Like a paper airplane ········ - Group:
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| Ciao, Lenny. Ho cercato a lungo le parole con cui salutarti e non le ho trovate. Conoscerti è stato un privilegio, un piacere e una gioia. Per me, negli anni, sei diventato come un fratello, parte integrante di quella che considero una famiglia. Nonostante ci siamo visti poche volte, sarà impossibile dimenticare i momenti trascorsi insieme, il tuo sorriso, la tua risata che mi coglieva sempre impreparata, il tuo modo di sdrammatizzare anche i momenti più pesanti della tua vita. Sei stato un maestro, in quella maniera modesta che rende le persone grandi: non hai mai sbandierato ai quattro venti quello che ti addolorava, che ti faceva stare male. Anzi, ogni volta tornavi in canale con il tuo “Uellà”. Noi tiravamo un sospiro di sollievo e io mi convincevo, o forse volevo convincermi, che tu fossi sincero, che tutto anche per questa volta fosse finito. Come un eroe che sconfiggeva sempre il mostro, io ero certa che ce l'avresti fatta e alla fine la tua forza avrebbe prevalso. Di recente abbiamo giocato insieme e ho parlato a lungo con tutti di quanto mi piacesse il modo in cui scrivevi. Sei stato, sei, uno dei migliori tra noi e mi dispiace solamente di non avertelo potuto dire di persona. Speravo ci saremmo incontrati di nuovo a Lucca, che avremmo trascorso del tempo insieme, che avrei passato le mani sulla tua testa frushotta come avevo fatto l'ultima volta. Sono confusa e frastornata, non riesco ancora convincermi che non ci vedremo più. Grazie, per tutto quello che mi hai insegnato con il tuo esempio. Grazie per la tua presenza, per la speranza, per ogni parola che hai scritto. Su asgra, nella vita, ai prossimi ritrovi, ti porterò con me e so che tu, in qualche modo, sarai in mezzo a noi. Magari in questo momento, vedendomi piangere, starai facendo uno dei tuoi soliti, grandissimi sorrisi. Ti voglio bene, Lenny, e tutto questo è tanto, tanto ingiusto. Buon viaggio, ovunque tu sia.
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