I corridoi del palazzo erano per lo più deserti, ricchi delle memorie di un tempo in cui quel feudo era stato ricco, prosperoso, probabilmente temuto. Gli arazzi erano sbiaditi nella luce che si insinuava, soffocata dalle tende e dal pulviscolo. Dovevano esserci state risate tra quei corridoi, forse intrighi, forse sguardi.
E ora c’era solo lei,
come uno sciacallo,
con la bava alla bocca e i passi silenziosi, elastici di una danzatrice mortale. La mannaia in una mano, il braccio allungato in avanti, a bilanciare il busto piegato. Gli occhi socchiusi
ma solo per far scena,
falci insanguinate nella semioscurità.
Fuori si udivano delle voci. Dentro rimbombavano degli ordini, ma nessuno interruppe la sua marcia. Dietro qualche porta delle voci, solitarie, ansimavano, pregavano o cantavano, dei respiri si adagiavano su lenzuola indurite dai troppi lavaggi. Nobiltà simulata
Ridicola
Sporca
Come roccia erosa dal tempo e pronta per essere spezzata.
Poteva quasi sentire dove si trovava il signore di quel castello
Facile seguire un bel puzzo di merda
E poteva quasi assaporare il suo sangue sulla lingua.
Un soldato troppo giovane le si parò davanti, sorpreso, gli occhi che si spalancavano, la bocca distorta dallo stupore. Quasi
Tenero
Si tagliava con un
Colpo solo.
Non gli diede il tempo di domandare chi lei fosse, cosa facesse, cosa volesse, generalità, ci possiamo vedere miamammavorrebbe.
Quelle cose le facevano i cattivi e i perditempo.
Quando lui scivolò a terra, le mani al ventre squarciato, gli poggiò una mano dietro la nuca, evitando che facesse rumore.
~
La guardia, con l’inutile picca nella mano, entrò nel portone del palazzo, chiedendosi se fosse davvero il caso di annunciare quegli scocciatori. Si disse che avrebbe contato fino a dieci e poi sarebbe uscito dicendo che il signore del castello non accettava di vederli.
O forse fino a venti.
Che noia quel lavoro per lui, che aveva combattuto la guerra del Leviatano e che aveva visto un impero nascere e cadere. Che noia quel luogo dove nemmeno le mosche ronzavano troppo forte. Sbadigliò, chiuse gli occhi. Li aprì.
Un gruppetto di guardiani armati correva verso di lui. Ma naturalmente non era lui il loro bersaglio, quella non era la guerra. Distese lo stomaco che si era contratto in un sussulto.
“Avete visto una giovane donna armata?”
Cercò di ricordare se nel gruppo giunto alla porta ci fosse una giovane donna. Sì, pensò, doveva essere una ragazza in età pubere. Se fosse armata, beh, quello non avrebbe saputo dirlo. Ma di certo non sarebbe uscito a verificare. Si limitò a spiegare brevemente chi vi fosse all’ingresso e si dileguò rapido. Una cosa dalla guerra l’aveva imparata: l’annoiato non muore, è il ficcanaso che ci lascia sempre le penne.
~
Arrivarono verso gli uomini che li attendevano a passo svelto, gli elmi calati. In quel palazzo c’erano più guardie che corte, aveva commentato un giorno una gentile donzella che passava spesso nel letto del comandante. Lui l’aveva pagata un extra per la sua sagacia.
E ora l’attendente pensava che davanti a loro non c’erano visitatori o stranieri, ma solo un mucchio di grane. E pensava anche che il suo comandante era stato troppo furbo a voler restare nel palazzo. Tutte palle quelle storie sulla fedeltà al Signore del castello e sulla necessità di proteggerlo personalmente. Loro intanto stavano cercando una pazza che aveva ucciso a sangue freddo con straordinaria precisione. E che ora, forse, era lì davanti a loro. In effetti quella ragazzina non sembrava del tutto a posto.
“Domando perdono, stranieri, ma nel palazzo si è introdotto un intruso. Ho ordine di non far entrare nessuno finchè non ce ne saremo occupati”.
Nell’elmo sentiva il volto in fiamme, il sudore che gli aveva già inumidito i capelli.
“Vi pregherei dunque di allontanarvi e tornare più tardi.
Tranne Voi, signora. Vorremmo chiederle di rispondere a qualche domanda”.
Lui non aveva alcuna inutile picca, e per sottolinearlo portò la mano all’elsa della massiccia spada che aveva al fianco. La sua voce dentro l’elmo era impersonale, quasi metallica.
Gli altri erano uomini, è vero, ma erano pochi. E uno era perfino un vecchio. Quindi pensava se ne sarebbero andati con la coda tra le gambe, come tutti i mercanti fifoni e i popolani che si rispettino.
Invece uno di loro, abbastanza giovane, gli rise in faccia.
“Non siamo venuti fin qui per andarcene, damerino.
Farai bene ad ascoltare quello che abbiamo da dire, o i tuoi problemi saranno ben lungi da un semplice intruso”.
Desiderò ucciderlo subito, le sue dita ebbero uno spasmo, ma si trattenne all’ultimo. Aveva ancora tempo, tutto quello che voleva, prima di procedere.
CITAZIONE
Qm Point
Mi scuso subito per il ritardo nel post, dovuto al fatto che mi trovo in vacanza al mare èwè #senzavergogna.
Immagino sappiate cosa fare: organizzate in confronto le vostre azioni e vedete come comportarvi. Avete davanti i guardiani del turno precedente, armati di picca, e i nuovi soldati arrivati, armati di spada e decisamente più pericolosi anche al primo sguardo.
In confronto vi risponderò puntualmente, quindi andate tranquilli e buon proseguimento.