Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

JeSTeR

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Andre_03
view post Posted on 16/4/2008, 22:41




This Was Supposed To Be My First Single » ]PrEfAzIoNe DeL gIuLLaRe[ «



Apri gli occhi. Cosa vedi?
Una sala buia.
Guarda meglio. Cosa vedi?
Una sedia grezza.
Ancora non ci siamo. Per l'ultima volta: cosa vedi?
Un Trono che Non Trema.
Osservalo, Giullare. Sarà tuo compito farlo tremare, di tanto in tanto.
Mi piace, come idea.

Silenzio, buio.
La tana del lupo.
Un salone gigantesco, immerso nell'oscurità.
Al suo ingresso, una figura enorme, seppur non possente come altre che avevano varcato quella soglia. Eppure, egualmente pericolosa.
Se non di più.
Dinnanzi ad essa, la tenebra più totale. Niente poteva essere scorto, eccetto quel Trono, così lontano, senza forma distinguibile.
Fece un passo, poi un altro ancora.
I campanellini tintinnarono, squarciando la quiete.
Da tergo, una flebile luce proveniente dalla porta ancora aperta, illuminò quella figura, rendendola identificabile.
Maschio, bianco, carnagione sull'olivastro. Alto circa un metro e novanta, dal fisico sottile, ma dotato di muscolatura perfettamente delineata. Addominali scolpiti e pettorali pronunciati, tutti solcati da innumerevoli cicatrici. Il petto, nudo, mostrava oltre ai segni di numerose battaglie, anche tatuaggi e disegni. Una falce, tribale, sul davanti, presso il cuore. Un tribale bizzarro sulla schiena, fra le scapole. L'unico indumento indossato dal misterioso individuo erano un paio di pantaloni color arancio acceso, larghi all'esagerazione, terminanti con un campanellino per gamba. Era scalzo.
Alla vita due lame kukri gemelle incrociate, dietro la schiena, mostravano chiaramente che quello non era un comune viaggiatore, ma un Guerriero. Come se la muscolatura non potesse già esserne la riprova lampante.
Entrando nella sala piegò il collo sulla destra, con espressione curiosa e annoiata insieme.
Altro tintinnìo, stavolta dovuto ai campanellini minuscoli che teneva fra i capelli, legati a coda di cavallo e spioventi sul dorso, esattamente fra le scapole, quasi a dividere quel tatuaggio a lui tanto caro.
Sbuffò, deluso.
Era arrivato al Toryu in maniera diversa dalle procedure standard. Aggregato ad una corte che passava di lì -e non per caso-, s'era introdotto nelle mura fingendosi il Giullare di un qualche signorotto, ed eludendo gli stoici guardiani dell'ingresso principale.
Il suo obiettivo?
Incontrare Lui.
Ray.
Il Re Mascherato.
Ne aveva sentito parlare, l'aveva intravisto ad un torneo...per poi chiudere gli occhi e perderlo di vista...con suo grande rammarico.
Di recente però l'aveva sentito nominare ancora, e si era ricordato.
Eccolo lì, quindi, nella sala del trono, pronto a incontrare di persona la Follia e la Paura.
Alla sola idea sorrise, con demenza scolpita sul volto.
Già pregustava tutti gli spettacoli che avrebbe potuto offrire a quel monarca così simile alle sue caratteristiche.
"Sire che ne dici se massacro questo villaggio?"
"Mio Re, perchè non lasci che sia io a riempire di sangue questo salone? Un tocco di rosso ci starebbe bene"

Ripeteva nella sua mente, mormorando di quando in quando qualche parola sporadica.
Spinto da una risata sommessa e divertita, si fece avanti, camminando lentamente e ritmicamente, formando così una melodia coi campanellini, accompagnata da un gesto dell'indice destro e dal suo stesso mormorio ritmato.

«Piegherà l'avversario. Spezzerà il nemico. Dominerà e Regnerà. Oh sì, lo farà. Ah-ah-ah-ah»

Improvvisamente gli tornò alla memoria una cantilena dal sapore antico.
E la sua voce riecheggiò per tutta la sala, folle, instabile.
Accarezzò con la mancina il manico di una Puttana, giulivo come non mai.
Era galvanizzato dall'idea di incontrare quell'unico uomo sulla terra degno del suo servizio.
Probabilmente anche l'unico in grado di apprezzare i suoi spettacoli.
Ma si sarebbe accontentato del Re Folle che aveva visto allo stadio quella volta. Con quello sguardo così fuori di testa.
Rise, ancora, fermandosi a pochi metri dal trono vuoto.

«Oh sì, lo farà. Ah-ah-ah-ah»

Un'ultima volta ripetè la parte conclusiva della filastrocca da lui stesso ideata, ridendo nello stesso tempo.
Gli stava venendo voglia di un massacro, a dirla tutta.
Chissà che il Re non gli proponesse qualcosa da subito.
Un eccidio, nottetempo, si sa, aiuta a digerire la cena.



Apri gli occhi. Cosa vedi?
Divertimento.






SPOILER (click to view)
Giocata concordata con Ray XD vietato postare
 
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view post Posted on 18/4/2008, 12:30
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Apri gli occhi. Cosa vedi?
Una sala festosa.
Guarda meglio. Cosa vedi?
Una trono magnifico.
Ancora non ci siamo. Per l'ultima volta: cosa vedi?
Un Trono che Non Trema.
Osservalo, Regnante. Sarà tuo compito tenerlo in vita, ora e per sempre.
Mi piace, come idea.


Campanellini.
Tintinnanti risuonarono nelle sue orecchie, tonanti e dolci come le onde del mare, finendo col divorare ogni altro suono. Non riuscì quindi a concentrarsi né sui passi della figura, né sulla sua voce.
Freddo, ne studiò ogni lembo.
Benché all'apparenza potesse apparire sottile come un fuso, la pelle mostrava una muscolatura statuaria, forte e fiera.
Per un solo, breve, istante, si passò la lingua sulle labbra invidiando e compiacendosi al tempo stesso della forza secolare che pareva tracimare senza sosta da ogni mossa del Giullare.
Si scoprì a desiderarne la compagnia. A volerlo accanto; anche se sapeva che, sempre, le persone preferivano sfidare gli Dei e sacrificare se stesse, piuttosto che entrare in confidenza con lui.
Subito dopo, si chiese come l'uomo innanzi a lui avesse potuto superare i portali ed arrivare sino alla sala del trono senza essere stato notato... e senza ferite. Un pensiero che lo sfiorò, però, per ancora meno tempo del primo, dissolvendosi poco dopo, mentre i suoi occhi tornavano ad accarezzare i bordi del Giullare.
Vestiva in modo bizzarro, e aveva su di se numerose cicatrici, segno evidente di battaglia e... debolezza.
Debolezza precedente, forse, poiché il Regnante non riusciva a capacitarsi di come una persona simile potesse avere tante stupide ferite sul proprio corpo. Certo, se avesse saputo che Shagwell, del quale nemmeno conosceva il nome, si era procurato la gran parte di quelle da solo, la sua impressione sarebbe stata radicalmente differente.
Decise che era tempo di mostrarsi, dopo aver passato un buon paio di minuti nel silenzio, e la Sala del Trono si riempì del riecheggiare di battiti di ali che, compagno del gracchiare dei corvi, coprì il penetrante tintinnio dei campanellini.
Lo stormo, prima sparso per la sala, si raggruppò sopra al trono, scontrandosi e ferendosi. Poi ogni corvo sembrò dare vita a un corpo, seduto, regale, soppesando ogni atterraggio e rimpolpandone le carni partendo dalla pianta dei piedi, e giungendo fino al viso.
I battiti d'ali cessarono, e così terminò la maestosa apparizione del Re, sul cui volto si asprì una smorfia piacente, venefica allo sguardo.
Attese qualche istante priva di proferir parola, benché tutto in lui sembrava spingerlo a rivolgersi al viaggiatore. Ogni parte del suo corpo tremava d'eccitazione al solo pensiero.

« Sì? »


Apri gli occhi. Cosa vedi?
Divertimento.


CITAZIONE
S i i l a m i a F o r z a ~ Ray è in grado di incutere paura nelle persone a lui accanto. Il livello di paura sarà sempre presente, e non condizionato dalle caratteristiche psicologiche dell'altro, ma in quantità diverse, a seconda di quanto e come si entrerà in contatto con lui. Percepirne solo l'odore, infatti, provocherà semplicemente un leggero brivido lungo la schiena. Ascoltare le sue parole, o i suoi passi, accrescerà questa sensazione, alimentando i brividi e la paura. Entrare in un contatto visivo profondo e analitico, oppure troppo prolungato con Ray causerà un lieve senso di terrore. Percepirne la presenza ma non poterlo vedere aggiungerà a questo anche un lieve senso di ansia. Un contatto prolungato con il suo corpo provocherà vero e proprio terrore, e cercare di entrare nella sua testa per utilizzare un'illusione, o qualsiasi altra tecnica che necessiti di manipolare la sua mente, è un rischio che nemmeno i più coraggiosi potrebbero arrischiarsi a compiere, uscendone sani. Quest'ultimo effetto risulta praticamente inutile in quanto Ray, possessore della abilità "Sii la mia Astuzia", resterebbe immune alle illusioni in ogni caso. Questi effetti sono comunque attuabili solo su utenti di energia pari o inferiore. La paura, in sostanza, equivale a quella di ritrovarsi da soli in una stanza completamente buia, senza sapere da cosa si è circondati.
La paura non è né magica, né illusoria. E' semplicemente una sensazione emanata dal personaggio più assimilabile al concetto che "Ray fa paura" per i suoi comportamenti e il mistero che aleggia intorno alla sua figura. Un'abilità quindi più utile a scopo narrativo che all'interno di un duello.
Tuttavia, questo potere può essere canalizzato tramite la parola.
Come molti dei suoi avversari avranno potuto notare, infatti, Ray è una persona che ama molto ascoltare la sua stessa voce, nonché distruggere e infrangere l'orgoglio avversario tramite di essa, parlando e conversando all'interno del duello come se lui e l'altro fossero tranquillamente seduti a fare salotto. Tutto ciò ha conferito al ragazzo un carisma non indifferente, e un'invidiabile capacità persuasiva, impressionante a dire la verità. Impregnando le parole di terrore e paura, infatti, tutto ciò che Ray dirà alle orecchie dell'avversario passerà per vero, indipendentemente da ciò che lui dica. Le sue capacità di parlatore possono perfino convincere le menti più deboli del contrario di tutto ciò che pensano, distruggere i loro ideali, rigirarli a piacere o, addirittura, variarne i ricordi. In ogni caso, la veridicità delle parole di Ray sarà inoppugnabile in qualsiasi situazione, non importa quanto sia grande la bugia da lui architettata. Anche se questo non comporta all'avversario di comportarsi in un qualche modo. Non è infatti possibile per Ray ordinare a qualcuno di fare qualcosa tramite questo potere, e sperare che lui lo faccia, e non solo che vi creda.
S i i l a m i a O m b r a ~ Un'ottima tecnica elusiva. Una volta subito un colpo, o in un momento del duello a sua scelta, Ray potrà dividere il suo corpo in innumerevoli corvi gracchianti spendendo un consumo pari a Medio, neri come la pece, che si disperderanno nell'aria muovendosi in gruppo, in un unico stormo. I corvi si riuniranno poi in un altro punto deciso dall'agente stesso, riformando il corpo del portatore.
Questi corvi in realtà, sono mera illusione, in quanto non possono essere feriti e non possono ferire l'avversario, quindi la tecnica è solo una sorta di lento teletrasporto, facilmente individuabile, però, attraverso il movimento degli uccelli, che disegneranno nell'aria la traiettoria seguita dal ragazzo nello spostarsi.
Va considerata una difesa assoluta.

 
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Andre_03
view post Posted on 18/4/2008, 16:34




Guarda attentamente, Giullare. Vedi il Re?
Sì, lo vedo.
Ammira la sua grandezza, stima la sua follia.
E poi?
E poi versa il sangue dei suoi nemici, senza mai fermarti.
Suona divertente.


Esaltazione.
Pura, semplice, senza alcun limite o confine. Sincera e incontrollabile, com'è proprio dei più forti sentimenti umani. Era qualcosa di perverso e strano, mai provato dal Giullare se non in occasione del grande torneo a cui aveva assistito, per poco.
La sua camminata lo portò a pochi metri da quel trono magnifico e vuoto, prima che si arrestasse, distratto da un suono che mai si sarebbe aspettato di udire in una sala simile.
Battito d'ali, in gran quantità.
Una moltitudine di corvi neri come la pece apparvero come dal nulla, volteggiando attorno a lui e dirigendosi verso il seggio regale. Come spinti da pura pazzia si scontrarono, magicamente fondendosi in quello che si rivelò essere un corpo, una figura umana che riempì il trono.
Il Re.
Maestoso in tutta la sua essenza, osservava in silenzio la figura che aveva osato profanare il suo regno di tenebra, ma il suo sguardo non era infuriato o irato. Semplicemente, appariva quasi compiaciuto.
Tacque per qualche istante, come a far abituare l'ospite inatteso alla sua immensa presenza.
Infine, parlò.

CITAZIONE
« Sì? »

E Shag, involontariamente, rise, compiendo un gesto che pochi sarebbero stati capaci di fare in quella situazione.
Applaudiva, divertito.
Quella voce, così vibrante e piena di latente follia...lo esaltò.

«Bella entrata in scena, Sire, i miei complimenti. Degna di un grande Re, senza ombra di dubbio.»

La sua voce era diversa da quella mostrata in occasione della cantilena.
Più profonda, più roca, più forte.
Quasi uno schiaffo violento ad ogni parola, come solo un Guitto Sanguinario sapeva fare.
Per nulla intimorito dalla presenza del monarca assoluto, la sua natura lo spingeva più che a provare paura, ad essere divertito e carico d'adrenalina in occasioni simili.
Sempre che ci fosse qualcosa di comparabile a cotanta maestosità, chiaro.
Le sue pupille andarono a fissare quelle di Ray, non con arroganza, nè con alcuna mancanza di rispetto. Solo, con curiosità e divertita follia. Accennò un inchino, che fece tintinnare i campanellini nascosti nella chioma nera, sfumata innaturalmente di scarlatto.

«Shagwell "il Guitto", se compiace a sua maestà.»

Rialzò il capo e sorrise, mostrando non solo una dentatura impeccabile, ma anche una lucente pazzia nelle gocce di sangue che erano i suoi occhi, cremisi come il suo animo.

«Si dice che ogni Re abbia bisogno di una corte. Io sarò il tuo Giullare, se lo vorrai.»


Sorridi, Giullare. Hai trovato il tuo Re.



CITAZIONE
SoNo Il pIù FoLLe « Impressionare un pazzo è semplice, secondo voi? Io credo di no, anche dopo aver visto di cosa è capace Shagwell. Lui non si fa influenzare da niente. Non è che non abbia paura, certo. E' un essere umano e in quanto tale prova sentimenti, anche se in maniera diversa dalla maggior parte della sua Razza. Tuttavia, possiede una mente ed una psiche talmente contorta, bizzarra, strana, malata, che lo rende una sorta di "mondo a parte". Cercherò di spiegarmi meglio. E' inutile tentare di spaventare Shagwell. Ne riderà. E' inutile provare a minacciarlo. Riderà anche di quello. Le situazioni difficili non lo preoccupano, così come gli individui presunti più forti di lui. Questa sua caratteristica innata gli è molto utile su un frangente particolare: il Re. E' uno dei pochi individui al mondo che può permettersi di stare accanto a Ray senza subirne l'influenza oscura. Non teme il Re Mascherato, ma lo rispetta profondamente. Sono due cose ben diverse. Per quanto riguarda altre eventuali magie, ipnosi, cazzate da psion che possano attraversarvi la mente, sappiate che Shagwell, in virtù di questa abilità, è immune a qualsiasi effetto passivo che possa influenzare le sue emozioni. Altresì, questo potere riduce di un livello qualsiasi attacco psionico rivolto alla sua persona. Molto semplice. Per lui completamente naturale, nella sua innaturale follia.

 
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view post Posted on 26/4/2008, 11:43
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Guarda attentamente, Re. Vedi il Giullare?
Sì, lo vedo.
Ammira la sua grandezza, stima la sua follia.
E poi?
E poi lascia che versi il sangue dei tuoi nemici, senza che si fermi.
Suona divertente.


Non poté non soffermarsi su una delle parole che il Giullare aveva pronunciato durante tutto il suo discorso.
"Guitto".
Più se la ripeteva, più si convinceva che non esistesse soprannome più raffinato e azzeccato per la figura che gli stava innanzi, così lo lasciò danzare nella sua mente per qualche secondo, al ritmo del suo indice battente sulle labbra con aria perplessa. Quando fu certo che non se ne sarebbe più dimenticato, abbassò la mano, compiaciuto.
Guitto.
Apprezzò il nuovo tono con il quale il guerriero gli si rivolgeva, più crudo e potente. La sua voce suonava ora come secca e improvvisa, ma al contempo forte e inafferrabile. Una di quelle voci, insomma, che sanno scuotere l'animo delle persone, anche se è in dubbio in quale direzione.
Ne assaporò il suono, che penetrava nei suoi timpani come nel tentativo di forarli e divorarli, inutilmente.
Inoltre, incredibile ma vero, Shagwell sembrava una delle poche persone ad avere abbastanza coraggio per parlare più del Re, trovatisi innanzi a lui.
Aveva sempre odiato la consuetudine dei deboli di soffocare le proprie parole in gola per paura di lasciarsi scappare chissà quali indelicatezze, compiacendosi invece della sfrontatezza dei più coraggiosi, che se non altro accettavano il proprio destino, andando incontro alla punizione che meritavano.
Ma ancor di più, il Re apprezzava le persone che lo ammiravano per natura, e non per un secondo fine. Coloro i quali, indipendenti, si fossero trovati a seguire il Regnante solo e soltanto per scelta personale e per piacenza nell'essere di Ray, e non per godere del riflesso del suo potere, o per avere qualcosa in cambio da lui.
Le uniche persone in cui lui poteva vedere le tracce della fedeltà assoluta e incondizionata, insomma, e che a quanto sembrava, non erano così rare come ci si sarebbe potuto aspettare.
Così, quando in Shagwell trovò tutti i segnali di colui che sarebbe diventato il più grande dei suoi seguaci e il più fedele dei suoi compagni, solo poche parole sfuggirono alle sue labbra e al suo sorriso.

« Mi piace come idea. »


Sorridi, Re. Hai trovato il tuo Giullare.
 
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Andre_03
view post Posted on 27/4/2008, 10:13




Fermati, ora. Rifletti, Guitto.
Perché?
Metterai la tua spada al servizio di questo Re?
Certo.
Non aspettarti gratificazioni e stima. Si servirà di te.
Nessun problema. Mi piace, questo tizio.


C'era una volta una sala del trono.
Al suo interno un Giullare possente e flagellato sorrideva. Non era felice. No. Esiste una grande differenza fra essere gioiosi per qualcosa e provare un senso di appagamento misto a eccitazione. Che poi era esattamente ciò che Shagwell sentiva in quel momento.
Aveva lanciato la sua proposta al Re, e ne aveva atteso l'esito, osservando con curiosità e divertimento crescenti quell'individuo maestoso che sedeva sul trono.
Mai seggio fu più adatto a sostenere una simile Persona.
Mai Sovrano fu più degno di un simile scranno.
Furono molti i pensieri che affollarono la mente del giullare in quell'attimo. Ricordi confusi di signorotti e nobili presunti, tutti seduti sui loro troni, in alto, che guardavano verso di lui con aria arrogante. Ne aveva uccisi tanti come loro. Non era mai stato un servo fedele, fino ad allora. Seguiva il denaro, la sua compagnia di Guitti Sanguinari che vagava per il mondo alla ricerca di sangue, potere e ricchezze. Sempre sotto il servizio di un lord diverso, perennemente asserviti alla guerra. Un plotone di assassini senza pari, di cui Shagwell aveva fatto parte. Il "Giullare" l'avevano soprannominato.
E lui Giullare sarebbe divenuto, finalmente.

CITAZIONE
« Mi piace come idea. »

Era fatta.
Re e Giullare, padrone e servitore.
O semplicemente...alleati?
Era presto per determinarlo.
Un brivido percorse la schiena del massiccio guerriero ricoperto di cicatrici e tatuaggi. Quelle parole del Monarca suscitarono in lui una sensazione strana, remota, sommessa...goduria. Succedeva tutte le volte in cui il Guitto si trovava coinvolto in situazioni che avrebbero dovuto causare terrore, nell'animo di un normale essere umano. La sua contorta psiche, però, rivoltava quelle sensazioni, capovolgendole innaturalmente. Ecco perchè nonostante si trovasse al cospetto della Paura in persona, non era per nulla intimorito, ed anzi ulteriormente esaltato. La frase del Re, poi, fu come un incentivo che accrescé quello stato d'animo.
Shagwell si soffermò a osservare il sorrisetto che apparve sul volto del suo sommo interlocutore.
Comprese che, mettendosi al servizio di un simile sovrano non avrebbe ricevuto nessun "bravo" per i suoi spettacoli. Né la sua fedeltà sarebbe stata ripagata, probabilmente. Era come una roulette russa, stare al servizio di Ray.
Beh, pazienza.
Non aveva intenzione di leccare il culo a nessuno. Gli sarebbe bastato avere qualche stronzo da macellare, ogni tanto.

«Ne sono lieto, Sire.»

Il tono contenuto fu tradito da una punta di incertezza dovuta alla follia che pressava sulla sua testa.
Doveva ammazzare qualcuno, così, per festeggiare quell'evento.

«Se mi è concesso chiedere, com'è che sua maestà preferisce essere intrattenuto?»

Il ghigno di insanità che lo aveva accompagnato fino ad allora si spalancò in un sorriso macabro.

«Predilige assistere a massacri e battaglie o a stragi di innocenti?»


Un tempo sapevi anche cantare, Guitto.
Già...un tempo.
Com'era quella ballata..? "L'orso e la fanciulla"?
Sì, esatto.
La intonavi sempre durante i massacri.
Ho scordato le ultime due strofe, però.
Perché?
Nessuna strage è mai durata abbastanza.

 
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view post Posted on 27/4/2008, 11:32
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Per un attimo gli parve di trovarsi innanzi a uno specchio. Uno specchio che non rifletteva né l'aspetto né i movimenti, quanto i pensieri, i dubbi e le angosce.
Era giusto concedersi a questo "Guitto", benché fosse la prima volta che lo vedeva in vita sua?
Si stava comportando in modo corretto non chiedendosi neppure la natura dello straniero innanzi a se?
Si grattò la testa perplesso, incredulo di se stesso. Non era da lui farsi domande simili.
Quando riabbassò lo sguardo, però, era più che convinto. Se si era fidato di lui a primo acchito, allora continuare a farlo era la cosa più giusta che avrebbe mai potuto fare in tutta la sua vita.
Sorrise, vero. Il Giullare gli piaceva. Non vi era nulla di più vivo di questo.
Tuttavia, si ritrovò costretto a correggerlo.
Senza badarci, incredibilmente, Ray staccò le proprie dita gelide dalla dura superficie del Trono, sollevandosi e ergendosi nella sua maestosità. Mosse dei passi avanti, lasciando danzare le vesti nella loro voluttuosità, e si avvicinò al Guitto fino a giungergli, lentamente, a poco più di trenta centimetri di distanza. Da lì, avrebbe potuto studiarlo meglio.
La prima cosa che notò, fu l'incredibile differenza nella loro statura, ma non vi si soffermò più di qualche istante.
Pose una mano sulla spalla dell'altro, e gli si mise accanto, come per superarlo. Poi, calmo, parlò.

« Forse qualcosa ti sfugge, Guitto. Tu non sarai mio servo. »

Fece schioccare le labbra, mentre proseguiva in quello che, apparentemente, sembrava essere il più grande atto di maturità di Ray di tutta la sua vita.

« Coloro che mi odiano, sono miei servi. Incatenati a me dalla rabbia che provano nei miei confronti.
Quelli che mi seguono per bramosia, sono miei schiavi. Legati alla mia figura solo per ottenerne qualcosa in cambio. »

Lo guardò negli occhi, serio.

« Ma tu non sei così. Come pochi, tu mi seguirai per tuo volere, e per nulla in cambio.
Tu non sarai mai mio servo, ma un mio compagno. ...Un compagno che non avrò mai il dovere di difendere. »

Lo superò, quindi, diretto verso l'uscita della sala del trono. Imponente e magnifico.

« Non chiedermi di darti ordini, quindi. Sarò io a darteli, quando tu li vorrai. »


CITAZIONE
Chiudo =P

 
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