| Lenny. |
| | Rakuen ~
Quella tenebra, là dentro, oltre il portale. Quel labirinto composto da diverse gradazioni del nero, pervaso da una bruma virata al plumbeo, dall'odore acido di chiuso. La corrente improvvisa dal portone aperto non lo disperde minimamente, perché quel miasma soffocante resta attorno a voi, resta dentro voi. Oltre il portale, il vostro sguardo falcia una navata vuota, un lungo corridoio che procede diritto, perdendosi nell'ombra. Statue di eroi dimenticati e armature rugginose sono le uniche sentinelle che vegliano il vostro passo, ma restano in silente attesa, ancorate alle pareti. Sembrano dei simulacri, appena messi in luce dalle sfumature urinarie provenienti dalle torce. Il corridoio prende una stretta piega sulla destra, poi a spirale verso l'alto, infine curva a sinistra. Avete la netta sensazione che non sia più possibile tornare indietro. Siete soli. Senza un perché o una ragione plausibile, la vostra via si smarrisce in un attimo, prigionieri di labirinti e vicoli ciechi della vostra mente, oscuramente suggeriti dalla voce sibillina della Fortezza che tutto brama e nulla concede.
Avanzate sino a ritrovarvi improvvisamente in una sala circolare, diametro trentasei piedi, soffitto a volta, dodici piedi di altezza dalla cuspide Un anello di finestre simili a ferite nel granito, dodici finestre strette a sesto acuto, alte tre piedi e sei pollici, tre per ognuna delle direzioni dell'orizzonte. Dodici: modulo strutturale. Dodici come gli apostoli. Dodici come i venti che soffiano dai limiti estremi del mondo. Dodici come i mesi sulla terra. Chissà come, vi ritrovate in cima a una delle torri di RotteNhaz. Lungo la parete concava, tra una finestra e l'altra, si allineano ordini di scaffali di legno scuro. Su di essi, centinaia di oggetti noti e ignoti, sacri e blasfemi, remoti e letali, inoffensivi e maledetti. Armi istoriate, elmi alati, scimitarre prese da chissà quali nemici, rotoli di pergamene vergate di rosso sangue, scrigni in ottone, teste umane mummificate, piccoli oggetti neri, demoniaci, mementi impossibili da riconoscere e da elencare tutti persi come sono in quelle finestrelle di legno.
CRAAACK! Una corrente improvvisa arriva dalle finestre del versante nord. Assieme ad essa, il gracchiare di un corvo. Piume di un nero ossidiana, becco a uncino, artigli come rostri. Il corvo svolazza a spirale sopra le vostre teste, per poi atterrare dolcemente al centro della sala. E poi movimento. Una questione di attimi. Il frammento di un battito di ciglia. Pochi istanti, e il manto piumato di quel corvo si dilata nello spazio, in un rumore simile allo strisciare di un rettile, accresce sino a diventare un lungo mantello di seta scura, avvolto attorno a un uomo. Non più un corvo. Un uomo completamente vestito di nero, con una tuba a cilindro come cappello. Il volto scavato dagli anni e ancora più scavato dalla fatica. La sua faccia pare quella di un teschio coperto di pelle livida. Naso quasi inesistente, sopracciglia inarcate, fronte alta, barba e capelli radi simile a un unico rovo di spine grigie e bianche. Occhi azzurri come il ghiaccio -o forse grigi come il metallo- si posano su di voi.
« Gli ultimi quattro chiodi nel coperchio della bara. »
Voce calma, pacata, ai limiti del tedio. O forse solo bassa e debole. I lineamenti del vecchio si distorcono in un sorriso sottile e tirato come la sutura di un teschio. Sembra come afflitto da chissà quale dolore.
« Dovreste essere consapevoli di ciò che siete. »
Una affermazione, non una domanda. Alla quale segue l'accenno di un educato inchino. Mentre la mano guantata del canuto sconosciuto scivola verso l'elsa di una spada attraccata a una cinghia. Solo adesso notate che all'altezza della spalla destra il mantello è come infradiciato da una pozza più scura. Sangue, probabilmente. Corigliano è ferito, eppure continua a parlarvi facendo finta di nulla.
« Corigliano. Francisco Alfredo Corigliano, castellano di RotteNhaz. »
La scimitarra viene snudata con la mancina in unico fluire di luce. Dorata quanto l'alba del deserto. Dorata quanto la promessa più dolce. Dorata quanto il tradimento stesso. Gli occhi di Corigliano scintillano di meraviglia.
« Lieto di conoscervi. »
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Entriamo subito nel vivo dell'azione. Il PNG che dovrete affrontare è Corigliano, per l'occasione opportunamente buffato dal vostro caro QM. Prima di mostrarsi ai vostri occhi Corigliano si è autoinflitto un danno X alla spalla sinstra, attivando poteri passivi e attivi della spada Hybris Naylah (opportunamente datagli in prestito dal buon Viktor). Vi ho scritto sotto spoiler le passive della spada e l'attiva a consumo nullo con cui Corigliano si è autoinflitto il danno X. Per maggiori chiarimenti,in ogni caso, una visione totale dell'artefatto Hybrys Naylah è presente all'interno della mia scheda.
Vi ricordo che secondo la passiva Sussurri della Sgualdrina i vostri personaggi sono a conoscenza di tutti i poteri della spada -tra cui come entrarvi in possesso. Potete entrarne in possesso, ma non autoconclusivamente. Ho detto che Corigliano si è autoinflitto un danno X proprio perché i vostri personaggi, qualora vogliano autoinfliggersi un certo danno per conquistare la spada, dovranno azzeccare il consumo superiore a quello messo in atto dal PNG, e se falliranno si terranno i danni senza ottenere la spada . ATTENZIONE: il vostro scopo finale non è conquistare la spada, ma sconfiggere Corigliano e andare avanti nella quest. Autoinfliggendovi danni a caso non mi assumo nessuna responsabilità sulla sorte del vostro PG in quest. La spada è un artefatto mio NON ottenibile al termine di questa avventura. Potrete sottrarla a Corigliano in questo combattimento, ma non fate affidamento sul fatto di poterla conservare al termine della quest.
E comunque durante questo turno dovrete difendervi dalle due abilità attive castate dal PNG. Mentre sfodera la spada e dopo averla sfoderata, infatti, Corigliano attiva le abilità che dovrete più di tutte considerare in questo turno. Si tratta di Labbra della sgualdrina e Spasimante della sgualdrina. Due abilità psioniche cui i vostri personaggi saranno soggetti e che li costringeranno ad anelare la spada più più qualsiasi altra cosa al mondo, in modo più che morboso. Tanto da guardare ai vostri compagni con un furore di gelosia omicida..una psionica di entità Alta per ciascuno di voi, ulteriormente potenziata dalla passiva Labbra della sgualdrina. Ignorare queste abilità e scagliarsi contro Corigliano sarà considerato ALTAMENTE antisportivo: l'odio geloso verso i vostri compagni ha infatti l'assoluta priorità grazie a questa abilità psionica.
I turni sono: Ephemeral, desdinova, Chomp, Andre03 5 Giorni di tempo per postare dall'ultimo post, ma se fate prima non mi offendo. Da adesso in poi ritardi non giustificati non saranno tollerati =D Per qualsiasi domanda bando o mp. ~ Inganno della Sgualdrina__ _La più passionale delle tre sorelle, Hýbris Naylah chiede al suo spasimante un tributo tangibile alla sua bellezza, non dolore dell'anima né legami tramite la magia dei nomi, bensì crudeli incisioni nelle carni che decantano la passione che scorre come sangue fra la spada ed il suo amante. Ma poiché si tratta di una compagna infedele, chiunque sia disposto a pagare due volte il suo prezzo, può possedere la Puttana delle Origini e farla sua, forse per sempre... forse per pochi, brevi, meravigliosi istanti prima che un nuovo pretendente si faccia avanti. In qualsiasi momento, un avversario può pagare uno slot tecnica, ed autoinfliggersi una ferita di entità due volte maggiore rispetto a quella autoinflitta dal possessore di Hýbris Naylah, guadagnandone così il possesso. Tale azione non è autoconclusiva, e la ferita deve essere permanente e simile a quella del possessore della spada, solo di entità doppia. Se tale condizione è soddisfatta, l'arma si scioglie come oro fuso nelle mani del suo antico spasimante, scompare e riappare nella sua forma rilasciata nelle mani del suo nuovo amore, che da quel momento ne è l'effettivo proprietario. Può succedere, ed è capitato più volte nella sua sanguinosa storia, che l'arma cambi più volte proprietario e addirittura i suoi amanti arrivino a ricorrere al suicidio pur di mantenerne il possesso, poiché Hýbris Naylah è un'arma maledetta e non può portare nient'altro che sventura al suo padrone. {Passiva}
~ Sussurri della Sgualdrina__ _ Odiare non è l'opposto di amare. Anzi, al contrario i due sentimenti si assomigliano al punto da essere gemelli; entrambi presenti nell'animo nero dell'Etummu, entrambi rivolti in egual misura al suo spasimante, allo stesso tempo amante e carceriere, padrone e guardiano del simulacro d'oro che porta con se e che ne plasma il destino. Allo stesso tempo, Hýbris Naylah concede i suoi favori al portatore e trama per la sua distruzione, sussurrando nell'animo di chi lo circonda, promettendo la sua anima ed il suo potere a chiunque le sia vicino, seducendolo al punto da spingerlo ad uccidere pur di averla. Una volta sfoderata, la spada attiva una malia psionica passiva che sussurra i suoi segreti alla mente degli avversari del suo possessore, i quali dunque saranno automaticamente a conoscenza di tutte le capacità e le caratteristiche dell'arma, sia attive che passive, compreso naturalmente il modo per entrarne in possesso. Personaggi in possesso di abilità passive di resistenza alle influenze psicologiche sono immuni a questa abilità. Abilità Passiva disponibile al momento del rilascio. {Passiva}
~ Nome della Sgualdrina__ _ Talvolta, pronunciare un nome può essere doloroso quanto toccare l'oro fuso. Sciogliere parzialmente i sigilli che vincolano il djinn all'interno di Hýbris Naylah, costringerla a liberare il suo potere senza però scioglierne le catene: questo significa pronunciare il Nome della Sgualdrina, ma per farlo è necessario pagare il tributo di sangue richiesto dalla spada, una ferita di entità variabile -purché sanguinante- che il suo amante si autoinfligge. Il danno autoinflitto è da quantificarsi in livelli, come se fosse il risultato di una tecnica di potenza variabile. Maggiore è il sangue versato, più forte diventa il legame fra lo spasimante e la sua puttana, ma il risultato rimane lo stesso sia che si parli di un piccolo taglio di livello Basso che di una mutilazione di livello Critico: l'arma, che in forma sigillata ha un colore brunito, assume il caratteristico colore dell'oro più scintillante, un aspetto tanto limpido da sedurre chiunque la guardi, spingendolo immediatamente a desiderare il possesso di una tale meraviglia. Già questa è una malia psionica inflitta dalla spada in chiunque la osservi, che il suo guardiano può manipolare per instillare in chi osserva la Naylah un'emozione a sua scelta, valente anch'essa come aura di livello passivo. In questa forma, tutte le abilità passive e attive disponibili solo dopo il rilascio diventano disponibili. {Consumo Nullo}
ATTIVATE IN UESTO TURNO
~ Labbra della Sgualdrina__ _ Le labbra di una donna sono per gli innamorati fonte di desiderio, oggetto di poesie e canti d'amore che sciolgono i cuori. Le labbra di una puttana sono un tempio violato, il cui ingresso è aperto a chiunque abbia conio a sufficienza, sono un volgare strumento di piacere e niente di più. Ma se anche appartengono ad una puttana, le labbra di Hýbris Naylah sono il sogno di ogni suo spasimante, un'icona sacra quanto l'altare di un tempio. Quando esse si schiudono, le difese più solide si sbriciolano come le mura di un castello soggette allo sferzare della marea, e perfino l'essere più valoroso o la creatura più fredda conosce improvvisamente il calore di un desiderio. Questa malia psionica si attiva mostrando la lama dorata della scimitarra all'avversario, il quale per un tempo limitato di quattro turni diverrà improvvisamente vulnerabile alle abilità passive di influenza psicologica, anche se possiede abilità passive che lo rendono immune ad esse. Perfino creature di natura artificiale o bestiale, normalmente del tutto incapaci di provare emozioni, si sciolgono davanti alla lama dorata di Hýbris Naylah. Consumo Medio, disponibile al momento del rilascio. {Medio}
~ Spasimante della Sgualdrina__ _ Un solo uomo può essere lo spasimante della più bella delle donne. Uno solo, poiché nessuno al mondo riuscirebbe a sopportare l'esistenza di un rivale con cui dividere le attenzioni della bellissima scimitarra d'oro. Questa tecnica si attiva in maniera quasi del tutto indipendente dal volere del possessore qualora si manifestino gli effetti passivi di Hýbris Naylah e dunque egli individui uno o più pretendenti al possesso della spada. Il possessore e tutti coloro che sono sotto l'influsso passivo di Hýbris Naylah subiscono una tecnica psionica di potenza Alta che provoca un profondo status berserk a metà fra la gelosia estrema ed il più profondo e volgare impulso sessuale generato dal desiderio carnale incarnato nella Bionda. In questo stato di furore omicida, tutti coloro che sono soggetti a questa tecnica tenteranno di farsi a pezzi a vicenda in maniera frenetica e impulsiva, senza alcuna pietà verso i rivali e senza darsi tregua, fino a dimostrare di essere senza dubbio l'unico spasimante della più passionale delle puttane. Consumo Alto, disponibile al momento del rilascio. {Alto}
Passive del png ~ Rabe__ _ Francisco Alfredo Corigliano, questo il nome completo dello spirito, un tempo umano, rinchiuso tra le fattezze del rapace. Fredo, primo comandante della cavalleria pesante dei Falkenberg Korps. L'uomo di ferro, vissuto e morto tra gli stessi campi di battaglia che temprarono il Beccaio nella terra tedesca del XVII secolo. L'unico uomo che non sarebbe dovuto morire, non in una sporca trincea di Weissberg, alle porte di Praga. Il Demone l'aveva trascinato via dagl'inferi, per ingabbiarlo subito in una prigione nuova, una prigione viva. Il fedelissimo comandante Corigliano sarebbe rimasto fedele anche oltre la morte, per servire e onorare il glorioso Oberkommandierende Falkenberg. Come? Divenendo i suoi occhi e le sue orecchie, adempiendo ad ogni dettame telepatico e facendo in modo che il suo padrone venisse a conoscenza di qualsiasi informazione fosse degna della sua preziosissima attenzione. Subito dopo il confronto con il Demone, il profondo legame tra Viktor e il corvo divenne saldo come il ferro: una spia perfetta, un messaggero impeccabile, una costante guardia che seguiva ogni suo spostamento, vigilando costantemente sul suo signore. Rimembrando per il resto della sua infame, seconda esistenza, il giuramento pronunciato in un tempo e in un luogo diversi al suo signore ora nuovamente vicino. La parola è libera. L'azione è muta. L' obbedienza è cieca. {Amuleto servitore dalla forma di Corvo} & {Ab. Personale Passiva VI - Empatia completa tra il pg e l'animale}
~ Umspannung__ _Francisco Alfredo Corigliano, uomo d’onore, primo comandante dei corazzieri al soldo di Viktor Von Falkenberg, defunto alle porte di Praga in una sporca e ben poco nobile trincea. Vittima del conflitto che tutti ricordano come la “Battaglia della Montagna Bianca”, perse la vita assieme a molti valenti soldati del fronte imperiale, colto dal fuoco di copertura delle forze evangeliche di resistenza. Nelle fosse la morte passò con la sua falce dai rivoli di rubino per recidere vite, mietere anime che sarebbero poi state schiavizzate nel buio profondo di un pozzo nero come l’incubo. Ma un diavolo decise che uno alla volta li avrebbe liberati tutti per servire il suo prediletto, assecondando un patto, una cieca condanna senza origini precise che nel continente di Asgradel assume il nome di negromanzia. Il primo di quel plotone di corazzieri fu resuscitato nell’onniveggente occhio corvino che nel cielo, come una croce di carbone su di una marmorea lastra di perla, spiega le proprie ali al vento ostentando libertà apparente. Eppure non fu abbastanza; non ancora, almeno. L’animo di un ligio combattente non conosce la sola fedeltà al proprio superiore, uomo che sul campo di battaglia riveste i panni di iddio stesso se non qualcosa di più influente ancora, padrone di vita e morte nella sua ipotesi più materiale e concreta. L’impugnare un’arma, saziare quella stomachevole insoddisfazione antecedente allo squillare di trombe, lo sfogo nella prima folle carica che già determina l’esito di un’intera battaglia. Ogni individuo, sebbene asservito nella totalità delle sue azioni, mantiene una propria personalità, ed è in virtù di ciò che ‘Fredo Corigliano è ora passivamente in grado di ricomporre la sua costituzione umana al semplice volere. Egli vestirà gli abiti con i quali fu sorpreso dal fuoco nemico, e sugli stessi saranno ancora presenti i fori dei piombini metallici deflagrati. Persino le sue armi saranno le medesime di quell’istante immortale. Il suo corpo sarà segnato da cicatrici profonde nei punti che ne determinarono la morte. Ogni dettaglio in lui sarà la pallida rievocazione di quanto fu sul piano materiale di una realtà conosciuta e condivisa da pochi. E come tale sarà sempre al fianco dell'oberkommandierende, prestando la sua fedele spada Pappanheimer al suo servizio e alla sua costante protezione. {Abilità passiva} & {Collana elfica}
Edited by Lenny. - 7/12/2012, 17:56
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