Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Winterreise ~ Gute Nacht, Buonanotte: La Partenza

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view post Posted on 15/7/2012, 17:02
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Ad Agio Nel Disagio
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Le notti passate ad intagliare e levigare pezzi di legno, cucire divise dai colori accesi, dipingere con calma e precisione i volti di ceramica gli tornarono alla mente tutte in una volta quando, passando a fianco della massa informe che era stata un corvo, ispirò l'odore acre della plastica fusa.
Si concesse un secondo per osservare la carcassa fumante. Le interiora carbonizzate erano sparse sul pavimento, la carne sfrigolava nel grasso bollente liquefattosi per il calore. Dal becco colava uno strascico nero, forse ossa e cheratina, ma quell'odore era inconfondibile. Quei corvi erano in un certo senso simili ai suoi giocattoli, erano mutati, vita e ingegno uniti in uno stormo di predatori gracchianti.
Il frastuono era ormai insostenibile. La morte del loro compagno doveva aver fatto infuriare i corvi tanto da scatenare in loro un'ira insensata, autodistruttiva. Sciamavano impazziti schiantandosi contro gli scaffali, urtando le teche di vetro, graffiando e beccando tutto ciò che incontravano.
Diversi venivano intercettati in aria dagli scarti ronzanti, dilaniati dagli ingranaggi ancor prima di poter riprendere il volo, ma alcuni s'eran fatti strada fino ai due mercenari e artigliavano alla cieca, quasi non sapessero dove colpire.
Lazarus si chinò portando un braccio al volto per proteggerlo dalla furia dei corvi e corse verso l'uscita, seguendo Morpheus lungo la scala a chiocciola ornata dagli inquietanti globi azzurri. In poco tempo vennero raggiunti dai balocchi superstiti, scheggiati e coperti di graffi e icore, mentre il gracchiare si faceva sempre più attutito e lontano.

« Ma guarda te che... »
Avevano salito i gradini a due a due, mettendo più spazio possibile tra loro e il sotterraneo in cui si erano risvegliati. Brevi barlumi blue elettrico provenienti dalla sommità della scala li avevano resi guardinghi, ma mai si sarebbero aspettati di trovare al pian terreno una scena simile.
L'elfo e l'uomo in armatura - se di un armatura si trattava - erano impegnati in una battaglia contro esseri partoriti da una natura impazzita, ibridi mostruosi di uomo e animale. Neppure il tempo di osservare quegli abomini che questi vennero impalati al terreno da lame nere provenienti dall'oscurità della sala. Una voce familiare li rassicurò, atona.
« Lieto di vedere anche voi qui. »
Inafferrabile come sempre, il loro Leader li invitò a proseguire lungo le scale in cerca dell'artefice di quell'abominio. Un ombra sfuggente che si scorge con la coda dell'occhio, assurdamente impossibile da focalizzare, Kreisler scivolò oltre i due nuovi arrivati imboccando la strada per i piani superiori.
L'uomo rilassò i muscoli, rinfoltì con un semplice schiocco di dita la schiera dei suoi difensori approfittando di quell'istante di quiete per controllare in che condizioni l'avessero ridotto i corvi. Gli abiti già logori erano coperti di squarci attraverso i quali filtrava il sangue del giocattolaio; ferite superficiali o tagli più profondi, gli artigli di quei maledetti volatili gli avevano lasciato addosso una miriade di brucianti piccole ferite. Si assicurò che queste non lo ostacolassero troppo, poi seguì i suoi compagni lungo le scale.
Ripensò al corvo ucciso dal Drago, alle vasche dove arti mutati in formalina riposavano immobili. Erano partiti alla ricerca di persone scomparse, interi villaggi svaniti nel nulla, ed avevano trovato un assurdo laboratorio difeso da animali corazzati e ibridi bestiali.
Era facile trarre una conclusione; scioccante, mostruosa, ma fin troppo logica.
Chi poteva creare esseri del genere, far sparire intere comunità, piegare il volere di esseri umani in maniera tanto radicale? Non si soffermò a riflettere: l'avrebbero scoperto presto.
Rifletté, invece, sulla natura dei corvi. Erano davvero innesti plastici su corpi di animale? I suoi giocattoli erano oggetti inanimati resi vivi e schiavi della sua volontà, ma quegli uccelli erano...simili - e del resto estremamente diversi - dalle sue opere.
Sorrise appena. Chissà cos'avrebbe visto in cima a quella scalinata.

Affascinate.
E allo stesso tempo, rivoltante.
Preferì non parlare mentre il gruppetto entrava nella stanza, osservando l'enorme cumulo di meccanica, biologia, follie che gli li circondava. Teche di vetro dove nuovi - e questa volta completi - esseri parevano attenderli in una stasi innaturale. Animali impagliati, ma anche uomini, ibridi; ossa, armi, fiale, la conoscenza contenuta in quel semplice edificio superava ogni immaginazione, e ogni limite dell'umana sanità mentale. Si ritrovò più volte a fissare gli arti mutati dei mostri, incapace sia di sostenere oltre quella visione sia di staccarne lo sguardo. Il suo cervello guizzava, i pensieri si accumulavano per nulla intenzionati a prendere una forma precisa ma incredibilmente invitanti.
E lui era la.
Scricchiolante, abnorme, un grosso corvo rigonfio. S'inchinò davanti a loro - avrebbe dovuto inchinarsi anche lui? - salutandoli cordialmente con la sua voce gracchiante. Si accigliò alla vista di Kreisler, doveva conoscerlo già da tempo.
Era tutto così magnetico e al contempo osceno. Nella sua vita aveva raffigurato ogni genere di animale con legno e tessuto, bambole e soldatini di ogni foggia e dimensione, si era anche spinto a dar vita ad esseri fantastici incontrati nelle sue peregrinazioni, ma mai avrebbe potuto immaginare esseri così orrendi e funzionali.
I suoi protettori informi levitavano lenti, un basso ronzio quai impercettibile. Sentì lo strano figuro parlare di cose che non capiva - e, in quel momento, non gli importavano. Troppe erano le atroci meraviglie che li attorniavano.
Scrutò il creatore di quelle oscenità nel momento in cui si mosse in un ultimo, beffardo inchino. Sotto il mantello si poteva intravedere un corpo irregolare, solcato da cicatrici, un macabro squarcio di genio e follia.
Cos'avrebbero visto? Quali mostruosità giacevano dietro alle scomparse di Gefahrdorf?
E cos'avrebbe deciso l'uomo che, in fin dei conti, li aveva pagati per arrivare fino a li?
Attese fremente, mentre un tarlo si faceva strada tra i suoi pensieri.
Sarebbe andato via da quel luogo con nella mente l'immagine di qualcosa di bellissimo.



png

[Rec: 250] [AeV: 150] [Perf: 75] [Perm: 225] [Caem: 150]



Dati Base:
Pistola Ehre eines Mädchens in mano.

Ferite Accumulate:
Ustione da danno Medio all'addome.
Danno Basso da graffi diffusi sul corpo

Status Psicologico:
Danno Medio da religione : D

Energia Residua:
64% - 11% = 53%

Abilità Passive:

• Passiva Razziale Mezz'elfo | Scurovisione
• Passiva Personale 1/10 | Difesa Psionica
• Passiva Evocatore Lv1| Evocazioni Tempo 0
• Passiva Ehre eines Mädchens | Pistola sempre carica

Abilità Attive:

• Attiva Evocatore Lv1 | Evocazioni Consumo Medio per due turni.

Note: bellllo Doctor °L° niente, nuova schiera di schifezzuole volanti, giusto per non sprecare un turno.
 
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Ikit89
view post Posted on 16/7/2012, 20:53




CITAZIONE
Legenda:

Narrato
« Parlato (Marchosias) »
« Parlato (Doctor) »
Pensato (Marchosias)

Infine Kreisler aveva mantenuto la parola data. Era apparso dal buio come per magia, inspiegabilmente introdottosi nell'edificio: in un attimo aveva falciato tutte le grottesche creature. Marchosias gli era stato grato per averli fatti fuori rapidamente, non che fossero avversari temibili. Piuttosto vedere quelle cose muoversi e agire a parodia sia dell'uomo che delle bestie l'aveva profondamente inquietato. Tutto era stato diverso quando poi - sconfitte - erano rimaste immobili a terra. Immobili e inanimate. Potevano essere qualunque cosa adesso: fantocci, statue di cera, i prodotti della tassidermia di qualche folle egocentrico. Qualunque cosa purchè non respirassero per davvero. Un'idea indesiderata stuzzica la mente: davvero ogni brandello di natura umana aveva già abbandonato questi abomini? Marchosias vuole pensarla così, convincendosi che si, è quella la verità... ad ogni costo. Ma anche in un momento come questo in lui la curiosità vince facilmente contro il senso del grottesco ed è già pronto a chinarsi per osservare i corpi esanimi e dilaniati. Il suo occhio da Artefice vorrebbe catturare ogni particolare di quelle che appaiono sempre di più delle invenzioni, le loro forme tracciate non da Natura ma una qualche mente malata. Invece qualcosa lo interrompe prima ancora di iniziare: i restanti compagni si uniscono al gruppo, inaspettati.

[...]

Bravo piccolo... Bravo
a portarli fino a me.

Ed ecco ad un tratto tanti - troppi - particolari da osservare, e stavolta lo spazio per la curiosità è scarso e viene presto a mancare del tutto. Solamente inquietudini e orrori occupano prepotenti la mente di Marchosias. Perchè lui forse più degli altri sa di poter intuire almeno un pò l'indole dell'individuo che li fronteggia. Non ha il coraggio di chiamarlo "uomo", dato che ha rinunciato - almeno nell'aspetto - a buona parte della sua umanità, deturpandola, volendo andare "oltre".

E tu non hai forse fatto lo stesso?

No, non è così. Lui è stato costretto a rinunciare al proprio corpo e ad abitare malvolentieri il costrutto. Con il rantolo della morte sul collo - vicinissimo - l'unica alternativa sarebbe stata una fine certa, rapida e orribile. Ma tutto questo basta davvero a far la differenza, ad allontanarlo da questo folle? Gli sono ignoti i motivi che hanno trasfigurato il Dottore, ma è certo riguardo una cosa: ha bisogno di considerarsi diverso da questo dottore pazzo, perchè la sua presenza non fa che alimentare il dubbio attizzandolo come braci appena sopite. La morte sarebbe forse stata più dignitosa per entrambi? La domanda è talmente scomoda che più e più volte ha finto di non averla mai posta a se stesso...

Il laboratorio straripa di corpi, pezzi di uomo e animale per un gioco assurdo e indicibile che a giudicare dal numero di "invenzioni" pare sia già andato avanti troppo a lungo. Marchosias non può che ricordare le proprie zone di lavoro, un seminterrato riempito degli attrezzi e delle strane materie e delle ore spese nell lavoro e di tutte le meraviglie che crearle tanto l'aveva appagato. Gli manca tutto ciò. Ma l'Artificio è di certo un'arte più nobile di ciò che pratica questo dtottore, un'esatta miscela di scienza e di magia che ripudia categoricamente la manipolazione dell'essere umano e delle sue parti. Ciò che spinse Marchosias nell'impresa fu solo la disperazione e la certezza che egli, ed egli solamente, avrebbe pagato le conseguenze. Tutte queste persone, innocenti o no che fossero non meritavano di diventare cavie e materia prima per abomini senza coscienza. Osserva i vasi ricolmi di formaldeide nei quali galleggiano le prove non più viventi di crimini e orrori consumati in nome...

...in nome di cosa!?
Perchè tutto ciò?

Come Artefice creare è sempre stata la sua dolce droga. Non può negare il piacere di portare un'idea fantasiosa, per quanto impossibile che sia, come manifestazione nel mondo reale. Vedere le sue invenzioni animarsi come di vita propria, sentirsi il padre di tante piccole meraviglie, piccoli cristalli preziosi di cui lui solo conosce e può apprezzare la perfezione di ogni singola sfaccettatura. In parte può capire il perchè. In parte. I prodotti dell'Artificio erano sempre stati d'aiuto per il prossimo, queste cose che riempono la stanza invece sono il prossimo. Come ha potuto anche solo per un istante supporre un'analogia tra sè e questo mostro?

Io e lui simili?
Piuttosto la mia antitesi.

Quando dopo lunghi istanti silenziosi si rivolge al Dottore perfino la voce atona e imperturbabile del costrutto pare tremare di indignazione e della sia determinazione di voler porre fine a questa opera di osceno sperimentare. Non tanto per difendere la dignità di tutti quelli come lui, creatori mossi dalla filantropia genuina e ligi a non arrecare arbitraria sofferenza, ma piuttosto per rendere un minimo giustizia a tutti le morti causate dal vezzo del Dottore. E non si sarebbe fermato solo alle parole.

« Non ci saranno altri esperimenti per te, nessun'altra cavia su cui posare gli artigli. »

CITAZIONE
braccioi
 ReC
300
 AeV
125
 PerF
175
PerM
375
CaeM
225
 Basso
5%
 Medio
10%
 Alto
20%
Immenso
40%
Marchosias [mente]: ■■■■ ■■■■ ■■■■ ■■□□
    Costrutto [corpo]: ■■■■ ■■■■ ■■□□ □□□□
      Equipaggiamento:
        Fulmine Globulare, riposto (1 uso disponibili).
        Ali di Ossidiana, riposte.
        Pandora's dices
          (Stordente □ Oscurante ■ Fumogeno ■ Accecante ■ Sonica ■ )
      Energia: 40%
      Tecniche e Azioni:

       
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      view post Posted on 17/7/2012, 00:50

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      W I N T E R R E I S E
      Barcamenandosi tra costrutti e domande.

      Lo sbatter ritmato dalle ali.
      Il puzzo strano di pennuto bruciato, plastica liquefatta, uno strano fumo bluastro.
      Poi fu solo confusione, le ali che s'agitarono in una frenesia isterica, il gracchiare che crebbe di un tono. I becchi e gli artigli che si conficcarono in qualunque cosa trovarono.
      Li sentì, aguzzi, trapassargli la pelle in più punti cercando di far diventare il suo corpo simile a uno scolapasta. Ma ormai aveva già guadagnato l'uscita, la mano sulla maniglia. Un cigolio, la porta che si aprì, la luce che penetrò nella penombra, un corvo che si abbatté contro il legno.

      La salvezza.

      Si girò verso il suo compagno, notò come anche lui fu soggetto all'offensiva dei corvi, ma nella psiche di un drago c'è un punto dove ogni cosa, compreso il dolore, cessa di esistere, un punto in cui l'unica cosa che conta è il passo successivo, quello verso il completamento della sua missione.
      Una fiera determinazione, si vedeva, nei suoi occhi, il baluginare di quell'emozione che come una fiammella vitale irradiava il suo animo, il ricordo del bambino dai riccioli biondi.
      A quel punto la ripida e stretta scala a chiocciola non era una salita poi cosi proibitiva. Un passo dopo l'altro, un piede dopo l'altro. I muscoli che bruciavano a ogni scalino, sentì l'acido lattico invadergli il sangue, sentì il cuore e il fegato arrendersi a quella sostanza.
      Morpheus continuò a salire nonostante ogni respiro fosse un'ondata di spilli roventi nei polmoni.
      Continuò perché il passo successivo è quello che lo avvicina sempre di più al suo obiettivo.
      Giunse nello spaziale poco dopo, al cospetto dei suoi compagni. Un sorriso, la casualità, il fato aveva deciso di riunirli nel momento topico.

      - Lieto di vedere anche voi qui. -

      La voce gelida del cavalcaviverne rimbombò, rimbalzò tra le pietre della scala giungendo fino alle orecchie del drago e non solo, molte orecchie s'agitavano nei muri. E da quando era uscito dalla stanza dei corvi, vuoi per suggestione, vuoi per la realtà, sentiva su di sé mille occhi che lo scrutavano, che in qualche modo lo agitavano.
      Salirono le scale, continuarono così fin quando il panorama non cambiò, fin quando non giunsero nell'unico luogo in cui Morpheus avrebbe avuto delle risposte.
      Una nuova porta si schiuse davanti ai loro occhi, a seguire un nuovo scenario orripilante ma suggestivo. Come una bellezza proibita da assaporare avidamente, con lentezza, un solo sguardo rapido con il cuore in gola, gli occhi sgranati mentre trattene un respiro.
      Cavie appese come trofei da caccia da mostrare agli ospiti, dannatamente vive, in un limbo ininterrotto tra la vita e la morte. Poi il dottore, il pazzo che c'era dietro a tutto quello, anche lui un ibrido di uomo e macchina, di esperimenti mal riusciti. Di una sopravvivenza, di una mutazione artificiale. E tante parole meno interessanti, verba volant, gli dissero una volta, ma lui non diede ascolto nemmeno a quelle parole, raramente dava ascolto se qualcosa non era di suo interesse.
      Morpheus li guarda, li scruta, li valuta, li osserva per carpirne i segreti, perché ormai le domande si stavano moltiplicando nella sua testa come irritanti aracnidi.

      Graffiano. Camminano. Muovono le cheliceri.


      Chi sei?

      No, troppo scontata come domanda, non era quello che in realtà voleva sapere, non gli erano mai interessanti i nomi, troppi nomi uguali, solo etichette di una confezione che racconta troppe cose per essere racchiuse in una parola.

      Gli otto occhietti si muovono frenetici, lattiginosi. Si tendono le ragnatele, si attirano le mosche. Le domande crescono, diventano grandi, prendono forma, sfaldando le certezze.

      Cosa sei?

      Più pertinente, più adatta, ma ancora non era abbastanza, troppe cose sarebbero rimaste non dette, perse nella banalità di una domanda. Perse in due parole, sette lettere, no Morpheus voleva di più.

      « Qual è la tua storia? »

      Una storia era quello che gli interessava, sapere perché tutto quello. Cosa c'era dietro.

      Perché?

      Si perse in quelle domande, si perse nella sete di sapere. La curiosità avida di un drago di accrescere la sua conoscenza. Si scordò, per un momento, perché era giunto fin lì.
      Poi un ruggito, e tutto si fece di nuovo chiaro.
      L'avrebbe raso al suolo quella merda di posto.



      CITAZIONE

      Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


      ReC: 275 - 250 | AeV: 125 - 100 | PeRf: 150 - 300 | PeRm: 250 - 450 | CaeM: 150 - 100


      Energia: 54%
      Status Fisico:Lacerazione superficiale alla coda [Danno basso] Lacerazioni sparse su tutto il corpo. [danno medio]
      Status mentale:Confusione iniziale alla mente [Danno basso] Bad trip dovuto al veleno del Bebelith [Danno medio] Voglia di andare alla funzione [danno medio] Voglia di cantare [danno medio]

      Abilità attive:

      [SPOILER]
      Abilità passive:
      Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
      Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

      – Impact.
      Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, ogni attacco fisico passivo portato dall’arma sarà come se fosse eseguito con il doppio della PeRf standard posseduta. {Abilità passiva}

      Kajera
      È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]


      – Tail.
      Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

      Note:
      Scusate il ritardo, il post strano, osceno.
      sono tre settimane piene a livello lavorativo e di studio, contando che domani vado a lavoro alle otto e tra studio e altro finisco praticamente la sera, la notte è l'unico momento libero.
      Edit:aggiustato un po' tutto



      Edited by Lud† - 17/7/2012, 21:25
       
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      Bastard de la Nuit
      view post Posted on 18/7/2012, 16:17




      "...mi sei mancato molto..."



      Kreisler era abituato ad analizzare a colpo d'occhio la situazione che gli si presentava davanti, quale che fosse. Rapidi, gli occhi saettavano da un dettaglio insignificante a un elemento costitutivo dell'ambiente che lo circondava, e la mente poneva ogni cosa in relazione con il tutto. Ed era così che Kreisler realizzava il proprio vantaggio, così nella gara di astuzie e dialettica come nella lotta armata.
      Era da quel maledetto giorno a Santa Madre Nuova che la sua mente non riusciva più a smettere di elaborare pensieri, ragionamenti, calcoli che avrebbero portato via anni di vita a un uomo normale. Era da quel maledetto giorno in cui era entrato in contatto con il potere di Ray,
      che la sua anima fosse straziata in tutti gli inferni possibili!
      Eppure, sulla soglia dello stanzone in cima alla torre d'acciaio di Gefahrdorf,
      per una volta il Cavalcaviverne non capì.

      Interdetto, quasi imbambolato, fissò la creatura deforme che gli si rivolgeva come se lo conoscesse.
      Sì, ricordava che un vecchio mascherato da corvo aveva tentato di invadere la sede del Clan il giorno che lui decise di allearsi con Alexandra. L'aveva visto rapidamente e in lontananza, mentre abomini simili a quelli posti a guardia del torrione cadevano falciati dalle sue lame; probabilmente anche lui l'aveva degnato sì e no di un'occhiata frettolosa.
      Ma perché allora dire che gli era mancato?
      Perché parlargli come se lo conoscesse da tanto tempo?
      Perché...

      - Ma purtroppo giungi tardi. La mia ricerca su Lithien è conclusa ed io, come non accadeva da molto tempo, posso dirmi molto soddisfatto di ogni cosa. -

      Ricerca
      su
      L i t h i e n
      . . .

      Un nome pronunciato con nonchalance, che pure cadde con il peso di un macigno nella coscienza dello Straniero. Che aveva a che fare il Dottore con Lithien? Perché, di tutte le città del mondo, perché proprio quella? Non avevano sofferto abbastanza quelle mura, soffocate dal fumo dei roghi funebri? Non erano stati ridotti abbastanza in macerie gli splendidi pinnacoli di lapislazzuli?
      Dentro di lui il cuore mancò un battito, sulla schiena una sensazione simile a quella di un rivolo di acqua gelida che stilla e si fa strada senza preavviso. Ma all'esterno nulla diede a vedere il tumulto che si agitava dentro di lui. Un impercettibile sbarrare degli occhi, un lieve schiudere le labbra in cerca di una parola inafferrabile, concepita e subito smarrita: tanto fu la reazione del guerriero. Avrebbe voluto gridare, lanciarsi ad afferrare il bavero della creatura deforme che si prendeva gioco di lui con frasi oblique e goffe riverenze.
      Ma si trattenne: serrò la labbra mordendosi la lingua.
      (il sapore del sangue si spanse come un fiore sul palato)
      Non poteva permettersi di mostrare i propri punti deboli, non doveva mettere se stesso e la sua patria più in pericolo di quanto non fossero. Fece un passo avanti invece, ignorando le altre frasi che uscivano come rochi fischi e cinguettii dal becco di metallo. In quel momento era molto più importante per lui l'effigie che occhieggiava dallo stendardo abbandonato in un angolo.
      Le sette teste d'argento di un drago che tra gli artigli stringeva un disco solare d'oro scintillavano ancora più vivide nel consunto raso nero dello sfondo. Le insegne che Kreisler aveva imparato a riconoscere fin da bambino, a cui inumerevoli volte aveva levato la spada in segno di saluto. Quattro spade intaccate dal tempo e dalla ruggine erano abbandonate nello stesso angolo; sebbene il filo fosse smusso e in più punti sbeccato erano chiare le insegne araldiche delle più grandi famiglie nobili della città, incise a sbalzo sulle guardie e sui pomoli: la fiamma azzurra dei Kudhrum, il disadorno cerchio dei Keonie, il gufo dei Galad-Rochman, l'elmo cornuto degli Ennis.
      Avanzò oltre le teche di vetro che contenevano corpi mutilati e posti in animazione sospesa come per una sublimazione di crudeltà, la fluorescenza verdognola che sprigionavano si rifletteva sul volto inespressivo, ne carezzava i riccioli sudati. Oltrepassò perfino Doctor, chiudendolo tra sé e i suoi compagni. Si fermò sotto il vessillo, e ostentando disinteresse per ogni altra cosa ne prese delicatamente un lembo tra le dita.
      Cercava nella stoffa il contatto con qualcosa d'impalpabile, il ricordo - forse - di qualcosa perduto per sempre.

      - Lascia stare i morti dove sono, Dottore.
      Le tue ricerche sulla vita ti hanno inevitabilmente portato dinanzi a un vicolo cieco?
      Che interesse hai in una città ormai rasa al suolo e abbandonata?
      -

      Lasciò scivolare il raso nero dietro di sé mentre si girava a guardare Doctor negli occhi, posto che fosse rimasta ancora una parvenza di occhi umani dietro le lenti affumicate della maschera che ne deturpava i lineamenti. In risposta lo stendardo ricadde, e il drago ricamato scosse minaccioso le sette teste.

      - Quanto ai vivi, lascia in pace gli abitanti dell'Erydlyss, se non vuoi destare le ire dei dominatori dell'Eden. -

      Con un breve cenno del mento verso un punto oltre il Dottore indicò il fulmine globulare che orbitava attorno a Marchosias, i giocattoli assassini di Lazarus, l'espressione di Morpheus di un'ira che trascendeva l'umano e i guanti d'arme di Shervaar, percorsi di quando in quando da livide scariche. La sua squadra aveva superato ogni insidia che l'inverno dei monti e le astuzie del Dottore avevano teso sulla strada della torre: nessun vezzeggiativo poteva negare l'evidenza. Nessun
      Sei con le spalle al muro, accetta la sconfitta.



      littleqmpointwinterreisOrdunque, miei prodi! :qew:
      Anche Kreisler fa la sua mossa, aggirando Doctor e di fatto accerchiandolo tra sé e i vostri pg. Ora aspettiamo la sua reazione. Lud, quando sarà il vostro turno sentiti libero di interpretare come vuoi (puoi anche non farlo) questo elemento: la passiva di Kajera fa risplendere intensamente Kreisler e Doctor come se dall'uno dipendesse il destino dell'altro. Eppure Kreisler agisce come se non lo conoscesse e sembra sincero.

      La soundtrack è una trascrizione per pianoforte da "Gute Nacht" di Schubert dal ciclo "Winterreise", per i curiosi che volevano sapere i motivi dell'uso del tedesco e di certi nomi per la campagna.
       
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      Doctor~
      view post Posted on 25/7/2012, 15:38




      lofuI
      Randomico. Casuale. Fortuito e accidentale.
      In tutte quelle espressioni, in tutte quelle desinenze e con ognuna di quelle eccezioni,
      il corpo di Doctor ebbe un fremito.
      Tendersi di nervi. Muoversi di giunzioni. Aspirarsi di vasi sanguigni e riversarsi di piastrine. E precipitarsi di impulsi nervosi. Una nevralgica fibrillazione di un corpo che raramente, se non mai, sarebbe stato in grado di provare altro se non il piacevole scivolio della morfina nelle vene.
      Un fremito. E poi l'arrendevole tendersi di un sorriso, quasi che nulla fosse più semplice per il Dottore, per colui che labbra non ha, di esibire un ghigno placido e sornione, ruga contorta su di un viso espressivo.
      Ma nulla più che un istante, Nulla più che di un secondo per evitare che, così facendo, i Dominatori dell'Eden se la prendessero troppo.
      Piegando un poco la testa li guardò per bene
      i dominatori
      valutando tutto sommato come fossero davvero poco dominanti in quel contesto, in quel piccolo laboratorio i cui occhi cadevano su di loro, scrutando con vivo interesse le reazioni dei loro gracili corpi alla sola presenza del cloroformio, dell'etere e di tutte quelle fantastiche sostanze d'obbligo in un ambiente asettico e sterile. E di Doctor, ovviamente. Una specie di abominio formato tecnologico, ripiegabile e al contempo allungabile come uno di quei molesti robottini tutto vapore e fumo che gli umani avevano solo recentemente imparato ad apprezzare come pezzi d'inestimabile valore. Ma davvero poca utilità.
      Come quello li, insomma.
      Piegò il capo di qualche grado -non voleva sovrastimolare i tendini del collo, li aveva di recente rimpiazzati ed i punti erano ancora freschi- la posa che assumeva un che di rapace prima di sciogliersi in una graffiante risatina.
      Acciaio contro acciaio. Ferraglia contro ferraglia.
      "Ti piacciono, Kreisler
      i gingilli di Lithien?"

      Con un lento movimento, il mantello che scuro ondeggiava sulla sua figura incurvata, il dottore si accostò all'uomo, il becco corvino che si sporgeva dalla sua spalla onde permettergli di sussurrare a poca distanza dall'orecchio dell'altro. Atteggiamento intimo, vicinanza molesta. Per un breve attimo parve un'ombra, un'oscura presenza tale da rappresentare ed al contempo soverchiare la figura di Kreisler.
      Sogghignò.
      "Potresti averli tutti, se solo me lo chiedessi." Non vi era volto su quel teschio corvino, non vi era bocca da scorgere, occhi da leggere, pelle da sfiorare "Se solo la smettessi di recitare una parte che non ti si addice"
      una pausa, il debole ticchettare del suo cuore che scandiva secondi lenti, densi come la polvere che ancora vorticava silente all'interno della stanza.
      "Potresti avere tutto. Ma come tutti gli altri preferisci vivere nei limiti piuttosto che sorpassarli"
      Triste conforto la mediocrità, dolce fiele di una vita fatta di piccoli successi e pochi trionfi, sempre in bilico fra l'essere insopportabile e terribilmente indigesta. Un boccone amaro ed insipido, a tratti viscido lungo la vola ed a tratti ispido sulla lingua, un mare di parole mai dette a rimpiazzare l'unica e semplice domanda che pochi hanno e avranno mai il coraggio di porsi.

      Perchè interessarsi ad un cumulo di macerie? Ad una fragile accozzaglia di ricordi oramai perduti, di vestigia rosicchiate dal tempo?

      Dalle teche, un guizzo derisorio. Una risata collettiva tale da ingrigire i volti quieti, le palpebre velate.
      Nell'aria, un profumo improvvisamente più dolce, inaspettatamente più intenso degli altri, acuto sibilo delle labbra del Dottore. Tetro allungarsi di ombre fino ad allora rimaste rintanate dietro marchingegni inermi, tende mai tirate, corpi mai più mutabili, mai più veri.
      "Ciò che alcuni chiamano Desiderio, per altri altro non è che Ossessione.
      E solo aggrappandosi ad essa, solo vivendo della sua aspettativa è possibile credere, esser certi, che non esistano veri limiti. Veri ostacoli"

      La tenebra si mosse ancora, e fu con quella vibrazione che nelle sue fattezze parve intravedersi ora un frullio di piume, vaghi riflessi ossidiana nella tremula luce circostante. Dita scure ad abbracciare l'intera stanza in una morsa mortale.
      "Questa è Lithien, e questo è ciò che io offro a voi e ai vostri cosiddetti dominatori.
      Che siate in grado di dominare davvero, sorpassando ciò che solo la vostra mente vi impone sedendo al mio fianco."


      E, bestia immonda, Doctor scoprì di nuovo i suoi lunghi canini, il corpo nodoso che si ritraeva allora dalla vicinanza con Kreisler in un fruscio ovattato, ganci ed agganci a lavorare per la prima volta in sincronia onde garantirgli un movimento fluido, elegante, sinuoso malgrado la mole. Sulla sua spalla il corvo gracchiò ruvidamente, scompigliando l'immobilità di quell'aria ora satura di ombre fitte, legate le une alle altre come trama indistricabile, come ragnatela i cui sottili fili si tendevano a sfiorare ognuno dei presenti, ognuno degli astanti.
      "Fino ad allora..."
      Un inchino.
      Due inchini.
      Tre inchini.
      scricchiolio
      Lo sguardo che per un secondo pareva valutare attentamente le fattezze di un individuo alto e magro, chiome rosse a contornare un viso d'angelo.
      Quattro inchini.
      Gracidio di ferraglia
      Lunga occhiata ad un uomo dai capelli bruni e sguardo altero.
      "Con grande aspettativa e somma fiducia e grande riguardo verso ognuno di voi nei confronti dei quali ripongo grandissime aspettative -pur non piena fiducia ancora, ma credo sia giusto non esagerare in questi casi-..."
      Fu il corvo sulla sua spalla a rivolgere l'ultimo saluto a Kreisler, l'iride fissa a sgranarsi sulla sua figura immobile, curva su ciò che per soli pochi aveva senso e valore.

      Nel dubbio.
      Nell'incertezza.
      Quanta importanza può davvero avere tutto il resto?
      Quanta importanza può davvero avere,
      Kreisler?


      Nell'ultimo inchino, breve parodia di quello che i più raffinati avrebbero potuto definire come "ossequioso accomiatarsi", il corpo di lui ebbe un tremito, vibrazione monocorde che dalla sua figura parve riverberare nella tenebra tutt'attorno donandole finalmente l'ultima traccia di vita (e senso) che fino ad allora le era mancata così da rilevarne la vera essenza. Le immense ali di Doctor si spiegarono dunque lentamente, la loro bellezza intarsiata di ninnoli sintetici, di sottili filamenti di puro argento e titanio tali da sostenerne l'apertura abbastanza ampia da abbracciare l'intero laboratorio, l'intera struttura circolare della torre.
      Per un istante il Dottore valutò la possibilità di portare con sé la donna dai seni gonfi e lattescenti. E l'uomo dai baffi che uno ad uno -come i petali di una famosa rosa- si stavano staccando dal viso impassibile rivelando un età non così tanto vetusta quale aveva scritto sulla cartella clinica. Poi però, breve calcolo mentale, decise di lasciar perdere. Chi viaggia leggero arriva prima, e per lui sarebbe già stato abbastanza faticoso trasportare -insieme alla sua memoria degna delle più rinomate comunità scientifiche- anche i resoconti dei suoi studi ora impilati uno sull'altro in ampi e polverosi papiri -si, era sempre stato un sentimentale Doctor. Diciamo che gli ricordava la sua infanzia-

      Quindi con un sospiro se li infilò direttamente sottobraccio, lunghe dita artigliate a circondarne con amorevole dolcezza il profilo incartapecorito quasi ad assicurarsi che in tutto quel viavai di gente non avessero subito danni o turbamenti. No. Si rilassò, le lunghe ali che come falangi mostruose si allungavano allora il più possibile quasi stiracchiandosi, quasi sfidando tendini e ossature sintetiche a resistere a quella tensione, a quella distensione. Tutto a posto. Tutto perfetto, come sempre.
      E finalmente, per ultimo rivolse un'occhiata ai presenti, il becco sornione a puntare brevemente su ognuno di loro come riservando -era galateo questo?- uno speciale saluto ad ognuno per poi capitolare su Kreisler a cui concesse qualche secondo di più, qualche battito ancora del suo cuore.

      "Arrivederci"
      Un movimento d'ali per sfondare il soffitto.
      Uno per concedere al vortice di tegole, calce e stucchi -e una mirabolante serie di oggetti incredibilmente affilati e lucenti- di librarsi qualche attimo nell'alto del cielo in un turbinio vorticoso.
      Ed un ultimo per caricare il balzo, modulare il peso, calibrare la parabola ed infine, corvo fra corvi, librarsi nell'infinito nel più aggraziato balzo che si fosse mai visto.

      Dopo di lui, il silenzio.
      Dopo di lui l'esplodere delle vasche di formalina, delle teche di vetro, di tutti quei corpi che senza la sua magia, senza il suo sommo e scientifico occhio analitico nient'altro parvero improvvisamente se non corpi morti, resti di un mondo che in disfacimento si apprestava a divenire nulla più che viscido scarto, lurido riciclo di ciò che fino ad un istante prima pareva vivo, pareva vero.


      littlecoqmpointwinterre Secondo post ^__^
      Meno criptico del post precedente ma altrettanto parco di informazioni, Doctor concede la propria attenzione a Kreisler ed in seguito ai membri del gruppo ai quali offre di schierarsi dalla propria parte in ragione di "sorpassare i propri limiti".
      Senza risolvere enigmi o concedere più di qualche rara informazione, egli infine se ne vola via portando con sé i preziosi risultati delle proprie ricerche, sradicando il tetto del suo laboratorio per mezzo della pergamena Vortice e catapultandosi fuori grazie alla pergamena Balzo. In tutto ciò egli sembrerà volare, malgrado le sue ali non siano affatto studiate per questo. Attenzione che nel mezzo della "tormenta" voleranno vetri, strumenti di laboratorio e quant'altro capaci se non di ferire, almeno di causare il voltastomaco generale.
      I vostri pg hanno davanti a sé la scelta se disertare Kreisler e unirsi alla causa di Doctor seguendolo verso le rovine di Lithien, oppure rifiutare la proposta del mostro e tornare a Schneeweg passando per Gefahrdorf e riferire tutto a Donovan. Piena libertà in questo, sapendo che nessuno dei due casi potrà precludere la vostra partecipazione a uno dei successivi eventi di Winterreise; ciò che potrebbe cambiare saranno le modalità del vostro ruolo nelle vicende della campagna.
      Una piccola precisazione: Lud, la passiva di Morpheus che individua i legami tra le persone gli permette di vedere Doctor e Kreisler risplendere come se dall'uno dipendesse il destino dell'altro. Eppure Kreisler ti sembra sincero nella durezza delle parole che usa con Doctor come se fosse una persona a lui estranea.
      Dato che domani il buon Bastard parte non ci sono i soliti 5 giorni come limite di tempo, ma cercate di postare prima delle vostre partenze in modo tale che si possa concludere con il prossimo post! ^__^
       
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      view post Posted on 28/7/2012, 00:20
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      Ad Agio Nel Disagio
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      Uno scricchiolio.
      Piccoli movimenti, ticchettii cadenzati, il sommesso sibilo dei suoi pupazzi.
      L'assoluta immobilità del golem d'acciaio - o uomo che fosse, ancora non riusciva a comprenderlo, voce atona riverberante nel metallo.
      Il respiro dell'elfo avvolto nell'impercettibile crepitare dell'elettricità statica.
      Nulla contava.
      Persino Kreisler, loro guida in quell'abominio innaturale, spettro più che uomo se non per la sua fisicità, era adombrato da Doctor.
      Scricchiolio.
      Lazarus sapeva che quell'essere doveva nascondere segreti inconcepibili alle menti comuni. Si era cimentato con freddezza e competenza disarmante nella creazione di una legge evolutiva nuova e più strabiliante, aveva accelerato la selezione naturale e il ricombinamento, si circondava di cimeli ed artefatti delle epoche più oscure.
      Conoscenza e perfezione.
      Si sorprese a desiderare quello strano mondo. Non era mai stato malvagio, lui. Aveva contaminato il suo essere utilizzando anime - umane e non - nella creazione del suo piccolo mondo scricchiolante, fatto di legno e acciaio, porcellane e smalti.
      Ma non poteva esser definito malvagio! Lui agiva per vie traverse, sfruttava coloro che in fondo non avevan più niente da perdere, dava nuova vita a chi l'aveva persa sotto nuove e più mirabolanti forme.
      Eppure quel potere arcano, decadente, possente che lo circondava in quel momento era inspiegabilmente attrattivo, per quanto macchiato del sangue d'innumerevoli innocenti.
      « Questa è Lithien, e questo è ciò che io offro a voi e ai vostri cosiddetti dominatori. »
      La sgraziata figura zompettava suadente attorno a Kreisler stuzzicandolo, facendo perno su chissà quale rivalità, ideologia, ricordo che i due condividevano. Lasciò che il senso di quella scenetta scivolasse via come sabbia tra le dita, non tentando neppure di intrappolarla per capirne i segreti.
      Bambola immobile, attendeva che il burattinaio sbrogliasse i fili di quella recita.
      Finalmente, davanti ai suoi occhi crebbe l'indefinibile. Il corpo gracidante dell'essere cambiò quasi assetto, scivolò su cardini invisibili e mosso dai prodigi della meccanica o di quell'abominevole natura che avevano contemplato fino ad allora tornò verso di loro, elevandosi con un eleganza impensabile per un tale contorto simulacro.
      Li aveva invitati ad unirsi a lui. Gli aveva offerto tutto ciò che con tanto stupore l'uomo ammirava da quand'erano entrati in quel tempio di scienza e follia.
      « ...e somma fiducia e grande riguardo verso ognuno di voi nei confronti dei quali ripongo grandissime aspettative... »

      Socchiuse le labbra. Nel petto il cuore perse un battito, muto di fronte a tanta inconcepibile, assurda bellezza.
      Doctor pareva ora l'essere più libero del continente, possente negli sprazzi di nerboruto abominio che si potevan scorgere sotto l'abito nero, leggero in quel portamento incoerentemente sinuoso. E su quel corpo, in un frastuono di vetri infranti e ingranaggi in azione, erano spuntate due enormi, accecanti ali di tenebra.
      « C h i m e r a »
      E questo era davvero l'essere che si parava davanti a loro. Non mosse un muscolo, contemplando la perfezione dell'impensabile.
      Una mano artigliata, ferino surrogato degli arti umani, emerse dall'ombra raccogliendo con cura papiri e pergamene, appunti e scartoffie accumulate sui tavoli. Il becco aguzzo puntò i presenti come se li stesse salutando uno ad uno - l'indescrivibile, devastante tonfo al cuore che avvertì quando fu il suo turno! - si soffermò su Kreisler qualche istante di più e poi puntò verso il cielo, salutando i mercenari con un semplice "arrivederci".
      Le ali si mossero, scatenando l'inferno.
      Una ventata d'aria stantia e polverosa fece sollevare i capelli dell'uomo come una fiamma rossa. Lazarus dovette portarsi le braccia al volto per schermarsi dai primi piccoli detriti che si staccavano leggeri dai tavoli e dagli scaffali vorticando, mentre il tetto crollava in una pioggia di calcinacci. Indietreggiò sensibilmente, sospinto dal vento, assistendo impotente alla triste fine delle sue evocazioni sbatacchiate in quel turbine mefistofelico come foglie, fatte a pezzi dal tornado di vetri e artefatti che si era creato dopo quei pochi poderosi battiti d'ali.
      E infine flesse i muscoli, strinse le pergamene e con un balzo Doctor scomparve oltre la ferita nel tetto, semplicemente, un angelo nero proiettato verso il cielo in un turbinio di schegge e piume ebano.
      Tutto ricadde a terra come una pioggia fatale, un ultimo clangore assordante. Poi più nulla.
      Nel silenzio, una crepa crebbe davanti al viso della donna di fronte a loro. Il vetro si scheggiò lasciando filtrare il liquido verdastro, infine esplose assieme alle decine di suoi pari sparsi per la stanza. Quasi avessero avvertito l'assenza del loro padre e guardiano i cadaveri nelle teche iniziarono una danza marcescente, accasciandosi nei loro contenitori scheggiati o fuori, sul pavimento, in pozze di formalina e icore.
      Si rese conto del leggero sorriso che increspava il suo volto.
      Un conato. Portò la mano alla bocca voltandosi di lato, verso i muri anneriti dell'abitazione, e rigettò, la mente svuotata da tutto. Riprese appena fiato e un altro fiotto allargò la piccola pozza con uno scroscio sgradevole.
      Cercò di calmare il corpo. La sua mente aveva adorato ogni istante di quegli ultimi minuti, si era colmata di tutto ciò che gli occhi potevano scorgere senza venir sfiorata dall'ombra della paura, ma il suo corpo agiva in maniera indipendente.
      La mente era forte, il corpo debole.
      Si pulì le labbra con il dorso della mano, togliendo con l'altra i capelli dal volto.
      Stava sudando.
      Deglutì, il sapore amaro della bile in gola, nel naso.
      Forse davanti a tenta bellezza il suo corpo non aveva retto. Forse in quel sotterraneo era stato somministrato qualcosa a lui e al drago. O forse l'assurdo ciclone scatenatosi nella stanza aveva sconvolto i suoi sensi già provati.
      Desiderò per un istante - ed un istante solo - ciò che come umano agognava inconsciamente, inseguiva goffamente. Con il ricordo di Doctor ancora negli occhi e l'amaro sulla lingua, desiderò una parte di quella artificiale e sfolgorante perfezione.



      _______________ Eden. Da qualche parte_____



      Gli occhi stanchi del giocattolaio scorrevano i caratteri meccanicamente, alla ricerca di qualcosa sepolto dalle sabbie del tempo. La luce fioca delle candele gli teneva compagnia, ondeggiando ipnotica e creando ombre infinite sulle pagine gialle.
      L'ennesima biblioteca sperduta, l'ennesimo libro. Miliardi di parole che si riversavano dentro di lui.
      Una ricerca quasi compulsiva, a tratti rassegnata, altre volte euforica. Inseguiva qualcosa che non conosceva, come ogni uomo, ma quella volta la sua ricerca aveva un nome.
      Voleva rivedere quella chimera di carne e acciaio. Voleva trovare la fonte di quella conoscenza.
      « L i t h i e n » sussurrava.

      png

      [Rec: 250] [AeV: 150] [Perf: 75] [Perm: 225] [Caem: 150]



      Dati Base:
      Pistola Ehre eines Mädchens in vita mano.

      Ferite Accumulate:
      Ustione da danno Medio all'addome.

      Status Psicologico:
      Danno Medio da religione : D

      Energia Residua:
      87 % - 6 % = 81 %

      Abilità Passive:

      • Passiva Razziale Mezz'elfo | Scurovisione
      • Passiva Personale 1/10 | Difesa Psionica
      • Passiva Evocatore Lv1| Evocazioni Tempo 0
      • Passiva Ehre eines Mädchens | Pistola sempre carica

      Abilità Attive:

      Note: Tra tre ore e mezza mi sveglio e vado verso la stazione. Credo che sognerò Doc .___.
      Scusate il post, i frequenti ritardi, gli orari assurdi. Grazie a tutti per la quest, ci vediamo a metà agosto. Se riesco guarderò Asgra dal cellulare un paio di volte, per controllare com'è finita. A presto :v:
       
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      Shervaar
      view post Posted on 31/7/2012, 20:22






      Lithien.
      Quella parola era ora sulla bocca di Kreisler e della misteriosa figura corvina, ormai gli unici protagonisti della scena, eppure mentre il primo la sussurrava disorientato e scosso l'altro ne parlava con assoluta sicurezza. Cosa fosse accaduto in quella città era ben lontano dalle conoscenze dell'elfo, ma sin dal loro ingresso in quella tetra stanza e dalla chiamata in causa di quel misterioso nome l'impassibilità e sicurezza di Kreisler avevano pesantemente vacillato. Non erano stati gli esperimenti, i mostri o lo stesso dottore spiazzare Kreisler, ma una manciata di lettere che pronunciate nel giusto ordine sembravano evocare nefasti ricordi.
      Shervaar dal canto suo più che dei fantasmi e dei ricordi era preoccupato della freddezza, nonostante la situazione di netto svantaggio, e dei sinistri e metallici cigolii che accompagnavano ogni movimento della figura con la maschera da corvo. Tutte quelle cavie umane lasciavano presagire che sotto quel pesante e vellutato mantello si nascondesse qualcosa di molto di più di un semplice corpo umano

      L'essere ammantano proseguì allora il suo discorso con adulanti e teatrali parole, anche in questa occasione meticolosamente studiate, che non erano però dirette al loro solo capo. Per nulla toccato dagli avvertimenti di Kreisler allargò infatti la sua proposta a tutta la squadra, offrendo loro qualcosa che agli occhi di Shervaar era assurdamente mostruoso.

      Niente più limiti.
      Nulla di più semplice, nulla di più folle.
      Un offerta che gli entrò da un orecchio solo per uscire un secondo dopo dall'altro. Era cresciuto studiando la natura e le sue manifestazioni ed aveva imparato che tutto sopravvive grazie ad precario equilibrio che oscilla tra due limiti: il troppo e il troppo poco.
      Quella specie di scienziato pazzo gli stava offrendo un potere all'apparenza inimmaginabile, un qualcosa di tanto sbagliato che neppure per un secondo sfiorò le fantasie del giovane shamano.

      Colmo di rabbia guardò allora il dottore, appena in tempo prima di vederlo scomparire in un folle turbinio di schegge, pezzi di tetto, arnesi e tutto quanto erano presente nella stanza. Si spiegarono infatti delle innaturali e metalliche ali, coronando per intero la figura ammantata e donandogli un aspetto ancora più tetro.
      Le batté una volta e, come fatto di paglia, il tetto volò via frantumato, piovendo poi nella stanza in una cascata di detriti. Il dottore afferrò allora delle carte e con un altro colpo di ali e un semplice <<Arrivederci>> si congedò, volando via dal tetto soverchiato e scatenando una tormenta nel laboratorio. Mentre tutto ciò che vi era di solido scivolò inefficace sull'elfo, ancora un volta benedetto dagli spiriti e coperto da un sottile ma efficace scudo d'aria, un penetrante acidognolo e pungente odore gli invase gola e narici, lasciandolo boccheggiante dal disgusto e vagamente disorientato. Le teche e le vasche erano infatti esplose, rilasciando nell'ambiente mefitici vapori e spargendo corpe e resti, umani ed animali, in ogni dove, nel più totale disgusto dell'elfo.

      Strinse i pugni dalla rabbia mentre l'aria si faceva lentamente respirabile e livide saette si liberarono dai suoi serrati guanti. Avrebbe seguito quel mostro sino all'inferno pur di fermare quello scempio.
      <<Finché non sarà fatta completa luce su questa storia considerami pure al tuo servizio, sempre che esso sia necessario e desiderato.>> Disse infine Shervaar, rivolto a quell'uomo che lo aveva trascinato in quella storia. Nessun rancore nei suoi confronti, anzi, tutt'altro, quasi un muto riconoscimento per averlo coinvolto in quel inferno, per avergli dato la possibilità di intervenire in quelle terre dimenticate da Dio per porre fini ad inimmaginabili orrori

      Prese un lunga boccata d'aria e fischiò esausto. In tutto quel casino si era scordato del suo falco e nonostante fosse sicuro delle sue ottimali condizioni attese una manciata di secondi che nella sua mente durati anni. Nel vederlo spuntare dal baratro sul soffitto un sorriso gli si dipinse sul volto e si stupì egli stesso di potersi concedere un lusso così grande in un posto come quello. Tese quindi un braccio in attesa del compagno, interrogandosi sulla prossima mossa da fare.

      Stats:
      Rec 175
      AeV 200
      PerF 150
      PerM 225
      Caem 100

      Danni fisici subiti: Critico (8/16)

      Danni mentali subiti : Nullo (0/16)

      Energia rimanente: 36%

      Abilità passive:
      Empatia Animale - Bloodwing: Permette l'utilizzo del proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo. (Abilità Razziale)
      Incantaspade - Guanto d'Arme Destro: L’armigero infonde la capacità di indistruttibilità nella sua arma eletta. (Abilità di Dominio)

      Tecniche usate:

      Thunder Fury: Lo stretto contatto sin da giovane con la gli elementi e le sue manifestazioni permette allo Druido di controllare al meglio i glifi elementali incisi sui suoi Guanti d'Arme. Al momento della loro attivazione guadagna un bonus sulla forza elementale a propria discrezione secondo necessità e volontà.
      [Dominio elementale del Fulmine a costo Varibile Nullo - Basata su PerM]

      Air Shield: Il druido ricopre le proprie mani di una patina di vento spessa, così da poter deviare gli attacchi nemici. La tecnica ha natura di difesa fisica, elemento vento. Il caster, senza particolari tempi di concentrazione, concentrerà sui palmi delle proprie mani dei piccoli vortici d'aria che gli consentiranno di deviare attacchi non tecnica nemici. Queste patine protettive si potranno estendere per tutto il suo corpo, per una durata complessiva di due turni. La tecnica può essere annullata in qualsiasi momento dal caster.
      [Pergamena difensiva, Immunità agli attacchi fisici per due turni, a costo Medio - Scudo d'aria]


      Note:Uso i due slot a fine narrativo. Corretti un paio di missclick visti con 20 giorni di ritardo.


      Edited by Shervaar - 29/8/2012, 14:52
       
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      view post Posted on 9/8/2012, 11:59

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      W I N T E R R E I S E
      Ove i principi sono più forti del potere, ove le promesse sono più forti dei tradimenti.

      Morpheus vide il baluginare delle fiammelle del legame danzare sotto i propri occhi. Il fuoco si agitava dentro i cuori dei due contendenti, Doctor e Kreisler sembravano uniti da un filo indissolubile, un destino legato da qualcosa di molto forte, che esulava dai sentimenti che le persone comuni provavano. Era qualcosa di diverso e al contempo affascinante, soprattutto perché una rivelazione che gli giunse alle orecchie lo stupì ancor di più. Osservò Kreisler, ascoltò le sue parole e capì che era sincero: lui non conosceva Doctor. A quel punto sarebbero potuti sorgere mille interrogativi, mille storie da ascoltare con interesse, ma il ritmo degli eventi era troppo incalzante per fermarsi semplicemente a pensare. Perse la prima parte del discorso del dottore, ma qualcosa gli disse che non gli interessava, che lui non era l'oggetto della contesa. Si riscosse quando la voce del costrutto si fece più solenne, quando il discorso toccò un punto nevralgico di tutto il pensiero draconico ed elfico in generale: il superamento dei propri limiti.

      "Ciò che alcuni chiamano Desiderio, per altri altro non è che Ossessione.
      E solo aggrappandosi ad essa, solo vivendo della sua aspettativa è possibile credere, esser certi, che non esistano veri limiti. Veri ostacoli"

      Qualcosa che lo stesso Morpheus concepiva. Per esseri come lui, esseri pressoché immortali sorpassare i limiti non era solo un nobile intento, ma era una vera e propria ragione di vita, come diceva Doctor quasi un ossessione. Diventare esseri perfetti, lambire l'eccellenza tra le proprie mani, elevarsi di un gradino rispetto agli altri, questo era ciò che tutte le creature viventi e senzienti ambivano. Ma Doctor da quel discorso avrebbe voluto ottenere altro, non era il semplice sproloquio di un pazzo, erano parole fredde e calcolate, ciniche, e Morpheus aspettò soltanto l'attimo in qui il vero intento di Doctor si sarebbe palesato davanti a loro.

      "Questa è Lithien, e questo è ciò che io offro a voi e ai vostri cosiddetti dominatori.
      Che siate in grado di dominare davvero, sorpassando ciò che solo la vostra mente vi impone sedendo al mio fianco."


      Morpheus sorrise, Doctor stava cercando uomini per un suo esercito personale, uomini che in cambio dei loro servigi avrebbero avuto in dono il potere, il potere per superare i propri limiti. Era ciò che voleva. Scosse la testa il drago, Doctor offriva a loro una scorciatoia, un modo rapido per ottenere ciò che volevano. Ma nei concetti draconici, nei concetti elfici ciò era inammissibile: le due razze avevano secoli e secoli per dedicarsi a tale intento, affidarsi a scorciatoie oltre che disonorevole e contro i principi stessi delle razze, era oltremodo controproducente, se avesse raggiunto la perfezione come avrebbe vissuto il resto della propria esistenza? Senza obiettivi, senza un'altra ossessione da perseguire, solo nella noia della propria perfezione.

      "Fino ad allora..."


      Quattro inchini, uno dietro l'altro, ognuno rivolto a ognuno di loro. Rumori, scricchiolii, ferraglia che si scuote, e tutto condito con il gracchiare nervoso del corvo. Incrociò per un momento lo sguardo del dottore, s'accorse, con un certo stupore, che dentro quelle iridi non trovò nemmeno un briciolo di umanità, uno sguardo indecifrabile colmo di una malvagità che ti rado intravedeva in un essere vivente. Eppure in lui c'era qualcosa di strano, come se ogni sua mossa, ogni suo pensiero fosse perseguito da una tenacia unica, come se lui stesso credesse di essere nel giusto.

      "Con grande aspettativa e somma fiducia e grande riguardo verso ognuno di voi nei confronti dei quali ripongo grandissime aspettative -pur non piena fiducia ancora, ma credo sia giusto non esagerare in questi casi-..."

      Un ultimo inchino rivolto al cavalca-viverne, sistemò gli ultimi dettagli, raccattò gli ultimi effetti personali, a quel punto spalancò le ali, uno sferragliare immenso delle appendici alari, l'apertura era notevole, ma nulla che potesse sbalordire un drago, erano artificiali, nulla a che vedere con la perfezione di un drago, con la natura che faceva il suo lavoro. Poi si accomiatò con un ultimo saluto.

      "Arrivederci"


      Le ali si spalancarono a sfondare il soffitto.

      « Vai a farti fottere. »

      Morpheus non era mai stato un tipo di molte parole, uno di quelli in grado di arringare la folla, di esaltarla. Lui era un tipo pratico e diretto. Non lo avrebbe seguito nelle rovine di Lithien. Il dottore si alzò in volo lasciando il laboratorio, si librò in aria con un poderoso balzo, abbandonando sotto i suoi piedi gli uomini e tutto il suo lavoro. Scese il silenzio, la calma glaciale, il vortice di bisturi che danzava davanti ai loro occhi facendogli trattenere il fiato, dopo fu come se si ruppe un incantesimo secolare, l'immobilità fu distrutta dall'esplodere delle vasche di formalina, il danzare dei bisturi che, insieme ai vetri, divenne una danza tribale, quasi infernale. Il suo corpo si indurì, la sua pelle divenne estremamente coriacee, i bisturi e i vetri lo accarezzarono senza lambire il suo corpo. Sorrise e, quando di nuovo tacque, quando di nuovo tutto finì, il laboratorio sembrò un luogo macabro di morte, la vita, la curiosità, il mistero avevano capitolato, non vera rimasto che un cupo silenzio. A quel punto guardò Kreisler con uno sguardo colmo di sincera compassione. - Questa non è la mia battaglia - pensò, ma il pensiero rimase giusto il tempo per sentire l'amarezza che cresceva dentro di lui, sapeva di sbagliarsi, quella, come molte altre battaglie, gli apparteneva. Ma per un attimo finse di crederci, finse di non interessarsi di questioni umane, finse per un momento che il mondo non avesse bisogno di lui, il suo sorriso divenne amaro, in un epoca dove la stabilità tardava ad arrivare, dove il mondo era ancora sconvolto dalla pazzia del vecchio Re, lui non poteva tirarsi indietro, non poteva dire no, questa non è la mia battaglia.

      « Ti aiuterò cavalca-viverne, » il sorriso ancora amaro cercò di addolcirsi, « ti libererò da ciò che vi lega. »

      Ma prima...

      Doveva trovare il bambino, doveva portarlo con sé, perché lui non scordava mai le promesse fatte.

      « Ci vediamo da Donovan. »

      Un cenno della testa prima di trasformarsi nel drago che era, prima che la sua figura svettasse imponente sulle loro teste. A quel punto spiccò un balzo, molto più poderoso di quello del Dottore, molto più elegante.
      Oltrepassò il buco nel soffitto, e accarezzò la brezza che s'alzava nel cielo. Girò lo sguardo verso Lithien e poi verso Gefahrdorf. Avrebbe aiutato Kreisler in quell'impresa.
      Ma prima aveva altro da fare: Mantenere una promessa.
      A quel punto ripiombò il silenzio innaturale e si sentì soltanto il tuonare delle ali che rimbalzò nel cielo.




      CITAZIONE

      Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


      ReC: 275 - 250 | AeV: 125 - 100 | PeRf: 150 - 300 | PeRm: 250 - 450 | CaeM: 150 - 100


      Energia: 37%
      Status Fisico:Lacerazione superficiale alla coda [Danno basso] Lacerazioni sparse su tutto il corpo. [danno medio]
      Status mentale:Confusione iniziale alla mente [Danno basso] Bad trip dovuto al veleno del Bebelith [Danno medio] Voglia di andare alla funzione [danno medio] Voglia di cantare [danno medio]

      Abilità attive:

      Se questo non dovesse bastare per fermare un attacco, con un consumo pari ad Alto Morpheus potrà ricoprire interamente il suo corpo di un'armatura trasparente più forte dell'acciaio stesso, essa gli fornirà una copertura a trecentosessanta gradi da ogni attacco di livello medio o inferiore. [Pergamena Armatura Magica]

      [SPOILER]
      Abilità passive:
      Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
      Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

      – Impact.
      Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, ogni attacco fisico passivo portato dall’arma sarà come se fosse eseguito con il doppio della PeRf standard posseduta. {Abilità passiva}

      Kajera
      È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]


      – Tail.
      Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

      Note:
      Scusate il ritardo, ma, oltre a volermi prendere un po' di tempo per questo post, si volevo fare un post quanto meno degno, ho avuto impegni lavorativi e comunque oggi ho avuto un po' di spazio libero.
      Comunque nulla, per coerenza intepretativa mi difendo dal vortice, tanto a livello di consumi essendo l'ultimo post non mi costava nulla.
      Comunque niente non tradisco Kreisler ma parto immediatamente alla ricerca del bambino lasciando la promessa di aiutarlo e di rivederci da donovan.



      Edited by Lud† - 10/8/2012, 20:47
       
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      Ikit89
      view post Posted on 24/8/2012, 11:25




      CITAZIONE
      Legenda:

      Narrato
      « Parlato (Marchosias) »
      « Parlato (Doctor) »
      Pensato (Marchosias)

      "Questa è Lithien, e questo è ciò che io offro a voi e ai vostri cosiddetti dominatori.
      Che siate in grado di dominare davvero, sorpassando ciò che solo la vostra mente vi impone sedendo al mio fianco.
      "

      Il Dottore potrà anche essere folle, sicuramente è un ossessionato, ma di certo non uno stupido. Fa ricorso ad un'arma subdola, un veleno che nessuna arte medica è capace di debellare: la tentazione del potere. Ad ascoltare le sue parole - che solo uno stolto penserebbe innocue - c'è il gruppo di avventurieri al completo. Kreisler, Morpheus, Shervaar, Lazarus. Tutti raccolti insieme nel momento cruciale di questa avventura guarnita dal freddo e dalle menzogne. Quattro sconosciuti, quattro nomi vuoti e comuni se non indossati da individui straordinari. Tutti sono riusciti ad arrivare fin qui, oltre il mistero e oltre le insidie, e tanto basta a Marchosias per fidarsi dei compagni di avventura. Ma adesso tutto è cambiato, adesso chiunque può vacillare.

      Potrai fidarti ancora?

      Marchosias rivolge a se stesso una domanda che per la sua stessa natura non può avere risposta nell'immediato. Forse non tutti l'hanno notato, ma il Dottore ha appena piantato un seme malsano ad attecchire nelle loro menti. Niente di vistoso, tanto che basterebbe perfino un sussurro vago rivolto però alla persona giusta. La proposta sarebbe strisciata infame dalle loro orecchie fino a farsi strata nelle menti. Qui invisibile avrebbe tentato di germogliare indisturbata, abbeverandosi dei dubbi più vari e di tutte le frustrazioni a lungo represse. Chi avrebbe ceduto? chi per primo?

      ...

      Marchosias potrebbe urlare di rimando un pensiero perchè si rendano conto: l'apparente generosità e le promesse del Dottore sono destinate a tramutarsi inevitabilmente in un'altra dose di orrore e perversione. Invece si trattiene, osserva silenzioso e immobile la figura ibrida spiegare le proprie ombre e le proprie piume corvine. Tace proprio lui, il testimone perfetto di quanto sia arduo e spietato il sentiero che si fa strada lontano dalla natura umana. Dovrebbe ammonirli, dir loro che si sarebbero pentiti seguendolo. Tace omettendo loro la verità connessa ad un'eventuale scelta sbagliata: l'unico loro futuro sarebbe stato quello affollato dai rimpianti e dal pentimento, dai ricordi malinconici di come era bello essere uomini, di come era giusto esserlo, portandosi a spalla le proprie manchevolezze e i difetti e i limiti.
      L'Artefice resta muto in compagnia del suo pensiero inespresso: sono questi ostacoli che creano l'individuo, che motivano le persone e le rendono uniche, anche migliori a volte, e che alla perfezione del corpo si avvinghia necessariamente l'imperfezione dell'animo. Marchosias crede in tutto questo perchè lo vive ogni giorno. Privato dei limiti e degli scogli insormontabili a cui dar battaglia il suo animo stranamente si sente non tanto libero, ma solo più ...sbiadito. Quale condanna è peggiore dell'immortalità? Quale giogo pesa più dell'onnipotenza?

      ...

      Tace ancora. Lascia che a rivolgere silenziosi suggerimenti ai suoi compagni sia il contenuto dei vasi e delle vasche di mantenimento. Che ad ammonirli siano gli occhi svuotati della vita e della dignità - di tutto quanto - degli uomini e delle donne uccisi dalla follia del Dottore. Sceglie il silenzio pensando che alcune battaglie vanno combattute da soli, che alcune scelte - le più ardue - vanno conquistate senza aiuto alcuno. Perchè - pensa Marchosias - solo così un uomo può considerarle proprie.
      Lui dal suo canto ha già fatto la propria scelta senza ha dubitare un solo attimo. E come avrebbe potuto fare altrimenti? L'essere che fronteggia - il Dottore - è forse la peggiore delle nemesi, appena scoperta. L'Artefice ha di fronte l'incarnazione della più oscura delle vie che egli stesso avrebbe potuto percorrere, il più fatuo dei traguardi a cui la sua strordinaria Arte avrebbe potuto condurlo.

      Che fare se non opporsi?
      Cos'altro se non combatterlo?

      Ecco il pazzo che li schernisce con degli inchini, eccolo spiccare un balzo attraverso il tetto. Per un pò è solo rumore e polvere e schegge mandate a frantumare vetri delicati. Alcune vasche si infrangono e corpi più o meno intatti si riversano sul pavimento con il suono sommesso e flaccido di frutti marci caduti dall'albero. Prima, sospesi nella sporca parodia di un liquido amniotico, vicini alla creatura che con fare materno li aveva curati e coccolati, sembravano quasi vivi. Adesso sono più morti che mai, pezzi di carne tormentati che nella loro totale immobilità domandano a gran voce: "Perchè, perchè io?".

      Vigliacco!!

      Marchosias si lancia sulla scia del Dottore senza aspettare, senza curarsi dei propri compagni nè di altro. Apre anche lui delle ali con cui staccarsi da terra; sono scure anch'esse e lisce e cristalline, più una raggera di lame che il pennaggio di un corvo. Il costrutto balza aggraziato attraverso la polvere e il varco nel tetto, verso il male appena scoperto e che si è promesso di debellare.
      Attraversa veloce l'apertura solo per restare disorientato, appeso al nulla a mezz'aria. Del Dottore nessuna traccia. Il cielo è sgombro da ogni figura che non siano le nuvole bianchissime dell'Erydlyss. La vista impatta con le montagne, la neve e tutto il bianco e gli spazi sconfinati tra le vette che nascondono l'orizzonte. Il contrasto con l'antro buio e pieno di orrori che ha appena abbandonato lo paralizza per qualche attimo. Il Mostro ha scavato la tana più buia nel bianco più assoluto.

      Ti troverò.

      CITAZIONE
      Riepilogo: Marchosias decide di non incoraggiare i propri compagni a non cedere alle proposte del Dottore. Dopodichè si lancia all'inseguimento ma una volta all'esterno della chiesetta non riesce pià a scorgere il suo nemico.
      braccioi
       ReC
      300
       AeV
      125
       PerF
      175
      PerM
      375
      CaeM
      225
       Basso
      5%
       Medio
      10%
       Alto
      20%
      Immenso
      40%
      Marchosias [mente]: ■■■■ ■■■■ ■■■■ ■■□□
        Costrutto [corpo]: ■■■■ ■■■■ ■□□□ □□□□
          Abrasioni minori dei frammenti del tetto (Basso)
        Equipaggiamento:
          Fulmine Globulare, riposto (1 uso disponibili).
          Ali di Ossidiana, riposte.
          Pandora's dices
            (Stordente □ Oscurante ■ Fumogeno ■ Accecante ■ Sonica ■ )
        Energia: 40%
        Tecniche e Azioni:
          - G-Radianza [4] : Passiva Dominio (Esper, Liv III)
            Usata per spiccare il volo.
         
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        Bastard de la Nuit
        view post Posted on 2/9/2012, 18:01




        Legno e pietra, luce e ombra, carne e sangue.
        Tutto si era confuso nell'unico vortice che aveva gonfiato e fatto esplodere la volta come fosse nient'altro che il guscio di un uovo rotto dal pulcino al suo interno.
        Ma non era un pulcino ciò che era balzato via dalla fortezza segreta di Gefahrdorf: era anzi una delle creature più temute e pericolose dell'intero Eden. Nessuno sfoggio di potenza, nessuna inutile manifestazione di forza: poche sconvolgenti parole e un singolo dispiegarsi delle sue sgraziate ali di metallo erano bastate a lasciare Kreisler con più dubbi che certezze.
        E non era il volare per aria di cocci e di membra umane martoriate ciò che più agitava la mente dello Straniero quanto una singola, pressante domanda.

        Cosa c'entra lui con Lithien?

        Ne era certo, il tono del Dottore era stato troppo incisivo e sicuro di sé perché potesse trattarsi esclusivamente del vaneggiamento di un pazzo. Quello che Kreisler aveva percepito nei rochi fischi modulati attraverso il becco di metallo era il tono di qualcuno che conosceva esattamente il peso e il significato di ogni parola che stava adoperando.
        E del resto come poteva non credere alle parole del mostro se aveva potuto vedere e toccare con mano le vestigia della sua stessa città nel suo covo? Per un momento quei simboli araldici sbalzati sulle else e ricamati sullo stendardo l'avevano fatto tornare indietro con la memoria agli anni della sua giovinezza, in cui li vedeva campeggiare nelle strade della sua città, bagnati dalla luce di un sole troppo vivido.
        Eppure non aveva mostrato la minima reazione nell'ascoltare le frasi di nettare che Doctor gli versava nelle orecchie. Mancanza di emozioni? Distacco dalla realtà? No, quelle erano ormai scuse, giustificazioni che sarebbero potute sembrare valide solo in un passato lontano. Si sentiva infuriare un tifone dentro, ma non poteva lasciarlo a vedere: ne andava della sua missione che ora finalmente poteva dirsi giunta a una svolta.
        Sì, perché adesso che aveva incontrato una persona che sembrava saperne più di lui sulle pagine oscure del suo passato avrebbe percorso l'intero continente di Asgradel più e più volte pur di rintracciarlo ed estorcergli ogni notizia.
        La luce fu coperta per un attimo: aprì gli occhi e vide la sua fiera compagna, che rapida come la notte di montagna era calata, e che allo stesso modo scendeva sulle sue vittime ignare. Non aveva mai pensato a un nome per lei, ma all'improvviso gli fu chiaro che non ce ne sarebbe potuto essere uno più adatto.

        Coloro che in quella zona sarebbero stati ricordati come i Guerrieri di Gefahrdorf, che avevano interrotto l'orrenda serie di sparizioni ed esperimenti che il Dottore esercitava sulla popolazione, svuotando i villaggi uno dopo l'altro, riaprendo gli occhi avrebbero visto solo un uomo ergersi nel bianco gelido del cielo che si riversava nella stanza dello squarcio nella volta. Un uomo coperto di graffi e ferite, il cui sguardo nondimeno tradiva un ardore inarrestabile.
        Un forte stridore riempì l'aria, un'ombra di ali ricoprì il gruppo. Senza un cenno o un'inflessione della voce che tradisse qualsivoglia emozione, lo Straniero mormorò una parola in una lingua antica e sconosciuta.

        - Nacht. -

        La viverna posatasi sulla parete sbrecciata chiuse e riaprì gli occhi dorati mentre l'unico uomo a cui concedeva il diritto di essere cavalcata raccoglieva quattro antiche spade e uno stendardo lacero dalle macerie, poi protese il collo verso la mano che gli tendeva. Egli accarezzò brevemente le squame lucide di una sottile patina di ghiaccio, poi si rivolse agli altri.

        - La vostra missione si esaurisce qui. Fate quello che volete con l'offerta di Doctor, ma sappiate che se decidete di seguirlo saremo nemici da ora. Tornate a Schneeweg passando da Gefahrdorf, se volete un consiglio: lì vi aspetta Donovan con la vostra ricompensa. -

        Saltò in groppa alla viverna. L'istante dopo era già un punto silenzioso che spariva nell'accecante cielo dell'Erydlyss.



        littleqmpointwinterreisEd eccoci alla conclusione della quest. Comunque ecco il punto della situazione: Kreisler vi lascia liberi di seguire Doc o di tornare a prendere la vostra ricompensa. Coloro che passano da Gefahrdorf, tuttavia, subiranno un'influenza psionica di potenza Mortale: nella sua fuga Doctor usa l'abilità finale dell'artefatto "campana" che aveva incantato nel villaggio, che con la distruzione della campana stessa diffonde un Mortale ad area che rende tutte le persone nel villaggio delle specie di zombie assetati del sangue di ogni straniero che incontrino. So bene che per i vostri pg che possono volare non è necessario passare dal villaggio, ma subire la psionica non è tanto un modo per infierire quanto per darvi un modo per rientrare nei prossimi capitoli di Winterreise. A voi, quindi, trovare una ragione che nel caso possa giustificare un viaggio "via terra".

        Passiamo ora alla parte forse più attesa da voi avaracci (:v:): le ricompense! Sotto il mio giudizio per ognuno metterò in spoiler il giudizio stilato da Janz per l'indagine di ognuno, mentre subito qui sotto c'è un piccolo riassunto generale della situazione a Gefahrdorf per farvi meglio comprendere.

        Quadro generale sull'indagine
        Sostanzialmente l'indagine si poteva muovere su vari fronti, partendo da alcuni "punti cardine". Il segreto delle sparizioni è fondamentalmente la funzione del pomeriggio, cui tutti partecipano attraverso un ammaliamento psionico indotto dalla campana. Alla funzione, poi, la campana stessa, suonando, convince i presenti che il dio che invocano può guarire dai mali alcuni prescelti, selezionati dal dio stesso durante la funzione. Fondamentalmente, invece, vengono "rapiti" coloro che si lasciano ammaliare completamente e vanno in uno stato di ipnosi che li spinge, dopo la funzione, ad andare spontaneamente verso la chiesetta fuori città dove, ufficialmente, andranno in raccoglimento col dio (e dove, invece, vengono catturati dal dottore). Chi non viene rapito dimentica tutti i dettagli della funzione in se.
        La funzione opera, però, solo sugli adulti, in quanto i bambini non hanno concezione chiara della religione e delle divinità. Per questo vengono tenuti nell'orfanotrofio, sedati e drogati fino al giorno in cui diventeranno abbastanza grandi da comprendere la funzione ed entrare "nel circolo". I punti cardine, pertanto, erano i complici del dottore nel villaggio, ovvero principalmente Lord Gustav, l'unico a sapere della sua esistenza, che ha fatto installare la campana (creata dal dottore) e che ne ricava un controllo totale sul villaggio, sia in danaro che in "schiave sessuali", cosa però sconosciuta al dottore (in sostanza alcune donne del villaggio vengono rapite durante il tragitto alla cappella). Poi ci sono le tre donne dell'orfanotrofio ed il sergente, tutti che lavorano per Lord Gustav, sottomessi da numerosi debiti. Il sergente ha la funzione di controllare che nessuno si faccia troppe domande, le donne dell'orfanotrofio di tenere buoni i bambini. Padre Jorg, invece, è il classico "buono in un covo di vipere": si è preso a cuore la piccola bambina, capendo che all'orfanotrofio qualcosa non va, e la protegge dalla funzione e dall'orfanotrofio stesso.


        Ikit89: 1600 gold. Peccato tu abbia saltato il primo post, per il quale non ho potuto retribuirti. Per il resto l'approccio di Marchosias è stato a volte fondamentale in battaglia e non, senza contare che ti ho assegnato un consistente bonus per essere stato l'unico ad aver condotto un'indagine fruttuosa. L'interazione con Doctor ti ha portato a sfruttare tutti gli spunti che ti ho dato, e ti confesso che era stato proprio questa possibilità di darti motivi di sviluppo del pg a farmi propendere per te piuttosto che per altri utenti al momento di scegliere i questanti. Per me l'energia Verde ti sta stretta per molti versi, ma l'assiduità non impeccabile nel postare mi ha fatto desistere dal richiedere una promozione per te. Impegno, ragazzo!
        Marchosias.
        L'indagine che inizia più lentamente di tutte. Arrivi dal Sergente, che è uno degli elementi più lontani dalla soluzione in quanto semplice comprimario. Eppure, ti fai strada ragionando di intuito nel momento in cui comprendi l'importanza del Lord e della sua cricca: pian piano fai agio sui tuoi poteri per avanzare nell'ombra e finisci in quello che io, quando ho studiato l'ambientazione, ho sempre considerato l'elemento di più ovvio sospetto. Lord Gustav, appunto: boss del villaggio, tutti sono legati a lui, mi sembrava tanto ovvio che avevo anche deciso di toglierlo. A quanto pare, invece, è passato del tutto inosservato tranne che a te: la casa del Lord è, infatti, un nido infinito di indizi e rivelazioni che ti portano a scoprire il legame tra il lord ed il campanile, e tra il campanile e la chiesa fuori città, che è il luogo ove si dirigono gli "scomparsi", evidentemente. Molto bene.


        Ødin: 1500 gold. Non capisco perché tu abbia così poca fiducia delle tue possibilità con Lazarus. Io l'ho trovato un personaggio estremamente interessante, il cui lato umano non è mai tralasciato in favore della descrizione dei fenomenalipotericosmici che un po' tutti possiedono in game. Un uomo, in fin dei conti, e un uomo vivo, in cui il fatto che possa evocare giocattoli assassini è solo un valore aggiunto. Insomma, ho trovato tanto accattivante il tuo modo di rapportarti con lui ai vari eventi della quest che ho deciso di assegnarti un piccolo bonus. D'altro canto a volte ti perdi un po' nei dettagli, e l'indagine è stato un po' un cincischiare in giro senza capire che andare alla funzione senza difese psioniche era praticamente un suicidio. Per il resto, in battaglia non ho trovato un'enorme dose di creatività, dato che la tua strategia consiste quasi sempre nell'evocare i mostriciattoli che facciano il lavoro sporco al posto di Lazarus. Ma comunque secondo me dovresti continuare così, magari aggiungendo un po' di varietà all'ambito strategico.
        Lazarus
        Indagine iniziata molto in sordina, perdendo tempo su elementi utili, ma cui avresti dovuto dedicare meno spazio. Finisci per comprendere, anche tu, che uno dei nodi principali da sciogliere è l'orfanotrofio. Qui, però, incontri Morpheus e finisci per ricalcare i suoi errori: ti fissi sul bambino convinto che sia un elemento da indagare oltremodo (in verità oltre al fatto che i bambini non vengono influenzati dalla funzione, c'era ben poco da capire) e ti fai ammaliare dalla troppo ovvia trappola della funzione, che è allo stesso tempo elemento principale delle sparizioni, ma anche il più pericoloso. Anche per te l'indagine finisce anticipatamente quando cadi nella malia.


        Lud†: 1400 gold. Ahiahiahi signora Longari! (cit.) Peccato per alcuni strafalcioni che ti hanno impedito di fare una figura brillante, perché le carte per giocartela bene ce le avevi tutte. Penso al non aver gestito bene la sequenza della fuga di Morpheus e Lazarus dalla sala operatoria, ma anche ai due errori in sequenza che hai commesso nelle indagini, finendo vittima prima di Gertrude e poi della malia della funzione. Insomma, hai un arsenale vastissimo a tua disposizione, e forse è proprio questo il tuo problema: potendo fare di tutto scegli sempre la strada del "devo fare il figo", che a volte ti fa perdere di vista soluzioni che potrebbero essere più interessanti dal punti di vista introspettivo o semplicemente tattico. Trovo che tu scriva come se dovessi essere all'altezza di qualcosa, come se ti volessi attenere a un modello che non è il tuo stile genuino. E' stata una bella quest per come l'hai giocata, ma per migliorare ancora ti consiglio una maggiore spontaneità e un maggiore scavo nella psiche del pg, che mi sembra a volta più "uomo" che "drago".
        Morpheus
        Un inizio ottimo, che ha individuato subito uno dei principali elementi da cui partire: l'orfanotrofio. Perché l'orfanotrofio? Perché, partendo dalla circostanza - ormai ovvia - che il campanile e la funzione erano i principali strumenti con cui avvenivano le "sparizioni", l'orfanotrofio è lo strumento di coercizione dei bambini, gli unici che non sono influenzati dalle campane e dall'orfanotrofio. Qui capisci subito che qualcosa non va e, dopo la cattura da parte di Gertrude, fai piazza pulita interrogando le sue due complici. Tutto bene, peccato che poi cadi in una trappola piuttosto ovvia: le campane vi chiamano alla funzione e alla stessa partecipa tutto il villaggio, ove ogni cittadino cade in una specie di trance da adorazione. Che sia una malia psionica è presto detto ed il fatto che il tuo pg vada lì e si faccia ammaliare senza resistere, pone fine all'indagine. Era una trappola, ovviamente ed avevi tutti gli elementi per capirlo. Peccato.


        Shervaar: 1400 gold. Dal tuo arrivo ho notato un sacco di miglioramenti, quindi in primo luogo mi congratulo di questo con te. Però dai tuoi post emergono ancora errori di battitura/grammatica, e in generale lo stile è un po' monotono e si limita a raccontare i fatti senza scavare a fondo nella psiche dello Sciamano, che come ho detto a Lud viene percepito più come un "umano" che come l'"elfo" che in realtà è. Mi spiego: nella mia concezione qualsiasi ceppo razziale che non sia quello umano afferisce a culture diverse, talvolta a modi completamente differenti di concepire la vita e le altre creature. Ad esempio un elfo è molto più longevo di un umano medio, e spesso questo lo porta a considerare le beghe umane come semplici liti tra bambini, rendendo importanti per lui solo le inamovibili forze della natura. Questo è solo un modo per interpretare la diversità degli elfi dagli umani, non è detto che sia quello che tu voglia; ma cerca di rendere questo senso di distacco in qualche modo. Il pg ne trarrà sicuramente beneficio in termini di profondità psicologica.
        Sheevar
        Sono stato molto deluso dal finale della tua indagine, perché tu sei il primo che è arrivato ad un passo dalla soluzione, ma anche quello che se ne è allontanato più clamorosamente. Fai tutto bene all'inizio: scopri un sacco di elementi utili, arrivi alla bambina ed a Padre Jorg e capisci che la campana è una delle cause delle sparizioni. Arrivi fino alla campana, vedi che è magica, che è senza batacchio e piena di simboli magici e... che fai? Te ne vai! Non fai nulla! Non provi a distruggerla, a farla cadere, ad analizzare i simboli o cercare indizi. Nulla. Questo ti fa cadere rapidamente in un vortice di "non-so-cosa-fare-inizio-a-cercare-a-caso" che ti porta, nell'ordine, a fissarti su Padre Jorg (che non sapeva nient'altro di quanto già ti aveva detto), a fissarti sulla bambina, a tornare all'orfanotrofio (di cui a malapena sapevi l'esistenza, quindi peccando un pò di metagame) e cose così. Alla fine ho dovuto fermarti per necessità: avevi perso già il treno e, peggio ancora, non l'avevi nemmeno visto passarti davanti agli occhi.


        Janz: 400 gold. Per essere stato "dietro le quinte" con te so bene quanto lavoro di organizzazione e di conduzione dei mille fili delle varie trame dei personaggi di Gefahrdorf ci sia stato dietro due soli post da co-QM; per questo ho deciso di assegnarti un bonus che tenga conto della complessità della gestione dell'indagine a te demandata. Grazie mille!

        Foxy's dream e Eitinel: 250 gold a testa. Sebbene la qualità dei vostri post meritasse molto di più devo attenermi al regolamento e ricompensarvi in maniera congrua al numero di post. Il riconoscimento simbolico in più che vi assegno è temo il massimo che possa fare in questo caso, oltre a ringraziarvi di interventi perfetti anche se siete all'oscuro di parte degli spoiler che questa campagna riserverà. Quindi grazie davvero e spero di poter ricambiare al più presto il prezioso aiuto che mi avete fornito.

        Quanto a me, per i sette post da QM mi autoassegno 700 gold di cui converto 300 nell'acquisto delle quattro spade di Lithien in armeria. Aspetto un mod che aggiorni i conti.
        Ragazzi, ad ogni modo sono molto contento di come siano andate le cose: so bene che i ritardi quando ci sono stati erano dovuti a cause serie in real, e quindi non biasimo nessuno. Anche perché anch'io ho avuto il mio bel da fare questi giorni :asd: grazie a tutti per aver reso questa mia prima quest da QM su Asgradel così ben riuscita e do appuntamento a tutti ai prossimi capitoli di Winterreise!
         
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        39 replies since 1/5/2012, 19:15   1704 views
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