Gli zoccoli del cavallo colpivano la terra dura e le vibrazioni sbattevano nei suoi denti. E pensare che fino a pochi mesi prima non si fidava di quegli animali. Quanti ne aveva montati, di recente? Pensieri stupidi, che le rimbalzavano nelle tempie mentre macinavano il terreno. In effetti così sentiva: instupidita. Forse per la malattia che ancora si teneva aggrappata saldamente alle sue viscere. Forse perché ... Laplace avrebbe saputo cosa dire, invece correva a qualche distanza dalle bestie, muto. Quando estrasse i pugnali e colpì il cavallo di Blackstone, lo fece automaticamente, senza pensarci. La creatura lanciò un nitrito acuto, che per un attimo fece fremere anche il suo destriero, poi si impennò di colpo. Bizzarro. La sagoma del capo dei razziatori tentò di attaccarsi alle redini, ma ben presto rovinò a terra. Ciale sapeva benissimo cosa doveva fare, ma non era quello a preoccuparla. Stava usando la freddezza con cui era solita uccidere per salvare la vita di una ragazzina e di suo padre. Non era da lei. Non era da inquisitrice. Ma dopotutto, non c'era più inquisizione.
« Grazie. » farfugliò Dagshort « Non so se ci rivedremo ancora, ma sappiate che non me ne dimenticherò. Andatevene da quel posto finché avete tempo. Non ne vale la pena. Quella gente non combatte per i soldi o per la gloria; vi porteranno solo alla vostra morte. »
Ciale non disse niente, fissò invece un punto lontano all'orizzonte. Lo stesso punto dove sarebbero dovuti sparire lo stalliere e la ragazzina. Aveva dovuto sudare - e usare tutta la sua scarsa conoscenza della lingua comune - per convincere il mezzuomo ad abbassare le armi. Per dirgli che era irragionevole.
No, l'ottica di Rick era più che razionale. Ma lei non avrebbe potuto spiegare la verità. Non avrebbe potuto parlare di suo figlio e pretendere che lui capisse. Ogni debolezza era debito, alcune più di altre. Era meglio tacere, o darsi alla bottiglia, piuttosto che esporsi anche con un compagno d'armi. I soldi - i soldi di quell'incarico l'avrebbero liberata dalla fame e dal freddo di quella terra. E forse un giorno non avrebbe avuto più bisogno di affidarsi agli altri per le proprie debolezze.
Altera, sociopatica, zelante; Sguardo gelido, attraente, minuta
Corpo (75 %) - Mente (65 %) - Energie (95 %) 0 CS (Velocità)
• Lunatismo [Il paradigma base dell'Inquisizione è quello di saper provocare dolore nell'animo oltre che nel corpo. Di conseguenza, l'abilità di colpire la mente con attacchi fisici. Le ferite saranno quindi invisibili, ma il soggetto le avvertirà sottoforma di confusione e paura.] (Numero di utilizzi: 4 - passiva del talento "Divergenza")
Vi era da ammettere, che talvolta la vita sapeva metterti dinanzi con sconcertante chiarezza quanto poco contasse un'accurata programmazione d'intenti. Era un po' come costruire un castello di carte: per quanto bello e articolato potesse diventare, alla fine tutto ciò che bastava a mandarlo in pezzi non era che una folata di vento. Non si poteva prevedere, né evitare. Succedeva e basta.
« Sto cominciando a pensare che questo genere di cose ti piaccia... »
Intravide appena il movimento; aveva la prospettiva annebbiata da lacrime d'ilarità. Sentì però molto bene le nocche sgualcire le labbra, il sangue spillare giù per il mento, il riverbero del ceffone sulle mura di pietra. Così ci si trovava dalle comode coperte di una stanza d'ostello a una seggiola scricchiolante, con manette di ferro a segare i polsi e qualcuno che ti pestava la carne sino a deformarla. Oh sì, il destino sapeva essere un così beffardo giullare. Ma non avrebbe riso per ultimo - non con lei. Conosceva le sabbie mobili del fato come fossero un vecchio amante. Sapeva dove smuoverle, e dove lasciarle quiete. Dove toccare, cosa dire, quando dare, quando prendere.
« ...e io sto cominciando a credere che tu non nasconda niente in quelle brache. » ci impiegò diversi secondi per trovare la forza di smettere di sghignazzare « Colpisci come una femminuccia. »
Il colpo successivo arrivò duro come un maglio. L'impatto fece a pezzi il sopracciglio destro e le mandò la faccia a sbattere contro la spalla. Non riuscì a ridere quella volta, ma solo perché ne era rimasta stordita. Non importava; si stava divertendo lo stesso.
Il suo aguzzino invece aveva l'aria di chi stava iniziando a perdere la pazienza. Digrignava i denti e si guardava attorno, ma non c'era veramente nulla da vedere in quel tugurio sotterraneo; nulla più che pietra e muffa, e una lampada a olio che spennellava l'ambiente di luce giallognola. Perciò non poteva star facendo altro che riflettere su qualche altro metodo potesse impiegare per farla parlare. Non dubitava che l'impresa gli sarebbe costata tempo e considerevoli risorse mentali. Quel Jeneva non era molto sveglio, e come tutte le persone poco intelligenti si crogiolava in un'illusione di superiorità senza fondamenta. Vedeva quello che voleva vedere. Sentiva quello che voleva sentire.
« Non ti preoccupare tesoro, più tardi te lo farò sentire bene quanto sono uomo. Ho idea che anche gli altri di fuori siano impazienti di fare la loro parte quando sarà il momento; e ti assicuro che non sarà una cosa veloce. » le disse con un sorriso nervoso sulle labbra « Ma se continuamo così temo proprio che saremo gli ultimi a volerti anche solo toccare. » mani sui fianchi, le si fece vicino di nuovo « Neppure il tuo amato Derek ti vorrà più a scaldargli le coperte. »
Le sue ultime parole rievocarono un guizzo d'entusiasmo in lei, che però si spense in un gorgoglio prima che potesse diventar risata. Sputò sangue ai suoi piedi, denso e rosso. Se la stava ripassando da ore ormai; o almeno così le sembrava. Non ci teneva particolarmente a cercarsi uno specchio per vederne i risultati, ma sciaguratamente aveva anche abbastanza fantasia da poterseli immaginare. Certo, a confronto di quello che a breve sarebbe successo a quell'idiota...
« Puoi evitare tutto questo, però. Davvero, è estremamente semplice! » accompagnò l'esclamazione con un ampio gesto delle braccia « Tutto ciò che devi fare è dirmi chi è! Dimmi chi è, dimmi dove vive, e come fa a gestire la sua rete di contatti senza che nessuno sappia neppure che faccia abbia. Io avrò la sua testa, i suoi soldi e il suo posto - » le ammicò « - perché diciamocelo, è facile sostituire una persona senza volto; e tu invece potrai scoparti Derek quanto e come vuoi senza doverti andare a rintanare in cloache sperdute nella speranza che nessuno lo venga a sapere. Vinciamo tutti, no? » incassò lo stivale sulla sedia, in mezzo alle sue cosce, e si sporse in avanti « Chissà, forse potrei essere generoso e continuare a dar lavoro a una storpia e a uno zoppo... » spinse la punta dello scarpone più in profondità, sotto la gonna « ...sono sicuro che potrei trovare qualcosa di adatto per te. »
Incastrò l'occhio scoperto in quelli di lui, e allargò le labbra in un ghigno scarlatto che mandò in pezzi l'arroganza del sicario.
« Sei così ingenuo... »
Riprese fiato e fece una pausa. Si sorprese nel constatare che Jeneva riuscì a reggere lo scambio di sguardi e il silenzio dilatato che seguì; ma poteva già vedere l'ira montare in lui - la frustrazione di chi non aveva alcun potere e giungeva infine a realizzarlo.
« ...tu credi di aver avuto un colpo di fortuna nello scoprirmi? Hai davvero pensato che questa tua trovata geniale potesse funzionare? Tu, in cima alla catena di comando, uno stuolo di tagliagole alle tue dipendenze, con il conio in una mano e il culo di una baldracca nell'altra? » si sforzò in ogni modo di contenere l'euforia ma vi riuscì solo a metà, sputando le parole a singhiozzi « Non dovresti essere sorpreso nel vedermi riderti in faccia; sei meglio di un giullare! Non sai niente, e chi non sa niente non può capire niente. Non hai avuto nessuna buona intuizione, non hai trovato la tua gallina dalle uova d'oro e non avrai il futuro che desideri; l'unica cosa che sei riuscito a fare è scavarti una fossa prematura. »
« Sei già morto, Jowain. E non sarà una cosa veloce. »
IX - LA CHIAVE
— PoV: ??? (Nel bosco)
La notte aveva spento ogni luce nella Roesfalda, e trascinato le sue ombre sul mondo. Fra gli alberi i suoni degli animali si erano estinti, lasciando il passo al sibilare sommesso di ciò che si celava nella bruma.
« Ricordate il vostro compito. »
Un uomo incappucciato sussurrava agli spettri, agitando le braccia e le dita nel vuoto.
« Ricordate il volto del vostro Maestro. »
Scintille di luce azzurra brillavano sulla scia dei suoi movimenti.
« Portatemi la chiave. »
— PoV: Blackstone (Carsa, un edificio diroccato)
[...]
Vi era odore di stantio lì dentro, condito appena dall'aroma di bruciato che persisteva come un residuo dell'assalto su tutto il villaggio. Da quando il sole era calato si era insinuato anche un certo freddo, ma era un posto tranquillo, isolato, bagnato appena da strali di luce lunare che riuscivano a penetrare dalle fessure nel tetto. Esattamente ciò che andava cercando per una riunione privata.
Blackstone spostò gli occhi dalla soglia sfondata dell'edificio alle sue mani e ciò che reggevano. Si stava passando tra le dita quei pezzi di metallo da svariati minuti ormai. Ne aveva esplorato la superficie sino a conoscerne ogni deformazione e ogni graffio, apprezzandone la forgiatura in qualche modo esotica rispetto a ciò che aveva spesso avuto modo di utilizzare nel corso della sua onorata carriera. Poteva dire di essere invecchiato tagliando gole e riempendosi le sacche di conio insanguinato, qualcosa che non molti su quella terra avevano avuto il privilegio di poter affermare; eppure davvero non riusciva a ricordare altre circostanze in cui avesse visto qualcosa di simile. Per certi versi era un bene. Rendeva le cose estremamente più semplici. Non erano dei pugnali da lancio comuni, e per quel che ne sapeva, li aveva visti usare solamente da una persona. La stessa persona che aveva mandato a chiamare circa un'ora prima; la stessa persona che stava aspettando nella penombra di quel capanno devastato, seduto su una cassa di legno in un angolo. Per altri versi, quel particolare poteva gettare pericolosi imprevisti nei suoi schemi. Per questo aveva anche fatto chiamare l'altro individuo che l'aveva accompagnata nell'inseguimento: perché nella sua visione delle cose, c'erano ancora troppi dettagli che non lo convincevano sulla fuga fortuita dello stalliere. E non solo su quello.
Anche se nella sua testa i pensieri e le congetture avevano già cominciato a prender forma definita, non era mai stato tipo da dare le cose per scontate. Non era così che si sopravviveva fra bestie sanguinarie. Il segreto stava tutto nel saper riconoscere l'attimo, e sfruttare le circostanze nel miglior modo possibile. E se quel che credeva era corretto...
« ...non mi sorprenderebbe. » mormorò travolto da ricordi antichi e funesti « No, non mi sorprenderebbe affatto. »
Intendeva vederci chiaro.
— PoV: Braska (Nei pressi della foresta)
[...]
La selva si era fatta silenziosa. Troppo silenziosa. I suoi sussurri nella lingua antica non avevano trovato eco nella nebbia, e aveva vissuto nella Roesfalda abbastanza a lungo da saper riconoscere che quel particolare era tutto fuorché normale. Così un principio di disagio aveva iniziato a sbocciare in lei. Aveva passeggiato sotto le fronde prossime a Carsa affilando i sensi, alla ricerca quasi nevrotica di qualche turbolenza nelle vibrazioni dell'etere. Non ne aveva trovata alcuna, ed era così ritornata su i suoi passi, accompagnata in ogni movimento dal clangore dissonante dei cimeli che portava. Si era fermata sotto l'ombra della casa del reggente del paese - ove si era accordata per un appuntamento importante, e da lì non si era più mossa per svariati minuti.
Molte cose non erano andate come previste, negli ultimi mesi. Incognite lasciate in sospeso, domande e dubbi insoluti che come vermi affamati le stavano divorando il cervello - e in certa misura anche l'autocontrollo. Non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che una qualche grande cospirazione le avesse messo un cappio al collo, e che il nodo si stesse facendo sempre più stretto, anche se i suoi occhi non riuscivano a scorgerne alcuna avvisaglia. La cosa peggiore, era che non aveva idea di come reagire. Non poteva combattere un nemico invisibile. Eppur da qualche parte doveva partire.
Anche se dubitava che qualsiasi cosa Cassandra potesse aver scoperto dal prigionero fosse particolarmente più preziosa di quanto lei fosse riuscita a estorcere al locandiere e al sindaco, al momento non aveva altre opzioni. Poteva solo aspettare, graffiandosi le braccia nude a ridosso di quel patetico muretto dove poche ore prima aveva discusso con la donna. Macerando in una speranza di risoluzione.
La conversazione con Braska fu alquanto breve. Non sembrava aver creduto alle parole della sua sottoposta, perché continuò a guardarla con sospetto chiedendole se davvero il mercenario non avesse detto altro. Che non conoscesse Lady Iceheart era un fatto decisamente imprevisto, dal momento che Cassandra l'aveva immaginata come una sua vecchia conoscenza, come Angela; invece la situazione era ancora più complicata del previsto. Ad ogni modo sarebbe stata costretta a ricorrere ancora una volta alle sue abilità persuasive se non si fosse allarmata per un'ombra che credette di aver visto alle spalle della rossa: estrasse subito lo spadino, pensando che si trattasse di qualche sacca di resistenza di Carsa, o magari dei fantomatici uomini del 'boss'; spinse Braska da una parte, gettandola a terra, e si ritrovò davanti a una creatura senza volto e senza forma, coperta da un mantello che appoggiava sul nulla. Qualcosa la trafisse all'altezza del fianco e fu scossa da un violento brivido di freddo; la lama di ghiaccio si muoveva dentro di lei, penetrandole le carni, poi uscì con un colpo secco, lasciandola boccheggiante e incapace di reggersi in piedi. Il dolore era atroce ma ben peggiore fu la sensazione di stare combattendo un nemico molto al di là della sua portata: spettri.
- State bene? - chiese alla rossa, assicurandosi che potesse reagire a dovere a quell'attacco. - Vi copro io... Voi usate le vostre abilità!
Non avevano molte speranze di avere la meglio su quegli esseri infernali, partoriti dalle più bieche oscurità di quelle foreste maledette; che si trattasse di inviati di Angela per porre fine a tutta quella storia oppure di creature ribellatasi al trattamento imposto da Braska ai loro simili per il momento nessuno lo poteva sapere. Li guardò senza temerli; era stremata, gli strascichi della malattia si facevano ancora sentire e le pessime cure ricevute da quel macellaio di Baf non l'avevano completamente rimessa in sesto, cosicché c'era ben poco che potesse fare prima di accasciarsi a terra e lasciare che fossero gli altri a occuparsi di quella sgradita sorpresa. Mentre si chiedeva come avevano fatto a cadere in un agguato del genere, estrasse lo spadino impugnandolo saldamente e fissò il più vicino dei suoi avversari. Presto sarebbe comparsa, tra lei e Braska, la figura di una donna simile, in tutto e per tutto, alla focosa leader della Rosa; la somiglianza era straordinaria ed era certa che nessuno, a parte lei, si sarebbe accorto della differenza. Il simulacro della rossa si mosse rapidamente verso gli spettri con l'intenzione di ingannarli mentre la vera Braska avrebbe avuto tutto il tempo per usare i suoi poteri contro di loro; Cassandra, al contempo, si avvicinò alla creatura che aveva più vicino tentando di infilzarlo con lo spadino. La sua illusione avrebbe provato ad attaccarli, a distogliere la loro attenzione come poteva; ma si trattava di una finzione destinata a sparire in pochi istanti: sperò che Braska riuscisse a sconfiggere i loro avversari prima che fosse troppo tardi e Cassandra perdesse i sensi. Sentiva freddo, il mondo intorno a lei vorticava e la stanchezza pesava su di lei come un macigno. Davvero Angela aveva pensato sin dal principio di abbandonarli a loro stessi? Per questo la paga era stata tanto alta? Ma che cosa ci avrebbero fatto con quel denaro una volta morti? Tutto era iniziato perché aveva avuto la stramba idea di andare a Ladeca, ed era finita ad affrontare dei fantasmi - per la seconda volta - con una donna capace di ingoiarli con una gemma che aveva dentro di sé. Non si poteva certo dire che Theras fosse un luogo noioso. Chi fosse andato in cerca del romanzesco idillio dell'avventura avrebbe trovato pane per i suoi denti; anche se di idilliaco in quella situazione non c'era proprio niente.
Mente: 100 Corpo: 50; Danno Medio al braccio sinistro, ferite superficiali di grado Basso diffuse; Danno Alto al fianco Energia: 115 - 10 = 105 Armi: Spadino; Arco lungo [8/15] CS: + 1 Velocità
Passive attive:
CITAZIONE
» Immagini fortificanti: Vedere le proprie illusioni muoversi sul campo di battaglia e ingannare il proprio avversario è una sensazione rinvigorente per una sirena, che immediatamente inizia a prepararsi per colpire alle spalle un nemico distratto dai suoi poteri. Consumando un utilizzo di questa passiva quando lancia una tecnica d'illusione, essa può aggiungere 1CS alla Velocità alla sua riserva. Natura psionica. Consumo: passiva; 6 utilizzi
Attive utilizzate:
CITAZIONE
» Illusione amplificata: Cassandra crea sul campo di battaglia un'immagine che inganna tutti i cinque sensi, in grado di spostarsi ed emettere suoni, e che può essere percepita da tutte le persone sul campo di battaglia, invece che solamente da una. Tale illusione può rappresentare una persona, una creatura, un avvenimento o persino modificare l'aspetto del campo di battaglia stesso per intero. Influenza tutti i presenti, per un turno. Natura psionica. Consumo: medio, energia
Riassunto: Mannaggia. Cassandra si piglia l'Alto e usa l'illusione per generare sul campo di battaglia una copia di Braska che si avventa sui Nazgul fingendo di volerli attaccare. Poi usa la seconda psionica per avvicinarsi a quello che l'ha attaccata e provare a trafiggerlo con la spada. Note: EDIT: Mezzo post era rimasto nella tastiera XD
L’idea di farsi avanti con Braska non andò esattamente liscia. Quando Ciale si mise in mezzo tra il nano e il povero maniscalco, Rick sperò per un attimo che cianciando abbastanza a lungo Blackstone li avrebbe infine raggiunti. Durante l’inseguimento era riuscito ad azzoppare il cavallo del fuggitivo, e così Dagshort si ritrovò a dover difendere con una balestra la figlia ancora in sella al suo frisone. Rick di attrezzi come quello ne aveva visti diversi, e non aveva paura; non più che trovandosi di notte in un campo di bestie e fantasmi. “Lasciagli il cavallo, Rick”, sentenziò Ciale, che per qualche motivo era vicina ai due poveri disgraziati in fuga. “Non c'é niente da guadagnare qui. O dal mettersi contro di me.” Gli echi del villaggio messo a ferro e fuoco arrivavano tamponati nella foresta, brutture lontane. Rick accarezzò il martello dietro la schiena con due dita sfregiate. “E tu in che casino ti vai a ficcare, se mi uccidi col tuo ferro?” le rispose fissandola. E tu da che casino speri di uscire, facendo favori a uno scarparo o a una mocciosa? “O pensi davvero che questo spalamerda qui ce la farebbe?” O pensi che questo gioco può durare davvero quando c'è la tua, di carne, di mezzo? “Farcela sta a lui.” Così Ciale convinse Rick a cedere infine il suo cavallo a Dagshort, e a lasciarli andare. “ Non c’è niente da guadagnare, e niente da perdere” gli disse. Quando Rick glieglo chiese, non gli disse però nulla su di sé, su cosa volesse da tutto quello. Sull’artefatto delle ombre fabulato da Cassandra. Si assicurarono che nessuno li seguisse nella foresta, ammirando le due figure di padre e figlia perdersi tra i pini. Rientrarono a Carsa con qualcosa in meno: per Rick la fiducia di riuscire in quell’impresa, per Ciale un paio di pugnali.
Quando quella sera Blackstone li chiamò per chiarire la questione, così, il nano non fu sorpreso. Entrò nel casolare ancora armato di tutto punto, pronto a confrontare il peggio. Il capo degli incursori aveva scoperto il trucco di Ciale. Glielo spiegò seduto su una cassa in quell’edificio desolato, senza il rumore di anima viva all'esterno tranne gli sghignazzi dei mercenari. Il borbottio soffocato delle fiamme gli arrivava sullo sfondo, il fuoco vibrante da chissà quale casa in rovina lì intorno. Il peggio arrivò in forma ancora peggiore. Proprio mentre la lagomorfa stava difendendo la sua posizione, Rick notò un altro suono. Era stato zitto per tutto il tempo, perché più a fondo in quella questione non ci si voleva ficcare e, se tanto dava tanto, ormai c’era da parlare solo con le mani. Ma allora un verso graculo scosse l’aria; poi un altro, e un altro ancora. Prima di riuscire ad associare quella specie di latrato a una delle diavolerie di cui aveva sentito ultimamente, il nano si portò istintivamente in piedi. Fu così che evitò di venire schiacciato dal crollo. Alcune assi del tetto rovinarono sotto il peso di una forma grigia, inusuale. Due bestie dagli occhi lampeggianti di sangue emersero dal baillame di pietre e legno del tetto abbattuto, puntando una verso Blackstone e l’altra verso il duo di mercenari. “...Altri ancora” Senza neanche rendersi conto d’aver dato voce ai propri pensieri, Rick si fiondò contro la più vicina, come gli aveva insegnato l'esperienza tra bande e demoni. La bestia lo guardò maligna dalla sua posizione, ancora supina tra le assi. Forse era sorpresa, forse era in attesa di trarre quel mezzo scricciolo di preda in trappola; aveva le iridi svuotate dai pensieri e dagli imbrogli del mondo degli uomini, tesi verso cose inessenziali. Rick le gettò uno sguardo desolato di rimando. Poi fissò l’altra creatura. “Avanti” incitò i due compagni di setta, coloro che in quello stesso giorno aveva ponderato di uccidere. “Fateli a pezzi!” E slacciò il martello dalla schiena, pronto a calarlo una, due volte su quei nemici che nel buio dell’edifico non vedeva neanche bene.
Fisico: 60 - 5 = 55% Mente: 45% Energie:= 25 - 20 = 5% CS: 2 Intuito + 4 Forza - 6 = 0. Equipaggiamento:Martello, schiena; Scudo di ferro e legno, schiena; Falcetto [Artefatto Vena di Pietra], cintola; Asce da lancio [2/2], custodie nelle gambe. Armatura di cuoio [artefatto Noloriau], indossata [copertura totale eccetto mani, collo, testa e piedi]
PASSIVE disponibili e in uso in questo turno
QUOTE
"Il tozzo ancora in piedi" - Passiva razziale Nano, Tenacia - resistenza a privazioni (cibo, sonno, comfort) [4 Utilizzi] "Sopporta I" - Personale 1 di resistenza agli effetti dei danni fisici (fratture, etc.) [3 utilizzi] "Sopporta II" - Personale 2 di resistenza agli effetti delle tecniche psioniche e al dolore psionico [3 utilizzi] "Fino alla fine, la vostra" - Personale 3, attacchi ad area pari al consumo [2 1 utilizzi] - Personale 4, possibilità di cambiare bersaglio verso Energie per attacchi non tecnica [1 utilizzi] - Personale 5, + 1 CS quando Rick infligge danni al Fisico all'avversario [2 utilizzi] - Personale 6, + 1 CS quando l'avversario usa una tecnica psionica [0 utilizzi] "Dono dell'Osurità" - Passiva legata al ciclo "I Primogeniti", maggiori interazioni possibili con le Ombre [ 2 utilizzi] "La rabbia di chi ha fame" - Personale 7, Potenziamento/De-potenziamento tecniche natura Magica usate/Fisiche usate contro [1 Utilizzi] "Io speriamo che me la cavo" - Passive di Talento I, II, Guardiano [5 Utilizzi, eccetto Aura di Fiducia, 2 1] "Viandante I" - Personale 22 di resistenza a condizioni ambientali estreme [2 utilizzi] "Viandante II" - Personale 24 di conoscenza avanzata delle realtà del territorio Edhel [1 Utilizzi] Passiva di fama nell'Edhel quando la vena è impugnata [ 5 Utilizzi] "Prima legge" - Passiva, Auspex di personaggi tendenzialmente Malvagi [2 Utilizzi] "Terza legge" - Passiva, Telepatia con personaggi tendenzialmente Malvagi [3 Utilizzi] l a s t d r o p f a l l s - incorporeità [1 Utilizzi]
ATTIVE
QUOTE
Fermi lì! Fermi lì, smilzi; dove credete di andare? Con un consumo Alto di Energie il vagabondo sarà in grado di riversare le leggi della sopravvivenza in un urlo, uno sguardo od una parola: forze che sono un'imposizione. I bersagli di questo attacco Psionico Medio ad Area saranno infatti costretti, qualora subissero la tecnica, a rimanere immobili nella propria posizione per tutta la durata del turno successivo. L'attacco non infligge danni oltre all'effetto di costrizione, è vero, ma data l'incazzatura garantirà a Rick 4 CS in Forza nella sua riserva. Mica pensavate di scappare così, insomma. [Personale 15, Alta; Consumo Alto Energie, Costrizione Media ad Area e PU Medio][Natura Psionica]
SUNTO E NOTE Rick lancia la tecnica Psionica Fermi lì! ad area contro le due creature, potenziata dalla passiva Fino alla fine, la vostra. Quindi lancia due attacchi non tecnica a 6 CS contro la bestia più vicina (le CS in intuito sono usate per accorgersi del pericolo e quindi "anticipare" l'attacco, quelle in forza per le classiche mazzate).
L'ironia colpiva ancora, e duramente. Aveva dovuto salvare la pelle a Dagshort in virtù della figlia, senza nemmeno averne un compenso, e lasciando le sue vere intenzioni nascoste. Non era riuscita a dire al nano che negli occhi della poveraccia ci vedeva Efyil. E come avrebbe potuto farlo, con Blackstone? Quindi guardava i coltelli, mostrando interesse a malapena. Non c'era molto da dire, se non che, certo, non si immaginava l'omone nell'atto di setacciare la tundra alla ricerca dei pugnali.
« Non ho la più pallida idea di che cazzo sia successo, ma questi sono tuoi. E non credo che tu li abbia persi nella galoppata. »
La lagomorfa sospirò, prima che la voce le uscisse dalla gola fredda come una glaciazione.
«Quindi cos'é che credi, grand'uomo? »
Un ululato in lontananza rispose alla domanda prima che chiunque potesse estrarre le armi. Laplace rispose, un latrato basso. Qualche attimo dopo, le assi del tetto schricchiolarono e cedettero, facendo precipitare due abominii nella stanza. Ciale non li aveva mai visti prima, ma non ci voleva una grande immaginazione per identificarli come le creature affamate di sangue che il segugio aveva spiato. La sua mano - che non se ne era mai allontanata troppo - corse allo spindalai, mentre il nano si risvegliava dal torpore e faceva altrettanto.
Erano fortunati: la coppia di mostri si divise, attaccando altrettanto loro che Blackstone. Sarebbe stato problematico freddare il mercenario da soli, tanto più se avesse avuto l'appoggio delle creature. Ciale scartò al lato, per dare al suo compagno spazio di manovra, e allo stesso tempo capire dove colpire: le rune luminose sul collo non c'erano nel racconto di Laplace. Quando Rick si fu tolto di mezzo, l'Inquisitrice caricò un affondo sulla creatura più vicina, mirando a uno di quei simboli. Alla peggio il suo attacco avrebbe comunque avuto buone chance di trafiggere quella che negli umanoidi in genere è la trachea; se la bestia respirava dalla bocca, avrebbe accusato il colpo. Ovviamente, quello non era tutto. In quella situazione non poteva sperare di cavarsela con i soli muscoli; doveva rispolverare le sue abilità di inquisitrice e aggravare le ferite del bersaglio, con un influsso psionico che avrebbe dovuto dilaniarlo.
Con la coda dell'occhio vide che Laplace caricava sulle zampe posteriori, balzando alle spalle dell'altra creatura. Non c'era modo di chiedergli spiegazione di quello slancio di generosità. Il suo compagno doveva essere giunto alle sue stesse conclusioni - che c'era qualcosa di strano in quelle rune - ma chissà perché aveva deciso di fiondarsi sull'essere che attaccava Blackstone.
Altera, sociopatica, zelante; Sguardo gelido, attraente, minuta
Corpo (70 %) - Mente (55 %) - Energie (95 %) 2 CS (Velocità)
Ciale infierisce sul mostro bloccato da Rick, trafiggendogli il collo in prossimità di una runa nella speranza di provocare un qualche effetto. Inoltre usa Oppressione, una psionica media che dovrebbe aggravare i danni fisici sul bersaglio. Nel mentre si potenzia con un CS in velocità duplicato dalla passiva, for later use. Nel frattempo, Laplace balza alle spalle del mostro di Blackstone.
• Metabolismo Migliorato [Il fisico dei Lagomorfi è più reattivo rispetto alla media delle creature antropomorfe. Gli effetti positivi riescono ad essere incanalati e quindi aumentati. Quando viene usato un power-up, può essere aggiunto 1 CS dello stesso tipo di quelli già aggiunti dalla tecnica.] (Numero di utilizzi: 5 4 - passiva razziale "Perizia")
• Oppressione [ La natura distorta e inquietante di Ciale può prendere corpo in un'altra capacità. Si tratta stavolta di un'offensiva di natura magica: il corpo dell'Inquisitrice si avvolgerà di un'aura elettrica dalle sfumature violacee. L'aura causerà una distorsione nell'aria, i contorni della sua figura tremeranno, appariranno e scompariranno vibrando con degli scatti di alcuni centimetri dalla sua reale posizione. Se il nemico non dovesse difendersi in alcun modo, le vibrazioni invisibili propagate dall'aura lo colpiranno, causandogli un danno fisico: generalmente la rottura dei capillari attorno all'area degli occhi o l'ingrandirsi innaturale delle ferite già presenti sul suo corpo. ] (Attiva, attacco magico, danno al corpo. Consumo Medio, riserva mentale)
• Fortificazione guerriera [ Il guerriero userà le sue abilità per potenziare il proprio fisico in vista dello scontro, ottenendo 1 CS (Velocità) da aggiungere alla sua riserva. Inoltre, questa tecnica fornisce al guerriero per la durata di un turno la capacità di vincere tutti gli scontri fisici, a parità di CS utilizzate. ] ( Attiva. Consumo Basso, riserva fisica )
Aveva cercato di essere ragionevole. Ci aveva provato con tutte le sue forze a mantenere la calma, a convincerla con le parole che non vi sarebbe stato che un guadagno da entrambe le parti se semplicemente avesse ceduto confessando. Ma quelle risate isteriche avevano preso il meglio di lui. Mentre le vene gli pulsavano sulle tempie, mentre afferrava la donna per i capelli e la scaraventava a faccia in giù sul tavolaccio, decise che non era importante. Era solo una puttana del resto. Non poteva che essere giusto trattarla come tale.
« Sai che ti dico? In realtà non me ne frega un cazzo. » le fiatò sul collo, a due centimetri dall'orecchio « Non ho bisogno di saperlo da te. Il tuo fidanzatino canterà come un uccellino pur di poterti riavere indietro tutta di un pezzo; perciò perché perdere altro tempo? Che ne dici? Possiamo cominciare a divertirci un po' insieme? »
La troia continuava a sghignazzare come fosse impazzita, e la cosa lo faceva infuriare. Gliel'avrebbe fatta passare in fretta la voglia di ridere. La costrinse a divaricare le gambe con un calcio e le sollevò la gonna.
« Hey, ragazzi! » gridò inarcando la testa all'indietro « Venite dentro, è ora che vi diate un po' da fare anche voi! » continuò a urlare mentre armeggiava con la cintura dei pantaloni « Non siate timidi! Questa non vede l'ora! » ma dall'esterno non giunse alcun suono « Strano che non rispondano Jowain. Molto strano! » silenziò i suoi vaneggiamenti schiacciandole il capo con ancora più forza sul legno « Taci! »
------------------------- INSEDIAMENTO DI CARSA -------------------------
Quando gli artigli della bestia lasciarono delle righe di sangue sulla sua faccia, scavando negli occhi come piccoli solchi di dita nel burro, Rick non pensò di essere finito. Nel pantano di sangue e venature bluastre simili a fulmini che gli appannavano la vista, il nano poteva ancora distinguere l’ombra delle due figure: quella sottile e sfuggente di Ciale, e quella seghettata della bestia. Cedé un paio di passi indietro, sbilanciato dal colpo. Neppure quando udì il boato della parete che scoppiava mentre Blackstone e l’altro mostro ci passarono attraverso, no, neppure allora avvertì quella contrazione asfissiante nel petto, propria di chi si trova in un vicolo cieco. D’istinto Rick si voltò. Annusando l'aria che sapeva di cenere, il nano cercò di capire cosa fosse successo alle sue spalle: vide una finestra di luci calde e fiammanti aprirsi nel buio dell’edificio; dietro di esso, altre figure seghettate che correvano più lontane, tra le grida. Fece un altro passo indietro, per prendere la misura della stanza, e adattarsi alla sua nuova condizione di cecità. Le assi del pavimento gemevano in maniera continua davanti a lui, dove gli altri due stavano combattendo. Lo stivale toccava una superficie liscia. No, ragionò menando un po’ all’aria il martello, per capire se riusciva a visualizzare la portata del suo braccio; no, quei mostri non erano simili a quelli che gli avevano raccontato dopo la battaglia. Era tutt’ora più che felice di essersi evitato quell’esperienza, perché ne aveva in scorta di simili. Ma se non erano i mostri che avevano combattuto Ciale e Cassandra, allora… Un batuffolo di pelo che galleggiava tra merda e siero verde. Si ricordò delle fosse dei cuccioli, degli scarti, come li aveva chiamati Obdella; bella fine avrebbe fatto pure quell’altra poveraccia, adesso. Fu solo quando, ormai troppo tardi, Rick realizzò di aver messo il piede su qualcosa di cedevole che maledì la sua condizione. Si sentì scivolare all’indietro, per poi colpire con la schiena qualcosa di solido, probabilmente la parete. Fu solo quando cercò di rimettersi su, il fiato corto, che sentì un ennesimo scricchiolio, questa volta innaturale.
Uno scricchiolio più profondo di un topo che zampetta tra le travi del solaio, nascondendo la sua presenza ben più pericolosa di altre sventure. Uno scricchiolio più sinistro di quello del letto di una baldracca, su e giù, finché ti scordi dei casini e del resto va bene. Uno scricchiolio ben più solido di piccole ossa in una pozza di terra merdosa. Quello era il posto degli scarti.
Forse il tetto sarebbe venuto giù, anch’esso in fiamme, e l’avrebbe seppellito. Se così doveva essere, allora il senso di vuoto e oppressione nei polmoni avrebbe raggiunto Rick Gultermann, vincendo la partita a nascondino di due amanti che giocano da una vita.
Le parole della donna le arrivarono lontane e confuse. Mentre Braska si trasformava nella stessa creatura che l'aveva aiutata durante la discesa tra le ombre della sua coscienza, lei rimase accasciata contro la parete dell'edificio, ansimante. La ferita le doleva, la testa le pesava, le gambe non erano in grado di sostenerla. Credeva di essere sul punto di vomitare e aveva perso totalmente la forza nelle braccia, cosicché lasciò cadere la mano che impugnava lo spadino e rimase in disparte mentre la donna si avventava sugli spettri con una furia disumana. Li osservò mentre li artigliava con le sue possenti zampe ferine e a malapena riuscì a seguire le sue indicazioni. Non aveva paura di lei, non temeva più nemmeno le ombre che presto avrebbe divorato o fatto a brandelli, ma solo perché era troppo stanca per pensare. Strinse l'elsa della sua spada non sapendo dove andare; indietreggiò appena, si guardò intorno confusa e disorientata. Fece un passo come per correre verso la piazza centrale, dove era certa di trovare qualcuno in grado di aiutarle, ma un urlo agghiacciante la raggiunse, costringendola a voltarsi e quindi a guardare sopra la sua testa. Un altro abominio piombò dal tetto atterrando sulle sue gigantesche zampe da lupo; la sirena deglutì spaventata, dopodiché sollevò la lama e la frappose tra lei e quel disgustoso incrocio tra un mannaro e ciascuna delle creature più spaventose che avessero potuto mettere piede su quelle terre. Rimase ad osservarla sentendosi come paralizzata; avrebbe voluto fuggire via, eppure le gambe non rispondevano ai suoi comandi. Non fu in grado di muovere un solo muscolo fino a quando il mostro non scattò rapidamente verso di lei con la chiara intenzione di azzannarla: a quel punto cercò di indovinarne i movimenti e la traiettoria per scansarsi all'ultimo secondo, gettandosi a terra. Incespicò un poco nel fango - il fodero della spada le impediva i movimenti - poi si alzò, si tastò il fianco sinistro trovando altro sangue, si sentì mancare e provò a correre verso il centro del villaggio, ignorando deliberatamente lo scontro con il grosso lupo. Braska sarebbe stata in grado di badare a lui. Lei non aveva più le forze per continuare a combattere ed era ora di chiamare rinforzi. L'umidità le penetrava nei polmoni e nell'aria c'era un forte afrore di muschio e un puzzo nauseante di pelliccia bagnata. E poi il sangue caldo che sgorgava dalle sue ferite aperte, il dolore allo stomaco, i conati di vomito. Il mondo girava e girava e tutto aveva assunto la forma di un sogno annebbiato e ingarbugliato. La cintura di sempreverdi che circondava Carsa sembrava un buon luogo in cui nascondersi: nessuno sarebbe venuto a cercarla nell'immensa foresta di conifere della Roesfalda, l'avrebbero data per dispersa e lei sarebbe stata libera di andarsene, di rinunciare a quella vita e abbandonare quel branco di tagliagole e volgari assassini. La battaglia della Rosa non era la sua. Non aveva niente da spartire con quella gente, nulla la legava a Braska o a Rick, o a Ciale, o a qualsiasi altro membro della setta. La missione per la quale erano stati assunti era fallita; non c'era più alcun motivo di rimanere. Solo che non avrebbe saputo dove altro andare. Non aveva un posto a cui tornare. Quando era fuggita da Afal non aveva fatto altro che vagare per la montagna in cerca di cibo come una bestia ferita e se non fosse stato per quel cacciatore sarebbe sicuramente morta di stenti nel giro di pochi giorni. Che cosa le rimaneva, oltre al rimpianto di non essere tornata a casa quando aveva potuto? Era rimasta invischiata nelle trame oscure di una terra straniera ed ora non c'era modo per lei di uscirne indenne: la spirale di violenza di cui faceva parte suo malgrado non si sarebbe più arrestata seguendo la sua volontà. E poi era stanca di scappare. Da Impero, da Deyrnas, da Afal, dal Circo delle Meraviglie. Sempre in fuga, sempre sola. In tutto quel parapiglia cercò piuttosto qualcuno che fosse in grado di soccorrerla, poi diede l'allarme urlando il nome di Braska e biascicando qualcosa a proposito di fantasmi e giganteschi lupi mannari.
Aveva smesso di essere una straniera. Aveva smesso di essere una fuggitiva.
Mente: 100 Corpo: 50; Danno Medio al braccio sinistro, ferite superficiali di grado Basso diffuse; Danno Alto al fianco, 1 Basso al fianco Energia: 105 - 10 - 10 = 85 Armi: Spadino; Arco lungo [8/15] CS: + 4 Astuzia
Passive attive:
Attive utilizzate:
CITAZIONE
» Concentrazione: Raggiungendo un grado incredibile di concentrazione, Cassandra sarà in grado di potenziare la sua mente guadagnando 4 CS all'Astuzia. [Abilità personale 6/25, Power Up psionico, Consumo Medio, Energia, 2 punti]
CITAZIONE
» Scatto: Cassandra sarà in grado con uno scatto fulmineo e improvviso di evitare un attacco fisico a lei rivolto di potenza Media o inferiore. [Abilità personale 5/25, Difesa fisica, Consumo Medio, Energia, 2 punti]
Riassunto: Sfruttando prima il power up e la difesa media Cassandra se la cava con una ferita di grado Basso, dopodiché fugge via in cerca di aiuto.
A dispetto di ogni verosimiglianza, la prima delle creature non si annichilì sotto la grandinata di colpi, ma reagì afferrandole il braccio. Ciale avvertì quasi le ossa scricchiolare sotto la forza della creatura, il suo corpo che cercava di rispondere per le rime ma falliva inevitabilmente nel farlo. Come un attimo a rallentatore nella rapidità dell'azione, avvertì il centro del suo peso sbilanciarsi verso il basso, sul terreno già lordato del sangue della bestia. Da fuori, l'eco lontana di grida umane.
L'inquisitrice cadde schiena a terra, cercando di atterrare in modo da non mostrare le spalle al nemico. L'essere era già pronto ad approfittare del suo primo successo; fendette l'aria con le fauci. Poteva vedere le macchie giallastre incrostate tra le gengive e il bianco dei denti; un morso di quelle zanne affilate avrebbe potuto infettarla e ucciderla in tre giorni, ammesso che sopravvivesse al dissanguamento. I suoi muscoli riuscirono a reagire, finalmente; raccolse le forze che le rimanevano per sferrare una ginocchiata nel mento del mostro, chiudendogli e deviandogli la bocca.
Blackstone stava gridando qualcosa, i suoi occhi trovarono per un attimo l'immagine di Rick con la faccia coperta di sangue. Aveva la bestia ancora sopra e un rumore di tamburi incessante nelle sue orecchie. Panico. Provava panico. Ciale cercò di seguire le indicazioni del mercenario, menando unaffondo alla cieca con lo Spindalai. Il sangue era ovunque; sangue di una creatura a cui non importava di avere la gola traforata. Senza nemmeno riuscire a capire l'esito del suo attacco, ritirò la lama, la mano sinistra che si aggrappava freneticamente al terreno cercando appiglio per sgusciare via, i piedi che scalciavano la poltiglia di terra e fluidi corporei.
«laplace , »
quello che doveva essere un'ordine le uscì come un gemito, e poco importava se Blackstone avesse scoperto che il nome con cui si era fatta chiamare era in realtà il nome del suo famiglio. Ma il mercenario a quel punto era già sparito in un buco nel muro. Un'ombra nera si abbatté sopra la creatura, unghie contro unghie, denti contro denti. L'aria sapeva di cenere nella notte. Ciale corse, lo sguardo estraniato e l'arma in mano.
Altera, sociopatica, zelante; Sguardo gelido, attraente, minuta
Corpo (50 %) - Mente (55 %) - Energie (95 %) 2 0 CS (Velocità) 2 0 CS (Forza)
Uso le passive per pareggiare tra Velocità (maturati precedentemente) e Forza i CS, e contrastare così l'attacco con una ginocchiata. Dopodiché Ciale tenta un affondo - Accusa - il cui effetto è dimezzato dalla malattia; chiama l'aiuto di Laplace e fugge.
• Metabolismo Migliorato [Il fisico dei Lagomorfi è più reattivo rispetto alla media delle creature antropomorfe. Gli effetti positivi riescono ad essere incanalati e quindi aumentati. Quando viene usato un power-up, può essere aggiunto 1 CS dello stesso tipo di quelli già aggiunti dalla tecnica.] (Numero di utilizzi: 4 3 - passiva razziale "Perizia")
• Vigore riflesso [ Molti guerrieri cercano nella guerra soltanto il compiacimento personale, e vedono negli scontri continui solo un modo per dimostrarsi il migliore sotto gli occhi del mondo, superando i propri avversari anche quando sembrano inarrestabili. Quando un nemico utilizzerà una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, al prezzo di un utilizzo di questa passiva, il guerriero sarà in grado di guadagnare 1 CS (Forza) a sua volta. ] (Numero di utilizzi: 6 5 - passiva razziale "Perizia")
• Accusa [Prima di eseguire una condanna, è necessario avere un capo di imputazione che apra il passaggio alle indagini. L'Inquisizione Lunatica aveva una maniera particolare per assicurarsi che gli imputati non scappassero: al minimo cenno di resistenza venivano attaccati, e provavano un assaggio del processo. Nello specifico Ciale può eseguire un singolo affondo, in genere eseguito con la spada, mirato a ferire l'accusato (danno Alto al corpo). L'obiettivo non è mai uccidere, quanto infliggere dolore: tipicamente mirando a un punto debole.. ] (Attiva, attacco fisico, danno al corpo. Consumo Alto, riserva fisica)
• Fortificazione guerriera [ Il guerriero userà le sue abilità per potenziare il proprio fisico in vista dello scontro, ottenendo 1 CS (Velocità) da aggiungere alla sua riserva. Inoltre, questa tecnica fornisce al guerriero per la durata di un turno la capacità di vincere tutti gli scontri fisici, a parità di CS utilizzate. ] ( Attiva. Consumo Basso, riserva fisica )
Introduzione Valutare una quest è complicato. Sviscerarla in ogni suo aspetto (ce ne sono innumerevoli che potrebbero essere pesi in considerzione) da un punto di vista esterno significherebbe fare un lavoro parecchie volte più corposo di quello che un master è normalmente tenuto a fare per i suoi utenti. Ci sono molte altre cose da valutare, dal mio punto di vista, come il comportamento del master stesso; posso anche fare considerazioni più generali in merito alla struttura e alla godibilità da parte degli utenti o di un lettore qualsiasi. Sono questi gli aspetti più inediti rispetto alla normalità dei giudizi, e sono anche quelli su cui ho intenzione di concentrarmi maggiormente, appunto perché è l'unica occasione per farlo. Vi invito, qualora voleste delle opinioni più precise delle mie sui campi tradizionali di valutazione, di contattare Fatal Tragedy stesso (anche se immagino qualcuno di voi lo abbia già fatto), che vi ha seguiti passo passo per tutta la durata della storia. Il mio ruolo è insomma quello di sovraintendente. Voglio assicurarmi che abbiate fatto un buon lavoro (spoiler: avete fatto un ottimo lavoro), spiegare cosa va bene e cosa al contrario si poteva migliorare e, in ultima istanza, elargire delle ricompense equilibrate.
In generale Eccezion fatta per le primissimi fasi della quest (c'erano però di mezzo le feste natalizie a falsare le scadenze, e si tratta di periodi in cui è del tutto comprensibile si proceda a rilento) e, come ribadito da Fatal Tragedy, gli ultimi post, la quest è stata condotta con un buon ritmo di gioco e una qualità ben più che accettabile: trattasi di un giudizio, il mio, che non prende in considerazione solo i ritardi, ma tutta la struttura, la durata più o meno corretta dei turni e il carico di lavoro al quale eravate tutti voi sottoposti. Il merito di questo buon incedere è certamente degli utenti, ma anche del master: denota una certa competenza nel progettare i vari turni e far procedere la trama con sicurezza, e in secondo luogo mette in evidenza la capacità da parte dei partecipanti di di procedere come previsto. I ritardi ci sono stati, certo, ma la puntualità è stata apprezzabile un po' da parte di tutti (con solo qualche episodio negativo notevole) e, vista anche la rispettabile estensione della quest, non ha comportato sostanziali penalizzazioni. Quindici post attivi è infatti un gran traguardo, contando anche il fatto che la metà di essi erano di una certa corposità o gestiti in modo capillare tramite il confronto, colmi di possibili interazioni o intensi da un punto di vista tecnico, e quindi più carichi in termini di impegno personale. La vostra condotta, in questo senso, è un gran punto di forza per il risultato, ottimo, del progetto. Mandare avanti un racconto così corposo è segno di grande dedizione e abilità, soprattutto in un momento di depressione della vivacità del forum come lo sono stati gli ultimi mesi. Un merito che si va a sommare a quelli già elencati. Sono infine convinto che una Quest, per essere considerata di successo, debba somigliare a una storia organica raccontata da più o meno numerosi punti di vista. Si tratta di una situazione utopistica, visti i limiti (che per altri aspetti sono invece pregi) di questo sistema di gioco. Nel leggere la quest nella sua interezza, però, mi sono immedesimato notevolmente e ho continuato la lettura con grande piacere. Ognuno di voi ha saputo dire la sua e, da un punto di vista complessivo, devo dire che questo racconto a otto mani è risultato ben riuscito e convincente. Non mi dilungo nei dettagli, poiché avrò modo di esplicarli brevemente qui sotto, assieme alle ricompense.
Il QM Hai dato prova di indubbie abilità nel gestire questo tipo di giocata, sapendo volgere strutture complicate a vantaggio del gioco. Il tuo terzo post, che corrisponde al terzo turno, è a mio avviso esemplare: dimostra impegno, impegno e ancora impegno, e dona al gameplay una profondità sorprendente, che in altre situazioni è irripetibile. E ho molto apprezzato anche il tuo modo di gestire i combattimenti e le indicazioni in essi, dando ai giocatori varie linee guida ben precise che non hanno limitato, ma bensì dinamicizzato le scene più critiche. In generale, mi è piaciuto il tuo approccio abbastanza stringente, anche per evitare, come tu stesso hai fatto notare, il rischio che si giungesse a uno stallo della trama. Hai dato ai partecipanti grandi possibilità di azione ma sei stato contemporaneamente capace di guidarli verso l'obiettivo ultimo. Un ulteriore appunto andrebbe fatto alla trama, probabilmente la parte più delicata e meno oggettiva da valutare, dal mio punto di vista. Ritengo sia quindi importante sottolineare il valore della trama rispetto all'esperienza di gioco: le caratterizzazioni dei png sono ottime, spesso ben curate, e favoriscono l'interazione con essi dei personaggi; la quest nel suo complesso è stata strutturata nel modo più congeniale per essere giocata, insomma, e questo è un gran punto a tuo favore. L'equilibrio tra azione, mistero e sviluppo è infatti ben azzeccato. Nonostante questa sia la prima parte di un progetto più lungo, il racconto è già ricco, profondo e complesso; fa ben sperare per un suo proseguo e un grande successo. La ricompensa che ho deciso di assegnarti è di 1400 gold.
Gli utenti Parlando a voi nell'insieme non voglio svalutare il vostro operato individuale, ma invece sottolineare la partecipazione collettiva che avete saputo dimostrare. Anche per questo, la parte In generale è un continuo riferimento, in fondo, al vostro operato. Non ho potuto fare a meno di assicurarmi che i miei giudizi corrispondessero con le impressioni del Quest Master, e così è infatti successo. Ci sono state delle ricadute di qualità, dei ritardi, degli errori strategici (minimi) e delle antisportività, da parte di tutti voi; piccoli nei di una prestazione altrimenti esemplare. Lill' si è distinto, a mio avviso, in termini di qualità generale dei suoi interventi, forte anche di una certa esperienza. Ashel ha invece brillato nell'aspetto interpretativo, evidente soprattutto nella fase iniziale e intermedia della quest. Di Lunatic ho molto apprezzato lo stile originale (anche se talvolta troppo sommario), sempre piacevole da leggere. Una qualità che ho riscontrato in tutti voi è stata la capacità di scrivere interventi essenziali, dove nessuno di si è dilungato in aspetti poco utili. La brevità dei post, soltanto laddove essa non comprometta la qualità, è un grande punto di forza soprattutto in quest così lunghe. Complice il fatto che grosse fette siano state giocate e approfondite in confronto - e che solo una parte di esse traspaia dai testi - siete stati capaci di procedere senza appesantire e questo, che ogni tanto è visto come una lieve deficienza di impegno o qualità, è più spesso una scelta vincente per una buona riuscita "generale". Pertanto: Lill' guadagna 1400 gold. Ashel guadagna 1400 gold. Lunatic guadagna 1250 gold e un punto promozione per l'energia Gialla.