Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il Giorno Profondo

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Caccia92
view post Posted on 25/3/2016, 02:43






« Baathos; una caverna di Thalamite »
Una nicchia buia; decimo ciclo lunare; 06:24.


Ghoron delle Caverne Nere stava acquattato nell'oscurità e ascoltava. Rifletteva. Gli occhi brillavano nel buio.
Non aveva mai visto dei senzacorna abbattere un demone nero, ma la cosa non lo sconvolgeva più di tanto. Sapeva che prima o poi sarebbe giunto quel giorno. Dopo la guerra di superficie, i signori del Baathos avevano realizzato che Theras non era così debole come immaginavano inizialmente. Gli uomini - come chiamavano i senzacorna in superficie - sapevano difendersi e possedevano strumenti potenti per scacciare i loro nemici. Come la lucertola gigante dei tempi antichi; il Krikitoro, padrone delle corazze coralline.
Brazinga aveva detto che in breve tempo sarebbero giunte altre creature potenti per esplorare il sottosuolo. Per conquistarlo. Stava forse già avvenendo? O quell'incontro era frutto di sfortunate coincidenze? Il crollo della miniera dei Serpenti Infidi poteva essere un collegamento.
« Ma non posso rischiare. La Grande Sfera di Fuoco non deve essere trovata. »
A discapito delle apparenze, Ghoron non era un guerriero. Tuttavia era stato scelto come emissario e risolutore per le sue incredibili doti tattiche, per la sua capacità di valutare i rischi e mettere in atto strategie efficienti. Soprattutto, per la sua mente fredda e spietata.
I suoi bersagli si trovavano all'incirca a mezzo ciclo di cammino. Stanchi, affamati, debilitati. Erano rintanati in una caverna di Thalamite, la roccia friabile e porosa. Facile da rompere, ancora più semplice da penetrare con fluidi e sostanze gassose.
« Sarebbe un facile compito per il veleno di Fungo Blu. »
Tra le pieghe sudicie e le scaglie nere si nascondevano sacche velenifere recuperate dalle formazioni rocciose delle profondità. Nessuna creatura era immune all'azione dei Funghi della Morte, ma quel dettaglio non lo preoccupava più di tanto. La fauna e la flora del Baathos ricresceva e si riadattava velocemente, molto più velocemente di quella di Theras.
« Fin troppo facile... »
Ghoron strinse il petto e i gomiti per rompere le sacche. Immediatamente, un gas dal colore azzurrognolo si disperse nell'aria e cominciò ad espandersi. Il demone, quindi, sbatté le ali una volta. Poi due. Poi tre, quattro, cinque volte. Il gas si espanse verso Nord, addensandosi e divenendo una sottile cortina fumosa.






« Baathos; una caverna di Thalamite »
Una formazione cristallina; decimo ciclo lunare; 06:32.


« H-hai visto? » balbettò Koman.
Laskano aveva visto e non credeva ai suoi occhi. La battaglia era stata accecante e strabiliante al tempo stesso. Per alcuni momenti non era addirittura riuscito a capire dove si trovavano i contendenti o cosa stava accadendo. Una cosa, tuttavia, era certa: il demone nero, quello che faceva davvero paura, ora giaceva a terra in un lago di sangue.
« Sono mostri! Mostri in forma umana! » bisbigliò Koman, talmente forte da far accapponare la pelle a Laskano.
Il massiccio minatore, tuttavia, cominciava a riottenere la lucidità. Stava valutando la situazione in silenzio, cercando di analizzare i pro e i contro della sua prossima mossa. Osservò a lungo gli strambi personaggi che si trovavano al di là del nascondiglio cristallino che lui e Koman si erano scelti come riparo. C'era un particolare che gli dava da pensare, ma era solamente una supposizione, tra l'altro supportata da una serie di ipotesi che potevano risultare fuorvianti.
Pose una mano callosa sulla spalla del giovane compagno e fece un cenno con la testa.
« Guarda. Che sintomi riconosci? »
Koman strinse le palpebre e aggrottò la fronte, tentando di scrutare meglio nell'oscurità. Passarono diversi secondi di silenzio.
« Io non vedo niente. »
Laskano sbuffò.
« Non ricordi quel minatore, il giorno dell'arrivo dell'emissario del Serpente? Diceva che era stato morso da un cobra e presentava gli stessi sintomi che stiamo vedendo ora. Sudorazione, perdita copiosa di sangue, tosse. Sono stati avvelenati. »
Koman, dall'espressione, probabilmente non credeva ad una singola parola. Oppure non vedeva l'utilità dell'informazione.
« Non ho mai creduto alla storia del morso. Quel minatore...come diavolo si chiamava...aveva scoperto qualcosa nella terza galleria. Qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Secondo me questi..."mostri" sono prigionieri esattamente come noi. Malati, per giunta. »
« Ma che senso ha mandare nel Baathos individui con veleno in corpo? »
Laskano abbassò un attimo la testa e si grattò il mento. Se le sue congetture erano corrette, la prossima mossa sarebbe stata molto rischiosa. Anche se, in caso di successo, forse avrebbero avuto una possibilità di salvezza. Non aveva rivelato al giovane Koman la parte peggiore della storia sul minatore morso dal cobra. Anche perché, se lo avesse fatto, il ragazzo gli avrebbe dato del pazzo.
« Magari avessi un'idea. » In realtà ne aveva una, ma preferiva fingere di essere all'oscuro di tutto. « Comunque non possiamo lasciarli morire. La nostra unica speranza è che questi "mostri" abbiano ancora qualche asso nella manica. »
Terminata la frase, Laskano si alzò faticosamente da terra. Cominciò quindi a camminare verso i tre sconosciuti al di là della formazione cristallina. Fortunatamente, a parte qualche tumefazione sul braccio, il resto del suo corpo non presentava tagli aperti. Era un vantaggio, in quella situazione...perché il sangue avrebbe peggiorato la sete degli avvelenati.
Portò entrambe le braccia sopra la testa in maniera da mostrarsi amichevole.
« Sono un uomo, come voi. » sbraitò « Ho un compagno con me. Sopravviviamo da qualche giorno in queste gallerie, difendendoci dalle bestie. Stavamo scavando un tunnel per uscire, ma l'esplosione di lava ci ha costretto ad interrompere i lavori. » avanzò ancora un poco per mettersi in luce « Siamo minatori, sappiamo dove aprire un'uscita, ma non abbiamo i mezzi per farlo. Forse potremmo aiutarci a vicenda. »
Laskano sperò soltanto che il veleno non fosse già arrivato al cervello.









CITAZIONE

QM.POINT



Dunque, questo ultimo girò sarà un po' particolare in quanto suddivideremo il lavoro in due. Nella prima parte dovrete prendere una decisione: una volta terminato il combattimento, vedete avvicinarsi un'uomo alto e decisamente massiccio; è vestito di stracci, sembra molto sporco, ma ancora in forze. Si presenta come un minatore che vi propone un accordo di reciproco supporto. Lui sa dove scavare, voi forse avete un modo per aprire una galleria. Il problema è che il veleno all'interno del vostro corpo aggiunge un sintomo che difficilmente potevate prevedere: sete di sangue. Un'incredibile arsura alla gola che vi fa lacrimare gli occhi e rende il liquido cremisi un'elemento di primario interesse. C'è una pozza di sangue (quello del demone) che potrebbe saziare uno di voi. L'altro si dovrà arrangiare, nel senso che dovrà trovare un modo COERENTE per interrompere l'incredibile sete. Succhiare il proprio sangue non conta, ovviamente. Sono aperto a soluzioni di vario tipo, se volete proporle.
L'altra questione riguarda Laskano. Ovviamente sarebbe un'invitante fonte di sangue per lenire la vostra sete, ma non siete ancora tanto deliranti. Inutile dire che nell'immediato futuro questa condizione potrebbe mutare in peggio. Decidete come muovervi, se accettate l'aiuto di Laskano oppure aggredirlo o altro ancora. Non siate autoconlcusivi e ragionate apertamente. Quando avrete deciso come procedere, vi darò l'incipit successivo per concludere il lavoro.
Ci sentiamo in confronto solo per questa prima parte.
 
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view post Posted on 8/4/2016, 16:59
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Non appena le gambe gli cedettero Alfàr corse a soccorrerlo.
-Ohi, Montu! Tutto a posto? Ce la fai ad alzarti?-
Si, poteva farcela, ma le vertigini e i conati non lasciavano presagire nulla di buono. Aveva cominciato a sudare freddo e non ci voleva uno scienziato per capire che oltre a buttarli nel Baathos si erano anche presi del tempo per avvelenarli.
-La fiala gialla. La fiala farà sparire la nausea... non so se basti a far fuori il veleno... ma dovrebbe lenirne gli effetti...-
La fiala gialla? Quindi non era veleno, ma antidoto! Alfàr aveva già consumato la sua, ma gli effetti non sembravano spariti del tutto.
-Prendi anche la mia allora. Ho solo un po' di nausea ma sto bene, forse una doppia dose potrebbe curarti completamente.-
-Sei sicuro…-
Meglio che sprecarla, pensò l’Eterno.
-Penso sia presto per dire se io sia completamente guarito...vedremo più tardi.-
Sì, probabilmente avrebbe funzionato. Lui poteva sopravvivere anche se avvelenato, forse il suo corpo avrebbe impiegato del tempo per assorbire o espellere il veleno ma l’immortalità era senza dubbio un beneficio in quel caso. Una seconda dose non poteva di certo far male al mezzo drago.
-Sono un uomo, come voi.-
Un urlò si alzò da dietro uno dei cristalli luminosi.
-Ho un compagno con me. Sopravviviamo da qualche giorno in queste gallerie, difendendoci dalle bestie. Stavamo scavando un tunnel per uscire, ma l'esplosione di lava ci ha costretto ad interrompere i lavori.-
Comparve un uomo sporco di terra e polvere, le mani alte verso il cielo per mostrare di non essere armato. Per tutta risposta Montu sguainò nuovamente la sua katana e gliela puntò, sforzandosi di tenere la schiena dritta.
-Siamo minatori, sappiamo dove aprire un'uscita, ma non abbiamo i mezzi per farlo. Forse potremmo aiutarci a vicenda.-
Diede un’occhiata al nuovo arrivato: un ennesimo inganno del Baathos? No, sembrava veramente un minatore. Il Demone abbassò la lama nello stesso istante in cui Alfàr gli posò una mano sulla spalla; uno scintillio tra l’azzurro e il viola nei suoi occhi tradiva una sua qualche capacità che l’aveva convinto della bontà dell’uomo che avevano davanti.
-Vieni avanti! Siamo stati buttati qui sotto da qualcuno, ma non sappiamo chi, e non vediamo l'ora di tornare in superficie per scoprirlo.-
Poi sentì come un pugno nello stomaco, ma non erano i conati di prima. Era… sete! I suoi occhi vennero istintivamente attratti dalla carcassa di Sifilli e la pozza di sangue in cui giaceva. Sete di sangue.
Guardò Alfàr e gli parlò grazie alle sue abilità di telepate:
-Temo che il veleno abbia un altro effetto oltre la nausea.-
Le gambe gli tremarono ancora, si sentiva un lupo davanti ad un agnello. Il minatore sarebbe potuto essere un’ottima fonte di sostentamento, e il suo amico dopo di lui!
No! Cosa stava pensando? Non poteva uccidere quei due uomini. Era il veleno che lo faceva ragionare così.
-Alfàr... Sento l'irrefrenabile impulso di bere... Sangue. Non riesco a frenarmi, ma non voglio ferire nessuno... Aiutami!-
Sentiva la sua anima cedere.
-Hai voglia di un tipo di sangue particolare o...il suo può bastare?-
Aveva reagito quasi senza sorpresa alla possibilità di comunicare telepaticamente, poi aveva fatto un cenno con la testa verso il sangue del Distruttore.
Montu fece un cenno d’assenso e con le ultime forze creò un’illusione che avrebbe nascosto i loro movimenti agli occhi dei minatori: due loro identiche copie stavano ora fissando Laskano, ascoltando la sua richiesta.
-Bene. Allora ho un'idea.- Gli passò due borracce probabilmente ricavate dallo stomaco di una capra e lo invitò a riempirle con il sangue del demone nero.
-E una volta fuori troveremo qualcosa per disintossicarti del tutto.-
Già, sperava solo che questo qualcosa esistesse.
-Almeno avevi ragione: con due dosi non sento nessun bisogno di sangue.-
Almeno una buona notizia.
Riempite le sacche e soddisfatta l’iniziale sete Montu tornò al fianco del compagno, ora si sentiva decisamente più in forma.
Sciolse l’illusione e Alfàr parlò per primo: il suo senso dell’orientamento unito alla forza del Demone, mancavano solo le conoscenze dei due minatori per essere la formula perfetta per scappare da lì.
-Più che scavare dovremmo scalare. E sarà difficile arrivare fin lassù.-
Indicò il tetto della grotta di cristalli in cui erano, diversi metri più in alto.
-Venite con me, conosco un luogo che potrà esserci utile.-
Li guidò verso l’apertura da cui si era calato: oltre quel foro nella parete di cristallo si apriva una rete di grotte la cui gravità sconvolgeva le regole di Theras.
-Guardate.-
Salì su una parete e arrivò sul soffitto semplicemente camminando, poi alzò lo sguardo per guardare negli occhi i tre uomini decisamente spiazzati.
Laskano toccò una parete e i suoi occhi si riempirono di lacrime:
-È Thalamite! Thalamite! Questa roccia è estremamente porosa e facile da scavare, e si trova a basse profondità quindi potremmo dover lavorare meno di quanto ci aspettiamo.-
-Da qui possiamo scavare verso il basso dirigendoci però verso la superficie. Può suonare strano come ragionamento ma siamo nel Baathos, funzionerà.
Preoccupiamoci solo di avere sempre un punto di appoggio, non so fin dove agisca la gravità di questa roccia.-

La libertà era veramente così vicina?
Alfàr evocò un drago rosso di modeste dimensioni, che iniziò a scavare sotto i piedi degli aspiranti fuggitivi.
Un minatore, che scoprirono chiamarsi Koman, aveva fabbricato rudimentali picconi con dei cristalli scheggiati che rischiaravano appena l’ambiente.
-State attenti, penso io a fare luce.-
Montu aprì il palmo della mano e comparve una sfera di fuoco che come un piccolo Sole iniziò a roteare intorno ai quattro illuminando la galleria che stavano scavando.
Era strano mantenere il cervello consapevole del fatto che più scavavano più si avvicinavano alla superficie.
Poi l’aria si fece pesante, cominciarono tutti a tossire e le forze iniziarono a mancare. La puzza di zolfo riempiva i polmoni e dava il voltastomaco.
-Continuiamo a scavare, non deve mancare molto! Continuiamo!-
-Tenetevi sulla destra per i prossimi dieci metri... e attenti che tra quindici la roccia cambia gravità. Se siamo fortunati possiamo sfruttare la galleria delle formiche... ci renderà il lavoro leggermente più semplice!-
Arrivarono alla galleria predetta da Alfàr che però, viste le dimensioni, lasciava pensare che non fossero state le formiroccia a scavarla; accelerarono il passo ma dopo pochi metri sentirono alle loro spalle lo sbattere di artigli sulla roccia. Cominciarono a correre, dietro di loro le gigantesche lucertole che venivano illuminate dalla sfera di fuoco rimandavano riflessi dei colori dell’arcobaleno sbuffando veleno bluastro.
Il drago scattò verso le bestie e il gruppo riuscì a guadagnare qualche metro, poi Laskano sembrò impazzire e cominciò a sfondare pareti di roccia a mani nude, finchè non sentirono le grotte dietro di loro crollare e seppellire gli inseguitori. Il fiato era ancora corto, il miasma venefico li stava uccidendo.
Koman scattò anche lui verso il compagno e prese ad aiutarlo abbattendo il piccone con violenza inaudita, poi la roccia esplose verso l’esterno e l’aria pulita si fece largo nei loro polmoni.
Montu e Alfàr, devastati, vennero trascinati al sicuro dai minatori un attimo prima che dalla grotta esplodesse il getto di lava causato dalle formiroccia turbate per la seconda volta.
-Ci vuole una birra...decisamente.-
Il mezzo drago crollò a braccia larghe sull’erba fresca, ai pendii di quella piccola altura. Si sentiva odore di salsedine, probabilmente erano molto vicini al mare.
Siamo nel Qatja-yakin? Pensò Montu, poi con l’ultimo fiato di voce rispose all’amico.
-Prima voglio andare a fare il culo a chi ci ha buttati lì sotto. E sono sicuro che i nostri nuovi amici possano avere una mezza idea di chi siano i responsabili.-



Energia: 15 -5 =10%
Fisico: 50 -5 =45%
Mente: 50 -5 =45%
Riserva CS: 1 [+1 Intelligenza, +2 Maestria nell’uso delle Armi]

Equipaggiamento:
Shokan: Riposta
Pistola: Riposta

Armature:
Pelle Coriacea [Arma Naturale]

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Tossica: 1
Biglia Deflagrante: 1
Corallo [+1 Forza, +1 Velocità, +2 Maestria nell’uso delle Armi]
Corallo [+2 Forza, +1 Velocità, +1 Intelligenza]
Gemma della Trasformazione
[Anello del Tuttofare - Immortalità]

Pergamene Usate:
Illusione Consumo Energetico: Basso (5%)
La tecnica base di ogni mentalista è quella di creare sul campo di battaglia un'immagine per ingannare tutti i cinque sensi dell'avversario, in grado di spostarsi ed emettere suoni. Tale illusione può rappresentare una persona, una creatura, un avvenimento o persino modificare l'aspetto del campo di battaglia stesso per intero. Influenza solamente un bersaglio, per un turno.

Abilità Usate:
[19/25] Figlio del Fuoco. Consumo Energetico: Variabile (Nullo)
Il Demone può generare una sfera di fuoco tra le sue mani, modificandone aspetto e grandezza secondo la sua volontà, e scagliarla contro il nemico.
Tecnica di natura Fisica. Potenza pari al consumo speso, infligge danni da ustione al Fisico. (A consumo Nullo il fuoco generato sarà sempre una piccola sfera e potrà essere usata solamente come fonte di illuminazione; Montu potrà inoltre trattenerla nella mano)

Passive Usate:
Immortalità. Passiva (Numero di utilizzi: ∞)
Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
La tecnica ha natura magica e conta come un'abilità passiva - si potrà dunque beneficiare dei suoi effetti in qualsiasi momento nel corso di una giocata. Il caster diviene a tutti gli effetti immortale, rimanendo in vita indipendentemente dalla quantità di danni subiti. Non potrà comunque continuare a combattere con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: i personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.
[Il Demone potrebbe comunque essere ucciso qualora gli si cavassero gli occhi]

[15/25] Telepatia Passiva (Numero di utilizzi: 54)
Montu può comunicare telepaticamente con chiunque, purchè il suo interlocutore non sia eccessivamente lontano. Ostacoli fisici -quali possono essere muri, vetri, persone etc.- non precludono la possibilità di usare la telepatia.

» Intuito: abituati da sempre a barcamenarsi tra i rischi del continente, i possessori di questo talento hanno sviluppato un intuito fuori dal comune che gli permette, con una semplice occhiata ad un interlocutore, di capire cosa sia in grado di fare, di fatto apprendendone la classe e il talento di appartenenza. (Numero di utilizzi: 65)

Note: Come da Confronto uso la Telepatia per comunicare con Alfàr all'inzio del post, e l'Illusione per nascondere i nostri movimenti a Laskano e Koman; uso Intuito per capire che Laskano è effettivamente un minatore. Durante gli scavi uso 2CS in Maestria nell'uso delle Armi per picconare come si deve, portando tutto il gruppo nella rete di grotte gravitazionali descritte in precedenza. Laskano riconosce che è Thalamite. Illumino gli scavi usando ancora Figlio del Fuoco, questa volta a Consumo Nullo. Il danno Basso a Fisico e Mente è causato dal gas, che abbiamo ipotizzato causasse un Alto ad area diviso tra le due statistiche :sisi:
Per il resto non ho potuto usare attive avendo l'energia agli sgoccioli, penserà Volk a chiarire tutto :lul:
 
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view post Posted on 10/4/2016, 12:11
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Il Giorno Profondo
- Tana libera tutti!>/i>





Vide Montu crollare a terra.
Prima ancora di registrare il proprio movimento a livello mentale, era già intento a sollevare il compagno d’arme da terra. ”Ohi, Montu! Tutto a posto? Ce la fai ad alzarti?” I sintomi del veleno avevano cominciato a farsi vivi anche su di lui…probabilmente accresciuti dalla battaglia...i sintomi? I sintomi! Svaniti. Magari erano solo sopiti, ma dopo aver bevuto quel liquido giallognolo erano praticamente spariti. “La fiala gialla! La fiala farà sparire la nausea…non so se basti a far fuori il veleno…ma dovrebbe lenirne gli effetti!”
Con sua sorpresa, Montu non era intenzionato a bere. Insistette affinché fosse il Viandante a bere anche la sua dose. Lo aiutò ad alzarsi e accettò l’offerta. Gettò la fiala vuota a terra. Nessun effetto immediato…speriamo bene.

”Sono un uomo, come voi!” Due individui dall’aspetto sbattuto si fecero avanti. Erano minatori, dichiaravano di sapere come uscire dal Baathos. Ma la spada di Montu era già sguainata. Àlfar gli posò una mano sulla spalla, rallentò il proprio battito cardiaco ad un ritmo suadente e i suoi occhi si illuminarono come quelli di un drago incantatore. Ciò che può domare l’animo di un drago può domare anche il più testardo degli uomini. Fissò Montu negli occhi. Non servirono parole per convincerlo a rilassarsi.
Metti via la spada.
Il messaggio era stato registrato perfettamente.
Montu prese parola, spiegando la natura della loro “vacanza” sotterranea.
Aveva un’espressione particolare. Ad Àlfar sembrava di vedere un affamato ad un banchetto, costretto a non avventarsi sul buffet. ”Àlfar... Sento l'irrefrenabile impulso di bere... Sangue. Non riesco a frenarmi, ma non voglio ferire nessuno... Aiutami!” Telepatia. Simile al suo modo di controllare i draghi…era la prima volta che si trovava sul lato ricevente di una comunicazione telepatica. Forse era un canale a due vie? Tentare non avrebbe fatto male a nessuno. Hai voglia di un tipo di carne particolare o…il suo può bastare? indicò con un cenno la carcassa del demone, ancora galleggiante in una pozza di sangue.
Percepì una vibrazione nell’aria, una nota familiare simile al ronzio di un’ape, il tempo si era fermato per qualche istante e tra i loro e i due minatori stavano copie perfette di Àlfar e Montu. Illusioni…e bravo Montu. Era come guardare una scena da dietro uno specchio a due vie, ma il tempo stringeva ed era palese che Montu stesse annaspando per un po’ di controllo. Perciò Àlfar recuperò due fiasche di stomaco di capra e le diede al compare.
”Bene. Allora ho un’idea. Riempi queste e cibati del resto. Berrai da qui se ti verrà ancora sete, così da non dare nell’occhio. Quando saremo fuori cercheremo un modo per disintossicarti completamente…almeno sappiamo che con due dosi non c’è sete di sangue…ti devo ringraziare.”. L’altro eseguì e lasciarono che il velo illusorio si dissipasse un po’ alla volta, per poi accettare l’aiuto offerto dai due. Àlfar e Koman, il minatore più quieto e silenzioso, si affidavano completamente alla determinazione dei due più convinti. Laskano sapeva veramente tutto di pietre. Non faceva altro che spiegare cosa stessimo cercando, quanto porosa doveva essere, il colore, la sedimentazione circostante, quali pietre dovevano evitare. E Koman preparava i picconi con cristalli luminosi e i fusti di alcune piante, un ragazzo sveglio e ingegnoso.
Entrambi si erano guadagnati, lungo il percorso, la fiducia di Àlfar.

L’aria si faceva pesante.
Mani invisibili iniziavano a stringere la gola di Àlfar e, a giudicare dalle reazioni, anche degli altri. Laskano esultò violentemente quando raggiunsero la caverna proposta da Montu: quest’ultimo stava ora in piedi sul soffitto, sorridendo e guardandoli dall’alto. Lo raggiunsero ed iniziarono a scavare.
”Sorgi e splendi, Vassallo Rosso, abbiamo bisogno di una mascella forte.” L’uovo rosso si infranse a terra e il Drago scarlatto si mise all’opera. Si divisero in coppie – Koman con Montu, Laskano con Àlfar – per poter massimizzare il risultato di ogni turno di scavo. La thalamite si sbriciolava come pane secco sotto i colpi di piccone. L’aria era diventata veramente soffocante, con un retrogusto di zolfo.
Zolfo? Non c’era odore di zolfo prima…a parte… Appoggiò il palmo della mano a terra e il mondo si fermò per un istante.
Attraverso i suoi occhi tutto sembrava velato di azzurro.
Poi il tempo cominciò a correre all’indietro, riavvolgendosi come una serie di foto o un vivido sogno: proiezioni del gruppo e delle pietre scavate tornavano indietro, poi arrivarono le formiche. Formiche intente a disporre nuclei esplosivi lungo i cunicoli che…
”Tenetevi sulla destra! Stiamo attraversando un nido di formiche! Ci sono trappole esplosive a sinistra…e sembra che la gravità torni normale tra quindici metri. Ma più avanti ci sono delle gallerie più grandi…potremmo sfruttarle. Le formiche ci hanno reso il lavoro più semplice!” E così fu. Dopo pochi minuti di lavoro si issarono tutti e cinque in una galleria che sembrava a dimensione d’uomo. Non persero tempo a chiedersi perché le formiche avessero scavato tunnel così larghi…né Àlfar aveva trovato necessario andare così indietro con lo sguardo: accettavano tutti il colpo di fortuna, poiché dovevano picconare solo di quando in quando per allargare un passaggio o rimuovere un ostacolo. La luce accesa da Montu rendeva tutto molto più semplice.

Accelerarono il passo.
Poi qualcosa fece rizzare i peli sul collo di Àlfar: artigli. Artigli sulla roccia. Non era una galleria di formiche, poiché le squame dai riflessi arcobaleno appartenevano a un qualche tipo di rettile. ”Lucertole arcobaleno!” Laskano conosceva le bestie, i cui colori non promettevano niente di buono. Il Domatore reagì d’istinto: richiamò il drago, facendolo tornare nelle retrovie a tenere a bada le lucertole.
Correvano.
Ma seguire i tunnel avrebbe fatto impiegare loro troppo tempo.
”Laskano, perdonami. Questo non sarà piacevole.” Fiamme dorate attraversarono il corpo del minatore quando la Lanterna ne colpì gli snodi energetici. Lanciò un urlo rabbioso e scattò avanti, sfondando muri come fossero marzapane. La struttura delle gallerie era compromessa e la terra tremava ad ogni colpo di Laskano. Àlfar ripeté il gesto su Koman. Ora erano due a sfondare le pareti. Il Domatore saltava tra un appoggio e l’altro come se stesse galleggiando nell’aria.
Udirono un crollo e acute strida di bestia. Il ruggito del drago scarlatto fu come un pugno allo stomaco per Àlfar: era la prima volta che una sua creatura periva in battaglia…non immaginava sarebbe stato così doloroso…
Ma la temperatura stava salendo in fretta: il crollo doveva aver attivato le trappole delle formiche e non restava molto tempo. Il fiato del Domatore era corto, ogni inalazione era una pugnalata allo sterno, la saliva si era completamente seccata e la vista cominciava ad annebbiarsi. Per questo non si accorse da subito della brezza fresca che aveva cominciato ad accarezzargli il volto o della luce naturale che filtrava dall’uscita appena creata dai minatori.
Si buttò fuori senza nemmeno capire di essere uscito in una specie di radura. Si sentì strattonare e trascinare via.
La terra battuta si ricopriva di erba.
Mani callose lo sostenevano.
Dalla cavità esplose il getto di lava e pietre, sigillando nuovamente il buco da cui erano usciti.
”Ci vuole una birra…decisamente.”

Si lasciò andare all’abbraccio dell’erba soffice.

Erano fuori.

Finalmente.




Scheda Tecnica
RISORSE
Fisico 45 - 5 =40%
Mente 90 - 5 = 85%
Energia 45 - 20 - 10 = 15%

Oggetti

Erba ricostituente = +5% Energia
"Bibitone Giallino" = Neutralizza effetti del veleno.

Passive

Fratello della Cenere {2/6} - Resistenza a dolore e ustione a contatto con il fuoco. (Razziale)
Viandante {1/6} - Resistenza a sbalzi di temperatura, intemperie, sete, fame. (Talento)
Sfinire {1/6} - I danni inferti dai colpi fisici non tecnica danneggiano l'energia. (Talento)
Volo senz'ali {2/6} - Volare (Talento)
Istantanea {1/6} - Evocazioni a tempo zero. (Classe)

Attive

1)
  • “Vassallo Rosso” (Colore: rosso scarlatto)
    Consumo: Alto (energia)
    • CS: 4 – Forza (x2) Velocità (x1) Destrezza (x1)
    • Resistenza/Durata: Medio/2 Turni (Evocazione inclusa)
    • Abilità: Nessuna
    • Aspetto: “Un comunissimo drago scarlatto, tozzo e dalle ali membranose, robusto e sempre pronto a schioccare le poderose mascelle – soprattutto quando in mezzo si trova il collo di una preda succosa. Per quanto rozzi nell’aspetto, si tratta di animali veloci e tutt’altro che impacciati. Fedeli al Domatore come a consanguinei.”
    • Quantità: 1 esemplare


    2)
  • "Caccia inesorabile"
    Consumo: Medio
    • Natura: Psionica
    • Tipologia: Auspex/Anti-illusione (Area d'Effetto)
    • Descrizione: <i> “La vita di un domatore vagabondo presenta spesso la necessità di seguire le tracce in condizioni estreme. Ma la pratica e il fallimento hanno portato i sensi di Àlfar a rivaleggiare quelli di un animale. Vista, tatto, udito e olfatto hanno raggiunto una flessibilità tale da permettergli di ricostruire gli avvenimenti recenti in una determinata area, intuire le forme originali dell'ambiente e ciò che vi si cela. In termini pratici rivela nella sola mente dell'utilizzatore lo stato originale delle cose. Annullando illusioni e rivelando auree, in Quest può essere usata per rivivere movimenti recenti o l'aspetto originale di un luogo (a discrezione del QM), per un consumo Medio dell'energia.”


  • 3)
  • "Risvegliare il potenziale sopito"
    Consumo: Nullo
    • Natura: Fisica
    • Tipologia: Power-Up con danno al Fisico. (Bersaglio singolo)
    • Descrizione: “Fiamme d’oro avvolgono le mani del Domatore. Questi procede immediatamente a colpire il bersaglio, che vedrà la propria struttura fisica subire un ingrossamento dei muscoli repentino e incontrollato: la modifica è dovuta al rilascio di energie a seguito della stimolazione di particolari punti di pressione e comporta un incremento della Forza di ben 8 CS a fronte di un danno al Fisico pari ad Alto.”


  • 4)
  • "Risvegliare il potenziale sopito"
    Consumo: Nullo
    • Natura: Fisica
    • Tipologia: Power-Up con danno al Fisico. (Bersaglio singolo)
    • Descrizione: “Fiamme d’oro avvolgono le mani del Domatore. Questi procede immediatamente a colpire il bersaglio, che vedrà la propria struttura fisica subire un ingrossamento dei muscoli repentino e incontrollato: la modifica è dovuta al rilascio di energie a seguito della stimolazione di particolari punti di pressione e comporta un incremento della Forza di ben 8 CS a fronte di un danno al Fisico pari ad Alto.”


  • Evocazioni (e loro Azioni)

    “Vassallo Rosso"

    Turno 1/2: Scava usando 3CS alla Forza.
    Turno 2/2: Finisce i propri CS contro le lucertole, poi muore per colpa

    Note:

    Finalmente ci sono anche io! scusatemi...ieri sono andato a letto alle 4.30...Grazie per la pazienza e per la bellissima avventura :)

    Dialoghi:
    Parlato / Pensato / "Telepatia" - Àlfar
    Laskano
    Montu / "Telepatia"



     
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    Caccia92
    view post Posted on 20/4/2016, 23:18






    « Il Sultanato; una regione rigogliosa »
    Una piana erbosa; decimo ciclo lunare; 10:05.


    Laskano si lasciò crollare sul manto erboso, privo di fiato ed energie. Le braccia dolevano in maniera insopportabile e la cassa toracica pareva esplodere al martellare incessante del cuore. Erano fuori. L'aria fresca, il vento e il tocco delicato dei ciuffi verdi lo confermavano. Allungò una mano per stringere una manciata di terra e annusarla. Da quanto tempo erano sotto Theras? Da quanto tempo non vedevano la luce del sole?
    Gli era cresciuta la barba, era sudicio e l'alito puzzava. Un verme nudo fagocitato dall'abisso. Vivo, libero, sorpreso. Tutta l'acqua del mondo non sarebbe bastata a dissetarlo, tutto il cibo del mondo non sarebbe bastato a saziarlo. Sete, fame. Problemi che in quel momento assumevano un nuovo significato: erano più piccoli e risolvibili.
    Laskano inclinò la testa e fissò Koman. Anche se erano molto diversi l'uno dall'altro, l'esperienza li aveva uniti come fratelli. Entrambi sopravvissuti ad una spaventosa situazione, entrambi sapevano di essere dannatamente fortunati. Nello sguardo del giovane trovò una sfumatura di gratitudine e il colore smeraldino della speranza. Le loro strade avevano appena iniziato ad intrecciarsi, lui lo sapeva.
    « Bene. Direi che ci possiamo riposare qualche minuto. » disse Laskano, rivolto più a sé stesso che agli altri.
    Non si era dimenticato degli sconosciuti che avevano condiviso con loro la rocambolesca "eruzione" dalle viscere del Baathos. Conosceva i sintomi del veleno di quel maledetto cobra e non sapeva come aiutarli...ma Koman lo sapeva eccome. Un parente del ragazzo - ora non ricordava quale di preciso - era un esperto di alchimia. Sicuramente esisteva un rimedio per gli spaventosi sintomi.
    Quello che Laskano poteva offrire come ricompensa, tuttavia, andava ben oltre la piena guarigione dalla malattia.
    « Io ho un nome per voi: Sithoras. L'ho sentito solo una volta, eppure ricordo perfettamente la sua mansione. Penso sia l'uomo che state cercando... » sospirò perché anche parlare aveva il suo prezzo in termini di energie « ...era lui che si occupava dei prigionieri "speciali". »
    Vendetta. Il giusto rimedio per una schiavitù forzata in un posto orribile, il gradito liquore per lenire l'umiliazione e le pene subite.
    Lui non avrebbe cercato una soluzione diversa per i ricordi. La sua mente già viaggiava al futuro, dove la libertà faceva da padrona. Un lavoro onesto, compagni di viaggio, città, paesi, interi territori da esplorare. Rocce da scavare. Sì, ancora scavare; perché non poteva in alcun modo sottrarsi al destino che gli dei avevano assegnato alla sua esistenza. Lui era un minatore ed amava il sottosuolo.
    Era indissolubilmente legato alla terra.








    CITAZIONE

    QM.POINT



    Sappiamo bene che la storia non finisce qui, ma le vicende legate al Baathos sono, per il momento, concluse. Uscite tutti dal sottosuolo con la rocambolesca fuga (io l'ho definita eruzione perché mi sembrava il termine più appropriato) e vi ritrovate in una piana erbosa del Sultanato. Da questo punto in poi il finale è sottinteso: Koman vi suggerisce un guaritore, Laskano identifica l'uomo che vi ha condotto alla prigionia ed entrambi si dividono da voi per andare a formare la già presentata compagnia della quest "Legati alla Terra". Lascio a voi lo spazio per descrivere ciò che avviene nel momento successivo, chiaramente non lo farete in questa sede - e ci siamo già accordati privatamente per il proseguimento dei fatti. Passiamo quindi ai giudizi, brevi ma essenziali per inquadrare il resoconto delle vostre azioni.

    Alb†raum: mi spiace molto che tu abbia abbandonato. Dico sul serio. I tuoi post mi sono piaciuti molto e le tue iniziative sembravano in riga con la qualità degli scritti. Le scene originali, unite alla buona presentazione del tuo personaggio, si amalgamavano bene con il corso degli eventi di questa giocata. Interessante anche il fatto della tua malattia che poteva generare spunti interessanti durante i combattimenti finali e la fuga verso la superficie. Un vero peccato, mi piacerebbe condividere altre esperienze di gioco con te in futuro. Purtroppo non posso darti una ricompensa piena, tuttavia ho deciso di assegnarti 80 gold per ogni post come segno di gratitudine per il buon lavoro svolto all'inizio.
    Ricompensa: 240 gold.

    RamsesIII - Volk/Wolf: giudizio unico per entrambi poiché mi sembrava inutile slegarvi proprio sul finale. Avete combattuto insieme, vi siete dati una mano vicenda, avete sofferto con la stessa intensità. E, soprattutto, avete portato a termine la storia nella maniera che più si conformava alle vostre decisioni e ai vostri comportamenti - risultando coerenti, in definitiva. Per l'impegno, l'ingegno, il lavoro svolto, lo spirito d'iniziativa e, ultimo ma non ultimo, la discreta qualità dei post, assegno ad entrambi un meritatissimo (e lo sottolineo) Punto Promozione per la Fascia Verde. Forse Ramses è stato leggermente superiore a livello di testi e descrizione, ma non voglio evidenziare disparità dove queste sono minime e non andrebbero comunque a generare il tipo di giudizio che voglio farvi arrivare. Cercavo utenti che prendessero in mano la situazione, ragionassero sugli eventi e creassero un mondo dalle mille sfaccettature: voi ci siete riusciti. E l'elaborazione in confronto mi ha dato una spinta aggiuntiva per premiarvi in maniera definitiva. Per appunti o altro sugli errori all'interno dei singoli post (ce ne sono stati) possiamo parlarne in privato e guardare insieme il tutto poco alla volta. Siccome non voglio dare meriti particolari a nessuno dei due, conferisco lo stesso premio in denaro e un piccolissimo artefatto di ambientazione (ora lo elaboro, lo faccio approvare e poi ve lo consegno). Bravi davvero.
    Ricompensa (x2): 500 gold + piccolo artefatto di ambientazione e 1 Punto Promozione per Fascia Verde.


    Questo è quanto. Sono molto soddisfatto - nonostante l'abbandono - di come si è svolta questa giocata.
    Buon proseguimento.

    P.S. mi auto-assegno un premio di 300 gold per la gestione, considerati anche i ritardi nel postare.
     
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    18 replies since 19/1/2016, 14:33   397 views
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