Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Rakuen

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 20/9/2012, 20:10
Avatar

Memento mori.
·········

Group:
Member
Posts:
16,688

Status:


Contemplava il calice dell' apprezzabile vino che aveva ordinato poco fa: era rosso, rosso come il sangue che una creatura deve versare per ottenere la libertà, la stessa liberà che si era guadagnato attraverso la schiavitù di coloro che lo dominavano.
La superficie del liquido cremisi vibrava lievemente, forse per avvisare di una lieve scossa tellurica. No, era qualcosa di grosso e lo avrebbe scoperto tra poco.

« Un incendio a nord della città! » Fece l' oste, accennando timore con i suoi occhi. Illidan si limitò ad alzare la testa, scrutando ogni singola mossa del grassone. Poi arrivò suo fratello, intimorito dall' affermazione del suo familiare.

« I... i predoni. » Continuò a fissarlo, sembrava sempre più terrorizzato.

« S... SONO ARRIVATI I PREDONI!!! » Concluse con un urlo, come se gli altri non lo avessero già sentito.
Posò il suo calice di vino, accennando uno squilibrato sorriso sul suo volto.

« Signori, prepariamoci a ballare. »

Un vetro si infranse all' improvviso, come se fosse stato colpito da un proiettile, ed una torcia cadde sul pavimento della taverna, suscitando il terrore negli animi di chi voleva solamente godersi una buona pinta di birra e magari scambiare qualche parola tra compagni di clan.
Illidan, quasi d'istinto, si buttò sotto il bancone della taverna e prese l' argenteo revolver che lo avrebbe portato fuori da quel posto, in un modo o nell' altro. Si sporse con la canna puntata per poter capire cosa stava succedendo, tenendo la bocca da fuoco puntata verso l' ingresso della bettola. Due energumeni armati di un' armatura nero pece irruppero nell' edificio, versando litri di liquido infiammabile sulla torcia da poco impattata sul terreno.
Ebbe il tempo di abbassare la testa, prima che una vampata di fuoco cremisi gli bruciasse la parte superiore del cuoio capelluto depositando nell' aria un odore di bruciato.
Chiuse gli occhi e rifletté un attimo: I due uomini appena entrati indossavano un' armatura nera come le tenebre, non erano certo bravi ragazzi e stavano svolgendo un assedio in piena regola al paesino. No, non potevano essere le truppe di Fortescuro, non lì.
Chi stava attaccando Waulsort?
Rialzò la testa: era un dannatissimo inferno là dentro. Travi bruciate, porzioni di ligneo pavimento in fiamme e cadaveri infuocati mentre i più fortunati potevano vantare un arto ustionato o una buona porzione del loro schifoso muso bruciacchiata.
Puntò il revolver al petto di uno dei due energumeni continuando a scrutare le loro rozze quanto maleodoranti armature. Sparò un colpo mirato a spaccare l' addome di quel povero stolto che aveva osato entrare nella taverna sbagliata.
Si abbassò nuovamente, notando che rimasero soltanto quattro colpi in canna: niente caricatori a portata di mano. Quattro colpi non avrebbero fatto niente contro un intero reggimento di guerrieri armati fino ai denti: doveva pensare qualcosa, ed in fretta.
Se fosse uscito fuori sarebbe quasi sicuramente stato circondato, anche una volta trasformato non avrebbe potuto fare niente contro tutti quegli avversari.
Rimanere dentro era un suicidio dato che l' edificio stava bruciando e prima o poi sarebbe crollato.

« Il sotterraneo, cerca di sopravvivere nel sotterraneo. »

Non aveva affatto torto, il bastardo. Poteva, però, essere sicuro che ci fosse un sotterraneo? No, ma era la sua unica alternativa per sopravvivere, al momento.
Eppure sentiva che gli stava sfuggendo qualcosa, qualcosa di davvero importante.



Inferi Sententia

CS: Astuzia (1)

Basso 6%; Medio 11%; Alto 22%; Critico 44%



Status fisico: Ottimale, capelli leggermente bruciacchiati
Status mentale: Ottimale
Energie: 100%
Abilità passive:
I'm a systematic error!!! : Passiva di timore verso non demoni ed energie pari o inferiori (razziale)
»Geneticamente superiore: Capacità passiva di discernimento di illusioni e tecniche psioniche (Mente Lucida I)
Abilità utilizzate: ///
Note: Una volta che la torcia impatta col terreno Illidan istintivamente si butta sotto il bancone, evitando la vampata (grazie al cs in astuzia). Dopodiché spara un colpo mirato al torace di uno dei due imbusti per ritornare sotto copertura.
 
Top
view post Posted on 20/9/2012, 20:27
Avatar

Eternal Light
····

Group:
Member
Posts:
1,468

Status:


Ghin, parlato.
PNG, parlato.

Ghin fissò a bocca aperta l’uomo dai capelli fulvi che gli si era affiancato. I suoi occhi scarlatti s’illuminarono quando alzò il viso per riuscire a vedere oltre il petto di quello che sembrava un mercenario.
La… la… regina d’Orien…Il fuoco!! Un incendio a nord della città!!!

Le parole del mezz’elfo andarono a perdersi nell’urlo seguito da un temporaneo silenzio nella locanda. Socchiuse la bocca volgendosi a fissare la fonte del suono, ma rimase poi pietrificato non sapendo come reagire a tale notizia. Che il presunto cataclisma annunciato dai pettegolezzi volanti fosse già giuntò fin lì? Impallidì per la paura e lo stesso Tomo si mise a sbirciare attraverso la cavità del cappuccio, come prevedendo gli sviluppi.

Quando arrivarono i predoni, come annunciato poco prima da uno strano individuo, il fiore infernale sulla punta della torcia appena sbocciata dalla finestra distrutta si diffuse nel fertile olio ambrato, formando un mortale cespuglio di rovi fiammeggianti. Come attirati dal rossore così simile a quello delle iridi, i suoi occhi rimasero qualche momento a fissare le fiamme che s’esibivano in una danza scoordinata ed affascinante, creando uno spettacolo luminoso di tale bellezza da non poter essere osservato senza commozione. Venne scosso da un grido sconvolto di Tomo, che, spaventato dalla crescita continua dell’incendio che ben attecchiva sul legno dell’edificio, cercò di attirare l’attenzione del suo padroncino perché mettesse in salvo entrambi. Riasciugandosi gli occhi con la manica, si rivolse con uno scatto all’oste dall’altra parte del bancone. L’uscita principale era sbarrata dai due esseri mostruosi e dalla figura ammantata che sembrava volerli fronteggiare. Troppo lontana dal bancone, troppo vicina al fuoco.
Presupponendo che molte delle persone intorno fossero spaventate quasi quanto lui, decise di cercare una via d’uscita senza sperare che fosse qualcun altro a provarci, magari troppo tardi. Doveva essere forte. Per non pesare sulle spalle degli altri, per poterli aiutare e sostenere, per poterli guidare come una piccola, inutile lucciola che provi invano ad illuminare la via troppo oscura. Aveva trovato una compagnia a cui unirsi, anche se per poco tempo, e non poteva abbandonarla a sé stessa. Doveva essere forte e superare la sua natura di foglia spinta dal vento e destinata a carbonizzarsi in modo da poter diventare parte integrante dell’albero.

Dov’è il retro?!
Avrebbe potuto scavalcare la finestra rotta per attuare una fuga più sicura, ma si sarebbe ritrovato solo, circondato da nemici. Non aveva le forze per affrontarli da solo, nemmeno con tutto l’aiuto dei suoi amici animali. Doveva sfruttare l’alleanza di quegli omaccioni tanto grossi da non poter certo sperare di passare attraverso un varco così ristretto. Dopotutto si trovavano tutti nello stesso pericolo e non avrebbero quindi potuto rifiutare un aiuto, seppure minimo.
Quasi senza aspettare risposta, balzò oltre il bancone aiutandosi con il lungo bastone di frassino e si mise a frugare negli antri alle spalle dell’uomo intravedendo le cucine ed, in fondo ad esse, un’altra porta di legno chiusa. Sì, doveva essere la via d’uscita secondaria: così suggeriva la finestra accanto, dalla quale s’intravedevano altri edifici in fiamme fino al tetto. Come percependo la mancanza di un pezzo del proprio corpo, si accorse della mancanza di Tomo. Dove si era andato a cacciare? Si mise a frugarsi nelle vesti, cercando un rigonfiamento finché non udì il suo familiare squittio dall’altra parte della stanza, all’entrata delle cucine. Era lì, intento a mordicchiare le caviglie dell’oste probabilmente per risvegliarlo dalla paralisi conseguente la rovina della sua locanda, della sua casa, della sua vita.

Per di qua!
Urlò più per l'animaletto, ma il tono di voce era abbastanza alto per poter essere udito da chiunque prestasse attenzione tra gli uomini ai tavoli.
Volgendosi nuovamente verso l'uscita venne colto improvvisamente una fitta di dolore. Percepì un calore insopportabile vicino alla gamba finché non notò un petalo fiammeggiante attaccato ad un lembo del suo mantello. Imprecando, s’abbasso e lo pestò sotto i piedi, spegnendolo e digrignando i denti per la piccola scottatura alla gamba. Un fastidio che sarebbe rimasto a lungo, ma che avrebbe potuto sopportare senza troppa fatica.

MhjTP

Doveva uscire e cercare di condurre gli ospiti all'esterno prima che l'edificio di legno crollasse sulla loro testa. Qualunque cosa li avesse attesi fuori, sarebbe stata preferibile ad una fine sicura in mezzo a macerie e mangiati da fiamme.
Rassicurato dal suono dei passi alle sue spalle e dal ritorno di Tomo nel suo cantuccio accanto al collo, Ghin impugno più saldamente il lungo bastone di frassino con la mano sinistra, preoccupato da ciò che stava in agguato oltre quella debole barriera, mentre con la destra provò lentamente ad aprire la porta, sperando di non trovare nessuno ad attenderlo oltre.


Capacità Straordinarie: Intelligenza 1
Status Fisico: Piccola scottatura alla gamba destra, 15/16.
Status Psicologico: Illeso.
Energia: 100%
Equipaggiamento: Bastone-Fionda.

Passive Utilizzate:

Figlio degli Elfi - Visione nel buio, nella nebbie e simili.
Figlio dei Boschi - Evocazioni istantanee.

Attive Utilizzate:
Nessuna.


Riassunto:

Ghin si lancia alla ricerca di una via d'uscita alternativa e, trovandola, chiama gli altri ospiti perché scappino da lì, per salvarli e affrontare l'assalto in gruppo. Subisce il danno del fuoco.

Note:

Mi sono messo un po' d'accordo con Shinodari in modo da organizzarci per trascinare fuori le varie persone. Ho cercato di giocarmela in modo da non essere autoconclusivo. Sono deluso. L'ultimo post che ho scritto, anche se non in questa quest, mi piaceva molto di più...
 
Top
view post Posted on 20/9/2012, 22:35
Avatar

Suzushikei
·····

Group:
Member
Posts:
1,581
Location:
Dalle nebbie del passato...

Status:




Dalle Cronache
dell'Angelo dal Cuore di Tenebra


avypost-1



Viaggio in Occidente

Waulsort, l'anonimo villaggio perduto nelle lande dei Veinn.
Forse non così anonimo considerando l'afflusso di mercenari e gente d'armi che sembrava essersi data appuntamento, affollando l'unica locanda presente in quel luogo isolato.
Naturalmente avrei dovuto dare più peso alle notizie che avevo appreso durante il mio viaggio; ma parliamoci chiaro, chi avrebbe pensato che la situazione potesse peggiorare così drasticamente nel corso di una manciata di ore?
Se volevo vedere il lato positivo, in qualche modo avevo ottenuto la risposta alla mia domanda.

Stavo fissando con un certo disappunto il mio boccale vuoto, decidendo se chiedere un'altra pinta di birra o mantenere una certa lucidità mentale, quando alle mie orecchie giunsero dei commenti circa un incendio che stava dilagando nella parte nord della città.
Non che fosse un mio problema scoprirne le cause, intendiamoci, però avevo quel brutto vizio di essere curioso, per cui abbandonai il mio piccolo angolo di tranquillità per dirigermi verso una finestra. A quanto pareva non ero stato l'unico. Purtroppo non feci in tempo a dare un'occhiata all'esterno, che una voce alquanto allarmata attirò la mia attenzione.


« S... SONO ARRIVATI I PREDONI!!! »

I predoni?
Che stava vaneggiando quell'uomo?

Un fragore di vetri infranti pose termine ad ogni mio dubbio.
Istintivamente mi allontanai dalla zona, portando la mano verso l'elsa della spada, con i sensi allertati.
Il pericolo, però, era più insidioso di quanto pensassi.

Quello che avvenne in seguito fu una serie di eventi che si susseguirono ad un ritmo vorticoso; difficile da spezzare con le mie sole azioni.
Nel giro di pochi istanti lingue di fuoco avvamparono ad ogni angolo della locanda, cercando di avvolgere i presenti nelle loro spire.
Istintivamente mi mossi verso quelle zone ancora libere dalle fiamme, per quanto non rimasi immune dalle scottature provocate da scintille, braci e vampate di calore.
Eravamo in trappola, o così si poteva supporre.
Non serviva un esperto in materia per dire che entro breve l'edificio ci sarebbe crollato addosso.
L'uscita era bloccata da due briganti, che presumibilmente si volevano sincerare che nessuno uscisse vivo da quel rogo che avevano contribuito a generare.
Due persone... Mi sembrava troppo semplice. Per quanto la maggior parte dei presenti fosse preda dei fumi dell'alcool, erano pur sempre dei mercenari, per non parlare della considerevole stazza di alcuni.
Cosa poteva impedire loro di travolgere quell'esigua barriera che bloccava l'ingresso?
Non ebbi modo di rifletterci ulteriormente che qualcuno aveva scelto di rompere ogni indugio e dirigersi verso la fonte dei nostri problemi: lo sconosciuto dai vestiti piumati.
Evitai di rimanere ad ammirare la sua agilità di movimenti preoccupandomi di uscire vivo da quell'inferno.
D'accordo la parola “altruismo” non faceva parte del mio vocabolario, ma comprendevo anche io quando era il momento di collaborare.

Mi guardai attorno alla ricerca di una via di fuga che non fosse una delle finestre o il dover raggiungere il piano superiore.
Forse c'era un'uscita sul retro, in genere edifici di questo genere ne erano forniti; d'altra parte, supponendo in un minimo di furbizia da parte dei briganti, sospettavo che avessero appostato altri uomini attorno alla locanda.
Mi serviva un diversivo. E chi meglio di un gruppo di montanari ebbri di birra e con lo spirito vendicativo poteva fare al caso mio?
Schivando una trave che era crollata nella posizione in cui mi ero trovato un istante prima, mi diressi verso di loro cercando di attirare la loro attenzione.


«EHI!!! Che ne direste di andarcene da qui portando con noi qualcuno di quei guastafeste che hanno rovinato la vostra rimpatriata? Non credo che il “comitato di benvenuto” si riduca solo a quei due patetici tizi.» Ok, forse patetici non lo erano, ma questi erano dettagli di poco conto. «Sicuramente la locanda sarà circondata. Non vi andrebbe di far capire a questi qui cosa significhi non irrompere in una festa quando non si è invitati? Ah, se qualcuno di voi uomini possenti riuscisse a raccattare il tizio terrorizzato, si potrebbe evitargli una dolorosa e prematura fine.» Mh, ora probabilmente ero io il patetico, ma al momento, con le fiamme che stavano bruciacchiando le mie vesti, le vampate di calore che mi facevano respirare male, non avevo voglia di mettermi a gareggiare con l'eloquio di un bardo.

Sperando che qualcuno di loro mi seguisse, anche solo attirato da una possibile via di fuga, che sembrava offerta dalle parole di una ragazzo all'incirca della mia età armato di un bordone, corsi verso la sua direzione, saltando il bancone con agilità cercando di raggiungerlo il più velocemente possibile.


«Fai attenzione! Dubito che la via sia libera!» Osservai, quando fui a distanza d'udito, pronto a dargli man forte in caso di necessità.
Era per il nostro interesse comune sopravvivere a quello che avremmo potuto trovare oltre quella porta.



~«Parlato (Umano)» ~«Parlato (Avatar)» ~Pensato

Stato Energetico: 100%
Energie Consumate nel turno: -
Stato Fisico: Una ferita di entità pari a un basso distribuita sulle zone scoperte dalle vesti, causata da scottature e abrasioni.
Stato Psichico: Risoluto

~Passive

Telecinesi

Presenza Demoniaca

La Via della Magia [Arcanismo I+II]


~Equipaggiamento

Dragon Cross Rose: Flintlock 3/3

Lama Azzurra: Schiavona

Oggetto di Background, Puppet


~Osservazioni: Cerco di smuovere i montanari per farli uscire dalla locanda e possibilmente dare man forte contro i briganti. Successivamente mi dirigo dove si trova Ghin, pronta ad intervenire in caso di necessità. Ho deciso di subire il danno dovuto all'incendio.

Mi sono accordata con Desdinova per questo post.

 
Contacts  Top
RockDanieLee
view post Posted on 21/9/2012, 00:39




- II -

Lo sfrigolio del legno che bruciava e il puzzo della carne ustionata avevano insozzato l’aria già da un pezzo quando la delegazione d’Oriente giunse in vista del villaggio e delle fiamme. Lo sguardo intriso d’angoscia che stravolse i lineamenti dei presenti rese vana ogni parola; per un attimo il tempo parve arrestarsi, e solo il baluginio indifferente delle scintille che s’innalzavano verso la luna continuò ad animare la neonata notte. Perfino l’inarrestabile lingua di Yusuke non seppe proferire parola. Finché qualcuno trovò la forza per spezzare l’orrore celato in quel silenzio.

«Un incendio! La cittadina è in fiamme!»

Una frase quanto mai banale; eppure sufficiente per scuotere gli animi degli involontari spettatori da quel torpore ipnotico, e i loro occhi dalla visione macabra e affascinante insieme delle lingue di fuoco che si impennavano nell’etere rovente.

«No... non è un semplice incendio.»

Motoko impugnò l’elsa della nodachi quasi d’inerzia, e così fece il resto del drappello. Ogni presa serrava un arma, e ogni arma vibrava della tensione dei muscoli. Ma nessuno si mosse. Non ci fu polvere sollevata dai passi, né eco alcuno ad accompagnare l’impeto dei soldati; l’esperienza dei guerrieri li aveva addestrati a non farsi sopraffare dall’emozione, a non rischiare inutilmente la vita per una causa ormai irrecuperabile. E allora rimasero ad osservare in silenzio l’ennesimo tetto che si sgretolava sui suoi pilastri carbonizzati, crollando al suolo ed alimentano l’implacabile rogo.
La sorte di quel villaggio era stata ormai scritta. Dal fuoco e dalla polvere.

«Alt!! Fermate i carri! Difendete la nobile Konoe! In quattro con me!»

Higashiyama Takayanagi, tanto famoso quanto imponente, interruppe la breve contemplazione comunicando le affrettate istruzioni ai suoi ufficiali per poi avviarsi al galoppo verso il cuore incandescente di Waulsort. La giovane Aoyama e l’uomo ammantato di nero gli furono subito dietro, seguiti con qualche incertezza nell’andatura da nientepopodimeno che Kuro il Sanguinario, Ombra dei Toryu e Maestro delle Spie al comando di Lady Dalys. Yusuke aveva quasi dimenticato che ci fosse anche lui nella delegazione; ma d’altronde quel tipo sembrava possedere un talento naturale nello svanire nell’ombra senza lasciare la benché minima traccia del suo passaggio, o viceversa. In un certo senso quella sua aura così sfuggevole lo incuriosiva... anche se indubbiamente non era quello il momento per trastullarsi in simili divagazioni mentali.

«Ehi voi, ci sono anch’io!!!»

Il ragazzo ebbe il tempo di afferrare solo tre dei suoi molti foderi sparsi sulla sommità del cocchio prima di spiccare un salto sul dorso del cavallo più vicino; il quale – colto alla sprovvista – per tutta risposta cominciò a galoppare proprio nella stessa direzione della temeraria e scompagnata avanguardia, aggiungendovi così il quinto e ultimo membro. Perché col cavolo che Yusuke Takeshi rimaneva a guardare mentre qualcun altro andava a rischiare la vita; una cosa del genere non si era mai sentita.

Il gruppo iniziò ad avanzare tra le strade deserte del villaggio tutt’altro che in guardingo silenzio, anzi subito immerso in un’accesa disputa per ciò che concerneva l’immediato da farsi; da un lato il pragmatismo di Takayanagi imponeva di tornare indietro ed attendere rinforzi, dall’altro l’irremovibile senso di giustizia di Motoko non voleva abbandonare coloro che, a discapito delle loro stesse vite, erano giunti fin lì con l’unico scopo di aiutare la spedizione nella misteriosa missione che l’attendeva.
Yusuke li ascoltava distrattamente, impegnato com’era ad analizzare l’ambiente circostante: qualcosa non andava. L’atmosfera era fin troppo tranquilla, quasi surreale per un villaggio in fiamme e cosparso di cadaveri così brutalmente e recentemente sventrati... dove si nascondevano gli autori di quello spregevole massacro? E a che scopo spingersi a tanto? Non poteva trattarsi dell’operato di comuni banditi...
In quella, l’urlo d’avvertimento di Motoko lo trapassò come fosse una delle frecce che improvvisamente cominciarono a piovere dal cielo senza stelle; i riflessi del ragazzo furono sufficienti per deviare la pur abbondante gragnuola con una spazzata ben assestata di una delle spade, mentre con la coda dell’occhio poteva scorgere le sagome di una dozzina di creature emergere dall’oscurità fumante. Si morse la lingua, imprecando tra i denti: stordito com’era da tutta la fuliggine che impregnava l’aria non si era accorto delle molte aure celate tra le ombre delle macerie sfrigolanti.
Erano caduti dritti in un’imboscata.
Si voltò un istante soltanto verso i suoi compagni, osservandoli mentre si gettavano nella mischia con una grazia e una potenza che di molto superavano le sue. Non aveva dubbi che li avrebbe ritrovati sani e salvi, e pronti a riprendere l’inconcluso battibecco con ancora più vigore. Non aveva di che preoccuparsi. Doveva semplicemente pensare a se stesso ora, e a vendere cara la pelle.
Con un’agile capriola Yusuke smontò dal cavallo e sguainò una seconda spada, avventandosi istintivamente contro i corpi massicci di due di quei nemici finalmente rivelatisi. Nel furibondo tentativo di trafiggerli contemporaneamente al cuore si scaraventò in avanti armato di una rabbia incontenibile, una rabbia che desiderava poter scagliare su se stesso prima ancora che sugli inermi avversari; rimpiangeva di aver desiderato, qualche ora prima, di trovare uno sfidante che lo distraesse dalla noia di quel viaggio infinito... perché ad esaudire quel suo sciocco capriccio erano stati fuoco e morte e ora se ne sentiva quasi in colpa. Si lanciò contro un terzo predone incrociando le due spade in una forbice mortale pronta a decapitarlo, e tendendo al massimo i muscoli si sforzò di concentrare ogni fibra del suo essere in un combattimento che era ansioso di concludere al più presto.
Perché chiunque si celasse dietro quell’imperdonabile empietà, Yusuke Takeshi non aveva il minimo dubbio che l’avrebbe trovato. E a quel punto, lo stava giurando, sarebbero state le sue mani a sporcarsi di sangue.





C.S. totali: 6 (4-maestria con le armi; 2-riflessi)

Energia: 100-10= 90%
Status Fisico: fresco come una rosa
Status Psicologico: incaxxato nero
Equipaggiamento: 2 katana estratte (mano dx + mano sx)

ABILITA' PASSIVE in utilizzo

● Capacità di utilizzare qualsiasi oggetto o strumento come fosse un'arma;
● Capacità di tagliare qualsiasi tipo di materiale, impiegando uno sforzo proporzionale al risultato desiderato;
● Capacità di cogliere e colpire istintivamente i punti vitali dell’avversario, incrementando l’efficacia degli attacchi fisici;
● Capacità di compiere spostamenti e movimenti talmente agili e rapidi da risultare innaturalmente sfocati ed estremamente difficili da seguire;
● Capacità di impiegare in combattimento fino a un massimo di 7 spade simultaneamente, sostenendole con le mani, la bocca e le varie articolazioni del corpo. Qualsiasi traiettoria verrà conferita loro, esse torneranno sempre in mano al proprietario;
● Difesa psionica di livello passivo.


ABILITA' ATTIVE utilizzate

Primordial Perception
Utilizzando quest'abilità Yusuke riesce a raggiungere un livello sensoriale pari a quello di un gatto, o di un felino, che lo rende estremamente pericoloso in battaglia. Sarà infatti capace di individuare un nemico nascosto grazie alla traccia d'odore che lascia dietro di se, di avvertire un attacco alle spalle grazie all'udito, e di intercettare attacchi a distanza tramite la vista. In termini tecnici, le capacità percettive del ragazzo divengono di potenza bassa per una durata totale di due turni, compreso quello d'attivazione.


Azioni

1) Yusuke segue il quartetto a cavallo fin dentro il villaggio (ovviamente)
2) dopo una serie di pippe mentali si accorge di essere sotto attacco
3) intercetta la pioggia di frecce grazie all'azione combinata dei suoi sensi potenziati (Primordial Perception) con il non trascurabile ammontare delle sue CS
4) si lancia all'attacco prima contro due avversari, tentando di infilzarli subito al cuore, poi contro un terzo allo scopo di decapitarlo!


Note

Scusatemi, scusatemi, scusatemi. Il problema è che il 24 (tre giorni????) ho un altro esame e non ci sto veramente più con la testa... ma credo si intuisca già dalla qualità dei post. :facepalm: E' l'ultimo comunque. Finita questa sessione potrò dedicarmi completamente alla quest, così come merita.





Edited by RockDanieLee - 21/9/2012, 02:41
 
Top
Yomi
view post Posted on 23/9/2012, 21:03




Territori Occidentali
— Kami —

Quando scese dal carro il gruppetto in avanguardia che comprendeva Kuro e Yusuke era già partito da una decina di minuti. Il fracasso del messaggero degli uomini degli altipiani non era riuscito a svegliarla, tantomeno il chiacchericcio molesto che ne era seguito. Vederla in piedi quindi era anomalo, nei giorni precedenti all'arrivo a Waulsort perfino l'erede del casato Aoyama -cui si era accompagnata per anni- aveva rinunciato a farla scendere da lassù, dove si era rintanata impegnata a dormire per oltre venti ore al giorno. Di solito interrompeva quei letarghi solo per pasti scarni, e di solito nessuna parola. Hazuki aveva l'aspetto di una fanciulla, ma l'aura e i modi di una bestia solitamente nascosti dietro un velo di frivolezza e ingenuità. Quel giorno però era di cattivo umore, bastava guardarla in volto per capirlo. In realtà lo era stata sempre, negli ultimi tempi. Morire di morte lenta non ti mette allegria, dopotutto.

« Perché vi siete fermati? »
Si passò una mano sul volto tirato e stanco, un gesto che tradiva nervosismo. Le dita si muovevano a piccoli scatti, l'altra mano doveva poggiarsi ad un carro a causa delle vertigini.
Per un po' nessuno rispose, poi si udì la voce della itako degli Asakura, la promessa sposa del giovanissimo capocasata:

« stiamo aspettando, nobile Kami. La città non è sicura, il nobile Takayanagi sta conducendo un'avanguardia. »
Gli occhi di Hazuki erano spenti e inespressivi. La ragazzina aveva scelto un onorifico che doveva conferire gentilezza e rispetto alle sue parole, eppure era irritata dal modo in cui si era rivolta a lei. Con uno sbuffo si rese conto che si sarebbe irritata comunque, a qualsiasi risposta. Ed ora le veniva voglia di spezzarle il collo per la sua impudenza.

« ... »
Arrancò con una mano in direzione del carro. Trovò al tatto lo spigolo, e da lì intuì dove si trovavano le redini ed i cavalli. Con un gesto sicuro e repentino sradicò le redini della bestia dal giogo, facendo nitrire gli animali. Le bestie si innervosirono e scalpitarono, ma quando Hazuki afferrò la più vicina per la criniera questa improvvisamente smise, paralizzandosi sul posto sbuffando e scalciando con nervosismo, ma senza spostarsi di mezzo centimetro come una persona con un fucile carico puntato sulla tempia cui veniva intimata l'immobilità. La carovana fu percorsa da un moto allarmato, e furono in molti a prendere le armi preoccupati dal comportamento del kami. Nella cultura orientale la differenza fra spirito maligno e kami e molto sottile, e ci si può fidare di entrambi in egual misura.

« Che cosa state facendo!!! Quel cavallo... »
« Hazuki!!! »
Ditarosse accorse con alcuni istanti di ritardo. Guardò la ragazza, l'ansia dipinta in volto, e si rivolse a lei senza sapere bene che cosa aspettarsi.
Era diventata imprevedibile, negli ultimi tempi:
« che cosa vuoi fare? »
Lei indicò il carro, e Konoka Konoe in ansia sulla sua soglia.
« Neh: io dico che vi conviene muovervi in fretta. E dico che vi conviene portarvi dietro la vostra principessina. »

Cattura2_zps687c12be

« ... o laggiù rischiate di trovare solo cadaveri. »

Territori Occidentali
— La Taverna —
Sallahro m'qahor, Illidan

« Mi ha strappato un braccio!! »
Il Reiter alzò il moncherino, poco più che un lembo di carne attaccato al gomito, mentre polso e mano giacevano ai suoi piedi. Era brutto, davvero brutto, la faccia sporca e la mascella squadrata, il cranio rasato su cui spiccavano le ali di corvo e le orecchie che sembravano mangiate dai topi. L'altro grugnì mentre alzava la mano aperta ad intercettare il secondo affondo, che tranciò il cuoio dei guanti e scivolò sulla carne senza ferirla, come acciaio che raschia sull'acciaio. Sputò al suolo ignorando il calore che cresceva rapidamente nella locanda, poi sfilò lentamente la Zweihänder dalla schiena, rivolgendosi al Prete Rosso come se gli stesse fornendo un gradito consiglio:

« dovevi bruciare, tu. Come gli altri. »
E impugnò a due mani lo spadone a doppio taglio, cosa che il compagno non poteva più fare.
Calò il primo fendente al braccio sinistro del prete, un colpo abbastanza potente da troncare di netto il tronco di una quercia secolare. Aveva la forza di un bastardo, i muscoli dei bracci che sembravano gonfiati allo spasmo e l'armatura di cuoio che sembrava sul punto di scoppiare per contenerli. Calò la spada ancora, e ancora, tre colpi in successione tutti diretti all'unico scopo di staccare il braccio sinistro al suo avversario, infliggergli la stessa mutilazione riservata al compare, una sorta di perverso gioco del contrappasso il cui piacere trasudava dall'espressione sadica impressa nel volto brutale.

« Lo ammazzo io. »
Ringhiò il Reiter senza un braccio, mentre la sua carne ribolliva denunciando una natura che non aveva niente di umano.
« LO AMMAZZO IO!!! »
Un colpo di pistola lo centrò al petto, aprendo un solco nel cuoio e nella carne. Il bestione barcollò e sembrò sul punto di cadere, ma la ferita ebbe come un risucchio e si richiuse, mentre dal moncherino prese ad emergere carne nuova, biancastra e viscida. Il sangue che sgorgava smise di essere rosso, divenne nero. Una propaggine e poi un uncino emersero dallo squarcio, si distesero per tre volte la lunghezza di un arto, poi si abbatterono con rabbia su Sallahro, una botta sufficiente a decapitare un uomo, staccargli la testa di netto e mandarla a schiantarsi contro il muro.

L'incendio aumentava di intensità, nella locanda. I due uomini dei Korps, come quelli che imperversavano per strada, dovevano soltanto entrare, dare tutto alle fiamme ed andarsene. Loro accettarono di buon grado il bacio delle fiamme per rimanere lì ad ammazzare colui che delle fiamme era il sacerdote.

Territori Occidentali
— Waulsort, città in fiamme —
Ghin, Kirin, Chevèl

« Oh. »
Gregor il Rosso aveva appena finito l'ennesima canzone e stava per concedersi la prima pinta della serata, quando si ritrovò a squadrare con aria idiota l'uomo che aveva appena chiesto idromele. In effetti gli ricordava qualcuno. Aprì bocca per rivolgersi a Martym, che poco più in là rideva con alcuni cugini del clan Lindsay, ma successe il finimondo. Il grassone che grida di briganti, l'incendio che non era un capanno in fiamme ma un vero e proprio saccheggio, predoni che sfondano la porta spargendo fuoco e fiamme, l'Uomo Rosso che ignorando le vampate di fuoco che si scaglia sugli aggressori. Tutto molto rapido. Tutto molto confuso. E lui non aveva ancora toccato la prima pinta della serata, dannazione!!!

« RISSA, DICO IO!!! »
Apprezzarono in molti.
Una mezza dozzina di Innes dalle barbe rosso fuoco, ubriachi fradici e affatto intimoriti dalle fiamme, presero le pesanti claymore e inneggiarono alla battaglia.
Ci fu una vampata di calore ed una trave prese fuoco sulle loro teste, al che non rimase più un solo uomo degli altipiani desideroso di risse, ed anzi qualcuno gridò:
« GAMBE IN SPALLA, DICO IO!!! »
Apprezzarono tutti.

In quell'inferno incandescente, ci fu un tizio tentò di ragionare. Gregor e compagni, che già rovesciavano sedie e tavoli per raggiungere l'uscita, furono bloccati sul posto e rimasero storditi a fissare il giovane che prima indicava gli invasori (rimpatriata, benvenuto, patetici tizi, eh??? -una dozzina di Scoti si voltarono verso l'ingresso); poi indicava l'oste svenuto (locanda circondata, festa, invitati, raccattare, dolorosa, fine, eh??? -una dozzina di Scoti girarono il capo verso il nipote del locandiere che gemeva e piagniucolava poco più in là); poi infine scappava, direzione retro (attenzione, via, libera, eh??? -una dozzina di Scoti girarono il capo verso il retro del locale).
E fu così che una fiumana di montanari più o meno ubriachi si precipitarono dietro a Kirin e Ghin, tutti allegramente in fuga come veri figli degli altipiani.
Il nipote dell'oste uscì sulle sue gambe, ammaccato ma vivo poiché i Korps non lo degnavano di un solo sguardo,
Sallahro evidentemente aveva più charme.

Irruppero malamente all'esterno, trenta bestioni alcuni dei quali veramente grossi che facevano a gara per passare da una porticina di servizio, che grazie a qualsiasi divinità possa vegliare su questi disgraziati era progettata per far passare barili di birra e vino. Furono accolti dagli strati di sporcizia che ci si aspetterebbe dal retro di una locanda affollata e da un paio di ratti in fuga dagli incendi dilaganti, ma nient'altro. Dopo pochi istanti vennero raggiunti anche dall'oste e dal suo grasso nipote, entrambi malconci e sotto shock. Poiché era un po' la storia della sua vita, Gregor si ritrovò nel posto sbagliato (di fianco all'oste) nel momento sbagliato (quando i nervi di quest'ultimo cedettero) e venne letteralmente aggredito da questi.

« La mia locanda!!! LA MIA LOCANDA!!! »
Sbraitava paonazzo in volto, smanacciando verso l'interno.
« Il fuoco!!! IL FUOCO!!! Dovete fare qualcosa, QUALCOSA!!! »
Gregor non sapeva che dire, e proprio allora qualcuno mise mano all'acciaio. Un brivido percorse la spina dorsale del Rosso, quando vide un trio di cavalieri neri in attesa sul fondo del vicolo, talmente immobili e silenti da sembrare un brutto scherzo dettato dalla paura. Non c'erano quando avevano fatto irruzione dalla porta sul retro, e nessuno li aveva sentiti arrivare. Era come se si fossero materializzati, quasi fossero fantasmi e non uomini di carne e sangue. Un Innes si fece avanti, alzò la Claymore ruggendo una sfida. Uno dei cavalieri rispose alzando la lancia in cenno di saluto, e su di essa gli uomini degli Altipiani videro la carcassa denudata di una donna: le braccia strappate, tutto il corpo reciso dalla vita in giù. Di lei restava soltanto il busto marmoreo miracolosamente illeso, il volto deformato in un grido perenne, gli occhi sgranati ed esanimi.
L'Innes smise di urlare.

« Ne arrivano altri!!! »
Gli Scoti si voltarono, e fu come se si rompesse un incantesimo. Gli uomini che erano rimasti paralizzati a fissare i tre cavalieri per lunghi attimi, si ripresero e tornarono ad essere la massa becera e volgare di montanari per metà ubriachi che adesso non avevano altra scelta se non combattere. Ciò che vedevano dall'altro lato del vicolo erano appena una decina di predoni, un rapporto di forze che li vedeva in vantaggio per tre ad uno. Nemmeno ci pensarono a fronteggiare i cavalieri.

« RISPEDIAMOLI ALL'INFERNO!!! »
Martym Lindsay alzò la spada e si pose in testa alla carica, tutti gli altri ruggirono con rabbia e lo seguirono.
Gregor il Rosso si mise in spalla la cornamusa, afferrò le daghe e gridò a sua volta.

Come se la situazione non richiedesse più la sua presenza, uno dei tre cavalieri dette di redini e si allontanò al piccolo trotto. Un moschetto di lucido metallo brillò per un attimo per un riverbero delle fiamme, mentre gli altri due cavalieri presero ad avanzare lentamente, come due apparizioni demoniache giunte dall'inferno per mietere i vivi...


Territori Occidentali
— Gli Eredi dei Grandi Casati —
YusukeTakeshi


Cattura_zps763611b2

« Hekigyoku no kage! »
Con affanno dettato dal momento critico, Motoko si voltò a rispondere al Maestro delle Spie, distogliendo per un istante lo sguardo dai Korps che stavano circondando il gruppo.
« Faccia attenzione! Costoro non sono umani!! »

Con lancia e spada avevano spezzato le frecce del nemico. Né Motoko né Higashiyama potevano vantare forza, agilità o rapidità che fossero al di là delle capacità umane, ma entrambi avevano dalla loro un'ineguagliabile maestria nell'uso delle loro armi, la nodachi cerimoniale degli Shinmei e la yari su cui spiccava l'ala rossa dei Takayanagi. Erano avversari formidabili, eppure ciò che avevano di fronte non era né un branco di vili mercenari e tantomeno un gruppetto male in arme di infimi tagliagole. I Falkemberg Korps caricarono con foga animale, pur mantenendo un fronte ordinato ed una distanza ottimale fra un soldato e l'altro: erano un branco di lupi in caccia capace di muoversi come un'entità coesa, ciascuno conscio della presenza del compagno ed in grado di agire non come un singolo ma bensì come un'unità organica dotata di un'intelligenza malefica. Compresero istintivamente l'entità della forza di chi avevano di fronte, addirittura non tentarono di interrompere la fuga di Kuro il Sanguinario e non sottovalutarono l'erede al casato Aoyama solo in virtù del suo sesso. Erano ben più di una sfida da due soldi, perfino per tre fra i più valenti maestri di spada d'oriente.
Il Takeshi si lanciò in avanti, dopo aver abbandonato la propria cavalcatura. Distaccandosi di cinque passi dai due compagni, affrontò a testa bassa tre avversari del fianco destro, vorticando fra loro in una successione di colpi precisi e letali. I Reiter ribatterono colpo su colpo! Mulinarono le Zweihänder e le mazze da cavalleria affatto subissati in abilità con la spada dal samurai, ed anzi in grado di rispondere con affondi tali da dividere in due un toro lanciato in corsa. Yusuke era circondato. Con perfetto sincronismo un guerriero dei Korps dei tre che affrontava si era spostato di un passo alla sua destra mentre l'altro si era gettato a sinistra, così quando il giovane attaccò per decapitare un avversario di fronte a se trovò tre lati su quattro impegnati dai nemici. Piovvero colpi da ogni dove, affondi di spada e fendenti di mazza da guerra, calci allo sterno e pugni al volto, una spallata da destra ed un tentativo di ghermirlo da sinistra, poi ancora colpi, abbastanza da ridurre un uomo ad una poltiglia di carne maciullata.

Nell'occhio del ciclone Higashiyama Takayanagi mulinava con foga la lancia decorata, strappando di mano ad un nemico la sua spada e ferendone al volto altri due, quasi decapitandoli. Era circondato da quattro armigeri di Rottenhaz, ed era impegnato a tirare le redini del proprio destriero in modo da costringerlo in movimento, costantemente in cerchio mentre l'animale nitriva impaurito. Nel suo caso, la differenza di capacità rispetto agli avversari era abissale, dava nettamente l'impressione che in uno scontro diretto avrebbe potuto abbattere con facilità ciascun Reiter. Ma ora, attaccato da ogni lato, era addirittura costretto sulla difensiva, il volto deformato in un'espressione di rabbia mentre cercava disperatamente un varco nel branco di cani rabbiosi che lo assediavano, i quali continuavano ad affondare le spade lunghe a doppio taglio e le alabarde in paziente attesa di un passo falso, un errore da parte della preda. Troppo ansioso nell'infliggere un colpo mortale, il Takayanagi sbilanciò il peso su di un lato per trapassare la gola di un nemico con la lancia; trovò il braccio del soldato che venne trapassato da parte a parte come se fosse legno marcio, ma la yari rimase incastrata per un attimo e tanto bastò ai lupi per balzare alla gola del nemico. Un'alabarda calò di peso sulla sua spalla, mettendo a dura prova la corazza dell'orientale; altri due uomini si avventarono sulle redini tentando di gettarlo al suolo, costringendolo ad un'azione disperata. Strappò la lancia con un gesto rabbioso e la roteò in un arco completo, ne scaturì una vampata di energia pura che scagliò lontano tutti i suoi avversari diretti, tributando però una quantità di energia non indifferente. Gemendo per il dolore alla spalla e con il sangue che scorreva lungo il braccio, Higashiyama chiamò il nome del suo nobile casato spronando la sua cavalcatura alla carica, e trapassando il petto di un Reiter da parte a parte, sfondandone la formazione e voltandosi sul posto.

Motoko affondò la spada due volte, eludendo in entrambi i casi la guardia degli avversari e fendendone le corazze scure di cuoio bollito, ma sempre senza riuscire a penetrarne le dure carni. Non erano umani, e nemmeno le loro pelli lo erano. Si erano rivestiti di una qualche corazza composta da energia spirituale, e doveva irrorare Shisui di un'energia superiore per penetrarla. Adesso, seppure ancora in schiacciante vantaggio sul piano della pura maestria guerriera, non era più in grado di portare attacchi efficaci, e rischiava ad ogni colpo di subire il contrattacco dei Reiter. Anche se era pur vero che gli Shinmei in antichità combattevano a cavallo, non aveva né l'abilità né l'esperienza per lottare in arcione, inoltre il suo cavallo al contrario di quello di Higashiyama non era addestrato alla guerra, quindi si dibatteva in preda la panico mentre lame e mazze spuntavano da tutte le parti. Nel tentativo di uscire da quella situazione di affanno prese un Ofuda e chiamò a se uno shikigami, uno spirito-spada con le sue stesse fattezze armato di una copia di Shisui. Lo shiki alleviò la pressione su di lei ingaggiando con foga un armigero, che nonostante la pelle impenetrabile faticò a sostenere la successione furiosa di colpi dello spirito, che mirava a farlo arretrare e separarlo dai compagni. Motoko allora riprese l'iniziativa e attaccò con colpi di spada potenziati dal Ki bianco degli Shinmei, senza portare a segno colpi significativi ma tenendo i quattro Korps sulla difensiva. Per alcuni istanti si illuse di avere la meglio, poi con un movimento frutto di ottimo tempismo i soldati di Rottenhaz si chiusero davanti a lei, e mentre la metà la costringeva a precipitose parate gli altri due si voltarono e colpirono lo shiki alle spalle.
Lo spirito venne trafitto alla schiena, sgranò gli occhi con una spada a due mani che sbucava dal ventre, e grondando sangue cadde in ginocchio morente. Con una risata sadica il suo avversario diretto le inflisse il colpo di grazia. L'afferrò per i capelli e la sgozzò con un pugnale, salvo poi sollevare il cadavere e gettarlo fra Yusuke e Higashiyama, in segno di sfida. Fra tutti, nessuno poteva inorridire più di Motoko stessa, che vide la sua esatta copia massacrata e sgozzata. La situazione stava velocemente precipitando e non c'erano rinforzi in arrivo, erano soli in quella città in fiamme che pullulava di demoni sanguinari...


Territori Occidentali
— La città in fiamme —
Kuro il Sanguinario


« Arriva. »
Sghignazzò mentre smontava da cavallo, il volto privo di labbra deturpato in un perenne sorridere che ricordava quello di una belva. I tagli partivano dalla metà della gola e salivano fino alle narici, aumentando di profondità su mento e bocca, scoprendo i denti sanguigni e riducendo ad un moncone infetto il naso un tempo aquilino. Gli zigomi alti e gli occhi ferini erano intatti, ma il resto del volto era una maschera disumana, metà teschio e metà persona: un mostro. Rideva come fanno le iene, a scatti. E ghignava, mentre si disponeva in paziente attesa sulla traiettoria della preda, posizionandosi al centro della via, allo scoperto, il lucido moschetto a pietra focaia carico e pronto all'uso allineato con il volo sfigurato, il calce premuto contro la spalla. La preda stava arrivando. Era veloce, molto. Lo avrebbe divertito, sì. Lo avrebbe divertito tanto. L'avrebbe fatto ridere di più. Non era mai stato incline all'ilarità, prima. Poi ad un tratto aveva scoperto il lato umoristico della vita, aveva incontrato i Korps e si era arruolato. L'avevano arruolato, in realtà. Era stata la nebbia a dirglielo, sussurri che anche in quel momento gli risuonavano nella mente. La nebbia! Benedetta nebbia, gli aveva insegnato a ridere.

« Arriva!!! »
Trattenne un sibilo divertito, mentre sentiva crescere l'eccitazione. Avrebbe volentieri chiavato sul posto una qualche puttana del posto, tanta era esaltante quel momento che precedeva lo sparo. L'indice fremeva sul grilletto, trattenuto soltanto dall'istintiva consapevolezza che gli diceva qual'era l'istante perfetto per sparare.
E nel frattempo una nube di domande gli premeva nella testa, cozzando contro le cervella in modo tanto intenso da essere quasi doloroso. L'avrebbe ucciso? In quanti pezzi sarebbe esploso? Il proiettile l'avrebbe preso all'occhio destro, al sinistro, o ad entrambi? Sarebbe mai riuscito a vedere tutti i pezzi della testa, quando sarebbe scoppiata? Di che colore era il suo sangue? Rosso, come quello degli uomini, o nero, come quello dei mezzisangue? Molti Reiter avevano il sangue nero. Il suo era ancora rosso, ne aveva la bocca piena.

« ARRIVA!!! »
Esplose in una risata, tanto fragorosa da coprire l'esplosione del moschetto. Il proiettile trapassò l'aria, poi assunse traiettorie impossibili deviando in modo confuso a destra, sinistra, descrivendo forme geometriche impossibili nell'aria, lasciando dietro di se una scia di luce bianca. Deviò ancora, e di nuovo, trovò il suo bersaglio e si fiondò a capofitto su di lui, alla testa, cercando l'occhio destro. Prima l'uno e poi l'altro, avrebbe fatto esplodere il primo bulbo oculare per poi sterzare con violenza sull'altro, poi avrebbe trapassato il cervello per schizzare fuori dalla nuca, salvo tornare indietro maciullando la scatola cranica finché le cervella non avrebbero decorato il selciato di Waulsort...


.Rakuen ~ Istruzioni
    Sallahro: Con il primo colpo di spada infliggi un danno Alto al tuo avversario (da ora in poi Destro), mutilandolo di un braccio e squarciandogli l'armatura in cuoio bollito. Il secondo attacco ha meno successo, giacché il secondo Reiter (da ora in poi Sinistro) reagisce con maggiore prontezza e si difende rendendosi immune agli attacchi fisici non portati con tecnica per due turni, grazie ad una tecnica di Consumo Medio. Destro viene colpito anche da un proiettile di pistola che lo centra al ventre, ma rigenera sia il danno inflitto dall'arma da fuoco sia gran parte dei danni che hai inflitto con una tecnica di rigenerazione Alta (permane un danno Medio al braccio e la mutilazione). Con una tecnica di potenza Alta emette una propaggine di carne che tenta di colpirti alla testa, seguita da un colpo di daga da 4 CS in Potenza Fisica. Sinistro invece ti attacca armato di zweihander con tre colpi fisici al braccio destro, tutti e tre potenziati da un opportuno power-up Alto in Potenza fisica (totale: 8 CS in Potenza Fisica).
    Sia Destro che Sinistro subiscono un danno Basso da ustione per la permanenza nella taverna. Puoi ignorare il suddetto danno grazie alla tua passiva.
    Se ti volti scopri di essere rimasto da solo nella taverna invasa dalle fiamme, con l'eccezione di due cuor di leone asserragliati dietro il bancone.

    Ghin, Kirin: Le parole di Kirin riescono a confondere non poco la massa di Scoti. Probabilmente, date le circostanze, frasi un po' meno forbite avrebbero aiutato a migliorare la comunicazione fra le parti. Ghin si appresta cautamente ad aprire la porta sul retro, e a momenti vieni letteralmente travolto dalla fiumana di Scoti assai meno prudenti di lui. Fortunatamente all'esterno non trovate niente, se non un vicolo maleodorante. Una trentina di persone, tuttavia, tendono a fare molto rumore, motivo per cui non passa troppo tempo che sopraggiungono i saccheggiatori, determinati a proseguire con la loro opera di sterminio. Alla tua sinistra compaiono tre cavalieri, tutti e tre emettono una palpabile aura di timore passiva. Uno dei tre, quello con un moschetto legato alla schiena, volge il capo ad est e si allontana. Ne rimangono due: uno armato con una lunga lancia su cui è infilzato il busto spezzato di una donna, l'altro con fra le mani uno stendardo con l'araldica di Viktor Von Falkemberg. Alla tua destra compaiono una decina di soldati regolari, su cui gli Scoti non esitano a lanciarsi.

    Illidan, Chevèl: Raggiungete senza problemi il retro del bancone. Da lì, al riparo, assistete alla battaglia in corso fra Sallahro e i due soldati -che adesso esibiscono tratti tutt'altro che umani- e la fuga precipitosa degli avventori che si precipitano all'esterno passando per il retro. Apparentemente la locanda vanta solo due uscite: quella principale dove è in corso la battaglia ed il retro. Avete una botola poco distante da voi, e le scale che conducono al piano superiore, ma su dove conducano potete fare solo congetture. Nel retro vi attende la scena che hanno di fronte Kirin e Ghin: una decina di Reiter da un lato caricati a testa bassa dagli Scoti, due uomini a cavallo dall'altra, con tanto di aura minacciosa e tutto il resto. All'ingresso vi attende lo scenario visibile dai vetri in frantumi della città in fiamme e dei saccheggiatori che fanno strage degli abitanti di Waulsort. Fate la vostra scelta.
    Se non utilizzate opportune difese, il calore della locanda vi infligge un danno Basso da ustione.
    Poiché il prete rosso è impegnato in corpo a corpo con i suoi avversari, se provate ad attaccare con armi da lancio o da tiro senza l'ausilio di tecniche o Capacità Straordinarie in precisione o simili avete una certa percentuale di possibilità di colpire il vostro alleato (decide il QM con un PM al diretto interessato).

    RockDanieLee: I soldati dei Korps vantano un totale di 4CS in Potenza Fisica ed abilità passive per brandire armi pesanti. La tua successione di attacchi fisici viene parata dai tuoi tre avversari in virtù del fatto che ciascuno di loro utilizza un power-up di 2 CS, pareggiando le tue capacità ed eludendo così i tuoi attacchi, opponendo forza brutale a maestria, rapidità ed agilità. Adesso sei nei guai, sei circondato da tre lati e ciascuno dei tuoi avversari fa uso della pergamena Furia, di potenza Media, pertanto ti piovono addosso otto attacchi per ciascun nemico.

    Capitan Kuro: Ti stai avvicinando rapidamente al tuo obbiettivo, la tua tecnica si è rivelata ancora una volta infallibile e ti sta conducendo sul posto dove si trovano i tuoi alleati. All'ultimo istante, i tuoi sensi potenziati ti ravvisano in un pericolo incombente, appena in tempo per provare a difenderti. Un proiettile di fucile della potenza di una tecnica Alta piomba su di te, questa tecnica ha tre caratteristiche particolari di cui devi tener conto: può colpire bersagli a distanze enormi (quindi puoi stimare che il cecchino è poco distante dal tuo obbiettivo); il proiettile si muove come se fosse vivo (puoi schivarlo o eluderne la traiettoria solo con tecniche di livello superiore ad Alto); quando colpisce si muove nelle carni massimizzando il danno (dunque infligge un danno Basso aggiuntivo). Se decidi di puntare direttamente sul tuo obbiettivo allora devi superare questo ostacolo, tentare di aggirarlo o eluderlo non ha senso perché se c'è un nemico capace di percepire la tua presenza nulla vieta che ce ne sia un secondo da qualche parte, dato che Waulsort pullula di uomini dei Korps.
    Se raggiungi il cecchino, allora grazie alle tue conoscenze dettate dalla tua passiva personale riuscirai a riconoscerlo, giacché si tratta di un volto abbastanza noto: si chiama Karl Einstürzen, nativo dei territori Occidentali. E' un ex cacciatore che per un certo periodo ha gravitato anche negli ambienti di corte di Basiledra, al soldo di un marchese sotto i cui colori partecipava a battute di caccia, tornei e giostre. E' caduto in disgrazia anni prima a causa di un omicidio in cui pare fosse coinvolto, le ultime informazioni sul suo conto lo vogliono prima cacciatore di taglie nei territori occidentali, poi addirittura mercenario presso una compagnia di mercenari abbastanza rinomata nel loro ambiente, ma che non è mai entrata nell'orbita dei Toryu: la La Falange di Villers, di cui sai ben poco. In virtù di questi dati puoi farti un'idea delle capacità del tuo avversario e stimare la sua forza -tenendo presente la sua mutazione in creatura demoniaca. Karl Einstürzen, tuo avversario, è Energia Verde pericolosità E, classe cacciatore e dominio tiratore scelto.
Cinque giorni di tempo per postare, fino al 28/09
 
Top
view post Posted on 26/9/2012, 15:47
Avatar

Esperto
······

Group:
Member
Posts:
4,434

Status:





Voi pensate a non morire.

Un esercito di mostri. Un'orda. Nulla poteva essere più pericoloso. E Motoko lo sapeva: anche se più prestanti e disciplinati, gli umani erano soggetti alla paura. Un branco di creature come i Korps invece non si sarebbe fermato di fronte a nulla. Alcuni di loro ignoravano le basi della difesa personale per lanciarsi in attacchi terribili e disperati, e la loro superiorità numerica poteva essere il più grande degli ostacolo. Sentivo dietro di me gli orientali combattere, ma erano letteralmente circondati da avversari. Potevo rimanere con loro, ma ci servivano quegli uomini.

Mi stavo avvicinando, lo sentivo. Presto avrei recuperato gli uomini degli altipiani e li avrei tirati fuori da quell'inferno. In ogni caso non avevo nulla da perdere: se fossero morti in seguito a quell'attacco, allora sarebbero stati comunque inutili sul campo di battaglia. Ogni sopravvissuto invece era un alleato, e trovarli vivi sarebbe stato solo un bene.
Destra, sinistra. Più veloce. Il gruppo di invasori come previsto mi ignorava: era troppo intento a saccheggiare, stuprare e uccidere i comuni abitanti. Un gatto nero passa inosservato, tanto nella notte quanto in un villaggio devastato. Due uomini in corsa mi tagliarono la strada, ma vennero coliti da una raffica di frecce alla schiena. Ancora vivi uno dei due mi osservò. Lo scavalcai per continuare: i clan erano più importanti, e per loro sarebbe stata comunque la fine. Avanti quindi: erano sempre più vicini.

Poi d'un tratto, l'imprevisto. Correvo ignorato da tutti verso la locanda. Avevo da poco passato il fiume, e stando alle informazioni dell'uomo e alla traccia lasciata ero certo di essere quasi arrivato. Riuscivo addirittura a sentire urla sconnesse, ma per nulla terrorizzate, venire da un preciso punto nelle vicinanze.
Lo sparo. Il sibilo del proiettile.
L'imprevisto.
Lo sentivo chiaramente, si avvicinava sinuoso seguendo la strada, ignorando palesemente la tortuosità della stessa. Era chiaramente diretto nella mia direzione, e se mi avesse colpito in quello stato mi avrebbe letteralmente spappolato. Con uno scatto mi infilai in un vicolo, tornando umano, ma quando sentii il sibilo deviare un'ultima volta riuscii a irrigidire solo in parte il mio corpo: il proiettile penetrò, poi si mosse ulteriormente. E dalle budella venne una fitta di dolore. Tossi sangue.

Non andava affatto bene. Se c'era un cecchino in grado di percepire la mia presenza andava eliminato. E se aveva capito che quel piccolo gatto era un pericolo non andava affatto sottovalutato. Era inutile avvicinarmi di soppiatto, ma seguendo una via alternativa almeno non mi sarei trovato ad affrontare altri Korps. Dovevo fare in fretta: se avesse avuto il tempo di ricaricare non me la sarei cavata così facilmente.
Presi il rampino, e sparai un colpo per agganciarlo al camino di una casa. Per fortuna alcune costruzioni avevano le loro strutture portanti in muratura, quindi avevo una via sicura per avvicinarmi a lui dall'alto. Il meccanismo riavvolse la corda e mi trascinò sul tetto. Dovevo andare.

Di tetto in tetto riuscii ad avvicinarmi rapidamente evitando ogni incontro indesiderato. Arrivai vicino alla sua posizione e lo vidi, al centro della strada. Non potevo certo illudermi di coglierlo di sorpresa: quel colpo aveva mostrato un talento straordinario, e avrei fatto un grave errore a sottovalutarlo ulteriormente: mi presi un secondo per scrutarlo, fino a quando non riuscii a scorgere qualcosa di familiare nello sguardo di quel mostro. I suoi tratti umani, la sua carabina. Quello era Karl Einstürzen, un mercenario più che capace, ma nulla di particolarmente preoccupante per l'ordine dei Toryu. Almeno fino ad allora.

Con un salto scesi dalla casa, arrivandogli di fronte. Durante la discesa portai le mani alla cinta, indossando al volo i guanti. Dovevo stroncare sul nascere ogni possibilità di contrattacco, e c'era solo una cosa a cui dovevo puntare. L'arma senza la quale un cecchino era nudo come un bambino di due anni. Prima un rapidissimo calcio diretto al fucile, poi la raffica. Avrei dilaniato il suo corpo, sfregiato il suo volto ancora di più, e grazie alle lame presto non ci sarebbe stato nessun Karl Einstürzen a sbarrarmi la strada. I clan degli altipiani erano vicini, li sentivo a pochi metri da me, ma prima dovevo pensare al cacciatore. E sperare che quel mostro non avesse brutti assi nella manica...




Riassunto Post
Capacità Straordinarie: 6 - Rapidità: 3 Forza: 2 Percezioni: 1
Energia: 98% - 6% - 2% = 90%
Status Fisico: Danno medio + basso da proiettile al ventre.
Passive Utilizzate: visione notturna e attraverso nebbie e simili; auspex sensoriale; pelle coriacea; immortalità tranne se soffocato; capacità di osservare l'anima delle persone; capacità di percepire le bugie; capacità di compiere acrobazie e movimenti fuori dall'ordinario; conoscenza degli eventi all'interno del Clan Toryu; risparmio energetico del 3%; non sviene sotto il 10%. di energie

Attive Utilizzate:
Resiste alle Offese [Pergamena Tempra di Ferro]
La corazza della Bestia. Con queste parole vengono ricordate le eccezionali capacità difensive di Kuro, che quando non è in grado di evitare gli attacchi compensa con un tono muscolare resistente oltre ogni immaginazione: spendendo un consumo medio di energie una qualunque parte del corpo di Kuro svilupperà un'immane resistenza, permettendo alla parte indurita di resistere a tecniche di livello medio o inferiore.

Rende vani i tuoi strumenti [Pergamena Disarmo]
Prevenire è meglio che curare. E impedire ad un maestro d'armi di utilizzare il proprio punto di forza è meglio di arrancare per erigere una difesa adeguata. Disarmare è il trucco principale per prendere vantaggio in un combattimento, e il Sanguinario è maestro di questa tecnica. Spendendo un consumo basso di energie proverà a colpire l'arma o la mano che la impugna tramite un movimento veloce e preciso finalizzato proprio a disarmarlo. Questo movimento sarà nettamente più veloce del solito, e l'arma potrà essere recuperata solo mediante tecniche opportune.

Riassunto Azioni: Mi accorgo in tempo del proiettile, fuggo, torno umano e uso Resiste alle Offese per irriggidire parzialmente il ventre e prendere solo parte del danno. Uso il rampino per salire sul tetto di una casa e avvicinarmi dall'alto al cecchino. Scendo arrivandogli di fronte e utilizzo Disarmo per colpire il suo fucile, poi provo letteralmente a dilaniarlo con attacchi fisici ad oltranza.

 
Top
Nihilism
view post Posted on 27/9/2012, 18:10




Il suono dell’acciaio contro la carne. Le urla e le imprecazioni dei perdenti. Lo scricchiolio del legno bruciato.
Ogni cosa veniva travolta dall’impeto della guerra in una cacofonia di grida di dolore, persino l’Arcidemone si era ritrovato a correre per evitare di trasformarsi in una torcia vivente. Correva lasciandosi alle spalle l’inferno, la sofferenza e i morti. Correva verso la vita e bramava la morte di chiunque escluso se stesso. Predoni o cittadini di Waulsort, storpi o guerrieri, vecchi o giovani, per lui non faceva differenza. Voleva sentirli strillare come delle puttane ancora vergini, tutti quanti. Ancora pochi passi e sarebbe uscito da quella maledetta locanda, Chevèl aveva capito fin troppo bene che non si deve mai giocare con il fuoco. L’Arcidemone emerse dall’inferno barcollando, sentì la morsa del calore sul suo corpo, ma lo spettacolo che vide riuscì a ugualmente a fargli storcere le labbra in un ghigno. Era tutto così infame, sleale e grottesco, ma agli occhi di Chevèl era un paradiso. Ogni casa era lambita dalle fiamme degli emissari degli inferi, ogni innocente era impalato non come monito ma per il baloccarsi dei predoni. Doveva ammetterlo: quei figli di baldracca gli avevano rubato la scena.
Estasiato, il suo sguardo cadde sugli uomini degli altipiani che si gettavano nel cuore dello scontro, avrebbero vinto, forse.
Si voltò parecchie volte, verso gli invasi e gli invasori, verso i martiri e i salvatori, verso le due facce della guerra.
E fece la sua scelta.

Incedeva lento e inesorabile, la calma che precedeva la tempesta che da lì a poco sarebbe giunta. Puntava agli uomini a cavallo, il portamento fiero e maestoso come quello di un condottiero. Lo sguardo austero tradiva la strana sensazione che si attanagliava alla mente dell’Arcidemone, come se il suo istinto cercasse di difenderlo. Un pericolo ignoto, una guerra nella quale lui non aveva nessun ruolo particolare. Tuttavia lui era entrato a forza nel palcoscenico, tra attori principali e mere comparse. Lo spettacolo del sangue. I due cavalieri neri torreggiavano su Chevèl, uno di loro portava un vessillo a lui sconosciuto, l’altro aveva già ottenuto il “trofeo della giornata”. Se c’era una cosa che il rosso aveva imparato bene, questa era che ogni uomo – a dispetto del rango o della forza – poteva essere manipolato. Corazze e armi non potevano nulla contro gli empi sortilegi dei diavoli di cui Chevèl era lord, lui colpiva dritto al cuore.
« Mi manda il nostro signore »
Freddo e oscuro come il più lungo e gelido degli inverni. Come una lama. Come un serpente.
Non conosceva i Predoni, sapeva solo che erano venuti per fare tabula rasa. Dovevano per forza avere un signore, un comandante, un qualsiasi uomo che era al di sopra, che dava ordini. Erano fin troppo organizzati e ben equipaggiati per essere dei semplici barbari, figli delle pianure e fratelli delle scorrerie.
« Dobbiamo ucciderli, tutti quanti » sentenziò osservando gli Scoti combattere contro i Predoni, le sue parole ammantate di un fascino sinistro « con me, quest'alba i corvi troveranno cibo per anni! »
La lealtà non era certo una virtù dell'Arcidemone, una coltellata dietro la schiena era il minimo che potessero aspettarsi da uno come lui. Il Chevèl che avevano conosciuto a Parris era morto da tempo, nient'altro che una voce urlante insieme alle altre. Nient'altro che un'altra vittima. Sorrise venefico, superbo. Il sorriso del diavolo, perchè i demoni non hanno amici o alleati, solamente persone che scelgono di uccidere.
O non uccidere ancora.

CHEVÈL
archdemon of lust

FORMA UMANA

c o n s u m i
[5] [10] [20] [40]

c s f o r m a u m a n a
4 [Agilità]

c s f o r m a d e m o n i a c a
4 [Astuzia]


Energia 90% ; Stato Fisico lievi ustioni sparse (basso) ; Stato Mentale perfetto

Passive

- trascendere la forma -
Carne resistente come l'acciaio, armatura naturale. Passiva del dominio vampirismo.

- trascendere i sensi -
Visione nel buio, a meno che questo non sia di natura magica o illusoria. Passiva del dominio vampirismo.

- trascendere l'esistenza -
Immortalità, l'unico punto debole è la lingua. Passiva del dominio vampirismo.

- i am your deepest fear -
Tutti - esclusi i demoni e coloro che hanno un'energia superiore a quella di Chevèl - provano timore nei confronti dell'Arcidemone. Razziale degli avatar demoniaci.

Attive

- trascendere i sentimenti -
La stirpe di Lilith è famosa per aver forgiato i demoni più perversi e abietti ; esseri corrotti dalla libìdine, capaci di seguire le loro vittime anche nelle notti più nere. Da mostri dalle dimensioni colossali a ibridi tra esseri antropomorfi e le bestie più disparate. Nonostante ciò l'èlite è composta da demoni molto più simili agli essere umani che a vere e proprie macchine da guerra, accomunati tutti da un'unica cosa: la bellezza. Tessono le loro ragnatele di fascino, tramutando il pensiero di una notte infuocata in una notte piena degli incubi peggiori. Guardandoli pare di vedere la massima espressione della grazia, qualcosa che non può passare inosservata, irretendo le menti più fragili. In lui riposa lo spirito della regina Semiramide, fautrice di un regno che ricorda quello della signora dei demoni. Un'anima corrotta che più volte ha messo in pericolo la sua vita ma che ora è in grado di controllare alla perfezione. Dopo aver assorbito Lussuria, la spada posseduta dalla fu Semiramide, è diventato la personificazione del peccato della carne. Le sue carezze e i suoi sguardi possono soggiogare uomini e donne ai suoi desideri perversi, andando contro la natura stessa. Chevèl, con la sola forza di volontà, può ricoprirsi di una sorta di fascino ipnotico che fa sembrare le sue parole più amichevoli e sincere. (Basso) E se le sue parole da menzogne possono diventare verità, il suo potere può portare gli altri a desiderarlo fisicamente. Un'attrazione fatale, perchè una creatura tanto bella da non poter essere concepita dalla natura non fa parte di essa. (Medio/Alto)

--------------------------------------------------------
Dopo essere fuggito dalla taverna, Chevèl si ritrova davanti gli Scoti che caricano i Reiter. Decide di passare dalla parte del nemico perchè li reputa più forti e crede di poter fare più danni insieme a loro. Si avvicina ai due uomini a cavallo e, utilizzando l'abilità bassa del dominio vampirismo (rende le parole veritiere), cerca di convincerli ad assaltare gli Scoti.


 
Top
Andre_03
view post Posted on 27/9/2012, 21:47




I suoi occhi ambrati intrisi di porpora scattavano a intercettare il minimo movimento.
Come un predatore insaziabile, il prete rosso concentrò la propria attenzione sugli armigeri che stava affrontando. Le loro fronti, imperlate di sudore e bitorzolute. Gli sguardi infami, crudeli. La dentatura marcia. Disgustosi vermi dagli abiti lordi che riversavano su di lui un alito mefitico almeno quanto l'animo corrotto che gli dimorava in corpo. All'improvviso, nella fornace che era diventata la locanda, un'arcata rossastra aveva attraversato il fumo per accompagnare il braccio tranciato di netto da Salla. E si erano levate urla, lamenti rabbiosi. Mentre tutti intorno fuggivano. Mentre tutto intorno crollava.
Una trave cedette alle spalle del sacerdote e cadde, seguita dalle traversine. Lo spostamento d'aria generò una fiammata imponente che raggiunse il soffitto del piano di sopra. L'uomo in rosso ne percepiva il calore avvolgente, e se ne fece scudo - quasi fosse un involucro protettivo attorno al quale i nemici morivano, impotenti. Sollevò le spade in silenzio, quando gli invasori si fecero avanti.
Aberrazioni dalle carni infette, mostruosi figli della polvere e del fango.
Lenti, e inadatti allo scontro.

« Lo ammazzo io. LO AMMAZZO IO!!! »

Ripeté il monco più volte.
Se ne fosse stato capace, non avrebbe perso un braccio con tale facilità. Se ne fosse stato capace, l'altro sgherro suo compare non sarebbe intervenuto con tale foga e imbracciando uno spadone a quel modo barbaro. A Sallahro bastò un istante per decidere il da farsi: aveva già valutato la posizione dei due, e il loro approccio maldestro alla battaglia non fece che avvantaggiarlo.
Mosse rapido la mancina a fronteggiare il triplice attacco del soldato di sinistra: con somma sorpresa, notò che ad ogni colpo della bastarda sulla sua sottile lama braavosiana il braccio gli dolette. Aveva sottovalutato la forza dell'avversario, eppure la grande esperienza gli aveva permesso di ovviare all'intensità dei colpi semplicemente inclinando la spada per farli scivolare lungo la lama, deviati. Quasi in contemporanea chinò il capo e - con un gesto fulmineo - mollò la presa sull'arma che teneva nella destra, afferrandola un battito di cuore più tardi in modo che fosse parallela al braccio. Così la portò in alto per bloccare l'offesa del secondo nemico.
Acciaio e propaggine immonda si scontrarono nell'aria densa di esalazioni, nullificandosi a vicenda.
Inaspettatamente una lama corta lo raggiunse comunque alla spalla destra, causando una lieve ferita mitigata dal cuoio borchiato della veste. Così costretto nella duplice morsa dei nemici, e loro viceversa bloccati dalle sue sottili spade, Salla sembrava una statua purpurea del dio in fiamme. Immobile, immacolato, cinto da ogni parte dall'oro del fuoco.
Lesto come suo solito, respinse di colpo ambedue gli avversari obbligandoli a spendere qualche istante per riacquistare l'equilibrio. In quei concitati attimi lui agì: anzitutto sferrò un calcio all'armigero che gli stava a sinistra, per urtarlo in pieno petto e spingerlo verso un pilone di sostegno. Questo, aveva notato in precedenza, reggeva una trave lambita dall'incendio e dava cenni di cedimento imminente. Avrebbe seppellito il guerriero senza possibilità di scampo, nonostante il potere rigenerativo che quei guerrieri avevano palesato.
Si dedicò quindi al monco, con la furia di una vampata ardente. Lo aggredì utilizzando ambo le armi infuocate, ben consapevole che perforargli il cuore sarebbe stato inutile. Allora attaccò con due rapidi fendenti della spada destra, volti a destabilizzarlo ferendogli le gambe; e mentre la lama gemella compiva un arco in aria dirigendosi verso il collo taurino del mostro, Sallahro lo guardò negli occhi. Brillavano, riflesso del rogo circostante.
Erano i lampi di luce di un demone immortale.

« Brucia » sussurrò impetuoso;
« Nella luce eterna del Signore. »


corollario


condizioni fisiche braccio sinistro intorpidito per lo sforzo; graffio alla spalla destra;
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 86%;

equipaggiamento 2x spade (una per mano - 4x nascoste nella veste); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (1CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive difesa fisica con spada (Danza dell'acciaio - Alto); flash abbagliante dagli occhi (Benedizione della Luce e del Fuoco - Basso);

-------------------------------------

note ancora qualche licenza, perché sfruttare la situazione a proprio vantaggio augurandosi che il QM sia clemente è una bella cosa. Il modo in cui cerco di sbarazzarmi dell'uomo con lo spadone è molto lasciato alla discrezione del Master, e ne sono consapevole. Ho dovuto un po' forzare la difesa per avere almeno uno slot libero in attacco, cosa sempre gradita.

resoconto azioni in virtù delle benedette CS, Sallahro reagisce prontamente alla doppia offensiva. Fronteggia l'attacco fisico del soldato armato di spadone usando solo la propria abilità - e subendone, com'è giusto, le conseguenze di una CS in svantaggio - mentre blocca l'offensiva Alta del monco con una difesa adeguata (Danza dell'acciaio, cfr. sotto). Subisce l'attacco non tecnica della daga, mitigato dal vantaggio in CS - cosa giustificata in game da un repentino spostamento del peso corporeo in avanti - e dall'armatura (Veste rossa). Quindi contrattacca spingendo indietro entrambi i nemici, e sferrando un calcio a quello che appare più forte, per gettarlo incontro a morte certa per seppellimento da detriti. Lui quindi esce dal raggio d'azione del potenziale crollo e si getta sull'uomo senza un braccio: lo sfida con lo sguardo abbagliante (Benedizione della Luce e del Fuoco, cfr. sotto) e quindi sferra un attacco fisico volto a decapitarlo con la spada mancina in fiamme.

-------------------------------------

CITAZIONE

Prima che Sallahro conoscesse il fuoco, già aveva stretto amicizia con il ferro e l'acciaio. Il primo approccio avvenne in tenerissima età: ad appena sei anni - come tutti i bambini del suo medesimo rango sociale - venne condotto presso un maestro di scherma. Presso di lui si allenò mattina e sera, apprendendo pian piano la cosiddetta danza dell'acciaio, una tecnica spadaccina tipica di Braavos - città d'origine del suo precettore - fondata sulla rapidità e fluidità nei movimenti dell'esecutore. Equilibrio, concentrazione e precisione sono le chiavi per la padronanza di questo stile di combattimento raffinato eppure brutale come pochi: agli apprendisti si insegna fin da subito quale punto del corpo sia meglio colpire per provocare danni oppure dolore -o entrambe le cose. I danzatori sono temuti sul campo di battaglia poiché, sebbene spesso protetti soltanto da morbide e flessibili armature di cuoio bollito, possono uccidere senza fatica molti uomini in cotta di maglia o di piastre, in virtù della loro superiore mobilità nonché di un'accuratezza degna dei migliori cerusici.
variabile; abilità personale


CITAZIONE

Una luce in grado di abbagliare le tenebre più fitte, che sia una guida per le anime perdute. "Poiché la notte è buia e piena di terrori" - e un Prete del dio rosso deve farsi carico di molte responsabilità. Così è nei sermoni che Sallahro recita durante i roghi sacrificali al Signore della Luce; così è nell'animo di coloro che gli stanno accanto, come pecore attorno a un pastore probo; così è in battaglia, per mezzo di sotterfugi abilmente celati nella sua veste. Tra le tante polveri nascoste nella tunica del sacerdote alcune hanno difatti la capacità di generare una luce abbagliante improvvisa se mescolate: a Salla basterà alzare una mano al cielo o compiere un gesto analogo per slegare con rapido movimento di dita le tasche che le contengono - cosicché ne fuoriesca una quantità bastante allo scopo - perché la magia abbia luogo. Spesso usato al fine di intrattenere o stupire, questo stratagemma può rivelarsi utile in uno scontro o per rischiarare luoghi immersi nella più fitta oscurità.
bassa; pergamena "Flash abbagliante"


 
Top
view post Posted on 28/9/2012, 17:37
Avatar

Memento mori.
·········

Group:
Member
Posts:
16,688

Status:


La taverna stava andando a fuoco, dei predoni vestiti in modo simile a quello delle truppe di Fortescuro stavano assediando Waulsort che da calma e isolata cittadina si era trasformata nell' inferno più cremisi che Illidan avesse mai visto in quel' ignobile mondo.
Stava procedendo tutto troppo in fretta, per i suoi gusti.
Era dentro quella taverna, che di taverna ormai aveva ben poco, ad escogitare un metodo per resistere all' assedio il più possibile. Tutti, tranne lui ed uno strano uomo vestito in rosso, erano usciti dall' osteria chi per sopravvivere, chi per affrontare la minaccia prendendola per le corna.
Non avrebbe potuto resistere a lungo dentro quel luogo caldo come una camera crematoria: doveva uscire.
Le opzioni erano due: uscire dalla porta principale affrontando i due bruti insieme al tizio vestito di rosso o uscire dal retro, dal quale era già passata la maggior parte della gente.
Senza ripensarci due volte scelse di uscire dal retro dell' edificio, da lì si sarebbe riconciliato con l' enigmatico demone e buona parte degli scoti sopravvissuti all' attacco.
Quando vide l' uomo cremisi reagire all' offensiva dei suoi due nemici si alzò e cominciò a correre verso la porta del retro. Durante la corsa per uscire da quell' inferno in miniatura vide varie travi crollare a causa del fuoco. Pensava a quel tizio, si chiedeva se sarebbe riuscito a fuggire dalla taverna dopo che l' edificio sarebbe crollato.
Nient'altro che curiosità, non gli sarebbe importato molto se quel figlio dell' uomo fosse morto.

Una volta uscito si accorse che i suoi occhi avevano accumulato una gran dose di cenere, e la sua vista si era offuscata al punto tale da non riconoscere gli scoti che selvaggiamente si stavano buttando su un gruppo di nemici.
tossì in modo inumano per qualche secondo, per poi sputare una sostanza nerognola che gli si era probabilmente fermata nella laringe.
Prese il respiro più fresco che quel lurido posto gli potesse offrire e si stropicciò gli occhi, riuscendo quindi a diminuire la sfocatura causata da quella putrida sostanza.
Riaprì gli occhi.
Sorrise.
Una grandissima parte delle case della città bruciava come la rabbia della sua specie, numerosissimi abitanti del paesino erano stati impalati dagli invasori per il solo compiacimento di questi ultimi e grida di dolore inondavano tutta la città come un fiume dopo una pioggia torrenziale.
Gli scoti si erano lanciati contro sì e no una decina di guerrieri ostili, mentre dalla parte opposta vi erano dei cavalieri, molto probabilmente i comandanti di quel piccolo plotone di ostili, che si stavano avvicinando lentamente quanto inesorabilmente verso quei pochi che non stavano combattendo gli scoti.
L' arcidemone si avvicinò a loro, facendo uscire dalla sua ignobile bocca qualche fugace parola volta ai due cavalieri dei quali uno trasportava la carcassa straziata di una donna del villaggio sulla sua lancia.

Continuava a chiedersi perché gli umani cercavano di arrecare tanta sofferenza ai loro simili. Di certo non gli dispiaceva veder la specie che più odiava sgozzarsi a vicenda, ma non riusciva comunque a darsi una risposta in alcun modo. Eppure non era uno stupido.

Ti fai sempre le stesse domande senza mai darti una risposta. Quando la smetterai con questo putrido circolo vizioso? Gli chiese lo sconfitto.

Quando non rimarrà neanche un esemplare di essere umano sulla faccia di questo maledetto pianeta.
La sua pelle cominciò a diventare verde. Verde speranza.



Inferi Sententia

CS: Astuzia (1)

Basso 6%; Medio 11%; Alto 22%; Critico 44%



Status fisico: Lievi ustioni su buona parte del corpo (Basso)
Status mentale: Ottimale
Energie: 100%
Abilità passive:
I'm a systematic error!!! : Passiva di timore verso non demoni ed energie pari o inferiori (razziale)
»Geneticamente superiore: Capacità passiva di discernimento di illusioni e tecniche psioniche (Mente Lucida I)
Abilità utilizzate: ///
Note: Illidan sceglie di uscire dal retro, sfruttando il momento in cui i due bruti reagiscono alle offensive di Sallahro per fuggire. Una volta uscito tossisce fuori la cenere che si era accumulata nei suoi polmoni e se ne leva un po' anche dagli occhi. Fatto ciò riesce a capire cosa sta succedendo nel retro della locanda, quindi si tiene pronto a cambiare forma.

ps: Il testo in nero è riferito all' avatar demoniaco che Illidan assorbì prima di metter piede su asgradel.
 
Top
view post Posted on 28/9/2012, 18:40
Avatar

Eternal Light
····

Group:
Member
Posts:
1,468

Status:


Tomo gridò spaventato mentre Ghin veniva spinto a forza oltre la porta da una mandria di Scoti imbufaliti. Per poco non finì con la faccia contro la melma che stava a terra, ma riuscì invece ad aggrapparsi al muro, per fortuna non in fiamme, della costruzione che stava di fronte alla locanda. Visto quant'erano animaleschi, poteva forse immaginare di addomesticarli e imparare ad evocarli in combattimento al posto delle sue ruffiane e pretenziose linci. Questo pensiero svanì dalla mente del mezz'elfo non appena notò i dieci armigeri da una parte del vicolo su cui subito si gettarono trionfalmente quei montanari. Poteva forse dirsi in salvo dalle fiamme, ma non dall'assalto dei predoni. Riprendendo l’equilibrio sui suoi piedi, si guardò intorno.

Oltre al locandiere che si lamentava per la sua dimora data alle fiamme – ora Ghin non poteva certo dire di essere l’unico senzatetto in quel villaggio, ma sperava di non essere almeno l'unico orfano sopravvissuto-, era uscito dalla locanda, a parte altri ospiti, uno strano ragazzo biondo che dimostrava all'incirca la sua età.
Gli occhi simili a rubini dal cuore nero si posarono timidamente su di lui. Si sentiva in un certo senso al sicuro nonostante fosse in mezzo al caos. Dopotutto era circondato da gente che pareva parecchio forte e che non sembrava volergli fare del male. Tomo si arrampicò, come per valutare lo strano tipo che gli stava vicino, verso la spalla dal cantuccio all'interno del cappuccio, che s’era alzato mostrando i lunghi capelli argentei quando gli Scoti l’avevano sospinto. Giunto in cima, però, gridò voltandosi verso l’altra parte del vicolo ed attirando così lo sguardo del suo padroncino in quella direzione.

Due uomini a cavallo si stagliavano reggendo tra le mani lunghi bastoni con sinistri simboli e trofei in cima. Ghin si aggrappò nuovamente al muro vedendoli e fece un passo laterale verso i montanari quando notò un'altra persona unirsi ai cavalieri. Tirandosi nuovamente il cappuccio sui capelli, come per cercare di mimetizzarsi contro la parete della costruzione grazie al corpo sottile ed al mantello scuro, si mise a strisciare verso gli unici che potesse almeno lontanamente reputare alleati, troppo impaurito dai tre nemici per riuscire a stare in quella posizione di mezzo. Eppure, mentre si allontanava, non poté distogliere gli occhi dall'immacolato busto della donna straziata. Spalancati, apparivano come due ninfee fiammeggianti alla luce dei fuochi in lontananza che presto sarebbero sgorgati anche dalla locanda.
Si girò di scatto tenendo le braccia adiacenti alla parete verso gli Scoti, i quali s’erano fin troppo allegramente tuffati in un bagno di sangue impari contro pesci piccoli e, con un tono di voce acuto, provò a richiamarli.

ZIM29

Ehi! Vi stanno caricando da dietro, sono alle vostre spalle!
Un guerriero sufficientemente accorto avrebbe come minimo guardato all'indietro con la coda dell’occhio per vedere se la notizia fosse veritiera ed avrebbe notato almeno le figure a cavallo. Di sicuro, in un rapporto tre ad uno, qualcuno dei mercenari doveva essere in cerca di qualcuno su cui battere le proprie armi in una cacofonica armonia bellica, mentre alcuni compagni già si stavano divertendo a suonare in quell'orchestra guerriera.
Si girò poi nuovamente verso il ragazzo biondo, come per attirarlo di fianco a sé prima che la mandria bestiale cambiasse direzione e travolgesse anche quella figura esile come avevano travolto lui nel retro della locanda.

Ghin, è questo il mio nome.
Un sussurro puerile quasi spezzato. Respirava rumorosamente e velocemente, come per cercare di scacciare la paura dal suo animo e decidere quel che doveva fare. Non poteva certo sperare di colpire gli avversari con la sua fionda, qualora gli alleati si fossero girati verso di loro, per non rischiare di colpire bersagli indesiderati. Non aveva nemmeno senso rischiare la pelle quand'era circondato da così tanti allegri colossi baldanzosi che sembravano ben più coraggiosi e portati a combattere. Se fosse stato possibile, avrebbe atteso che le acque si calmassero per poi tornare a nuotare, magari insieme a quel branco di squali, alla ricerca della fonte del cataclisma che sembrava si stesse abbattendo anche su Waulsort.

Capacità Straordinarie: Intelligenza 1
Status Fisico: Piccola scottatura alla gamba destra, 15/16.
Status Psicologico: Illeso.
Energia: 100%
Equipaggiamento: Bastone-Fionda.

Passive Utilizzate:

Figlio degli Elfi - Visione nel buio, nella nebbie e simili.
Figlio dei Boschi - Evocazioni istantanee.

Attive Utilizzate:
Nessuna.


Riassunto:

Ghin capisce la situazione in cui si trova e prova ad aizzare gli Scoti contro i due cavalieri, tre con Nihilism, dall'altra parte del vicolo, per poi appiattirsi contro il muro, sperando di non attirare l'attenzione dei nemici e di non essere di nuovo travolto dai montanari. Provo ad approcciarmi amichevolmente con Kirin.

Note:

Mi sono messo un po' d'accordo con Shinodari, di nuovo. Perdonate la scarsa qualità, ma già non sono un granché di mio ed in più oggi ho dovuto sistemare altre due cose, nonostante mi sia svegliato rincretinito. Uff.
 
Top
view post Posted on 28/9/2012, 20:22
Avatar

Suzushikei
·····

Group:
Member
Posts:
1,581
Location:
Dalle nebbie del passato...

Status:




Dalle Cronache
dell'Angelo dal Cuore di Tenebra



Viaggio in Occidente


« RISSA, DICO IO!!! »

« GAMBE IN SPALLA, DICO IO!!! »


Parole che echeggiarono nella mia mente per alcuni istanti, facendomi quasi sorridere al pensiero, se non fosse stato per due piccoli particolari: la situazione in cui mi trovavo si stava facendo sempre più scottante, e non era solo un gioco di parole; i montanari avevano preso un po' troppo alla lettera la frase "gambe in spalla", caricando l'uscita sul retro come una mandria di bufali senza controllo, incuranti di chi potesse pararsi tra loro e la salvezza.
Riuscii ad evitare di essere travolto dal "gioioso" gruppo di energumeni per un pelo, precedendoli nell'oltrepassare la porta e scartando di lato per non finire sulla loro traiettoria di fuga.
Ringraziando non so bene quale divinità per avermi concesso dei buoni riflessi, mi guardai attorno quanto bastava per comprendere che l'uscita sul retro dava su un vicolo fangoso, che l'oste mi stava dando sui nervi con le sue crisi isteriche e le sue priorità completamente sballate, che pur essendo scampati all'incendio della locanda, la via di fuga ci era preclusa su entrambi i lati, da una parte da un gruppo di tizi a piedi, dall'altra da tre, no rettifico, due uomini a cavallo che il solo guardarli mi provocava una certa inquietudine... qualcosa di molto simile alla paura e io odiavo profondamente avere paura!
Per un istante la mia attenzione fu attratta proprio da questi ultimi e dal busto straziato di una donna che uno dei due aveva impalato sulla sua lancia come un vessillo.
Un gesto intimidatorio? Uno spregio nei confronti della vita degli abitanti di questo innocuo villaggio? Qualunque fosse stata la risposta alla fine non aveva importanza.
Bisognava neutralizzare i cavalieri.


No, aspetta, ora sono in tre?... ma quel tizio non si trovava poco fa alla locanda?

Perfetto, ora dovevo trovare un modo per neutralizzarne tre se non volevo subire lo stesso destino della donna. Naturalmente avrei dato filo da torcere al terzetto prima dell'inevitabile fine, ma, come dire?, avevo un certo attaccamento alla vita, soprattutto se si trattava della mia vita.
Non era un bel quadro: uno, no forse due, se il ragazzo dai capelli argentei mi avesse aiutato, contro tre... Uno scontro impari e non avevo la più pallida idea delle forze in campo. Per non parlare dell'allegra combriccola di montanari che avevano scelto di porre la loro "ebbra" attenzione al gruppo più numeroso, ma non necessariamente più letale.
Bisogna assolutamente ripristinare l'equilibrio tra le parti.
Stavo riflettendo sulla possibile strategia, quando arrivarono alle mie orecchie le parole del giovane dalle iridi cremisi.


Ehi! Vi stanno caricando da dietro, sono alle vostre spalle!

Geniale! Semplicemente geniale!

Quel ragazzino aveva trovato la soluzione.


«BIRRA A VOLONTÀ A CHI SPACCA IL CULO A QUELLI CHE VI STANNO CARICANDO DA DIETRO!» gridai per farmi sentire dalla massa di energumeni, evitando di esprimermi in maniera troppo forbita. La volta prima non mi aveva aiutato granché con i montanari.

Probabilmente l'avvertimento del ragazzo sarebbe stato già sufficiente di suo, ma tutto sommato incentivare gli animi poteva essere d'aiuto.

Sperai che, nella foga del momento, gli energumeni non si rendessero conto che la maggior parte della mia promessa era stata nebulizzata nell'aria dall'incendio della taverna. A questi dettagli avrei pensato dopo, per il momento mi premeva maggiormente restare in vita.

Mi affiancai rapidamente al ragazzo, che si presentò come Ghin.


«Kirin», replicai in risposta. Non c'era tempo per i formalismi, avevamo altro di cui preoccuparci.
Da un momento all'altro si sarebbe scatenato un nuovo Inferno e, nel frattempo, una nuova comparsa aveva fatto il suo ingresso; difficile dire se sarebbe stata o meno nostro alleata.



~«Parlato (Umano)» ~«Parlato (Avatar)» ~Pensato

~Kirin, l'umano: CS 2 [Velocità 1, Riflessi 1]
~Zeross, l'avatar demoniaco: CS 2 [Sesto Senso 1, Intelligenza 1]

Stato Energetico: 100%
Energie Consumate nel turno: -
Stato Fisico: Una ferita di entità pari a un basso distribuita sulle zone scoperte dalle vesti, causata da scottature e abrasioni.
Stato Psichico: Risoluto

~Passive

Telecinesi

Presenza Demoniaca

La Via della Magia [Arcanismo I+II]


~Equipaggiamento

Dragon Cross Rose: Flintlock 3/3

Lama Azzurra: Schiavona

Oggetto di Background, Puppet


~Osservazioni: Kirin esce dalla locanda, evitando di finire calpestato dagli Scoti. Valuta la situazione e appoggia l'idea di Ghin nel coinvolgere i montanari contro il terzetto.

Mi sono accordata, anche questa volta, con Desdinova per questo post.

 
Contacts  Top
RockDanieLee
view post Posted on 29/9/2012, 13:12




- III -

Il duello era iniziato, alla luce tremolante dei roghi e delle capanne che bruciavano. Eppure l’esito dello stesso non si era rivelato così scontato. Perché se Yusuke si era permesso il lusso di sottovalutare i suoi avversari, caricandoli alla cieca come fossero ladruncoli di infima categoria, quelli avevano saputo analizzare il dislivello di forza con lucidità e agire di conseguenza come un gruppo compatto e ben organizzato, visibilmente avvezzo alla guerra e alla battaglia; mentre le loro lame arrestavano con facilità le katana affilate, due membri del terzetto di predoni avevano compiuto un repentino movimento sui lati scoperti del Takeshi, approfittando della schermaglia ingaggiata dal ragazzo per colpirlo ai fianchi. Fu solo grazie ai suoi riflessi potenziati che il bushi d’oriente riuscì a cogliere la minaccia prima che questa si concretizzasse: con la coda dell’occhio vide il pesante spadone sollevarsi minaccioso oltre il volto ghignante di uno dei due, e fu in quel momento che capì. Quelli che stava affrontando non erano affatto dei normali banditi, né tantomeno una casuale marmaglia disunita. C’era qualcosa di più oscuro sotto quelle figure ammantate di nero, capaci di contrastare alcuni tra i più valorosi guerrieri dell’Est supplendo alla differenza di tecnica e abilità con una ben maggiore forza fisica e un’organizzazione impeccabile. Ma chi diavolo erano?

E infine gli spadoni calarono, accompagnati da pugni, gomitate e qualsiasi altra parte del corpo potesse essere impiegata come oggetto contundente.

«Oh merd-»

Yusuke sgranò gli occhi e le parole gli morirono in gola. Sollevando le braccia iniziò ad intercettare la raffica di colpi con difficoltà crescente, menando le lame in un turbinio vorticoso che tuttavia non riusciva a trattenere ogni affondo. I primi tagli cominciarono a graffiargli braccia e guancie, e una smorfia che fondeva rabbia e dolore prese il posto dell’espressione concentrata che fino ad allora gli aveva disegnato il viso.

«Ahia, questo faceva male!»

Una sottile striscia di sangue si fece largo sul fianco sinistro del ragazzo, seguita da imprecazioni ben più colorite. Quei tizi proprio non scherzavano; se avesse continuato a farsi colpire in quel modo presto o tardi sarebbe stato ridotto ad un colabrodo ambulante... il che di certo non rientrava nella lista giornaliera delle cose da fare. Il numero minacciava di surclassare perfino la tecnica più sopraffina; era il momento di reagire.

«Adesso basta, eccheccavolo!»

Con il piatto delle katana Yusuke deviò verso l’alto gli ennesimi due fendenti, sbilanciando l’avversario che aveva di fronte e ritagliandosi il frammento di secondo necessario per concludere la manovra evasiva: flesse le gambe in un gesto repentino e, prima che nuovi colpi potessero designarlo come bersaglio, spiccò un balzo impressionante oltre il capo dello sbigottito predone, ribaltandosi a mezz’aria in un salto mortale che si concluse esattamente alle sue spalle. Non vi fu tempo da perdere in ulteriori parole: roteando l’acciaio tra le dita il ragazzo mirò alle gambe che aveva di fronte, rendendole preda di due furibondi e simultanei fendenti che -se non avessero amputato gli arti- li avrebbero comunque resi incapaci di sostenere il notevole peso del loro proprietario. E quando questo fosse accaduto e l’uomo fosse crollato a terra schiacciato dalla sua stessa mole, il Takeshi avrebbe scagliato la sua offensiva finale, compiendo una rotazione su se stesso e menando un ultimo colpo potenziato dall’energia cinetica accumulata per troncargli il capo di netto. I suoi movimenti sarebbero stati talmente rapidi, la sua spada talmente precisa, da non lasciare alcuno scampo; e a quel punto, a contendersi la sua vita, ne sarebbero rimasti solo due di quei fottutissimi bastardi!





C.S. totali: 6 (4-maestria con le armi; 2-riflessi)

Energia: 90-5-20= 65%
Status Fisico: tagli e graffi su gran parte delle braccia e del torace (danno basso)
Status Psicologico: ancora più incaxxato nero di prima
Equipaggiamento: 2 katana estratte (mano dx + mano sx)

ABILITA' PASSIVE in utilizzo

● Capacità di utilizzare qualsiasi oggetto o strumento come fosse un'arma;
● Capacità di tagliare qualsiasi tipo di materiale, impiegando uno sforzo proporzionale al risultato desiderato;
● Capacità di cogliere e colpire istintivamente i punti vitali dell’avversario, incrementando l’efficacia degli attacchi fisici;
● Capacità di compiere spostamenti e movimenti talmente agili e rapidi da risultare innaturalmente sfocati ed estremamente difficili da seguire;
● Capacità di impiegare in combattimento fino a un massimo di 7 spade simultaneamente, sostenendole con le mani, la bocca e le varie articolazioni del corpo. Qualsiasi traiettoria verrà conferita loro, esse torneranno sempre in mano al proprietario;
● Difesa psionica di livello passivo.


ABILITA' ATTIVE in utilizzo

Primordial Perception
Utilizzando quest'abilità Yusuke riesce a raggiungere un livello sensoriale pari a quello di un gatto, o di un felino, che lo rende estremamente pericoloso in battaglia. Sarà infatti capace di individuare un nemico nascosto grazie alla traccia d'odore che lascia dietro di se, di avvertire un attacco alle spalle grazie all'udito, e di intercettare attacchi a distanza tramite la vista. In termini tecnici, le capacità percettive del ragazzo divengono di potenza bassa per una durata totale di due turni, compreso quello d'attivazione.


ABILITA' ATTIVE utilizzate

The best defense is a good... defense!
Yusuke non ha mai dato troppa importanza alle tecniche difensive dirette, preferendo schivare piuttosto che parare; ciò tuttavia non significa che non ne sia capace! Spendendo un consumo proporzionale all'offensiva da intercettare, egli sarà in grado di vanificarne gli effetti con la stessa facilità con cui scarta un leccalecca: ad esempio, impiegando un consumo Basso, egli potrà opporsi ad un qualsiasi tipo di attacco, fisico o magico che sia, semplicemente lasciandolo scivolare contro la propria arma e deviandone la traiettoria.
Let it burn!
Attingendo dal proprio flusso energetico interiore e irrorando di Ki una qualsivoglia regione corporea, Yusuke sarà in grado di potenziarne l’efficacia: in questo modo potrà compiere scatti fulminei, balzi innaturali, contorsioni sovrumane, a seconda del pericolo e della necessità. Un’abilità utilissima ed estremamente versatile in fase difensiva [...]. (consumo alto)


Azioni

1) Yusuke tenta di difendersi dall'offensiva combinata dei suoi avversari ricorrendo semplicemente alla sua abilità
2) ovviamente fallisce e inizia a subire le prime ferite
3) ne ha abbastanza di tutto quel macello e inizia a pararsi sul serio, ricorrendo alla prima tecnica attiva del dominio
4) segue un salto mortale oltre l'avversario che gli sta immediatamente di fronte, cogliendolo alla sprovvista ed evitando il grosso dei colpi scagliati dal magico trio
5) a quel punto, sfruttando l'elemento sorpresa, prima cerca di amputargli entrambe le gambe e poi (di nuovo) la testa


Note

Ho interpretato l'offensiva degli avversari un po' liberamente, immaginandola come una combo composta da colpi indipendenti di potenza totale pari ad alto+medio, e dalla quale mi sono difeso ricorrendo ad un basso seguito immediatamente da una tecnica alta. Ne segue che il danno subito ammonta ad un semplice basso. Confido infine che la rapidità e le passive in mio possesso impediscano al bersaglio di opporre una difesa adeguata e tempestiva.



 
Top
Yomi
view post Posted on 2/10/2012, 20:40




Territori Occidentali
— Waulsort, città in fiamme —
Ghin, Kirin, Chevèl, Illidan

Fu ben più di un istante: fu un lungo e interminabile respiro che intervalla un battito di cuore, quando il mondo sembra cristallizzarsi come ghiaccio al mattino, come se all'improvviso gli ingranaggi degli orologi si rifiutassero di scattare mantenendo immobile la lancetta dei secondi per un tempo assurdamente lungo. La battaglia che si preannunciava, le vampate di calore dall'interno della locanda, i piagnistei dell'oste ed il silenzio innaturale dei Reiter, le grida degli Scoti ed il ghigno assassino del cavaliere nero, il macellaio di Waulsort... e le parole di Chèvel. Un vigliacco, un voltagabbana. Disposto a vendere i suoi simili per salvare la sua miserabile vita. Era questo, forse? Lo stendardo da battaglia dei Korps sventolò con forza quando uno dei vetri della locanda esplose emettendo lingue di fuoco all'esterno, il volto selvaggio del luogotenente di Viktor il Beccaio venne illuminato dalle fiamme, e non c'era nemmeno l'ombra di compiacimento sul suo volto, nemmeno una stilla di sentimenti umani che non fossero la brama animale. Strattonò la lancia in un movimento a spirale, ed il corpo mutilato che vi era infisso si sfracellò sulla parete adiacente la locanda, in un disgustoso suono di ossa rotte e carni in pezzi.

« Quest'uomo dice di essere emissario del nostro signore. »
Scoppiò a ridere, ma non vi era nemmeno l'ombra di gioia nella sua voce.
Sollevò l'arma sopra la testa e spronò il suo destriero a gettare un lungo nitrito.
« REITER, CHI E' IL NOSTRO SIGNORE??? »
E lo stendardiere al suo fianco levò in alto l'icona che reggeva nella mano destra, e uno ad uno tutti i Korps nelle vicinanze aprirono le fauci al cielo e risposero con un'unica voce, come tanti lupi che ululano il richiamo del branco.

« FALKENBERG!!! FALKENBERG!!! FALKENBERG!!! »
Il cielo fu sventrato da una folgore e l'aria vibrò come terrorizzata da un tuono. Tutta Waulsort fu illuminata a giorno, e come costretti da una volontà invisibile, tutte le poche anime non ancora sprofondate nella dannazione volsero gli sguardi alle vette ad Ovest, dove una costruzione contorta si stagliava simile ad una piaga cancretosa sul fianco della collina. In un primo momento sembrò un'allucinazione, la visione dettata dalla paura di un qualche mostro mitologico. Poi gli occhi misero a fuoco, e appena il riverbero del lampo cessò di essere, si rivelò per ciò che era: un castello, una roccaforte militare come non se ne erano mai viste nei Reami degli Uomini. Ma nessuno fra i presenti ricordava di averla mai vista giungendo a Waulsort, e gli stessi abitanti sapevano bene che era impossibile che ci fosse qualcosa di simile sulle loro colline.
Non c'era mai stato in nessuna era un castello a Waulsort.

Come un sol uomo i soldati di Rottenhaz si ricompattarono e fronteggiarono a viso aperto la carica degli Scoti, incuranti dell'inferiorità numerica. Il clamore delle armi fu un unico schianto, e ben presto al fracasso dell'acciaio sull'acciaio si unì il coro di morti e feriti. Il Reiter Major non vi fece caso, e invece affiancato dal suo alfiere personale puntò la lancia sul demone Chèvel, cui si rivolse:

« Portami la sua testa. »
E spostò la lancia sul giovane elfo lì vicino, Ghin il druido.
« Uccidilo. Guadagnerai ali di corvo, una nuova esistenza ed un padrone degno. »
Poi infine puntò la lancia contro il muro della locanda, apparentemente senza alcun motivo. Spronò la sua cavalcatura e si inarcò sulla sella per sferrare un unico, ampio fendente. La terra si aprì, le mura della locanda vennero lacerate e una vasta porzione dell'edificio venne sradicata e sollevata dalla violenza dell'impatto, mentre la mortale lama di energia divorava metri verso l'interno...


Territori Occidentali
— Waulsort, città in fiamme —
Sallahro m'qahor, Illidan, Ghin, Kirin, Chevèl

Quando la pesante zweihander a doppia lama dell'uomo dei Korps venne respinta, egli vide il proprio peso spostarsi in una direzione inaspettata, trascinato dal peso dell'arma deviata con violenza dal prete. Barcollò all'indietro con una bestemmia sulle labbra, ma proprio allora fu colpito in pieno petto da un calcio che lo spedì di schiena contro una delle travi portanti della locanda, già preda dei morsi delle fiamme. Il legno cedette sotto il peso dell'energumeno, e con esso venne meno il sostegno delle scale e di tutta un'ala della locanda. Uno spaventoso effetto a catena vide l'edificio ripiegarsi su se stesso, in una successione paurosa di impatti, vampate di calore e fumo. L'altro uomo dei Korps crollò in ginocchio quando una spada gli trapassò una gamba, facendogli sfuggire di mano la daga. Aprì la bocca per gridare e sollevò il braccio per schermarsi il volto al successivo affondo, ma non aveva più una mano da sacrificare. La spada di fuoco affondò nelle carni del collo e recise di netto la spina dorsale, spiccando il cranio dal resto del corpo e mandando la testa mozzata a rotolare ai piedi del sacerdote.

Sotto il cumulo di travi a lato giaceva da qualche parte il corpo dell'altro soldato. La resistenza innaturale e la capacità di guarigione di quei mostri poneva seri dubbi sulla sua effettiva dipartita. Tuttavia la locanda aveva ormai i minuti contati: costruita in legno andava rapidamente disfacendosi, il fuoco aveva fatto una pira degli alcolici al piano terra e dei giacigli del primo piano, inoltre lo stesso Salla aveva abbattuto una delle travi portanti che sostenevano l'edificio. Una persona normale avrebbe già riportato ustioni terribili solo per essere rimasto per quei pochi minuti in quell'inferno incandescente e di certo il fumo non era amico del sacerdote, al contrario del fuoco. L'entrata tuttavia era sgombra, e vicina. Solo pochi passi avrebbero permesso al prete di uscire, ma proprio allora un presagio giunse sotto forma di un debole spostamento d'aria alle sue spalle.

Fu come se un Dio nefasto avesse vibrato la sua spada contro la locanda. Le pareti vennero squarciate in due parti e spazzate via dalla violenza dell'impatto, l'opera già iniziata dalle fiamme fu completata da quella manifestazione di energia pura: la mietitrice di uomini delle leggende del nord o la kamaitachi delle leggende orientali. Sallahro era esattamente sulla traiettoria del colpo, come anche i suoi avversari un istante prima. Chiunque avesse evocato quella forza distruttrice aveva mirato a lui, senza curarsi minimamente della possibilità di uccidere i due predoni che avevano dato fuoco alla locanda...


Territori Occidentali
— Gli Eredi dei Grandi Casati —
YusukeTakeshi


Motoko aveva appena assistito alla sua morte. Con il terrore negli occhi aveva visto una lama trafiggere il suo ventre e la vita scivolare via dal suo corpo dilaniato, con una facilità che non avrebbe mai creduto possibile. Aveva appena compiuto quello che poteva essere l'errore più grande della sua vita -l'ultimo!-, realizzando di non essere invulnerabile a lance e spade proprio nel bel mezzo di un combattimento mortale contro avversari inumani che non avrebbero esitato ad approfittare della minima distrazione. Rimase immobile, gli occhi sgranati e lo sguardo rivolto al punto in cui giaceva in una pozza di sangue la sua immagine riflessa, sentì le gambe tremare e la presa sulla spada venire meno. Tentò di riprendere disperatamente contatto con la realtà mentre diverse mani la assediavano da ogni direzione, ghermendo le redini della sua cavalcatura e tentando di tirarla giù da cavallo. Lanciò un grido disperato sollevando la nodachi per calare un colpo di spada, ma non riuscì nemmeno a trovare lo spazio di manovra per attaccare. Ci fu uno strattone e vide il terreno precipitarle addosso.

« CHE COSA DIAVOLO STAI FACENDO??! »
Il Takayanagi fece roteare la spada e costrinse la sua cavalcatura a voltarsi proprio mentre Motoko veniva disarcionata, ma proprio allora un colpo di lancia lo raggiunse al volto. Il capocasata fece impennare il destriero con un movimento istintivo e tirò il busto all'indietro per sottrarsi alla traiettoria dell'arma, ma la lama gli sfregiò il volto e scavò un solco sull'occhio destro. Gridò con rabbia e rispose con un attacco fatto di pura ferocia, staccando la testa dal collo al suo aggressore in una vampata di Ki che fece tuonare la terra. Altri Korps gli si fecero avanti, e quando cercò con lo sguardo la Aoyama non riuscì a vederla. Imprecò, sollevò la lancia con il sangue che gli copriva la vista, lanciò un grido di sfida e attaccò di nuovo.

« RITIRATA!!! »
Urlò con foga, sperando che almeno il Takeshi riuscisse a fare qualcosa.
« PORTA VIA MOTOKO DA QUI!!! PRENDILA E PORTALA VIA, SONO TROPPI!!! »
Ma anche Yusuke aveva il suo daffare. Circondato da tre avversari, stava avendo la peggio. In qualche modo riuscì a sopravvivere all'ennesimo assalto, ma sul torace brillavano ferite sanguinanti e stava avendo lo stesso problema che aveva impedito alla Aoyama di avere la meglio sugli avversari diretti: le carni dei soldati che stavano affrontando erano rinvigorite da energie demoniache e sembravano immuni ai colpi di spada, ogni volta che la loro guardia era infranta era come se l'acciaio delle katane degli orientali cozzasse contro una parete di pietra dura. In quelle condizioni attaccare senza fare pesante uso di Ki come stava facendo il Takayanagi era impossibile, e in tre non avevano semplicemente abbastanza potenza per affrontare dodici avversari di quel livello!
Sotto gli occhi di Yusuke gli occhi di uno dei predoni si tinsero di nero, le vene del collo e delle mani guadagnarono striature nerastre ed egli sembrò diventare improvvisamente più massiccio. Con un ringhio che non aveva niente di umano si avventò sul giovane mulinando la zweihander in un ampio fendente, salvo poi gettare la pesante arma a due mani e scagliarsi addosso al suo avversario per ghermirlo, stringendogli entrambe le mani sul collo e sollevarlo per strangolarlo. Il tutto mentre, da destra e da sinistra, gli altri reiter si gettavano su di lui attaccando con le spade.


Territori Occidentali
— La città in fiamme —
Kuro il Sanguinario


Nell'istante in cui il fucile del cacciatore colpì terra con uno schianto di metallo, le lame dell'assassino ne sfregiarono le carni con una successione di fendenti rapidi e mortali. Il sangue imbrattò i muri delle case ed il terreno di Waulsort, mentre Kuro eliminava l'ostacolo che lo separava dal suo obbiettivo, aprendosi la strada verso il piccolo esercito che dagli altipiani a nord era giunto in quella città dimenticata dagli Dei per sfidare Viktor Von Falkenberg ed i suoi Korps. L'omicidio fu facile, il corpo del Reiter cadde riverso al suolo come un sacco svuotato, esanime. Per svelare l'inganno servivano sensi sovrumani, o un intuito animale. Per capire cos'era successo e sopravvivere al colpo successivo, non bastava la fortuna. Il moschetto che rotolava a terra in modo anomalo per un'arma di quel tipo; il taglio alla gola che non era stato provocato da Kuro malamente nascosto dal colletto sollevato; il sangue che cessava immediatamente di scorrere rivelando che il cuore aveva smesso di battere ben prima che le lame andassero a bersaglio. Dettagli minimi, era impossibile -o quasi- riconoscerli all'istante, prima che il moschetto tuonasse una seconda volta ed un secondo proiettile giungesse a bersaglio.
L'assassino era di nuovo una preda.

« Sei mio. »
Ghignò Karl Einstürzen da dietro un carro rovesciato a dieci passi dal cadavere che aveva modificato per fare da esca, il tutto mentre ricaricava il fucile. Si rialzò, sfilò la baionetta e la gettò a terra, scoppiando a ridere in modo sguaiato, il canto di caccia di una iena priva di senno. Era il cacciatore, lui era "morte sicura". Un errore, uno sbaglio, e il cecchino muore, la preda vince. Il fatto che fosse ancora vivo era la prova del fatto che fino a quel momento era stato perfetto; non aveva mai sbagliato un colpo e nessuna preda era mai riuscita a sopravvivere al suo secondo proiettile...


.Rakuen ~ IstruzioniCi spostiamo in confronto per un certo numero di turni di combattimento durante il quale vi chiedo di scrivere solo ed esclusivamente le vostre azioni, come scrivendo un riassunto in off-GDR. Al termine di questo infraturno in Confronto scriverete il vostro post romanzando il tutto in modo adeguato alla situazione, secondo i vostri gusti.
    Sallahro: Il tuo attacco ha effetto, sicuramente ammazzi almeno un avversario e quasi certamente togli di mezzo anche il secondo, anche se non hai elementi per esserne certo dato che il suddetto viene sepolto da una trave in fiamme! L'incendio sta cominciando a crescere di intensità, e alle tue spalle percepisci un certo spostamento d'aria. Intuisci che è in arrivo un attacco di sorpresa, ma non so in quanti potrebbero aspettarsi una lama di energia di potenza Critica! Fatto sta che la locanda viene praticamente spazzata via e se sopravvivi ti trovi di fronte il Reiter Major in persona, in arcione di un destriero nero e con di fianco un secondo Korps dall'aria cazzuta che sorregge uno stendardo. Poco distanti, impegnati in una mischia feroce, una trentina di quei montanari che hai visto bazzicare in locanda per tutte le sere precedenti in cui sei stato ospite di Waulsort, oltre a Ghin, Kirin, Illidan e Chèvel.

    Illidan, Ghin, Kirin: Avete perso un'ottima occasione per agire. Adesso gli Scoti stanno lottando con le unghie e con i denti (mentre voi state a guardare!), e il Reiter Major è libero di attaccare Sallahro colpendo oltretutto da un punto cieco alle sue spalle. Vengono rivelate due skill passive del Major (due auspex per rivelare la presenza ed il grado energetico degli avversari) e due skill passive dell'artefatto sorretto dal Reiter alfiere: ha un'aura che rende tutti gli alleati immuni ai danni psicologici di potenza passiva ed una seconda aura che incrementa le passive di risparmio energetico degli alleati dal 3% al 5%. Egli utilizza oltretutto una tecnica di consumo Alto che potenzia una tecnica alleata, avente come bersaglio la tecnica castata dal Major (anch'essa di potenza Alta) che si concretizza quindi in una lama di energia di Consumo Alto e potenza Critica.

    Chevèl: L'idea era buona, ma sei stato troppo greedy: un Basso ad area perde potenza scendendo al livello di una passiva, e guarda caso lo stendardo sorretto dall'alfiere di fianco al Major ha un'aura che conferisce agli alleati effetti simili alla passiva del mezzodemone, quindi immunità agli effetti psicologici di potenza passiva. Ci si potrebbe aspettare una brutta reazione da parte del Major, invece ti viene offerto un biglietto di ingresso per i Falkenberg Korps, celebre circolo privato per gentiluomini e celebrità varie in cui potrai divertirti ad ammazzare, stuprare, incendiare e saccheggiare. La tassa di ingresso è una testa, quella di Ghin. Qual'è la tua scelta?

    RockDanieLee: Tutti i tuoi avversari utilizzano la pergamena Pelle di drago, che per due turni li rende resistenti agli attacchi fisici non portati con tecnica. Fatto ciò, uno dei tuoi avversari utilizza un power-up di potenza Alta e si scaglia su di te con tre attacchi fisici da 12 CS ciascuno, mentre i suoi due camerata ti circondano e ti sferrano un attacco a testa. Motoko si trova a terra, almeno sei passi dalla tua posizione; attorno a lei ci sono non meno di tre avversari che l'hanno trascinata giù da cavallo, devi superarli se vuoi provare ad aiutarla -sempre che aiutarla sia nelle tue possibilità!

    Capitan Kuro: In parole povere la tecnica a cui il tuo avversario ricorre è assimilabile ad un teletrasporto a cui si somma un'illusione ambientale che ti fa credere di aver portato a segno i tuoi attacchi, la quale viene romanzata come un cadavere che funge da sostituto. Ha Consumo Alto, è una difesa assoluta, e fa sì che l'attacco immediatamente successivo infligga danni doppi rispetto al consumo, mantenendone ovviamente invariata la potenza. Subito dopo Karl sferra quindi il suo colpo decisivo, di Consumo Critico. Si tratta di un proiettile di potenza Alta ad elevata capacità di perforazione, che ha la caratteristica di poter essere fermato solo da tecniche di potenza Critica. Puoi schivarlo o deviarlo con una tecnica di potenza Alta, ma il proiettile proseguirà ugualmente sulla sua traiettoria. La tecnica ha un secondo effetto che si attiva nel turno successivo, ma per realismo non te la rivelo lasciando il tutto alla tua capacità di deduzione!
    Ricorda che tutti gli attacchi di Karl infliggono un danno Basso aggiuntivo.


Edited by Yomi - 3/10/2012, 13:10
 
Top
Lenny.
view post Posted on 5/10/2012, 19:30




Rakuen ~ II


Sulla montagna che affiancava Waulsort, la fortezza di RotteNhaz troneggiava come un antico colosso marmoreo, scolpito in nero contro la luce della luna, unica macchia nel profilo svuotato del paesaggio. E lì la piccola figura incerta di una lucciola svolazzava diretta verso il fulcro centrale di tutto quell'oscuro potere. Passò oltre i neri cancelli e il cortile interno, un ampio campo brullo svuotato dai soldati -in quel momento impegnati altrove-. Subito dopo sgusciò tra i doccioni erosi dagli elementi, si infilò sotto la cornice di una finestra a sesto acuto per poi entrarvi di soppiatto, non appena fosse passato il terrore causato dal passaggio di due guardie di ronda. La piccola creatura di Ghin si ritrovò allora in un ampio corridoio malamente illuminato dalla luce di una lanterna ad olio, e al termine di questo un portone color ossidiana. I pomi delle ante lanciavano fulgidi bagliori scarlatti; recavano le forme di teste d'aquila i cui occhi erano rubini incavati nelle orbite. Oltre quella porta la lucciola poteva percepire una forza oscura e tenebrosa pulsare terribilmente, e riuscì a stento a trattenere l'impulso di fuggire via terrorizzato. In fondo non era altro che un fuoco fatuo perso nei meandri di una tenebra maledetta, il cui inizio e fine combaciavano oltre quel portone. Ma era stato evocato con il preciso scopo di gettare luce in quella tenebra sconfinata, e riuscire a scoprire l'origine del potere che manteneva forti e fieri i soldati che in quel preciso momento flagellavano Waulsort. Così si fece coraggio, e non essendo presente alcuna serratura riuscì a sgusciare nello strettissimo spazio vuoto tra le ante del portone e il freddo marmo del pavimento, penetrando nella Sala Centrale di RotteNhaz. Lì la fioca luce della minuscola creatura riuscì appena a illuminare una sala circolare lunga e larga non meno di una ventina di metri, un antro elegante ornato da numerosi quadri dalle cornici stilizzate raffiguranti deità aberranti, cruente battaglie e volti sconosciuti. E poi pilastri in arenaria grigia, scalinate che si perdevano nelle tenebre di piani soprastanti, debolmente illuminati dalla luce proveniente dai candelabri d'argento a tre bracci attraccati alle pareti scure. Fu allora, mentre lo sguardo curioso vagava nella sala, che la lucciola si sentì venire strappata via a mezz'aria, stretta nella dura morsa di un pollice e un indice simili a rami contorti e nodosi. Si dimenò nel disperato tentativo di liberarsi, ma tutto era vano: avvertiva il suo corpo divenire sempre più fragile, sempre più vecchio. Al posto delle zampette aveva adesso due rimasugli sottili simili a sterpi sterilizzati da un sole violento sino ad assumere uno sbiadito color cenere. Anche la sua piccola lanterna era ridotta a una una cosa afflosciata, disgregata dal tempo. Con un secco movimento della mano rinsecchita fu portata dinanzi al volto di chi l'aveva intrappolata. La lucciola lo guardò dal basso verso l'alto. Capelli lunghi e grigi venati di bianco simili a pasta viscida, naso simile al becco di un avvoltoio, ragnatele di rughe simili a crepacci deformi, lineamenti pesanti, mento squadrato.
Il Beccaio guardò Ghin.
E bastò quello, il frammento di un battito di ciglia, solo uno sguardo, e l'elfo fu attraversato da una scossa di terrore primevo, di semplice, banale, elementare paura. Come se gli occhi sanguigni del Beccaio, braci ardenti di un odio profondo, trasmettessero il concetto stesso di timore. No, non timore. Ghin doveva essere certo, assolutamente certo, che quell'uomo era l'incarnazione stessa dell'incubo.

vgrmf7

« Vi vedo. »

Forse si era aperto strada dal sottosuolo, emergendo sulla superficie della terra. A spargere il suo silenzioso messaggio di terrore.
Dal terrore, il nome.
Il nome di chi aveva conquistato il Cane Mangia Cane, vinto la Guerra del Crepuscolo, demolito la Purgatory.
Viktor von Falkenverg.

« È il vostro turno. »

La voce di Viktor era un raschiare di utensili arrugginiti, profonda come se sgorgasse da un abisso. La voce del Beccaio non era umana, non aveva assolutamente nulla di umano. Stuprò le orecchie, la mente di Ghin con l'inaudita violenza di un arcangelo del delirio, di araldo degli inferi.

« È la fine del tempo. »

Chiuse la mano ad artiglio, stritolando l'infima essenza evocata da Ghin. Un essere insulso che semplicemente aveva osato troppo. Ma prima che il buio invadesse l'universo del giovane elfo, un'ultima frase sussurrata in lontananza gli giunse alla mente.

« Il Dominatore di Asgradel vi aspetta. »

POV completamente dedicato la pg di Desdinova. La tecnica sottostante è prelevata direttamente dalla scheda di Viktor, ed è castata sul pg di Ghin attraverso il contatto visivo-mentale della sua lucciola (che bello essere QM è_é). Si tratta di una semplice psionica di timore a livello Alto, da cui puoi difenderti con una opportuna difesa psion. Grazie alla pergamena stella comunque il pg viene a conoscenza del breve tratto di montagna che si deve scalare per giungere al castello -già visibile in lontananza dalla vostra postazione- nonché dell'identità del mio pg. Puoi già rispondere.

CITAZIONE
~ Schrecken__ _Il modo migliore che possiede il Signore della guerra eterna per mantenere il suo rispetto. No, non rispetto: terrore. Incontrastato e dominante, una furia imperiosa ed oscura che investe unicamente lo spirito di chi si trova dinanzi l'Oberkommandierende. Spaventare il nemico significa averlo praticamente sconfitto, questa la logica fondamentale del Beccaio, nuovo persecutore delle arti oscure. Concentrando la propria energia, il Beccaio diviene in grado di scatenare in coloro che lo guardano o percepiscono la sua aura pressanti sensazioni di paura e terrore, in proporzione all'energia consumata per attivare la tecnica. Così che rifuggano dall'andargli contro, così che siano costretti a sottostare ad ogni suo dettame. Il timore sarà paragonabile a un'immediata sensazione di pericolo, una paura che durerà solo per l'attimo in cui colpirà le vittime, lasciando in loro però una traccia di spavento che le perseguiterà per il resto della giocata. Conta come una vera e propria influenza psionica, contrastabile con una normale difesa adeguata.
Ma l'abilità coercitiva dell'Oberkommandierende non si limita all'imposizione attraverso il pugno duro del terrore: le parole possono scorrere anche calme e melliflue, serafiche o sibilline, a seconda della miglior utilità. Viktor potrà difatti supportare le proprie parole di una convinzione e un tono tale da farle sembrare a qualunque ascoltatore assolutamente veritiere. Una tecnica estremamente versatile quindi, utilissima in molti e differenti casi: con questa tecnica chiunque non disponga di una difesa psionica adeguata non avrà alcun dubbio sulla sincerità di Viktor, che riuscirà ad ingannare chiunque semplicemente attraverso le le giuste parole. Naturalmente l'inganno sarà tanto più difficile da scoprire quanto la scusa utilizzata sarà coerente con l'ambiente e le circostanze. La tecnica di consumo Basso ha una durata istantanea, e condizionerà solo poche frasi successive all'attivazione, senza recare danni alla mente dell'avversario. Essa è basata sulla PeRM, essendo un condizionamento di natura magico.
{Pergamena Timore: consumo di energie Variabile Alto} & {Pergamena Non sono stato io: consumo di energie Basso}
 
Top
Andre_03
view post Posted on 24/10/2012, 14:16




Il suono dolce dell'omicidio, coperto dagli scricchiolii della locanda in fiamme.
Una testa rotolò ai suoi piedi, trascinandosi dietro una chiazza di sangue; ancora il grugno del bruto era distorto in un'espressione di paura, ansia e agitazione insieme. Sallahro socchiuse lo sguardo inneggiando a una preghiera, mentre l'adrenalina fluiva via dalle sue vene, tutto annerito dal fumo e accaldato nonostante la propria affinità con il fuoco. Trasse un profondo respiro e si ritrovò a tossire, col dorso di una mano a coprire la bocca; doveva uscire di lì, e in fretta.
Non avrebbe sopportato un altro minuto in quel rogo.
Ebbe giusto il tempo per cercare l'uscita, orientandosi al meglio che poteva tra le luci e le ombre dorate che lo circondavano. Un rombo di tuono lo scosse, più forte del rumore dei crolli e assai meno naturale. Volse il capo a guardare, ma vide solo che il legno infuocato della taverna andava divelto da una qualche forza invisibile: tranciando e assalendo ogni cosa - lo capì istintivamente - quell'entità puntava dritto alla sua persona. Fu sempre l'istinto a comandargli di alzare una difesa improvvisata, salvandolo dallo stesso destino riservato poc'anzi al bravaccio senza testa. L'impatto lo spinse via con la forza di cento uomini, mandandolo a sbattere su una trave che cedette.
L'ultima cosa che il prete rosso vide fu una pioggia di tizzoni lignei ardenti.
Sorrise alla morte, senza paura nel cuore.

[...]

La locanda era ridotta a un ammasso di macerie ancora lambite dall'incendio.
Una densa cappa di fumo ricopriva quello che era stato luogo di ritrovo per molti viaggiatori, dandogli l'aspetto ormai di una camera crematoria a cielo aperto. Nella notte languida, tutt'intorno impazzava la follia di un attacco inaspettato. I barbari delle montagne si battevano disperatamente contro nemici ignoti, mostruosi nell'aspetto come nelle intenzioni. Spade chiazzate di ruggine cozzavano su armature di cuoio, le perforavano, azzannavano la carne e ne facevano sgorgare il sangue. Le grida sovrastavano ogni cosa, parole senza significato lanciate in aria per pura disperazione.
Era uno spettacolo agghiacciante.
Eppure nel calore del fumo nero sempre covava una speranza,
una scintilla di luce che nasceva dalle fiamme.



rakuen4copy

Due occhi rossi nel miasma scuro, lo sventolare di una cappa purpurea insozzata di cenere.
Salla abbracciò con lo sguardo quello spettacolo triste che era Waulsort, e ne fu ferito: cataste di villici morti ai margini delle strade, guerrieri intenti a difendere la propria vita strenuamente con le asce in pugno, assassini che sciamavano ovunque gridando e ridendo. Poi c'erano loro, i superstiti della taverna. Un manipolo mal assortito di ragazzini accerchiati dalla morte, circondati dal disastro. Dinnanzi a quei disgraziati, poco distante dal prete rosso, stavano due cavalieri: un araldo e il suo signore, entrambi con le insegne dei bravacci che lui aveva ucciso dentro il locale. Quello che imbracciava la lancia non era come gli altri, tutti unti e sozzi e infimi nel portamento. Pareva aver un maggiore riguardo per l'igiene personale e, nonostante mostrasse la medesima espressione gretta e meschina dei suoi degni compari, la sua armatura era molto diversa.
Più lucida. Meno ammaccata. Completa.
Immaginò che quello fosse il capitano degli invasori, la testa del serpente da mozzare perché il resto del corpo si dimenasse invano. Non poteva esserne certo, però era la congettura migliore che la circostanza avesse da offrirgli. Era una speranza, una scommessa con la sua fortuna - tale e tanta da salvarlo durante il crollo della locanda, seppur con qualche doloroso livido - e non gli restava che quello. Così strinse le spade spente ma oleose e, senza dire una parola, partì all'attacco.

« ... »

Fu sul nemico in un lampo, ma il cavaliere non si fece cogliere di sorpresa.
Tra i due si accese immediatamente lo scontro, rapido quanto feroce: alle offese di spada del prete, l'uomo a cavallo replicava con astiose parate e contrattacchi. Nel trambusto, i ruggiti di un qualche animale da preda squarciarono l'aria densa della notte; urla disperate si accodarono a quel richiamo e ne seguitò un gran clangore d'armi. Era la guerra, era la morte. E Sallahro vi danzava abile come nessun altro: al suo tentativo di ferire la giugulare l'avversario rispose con l'asta della propria picca, lasciando scivolare dunque l'affilata lama del sacerdote su una spalla. Schizzi di sangue assecondati da un grugnito rabbioso, ed ancora acciaio contro acciaio nella coltre di fumo ben lungi dal diradarsi.
Allora i due sguardi si incrociarono per un istante greve, gravido di intensità.
Gli occhi nocciola del brigante covavano astio, vomitavano istinti omicidi e anche di peggio; trovarono però in quelli ambrati - sfumanti nel porpora - di Salla lo specchio di una violenza diversa, meno irrazionale. Era il furore di un uomo che, ghignando alla morte, affrontava la battaglia senza timore. Poiché sapeva, in cuor suo, che perire non sarebbe stato ingiusto, o immeritato. Accettava quella conseguenza come pegno per le sue azioni da vivo.
Abbarbicato sulla groppa del baio scuro, l'uomo senza nome forse non riuscì a tollerare ciò che vide nell'altro. Ribatté con una foga inaudita e colse il prete in fallo, ferendolo al torso. Un guizzo appena, le spade puntate in terra a mo' di leve e via; una vampata di rosso scivolò oltre la lancia nemica, oltre anche gli zoccoli del destriero che tentava di ferire il minaccioso aggressore. Ancora stridore di metalli. Ancora muscoli tesi allo spasimo e gocce di sudore sulla fronte. Poi frammenti d'inverno giunsero sui contendenti, costringendo il comandante dei bravi ad una parata inattesa; l'attimo seguente due braccia demoniache sorsero dai fianchi del cavallo, e cinsero l'uomo in un abbraccio di ferro. Sallahro m'qahor aveva visto molte stregonerie in vita sua, perciò non si scompose: accolse anzi l'occasione come un dono, e si protese in un affondo finale.
Ambedue le sue armi mossero guerra al bersaglio un'ultima volta, trafiggendo la carne e l'osso come burro. Nuovamente quella sera il prete vide un nemico perdere l'arto della spada e gemere per il dolore. L'intera sequela di avvenimenti aveva frattanto sconvolto il destriero, oramai impazzito e imbizzarrito; ingovernabile per queste ragioni, l'animale si rizzò su due zampe nitrendo selvaggiamente e quindi galoppando via a velocità folle. Stanco, Salla assistette alla caduta rovinosa dell'avversario, sconfitto e disarmato ma ancora in vita.
Il sacerdote di Nysis sospirò: la sua battaglia era finita.
Abbassò le braccia armate a quel pensiero, calmando mente e corpo. Gli uomini delle montagne avevano fatto quadrato attorno a uno dei loro, mentre abbattevano le ultime resistenze dei nemici. I giovani della taverna parevano volersi scannare a vicenda, ed uno sconosciuto dall'aspetto austero sovrastava il cadavere dell'araldo probabilmente da egli stesso sopraffatto. Allora il prete rosso sorrise con lo sguardo, sollevato da quanto vedeva.
Eppure mentre qualcuno gridava « Lindsay! » il suo cuore saltò un battito.
Un brivido freddo gli percorse la spina dorsale e lo costrinse a voltarsi: udiva lo scalpiccio pesante di molti stivali da guerra, l'affannoso ansare di un plotone in avvicinamento. Uomini armati stavano circondando la piazza in quegli istanti;
quando li vide, comprese invece d'aver perso.
Una donna sopravanzò le fila scomposte, brutta e lercia al pari dei suoi commilitoni. Aveva capelli rossi, ma non poteva dirsi baciata dal fuoco: quello che le pendeva sul viso era piuttosto un groviglio sporco di filamenti argillosi .
Li guardò tutti, e derise ognuno dei presenti gracchiando di gioia nella luce dell'incendio.

« Ecco qui dei pesci troppo grossi, rimasti ormai soli in una pozza che va progressivamente disseccandosi »
berciava, entusiasta, la strega; quindi digrignò i denti marci in un sorriso macabro e aggiunse perentoria:
« Uccideteli. »

L'uomo in carminio deglutì con calma, tenendo ben strette le spade;
a quel punto calò il silenzio sul mondo di Sallahro.

Poteva udire soltanto il suono dolce del fuoco,
che lentamente divorava ogni cosa.


corollario


condizioni fisiche tumefazioni Alte diffuse su tutto il corpo; ulteriore contusione Media al torace; braccio sinistro intorpidito; graffio alla spalla destra;
condizioni psicologiche affaticato;
energie residue 50%;

equipaggiamento 2x spade (una per mano - 4x nascoste nella veste); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (1CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive difesa fisica con spada (Danza dell'acciaio - Alto); fendente potenziato (Danza dell'acciaio - Alto); difesa psionica istintiva (Benedizione della Luce e del Fuoco - Medio); attacco di spada (Danza dell'acciaio - Medio);

-------------------------------------

note ho fatto del mio meglio per riassumere la grande mole di eventi in un unico post, adattandoli al contesto narrativo. Mi auguro di non aver tralasciato o trascurato alcunché, e se così fosse mi scuso con QM e giocatori.

resoconto azioni omesso in virtù del già redatto elenco in "Confronto".

-------------------------------------

CITAZIONE

Scivolare come una massa liquida di fredde lame: questo è danzare con l'acciaio. Sia che si tratti di offendere con una serie di mirabolanti attacchi, sia che invece ci si debba salvaguardare da un'aggressione; in ambedue i casi è fondamentale saper diventare tutt'uno con il proprio armamentario e fluire -come acqua grigia letale. Per questo la muscolatura di chi pratica la danza viene forgiata allo scopo di essere sì robusta, ma soprattutto rapida nei movimenti e reattiva nell'immediato: assieme con l'addestramento mirato ad acuire la concentrazione, essa contribuisce a permettere il celere compimento di azioni specifiche durante lo scontro. In aggiunta a questo, vi sono le armi dei danzatori - solitamente spade sottili e ricurve a metà tra lame di foggia orientale e scimitarre più tipiche dell'Akerat - le quali permettono a chi ne fa saggio uso di lasciar scorrere sul proprio filo l'offensiva nemica, passandovi oltre con eleganza.
variabile; macroabilità personale


CITAZIONE

Prima che Sallahro conoscesse il fuoco, già aveva stretto amicizia con il ferro e l'acciaio. Il primo approccio avvenne in tenerissima età: ad appena sei anni - come tutti i bambini del suo medesimo rango sociale - venne condotto presso un maestro di scherma. Presso di lui si allenò mattina e sera, apprendendo pian piano la cosiddetta danza dell'acciaio, una tecnica spadaccina tipica di Braavos - città d'origine del suo precettore - fondata sulla rapidità e fluidità nei movimenti dell'esecutore. Equilibrio, concentrazione e precisione sono le chiavi per la padronanza di questo stile di combattimento raffinato eppure brutale come pochi: agli apprendisti si insegna fin da subito quale punto del corpo sia meglio colpire per provocare danni oppure dolore -o entrambe le cose. I danzatori sono temuti sul campo di battaglia poiché, sebbene spesso protetti soltanto da morbide e flessibili armature di cuoio bollito, possono uccidere senza fatica molti uomini in cotta di maglia o di piastre, in virtù della loro superiore mobilità nonché di un'accuratezza degna dei migliori cerusici.
variabile; abilità personale


CITAZIONE

Il primo compito di un officiante religioso è - da che mondo e mondo - imbrigliare le masse, come direbbero alcuni. Sallahro preferisce pensare che per diffondere il Verbo del Signore della Luce sia necessario saper scegliere con cura le parole da usare con ogni interlocutore, ascoltare e difendere i propri ideali con lucidità retorica e d'ingegno. Per fare ciò ogni accolito del Tempio rosso viene istruito sui metodi più basilari per liberare la mente dai turbamenti o dalle interferenze altrui al flusso dei pensieri: è sufficiente che il Prete rifletta sulla sua condizione perché ogni inganno - fatto salvo per quelli più invasivi - si dissipi in un istante. Così viene preservata la saggezza del sacerdozio e della verità divina. Al contrario però è possibile per Salla - così come lo è per altri Preti, talvolta più ferrati di lui nell'arte oratoria - fare breccia sulle menti più deboli con una menzogna. Sussurrare all'orecchio di un Re il consiglio sbagliato, la preghiera che lo porterebbe sull'orlo della sconfitta; far credere al cavaliere più valoroso che il suo onore è stato macchiato da un tradimento; ordire trame d'inganno per perpetrare un Bene superiore.
bassa/media; pergamena "Non sono stato io!" e pergamena "Rivelazione"


 
Top
60 replies since 6/9/2012, 21:35   2217 views
  Share