La piccola Adele urlò. Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, eppure nessuno la sentì.
DONG, DONG, DONG!
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Siamo benedetti gli spiriti.>> pregò Shervaar, conscio che se non fosse stato per quella coincidenza adesso mezzo villaggio gli sarebbe alle calcagna.
La piccola sagrestia era invasa dai sordi rintocchi delle campane, che risuonavano talmente forti nella piccola stanza che la loro fonte doveva essere proprio sopra le loro teste. Erano arrivati inaspettati in un momento di tale tensione che l'elfo sussultò lasciando cadere la porta appena scardinata ai propri piedi, porta il cui rumore si perse nel caos scatenato dalle campane.
Un fracasso terrificante, eppure a suo modo ammaliante. Probabilmente richiamava i fedeli a raccolta in chiesa per la funzione, <<
E allora perché non andare a presenziarvi?>> si domandò lo shamano. Quella li davanti a lui con ogni probabilità era la porta vista la mattina stessa da dentro la chiesa e quindi con pochi passi poteva facilmente arrivare nella sala della funzione. Doveva solo scavalcare il marmocchio piagnucolante e...
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Ma cosa cazzo vai dicendo?>> Guardando la piccola Adele scoppiare in lacrime Shervaar non pote non provare dispiacere e compassione. Quella povera bambina era vittima di un qualcosa che neanche poteva comprendere e ora stava li spaventata e piangente sfogandosi contro uno sconosciuto. <<
Anche tu! ANCHE TU VUOI FARMI MALE! Io non vi ho fatto nulla!>>
Non poteva urlare nuovamente, non ora che in chiesa regnava il silenzio mentre padre Jörg esercitava il suo onere. L'elfo portò immediatamente un dito alla bocca aggiungendo a bassa voce, quasi sussurrando. <<
Non sono qui per farti alcun male, anzi, sono qui per cercare di capire chi te ne vuole fare e proteggerti.>>
Per un istante la piccola guardò l'elfo, forse intimorita, forse dubbiosa. Ma gli occhi iniziarono comunque a riempirsi di lacrime e la bocca a spalancarsi lentamente, prendendo un abbondante boccata d'aria. Questa volta l'avrebbero sentita tutti, e non poteva sperare una seconda volta in una fortuita coincidenza. Prese l'iniziativa e sussurrando un appena percettibile <<
Perdonami>> in un istante le fu alle spalle. Adele non ebbe il tempo di realizzare cosa stava accadendo che un mano scese a coprirli la bocca mentre un braccio la avvolgeva intorno alle spalle, il tutto con la massima grazia e delicatezza possibile. La bambina prese a divincolarsi immediatamente, ma non con la foga che si aspetterebbe da un bambino disperato. Dopo un paio di strattoni e una debole tallonata su uno stinco Adele smise di lamentarsi e inizio semplicemente a mugugnare qualche incomprensibile parola, palesemente spaventata e disorientata. Qualcosa in quella scarsa resistenza non convinse l'elfo che si decise a dargli prematuramente una possibilità per essere lasciata libera. <<
Sono qui per cercare di aiutarti, ma mi serve la tua collaborazione. Adesso ti libero la bocca e se fai la brava ti lascio completamente libera, ma mi devi promettere che non urlerai ne farai scherzi, ok?>>. Un debole cenno di assenso fu la risposta della piccola, che trovatasi con la bocca libera si limitò a fare qualche singhiozzo. Un grosso lacrimone gli colò dalla guancia bagnando la mano che ancora gli cingeva le spalle. Un lacrimone che più che sulla mano colpì l'elfo al cuore. Non poteva sopportare oltre quell'innocente pianto. La liberò dalla presa poggiandogli le mani sulle spalle e girandola con dolcezza. Adesso erano faccia a faccia e Adele guardo l'elfo con due occhioni lucidi carichi di lacrime, con un sguardo che sembrava gridare "Ma perché? Io non ho fatto niente".
La fissò per un secondo, maledicendo se stesso per essere stato la causa di tutto ciò, ma si convinse che purtroppo era tutto necessario se voleva cercare di risolvere il mistero delle sparizioni. Si piegò allora sulle ginocchia, scendendo al livello della piccola e sfoderò allora un sincero sorriso. <<
Shh, non c'è bisogno di piangere. Che fine ha fatto la vivace e sorridente bambina che ho visto ieri al cancello?>>
Adele guardò per un secondo lo shamano in modo enigmatico, spiazzata o forse sorpresa da quell'atto di “Amicizia”, cosa che mai si sarebbe aspettata da uno sconosciuto, e abbozzò un fugace sorriso.
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Adesso dimmi>> esordì allora l'elfo, abbastanza sicuro che ormai avrebbe collaborato<<
Chi è lo zio che stavi aspettando e perché te ne stai chiusa qui dentro?>>
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Lo zio è...Jörg...>> rispose timidamente Adele, singhiozzando tra una parola e l'altra e stropicciandosi gli occhi cercando di asciugare le lacrime <<
...mi tiene qui...perché vuole proteggermi dalle...dalle brutte signore dell'orfanotrofio. Loro i bambini li fanno dormire per sempre...tutti i bambini che vanno lì dormono per sempre...e...e io non voglio dormire per sempre. Lì i bambini vengono sempre puniti e alcuni sono pure spariti, per questo sto qui con lo zio Jörg da quando papa è andato a lavorare nei campi. Ormai è una settimana che non torna, lo zio dice che papà si è fermato li per lavorare anche se...>> La bambina, che dopo poco aveva guadagnando sicurezza sforzandosi di soffocare i singhiozzi, venne interrotta dall'elfo, che con un lembo del proprio vestito le asciugò delicatamente il suo viso. Lo shamano voleva evitare di approfondire il discorso, abbastanza sicuro della sorte del padre.
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Cosa diavolo sta succedendo in questo maledetto borgo dimenticato tra le montagne?>> pensò shockato Shervaar. <<
Capisco, adesso ascolta Adele, che ho un altro paio di domande per te. Qui al paese nessuno sembra sapere o interessarsi delle misteriosi sparizioni, c'è qualcosa che questa bambina ha invece da dire a quest'elfo? E ancora, questa mattina Jörg ha in ogni modo cercato di allontanarmi da te e cacciarmi dalla chiesa. Credi che lo abbia fatto solo per proteggerti o per caso c'è qualcosa che vuole tenere segreto?>>
Adele si limitò a fissare lo shamano rispondendo silenziosamente alle sue domande solo muovendo la testa. Entrambe le volte sembrava parecchio perplessa, sicuramente perché gli erano state poste domande le cui risposte una bambina non poteva ne tanto meno doveva sapere, ma dopo un secondo gli si illuminarono gli occhi, e esordì con voce sicura. <<
Lo zio dice sempre di stare attenta alle campane, perché ogni volta che suonano dopo la funzione qualcuno sparisce sempre.>>
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Finalmente qualcosa di concreto.>> Pensò lo shamano, tornando poi a rivolgersi ad Adele. <<
Tra quanto suoneranno nuovamente le campane?>>
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Alle fine delle cerimonia.>>
<<
Bene. Di solito è lo zio che va farle suonare?>>
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No,no. Suonane sempre da sole, credo che siano magiche.>>
<<
E questo potrebbe spiegare lo strano effetto che mi hanno fatto prima.>> Si disse l'elfo prima di continuare. <<
Sai dirmi se c'è un modo per raggiungerle da qui rapidamente?>> Domandò allora deciso a scoprire cosa si nascondeva dietro l'ammaliante suono di quelle campane.
<<
C'è una botola nella stanza accanto, porta direttamente al campanile, ma lo zio la tiene chiusa a chiave.>> Rispose Adele annuendo con il capo e indicando alle spalle dell'elfo, che, girandosi, vide la botola chiusa da un grosso lucchetto. <<
Mi sembrava troppo facile...>> Pensò irritato snervar. <<
Sai mica dove tiene le chiavi Jörg?>> domandò allora poco speranzoso, tanto che la delusione non fu neanche troppa quando si vide rispondere un semplice e secco <<
No>>.
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Ok. Adesso che sei libera vedi non fare scherzi, eh.>> Aggiunse ironicamente Shervaar mentre scioglieva la debole presa esercitata su Adele. Andò verso l'entrata per risistemare al meglio la porta nei cardini, maledicendosi e ringraziando gli spiriti perché nessuno era passato li davanti per caso. Sistemata la porta si avviò verso la botola ma passando davanti la scrivania del prelato si fermò a dare un occhiata alle sue carte. <<
Nulla di interessante>> si disse lasciando scivolare un fascicolo e richiudendo un cassetto prima ripartire. Studiò la botola velocemente e dando un occhiata in giro per la stanza concluse che non vi era modo di rompere il lucchetto in alcun modo. <<
Poco male...userò le buone maniere.>>
<<
Lo zio Jörg avrà pure le sue campane, ma lo zio Shervaar ha le sue mani. Non ti spaventare che adesso la faccio io una magia.>> Adele lo guardò con fare interrogativo per un manciata di secondi, mentre l'elfo attendeva un qualche diversivo per coprire il rumore che stava per fare, diversivo che per sua fortuna arrivò in fretta. Mentre in chiesa risuonava un altisonante canto Shervaar fece a pezzi la botola scaricandovi sopra la furia del fulmine e schegge e pezzi di legno bruciacchiati volarono ovunque per la stanza. <<
Torno subito.>> disse alla bambina che ancora lo fissava sbigottito e infilandosi nella botola.
Avanzò cautamente salendo guardingo per una lunga scalinata, non perché si aspettasse di incontrare qualcuno ma perché l'idea delle campane incantante non lo allettava molto. La magia umana non l'aveva mai capita. La sua veniva dalla elementi naturali, era concettualmente semplice, ed essendo legata alla sfera del naturale non aveva nulla di anomalo. Quel tipo di magia invece si arrogava di manipolare energie mistiche ed arcane, energie che l'elfo faticava persino a comprendere.
Alla fine della scalinata trovo una campana, fittamente ricoperta di simboli, indubbiamente responsabili della magia. Si avvicinò per studiarla meglio e notò suo malgrado che i simboli erano incisi nel ferro stesso, che non c'era modo di alterarli e che non sembrava esserci nulla se non le magiche incisioni stesse che potessero indurre la campana a suonare. <<
Un modo per liberarsi del problema ci sarebbe...>> Pensò Shervaar poggiando un pugno borchiato sul ferro della campana <<
...ma per ora ne se ne parla.>> Spaccare la campana con la forza avrebbe significato un baccano folle, un gesto che avrebbe vanificato ogni su sforzo di mantenere un basso profilo. <<
Per ora nessuno vi impedirà di decretare la sparizione di qualche malcapitato, ma sono certo che ci rivedremo presto.>>
Nella speranza che rimanere con le mani in mano ora lo avrebbe aiutato a risolvere tutto in un secondo momento l'elfo volse le spalle alla campana incantata e rimboccò le scale a scendere. <<
La funzione finirà a breve e ho un paio di domande da fare a padre Jörg>> si disse amareggiato lo shamano tra se e se.
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(Poco dopo.)
DONG, DONG, DONG!
Nuovamente un inspiegabile voglia di andare ad assistere a quella maledetta funzione, una voglia questa volta non era ne inaspettata ne ingiustificata. Aveva visto le campane, sapeva come funzionavano. <<
Sta volta non mi fottete>> Pensò combattendo con l'impulso di alzarsi e assecondare la volontà di quella stregoneria. Rimase chiuso in se stesso un paio di secondi quando una porta si aprì e poi chiuse cigolando. E ormai solo una porta si poteva aprire sui propri cardini.
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Ben trovato padre Jörg>>
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Che il cielo ci protegga e tu cosa ci fai qui?>> Esclamò sussultando il prelato. Il suo sguardo vagava nervosamente tra Shervaar, la porta sfondata, i pezzi di botola sparsi per la stanza e la piccola Adele, che con l'ingresso del prete aveva smesso di disegnare. Nel foglio di carta stropicciato c'era raffigurata un alta e magra dalle orecchie a punta. Era vestita con un lungo mantello marrone e le sue mani erano dipinte di blu, colorate con tratti frenetici e spezzati. A l'elfo scappò un sorriso prima di riportare la propria attenzione su Jörg. <<
Cosa diavolo hai combinato?>>
<<
Nulla che non avrei volentieri evitato, se solo mi avesse assecondato questa mattina.>> Rispose pacato l'elfo. <<
Sarebbe ora così gentile da spiegarmi perché le sue campane sono piene di glifi e suonano da sole? E magari anche dirmi per quale motivo sento un irrefrenabile voglia di venire a vedere una funzione di cui effettivamente non me ne frega nulla? >>
<<
Vattene e dimentica tutto ciò che hai visto qui oggi. Vattene! Lasciaci in pace.>> Jörg era palesemente nervoso e il suo vano tentativo non fu di nessun effetto sullo shamano. <<
Se pensa di liberarsi di me così spaventato si sbaglia di grosso, ho scoperto troppo per poter girare la testa da un altra parte e far finta di niente. >> Gli rispose Shervaar, che continuò poi incalzandolo con tono intimidatorio. <<
Arriverò in fondo a questa storia, anche a costo di sfondare quella maledetta campana a cazzotti. Anzi magari sarebbe cosi cortese da spiegarmi cosa succede ai bambini all'orfanotrofio, o di dirmi a cosa serve quella campana e perché è legata con le misteriose sparizioni. Caro padre, benché questa mattina abbia negato spudoratamente ormai il suo coinvolgimento è innegabile.>>
Il prelato aveva iniziato a sudare ed agitarsi nel pallone e l'elfo si prese un secondo di pausa per dar modo alle sue ultime parole di rimbombare nella testa del prete. Riprese quindi con tono amichevole, sperando di portarsi il padre dalla sua parte. <<
Se è vero che tenete qui questa bambina per proteggerla allora anche in voi c'è del buono. Per mettere fine a tutto ciò mi serve il vostro aiuto e sappiate che se agite per timore io e miei 3 compagni siamo pronti a proteggerla in cambio di informazioni e collaborazione. Sta a lei scegliere da che parte stare adesso.>>
<<
Io...io in realtà non molto più di quanto non tu già non sappia. La campana è sempre stata qua ma un giorno quei simboli sono comparsi e hanno iniziato a far uno strano effetto sulla gente. Tutto il villaggio viene alle funzioni, tranne i bambini a cui non è permesso e che non spariscono mai troppo piccoli. Come e perché funzioni non lo so, so solo che dopo la funzione generalmente qualcuno viene misteriosamente a mancare.>>
<<
Come ha potuto rimanere passivo a tutto ciò quando il problema risiede proprio nella sua chiesa?>> gli chiese sbigottito l'elfo.
<<
Ditemi voi cosa poteva fare un povero e imponente prete. E poi c'è la speranza che gli scomparsi siano ancora vivi e ficcanasando non vorrei peggiorare la situazione.>> Il prete era ancora visibilmente scosso e intimorito ma vistosi con le spalle al muro sembra intenzionato a collaborare. <<
Qualcosa che va per il verso giusto.>> pensò Shervaar, comunque ancora molto dubbioso.
<<
Nell'indecisione non possiamo certo lasciare che le cose seguano il loro corso. Ho motivo di credere che sia il lord che la guardia cittadina siano coinvolti in qualche modo.>>
<<
Non so nulla più di quanto non ti abbia già detto. Posso solo dirti che ho il sentore che i tuoi sospetti siano fondati, ma non uno straccio di prova.>>
<<capisco.>> rispose un po deluso l'elfo. <<
Un ultima richiesta prima di salutarvi. Può almeno dirmi quando suonerà nuovamente la campana?>>
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Domani, sempre per la funzione del pomeriggio.>>
<<
Perfetto, la ringrazio e la saluto.>> disse l'elfo, girandosi poi verso la Adele per salutarla con un sorriso. <<
Ciao anche a te piccola.>> Con pochi passi fu alla porta, che levo con facilità dai cardini. <<
Le chiedo solo il silenzio e collaborazione in caso tornassi in futuro. Mi dispiace per i danni, arrivederci.>> Concluse richiudendo l'instabile porta e quel capitolo dietro di se, mentre dall'interno rispondevano due flebili voci.
<<
Arrivederci>>
<<
Ciao>>
Si fermò un attimo per scutare il cielo. Il sole era ancora lì in alto e mancavano ad occhio e croce un paio d'ore all'appuntamento, forse qualcosa in meno. Aveva già scoperto parecchio ma il tempo per indagare ancora di certo non mancava. Si mise a passi decisi sulle traccie dell'orfanotrofio, l'unica pista sicura che avesse.
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(Neanche mezz'ora dopo.)
<<Se non ho capito male deve essere questo.>>
Se le indicazioni erano giuste quello li doveva essere l'orfanotrofio e trovare la porta spalancata e una sedia rovesciata non lontano dall'uscio non gli fece presagire nulla di buono. Si inoltrò cautamente nell'edificio e la prima cosa che notò fu il disordine generale che regnava. Sembravano esserci più cose in terra che al posto loro. In una stanza contigua coperte e cuscini erano buttati casualmente al centro della stanza e in quella in cui si trovava un tappeto era accartocciato in un angolo e per terra era pieno di fogli mezzi colorati e colori buttati alla rinfusa. <<
C'è nessuno?>> Domandò inutilmente l'elfo. Era evidente che non ci fosse nessuno, come era evidente che chiunque c'era se ne era andato in gran fretta. Esplorò guardingo la casa ma in un altro paio di stanze trovò solo scenari analoghi a quelli già incontrati. Aprì cautamente tutte le porte finché non incappò in qualcosa che gli spezzò il fiato in gola. Immersa in un lago di sangue il cadavere sfigurato di una donna occupava il centro della stanza. <<
Oh merda...>>
Bastò una rapida occhiata per capire che probabilmente tutte le ossa del cranio erano fracassate. Fece un passo in dietro disgustato e andò in una delle stanze contigue per prende una coperta e coprire il corpo. <<
Chi o cosa dovrebbe far irruzione in un orfanotrofio e massacrare con tale brutalità una donna?>>
Il primo pensiero fu quello di avvertire la guardia locale, ma abbandonò subito l'idea convinto che ci avrebbero messo poco ad incastrarlo come colpevole e a liberarsi del fastidio che stava dando ficcanasando in giro. Scavalco riluttante il corpo della donna e usci dalla stanza arrivando in una stanza in cui non era mai passato. Era spogliamente arredata e l'unica cosa che suscitò il suo interesse fu una porta spalancata, l'unica che ricordasse sul quella versante della casa, versante che guarda caso era esattamente all'opposto dell'ingresso. <<
Una uscita secondaria.>>
Fece in tempo a fare qualche passo che, ancora sconvolto e shockato dalle recenti scoperte, non si accorse nemmeno della presenza alle sue spalle. Riusci a malapena a mettere il naso fuori dalla porta prima di cadere svenuto in un mondo tutto nero.