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Cacciatori di nuvole - Ingordigia

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John.Doe
view post Posted on 15/6/2016, 11:07 by: John.Doe




Si rotolava avvinghiato alle cianfrusaglie come una sfera di carne incostante. Le mascelle spalancate come un baratro stillavano saliva viscosa al tatto e giallastra come miele.
L'uomo che un tempo era stato un valoroso esploratore, un cacciatore di tesori ineguagliabile, si era ridotto a un guscio di bile e fame che mal tollerava tutto ciò che non era l'allettante tintinnio del metallo.
Nascosta fra quei tesori impastati la spada guardava preoccupata il suo ladro.
Vederlo masticare un'intera ascia non l'aveva tranquillizzata e adesso cercava in tutti i modi di squagliarsela. Certo sarebbe stato più facile se quel grassone non avesse occupato la quasi totalità della caverna con tutta la sua ciccia spropositata.
Schiacciata sotto il peso di tale profana maestà, cercò la via più difficile: la retorica.
“Ehm...buon uomo?”
Il rutto assordante di risposta la fece riflettere brevemente sul perché forse gli uomini si ostinano incessantemente a farsi la guerra fra di loro.
Riprovò cercando di darsi un tono, ma il sedere del mostro continuava a premere incessantemente sul piatto della lama. E lei non stava mangiando.
“Lei non sa chi sono io! Ho sconfitto mostri che in incutono paura al solo pensiero, attraversato steppe desolate che potrebbero far rinsecchire il cuore dell'uomo più spavaldo, visto cose che voi demoni non potete neanche immaginare! “
E tutte queste cose se ne vanno come saliva che ti si avvinghia intorno.
“Uhr?” rispose il demone afferrandola da quel mucchio di tesori come una mosca caduta in un piatto di zuppa.
Il lampo di genio della spada. Forse parla la lingua degli animali.
“ Uhr Duhrr?” fece di rimando l'artefatto.
L'interessante conversazione su argomenti importanti come il tempo di quella giornata, la necessità delle mentine e il senso della vita andò avanti per molti minuti.

_________



Edenis strisciò silenziosamente lungo le pareti della caverne. I lunghi corridoi erano umidi al tatto e costellati di scheletri e brandelli di carne. Come tante piccole e terrificanti bandiere indicavano la via giusta oltre che mandare un messaggio chiaro a chiunque entrasse: andate via.
La ragazza accese la sua torcia a fulmini. Il crepitio delle scosse elettriche all'interno del piccolo cilindro scalciava e risuonava lungo le pareti come uno zampettare incostante.
Si tastò i fianchi e la schiena. La sua spada e il suo fucile erano ancora lì. Prese fiato cercando di ignorare il fetore nauseabondo. Avanzò fino a quello che sembrava essere il centro illuminato della caverna. Nell'aria risuonavano inquietanti risate.

_________



Approfittando di un attimo di distrazione, la spada aveva iniziato a fare il solletico al demone. L'idea era stupida, ma la massa di grasso sembrava apprezzare e magari sarebbe morto di risate. O di infarto. Infarto a causa di risate?
Edenis entrò nello spiazzale col fucile piantato dritto sul demone, cercando di trovare un senso a quello che aveva davanti.
Una spada le strizzava l'occhio e indicava con una mano che partiva dalla lama stessa quella specie di mostro informe che si agitava paonazzo sopra un cumulo di tesori, distratto dal solletico al punto da non notare neanche la presenza estranea nella sua tana.
La ragazza esitò prima di far partire il colpo di fucile. Le sue particolari pallottole erano imbevute di fulmini e il proiettile fendette l'aria come una saetta.
L'uomo, o quello che ormai era diventato, dapprima sembrò ignorare il colpo, ma bastò qualche istante per fargli rendere conto che il suo stomaco stava sanguinando.
Il naso iniziò a fremergli nervosamente, le narici si dilatavano come sfiatatoi in cerca del prossimo pasto.
Il demone si lanciò su Edenis come un masso lanciato dalla catapulta, scagliandola contro il muro.
La torcia a fulmini si infranse sul pavimento scatenando lampi e saette impazzite che illuminavano la scena. La spada, rimasta ancora appesa alla mano dell'aberrazione, si divincolava e urlava come una matta.
“Ehiii! Ehiii! Stai beneee?!”
Edenis aveva l'orribile volto sbavante e sfigurato incollato al suo, così vicino da potergli contare i denti. Pensò di essere impazzita. Forse sto per morire pensò, sento le spade parlare. Eppure l'artefatto continuava ad agitarsi e a sbracciare. Decise di dare comunque credito a quella mancanza di senso.
“Tu che ne dici?! Dammi una mano invece di fare domande da idiota!”
“ Ehi! Piano con le parole ragazzina! Io sono la famosa spada delle leggende, portatrice di virtù, distruttrice del...Wooh..Woohh?! WOOOO! “

Prima della fine del discorso la lama venne lanciata come un pietra senza peso nuovamente in mezzo alle cianfrusaglie al centro della stanza.
Il demone staccò con un morso secco il braccio alla ragazza. Le pietre stesse riecheggiarono dell'urlo di dolore. Edenis guardò inorridita il suo braccio cadere a terra e marcire rapidamente. Il moncherino si cicatrizzò in modo innaturale. Il braccio si era intorpidito e la metà che rimaneva iniziava a coprirsi rapidamente di nero.
Cerco di divincolarsi combattendo contro il dolore bruciante che scorreva come un fiume lungo tutto il corpo.
Con la mano rimanente cercò di estrarre la spada senza successo. Le fauci del mostro erano spalancate. All'interno di quella che sembrava una voragine infinita galleggiavano sul nero armi, gioielli e cadaveri. E' la fine pensò. Chiuse gli occhi, ormai rassegnata.
Sentì le mascelle serrarsi e il sangue caldo scorrerle addosso.
Ma non era il suo.
La spada era mutata in un scudo con un'enorme punta che si era frapposto fra lei e la sua fine, trafiggendo la gola al demone che si era accasciato al suolo, inerme.
“Niente male eh?! Eh?! Visto? Visto? Te lo dicevo io che ero la famosa spad...Ehi, ma tu chi sei?”
“Io…mi chiamo Edenis” riuscì a malapena a bisbigliare, poi svenne.
“ Svenire per l'emozione, lo considero un complimento!”
La lama ebbe appena il tempo di preoccuparsi delle ferite della ragazza. La caverna tremò. Un rombo assordante proveniva da fuori, come di mille tuoni che rimbombano nel cielo.
La spada si finse nuovamente un'arma normale per non destare sospetti ma cercò di non perdere di vista Edenis.
Uomini in strane divise la portarono via. Avevano le sue stesse strane torce crepitanti di fulmini ed erano preoccupati per lei.
Lì senti gridare e pregare. Poi un tuono finale e sparirono.

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“ E quindi è così che ho ucciso il demone e salvato la ragazza. Che ne dici, eh? Niente male, non è vero?” Ma la lancia continuò a guardarlo senza rispondere.


CITAZIONE
Note: Avevo pensato a tanti modi per introdurre il personaggio di Edenis e alla fine sono caduto sul flashback, pazienza :v: . E' stato difficile mischiare un personaggio nonsense in una faccenda più "seria", primo autoconclusivo ma dovevo pur iniziare da qualche parte! Non inserisco specchietti perchè in questo contesto li trovo inutili e renderebbero il tutto una serie di calcoli e sequenze fortemente meccaniche anche perchè il mostro affrontato è in teoria al di là della portata del mio personaggio. Chi sono i cacciatori di nuvole? Cos'è quella strana tecnologia? Edenis è soltanto una cacciatrice di tesori?
 
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