Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Marktplaz , Draconic Tournament

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Malzhar
view post Posted on 15/8/2013, 17:39






Lo Sciamano ascoltò l'elfa parlare giungendo le mani e portandole vicino la bocca con fare meditabondo. Quand'ebbe finito sospirò, non lasciando che le parole dell'amica lo turbassero troppo. La scelta di affidarsi a Bastet non era stata presa di impulso. Aveva a lungo oscillato tra l'impulso di abbandonare il suo popolo alle conseguenze che, in qualche modo, loro stessi avevano contribuito a causare e la consapevolezza che non aiutando la sua gente non sarebbe stato diverso da colui che li aveva traditi. Sapeva che in entrambi i casi avrebbe pagato un prezzo: da un lato il rimorso, dall'altro chissà quale salto nel vuoto. Gli incubi che lo perseguitavano e l'insonnia erano nulla in confronto all'onta di essere cagione della disfatta della sua popolazione. Lui poteva convivere con il rammarico di essere giunto troppo tardi, con una maledizione ancestrale sulle spalle, poteva persino ammettere segretamente a se stesso di essere succube del fascino deleterio di Bastet e della sua padrona ma mai avrebbe potuto sopravvivere da traditore.«Forse quello che dici è giusto, forse sarebbe più semplice lasciare andare Bastet ma...» - sospirò - «...dimentichi che io sono uno Sciamano. La mia strada è costellata di Spiriti Inquieti, contesi tra le emozioni che provarono in vita e l'incapacità di sfuggirvi ora che sono morti. Il loro tormento è il mio, assicurare loro la pace è il mio compito. C'è un albero nella mia terra. E', era, una grande quercia in cui dimoravano gli Spiriti di coloro che sono morti per difendere il Popolo Degli Spiriti. Essi non sono spiriti quieti. Vivono della rabbia e del rancore provato nel loro ultimo istante di vita. I miei antenati incantarono l'albero perchè queste ombre non turbassero gli altrui sogni e vite. Ogni Sciamano infonde simbolicamente una parte del suo potere nell'albero perchè questo cresca e possa ospitare altri spiriti. Il mio Popolo avrebbe difeso quell'arbusto con la vita, perchè nel giorno in cui qualcuno lo distruggerà la furia in esso contenuta non risparmierebbe nessuno degli sventurati che si trovi sulla sua strada. Il primo ad essere cercato sarebbe lo Sciamano, la sua energia è un faro per gli Spiriti e gli Antenati Irosi andrebbero da lui a reclamare vendetta. Può sembrare una storia confusa, ma serve a spiegarti che io, così come ogni altro culture della mia arte, non lascerei mai uno spirito vagare senza requie da solo. Nemmeno uno spirito che sceglie di tormentarmi...»
Sorrise. Poi si alzò. «Grazie Fanie, la tua gentilezza è ancora una volta un balsamo di gran lunga più efficace di qualunque cura. Ti lascio agli altri più bisognosi di cure. Se dovesse servirti una mano e le tue energie dovessero consumarsi, non esitare a chiamarmi. Posso poco, quasi nulla in confronto alla portentosa abilità del tuo spirito nel guarire, ma quel poco te lo offro.»
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 15/8/2013, 23:33





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


Sospirai. « Ricorda solo che non potrai mai portare serenità a nessuno se la tua anima è inquieta. Per quanto tu possa credere di poterlo fare. » Non sapevo cosa altro dire, evitando di entrare in una discussione in cui difficilmente la testardaggine umana avrebbe trovato ragione. Malzhar era uno sciamano ma, suo malgrado, era tremendamente umano ed incapace di riconoscere i suoi limiti. Il suo intento era nobile e puro, ma il suo metodo sciocco. Col tempo si sarebbe reso conto dell'errore. « C'è qualcuno che necessita di attenzione, tu resta qua sdraiato e riposati. » Presto detto mi alzai dalla sedia per andare ad aprire i lembi dell'ingresso della tenda, trovandomi davanti un malconcio individuo dai capelli fulvi. Pareva essere stato schiacciato da una mandria di rinoceronti o qualcosa del genere, in un misto di ferite da ustione e quant'altro: con tutta probabilità era il compagno di Malzhar, a giudicare dal fatto che avevano bruciature simili ed erano arrivati l'uno dopo l'altro. Gli feci cenno di entrare con la mano.

« Entra pure, la tenda serve per i feriti degli scontri, finché c'è spazio l'ingresso è libero. » Indicai uno dei letti nella parte opposta rispetto a dove giaceva lo sciamano. Giusto per evitare che iniziassero e bisticciare. « Credo che voi due abbiate già avuto un alterco a giudicare dalle vostre ferite, qui dentro non voglio problemi di alcun tipo, altrimenti sarò costretta a buttarvi fuori per la sicurezza dell'ambiente. Distenditi pure e fammi dare uno sguardo alla schiena per prima cosa. » a colpo d'occhio pareva avere una specie di moncherino d'ala mezzo ustionato, il che mi fece un pochino insospettire sulla reale natura di quell'individuo. « Aspetta... ma tu non sei quel ragazzo che ho visto a Basiledra, quello col tic nervoso sulla spada? Genesis se non erro. Non sapevo che fossi un angelo. » Lo dissi con abbastanza innocenza, come se fosse normale farsi medicare le ali in una qualsiasi casa di guarigione. La verità era che non mi potevo stupire di una cosa del genere dopo aver visto volare dozzine di draghi nel cielo, oramai ero pronta a vedere praticamente tutto entrare dentro quella tenda. Mi mancava solo qualche arto mutilato e poi la mia giornata lavorativa sarebbe stata definitivamente completa. Andai a prendere il secchio di acqua pulita preparandomi per pulire la schiena del nuovo arrivato. « Togli la parte superiore della veste, puliamo e disinfettiamo la ferita, poi dovrò fasciartela. » Forse nel suo caso era necessario usare una guarigione spirituale per ripristinare le ferite, ma fino a che non fossero stati decretati i semifinalisti le mie energie dovevano rimanere intonse.

 
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genesis000
view post Posted on 16/8/2013, 12:26





« Entra pure, la tenda serve per i feriti degli scontri, finché c'è spazio l'ingresso è libero. »
Eh?
I lembi della tenda si aprirono e fui abbastanza sorpreso dalla persona che mi si parò davanti, Fanie , l'elfa che avevo incontrato a Basiledra e che mi aveva dato il benvenuto per prima al gruppetto di persone sedute intorno alla candela. - « Credo che voi due abbiate già avuto un alterco a giudicare dalle vostre ferite, qui dentro non voglio problemi di alcun tipo, altrimenti sarò costretta a buttarvi fuori per la sicurezza dell'ambiente. Distenditi pure e fammi dare uno sguardo alla schiena per prima cosa. » - La sorpresa mi aveva quasi fatto dimenticare la presenza dello sciamano all'interno della tenda, lo vidi dalla parte opposta al letto che mi era stato indicato e gli feci un cenno di saluto col capo.
[ - "Sinceramente ne ho avuto più che abbastanza di combattere per oggi,soprattutto dopo aver passato le ultime ore osservato da un drago che fortunatamente non sembrava avere appetito" - Maledicendo mentalmente chi aveva scelto il posto dove avevamo combattuto mi diressi verso la branda che mi era stata indicata.
« Aspetta... ma tu non sei quel ragazzo che ho visto a Basiledra, quello col tic nervoso sulla spada? Genesis se non erro. Non sapevo che fossi un angelo. » - Alla parola Angelo divenni scuro in volto - mi tastai istintivamente la schiena per scoprire di avere uno strappo sul vestito che lasciava uscire fuori il moncherino d'ala strappato. - «Togli la parte superiore della veste, puliamo e disinfettiamo la ferita, poi dovrò fasciartela. » - "Si, sono io, ti ringrazio del complimento ma non sono un angelo." - posai la spada accanto a me e iniziai a togliermi l'impermeabile - "Un angelo non può essere creato da un altro uomo, anche se ha raggiunto lo stato di dio e, per quanto riguarda l'ala, ora sembra messa peggio poichè ho ricevuto colpi alla schiena ma è una ferita molto vecchia, preferirei non venisse curata." - dissi il tutto con noncuranza, senza rendermi conto che forse stavo dicendo un po troppi fatti che sarebbero dovuti rimanere sconosciuti. - Tolto l'impermeabile passai alla tuta che aveva un comodissimo meccanismo di apertura proprio dietro la schiena e , passando involontariamente su una delle ferite ricevute dalle schegge dello sciamano mi provocai un dolore forte che mescolato alla stanchezza divenne di intensità sufficiente a far spuntare fuori l'ala intera sulla parte sinistra del mio corpo facendo cadere definitivamente a pezzi la parte superiore della tuta già coperta di bruciature e tagli. - "...Chiedo scusa per la confusione."


Grazie di avermi fatto entrare :sisi: a voi la tastiera :v:
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 18/8/2013, 16:58





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


Alzai le mani quando l'ala si aprì. Era decisamente brutta a vedersi e la scelta di non volerla curare mi lasciava oltremodo perplessa. Era già il secondo che rifiutava le cure, quasi come se l'avere addosso una ferita potesse in qualche modo alleviare il peccato di aver fatto qualcosa o, peggio ancora, ricordare qualcosa di importante. A cosa serviva la mente, il cuore e l'anima, se poi c'era bisogno di martoriarsi per rimembrare le cose? Umani...

« Tranquillo, non importa. » Buttai a terra tutti i pezzi della veste che mi davano fastidio per proseguire il lavoro con una mano. « Le tue ferite sono piuttosto gravi a dire il vero, questi tornei sono brutali, ne sono sempre più convinta. » Iniziai anche su Genesis a pulire le ferite con un panno di cotone imbevuto di unguento per le ustioni. Lentamente e metodicamente girai anche attorno all'ala evitando accuratamente di toccarla come da richiesta. Dopo quell'operazione discretamente lunga, in cui la mia concentrazione era tutta per il lavoro, impedendomi quasi di sentirei rumori del mercato tanto ero focalizzata, iniziai l'opera di bendaggio del busto. Questa fu abbastanza veloce a dire il vero e la lasciai volutamente lente in modo che fermasse la polvere ma non l'aria. Nel giro di qualche ora sarebbe stato già meglio, almeno dal punto di vista del dolore.



« Eccoci qua. Adesso stenditi anche tu, magari prono così non tocchi sulla schiena e sull'ala. Se hai bisogno di qualcosa non lesinare nel chiedermelo. » Riposi gli strumenti ed iniziai a pulire per terra con l'uso di una piccola scopa, buttando fuori dalla tenda tutti i lembi di pelle morta, pezzi di veste e benda caduti. « Si sà cosa riceverà il vincitore del torneo? » domandai distrattamente ad entrambi.
 
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Malzhar
view post Posted on 18/8/2013, 17:12





Quando Genesis entrò nella tenda Malzhar si rese conto di aver decisamente esagerato nella sua lezione di buone maniere. -«Credo che la mia offerta di aiutarti nelle guarigioni non valga per lui...» - disse lo Sciamano con tono scherzoso-. «A giudicare da come l'ho ridotto, dubito che desideri ulteriori attenzioni da parte mia.»
Poteva apparire una minaccia o un modo come un'altro per sdrammatizzare, lo Sciamano sorrise tiepidamente tentando di far comprendere che la seconda opzione fosse quella giusta. «Nessun rancore, spero.»- aggiunse poi nel tentativo di fugare ogni dubbio- «E' un torneo e purtroppo ferite nel fisico e nell'orgoglio sono la regola...Possiamo ritenerci fortunati e felici di aver ricevuto solo ferite fisiche non è così?»
Era il suo modo di dimostrare apprezzamento per l'avversario, chiedergli di più sarebbe stato controproducente. Quelle parole significavano che tra Malzhar e Genesis gli attriti e le tensioni potevano dirsi appianate. «Non preoccuparti per Fanie è una guaritrice nata, un bisturi come lingua e le mani in grado di essere leggere come una piuma...»- la battuta servì, almeno nella mente dell'Uomo-Spirito ad allentare ulteriormente la tensione.
Detto questo restò in silenzio fin quando l'Elfa non rivolse nuovamente la parola ad entrambi - «Onore? Fama? Quale migliore ricompensa per noi mortali destinati a vivere il tempo di un soffio di voi elfi? Credo che molti combattano per la semplice gloria. Se poi chiedevi se ci fosse una ricompensa materiale, io non so dirtelo, come molte altre cose ci è tenuta nascosta...L'organizzatore deve essere una persona complessa..»
 
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genesis000
view post Posted on 19/8/2013, 20:34





Ridacchiai alle battute dello sciamano.
"Si, suppongo che possiamo ritenerci fortunati."
Stetti in silenzio per un po, per rispetto dell' elfa che stava lavorando alla mia schiena, fino a quando lei non rivolse la parola a entrambi. - Chiese del torneo e ottenne una risposta abbastanza soddisfacente. - onore eh? - "A proposito dell'organizzatore, io non ci ho mai parlato, qualcuno di voi ha avuto l'onore?" - L'avevo visto all'apertura del torneo ma da cosi' lontano non avevo potuto distinguere nemmeno i lineamenti della faccia. - "Devono proprio piacergli i draghi comunque.." -Aggiunsi distrattamente alla domanda precedente.
 
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view post Posted on 25/8/2013, 12:17

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MARKTPLAZ-first aid-
Marktplaz- mercato
L'arena si scompose pezzo dopo pezzo davanti ai miei occhi, blocchi di roccia si staccavano silenziosi sparendo all'orizzonte prospettico e venendo rimpiazzati da altri pezzi giunti da tutte le direzioni a ricomporre quella che era stata la piazza d'apertura dei giochi. Non ero ancora pratico col teletrasporto, quindi preferii focalizzarmi sull'arrivare in spazi aperti e ben saldi nella memoria, evitando di riapparire dentro ad un muro. Camminavo con passo deciso, la sinistra stesa lungo il fianco per la ferita alla spalla, mentre con la destra reggevo il giaccone e la spada, tenendoli da sopra la spalla. Passai un'occhio alle illusioni, i duelli si susseguivano uno dopo l'altro e la folla era fin troppo presa dall'azione per notarmi passare al livello del terreno.

Mi snodai per un considerevole numero di vie, cercando invero la strada per i miei alloggi ma giungendo in quello che sembrava il quartiere commerciale. Sbuffai nel vedere tendoni e baracche allestite come un gigantesco Bazar. Mi guardai accigliato attorno, immobile al limitare del vialetto che mi aveva condotto in quella enorme via gremita di venditori che si scavalcavano l'un l'altro con la voce per vendere i loro prodotti. Scossi la testa sconsolato, ormai convinto di dover usare il vecchio metodo di Vaairo per contrastare il dolore: ubriacarsi. Adocchiai quello che pareva un tendone con svariate bottiglie, un tizio ammantato in un mantello bianco gesticolava ed estraeva articoli su articoli da mostrare a quello che pareva uno spaventato acquirente. « Ehi » attirai la sua attenzione consentendo all'uomo preso d'assalto di fuggire. Subito il mercante ritornò con lo sguardo verso l'uomo, capendo che ormai era troppo lontano; non si perse però d'animo, rivolgendosi nuovamente a me e sfoggiando prima un sorriso compiaciuto, poi uno sguardo perplesso. Prese ad assumere un'espressione al limite tra l'intimorito e lo schifato nel vedere come indossassi una canottiera sporca e insanguinata sotto soltanto l'ascellare con le pistole in piena vista. « Ho pagato per stare qua, non hai il diritto di chiedermi nulla. » prese a balbettare cercando con lo sguardo una guardia. Sospirai « Non me ne frega nulla della tua bancarella, voglio solo comprare l'alcolico più forte che hai. » Quelle parole furono meglio di una medicina, improvvisamente lo sguardo del mercante si riaprì, le gote ripresero colore e dopo un'istante si lanciò dietro una tenda uscendo con quattro differenti bottiglie. « Abbiamo del Grog proveniente dalle distillerie clandestine dell'est. Il preferito dai tagliagole di ogni mare! Poi c'è quello che al Nord chiamano "il disboscatore": dicono che se solo una goccia cada sul terreno, in quel punto e per il raggio di mezzo metro non crescerà più nulla! Poi abbiamo... » lo fermai con un cenno della mancina, raccattando dalla tasca qualche moneta e buttandola sul bancone. « Dammene uno e stai zitto. » Sarà stato il tono, sarà forse l'aspetto truce, l'uomo ammutolì istantaneamente allungandomi una bottiglia e ritraendo subito la mano una volta l'ebbi afferrata. Vi voltai con ancora gli occhi di quel mercante incollati addosso, continuando a camminare per il mercato sorseggiando quella schifezza che mi aveva propinato.

Marktplaz- tenda medica
« Largo! Largo! Fate Largo per gli Dei! » Mi scostai a lato dello stradone, lasciando il passaggio libero a due uomini che trasportavano una barella di tutta fretta. Bevvi un altro sorso di quello schifo, soffermandomi a guardare l'etichetta incollata sul vetro. Se c'erano barelle, probabilmente c'era un'accampamento medico, e se c'era un accampamento medico probabilmente potevo fare a meno di trincarmi "L'ammazza-pensieri". Deciso a scoprirne di più, lasciai la bottiglia a un barbone a bordo strada e presi a seguire la direzione nella quale erano andati i barellieri. Non ci volle molto a dire il vero, una grossa tenda bianca sorgeva al centro di uno spiazzo e quelle che si possono definire porte erano aperte e assicurate da piccole funi al suolo.

Sbirciai curioso notando un gran fermento, sipari dividevano lo spazio in tante piccole celle e feriti e aiuti infermieri si susseguivano di tanto in tanto nel passare da un paziente all'altro. Avrei bussato, se solo ci fosse stata una porta, ma mi limitai ad entrare molto timidamente, quasi in soggezione per quel luogo. Beh, inutile dire che rimettermi alle abilità di un'altro individuo per le cure non era esattamente nella mia indole: detestavo dipendere da terzi, e solo Fanie aveva avuto l'onore di adoperare arti mediche su di me. Fanie, avrei dovuto chiederle di venire al torneo, almeno avrei avuto qualcuno di cui fidarmi per farmi passare quel fastidioso mal di testa e quella ferita alla spalla. Rimasi sulla porta per qualche minuto, ancora indeciso sul da farsi e guardando con aria interrogativa quel luogo così poco asettico. Stavo per voltarmi ed andare quando un'ombra familiare si delineò su uno dei divisori di tessuto bianco. Strinsi gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco la figura, ma la silhouette mi ricordava qualcuno di vagamente familiare. Si girò, e qualche istante dopo uscì allo scoperto rivelandosi essere proprio l'elfa. « Fa...Fanie? » balbettai sorpreso e incredulo nel vederla in quel luogo. « Cazzo che culo » sussurrai invece tra me e me muovendomi verso quella che potevo ormai definire la mia "guaritrice di fiducia". « Non mi aspettavo proprio di trovarti qua ma...beh, già che ci sei, non avresti mica qualcosa per il mal di testa? » Sorrisi imbarazzato. Mi guardai attorno, e ora che i lenzuoli atti a mantenere la privacy erano passati, riconobbi molte facce che avevano partecipato al torneo. « Beh, pare che non tutti se la siano cavata così bene eh? »

Post orrido, ma non sapevo che scrivere. Riprendiamo a sfottere i malati, suvvia.
 
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Malzhar
view post Posted on 25/8/2013, 12:30





Una voce, stranamente familiare. Un'eloquio rude ed una faccia conosciuta. «Chi non esplode si rivede!»- gracchio lo Sciamano con una punta di ironia- «Felice di rivederti tutto intero..Bhè Fanie sembra che il Club della Candela si stia lentamente ricomponendo.. - fece poi con tono allegro. - «Già sembri messo meglio di me e del nostro amico dalla spada facile - disse poi sussurrando complice ed indicando con un occhiata Genesis - «La fortuna ha voluto che io e lui chiudessimo i conti che avevamo in sospeso da quel giorno a Basiledra e come puoi vedere da te, ho calcato un po' troppo la mano...A te chi è capitato?
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 25/8/2013, 14:49





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


Il discorso aveva preso una strana piega, specialmente quella specie di giustificazione a me poco consona che aveva dato Malzhar. Chiaramente Morpheus mi aveva mostrato qualcosa in quella maniera perché lo tenessi per me, senza sbandierarlo ai quattro venti: si trattava di qualcosa di natura prettamente privata che io non avevo alcun diritto, ne desiderio, di far conoscere a terzi senza permesso. « Moprheus è l'organizzatore del torneo, ho avuto modo di parlare con lui durante gli scontri, per un brevissimo periodo, ma vi posso assicurare che non è una persona cattiva o con strane idee maligne in testa. Sa quello che fa diciamo. » Ad un tratto qualcuno entrò nell'ingresso della tenda distogliendomi dalle pulizie del pavimento. Era Zero, chiaramente molto meglio messo rispetto al resto dei contendenti visti fin'ora, il che mi dava da sperare bene per gli altri. Mi avvicinai rapidamente per constatare che stesse realmente bene e, a giudicare da uno sguardo approssimativo, non aveva niente che necessitasse di cure tempestive.

« Però le imprecazioni puoi evitarle, vero? » sorrisi con una di quelle espressioni sulla falsariga di "ti butto alcol puro e sale nelle ferite". Ero chiaramente cosciente del suo essere un poco buzzurro per certi versi, del resto i deserti del Goryo non dovevano averlo particolarmente aiutato ad imparare la corretta parlata da gentiluomo, ma di questo mi ero accorta in più di un'occasione. « Allora, mal di testa... » tornai verso lo scaffale dei medicinali iniziando a spulciare varie ampolle. Nel mentre che cercavo Malzhar mi sorprese con l'appellativo bizzarro e curioso che aveva dato alla nostra piccola riunione a Basiledra: Il Club della Candela. Quell'uomo aveva davvero una grande immaginazione, se un giorno fosse riuscito a liberarsi dai suoi demoni il futuro non gli sarebbe parso così nero, ne ero certa. Alla fine trovai ciò che cercavo, una fiala piccola e scura contenente del fortissimo estratto di una pianta esotica. Da quello che c'era scritto sull'etichetta doveva trattarsi di una pozione abbastanza funzionale, del resto Morpheus aveva messo a disposizione i migliori medicamenti sulla piazza.



La passai a Zero con un gesto fluido della mano. « Un sorso ogni quindici minuti finché non ti passa. Un sorso solo. » mi guardai attorno: non avevo abbastanza letti per poterlo far stendere, dovevo mantenerli per i feriti più gravi. « Zero siediti per terra se vuoi, qui dentro c'è meno luce ed è meglio per la testa. »
 
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view post Posted on 26/8/2013, 10:33

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MARKTPLAZ-reunion-
« Però le imprecazioni puoi evitarle, vero? » sorrise sadica l'elfa avvicinandosi e lasciando leggermente in disparte quelli che riconobbi come gli altri incontrati a Basiledra. « Ma come cazz... » mi interruppi bruscamente « scusa stavo per fare un'altra figura di Mer... » di nuovo. « ok, sto zitto. » dissi avilito abbassando il capo davanti allo sguardo severo della donna. « Chi non esplode si rivede! » esclamò lo sciamano, riscuotendo nulla di più che sguardi di grigia apatia. Mi rigirai verso Fanie mentre mi spiegava cosa avrei dovuto fare con quella strana ampolla per il mal di testa, mentre l'uomo si perdeva in spiegazioni e parole che nessuno aveva richiesto. Posai giacca e spada contro un mobiletto di legno rimanendo con la sola canottiera sporca di sangue e terra. « ...A te chi è capitato? » Trincai un sorso dell'infuso, tossendo con aria schifata. Cosa diamine era quella robaccia solo lei lo sapeva, e se mi avesse fatto passare il mal di testa, di certo mi avrebbe fatto venire il mal di stomaco. Respirai profondamente scacciando quel saporaccio dalla bocca, intento a dar retta a Malzhar. « Chi mi è capitato? Aaron, lo scrittore, o meglio il cacciatore di demoni. Mi sa che ci metterà un po' ad arrivare, non era ridotto benissimo e io ho preso una scorciatoia. » Feci per bere un secondo sorso dell'intruglio, abituato ormai con le bottiglie d'alcol, ma lo sguardo della donna mi ricordò il dosaggio. Sorrisi imbarazzato cercando di grattarmi il capo con la mancina. Una fitta alla spalla mi fece piegare dal dolore, ricordandomi la ferita cretina che mi aveva inflitto. « Ehm, Fanie...non è che avresti anche qualcosa per la mia spalla? Da quel che so ha plasmato la percezione del mio corpo tramite una tecnica Psionica, illudendo le carni di essere colpite...Diciamo che fa discretamente male. » Appoggiai la fiasca sul mobiletto e sfilai lo straccio che avevo addosso, mostrando la ferita alla spalla. Non mi piaceva quel luogo, certo, ma essere comunque curato come si deve avrebbe di certo giovato alla mia salute per un futuro scontro, magari, QUELLO scontro.
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 27/8/2013, 16:21




Erano tornati finalmente in un posto frequentato da altra gente.
Quando i draghi erano arrivati a prenderli - fortunatamente abbastanza in fretta - avevano tirato entrambi un sospiro di sollievo: la vicinanza a quel posto iniziava a dargli sui nervi, nonostante potessero parlare tra loro per distrarsi.

Ora si trovavano al mercato, cercando la tenda dei curatori: Aang aveva provato ad offrire a Serhat una spalla a cui appoggiarsi, ma il costruttore aveva rifiutato.
Sapeva che il Satu aveva un certo orgoglio, quindi il giovane non aveva insistito. Si era limitato a camminare al suo passo, chiedendo di tanto in tanto informazioni sulla loro meta.
Ci misero un pò ad arrivare a quel ritmo, ma infine la trovarono: una tenda rossa e marrone, non molto diversa dalle altre come ci si aspetterebbe per un luogo di guarigione, ma almeno molto ben fornita da come gli avevano detto.

Entrarono assieme, guardandosi attorno.
Aang sospirò per la frescura improvvisa, asciugandosi il sudore dalla fronte.
Sbattè le palpebre un paio di volte per abituarsi alla luce più fioca che c'era all'interno.
Notò diverse figure, alcune sedute, altre in piedi.

Quando iniziò a riconoscerne qualcuna il suo umore migliorò, ed un sorriso apparve sul suo volto stanco.
Lui non era ferito, ma sentiva addosso una grande stanchezza che solo un buon bagno e una lunga dormita avrebbero potuto dissipare.
Ma c'era Serhat con lui, per di più ferito per sua stessa mano: non sarebbe andato a riposare finchè il suo amico non avesse ricevuto le cure necessarie.

« Oh, salve a tutti! »

Salutò tutti per educazione, nonostante alcuni li conoscesse solo di vista e non tutti gli stessero simpatici. Aspettò un momento per non risultare scortese e parlare sopra gli altri, poi si rivolse a Fanie.
Gli avevano detto che un'elfa si occupava dei feriti e lei, oltre ad essere l'unica donna lì dentro, era anche una guaritrice.
Si avvicinò alla curatrice, indicando Serhat accanto a lui.

« Per favore, Fanie, potreste occuparvi di lui? Ha ferite da ustione e contusione alle gambe abbastanza gravi. »

Fece largo al costruttore, aggiungendo una frase con una punta di vergogna: « Ho provato ad occuparmene io, ma sono troppo stanco per fare altro. »

Si assicurò che l'elfa avesse capito tutto, poi si sedette a terra vicino a loro, tirando un sospiro di sollievo: quel riposo sarebbe bastato per ora.



Post rapidissimo in cui introduco Aang e Serhat nella tenda.
Aang non è ferito, sembra solo molto stanco.
 
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dra31
view post Posted on 27/8/2013, 18:53




Marktplaz - I
Territori Orientali, Land Van Jakkalse


Passo e mezzo passo, passo e mezzo passo. Il suo andamento claudicante stava allungando di qualche secolo la loro passeggiata tra i colori e i suoni del mercato.
Erano da poco tornati dal deserto a dorso di drago, quindi niente porchetta di drago per festeggiare, e si erano lasciati alle spalle l'arsura infernale e l'angoscia deprimente di quel luogo dimenticato dal mondo. Tornati nella civiltà, il costruttore si è avviato in compagnia del compare verso l'infermeria predisposta per l'evento. Il giovane monaco, forse per rimorsi di coscienza o per educazione, gli ha proposto di fargli da bastone per tutto il tragitto; aiuto che Serhat rifiuta all'istante. Testardo com'è, il costruttore andrebbe avanti strisciando al suolo, prima di chiedere un favore ad un conoscente.

Passo e mezzo passo, raggiunge la tenda ospedaliera e benedice con un sospiro di sollievo l'ombra fresca del posto e la vista di alcune brande, sulle quali si vedeva già sdraiato dopo una bella rinfrescata e un robusta abbuffata. A frenare l'immaginazione del costruttore, però, ci pensa Aang con la sua premura da monachello.

Per favore, Fanie, potreste occuparvi di lui? Ha ferite da ustione e contusione alle gambe abbastanza gravi.
Je vuoi dì anche quello c'ho magnato a colazione? - Si porta avanti di un passo e si lascia nelle mani di questa Fanie che sembra essere il medico. - Comunque non è nulla di grave, finché cammino.


Qualsiasi cosa le avrebbe dato la ragazza, lui ci avrebbe aggiunto sopra un salto ai bagni, una ricca cena e poi una robusta dormita. Nulla è più curativo del rispettare le buone vecchie abitudini.

png



- note. Aye, ce l'abbiamo fatta. Mi raccomando, alla fine voglio la fattura, dottore.

La vita non è vivere,
ma vivere in buona salute.
Serhat Satu

 
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Fanie Elberim
view post Posted on 28/8/2013, 01:43





Marktplaz - Tenda di Soccorso.


Indicai a Zero la boccetta che gli avevo dato. « E' un antidolorifico molto forte, abbi un poco di pazienza e vedrai che attenuerà il male anche alla spalla, se non passa tra una decina di minuti o non inizia ad attenuarsi, ci mettiamo anche un unguento, ma non voglio sovradosare medicinali prima della fine del torneo. » Mentre dicevo queste parole una figura entrò all'interno della tenda salutando tutti con una voce abbastanza tranquilla ed un fare tutto sommato molto amichevole, almeno rispetto a qualche elemento arrivato poco prima. Immediatamente mi voltai rendendomi conto che si trattava di Aang e di una persona a me sconosciuta, probabilmente il suo compare di duello. Il monaco non sembrava aver subito molte ferite, mentre il nuovo giunto doveva aver avuto decisamente la peggio. Mi mobilitai per aiutarlo ad avvicinarsi ad uno dei due letti ancora liberi. « Stenditi qua, per favore. »

Anche quello era un'altro di quei mezzi eroi che avevano fatto dell'ignorare le ferite il loro cavallo di battaglia. Cicatrici e quant'altro parevano essere il segno distintivo di almeno tre quarti dei concorrenti, non che la cosa mi sorprendesse troppo trattandosi di umani con tutte le loro idee e perversioni, ma era comunque un dato significativo per i miei studi. « Lascia che sia io a giudicare se è grave o meno, non vorrai mica perdere una gamba per orgoglio vero? Mi sembri una persona molto sveglia, quindi no, non vuoi avere problemi di salute in mezzo ad un torneo. » gli sorrisi, iniziando ad osservare le ferite che aveva ricevuto alle gambe. Non era messo per niente bene in verità, dal mio punto di vista, ci sarebbero volute diverse giornate di riposo per ristabilirsi completamente ma aveva la pelle dura quel tipo: un'altro non sarebbe riuscito a camminare ancora dopo quel genere di danni agli arti inferiori. « Bene ragazzone, ora ti metto un unguento per ustioni e ti do qualcosa per alleviare il dolore. Però devi promettermi di non sforzare le gambe almeno finché l'unguento non si sarà assorbito. Piuttosto, perché non mi dici come ti chiami? » del resto era l'unico di cui non sapessi il nome, tutti gli altri li avevo già incontrati a Basiledra.



Andando a recuperare bende ed unguento mi resi conto che il monaco non stava troppo bene: spulciando tra le varie ampolle trovai qualcosa che poteva fare al caso suo, abbastanza grande e dalla forma tutto sommato anonima, come una normale bottiglia. L'etichetta recitava parole in un misto di elfico volgare e lingua comune. Il contenuto era denominato "Sciroppo Rosso". « Tieni... bevi un poco di questo, ti aiuterà a stare meglio. Non ti preoccupare non è una medicina, è solo concentrato di frutta e zucchero, tira su le energie! » Appoggiai la bottiglia vicino ad Aang per poi proseguire al letto del mio ultimo paziente.

« Ora devo toglierti le scarpe, non devo medicarti i piedi però rischi di infettare le ustioni con le suole sporche. » Che se le fosse volute sfilare da solo o avesse lasciato fare a me, poco mi sarebbe cambiato - tranne il lavarmi le mani in una bacinella d'acqua, ovviamente - dato che il mio compito primario era distribuire l'unguento sulle ferite alle gambe e fasciarle delicatamente con una benda di cotone fino. In tutto impiegai non più di cinque minuti, la zona era molto meno estesa di quella di Genesis, seppure la gravità risultasse simile. « Non alzarti adesso, l'unguento eliminerà anche il dolore tra un poco. »



Nonostante fosse iniziato tutto con pochi taglie e qualche chiacchiera, adesso erano diventati molti i feriti e sospettavo che altri fossero in dirittura d'arrivo. Mi lavai nuovamente le mani, versandomi un bicchiere quasi stracolmo del sidro odoroso e squisito che mi aveva offerto Morpheus. Mi sentii subito meglio. « Qualcuno ha bisogno di altro? Nuovi dolori, parti del corpo insensibili? Niente? »

@Aang: Fanie ti ha dato l'equivalente di un succo di frutta dolcissimo che ha lo stesso sapore dell'ACE moderno :sisi: giusto per darti un pò di carica.

 
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dra31
view post Posted on 29/8/2013, 11:39




Marktplaz - II
Territori Orientali, Land Van Jakkalse


Serhat, dottò. - Si porta avanti di un passo e si lascia nelle mani di questa Fanie che sembra essere il medico. - Comunque non è nulla di grave, finché cammino.

Si lascia trattare dal medico e ridacchia mentre l'ascolta, soprattutto quando gli da del ragazzone. Segue le sue indicazioni, togliendo gli stivali, e maledice qualcuno o qualcosa non meglio identificato quando gli viene applicato l'unguento sulle ferite, sciorina imprecazioni quando gli fasciano le parti medicate. Il tutto a denti stretti, seguendo un'etichetta personale che gli impedisce di lasciarsi andare in certi ambienti, sfogandosi con un mugugno articolato di note e versi.
Come sempre, la pazienza di Serhat è sempre messa a dura prova quando si tratta di cure e medici.

La raccomandazione a rimanere tranquillo fino a quando il medicamento non faccia effetto viene presa alla lettera e se ne resta seduto sulla branda approfittando del tempo per controllare come erano messi i suoi attrezzi. La tranquillità della tenda non dava altri spunti per ulteriori attività. Perfino il suo monaco preferito se ne stava buono buono, quasi sul punto di stendersi a terra a quattro di bastoni, riferendosi alla figura di una carta da gioco in uso tra il popolino.

Qualcuno ha bisogno di altro? Nuovi dolori, parti del corpo insensibili? Niente? - È la domanda di Fanie ha fargli notare il dolorino che sta crescendo all'altezza dello stomaco. No, non sono gli effetti dei colpi subiti ma è più quella sensazione di vuoto che solo il digiuno ti provoca. E un gorgoglio sommesso si fa largo. - Io, ma la cura la conosco già. Il dottore, cioè me, consiglia un pagnottella cà mortazza adesso e due cà porchetta tra mezz'ora, insieme a uno o due quartini di rosso. - Si alza dalla branda e si avvicina al pelato - Compà, me fai compagnia?



png



- note. Sono sempre il solito. :iena:

La vita non è vivere,
ma vivere in buona salute.
Serhat Satu

 
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genesis000
view post Posted on 29/8/2013, 12:27




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Un paio di facce note, gente che avevo incontrato a Basiledra per lo più, si fecero vedere nella tenda di pronto soccorso.
Zero, il mercenario, non ero stato poi cosi' sorpreso di vederlo l'opposto invece fu quando vidi il monaco bambino entrare insieme a un uomo grassottello che parlava con uno strano accento di cui riuscii a cogliere si e no due parole.
Mentre Fanie terminava le medicazioni anche su di lui sentivo un intenso desiderio nascere nelle parti basse del mio corpo.
Mi scappa la cacca. * E il parlare di panini del nuovo arrivato non mi stava per niente aiutando.. il bisogno stava diventando incontrollabile "Qualcuno ha bisogno di altro? Nuovi dolori, parti del corpo insensibili? Niente? »" - Sia lodato il sovrano.
"Scusa Fanie, c'è un bagno da qualche parte?"


* e acchiappala :v:
Questo "post" ridicolo soltanto perchè in tutti i racconti si sottovaluta l'importanza della cacca, non ho mai letto un libro in cui una persona va in bagno. Mi ribello :riot:
 
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37 replies since 31/7/2013, 00:30   721 views
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