende. Il cielo notturno scoloriva in un blu opprimente. Facendo attenzione a non urtare il palo al centro delle braci, quello su cui era infissa la maschera di pelle con lo strano segno che solo anni dopo avrebbe imparato ad associare a Berion, il ragazzino ammucchiò la cenere rimasta. Anche se aveva le mani spaccate e rese insensibili dal freddo, percepì chiaramente la pala urtare contro qualcosa.


3KaScKs


Cazzo!
Rick disse a denti stretti, il lembo del mantello ancora imbrattato di quella schifezza; le voci che venivano dal campo si stavano facendo sempre più vicine, e ormai non c'erano dubbi. Si trattava di fare una scelta.
Cercò con lo sguardo nella fossa, per confermare la sua prima impressione. Stando lì sul bordo, subito sopra ai catenacci attaccati alle pareti, la finta guida montana ebbe la certezza che quei collari non erano stati spaccati, manomessi o che altra diavoleria le cose rinchiuse là dentro potevano fare. Qualcuno li aveva aperti; qualsiasi cosa fossero, le avevano fatte uscire.
Diversi stivali pestavano foglie secche sul sentiero.
Senza pensarci oltre Rick scattò verso la foresta, facendo attenzione a mascherare le impronte sulla pista di orme umane e non che si inoltravano nella vegetazione. Non poteva permettere di mandare tutto all'aria e dar di matto adesso che stava iniziando a capirci qualcosa, adesso che tutti erano fuori e non avrebbe dovuto correre rischi come un ragazzino. Mentre prendeva grosse boccate d'aria gelida, la sua testa registrò che i rumori erano poco dietro di lui. Con un ultimo bruciore nelle gambe, Rick raggiunse un vecchio pioppo sfiorito, acquattandosi lì dietro.
Solo allora sentì il sapore di vino scorticargli la gola.
Lo lasciò risalire per un po', quasi fino al palato, perché aveva trattenuto da quando aveva messo piede nella fanghiglia di merda e siero di cui era tappezzato quel buco. Non la loro fossa, quella sua e della ragazza, che adesso gli pareva anche comoda. Il formicolio del sangue nelle vene gli riempiva le orecchie. Rick aspettò che il biancore davanti agli occhi se ne andasse, poi prese un lungo respiro col naso e ricacciò il vomito ingiù.
Forse non aveva altra scelta.
Si tastò la cintola, trovando la Vena di pietra e le due asce da lancio ai lati dei calzoni scorticati. Poteva essere benissimo che l'avevano sentito. In quel caso c'era poco da fare, doveva accopparli tutti. Controllò anche i due ricordini che aveva fatto in tempo a mettersi in tasca, un pezzo di pellame e un dente in cui ad occhio e croce c'era ancora attaccato qualche resto di ciccia.
Sopra di lui, il pioppo spoglio tremava al vento come un pulcino; a parte il tricchettare di foglie – o ossa? - c'era silenzio, il silenzio di un alluvione che inghiotte la valle e i villaggi e delle mattine con il cielo blu-nero e i falò quasi spenti.




SPOILER (click to view)
Fisico: 100%
Mente: 75%
Energie: 85%
CS: 8 Intuito (intesa come capacità di intuire e quindi evadere pericoli diretti)
Equipaggiamento: Martello, schiena; Scudo di ferro e legno, schiena; Falcetto [Artefatto Vena di Pietra], cintola; Asce da lancio [2/2], custodie nelle gambe. Armatura di cuoio [artefatto Noloriau], indossata [copertura totale eccetto mani, collo, testa e piedi]

Passive disponibili e in uso in questo turno
QUOTE
"Il tozzo ancora in piedi" - Passiva razziale Nano, Tenacia [6 Utilizzi]
"Sopporta I" - Personale 1 di resistenza agli effetti dei danni fisici (fratture, etc.) [3 utilizzi]
"Sopporta II" - Personale 2 di resistenza agli effetti delle tecniche psioniche e al dolore psionico [3 utilizzi]
"Fino alla fine, la vostra"
- Personale 3, attacchi ad area pari al consumo [2 utilizzi]
- Personale 4, possibilità di cambiare bersaglio verso Energie per attacchi non tecnica [2 utilizzi]
- Personale 5, + 1 CS quando Rick infligge danni al Fisico all'avversario [2 utilizzi]
- Personale 6, + 1 CS quando l'avversario usa una tecnica psionica [2 utilizzi]
"Dono dell'Osurità" - Passiva legata al ciclo "I Primogeniti", maggiori interazioni possibili con le Ombre [5 utilizzi]
"La rabbia di chi ha fame" - Personale 7, Potenziamento/De-potenziamento tecniche natura Magica usate/Fisiche usate contro [2 Utilizzi]
"Io speriamo che me la cavo" - Passive di Talento I, II, Guardiano [6 Utilizzi, eccetto Aura di Fiducia, 3]
"Viandante I" - Personale 22 di resistenza a condizioni ambientali estreme [2 utilizzi]
"Viandante II" - Personale 24 di conoscenza avanzata delle realtà del territorio Edhel [1 Utilizzi]
Passiva di fama nell'Edhel quando la vena è impugnata [6 Utilizzi]
"Prima legge" - Passiva, Auspex di personaggi tendenzialmente Malvagi [5 4 Utilizzi]
"Terza legge" - Passiva, Telepatia con personaggi tendenzialmente Malvagi [6 Utilizzi]
l a s t d r o p f a l l s - incorporeità [4 Utilizzi]

Attive
QUOTE
~Lo scatto di chi ha fame.
No, Rick non è un velocista: non lo è mai stato. Non corre, lui e la sua panza un po' rilassata, non si da' da fare per muoversi più di tanto. A meno che non c'è di mezzo la vita, o una scorza di cacio: allora è capace di prodigi.
Tramite un consumo Nullo, Rick è in grado di spostarsi sul campo di battaglia ad una velocità pressochè istantanea. Si tratta di un unico scatto che, se le condizioni dell'ambiente circostante o tecniche già attive non lo impediscono, agisce come un teletrasporto a corto raggio. In accordo al consumo Nullo, comunque, la tecnica non potrà mai essere impiegata a fini difensivi, ma bensì puramente di spostamento.
[Personale 13, Nulla; Consumo Nullo, teletrasporto a corto raggio][Natura Fisica]

Riassunto e note
Rick raccoglie un dente con, possibilmente, residui di cibo (la "ciccia" che pare ai suoi occhi, l'ho lasciata come impressione) e un pezzo di simil-cuoio in una pozza cercando di non toccare il siero. Quindi, dopo essere risalito, usa la nulla di spostamento rapido per scattare nella vegetazione, e li rimane in ascolto, attivando la passiva di auspex verso malvagi.




Edited by Lill' - 28/1/2016, 00:32
 
Top
Ashel
view post Posted on 28/1/2016, 13:11






- Sì, ti ho fatta chiamare. E ne sai bene la ragione.

Nel suo corpetto di cuoio e con tutti i suoi ninnoli tintinnanti, Braska aveva davvero l'aspetto di chi aveva partecipato a molte battute di caccia e aveva preso molte vite in battaglia. Una guerriera esperta, avvezza a un'esistenza priva di ogni genere di comodità, difficilmente influenzabile da sentimenti umani quali la pietà o la misericordia e che non si faceva molti scrupoli a uccidere nemici o alleati con la medesima indifferenza.

- Io e te avremo parecchio di cui discutere una volta tornate al campo. Ammesso che avrai modo di farlo.
Considerando le circostanze, non lo considero affatto scontato.


E, decisamente, non aveva alcun riguardo per le scomode verità.

- Sarò felice di allietare le vostre giornate con i miei racconti, mia signora. rispose lei con fare mansueto, come se, in verità, avesse voluto indicare dietro quella promessa non soltanto la sua servile attenzione di sottoposta ma anche una certa indispettita garanzia di sopravvivenza.
Eppure man mano che si inoltravano nella foresta Cassandra perdeva sempre più la sua sicurezza nelle sue peraltro scadenti abilità di guerriera. Era stata la più giovane di sempre ad aver terminato con successo e con il massimo dei voti l'Accademia diplomatica di Oltremare e ad essere stata inviata nel continente per una pericolosa e potenzialmente mortale missione di esplorazione - fatto eccezionale per una sirena di poco più di novant'anni, praticamente ancora un'adolescente - ma si era sempre occupata di politica, mediazione culturale, risoluzione di controversie con razze straniere, studi legislativi. Maneggiare armi e uccidere a sangue freddo non rientravano nelle abilità richieste per un'ambasciatrice delle colonie.
Certo, c'era stata la sua curiosa avventura a Impero e il suo viaggio ad Aakhiraraazi alla ricerca di Galatea; ma si era trattato, nel primo caso, di un sogno ad occhi aperti e, nel secondo, di un'indagine tutt'altro che pericolosa.
Quanto alla spedizione di Erein Dewin, Cassandra poteva tranquillamente inserirla nell'elenco dei fallimenti. Forse era per colpa di quel precedente se tendeva sempre più a buttarsi a capofitto in imprese disperate; cosicché maggiori erano i rischi, maggiore risultava anche il suo interesse nel portarle a compimento. Un perverso, malato senso di colpa, o forse solo uno stupido e infantile desiderio di riscatto vagamente segnato da un quanto mai banale impulso masochistico, come accadeva nei romanzi d'avventura da quattro soldi che leggeva quand'era bambina.
Non ci fu il tempo per le due donne di dirsi altro perché nel frattempo il contingente si era fermato di colpo, spaventato da un rumore stridulo propagatosi nell'aria con una velocità disarmante.
Avvolta nella nebbia, la foresta aveva assunto improvvisamente un'aria spettrale.
Qualcosa li osservava da tempo tra gli alberi, ma nessuno si era accorto di essere seguito. O forse sì, ma non avevano potuto fare altro che aspettare e fare da esca.
Le urla che seguirono spezzarono il silenzio irreale che li aveva oppressi fino a quel momento, scaraventandoli di colpo nel bel mezzo di una battaglia all'ultimo sangue. Creature di una razza sconosciuta emersero dalla bruma con i loro occhi di fuoco e i loro corpi mostruosi, frutto di abominevoli incroci senza nome, e prima di realizzare che cosa stava realmente accadendo si sentì sbalzata da cavallo.
Cadde rovinosamente a terra, ma si rialzò con una rara quanto improbabile prontezza di spirito e scattò in avanti per evitare, più per un selvaggio istinto di sopravvivenza che per reale abilità, di essere azzannata da una delle bestie.
Esattamente come quella volta, pensò. Alla fonte corrotta della foresta diabolica, caduti in un agguato, erano stati salvati da un alleato senza nome.
Ma questa volta non ci sarebbe stato nessuno a correre in loro soccorso. Si guardò intorno: gli uomini e le donne della compagnia lottavano furiosamente per portare a casa la pelle ma per quanto si sforzasse non riusciva a distinguere in tutto quel bailamme il profilo di Braska o di Ciale.
Una pioggia di frecce avrebbe allora cominciato a riversarsi attorno a loro, il tanto desiderato supporto di una squadra in una posizione più sicura e arretrata della loro: sebbene si trattasse solo di un'illusione, Cassandra nutriva la speranza che sarebbe bastata a spaventare le bestie e distogliere l'attenzione dallo scontro, e parallelamente a donare nuovo vigore ai guerrieri caduti nell'agguato.
Durante il suo viaggio ad Afal aveva avuto paura molte volte e altrettante si era sentita perduta. Eppure, mentre imbracciava l'arco e incoccava una freccia, il suo sguardo era gelido; e l'insensatezza di quella disposizione d'animo rendeva la sua figura quasi spaventosa, per molti aspetti irreale.
Avrebbe potuto trovare la morte in quello scontro, ma quel pensiero l'attraversò freddamente, incapace di suscitarle qualsivoglia emozione.
Forse per colpa delle voci che nuovamente bussavano alla sua coscienza o forse perché finalmente era cresciuta, Cassandra tentò per tre volte di colpire la bestia più a portata di tiro, all'altezza del collo e degli occhi. Il loro punto debole, probabilmente.

Di nuovo, un pensiero freddo, razionale.




Cassandra



Mente: 100
Corpo: 50; Danno Medio al braccio sinistro
Energia: 150 - 10 - 10 = 130
Armi: Spadino; Arco lungo [12/15]
CS: + 1 Velocità

Passive attive:

» Immagini fortificanti: Vedere le proprie illusioni muoversi sul campo di battaglia e ingannare il proprio avversario è una sensazione rinvigorente per una sirena, che immediatamente inizia a prepararsi per colpire alle spalle un nemico distratto dai suoi poteri.
Consumando un utilizzo di questa passiva quando lancia una tecnica d'illusione, essa può aggiungere 1CS alla Velocità alla sua riserva. Natura psionica.
Consumo: passiva; 6 utilizzi

Attive utilizzate:

» Scatto: Cassandra sarà in grado con uno scatto fulmineo e improvviso di evitare un attacco fisico a lei rivolto di potenza Media o inferiore.
[Abilità personale 5/25, Difesa fisica, Consumo Medio, Energia]

» Illusione amplificata: Cassandra crea sul campo di battaglia un'immagine che inganna tutti i cinque sensi, in grado di spostarsi ed emettere suoni, e che può essere percepita da tutte le persone sul campo di battaglia, invece che solamente da una. Tale illusione può rappresentare una persona, una creatura, un avvenimento o persino modificare l'aspetto del campo di battaglia stesso per intero.
Influenza tutti i presenti, per un turno. Natura psionica.
Consumo: medio, energia

Riassunto: Cassandra viene colpita e cade da cavallo, subendo un danno Medio fisico; successivamente usa la difesa fisica media per sfuggire all'imprigionamento ed evitare di essere colpita nuovamente.
Usa quindi la tecnica di illusione per generare una fittizia pioggia di frecce che colpisce le creature allo scopo di spaventarle e rinsaldare il morale della squadra.
Successivamente attacca con tre colpi di freccia la bestia più vicina a lei.

Note:
 
Top
Lunatic ( )
view post Posted on 2/2/2016, 10:45




[ Cuore di Ghiacchio : The Blazing Rose ]





« La domanda giusta, ragazza mia, sarebbe piuttosto che cosa sta cacciando noi.»

C'era stato poco tempo per avere una reazione. All'inizio la risposta l'aveva lasciata instupidita, come se faticasse a comprendere le parole nell'ordine in cui erano state pronunciate. Poi aveva pensato che era una cosa totalmente idiota da dire in quel frangente. Poi erano arrivati.


Le creature che albergavano nelle profondità erano spesso strane e ributtanti, ma anche quelle bestie non scherzavano. Zampe affilate e denti, ciuffi di pelo e scaglie, come parti di due animali di per sé eleganti unite assieme in un ibrido sgraziato. Un grido poderoso accompagnò l'entrata in scena delle fiere. Un capobranco era vicino.

«KHIT! » C'era poco tempo. Ciale imprecò, l'urlo bestiale che le suonava lungo le ossa, combattendo gli impulsi opposti di prendere la sua arma e tapparsi le orecchie. Una delle creature, di dimensioni tali che avrebbe potuto facilmente atterrare il suo cavallo con una zampata, aveva posato gli occhi su di lei. L'essere le fu addoso in un attimo, dandole a mala pena il tempo di schermarsi la gola. Cercò di puntellarsi sul fianco del povero cavallo per saltare via e schivare l'attacco, ma era un'Inquisitrice, non una fottuta acrobata del circo.

L'impatto col terreno le tolse il respiro e rotolò, immersa nell'odore acre e muschiate dell'animale. Sentiva un peso sullo stomaco - la creatura la stava bloccando a terra. Una schiera di denti si apriva a darle il buongiorno.
La situazione era peggiorata velocemente, ma da qualche parte qualcosa ne gioiva. Sentì una scarica di adrenalina gonfiarle i muscoli. Piantò la mano sinistra, guantata dall'Artiglio, nella gola della creatura, non tanto per ferirla quanto per tenere la bocca dell'essere a distanza. Le fauci si chiusero sopra di lei, azzannando solo l'aria che aveva espirato.
Un lampo nero attraversò la sua visuale periferica e saltò da qualche parte sopra la creatura. Il peso che la spingeva a terra aumentò, togliendole fiato; in compenso c'era qualcosa di positivo. Laplace si era gettato sulla schiena del mostro, e stava provando - o almeno così pensava - ad azzannarlo dietro la collottola.

Nonostante fosse bloccata a terra, Kjeld aveva voluto che avesse ancora la destra libera: sentiva l'elsa rigida dello spindalai salda nella sua mano. Ciale avrebbe provato a sfilarla e inclinarla quanto bastava a infilzare il mostro nel ventre, per toglierselo di dosso.




[ Ciale ]

Altera, sociopatica, zelante;
Sguardo gelido, attraente, minuta


Corpo (115 %) - Mente (75 %) - Energie (95 %)
2 CS (Velocità)
Ciale subisce l'urlo e l'influenza psionica, poi viene disarcionata dal cavallo. Cerca di impedirlo con una difensiva bassa (Balzo), senza successo. Visto che la difesa era bassa e non potevo suddividerla equamente tra i due tipi d'attacco, ho deciso di smorzare i danni fisici e subire completamente l'imprigionamento medio, ma dimmi tu se ho sbagliato.
La creatura le attacca la gola, ma lei usa Fortificazione guerriera, in combo con la passiva Metabolismo Migliorato, per guadagnare CS in velocità. Ora, l'effetto secondario di fortificazione guerriera mi consente di vincere gli sconti fisici a pari CS (suppongo anche quando si scontrano 0 CS contro 0). Quindi Ciale evita l'attacco semplicemente tenendo la bestia a distanza con la mano guantata. A quel punto accadono due cose: Laplace salta sulla schiena della creatura e cerca di azzannarla dietro al collo, e Ciale divincola la spada per infilzarla da sotto. Entrambi sono fisici senza CS.

Metabolismo Migliorato [Il fisico dei Lagomorfi è più reattivo rispetto alla media delle creature antropomorfe. Gli effetti positivi riescono ad essere incanalati e quindi aumentati. Quando viene usato un power-up, può essere aggiunto 1 CS dello stesso tipo di quelli già aggiunti dalla tecnica.]
(Numero di utilizzi: 6 - passiva razziale "Perizia")

Balzo
[ Ciale è stata allenata a fare buon uso della potente muscolatura delle sue gambe. Se necessario, può compiere un singolo, veloce salto, fino ad arrivare a un massimo di quattro metri in qualsiasi direzione. L'utilità di questa tecnica non sta tanto nella distanza raggiunta, quando dalla velocità di esecuzione: dei salti/scatti di anche solo mezzo metro possono essere usati per evitare attacchi o tecniche di natura fisica. ]
(Attiva, difesa fisica, natura fisica. Consumo Basso, riserva energetica)

Fortificazione guerriera
[ Il guerriero userà le sue abilità per potenziare il proprio fisico in vista dello scontro, ottenendo 1 CS (Velocità) da aggiungere alla sua riserva. Inoltre, questa tecnica fornisce al guerriero per la durata di un turno la capacità di vincere tutti gli scontri fisici, a parità di CS utilizzate. ]
( Attiva. Consumo Basso, riserva fisica )



Equip estratto:

Lo Spindalai [Mano destra]

Via di mezzo tra una lancia e una spada, lo Spindalai è un'arma molto comune nel regno profondo di Cernaborg. Agli occhi di un abitante della superficie, ha le sembianze di una lunga lama nera, estremamente sottile ed estremamente affilata. L'esemplare preferito di Ciale arriva a misurare un metro e venti di lama, contro trenta centimetri di elsa. La difficoltà nel classificare quest'arma deriva dal suo aspetto: è troppo sottile e lungo per somigliare a una spada bastarda (circa due centimetri abbondanti di larghezza alla base della lama, che poi si riduce costantemente fino a diventare uno spillo in cima), non ha le caratteristiche della sciabola e del fioretto, visto la forma rigida e dritta e l'assenza di guardia, e infine fuori dalla categoria delle lance per ovvie ragioni, come la presenza di un contrappeso alla fine dell'elsa. L'uso che ne viene fatto lo vede come un ibrido, visto che può tagliare, perforare, e all'occorrenza inchiodare il corpo dei nemici. Il materiale di cui è forgiato - ferro nero delle profondità - impedisce che la lama sottile si spezzi ad ogni confronto con spade convenzionali, ma comunque quest'arma è famosa per aver bisogno di ingente manutenzione. In ultima analisi lo Spindalai si sposa bene con lo stile di combattimento dinamico dei lagomorfi, ma richiede un maestro per essere portato ai massimi livelli.

L'Artiglio [Mano sinistra]

Questo l'amorevole soprannome del guanto d'arme che di solito ricopre la mano sinistra di Ciale: si tratta di un insieme di lastre di acciaio che si estendono da metà del braccio a tutto il dorso della mano, fornendo una minima protezione dagli urti sulla parte esterna del braccio. Si allaccia sulla parte interna, che è quindi costituita da cinghie e stoffa. A questo "corpo principale" si uniscono delle dita, come di un guanto, che sono rivestite da punte acuminate, dando l'impressione di una mano artigliata. Questo accessorio è stato costruito con in mente la versatilità: l'Artiglio può infatti difendere con la sua lastra protettiva, così come può aggravare l'effetto dei colpi corpo a corpo potenziando manrovesci, pugni, e sopratutto attacchi sferzanti con le unghie. L'utilizzo preferito di Ciale è stringere queste ultime attorno alla gola del nemico.
 
Top
view post Posted on 3/2/2016, 16:59
Avatar

h e l l i s n o w
······

Group:
Member
Posts:
4,676
Location:
Limbiate (MB)

Status:





— Cassandra; Ciale —


Una selva di frecce oscurò il campo di battaglia sommergendo bestie e uomini assieme.
Per quanto il naturale istinto di conservazione delle creature imponesse loro di reagire ai possibili pericoli, l'illusione causò inizialmente maggior panico fra i mercenari - che tuttavia per fortuna realizzarono presto la natura fittizia delle stesse. I mostri al contrario rimasero disorientati più a lungo; eppure dal momento che i dardi non potevano ferire non intralciarono più di tanto il loro assalto furioso.

In quel caos fatto di arti smembrati e grida d'agonia, vi era da una parte Cassandra - presa nel suo vittorioso tentativo di tenere a bada l'animale quel che bastava a salvaguardarsi la pelle - e dall'altra Ciale, che dopo un iniziale incontro ravvicinato con la bocca fetida del meticcio riuscì a trafiggerlo allo stomaco e a disarcionarselo di dosso, grazie anche all'aiuto del fedele segugio. Divenne però ben presto chiaro a loro e a tutti gli uomini che il branco non temeva ritorsione, e che a dispetto di tutti gli esemplari abbattuti da cacciatori e mercenari le creature non accennavano a rinunciare al loro pasto. Talune fra esse avevano già avuto modo d'assaggiare la carne: cadaveri sventrati e facce cancellate dai morsi costellavano la radura e riattizzavano la sete di sangue.
E il peggio doveva ancora venire.

MANTICORE_zpszesptvld

Il boato ferale che aveva dato inizio al massacro riemerse dalla nebbia, e con esso la figura titanica di un abominio.
Una montagna di muscoli gonfi come botti, con ali membranose sulla schiena e un nugolo di flagelli spinati caudali. Teneva sotto le zampe artigliate il corpo maciullato di un bracconiere e il suo cavallo, quest'ultimo con dei filamenti di materia rossastra al posto della testa che come macabri acquiloni si imboccavano e penzolavano dai denti del mostro. Il muso ricordava quello di un leone deforme, con una bocca colma di strati di zanne inclinate e una fronte ospitante occhi rossi come il sangue. Chiunque fosse stato esperto di bestie magiche avrebbe visto una Manticora adulta in tutta la sua possanza; chiunque altro soltanto una terribile mostruosità. In entrambi i casi, la minaccia era più che concreta e richiedeva una reazione adeguata.

Il grido di risposta di Braska riverberò quasi con la stessa intensità.
La guerriera scandì parole in una lingua sconosciuta alle quali gli ufficiali e alcuni degli uomini risposero con prontezza; Arsòn - ancora ben saldo a cavallo - superò il reggimento sulla sinistra, cercando di aggirare l'animale, mentre l'impavida rossa caricò frontalmente mulinando l'ascia insanguinata. Blackstone e la maggiorparte dei mercenari rimasero invece indietro a fronteggiare un nuovo assalto delle bestie, che rinvigorite dalla nuova comparsa si accanirono sulla compagnia con maggior crudeltà. Sciabolate e ruggiti si mischiavano in una cacofonia assordante, preludiando quel bagno di sangue ormai divenuto inevitabile.



— Rick —


La marcia si assottigliò mentre Rick prendeva riparo, divenne la placida avanzata di un singolo uomo.
Sporgendosi solo quel che bastava oltre la corteccia del pioppo, scorse quell'uomo scendere lentamente nella fossa come stesse scivolando sull'aria senza peso. Vide Vaelzan, lo stregone, svanire nella cloaca immonda che ospitava rifiuti e reliquie di vite passate - una mano stretta a pugno su qualcosa di ignoto, e quell'altra serrata sulla bocca con un fazzoletto fra le dita. Rimase qualche minuto di sotto, impossibile sapere che cosa stesse facendo; agli occhi del nano giungevano solo lampi brillanti di luce azzurra, cadenzati da un suono strano, uno stropiccio irregolare. Inizialmente poteva forse pensare che l'origine di quel rumore fosse il sortilegio in corso, ma dopo pochi istanti si rese conto che in realtà arrivava da più vicino: arrivava in prossimità dei suoi stessi piedi.



Un sasso si stava muovendo animato da una forza aliena. Aveva iniziato a strisciare sul terreno tracciando linee e spazi che nell'insieme, per quanto assurdo potesse apparire, costruirono inizialmente delle lettere e infine una frase.

NON E'
CHI
DICE
DI ESSERE

Smuovendo foglie secche la piccola roccia proseguì nella sua inquietante opera, mentre Vaelzan nel buco proseguiva nella propria. L'intreccio di suoni, luci e odori sembrò farsi d'un tratto più vivace - come se i sensi di Rick si fossero improvvisamente aguzzati o tutte le manifestazioni della realtà si fossero saturate. Assieme a quell'enfatizzata percezione giunse anche l'inspiegabile certezza di non esser più solo nella boscaglia, come se qualcosa di impalpabile lo avesse sfiorato e fosse poi svanito ai margini del suo angolo cieco.

DEVI UCCIDERLO

L'inusuale penna stava firmando una condanna.

PRIMA
CHE
LUI
UCCIDA

E una minaccia.

TE


Qualunque cosa avesse mosso l'oggetto fino a quell'istante cessò di essere. Più o meno contemporaneamente lo stregone riemerse dagli antri oscuri ove bestie ignote erano state imprigionate. L'uomo tossì un paio di volte e si incamminò di nuovo per il passo che riconduceva all'accampamento, evidentemente ignaro d'esser stato osservato - forse non soltanto da un paio d'occhi.

« Ho finito, possiamo andare. »

L'eco sottile di quell'affermazione giunse alle orecchie dell'osservatore trasportato dal vento.
La voce di un uomo che non era chi diceva di essere?





Q M
P O I N T

xLunatic&Ashel: le vostre azioni hanno successo come descritto e riuscite ad eliminare/respingere il vostro avversario quel che basta per poter decidere come procedere. Avete entrambe tre possibili opzioni e ognuna di esse avrà delle conseguenze:

a) evitare di ingaggiare la belva e aiutare Blackstone e i mercenari a respingere il nuovo assalto delle manticore "junior". In questo caso il nuovo attacco è da considerarsi come un Alto di natura fisica ad area, che causa un danno al corpo di potenza Media per ciascuno di voi (se non difeso). Liberi di reagire come preferite una volta difeso/incassato l'attacco, tenendo però presente che date le circostanze il vostro contributo potrebbe essere poco significativo se non supportato da tecniche ad area.

b) caricare frontalmente la manticora adulta assieme a Braska, fronteggiando così un attacco diretto di potenza Alta (natura fisica, danno al corpo) da descrivere a vostro piacere (può essere una zampata, una carica, un morso). Se non difeso questo colpo sarà talmente potente da infliggervi una lesione permanente per il resto della quest, che a seconda dell'entità del danno percepito potrà variare dall'essere una brutta ferita o una frattura. Potete quindi decidere di colpire il mostro in una qualsiasi area del corpo frontale (le due zampe anteriori, il torso e la testa) o fare altro, come preferite.

c) aggirare la manticora adulta assieme ad Arsòn, fronteggiando così due attacchi: il primo è una pioggia di aculei generati dall'epidermide dei flagelli (potenza Bassa per ciascun bersaglio, natura fisica, danno al corpo); il secondo è una stoccata diretta eseguita di punta da una delle code - che va considerata come un attacco fisico non-tecnica supportato da 4cs. Una volta difeso/incassato, potete anche qui decidere la vostra strategia offensiva, tenendo conto che avrete come bersagli ottimali le code, le ali, le zampe posteriori e l'addome della creatura.

Questa è un'immagine indicativa della manticora: [link] le sue dimensioni sono pari a quelle di un elefante circa. Se avete altre questioni da porre, sono qui.


xLill: da te non ci sono spargimenti di sangue in corso, ma non per questo è un turno meno importante. Insomma, quel che succede parla da sé, devi ora pensare a cosa conviene fare in risposta. Vuoi fidarti dell'entità che sta cercando di comunicare con te? E se sì vuoi attaccare subito Vaelzan di spalle, oppure cercherai di eliminarlo più avanti? Oppure lo vuoi seguire per vederci chiaro? O ancora vuoi rientrare nella fossa per cercare di capire che stava combinando? Sono solo alcune delle possibilità che hai a disposizione, sei libero di decidere autonomamente come procedere. Se hai intenzione di usare tecniche/passive nel corso del turno possiamo fare come prima, mi dici cosa fai nel mentre e io ti darò i risultati. Per azioni compiute al termine del turno invece limitati a descriverle nel tuo prossimo intervento. Se hai domande sono disponibile.

Scadenza: 9 Febbraio



 
Top
Ashel
view post Posted on 6/2/2016, 18:38






Contrariamente alle aspettative le sue illusioni non furono di grande aiuto ai guerrieri della compagnia; intimoriti e confusi dalla pioggia di frecce, finirono essi stessi per distogliere l'attenzione dallo scontro, mentre le bestie, che le ignorarono del tutto, continuarono ad attaccarli senza preoccuparsi di nulla.
Erano sicuramente molto pochi i modi con i quali Cassandra avrebbe potuto rendersi utile in quelle circostanze, ma riuscendo addirittura ad intralciare l'offensiva della sua squadra diede prova di essere davvero un peso morto, piuttosto che un valore aggiunto.
Darsi però della stupida non sarebbe servito a nulla, tanto più che nel frattempo dalla fitta nebbia che li circondava era emerso un mostro ancora più pericoloso e terrificante, un ammasso di muscoli, pelo e zanne pronto a divorarli tutti quanti in un sol boccone.
Preceduto da un acuto boato che lacerò l'aria e ottenne di spaventarli a morte, si mosse rapidamente verso di loro, mentre Braska, che non voleva essere da meno, si lanciava all'attacco seguita a ruota dai più audaci e senza dubbio meno saggi del gruppo.
La sirena comprese subito che quell'avversario era decisamente fuori dalla sua portata: seguire la donna in un'offensiva frontale equivaleva a un suicidio ma, allo stesso tempo, rimanere nel bel mezzo della battaglia circondata dalle bestie feroci non rappresentava certamente un'alternativa migliore.
Rimaneva, oltre alla diserzione, una sola possibilità: Arsòn si era messo alla guida di un piccolo drappello di guerrieri per fiancheggiare l'enorme deformità che li aveva fiutati e infine scovati, per cercare di dare supporto dalle retrovie a Braska e ai suoi.
Se le cose fossero andate diversamente, Cassandra non ci avrebbe pensato due volte ad abbandonare la battaglia e a mettere in salvo la pelle. Della missione non le importava poi molto: avrebbe potuto trovare altri modi per raggiungere Ladeca, inoltre non era più tanto sicura di volerci andare.
In verità l'unico motivo che la faceva rimanere era, oltre all'ira di Braska - che avrebbe senza dubbio trovato il modo di fargliela pagare - la sua misteriosa capacità di spezzare la maledizione di Afal zittendo quelle voci infernali che da settimane non facevano che tormentarla.
Si trattava di un potere magico, forse di quello stesso artefatto che ne consumava il sonno; probabilmente il medesimo che stavano cercando.
Da Jasmine non era riuscita a sapere nulla, quindi il solo modo di venire a capo di quella situazione era rimanere, combattere e possibilmente sopravvivere.
L'umidità trasudava dal terreno, penetrava nei vestiti e fin dentro alle ossa; sulle prime rimase a studiare la situazione mentre il suo respiro si vaporizzava nell'aria gelida, poi si decise a seguire Arsòn consapevole che se ne sarebbe quasi subito pentita.
Avanzando rapidamente nella bruma trovarono infatti che la gigantesca bestia, anziché preoccuparsi solamente di Braska e degli altri, trovò perfettamente il tempo di attaccarli con una pioggia di aghi, la cui provenienza rimaneva, a tutti gli effetti, un mistero; la sirena, coprendosi il volto con le braccia, non riuscì in alcun modo ad evitare di venire colpita, ma si trattò fortunatamente di ferite superficiali che non avrebbero inficiato quelle straordinarie abilità combattive che, ne era certa, tutti si aspettavano finalmente di vedere.
Facendo più attenzione si accorse che una delle gigantesche protuberanze del mostro si stava spostando proprio verso di lei nel tentativo di colpirla; esibendosi in una goffa quanto improbabile schivata riuscì ad evitare di venire tramortita dal colpo di coda, dopodiché incespicò brevemente nella melma prima di rimettersi in piedi.
Così, completamente coperta di fango, estrasse quella punta di spillo che chiamava spada e, sentendosi simile a un'amazzone o magari a uno spietato condottiero Mak, menò la sua arma nell'aria nel tentativo di colpire con un paio di fendenti la coda della creatura, che aveva proprio accanto a lei.
Diede fondo per quegli attacchi a tutta l'energia di cui poteva disporre, facendo affidamento unicamente sulla forza bruta certa che la sua buona volontà sarebbe bastata a salvarla dalla morte.
A quel punto un canto lontano ma sempre più definito avrebbe cominciato a diffondersi attorno a loro; i guerrieri non avrebbero avvertito che una deliziosa e ripetitiva melodia dalle note dolci e armoniose, ma ben altro sarebbe stato l'effetto avvertito dal gigantesco abominio sopra di loro.
Anche se si era rapidamente trasformata in una paladina senza macchia e senza paura per l'occasione, Cassandra rimaneva, a scanso di equivoci, prima di tutto una figlia dell'Oceano.



Cassandra



Mente: 100
Corpo: 50; Danno Medio al braccio sinistro, ferite superficiali di grado Basso diffuse
Energia: 130 - 10 - 10 = 110
Armi: Spadino (mano destra); Arco lungo [12/15]
CS: + 4 Astuzia

Passive attive: -

Attive utilizzate:

» Concentrazione: Raggiungendo un grado incredibile di concentrazione, Cassandra sarà in grado di potenziare la sua mente guadagnando 4 CS all'Astuzia.
[Abilità personale 6/25, Power Up psionico, Consumo Medio, Energia, 2 punti]

» Pericolo: Cassandra è in grado di instillare nella mente dell'avversario la sensazione di un pericolo incombente al quale non potrà porre rimedio. Egli distoglierà la sua attenzione dallo scontro per cercare una via di fuga o una protezione di qualche genere e rimarrà oppresso da questa sensazione per tutta la durata del turno. Causa un danno Psionico medio.
Gli effetti scenici sono personalizzabili.
[Abilità personale 3/25, Attacco Psionico, Consumo Medio, Energia 2 pt]

Riassunto: Cassandra decide di seguire Arsòn, quindi subisce il danno basso causato dagli aculei ed evita l'attacco della coda con il power up all'Astuzia.
Attacca con due fendenti una delle code della bestia, dopodiché spara la psionica nel tentativo di terrorizzarla.

Note: -
 
Top
Lill'
view post Posted on 6/2/2016, 23:08






Di tentativi di addomesticare quella zona di paludi e sequoie ce n'erano stati tanti, dallo sfoltire i cespugli del sottobosco per aumentare la visibilità a mettere su una palizzata. Solo pochi passi fuori dal campo, i tronchi erano stretti tra loro come le punte di una spazzola per giovenche, abbastanza da coprire le figure che ci si aggiravano. Qualcuna di loro si era messa a comunicare con il nano tramite lettere, tracciate nel terriccio umido. Rick Gultermann era balzato a sedere incaponito; si era messo a guardare tra le sequoie attraverso una pietra forata che portava al collo, cercando spettri o altre presenze, poi si era allontanato di soppiatto dalla sua postazione vicino alla fossa e da quei segni incomprensibili per un analfabeta.
Una cosa era certa: volevano dire guai.
La scia giallognola fluttuava flebile tra le ombre del sottobosco, al punto che un occhio inesperto avrebbe potuto prenderla per un uccello, una confusione di qualche umore del corpo, come quando senti un ronzio strano nel petto o il vino della sera prima batte ancora una nota grave nel retro della testa. Rick procedeva a capo chino tra le fronde. Quel tremolio giallastro riempiva interamente i suoi occhietti, al punto che si curò appena di scansare un cespuglio d'agrifoglio, passandoci attraverso e ignorando il prurito. Altro che uccelli: in quella parte del bosco non volava una mosca. Scivolando su un grumo di muschio decomposto, il suo stivale sfondò un mucchio di foglie secche. Rick tese l'orecchio: nessun suono dagli altri intrusi nelle fosse, a parte le scariche costanti del mago, Vaelzan, che stava operando chissà quale diavoleria. Si rimise a correre ai margini nel campo, dietro quel maledetto fuoco fatuo che stava braccando.
Naturalmente il fatto che la presenza l'avesse sfiorato, cercando di fargli capire da che parte stare in quell'ennesimo covo di serpi, per Rick non contava più di tanto. Non ce n'era il tempo. I fantasmi che aspettavano agli incroci brulli del Talamlith, o i figliocci dell'abisso rimasti fuori da quel buco di culo, alla fine ognuno di loro andava dietro alla loro cosa, e basta. Si pattò le saccocce e il petto per assicurarsi che i reperti presi nelle fosse erano al proprio posto, così come l'amuleto circolare che gli avevano donato i Danzatori di Neirusiens, per scorgere gli spettri. Era normale: anche gli uomini assoldati per combattere quei mostri avevano bisogno di paghe e tesori; potevano prenderli da caverne infestate, o altrove. Quell'antro delle bestie era un posto del genere.
Rick riemerse al limitare del campo, fuori dalla vegetazione. Allo scoperto la scia giallognola era assai meno visibile; d'altra parte il sole smunto dell'inverno aveva ben poco su cui far luce. Ancora ammantato del suo aspetto di vecchio – un vecchio amico, un'altra scia, lì come una nota pesante nel retro della testa la mattina dopo – Rick Gultermann si fermò fuori dalla palizzata. Prese un respiro, si lisciò i pantaloni con le foglie d'agrifoglio rimaste attaccate.

l8Y4NHc


Il fuoco fatuo si era diretto chiaramente verso il cuore nel campo, nella zona dove c'erano pochi alloggi e lo spiazzo aperto. Osservò per qualche istante il nugolo di corvi appollaiati sul loro pasto penzolante. Diversi soldati erano seduti a giocare a carte all'aperto, alcuni a sonnecchiare. Sempre senza guardare in faccia nessuno, l'uomo brizzolato si inoltrò a passo svelto tra gli spazi che correvano come corridoi tra le tende vuote, cercando di fare più in fretta dell'uomo che – anche se lui non poteva saperlo – non era chi diceva di essere.
Tanto erano sempre lì. Quando chiudeva gli occhi, non importava se sotto un mantello con dentro la lana di due pecore di Biancocolle o con le spoglie della magia, Rick poteva sentirle. Le voci di quelli rimasti indietro, le voci dall'Oltre. Scatarrò via quei pensieri, accostandosi alla tenda dalla parte sul retro.
Non ci impiegò molto.
Gli uomini che si erano attardati col mago nelle fosse stavano tornando; dovevano essere quasi al campo, anche se non poteva sentirli. Così, Occhio di civetta cercò dei pensieri precisi in quel fiume profondo che l'aspettava quando chiudeva gli occhi:

'...è ancora nelle fosse'
le parole furono sospinte, come vento dell'Oneiron, nelle orecchie del gruppo che rientrava dalla foresta.

'non li avete trovati'
Disse Rick, anche se non era sicuro di poterli ingannare così.
Poi lasciò che le voci nella sua testa lo avvolgessero completamente, e con la stessa forma di spettro con cui era penetrato nelle fosse entrò nella tenda di Vaelzan.




SPOILER (click to view)
Fisico: 100%
Mente: 75%
Energie: 85 - 20 = 65%
CS: 12 Intuito (intesa come capacità di intuire e quindi evadere pericoli diretti)
Equipaggiamento: Martello, schiena; Scudo di ferro e legno, schiena; Falcetto [Artefatto Vena di Pietra], cintola; Asce da lancio [2/2], custodie nelle gambe. Armatura di cuoio [artefatto Noloriau], indossata [copertura totale eccetto mani, collo, testa e piedi]

Passive disponibili e in uso in questo turno
QUOTE
"Il tozzo ancora in piedi" - Passiva razziale Nano, Tenacia [6 Utilizzi]
"Sopporta I" - Personale 1 di resistenza agli effetti dei danni fisici (fratture, etc.) [3 utilizzi]
"Sopporta II" - Personale 2 di resistenza agli effetti delle tecniche psioniche e al dolore psionico [3 utilizzi]
"Fino alla fine, la vostra"
- Personale 3, attacchi ad area pari al consumo [2 utilizzi]
- Personale 4, possibilità di cambiare bersaglio verso Energie per attacchi non tecnica [2 utilizzi]
- Personale 5, + 1 CS quando Rick infligge danni al Fisico all'avversario [2 utilizzi]
- Personale 6, + 1 CS quando l'avversario usa una tecnica psionica [2 utilizzi]
"Dono dell'Osurità" - Passiva legata al ciclo "I Primogeniti", maggiori interazioni possibili con le Ombre [5 4 utilizzi]
"La rabbia di chi ha fame" - Personale 7, Potenziamento/De-potenziamento tecniche natura Magica usate/Fisiche usate contro [2 Utilizzi]
"Io speriamo che me la cavo" - Passive di Talento I, II, Guardiano [6 Utilizzi, eccetto Aura di Fiducia, 3]
"Viandante I" - Personale 22 di resistenza a condizioni ambientali estreme [2 utilizzi]
"Viandante II" - Personale 24 di conoscenza avanzata delle realtà del territorio Edhel [1 Utilizzi]
Passiva di fama nell'Edhel quando la vena è impugnata [6 Utilizzi]
"Prima legge" - Passiva, Auspex di personaggi tendenzialmente Malvagi [4 3 Utilizzi]
"Terza legge" - Passiva, Telepatia con personaggi tendenzialmente Malvagi [6 5 Utilizzi]
l a s t d r o p f a l l s - incorporeità [4 3 Utilizzi]

Attive
QUOTE
~Lo scatto di chi ha fame.
No, Rick non è un velocista: non lo è mai stato. Non corre, lui e la sua panza un po' rilassata, non si da' da fare per muoversi più di tanto. A meno che non c'è di mezzo la vita, o una scorza di cacio: allora è capace di prodigi.
Tramite un consumo Nullo, Rick è in grado di spostarsi sul campo di battaglia ad una velocità pressochè istantanea. Si tratta di un unico scatto che, se le condizioni dell'ambiente circostante o tecniche già attive non lo impediscono, agisce come un teletrasporto a corto raggio. In accordo al consumo Nullo, comunque, la tecnica non potrà mai essere impiegata a fini difensivi, ma bensì puramente di spostamento.
[Personale 13, Nulla; Consumo Nullo, teletrasporto a corto raggio][Natura Fisica]

« Il passato è un volto nell'acqua: mai fermo, costantemente in mutazione, spesso irriconoscibile. »
Maharjanne non avrebbe mai ripetuto queste parole ad alta voce dopo averle sentite dire sì tante volte dagli anziani, se avesse saputo che quello sarebbe significato non essere mai più ricordata. Di lei rimangono polvere d'ossa nelle sale che davano al sotterraneo della struttura eretta nelle paludi dell'oriente - e nessuna lapide, invece, a ricordare che quell'ultimo giorno fu lei a stagliarsi contro i banditi venuti a profanare la fonte sacra. Solo un volto smussato, privo di tratti quasi fosse stato levigato, e la corazza lucida che l'aveva sempre tanto protetta quanto isolata dai compagni.
[Malus: ad ogni utilizzo delle tecniche attive o sfruttamento delle passive di questo artefatto, la gente che sta attorno al personaggio dimenticherà progressivamente (anche se poco alla volta) aspetti riguardanti la sua vita o personalità. A lungo andare, anche se rimembreranno le sue gesta e i momenti passati con lei, non riusciranno ad associare a quel ricordo il volto del personaggio.]
[Alta: il personaggio riplasma i propri lineamenti e il proprio aspetto per due turni, divenendo irriconoscibile . Durante quel frangente di tempo, il caster otterrà 4 CS da aggiungere alla propria riserva e i personaggi attorno a lei subiranno temporaneamente l'effetto massimo del malus prima citato. Sia aspetto che CS vanno decise all'acquisizione della tecnica e non potranno essere cambiate dopo.]
[CS scelte in Intuito][Aspetto: uomo di mezza età, moro, magrolino, non molto alto; primi capelli grigi, ispidi e corti come la barba; pelle (abbastanza) olivastra (per trovarsi al Nord) e occhi grigi. In generale abbastanza anonimo, anche se evidentemente non un nobiluomo dall'aspetto. Tuttavia, privo di cicatrici o anche solo di piccoli marchi di qualsiasi tipo. Olsen, Il bastardo dell Akeran]

Riassunto e note
Rick non capisce la scritta perché non sa leggere, ma intuisce ci siano spiriti di mezzo. Si mette quindi a cercarli usando la passiva Dono dell'oscurità, e trovata una scia la insegue cercando di costeggiare il campo e la zona delle fosse, per vedere dove questa si dirige. Il tutto usando la nulla Lo scatto di chi ha fame. Arrivato al campo cerca di non dare nell'occhio dandosi una ripulita e riprendendo fiato, oltre che utilizzando ancora il suo camuffamento Alto, Il passato è un volto nell'acqua. Quello che cerca di fare infatti è arrivare prima di Vaelzan alla sua tenda, passando per gli spazi tra i vari alloggi, e entrarci con un nuovo utilizzo della passiva Last drop falls.
Poco prima di diventare incorporeo, però, utilizza anche le due passive Prima Legge e Terza Legge per ottenere un auspex di personaggi Malvagi e poterci parlare telepaticamente per confonderli. Ricordo che la passiva di auspex d'allineamento l'avevo già utilizzata nel turno precedente.
E niente, quest'ultima trovava non sono sicuro vada in porto; mi è sembrato valesse la pena provare comunque, piuttosto che rischiare con attive psioniche.


Edited by Lill' - 6/2/2016, 23:42
 
Top
Lunatic ( )
view post Posted on 8/2/2016, 20:29




[ Cuore di Ghiacchio : The Blazing Rose ]



L'azione fu ricompensata con un fiotto di sangue caldo che le colò addosso, impregnando vestiti e mantello; a cornonare il tutto l'impeto di Laplace le tolse la bestia di dosso.
Ciale si rialzò col respiro pesante, le nocche sbiancate attorno all'elsa dello spindalai. Attorno a lei lo spettacolo era bestiale, inumano: un campo di battaglia in piena regola, in cui si erano cacciati con spirito di sacrficio stupidamente allegro per nesusn motivo evidente ai suoi occhi. Come aveva avuto modo di vedere, la battuta di caccia era piena di pericoli decisamente reali, e non ipotetici: per ogni cadaver di creatura poteva vedere al meno un egual numero di uomini e cavalli caduti, corpi martoriati.
Se avesse saputo che la situazione sarebbe stata quella, avrebbe comunque deciso di unirsi alla battuta di caccia per ottenere informazioni? Di sua spontanea volontà? In quel momento gli sembrava un gioco di folli, per quanto era ovvio l'intento di liberarsi di pesi morti in vista dell'inverno: un accampamento così grande doveva certo gestire il cibo in qualche modo. Uno spreco, disgustoso, di risorse: ma forse Cernaborg, nei tempi in cui l'aveva abitata, era un sistema troppo perfetto.

Oh, perfetto per i tuoi occhi, senza dubbio
, commentò mentalmente Laplace.

Non c'era tempo per sentire le opinioni sovversive del segugio corrotto, in ogni caso. L'Inquisitrice mosse qualche passo sul sottobosco insanguinato, guardandosi da altri attacchi e cercando di localizzare il suo cavallo, quando la sagoma di una creatura enorme si impose alla vista sullo sfondo della foresta. Era enorme, in grado di sdradicare gli alberi a zampate; animali così nel sottosuolo non sarebbero mai potuti esistere, vista la mole mastodontica. Non c'era dubbio che l'essere dirigesse le altre creature.
Anche confermato dal fatto che la loro leader - la donna con il segno di Kjeld - l'aveva caricato a vista d'occhio, mulinando un ascia con una forza notevole. Nel frattempo uno squadrone di uomini a cavallo stava facendo lo stesso, aggirando però la bestiaccia dal fianco.

Ciale fece i suoi calcoli: poteva arrancare nel fango e combattere decine di bestie minori, oppure cercare il massimo rischio per il massimo beneficio.

Sentì il suo corpo che accellerava il passo, portandosi in breve a una corsa per risvegliare i muscoli e mettersi nella scia del gruppo a cavallo guidato da Arsòn. La manovra non era passata inosservata alla bestia, che mulinò le code lanciando una pioggia di aculei sul contingente. La lagomorfa chinò la testa, mentre un dolore acuto le si piantava nella spalla sinistra. Non emise un suono, ma saltò invece quando una delle propaggini spinate del mostro le si parò davanti per sfasciarle lo stomaco. I muscoli delle gambe non la tradirono, e superò la coda con un balzo.

Atterrò di fronte al corpo crivellato di aculei di un cavaliere. Qualcuno, come al solito, era stato meno fortunato. C'era una musica sotto i rumori della battaglia, qualcosa di piacevole per quanto fuori luogo - Ciale ebbe appena il tempo di cercarne la fonte con la coda dell'occhio, individuando Cassandra, che doveva aver scelto la sua stessa via. Non era che ovvio, per l'Inquisitrice, che la ragazzina stesse usando qualche capacità magica sul bestione.

A lei però conveniva tenere altro viaggio.



Dalla sua posizione, poteva intravedere il ventre della bestia; troppo vicino a quelle zampe larghe come colonne, in grado di travolgere alberi, ma idealmente al sicuro dalla portata delle code. In ogni caso un punto eccellente per colpire e colpire duramente. Ciale si fiondò sotto il fianco del mostro, la spina di manticora, spezzata, ancora conficcata nella spalla come decorazione. Cercò di allontanare il rischio di ricevere una zampata, mirando un paio di kho-thek alla giuntura della zampa posteriore della creatura. Una volta sotto, ci sarebbe stato il vero attacco.
Avrebbe fatto quello che sapeva fare meglio; torturato un condannato con precisione letale.

Una ricamatrice col suo ago di ferro nero.




[ Ciale ]

Altera, sociopatica, zelante;
Sguardo gelido, attraente, minuta


Corpo (90 %) - Mente (75 %) - Energie (90 %)
2 CS (Velocità)
Danni bassi da caduta; bassi da perforazione alla spalla sx.
Ciale opta anche lei per seguire Arsòn. Subisce il primo attacco e ma evita il secondo con il già citato Balzo, difesa fisica bassa; poi decide di attaccare il ventre della creatura. Per farlo, lancia prima due pugnali da lancio contro un "ginocchio" della zampa posteriore della manticora - a misura cautelativa - mentre effettua il vero attacco con lo Spindalai, la tecnica "Accusa" sottocitata.


Accusa 4/25
[ Prima di eseguire una condanna, è necessario avere un capo di imputazione che apra il passaggio alle indagini. L'Inquisizione Lunatica aveva una maniera particolare per assicurarsi che gli imputati non scappassero: al minimo cenno di resistenza venivano attaccati, e provavano un assaggio del processo. Nello specifico Ciale può eseguire un singolo affondo, in genere eseguito con la spada, mirato a ferire l'accusato (danno Alto al corpo). L'obiettivo non è mai uccidere, quanto infliggere dolore: tipicamente mirando a un punto debole. ]
(Attiva, attacco fisico, danno al corpo. Consumo Alto, riserva fisica)


Balzo 1/25
[ . ]
(Attiva, difesa fisica, natura fisica. Consumo Basso, riserva energetica)





Equip estratto:

Lo Spindalai [Mano destra]

Via di mezzo tra una lancia e una spada, lo Spindalai è un'arma molto comune nel regno profondo di Cernaborg. Agli occhi di un abitante della superficie, ha le sembianze di una lunga lama nera, estremamente sottile ed estremamente affilata. L'esemplare preferito di Ciale arriva a misurare un metro e venti di lama, contro trenta centimetri di elsa. La difficoltà nel classificare quest'arma deriva dal suo aspetto: è troppo sottile e lungo per somigliare a una spada bastarda (circa due centimetri abbondanti di larghezza alla base della lama, che poi si riduce costantemente fino a diventare uno spillo in cima), non ha le caratteristiche della sciabola e del fioretto, visto la forma rigida e dritta e l'assenza di guardia, e infine fuori dalla categoria delle lance per ovvie ragioni, come la presenza di un contrappeso alla fine dell'elsa. L'uso che ne viene fatto lo vede come un ibrido, visto che può tagliare, perforare, e all'occorrenza inchiodare il corpo dei nemici. Il materiale di cui è forgiato - ferro nero delle profondità - impedisce che la lama sottile si spezzi ad ogni confronto con spade convenzionali, ma comunque quest'arma è famosa per aver bisogno di ingente manutenzione. In ultima analisi lo Spindalai si sposa bene con lo stile di combattimento dinamico dei lagomorfi, ma richiede un maestro per essere portato ai massimi livelli.


L'Artiglio [Mano sinistra]

Questo l'amorevole soprannome del guanto d'arme che di solito ricopre la mano sinistra di Ciale: si tratta di un insieme di lastre di acciaio che si estendono da metà del braccio a tutto il dorso della mano, fornendo una minima protezione dagli urti sulla parte esterna del braccio. Si allaccia sulla parte interna, che è quindi costituita da cinghie e stoffa. A questo "corpo principale" si uniscono delle dita, come di un guanto, che sono rivestite da punte acuminate, dando l'impressione di una mano artigliata. Questo accessorio è stato costruito con in mente la versatilità: l'Artiglio può infatti difendere con la sua lastra protettiva, così come può aggravare l'effetto dei colpi corpo a corpo potenziando manrovesci, pugni, e sopratutto attacchi sferzanti con le unghie. L'utilizzo preferito di Ciale è stringere queste ultime attorno alla gola del nemico.


I Kho-tehk [Lanciati: 2]

Concettualmente simili ai pugnali da lancio, i Kho-tehk sono l'evoluzione naturale di questi ultimi e alcune varietà di spilli che usano certe popolazioni umane. Si tratta di lunghi chiodi di ferro nero, appuntiti da entrambe le parti e sottilissimi: sono pensati per essere lanciati contro un nemico e colpire efficacemente delle zone vulnerabili, riuscendo - in mani esperte - a trovare la strada nei punti deboli di un'armatura. La distribuzione del materiale nei Kho-tehk non è uniforme: sono più pesanti alle estremità per favorire il lancio, e deboli nel centro: per questo sono tendenzialmente fragili se dovessero essere usati, per esempio, per bloccare un pugnale nemico.
 
Top
view post Posted on 11/2/2016, 15:23
Avatar

h e l l i s n o w
······

Group:
Member
Posts:
4,676
Location:
Limbiate (MB)

Status:





— Rick —


Si insinuò oltre lo spesso tessuto della tenda senza smuoverlo, lasciandosi dietro la lontana confusione dei soldati ai quali aveva agganciato la propria mente, seppur per un solo attimo. Difficile sapere quanto quell'espediente potesse aver avuto realmente successo, se quegli uomini sarebbero davvero ritornati sui loro passi - Vaelzan compreso - o se invece il massimo che avrebbe potuto spremere fuori dalla trovata era nient'altro che una spruzzata di secondi. Non era neppure da escludere che la sua trovata non avesse messo in allerta il mago e i suoi scagnozzi, invece che allontanarli. Di certo non poteva perder tempo, non ne aveva abbastanza e le domande a cui rispondere erano troppe.

L'interno appariva ad una prima occhiata molto confusionario.
Nella Rosa lo spazio a disposizione di un fattucchiere un po' eccentrico non era molto più abbondante di quello concesso a un soldato qualunque, a quanto sembrava, ma il misterioso individuo si era preoccupato di farlo fruttare al meglio. Da una parte vi era il suo giaciglio, imbottito di pelli e coperte, dall'altra un tavolaccio di legno scuro vicino ad alcune casse adibite a mobilio di fortuna e ricoperte d'ogni sorta di paccottaglia. Anelli e collane si mescolavano a boccette dal dubbio contenuto, amuleti, frammenti d'ossa, legno e altri minerali sconosciuti. Sul desco alcune pile di libri erano state posizionate ai bordi, pericolanti, così da lasciar più spazio per lavorare; documenti e fogli sparsi erano adagiati lì vicino, assieme a un calamaio e a un oggetto bizzarro, simile a un piccolo altare di metallo sul quale si reggeva una struttura fatta d'archetti e sbarre sottili. In cima a una delle montagne di carta e rilegature in cuoio vi era anche una minuscola scodella di terracotta da cui si alzavano sottili rivoli di fumo, probabilmente all'origine del leggero aroma di mirto che profumava l'aria.

Non molto distante dal letto un forziere dai cardini bruniti mangiava prepotentemente gran parte dello spazio rimanente nella tenda; appariva piuttosto solido, e benché fosse provvisto di un lucchetto non pareva sigillato. Dal momento che però non era scoperchiato, il nano non poteva vedere che cosa vi fosse all'interno senza maneggiare prima con la serratura. Poco altro d'interesse saltava all'occhio: rimaneva uno sgabello, una bacinella colma d'acqua e alcuni fasci di corde abbandonati sopra di una botte prossima all'entrata. Dall'esterno per il momento non giungeva alcun rumore sospetto: soltanto il chiacchericcio sottile dei pochi rimasti al campo e il canto del vento. Per quanto sarebbe rimasto così, tuttavia, Rick non poteva saperlo.



— Cassandra; Ciale —


La sventagliata d'aculei non risparmiò nessuno dei mercenari che avevano deciso di aggirare la belva nella speranza di colpirla dove non poteva difendersi. Per fortuna, se non altro, le code non erano abbastanza per impalarli tutti e così alcuni - fra cui Arsòn, Cassandra e Ciale - riuscirono a sgusciare oltre e a preparare una controffensiva. L'omone, ancora ricoperto di spine, si dimostrò essere ben più agile di quanto la sua stazza facesse presupporre - e dopo aver scansato la stoccata che invece trafisse il suo destriero, si esibì in un notevole balzo che lo proiettò vicino a una delle zampe posteriori del mostro, risparmiandosi così una rovinosa caduta in compagnia dell'equino. Grazie al sortilegio della sirena, che sembrò destabilizzare l'abominio quel che bastava a sopprimere le sue difese, Arsòn trovò un'apertura sufficiente per affondare la sua spada nella spessa carne della creatura, strappandole un guaito rabbioso e un abbondante zampillo di sangue. Esattamente dal lato opposto Ciale faceva la sua parte: i pugnali da lancio sortirono un effetto simile a quello di una puntura di zanzara sul meticcio, ma lo Spindalai fece di meglio, perforando senza pietà l'addome, lacerando muscoli e tessuti - seppur con una certa fatica. La sua azione fu ricompensata con una calda doccia di fluidi vitali e una nauseante zaffata d'aria ventrale.

« Continuate così, non datele tregua! »

I ruggiti del guerriero a malapena riuscivano a sovrastare quelli della Manticora adirata, ma anche se tutti i superstiti fossero riusciti a comprenderlo difficilmente avrebbero potuto obbedire. Come Cassandra aveva constatato menando ben più di un fendente sul rivestimento chitinoso che foderava i flagelli spinati, ferire fisicamente il mostro era tutto fuorché facile. Era come cercare di scalfire una roccia con un piccone spuntato. Non era riuscita a lasciar più che qualche segno sulle code che aveva bersagliato, e anche chi come Arsòn e Ciale era riuscito a colpire più duramente, ora doveva fare i conti con l'estrema difficoltà richiesta nel compiere un'azione altresì banale come estrarre la propria arma dal corpo del nemico. Per qualche assurda ragione, una volta perforata la carne dell'animale i suoi muscoli si erano contratti e induriti al punto da imprigionare letteralmente l'acciaio all'interno. Non era tutto, perché qualunque cosa Braska avesse fatto in fronte, aveva peggiorato notevolmente lo stordimento e la paura innescati dall'assalto psionico.

La bestia reagì con violenza al sentore di pericolo, sferrò una zampata che investì la rossa con una brutalità inaudita, disarcionandola e scagliandola contro gli alberi a svariati metri di distanza. Il corpo della guerriera non sarebbe apparso agli occhi degli altri che per un attimo, un insieme confuso di colori che si perdeva nella vegetazione con uno schianto. Non ebbero il tempo di preoccuparsene: le propaggini caudali iniziarono a fremere e a sferzare colpi a destra e manca; alcune di esse si attorcigliarono attorno al corpo di Arsòn, strappandolo da terra e sventolandolo per aria come una bambola di pezza. Le sue grida di disapprovazione si persero presto nella cacofonia del massacro.

Immediatamente dopo la Manticora si voltò fronteggiando quel che restava delle retrovie. Le rimaneva soltanto un occhio - al posto dell'altro si trovava ora un'ascia da guerra incassata nell'orbita - ma quell'unica pupilla bruciava di un rosso infernale. Il colosso spalancò le fauci emettendo un grido terrificante capace di scuotere un uomo fin dentro le budella; poi caricò ciecamente, un ariete fatto di follia e carne e muscoli che impaurito e messo alle strette aveva deciso di aprirsi con la forza una via di fuga verso il ventre della foresta. Purtroppo per loro due, la lagomorfa e la sirena stavano esattamente sulla sua strada.



Q M
P O I N T



xLill: nel tuo caso è tutto descritto nel post. Procederemo in confronto dove mi indicherai come e dove decidi di indagare all'interno, con un particolare in più: non ti darò io lo stop, sarai tu a dover decidere quando lasciare i quartieri di Vaelzan, tenendo presente che più tempo ti prendi e più rischi di venire scoperto. Non hai certezze sull'efficacia del tuo diversivo, anche se come accennato nel post, percepisci confusione nelle menti degli individui poco prima di entrare. Puoi considerare tutte le tecniche che hai castato nel turno precedente come attive sino alla fine di questa fase (o prima se decidi altrimenti).

xLunatic&Ashel: le vostre tecniche vanno entrambe a segno; in particolar modo il mostro sembra particolarmente suscettibile all'attacco psionico, tant'é che l'effetto viene raddoppiato in potenza e causa nella Manticora un panico ingiustificato (a fronte delle ferite incassate). Quel che succede dopo è semplice: il mostro si libera di Braska con una poco gentile zampata, e dopo aver menato colpi a caso con la coda (attacco fisico semplice senza cs) intrappola Arsòn con alcune di esse e si gira fronteggiandovi. A questo punto tira un ruggito che conta come un'influenza di terrore Media per ciascuno di voi, che è considerabile negli effetti simile a una paralisi parziale (se va a segno, le vostre gambe si faranno molli e poco responsive). Fatto questo vi carica con l'intento di calpestarvi e fuggire oltre, verso la foresta. Quest'azione è da considerarsi come un attacco fisico semplice da 8cs, e benché - data la stazza della Manticora - sia mirato a entrambe, è un attacco singolo: se desiderate potete quindi accordarvi per la difesa in maniera tale che sia solo una di voi a preoccuparsene per entrambe, purché la cosa sia coerente narrativamente parlando.

Detto questo, un altro paio di cose da considerare:

1) potete aiutare Arsòn a liberarsi dalla presa delle code spendendo almeno un consumo Medio nel tentativo di tranciarne alcune (potete anche spendere di più, se volete - gli effetti li vedrete al prossimo turno). Potete farlo prima che la Manticora si giri (quindi mentre le sferzate sono in atto), oppure dopo anche se in questo caso dovete prima evitare la carica e poi attaccare le code una volta che vi ha superato. Entrambe le opzioni sono valide, ma avranno risultati differenti. Ovviamente potete anche fregarvene e lasciare che si arrangi e/o utilizzare tattiche alternative, purché sensate. Nel dubbio, potete chiedermi.

2) questa è solo per Ciale: la tua arma rimarrà incastrata dentro la carne della Manticora a meno che tu non spenda un Basso (o almeno 2cs in un'azione semplice) per estrarla. Chiaramente, puoi farlo solo prima che la Manticora si giri e vi carichi.


Questo sarà per tutti l'ultimo turno per questa fase. Se avete domande, come al solito son disponibile.

Scadenza: 17 Febbraio



 
Top
Lill'
view post Posted on 14/2/2016, 17:55




YZkMIfi

Il coperchio del baule si chiuse con uno scricchiolio. Rick schioccò la lingua incazzato per quella perdita di tempo, controllando con un occhio l’ingresso e con l’altro il mobilio di fortuna di proprietà del mago. Non aveva scordato le voci che giravano sui ladri nella Rosa. A nessun viandante dell’Edhel avrebbe fatto comodo una mano in meno; men che meno per una collezione di vestiti da piglianculo del Sud, belli e ordinati in un forziere.
Continuando a cercare trovò il libro. Stava messo sotto un angolo della branda, con un paio di segnalibri infilati tra le pagine di pergamena. Non furono tanto i segni e le strane cifre a destargli sospetto, perché dagli studiosi di Lithien e gli altri gran capoccia devoti a Ogron non ci si poteva certo aspettare una partita di ilaç imboscata da qualche parte. Rick però non aveva scordato le voci sui ladri. Perché nasconderlo, allora?
Strappò l’ultimo paio di pagine, per poi rimettere il manoscritto vicino alla gamba della branda dove l’aveva trovato. Tornò a guardarsi intorno: nella penombra della tenda chiusa qualcosa colorava le strambe cianfrusaglie di Vaelzan di una luce bluetta, mentre l’obolo nel centro della botte gli ammiccava come un vecchio compagno. Rick non ci pensò troppo. Colpite dalla punta dello stivale, le assi del barile restituirono un suono profondo, deciso. Cacciò via il sughero con uno strattone e sbirciò nell’oscurità all’interno, ficcando il naso sfregiato nel buco circolare nel legno. Ritrasse la testa immediatamente, neanche fosse vino acetato; il pizzicore che gli era salito su per le narici era quello inequivocabile della polvere nera, che per i Rahm as Aid era sterco di diavolo e proveniva dal Bathos. Rick per contro aveva raccontato agli elfi che era roba dell’Akeran, e che quella catastrofe di zolfo l’aveva sperimentata più di una volta nelle cento compagnie mercenarie in cui aveva militato nella sua gioventù, da un lato o da un altro. Non ci aveva cacciato niente di buono comunque.
Rimise il tappo della botte al suo posto, e si spostò verso le casse: nessuno dei pezzetti d’osso misti in quel bailamme somigliava ai denti ficcati nelle pareti della fossa, o ad altro che potesse capire. Rick notò che erano attaccati a delle collane, forse una specie di amuleti. Sortilegi. Una banda mercenaria grande e organizzata che cercava protezione.
Scansò tra le altre cose un sacchetto con l’erba che aveva fatto bere alla prostituta, per concentrarsi sulla fonte della luce bluetta: una manciata di boccette emettevano dei riflessi color cobalto. Le guardò meglio, cercando di ficcarsi bene in testa quanto aveva scoperto.


Pochi minuti dopo, Vaelzan uscì trafelato dalla sua tenda.
L’uomo brizzolato l’aveva spiato rientrare giusto qualche attimo dopo il suo sopralluogo, nascosto tra le rientranze di un’altra baracca. Adesso il mago aveva un’espressione inquieta, visibile anche dal suo nascondiglio. Rick continuò a osservarlo con piccoli cenni d’assenso del capo. Si portò d’istinto la mano all’amuleto dei Danzatori, nascosto sotto la pettorina ormai slabbrata dell’armatura. Fu per caso, mentre controllava lo stato del cuoio, che abbassò il naso sui propri vestiti: il mantello aveva un odore pungente, di marcio, simile a quello che usavano nelle fosse più o meno igieniche dei campi d’armi della sua gioventù.
Il ricordo di una mattina gelida lo colse; cielo blu-grigio.
Rimanendo fuori dal campo visivo del fattucchiere, Rick si spostò verso la sua tenda, perché sapeva che adesso rimaneva da vedere solo una persona per risolvere quell'inghippo. Prima però doveva trovare un falò. Forse della cenere avrebbe mascherato quello schifo.




SPOILER (click to view)
Fisico: 100%
Mente: 75%
Energie: 65%
CS: 12 Intuito (intesa come capacità di intuire e quindi evadere pericoli diretti)
Equipaggiamento: Martello, schiena; Scudo di ferro e legno, schiena; Falcetto [Artefatto Vena di Pietra], cintola; Asce da lancio [2/2], custodie nelle gambe. Armatura di cuoio [artefatto Noloriau], indossata [copertura totale eccetto mani, collo, testa e piedi]

Passive disponibili e in uso in questo turno
QUOTE
"Il tozzo ancora in piedi" - Passiva razziale Nano, Tenacia [6 Utilizzi]
"Sopporta I" - Personale 1 di resistenza agli effetti dei danni fisici (fratture, etc.) [3 utilizzi]
"Sopporta II" - Personale 2 di resistenza agli effetti delle tecniche psioniche e al dolore psionico [3 utilizzi]
"Fino alla fine, la vostra"
- Personale 3, attacchi ad area pari al consumo [2 utilizzi]
- Personale 4, possibilità di cambiare bersaglio verso Energie per attacchi non tecnica [2 utilizzi]
- Personale 5, + 1 CS quando Rick infligge danni al Fisico all'avversario [2 utilizzi]
- Personale 6, + 1 CS quando l'avversario usa una tecnica psionica [2 utilizzi]
"Dono dell'Osurità" - Passiva legata al ciclo "I Primogeniti", maggiori interazioni possibili con le Ombre [4 utilizzi]
"La rabbia di chi ha fame" - Personale 7, Potenziamento/De-potenziamento tecniche natura Magica usate/Fisiche usate contro [2 Utilizzi]
"Io speriamo che me la cavo" - Passive di Talento I, II, Guardiano [6 Utilizzi, eccetto Aura di Fiducia, 3]
"Viandante I" - Personale 22 di resistenza a condizioni ambientali estreme [2 utilizzi]
"Viandante II" - Personale 24 di conoscenza avanzata delle realtà del territorio Edhel [1 Utilizzi]
Passiva di fama nell'Edhel quando la vena è impugnata [6 Utilizzi]
"Prima legge" - Passiva, Auspex di personaggi tendenzialmente Malvagi [ 3 Utilizzi]
"Terza legge" - Passiva, Telepatia con personaggi tendenzialmente Malvagi [ 5 Utilizzi]
l a s t d r o p f a l l s - incorporeità [ 3 Utilizzi]

Riassunto e note
Come da confronto.


Edited by Lill' - 14/2/2016, 18:13
 
Top
Ashel
view post Posted on 17/2/2016, 11:40






In breve, la strategia applicata dai guerrieri della setta si rivelò uno sfacelo.
Cassandra era in qualche modo riuscita ad agevolarli con le sue abilità, ma la bestia, anziché rimanersene immobile in preda al terrore, aveva reagito con una violenza senza pari scaraventando lontano Braska e imprigionando Arsòn con una delle sue lunghe code. Se lo spadino della sirena, inoltre, non era riuscito nemmeno a scalfirne lo spesso e robusto carapace, l'arma della giovane con le orecchie da coniglio era riuscita a penetrarne le difese rimanendovi, però, conficcata.
La situazione si faceva sempre più complicata e pericolosa per il gruppo di mercenari. Dal loro capo non giungevano segni di vita e Cassandra temette seriamente che fosse rimasta uccisa; d'altra parte gli altri luogotenenti erano troppo impegnati a far retrocedere le bestie per occuparsi del gigantesco abominio che evidentemente doveva essersi scocciato di vederli resistere ad oltranza.
La sirena riuscì ad evitare con un balzo di essere colpita da una delle code che saettavano verso di lei, ma fu nuovamente raggiunta da un acuto, disumano boato che spezzò l'aria attorno a loro, elettrizzandola.
Fu come se il vento si fosse seduto sul campo di battaglia, levando loro il respiro.
Ma Cassandra, che non aveva certo l'intenzione di fare una brutta fine, cercò nel suo cuore un briciolo di quel coraggio che era certa di possedere e che poco prima le aveva permesso di tramutarsi in una guerriera disposta a tutto pur di non diventare il lauto e meritato pranzetto di un mostro orribile e ributtante come quello.

Non c'è più niente da fare!
E' finita!
Morirai!
Scappa!!!

Ma quando mai?!
Mica avrebbe dato retta a quelle dannatissime voci, lei era Cassandra della colonia di Oltremare, diplomatasi a pieni voti e in vantaggio di un anno rispetto a tutte le altre, la prima della sua tribù a viaggiare nel continente, era sopravvissuta in un mondo che non conosceva e tutto il resto.
Si sentiva furba, lei, anche se era solo una sciocca e viziata ragazzina che non aveva idea di cosa significasse vivere in un mondo fatto di barbarie e violenza come quello in cui era capitata.
Ma fu rivestendo la sua mente di quella spessa corazza di superbia che riuscì ad evitare, nonostante tutto, di rimanere paralizzata dal terrore in attesa di farsi divorare senza opporre altra inutile resistenza.
Vide Ciale poco distante, comprese che si trovava in difficoltà. Di Arsòn non le importava niente, per quanto le riguardava poteva pure farsi spappolare, ma loro due avrebbero dovuto cercare di cavarsela in qualche modo.
Vide l'abominio che avanzava in preda a un cieco e bestiale istinto omicida, così si mosse in avanti e comunicò rapidamente alla strana donna-coniglio di quanto stava per fare. Quel gesto le venne naturale, forse per la scarica di adrenalina che le aveva permesso di correre verso di lei e spingerla via, forse perché non aveva immaginato che l'urto le avrebbe fracassato la gabbia toracica e tolto il fiato per diversi secondi.
Rotolò nel fango come un verme, trovando con stupore di essere ancora più o meno viva nonostante i pensieri arroganti e del tutto fuori luogo che poco prima l'avevano spinta a fare l'eroina e a immolarsi per la causa.
Si sentì una stupida.
Sperando che Ciale avrebbe usato bene l'opportunità che le era stata data, la giovane si limitò ad emettere un fischio sempre più acuto e penetrante, che presto divenne più simile a un fragore di cose metalliche che si accartocciavano e piegavano e spezzavano, e che sembrava in grado di frantumare i timpani e maciullare il cervello.
La bestia stava cercando di andarsene: quel pensiero avrebbe dovuto darle sollievo, visto che avevano fatto un ben magra figura nel corso di quella battaglia, ma dal momento che ormai si stavano giocando il tutto per tutto tanto valeva combattere fino alla fine.

Coperta da quell'orribile e insopportabile fischio, Cassandra si accasciò infine su se stessa, il petto che le doleva e la minacciava di non farla più respirare a dovere fino alla fine dei suoi giorni.




Cassandra



Mente: 100 - 10 = 90
Corpo: 50; Danno Medio al braccio sinistro, ferite superficiali di grado Basso diffuse, Danno Alto al petto
Energia: 110 - 20 = 90
Armi: Spadino; Arco lungo [12/15]
CS: -

Passive attive: -

Attive utilizzate:

» Mente di Ferro: Grazie al suo addestramento ferreo Cassandra è in grado di schermare la propria mente in modo da prevenire o dissipare completamente i danni di una malia psionica nei primi momenti in cui cerca di indebolirne le volontà.
[Abilità personale 2/25, Difesa Pionisca, Consumo Medio, Mente]

» Morte: L'avversario per tutta la durata del turno vedrà distintamente la propria morte per effetto di una malia psionica. La visione apparirà straordinariamente vivida e comprenderà torture e azioni dolorose in base alle circostanze e si attiverà dal momento stesso in cui l'avversario crederà di udire il canto di una sirena.
Causa un danno Medio alla mente e un danno Medio al corpo.
Gli effetti scenici sono personalizzabili.
[Abilità personale 4/25, Attacco Psionico, Consumo Alto, Energia]

Riassunto: Dopo aver evitato il colpo di coda con un balzo, Cassandra usa la difesa psionica per difendersi dall'influenza di Terrore della bestia. Decide quindi, in uno slancio di eroismo, di spingere via Ciale e di prendersi tutti i danni dell'attacco, sperando così di agevolarne un ipotetico contrattacco.
Poi spara la psionica che si traduce in un fischio acuto e penetrante.

Note:
 
Top
Lunatic ( )
view post Posted on 17/2/2016, 22:47




[ Cuore di Ghiacchio : The Blazing Rose ]



Ancora una volta una pioggia di sangue coincideva con la vittoria. Qualcosa non andava, però: ci fu un presagio a farle capire che la bestia non sarebbe caduta facilmente, nonostante l'offensiva coordinata del gruppo.
Lo spindalai si incastrò tra i fasci muscolari dell'addome, come se l'avesse infilzato nella pietra. Ciale rimase bloccata, il braccio alzato nel gesto dell'affondo, tentando di non mollare la presa. Il mostro di sopra intanto si muoveva e ruggiva, attaccava i suoi compagni: a ogni movimento il polso della Lagomorfa schricchiolava. Eppure non voleva mollare.
Stupidi sentimentalismi, sicuramente. Ma lo spiedo era il simbolo del suo passato, e se l'avesse lasciato andar via, non sarebbe stata nulla. Non un'Inquisitrice, e forse nemmeno una Lagomorfa di Cernaborg. Solo un'esule qualunque.

Finalmente, lottando con il terreno incerto e gli spasmi della bestia, riuscì a disincastrare la punta con un due movimenti rapidi del braccio e del polso; come quando ci si libera da una presa. La soddisfazione fu breve, però. Appena il tempo di alzare gli occhi e una delle code della creatura la colpì con una frustata allo stomaco, sbalzandola di qualche metro.

Ciale aprì la bocca, l'aria che veniva espulsa a forza dai suoi polmoni per lo stupore. In un momento di terrore si piazzò un braccio attorno all'addome, convinta di avere uno squarcio che avrebbe potuto fare uscire le viscere. Invece non c'era niente; niente, se non un dolore che si faceva più sordo nei pressi della cicatrice lasciatale da Rekla Estgardel.
Nel frattempo il mostro aveva avuto l'idea di girarsi. Braska era sparita, sbalzata chissà dove; Arsòn era stato preso in un abbraccio mortale dalle code. Ciale vide la bestia ruggire e pestare il terreno, per caricare, e una sensazione di molle rassegnazione le serpeggiò tra le gambe. C'era una consapevolezza fredda, totalizzante, dietro la sua fronte. Non ce l'avrebbe fatta a spostarsi in tempo. Non quando aveva appena rischiato di finire a terra, non con le ginocchia molli e non con lo sguardo di fuoco del nemico puntato addosso, pronto a deviare la carica - con tutta la sua mole - alla sua prima schivata.

Per un attimo che sembrò eterno, il mondo divenne silenzioso. I suoi occhi vedevano solo la manticora correre, le possenti zampe che calcavano il suolo pregno di sangue. Non poteva farci niente. Non poteva spostarsi. Teneva lo Spindalai basso, sconfitto; non l'avrebbe salvata. La spada sottile, in quel frangente, era utile come lo sarebbe stato uno stecchino.

La botta arrivò presto, a toglierle il fiato e strapparla dalla morsa del terrore. In verità, arrivò troppo presto. E dalla direzione sbagliata. Cadde, sbalzata via, rotolò per terra e riuscì a recuperare la funzionalità delle gambe, rialzandosi giusto in tempo per vedere che la sua alleata in incognito - la donna, Cassandra - veniva investita in pieno dalla carica dell'animale. Era stata fortunata abbastanza da non morire, anche se subito dopo si accasciò al suolo. Se fosse sopravvissuta allo scontro, Ciale avrebbe avuto intere nottate per cercare di capire come mai un'umana - o qualsiasi cosa fosse quella donna - aveva voluto mettere a rischio la sua vita per lei. Ma in quel momento era di nuovo lucida, e sapeva di non aver tempo. La manticora stava andando via, il suo bottino nelle code.

E lei era rimasta sola, in mezzo al campo di battaglia.



Prima che il buon senso potesse impedirglielo, cominciò a correre dietro alla creatura. Forse non avrebbero portato a casa la testa del mostro come trofeo, ma Ciale aveva un altro obbiettivo in mente. Se avesse salvato Arsòn si sarebbe guadagnata la fiducia di un ufficiale alto in grado. Solo per poi tradirla più tardi, ovvio.

Concentrò le energie che le rimanevano, decidendo di attaccare la bestia con le armi della confusione e della paura, in un tentativo disperato di mettere la parola fine a quello scontro. Dal suo corpo cominciò a scaturire un'aura invisibile, ma palpabile; terrore, disagio e confusione, l'effetto che si ha quando si ha davanti l'Inquisizione. Certo il bersaglio era un po' diverso dal solito, ma tant'era.

La Lagomorfa cercò di indirizzare la sua offensiva magica per danneggiare le code dell'animale, cercando di aprire le ferite che aveva già riportato e far cadere Arsòn alla relativa sicurezza del suolo. Se ciò non fosse bastato, avrebbe usato lo Spindalai per colpire la creatura da dietro - alle zampe, dovunque potesse arrivare - per due attacchi veloci. Memore dell'esperienza di poco prima, però, non avrebbe cercato di penetrare la carne ... non quanto lo spirito. Le punture della spada si sarebbero trasformate in iniezioni di terrore, pillole di confusione e paura.




[ Ciale ]

Altera, sociopatica, zelante;
Sguardo gelido, attraente, minuta


Corpo (80 %) - Mente (55 %) - Energie (90 %)
0 CS (Velocità)
Danni bassi da caduta;
bassi da perforazione alla spalla sx;
contusione media all'addome.
Ciale usa i CS per recuperare lo spindalai, ma per questo motivo subisce l'attacco della coda (danno medio) e rimane incapace di fronteggiare la psionica di terrore. Dopo il salvataggio di Cassandra, però, si riprende e insegue la chimera cercando 1 di aggravare le sue ferite fisiche - in corrispondenza delle code - per liberare Arsòn e 2 di peggiorare lo status mentale dell'animale con due attacchi fisici che diventano psionici (grazie a "Infusione Lunatica"), insieme all'utilizzo della passiva ("Autorità") che dovrebbe ulteriormente abbassare la volontà di combattere della manticora.


Autorità [Pur essendo temibili, gli agenti dell'Inquisizione non venivano allenati come soldati regolari. La loro esistenza doveva sopprimere il dissenso ancor prima che si manifestasse. La vista di uno di loro doveva instillare sottomissione, e far perdere al bersaglio la voglia stessa di ribellarsi e lottare.]
(Numero di utilizzi: 6 5 - passiva del talento "Pacifismo")

Infusione Lunatica
[ C'è qualcosa di straniante in Ciale, qualcosa che nasconde bene sotto l'atteggiamento serio e che le faceva accettare i comportamenti folli e maniacali del suo Re. Qualcosa nel sovrano folle e nelle sue regole che aveva in qualche modo assorbito. In battaglia può perdere la sua tipica compostezza, beneficiando in qualche modo di questa furia recondita. Il cambiamento esterno sarà percepibile nella sua espressione, nella postura, e nella maniera in cui compie gli attacchi fisici. Questi ultimi saranno accompagnati, per due turni, da un'influenza psionica bassa sotto forma di paura, che si manifesterà mentre l'attacco viene eseguito e a prescindere della sua riuscita. Il nemico dovrà quindi prima difendersi da un danno psionico basso e poi dall'attacco, o lasciarsi scoperto al primo e affrontare- terrorizzato - il secondo. Questa capacità trae forza dalle energie mentali di Ciale, lasciandola psicologicamente più stanca quando termina. ]
(Attiva, due turni. Gli attacchi fisici (max 2) lanciano un'offensiva psionica bassa, danno ala mente. Consumo medio, riserva mentale)

Oppressione
[ La natura distorta e inquietante di Ciale può prendere corpo in un'altra capacità. Si tratta stavolta di un'offensiva di natura magica: il corpo dell'Inquisitrice si avvolgerà di un'aura elettrica dalle sfumature violacee. L'aura causerà una distorsione nell'aria, i contorni della sua figura tremeranno, appariranno e scompariranno vibrando con degli scatti di alcuni centimetri dalla sua reale posizione. Se il nemico non dovesse difendersi in alcun modo, le vibrazioni invisibili propagate dall'aura lo colpiranno, causandogli un danno fisico: generalmente la rottura dei capillari attorno all'area degli occhi o l'ingrandirsi innaturale delle ferite già presenti sul suo corpo. ]
(Attiva, attacco magico, danno al corpo. Consumo Medio, riserva mentale)




Equip estratto:

Lo Spindalai [Mano destra]

Via di mezzo tra una lancia e una spada, lo Spindalai è un'arma molto comune nel regno profondo di Cernaborg. Agli occhi di un abitante della superficie, ha le sembianze di una lunga lama nera, estremamente sottile ed estremamente affilata. L'esemplare preferito di Ciale arriva a misurare un metro e venti di lama, contro trenta centimetri di elsa. La difficoltà nel classificare quest'arma deriva dal suo aspetto: è troppo sottile e lungo per somigliare a una spada bastarda (circa due centimetri abbondanti di larghezza alla base della lama, che poi si riduce costantemente fino a diventare uno spillo in cima), non ha le caratteristiche della sciabola e del fioretto, visto la forma rigida e dritta e l'assenza di guardia, e infine fuori dalla categoria delle lance per ovvie ragioni, come la presenza di un contrappeso alla fine dell'elsa. L'uso che ne viene fatto lo vede come un ibrido, visto che può tagliare, perforare, e all'occorrenza inchiodare il corpo dei nemici. Il materiale di cui è forgiato - ferro nero delle profondità - impedisce che la lama sottile si spezzi ad ogni confronto con spade convenzionali, ma comunque quest'arma è famosa per aver bisogno di ingente manutenzione. In ultima analisi lo Spindalai si sposa bene con lo stile di combattimento dinamico dei lagomorfi, ma richiede un maestro per essere portato ai massimi livelli.


L'Artiglio [Mano sinistra]

Questo l'amorevole soprannome del guanto d'arme che di solito ricopre la mano sinistra di Ciale: si tratta di un insieme di lastre di acciaio che si estendono da metà del braccio a tutto il dorso della mano, fornendo una minima protezione dagli urti sulla parte esterna del braccio. Si allaccia sulla parte interna, che è quindi costituita da cinghie e stoffa. A questo "corpo principale" si uniscono delle dita, come di un guanto, che sono rivestite da punte acuminate, dando l'impressione di una mano artigliata. Questo accessorio è stato costruito con in mente la versatilità: l'Artiglio può infatti difendere con la sua lastra protettiva, così come può aggravare l'effetto dei colpi corpo a corpo potenziando manrovesci, pugni, e sopratutto attacchi sferzanti con le unghie. L'utilizzo preferito di Ciale è stringere queste ultime attorno alla gola del nemico.
 
Top
view post Posted on 20/2/2016, 17:39
Avatar

h e l l i s n o w
······

Group:
Member
Posts:
4,676
Location:
Limbiate (MB)

Status:






La Manticora continuò ad avanzare avvolta da uno strato di nebbia rossa.
Sangue denso spruzzava dalle numerose ferite che aveva riportato, lacerazioni fresche e contusioni aggravate dalle subdole arti psioniche delle due guerriere. Quando le code che serravano il corpo del colosso sfregiato si sfibrarono sotto gli ennesimi colpi, Arsòn colse la palla al balzo e si liberò con un colpo di reni, volteggiando con ben poca grazia per aria e atterrando duramente di schiena. Urla di rabbia e dolore rimbombavano in sintonia con ognuno dei sempre più pesanti e sempre più lenti passi dell'abominio. In mezzo a quel vortice cacofonico, la voce della sirena era l'unica a sovrastare ogni altro suono: era il pungolo acuminato che perforava senza tregua il cranio della bestia, sempre più in profondità.

Ma non era finita, non ancora.

Il mostro era ostinato: proseguì nella sua carica furiosa, ruggendo, sbavando, scuotendo gli arti e le propaggini. Pura follia animale. Coriandoli di carne caudale volteggiavano nella sua scia, assieme alle reliquie di legno e di ferro - frecce spezzate - che le si staccavano dalla pelle scorticata. Superò la trama di verde, abbatté diversi alberi con possenti spallate. Poi rallentò all'improvviso, il primitivo cervello ormai prossimo a scoppiare. Infine si accasciò con un frastuono che fece tremare il mondo.

« UZZAH! »

L'ufficiale si erse con uno slancio dalla melma dov'era caduto, sollevando le braccia in esultazione - il muso deforme protratto in un ringhio. Alle sue spalle un coro di voci incrinate si sollevò in risposta.

« UZZAH! »

Là dove fino a pochi istanti prima si stava consumando una carneficina, le creature superstiti si erano ora dileguate al pari di lepri terrorizzate. Pochi erano i mercenari che si reggevano ancora sulle gambe; nel centro dello schieramento, Blackstone sembrava uno spaventapasseri coperto di interiora, la sciabola eretta al trionfo. Era stato un massacro, ma avevano vinto. E prima che chiunque realizzasse dell'assenza della rossa, ella riemerse dai tralicci sfondati che l'avevano accolta nella sua rovinosa evoluzione - con un braccio ritorto al contrario e una spalla dislocata.
I suoi occhi si accesero come braci infernali.

« GUERRIERI! »

Canalizzò l'attenzione di tutti sulla sua figura storpiata; non una traccia di sofferenza si poteva avvertire in lei.
L'arto lesionato si contorse emettendo suoni orribili, la carne e i muscoli sembrarono riconfigurarsi e le ossa riallinearsi. Nel giro di qualche secondo, Braska era tornata com'era prima, solo con qualche graffio in più sulle vesti.

« Avete combattuto e avete vinto! »

Veicolata dalle sue parole un'invisibile ondata d'euforia si propagò tra i superstiti, spazzando via ogni sofferenza e cancellando ogni stanchezza. La sua voce stregata riempì le orecchie di ogni singolo uomo o donna che ancora respirava.

« La preda è vostra! »

BRASKA2_zpswc7pzrjy

« SMEMBRATE LA BESTIA! »




V - PLENILUNIO



— Rick —


Aveva saputo del rientro trionfante della compagnia.
Gli era anche stato detto che a stento un terzo degli uomini partiti aveva poi rifatto la strada del ritorno. I pochi superstiti erano stati seriamente feriti, alcuni mutilati. Le gelide selve della Roesfalda non erano un comune parco da caccia: la natura faceva osservare le proprie rigide regole con particolare spietatezza in quella parte di mondo, e molti lo avevano appreso soltanto quel giorno. La maggiorparte di loro non avrebbe mai potuto farne tesoro. Ma che in quei momenti Rick fosse preoccupato o meno per le sorti delle sue due compagne di sventura, un'altra verità non gli sarebbe potuta sfuggire: il campo si trovava ancora in una condizione di scarsa allerta. Molti si erano radunati in prossimità del recinto esterno per osservare i trofei dei vittoriosi e per render onore ai morti, e mai fra le tende vi era stato un tale silenzio. Forse per quella medesima ragione quel che prima era stato nient'altro che un fastidio indefinito ora era divenuto un prurito difficile da ignorare. L'aria si era fatta elettrica, quasi frizzante, e pareva premergli sulla pelle.

La cosa che l'aveva toccato sul ciglio della fossa era ritornata poco dopo il suo ritorno, gli era rimasta appiccicata come un alone di sporco e di cenere. Non era forte come prima; non aveva tentato ulteriori comunicazioni, e la sua traccia spiritica era a stento percepibile persino nella stasi quasi totale. Ma non vi erano dubbi che fosse lì, a osservare. Qualunque cosa fosse e qualunque cosa volesse da lui, l'origine del disturbo giaceva in un punto imprecisato al centro dell'accampamento. Valeva la pena battere quella strada? Infilarsi dentro qualcosa di potenzialmente pericoloso?
Non era neppure l'unica cosa di cui si sarebbe dovuto preoccupare.

« Stasera si mangia presto, soldato. »

Era venuto a informarlo Alvin, il quartiermastro, poco tempo prima. Sorprendentemente sobrio, quasi teso. Era stato lui ad avvertirlo anche dell'arrivo degli altri. Qualcosa era sembrato metterlo a disagio.

« Mi hanno anche detto di riferire alle nuove leve che tutti sono caldamente incoraggiati a restare nei propri quartieri dopo il calare del sole. Non è saggio starsene di fuori con la luna piena da queste parti. »
si grattava continuamente e gli occhi saettavano nervosamente a destra e manca
« E se sai cos'è meglio per te farai come ti ho detto. »

Non aveva aggiunto altro. Se ne era andato sulle gambe tremule, bofonchiando qualcosa sotto i baffi e facendo strani gesti per aria. Riti scaramantici, forse. L'ennesimo mistero su cui indagare?


— Ciale; Cassandra —


Il rudimentale ospedale da campo che Baf aveva messo in piedi in fretta e furia sul ciglio della tendopoli puzzava di sangue e di alcol. Tutti coloro che avevano riportato delle lesioni, serie o meno che fossero stavano venendo rappezzati alla bene e meglio, con fasciature e medicazioni artigianali. Per certi non sarebbero mai state abbastanza, eppur si sapevano le regole: nessun guaritore era ammesso al campo, e l'uso di pozioni ristorative era severamente regolato. Nessuno aveva idea del perché, e nessuno aveva le palle di chiederlo, ma il fatto restava e tutto ciò in cui i moribondi potevano sperare era nel dubbio virtuosismo medico del mercenario.

« Siete a posto, ragazze. »
il corpulento uomo si stava lavando le mani in una ciotola d'acqua ancor più lercia
« Non dico che ve la siate passata bene, ma poteva andarvi peggio. »

Poteva andare com'era andata a Jeremia, finito sotto una delle tante coperte che celavano i cadaveri. Questo non lo disse, ma dalla fiacchezza che scoloriva le sue guance rotonde si poteva facilmente intuire quale fosse il suo stato d'animo. Il dottore aveva smesso di sorridere.

« Ve la siete cavata bene la fuori, meglio di quanto mi aspettassi da dei novellini. »

Arsòn si intrufolò nel discorso, sollevandosi da una delle casse sparse in giro. Non aveva riportato grosse ferite durante lo scontro e sapeva bene chi doveva ringraziare. Si avvicinò alla lagomorfa, torreggiando su di lei in tutta la sua notevole mole.

« Non fosse stato per te a quest'ora avrei potuto avere qualche cicatrice in più. »
il tono lasciava qualche dubbio sulla felicità dell'affermazione - ma nel suo sguardo brillava una punta di gratitudine
« Sono già brutto abbastanza così. »

Continuò con un ghigno che gli deformò i lineamenti spaccati; non furono però molti i soldati a reagire alla battuta. Lamenti e bestemmie dominavano l'ambiente, con alcune prostitute e l'erborista Obdella che vagavano da una lettiga all'altra come fantasmi imbrattati di rosso. Non era stata una battuta di caccia: era stata una vera e propria battaglia.

« Cassandra, fai attenzione le prossime settimane con gli sforzi eccessivi.
Hai qualche costola incrinata ma guarirà da sola.
»

Non la guardò neppure mentre pronunciava quell'ultimo avvertimento; diede le spalle ad entrambe e si allontanò in direzione di un altro ferito. L'ufficiale dal volto deturpato invece si trattenne qualche altro attimo.

« Meglio seguire i consigli del dottore. Sarebbe un peccato perdervi ora... »
si raspò il mento squadrandole dall'alto verso il basso
« ...a tal proposito, prima che mi dimentichi: vi raccomando di stare nelle vostre tende questa notte. Ci sarà luna piena, e da queste parti significa guai. Per la stessa ragione la cena verrà distribuita prima del solito. »
ne parlava con pacatezza, come fosse cosa naturale
« Domani vi voglio entrambe in piedi presto. Ci sono dei preparativi da fare. »

Fece per muover passo verso il sentiero quando si fermò e ruotò il capo verso Cassandra:

« Un'altra cosa... »
aveva un'espressione indecifrabile in volto
« ...Braska vuole vederti nella sua tenda al più presto. »



Q M
P O I N T

All right, eccoci qua. Prima di andare nello specifico per ognuno di voi, vi informo che la prossima sezione sarà da fare in confronto - in maniera similare a quella dei primi turni: avrete difatti la possibilità di esplorare il campo liberamente. Le zone d'interesse, nel caso non ve le ricordiate, sono QUI. Rispetto a quel post le posizioni degli NPC sono cambiate tuttavia, e sono le seguenti (nell'eventualità che vogliate interagire con loro):

- Il quartiermastro Alvin si aggira per le tende per avvisare dell'ordine speciale. Potete incrociarlo sulla strada oppure da qualche parte precisa della tendopoli.
- Jasmine si trova all'ospedale da campo, assieme ad alcune prostitute, a Obdella e a Baf. Sono tutti impegnati coi feriti.
- Vaelzan non si vede in giro; è probabile che sia rimasto alla sua tenda.
- Arsòn, se non raggiunto poco dopo la scena descritta nella parte di Ciale/Cassandra, uscirà dai confini del campo assieme ad alcuni dei suoi uomini, inoltrandosi nella foresta.
- Blackstone, dopo essersi fatto medicare, si è messo ad aiutare con lo stoccaggio della "selvaggina" nelle tende dei rifornimenti della Rosa. È chiaro ora che l'intera battuta di caccia era stata fatta in preparazione di qualcosa, anche se ancora non è chiaro che cosa.
- Dagshort non si vede in giro; è probabile che sia rimasto nella sua baracca vicino alle stalle.
- Braska è rientrata nella sua tenda poco dopo essere tornata al campo, e non si è più vista.
- Jeremia ci ha rimesso le penne nel corso della battaglia nella foresta.

Passiamo ora ai dettagli:

xLill: la situazione è la seguente: che tu abbia deciso o meno di rientrare effettivamente in tenda (e di restarci) oppure no, ti accorgerai quando gli altri saranno arrivati al campo che lo spettro ti sta ancora addosso. È possibile che tu possa capire da dove origina di preciso andando a indagare sulla traccia (visto che comunque hai un'idea di massima), ma non è di certo la tua unica opzione. Il campo è ancora in condizione di scarsa allerta per via degli ultimi avvenimenti. Puoi decidere di sfruttare la cosa per andare a investigare da altre parti, oppure puoi continuare con la tua agenda, dato che per quello che ho capito hai intenzione di parlare a qualcuno di quelle pozioni, uh? ;3 Infine c'è Alvin, che ti ha raggiunto ovunque tu abbia deciso di sostare, per informarti del bizzarro "ordine speciale"; varrà la pena informarsi prima del calar del sole?

xLunatic/Ashel: partiamo da ciò che succede alla fine della battuta di caccia. Le vostre azioni hanno successo: Ciale riesce a liberare Arsòn, e Cassandra infligge il colpo di grazia alla mente della Manticora (i danni psionici raddoppiano sulla bestia, come ho accennato al turno prima). Il mostro crolla dopo aver abbattuto qualche albero, e non appena muore le junior-manticore rimaste scappano. Visto che avete deciso di non aiutare con le creature, le perdite subite dalla compagnia sono notevoli (e comprendono anche Jeremia - come accenato nel post), ma siete riuscite ad abbattere la Manticora guadagnando gloria/onore/puttanegratiss/inserisciquelchevuoi. Braska ricompare poco dopo, e il suo ordine viene accompagnato da una malia ad area che oltre a caricarvi d'euforia, vi assegna una passiva di resistenza al dolore e alla fatica per la durata di quel turno. Che poi decidiate di fare a pezzi la bestia (per raccoglierne carne e pelli), o di aiutare i feriti, questo sta a voi deciderlo. Alla fine comunque rientrerete al campo, verrete medicate (recuperate un +20% da riassegnare alle vostre risorse come preferite), e da lì in poi potete decidere cosa fare. Cassandra però, in virtù di quanto accaduto nei turni precedenti, viene convocata da Braska.


Ultimo dettaglio che vale per tutti: alla fine della vostra fase in confronto mi dovrete anche comunicare se avete intenzione di obbedire alle disposizioni e quindi rimanere al chiuso di notte, oppure di uscire per vedere che cosa accade (specificando anche come/cosa/perché lo fate). Spero di non aver scordato nulla. Al solito, se vi serve qualcosa chiedete pure.

Scadenza: 28 Febbraio





Edited by Fatal_Tragedy - 20/2/2016, 21:37
 
Top
Lunatic ( )
view post Posted on 28/2/2016, 20:42




[ Cuore di Ghiacchio : The Blazing Rose ]



Si risvegliò, dolori sordi alla schiena e in ogni parte del corpo, abbastanza fortunata da non essere uno di quei corpi che avevano bisogno del lenzuolo bianco sugli occhi. Non conosceva la tenda in cui era, ma dovevano averla tirata su di recente. Un piccolo ospedale da campo. O obitorio. Baff e qualcuna delle prostitute si affaccendavano a curare i malati. Jeremia - morto.
Aveva freddo. Le avevano tolto il mantello e slacciato la blusa per medicarla, ovviamente. Il primo stava lì, ancora zuppo di terra e sangue, appeso vicino al suo letto. Della battaglia ricordava poco; tutto si era sfumato in un'orgia di sudore e sangue. A separare il prima dal dopo l'immagine dell'uomo che in quel momento gli si parava davanti.
Arsòn.

« Non fosse stato per te a quest'ora avrei potuto avere qualche cicatrice in più.
Sono già brutto abbastanza così.
»

Per quello che gliene fregava. Però non l'aveva salvato per buona condotta, c'era stato un ragionamento - se si poteva chiamare razionale qualunque cosa fosse accaduta nella foresta.
Aveva la bocca impastata. Improvvisò una risposta.

« Piacere mio. Non potevo lasciare che quel mostro ti portasse via.
Suppongo che ora posso vantarmi ... com'é che dite qui ... di averti salvato il culo?
»



Il tentativo di cameratismo trovò orecchie sorde. L'omone si scrollò nelle spalle e la degnò di un sorriso forzato, prima di allontanarsi. Come se avesse qualcosa da fare. Cosa si aspettava? Certo, avrebbe potuto chiedergli di donarle l'artefatto della setta in cambio del suo debito-di-vita nei suoi confronti. Avrebbe sicuramente acconsentito.
Che Grande Inquisitrice che era.

Scosse la testa. Vicino al suo giaciglio c'era Cassandra, che durante la battaglia aveva dimostrato doti mentali notevoli ... oltre a essersi presa la carica del mostro a posto suo. Ciale si girò verso di lei e disse:

« Grazie. »

Il tono era secco e sbrigativo, ma era quanto di più le potesse concedere in quel momento. Dopotutto, erano solo compagni, mercenari.
Come richiamato da quel pensiero, Gultermann apparve davanti ai loro letti.

« Si fotta Greion, cara. La prossima volta pregherò te, per quello che ho sentito.
Volente o no, qua ci sarà da stare uniti la prossima volta per una guerra del genere.
»

Ciale sorrise, sarcastica.

« E pregare ha mai qualche effetto? »

Certo, se il suo seno mezzonudo fosse stato un tempio, gli occhi del mezzo uomo sarebbero stati degli adoratori fedeli, tant'era. Stava per commentare, quando il suo sguardo fu catturato da Cassandra. Aveva l'aria di badare ai fatti suoi e alle sue ferite, ispezionava le bende senza nemmeno guardare Rick. Ma stava facendo qualcosa.
Infatti, Ciale sentì la voce di lei nella sua testa.

Ce la siamo vista brutta lá fuori...
Braska sembra possedere degli strani poteri, credo che potrebbe avere a che fare con l'artefatto che stiamo cercando. Comunque, sará bene incontrarci tutti e tre per decidere il da farsi.

Non si aspettava un contatto telepatico. Gli unici che aveva avuto erano quelli coi suoi istruttori, ovviamente Lagomorfi. Che anche le specie inferiori ne fossero capaci, chi l'avrebbe detto? Imbarazzante, in ogni caso, il fatto che non si trovava in condizione di rispondere. Sollevò un sopracciglio, poi sbatté lentamente le palpebre, mentre pensava. Che Braska avesse dei poteri era certo. Bastava pensare a com'era finita con la manticora. Chissà se riusciva a immaginarselo, Rick.
Mise su un'aria trasognata, come se stesse ripercorrendo i pezzi della carneficina nella sua testa.

« è ... buffo, » disse infine.
« Solo pochi giorni fa ero preoccupata degli ululati notturni. Abbastanza da chiedere a chiunque - persino allo stalliere - di che bestie ... fossero. Ora che lo so, ha perso ogni importanza. »

Ai suoi compagni stava di dimostrarsi qualcosa di più che semplici mercenari e capire l'imbeccata. Dagshort non era particolarmente amico degli ufficiali del campo, e poi non credeva che trascorresse tutto il suo tempo nella stalla; inoltre se dovevano parlare era meglio farlo in un posto poco frequentato, chiuso, e con il rumore dei cavalli forse anche relativamente sicuro. O almeno era un'idea. Certo, dipendeva da quante bestie erano sopravvissute ... Rick si dimostrò all'altezza, perchè le lanciò un'ultima lunga occhiata e si avvicinò per sussurrarle un "va bene" alle orecchie. Quindi, di nuovo, fu praticamente urlato per il suo udito; ma dopo le grida delle chimere la voce rasposa del nano era quasi soave.

A quel punto si alzò, si gettò il mantello sulle spalle, salutò con un cenno Cassandra e uscì dalla tenda. Doveva parlare con Laplace, e aveva cose da fare.



« Bhé, non me l'aspettavo una battuta di caccia così. »

Il suo altro grande amico, Blackstone, lo trovò impegnato a caricare una serie di casse dai magazzini ai carri, insieme a un gruppo di uomini che conosceva solo di vista. Un compito considerevole visto che sembrava trattarsi di roba pesante e lui era - se possibile - coperto ancor più di cicatrici. Alcune però invece di essere bianche e secche avevano l'aria rossa e vivida delle ferite. Ciale non ricordava di averlo visto dare l'assalto alla manticora, ma non voleva dire niente. Qualcuno doveva essersi occupato delle altre bestie mentre loro cercavano di abbattere il capo.

Il risultato ce l'aveva davanti. A dire la verità, era sorprendente che ai piedi dell'omone non ci fosse già una pozza di sangue.
« Oh, faresti bene a farlo d'ora in avanti, coniglietta. » rispose con un ghigno, sputando poi a terra un grumo di sangue e saliva « Potrebbe salvarti il culo. O forse non ne hai così bisogno, visto che oggi te la sei cavata più che bene. Molto meglio di quello che mi sarei aspettato da una guida montana. »

Ciale sentì la rabbia montarle in corpo. Un conto era passare per timida e impacciata con un branco di creature inferiori, un altro era essere paragonata a un mammifero cretino da un mammifero cretino solo un poco più grosso.

« Avanti, se sei capace di reggerti sei anche capace di aiutarmi con questa roba. Muovi le chiappe, soldato. »

« Non chiamarmi così. Un'altra volta. »
Ignorò la sua richiesta, apostrofandolo con una voce fredda e definitiva. La sua vera voce, quella che poteva risuonare nei corridoi di Cernaborg contro chi era abbastanza stupido da metterle i bastoni tra le ruote. Quella che faceva tremare paesani ed eretici. Fu un momento breve, ma il suo spirito risalì del fatto che per un attimo aveva fatto calare la sua maschera. Poi aggiunse, la sua espressione che si distendeva:
« Una guida montana che non vuole morire. Sono stata fortunata, e a dire la verità mi sono sentita stranamente ... euforica a battaglia finita. »

Si avvicinò al mercenario, aiutandolo a spostare quella roba sul carro. Il lavoro era quasi già finito, ma quando l'ultimo barile fu caricato c'era un velo di sudore sulla sua pelle scura. Blackstone le lanciò improvvisamente un'occhiata sospettosa.

« Non mi chiedi per cosa stiamo preparando questa roba? »

Non aveva idea di cosa l'aveva indispettito, ma giocò le sue carte.

« Non mi è nemmeno passato di mente. »

In quel posto, come in ogni esercito, probabilmente gli individui che andavano in giro a fare domande non erano apprezzati. Però giocare troppo al bravo soldatino poteva essere un'arma a doppio taglio. Se si fingeva stupida, Blackstone non le avrebbe mai dato fiducia - solo battutine del cazzo e commiserazione. Per questo diede una seconda occhiata alle tende, per far finta di tirare a indovinare.

« Sposteranno l'accampamento o si tratta di un'altra sorpresa? »

« Ci spostiamo. » rispose lui seccamente. « Niente di strano, succede spesso. Una volta ci siamo mossi per quasi due anni; ci farai l'abitudine. »



Annuì, guardando l'orizzonte che scuriva. C'era il coprifuoco in anticipo quella notte. E un lupo demoniaco a lei ben noto che tornava già dal pedinamento.




[ Ciale ]

Altera, sociopatica, zelante;
Sguardo gelido, attraente, minuta


Corpo (80 %) - Mente (55 %) - Energie (90 %)
0 CS (Velocità)
Danni bassi da caduta;
bassi da perforazione alla spalla sx;
contusione media all'addome.



Laplace [...]
(Numero di utilizzi: 5 4 - compagno animale)

Equip estratto: //
 
Top
55 replies since 5/12/2015, 19:21   1430 views
  Share