Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

King's Doawn ~ L'Alba delle Tenebre

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view post Posted on 26/12/2011, 17:06

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Blatte fastidiose che zampettavano a destra e sinistra, pantegane che quatte s'aggiravano nell'oscurità squittendo come ossesse.
Quel luogo non era altro che un letamaio pieno di sporcizia, un luogo abbandonato da Dio che aspettava solo il colpo di grazia per cadere distrutto. E loro erano la sentenza che avrebbe condannato quello spicchio di ribelli, la mano che avrebbe eseguito la giustizia del Re. Loro erano il suo personale boia.
«Siamo arrivati. La parte in cui si cammina è finita; da qui si arriva alle segrete del palazzo di Asad, dove sono tenuti i nostri uomini. Aspettate e vedrete. Potete sedervi sui topini, se siete stanchi»
Iskandar si avvicinò con cautela al muro di pietra che aveva dinanzi, Lux con aria interrogativa osservava i movimenti di quell'uomo, cercando di carpire fino a che punto si potesse fidare di lui, sperando di non cadere in un eventuale trappola. Lo stesso guerriero pareva non fidarsi dei suoi stessi passi e delle sue intenzioni, come se temesse per la sua incolumità, come se qualcosa nell'oscurità si muovesse silente, sfuggevole ai sensi umani sebbene fossero tutti all'erta.
Ancora non lo sapevano, ma come mosche stavano precipitando ingenue nella tela del ragno.
Quando fu abbastanza vicino Iskandar sollevò l'indice e con angosciosa lentezza lo avvicinò alla parete.
D'improvviso una violenta esplosione di luce investì il vicolo, e fu come se la notte d'un tratto si fosse tramutata in giorno, Lux fu costretto a portarsi le mani davanti agli occhi per evitare di essere accecato dal colpo di luce improvviso. Peggior sorte ebbe invece il guerriero, a seguito dell'esplosione fu scagliato contro la parete opposta. Poi tutto ridivenne buio, il vicolo ripiombò nell'oscurità di cui era pregno, e tutto tornò alla normalità.
Ci vollero svariati tentativi prima di riuscire a sbloccare finalmente il sigillo, poi, dopo vari tentativi, il sigillo non respinse più l'incantesimo, al contrario una breccia si apri nel muro palesando ai tre le catacombe che portavano alle segrete del palazzo.
Ma la gioia fu effimera, in un battito di ciglia la felicità venne soppiantata prima dallo stupore poi dalla paura, una freccia scoccata alle sue spalle si andò a conficcare al centro dell'addome di Iskandar, un liquido porpureo tinse le vesti caleidoscopiche dell'uomo, la freccia si andò a conficcare dritta nel fegato.
« Dietro di vo-voi»
Le ultime parole prima di accasciarsi al suolo furono d'avvisaglia per Lux e Illidan, ma nemmeno il fu Lux che sbaragliò orde e orde di elfi e lottò in un valzer tra la vita e la morte con un giullare poteva fare niente, figuriamoci lui, un semplice uomo con la paura perpetua di morire.
Le guardie della città ormai erano accalcate tutte intorno alla sua figura, gettati nelle grinfie del ragno non fece nemmeno in tempo a muovere un solo dito che una freccia lo colpì. E prima che si potesse accorgere di altro, la sua mente piombò in un nuovo buio, la morte da cui tanto stava scappando lo ghermì nuovamente nelle sue fauci, pronta a stritolarlo per l'ennessima volta. Come se morire per Lux fosse lapalissiano. Un Deja-vu ormai vissuto troppe volte.
Infine il suo corpo cadde al suolo privo di vita.
ddddjn
Si ridestò lentamente, le palpabre pesanti vennero aperte con fatica, la testa doleva come se fosse immersa in un miasma di percussioni. Un post sbornia in cui ogni singolo rumore risulta essere un roboante e fastidioso pugno nelle membra. E il suo compagno che faceva rumore molesto.
«Stai zitto... »
il respiro affannato, le mani premute contro la testa, la sua stessa voce flebile che era come una violenza carnale per lui. Poi le voci si moltiplicarono, come se fossere infinite, nella sua testa divennero troppe per essere ascoltate, troppe per essere tollerate.

36copia
« STATE TUTTI ZITTI!!!!!!! »


Infine la rabbia esplose, un urlo disumano sguarciò l'aria e rimbombò nelle pareti della caverna, un silenzio attonito cadde nella sua mente, ora sentiva solo il ticchettìo delle catene, il plick! dell'acqua.

Tum
Tum
Tum

Il battito del suo cuore che andava via via stabilizzandosi.
Con fatica si mise in piedi, le gambe flaccide fremevano rischiando di farlo cadere a terra. Le catene che gli impedivano di muoversi liberamente, le sbarre che gli impedivano di uscire.
E la rabbia che gli montò indosso.
« Vi ucciderò TUTTI. »
È una promessa.
Allungò con violenza il palmo davanti a sé mirando alle catene di entrambi, un globo oscuro ricoperto di elettricità venne scagliato contro le catene che, al momento dell'impatto, si sgretolarono come foglie secche.
Libero dalle catene, cercò la sua spada all'interno delle vesti. E con sorpresa s'accorse che non era stato perquisito, e che Kurikara era ancora al suo posto.

22copian

« Grave errore. »

Un orda di anime dannate s'infranse contro le sbarre della cella. Le anime si abbattterono con propetenza contro il ferro e, nel giro di pochi secondi, furono di nuovo liberi.
La prigione non era nient'altro che una grotta nella quale le sbarre dividevano le varie celle.
Diede un'occhiata ai prigionieri e non gli ci volle molto per capire che alla fine erano giunti a destinazione, erano proprio dove dovevano essere.
Un sorriso sarcastico si pittò sul suo volto. Lux si avvicinò a uno dei prigionieri.
« Sapete come uscire da qui? »
E senza aspettare la risposta, che sarebbe comunque arrivata, iniziò a liberare tutti i prigionieri.
Pronto a scatenarli contro il nemico.
Pronto a perseguire la sua vendetta.

Perché la bestia si stava finalmente ridestando.


CITAZIONE

Lux


ReC: 325 | AeV: 225 | PeRf: 150 | PeRm: 300 | CaeM: 225[/size]


Energia:86%
Status Fisico: Illeso
Status mentale: Forte emicrania [Medio]
Equipaggiamento: Kurikara riposta;
Abilità attive:

Il potere oscuro di un Diavolo
Lux diversamente da sua padre, ama giocare molto di più con l'oscurita, e con tutto ciò che questo concerne, gli piace il buio, ama il buio, ama la forza dell'oscuro.
In termini gdr dopo un attimo di ferma concentrazione, allungando un palmo verso la direzione desiderata, genera una sfera particolarmente grande di colore completamente nero, percorsa da notevoli scariche elettriche. La sfera rimarrà sospesa sul palmo quanto lo si desidera, poi potrà essere scagliata a gran velocità contro il proprio avversario. Se la sfera colpirà l'avversario, gli provocherà notevoli ustioni su tutte le parti scoperte del corpo, e fungerà come se l'avversario venisse colpito da un violentissimo urto.
Contro gli angeli il danno è alzato, e diviene livello alto. Contro i demoni, invece, va considerato di livello basso.
[Consumo Medio]

Created a kingdom, reached for the wisdom
Nessuno sa quante siano esattamente le anime prigioniere di Kurikara, la Soggiogatrice. Ma la leggenda vuole che in molti l’abbiano stretta e portata alla cintura, finendo poi per subire il contrappasso ed essere da essa avvolti per sempre.
Basterà un solo fendente nell’aria e un consumo pari a Medio per evocare dalla lama un’orda di anime impazzite, libere solamente per pochi secondi, e dirigerle verso il nemico, le mani tese a strappargli la pelle dal volto, le bocche urlanti di un grido muto. Esse potranno essere dissipate interamente, altrimenti scompariranno dopo aver inflitto all’avversario un danno totale pari a Medio.
Abilità passive:

La bellezza di un Diavolo
Sei la fotocopia di tuo padre.
Questa è la cosa che più gli hanno detto da quando ne ha ricordo. Infatti il giovane Lux risulta essere una fotocopia più giovane del padre, ma oltre a questo lui è molto di più. Lui è un ragazzo di diciotto anni, capelli neri sempre scomposti come quelli di suo padre, e i soliti occhi azzurri come il ghiaccio che solo osservandoli potresti innamorarti di lui. Al contrario del padre però, non apprezza molto quei vestiti che lui definisce "antichi" bensì il suo vestiario comprende un taglio molto più giovanile, una camicia e un paio di jeans, niente di più sportivo e al contempo elegante, e le scarpe, beh quelle si abbinano a seconda del Look. Il fisico lo potremmo definire magro, ma in realtà il suo corpo non è esageratamente mostruoso, ha un altezza leggermente superiore alla media, raggiunge il metro e ottantasei, il suo fisico è ben delineato e slanciato, i muscoli assomigliano più a quelli di una statua greca che ai colossi palestrati.
Come il padre risulta piacere alle ragazze, ma stranamente piace proprio a tutti, non c'è nessuno che incrociando il suo sguardo o sentendone semplicemente il profumo, non venga ammaliato.
Tutti, uomini e donne lo trovano attraente, nessuno escluso.
[Descrizione fisica + Tecnica di ammaliamento passiva.]

Le diversità di un Diavolo
Lux è l'incarnazione umana del diavolo, e come tale ci sono cose che lo differenziano da un normale umano, lui non è forte fisicamente, ma è instancabile, raziona le sue energie, non le spreca e non sverra quasi mai.
In termini di gdr ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico,e per tutte le altre tecniche avrà un consumo energetico del 3%, inoltre non ha bisogno di tempo, nemmeno sfiorare l'avversario, gli basta anche solo guardarlo, la sua mente potrà attivare all'istante qualsiasi tecnica illusoria. Lux al 10% non sverrà, ma al 20% proverà comunque fatica e allo 0% morirà.
Inoltre la sua abilità magica non ha eguali, e gli permette di conoscere illusioni che altri comuni mortali normalmente non conoscerebbero. In termini di gdr Lux ha accesso a livello del dominio successivo.
l'abilità illusoria è tale che le tecniche castate saranno di una potenza inaudita. In termini di gioco, ogni sorta di tecnica illusoria o manipolatoria utilizzata, sarà di un livello superiore. Una tecnica a costo alto, varrà per esempio come una tecnica di costo critico. Tecniche di costo critico invece avranno una potenza superiore ad altre tecniche di costo critico, a parità di PeRm.
[Passiva Domino I-II-III, Raziale umana, Cristallo della conoscenza]

Favore delle tenebre: Questa tecnica agisce sul negromante come un'abilità passiva, quindi non ha consumi di energia ed è sempre attiva. Il suddetto, nel momento stesso in cui entrerà in un'ombra che potrà coprirlo totalmente, diverrà completamente invisibile a qualsiasi tipo di occhio. Potrà muoversi all'interno dell'ombra come meglio crede, ma se anche solo un dito fuoriuscirà da essa, diverrà completamente visibile.
Se l'ombra, inoltre, venisse dissolta per qualche ragione, il negromante tornerebbe visibile.
Una tecnica utilissima per nascondersi e attaccare a distanza senza essere scorti.
La tecnica non è un'illusione, ma semplicemente una mimesi, in quanto il negromante si rende identico all'oscurità, tramite un processo magico. La potenza dell'invisibilità è minima, e quindi è contrastabile da qualsiasi tecnica di livello superiore.
Consumo di energia: Passiva

L’abito fa il monaco
Il demonio non si presenta sotto un unico aspetto. Come potrebbe? Egli deve convincere ognuno, deve piacere a tutti. E per questo deve mostrarsi loro nelle vesti che più li rassicurerebbero, che più li convincerebbero ad avere fiducia in lui.
Non c’è quindi da stupirsi se anche suo figlio è quindi in possesso di una tale facoltà. Non lui, ovviamente, perché mai potrebbe eguagliare il padre, bensì i vestiti che furbescamente indossa. Essi, infatti, appaiono ad ogni interlocutore nella forma che sarebbe più utile a rassicurarlo e farlo sentire a proprio agio. Ognuno dei presenti vedrà Lux indossare un indumento differente e nessuno potrà dire di aver visto la reale forma di queste miracolose vesti. [Passiva_ e' una difesa psionica e come tale può essere bypassata]
L’eleganza è essenziale
Queste vesti, che appaiono così ordinarie agli occhi di tutti, sono in realtà state intessute dell’essenza stessa del Portatore di Luce. Ne costituiscono un’emanazione, un pericoloso artiglio teso verso il mondo dei mortali. Sono, come colui che le ha volute, uniche e insostituibili. Per questo motivo non è possibile che la volgare mano dei mortali possa in alcun modo danneggiarle o distruggerle.
Le vesti di Lux saranno indistruttibili per qualsiasi colpo d’arma o d’incanto, che si limiterà a passarvi attraverso senza in alcun modo macchiarle o danneggiarle. I colpi ovviamente, se non opportunamente deviati, andranno però a colpire il corpo del giovane, provocandogli normalmente dei danni. [Passiva]

Punirò il peccatore non il peccato
I vestiti blackstati concepiti per Lux e per lui solo. Il padre, signore degli inferi, ha scelto che solo suo figlio potesse indossarli e sfruttarne il vasto potere. Nessun mortale potrà mai permettersi di appropriarsi di queste vesti. Nemmeno se riuscisse a sottrarle a principe degli inganni, nemmeno se in qualche modo egli se ne privasse. Chiunque diverso da Lux indossi le vesti le sentirà divenire sempre più strette. Se non riuscisse a spogliarle prima ne finirebbe irrimediabilmente stritolato. [Passiva]
And you... I wish I didn't feel for you anymore...
Compassionevole e Kurikara. Essa ama colui che la usa per combattere e desidera salvarlo dall’ultimo, tremendo viaggio. Colui che la stringe forse non sa, o forse non si interessa, a ciò che lo aspetta. Una volta morto la sua anima sarà per sempre risucchiata nella spada e mai libera, mai capace di fluire nell’onda cosmica dell’infinito.
Per questo motivo la spada porta attorno a sé l’aura oscura del demonio pur non essendo né pia né malvagia, ma semplicemente compassionevole. Chiunque la veda proverà immediatamente un senso di angoscia e di oppressione, a cui sarà estraneo solamente colui che la possiede. [Passiva]
Malus:
Il Peccato non ha volto
Le vesti di Lux appaiono agli occhi di chi lo vede come le più adatte a convincerlo. Esse hanno lo straordinario potere di nascondere e ingannare. Ma ad una cosa non possono sfuggire: la realtà che viene dal Padre, lassù, nel Paradiso. Per questo motivo quando l’immagine del giovane si trovasse riflessa in uno specchio o in qualsiasi altra superficie, essa rimanderebbe agli occhi di tutti la visione della verità, supremo bene per gli uomini. Il Peccato, si sa, non è onnipotente. E così essi potrebbero vedere riflesso Lux con indosso stracci grondanti di sangue, di inumano peccato, laceri e consunti, ben diversi da quelli che con i propri occhi gli vedono addosso.
Questo è l’unico modo in cui Dio, dall’alto, cerca di proteggere i propri figli. [Malus]


Note: Scusate il post non eccelso ma le feste mi hanno portato via parecchio tempo, e anche con altri post ho fatto ciò che ho potuto.
Comunque niente da dire libero entrambi con due tech medie e poi libero un po' tutti.
In seguito posterò un'immagine, sta notte credo, scusate ma devo scappare.



Edited by Lud† - 27/12/2011, 10:53
 
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Valar Morghulis ~
view post Posted on 14/1/2012, 16:28




ALI OSCURE, OSCURE PAROLE
—where: rockwhite

Si sporse oltre la bassa ringhiera di bianco granito sapientemente cesellato, ammirando la Città Bassa che si stendeva ai suoi piedi.
Lì in basso, oltre la via principale che strappava a metà il tessuto urbano, si potevano intravedere i quartieri più poveri: dove i canali di scolo iniziavano a sparire ai lati delle strade e andavano a nascondersi nei vicoletti, iniziava la suburra. Un formicaio di uomini, donne, anziani e bambini affaccendati. Ancora oltre, le mura. Gli parse addirittura di riuscire ad individuare le posterle semi-nascoste all'ombra dei doccioni di arenaria. Si accarezzò il pizzetto, pensieroso, senza sorridere.
Il sorriso era un lusso che poco si addiceva al suo stato.
Oltre le mura, non si vedeva nulla, solo le cime frastagliate dei Monti Rossi. Eppure lui sapeva che la Regina Nera era in agguato.
Gli venne da chiedersi se lo fosse anche lui -in fondo stava giocando un ruolo che trovava fastidiosamente piacevole. Iniziava ad abituarsi alla sua condizione, in lui era nato il seme del dubbio. Avrebbe mai più provato quelle emozioni?
Scacciò il pensiero come avrebbe fatto con un insetto troppo insistente, limitandosi a sollevare lo sguardo verso la Città Alta.
Il fortilizio che ospitava l'ingresso alle segrete sembrava particolarmente animato. Il Corvo si guardò intorno con aria sorniona.
Alle sue spalle, uno degli uomini di Asad montava la guardia all'entrata.
"Controlla la porta...o me?" si chiese, inclinando impercettibilmente il capo.

Vide un falco attraversare il cielo imbrunito.
Tornò ad osservare il fortilizio: alcune torce sembravano agitarsi in maniera quantomeno sospetta. Da ciò che riusciva a scorgere, il baluginare delle fiamme e gli scatti improvvisi di alcune ombre tradivano dei tafferugli. Non si sarebbe mai aspettato una tale vivacità in quei luoghi.
"A meno che..."
Quel pensiero lo fulminò, lasciandolo per qualche istante a fissare il nulla. Possibile che fossero riusciti?
La sua esperienza diceva che nulla era impossibile, finché si era assistiti dagli dei. Da un Dio in particolare.
Si voltò, in maniera composta, lasciando che il cappuccio rimanesse sollevato sul suo capo, il volto nascosto. L'unica -scarsa- parte del suo corpo ancora in vista erano le mani. Rimediò agilmente, incrociandole sul petto, rintuzzando le braccia nelle larghe maniche a losanga della pianeta nera che indossava, impreziosita da alcune perle -nere anch'esse.
« Mio buon amico, temo che sia appena sorto un problema » proclamò ad alta voce, riscuotendo la guardia dal torpore.
L'uomo gli si fece incontro, ma il Corvo fu lesto a dargli le spalle, volgendo nuovamente lo sguardo alla Città Alta.
« Pare che i nostri ospiti abbiano deciso di levare le tende prima del previsto » spiegò con sussiego.
Tornò a voltarsi, la mano destra nuovamente impegnata ad indagare la superficie della maschera che gli copriva il volto, cercando di indovinare i contorni della sua barba.
« Corri ad avvisare Asad: che mandi i suoi uomini migliori »
Si allontanò dalla terrazza, rientrando nella stanza che gli era stata concessa dal capo dei ribelli. Si guardò attorno, senza degnarsi di nascondere una certa contrizione.
« Un centinaio dovrebbero bastare » rilevò, accompagnando le parole con brevi mugugni d'assenso.
« Si, i cento uomini migliori. »
« Ma Signore, i miei ordini... »
« Se non fai come ti dico, il prossimo ordine che sentirai sarà quello di gettarti dalla Rocca della Città Alta, ragazzo mio. »

« Aye, Signore, vado subito. »
« Molto bene. »

Rimasto solo, il corvo si sedette sulla sponda del letto a baldacchino dai tendaggi violacei.
Sperava di non aver sbagliato. Pensò che -forse- in quel caso si sarebbe dovuto punire. L'espiazione faceva parte della sua natura, fuggire una giusta punizione sarebbe stato svilire una costante ricerca di perfezione, perfezione che andava a maggior gloria dell'Unico. Si tolse, lentamente, la maschera che gli copriva il volto, massaggiandosi la pelle del viso con lenti movimenti circolari. Rimase ad attendere.
Trascorsero minuti lunghi come anni, forse ore. Si aspettava di sentire da un momento all'altro il rumore del chiavistello che si sollevava, un rumore che probabilmente avrebbe decretato il suo errore -la sua punizione. Si alzò in piedi. Quanto tempo era trascorso? La guardia era già riuscita a conferire con Asad? E se non avessero creduto alle sue parole?
E se...

A salvarlo fu un altro rumore. Uno inatteso.
Quando lo sentì, non poté fare a meno di correre fino alla terrazza, affacciandosi fino a rischiare di cadere quindici metri più in basso. Ciò che vide lo rincuorò: le porte erano aperte, gli uomini sciamavano fuori. Il Corvo, soffermandosi ad osservare la testa di quello strano corteo, non riuscì ad impedirsi di sorridere. Rientrò, l'animo in pace, soddisfatto.
Attese ancora qualche minuto, prima di uscire nuovamente sulla terrazza. Il suo sguardo vagò lungo la Città Bassa ancora una volta, raggiunse le mura. Si chiese in quanti fossero, lì fuori, ad aspettare.
Sollevò la mano destra.

QukyZ

« Che abbia inizio » mormorò, lasciando fluire dalle proprie dita,
verso il cielo, un fiotto di fiamme rosse e gialle, fiamme di porpora come il sangue che stava per correre.
« E che abbia presto anche una fine » aggiunse poi, come una preghiera.
A maggior gloria dell'Unico.
___ ______________________ __ ______________________ ___


IL CAPO DEI RIBELLI
—where: rockwhite

Si sentiva eccessivamente quieto, e questo lo innervosiva.
Prima di un combattimento, prima di una battaglia, si era sempre sentito più che in dovere di provare sensazioni forti. In quel caso era diverso: si trovava asserragliato in una città che poteva resistere all'assedio, circondato da uomini che non avevano nessuna intenzione di deporre le armi, specialmente non davanti ad una donna -per quanto temibile potesse essere la Regina Nera.
La situazione rischiava di sfuggirgli di mano, e quasi si pentì di aver messo da parte il Corvo, preferendo la compagnia dei suoi luogotenti: certamente erano uomini maggiormente avvezzi al fragore delle lame, e da qualche parte dovevano pur cominciare a tessere una strategia che permettesse loro di rompere l'assedio.
D'altra parte, quegli uomini che tanto erano capaci sul campo di battaglia, in un consiglio -fosse anche un consiglio di guerra- sembravano reclute imberbi, ancora vergini del battesimo di fuoco e sangue.
Sentì la rabbia che cominciava a montare, mentre due dei suoi capitani si accapigliavano su chi avrebbe dovuto tentare una sortita quella notte stessa, aprendosi la strada tra i nemici uscendo allo scoperto dalla posterla a sud delle Grandi Porte della città.
Si lasciò sfuggire un ringhio sommesso, ma proprio quando sentiva di essere sul punto di esplodere, le parole del Corvo gli tornarono in mente.
"Uccide più la paura che la spada...calmo, devo stare calmo."
Lui lo sapeva. Sapeva che la rabbia e la foga sarebbero state cattive consigliere, lo avrebbero privato della giusta lucidità, della freddezza. Si sarebbe lasciato prendere la mano, sfociando in sciocchezze affatto necessarie, specie in quello stato di cose.
Si alzò in piedi, sollevando una mano per imporre silenzio.

Improvvisamente, nella piccola sala che ospitava il concilio si spensero tutte le voci.
Asad ebbe appena il tempo d'aprire bocca, che la piccola porta laterale -unico accesso alla stanza in cui si trovavano- si aprì di schianto, mandando a sbattere il pesante legno di ciliegio contro il muro. Una discreta fetta d'intonaco si staccò, sfarinandosi al suolo. Eppure, chi aveva appena fatto irruzione, sembrava non avere alcuna remora a riguardo. Si trattava di uno dei suoi uomini, una guardia scelta, uno di quegli uomini di Rockwhite che, all'inizio della rivolta, si erano dichiarati abili nel combattimento, entrando a far parte -di diritto- dell'élite di quell'armata che salvo rare eccezioni era composta più da cittadini inferociti che da guerrieri.
Nessuno di loro si riteneva un traditore -e a buon diritto: il loro Re era morto, l'unico Re che potessero accettare di servire.
L'uomo sembrava trafelato, faticava a riprendere fiato, si sosteneva a stento in piedi, puntellandosi con l'asta della sua lancia.
« Perché tanta foga, Saleth? » chiese Asad, indeciso se adirarsi per l'interruzione o preoccuparsi per ciò che poteva significare.
« M-mille scu-scu-scuse » ansimò la guardia in risposta, cercando disperatamente di ridarsi un contegno.
« I prigionieri, alla-- alla Città Alta. Sono riusciti ad evadere dalle celle, stanno fuggendo. »

« C O S A ?! »
Più che una domanda, un ruggito.
« Si, me lo ha detto lo Straniero, Occhio-di-Corvo. »
« Che altro ha detto? »
« Di mandare i tuoi cento uomini migliori per sedare l'evasione. »

Asad era molte cose, ma sicuramente non uno sciocco o un codardo.
Di certo doveva intervenire, non poteva permettersi il lusso di osservare una rivolta dentro una rivolta. Prese la sua decisione in pochi istanti -una delle decisioni più avventate di sempre, ma da quell'azione dipendeva il suo futuro.
Non intendeva metterlo in mano a quegli incompetenti che si trovava intorno.

EMup5
« Raduna i cento uomini migliori: li condurrò io stesso alla Città Alta. »

Pochi minuti dopo, il contingente sfilava oltre la Porta dei Mattoni Rossi, ignorando la suburra e lanciandosi con veemenza lungo la salita che portava all'acropoli di Rockwhite. Una salita lunga, terribile.
Ma per Asad era ancora più terribile l'attesa. Non sapeva cosa si sarebbe trovato di fronte.
Non era nemmeno sicuro di cosa si stava lasciando alle spalle.
___ ______________________ __ ______________________ ___


Eccomi qui, signori belli. E' il crepuscolo -anche per i due (finti) mercanti. La scena che ho descritto credo non necessiti di ulteriori spiegazioni. Vi invito ad attendere il post di Jimmy, penserà lui a darvi il limite per rispondere.
 
Top
J!mmy
view post Posted on 14/1/2012, 18:59




bwmGt

Mura di Rockwhite
________________

Lo sguardo al cielo librò lento e pacato a bordo di ali di falco, un falco dal becco arcuato e lunghe piume color cenere, sorretto da null’altro che una tiepida brezza estiva, la stessa che scolpiva d’amaro le limpide ciocche nere fuggiasche alla salda presa dell’elmo.
La Nera rimase immobile, col volto al cielo per eterni minuti, mentre oltre le spalle apparentemente gracili sentiva i tamburi rallentare – seppur ancora possenti e riecheggianti per la steppa – fino al completo chetarsi tombale. L’esercito tutto tacque: ogni soldato, ogni arciere, ogni mercenario rimase fisso come in attesa di un cenno, gli occhi piantati sulla corteccia di colei che sola poteva dominare quell’assurdo mondo.
Il falco emise un ultimo gemito, poi planò oltre l’orlo dei Monti Rossi; con esso, anche l’assenza della donna parve d’un tratto inghiottita da quel sudicio e arido ammasso di rocce vermiglie, mentre in alto, tra le nubi iniettate di porpora e cremisi, un sibilo di fiamma dardeggiò istantaneo.

«E’ ora.»
Le labbra si mossero tanto impercettibilmente da risultare inverosimile carpirne il suono, che si sciolse invece nello stupore degl’uomini come un zolla di zucchero in una calda tazza di tè.
Fu quando la Constantine guizzò al cielo in un unico gesto del braccio, che la meraviglia mutò in dubbio, l’incertezza in aizzata ferocia.
Rekla Estgardel, superba come pochi, orgogliosa come nessuno, ruotò sulla propria sella di cuoio e si rivolse ai tre cavalieri ai suoi piedi. Era stato davvero una mossa furba assoldare animi tanto giovani e inesperti?
Poco importava oramai, giacché di lì in avanti ogni errore sarebbe stato ripagato col sangue.
«E’ ora» ripeté a voce alta «Uno di voi guidi gli arcieri per quel sentiero» sollevò l’indice alla volta di una misera fessura nella pietra «Vi condurrà ad un’altura assai impervia ma vicina alla cittadella: occupatevi delle guardie di cinta e spianateci la strada, al resto penseremo noi.»

[...]

Ed ancora tamburi di guerra stuprarono l’aria, violando quell’assordante silenzio che abitualmente precede la tempesta. Uno dopo l’altro, scoordinati e gementi come puttane al culmine del piacere, le Tenebre scivolarono tra spuntoni e polvere come se librassero a pochi centimetri dalla terra che tanto avidamente divoravano impazienti. Le armi urtavano ripetute all’unisono sul centro del piatto argentato che faceva loro da scudo, mentre i muscoli turgidi e contratti delle belve che reincarnavano sussultavano e scoppiavano di ardore, irrorando i loro corpi di adrenalina e ingordigia.
L’odore di morte corrugava i loro volti di malcelato piacere.
L’aria era già pregna del sangue dei tormentati.
Lo sentiva.
Quando la fantomatica Roccaforte Bianca, edificata al mero fine d’inglobare lo sfregio di qualcosa di ben più imponente e dominante – il fu Bianco Maniero – si spalancò ai loro occhi, un sol grido si erse nella melma, sputando al cielo tutta la corruzione che in sé racchiudeva e serbava geloso.

«All’attaccoooooooooooooo!!»
Fu la voce della Nera a spegnersi tra le urla dei soldati, soppiantata dall’odio che ora più che mai tratteggiava quei visi sfregiati, quei cuori impietriti. Il putiferio fu assoluto...
... e una nuova guerra, un nuovo male, un nuovo scontro parve impossessarsi di quelle lande tanto desertiche e moribonde:
il Valzer delle Tenebre.
8Q2qi
Il Dono si levò fra tutti, sorgendo fra i corpi derelitti come una fiera oramai libera da catene e furiosa oltre ogni limite esistente ed immaginabile. Nulla poté ostacolare il costrutto, nulla osò anche solo vagheggiare di potervisi opporre, opporre a un essere che osò fermarsi al solo collasso delle pallide mura, le stesse che sprofondarono al suolo come cera fusa al sole. Da quella voragine, dunque, da quell’infimo pertugio di pietra l’esercito della Nera s’insinuò con estrema rapidità, privandosi dell’abominevole caos da cui era stato dominato al fine ultimo di oltraggiare la città bassa di Rockwhite; come un sol corpo, come un unico immenso essere d’ombra e terrore.
Approfittando dello spargimento delle forze nemiche, il Cerbero sfrecciò a cavallo tra i ribelli, trascinando un fascio di militi all’abbattimento del manipolo di guardie che osava ancora resistere al suo potere. Dolore scivolò poco distante dalla coscia del macabro stallone, squarciando un soldato in pieno petto e spogliandolo della carne, mentre al di là di ogni cranio di quell’assurda ecatombe (un tempo florido e delicato cortile del borgo) sacchi di putride viscere e polpa marcescente piovevano impuniti al velenoso tocco dei loro impareggiabili arcieri.
Il momento era giunto.
Lì, in quell’ultimo giorno di vita, l’ultimo caposaldo della ribellione iniziò lento a rovinare senza alcuna dignità, privo finanche di mani e lingue per supplicare quegli dei che tanto saggiamente avevano deciso di ignorarlo, abbandonandolo – infine – all’amaro destino della disfatta.
L’oppressione del Toryu, però, non era solo che al principio.

CITAZIONE
[QM Point]
Informo che, temporaneamente, Valar Morghulis sostituirà Oblivion per questioni logistiche.
Lui sarà il vostro co-qm per il momento. Mi scuso a nome anche del mio collega per l'immenso ritardo che, spero, non si ripeterà.

Indicazioni
Gruppo A • Per questo turno sarete fermi, quindi non avete alcuna indicazione in proposito.
Gruppo B • Finalmente eccoci al fatidico assalto. Anche per voi nulla di particolare da segnalare. Uno di voi (accordatevi) deve guidare gli arcieri verso la destra dei monti rossi, arrivando ad una spaziosa altura che da proprio sulla cittadella. Gli arcieri sono circa 300.
Per gli altri due, invece, rimane solo l'assalto vero e proprio: dopo che il Dono della Nera abbatte le mura, si crea una sorta di passaggio. Avete davanti una battaglia campale, quindi siate sportivi ma non sprecate troppe energie. Il vostro obiettivo, però, è abbattere i due comandanti di Asad che controllano l'esercito difensore della città bassa, due energie verdi pericolosità D (ovviamente con quest'ultimi non vi è concessa alcuna autoconclusività). Siete liberi di descriverli voi stessi, purché siate coerenti tra voi e con l'ambientazione. Anche per voi, occhio al buonsenso.

Sicuramente avrò dimenticato qualcosa, quindi per domande o altro usate il confronto. E' ancora il crepuscolo, ma il sole è quasi del tutto svanito.

Turnazione • Questanti/Guerrieri - CoQm.
Tempi di risposta • 5 giorni di tempo da adesso, e cioè fino alla mezzanotte di giovedì 19 gennaio.
 
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Lul~
view post Posted on 19/1/2012, 14:21




{III}

L'ALBA DELLE TENEBRE


fortezza di Rockwhite ~

Il fischio, come d'un sibilo, squillò nell'aere, risuonando nello stretto canale che - attraverso le Montagne Rosse - guidava l'esercito delle Tenebre verso una nuova vittoria, verso le mura della cittadella, verso Rockwhite. Il falco aveva parlato e - così come s'era mostrato - era sparito dietro le cime della catena montuosa. Era giunta l'ora, infine. D'un tratto, tuttavia, così come la quiete prima della tempesta, l'esercito s'era chetato, messo in stasi da un silenzio pressocchè tombale. Conosceva bene quella sensazione, il Cousland. Accarezzò Castor sul lungo e lucido collo nero, sussurrandogli qualcosa di molto simile ad un « va tutto bene ». Il cavallo s'era - infatti - un poco agitato dopo quell'improvviso cessar di suoni. Aveva preso a fremere, sbuffare, muovere con irrequietezza le zamoe anteriori. Si placò, dopo quella pacca, forse davvero rassicurato dal proprio cavaliere. Alzò quindi il capo, il Nero Leone, volgendolo a sinistra, dove - in testa al serpentone - doveva trovarsi la Comandante Generale di quell'armata.
Rekla Estgardel. Il Cerbero. La Nera Regina.
Una meraviglia per gli occhi.

« E' ora. »


Finalmente era cominciato. Urla unite in coro, come d'amplesso. Tutti si sciolsero nel proprio piacere - o tormento, per i codardi - mentre la Constantine, la lama prediletta della Signora, che tutti avevano imparato a conoscere, s'ergeva nell'aria stagliandosi contro il Sole che, stanco, stava scivolando al di là dei picchi rocciosi.
La vide dari altri ordini ai generali a lei più vicini. Lui, di contro, sul fianco destro dello schieramento, non poteva udirla nella bolgia che l'esercito era diventato. Un'armata di dannati. Ripresero la marcia, sicuri che - quella notte - Rockwhite sarebbe stata presa.
Lionet sapeva dove si stavano dirigendo. Lionet conosceva l'esatta ubicazione di Rockwhite, sorta sulle ceneri del Bianco Maniero che lui - con gli altri - fino alla fine aveva cercato di difendere. « Riprendiamoci casa nostra. Ah! » incitò così il proprio cavallo. I Dannati stavano muovendosi.
La Morte stava piombando su Rockwhite.

Quando la rocca fu in vista, la Nera mostrò - ancora una volta - il suo focoso temperamento. Non potè resistere dal farlo. Gridò un semplice incitamento. Uno solo. Le porte dell'Inferno si sarebbero aperte per un istante, lasciando intravedere cosa avrebbe atteso gli uomini di Asad. Ne uscì un abominio, un Dono, un servo della Nera Regina.

« All’attaccoooooooooooooo!! »

~~~

Senza quel coso, probabilmente, i guerrieri in prima fila - e il Cousland fra quelli - sarebbero morti e caduti sotto la pioggia di dardi che le sentinelle erano pronte a scoccare. Il Dono - tuttavia - senza ombra di dubbio fece sì che - dopo qualche istante di panico misto a sorpresa - le frecce del nemico fossero concentrate su di lui che, tuttavia, finì il suo lavoro molto in fretta. La breccia era aperta.
Le Tenebre potevano entrare a Rockwhite.

« Qualunque cosa troverete lì dentro, ricordatevi che siete guerrieri della Nera! »


I sordo rumore degli zoccoli cadenti a contatto col fango coprì ogni altro rumore - alle orecchie del Cousland - che non fosse il clangore delle prime spade che cominciavano a cozzare fra loro. Superato il varco, cercò di riportare i Cani Bradi nella loro posizione di fianco destro, anche se lo schieramento era pressocchè saltato. Sapeva che dovevano combattere in spazi decisamente più angusti di prima, ma l'avere al fianco guerrieri di cui si conosce il modo di combattere non poteva che aiutare. Mentre Castor correva verso la Porta Est della cittadella, Leonia cadeva a destra e sinistra, senzza scopo preciso. Chi si fosse trovato nel suo raggio sarebbe stato fatto a pezzi, e ciò poteva bastare. Con la mano coperta dal guanto d'arme, invece, afferrò al volo il capo di un nemico e, dopo averlo trascinato per una decina di metri, lo sbattè violentemente contro una colonna. Quello era il Cousland. Quelle erano le Tenebre. Poi lo vide. Tutto ciò contro cui da sempre si stagliava.
Il Cousland non sopportava due categorie di guerrieri, due soltanto. I codardi arcieri e gli arroganti bestioni, coloro che facevano della mera forza fisica il loro punto di forza, e se ne andavano in giro brandendo colonne come fossero stiletti.

Ebbene, uno di loro era davanti a lui, a un paio di decine di metri.
Probabilmente un pezzo grosso dell'armata di Asad, visto il purpureo criniero. Alto perlomeno due metri e dieci, brandiva una spada molto simile ad un blocco di marmo, senza filo nè punta. Perfetta per sfondare le ossa dei propri nemici. Sorrise, il Cousland, e saltando giù dall'arcione - passando Leonia nella mancina - tirò un tondo da destra a sinistra, come una rossa mezzaluna di sangue, che si diresse proprio verso il collo di quel coso.

« Sono Lionet Cousland, e odio voialtri giganti. »




CITAZIONE

Note a Margine

L I O N E T C O U S L A N D

rec ~ 15o · aev ~ 125 · perf ~ 3oo · perm ~ 25o · caem ~ 2oo
b ~ 6% · m ~ 11% · a ~ 22% · c ~ 44%

passive. x insensibilità al dolore, razziale;
x resistenza fino a due mortali, personale (1/4);
x leonia è indistruttibile, dominio (I);
x impossibilità di perdere la presa su leonia, dominio (II);

attive. x tiepido tremolio di leonia, II lv. dominio.

energie residue. 100% - 11% = 89%
stato fisico. perfetto
stato psicologico. gasato

riassunto azioni. dopo essere entrato nella fortezza dalla breccia aperta dal Dono, il Cousland ha fatto fuori senza troppa difficoltà un paio di unità nemiche servendosi di Castor, poi, sceso da cavallo, ha ingaggiato duello col generale che si trovava sul lato sinistro dell'esercito di Asad.

~~~

Ok. Spero di non aver sbagliato niente. Ho chiesto in bando - diverse volte - quale fosse la scelta di balancer e Xord. Nessuno dei due ha risposto, così ho fatto la mia. Spero non dispiaccia.

edit. eliminato errore di battitura


Edited by Lul~ - 19/1/2012, 15:48
 
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Xord Gik
view post Posted on 19/1/2012, 19:47





le battaglia non sono mai pulite


In altre occasioni la Nera sarebbe stata un perfetto soggetto d'osservazione. Era giovane, la donna, ma ancor più giovane era l'animo da mostro che si nascondeva dentro quel corpo asciutto e piacevole - ingenuo avrebbero detto altrove, se fosse possibile ignorare il gelo negli occhi. No, nessuno avrebbe mai chiamato 'giovane' Rekla Estgardel, la Nera Signora, poiché ogni pretesa di giovinezza o d'innocenza era immediatamente smentita dall'aura di potere e gelo della donna; il Cerbero era un mostro assetato di sangue, e nessun bel visino carino avrebbe mai cambiato ciò.
D'altra parte non era l'animo o il corpo della suprema generalessa ad interessargli, ma la genesi. Come nasceva un vero mostro, cosa convinceva un essere umano ad abbandonare la propria umanità? Lui non aveva mai avuto scelta da umano, non aveva mai compiuto il passo volontariamente... e ora, da Nessuno, difettava degli strumenti per capire. L'accademico che era in lui bramava la conoscenza.
Un'altra parte, la più rilevante, il potere.

Ad un tratto la Nera si riscosse dal suo stato di tranche, incurante o ignorante delle occhiate a lei rivolte, e sussurrò qualcosa. Vive in un mondo tutto suo congetturò, non per la prima volta in quell'anno. Un pensiero poco meno che terrorizzante, per una persona normale: essere nelle mani di una pazza, seguire una folle, e fare tutto quello che chiede. «E’ ora» disse Rekla, questa volta a voce più alta. Ipotesi agghiaccianti. La Nera cominciò ad impartire ordini, ordinando a uno di loro un'azione di fiancheggiamento.
Godrik sorrise. Era pazza, forse, ma di sicuro capace in battaglia.
Era lui che doveva dimostrarlo, adesso.



Il primo assalto delle Tenebre fu come nelle storie dei menestrelli:

una bolgia

In fondo loro erano i "cattivi", i distruttori: non venivano a salvare o pacificare, semplicemente a conquistare. Il loro era un esercito temuto per la forza, la spietatezza, la crudeltà - uomini d'ombra che offuscavano la luce. Fu Rekla Estgardel a creare la prima breccia fra le mura, evocando un mostro di carne e potenza bruta al cui confronto i più possenti dei suoi Heartless impallidivano; il mostro si slanciò avanti all'esercito e schiantò la sua mole contro i bastioni, piegandoli e abbattendoli col mero impeto.
Toc toc.
La marea umana intorno a lui non si fece attendere. Con urla belluine le Tenebre sciamarono all'inseguimento del Dono, attaccando con azze e spade il nemico e ringhiando urla di guerra. Lionet andò avanti assieme ai suoi uomini, caricando senza indugio alla testa del suo reggimento.
Lui attese.

Era sempre meglio prendersi un istante di calma, prima di tuffarsi in un casino del genere, valutare la questione. L'aura era greve di Scie Oscure, il suo naso quasi sovrastato dall'odore dell'Oscurità altrui, ma un anno di vicinanza gli permise comunque di intuire dove si trovava Lionet: lato destro della breccia -sinistro per i ribelli di Asad-, nel bel mezzo della mischia... come al solito. Un altro paio di auree si distinguevano vagamente sulla massa, più potenti della media; una di essere relativamente vicina a Lionet. Si soffermò un altro istante a valutare il suo piano tattico, poi annuì fra sé e condusse Robert e le sue truppe oltre la breccia, schierate a ranghi serrati. Il muro di scudi, armi e lance dei suoi uomini lo protesse nell'attraversamento, permettendogli di risparmiare preziose stille di energia.
Al di là delle mura il cortile interno era un inferno, come fin troppo prevedibile. Con un cenno ordinò a Frelaware di radunare le truppe e di spostarsi tutti a sinistra, per coprire il fianco delle truppe di Lionet senza ostacolarle, e smontò da cavallo con un'espressione truce sul suo volto. Il suo sguardo era fisso là dove gli era parso di percepire una seconda aura leggermente più forte, un guizzo di potere in più. Difficile essere certi con tutte quelle persone. Eppure i soldati di Asad erano più organizzati, spronati da un uomo allampato e dai capelli ingrigiti la cui abilità logistica, se proprio avesse dovuto giudicarla lì su due piedi, era migliore della media. Uno dei luogotenenti di Asad forse, o forse semplicemente un veterano di guerra. Un guerriero, se la spada in suo possesso era un indizio, o forse un mago che come lui brandiva la sua arma migliore con la mente. Impossibile a dirlo. Non così di fretta.
Era un punto valido come un altro per iniziare.

Disse velocemente a Robert cosa aveva intenzione di fare e il sergente abbaiò alcuni ordini, preparando le truppe a separarsi nel momento del bisogno. Migliaia di Scie Oscure si diffondevano nell'aria attorno a lui riempiendogli le narici con il profumo delle intenzioni malvagie. Un potere sterminato, cui tuttavia nessuno di quei semplici soldati sapeva accedere. Lui si, aveva imparato. Era venuto il momento di scoprire quanto, esattamente.
Attise Oscurità.
La attinse da loro.

Una furia infuocata - una valanga gelida di rabbia e bestialità infuriò in lui, ribollì in lui, ululò in lui, bruciò in lui, avvolse ogni fibra del suo essere fino a farla infiammare a tempo con le maree di urla ed emozioni che imperversavano nel mare delle Tenebre - un'ondata nera, un fiume, un oceano di anime nere e di nere depravazioni che quasi lo abbatté sul colpo. Ansimò, annaspando sull'orlo del baratro - così tanto potere, così tanto! - poi deglutì e si aggrappò con le unghie e coi denti alla magia, riacquistando a malapena il controllo nella marea oscura. Non c'era alcun Cuore in lui, niente che l'Oscurità potesse corrompere e trasformare: il flusso di potere malvagio fluiva in lui come un'inondazione in un alveo, irruente e devastante ma sostanzialmente incapace di ledere realmente... a patto di non essere schiantato dalla mera pressione.
Così tanto potere!

Il suo aspetto mutò, la colonna di fuoco che dirompente era salita al cielo dal suo corpo lo consumò interamente. Una cappa di tenebra liquida nacque dove un tempo si trovava Godrik vonTabark, e dalle tenebre nacque una luce ardente dei fuochi di mille inferni; gigantesche narici insufflarono aria nei polmoni e il ruggito rovente che uscì dalle sue fauci fece tremare l'aria stessa, violata da qualcosa che non era né ombra né fiamma, ma un abominevole parto di entrambi.

b a l r o g

Con il sibilare di fiamma si slanciò in avanti, oltre i suoi soldati prontamente allontanatisi, e brandì una lingua di fuoco al cielo mentre un'immensa frusta cremisi schioccava avanti a lui, allontanando uomini e animali dalla sua strada. Si protese verso lo spilungone con l'Oscurità, intenzionato a rivoltargli contro quella nel suo Cuore. Avrebbe mai capito che era stato lui, una mostruosità di ombra e fiamme, ad avergli straziato il petto con artigli invisibili? Ad aver affondato una lama di dolore nel suo cuore, e ritorto all'improvviso? Avrebbe capito che l'energia che lo straziava derivava dalla medesima sete di sangue che accecava chiunque attorno a loro?
Si sarebbe accorto della spada discesa a dividerlo in due, spiaccicarlo al suolo
senza pietà?

La colonna di fuoco nella sua mano calò, e subito il balrog la scosse a destra e a sinistra per esser certo d'ammazzarlo - nel caso, ipotetico, che riuscisse ad evitare la morte incombente.
Non voleva sprecarsi troppo; non così, non subito.




demon of shadow and fire



A n c i e n t · E v i l


Status fisico ≈ Illeso
Status psicologico apparente ≈ ???
Status energetico ≈ 95%
Consumi impiegati ≈ 1xNullo, 1xBasso
Riassunto ≈
Uso Balrog nella frusta senza tuttavia combinarla con la forma demoniaca (è il crepuscolo). Carico verso il secondo dei luogotenenti di Asad, impiegando Inside me, inside you come distrazione per permettermi di portare un fendente dall'alto mirato a dividere in due il luogotenente seguito da una spazzata orizzontale che, nel caso di una ipotetica schivata ad opera di tecnica istantanea, lo colpisca all'altezza del bacino - e lo divida in due, si spera!
Grazie a Balrog i due attacchi contano complessivamente come aventi potenza media.
Note ≈
Il fatto che Xord Gik "attinga potere dall'esercito di Rekla" è la spiegazione gdr-in del fatto che la pergamena è incastonata - un effetto scenico, ossia.
Armi&Co. ≈
Spada ≈
Spada di fiamme e ombra, incandescente di potere;
Frusta ≈
Frusta di fiamme ed ombra, sibilante nelle tenebre;
??? ≈
???



. Balrog ~________
demone di fuoco ed ombra

Non si può descrivere la forma di un Balrog,
esattamente come non si può descrivere la forma di una nube: una grande nube di tenebre ed oscurità che offusca ogni luce e getta un manto di disperazione sul mondo, un'ombra nel mezzo della quale v'è un essere alato alto tre metri ed illuminato solo dal bagliore di un fuoco malvagio che ne avvolge membra e armi. Lento, avanza contro i nemici brandendo con la forza del demone una spada di abbaglianti fiamme nella destra, nella mancina una frusta dalle molte code; porta con sé una malvagità antica e profonda, il potere di tempi ormai scomparsi.
Fuggite, sciocchi.
Fuggite, finché siete in tempo.
{ spada e frusta ≈ pergamena pelle di fuoco incastonata nella frusta }
{ consumo nullo ≈ due turni ≈ 3 volte (potenza alta) }



Tecniche ≈


Inside me, inside you________
Ma perché il potere dell'Oscurità dovrebbe essere limitato al solo Oscuro?
Protendere un tentacolo del proprio oscuro potere, sfiorare con cautela i confini dell'altrui Cuore, e poi colpire: tremendo, inatteso, fulmineo, un dolore atroce pugnala con precisione il nemico e... poi nulla, più nulla, tranne il ricordo tremebondo degli spasmi di pochi muscoli in agonia. Dolore, nulla più che dolore, concentrato in un singolo punto o diffuso in tutto il corpo.
Perché il male non è solo distruzione.
{ pergamena dolore }
{ consumo basso ≈ istantaneo }





Basso 5%Medio 10%Alto 20%Critico 40%
ReC 150AeV 100PeRf 075PeRm 500CaeM 25




Edited by Xord Gik - 19/1/2012, 20:38
 
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balancer
view post Posted on 21/1/2012, 15:12




Nonostante i cattivi presentimenti di Jack, tutto il viaggio era filato liscio e ora erano arrivati a destinazione, alle porte del nemico. Pure l'ultimo baluardo di resistenza aveva le ore contate.

«E’ ora.»

Sembrava una pantera pronta a sbranare un pulcino ...
Persino Crow, che era un suo ufficiale, si sentì un attimo intimorito da quella sete di sangue. Le donne che ricoprono ruoli maschili sono le peggiori, e risultano più sadiche e spietate di qualsiasi altro uomo sulla faccia della terra ( o dell'inferno ), lui in quell'anno ne aveva avuto ampiamente prova. Arricciò il naso ma si tenne per se le sue valutazioni personali, ovviamente. Anzi, iniziò a valutare altro, il possibile bottino di guerra. Sicuramente quei ribelli, fra le altre cose, dovevano essere carichi di alcool. Sulle montagne, per quanto aride, si sà, la notte fa un gran freddo e la vodka è un ottimo modo per scaldarsi.

«Uno di voi guidi gli arcieri per quel sentiero»

Decisamente il lavoro perfetto per il demone, così si sarebbe pure tenuto per un pò lontano dallo scontro e avrebbe evitato di riempirsi della puzza di morte. Poi era stanco dalla marcia. Giocare a tiro al bersaglio era pure divertente.
Lei indicò una piccola via fra le rocce per poi continuare.

«Vi condurrà ad un’altura assai impervia ma vicina alla cittadella: occupatevi delle guardie di cinta e spianateci la strada, al resto penseremo noi.»

A quanto pare si sarebbe sporcato lo stesso, poco male.

Si, mia signora.

Si battè il petto, attendendo un cenno di conferma, ricevutolo, si rivolse ai suoi uomini.

Forza, sbrighiamoci, non c'è tempo da perdere.

Così per primo si infilò in quell'anfratto. Era una galleria umida, stretta e buia in cui per procedere si doveva andare in fila indiana e stando ben attenti ai propri piedi. Jack ormai non si stupiva più del potere di Rekla, aveva, oltre un terribile esercito, informazioni dettagliate su ogni nemico e gli stava sempre un passo d'avanti. Probabilmente era merito di una fitta schiera di spie e informatori alle sue dipendenze.
Dopo pochi minuti di cammino Jack vide l'uscita. Dava su un immenso spiazzo alla destra dei monti rossi. La posizione era perfetta e da lì tutta la cittadella era un facile bersaglio. Sorrise soddisfatto attendendo che i suoi uomini fuoriuscissero tutti dalla grotta. Ad ognuno che veniva alla luce intimava il silenzio e di stare nascosti. L'attacco doveva essere fulmineo e non potevano rivelare la loro posizione con leggerezza.
Li fece allineare e attese in silenzio studiando le mura difensive del nemico e i soldati all'interno. I ribelli sembravano non aspettarsi un attacco, forse avevano dimenticato di essere in guerra. Quella battaglia sarebbe stato solo un massacro.
Jack fece un cenno.
I suoi uomini avanzarono.

Fuoco!

Una pioggia nera si riversò sui pochi uomini a guardia della cinta cogliendoli impreparati e con un destino segnato. Pochi secondi e un altro fiume di legno nero di riversava sulla cittadina. Jack osservava dando ai suoi - Caricare, fuoco. Caricare, fuoco.-
Nel frattempo l'esercito nero si era aperto una breccia ed era penetrato seminando la morte.
Jack fece retrocedere il grosso della sua squadra e lascio solo i tiratori scelti per poter continuare l'attacco aereo evitando di ammazzare qualcuno dei suoi là sotto.
Era improbabile che qualcuno arrivasse in quell'altopiano ma era meglio non farsi cogliere impreparati così ordino alla parte della sua squadra che s'era fatta indietro di posare gli archi, impugnare le spade, allinearsi e li posizionò nei possibili punti da cui sarebbe potuto arrivare il nemico. Nel mentre gli altri uomini, circa cento, continuavano a mietere vittime aprendo la strada alla fanteria.

Jack tornò a osservare il campo di battaglia dall'alto, sembrava che presto tutto sarebbe finito... Controllava Rekla e gli ufficiali, i movimenti del nemico, dalla sua posizione sarebbe potuto intervenire tempestivamente in caso di loro necessità, quindi si teneva pronto.

 
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Valar Morghulis ~
view post Posted on 22/1/2012, 01:08




Wdw7d


      anthem: the price of freedom

      Può persino accadere che l'amore della libertà sia tanto più vivo presso taluni quanto meno si incontrino garanzie di libertà per tutti. L'eccezione in tal caso è tanto più preziosa, quanto più è rara. Questa concezione aristocratica della libertà produce, presso quelli che così sono stati educati, un sentimento esaltato del loro valore individuale e un gusto appassionato per l'indipendenza.

— Alexis de Toucqueville


IL CAPO DEI RIBELLI
—where: rockwhite - città alta

Osservava le cotte di maglia sfilare davanti ai suoi occhi.
Uomini pronti a dare la morte come a riceverla si susseguivano di fronte al suo sguardo, procedendo in maniera tanto ordinata da farli sembrare lenti, quasi svogliati. I loro volti riuscivano a non tradire nessuna emozione, solo le labbra leggermente tirate denotavano una vena di sotterraneo nervosismo. E poi gli occhi. Quegli occhi completamente privi di speranze, gli occhi di chi si è abbandonato ad una promessa di libertà senza pretendere il raggiungimento di un risultato. La libertà era la loro speranza, e quegli occhi erano il prezzo da pagare.
Per questo Asad non riusciva a sorridere, ma per ogni uomo che gli sfilava davanti aveva una parola d'incoraggiamento, ad ognuno di loro batteva un colpo sul pettorale sinistro dell'armatura di cuoio bollito -proprio in direzione del cuore. Per ricordare loro che erano fratelli: non avevano condiviso il sangue dei genitori, ma quello del nemico. Alcuni di loro erano giovani, nati già sotto il dominio del Toryu, nati in quello che era già il regno del Re che non perde mai. Altri, la maggior parte, ricordava cosa c'era prima -e non gli piaceva. Quello era stato il momento, il capo dei ribelli lo aveva detto: "Il nostro tempo è ora, quando il sole non è ancora sorto ma già si vede all'orizzonte la linea dell'alba."
Il momento indefinito, quell'esecrabile istante in cui non è più notte ma non è ancora giorno, così aveva individuato il momento in cui agire: quando Ray fosse scomparso e prima che il suo successore imponesse la Pace del Re ai sudditi. Purtroppo però aveva sbagliato: si era mosso troppo tardi, e le fila della sua rivolta andavano assottigliandosi sempre più. Eppure era deciso a non arrendersi, così come il suo consiglio l'aveva esortato a fare.
Questo Rekla non poteva capirlo -non ci sarebbe mai riuscita.

Ricordava ancora la prima volta che l'aveva vista, quella sgualdrina dai capelli scuri e impastati che adesso si faceva chiamare Regina Nera, il Cerbero del Toryu ed un'altra mezza dozzina di nomignoli terrificanti quanto velleitari.
Gli riusciva difficile credere che se quel giorno l'avesse fermata, se quel giorno l'avesse uccisa forse le cose sarebbero andate diversamente. Eppure, quella ragazzina arrogante dalle pretenziose dichiarazioni era cresciuta con la marcescenza nell'animo e una crudele ricerca di potere in testa a dettarne le azioni -senza che nemmeno l'obbedienza al più grande dei Re riuscisse a scalfire il granito di quella volontà di ferro. A quello che era divenuta la Nera Signora, Asad aveva poco con cui rispondere: una lealtà che si era sempre mantenuta salda, adamantina, e l'arma più pericolosa che possa esistere: la fantasia.
Rekla, che aveva ottenuto riconoscimenti e potere, che adesso assediava Rockwhite promettendo attacchi devastanti per ottenere il proprio feudo, non sarebbe mai riuscita a capirli. Forse -anzi, quasi sicuramente- sarebbe riuscita ad ucciderli, ma non era per quello che stavano combattendo.

« Siamo pronti. »
La voce di Pharouk, il suo attendente, riscosse Asad. Il Capo dei Ribelli saltò in groppa al suo palafreno, sforzandosi di sorridere all'amico d'infanzia -un amico che era per lui come e più d'un fratello. Cercò il suo sguardo -quello sguardo che tante volte lo aveva confortato e a cui tante volte aveva offerto un motivo per sorridere, per andare avanti insieme. Perché a volte da soli è difficile -anche per uomini come loro.
Soprattutto per uomini come loro.
« Andiamo allora » rispose, spronando la bestia che montava.
« Vuoi mai che la Puttana Triste ci prenda per gente poco ospitale. »
Cavalcarono affiancati al piccolo trotto fino a raggiungere la testa dello schieramento. Dietro di loro, i migliori cento uomini a disposizione. Asad sollevò il braccio sinistro portandolo il pugno chiuso all'altezza del cuore e battendolo con forza sulla corazza.
« Questo è il prezzo che si paga per la libertà.
Liberi o Morti!
»
« LIBERI O MORTI! »

Spronò il cavallo.
Affiancato dall'uomo con cui aveva condiviso ogni maledetto istante di quella rivolta, ogni timore e ogni gioia, divorava la distanza che lo separava dalla Città Alta. Il suono degli zoccoli sull'acciottolato cittadino sembrava quello di un tamburo da guerra, rimbombava con veemenza accompagnato dallo sferragliare delle armi, dalle urla di incitamento, dagli auguri che ricevevano dalla cittadinanza e dalle altre guardie mentre avanzavano.
Accanto a loro, come bianche sagome che svettavano verso il cielo quasi non avessero peso, si slanciavano le abbaglianti e sfocate figure dei palazzi della Città Bassa.
In quegli istanti, che precedevano la battaglia, l'attesa poteva risultare fatale. Dovevano sbrigarsi, per non concedere appigli strategici ai fuggiaschi -e per non rischiare che i suoi uomini perdessero la foga che li animava.
Si abbassò, baciando la criniera della sua cavalcatura. Pharouk gli strinse accanto, sorridendo.
« Dove trovi tutte queste energie?! » chiese, cercando di sovrastare i rumori.
« Le trovo quando penso che stiamo andando a ucciderli » gridò in risposta.
Pharouk parve pensarci su per qualche istante, mentre varcavano l'Arco degli Eroi, una costruzione corredata di bassorilievi che segnava l'accesso alla Città Alta, ormai poco distante dalla Piazza dell'Ultimo Focolare. Quest'ultima era situata nella parte più elevata di Rockwhite, e aveva come accesso un'unica strada che si dipanava dalla via centrale dell'acropoli, allungandosi per alcune centinaia di metri prima di allargarsi formando uno spiazzo circolare particolarmente ampio; al limitare della piazza non c'era nulla, se non l'abisso che dava sui doccioni di arenaria bianca trenta metri più in basso.

Mentre attraversavano la stradina che portava alla piazza -poco più che un budello seminascosto dalle costruzioni che in quella parte della città si facevano più alte, massicce e sontuose- Pharouk parlò di nuovo.
« Sai quanto me che non riusciremo a sconfiggere la Regina Nera. »
Asad non rispose, si limitò ad annuire, mentre il suo sguardo si concentrava sui ribelli che scendevano di corsa un delle tortuose scale di granito che si avviluppavano lungo una delle torri esterne. Per forza di cose avrebbero dovuto attraversare la piazza per poter tentare la fuga, ed a quel punto li avrebbero intrappolati in quel limbo di distruzione e morte.
« ...quindi, in definitiva » riprese Pharouk, a voce più alta, « a questi poveracci che ci stanno dietro cosa stai dando? »

Erano arrivati sulla piazza. A nemmeno cento metri di distanza, anche i fuggiaschi fecero il loro ingresso in campo.
Asad sollevò il braccio destro, intimando l'alt alla sua colonna di armati.
Smontò rapidamente da cavallo, scoccando un sorrido ed un'occhiata in tralice al suo secondo.
« Un sogno » ringhiò a denti stretti,
prima di lanciare il grido di battaglia.
________________ ___ __________ __ _________ ___ ________________


Allora, eccoci arrivati al 'momento caldo'.
I due finti mercanti, insieme ai fuggitivi, si ritrovano nella Piazza. In pratica è uno spiazzo circolare del diametro di centocinquanta metri, oltre il quale c'è praticamente un dislivello di circa 30-40 metri (abbastanza da uccidere chiunque). Per questo turno dovrete portare avanti uno scontro autoconclusivo fra i 100 uomini di Asad ed i 50 a vostra disposizione. Tenete presente che i 50 vostri alleati sono Energie Verdi, mentre i ribelli sono tutti energie Gialle -eccezion fatta per Asad e Pharouk.
Questo particolare combattimento autoconclsivo fra i due (piccoli) eserciti ha una singola regola: non potete decidere chi e quando muore. Mi spiego meglio: potete ferire i nemici o dire che sono i vostri ad essere feriti. Potete farli fritti o in padella, annegarli, cucinarli in salmì con alloro e polenta ma non potete in nessun caso decretare la morte di uno dei 50 fuggitivi né di uno degli uomini di Asad. Sarò io a dire, ad ogni turno ed in base alle vostre azioni, quanti muoiono e quanti sopravvivono.

Per questo turno postano solo i due 'Finti mercanti'.
Avete tempo fino alle ore 23:00 di giorno 25. Se avete da porre domande, potete utilizzare il topic in Confronto.
 
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view post Posted on 25/1/2012, 02:41

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La giornata stava per volgere al termine e il sole stava ormai calando oltre i picchi, la città era pittata d'arancio come se la mano di un esperto pittore gli aveva voluto donare proprio quel colore, un colore inusuale e bello che, prima del calare delle tenebre, avrebbe stretto l'umanità in ultimo grande abbraccio. Il crepuscolo è il tempo dei baci rubati, delle affannose corse prima del coprifuoco, e per i soldati, quella che volge al crepuscolo, deve essere la sera della gloria. Erano tutti uomini volenterosi quelli dentro a quelle caverne, uomini che avevano giurato eterna fedeltà alla Nera Signora, uomini senza scrupoli che li avrebbero seguiti anche fin giù alle viscere della terra, dove il diavolo albergava in tutta la sua malvagità. Insieme all'altro suo compagno li aveva liberati uno a uno facendoli uscire da una prigionia che da troppi giorni li aveva condannati. Lux, inconsciamente, s'era guadagnato la fiducia di quel manipolo di soldati e, al pari del suo compagno, era stato eletto a capo di quel tentativo di fuga. E iniziò a notare che quella sensazione gli piaceva, gli occhi fiduciosi dei compagni che aspettavano suoi ordini, e a un tratto Lux non si sentì più imponente , il suo odio venne colmato con il potere e per un attimo, lì, infondo al cuore, si sentì una persona migliore. Una persona in grado di riconquistare quella città corrotta da un utopia irrealizzabile, sarebbe stato il salvatore della patria, sarebbe tornato tra gli elogi della sua gente. Perché lui sarebbe stato il comandante che avrebbe guidato quegli uomini fuori dalla prigionia, e che, con quei soli uomini, avrebbe conquistato la città dall'interno, sfidando le forze di Asad ancor prima che la Nera signora fosse riuscita a penetrare oltre le mura nemiche. Guardò quegli uomini negli occhi uno a uno, e seppe che quella vittoria non gli sarebbe mai sfuggita dalle mani. Erano occhi carichi di rabbia e di sogni, occhi esperti e occhi di chi aveva visto molte guerre, occhi pieni di sfrontatezza e coraggio che solo la giovinezza può donare, un guazzabuglio di uomini di ogni razza ed età, che probabilmente all'infuori del campo di battaglia nulla avevano in comune se non altro un elmo spaccato e una spada insanguinata, ma lì dentro no, erano tutti fratelli, un amalgama di persone che avrebbe costituito un esercito capace di marciare fino ai piedi dell'inferno.

pugno

Con fierezza Lux sollevò il braccio destro in alto, con la mano chiusa a pugno.

« TORYU! »

E un roboante grido si innalzò dall'interno della caverna, talmente forte da scuotere il nucleo terrestre, quegli uomini erano affamati quanto e più della bestia che riposava nel suo cuore.
Ma che non avrebbe dormito per sempre.

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Discesero rapidamente la città, mentre scendevano le ripide stradine, per via del coprifuoco, il piccolo esercito non incontrò molta resistenza, due uomini si affacciarono poco prima del calar del sole fuori dalla porta di una casa, a uno dei due gli si strozzò un urlo in gola, mentre Lux gli si avvicinò e gli puntò il filo della katana a premere contro la carne della gola, avrebbe potuto recidere quella vita con la semplicità di un coltello che affonda nel burro.

« Urla e ti ammazzo. »

L'uomo fece cadere una ciotola contenente latte, la ciotola si infranse in mille pezzi versando in terra il liquido bianco destinato a gattini, l'uomo strabuzzò gli occhi dal terrore, ma senza rifiatare si chiuse la porta alle sue spalle, così quella minaccia svanì. Stavano scendendo l'ennesima scalinata di quella cittadina, quando, davanti a loro, una guardia stava camminando fischiettando osservando il cielo. Troppo preso dai suoi pensieri non si era nemmeno reso conto della presenza alle spalle dei cinquanta uomini. Lux come un gatto sgusciò nell'oscurità, e quando gli fu dietro con il pomolo della spada lo colpì poco sotto la testa. Il corpo della guardia si accasciò al suolo a peso morto, e perse i sensi ancor prima di accorgersi di qualcosa.

« Voi tre, nascondete quel corpo. »

Alcuni uomini ruppero le righe e si avvicinarono al corpo, e mentre il resto del gruppo avanzava, lo nascosero nell'oscurità di un vicolo, lontano da occhi indiscreti. La mattina dopo si sarebbe risvegliato con una forte emicrania chiedendosi probabilmente, quale rum di basso costo aveva bevuto.

---------------------------

Un uomo scese da cavallo, dietro alle sue spalle un centinaio di uomini saldavano le linee nemiche.
Quello che vide non gli piacque granché. Avevano passato tutta la nottata a cercare di eludere guardie cittadine procedendo a zig zag per la città come fottuti cavalli su di una scacchiera, e alla fine erano caduti nella trappola nemica. Erano giunti in una piazza circolare, abbastanza ampia da poter benissimo ospitare la battaglia campale che di li a poco si sarebbe consumata. Poi, ironia della sorte, pareva essere il luogo adatto a certe occasioni, a uno sguardo più approfondito Lux notò che non v'era nessuno modo per evitare lo scontro tra i due eserciti, se non quello, poco raccomandabile a chiunque sano di mente, di buttarsi oltre il dislivello che circondavano la piazza.
C'era una sola via che portava alla città bassa, e l'unica via era occupata dagli uomini di Asad, l'alternativa era tornare indietro incalzati dai nemici, ma sarebbero probabilmente tutti morti infilzati alla schiena dalle frecce.
No, e anche se odiava ammetterlo, non c'era alcun modo se non combattere. Gli uomini che aveva di fronte erano il doppio dei suoi e in uno scontro all'aperto probabilmente li avrebbero schiacciati con la loro superiorità numerica e lo stesso valeva per un corpo a corpo. No, dovevano decimare l'esercito prima di affrontarli e dovevano affrontarli dove il numero non sarebbe stato un fattore determinante. Poi sentì un grido, e capì che la battaglia era cominciata. Lux non aspettò, oltre gli serviva un diversivo per rallentare l'avanzata nemica.

occhio

« Arcieri! »

Sotto i piedi degli avversari si aprirono venticinque cerchi di luce, essi avrebbero rallentato i loro movimenti, mentre gli arcieri avrebbero vomitato sui loro capi una pioggia di frecce.

« Ora! Ora! »

E l'aria venne smorzata dal sibilo delle frecce e dell'impatto che esse creavano contro le armature nemiche, e non aveva dubbi che i loro uomini non avrebbero mancato il bersaglio. Non importava se nani o elfi, se umani o orchi, loro erano addestrati al tiro con l'arco ed erano i migliori nel loro campo. Non fu certo Lux di quanti uomini caddero con il loro primo attacco, ma fu abbastanza certo di una cosa, aveva guadagnato abbastanza tempo per mettere in atto il proprio piano.

« Indietro verso la scalinata! »

Con Lux sempre in prima linea, gli uomini arretrarono fino ad arrivare dalla scalinata dal quale erano scesi. La stradina era troppo stretta perché i cento uomini potessero piombargli addosso tutti insieme, difatti non più una decina di uomini uno accanto all'altro sarebbero potuti passare attraverso e anche in quel caso muoversi non sarebbe stato agevole. No, li avrebbero dovuto contrastare a gruppi di cinque, sei alla volta, così la forza del loro numero sarebbe calata drasticamente, non costituendo più un vantaggio per loro.
E comunque anche in quel caso si sarebbero trovati belle sorprese.
Lux lanciò uno sguardo d'intesa al suo compagno, ben conscio che avrebbe fatto la cosa giusta.
Poi, schermò l'ingresso alla stradina con un illusione, invece della vista dei soldati, agli occhi nemici non sarebbe apparso nient'altro che un muro pieno di spuntoni.
Che certo, magari non avrebbe infilzato i soldati, ma avrebbe fatto la sua bella scena tenendo lontano quel secondo in più gli avversari per infilzarli a morte.

« Arcieri, di nuovo! »

E una nuova ondata di venticinque frecce avrebbe oltrepassato il muro, pronta a colpire nuovamente i nemici.
Mentre lui li avrebbe aspettati lì, con spada sguainata e la belva che che rideva.


CITAZIONE

Lux


ReC: 325 | AeV: 225 | PeRf: 150 | PeRm: 300 | CaeM: 225[/size]


Energia:81%
Status Fisico: Illeso
Status mentale: Forte emicrania [Medio]
Equipaggiamento: Kurikara.
Abilità attive:
L'illusioni di un Diavolo
Teatrale.
Lux ama la teatralità, ogni sua azione è studiata è recitata, e in ogni buon teatro quello che più è importante è la scenografia. Lux può sia modellare il luogo che lo circonda a suo piacimento, sia creare una qualsivoglia immagine nella testa dell'avversario, lui è uno scenografo e tutto deve essere al proprio posto.
In termini Gdr Spendendo un consumo pari a Basso, Lux creerà una singola immagine nella testa dell'avversario,
invece spendendo un consumo pari a Medio, sarà in grado di modificare a piacere l'ambiente circostante. Non sarà una vera mutazione, ma una sorta di illusione ambientale (un'immagine, quindi, e non una tecnica psionica - bensì magica). Solo lui sarà in grado di percepire le vere realtà dell'ambiente mutato, mentre l'avversario dovrà necessariamente possedere una tecnica apposta per poter sciogliere questo incanto. L'area di effetto sarà particolarmente ampia, avrà effetto fino alla durata del combattimento, e potrà essere usata una sola volta. L'illusione potrà variare in ogni ambito, ma dovrà essere necessariamente fissa e non potrà impedire la vista all'avversario con tenebre o fitte nebbie. Potrà nascondere un dirupo, oppure mostrare falsi ripari.
L'illusione colpisce tutte le persone presenti sul campo di battaglia, in quanto agisce su di esso e non sulle loro menti. Questo tipo di illusione inganna il senso della vista, dell'olfatto e dell'udito, ma non quello del tatto. Venire a conoscenza di essere al centro di una illusione non la spezza. Il portatore, pagando un costo Alto, potrà scagliare contro l'avversario una qualsiasi sorta di illusione, rievocante un momento appena trascorso del duello, o meno. All'interno della suddetta, il quale svolgimento è a pura discrezione del caster, l'avversario rivivrà un momento atroce, o lo vivrà come se fosse vero al 100%. Per ogni dolore che proverà all'interno dell'illusione inoltre, fisico o dell'animo, all'interno del suo corpo reale si apriranno delle ferite, fino a un totale di un danno "Medio", raggiunto il quale l'illusione si scioglierà da sola. La tecnica provoca quindi sia un danno psicologico Medio che un danno fisico Medio.
Per compiere l'attacco, tuttavia, è necessario un contatto fisico con l'avversario
.

Abilità passive:

La bellezza di un Diavolo
Sei la fotocopia di tuo padre.
Questa è la cosa che più gli hanno detto da quando ne ha ricordo. Infatti il giovane Lux risulta essere una fotocopia più giovane del padre, ma oltre a questo lui è molto di più. Lui è un ragazzo di diciotto anni, capelli neri sempre scomposti come quelli di suo padre, e i soliti occhi azzurri come il ghiaccio che solo osservandoli potresti innamorarti di lui. Al contrario del padre però, non apprezza molto quei vestiti che lui definisce "antichi" bensì il suo vestiario comprende un taglio molto più giovanile, una camicia e un paio di jeans, niente di più sportivo e al contempo elegante, e le scarpe, beh quelle si abbinano a seconda del Look. Il fisico lo potremmo definire magro, ma in realtà il suo corpo non è esageratamente mostruoso, ha un altezza leggermente superiore alla media, raggiunge il metro e ottantasei, il suo fisico è ben delineato e slanciato, i muscoli assomigliano più a quelli di una statua greca che ai colossi palestrati.
Come il padre risulta piacere alle ragazze, ma stranamente piace proprio a tutti, non c'è nessuno che incrociando il suo sguardo o sentendone semplicemente il profumo, non venga ammaliato.
Tutti, uomini e donne lo trovano attraente, nessuno escluso.
[Descrizione fisica + Tecnica di ammaliamento passiva.]

Le diversità di un Diavolo
Lux è l'incarnazione umana del diavolo, e come tale ci sono cose che lo differenziano da un normale umano, lui non è forte fisicamente, ma è instancabile, raziona le sue energie, non le spreca e non sverra quasi mai.
In termini di gdr ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico,e per tutte le altre tecniche avrà un consumo energetico del 3%, inoltre non ha bisogno di tempo, nemmeno sfiorare l'avversario, gli basta anche solo guardarlo, la sua mente potrà attivare all'istante qualsiasi tecnica illusoria. Lux al 10% non sverrà, ma al 20% proverà comunque fatica e allo 0% morirà.
Inoltre la sua abilità magica non ha eguali, e gli permette di conoscere illusioni che altri comuni mortali normalmente non conoscerebbero. In termini di gdr Lux ha accesso a livello del dominio successivo.
l'abilità illusoria è tale che le tecniche castate saranno di una potenza inaudita. In termini di gioco, ogni sorta di tecnica illusoria o manipolatoria utilizzata, sarà di un livello superiore. Una tecnica a costo alto, varrà per esempio come una tecnica di costo critico. Tecniche di costo critico invece avranno una potenza superiore ad altre tecniche di costo critico, a parità di PeRm.
[Passiva Domino I-II-III, Raziale umana, Cristallo della conoscenza]

Favore delle tenebre: Questa tecnica agisce sul negromante come un'abilità passiva, quindi non ha consumi di energia ed è sempre attiva. Il suddetto, nel momento stesso in cui entrerà in un'ombra che potrà coprirlo totalmente, diverrà completamente invisibile a qualsiasi tipo di occhio. Potrà muoversi all'interno dell'ombra come meglio crede, ma se anche solo un dito fuoriuscirà da essa, diverrà completamente visibile.
Se l'ombra, inoltre, venisse dissolta per qualche ragione, il negromante tornerebbe visibile.
Una tecnica utilissima per nascondersi e attaccare a distanza senza essere scorti.
La tecnica non è un'illusione, ma semplicemente una mimesi, in quanto il negromante si rende identico all'oscurità, tramite un processo magico. La potenza dell'invisibilità è minima, e quindi è contrastabile da qualsiasi tecnica di livello superiore.
Consumo di energia: Passiva

L’abito fa il monaco
Il demonio non si presenta sotto un unico aspetto. Come potrebbe? Egli deve convincere ognuno, deve piacere a tutti. E per questo deve mostrarsi loro nelle vesti che più li rassicurerebbero, che più li convincerebbero ad avere fiducia in lui.
Non c’è quindi da stupirsi se anche suo figlio è quindi in possesso di una tale facoltà. Non lui, ovviamente, perché mai potrebbe eguagliare il padre, bensì i vestiti che furbescamente indossa. Essi, infatti, appaiono ad ogni interlocutore nella forma che sarebbe più utile a rassicurarlo e farlo sentire a proprio agio. Ognuno dei presenti vedrà Lux indossare un indumento differente e nessuno potrà dire di aver visto la reale forma di queste miracolose vesti. [Passiva_ e' una difesa psionica e come tale può essere bypassata]
L’eleganza è essenziale
Queste vesti, che appaiono così ordinarie agli occhi di tutti, sono in realtà state intessute dell’essenza stessa del Portatore di Luce. Ne costituiscono un’emanazione, un pericoloso artiglio teso verso il mondo dei mortali. Sono, come colui che le ha volute, uniche e insostituibili. Per questo motivo non è possibile che la volgare mano dei mortali possa in alcun modo danneggiarle o distruggerle.
Le vesti di Lux saranno indistruttibili per qualsiasi colpo d’arma o d’incanto, che si limiterà a passarvi attraverso senza in alcun modo macchiarle o danneggiarle. I colpi ovviamente, se non opportunamente deviati, andranno però a colpire il corpo del giovane, provocandogli normalmente dei danni. [Passiva]

Punirò il peccatore non il peccato
I vestiti blackstati concepiti per Lux e per lui solo. Il padre, signore degli inferi, ha scelto che solo suo figlio potesse indossarli e sfruttarne il vasto potere. Nessun mortale potrà mai permettersi di appropriarsi di queste vesti. Nemmeno se riuscisse a sottrarle a principe degli inganni, nemmeno se in qualche modo egli se ne privasse. Chiunque diverso da Lux indossi le vesti le sentirà divenire sempre più strette. Se non riuscisse a spogliarle prima ne finirebbe irrimediabilmente stritolato. [Passiva]
And you... I wish I didn't feel for you anymore...
Compassionevole e Kurikara. Essa ama colui che la usa per combattere e desidera salvarlo dall’ultimo, tremendo viaggio. Colui che la stringe forse non sa, o forse non si interessa, a ciò che lo aspetta. Una volta morto la sua anima sarà per sempre risucchiata nella spada e mai libera, mai capace di fluire nell’onda cosmica dell’infinito.
Per questo motivo la spada porta attorno a sé l’aura oscura del demonio pur non essendo né pia né malvagia, ma semplicemente compassionevole. Chiunque la veda proverà immediatamente un senso di angoscia e di oppressione, a cui sarà estraneo solamente colui che la possiede. [Passiva]
Malus:
Il Peccato non ha volto
Le vesti di Lux appaiono agli occhi di chi lo vede come le più adatte a convincerlo. Esse hanno lo straordinario potere di nascondere e ingannare. Ma ad una cosa non possono sfuggire: la realtà che viene dal Padre, lassù, nel Paradiso. Per questo motivo quando l’immagine del giovane si trovasse riflessa in uno specchio o in qualsiasi altra superficie, essa rimanderebbe agli occhi di tutti la visione della verità, supremo bene per gli uomini. Il Peccato, si sa, non è onnipotente. E così essi potrebbero vedere riflesso Lux con indosso stracci grondanti di sangue, di inumano peccato, laceri e consunti, ben diversi da quelli che con i propri occhi gli vedono addosso.
Questo è l’unico modo in cui Dio, dall’alto, cerca di proteggere i propri figli. [Malus]


Note: Scusate il post non eccelso, per lo meno secondo me, non sto molto bene e fra poco ho un'esame, è il massimo che sono risuscito a fare. Comunque dopo varie pippe mentali raggiungiamo lo scontro. Siccome siete in numero maggiore abbiamo deciso di ripararci nella stradina, tuttavia prima di farlo ho equipaggiato i miei 25 guerrieri (chomp avrà i suoi da gestire) con un arco e una spada corta, in più sono di svariate razze come richiesto e cacciatori con dominio ovviamente tiratore scelto II quindi con tutte le passive del caso, ho fatto usare loro questa pergamena:
CITAZIONE
Trappola: il cacciatore crea una sagoma di luce sotto i piedi dell'avversario, rallentando notevolmente ogni movimento compiuto all'interno dello stesso da questi o da chiunque che non sia il cacciatore stesso.
La tecnica ha natura magica e permette al caster di creare sotto i piedi dell'avversario, o in un punto a scelta del campo di battaglia, una sagoma di luce di ampie dimensioni. L'effetto dura fino alla fine del seguente turno dell'avversario e consiste nel rallentare notevolmente ogni movimento compiuto da qualunque creatura che non sia lo stesso caster. La sagoma potrà essere di qualunque forma e natura, ma dovrà identificare chiaramente l'area di effetto della tecnica. Per evitare il rallentamento, l'avversario dovrà sfruttare le proprie abilità e combinarle in uno stratagemma idoneo a liberarlo dall'effetto della sagoma, non potendo sottrarsi semplicemente camminando. L'effetto, inoltre, si estende in tre dimensioni, colpendo anche le creature in volo.
Consumo di energia: Medio

Per bloccare la loro avanzata e scaricargli addosso 25 frecce che se vanno a segno un colpo fisico può valere da basso fino a mortale. Dopodiché faccio arretrare gli uomini fino al vicolo, casto un illusione ambientale che ci copre alla viste e gli arcieri scaricano una seconda ondata di venticinque frecce. E io in prima fila aspetto un eventuale attacco, mentre chomp, beh chomp ora lo vedrete. :8D:



Edited by Lud† - 26/1/2012, 20:44
 
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view post Posted on 25/1/2012, 14:13
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Memento mori.
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GUERRA


È il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano.


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Uscirono tutti in fila dalle prigioni passando attraverso anguste gallerie scavate nella roccia.
I cinquantadue uomini si ritrovarono finalmente fuori, erano abbastanza in alto da sentire una brezza fresca accarezzare le loro nuche e al tempo stesso poter vedere l' infuriare della battaglia alle porte della roccaforte.
L' armata del Toryu sfondava le linee a difesa della cittadella come un forte getto d'acqua spinge via un sassolino.

Del resto erano tra i più forti guerrieri che pestavano la terra dell' asgradel.
Se non i migliori. ~



Cercarono una strada che li portasse alla Città Bassa, ne riuscirono a scoprire solo una. Sarebbero sicuramente stati intercettati, ma dovevano correre il rischio.
I guerrieri si fecero tutta la strada di corsa fino a che non si ritrovarono in una grandissima piazza circolare circondata da grandi baratri.

Questi ribelli dovrebbero assumere degli ingegneri migliori, così si rischia di spaccarsi le ginocchia.

Nel momento in cui fecero ingresso nella piazza li trovarono, l' ultima cosa che avrebbero potuto sognare.
Due uomini a cavallo, probabilmente Asad ed un suo commilitone, seguiti da un alto numero di uomini armati senz'ombra di dubbio in quantità superiore al piccolo esercito che Lux e Illidan si portavano appresso.

Potranno avermi inculato una volta, ma adesso mi hanno stufato.

Sentì l' urlo provenire dall' altra parte della piazza. Sentì quell' indimenticabile, ammirevole urlo che annunciava l' inizio delle carneficine.
Quasi in contemporanea al grido di battaglia Illidan udì Lux urlare dei comandi agli arcieri.
Sotto i piedi dei nemici si aprirono delle circonferenze luminescenti, che rallentarono i movimenti nemici.

I dardi del Toryu volarono



Era la situazione perfetta per agire, ma entrambi i comandanti sapevano che combattere in campo aperto sarebbe stata una follia.

Indietro verso la scalinata!



Lux urlò. Indietreggiarono tutti verso la scalinata, mentre il nemico non poteva far altro che vederli pian piano rifugiarsi in quello stretto spazio.
Un volta che tutti furono entrati si erse una barriera a bloccare l' ingresso dell' angusta strada.
Lux fece intendere ad Illidan che quella barriera era opera sua.
Del resto dopo un anno passato assieme ognuno conosceva i segreti del suo commilitone.
Altre frecce volarono, oltrepassando la parete.

Uomini, non lasciamo ai suoi arcieri tutto il divertimento, sapete cosa fare!



La voce di Illidan arrivò alle orecchie dei suoi venticinque guerrieri in men che non si dica.
Le lance assunsero un' aura scura, come le tenebre che si sarebbero insediate una volta calato il sole.
Dopo ciò, Il comandante schioccò le dita.
Le lance assunsero un altro strato d'aura, però di color rossastro.

FORZA, TIRATE E FATE SALTARE IN ARIA QUEI CANI SCHIFOSI!



Sul viso di Illidan apparve un orrido ghigno mentre i suoi soldati scagliavano le loro armi verso il muro.
Le lance volarono tutte assieme, oltrepassando il riparo offerto da Lux.

BOOM.



Il suo rumore preferito.
Una volta perse le lance, i guerrieri tirarono fuori le loro spade, in attesa dell' entrata in scena del nemico.

Godetevi la vita in tutta la sua magnificenza, finchè potete.



La notte sarebbe arrivata presto, ma quando?

Status fisico: Illeso.
Status Mentale: Emicrania (medio)
Energie 100%
Energie soldati sotto la mano di Illidan: 70% (un medio e un alto a testa)
Note: Una volta che tutti gli uomini sono arretrati ho scagliato anche la mia offensiva: I miei guerrieri armati di lancia e spada hanno usato una pergamena del dominio incantaspade di livello II, ovvero questa:
CITAZIONE
Come un diamante grezzo in attesa di essere raffinato, le abilità richiedono esercizio e pratica, nonché continuità e costanza. Ed è così che giunti a questo livello del Dominio, la tecnica precedente subirà un netto miglioramento, tanto che senza alcun tempo di concentrazione per mezzo di un consumo energetico equivalente a Medio, sarà possibile generare un’ondata dell’elemento scelto del medesimo potenziale offensivo.

Per poi fargli usare la pergamena Effetto esplosivo
CITAZIONE
il guerriero circonda la propria spada di un'aura che provocherà un'esplosione ad ogni impatto.
La tecnica ha natura magica. Il guerriero circonda la propria arma di un'aura scintillante dal colore tendente al rossastro, liberamente caratterizzabile. L'aura indicherà l'attivazione della tecnica. La tecnica si potrà attivare anche sulle armi da tiro, da lancio o da fuoco. Da questo momento, ogni volta che l'arma impatterà contro qualcosa, genererà un'esplosione in grado di provocare danni e ustioni per un livello totale di Medio. La tecnica dura due turni compreso quello di attivazione, ma può essere terminata anticipatamente per volontà del caster.
Consumo di energia: Alto

Così facendo ho lanciato venticinque medi ad area sotto forma di esplosione con un danno medio in più a chi viene colpito dalla lancia grazie all' abilità attiva dell' incantaspade.
 
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J!mmy
view post Posted on 28/1/2012, 18:11




Città Bassa di Rockwhite
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Buio.
Quanti sapori, odori, paure può celare il buio?
Quante parole sommesse, sillabe scampate a mezze labbra come fuggitivi in cerca di libertà?
Il buio è sadico, il buio è macabro, tagliente, freddo.
Freddo.
Rekla aprì gli occhi a malapena, flettendo le braccia gelide e atrofizzate. Le palpebre si schiusero altrettanto doloranti dinanzi al profondo nulla che l’oscurità di quell’antro poteva ammettere. Allungò le mani in direzione del volto e ne accarezzò la superficie livida e increspata, come acque cupe di un ottenebrante abisso. Non appena le dita scivolarono sulla pelle, questa le parve inspiegabilmente umida, viscida e appiccicaticcia: sudava, forse?
Cristalline gocce di rugiada le rigavano il volto imbrattato di polvere, violandone la bellezza con un’audacia quasi sfrontata, ostentando un turbamento a lungo tenuto a freno e sigillato in sé.
Aveva paura; tremava per ciò che non vedeva, rabbrividiva all’idea di ciò che sarebbe potuto essere, giacché lei più di chiunque conosceva l’indecente perversione di chi oramai dominava realmente ogni suo istinto, impregnandolo di pura malvagità e depravazione.
L’ennesimo incubo, si ripeté. L’ennesimo, fottutissimo, incubo.

«Dove mi hai trascinata, stavolta?»
La domanda arrivò secca e impertinente, ma la risposta non fu altro che un soffocato grugnito.
Come solcato da una mole talmente imponente da scuotersi ad ogni suo passo, il suolo iniziò a sussultare, sempre più, sempre più, sempre più.
Nella totale cecità delle tenebre, Rekla sentì un arto vagamente umano sgusciarle tra i seni, accarezzarle il petto, premere sul collo ed allacciarvisi con vigore. Per un attimo le parve di morire, mentre la mano serrava la presa e la soffocava ancor più forte, impietosa e inarrestabile, al punto tale da far stridere le poche vertebre della nuca ancora intatte.
La sensazione fu quella del capo che abbandonava il corpo, pur rimanendo sufficientemente cosciente da carpire quanto ancora lo attorniava.

«Non… dimenticare… chi… comanda…»
Quando le labbra corrugate e aride dell’imponente ombra – il cui profilo assai sfocato si stagliava nell’incombente silenzio solo adesso e solo di sfuggita – ruggirono, Rekla capì.
Constantine, il Demone Bastardo, si era infine palesato ai piedi di quello che parve ora tratteggiarsi come un largo trono in pietra nera, e aveva deciso di farlo nell’unica forma concessagli dal legame: il Dono.
Il braccio teso, i muscoli contratti dallo sforzo e la lingua pendente da una parte malferma del labbro. Sentiva i fetidi umori dell’abominio posarsi su di lei sprezzanti e il suo unico occhio buono percorrerla tutta con foga ed estremo desiderio.

«Al… mio segnale… fa’… ciò… che devi…»
Bofonchiò nuovamente l’energumeno, trascinando via quel suo lurido e tozzo arto, il quale venne dunque risucchiato dall’oscurità, svanendo oltre di essa neppure ne fosse stato inghiottito. Rekla si forzò a non tremare, non più, mentre il terreno in lontananza cessava ora di vibrare e…



… il Dono iniziava a dissolversi.
Il torbido sapore del sangue tra i denti, l’agghiacciante sfrigolio dell’acciaio sulla carne, penetrante fino allo sconquassare d’ossa, al divellersi di viscere. L’odore del terrore dei due uomini che, sopraffatti dal dolore, caddero ai suoi piedi riportò la Nera alla dura quanto eccitante realtà: erano in guerra, al centro di un’apocalittica ecatombe che mai come allora riusciva a saziare la fame del Cerbero; e quest’ultimo ne era proprio il cuore, l’occhio devastante del ciclone.
Si guardò intorno, mentre Dolore e Constantine fuggivano alle fragili membra di altre due carcasse troppo maciullate e sfigurate per poter comprendere se fossero di donna, uomo, anziano o bambino. Quel dì nulla faceva più discrepanza, ogni essere vivente periva al funesto avanzare della sadica Mecenate, solcata in viso da un profondo quanto tagliente risolino di appagamento.
Abbandonata la cavalcatura, i piedi urtarono il terriccio con forza, mentre attorno a sé – vuoi per timore o pura casualità – si faceva improvvisamente vuoto. La mano si protese con ardore, e da essa un flusso color argento di dimensioni incommensurabili prese vita dalla luce e si propagò letale.

rIFXG

Per metri e metri furono in molti a rovinare inermi al tocco demolente della Nera.
Ma non a sufficienza.
Per quanto fossero in netta minoranza, infatti, gli uomini di Asad erano tra i più abili ed esperti combattenti dell’intero continente, e dannatamente duri come nessuno a tirar le cuoia.
La verità era, dunque, innegabile: li stavano schiacciando.
Bisognava muoversi, e bisognava farlo in fretta.

«Corald, portali qui.»
Fu il ruggito della donna in direzione di uno dei comandanti più fidati, intento come pochi a barcamenarsi dalla robusta morsa di tre grossi beduini, prima di affondarne uno con un secco colpo d’elsa alla rotula destra. Egli sollevò lo sguardo in direzione del brando della Nera, teso come un ago verso sud-est.

«Si, mia lady» replicò secco l’uomo, annuendo deciso.
Voltosi dunque verso l’altura rigettante dardi Toryu, l’anziano condottiero – corta barba ispida e unte ciocche castane raccolte in trecce – schioccò le labbra in un’arcana litania, che subito avvolse i trecentouno uomini poco distanti in una calda quanto mistica cupola fiammeggiante, trascinandoli laddove certamente la loro vita sarebbe stata più utile alla causa.

«Non lasciamoci schiacciare!» sbraitò imperativa la generalessa «Spingete!
Spingeteli verso il baratro dell’Inferno!
»
E come cani rognosi e pestilenti, fetidi e imputriditi dalla vita, unificati dall’unica padrona che sapeva domarli, le Tenebre serrarono i ranghi in un muto rimbombo, formando infine un massiccio plotone che iniziò a spingere, e spingere, e spingere, e spingere quelle fulgide puttane verso l’ultima possibilità d’espiazione dei loro peccati.
Ivi vi sarebbe stata giustizia.


CITAZIONE
Rekla Estgardel
La Nera Signora

Stato Umano
ReC 225 | AeV 175 | PeRf 275 | PeRm 375 | CaeM 175

« Energie: 100 - 15 = 85 %
« Status fisico Rekla: danno basso da urto all'avambraccio sinistro, danno basso da taglio alla coscia destra
« Armi: Constantine • sfoderata; Dolore e Sofferenza • sfoderata - riposta


~ ~ ~

C o r r u z i o n e

Attiva
Incisione del Bastardo • III livello
Al terzo livello crescono le potenzialità del Demone, in ogni senso. Tutto ciò che si è sottoposto a incanto potrà, in qualsiasi momento e senza concentrazione, ricoprirsi di un alone argenteo, in virtù della manipolazione mercurica. Le modalità e gli effetti resteranno identici ai livelli precedenti, ma si potrà variare forma e intensità della magia riversata per ciò che concerne aspetto e potenza dell'incantamento. Una mezzaluna o un sottile raggio saranno una delle offensive possibili, così come rimane a discrezione di Rekla l'ammontare di energia (da cui consegue la forza dell'effetto) da spendervi. Consumo: Alto.


Passiva

La connessione tra l'evocatore e il mostro è molto più potente di quella che potrebbe mai avere con qualsiasi altra delle sue creature. Loro sono la stessa cosa, divisasi solamente con l'obiettivo di distruggere il proprio avversario. Per questo, i loro corpi sono legati insieme non solamente dalle mere catene che fuoriescono dal gauntlet. Nel caso in cui Rekla dovesse subire un danno provocato dal proprio avversario (e non autoinflitto tramite tecniche o atti impulsivi) ella potrebbe decidere di suddividere tale ferita e farne subire la metà esatta al proprio colosso, che griderà, alimentando la propria furia. Esemplificando, se Rekla dovesse subire un danno Medio, ella potrebbe decidere di prenderne solamente uno Basso, facendo sì che il mostro, tuttavia, subisca anch'egli un danno Basso. In poche parole, potrà smezzare qualsiasi danno rivolto alla propria persona, purché l'evocazione sia già presente sul campo. Viceversa, potrà anche decidere di suddividere i danni rivolti all'evocazione, subendone la metà, poiché i due non sono che diverse emanazioni dello stesso corpo [Tecnica passiva].

Incisione del B a s t a r d o I - II - III:
- Possibilità di caratterizzare una delle proprie armi da mischia con un particolare orpello (una runa, un simbolo, o una scritta). Quell'arma - e solo quella - potrà in qualsiasi momento innescare i poteri del dominio. Grazie all'incanto, inoltre, essa risulterà impossibile da distruggere nonostante gli attacchi che le potrebbero venir mossi. (I)
- Possibilità di caratterizzare una seconda arma tramite l'incantamento, anche una a distanza, anche se in questo caso dovranno essere incantati i proiettili. Le armi (e i proiettili) incantati potranno in qualsiasi momento innescare i poteri del dominio. Grazie all'incanto, inoltre, risulteranno sempre affilatissime e incapaci in alcun modo di perdere le proprie capacità offensive, oltre che indistruttibili. (II)
- Grazie all'incanto, si aggiunge un terzo effetto alle armi incantate, rendendole permanentemente prive di peso per quanto riguarda il possessore del sigillo. Ogni altra persona percepirebbe il peso reale dell'arma. Inoltre, non potranno neppure essere sottratte al portatore, e in alcun modo rubate. (III)


-Gola: Rekla raggiunge il successivo livello dell'Incisione del Bastardo. (Livello III)

-Superbia: Essendo innamorata di se stessa e di una forse inesistente superiorità, la giovane ha coltivato un carattere duro e scorbutico che non ispira affatto fiducia in chi la affianca ma, talvolta, insinua un timore lieve che però non ha alcun effetto contro i demoni o gli individui di livello superiore.

-Terzo Vizio dell'Animo|Ambizione: Che sia negativa o positiva, l’ambizione - così come la sua assenza - sottende tutte le azioni umane malvagie o meritevoli che siano. L’ambizione sfrenata può portare all’insoddisfazione perenne, a cambiare schizofrenicamente campo di interesse o obiettivo pur di avere una nuova vetta da scalare, mentre un’accezione positiva di questa attitudine psicologica può coincidere con una sana spinta a migliorarsi e non accontentarsi, a superare i propri limiti. Rekla Estgardel è forse l'essere più ingordo e privo di scrupoli del pianeta, pericoloso e raggelante nell'infinita contaminazione della sua mente. E' proprio grazie a quest'incessante bramosia, però, che la Nera Signora è riuscita a cogliere frutti misteriosi ed unici, rari e preziosi come le più pregiate ricchezze del mondo. In termini pratici, ella è in grado di usufruire delle capacità di una seconda classe: il ladro. A tal modo ciò potrà senz'altro spalancare alla regina dei morti molteplici vie ad un'innumerevole quantità di attacchi e strategie, tutte indubbiamente mirate a stroncare sul nascere l'esistenza del malcapitato avversario.

-Nel ricordo del dolore, l'unità di un cuore spezzato: indifferenza al dolore; pur provandolo, il portatore non si farà influenzare da esso.

-La comprensione del dolore, così da annientarlo: auspex passivo che si attiva una volta che il portatore viene ferito sia fisicamente che psicologicamente. Egli diverrà in grado di determinare l'esatta posizione di chi ha fatto partire l'attacco.


CITAZIONE
[QM Point]
Dunque, credo che il post sia già eloquente. Rekla utilizza l'attiva del dominio di livello III, quindi ordina ad uno dei comandanti di portare balancer e i suoi all'interno delle mura. Specifico che, onde evitare limitazioni ai questanti, descriverò le azioni dei comandanti di Asad qui e non in post, lasciandovi dunque massima discrezione e libetà di interpretazione. Vi consiglio, infine, di personalizzare maggiormente i vostri avversari.

Indicazioni

Lul
Cita per favore per intero tutte le tecniche impiegate. Il tuo avversario si difende dall'attacco con "Parata", dunque contrattacca con "Onda d'urto" per poi scattare in tua direzione e sferzare un fendente diagonale mirato letteralmente a schiacciarti. La sua PeRf è di 400.
CITAZIONE
Parata: il guerriero, muovendo abilmente la propria arma davanti a sè, può generare uno scudo d'aria adatto a proteggerlo.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero deve compiere un movimento davanti a sé con la propria arma, adatto a creare uno spostamento d'aria. Il movimento potrà essere a scelta del caster e genererà uno scudo d'aria in grado di parare colpi, dardi, proiettili, attacchi o tecniche dell'avversario provenienti da un'unica direzione scelta al momento di castare. Una volta parato il colpo, lo scudo svanirà immediatamente. Lo scudo ha una potenza pari a Medio. La tecnica si basa sulla CaeM del guerriero e non sulla sua PeRm.
Consumo di energia: Medio

CITAZIONE
Onda d'urto: il guerriero genera dai palmi delle mani un raggio di energia volto a colpirlo e danneggiarlo.
La tecnica ha natura magica. Il guerriero muove le mani compiendo gesti rimessi alla libertà descrittiva del caster. Da esse scaturisce un veloce raggio d'energia di colore personalizzabile e diametro di qualche centimetro, che si dirigerà verso l'avversario. Esso non è affilato e non è mirato a provocare danni da perforazione. Causerà invece al nemico un danno da urto e ustioni per un totale di danno di Alta intensità. Se incontra ostacoli lungo il proprio percorso, è in grado di distruggerli purchè non siano troppo grandi o resistenti. Per esempio potrà distruggere una pietra che lo impedisca.
Consumo di energia: Alto

Xord Gik
Il tuo avversario, invece, evita l' attacco per mezzo di "Immagine Residua" teleporandosi alle tue spalle per tentare di toccarti attivando la tecnica "Recidere". La sua AeV è di 300.
CITAZIONE
Immagine residua: Il ladro si teletrasporta in una posizione differente dalla propria, lasciando al suo posto una sua immagine a subire l'attacco che era diretto a lui.
La tecnica ha natura magica, così come l'immagine che viene a crearsi: quest'ultima viene vista da tutti i presenti sul campo di battaglia allo stesso modo. Può essere utilizzata sia come tecnica di spostamento elusivo che come difesa; in questo secondo caso, conta come difesa assoluta. La tecnica teletrasporta il caster, permettendogli di usarla anche nel caso in cui fosse stato immobilizzato. L'immagine lasciata nel punto di origine potrà agire in qualsiasi modo, emettendo suoni e essendo anche concreta al tatto, ma sparirà dopo un solo attimo - l'utilizzo più comune è quello di far credere al proprio avversario che il suo attacco sia andato a segno, ma è possibile darle anche altre applicazioni, a seconda della personalizzazione e dell'interpretazione. Basa la propria efficacia sulla AeV del caster, e non sulla sua PeRm.
Consumo di energia: Medio

CITAZIONE
Recidere: Il ladro incanta i palmi delle proprie mani, facendo sì che ogni suo tocco si possa rivelare letale per il proprio avversario, lasciando intatta la pelle ma raggiungendo e danneggiandogli l'organismo interno.
La tecnica ha natura magica. Il caster diviene in grado di ferire direttamente l'organismo interno del proprio avversario, senza intaccarne quello esterno, per un numero limitato di turni. A seconda della personalizzazione è possibile far sì che i palmi dell'utilizzatore si colorino di una determinata energia, che le sue mani mutino leggermente di forma, o persino che possano attraversare la pelle del nemico lasciandola intatta e raggiungendone direttamente gli organi interni. E' possibile attuare questa tecnica anche tramite le proprie armi da mischia, che tuttavia non potranno infliggere danni coi normali attacchi fisici nel corso della durata. Per due turni compreso quello d'attivazione, gli attacchi fisici del caster avranno ciascuno potenza Bassa e infliggeranno un danno Basso all'organismo interno del proprio avversario. E' possibile interrompere la tecnica prima, al solo desiderio dell'utilizzatore.
Consumo di energia: Medio

balancer
Nulla da specificare se non di aggiungere sempre lo specchietto, anche senza l'uso di tecniche. Per il resto, invece, vuotate le cinta da ogni guardia, tu e i trecento arcieri venite improvvisamente avvolti da un misterioso globo di fuoco. Quando questo svanirà, vi troverete miracolosamente al centro del campo di battaglia, nel bel mezzo del putiferio. A te la mossa.

Turnazione • Il gruppo A attenda il post del CoQm.
Tempi di risposta • 4 giorni di tempo da adesso, e cioè fino alla mezzanotte di giorno 1 febbraio.


Edited by J!mmy - 29/1/2012, 12:47
 
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balancer
view post Posted on 1/2/2012, 12:31




Le sentinelle erano tutte morte sotto l'implacabile foga della pioggia nera, non un uomo sulla cinta era sopravvissuto. Jack sorrise, sotto la battaglia si imbastardiva, gli uomini di Asad erano più tosti del previsto. Era bello stare li sopra a giocare a tiro al bersaglio, era rassicurante... anche nell'improbabile caso in cui le sorti dello scontro avessero trovato l'esercito nero sconfitto - improbabile, ma non impossibile - da quella posizione la fuga sarebbe stata facilitata. Ma da quella calda e confortevole placenta fu ben presto strappato, doveva venire alla battaglia, non c'era che fare. La dea della guerra lo reclamava.

Dannazione!

Una volta infuocata inghiottì lui e i suoi uomini, quando il fuoco si ritirò si ritrovarono al centro dello scontro.

Come pensavo...

«Non lasciamoci schiacciare!»

E bene si, Jack era la cavalleria. Quel surplus improvviso, necessario ad ogni esercito per rivoltare le potenze in campo. I suoi uomini erano già pronti.

Formazione C!

Con un movimento unico, tutti gli uomini si allinearono in un unico corpo, una macchina. Jack era il centro, il cuore di quell'unico organismo. Introno a lui i tiratori scelti e intorno a loro spesse fila di fanteria. Era un blocco compatto e serratissimo.

«Spingete!
Spingeteli verso il baratro dell’Inferno!
»

Se questi sono gli ordini non c'è che da seguirli.
Gli uomini di Jack conoscevano il terreno, erano i più adatti a fare da rullo compressore in quel momento.

Caricaaaaaaaaah!


Mentre Jack e i suoi uomini scattarono verso le linee nemiche, senza la minima incertezza, Crow scagliò un rapido sguardo alla situazione in campo e vide due ufficiali in difficolta. Stavano fronteggiando nemici pericolosi. Gli affinati sensi di Jack captavano magia nelle loro tecniche. Gli ufficiali di Rekla erano tutti uomini valorosi e sicuramente avrebbero avuto entrambi la meglio sui nemici, ma Jack poteva supportarli dalla distanza e così avrebbe fatto. Non voleva rischiare che due ufficiali si ferissero così presto.
Nelle sue mani si formarono due sfere infuocate, piccole ma potenti. Jack le scagliò con forza e rabbia verso l'alto dando alle sfere infuocate una traiettoria parabolica. Le sfere miravano entrambe alla schiena dei nemici. Un colpo da infami, ma la guerra non è un attività da gentiluomini.
Poi esplose l'impatto dei due blocchi che si scontrarono, fu un vibrante rumore metallico.
Jack impugnò di nuovo la sua fedele Parabellum e dalla distanza sparò un colpo che colpì l'occhio di un soldato che si sporgeva da una finestrella, facendogli esplodere il cranio.

L'avete sentita la nostra signora, no? Spingiamo!

La furia della battaglia entrava nelle sue vene. La sua arma iniziava a contagiargli una strana sete di sangue. Presto sarebbe scivolato in un raptus omicida, e lo scontro era appena iniziato per lui.



Status Psicologico: Danno Basso, infuriato.
Status Fisico: Illeso

Energia: 88%

[ReC 250] - [AeV 100] - [PeRf 50] - [PeRm 200] - [CaeM 125]



Armi:

Spada: legata nella schiena.
Kunai: 20\20
Parabellum: 9\10

Tecniche attive usate:

Padronanza elementale
Il mago impara a governare gli elementi nella loro forma più semplice: potrà così evocare una piccola sfera di fuoco, una scarica elettrica o una scheggia di ghiaccio.
La tecnica ha natura magica; al momento dell'acquisizione l'utente dovrà decidere se comprarla di elemento Fuoco, Folgore o Ghiaccio. Nel primo caso, il caster diverrà in grado di lanciare una piccola palla di fuoco di potenza Bassa; nel secondo, una piccola scarica elettrica di potenza Bassa; nel terzo, genererà nelle mani una scheggia di ghiaccio di potenza Bassa. Tutti e tre i casi infliggono danno Basso al corpo dell'avversario: i primi due come ustione, il terzo come perforazione. Le emanazioni possono essere personalizzate a piacere nella forma, nell'aspetto e nel colore: sarà possibile dunque evocare il viso di un drago in fiamme invece che una palla di fuoco; un segugio elettrico invece che un lampo; una lancia di ghiaccio invece che una semplice scheggia. E' possibile acquistare nuovamente la pergamena per poter accedere alle manifestazioni elementali che non si possiedono: ogni volta che la si acquista va scelta della quale delle tre manifestazioni il personaggio vuole usufruire.
Consumo di energia: Basso



Passive attive:

Rage of War
Parabellum vuole combattere. Vuole causare dolore: vuole saziarsi di male. Eppure, non è sempre possibile. La guerra è tattica e strategia, ma sopratutto fuga e riorganizzazione. Non sempre il suo utilizzo è possibile in combattimento: non sempre il portatore potrà servirsi del suo servizio. Eppure questo, Parabellum, non lo accetta: non lo accetterà mai. Ogni volta che il portatore si rifiuterà di utilizzarne i poteri in combattimento, infatti, l'arma si rivolterà contro il suo padrone, trasmettendogli la propria frenesia e causandogli un danno alla mente. [Malus. Per ogni turno di combattimento che il portatore non userà le tecniche di Parabellum, questa gli causerà un danno psionico Basso alla mente, sotto forma di furia, come se questo divenisse lentamente preda di una frenesia cieca che diviene, alla fine, vera pazzia. Il danno non sarà evitabile in alcun modo.]

Scent of War
Parabellum è una macchina di guerra, caparbia nella propria gretta volontà di crescere nella battaglia, di sguazzare nel sapore del male che deriva da essa e di destreggiarsi tra le macellazioni della speranza come se fosse perfettamente a suo agio. Per questo nulla può davvero sorprenderla semmai venga affrontata su questo campo. Perché ella è in grado di avvertire il male, di scrutare nel buio e sentire l'odore della polvere da sparo, del proiettile in canna e della miccia che si prepara ad esplodere. Inoltre, l'arma trasferirà questa capacità al suo portatore, mettendolo in condizione di sapere sempre se vicino a lui c'è un'arma da fuoco, una granata o un fucile di qualsiasi tipo, ancorché nascosto, ancorché appostato in un cespuglio, pronto a tendergli un'imboscata. Incosciente di come il suo spirito sia ben più lungimirante nella guerra: nel suo ambiente naturale. [Tecnica passiva di auspex, permette al portatore di avvertire attorno a lui la presenza di armi da fuoco propriamente dette, ovvero fucili o pistole il cui utilizzo implichi l'uso di polvere da sparo, anche se nascoste o non visibili; l'abilità si estende anche alle granate e alle bombe, purché queste siano identificabili come "armi da guerra" o, per meglio dire, il loro funzionamento implichi l'utilizzo di meccanismi di innesco complessi, di materiali esplosivi anche alternativi alla semplice polvere da sparo. E' inefficace riguardo armi bianche, da mischia o da lancio che non siano assimilabili nella categoria predetta.]

Presenza demoniaca
Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate... ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

Onniscienza
Lo studio della magia, così come per qualsiasi altra disciplina, comporta una prima fase alla quale viene attribuita molta importanza, poiché consta nel punto di partenza del ciclo di acquisizione sapienziale denominata: osservazione. In grado di discernere la magia nella moltitudine delle sue manifestazioni, i portatori dell’innata saranno in grado di percepirla nell’area circostante, un sesto senso o un intuito al quale ci si potrà affidare con assoluta certezza. Si potranno individuare le trappole di origine magica sul campo di battaglia, riconoscere le illusioni ambientali come tali, avvertire la presenza di attacchi magici diretti alle proprie spalle e tanto altro ancora; ma si ricordi che non essendo un'abilità di Auspex, non potranno essere percepite le auree di altri individui nelle circostanze.



Note:

Mi limito a scagliare due tecniche di potenza bassa, ognuna diretta a un avversario dei miei compagni. Subisco un danno psicologico pari ad un basso per non aver usato tecniche di Parabellum
 
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Lul~
view post Posted on 2/2/2012, 15:27




{IV}

L'ALBA DELLE TENEBRE


fortezza di Rockwhite ~

Sciaf. Il sangue della lama, rapido così com'era apparso, si disperse intorno alla sagoma del gigante e - con esso - lo spavaldo sorriso del Cousland. Leonia aveva fallito. E' vero, avrebbe potuto utilizzare una strategia più complessa, ma non c'era motivo di pensare - prima di quel preciso istante - che quel generale potesse essere quantomeno difficile da tirare giù. Sì, era un Pelleverde, ma già in diverse occasioni il Nero Leone aveva sconfitto simili esseri. Bastava batterli sul tempo, proprio come aveva tentato di fare poco prima. Evidentemente, con quello, ciò non bastava. Non che la sua pelle fosse più dura delle altre, no: il Cousland era sicuro di avere abbastanza forza per far penetrare la Sanguinante fino al cuore del nemico. La questione era un'altra. Il pelleverde in esame aveva qualcosa di diverso: era talmente sveglio dal vedersi assegnata una compagine dell'esercito nemico.

Un brivido afferrò alla gola il Cousland, come qualcosa di simile all'ebbrezza. L'adrenalina era al massimo, le ghiandole salivari alle stelle. Sarebbe stato un lavoro ben fatto e - certamente - la Nera avrebbe apprezzato. E parecchio.
A guardarlo bene poteva far paura col solo aspetto. Scoperto dalla cintola in su, non aveva bisogno d'armatura alcuna, forte della propria coriacea pelle, che comunque s'adagiava su di un fisico asciutto, per nulla abbondante in termini di ventre, ma anzi generoso di poderosi muscoli addominali. Il verde della pelle, a guardarlo bene, era molto simile al marrone delle iridi muschiate, segno che - probabilmente - nelle vene di quell'essere circolava anche del sangue umano.
Il rubicondo cimiero decorava l'elmo, proteso a difendere il volto che - probabilmente - era la parte più vulnerabile del corpo del gigante. Quella cosa con la quale usava attaccare e difendersi balenò veloce davanti al suo collo, disperdendo l'offensiva del Cousland e riportando i due alla distanza di circa cinque o sei metri, abbastanza per colpire il guerriero della Signora dopo aver fatto solo un passo o due. Ma non erano queste le intenzioni del gigante. O almeno, non quelle di finire il Leone prima d'aver proferito qualche parola.

~~~

Avanzò di un passo coperto dagli ormai innocui spruzzi di sangue, gentilemnte concessigli da Leonia. Si leccò la guancia per asseggiare quella linfa artefatta, succhiata via chissà da quale corpo. Non poteva sapere, quello, che Leonia beveva il sangue dei nemici caduti del Nero Leone.
Non poteva sapere, il gigante, che con tutta probabilità lui sarebbe stato il prossimo.

« Sappi, Cavaliere della Nera, che il nome di colui che ti ucciderà è Khamul.
Khamul del Sud.
»

Spocchioso, oltre che alto e grasso. Sapeva di avere per sè il vantaggio della forza e - quasi sicuramente - vedeva il Cousland solo come l'ennesima mosca sulla sua merda. Solo un po' più fastidiosa delle altre. L'avrebbe schiacciato in fretta, per poi dedicarsi finalmente a ciò che più lo gasava. Lo sterminio di massa.
Una delle due braccia s'alzò verso il Leone, che distinse molto facilmente - nel palmo aperto - la bordata che andava formandosi e che di lì a poco gli sarebbe stata lanciata addosso. Vediamo che sapeva fare, quel ciccione.
Quando la cannonnata partì, il Cousland aveva appena ancorato i piedi a terra. Quando riaprì gli occhi, dopo aver portato le braccia - incrociandole - a difesa del torace, s'accorse che quello stava correndo verso di lui. Non c'era tempo per preoccuparsi del dolore. Non era uso del Cousland farlo. L'arma - più simile ad una colonna che ad una mazza - cadde verso di lui, pronto a schiacciarlo. Fu allora che successe di nuovo. Leonia volteggiò leggiadra, lasciando dietro di sè uuna flebile scia scarlatta, abbastanza utile per bloccare e deviare l'offensiva del gigante che allora - probabilmente - si sarebbe trovato abbastanza sbilanciato. Il Nero sapeva bene di dover sfruttare appieno quell'istante.

« La tua pelle potrà anche essere dura come il marmo.. »

Ancora, Leonia si tinse di rosso repentinamente e come una proiezione della sua lama, preciso il fluido di vita e morte s'andò a dirigere contro l'occhio del nemico. Proprio come un grosso spillo carminio.
Proprio come qualcosa che avrebbe potuto trapassare il cranio di quel coso da parte a parte.

« ..ma non ho mai conosciuto nessuno che non sia morto con un buco in testa! »



E per la prima volta - forse - quel mezz'orco sentì un brivido molto umano risalirgli lungo la schiena.


CITAZIONE

Note a Margine

L I O N E T C O U S L A N D

rec ~ 15o · aev ~ 125 · perf ~ 3oo · perm ~ 25o · caem ~ 2oo
b ~ 6% · m ~ 11% · a ~ 22% · c ~ 44%

passive. x insensibilità al dolore, razziale;
x resistenza fino a due mortali, personale (1/4);
x leonia è indistruttibile, dominio (I);
x impossibilità di perdere la presa su leonia, dominio (II);

attive. x Leonia, la Sanguinante è una lama infranta dal proprio cordoglio, dissacrata nella propria integrità di arma, ma brandita dallo spirito cieco di rabbia dell'anima che vi dimora all'interno. La sua voglia di saziarsi del dolore altrui non si placherà mai, sopratutto in un duello. In termini di gioco, spendendo un quantitativo di energie pari a Basso e senza alcun tempo di concentrazione, sarà possibile sprigionare dall’arma incantata una bordata di sangue dal potenziale pari al costo. (Consumo Basso) {Attiva Dominio Lv.I, utilizzata due volte}

energie residue. 89% - (6% + 6%) = 77%
stato fisico. danno ALTO da ustione sulle braccia e su parte del torace fino alla cintola;
stato psicologico. gasato

riassunto azioni. Il Cousland imbarca tutta l'Onda d'Urto, per poi utilizzare l'attiva del Dominio per deviare il colpo fisico del gigante. La stessa tecnica è poi utilizzata per tentare un offensiva al suo occhio.

~~~

Lo so, fa pena. Ma considerate che l'ho scritto in un'oretta, che ieri - visto l'esame di stamattina - non ho avuto nemmeno un attimo per prepararlo. Non volevo farvi attendere oltre, ed ecco qui. Spero di evitare - in futuro - di dover ricorrere ad altre proroghe. Odio aspettare gli altri, e immagino che gli altri - di contro - òdino aspettare me.
 
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J!mmy
view post Posted on 3/2/2012, 00:07




Città Bassa di Rockwhite
________________


Si accoccolò nell’immagine vivida del terrore che imbrattava i volti contriti dei nemici,
si lasciò estasiare dal pulviscolo arido che s’insidiava fastidiosamente tra i denti, fomentando quel già inconfondibile senso dell’essere la più potente delle creature su quel dannato campo di battaglia, arricchendo in più l’eccitante percezione del potere che solo guerra e urla strazianti sapevano donarle a quel modo.
Rekla annusò l’aria pregna di sudore come un segugio in cerca della preda, sogghignando beffarda tra sé e lasciando che l’altra delle daghe gemelle – Sofferenza – sbocciasse tra le falde della cappa color pece come uno squalo in mezzo al mare; la sua lama argentea e la sua guardia finemente intarsiata baluginarono distintamente nel caos al punto che parve quasi che questo si fermasse, ammirato, ad osservarne il gelido luccichio.
Dall’elmo taurino, il respiro affannoso della Nera danzava con grazia nel disordine dilagante, fondendosi abilmente ad esso in un accordo di vagiti e lamenti sconnessi.
Nessuno, nessuno aveva l’audacia di sfidarla in campo aperto, nessuno che azzardasse anche solo non strapparsi al suo sguardo, alla sua tremenda portata: persino i solidi uomini del sud, si chiese, temevano una così docile fanciulla?
Sorrise, mentre quasi si sorprendeva nel rispondersi che no, lei non era affatto docile.

Eppure, eppure quel dì vi fu chi tuttavia osò sfidare la morte, mordendo la regina di ciò che non vive laddove neppure il suo attento sguardo o le sue fameliche tenebre potevano giungere.
Due affondi, secchi e mirati, incontrarono la donna all’altezza del ventre, trapassandone la carne da parte a parte con semplicità a dir poco disarmante. Rekla stette attonita, smarrita. Sgranò gli occhi in uno scatto, azzannandosi un labbro in un sommesso latrato di dolore; infine, riversò in terra.
In pochi potevano certo asserire d’aver mai assistito ad un simile accadimento, alla rovinosa caduta di un gigante troppo grosso e pieno di sé per contemplare la sconfitta.
In quegli istanti, però, persino una bestia come Rekla si trovò ad abbracciarne l’idea.
Il ginocchio schiantò violentemente al suolo, accompagnato dal pugno manco che, privatosi della daga, picchiò vigoroso sulla sua stessa pozza di sangue. Il beduino, invece, avvolto in un sudicio turbante color sabbia, rimase immobile, incredulo e fiero di quanto vigliaccamente compiuto.
Ma non fu lì che si concluse la storia.
Mentre il campo, sempre più gravido di cadaveri divelti e consunti, infatti si bloccava ad un improvviso – e inverosimile – ruggito remoto, il cielo mutò forma, colore e consistenza.

«Puttana» chiamò una voce nella testa «Puttana, ascolta!» incalzò offensiva fra le tempie vibranti e grevi come massi «E’… il momento…» Il Cerbero sussultò impaziente e ancor più forte nel cranio, sobbarcandone ogni pensiero di debolezza, umiliazione e schiavitù. Rekla era oramai nei suoi artigli, se ne rese conto per l’ennesima volta; incapace e impotente di contrastarlo, di opporsi al suo stesso asservimento.
Era prigioniera.
«Rivela il nostro potere…
… rendici liberi!
»

B6aj3

Strinse le palpebre con forza, pregando che quell’orrenda tortura non si compisse, non lì, non quel giorno.
Ma non era più tempo di speranza, non era più tempo di resistenza.
La pelle iniziò lentamente a creparsi, squarciando i pallidi tessuti soprastanti fino allo spuntare d’un vischioso involucro color fumo, il quale assunse tinte progressivamente più chiare, e ancora, e ancora, e ancora. Nel giro di pochi attimi, l’intero corpo della Nera ne fu inevitabilmente ricoperto, miniandosi di brandelli d’acciaio e porpora che ne tappezzarono la superficie.
Dal cranio, prima rivestito in sfarzoso ferro nero, una folta chioma slavata debordò abbondante dalla pettorina e due lunghe corna arricciate bucarono l’elmo, dipanandosi ai lati della testa e lasciando dunque che il bellico copricapo schizzasse via oramai inservibile.
Un nuovo essere trovò vita, una nuova Regina si rivelò agli astanti.
E in quel piccolo anfratto serbato ancora alla coscienza, laddove un ultimo sprazzo di senno perdurava miracolosamente intatto e inviolato, Rekla Estgardel comprese ciò che il folle Bastardo aveva domandato.

J5Hrf

In lontananza, su, nell’incontaminato cielo stellato, fra nubi ingrigite dal vento ed ombre cullate dalla quiete dell’oscurità, un’immensa figura alata stravolse il fortino più di quanto questo già non fosse, planando vertiginosamente sui guerrieri ed ammarando su chiunque non fosse abbastanza sveglio o rapido da sottrarvisi. Persino il vigliacco servo di Asad ne fu vittima. L’intera parte orientale delle mura di Rockwhite venne divelta e si accartocciò come una pagina sgualcita e vuota, concedendo alle poche truppe ancora oltre di varcarne liberamente i confini e sfogare i propri più irrefrenabili istinti.
Nulla potè ostacolarli.

«Voi umani siete fin troppo deboli» parlò la creatura, senza che nessuno a parte i diretti interessati potesse però realmente udire.
Il dragone nero, aguzze zanne insanguinate e una squadrata mascella pronta a demolire, mosse la coda puntuta sciabolando una repentina sferzata orizzontale che spazzò diversi soldati senza alcuna distinzione di fazione o razza. Poi si volse in direzione di ciascuno dei tre comandanti di Rekla, goliardico, canzonatorio, inquisitorio, severo, quasi volesse minacciosamente godere dello spettacolo dei loro volti che – sbigottiti – si contorcevano e tremavano «Salite sul mio dorso. Il vostro compito è solo all’inizio.»
Mentre lentamente s’issava in volo sotto l’occhio atterrito degli ultimi spettatori, il Demone raccolse Sofferenza e – rinfoderatola – cominciò ad avanzare distrattamente tra la folla confusa e intontita, instupidita da quella stessa paura che da sempre era stata sua più grave e profonda debolezza.
La paura appesta i sensi, scompagina la mente, vincola le gesta.
La paura è naturale, imprevedibile, bugiarda e indomabile.
E Rekla Estgardel si nutriva di tutto questo
e di molto altro.


«Ora basta» parlò a bassa voce, come se intendesse bisbigliare qualcosa più a se stessa che ad altri, come se semplicemente pensasse a voce alta, passando la lingua violacea sulle labbra con fare osceno e grottesco «Sono stanca di perdere tempo.»
Sfoderò la Constantine, dunque, ne leccò la lama impregnata di sangue raggrumato ed ancora una volta la innalzò al cielo in uno scatto d’ira, fino a che ognuno dei presenti potesse ammirare l’incredibile potere che di lì a breve sarebbe stato esalato.
«Tenebre, è il momento di parlare alla notte» piccole, innumerevoli lucciole giallastre zampillarono dal brando dolcemente e accarezzarono delicatamente il viso oramai stanco e derelitto di ogni cane rognoso ancora in gioco agl’ordini della Nera.
Fu con quell'unico, insignificante gesto che la morte, che questi reincarnavano, prese selvaggiamente il sopravvento.
«Venite, miei spregevoli servitori.
Dichiarate la vostra vera natura.
IO.. QUEST'OGGI.. VI LIBERO.»


QO9Ma

CITAZIONE
[QM Point]
Proseguiamo come previsto. Come già avvisato in confronto, d'ora in avanti i tempi di posting saranno un tantino più brevi e i due gruppi si sovrapporranno non senza però adeguati vincoli di turnazione. Solo una nota a margine: siate più "interattivi" con l'ambientazione.

Indicazioni
Come credo sia già abbastanza chiaro dal post, Lionet, Jack e Xord assistono a tutti e tre i principali avvenimenti di questo turno: in ordine, la trasformazione di Rekla, l'arrivo del dragone nero e la trasformazione di tutto l'esercito. Proprio in relazione a quest'ultimo, va' specificato che ogni soldato dev'essere tecnicamente considerato come un avatar demoniaco e, come tale, atto a trasformarsi - per l'appunto - al calar della notte al semplice comando della Nera Regina. Ovviamente il discorso è altrettanto valido per il piccolo plotone degl gruppo A, attualmente situato nella città alta e non in facili condizioni.
Per quel che concerne il dragone, invece, esso parla ai tre comandanti telepaticamente invitandoli a salire sul proprio dorso. In-game, una volta saliti, sarete liberi di descrivere l'intero viaggio verso la città alta, dove l'essere vi scaricherà prima di scomparire nuovamente nell'oscurità. Lì raggiungerete i vostri compagni e sarete voi a decidere il da farsi.
A titolo informativo, infine, specifico che entrambi i generali di Asad (nemici di Xord e Lionet) trovano la morte in battaglia: il primo per mano di Lionet stesso, il secondo per opera di una dozzina di soldati non-morti che lo spolpa letteralmente sotto i vostri occhi; siete liberi di descrivere o meno l'eventuale loro dipartita.
Credo non vi sia nulla da aggiungere se non "buon lavoro". Attendete tutti il post del CoQm.
Turnazione • Valar Morghulis - Gruppo B (Lul, Xord e balancer) - Gruppo A (Lud e Chomp).
Tempi di risposta • 4 giorni di tempo dal post di Valar.
 
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Valar Morghulis ~
view post Posted on 4/2/2012, 22:55




Prelude to Decay
Per quanto suoni atroce,
è necessario ricordarsi che
la guerra è un inferno,
ma bello.

---

Il fuoco del bivacco brucia lentamente. E' sempre difficile descrivere le fiamme, il loro movimento ondeggiante è stato descritto un migliaio di volte da penne migliori della mia. Il colore, il calore, le immagini e i ricordi: tutto già detto. Quindi ignoriamo il fuoco -in fondo non è lui il protagonista.
Un uomo è seduto a terra, stringe in pugno la sabbia del deserto; stringe più che può, ma i granelli continuano imperterriti a scivolare via dalle sue dita. I suoi occhi sono pieni di lacrime che vorrebbero scendere -ma non possono. Il suo compagno gli da le spalle, è sdraiato a terra, la guancia sul suolo freddo.
« Pharouk » chiama a bassa voce l'uomo con la sabbia in mano, « Dormi? »
« Sto provando. »
« Devo chiederti una cosa. »
Silenzio. Chi tace acconsente. Chi tace non vuole rotti i coglioni, in realtà.
Ma puoi sempre far finta di non saperlo.
« Che ne hai fatto della ragazza? »

La ragazza è il principale motivo per cui Pharouk ha tentennato prima di unirsi alla ribellione, costringendolo a tornare indietro per andarlo a prendere, un rischio forse troppo elevato per un solo uomo. Il prezzo esatto per un fratello.
« Cosa credi che ne abbia fatto? »
« Non lo so. Razionalmente avresti dovuto ucciderla, ma non sarebbe stato giusto. Potevi convincerla a venire con noi, ma non è qui. »
« Mh. Ho sonno, Asad. Arriva al punto. »

Silenzio.
Improvvisamente la risposta è chiara.
Se qualcuno trasforma la sua vita in un inferno e lo fa solo per te, allora non hai più il diritto di porre domande.
« Non importa, fratello. Dormi. »
____________ ___ ______________________ __ _________________________ ___ ___________




All'urlo di Asad, i guerrieri si lanciarono all'attacco, attraversando la piazza di corsa, decisi ad ingaggiare gli avversari senza concedere loro una via di fuga alternativa. Quando gli arcieri del Toryu incoccarono le frecce, i ribelli si fermarono per alcuni istanti, volgendo il capo alle loro spalle.
Asad era rimasto indietro con una dozzina di uomini, dopo aver effettuato una conversione che lo avrebbe portato lontano dal centro della battaglia, questo gli permise di osservare con angolazione perfetta ciò che accadde in quegli istanti -punto di visti privilegiato che non intaccò di una virgola né l'atrocità di quelle immagini né la sua determinazione. Si era spinto troppo oltre per potersi tirare indietro.
La lieve esitazione di alcuni dei suoi uomini si rivelò fatale per alcuni: quando Pharouk, che guidava il grosso dell'orda, ordinò di sollevare gli scudi per difendersi dai dardi buona parte degli uomini eseguì; gli altri imitarono il gesto, ma non furono abbastanza rapidi. La pioggia di frecce lasciò il suo seguito di urla e schizzi di sangue. Risuonò qualche bestemmia da chi si strappava le saette scarsamente penetrate, insieme agli ultimi, sofferti sospiri di chi invece era stato colpito mortalmente.
Sei uomini morirono in quei pochi istanti, colpiti al colto o al torace. Altri, ancora a terra, si lasciarono cogliere impreparati dal primo vero assalto dei nemici.

Reprimendo il dolore per quelle perdite, Asad, spronò i suoi uomini a continuare nella corsa.
Inizialmente, quel movimento sarebbe dovuto servire a concedergli di attaccare sul fianco lo schieramento nemico, frantumandone la prima linea e proseguendo in un cammino di devastazione sino alla facile vittoria. In quella situazione, tuttavia, era anzitutto necessario impedire che gli uomini del Toryu fuggissero dalla piazza disperdendosi nella città e rifiutando lo scontro aperto. Lì, nella piazza, la superiorità dei ribelli poteva essere schiacciante, ma nelle strette vie dell'acropoli il numero sarebbe contato poco.
Proprio quando Lux poteva credere di essere riuscito nel suo intento, poco meno di una decina di metri di distanza dalle scale, si ritrovò di fronte Asad, a cavallo, che gli tagliava la strada. Dietro di lui arrancavano altri uomini.
Il capo dei ribelli dischiuse le labbra per intimare al nemico di deporre le armi, ma un boato inghiottì le sue parole: dall'altro lato della piazza, Pharouk aveva lanciato il contrattacco, guidando i suoi uomini fra le linee nemiche, falcidiava chiunque gli si parasse innanzi, aprendosi la strada e trascinandosi dietro i più valorosi (ed incoscienti) fra i suoi.
Il cielo di Rockwhite si inaspriva nei colori del crepuscolo che finalmente stava per lasciare spazio alla notte.
E quella sarebbe stata una notte maledetta.
Molti degli uomini del Toryu erano già caduti, altri ancora erano feriti in maniera discretamente grave, tanto da impedirgli di continuare a combattere per quei pochi minuti che rimanevano loro da vivere.
« Salva la vita dei tuoi uomini » disse Asad a Lux, la fronte aggrottata.
« E salva anche la tua: di' loro di deporre le armi. »

Non passarono che pochi istanti -frazioni infinitesimali di quell'odiosa eternità che è il tempo.
Un grido. Poi cinque, dieci, venti. Sangue ovunque, membra che si staccavano dai corpi, frattaglie sparse al suolo.
Tutto intorno a Pharouk erano spuntate lame dal suolo, infilzando sul posto tutti gli uomini nemici che avevano subito ferite debilitanti, le stesse che non avevano permesso loro di essere abbastanza rapidi da schivare l'attacco.
Quello scontro stava rapidamente trasformandosi in un massacro. Asad gettò uno sguardo preoccupato al campo di battaglia: già cinquanta morti coprivano la bianca arenaria della piazza, e molti altri sarebbero caduti, se quegli stolti non si fossero lasciati convincere a desistere.
Il colpo successivo fu una vera e propria esplosione di rabbia, cieca furia distruttrice: Pharouk caricò un colpo, benché fosse lontano diversi metri dal suo obiettivo. Il Capo dei Ribelli capì immediatamente cosa stava per accadere: aveva già visto quella scena, parecchi anni prima. Non sarebbe stato piacevole.
Il braccio destro di Asad menò un fendente per aria, mulinando nel nulla la sua spada. Nello stesso istante, nell'aria si avvertì una pesante distorsione, una raffica che si lanciò prepotentemente verso Illidan, pronta a separarlo in due parti ben distinte.

Asad sollevò gli occhi al cielo.
« Arrendetevi » intimò, per l'ultima volta,
prima di iniziare a sua volta a uccidere.


Bene, ecco il post. Scusate il ritardo e la qualità non eccelsa ma non è un bel periodo.
Passiamo subito alle indicazioni.

Status Esercito Toryu: 50 membri iniziali; 22 deceduti; 3 feriti gravemente.
Status Esercito Ribelli: 100 membri iniziali; 28 deceduti; 4 feriti gravemente.

Illidan - Dei tuoi 25 uomini, non rimane praticamente più nulla: ventidue sono morti, altri tre sono gravemente feriti e impossibilitati a combattere. Inoltre, Pharouk ti ha attaccato direttamente, utilizzando una lama di vento a potenza Alta.

Lux - I tuoi 25 uomini sono illesi, ma la tua ritirata è stata bruscamente interrotta da Asad -che tuttavia per ora non attacca, limitandosi a chiederti di deporre le armi.

Entrambi - Al termine del vostro post, il sole sarà completamente calato. Sotto la luna vedrete tutti i vostri guerrieri trasformarsi (in stile Pirati dei Caraibi, per intenderci). Vedrete anche arrivare i componenti dell'altro gruppo, vostri compagni. Per quanto attiene al combattimento in essere, Pharouk va considerata un'Energia Rossa.

Considerando che il collega ha già dato indicazioni su turnazione e termini di postaggio, credo di non avere altro da aggiungere. Per domande, usate il topic in confronto.
 
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Lul~
view post Posted on 6/2/2012, 16:05




{V}

L'ALBA DELLE TENEBRE


fortezza di Rockwhite ~

La scia della lama si fece rubiconda, come di un'estensione della stessa Leonia, una proiezione di quella letale arma che avrebbe significato la morte per il gigante. Vide il sague trapassargli l'occhio e - attraverso il cervello - spuntare al di là del cranio del fu Khamul. E cadde, come corpo morto cade. Il sordo tonfo fece girare un paio di soldati che - vista l'epressione d'estasi sul volto del Cousland - fecero cadere le proprie armi e corsero nella direzione opposta, accompagnati dal clangore delle lame che si stabilizzavano a terra. Guardò il corpo di quel generale, Lionet, autocompiacendosi, per un istante, di ciò che aveva fatto. Ancora una volta il Nero Leone aveva fatto fuori un pezzo importante della scacchiera nemica, e questa volta si trattava di un generale di Asad.

« Tsk! Un altro perdente! »


Un altro era caduto. Un altro perdente. Un altro sfortunato. Un altro troppo sicuro dei suoi mezzi per non sottovalutare un uomo coperto di cicatrici. Non sapeva che il Cousland non arretrava mai. Che il Cousland non si arrendeva mai. Che il Cousland restava, combatteva, e moriva. Non come i soldati di quella roccaforte che - sotto i colpi delle Tenebre - stava pian piano per essere espugnata. Le strade piastrellate del borgo si tinsero d'uno scarlatto, che presto si sarebbe anche rappreso e seccato. Uno spettacolo. Il Cani Bradi potevano - a quel punto - continuare il proprio lavoro senza il loro Generale: il Gigante era stato abbattuto e il Cousland si fidava ciecamente dei propri uomini. Fu così che, fatto cenno di restare a combattere al proprio secondo, salì le scale che aveva di fronte per portarsi su uno dei tetti delle casupole squadrate che davano sulla strada. Di lì avrebbe percorso qualche decina di metri prima di rituffarsi nella pugna, a fianco della Nera. Fu per quello che la cercò con lo sguardo. Fu per quello che vide ciò che mai avrebbe immaginato. Qualcuno stava per colpirla. Qualcuno di molto subdolo.

« R E K L A A A ! »


Non aveva mai osato chiamarla per nome. O almeno, non senza premettere un qualche riverente appellativo. Quella notte - tuttavia - non v'era tempo per starla ad appellare Nera o Signora. Non prima che quella lama le trapassasse il ventre. L'urlo del Cousland, tuttavia, venne risucchiato fra le grida di dolore e il fragore degli animi in pugna e - a differenza dell'arma di quel bastardo - non raggiunse mai la Regina.

Che sciocco era stato a temere per lei. Che sciocco era stato a dubitare ch'ella potesse perire per un colpo del genere. Che sciocco era stato a credere - per tutto questo tempo - che una furia simile non celasse dentro di sè un mostro. Quello che vide fu totalmente inaspettato, e forse spiegò alla sua mente il perché di tante storie sulla Nera, di tante maledette dicerie. Il perché di quel soprannome, il Cerbero.
Guardò senza emettere suono alcuno quell'elmo forarsi e - poi - cadere a terra, ormai capace di contenere le corna che erano spuntate sul capo della Regina. Un mostro. Un aberrante ed invincibile mostro, proprio come quello che - più o meno negli stessi istanti - s'abbattè come un fulmine sul campo di battaglia, portando via qualche blocco di bianco marmo dai torrioni di cinta della roccaforte, e spazzando via un buon numero di soldati col semplice gesto della coda. Un drago. Un drago Nero.

« Voi umani siete fin troppo deboli.
Salite sul mio dorso, il vostro compito è solo all'inizio
»


Il Cousland non credeva ai propri occhi e - forse per la prima volta in quella notte, provò paura. Quel mostro dava l'impressione di poter giocare con le loro vite, proprio come uno squalo con le proprie prede. Non c'era scampo. Decise allora di fare l'unica cosa che poteva, e di farla alla grande. Spiccò un salto dal tetto su cui si trovava e, aggrappatosi al collo della creatura, ne scivolò sino al dorso, aspettando che anche i suoi compagni facessero lo stesso. Fu allora che sentì, molto confusamente, la Regina urlare blaterando qualcosa che - proprio come il suo grido precedente - non arrivò chiaro alle orecchie del Cousland.
Non aveva capito che stava iniziando l'Apocalisse. Si voltò a gettare un'ultima occhiata al suo manipolo, e allora li vide. Tutti i soldati delle Tenebre stavano, pian piano, mutando le proprie sembianze, perdendo chi la pelle, chi un orecchio, chi un occhio. Un esercito di morti, un esercito di dannati, coi quali Lionet aveva condiviso pasti, risate, barzellette.
Poi - al contrario di ciò che ci si poteva aspettare - fece sì che un goliardico sorriso gli si stampasse sul volto sporco del sangue delle proprie vittime. Non era la paura a dominarlo, ma solo la percezione che - con una simile armata - le Tenebre sarebbero state irresistibili. Ma il peggio doveva ancora venire, e l'Acropoli era finalmente in vista.



~~~

« E quando la notte scese
soltanto la Luna illuminò il cammino,
battendo i nostri cuori affamati
come tasti d'un pianoforte »


~~~

« Yo!! »

Se dai troppe certezze alle persone, queste rischiano di darti per scontato. E il miglior modo per perdere qualcuno è darlo per scontato. Le certezze sono armi a doppio taglio, tranquillizzano te e sono l'arma di chi se ne approfitta. Ma fra il Cousland e quello che tutti chiamavano Lux c'era - come detto qualche riga sopra - un rapporto di stima reciproca, se non di fiducia. E Lionet non avrebbe certo fatto morire il proprio compagno senza provare - quantomeno - a salvarlo. Lux poteva avere la certezza che il Leone sarebbe stato lì con lui, alla fine di ogni cosa.

« Non farti ammazzare, coglione! Non è un bel posto per crepare, non credi?! »

Tuonò il Cousland quasi rimporverando il proprio amico, sicuro ch'egli avrebbe colto la sfumatura ironica dell'accusa, piombando giù dal dragone che aveva condotto i tre generali su alla cittadella. La situazione era tragica: metà delle truppe della Nera era già stata falciata. Due tizi, dall'aspetto decisamente diverso dai semplici guerrieri di Asad, si ergevano davanti ad Illidan e al figlio del demònio. L'intervento dei Tre arrivava come manna dal cielo. Il Cousland cadde esattamente fra Lux e colui che - in sella al proprio destriero - si ergeva a sbarrare la strada della ritirata. Poggiava, Lionet, il piede sinistro sul rialzo del muretto che aveva alla propria destra, con Leonia impugnata con la dritta e poggiata sulla spalla dello stesso braccio. Il sorriso, beffardo, sembrava non risentire delle escoriazioni e delle ustioni che il corpo soffriva in quei momenti. Sapeva resistere, il Cousland. Sapeva ignorare le ingiurie. Poi guardò l'uomo, il suo aspetto tradiva il suo rango. Non aveva dubbi su chi fosse l'uomo che lo fronteggiava. E quella certezza non faceva che aumentare l'adrenalina. L'adrenalina, sì, e la coscienza che - probabilmente - entrambi di lì a poco avrebbero rischiato sul serio la propria vita.

« Fammi indovinare, tu saresti Asad, giusto? »



CITAZIONE

Note a Margine

L I O N E T C O U S L A N D

rec ~ 15o · aev ~ 125 · perf ~ 3oo · perm ~ 25o · caem ~ 2oo
b ~ 6% · m ~ 11% · a ~ 22% · c ~ 44%

passive. x insensibilità al dolore, razziale;
x resistenza fino a due mortali, personale (1/4);
x leonia è indistruttibile, dominio (I);
x impossibilità di perdere la presa su leonia, dominio (II);

attive. x ...

energie residue. 77%
stato fisico. danno ALTO da ustione sulle braccia e su parte del torace fino alla cintola;
stato psicologico. gasato

riassunto azioni. niente di che. descrivo il descrivibile, monto sul dragone e piombo fra Lux e Asad. Si balla, gente. Si balla.

~~~

...
 
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54 replies since 2/12/2011, 00:51   2067 views
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