| Lenny. |
| | Rakuen ~
Oltre le dodici finestre della sala, il vento continua a soffiare sulla notte eterna di RotteNhaz. Continua a trascinare l'odore degli incendi, assieme a sbrindellati festoni grigiastri. Ceneri umane di Waulsort. O neve, forse. Francisco Alfredo Corigliano scosta via uno dei fiocchi giunto a posarsi sulla sua spalla. Gesti calmi, pacati. Sembra una figura immobile ai confini della realtà. « Spiacente, al momento il mio signore è occupato altrove. » Fa in tempo a dire, prima di scivolare sotto l'allungo della creatura in possesso di lame al posto delle braccia, e arretrare di un passo. Un danzatore sull'orlo del baratro, i cui movimenti sono incuranti, superbi, e al contempo ineguagliabili da un avversario troppo debole, troppo lento. Corigliano contrattacca in diagonale bassa-calante. Alla luce delle torce, la lama in oro puro di Hybris Naylah sembra ricoperta di sangue. Una sensazione che presto a diviene realtà: il ginocchio destro della creatura di spacca in due. Anche tutto ciò che c'è oltre si spacca in due. La scimitarra si fa strada tra ossa, tendini e legamenti come se fossero burro, e la creatura crolla di schiena a terra, priva di un arto. La bocca del castellano si distorce in un sorriso simile a una ferita esangue. Ignora le urla gutturali di dolore, e va in ascendente obliqua. Colpo terminale di decapitazione. Il cranio dell'infima creatura rotea in un arco di sangue sino ai piedi di Ghin. Corigliano stringe le palpebre nell'atto di concentrarsi sui quattro intrusi, come compiendo uno sforzo immane. Uno sforzo che potete leggere nei suoi occhi di metallo. « Se avete intenzione di pregare per la vostra vita, fatelo al mio cospetto. » E spalanca il mantello di velluto al nulla, come le ali immani di un pipistrello deforme. Occhi di metallo. Altri occhi di metallo. Da ciascun lembo del mantello scuro di Corigliano sgorga fuori una densa foschia di tenebra, nembi sinistri che si contraggono su se stessi, amalgamandosi, ricompattandosi, agglomerandosi fino ad assumere forma umana. Fino ad assumere sembianze, lineamenti, aspetto ed essenza tali e quali a quelli del loro evocatore, Francisco Alfredo Corigliano. Sono tre adesso, allineati lungo l'epicentro della sala come un piccolo stormo di rapaci sulla tresca di un albero. « Anche se ormai è troppo tardi. »
Il Corigliano posto a sinistra avanza verso Ghin, il passo rapido di un soldato che sa quel che deve fare. E sa come farlo. « Un fanciullo smarrito nel mezzo di una battaglia, la cui unica colpa è stata trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato. » Gli dice in tono serio, seppur freddo. Nessuna irrisione, nessuna beffa nella sua voce. Solo la tetra ineluttabilità di come le cose si sono messe per il povero elfo, vittima degli sfortunati eventi che lo avevano trascinato in quell'inferno di tenebre. E mentre proferisce parola, la scimitarra nelle sue mani si dilata nello spazio, rimodellandosi in forma completamente diverse. La lama diventa diritta, cresce in lunghezza e si restringe in larghezza, la cuspide acuminata come il canino aguzzo di una fiera. Non più una spada, ma una picca completamente dorata, brillante come un raggio di sole del deserto. « Tu la desideri ancora, vero? » Sussurra languido, lasciando scivolare lo sguardo languido sul corpo dell'asta d'oro. Si ferma a cinque passi da Ghin. Sorride. E questa volta il suo sorriso è minaccia. « Eccotela. » Un guizzo nella tenebra. Nient'altro che uno scatto del braccio del castellano, proteso in avanti, improvvisamente disarmato. E la picca scagliata con una rapidità a dir poco insondabile -e incredibile, giudicando l'aspetto emaciato del vecchio- contro il petto dell'elfo. Con il preciso, cristallino intento di vibrare all'altezza del cuore. E passarlo da parte a parte.
Il Corigliano posto a destra avanza verso l'Inferi sententia, il passo rapido di un soldato che sa quel che deve fare. E sa come farlo. « Un demente che passeggia tra mucchi di cadaveri leccando il gelato. Ce ne sono tanti come te, lì fuori. » Bercia duramente, ammiccando col capo alle finestre della torre. Si passa la lingua a inumidire le labbra, come per accentuare ulteriormente il prossimo insulto che avrebbe rivolto alla piccola creatura demoniaca, in grado di evocare altre creatura demoniache ancora più piccole, ancora più insulse. « Abbassa la cresta, sei solo uno scarafaggio sullo sterco. » Estende il braccio armato. Altre strie rosse di sangue fluttuano via dall'acciaio, andando a mescolarsi al torrente di sangue che fluisce dal corpo decapitato alle sue spalle. La Hybris Naylah scintilla minacciosa, duro scettro del comando inflessibile del castellano. Uno scatto del braccio, e la lama sibila. Falciata obliqua trasversa volta a colpire il nulla, ma dalla quale si propaga all'istante un fendente aureo a forma di mezza luna, che schizza rapido contro il cranio di Infreri sententia. Con la ferocia di un attizzatoio scagliato contro un frutto marcio. « In attesa di essere schiacciato. »
Il Corigliano posto al centro avanza verso Sallahro, il passo rapido di un soldato che sa quel che deve fare. E sa come farlo. « Tu hai fede nella morte, prete? » Non una voce umana. Una voce che, a dispetto del caos che la circonda, riecheggia nella testa di Sallahro come l'eco profondo proveniente da un abisso a lui sconosciuto. Un'improvvisa folata di vento trascina una coltre di neve all'interno della sala. Frammenti cinerei dispersi dal vento miasmatico che circonda la figura del castellano rendendola a dir poco spettrale. Perché il servitore della luce possa inginocchiarsi al cospetto del seguace della tenebra. Perché il prete del fuoco possa sentire per la prima volta il gelo dentro. Nella carne, nelle ossa, nello spirito. « Tu hai fede nell'intrinseca purezza della morte? » Nient'altro che un sussurro rauco che, nella mente di Sallahro, diviene un lamento di anime perse. La scimitarra brilla di fulgido splendore mentre la furia del demone si chiude sulla mente del prete, la serra in una morsa ad artiglio, la stritola sino a cancellare la coscienza. Cancellare la visione e distorcere la fede. Rendere quell'uomo debole e inerme, un fantoccio disarticolato dinanzi al dominio del Beccaio. Sconfitto, sconfitto nel corpo e nella mente. Per sempre. Corigliano deve soltanto agire. Il suo fluido passo termina a un passo dal prete. Apre la guardia Braccio sinistro armato esteso in avanti, dito indice e medio appena sollevati. Lo estende di lato, scimitarra in presa rovescia. Ruota il taglio dell'acciaio verso le finestre di RotteNhaz. Verso la notte eterna di RotteNhaz. Sussurra una sola parola. Meno di un sospiro perso nella tempesta. « Liberami. » Sallahro non può avere tempo per chiedersi cosa il suo avversario abbia detto. O se quella parola così enigmatica, così incomprensibile sia stata detta davvero. La scimitarra sibila. Nessuno riesce a definire il percorso dellìacciaio. Nessun occhio umano è in grado di farlo. |
RotteNhaz ~ cortile interno Una figura si stagliava, enigmatica e letale, tra le felci del cortile interno di RotteNhaz. Forse vi era appena giunta, emersa dalle labirintiche tenebre della fortezza. O forse era sempre stata lì, memento e dannazione, studiando in un silenzio quasi sacrale -parola del tutto fuori luogo a RotteNhaz- l'arrivo dei quattro intrusi. Si trattava di un vecchio, nient'altro che un vecchio in una giubba colore del sangue disseccato, avvolto in da un mantello colore antracite, collo di pelliccia di volpe rossa, curvo sul suo bastone da passeggio dal pomo in oro massiccio a forma di testa d'aquila. L'aria era gelida. Viktor von Falkenberg sollevò lo sguardo. Il cielo era un'oscurità violacea, invasa dal fumo di un incendio lontano. Waulsort. Stava cominciando a nevicare. Fiocchi grigi come cenere vulcanica cadevano con innaturale dolcezza attorno a lui, tra le fila di porcospini, baliste e cannoni che occupavano il cortile.
« Datemi un eroe, e vi scriverò una tragedia. »
Berciò d'un tratto con voce raschiante, come lo strofinare di utensili rugginosi. Gli occhi sanguigni del Beccaio frugarono il cortile, alla ricerca degli altri intrusi che quella notte aveva violato i suoi cancelli. Cercavano una donna. Una guerriera. Viktor riusciva a percepire la loro essenza nelle vicinanze, e proprio verso quelle tenui candele persa nella notte si dirigeva a passo caduco, scandito dal bastone da passeggio.
« Dimmi una cosa, Motoko Aoyama. »
Già durante il loro primo incontro -tempo diverso, medesimo luogo- Viktor aveva avuto modo di subire -di assaporare- l'odio bruciante, il furore combattivo che guidava la giovane sacerdotessa, accompagnati da una fermezza d'animo che il generale aveva quasi invidiato. Aveva sempre desiderato che un tale vigore fosse in possesso di ogni suo soldato, aveva sempre sognato che i Falkenberg Korps raggiungessero lo stesso scalino raggiunto da Motoko. Ma così non poteva essere, perché a lui non era dato sapere quale forza guidasse la spadaccina. Fino a quel momento.
I fiocchi continuavano a cadere. Il vento continuava a soffiare. La notte continuava ad avvolgere il mondo. E lui non aveva nessuna fretta.
« Credi che uccidermi servirà davvero a qualcosa? »
Emersero dalla notte come spettri perduti nella neve. A Viktor bastò un solo sguardo nei loro occhi, oltre i loro occhi, per sapere chi fossero. Un energumeno in armatura completa, armato di lancia. Takayanagi - così lo chiamavano. Un ragazzo sbarbato, ai suoi occhi buono solo per la poppata materna. Yohirei Asakura- quello il suo nome. Un sacerdote in lunga vestaglia, completamente bianca, albino. Yozoemon Mikado il suo nome. E infine Motoko.
« Non siamo giunti fin qui per uccidervi. Ma per impedire che la minaccia che rappresentate si estenda come una pestilenza. E per far ciò, è necessario distruggervi una volta per tutte »
Viktor si puntellò sul bastone da passeggio. Non riuscì davvero a impedire che la sua raschiante risata prorompesse dalle labbra, riecheggiando nel cortile interno come il gracchiare di un corvo. La sua mano si strinse attorno alla Sesshoseki. Poteva sentire il gorgoglio di quell'immenso potere mentre inondava il suo corpo, la sua essenza.
« Ormai è troppo tardi, Motoko. Grazie al potere di queste pietre i miei Korps soffocheranno il mondo, corrodendolo sin quando l'Asgradel non sarà mio. »
« Sono diecimila anni che i Sette Grandi Casati proteggono l'oriente da creature come te. » Ribatté il Takayanagi, lancia protesa in avanti. « Non sei il primo e non sarai l'ultimo mostro assetato di distruzione che fermiamo! » L'espressione del Beccaio tornò improvvisamente seria. « ILLUSO! » Ringhiò imperioso, senza staccare gli occhi di dosso da Motoko. « Quello che voglio davvero è salpare verso l'oscurità dell'universo, con questo pianeta come vascello. E una volta trovato l'Asgradel... Io, Viktor von Falkenberg, costruirò un nuovo mondo... » Fece un gesto ampio con le braccia. Con la punta del bastone segnò un tracciato immaginario nel cielo. Sorrise, terribilmente sorrise.
« ..per un futuro più luminoso. »
Silenzio. Un silenzio duro come il granito, assordante come una battaglia. « Questo non possiamo permetterlo. » Motoko si fece avanti, sfoderando la katana. « Gli uomini costruiranno da soli un loro futuro. Chiunque intenda imporre un proprio concetto di felicità, non sarà mai nient'altro che un tiranno. » Disse con timbro atono, come svuotato da ogni sentimento. E si scagliò all'attacco. Sarebbe stata lei ad affrontare Viktor von Falkenberg per prima quella notte. Lo aveva sempre saputo. Aspettava quel momento da un anno ormai. Solo lei era in grado di sconfiggere la sua nemesi nera Era pronta. Doveva esserlo. Per il bene di tutti.
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*si asciuga la fronte* mamma mia che fatica, sto post °___° partendo dalle spiegazioni più ovvie: la prima parte vi riguarda direttamente in game, la seconda è una scena allestita tra Viktor, Motoko e il resto della vostra compagnia. Ecco perché Viktor non può sentire/interessarsi alle parole di Salla: semplicemente è appena iniziato lo scontro finale tra lui e Motoko. Ma passiamo a voi. -Corigliano si difende fisicameente e decapita la creatura evocata da Cjevel senza troppi sforzi. Non so cosa ti passasse per la testa quando hai castato una abilità che è meno-di-basso contro il boss di una quest, ma...no, non funziona così. Tra l'altro questo turno avete modo di scoprire che il buon Corigliano ha un bonus passivo di 2 CS in Maestria delle armi e 2CS in Velocità.-Corigliano usa la seguente tecnica, potenziata da una passiva. Semplicemente crea altre due copie di se stesso, in tutto e per tutto uguali all'originale nella loro essenza. Pertanto, passive di auspex e simili varranno meno di nulla per trovare il Corigliano originale. Dovrete sfruttare una abilità più specifica o tirare a sorte tra i tre =D CITAZIONE ~ Multiplikation__ _ L'oscuro potere entrato nel suo corpo lo ha reso in grado di moltiplicarsi fisicamente, sdoppiarsi una o più volte in modo non solo da confondere ma anche da demolire qualsiasi tipo di avversario. Dopo almeno un secondo di ferma concentrazione infatti genererà a breve distanza dalla sua postazione una o più copie di se stesso identiche in tutto e per tutto all'originale. Teoricamente non vi è limite al numero di copie creabili con questa tecnica sprecando lo stesso slot, se non quello imposto dalla propria energia. Queste copie potranno utilizzare tutte le tecniche dell'originale, attingendo alla sua energia, e provocare danno fisico, andando trattate come vere e proprie evocazioni in maniera non autoconclusiva. Al primo colpo subito, però, la copia svanirà in una nube di fumo dissolvendosi nel nulla. In quest si potrà utilizzare la copia mandandola in avanscoperta. Questa, infatti, avrà le stesse conoscenze e gli stessi atteggiamenti dell'originale, e tutto ciò che vedrà o sentirà verrà memorizzato dal suo creatore nello stesso momento in cui essa verrà distrutta. Non potrà allontanarsi troppo dal proprio creatore perché, se questo succedesse, svanirebbe nel nulla anche senza essere stata colpita. Nel caso in cui venissero utilizzate come scudo, avranno un potenziale difensivo pari a basso cadauna. Le copie svaniscono al termine del turno, dopo aver compiuto le loro azioni. Il consumo energetico per copia sarà sempre e comunque Medio. {Pergamena Passiva Copia Reale Migliorata} & {Pergamena Copia Reale, consumo di energie: Medio}
Ricordo che tutti e tre fanno le loro azioni contemporaneamente. Quindi Salla, Ghin e Inferi dovranno seguire il giusto timing. Uno dei tre va contro Ghin, e casta la seguente tecnica. CITAZIONE ~ Passione che cambia__ _ E' una delle poche tecniche impiegabili anche senza "liberare" il potere dello jinn rinchiuso in Hýbris Naylah. Si tratta di un'abilità molto particolare, deriva dal fatto che per spezzare la loro maledizione, gli jinn sigillano la propria essenza in alcuni oggetti, ed apparentemente in questo caso lo jinn avrebbe scelto una scimitarra. In realtà è probabile che gli jinn cambino l'aspetto degli oggetti in questione di volta in volta per aumentare le probabilità che qualcuno li ritrovi e ne faccia uso, pertanto qualora lo jinn all'interno di quest'arma decidesse che non è questo l'aspetto più consono al momento per spezzare la sua maledizione, è possibile che decida autonomamente (oppure dietro "esortazioni" vocali del proprio padrone) di mutare ancora aspetto. La spada sarà quindi rivestita di una massa di oro fuso, del tutto innocuo nonostante le apparenze. Il liquido aureo si modellerà su se stesso come se fosse dotato di vita propria, prendendo l'aspetto e la forma di un'arma a scelta fra un arco dotato di una singola freccia per ogni turno, un pugnale dalla lama seghettata oppure un guanto d'arme che riveste l'avambraccio del possessore per tutta la sua ampiezza. Determinati dettagli come le dimensioni effettive delle armi sono decise sul momento dal caster. Quando Hýbris Naylah cambia la sua forma vi rimane per tre turni, al termine dei quali torna ad essere una scimitarra. Non è possibile far tornare Hýbris Naylah alla sua forma originale prima dello scadere dei tre turni, né risulta possibile cambiarne la forma una volta che è stata scelta. Questa tecnica consuma un quantitativo Medio di energie. {Medio} Trasformata la scimitarra in una picca, la scaglia contro il cuore di Ghin (ricordo che conta come attacco fisico, seppur potenziato dalle CS sopracitate) Il secondo va contro Inferi sententia, e si limita a scagliare con la spada un fendente aereo di non-elemento (sottoforma di luce dorata) contro di lui. Considerala come una tecnica di potenza Alta. Il terzo, infine, si dirige contro Salla e casta una abilità psionica di entità Alta i cui effetti sono in tutto e per tutto simili a quelli della pergamena del negromante " Timore". Ovviamente le sensazioni che il pg proverà -se non si difende- sono personalizzabili da te, io mi sono limitato a descriverli in via generale. Non mi piace il modo in cui ho gestito le turnazioni al giro scorso. Purtroppo se usate gli ultimi giorni per postare il giro diventa troppo lento, quindi per questo giro le turnazioni saranno Ephemeral prima - tutto il resto del gruppo dopo di lui (in fondo le vostre azioni sono scollegate le une dalle altre, e poi potete sempre mettervi d'accordo sul da farsi in via privata =) ). 12 giorni in totale, per tutti. Eph, cerca di postare prima del settimo giorno...purtroppo se posterai dopo il sesto dovrò penalizzarti un po' in sportività per non aver lasciato tempo agli altri =/ Comunque se finiamo il giro prima dei 12 giorni non mi offendo, eh. dai, Lunedì 7 voglio trovare i vostri post pronti..aumentiamo un po' la velocità approfittando delle vacanze EDIT: mi ero dimenticato di specificare un piccol oparticolare che qualcuno di voi può sfruttare, se vuole. Adesso che Viktor è uscito allo scoperto, ciascuno di voi può sentire la sua presenza aleggiare fuori dalla fortezza, nel cortile interno di RotteNhaz. Conformemente al mio malus passivo di seguito citato. CITAZIONE ~ Canto dell' Anima__ _ La Sesshoseki è composta di materia d'anima. E' miasma demoniaco solidificato in cristallo: di una potenza e di una densità mai vista. E' la somma di tutte le energie negative scatenate nel mondo nel corso di un'intera era che si sono aggregate generando un colossale agglomerato di energia negativa che poi si è condensato in una minuscola gemma, a sua volta rotta in nove pezzi. In ogni momento il possessore è fuso con essa, ma la Pietra diviene visibile incastonata nel corpo del possessore solo quando viene effettivamente utilizzata. Essa muta radicalmente l'aura spirituale del portatore, la quale diviene più ampia e potente, tanto intensa da essere palpabile e percepibile anche da grandi distanze perfino in assenza di auspex. Interagisce con altre entità in forma demoniaca, rafforzandone l'anima e corrompendola al tempo stesso. Tutte le creature di razza avatar demoniaco nelle vicinanze del possessore della pietra guadagnano un'abilità passiva che gli permette di subire due danni mortali prima di morire. Tutte le abilità attive di rigenerazione in possesso del caster hanno potenza pari al Consumo fintanto che sono attuate su personaggi di razza demoniaca, siano essi il caster stesso o eventuali alleati. Tutte le abilità utilizzate dal caster per attaccare personaggi di razza avatar demoniaco oppure per difendere altri personaggi di tale razza, inoltre, godono di un risparmio energetico variabile che va dall1% al 5%. Malus: l'aura del possessore è sempre percepibile, anche da chi non ha auspex; passiva: gli alleati di razza demoniaca possono subire due danni mortali prima di morire; passiva: le abilità di cura effettuate su pg di razza demoniaca hanno potenza pari al consumo; passiva: risparmio energetico su tecniche usate su pg di razza demoniaca}
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