Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Conquistadores - Collisione

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view post Posted on 22/5/2012, 20:30

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C O N Q U I S T A D O R E S

Come il giorno diventa notte, come il fuoco diventa ghiaccio

Nel tumulto crescente di una nave allo sbando, il fuoco divampato in un tetra e reale rappresentazione delle fiamme infernali si piegò a un rapido calo delle temperature. Il terreno ghiacciò producendosi in una landa desolata simile ai luoghi più settentrionali del continente, il vento sferzò la pelle minacciandone un ipotermia dolorosa quanto mortale.
In quello scenario surreale, ben oltre il razionale, perse di vista quello che era diventato il suo obbiettivo numero uno in quella guerra da bar, colui che – a suo modo di vedere il mondo – s’era aggiudicato una sentenza di morte prematura, una lista già ben folta di persone che annoverava tra le sue file due nuovi acquisti. Fu tentato di dare alito ai suoi istinti, di mostrare la sua natura, di alzarsi in volo a cercare quel vecchio o in alternativa di spazzare via chiunque cercasse di mettersi tra lui e la sua preda.
Un drago facilmente teneva a bada le sue emozioni, ma difficilmente restava inerme al richiamo del sangue.
Tuttavia il freddo raggelò i suoi istinti, la sua mente e il suo sguardo si persero nel ghiaccio che ricoprì i macchinari, il roboante rumore di quelli si azzittì in un ronzio, la quiete glaciale piovve per qualche secondo in quel marasma infernale, quando il fuoco diventò ghiaccio al di là di ogni razionale legge fisica.
Quando nel caos il fiato venne a mancare e il cervello iniziò ad avvisare i primi segni del gelo, pensò che una tremenda illusione avvolse le sue membra. Una donna del ghiaccio, una selvatica rozza che avanzava urlando tra la folla, i capelli avvolti come in una serie di rovi e spine, s’immaginava già il puzzo che spiccava tra quello dei cadaveri e del sangue rancido. In mano teneva un coltellaccio con l’impugnatura in pietra, la vide avvicinarsi rapidamente verso lui come se fosse un demone da estirpare da quel piano dimensionale, come se fosse l’anti-dio della sua religione barbarica.
Vide il pugnale cercare di infrangersi contro il suo ventre, lo vide cercare di farsi spazio tra le sue vesti e penetrare nella sua carne. Ma prim’ancora lo vide allungarsi, e a quel punto sapeva già che fare, come un automatismo esercitato nel tempo, insegnamenti di rudimentale scherma e combattimenti con la spada.
Il piatto della lama di Kajerà scattò verso il basso, quando sentì il rumore inconfondibile del metallo che cozza su altro metallo alzò il braccio con un impulso improvviso attuo a deviare il colpo, tuttavia la sua presa non fu abbastanza salda, e il pugnale sfregiò leggermente le vesti e lacerarono superficialmente la pelle, con un taglio verticale dal basso ventre fino all'ombelico. Con un salto arretrò di qualche passo portandosi a distanza di sicurezza da quella vichinga e selvaggia donna.
Di tutti una donna era il peggior avversario che poteva incontrare in quella battaglia. Una donna era ciò che lui, nonostante la natura primitiva, era restio a combattere. Una galanteria radicata nei secoli, un modus operandi di altre ere lontane nel tempo. L’avrebbe convinta a desistere da quella folle impresa, l’avrebbe convinta ad arrendersi.

« Perché attacchi? »

I guerrieri mutarono in alberi, la landa di ghiaccio si modificò in una lugubre e fitta foresta nordica, dove il muschio e i licheni crescevano nel sottobosco, il terreno era ghiacciato e sempre verdi e alberi decidui crescevano come un tortuoso labirinto.

« Non vedi che siamo solo noi due?. »

La voce melliflua e intima riscaldava quell’atmosfera altresì gelida dove l’alito era piegato da quel vento boreale.
A quel punto nella sua testa avrebbe insinuato un pensiero, un dolce sogno familiare, una casa in cui tornare e riprendere i propri affetti, sentendosi un po’ come Ulisse che ritorna da un viaggio ventennale e poco importa se i ricordi sbiaditi del luogo non collimano alla perfezione con la realtà, il viaggio di una vita si conclude con la conclusione del cerchio, il vital ritorno alla propria condizione iniziale.
Ma qualcosa andò storto, la selvaggia si ridestò dal suo paradiso di illusioni. Il furetto bianco, che fino a quel momento la sua mente lo aveva ignorato classificandolo come un dettaglio di poco conto, crebbe di dimensioni diventando uno spaventoso orso bianco.
Ringhiò mostrando le sue fauci, denti in grado di tranciare un arto in un solo morso. Vide la bestia scattare con rozza eleganza verso di lui, e quando aprì le fauci Morpheus era ancora in una sorpresa e statuaria immobilità, gli occhi paralizzati ad osservare gli occhi dell’animale come ipnotizzato dalle sue movenze.
Infine sentì i denti affondare nella sua spalla sinistra, sentì il sangue caldo scaldargli il corpo che si stava congelando. Ma sentì soprattutto un’ondata di dolore che si aggiunse ad altro dolore. Era ormai una confusione di spasimi che crescevano in ogni istante, fitte che si propagavano in ogni parte del suo corpo.
A quel punto l’orgoglio mosse il suo corpo, molto più degli anni di insegnamento, molto più di arabeschi virtuosismi.
Fu un gesto istintivo, unoduetrequattro passi, le gambe scattavano nonostante le fitte numerose, un ultimo disperato salto e si gettò tra le braccia di Karnia con la spada puntata come una lancia.

« Perché ti ostini a combattere?. »

A quel punto, se Karnia non si sarebbe difesa, la spada sarebbe penetrata nella spalla dell’arto che reggeva il bastone. Fu un attacco del tutto scomposto, un attacco mosso più dalla disperazione che dalla rabbia.
E in quella foresta boreale, dove il silenzio piombava sulle loro teste, il richiamo dell’esterno era ancora forte.
Si avvertivano ancora le urla e i fragori della Purgatory.
Una cosa che stonava in quell’ambiente.
Una cosa che sarebbe cambiata, molto presto.




CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


ReC: 275 - 250 | AeV: 125 - 100 | PeRf: 150 - 300 | PeRm: 250 - 450 | CaeM: 150 - 100


Energia: 45%
Status Fisico: Danno basso da perforamento alla zampa posteriore destra. Danno da ustione su tutto il corpo .[basso] Parziale immobilità della spalla sinistra dovuto al dolore successivo al morso [Danno medio] Leggera lacerazione al basso ventre [Danno basso] Ustioni su tutto il corpo [Danno alto]
Status mentale:Disilluso
Abilità attive:
Creator of dreams

I sogni sono il teatro della notte. Dove il cervello crea delle sceneggiature che esulano dal controllo del sognatore. Ritrovarsi in ambientazioni orride, calvalcare scenari del terrore, e il tutto senza poter far niente. L'unica possibilità è rimaere a guardare. Morfeo non è come l'antica divinità greca, lui non compare nella notte per allietare il sonno degli umani. Morpheus è il creatore dei sogni, belli o brutti. Felici o tristi. Talmente reali da non far distinguere la differenza tra realtà e finzione. In termini gdr Morpheus può riprodurre delle immagini nella testa del suo avvesario che prendono la sembianza di veri e propri sogni, essi possono essere sia sogni belli che veri e propri incubi, ma in ogni caso alla fine del sogno il sognatore avrà un danno alla pscihe pari al consumo speso. [Variabile personale].
Invece, spendendo un consumo pari a medio, Morpheus potrà mutare il campo di battaglia, modellare, come in un sogno, il piano della realtà a suo piacimento. Ma il terreno non varierà al livello fisico, il cambiamento si avvertirà solo a livello di subconscio, solo lui sarà capace di distinguire la realtà, metre per ogni persona presente nel campo di battaglia sarà impossibile accorgersi della differenza a meno che disponga di una tecnica per spezzare l'illusione. ma dovrà essere necessariamente fissa. Potrà però nascondere insidie quali dirupi o cadute, o al contrario mostrare falsi ripari, falsi scudi e confondere i sensi del nemico con tenebre o nebbie illusorie.
Anche qualora il nemico si rendesse conto di essere nel mezzo di un'immagine ambientale, egli non potrebbe in alcun modo liberarsene con la semplice consapevolezza. [Attiva II livello illusionista].
Consumo Medio

Abilità passive:

Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, ogni attacco fisico passivo portato dall’arma sarà come se fosse eseguito con il doppio della PeRf standard posseduta. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Oddio, contando che oggi ho avuto un esame, e contando che la connessione qui al campus è quello che è, è un nuovo miracolo targato Lud.
Comunque, devio parzialmente l'attacco di Karnia in vista di una miglior differenza di Caem da parte sua, successivamente come concordato lancio l'illusione ad area e l'llusione su di lei, subisco l'attacco del furetto/orso e mi getto letteralmente nelle braccia di karnia con la spada puntata in avanti a volerla infilzare.



Edited by Lud† - 27/5/2012, 12:43
 
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view post Posted on 22/5/2012, 22:32
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C a t a r s i

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C O N Q U I S T A D O R E S




Quando ancora nel ventre più profondo della puttana obesa si combatteva lo scontro decisivo di quella guerra intestina Shivian saettava attraverso lo scheletro buio di quello che rimaneva dei corridoi della nave affollati solo dei corpi senza vita dei disperati che avevano così a lungo cercato di sopravvivere in quell’abominevole inferno. Non c’era mai stato onore in quelle morti: i deboli erano stati masticati e poi sputati senza alcun ritegno, senza la benché minima considerazione.
I suoni degli scontri erano ormai distanti e anche le auree degli uomini che avevano scelto di seguirlo perdevano lentamente di definizione assimilandosi a quelle delle numerose truppe al soldo del beccaio in un vortice confuso seppur splendido con solo due stelle che ancora brillavano isolate dal resto.

Il suo intento ora era solo quello di fornire ai due il giusto palcoscenico ove battersi, un luogo dove tutto il popolo della Purgatory potesse vedere chi erano realmente gli uomini per i quali avevano scelto di schierarsi e di morire. A colpirlo erano state proprio alcune delle domande che gli erano state rivolte dallo sparuto gruppo di difensori; sopra di tutte però il vecchio marinaio gli aveva chiesto: Parlaci del capitano di questa nave.
Iena dunque per loro non era una persona reale, non ne conoscevano né i pregi né i difetti, ma avevano scelto lo stesso di combattere solamente per l’idea che avevano del clan e per i legami che avevano instaurato al suo interno. Tale certezza li aveva perfino convinti ad opporsi a lui senza la minima paura di quello a cui un tale scontro li avrebbe inevitabilmente portati.

Il loro gesto era stato talmente folle da riuscire ad impressionarlo a tal punto da spingerlo a realizzare il loro desiderio andando lui stesso ad azionare i comandi relativi ai ponti segreti della zona d’aria. L’ingresso a quella sala comandi era impossibile a chiunque non possedesse un alto grado all’interno della scala gerarchica della nave e per fortuna questo sembrava essere stato uno dei pochi segreti che il Beccaio non aveva subito confidato ai suoi nuovi alleati stranieri. I comandi dei numerosi pannelli di controllo erano una tecnologia molto poco diffusa all’interno di Asgradel dato che era stata introdotta principalmente dopo l’arrivo di Iena e probabilmente il Beccaio non aveva tra i suoi nessuno in grado di sfruttarla nel giusto modo.

Dopo aver eliminato alcuni fastidiosi ed irritanti messaggi di errore Shivian passò rapidamente in rassegna tutti i settori della nave cercando come prima cosa di arginare qualsiasi ulteriore interferenza dall’esterno in modo da tagliare fuori il grosso dell’oscuro esercito del beccaio mentre invece le celle che trattenevano una grossa fetta dei detenuti sembravano già essere state bloccate parecchio tempo prima. Probabilmente sotto spinta dei guardiani rimasti ancora fedeli.
A questo punto non rimaneva altro che alzare il palcoscenico finale.

Il piano principale della zona d’aria si sarebbe presto sollevato mettendo in primo piano a tutti i combattenti il finale regolamento di conti tra la Iena e il Beccaio.

I freddi monitor della sala comandi riflettevano un sorriso divertito mentre il suo contorno si faceva nuovamente incerto e il corpo del mezzo demone lentamente si disgregava ancora una volta frammento dopo frammento.



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SPOILER (click to view)
Lo scontro prosegue ancora. Il luogo dove si sono finalmente incontrati Iena e Viktor è stato ora innalzato e separato dal resto degli scontri in modo che il loro duello non venga disturbato da nessun altro pur potendo essere ugualmente visibile da chiunque stia combattendo nella zona d’aria. I combattimenti tra gli utenti proseguono normalmente con la normale turnazione in cui chi è stato secondo questo turno ora si trova a dover essere il secondo a postare. Per qualsiasi altra domanda contattatemi pure tramite messaggio privato.
 
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Leonhart
view post Posted on 25/5/2012, 18:51




Sei morto, vecchio.
Fu il primo pensiero di Ezekiel, dopo il lampo di luce, coprendo velocemente la poca distanza che li separava. La spada squarciò l'aria con un sibilo, il collo del vecchio che cercava di sgattaiolare indietro come punto d'impatto.

E l'impatto ci fu, in effetti.
La luce si dissolse, svanendo in una foschia sempre più tenue, lasciando intravedere il filo della spada a contatto con la carne di Achab... senza entrare in profondità.
« Cosa?! ...impossibile! »
Così era la scena: nemmeno un rivolo di sangue scendeva da dove avrebbe dovuto esserci il colpo mortale, come se l'attacco di Ezekiel avesse impattato contro una superficie troppo dura da scalfire.
« Ah. Ahah. Il vecchio capitano cominciò a ridere, forse per il pericolo scampato, forse perché aveva preso in giro Ezekiel sin dal principio.
« AHAHAHAHAHAAHAHAHAHAAHAH, È DAVVERO TUTTO QUI, QUESTA SAREBBE LA TUA FORZA?! Yukatan, alza il volume, mi divertirò un sacco col pivellino qui! »
Il mozzo, il ragazzino che se ne stava in disparte, ascoltava da una sorta di conchiglia una musica sconosciuta, rassomigliante una danza e, quando sentì l'ordine dell'uomo, alzò a dismisura il frastuono prodotto da quell'aggeggio.
Il capitano si mosse all'indietro, facendo strisciare la spada sul collo senza che questa lasciasse alcuna traccia: « Bene, dammi giusto il tempo di un balletto! »
Prese a muoversi come una ballerina in sovrappeso, ancheggiando e battendo le mani, prendendo in giro un Ezekiel ancora scosso e non in grado di capacitarsi.
Piroettò, Achab, mentre il braccio e la spada che avevano cercato di colpirlo calavano tremanti:
Tutti quanti, dal primo all'ultimo...
« Attento bello, arrivano gli effetti col fumo! »
Dalla pipa si erse tanto fumo da coprire l'intera area attorno a loro, avvolgendoli in una coltre spessa in cui era impossibile vedere ad un palmo dal viso.
Tutti. Sono mostri.
E io combatto per la loro causa.
Non sono umani!
Dove sono finite le persone, quelle che perdono sangue?
Che soffrono per la morte e non ne traggono piacere?

« Ed ora ecco i botti!
Permettimi di dedicarti quest'ultima mossa, figlio di puttana!
»
Fu solo per sfacciata fortuna - e per le parole urlate di Achab - che Ezekiel alzò la spada di colpo e intercettò un fendente che lo scaraventò a terra: il braccio gli tremò sotto la forza dell'uomo, una forza spaventosa.
« Casquet! »
Non aveva la benché minima idea da dove fosse provenuto, se non che doveva mirare anche quello al suo collo.
Si rimise in piedi in fretta e furia, muovendosi come sperduto, la spada alta per non essere colto impreparato; ma Ezekiel non poteva vedere niente: era la prima volta che si trovava in una situazione simile. Passo dopo passo, nel fumo denso, in pochi secondi perse l'orientamento.
Fu solo quando sbatté contro qualcosa che si volse con gli occhi fiammeggianti, per la paura e per l'ira: Yukatan, il mozzo, gli si parò davanti con gli occhi sgranati, e fece appena in tempo a urlare che si trovò la spada di Ezekiel sotto la gola.
« Anche tu sei come lui?! Anche tu non puoi essere ferito? »
Era oltre l'apice della sopportazione, lo sfogo di un carcerato che si era trovato nel mezzo di qualcosa più grande di lui; che aveva combattuto sconosciuti al fianco di mostri e mostri al fianco di sconosciuti. Aveva sempre combattuto, tutta la vita, ma per soldi, per la vittoria, contro avversari fatti di carne e muscoli che cedevano sotto colpi ben assestati.
Ora invece! Ora!
Ogni secondo che passa prego di sopravvivere!
Ma sono già in fondo alle fauci di una bestia senza pietà:
che sia Hyena o Von Falkenberg!


Urlò nella cortina compatta, verso il vecchio capitano di mare:
« Ho il tuo mozzo! Fatti vedere, dannazione!
Fatti vedere o lo ammazzo!
E poi,
»
lo disse abbassando la voce, forse che solo Yukatan poté essere in grado di sentirlo,
« fammi andare via di qui. »



ReC 275 ~ AeV 100 ~ PeRf 175 ~ PeRm 300 ~ CaeM 175

Basso 6% ~ Medio 11% ~ Alto 22% ~ Critico ~ 44%



Status fisico ~ Contusioni varie e al braccio destro, braccio sinistro pressoché inutilizzabile e squarcio al ventre (Alto, Medio)
Status psichico ~ Disarmato, spaventato e stanco.
Energie residue ~ 44% – (12) = 32%

Passive

Stronghold: Ezekiel è un uomo come tutti gli altri, tenacemente attaccato alla vita al punto di non arrendersi quando le energie scarseggiano. A solo trent'anni, un vero uomo appena fatto, egli possiede un potere particolare che tutti vorrebbero: la difesa assoluta, ossia proteggere il proprio corpo in ogni situazione. La prima caratteristica di Ezekiel è la capacità di ricorrere alle proprie difese anche quando ciò sembra impossibile, quando l'offensiva del nemico sembra andata certamente a segno. Egli possiede la capacità di innalzare le proprie tecniche difensive in maniera istantanea, senza alcun vincolo di tempo o concentrazione, anche nel caso in cui si trovasse a fronteggiare un attacco incredibilmente rapido o altrettanto inaspettato. Se poi per un uomo normale, lanciare una difesa che copra tutto il proprio corpo è molto più impegnativo che castare una normale barriera, lo stesso non si può dire per Ezekiel: qualsiasi difesa a 360° avrà una potenza pari al consumo impiegato per generarla, permettendogli di uscire indenne anche dagli scontri con più avversari o circostanze altrettanto pericolose.

Defence boost: Le difese di Ezekiel sono un concentrato di magia talmente elevato da risultare sovrumane, anche per gli altri possessori di questa particolare abilità. Per merito di neanche troppo lunghi periodi di allenamento, egli è in grado di erigere difese magiche aventi potenza di un livello superiore al consumo speso; tuttavia, tanta diligenza in questa branca del combattimento ha una conseguenza inevitabile: la potenza di tutte le tecniche offensive di natura magica sarà ridotta di un livello.

Attive

Come here and try: Ezekiel è abbastanza confidente nelle sue abilità difensive da essere talvolta portato a comportarsi in modo provocatorio, aggredendo verbalmente l'avversario per indurlo a colpirlo - o quantomeno a provarci - o a rivolgere l'attenzione verso altro da sé. Se sprovvisto di adeguate difese psioniche, la rabbia che si riverserà nell'altro al suono delle parole di Ezekiel, lo impossibiliterà ad elaborare strategie complesse in combattimento per una durata complessiva di due turni. (consumo Medio)

Note

È uscito un po' così, ma sono sotto esami ed è già tanto se non ho scritto in cinese...
Scherzi a parte, il post non mi dispiace: Ezekiel è umano e ho voluto giocare su quest'aspetto. Si è unito alla ribellione in quanto carcerato, scegliendo la prima via possibile per avere salva la vita, e suo malgrado si è trovato al fianco di personaggi a dir poco mostruosi rispetto a lui. Il prezzo da pagare per aver resistito fino ad ora con una media lucidità mentale è lo sfogo in questo post, quando si rende conto che Achab non sarà facile da battere ma anzi è solo un'altro "mostro". Ezekiel viene quasi colpito - non me la sono sentita di usare uno scudo energetico per pararmi, ho preferito affidarmi un po' alla voce di Achab e un po' al culo - e cade per terra, rialzandosi e barcollando nel fumo fino a incappare in Yukatan (questa cosa era stata concordata con Ulysses), che grida ma viene preso in ostaggio.
Le parole che Ezekiel urla alla fine sono sotto l'effetto della pergamena Provocazione, per indurre il capitano allo scoperto.

Poi a te, Uly! Anche se la situazione si è evoluta un po' diversamente da come volevamo, specialmente per come ho interpretato Ez in quest'ultimo, vediamo come proseguire.

Ah, Ezekiel non vede la scena di Hyena e il Beccaio: in mezzo al fumo, e alle pare mentali, direi che è giustificabile.
 
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Vikisix
view post Posted on 25/5/2012, 21:19




La gioia lo travolse. Un sorriso sul volto rovinato dalla cicatrice di un passato intervento. Fu la stessa emozione che prova un bambino che riesce a rubare delle caramelle, o che riesce ad entrare in un parco giochi gratuitamente.
Stein aveva fatto di meglio. Era riuscito ad entrare nella mente del suo nemico, nella sua debole psiche apparentemente priva di difese. Aveva scoperto un nuovo tipo di operazione, molto allettante per lui. Era tempo di prendere una nuova specialistica. Sconvolgere, alterare e menomare le menti si stava rivelando molto più divertente e proficuo del previsto. A quanto pare le lezioni di psicologia, che con impeccabile cura aveva evitato all’università, si sarebbero rivelate molto utili.
Però vi era un’enorme difetto in tutto questo. La mancanza di sangue. La chirurgia era l’unica vera via della medicina. Quel dolce e amaro cremisi, le incisioni precise e profonde, la possibilità di decidere la vita o la morte del paziente. La sensazione di essere Dio in quel momento era impagabile. Basta un nonnulla e la tetra mietitrice viene a reclamare l’anima dello sfortunato. Un biglietto di sola andata per l’inferno. Ma si hanno le stesse possibilità anche in senso contrario. Si è capaci di opporsi al verdetto di madre natura e di allungare ancora un po’ l’esistenza di qualche malcapitato.
Ma si può anche fallire. Essere impotenti difronte alla sorte che a braccetto decide di accompagnare la morte a riscuotere ciò che è suo di diritto. Quella maledetta è davvero cieca. La dea bendata non bada a nulla, non fa differenze: bambini... demoni, orchi per lei sono tutti uguali.
Per questo doveva vincere. Non era ancora giunto il suo momento. Doveva sopravvivere per portare a termine ciò che aveva iniziato. La ricerca di conoscenza in modo tale da poter rivaleggiare alla pari con la Nera Signora e potersi definire una volta per tutte padrone della Morte grazie alla scienza della medicina.
Lo vide arrivare il suo avversario. Quello che ora si opponeva al suo destino. Viktor doveva vincere, aveva appoggiato la sua causa per un solo motivo. Gli aveva aperto gli occhi. Gli aveva mostrato la via per poter arrivare dove voleva.
Con un urlo Numar lo caricò. Stein indietreggiò. Con la sinistra riuscì a deviare il pugnale, dal lato destro però non fu così fortunato. La ferita che aveva sulla gamba lo rallentò notevolmente, cercò di parare il colpo. Ebbe poca fortuna. L’arma formata dall’energia ferale causò una lacerazione che per il lungo riuscì a provocare un taglio all’avambraccio e sulla coscia.
Immediatamente dopo si lanciò letteralmente contro la spalla del povero medico. Per fortuna Doc riuscì a materializzare una barriera rosso cremisi appena in tempo.
I denti aguzzi si scontrarono con il rosso sangue. Scintille. Crepe. La barriere si ruppe in mille schegge che caddero al suolo come uno specchio in frantumi. Le zanne affondarono nella carne dell’incredulo Stein. Istintivamente cercò di scansare il colpo andando indietro. Un piccolo brandello di carne cadde al suolo.
Dolore. Un urlo di sofferenza.
Numar aveva la bocca completamente coperta del sangue del Mad Doctor. Un sapore alquanto strano. Ferroso per la maggior parte del tempo, ma ogni tanto si poteva sentire qualcosa di poco ordinario dovuto ai vari interventi.
Era tempo di vendicarsi. La furia scorreva lungo tutto il sistema circolatorio. Il gelo, per fortuna, blocco la fuoriuscita di sangue.
Una sola frase gli uscì spontanea dal cuore.

«Figlio di puttana!»

Strinse i denti. Il freddo gli entrava fin dentro le ossa. Se avrebbe vinto avrebbe avuto il meritato riposo. Anche in caso contrario, ma con una situazione più spiacevole.
Puntò la destra verso il nemico.
Nuovamente cercò di entrare nella sua testa, però questa volta aveva intenti molto diversi. Non voleva semplicemente fare un diversivo, voleva abbatterlo. Numar avrebbe potuto percepire la sua ira e la sua brama di potere, la sua voglia immensa di sangue.
In contemporanea scagliò contro il nemico, con un’enorme sforzo, il bisturi che aveva nella mano sinistra.
Una volta fuoriuscito dalla psiche di Numar avrebbe avuto qualche attimo di tempo per attaccarlo e lo avrebbe sfruttato in pieno, se l’offensiva primaria sarebbe riuscita.
Si sarebbe gettato nella maschia, data la breve distanza, e avrebbe tentato di tagliargli la gola. Il bisturi sarebbe saettato fulmineo verso il suo bersaglio e letale avrebbe cercato di recidere la carotide. Avrebbe avuto una sola occasione perché sul piano fisico era in netto svantaggio, anche a causa delle sue condizioni.
Un solo pensiero nella testa di Franken.

“Muori stronzo...”




png
Dottor Franken Stein

~ Rec:275 ~ AeV:125 ~ Perf:125 ~ Perm:325 ~ Caem:175
~ Status Psicologico: Adirato.
~ Status Fisico:Bruciature superficiali e tagli sulla parte sinistra del corpo( Danni pari a Basso) con perforazioni e tagli sulla spalla sinistra ( Danni pari a Basso).
Contusione più lacerazione profonda alla gamba dx e taglio sull'avambraccio destro.
Traumi da impatto sulla schiena e sulla parte frontale del corpo (Danni pari a Alto). Stanco.
~ Energia Residua: 33%-17%=16%
~ Energia Impiegata: 11%+6%=17%
~ Abilità Passive:
†Non sviene una volta raggiunto il 10% delle energie
†Lancia le difese istantaneamente [1°passiva Absolute Defense]
†Difese 360° stesso potenza dell'energia spesa [2° passiva Absolute Defense]
~ Abilità Attive[2/2] :
†Confusione:
Il negromante allunga una mano verso l'avversario e penetra nella sua mente; lì la sconvolge, costringendolo alle ginocchia e avvolgendolo in un potente senso di nausea e debolezza.
La tecnica è un attacco psionico che attacca la mente dell'avversario direttamente, provocandogli danno. Questo si manifesta nella vittima come un forte senso di nausea, debolezza e giramenti di testa, proprio come se il bersaglio fosse afflitto da una forte forma di influenza. Subire ripetutamente i danni provocati da questa tecnica può provocare conseguenze peggiori come l'attenuarsi della vista, l'incapacità di reggersi sulle ginocchia e simili. Per castare la tecnica è necessaria la percezione del proprio avversario, anche solamente visiva. La tecnica provoca un danno totale medio alla mente della vittima, ha potenza media, e può essere ostacolata solamente da opportune difese psioniche.
Consumo di energia: Medio

† Effetto attivo Dominio:
Stein può evocare uno scudo energetico circolare, di colore rosso cremisi come il sangue, innanzi a sé di potenza e consumo pari a Basso, il cui diametro può variare da quello di un piatto di portata fino ad essere pari al massimo all'altezza del caster stesso. Tale barriera sarà costituita di pura energia magica andata a concretizzarsi, e potrà bloccare qualsiasi offensiva non psionica diretta all'incantatore.



~ Riassunto: Dei due attacchi fisici restio a evitare il primo indietreggiando, mentre devio il secondo e mi causa un taglio a Stein sulla gamba e avambraccio destro. Dopodichè grazie alla passiva del dominio evoco uno scudo con l'attiva del medesimo dominio pari a Basso, quindi subisco un basso alla spalla e indietreggio per non rimanere infilzato.
Allora contrattacco con la pergamena confusione e nel frattempo lancio un bisturi verso Numar. Infine vado in corpo a corpo( più o meno già c'eravamo) e con il bisturi faccio un attacco in mischia mirando alla gola.

~ Note: //

†Bisturi[15/20]

 
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view post Posted on 25/5/2012, 21:30

Esperto
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« C O N Q U I S T A D O R E S »
b a c k f r o m h e l l



La terra vibrò.
Un sussulto sotterraneo, nelle profondità del ghiacciaio. Crepe sottili come lacrime corsero attraverso la superficie cristallizzata e si intrecciarono in ragnatele di vetro, aggrovigliandosi in un intrico inestricabile. Poi il pavimento fu squassato da un terremoto cavernoso, un fragore meccanico risuonò nel ventre della puttana obesa, e la sezione centrale dell'Ora d'aria prese a sollevarsi verso l'alto, un'immensa zolla incrostata di ghiaccio e sangue. Su di essa si fronteggiavano Hyena e Viktor, all'atto finale di quella miserevole guerra. Sotto gli occhi di Caronte, l'Oberkommandierende fu scosso da uno spasmo violento, mentre una risata oscena sgorgava dal suo volto increspato dal tempo e dalla cattiveria. Le membra si rattrappirono e si intrecciarono in noduli di carne marcia, il volto si deformò in una maschera d'orrore, si distorse, si piegò e stravolse, e dalla schiena inarcata due lampi nero pece squarciarono la carne e si proiettarono alle sue spalle, i bordi piumati e taglienti, e dopo che la pelle si lacerò e le giunture si spezzarono e le ossa si modellarono in nuove abominevoli forme, dopo tutto questo von Falkenberg era scomparso, e al suo posto si stagliava l'ombra minacciosa di un corvo.
Il corvo, che spolpa le carogne e rosicchia i cadaveri. Il corvo, che sradica gli occhi dalle orbite e sfregia i volti pallidi. Il corvo, portatore di morte. Il Beccaio trascinava il suo avversario in alto, nel suo regno, dove avrebbe avuto fine la loro lotta, una lotta fra esseri necrofagi e corrotti.

Il cielo non è posto adatto a una Iena. E' finita.

Pensò il Traghettatore, e un ghigno sdentato si spalancò sul teschio bianco. L'arena si innalzava sempre di più, mentre macerie ghiacciate si staccavano e piombavano verso il basso, spuntoni gelidi e ammassi rilucenti. Chi si trovava sul bordo del campo vacillò per qualche istante in bilico sull'abisso, prima di muovere un passo nel vuoto e precipitare verso terra. Urlanti, cadevano dimenando braccia e gambe, e si schiantavano sul terreno compatto e ghiacciato in un'esplosione di cervella, frammenti ossei e schizzi rossastri. Di loro non rimanevano che poltiglie sanguinolente a imbrattare il ponte superiore, affreschi di una mente perversa sulla bianca tela del ghiaccio.
L'Ora d'aria si innalzò oltre la visuale di Caronte, proiettando un alone scuro sulla superficie scintillante, come se sotto lo strato di ghiaccio gorgogliasse acqua torbida e sporca. Cessò definitivamente di essere un suo problema: aveva altro di cui occuparsi.
Un demone da uccidere. Una supremazia da reclamare.
Urla, sangue e neve turbinante.

Le raffiche ghiacciate spazzarono l'arena in una tempesta di correnti vorticose e chicchi di grandine grandi quanto pugni chiusi. La tempesta si schiantò sulla creatura smunta e pallida, ma non prima che quella riuscisse a erigere una difesa improvvisata. Dal ghiacciaio sotto i suoi piedi emersero i profili irregolari e aguzzi di ossa pallide come la morte, lorde di sangue nero e cristallizzato. Si intrecciarono in un muraglione irregolare e sghembo, che vacillò sotto la spinta incessante del vento. Le ossa si creparono, tremolarono e alla fine vennero sgretolate dall'impeto di un inverno innaturale. Quando la bufera passò il demone cadaverico era mezzo assiderato, la parte sinistra del corpo ricoperta da uno strato compatto di ghiaccio. Caronte osservò compiaciuto i riflessi grigio azzurri scintillare dagli arti color cenere serrati nella morsa di quel blocco trasparente venato da sfumature indaco.
Erano appena all'inizio, eppure il duello sembrava già chiuso. Con una punta di rammarico per un avversario che non si era dimostrato all'altezza, si apprestò a scagliare il colpo di grazia.
Fu allora che un secondo boato rintronò nella landa artica, rimbalzò sulle pareti ricoperte di ghiaccio e si incuneò fra i detriti luccicanti, serpeggiando tra mucchi di corpi assiderati e armi spezzate dal gelo. La terra si spalancò e vomitò fuori dalla sue fauci putrefatte un nuovo abominio.
L'essere colossale era un ammasso informe di materia organica deteriorata. Arti mozzati, volti deturpati, toraci, schiene arcuate e ossute, pance gonfie e purulente, una putrida amalgama di carne marcia e agglomerati neri affastellati l'uno sull'altro e tenuti insieme da fasci di tendini e nervi. I muscoli di mille cadaveri erano esposti alla vista, un polmone e un cuore raggrinzito erano conficcati nella pila di carogne, da una spalla colavano umori vischiosi che gocciolavano per terra. Un conglomerato di occhi senza palpebre spuntava su un lato del petto, denti guasti e scuri costellavano il corpo gigantesco, bocche fameliche si aprivano nei punti più impensabili. Larve verdi e tumide strisciavano sulla polpa sanguigna che riluceva sotto uno strato di muco. Dal mostro si spandeva un tanfo pesante e insopprimibile.

« Non mi spaventi con questo »

Mormorò - ed era vero.

« Sono fin troppo abituato a morti e dannati. »

La montagna di carcasse putrefatte franò su di lui, ma il Traghettatore era già pronto.

golemossa-1

Il ghiaccio deflagrò in un'esplosione di frammenti traslucidi e fiotti d'acqua gelata, le schegge volarono tutto attorno tracciando orbite taglienti nell'aria, e si conficcarono nei corpi martoriati dei combattenti che li circondavano. Dal cratere aperto nel pavimento si erse una creatura monumentale, grande almeno quanto il Golem di cadaveri, alto e sgraziato. Un delirio di ossa spezzate e crani sfondati, impilati le une sugli altri senza alcuna parvenza di logica o razionalità. Femori fratturati, costole sbrecciate e rotule consumate, clavicole, vertebre flesse e peroni, incastrate in grovigli perversi, intrecciate fra di loro e fuse in sinodi deformi. Era un'anatomia mostruosa e impossibile: falangi dinoccolate che si dipartivano da tibie, casse toraciche svuotate poste sotto bacini sbilenchi, ossa di braccia e gambe modellate insieme per formare arti bestiali. Non era un corpo compatto, tanto meno sensato: brecce e fori oblunghi foravano il reticolo d'avorio, ossicini dall'aria fragile sostenevano le strutture più pesanti, ogni parte era nel posto sbagliato. Imponenti speroni cornei trafiggevano l'essere deforme e lo sorreggevano come spilli infilati nel tessuto. Le giunture erano minuscole rispetto alle membra stirate. Il teschio era una maschera d'orrore piatta e mostruosa: orbite vacue sopra una pozza nera contornata da chiostre di denti affilati e zanne poderose che la sostenevano come antiche colonne in un ghigno di odio perenne. Quando il Golem d'ossa si innalzò dall'abisso proruppe in un urlo fragoroso e disumano, pregno di dolore come il muggito di una bestia al macello. Caronte si unì a lui, latrando versi gutturali che gli risalirono dal profondo del corpo scarnificato, e il loro ruggito riecheggiò sul campo di battaglia come la campana di una mezzanotte eterna. La fine per i loro avversari.

Il pugno monolitico si schiantò sulla spalla del Golem e su un lato del petto, polverizzandone una buona metà. Una sottile caligine grigiastra si sollevò nell'area dell'impatto e offuscò per un attimo la vista. La creatura di Caronte si piegò sotto l'impeto prorompente del gigantesco avversario, le gambe flesse e le ossa più disparate che scricchiolavano con lamenti secchi, eppure resistette. Afferrò l'arto che gravava su di lui come una clava immane e lo gettò all'indietro, ma subito il nemico tornò alla carica e abbattè la mano aperta sul torace spropositato del Golem di scheletri: il palmo affondò fra le stecche appuntite e riemerse dall'altra parte, artigliando l'aria. Il braccio marcescente era immerso fino al gomito nel corpo d'ossa: quando lo estrasse, piegò le costole verso l'esterno e le divelse una ad una, con orribili cigolii. Entrambi abbassarono lo sguardo verso lo squarcio. In un attimo, filamenti perlacei e oleosi presero a intrecciarsi dai margini della ferita: si arrampicavano l'uno sull'altro, convergevano verso il centro cavo e si solidificavano in compatte strutture arcuate. In breve tempo, le costole si erano ricreate.
La creatura autorigenerante sollevò la testa e il suo cranio fu spaccato da una fenditura sdentata di trionfo, un sorriso beffardo rivolto all'avversario. In tutta risposta, l'evocazione dell'uomo intabarrato di nero gli sfondò ancora una volta il petto. Furiosa, la creatura ossea slanciò le braccia in avanti e con uno spintone poderoso sollevò da terra il nemico, che piombò a parecchi passi di distanza mandando in frantumi una lastra di ghiaccio. Si avventò su di lui prima che potesse rialzarsi: con una mano adunca artigliò un punto a caso del suo corpo, scavò nella carne corrotta fra i mucchi di cadaveri e ne estirpò una massa fradicia e grinzosa: un fegato marcito, che divorò con cupidigia. Umori grigi colarono a vista sulle ossa, fino a gocciolare per terra. Il primo Golem si rialzò, serrò il collo dell'altro con un braccio e con l'altro, a pugno chiuso, prese a martellare sul cranio. Placche e ossa occipitali vennero sfondati, frammenti scagliosi e schizzi di cervella spruzzarono attorno, e quello non accennava a placarsi. Il mostro di Caronte si affannava e divincolava, il cranio che iniziava il processo di rigenerazione ma veniva in continuazione distrutto. Era stretto nella morsa letale, la faccia già sbriciolata a metà: alla fine addentò con le zanne il polso guasto dell'aguzzino e lo strappò dal resto dell'arto, liberandosi.
I due si assalirono a vicenda, imprigionati in un abbraccio di ossa spolpate e carne vermosa. Combattevano con ogni mezzo e arma: denti, artigli, pugni e calci, spallate. Pezzi di materia organica fendevano l'aria, brandelli d'ossa, organi decomposti e sterni fracassati. Caronte distolse lo sguardo dalle due aberrazioni, per appuntarlo sul suo avversario. Entrambi apparivano molto più umani, alla vista di quelle creature degli abissi.
Sollevò un braccio, la mano come serrata intorno a un'asta invisibile; e infatti un attimo dopo una lunga scheggia ghiacciata sublimò nel pugno del Traghettatore, affilata e tagliente. Con forza la scagliò contro il rivale, dritta verso il petto.
La lancia di gelo saettò sul campo di battaglia, superò gli ultimi uomini che ancora si ostinavano a massacrarsi, sibilò sotto l'Ora d'aria innalzata, trafisse gli aliti dei vivi condensati in nuvolette di vapore, superò perfino le due moli gigantesche in combattimento. I Golem erano impegnati in una lotta titanica, senza tattiche o raziocino. Puro e semplice scontro selvaggio e bestiale, indietro fino ai primordi della civiltà, quando le forze della natura si contendevano la supremazia sul mondo. Sotto i loro corpi gargantueschi il ghiaccio strideva e si crepava. Tonfi pesanti accompagnavano ogni movimento. Mulinare di membra, orbite pesanti sospese nel nulla.

E la certezza della morte che aleggiava nell'aria.



C H A R O N «


» Info
    status fisico « illeso
    status mentale « illeso
    energie « 15% (36-15-6)
    stats « rec 300, aev 175, perf 150, perm 550, caem 150
    consumi « basso 2, medio 6, alto 15, critico 33

» Passive
    Capacità di riconoscere magie nascoste, trappole, incantesimi e illusioni sul campo di battaglia
    Influenza psionica di timore su tutti i personaggi di energia pari o inferiore, purchè non demoni
    Mantenimento della forma demoniaca in ogni situazione, anche alla luce del giorno
    Bruciatura di infima entità a chiunque entri in contatto con Caronte
    Casting di tecniche magiche a tempo zero

» Attive
    CITAZIONE
    Stige « Lo Stige è un gargantuesco fiume che si avvolge più e più volte su se stesso in profonde anse, fino a generare una grande palude venefica il cui lezzo si avverte a miglia di distanza. Nella putrida fanghiglia stanno immerse le anime degli iracondi, condannati a flagellarsi e percuotersi tra di loro, mentre gli accidiosi rimangono sommersi sotto la distesa miasmatica. Dalla superficie nauseabonda si levano alte e stridule continue grida disperate, lamenti senza fine che risuonano nelle volte oscure della cavità infernale; per questo lo Stige è denominato anche "il fiume del lamento". Con un dispendio di energie « Medio » Charon è in grado di richiamare alla vita una moltitudine di anime dolenti provenienti direttamente dall' acquitrino. Queste, sotto forma di ammassi d'ossa e brandelli di carne grondanti putridi umori, emergeranno dal terreno come i dannati emergono dalle acque infangate, e combatteranno al suo fianco attaccando lo sventurato avversario con tutte le armi a loro disposizione: denti, artigli, o sfruttando semplicemente la loro spropositata quantità per sommergere la vittima.
    Con un consumo « Alto » invece, lo Psicopompo evoca dal buco più profondo dell'Inferno una creatura terribile e ripugnante, un singolo essere, simile ai precedenti ma molto più grande e resistente: un Golem d'ossa. Il golem va trattato a tutti gli effetti come evocazione di potenza bassa e di un grado energetico inferiore a quello del demone, è dotato di una tenacia sorprendente - tanto da doverlo uccidere due volte, prima di potersi sbarazzare di lui - e potrà restare sul campo fino a due turni di combattimento.
    Con l'aiuto dell'esercito di non morti e del golem, Charon avrà gioco facile a gettare i suoi avversari nella disperazione più cupa, nei lamenti più angosciosi.

    CITAZIONE
    Cocito « L'ultimo fiume dell'Inferno, talmente vasto ed esteso da assurgere alla nomea di lago. Il Cocito è un luogo tremendo, la cui aria risuona dei lamenti delle anime sofferenti continuamente torturate dal morso del gelo, con gli arti congelati ed i volti sfregiati dal freddo; una piatta distesa ghiacciata, uno specchio liscio e vitreo costantemente spazzato da raffiche incessanti, nel quale stanno immersi i dannati che hanno peccato di tradimento, in ogni sua declinazione. Più è grave la colpa, maggiore la profondità a cui sono inabissate le anime, divorate dal ghiaccio, consumate dal freddo e bruciate dal gelo, in eterno. Al centro della landa artica è incastonato nei lastroni cristallini Lucifero in persona, immerso fino alla cintola; il demone sbatte senza sosta le ali nere che gli ornano il dorso squamato, producendo quella bufera che sconvolge l'intero lago e flagella i volti dei peccatori sottoposti alle intemperie più estreme; il vento sradica dalle gola urla disperate e le porta via con sè, in un turbinio confuso e tempestoso, fuse in un unico lamento infinito.
    Insieme al Flegetonte, è il fiume da cui Charon attinge la maggior parte dei suoi poteri e a cui deve la sua natura di demone di ghiaccio. Con un dispendio di energie « Medio » egli sarà in grado di materializzare nel suo pugno una lancia o una scheggia di ghiaccio, dai bordi affilati e la punta tagliente, che potrà scagliare contro il suo nemico per trafiggerlo e gelargli il sangue nelle vene. [...]

» Note
    Eccomi Caccia, perdona il ritardo. Dunque, mi difendo dalla creatura evocando a mia volta il Golem d'ossa, che para il colpo. I due poi iniziano a legnarsele di santa ragione, come da precedente accordo, mentre Caronte usa Scheggia di Ghiaccio per materializzare una lancia da scagliare contro Rage. Grazie a Campo Gelo, il danno potenziale è pari ad Alto. Il mio golem è più debole (potenza Basso contro Alta), ma molto resistente (capacità di rigenerarsi, può sopportare due mortali). Diciamo che fra l'attacco parato e le successive schermaglie, ha già raggiunto un buon Mortale. A te!
 
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Ravenau De Lussan
view post Posted on 26/5/2012, 11:37




All
Is
Violent
All
Is
Bright

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Non esagererei a definirmi un acculturato. Nel senso che mi piace interessarmi un po' a tutto ciò che mi capita sottomano, e non tanto per un gusto primitivo nel conoscere, così vacuo da essere insulso.
Innanzitutto, ritengo che la cultura, la saggezza, le arti, abbiano senso solo nel momento in cui qualcuno le faccia proprie. Che non sia solo un'osservare, ma che diventi un possedere. Le mille opere che tra le nostre scorribande abbiamo avuto modo di rubare erano state viste da centinaia di membri della ciurma, ma non davvero osservati, tanto meno minimamente compresi. Non pretendo da loro la manifestazione di alcuna sindrome di Stendhal, ovviamente, è come chiedere ad un porco di commentare l'opera di un filosofo greco. Ma tornando a quello che è il mio argomento di discussione, mi ritengo vagamente più acculturato della media, non solo dei miei cosiddetti compagni, ma anche dell'intero genere umano.
Parliamoci chiaro, sono un medico dalle nobili origini, la mia educazione mi imporrebbe anche di avere un'opinione su tutto. Quindi, anche se non posso comprenderla a fondo, posso vedere oltre. In tutto quel che stava succedendo, tutto quel che mi circondava, c'era una curiosa forma di poesia di sottofondo. Era come se oltre tutti spiccasse l'insana figura dei guerrieri a capo di tutto questo e, con le loro azioni, dirigessero l'andatura, l'avanzamento della gloriosa sinfonia d'azione di tutti i soggetti coinvolti.
No, non prendetemi per pazzo. Sono solo uno dei tanti geni capace di vedere la struttura d'insieme delle cose. Ed in quel momento l'Ora D'Aria urlava, ed urlava il suo essere perfetto ai quattro venti, come un'entità a se stante, disperata, alla ricerca di qualcuno che l'apprezzi nella sua pienezza.
Non sono un musicista, ma adoravo quella sinfonia.
Non sono un pittore, ma amavo quella composizione.
Non sono uno sculture, ma mi intrigava lo sviluppo di quei movimenti, di quelle forme.
Sono solo un maniaco omicida, e tutto questo mi eccitava.
Sapete quanto questo aveva raggiunto questo così elevato grado d'interpretazione artistica?
Esattamente ora che anche io, nel mio piccolo, avevo un personalissimo compagno di giochi che stava alzando la cresta abbastanza da risultare interessante.
Il mio colpo era scivolato su un qualcosa che... Su qualcosa. L'indefinito mi spingeva via, qualcosa che sembrava una rappresentazione spirituale di un pentagramma -ma davvero qualcosa di così astratto poteva manifestarsi in maniera così realistica nel nostro piano di realtà?-, lasciando incidere alla mia lama arrugginita un nulla privo di soddisfazione. Tutto questo, su di un piano emotivo, mi lasciava un vago sentore di frustrazione. Confidavo in un colpo secco da k.o., non nel non riuscire neppure a sfiorare quel tizio.
Forse l'avevo sottovalutato, ma personalmente preferivo concentrarmi sull'aspetto cognitivo della faccenda: ora ero scoperto.
Mostravo apertamente il mio fianco, e questo sarebbe stato un problema, poiché, ora era possibile notarlo, il ragazzino sembrava anche armato. Ed intenzionato a voler dare un senso all'esistenza della sua spada.
Per un dio a caso. Parlare di essere scoperti, per me, è un'iperbole bella e buona. Pragmaticamente parlando, io non sono mai scoperto.
Ad ognuno le sue debolezze ed i suoi punti di forza.
In questo caso, il mio punto di forza si chiamava Josè Alejandro De La Cruz, ex pescatore dalla pelle abbronzata che aveva avuto la sfortuna di andare troppo al largo, con il suo peschereccio. I miei sottoposti non avevano avuto problemi nel catturarlo, nel saccheggiare la sua imbarcazione, di squartarlo in quelli che, contandoli, erano nove pezzi di dimensioni irregolari. Era stato un pratico puzzle ed una delle mie più semplici creature.
Ed ora era pronto a compiere il suo ingresso in scena, come si confà ad un mio diretto subordinato: in maniera diretta, violenta e terrificante.
Mentre quell'improvvisato spadaccino cercava di colpirmi, mirando evidentemente alla parte bassa del mio corpo, approfittando della mia disattenzione, io approntai la mia difesa. Esplose di una semplice nebbia nera, nata dal nulla, a sua volta lì per partorire alla velocità del pensiero una bestia sul terreno. Tutto questo nel semplice spazio frapposto fra me e la mia vittima.
«Sei troppo gentile, mon amì.»
Esattamente tra noi due, con i glutei ben piantati nel gelido terreno, le gambe incrociate, le pudenda ben esposte, un corpo scuro martoriato dalle cicatrici ed un volto deformato dalla mia perversione in un ammasso di carne privo di qualsiasi ordine con un sorriso inquietante dovuto all'assenza di labbra, il mio zombie comparve, dando le spalle alla sciabolata in arrivo. Prima di colpirmi, priva di colpire qualsiasi cosa, la lama s'incagliò nella colonna vertebrale del defunto, accompagnata da un sonoro scricchiolio, indice di una serie di ossa che si frantumavano una dopo l'altra.
Se c'era un momento per reagire, era quello.
Il mio braccio destro era spostato, ancora a causa del mio precedente movimento fallito. Tuttavia quello sinistro era ancora inarcato e pronto a colpire, mi bastava allargarlo per avere un nuovo soggetto servito sul filo del mio machete.
Mossi la mia arma con un movimento semicircolare, con l'intento di tagliare, in diagonale, l'addome del tizio. Un colpo secco con il solo intento di scalfirlo dal basso ventre, lato mancino, alla spalla opposta, per mostrare al mondo la bellezza delle sue interiora.
E non solo.
«Peccato non poterti garantire la stessa cortesia.»
Mentre muovevo l'offesa lasciai subentrare una seconda mossa, in modo tale per cui non potessi trovare pessime sorprese al mio avanzare. Ancora una volta, come avevo fatto in precedenza, subentrai nella mente del mio interessato, poiché avevo notato che essa era priva di qualsivoglia difesa. Ciò che feci questa volta fu molto differente, nella sua semplicità. Decisi di rallentarlo, abbastanza da poter colpire agevolmente da quella distanza, abbastanza da poter mettere a segno l'ultima operazione di un povero chirurgo che, comunque, era nel mezzo di una battaglia tra ghiaccio e sangue e non aveva troppo tempo da perdere dietro le resistenze più o meno futili di un piccolo angioletto della neve.



Statistiche: ReC (250) ; AeV (175) ; PeRf (125) ; PeRm (250) ; CaeM (175)

Stato Fisico: Lesioni da urto concentrate nella parte frontale del corpo, diffuse a livello epidermico e concentrate su braccia e gambe. Sensazioni di gelo diffuse su tutto il corpo.
Stato Psicologico: Non ottimale, tendente alla confusione, una leggera perdita di lucidità dovuta alla situazione.
Riserva Energetica: 73%
Dominio: Evocatore.
Evocatore; Effetto passivo: Per via degli studi affrontati e anche per via di una certa predisposizione alla materia evocativa, ogni evocatore può vantare di un tempo di evocazione superiore a quello di un comune mago o druido. Difatti le sue evocazioni sorgeranno sul campo a tempo zero, istantaneamente, senza bisogno di concentrazione ma solo di un consumo energetico.

Dead Men Walking
Non è curioso come i cani si affezionino ai loro padroni? Come i fedeli si aggrappino insistentemente alle gambe dei loro creatori, dei loro dei, ciecamente, come a credere che diventarne l'ombra possa essere la massima aspirazione di una vita? Ho passato mesi a pensarci, mentre osservavo i miei capolavori.
Sapete, sono sempre stato particolare in quel che ho fatto, soprattutto nel mio lavoro. Ma si, quello del chirurgo. Ho sempre cercato di sperimentare e provare nuove vie, lavorando su vivi e morti di ogni tipo. Ammetto di aver sempre fatto distinzioni al riguardo, sono sempre stato di mentalità chiusa e mi sembrava offensivo per i vivi preferire a loro i defunti, qualora ne capitasse l'occasione. Il problema dei vivi è sempre stato trovarli, piuttosto. Quindi mi è spesso capitato di dover mettere mano a bei corpi già prossimi al consumo del tempo, o malati, o malconci. Questo ha offerto alla mia collezione, in ogni caso, una merce piuttosto variegata. Ed il risultato, alla fine, era lo stesso. Come ho detto prima, ancora non so perchè questo accada. Le malelingue sostengono che sia la mia anima putrida ad attrarli, il mio spirito venefico, il mio fascino dal puzzo di pece. Quando ne ho bisogno, previa apparizione di lingue d'ombra che crescono dal terreno a delinearne i fatiscenti corpi, le mie creature accorrono in mio aiuto. Deliziosi. Non riesco mai ad evocarli oltre i tre metri di distanza dal mio corpo, ma riescono sempre a fare il loro lavoro. È sempre bello ammirare come eseguano perfettamente i miei compiti e si adattino ad ogni situazione. Inoltre, pregevole caratteristica utile per dare un tono all'ambiente, una volta richiamata, ogni mia creatura sparisce solo qualora io lo voglia. Beninteso, semplicemente significa che, se distrutta, i suoi brandelli continuano a restare sul campo di battaglia, non svaniscono. Oltre una certa quantità di tempo, anzi, smettono persino di muoversi, a causa della poca energia che sono in grado di sviluppare. Solitamente non durano più di un attacco, ma posseggo tipi e tipi di esperimenti. Averli con me mi fa sentire a casa, anche se effettivamente a casa possedevo decine di modelli differenti per caratteristiche, virtù e difetti.
• thriller_ da uno a tre zombie compaiono dal nulla sul terreno da combattimento. Essi si muovono esattamente come un essere umano medio, ma i loro vestiti sono laceri, le loro carni consumate dal tempo. Sono le più umili forme di lavoro da me compiute, privi di qualsivoglia qualità. Il loro lavoro solitamente è rallentare obiettivi ed avversari, o farmi da scudo umano.
Ogni evocazione è in possesso di un'energia pari ad un livello inferiore a quella dell'evocatore, fratto il numero delle evocazioni.
- Basso -

_Machetes: knives are a man's best friend.
Non ditemi niente, ma per me i bisturi sono roba da pederasta. Solo i fighetti della chirurgia operano con strumenti del genere. Dov'è il brivido? Dov'è la passione? La rabbia nascosta in un filo di ruggine? Non c'è molta roba più lussuriosa dell'atto catartico e liberatoria del movimento libero e puramente istintivo di una lama che scende ad aprire in due uno strato d'epidermide, poi un muscolo, poi un organo vitale, poi una vita. È troppo poetico per rifugiarsi dietro un bisturi, davvero. È per questa ragione che, se proprio un pirata (perchè è questo che siamo, nonostante tutto: pirati della peggior specie) deve girare armato, io ho rivolto la mia attenzione ai coltelli più affilati che mi ha passato il convento. Eccomi quindi con due coltelli di una trentina di centimetri circa di filo infilati ai lati della cintura, uno a destra e l'altro a sinistra, con il manico rivolto verso l'alto. Sono formati da un unico blocco di metallo, taglienti lì dove si trova il filo, più ergonomico lì dov'è l'impugnatura, a formare la sagoma di una stretta di mano ricorperta da bende bianche, ormai sporche da macchie di sangue della provenienza più disparata. Non sono nulla di eccezionale, ma che devo dirvi, è il fascino retrò del puro blocco d'acciaio stretto in mano che ti dà il potere di scelta sulla vita e la morte in un solo attimo.
Tra parentesi, una scelta quasi obbligata.

Sii coltello e ferita_
Il negromante si insinua nella mente dell'avversario, sottraendogli energia e indebolendolo leggermente, affaticandolo e impedendogli di combattere al massimo delle proprie forze.
La tecnica ha natura psionica; per castarla è necessario percepire l'avversario, anche solo visivamente. Il bersaglio, nel caso in cui subisca la tecnica, subirà un depotenziamento ad una caratteristica che durerà per il resto della giocata. Per la precisione, il negromante potrà sottrarre 50 punti ad una caratteristica - e una sola - dell'avversario scelta al momento. Se tale caratteristica dovesse essere abbassata sotto i 25 punti, rimarrebbe ferma a 25, il minimo possibile. La tecnica non provoca altri danni alla mente della vittima, ha potenza Bassa e può essere personalizzata perché alla maledizione siano associate illusioni innocue e inoffensive, che colpiscano il nemico al momento dell'attivazione.
Pergamena Maledizione inferiore _ Basso utilizzata sul parametro AeV.

Sintesi: Evocato uno zombie a tempo zero frapposto fra Ravenau ed il colpo di spada. Lo zombie subisce l'offesa permettendo al medico di reagire con un colpo di spada in combinazione con la pergamena Maledizione Inferiore, che permette di ridurre un parametro avversario, in questo caso la AeV. Piccola nota di colore: lo zombie, anche se inutilizzabile, non sparirà dal campo di lotta.
 
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Orƒ
view post Posted on 27/5/2012, 10:45




Conquistadores - Invasione
capitolo secondo; di come prese parte alla rivolta

Ludvic non aveva mai avuto dubbi sulle capacità di Raven, e come a volerlo confermare il mercenario, non si fece traviare eccessivamente dall'apparizione del Dracolich, che perduta la sua funzione sparì semplicemente nel nulla e nel silenzio, così com’era apparso.
Nonostante parte della tattica del Marchiato fosse andata in frantumi, il resto aveva funzionato a meraviglia: il proiettile era giunto a destinazione, mentre la spada aveva minacciato il braccio sinistro di Raven, abilmente difeso con un grosso machete.
Il grosso e bizzarro pugnale cadde a terra ma Raven non si fece trovare impreparato: scattò in direzione del machete, lo afferrò e, sempre tenendo sotto controllo Ludvic, si allontanò.

« Tu parli troppo per i miei gusti »
Il tono di Raven si fece più serio: un tempo erano alleati, ma ora si dovevano affrontare, dando fondo al loro arsenale.
« Se hai voglia di giocare ti accontento subito... »
Da quella posizione poté tranquillamente richiamare da chissà quale oscuro piano una bestia antropomorfa: poco più grande di un uomo e armato con sciabole al posto delle mani.
« ... però fa attenzione a non farti male »
E la bestia arrancò in avanti, trasformando in pochi secondi la placida corsa in una sfrenata carica, atta a travolgere tutto ciò si frapponesse sulla sua strada.
Le enormi sciabole si alzarono in aria e ricaddero mirando alle spalle del giovane.

« Questa è la differenza tra noi due! »

Un buckler luminoso si frappose tra il colpo del mostro e il corpo di Ludvic, contrastando in pieno l'attacco e permettendo al marchiato di ricaricare la Bocca di Fuoco.

« Tu pensi che sia tutto un gioco, che vincere questa guerra ti darà fama, gloria e denaro ... »
Estrasse la spada e mirò con la pistola alla testa del mostro, dove presumibilmente doveva trovarsi il cervello.
« ... io credo nel cambiamento che questo conflitto porterà con sé: in bene o in male, un cambiamento ci dovrà essere. »

L'indice accarezzò il freddo metallo, mentre il pollice portava indietro il cane: un'altra volta, e non sarebbe stata nemmeno l'ultima.
In onore del Falkenberg, sperando in un cambiamento, udendo l'incessante scambio di colpi tra i due titani:
non avrebbe né abbassato l'arma nemmeno una volta, né dubitato delle sue convinzioni e non si sarebbe mai arreso.
Non quel giorno.
E premette il grilletto.

• • •

L'odore di bruciato impestò l'aria ancora qualche secondo, per poi lasciare il posto a una fresca ventata d'aria gelida.
Ludvic dovette sopprimere uno starnuto sul nascere per non compromettere il climax che si era creato tra lui e l'ex-amico Raven.
Rapidamente, mentre s’incamminava passo dopo passo verso il mercenario, estrasse un altro proiettile e lo infilò nella canna, già riempita con la polvere da sparo e compressa sul fondo.
Ripose l'arma nella fondina, tagliò l'aria con la spada un paio di volta per controllarne il filo e con la destra portò la lama poco dietro la vita, come pronto a lanciare un fendente particolarmente potente.

« E ogni cambiamento chiama sangue! »
Pertanto, perdonami per quello che sto per fare.

Ludvic si gettò all'assalto, disegnando una carica in linea retta sul ghiaccio e lasciando dietro di sé nient'altro che un leggero pulviscolo biancastro.
In pochi secondi aveva già percorso buona parte dello spazio, sforzandosi di non avvertire il dolore dislocato sull'intero corpo provocato dal colpo di Dave e dall'esplosione del generatore.
Digrignò i denti più di una volta, ma lui era un cavaliere e ne aveva passate di ben peggiori: qualche graffietto non lo avrebbe fermato.

Appena un paio di metri lo divideva da Raven, e fu in quell'istante che il cavaliere estrasse la spada: non per un fendente, bensì per un affondo ben piazzato sul torace del mercenario, proprio dove le costole s'incontravano a proteggere i polmoni e il cuore.
In cuor suo, Ludvic sperava vivamente che l'affondo fosse deviato o bloccato dal machete del compagno d'avventure, sia in virtù della loro profonda amicizia e per il rispetto che provava nei suoi confronti, sia perché con la sinistra libera aveva già messo mano alla Bocca di Fuoco, caricata e puntata la canna all'imboccatura dello stomaco di Raven.
La spada non era altro che un mero diversivo, volto solo a distrarre l'attenzione dalla pistola, pronta a sputare fuoco e fiamme.

« Mi dispiace che finisca così, ma continuando non faremmo altro che ammazzarci l'un l'altro: quindi, ti prego, desisti dal continuare. »

Quelle furono solo una manciata di parole che forse Raven avrebbe trovato scontate, disgustose o inutili; disperse nel vento, coperte dal rombo sordo della pistola e inebriate dal puzzo di bruciato.


Ludvic Dmitri Greymoor
275 ~ 200 ~ 200 ~ 300 ~ 225
Consumi - 26 -5= 21%;
Status - Ferito leggermente su parti esposte (Basso), ferito gravemente in più punti del corpo (Alto); Deciso a porre termine allo scontro;

Cuore d'Ossidiana | la spada - Spada bastarda (estratta, dx);
Bocca di Fuoco | la pistola - Pistola a pietra focaia [2/5] (estratta, sx);
Anima d'Acciaio | l'armatura - Corazza di Piastre (indossata);
---
words can not say, words full of vile darkness - passiva razziale (immunità alle influenze psioniche passive), alzare difese istantaneamente in modo inconscio, difese 360° con potenza pari al consumo;
---
words can not say, words full of vile darkness
consumo basso
CITAZIONE
Con la mente annebbiata dal desiderio di vendetta e dal dolore, Ludvic non poté fare a meno di farsi corrompere dall'influenza della Lingua Oscura, modificando radicalmente le rune incise sul suo corpo. I simboli sul suo corpo mutarono a tal punto da diventare vere e proprie armi capaci di mietere vittime, senza dover nemmeno pronunciare parole in Lingua Oscura. Basterà la semplice volontà di Ludvic, e un piccolo dispendio di energie variabile, per dare sfogo a tutto il suo potere e manifestarlo, ad esempio, in una sfera dal colore intenso e dalla forma variabile per poi scagliarla contro l'avversario, concentrare quella potenza sulla spada o effettuare un attacco ad area a 360° con potenza inferiore al consumo speso. (ab. personale consumo variabile 1/10) Non solo fisicamente, ma anche mentalmente vi è stato un grosso e radicale cambiamento che lo ha reso parzialmente immune alle influenze psicologiche passive. Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. (passiva razziale)
Nonostante la Lingua Oscura possa sembrare unicamente di stampo offensivo essa preserva, seppur in modo subdolo, il suo usufruitore consentendogli di alzare istantaneamente le proprie difese, senza alcun vincolo di tempo o concentrazione. Sia esso un attacco incredibilmente rapido o altrettanto inaspettato, Ludvic sarebbe in grado di reagire comunque con prontezza, innalzando difese al proprio corpo che si formeranno in maniera istantanea. Anche nel caso di attacchi alle spalle di cui il caster non conosce nemmeno l'esistenza, le difese si ergeranno forti e possenti come fortezze luminescenti invalicabili. Un'ultima capacità passiva che la Lingua Oscura concede al suo usufruitore è quella di creare qualsiasi difesa a 360° con potenza pari al consumo impiegato per generarla. (passive del dominio) Queste difese potranno avere vari consumi fino ad Alto. (attive del dominio)

---
Ok, ho pochissima energia e posso solo affidarmi ai colpi fisici, anche se risulterò dannatamente monotono. XD

Paro il colpo dell'evocazione con uno scudo a consumo basso, subito dopo gli sparo in testa ma non mi curo troppo della sua sorte e mi getto contro Raven (solo dopo aver ricaricato la pistola ed estratto la spada).
Arrivato a circa due metri da Raven cambio posizione della spada e invece di un fendente uso un affondo mirando al centro del torace. Ludvic spera vivamente che Raven riesca a scansarlo o pararlo, sia per l'amicizia che intercorre tra loro, sia perché quello non era altro che un diversivo per portarsi a pochi centimetri da lui e sparargli direttamente allo stomaco.
In questo modo spera di mettere fine allo scontro.

Avendo usato due proiettili in questo post la quantità passa da 4/5 a 2/5.
 
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The Grim
view post Posted on 27/5/2012, 21:43




Conquistadores,
Childish revenge.







Jace fissava il denso fumo grigio. Un susseguirsi di scatti e rumori meccanici attrassero la sua attenzione. Al centro dell'ora d'aria ora si stagliava, rialzata rispetto al pavimento, un'arena in cui si fronteggiavano i capi delle due fazioni, Hyena e Viktor. In un altro contesto - probabilmente - tutti sarebbero rimasti muti ad osservare lo spettacolo, rapiti da quello che era il confronto tra due forze della natura, ma agli occhi dello Stregone più che un confronto tra due diverse Idee, sembrava la gara di due uccelli intenti a gonfiare il petto variopinto. Sorrise nel vederli lottare, sperando che alla fine di tutto nessuno dei due sopravvivesse; nessun fine se non la genuina malignità. Pieno di panico per la sua superficialità, il Cartomante riportò l'attenzione al centro del suo scontro dove, diradatasi la nuvola di fumo, non era visibile il pistolero. Era stato un'idiota e ne pagava la conseguenze. Si voltò a destra ed a sinistra, cercando con lo sguardo dove fosse finito l'uomo ma si accorse della posizione solo quando la pistola tuonò tre volte. Furono paura e panico a guidare il Cartomante: nessuna logica né alcun piano; confidò nella sorte e in quelli che gli erano sembrati tre lampi provenire dall'alto. Così davanti a sé comparì una barriera informe, un misto di energie oniriche che dimoravano il suo subconscio e che si palesavano in una macchia priva di definizioni e contorni. Lo scudo grigiastro e violaceo si solidificò in tempo per salvare la vita dello Stregone, bloccando due dei proiettili e dissolvendosi in mille crepe all'impatto ma non tanto in fretta da permettere al primo di essi di superarla affondando nelle carni dell'uomo. Un fiotto rosso macchiò la cappa dello Stregone, spandendosi rapidamente all'altezza del fianco sinistro: una ferita molto pericolosa se trascurata ma la più lieve tra quelle che martoriavano il fisico di Jace. Questo non gli impedì ovviamente di urlare mentre il metallo bruciava la carne da parte a parte, attraversando nella totalità il suo fuoco; il dolore non era di certo trascurabile, né di piegarsi su un fianco, tenendo la sinistra premuta sulla ferita nella illusa speranza di placarlo. Ma quello continuava incurante delle premure del cartomante, invadendo ogni angolo dei suoi pensieri con odio e rancore che lo fece gridare a squarciagola:

« Ti ucciderò, bastardo! »

La sua rabbia era immotivata: era stato il primo ad agire cercando di uccidere chi invece si stava pacificamente ritirando. L'altro si era solo difeso, non era di certo lo stregone l'unico ad avere il diritto di difendersi - semplice logica di sopravvivenza. Ma anche se uno di quei pensieri avesse attraversato i pensieri dell'uomo, nessuno di essi avrebbe attenuato la sua volontà: era stato disposto ad ucciderlo per un danno immaginario, figurarsi dopo che il dolore gridava impazzito nei suoi pensieri parole velenose. La mano libera affondò nella cappa alla ricerca spasmodica di uno degli arcana minori, trovandoli nella tasca in cui erano assicurati, accompagnati dal ruvido sentore della carta che al suo interno celava un'anima metallica. Lo stregone urlò di nuovo mentre la lanciava, ma non un messaggio articolato benché rude come il precedente, ma semplice e primitiva rabbia e frustrazione che agli occhi del pistolero si sarebbe trasformato in un enorme demone nero senza arti o volto, ma stracolmo di fauci urlanti dai denti seghettati. Il mostro sarebbe emerso dalla bocca dell'illusionista e sarebbe fluttuato verso il volto dell'avversario, pronto a ghermirgli la gola con le sue zanne; nient altro che un'altra illusione. L'immagine avrebbe protetto la carta nel suo volo che, una volta arrivata ad un palmo dal corpo dell'altro, avrebbe riversato l'energia magica di cui era imbevuta provocando un'esplosione capace di soddisfare la sete di vendetta del Cartomante. Ed in quel momento un infantile ghigno di soddisfazione sarebbe comparso sul suo volto, la smorfia di chi si crede vincitore di un conflitto che invece sarebbe stato un semplice puntino nel firmamento di battaglie che lo circondava.





R&C: 350 - A&V: 200- P&Rf: 100 - P&Rm: 325 - Ca&M: 225
Costi energetici: Critico 40% | Alto 20% | Medio 10% | Basso 5% | Costi Illusioni: Critico 35% | Alto 15% | Medio 5% | Basso 1%
Passive in Uso: Nessuno svenimento al 10% di energie, nessun tempo di concentrazione per le tecniche illusorie, risparmio energetico del 5% sulle illusioni, le tecniche illusorie fanno un danno di un livello più Alto;
Stato Fisico: Abrasioni sul petto di entità Bassa, Contusioni su tutto il corpo di entità Media, Ferita alla spalla di entità Media, Ferita da proiettile Bassa al fianco sinistro; [Alto + Medio]; | Stato Psicologico: Illeso; | Energia: 20 - 5 - 1 = 14 %
Arcana minori: 7 su 20 usati;
Tiro Esplosivo (Incastonato negli Arcana minori): 3 su 3 usati;

Riassunto Post: Jace, usando il Tarocco del Folle, crea uno scudo per proteggersi dai tre proiettili, ma viene comunque colpito da uno di loro. (Ferita bassa al fianco sinistro)
Si rimette in piedi e lancia un Arcana minore (potenziato con Tiro Esplosivo) e coperto da un'illusione generata con il Tarocco della Luna (Attiva di I livello di Dominio)


CITAZIONE
Tarocco del Folle: Abilità Personale, Dominio Variabile "non-elementale" sugli Incubi. Jace può generare degli "Incubi" ed usarli per difendersi istantaneamente; gli Incubi potranno essere generati solo da Jace e scompariranno dopo aver bloccato l'attacco.
Consumo usato: Basso

» Tarocco della Luna: Spendendo un consumo pari a Basso, l'illusionista sarà in grado di ricreare nella mente nemica, una sola immagine, che potrà essere un ricordo oppure un apparizione momentanea. Un volto noto, una sensazione angosciosa, un'immagine di apocalisse. Oppure il momento migliore della sua vita, capace di distrarlo ed impedirgli di combattere. Le percezioni del nemico saranno quindi modificate ed egli potrà reagire e liberarsi della malia soltanto spendendo una difesa apposita di livello Basso e non provocheranno alcun danno psionico.
L'immagine verrà vista all'interno del campo di battaglia, ma sarà visibile solo per colui che è affetto dall'illusione in se.

Tiro Esplosivo il cacciatore lancia una freccia o un proiettile carico di energia che esplode all'impatto col bersaglio, causando danni ai presenti.
La tecnica ha natura fisica e consiste nel potere del caster di donare, al suo prossimo tiro, una carica energetica di tipo esplosivo che danneggerà tutti coloro che siano nelle immediate vicinanze del punto di impatto. La tecnica è utilizzabile solo con armi da lancio, quali frecce, proiettili e simili, ma mai con armi da mischia. La sua durata è istantanea. La tecnica causa un danno Alto a tutti coloro che siano coinvolti dall'esplosione. La tecnica potrà essere accompagnata da effetti scenici che interessino il caster, le sue armi o l'ambiente circostante, purché l'effetto della tecnica non muti in quanto tale ed il caster sia sempre riconoscibile in quanto tale ed in quanto "fonte" del danno. E' basata sulla CaeM e non sulla PeRm.
Consumo di energia: Alto(Incastonato)

Note tecniche: Mi scuso per il post infimo, dovuto alle mie condizioni di salute. Non volevo far attendere oltre il mio avversario, che ha già atteso troppo tempo, per quanto debba ancora riprendermi da una strana ed inaspettata influenza. Vado ad ingurgitare qualche farmaco, bye!


Edited by The Grim - 27/5/2012, 22:48
 
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view post Posted on 27/5/2012, 21:43
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Studioso
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La testa gli girava. Non riuscì a capire se per l'attacco mentale del suo nemico o per le grida selvagge che girovagavano tra i suoi pensieri spingendolo ad uccidere.
Lacerare. Squartare. Tagliuzzare. Sbranare. Divorare.
Questi erano i pensieri che popolavano la sua testa. Gli donavano un energia fuori dal comune. Energia che utilizzò al meglio per i suoi attacchi.
Infatti se il primo fallì, l'altro lacerò la carne. Come aveva promesso gli avrebbe aperto quelle cuciture, fosse stata l'ultima cosa che avesse fatto.
Quando si gettò contro l'avversario, i denti erano pronti a colpire : affilati come rasoi e assetati di sangue.
Tuttavia non trovarono la dolce tenerezza della carne ma l'insaporita resistenza di uno scudo etereo. La rabbia si fece strada dentro di lui. Volevo assaggiare la carne di quel maledetto. Doveva farlo !
Fece forza sulle gambe e si spinse in avanti. La barriera fece resistenza ma alla fine cedette. Si crepò, si piegò e infine si spezzò. Il suono della sua rottura fu una dolce melodia ma non fu nemmeno lontanamente paragonabile a ciò che seguì. Sentì distintamente le zanne affondare nella carne e l'avversario allontanarsi per il dolore subito. O per meglio dire : la maggior parte dell'avversario. Un brandello di carne rimase nelle fauci di Numar. Gustò con felicità il ferroso sapore di quel corpo, così diverso dagli altri umani. Chissà cosa aveva fatto quel matto per renderlo così saporito. Peccato non potergli chiedere la ricetta...
Una sola pecca in quel momento di soddisfazione : il gelo non permetteva al sangue di uscire a fiotti come avrebbe voluto.
Emise un verso di disapprovazione. Così no c'è gusto, però !

"Figlio di puttana!"

Sorrise. Se avesse avuto una coscia di pollo ogni volta che lo chiamavano così, la sua famiglia avrebbe banchettato ogni giorno. Bhe...senza dover cacciare...
Il primo che l'aveva chiamato in quella maniera era stato un giovane adolescente che aveva deciso di divertirsi con la sua ragazza nel bosco, dove nessuno avrebbe potuto vedere i loro atti osceni. Nessuno, ad eccezione di Numar ovviamente. Era rimasto a guardarli per un ora, attirato dai capelli mori e dai seni prorompenti della ragazza. Poi accortosi che lo spettacolino era finito, si era gettato su di lei sbranandola e divorandone le viscere. Mai viscere furono più dolci...
Finita la ragazza, si era occupato del ragazzo che aveva avuto appena il tempo di insultarlo prima di ritrovarsi con la gola squarciata.
Sì, aveva trascorso dei bei pomeriggi durante la sua adolescenza.
Il movimento del nemico lo riportò al presente, nel vivo della battaglia. Il gesto era quello di prima e Numar capì subito cosa gli sarebbe capitato.
Un nuovo dolore avvolse la mente del licantropo. Ma era differente da prima : in quei pensieri che flagellavano la sua mente riuscì a leggere sentimenti affini ai suoi. Furia e sete di potere e sangue. Pareva quasi di leggere la mente di uno dei suoi fratelli.
Ma lui non si lasciò convincere dalla strana somiglianza tra quei pensieri. Anche perchè era piuttosto impegnato a premere le mani contro la testa per resistere al dolore. Quando la mente dell'avversario lo abbandonò Numar si sentì devastato. Oltre al forte mal di testa si era aggiunta la pesantezza in quelle sue gambe un tempo scattanti.
Barcollò sul posto sforzandosi di non cadere. Mai dimostrarsi deboli di fronte al nemico.
Ma doveva anche difendersi dal nemico, infatti quello si era lanciato contro di lui con un coltellino in mano.
La lama brillante mirava alla sua gola. No... le prede vengono sgozzate, non i predatori...
In quel momento la gamba sinistra cedette e Numar si ritrovò in ginocchio. Quell'attimo di debolezza fu fondamentale per lui. Il bisturi che puntava alla gola intaccò invece solo la guancia destra. Una sottile linea rossa si formò sulla pelle del licantropo. Diverse gocce di sangue scorsero lungo il volto e caddero al suolo.
Il tempo parve fermarsi. Aveva subito molte ferite in vita sua : era stato ustionato, colpito con mazze, fulmini e chissà che altro. Ma nessuno l'aveva mai fatto sanguinare. Nessuno si era mai permesso così tanto.
Lui era un predatore e l'avversario una preda. E una preda non fa sanguinare un predatore. Spesso si era arrabbiato ma non aveva mai provato una furia come quella che provava in quel momento.

"Tu, piccolo bastardo...
Ti spellerò e lascerò il tuo cadavere mutilato sulla prua di questa fottutissima nave !"


La furia gli diede la forza di fare ciò che fece. Con un ruggito provò a colpire dal basso verso l'alto l'avversario, gli artigli metallici mirarono al petto nel tentativo di ferire l'avversario e di farlo arretrare.
Fatto ciò si gettò all'indietro sfruttando la rotazione sulla spalla destra. Alzò il pugno grondante di energia cremisi al cielo. Guardò con ferocia l'avversario. Un ghigno comparve sul volto. Si va giù !
Ruggì nuovamente ma quel suono fu subito coperto da un altro ancora più potente. Il pugno di Numar era andato a schiantarsi contro il suolo. Il ghiaccio iniziò a creparsi e poi si ruppe. Una voragine di due metri e mezzo si muoveva a gran velocità verso il nemico.
Quello era un attacco di cui andava molto fiero. Si sentiva onnipotente quando spaccava in due la terra.
Naturalmente non si sarebbe fermato lì.
Se l'avversario fosse caduto in quel crepaccio, Numar si sarebbe gettato sopra di lui. Le sue zanne erano nuovamente lunghe e bramavano sangue ancora una volta.
Se non fosse piombato nel vuoto lo avrebbe azzannato comunque. Perchè togliersi quel piacere ?
Bene, il piano è fatto ! Ora dobbiamo vedere cosa farà la preda...
La voragine continuò ad avanzare inesorabile verso l'avversario.









ReC : 200 AeV : 250 PeRf : 300 PeRm : 75 CaeM : 200

Condizioni fisiche : livido alla schiena e leggero dolore alla guancia, danno basso al braccio destro, danno medio alla spalla destra, taglio lungo la guancia destra.

Conidzioni mentali : affamato ed estremamente infuriato, danno critico alla mente.

Energia : 37%-6%-11% = 20%

Passive :

-Indifferenza animale : Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.
-Olfatto(Mannaro) : Al primo stadio di unione, il Mannaro non risentirà particolarmente degli effetti della propria condizione, apparendo in tutto e per tutto simile ad un comune essere umano: la coesistenza di uomo e animale non sarà che un particolare trascurabile della sua vita quotidiana. Malgrado le apparenze, tuttavia, qualcosa sarà già mutato nel portatore e i suoi effetti, pur nascosti, non mancheranno già di renderlo una persona fuori dal comune: uno dei cinque sensi avrà infatti subito un'evoluzione tale da discostarlo dai comuni parametri umani per renderlo un super-senso. La scelta dello stesso starà alla discrezione e alla coerenza dell'utente che potrà prediligere, per esempio, l'olfatto per un uomo lupo (così da poter sempre avvertire l'odore del nemico) o la vista per una donna falco (per consentirle di vedere a grandi distanze) o, ancora, il gusto per un uomo rettile (in modo da percepire le vibrazioni dell'aria). Il super-senso del Mannaro sarà in grado di arrivare sempre laddove la natura normale non potrebbe, ma ciò non varrà per contrastare effetti magici o condizionamenti psionici. Dunque una super-vista non potrà violare una tenebra illusoria o un super-udito non potrà contrastare un silenzio magico.

Attive :

-Bocca della Bestia : Numar aumenta la potenza dei propri arti superiori grazie al Dominium Feracis coprendoli con una leggera aura rossastra.
Con un colpo combinato al terreno riesce ad aprire una crepa che continua ad aumentare in larghezza e profondità fino ad arrivare sotto l'avversario.
La tecnica ha natura fisica. Cadendovi all'interno, una persona subirebbe soltanto danni fisici e lesioni da caduta ma nessun danno magico. La voragine rimarrà aperta per il resto della scena o del combattimento. La tecnica si basa sulla PeRf del guerriero e non sulla sua PeRm.
Consumo di energia: Basso

-Zanne della bestia - Attraverso il Dominium Feracis, Numar convoglia la potenza della sua bestia interiore ai suoi denti che crescono fino a diventare lunghi come coltelli e altrettanto affilati.
In questo modo la potenza di una singola morso è notevolmente potenziata. Si basa sulla PeRf e non sulla PeRm.
Vale come danno Medio
Consumo energia : Medio


Armi :-Aegnor e Tuellov : due guanti provvisti di artigli metallici sulle dita creati durante il Rito; dentro Tuellov è presente il sangue del cacciatore ucciso durante la prova, dentro Aegnor è presente il sangue della sorella di Numar,Vitani.

Note : Subisco Confusione e sfruttando il cedimento delle gambe faccio in modo che la parte colpita dal bisturi sia la guancia e non la gola.
Fatto ciò provo a colpire Stein più che altro per allontanarlo per poi allontanarmi a mia volta di qualche metro.
A questo punto uso Bocca della bestia per aprire una piccola voragine (profonda due metri e mezzo e larga tre) sul terreno.
Nel cadesse o non cadesse userei comunque Zanne della Bestia. Se cadesse mi butterei sopra di lui. Sarebbe figo un combattimento nella voragine :soso:
Faccio presente che gli artigli sono ancora allungati dall'energia dato che la tecnica di prima dura per due turni.
 
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.Azazel
view post Posted on 28/5/2012, 12:53




Ω
{ C o n q u i s t a d o r e s }
— Ghiaccio e Fuoco II —


~


« Questa è la differenza tra noi due! »
Tuonò Ludvic mentre uno scudo luminoso andava a frapporsi fra lui e l'abominio oscuro che tentava di lacerarlo.
« Tu pensi che sia tutto un gioco, che vincere questa guerra ti darà fama, gloria e denaro... »
Estrasse la spada e con la pistola mirò al cranio della creatura che serviva il negromante.
« ... io credo nel cambiamento che questo conflitto porterà con sé: in bene o in male, un cambiamento ci dovrà essere. »
La vita di per sé era un gioco e questo Raven lo sapeva bene, voleva farlo capire al suo vecchio compagno ma era troppo infervorato da quegli stupidi ideali di cambiamento, di uno speranzoso miglioramento generale del clan infernale.
I tiranni cambiano nome ma non le azione che eseguono: che salga al potere Viktor o rimanga Hyena poco cambiava.
Il risultato sarebbe sempre stato quello, l'unico cambiamento sarebbe stato il nome da pronunciare per far raggelare il sangue ai condannati e calmare i focolai di rivolta.
Un colpo di pistola rimbombò nell'etere mentre una porzione di testa della creatura scompariva come se morsicata e sradicata da un animale affamato.

« Perchè non vuoi capire? Che sia Viktor o Hyena al potere non cambierà nulla nell'Akerat »
Voleva provare a convincerlo anche se in cuor suo sapeva che gli ideali di Ludvic erano di fede marmorea e difficilmente intaccabili da semplici parole per giunta proferite da un individuo venale qual era.
Prese a camminare in direzione di Raven, oramai l'ex compagno mentre caricava la pistola infilando un altro bossolo al suo interno per poi riporla nella fondina.
La carica avversaria sembrava furiosa: percorse i metri che li distanziavano in pochissimo tempo mentre il Reietto sfoderava il machete pronto a deviare con difficoltà i fendenti scagliati da Ludvic.
A circa due metri il guerriero tentò un affondo diretto al torace del ragazzo nerovestito ma questi riuscì a schivarlo spostandosi di lato alla sua sinistra e accompagnando con il piatto del coltello la lama avversaria verso l'esterno, nullificando così l'offesa.
Ma così non fu.
Un fottuto diversivo, una trappola.
Non ebbe il tempo di fare nulla mentre nella mancina di Ludvic risplendeva il metallo della pistola con la bocca da fuoco rivolta verso il suo stomaco.
Sgranò gli occhi da dietro le spesse lenti rosse, assaporando disgustato il pericolo e l'ansia che l'assaliva nell'animo.

« « Mi dispiace che finisca così, ma continuando non faremmo altro che ammazzarci l'un l'altro: quindi, ti prego, desisti dal continuare. » »

Fu l'ultima frase ch'avvertì prima di venir quasi assordato dal colpo esploso a poca distanza.
Nuovamente avvertì altro calore mentre il sangue gli bagnava le vesti.
Poi giunse il dolore e l'affaticamento per le energie spese fino a quel momento.
Cadde sulle ginocchia mentre i palmi delle mani s'appoggiarono violentemente sul freddo ghiaccio, la maschera lo soffocava: con la destra se la tolse e la gettò a qualche metro, infine sputò sangue sulla fredda lastra incolore.
I capelli corvini assaporavano l'aria fresca dopo tanto tempo, come del resto il suo viso sfigurato dalle cicatrici e dalle piaghe, doni ricevuti da un passato infausto e ingiusto.
I freddi e insensibili occhi grigi del negromante andarono a cercare quelli di Ludvic: « « Smettere di combattere?... » sputò a terra altro sangue raggrumato, disgustato al sol pensiero delle ideologie che difendeva a spada tratta il guerriero, « ... la morte non mi preoccupa, mi fanno più paura stupidi ideali come i tuoi! »
Urlò ferocemente con un rivolo di sangue che colava dall'estremità destra delle labbra fino al mento.
Non poteva finire così, non in ginocchio dinanzi all'avversario: avrebbe giocato le sue ultime carte sapendo bene che oramai il duello era giunto ad un doloroso epilogo.
Concentrò le poche energie rimaste nel suo sguardo tentando di spossare e far abbassare la guardia a Ludvic mentre alle spalle di quest'ultimo un lupo rabbioso faceva capolino dal nulla.


15qx4ck

« Desisti tu dal combattere »

Esclamò sardonico mentre il suo viso si contraeva in una smorfia di dolore per poi lasciar spazio ad un sinistro sorriso sprezzante mentre il lupo dietro Ludvic balzava in avanti pronto ad azzannare la nuca della preda.
Fu la sua ultima offensiva prima di accasciarsi totalmente al suolo, a pancia in giù, ancora cosciente, mentre il sangue che usciva dalle ferite riportate creava dei ghirigori sulla fredda e inanimata lastra glaciale.



Raven, il Reietto

Rec 325 ~ AeV 150 ~ PeRf 125~ PeRm 400 ~ CaeM 200

~ Basso 5% ~ Medio 10% ~ Alto 20% ~ Critico 40% ~

Energia residua: 30% - 10% - 5% = 15%
Status Fisico: Infreddolito, ferita sotto la spalla destra dovuta alla penetrazione di un proiettile, polso destro indolenzito dopo il contraccolpo dovuto alla parata, ferita d'arma da fuoco all'altezza dello stomaco, alquanto debole e spossato.
Status Psicologico: Distrutto e sull'orlo dello svenimento.

Equipaggiamento in uso

Adam__Utilizzato per deviare l'affondo.
Eva__Rubata. [º º º º º]

Abilità in uso

Tempra del Fantasma__Passiva razziale umana.
Azione 0__ Passiva Dominio Evocatore Lvl. 1
Equilibrio Biologico__ Passiva Dominio Evocatore Lvl. 2
Conoscenza Suprema__ Passiva Dominio Evocatore Lvl. 3

Attive Utilizzate

fallout nervoso
Allungando una mano verso il nemico, il negromante è in grado di penetrargli nella mente causandogli un forte senso di nausea, debolezza e giramenti di testa, proprio come se il bersaglio fosse afflitto da una forte forma di influenza. Subire ripetutamente i danni provocati da questa tecnica può provocare conseguenze peggiori come l'attenuarsi della vista, l'incapacità di reggersi sulle ginocchia e simili. Per castare la tecnica è necessaria la percezione del proprio avversario, anche solamente visiva. La tecnica provoca un danno totale medio alla mente della vittima, ha potenza media, consumo Medio e può essere ostacolata solamente da opportune difese psioniche.
Pergamena "Confusione" Negromante

lupo radioattivo
Sono molte le bestie che si possono incontrare lungo il percorso per giungere nell'oramai città fantasma di Revenant, una di queste è proprio il lupo radioattivo il quale potrà essere evocato attraverso un consumo energetico pari a Medio. Esso è in tutto e per tutto simile ad un cane lupo normalissimo con la piccola differenza che è cinque volte più feroce e con artigli e denti più sviluppati e taglienti di un comune lupo. Andrà considerato come un'evocazione di potenza bassa, e resterà sul campo per un totale di due turni compreso quello d'evocazione, svanendo al termine del secondo, se non richiamato in precedenza. Non va trattato autoconclusivamente.
Attiva Dominio Evocatore Lvl. 1


Note: mio caro Orƒ io sono giunto al termine, ho lanciato la mia ultima offensiva sperando arrechi qualche danno a Ludvic.
Spero sia tutto chiaro, non ho voglia di fare una sintesi di ciò che ho fatto nel post, in caso comunque tu abbia delle domande mpizza pure :v:

 
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view post Posted on 28/5/2012, 22:05
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CONQUISTADORES
Capitano su una nave,ostaggi, malattie.




Una musica dance ripetitiva e scontata pervadeva di tragicomicità tutto quel miscuglio di sangue e morti. Non c'è che dire, il capitano ha stile quando vuol fare fuori chi gli sta sul cazzo, ha stile anche quando balla. I piedi si muovono a ritmo di musica, il corpo sembra essere votato solo a quel ballo sfrenato e improponibile in un ambiente del genere. Vorrei provare a imitarlo, seguire quei passi lanciandomi senza vergogna o timidezza in quella danza che mi tenta col suo ritmo, come una troia sculettante o la pasta con le vongole -buona la pasta con le vongole eh. Ma non posso. C'è chi è nato per fronteggiare ogni situazione, io non lo sono. E il combattimento e il ballo sono roba simile, infondo: Un pubblico, il tentativo di non risultare goffo e ridicolo, e la bravura che decreta il vincitore. Io sono nato così, senza essere capace né di combattere né di ballare, solo di tirare a fatica un'ancora e dirigere i pochi incarichi a me affidati sul ponte. Forse mio padre mi avrebbe insegnato anche quello, a combattere, se ne avesse avuto il tempo. Oh ma pazienza, infondo non ho di che lamentarmi, ho una vita più felice di tanti altri esseri viventi. Tipo le piante, sai che noia loro...credo...spero.
"Attento bello, arrivano gli effetti col fumo!"
Oh no. Di nuovo no. Non di nuovo capitano NO.

FUMO
FUMO
FUMO



Un sacco di fumo, un casino di fumo nel quale non riesco a vedere a un palmo dal mio naso, una nube di fumo grigia e densa, indissolubile.
“Capitano! Dov'è finito?! Capitano!”
Niente, non mi sente, sarà la radiolina che fa un casino immenso, sarà che il ballo e le legnate sono l'unica cosa di suo interesse, almeno al momento.
Un rumore metallico si propaga nella nube, probabilmente il capitano avrà già fatto rotolare la testa di quel povero disgraziato a terra, senza remora. Devo uscire di qui, il fumo comincia a darmi seriamente fastidio agli occhi, e io voglio andarmene da questa guerra, da questo ridicolo combattimento a senso unico, e da questa malsana rivoluzione. Voglio tornarmene in cabina con la mia conchiglia e il capitano, chiaccherare del più e del meno e poi tornare a dormire, senza per questo dover massacrare decine di ribelli per una notte di sonno.
“Anche tu sei come lui?! Anche tu non puoi essere ferito?
Nemmeno il tempo di muovere un passo, di pensare. La spada puntata sotto la gola, immobile e terrorizzato giaccio nel mezzo della nube. In piedi, ma dentro di me sono morto già.
"Ho il tuo mozzo! Fatti vedere, dannazione!
Fatti vedere o lo ammazzo!
E poi,
"
NON CEDA CAPITANO, NON FACCIA CAZZATE, LO FACCIA FUORI. Vaffanculo. VAFFANCULO. Me ne voglio andare da questo cazzo di guerra, voglio piantare il culo nella mia cabina e mandare a fanculo carcerati e carcerieri, ribelli e resistenza, il beccaio e il capitano della nave!
"fammi andare via di qui."
In quel momento esatto, accadde in quel momento esatto. Una lacrima si fece largo dall'occhio destro, scivolando sulla guancia e poi sul filo della spada, come una rondine, come un equilibrista, senza mai guardar giù e cadere. Era la lacrima di una paura che è al di sopra della semplice concezione di essa, la paura mista della morte, della perdita di tutto ciò che è a te caro. La paura che questo avvenga per qualcuno simile a te. Anche lui. Anche lui è un'anima disperata, restia a questo combattimento allucinante e senza vie di scampo, anche lui è l'ennesimo soldato lanciato alla deriva dall'alto. Anche lui...
“Vuoi venire con noi? Possiamo andar via di qui...”

__________________ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __________________



Vederlo rotolare a terra nella polvere, sotto la forza bruta del possente me. Un piacere che ha del poetico, dell'arrapante oserei dire. È un potere formidabile quello che possiedo, una forza degna di un colosso. Tutta racchiusa nel mio stupendo corpo e...Dov'è finito?

"Ho il tuo mozzo! Fatti vedere, dannazione!
Fatti vedere o lo ammazzo!
E poi,
"

Yukatan. Maledizone. “YUKATAN!”
No, no. NO. Figlio di puttana, perché Yukatan?! Toccalo, sfioralo, torcigli un capello e prometto sulla tomba di un soldato a cazzo di tagliarti OGNI SINGOLO ARTO. Ci metteranno mesi, MESI, per trovare tutti i tuoi fottuti pezzi, ti ridurrò in un cumulo di rivoltanti macerie, sputerò sulla tua tomba solo per poi dissotterrarti e darti in pasto ai corvi!
La spada puntata alla gola, immobile, distante, troppo distante. Perché? Maledizione, PERCHE'?! Come cazzo lo salvo ora io, se mi avvicinassi riuscirebbe comunque a sentirmi, sarei comunque troppo lento per afferrarlo in corsa da dietro, quella maledetta spada è a un millesimo di secondo dalla morte del ragazzo. Non posso nemmeno usare la prima forma, rischierei seriamente di colpire anche Yukatan. Che diavolo faccio ora? Che diavolo faccio ora?!
“Lascialo sgorbio, non costringermi a ridurti in pezzi!”
No, così non va, non va ti dico! No...no...no

Una lacrima.


Erano anni che non ne vedevo una, una mia. Da quando è morto mio padre credo. Scivola sulla guancia, lascia dietro di se una traccia di umido simile a quella di una lumaca, cade sulla mia mano aperta. C'è la storia dell'eterno, tutta lì dentro. La storia di quello che è stato, di quel che potrebbe non essere. Mi sta osservando, quell'infinito, quel per sempre mi guarda stizzito e sorridente, sarcastico e beffardo. Mi parla, proprio ora. Parla una lingua antica, persa nei secoli che non ho mai visto, sussurra di un flebile dolore che si ripercuote per tutto il mio corpo. “Vuoi salvarlo?”, mi chiede. “Lo voglio”, lo voglio intensamente. “Accetti che Maalad ti doni parte del suo potere, decidi di sottomettere in parte a lui il tuo spirito?”, prosegue. “Se è necessario a salvarlo sì, sono pronto. Il mio spirito vale poco, che ne prenda pure un pezzo. Io voglio solo quel potere, e la sua salvezza”. La lacrima sorride ancora “Bene”, sparisce in quella risata beffarda entrando sotto pelle.
Appena il tempo di piantare la spada nel fodero, poi fu un cuore. Un cuore che batteva alternandosi al mio, con una forza e una violenza tali da annichilire il primo cuore, vecchio e stanco. Un tentacolo, lungo. Scende sul fianco sinistro e raggiunge il terreno, il corpo si slancia verso l'alto, stringendo il bacino e allargando le costole. I denti diventano aguzzi e affilati, tutta la pelle viene ricoperta da uno strato marrone durissimo eppure molliccio. Giace silenzioso il primo cuore, attendendo che si plachi quella furia che imperversa nell'animo, quella fonte di potere inesauribile. I piedi scattano, fulminei aprono la nube di fumo turbinandoci attraverso. In meno di un attimo lì, di fronte al bastardo che ha osato prendere Yukatan come ostaggio. Il secondo cuore, oramai tiranno del corpo ride di quel potere apparentemente sconfinato. Dunque è questo, è questo il secondo stadio della malattia, è anche questo Maalad. Gli occhi si rivolgono all'uomo con la spada puntata. La tua fine sarà una goduria inestimabile, anche in questo stato vederti rantolare a terra sarà un immenso piacere. Il tentacolo ascese falciando la nube di fumo, armato di ritrovata velocità e potenza, mentre un altro apparve da sottoterra, da un pestone rimasto conficcato nel terreno, mirando a farlo crollare sulle ginocchia. E quel cuore non la smetteva più di ridere, e così un sorriso non riusciva a svanire dal mio volto.
“MUORI, FIGLIO DI PUTTANA! MUORI!”

anteprima2l


“Capitano si fermi!” Non ebbi il tempo di dir nulla, non ne ebbi il coraggio. Quello che si mostrò a me fu la furia dell'infinito, una parte della malattia e dei segreti di Mahfareraak Maalad. Ma questa è un'altra storia, quello davanti a me è un altro morto, e chi lo sta per uccidere non è più il capitano
“Mi dispiace tanto, essere simile”, sussurrai. E mi dispiaceva davvero, perché sarebbe stato l'ultimo suono da lui udito. Poi sarà solo silenzio. Un mare di silenzio.


anteprima2l


RIASSUNTO
Le mirabolanti imprese del capitano
• ReC 150 100 • AeV 300 375 • PeRf 375 450 • PeRm 125 • CaeM 175 125





Stato Mentale: Divertito, terrorizzato, furibondo.
Stato fisico: Ferita bassa al braccio sinistro.
Passive: Immune agli attacchi fisici se la PeRf avversaria è minore della metà della propria - Tatto sviluppato - capacità di essere sempre allerta.
Attive utilizzate: Seconda attiva dominio (Mannarismo) Trasformazione in un uomo alto due metri, con un tentacolo massiccio al posto del braccio sinistro, un'armatura naturale degli spuntoni sul tentacolo. Rimane facilmente riconoscibile in faccia. Consumo medio I muscoli del capitano Variabile su PeRf, evoca un tentacolo che fuoriesce dal terreno, partendo sempre da un arto del caster. Consumo Variabile
Armi: Capitan Hook (Spada lunga a una mano- nel fodero) - Gennsab (Triboli x20-riposti in un borsello) - Fat Lady (Cannone-un solo colpo per giocata)
Energie residue: 21% (55-6-11-11-6)
Riassunto:Come si può facilmente notare il post è diviso in tre pezzi: Il primo narrato da Yukatan, il secondo da Achab, e il terzo nuovamente da Yukatan.
Trovatosi davanti l'uomo armato nel mezzo della nube di fumo, Yukatan rimane immobile e terrorizzato. Ma sentendo la frase "Fammi andare via di qui" si commuove, e propone a Ezequiel di venire via con lui e il capitano. Nel frattempo Achab assiste alla scena, becca in pieno provocazione (Che si traduce nel non mantenere la calma, non tentando di convincere Eze a lasciare yukatan con "non sono stato io!") e come tale impazzisce in un piagnisteo che si tramuta nel totale affidamento a Maalad (Scoprirete cose presto :v:). Il corpo di Achab dunque muta, tramutandosi nel secondo stadio del mannarismo e in un corpo abietto e deforme descritto in scheda e nel post. Dunque si lancia al fianco di Ezequiel e mena un ascendente col grosso tentacolo spuntonato, mentre usa la sua variabile a basso per tentare di far cadere Ezequiel. Yukatan implora di fermarlo, ma Achab ha già praticamente perso il senno.
A te, figliolo :zxc:

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achabq



 
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Karnia
view post Posted on 29/5/2012, 07:51




~ Non una seconda volta ~


« Perché attacchi? »

La domanda del ragazzo nella neve venne ignorata completamente. Tutta l'attenzione era solo per la scena intorno, lontani suoni di battaglia filtravano ancora attraverso gli alberi secolari e imbrattavano il morbido silenzio dato dalla neve.

« Non vedi che siamo solo noi due?. »

Proprio no.
Erano in tre.

Le fauci feroci di Dente si chiusero in quell'istante sulla sua spalla sinistra, lacerando carne e muscoli prima di ritrarsi. Un scivolare leggero e la fiera feroce tornò ad essere l'esile ermellino di prima che aveva tratto in inganno il ragazzo. Ma ora il muso era imbrattato di sangue, e gli occhi non potevano che essere quelli di un predatore.

E il Drago che aveva di fronte non avrebbe potuto non vedere il legame tra i due. Difesa e attacco, forza e sottigliezza, intelligenza e ferocia. Tutto era perfettamente bilanciato e pronto alla battaglia. E tutto era al servizio di una Strega dai capelli rossi.

« Perché ti ostini a combattere?. »

Karnia non si mosse neppure, lo sguardo fiero fisso in quello di lui. La mano libera si sollevò solo, come a voler afferrare la lama che le andava incontro. Che invece si trovò a colpire la roccia solida, uno scudo di pietra che per un attimo rimase stretto tra le dita di Karnia, prima di ricadere al suolo in minuscoli frammenti una volta assolto il suo compito.

Non un passo indietro, anzi uno avanti, per accorciare ulteriormente le distanze con il ragazzo, invadendo il suo spazio per fissarlo senza più alcun timore per la sua presenza, nessuna paura ora che aveva la roccia stessa a proteggerla nel suo abbraccio.
Quando parlò la voce era fredda come la neve intorno, e lo sguardo glaciale.

"Perché questa è la mia casa"

Viticci e rovi cominciarono ad emergere dalla neve intorno alle due figure, dapprima lentamente, poi sempre più rapidi. I suoni della battaglia oramai lontani tornarono a farsi sentire più forti, gli alberi intorno parevano essere sempre più evanescenti.

"Perché questo è il mio branco"

Liane e rami sottili frustarono l'aria con spine aguzze in vista. Petali colorati fiorirono sui rami appena nati e il loro aspetto splendido avvisava del pericolo intrinseco. Nuove piante emersero dal terreno gelato, restando per pochi istanti a coronare la scena, come serpi a comando di un incantatore.
Dente la raggiunse insinuandosi in quella selva, fino ad accostarsi ai suoi piedi, quasi accoccolandosi davanti a lei.

"E non ve lo lascerò bruciare di nuovo"

E quelle parole ognuna delle piante appena cresciute si abbatté con forza violenta sul ragazzo, percuotendo arti e busto con spine aguzze e ruvide cortecce, lacerando ed insinuandosi tra le vecchie ferite per martoriarle ancora.

E Karnia ancora immobile in quello scempio, si limitava ad osservarlo con glaciale decisione.



sguardo



Umano ~ Druido ~ Energia Verde ~ Absolute Defense
ReC 275 ~ AeV 175 ~ PeRf 175 ~ PeRm 325 ~ CaeM 200
Consumi ~ Immenso 40% ~ Alto 20% ~ Medio 10% ~ Basso 5%
Status Fisico ~ Illesa
Status Mentale ~ Illesa
Energia ~ 30% - 5% - 10% = 15%
Dente ~ Illeso

Armi
La forza del cervo ~ in mano
La rapidità del cervo ~ in vita
Scheggia Nera ~ stivale destro

Passive
Salda come una Roccia ~ Passiva Razziale Umana - Passiva di dominio Absolute Defense I e II ~ Non sviene raggiunto il 10% di energia - Difese istantanee, difese a 360° di potenza pari al consumo
La Voce del Predatore ~ Pergamena del Druido "Idioma Animale" ~ Permette di comunicare con gli animali ed usare il compagno animale in combattimento
Il Fruscio delle Foglie ~ Pergamena del Druido "Idioma Vegetale" ~ Permette di comunicare con le piante
Fratello ~ Abilità dell'artefatto "Aranea Nigra" ~ Utilizzo delle abilità personali da parte del compagno animale
Dominio ~ Abilità dell'artefatto "Aranea Nigra" ~ Possessione delle creature viventi sul campo di battaglia ad eccezione dei compagni animale altrui (Dente)
Possessione ~ Abilità dell'artefatto "Aranea Nigra" ~ Passiva di proprietà esclusiva


Attive in uso
Rosa del Deserto ~ Abilità Personale 2/10 ~ Difesa psionica della durata di due turni [Alto] (secondo turno)
Scudo di Roccia ~ Attiva di dominio I e II Absolute Defense ~ Evocazione di uno scudo di roccia di fronte a se [Basso o Medio]
Furia della natura ~ Pergamena Furia della Natura [Variabile Medio]

Note


La Rosa del Deserto rimane attiva dal turno precedente e annulla per ora il timore che Lud emana, cominciando anche a sfaldare l'illusione ambientale che perde consistenza. L'attacco fisico della spada viene parato con l'attiva di Dominio a consumo Basso, ma ho aggiunto qualche accenno che può arrivare dalla Passiva Kajera.
Poi Karnia contrattacca con la Variabile Furia della Natura a consumo basso.

 
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Robin Good Fellow
view post Posted on 29/5/2012, 14:23




Ora d'aria, a qualche metro dal pavimento



Perché? Questo si domandava Rèver mentre l'aria gelida lambiva il suo volto ed agitava la coda dell'impermeabile che, come un'ala spezzata, accompagnava svolazzando la sua silente caduta. I battiti del cuore acceleravano all'approssimarsi del terreno ed il suo volto si faceva sempre più tirato: rabbia, rabbia verso l'illusionista perché l'aveva preso in giro con quei bei discorsi, rabbia verso sé stesso per averci creduto, rabbia per le ferite che gli bruciavano lungo tutto il corpo come una pioggia di tizzoni ardenti e, in generale, era semplicemente arrabbiato; a dirla tutta, considerando gli avvenimenti di quella giornata, questa non era che la ciliegina sulla torta, una torta maledettamente amara.
Atterrò ammortizzando la caduta con una capriola, ritrovandosi nuovamente fra lastre di ghiaccio e pennuti gracchianti che non contribuivano a migliorare il suo umore. Mentre fissava con disprezzo i corvi inesistenti la sua attenzione venne attirata da una piattaforma sollevatasi in quel momento dal centro dell'arena: due uomini che cercavano di ammazzarsi fra di loro, apparentemente nulla di strano considerando il luogo ed il momento, eppure un brivido gli suggerì che quegli esseri non avevano nulla di normale, persino per la sua concezione del termine.

Ti ucciderò, bastardo!

Il grido proveniente da oltre l'illusione lo riportò al suo scontro. Porco Giuda, concentrati! Pensò anche che almeno uno dei suoi colpi doveva essere andato a segno ma, chissà per quale ragione, non riusciva a rallegrarsene. Partì di scatto seguendo la direzione del grido e dell'urlo che lo seguì, innanzitutto doveva poter vedere il suo avversario: sapeva che quelle mere immagini non potevano fermarlo, eppure mentre si avvicinava sempre più alla superficie di ghiaccio non riusciva a liberarsi dell'idea che ci sarebbe andato a sbattere contro. Non accadde, anche perché non vi arrivò. Prima che potesse farlo una mostruosa ed oscura apparizione uscì dalla lastra che egli stesso avrebbe dovuto attraversare, una creatura spettrale e sinistra come l'urlo che usciva dalle sue fauci acuminate, spalancate ed impazienti di affondare nella carne del giovane. Nei brevi istanti in cui Rèver strabuzzò gli occhi e, frenando all'improvviso la sua corsa, alzò lo scarlatto a schermarsi il volto, probabilmente aveva intuito che il demone nero non esisteva realmente, ciò nonostante poté far poco contro l'istinto di autoconservazione. In realtà quel gesto involontario fu la sua fortuna: la carta esplosiva lanciata dall'illusionista, che la visione del mostro avrebbe dovuto mascherare, impattò contro quella difesa improvvisata che, seppur inadeguata alla potenza dello scoppio, gli permise di cavarsela a buon mercato. Venne sbalzato via dall'esplosione e buttato a terra, coperto d'ustioni, impermeabile e camicia nuovi rovinati. E mentre la brina gelata sollevata dallo scoppio ricadeva piano posandosi sul suo corpo dolorante, come la mano d'una guaritrice al capezzale d'un malato, pensò che, in fondo, non era più arrabbiato. Rèver Wyrd si rialzò. Si rialzò incazzato.

Adesso basta!

Ringhiò, gettando lontano la pistola del traditore che ancora impugnava nella mano buona. Sollevò lo Scarlatto ed irrigidì le falangi.

Sto venendo a prenderti!

Partì alla carica senza esitare mostrando i denti come un cane rabbioso, stavolta non gli passò neppure per l'anticamera del cervello l'idea di andare a sbattere contro il nulla. In effetti, per l'anticamera del cervello il nulla fu esattamente ciò che vi passò: forse i pensieri coerenti erano rimasti chiusi fuori senza chiavi, fatto sta che l'unico ancora di casa era il desiderio di mettere le mani addosso all'incappucciato, o per meglio dire, una mano in particolare; dopotutto se utilizzava addirittura il braccio destro contro un uomo voleva dire che non era esattamente in sé. Quando qualcuno non riflette sulle proprie azioni finisce per fare cose stupide, ad esempio caricare alla cieca verso l'ultima posizione conosciuta del proprio nemico, ma in quel caso la fortuna sembrò sorridergli una seconda volta. Infatti, attraversato il secondo anello illusorio, si trovò davanti l'illusionista in carne ed ossa che a quanto sembrava non si era mosso di un millimetro dopo il suo ultimo attacco, forse convinto che Rèver non si sarebbe rialzato dopo l'esplosione. Sarà il tuo ultimo errore! Pensò forte mentre si concentrava per richiamare l'energia dello Scarlatto, caricò un pugno e si apprestò a colpire in corsa. Per un attimo, un solo fugace istante, lo colse una profonda amarezza nel fissare gli occhi di quell'uomo, riportandogli alla mente la domanda irrisolta: per quale ragione si erano ritrovati a scannarsi a vicenda? La brama di potere di Falkenberg? La fame di libertà dei carcerati? La negligenza degli ufficiali? La verità era che il motivo non importa, bene o male finiamo sempre per morire domandandoci perché.
Sferrò un diretto al volto tatuato.



Rèver Wyrd


ReC: 400 ¬ AeV: 225 ¬ PeRf: 200 ¬ PeRm: 175 ¬ CaeM: 200


Danni fisici: Medio (ferite da taglio e perforazione più o meno superficiali, sparse), Medio (ustioni diffuse, addome)
Danni psionici: Medio
Energia: 35-10-10= 15%

Sgominaratti: 6/6 (esplosa)
M-A61: 1/1 (riposta, cinturone)

Legenda: Narrato - Pensato - Parlato
Note: Per il tiro esplosivo che Rèver subisce bisogna fare una considerazione: normalmente non avrebbe cercato di ripararsi dal demone, sapendo tramite la passiva "Discernimento" che era illusorio, e quindi (a meno di aver notato l'avversario mentre lanciava anche il vero attacco) si sarebbe beccato in pieno un alto. In questa occasione ha potuto difendersi, seppure parzialmente tramite la pergamena "Tempra di ferro", poiché con uno stratagemma permesso dalla scarsa descrizione dei particolari dell'attacco (per esempio in che momento lo lancia, mentre sono ancora in aria oppure dopo che sono già atterrato) la visione del mostro è apparsa all'improvviso provocando un riflesso condizionato del mio personaggio. Detto questo, Rèver si rialza e parte alla carica: senza indicazioni contrarie ho supposto che Jace sia rimasto fermo dopo l'attacco, quindi nonostante il mio pg non potesse vederlo lo raggiunge oltrepassando le illusioni (che, ricordo, riconosce come tali tramite la passiva già citata) e sferra un attacco sfruttando l'abilità variabile personale "Sincronia | Offesa" a consumo medio. Note personali: Spero vivamente che non ci siano altri turni di combattimento, altrimenti sono leggermente fregato.

Passive


Discernimento: Passiva di discernimento illusioni e tecniche psioniche
Indifferenza: Difesa contro effetti psionici passivi
Lucidità: Passiva che consente di ignorare gli effetti dei danni psionici, ma non i danni stessi
Empatia animale: E' possibile utilizzare il proprio compagno animale in combattimento {Scarlatto: braccio destro/compagno animale}

Attive


Tempra di ferro: Si tratta solo di sfruttare la resistenza innata dello scarlatto per parare un qualsiasi tipo di attacco, sempre che non raggiunga potenze troppo elevate. {Tecnica di natura fisica a consumo e potenziale medio basata sulla PeRf del caster}
Sincronia | Offesa: Tramite questa abilità il potere dello Scarlatto verrà liberato in un unico potente attacco. La tecnica tre fondamento dalla potenza sopita ed apparentemente sconfinata del braccio destro, e perché possa essere espressa al meglio richiede un grosso sforzo di concentrazione da parte di Rèver: più grande è il potere utilizzato, più grande è l'energia che dovrà essere impiegata nello sforzo di controllarne la fonte. Colpendo il suolo, inoltre, l'attacco potrà propagarsi per qualche metro a 360° sotto forma di onda d'urto, in quel caso tuttavia la potenza sarà inferiore di un grado al consumo. {Abilità di natura fisica a consumo e potenza variabile basata sui ReC del caster}
 
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view post Posted on 29/5/2012, 20:04

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C O N Q U I S T A D O R E S

Come l'araba fenice risorge, così il legame può spezzarsi per sempre.

Petali colorati e liane, rovi e spine.
Una vegetazione fuori luogo crebbe in quella landa ghiacciata. Un habitat più adatto al clima umido dell'oriente, dove alberi crescevano selvaggi e l'uomo restava a osservare quell'intricata serie di foglie che si districavano in un labirinto di spine. Ormai l'ora d'aria sembrava immersa in un totale sfracello climatico, il caos regnava sovrano in quell'arena dove difficilmente la resistenza si distingueva dagli invasori, solo in alto - sospesi su una pedana - i due contendenti principali si ammazzavano sopra lo sguardo di tutti. Poco prima che gli alberi si chiusero su Morpheus la selvaggia gli parlò, nel suo discorso alberi e Goryo si mischiarono in un'unica persona non facendo ben intendere al drago a quale casa ella si riferisse. Ma non ebbe il tempo di pensarci che le foglie, i rovi e le spine si chiusero sulla sua persona. In un maelstrom di vegetali le spine avvolsero il giovane tagliandogli il corpo in più punti: lacerazioni si aprirono su tutto il suo corpo, le vesti vennero tagliate e trafitte da quel vortice verde, per istinto si portò le mani al viso per proteggersi gli occhi, le nocche vennero tagliuzzate e il dolore - seppur piccolo - era fastidioso come quando ci si taglia con un foglio di carta. Quando tutto quello finì, il suo corpo era lacerato in ogni punto, sangue rubicondo scendeva sul fallace terreno ghiacciato scivolando sulla sua pelle come china su di un muro. Osservò Karnia, scosse la testa in segno di diniego: la selvaggia proprio non capiva l'inutilità di quello scontro. Il Goryo, così come il fu Sorya e il Toryu, sarebbe dovuto cadere per poi rinascere più forte di prima, il vecchio mondo aveva terminato il suo corso e dopo la battaglia del valzer, un nuovo mondo doveva crescere con nuove persone. Il Goryo di Hyena aveva perso la propulsione iniziale e già il solo inizio di quell'invasione certificava la fine di un ciclo ormai vicina.
« Non puoi capire » sorrise, « troppi pochi inverni hai vissuto » la sua voce era simile a quella di un padre che istruisce la figlia,« il Goryo deve essere distrutto per rinascere più forte di prima, così come l'araba fenice prende fuoco per rinascere dalle proprie ceneri. » Morpheus scosse la testa, non sapeva nemmeno se la selvaggia potesse seguire il filo dei suoi pensieri.
« Il mondo ha bisogno di tutto ciò » aprì le braccia indicando le urla che si animavano della guerra nascosta da quegli alberi.
« Noi abbiamo bisogno di distruggerci per diventare più forti. »
Perché siamo umani, terribilmente umani.
Lui un po' meno, ma questo non lo disse, non lo ritenne necessario.
Poi una lampadina si accese nella sua testa, come se un fulmine lo colpì in pieno illuminando la sua mente. Due fiammelle baluginavano di una luce comune, furetto e donna legati da un legame ben più forte di quello semplice e spartano di animale e padrone, erano un'unica cosa. Pochi passi e colmò la distanza che li divideva, un sorriso sinistro si pittò sul suo volto accompagnando i suoi passi.
Mosse il primo passo che gli avrebbe garantito una facile vittoria.
« Poni fine alle ostilità » continuò a camminare guardando ormai in faccia la donna,« e unisciti al mio fianco. » Poi il braccio con Kajera impugnata scattò con un unico colpo secco, la lama avrebbe attraversato la testa da parte a parte come se fosse incorporea. La sua mente sarebbe piombata nell'oscurità dei suoi occhi, lontana da tutto e da tutti. E mentre Karnia sarebbe piombata nelle tenebre la scimitarra sarebbe affondata al centro del corpo, dove la fiammella del legame si agitava:

Un enorme drago blu cobalto svetta in alto tra la folla, il furetto dentro le sue fauci, masticato dai suoi denti, maciullato e ridotto in poltiglia, le ossa scricchiolano come pietrisco calpestato, mentre Karnia rimane al suolo imponente e ferita, senza poterlo salvare, senza poter dire un ultima parola di conforto, senza poter dire un addio diverso da copiose lacrime amare. La fiammella si spense nel momento stesso in cui il drago deglutì e la vita del furetto semplicemente scomparve.

« Altrimenti lui morirà. »
Una risata gutturale e sinistra si produsse nell’aria, la sua mossa definitiva era stata ultimata, lo scacco matto era stato portato, il dado era tratto.
Infine un ultimo attacco, la spada sarebbe penetrata nel basso ventre, per farle capire che no, non scherzava. L’avrebbe resa in fin di vita per assistere allo spettacolo che il drago aveva in mente per lei.
« Puoi fermare tutto questo, se solo lo vuoi. »
Perché, infondo, lui era un drago buono.






CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


ReC: 275 - 250 | AeV: 125 - 100 | PeRf: 150 - 300 | PeRm: 250 - 450 | CaeM: 150 - 100


Energia: 23%
Status Fisico: Danno basso da perforamento alla zampa posteriore destra. Danno da ustione su tutto il corpo .[basso] Parziale immobilità della spalla sinistra dovuto al dolore successivo al morso [Danno medio] Leggera lacerazione al basso ventre [Danno basso] Ustioni su tutto il corpo [Danno alto] lacerazioni superficiali per tutto il corpo [Danno medio]
Status mentale:Disilluso
Abilità attive:

"Non la guarderai".
Il legame, si sa, nasce sopratutto da un'intesa di sguardi. Il vincolo che si crea, nasce dall'ammirazione della bellezza, della dolcezza di uno sguardo che si posa sui capelli di lei, o sul sorriso di lui. Nasce dalla comprensione di se e della propria esistenza nel mondo, quale amanti, amici, compagni, legati per sempre dalla certezza che ad ogni volgere del volto, colui o colei che si ama ci sarà sempre. Oppure no? Kajera, infatti, colpirà per primo questo vincolo. Colpendo con un colpo di taglio il volto di un avversario, infatti, la spada potrà divenire evanescente - incorporea per pochi istanti ed affondare il proprio dolore non nel corpo della vittima, bensì nel vincolo che lega il suo sguardo alla sua mente. Kajera, infatti, non arrecherà alcun danno alla carne, ma renderà completamente cieco un nemico a lungo, tanto a lungo da impedirgli di scrutare il suo amante e rinfrancarsi di lui, o da impedirgli di trovarne uno e rinfrancarsi comunque. Lo sguardo vuole la sua parte: Kajera lo nega. [Tecnica magica a costo Medio, la lama diviene incorporea se usata per colpire di taglio la testa di un nemico: costui perde la vista per due turni; non provoca alcun danno.

"Non la consolerai".
Il tormento più grande di un affetto è vederlo morire. Veder scomparire tutta la vita passata insieme, perdersi nel vuoto come nulla e dissolvere ogni sentimento, per quanto forte esso sia, in pochi minuti. Eppure, è ancora più terribile il dolore di chi vive la morte di un affetto senza poterlo stringere a se un'ultima volta, senza poterne condividere le lacrime e senza potersi dannare per l'evento, stringendo almeno a se il cadavere della persona perduta. La terza e più terribile disgrazia di Kajera è proprio quella di negare ogni compassione: colpendo con la lama la scintilla in cui vive il legame nell'animo del nemico, il portatore creerà nella mente di costui l'illusione di comprendere - all'improvviso - che quel suo grande affetto sta morendo e che lui non possa far nulla per impedirlo, nemmeno consolarlo o stringerlo a se. La mente dell'avversario vivrà tale consapevolezza sotto forma di una illusione incredibilmente realistica, cui non si potrà sottrarre se non con opportune difese. [Tecnica magica a costo Alto, che causa un danno psionico Alto: la spada colpisce la scintilla dove risiede il legame affettivo che si vuole tormentare ed il nemico vivrà l'illusione di vedere il proprio affetto prossimo alla morte, ma di non poterlo consolare o impedire in nessun modo.]
Consumo Medio

Abilità passive:

Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, ogni attacco fisico passivo portato dall’arma sarà come se fosse eseguito con il doppio della PeRf standard posseduta. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Il post è quello che è, è stato scritto in meno di un'ora dal cellulare, scusate quindi eventuali errori e lo schifo di post. comunque nulla, do fondo alla maggior parte delle energie per attaccare karnia e farla arrendere.



Edited by Lud† - 29/5/2012, 21:24
 
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view post Posted on 29/5/2012, 20:59
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Cardine
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VI



Fabula lacerò carni, che purtroppo di umano avevano ben poco: era apparso, nella nube, un macabro costrutto, dalle fattezze umanoidi, ma dai dettagli raccapriccianti. In parecchi villaggi vengono chiamati morti-che-camminano, non-morti, dragur, o, ancora più semplicemente, zombie.
La nebbia si diradò dopo poco, e notai che il sacco di carne che aveva rovinato il mio colpo. Non ci voleva. Come se non bastasse il pazzo che avevo davanti si apprestò a menare un altro colpo di spada ma questa volta non mi ero fatto cogliere impreparato. Affatto. Sapevo che dopo il mio attacco sarebbe arrivata – e non in ritardo – una contro offensiva piuttosto risoluta, perciò la mia mano sinistra era pronta a suonare le note della mia cetra, e la destra pronta a deviare il colpo come poteva, ovvero improvvisando. Ciò che non calcolai fu un’improvvisa lentezza dei movimenti, come se i miei muscoli rispondessero alla realtà con un ritardo, seppur involontario.
«Quale maleficio è mai ques...» mi ero scostato di lato, ma non era servito a molto: mi colpì alla spalla sinistra, ferendomi in profondità. Imprecai, indietreggiai, lo osservai e poi compresi che lo scontro fisico mi avrebbe portato alla disfatta. «Divertiti quanto vuoi con la mia mente. Se i tuoi insulsi poteri possono battermi, allora io sono qui da solo. Insulso, no?» Menai una spazzata orizzontale, che lo avrebbe trasportato all’istante in una realtà parallela – la mia – che avrebbe distorto leggermente la sua visuale. La scena sarebbe stata la stessa di prima: l’inferno di violenza che imperversava accanto a noi, e la nostra impotenza davanti a tutto ciò. Ogni singolo scontro era in verità l’ultimo tentativo del clan di sopravvivere. Avrebbe però visto me gettare la spada a terra – cosa che feci sul serio. Sarebbero apparsi, davanti, dietro e ai suoi due lati, quattro individui di aspetti diversi: mercenari dalla pelle scura, armati di mazze ferrate ancora più nere di loro.
«Un bardo ha i suoi compagni di ventura. Sarà meglio che tu non ti metta contro di noi. Puoi sempre arrenderti...» Le parole, alle mie stesse orecchie, risuonarono minacciose quanto desideravo. A quel punto mi spostai di lato, cercando di allontanarmi da lui e recuperando la spada, anche se lui nell’illusione mi avrebbe visto fermo nello stesso posto, con un largo sorriso sul volto.

La ferita sanguinava, e la testa ancora mi faceva male. Non potevo lasciarmi sfuggire il controllo della situazione, non subito. Al diavolo gli altri, al diavolo il Goryo. Lottavo per me e per nessun’altro, in quegli attimi.
Egoismo?
Sì.


♪♫



Taliesin ♪

Razza "umana"; classe "ladro"; dominio "illusionista"
Rec 350 ; AeV 200(150); PeRf 100; PeRm 350; CaeM 200
Basso 5%; Medio 10%; Alto 20%; Immenso 40%

Status fisico: danno medio alla spalla.
Status mentale: danno basso.
Energia: 43% (59%-15%-1%)

Abilità passive ♫
Passive del dominio "Illusionista" livello I, II e III: risparmio del 5%, cast istantaneo e potenza aumentata dei danni delle illusioni;
Razziale umana;
Il bardo dell’autunno ~ influenza psionica della musica;
Di come sempre fulgida sarà Fabula, et bellissima et inimitabile ~ indistruttibilità e mutevolezza di Fabula:
Una spada come questa non potrà mai soccombere al peso degli anni e delle lunghe battaglie. E nemmeno essere limitata ad un unica forma. Essa sarà la sciabola del corsaro dall'anima incancrenita, la lunga lama del crociato dal cuore purissimo, il sottile stiletto della fedifraga regina, la punta della freccia del giustiziere. Essa sarà tutti e non sarà altro che se stessa. Agli occhi di chiunque la guardi apparirà un'arma meravigliosa, diversa a seconda del gusto dell'osservatore. Solo al proprio possessore apparirà nel proprio vero aspetto. Si tratta di una tecnica illusoria passiva.
Di come un bardo è bene, e due bardi...beh due bardi vuol dire che uno è morto ~ parole fallaci.
Ma un bardo non può che pagare il prezzo di stringere in mano un'arma simile. Infatti, fintanto che egli la stringerà o la porterà al fianco, chiunque lo ascolti percepirà le sue parole come fallaci o poco credibili. Perché chiaramente un bardo racconta solamente fandonie. Eh sì. Mi sono fatto la tua donna. Ma è soltanto una bugia, non ti preoccupare.

Abilità attive ♫
Ottava: abilità personale illusoria a consumo basso.
Essere superiori al proprio avversario è una cosa, farglielo credere è un’altra. Tramite un consumo basso, le note di un qualsiasi strumento o quelle della voce del Bardo scateneranno un temibile attacco illusorio nella mente del nemico. Questa sarà una vera e propria illusione psionica che renderà agli occhi altrui il Cantastorie e i compagni che lo circondano molto più pericolosi di quanto siano in realtà, e di conseguenza ne sarà seriamente intimorito. Quest’attacco illusorio può essere contrastato con normali difese psioniche, o bypassato se la concentrazione avversaria è particolarmente alta. Fabula: Di come un bardo è bene, e due bardi...beh due bardi vuol dire che uno è morto.
Colui che brandisce la spada può menare una spazzata trasversale e spendere un consumo Alto. Egli lancerà così verso il nemico una tecnica psionica in grado di mostrargli un'altra realtà per due turni. Questa sarà scelta dal caster e del tutto svincolata dal mondo in cui si trova il corpo fisico del nemico. Gli altri sensi percepiranno il mondo reale, rendendo questa tecnica una prigione particolarmente insidiosa per lo sguardo. Come si orienterà il nemico? Come potrà far fronte agli attacchi? Con al fantasia, miei signori, con la fantasia.

Riassunto ♫
Non riesco a difendermi, perciò subisco il danno, e poi utilizzo le due tecniche citate sopra per farti credere di essere in inferiorità numerica e rendermi minaccioso. Se ti servono dettagli, mp.

Note ♫
MP. Post scarso, ma sono tornato a casa da poco. Brutta giornata.

 
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