1L 50GN0 3R3T1C0 ········ - Group:
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« Grazie. »
Ripartì tutto da quelle parole, flebili come un sussurro, leggere delicate e finalmente vive. Fu nient’altro che un sospiro che scivolò via, lontano. Eppure, come in un effetto farfalla, quell’esalo vaporoso dall’effluvio di briosa libertà scatenò negli accadimenti di quel dì, così intenso e lungo, un uragano destinato a variarne un finale già annunciato e già scritto: Vaairo MORTO, Morpheus SCONFITTO, Floki UCCISO. Una previsione che puzzava di sentenza finale ma Seraphim si ribellò al suo oppressore con una determinazione stoica, d’una vendetta a lungo sopita e nascosta nelle stanze più recondite della sua mente. Si risvegliò dal torpore della corruzione, nei suoi occhi spruzzò la ferocia rabbia di una donna a cui si toglie il proprio amore, gelosa e ferita, indomabile e inarrestabile. Una donna che per amore è in grado di ribellarsi al suo destino crudele, e di esigere finalmente quella vendetta al sapore dolce di sangue. Perché Seraphim s’era liberata dall’effige dell’ampolla rotta, per innalzarsi come un’araba fenice in alto nel cielo, per esplodere, un’ultima volta, come un angelo libero. E infine Morpheus riconobbe nel suo sguardo il suo stesso sguardo, nelle sue sofferenze le sue antiche sofferenze e i loro cuori si amalgamarono in un caleidoscopico vortice di comuni emozioni. Un sorriso si dipinse soffice sulle guance glabre del dragone, di nuovo le labbra rosse pittarono il candido colore della sua pelle solo lievemente abbronzata. Un misto tra amarezza e felicità, tra gioia e dolore, gli occhi si bagnarono per un istante, la lacrima si trattenne da rigare la guancia. Rimase lì, appesa in bilico tra due mondi, oscillando a cavallo tra i due sentimenti, ma nel fondo del suo cuore, tra le pieghe pulsanti di quel tessuto connettivo, sapeva che la donna sarebbe stata veramente libera solo nella morte. Lontano dalle grinfie uncinate di Viktor, distante dalle bramosie licenziose e dalla patria potestà esercitata da Ragnar. Lontano dalla sofferenza e dalla perdizione, con l’animo quietato dal sangue per stringere nuovamente il suo vero e unico amore. Così, con l’emblema più sincero dell’amore, si strinse a Ragnar. Non per affetto, non per gratitudine e di certo non per chissà quale slancio d’amicizia.
« Questo è per ciò che hai fatto a mio marito. E a me. »
No, Ragnar non meritava nulla di tutto ciò, invero Seraphim stritolò il suo creatore con il medesimo gelido abbraccio di morte che lei stessa assaporò nel giorno della rinuncia alla sua vita. Finché il suo corpo non deflagrò in una detonazione fragorosa, cremisi e nera per scatenare l’inferno in quel seminterrato. Per distruggere il suo creatore e al tempo stesso il suo uccisore. Fu un boato assordante, un esplosione contenuta che distrusse in un attimo tutto quello che c’era intorno. Compresa la colonna portante della casa. Infine fu distruzione, fu macerie che si accatastarono su altre macerie, fu il fuoco distruttore che divorò ogni cosa. Il soffitto si crepò, le travi cominciarono a cadere, Elias venne sommerso dalle rovine della sua stessa casa. Floki cadde a terra svenuto. A quel punto Morpheus ebbe pochi istanti per decidere cosa fare, perché mentre tutto crollava, mentre tutto prendeva fuoco, Floki stava per soccombere. Senza pensarci su, mosso più dall’istinto che dalla razione. Non avrebbe abbandonato Floki nella valanga di mattoni e fuoco, non lo avrebbe lasciato morire sotterrato da quella casa che sarebbe diventata la sua tomba. No, semplicemente Morpheus non poteva lasciare morire un uomo dinanzi ai propri occhi, girare i tacchi e ignorarlo come se nulla fosse, non era un vigliacco e nemmeno un eroe. Semplicemente doveva tentare, anche se questo significava morire. Corse in quell’inferno di fuoco per tirare fuori il guardiano, per strappare una vita dall’Ade. Sentì il fiato pesante e il fumo penetrargli nei polmoni, sentì la gola pizzicare, e infine tossì, ma il suo passo non cedette un solo attimo, le sue gambe bruciavano come investite da mille lame roventi ma non rallentò. L’adrenalina gli assopiva i dolori, gli debellava la stanchezza, sentì l’energia scatenarsi dall’interno del suo corpo pura e meravigliosa, strali luminosi che attraversavano le vene e le arterie, che carburavano i muscoli e lubrificavano le articolazioni, un motore perfettamente alimentato e perfettamente funzionale.
Il suo cuore aumentò di uno, dieci, cento battiti, un ritmo incalzante e velocissimo un che in ognuno di essi ne conteneva dieci e che in dieci ne conteneva cento, come se quell’organo posto al centro del petto non sapesse far altro che battere e battere e battere ancora più veloce, come se da un momento all’altro volesse esplodere in un BUM più grande degli altri.
Infine giunse vicino a Floki, il suo corpo era per metà disteso sotto le travi, gli passò una mano sotto l’ascella e iniziò a tirare, sempre più forte, sempre più forte. Ma il corpo non voleva sapere di venire via. Alle spalle di Morpheus cadde un pezzo di legno infuocato, dinanzi a lui era già tutto caduto e tutto distrutto, Floki era la dead-line oltre il quale si scatenava l’inferno, la morte, il fuoco. La fronte cominciò a imperlarsi di sudore, goccioline leggere cominciavano a scendere lungo le guance fino a cadere in terra una volta attraversato tutto il volto. La tunica blu acceso divenne lentamente di un blu più scuro, una piccola chiazza che, come una macchia d’olio, si spanse fino a diventare una sola macchia grande o tante piccole chiazze che si inglobavano in una sola. Riprese a tirare una, due, tre volte, fin quando non divenne improvvisamente leggero, fin quando il corpo non venne trascinato fuori da quell’inferno. Alzò il volto quasi stupito e vide la faccia di Vaairo rossa dalla fatica e nera dalla fuliggine, il sudore sulla sua fronte che rifletteva le fiamme e le luci. Era, più di Morpheus, provato dalla fatica e dalla stanchezza, era quasi morto anche lui, ma nonostante ciò era lì a salvare a Floki. Insieme si alzarono, insieme iniziarono a camminare claudicando, un passo dopo l’altro, un passo più veloce dell’altro fino a correre quasi. L’uno sorretto sull’altro, l’uno forse più dell’altro. Insieme sorreggevano quel corpo con chissà quale forza, una sinergia tra i due uomini. Il corpo di Floki al centro sorretto dalle ascelle con i piedi che si trascinavano sul pavimento, il capo chino con gli occhi chiusi a fissare il pavimento.. Poi anche sulla loro testa tutto inizio a cadere, vide pezzi di legno letteralmente cadergli addosso, vide schegge schizzare ovunque e sentì il dolore, a pochi passi dalla scalinata farsi sempre più forte. Sentì come se una parte del suo corpo stesse letteralmente prendendo fuoco, sentì persino la puzza di carne bruciata invadergli le narici e irritargli l’olfatto. Vide tutto cadere davanti a propri occhi, e per un’istante vide lì a terra Stormbringer, l’oro che si pitturava di rosso fuoco, lo zaffiro che baluginava di luce azzurra sovrastando la caligine nera. Allungò il braccio libero, il sinistro (lo sentì urlare di dolore, senti ogni nervo infilzato, sentì dolore e nient’altro che dolore), per sfiorare la scimitarra con i polpastrelli, bastò quello per vederla scomparire, nel nulla. Poi riprese la corsa, salirono le scale e anche – e soprattutto in quel frangente – i quadricipiti si lamentarono per la fatica, i polpacci arsero e la scalinata sembrò interminabile. Vide la luce sopra la sua testa, come un richiamo lontano, un miraggio sfuggevole, fin quando il bianco non divenne più grande, fin quando non si allargò mostrando la camera della casa di Elias, la camera in cui erano svenuti. Fecero l’ultimo scalino e tutto sotto di loro crollò. Il pavimento divenne instabile, come un ponte vecchio e logoro che attraversava un precipizio. Sotto i loro piedi il lastricato si apriva come se fosse fatto di ghiaccio, prima si venava e poi si spaccava al centro, mentre la terra cominciò a inghiottire tutto, gli inferi che aspiravano ogni cosa, che chiedevano il loro tributo di sangue. Il rumore accompagnava quella corsa, il boato dei mattoni che cadevano, lo scricchiolare del legno, lo scoppiettare del fuoco. Le stanze che si fecero più piccole, le porte strette e anguste. L’uscita che si rimpiccioliva.
Ancora. Ancora e ancora.
Poi il suo volto si fece rosso. I suoi occhi si tinsero di cremisi.
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Uscirono insieme dalla casa, ognuno aveva in corpo le sue fatiche e ognuno era pervaso dal dolore. Morpheus osservava il cielo dinanzi ai suoi occhi, il solo che iniziava la sua discesa ma che ancora illuminava Taanach con i suoi raggi. Il caldo dell’Orbrun non gli parve mai così fresco. Sentì la brezza del vento accarezzargli il corpo, rinfrescarlo con il suo alito e coccolarlo tra le onde invisibili della sua essenza. Sentì gli ultimi rintocchi di vita dell’abitazione, gli ultimi sussulti del fuoco che divorava ogni cosa per ridurre ogni cosa in cenere. Morpheus era disteso sulla schiena, con le pietre aguzze che gli penetravano nella pelle. Sentiva il corpo pesante e i muscoli indolenziti, sentiva la fatica pesargli sulle palpebre come un macigno che rischiava di schiacciarlo. La spalla sinistra era stata immersa nel fuoco e dal fuoco era uscita, mentre un taglio pulsava sul suo volto. Dall’occhio sinistro allo zigomo destro, passando per il naso e attraversando il volto da parte a parte. L’inferno li aveva sfidati e loro avevano vinto, entrati e usciti dalla porta principale. Poggiò i palmi delle mani sul terreno, con fatica alzò il busto e sentì persino l’addome tirare e spezzargli il fiato. Erano passati un paio di minuti e lui ansimava ancora per lo sforzo. Ma erano salvi. Si alzò con fatica in piedi facendo leva sui quadricipiti, che ancora bruciavano per la corsa. Osservò Vaairo e poi Floki, osservo la casa e infine le macerie. Una donna si era lasciata esplodere per salvare loro la vita. Ma nessuno l’avrebbe ricordata, nessuno avrebbe eretto una statua in suo onore o avrebbe combattuto nel suo nome per difendere i propri ideali. Era una pedina sacrificata come tante altre e come lui del resto. « Nessuno ci dirà grazie per quello che abbiamo fatto, nessuno canterà il nostro nome nelle ballate del futuro. » Sospirò, guardando il terreno, volgendo il suo sguardo nel luogo dell’esplosione, lì dove – se non si fosse ridotto in cenere – ci sarebbe stato il cadavere di Seraphim. « Siamo solo eroi che combattono l’oscurità nell’oscurità. » Alzò lo sguardo al cielo, lì dove gli angeli volavano. « Grazie a te Seraphim. »
CITAZIONE Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem
4 cs intelligenza Energia: 32% Status Fisico: Lieve contusione alla spalla sinistra. Danno Medio da taglio alle mani + danno medio da necrosi alle mani. Ustione permanente alla spalla e al petto sinistro, cicatrice sul volto permanente. Status mentale:// Abilità attive: Non necessariamente un'arma potrà essere utile in una delle due forme, anzi molte volte queste stesse armi, che calzerebbero a pennello in forma draconica o in forma umana, nell'altra forma risulterebbero essere un impedimento, tuttavia Morpheus può decidere di materializzare le sue armi, e farle scomparire in qualsiasi momento previo consumo di slot, l'abilità è di potenza nulla, difatti essa non arrecherà danni di nessun tipo all'avversario, ma non è detto che non possa essere utilizzata per avvantaggiarsi in qualsiasi modo. [Nulla personale]. Abilità passive: Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico]. Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]
– Impact. Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}
Behold my true form. Il Cristallo che ha dato potere a Stormbringer originò dal corpo di un drago, ma la sua lama si macchiò del sangue dell’ultimo uomo immortale. Due creature unite da una stessa promessa e da uno stesso destino, capaci di scegliere la morte. Alla presenza di ciò che resta del loro patto i draghi, gli angeli e i demoni potranno solamente inchinarsi, poiché nessuno di loro è all’altezza di coloro che li hanno preceduti. Sarà quindi impossibile per costoro assumere la forma draconica o la forma di avatar fintanto che Stormbringer sarà fuori dal fodero [Passiva]
– Tail. Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus} Note:Allora, Morpheus riporta un ustione permanente che va dal petto sinistro e sfuma fino alla spalla e una cicatrice permanente che va dalla base dell'occhio sinistro, attraversa il naso fino allo zigomo destro, un taglio trasversale provocato da qualche oggetto contundente quando la sua vista diventa rossa. Poi ho concluso il post con un ricordo per Seraphim e delle parole. Sia Vaairo che Floki (se si riprende) posso dire quello che vogliono a Morpheus per interagire. COmunque non so se è l'ultimo post, in tal caso colgo l'occasione per ringraziare tutti. È stata una quest di rara ispirazione, no nel senso che l'ispirazione è stata rara, ma che, in un caso più unico che raro, ho trovato l'ispirazione in ogni singolo post, e non c'è stato un post che non abbia voluto scrivere con tutto me stesso. Questo è certamente merito del qm che ha raccontato questa bella storia, ma anche di Drag, un compagno con cui mi sono trovato benissimo e con il quale sono riuscito a trovare una buona alchimia. Sempre disponibile e sempre disposto a confrontarci sulle strategie. Ringrazio Lennu come Qm e Drag come compagno, con la speranza di rivederci in altre situazioni. Spero di aver concluso la quest in maniera degna. Ps: Nella fuga sfioro Stormbringer per attivare l'abilità a costo nullo che fa svanire le mie armi in un'altra dimensione.
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